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Barbara Antoniel Laboratorio di lettura e scrittura

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INDICE:
1. LABORATORIO DI LETTURA
La lettura rapida e il campo visivo
La lettura di orientamento
(G. Durrell), Uno strano scimpanz
(S. Paolucci, Storia, vol. II), I mulini
(Da fiabe, novelle e racconti inglesi), Lo sciocco Jack
Esercizi di orientamento: i concetti chiave per le tecniche di studio e il riassunto.
(T. Carbone) Elefante

2. LABORATORIO DI TESTI NARRATIVI


I testi narrativi: inizio sviluppo conclusione
(Lev Tolstoj) Il giudice probo
Larticolazione interna del testo: LE SEQUENZE
(Italo Calvino) Marcovaldo
Tecniche di narrazione: LA STORIA E L'INTRECCIO
(Esopo) Il leone e il topo riconoscente
I PERSONAGGI e le loro caratteristiche
(Eolgar Allan Poe) Napoleone Simpson
LAUTORE E IL NARRATORE: il suo ruolo e il punto di vista
(Ray Bradbury) Delitto senza castigo
(Frederic Brown) Sentinella
LA DIMENSIONE TEMPORALE: LO SPAZIO E IL TEMPO nel testo narrativo
(Anton Cechov) Il grasso e lo smilzo
LA STRUTTURA DEI PERIODI
(Marcel Proust) Alla ricerca del tempo perduto
LE FIGURE RETORICHE

3. LABORATORIO DI TESTI ARGOMENTATIVI


(Umberto Eco) Libri da consultare e libri da leggere
4. LABORATORIO DI POESIA
(Aldo Palazzeschi) Rio Bo
5. RACCONTI FANTASTICI
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(Elisabeth Chadwick) LIMBOSCATA


6. STORIE DI FANTASCIENZA

(Bianca Pitzmo) Extraterrestre alla pari

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LA LETTURA RAPIDA E IL CAMPO VISIVO


Fin dal primo anno hai imparato che per leggere una pagina di libro non necessario, anzi una
cattiva abitudine, muovere la testa.
Infatti, la parte di spazio che gli occhi possono vedere stando immobili molto ampia e, perci,
spostare la testa un'inutile perdita di tempo.
Un'altra abitudine da assumere, per rendere la lettura pi rapida e pi efficace, quella di diminuire
i punti di fissazione.
Cosa significa?
In genere si pensa che durante la lettura lo sguardo scorra lungo tutte le lettere della riga; invece,
stato dimostrato che la lettura avviene nei momenti in cui lo sguardo fermo, gli occhi sono immobili
e fissano un certo numero di lettere.
Il modo comune di leggere quello di fissare lo sguardo se non su tutte le sillabe almeno su tutte le
parole:

La capitale d'Itlia Rma

La capitale d'Italia Rma

Nel primo caso i punti di fissazione sono undici ed ogni sguardo ha colto 2 lettere; nel secondo i punti
di fissazione sono cinque ed
ogni sguardo ha letto 4-5 lettere.
Nella lettura rapida si diminuiscono i punti di fissazione:

La capitale d'Italia Roma

La capitale d'Italia Roma

Nel primo caso lo sguardo si ferma solo tre volte e nel secondo una volta soltanto, cogliendo insieme
22 lettere!
Progressivamente, ripetendo gli esercizi pi volte a distanza di qualche giorno e di qualche tempo,
dovresti migliorare il tuo
campo visivo, cio il numero di lettere che gli occhi riescono a percepire in un solo momento di
fissit.
Con un solo colpo d' occhio si possono leggere abbastanza facilmente 7-9 lettere, con un po' di
allenamento 13-15.
Aumenta cos, lo ripetiamo ancora, non solo la velocit di lettura ma soprattutto la possibilit di
comprendere meglio e con maggiore prontezza, riuscendo a registrare blocchi di parole pi ampi e
perci di senso pi compiuto.

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LA LETTURA DI ORIENTAMENTO
La lettura di orientamento serve a stabilire un primo contatto tra il lettore e il testo: scorrendo
velocemente il testo, il lettore si orienta, comprende di cosa si tratta, si fa un 'idea delle parti pi
interessanti.
Per questo tipo di lettura necessario applicare la stessa tecnica che hai imparato lo scorso anno per
la lettura di scorrimento: non leggere il testo parola per parola, ma scorrerlo, attraversarlo per colpi
d'occhio, facendo attenzione solo a ci che si cerca.
Con l'allenamento, la selezione del contenuto avviene in modo rapido ed efficace: l' occhio scivola
via sulle parti che non interessano, si ferma quando una parola o una frase lascia intuire la presenza
dell'informazione desiderata.
Cosa differenzia la lettura di scorrimento da quella di orientamento?
Lo scopo per cui si legge.
Infatti la lettura di scorrimento una tecnica di consultazione finalizzata a:
1. reperire dati e informazioni precise in un elenco, un vocabolario, un indice, un'enciclopedia,
un articolo...
2. ritrovare dati o informazioni gi note
3. ripassare un argomento gi studiato, rileggendo solo i passi pi importanti
Invece la lettura di orientamento una tecnica di esplorazione.
Con quale scopo si esplora un testo ?
1. per individuare l' argomento per farsi un' idea globale del contenuto
2. per capire come organizzato
3. per selezionare le parti pi interessanti
Con la lettura di orientamento si fa, cio, un rapido esame del testo per capire prima di tutto se ci
interessa o no, e poi per conoscere in modo sommario qual il contenuto e come strutturato.
Nella lettura di orientamento dove opportuno fermare l'attenzione degli occhi e della mente?
1. sul titolo del testo (e sull'occhiello e sul sommario se si tratta di un articolo di giornale) e sui titoli dei
paragrafi; essi riassumono, infatti, i contenuti essenziali dell'argomento trattato
2. sulle prime ed ultime righe del testo; di solito nella parte iniziale l' autore presenta l' argomento e
nella parte finale ,riassume i contenuti essenziali, riferisce le conclusioni
3. sulle prime e ultime righe di ciascun paragrafo; ci consente di cogliere lo sviluppo del discorso e la
struttura del testo
4. sulle parole o frasi chiave, cio quelle pi significative rispetto all'argomento trattato, a volte messe
anche in evidenza dalla sottolineatura o dal diverso carattere di stampa.
La lettura di orientamento una tecnica di grande aiuto nello studio.
Infatti diventa pi facile imparare un nuovo argomento se ci si sa orientare nel testo, se si guidati
dall'idea generale che se ne ricavata, se si conoscono preventivamente le parti pi importanti, se si
capito come l'autore ha strutturato il suo discorso.

N1 LETTURA DI ORIENTAMENTO.
Nel farsi un'idea del contenuto di un testo, spesso, il lettore aiutato dal fatto che alcune parole chiave
o alcune frasi sono messe in evidenza con un diverso carattere tipografico o con la sottolineatura.
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La comprensione risulta pi efficace se anche il lettore, individuati con la lettura di orientamento i
punti pi importanti, li sottolinea come abbiamo fatto noi in questo brano.
Leggi soltanto il titolo e le frasi sottolineate: sono elementi sufficienti a comprendere l'argomento del
brano. Poi rispondi alle domande che trovi al fondo.

(G. Durrell)

Uno strano scimpanz

Ho conosciuto un gran numero di animali attraenti e piacevoli, dai topi agli elefanti, ma non ne ho
mai visto uno che si potesse paragonare a Chumley per la sua forza, il fascino della sua personalit e
la sua intelligenza. Dopo averlo conosciuto per un po di tempo si cessava di considerarlo un animale;
si considerava piuttosto un affascinante, malizioso e ossequioso vecchio signore che si era, per
qualche ragione da lui soltanto conosciuta, travestito da scimpanz. Le sue maniere erano perfette:
mai afferrava il cibo e cominciava a ingozzarsi come facevano le altre scimmie, senza prima salutarti
e ringraziarti con una serie di espressivi huu huu. Allora mangiava con delicatezza e lentamente,
spingendo quei pezzi che non voleva n da una parte del piatto con le dita. L 'unica eccezione alle
buone maniere a tavola veniva alla fine del pasto, quando afferrava il piatto e il bicchiere vuoti e li
lanciava il pi lontano possibile.
Naturalmente aveva molte abitudini che lo facevano sembrare pi umano, e il fumare era una di
queste. Sapeva accendere la sigaretta altrettanto bene sia coi fiammiferi che con l'accendisigaro; poi
si stendeva sul dorso per terra, con una mano sotto la testa e le gambe tirate su e accavallate, espirando
gran nuvole di fumo nel cielo e ogni tanto esaminando la sigaretta con aria professionale per vedere
se era il caso di scuotere la cenere. Se lo era, egli eseguiva l'operazione attentamente con un'unghia.
Se gli si dava una bottiglia di limonata e un bicchiere si versava da bere con tutta la cura e la
concentrazione del pi famoso barman mentre prepara un aperitivo. Era l'unico animale che non ho
incontrato che pensasse a dividere le cose con gli altri: molte volte, se gli davo alcune banane o due
o tre mango egli ne sceglieva uno e me lo porgeva con un' espressione interrogativa sul volto, e poi
dava un grugnito di soddisfazione se io l'accettavo e sedevo per terra accanto a lui a mangiarlo.
(da G. Durrell, Coccodrilli, danze e tamburi, trad. L. Sarfatti, Milano, Vallardi, 1988)
1. Chi il protagonista del brano ?
2. Del protagonista l'autore narra: (segna con una crocetta ci che ti sembra corretto)
le sue avventure
le sue origini
le caratteristiche umane
le caratteristiche fisiche D la sua fine.
N 2 LETTURA DI ORIENTAMENTO. Leggi soltanto il titolo, l'introduzione, l'inizio di ciascun
capoverso e la conclusione: mettili in evidenza con il colore o la sottolineatura. Poi rispondi alle
domande che trovi in fondo al testo.

(S. Paolucci, Storia, vol. II)

I mulini

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Una invenzione che contribu grandemente a migliorare le condizioni di vita e di lavoro
dell'Occidente fu il mulino ad acqua. Nel mondo antico, per trasformare il grano in farina si usavano
due sistemi: o si macinava il grano in casa, ed erano le donne o gli schiavi a frantumarlo a mano
schiacciandolo con il pestello dentro un recipiente di pietra dura (il mortaio); oppure, per le grandi
quantit di grano, si ricorreva al mulino.
Qui il grano era schiacciato sotto un grande cilindro di pietra, la mola, che veniva fatto ruotare da
animali (asini, cavalli o muli) , o dagli schiavi a forza di braccia. I primi mulini ad acqua comparvero
nei territori dell'impero bizantino pressappoco al tempo dell'imperatore Giustiniano (VI secolo). Ma
non ebbero una grande diffusione, forse perche gli schiavi erano ancora in abbondanza e a buon
mercato e non valeva la pena sostituirli con una macchina. Eppure il meccanismo era semplice:
l'acqua di un ruscello o di un fiume imprimeva un moto rotatorio ad una grande ruota a pale, la quale,
a sua volta, metteva in moto una mola.
In Occidente, invece, a partire dal secolo XI, il mulino ad acqua si diffuse dovunque rapidamente.
Per esmpio, nel 1086 c'erano pi di cinque mila mulini ad acqua in Inghilterra, mentre nel secolo
prima ce n'erano meno di cento. Certamente questo sviluppo fu favorito dalle condizioni geografiche
dell'Europa occidentale, che aveva grande abbondanza di acqua corrente, di ruscelli e fiumi. Ma una
causa pi decisiva fu il fatto che un mulino ad acqua, sostituendo fa come forza motrice l'acqua ai
muscoli dell'uomo, liberava parecchie persone dalla necessit di dedicare del tempo al faticoso lavoro
di girare la mola.
Il tempo cos reso libero poteva essere occupato a coltivare la terra e quindi servire ad aumentare la
produzione.
In quellepoca, in cui il numero dei contadini era cos scarso e le carestie sempre in agguato, avere a
disposizione delle braccia in pi per lavorare un campo era di fondamentale importanza. Cos la figura
del mugnaio, che compare nellaia della casa colonica, a cavallo di un mulo carico di sacchi di farina,
divenne una delle pi abituali del mondo contadino.
I mulini ad acqua furono poi adoperati per moltissimi altri usi: spremere oli (dalle olive, dalle noci,
dai garofani, dalla senape), macinare il sale, fare la birra, tritare materiali coloranti, segare tavole di
legno, azionare martelli.
Di grande importanza fu l'impiego del mulino nell'industria tessile e in quella metallurgica.
Nell'industria tessile fu adoperato per follare coi panni. Loperazione della follatura serviva a rendere
il tessuto pi forte e compatto. Anticamente si eseguiva facendo battere la stoffa con dei piedi. Ma
con questo metodo, per follare una sola, pezza di panno occorrevano tre operai, che ben presto erano
sfiniti dalla fatica. Nei mulini per follare degli ingranaggi collegati alla ruota del mulino facevano
alzare e abbassare pesanti magli di legno sul tessuto contenuto, in vasche o tinozze. Si risparmiava
cos tempo e fatica umana, e il risultato era migliore.
Nell'industria metallurgica il mulino serv a far funzionare mantici vecchi (
potenti, capaci di mantenere in continuazione l'alta temperatura necessaria perche il ferro fondesse
completamente.
Pi tardi, verso la fine del secolo XII, lungo le basse coste Ventose dell'Europa nord-occidentale
(Inghilterra, Francia, Olanda), i mulini a vento vennero ad aggiungersi a quelli ad acqua. Cos, dopo
il fuoco, dominato gi nell'et della pietra, l'acqua e il vento furono altre forze che l'uomo riusc a
sfruttare a suo vantaggio.
(da S. Paolucci, Storia, vol. II, Bologna, Zanichelli, 1982)

a) Hai notato che nell'introduzione l'autore esprime il concetto fondamentale e che lo ribadisce
nella conclusione ? Di quale concetto si tratta ?
b) Con la lettura di orientamento ti sei fatto un'idea di quale tipo di informazioni contiene il
testo? Di' brevemente di cosa tratta.
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c) Hai notato la struttura del discorso ? L' autore tratta l' argomento - il mulino ad acqua seguendo l'ordine cronologico e illustrando per ciascun periodo i luoghi di diffusione, l'uso e
i vantaggio Sei d'accordo?
- Prova a visualizzare in uno schema la struttura del brano.
-Se leggi tutto il testo ne ricavi anche delle informazioni sul funzionamento dei mulini.
N3 METTERE IN ORDINE LE SEQUENZE. Il racconto stato diviso in dieci parti disposte in
disordine. Devi ricostruire la successione logica e temporale delle sequenze e indicare lordine
numerico nelle caselle.
STRATEGIA. Per prima cosa devi leggere un paio di volte tutto il testo per farti un'idea generale
del contenuto. Poi devi cercare la sequenza che presenta la situazione iniziale e subito dopo la
sequenza che in modo logico si collega alla prima: rileggile insieme per controllare l'esattezza della
tua scelta. Scrivi i numeri nelle caselle e continua allo stesso modo. Impegnati a prevedere, anticipare,
il possibile sviluppo della storia in modo coerente con ci che precede.

(Da fiabe, novelle e racconti inglesi)

Lo sciocco Jack

Il luned Jack. And ancora una volta a lavorare e si mise al di un proprietario di mucche, che gli
diede un asino per ricompensarlo della sua fatica. Sebbene Jack fosse molto forte, trov ben faticoso
e difficile issarsi l'asino sulle spalle, ma alla fine ci riusc, e incominci a camminare lentamente verso
casa, con il suo premio.
Il giorno seguente Jack si mise al servizio a un altro contadino che promise di dargli un formaggio
cremoso per i suoi servizi. Alla sera Jack prese il formaggio, e and a casa portandolo in testa.
-Questa minaccia alla fine scroll Jack che and, un giorno, a servizio da un contadino che abitava
vicino; e guadagn un penny; ma, mentre tornava a casa, non avendo mai posseduto prima dei soldi,
lo lasci cadere in un ruscello.
-Sciocco -disse sua madre -avresti dovuto metterlo in tasca.
-Un'altra volta far cos -rispose Jack.
La mamma di Jack visse felice con loro finche mor.
-Un' altra volta far cos -rispose Jack.
Il giorno seguente Jack, usc di nuovo e and a servizio da un panettiere, che non volle dargli
nient'altro per il suo lavoro che un gatto. Jack prese il gatto e cominci a portarlo in mano con molta
attenzione, ma in breve fu costretto a lasciarlo andare poich il gatto lo graffi. Quando arriv a casa,
sua madre url:
-Stupido, avresti dovuto legarlo con una funicella, e tirartelo dietro. Unaltra volta far cos -disse
Jack.

Ora accadde che, nel tratto di strada che doveva percorrere, abitasse un ricco signore con la sua
unica figlia, una bella ragazza, sfortunatamente sorda e muta; non aveva mai riso in vita sua, e i dottori
dicevano che sarebbe guarita solo quando qualcuno l'avesse fatta ridere.
Il giorno seguente Jack usc di nuovo e si mise al servizio di un proprietario di mucche, che, per la
sua giornata di lavoro, gli diede una brocca di latte. Jack prese la brocca e la mise nella tasca grande
della giacca, con il risultato di versare tutto il latte prima di arrivare a casa.
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-Povera me! -disse la vecchia -avresti dovuto portarlo sulla testa.
-La prossima volta far cos -rispose Jack. Questa giovane stava per caso guardando dalla finestra .mentre Jack passava portando sulle spalle
l'asino con le zampe all'aria: lo spettacolo era tanto comico e strano che lei scoppi in una grande
risata; e immediatamente riacquist l'uso della parola e l'udito. Suo padre era fuori di se dalla gioia e
la diede in sposa a Jack, che di venne cos un ricco signore .
C'era una volta un ragazzo che si chiamava Jack e abitava con sua madre in una vecchia fattoria.
Erano molto poveri e la donna si guadagnava da vivere filando, ma Jack era cos pigro che non faceva
nient'altro che prendere il sole quando faceva bello, e star seduto nell'angolo del focolare d'inverno.
Sua madre non riusciva a convincerlo a far qualcosa per lei, e alla fine fu costretta a dirgli che se non
avesse incominciato a lavorare, l'avrebbe mandato via perche fosse
costretto a guadagnarsi da vivere.
Il giorno seguente Jack and a servizio da un macellaio, che lo compens per i suoi servizi con il
bel dono di una spalla di montone; Jack prese la carne, la leg con uno spago e se la tir dietro nello
sporco della strada, cosicche, quando arriv a casa, l'aveva completamente rovinata. Sua madre,
stavolta, perse la pazienza con lui, poich il giorno seguente era domenica, ed era obbligata ad
accontentarsi di un cavolo per pranzo.
-Scioccone -url -avresti dovuto portarla sulle spalle .
-Un'altra volta far cos -disse Jack.
(da Tante fiabe, novelle e racconti inglesi, trad. E. Bergese e U. Vaudagna, Cavallermaggiore, Gribaudo)

RIASSUMERE UN TESTO
Come fare il riassunto
1. Il primo passo da compiere per fare un riassunto quello di comprendere il testo rispondendo
alle seguenti domande:
CHI?

chi sono i personaggi


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CHE COSA?
PERCHE?
DOVE?
QUANDO?
COME?

qual l'argomento
i motivi dell'azione
il luogo in cui avviene l' azione
il tempo dell'azione
lo svolgimento dei fatti e la conclusione

2. Successivamente si divide il testo in sequenze. Il termine sequenza deriva dal linguaggio


cinematografico e sta ad indicare le parti del testo in successione (la parola sequenza vuoi
infatti dire successione ) che possiedono compiutezza narrativa, cio che hanno un senso
compiuto.
Come si fa ad individuare le sequenze? Non esistono regole fisse, tuttavia necessario che ogni
sequenza individuata sia autonoma nel significato e che il passaggio da una sequenza all' altra
costituisca una progressione nello svolgimento della vicenda. Spesso sono i capoversi a segnare il
confine tra le sequenze, ma pi indicativi in questo senso sono:

la comparsa di nuovi personaggi


il cambio del luogo in cui si svolge la scena
un salto (in avanti o indietro) nel tempo
l'inserimento di un dialogo (sequenze dialogiche)
l'inserimento di una riflessione da parte dei personaggi o del narratore (sequenze riflessive o
ideative)
l'inserimento di una descrizione, sia essa di luoghi o di personaggi o addirittura un excursus
storico (sequenze descrittive)
l'inserimento di una narrazione (sequenze narrative o dinamiche).

3. Di ciascuna sequenza si prepara una sintesi o, meglio ancora, si d un titolo.


4. Da ultimo si procede a creare un testo servendosi dei titoli individuati.
E' fondamentale ricordare che:
nel riassunto devono essere evitati i discorsi diretti e i dialoghi
se il testo da riassumere scritto in prima persona, il riassunto dovr essere organizzato
in terza persona, utilizzando frasi di questo tipo: "l'autore afferma che. ..", "il
protagonista del brano rievoca alcune vicende. .." ,
non si deve mai intervenire con giudizi personali, ossia bisogna produrre un testo il
pi possibile oggettivo.

Il metodo delle sequenze


RIASSUMI IL RACCONTO
Il racconto stato diviso in sequenze: ogni sequenza corrisponde ad un fatto o ad un'informazione
che indispensabile conoscere per capire la vicenda.
Riassumi il racconto; i titoli delle sequenze, letti nella loro successione, rappresentano lo "schema del
riassunto: con le tue parole sviluppa ogni titolo trasformandolo in una sequenza i pi breve di quella
dell'autore. L 'esercizio gi avviato: continualo tu sul tuo quaderno.

(T. Carbone)

Elefante
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Un turista svizzero, con allegata famigliola, in vacanza sul lago di Garda visita uno zoo-safari che
esiste da quelle parti. Tra le varie bestie avvicinate la pi socievole un elefantino che, allettato da
noccioline e da altre porcheriole, infila la proboscide nel finestrino aperto dell'auto e con quella si
mette a rovistare allegramente nell'abitacolo.
Grande sollazzo dei bimbi, panico della moglie, la quale non trova di meglio che azionare l'alza
cristalli elettrico rischiando di ghi-gliottinare la proboscide dell'elefantino.
Richiamata dai penosi barriti del piccolo sopraggiunge furibonda la madre, un'elefantessa enorme,
che se la prende con la vettura dei malcapitati svizzeri, tempestandola di mazzate e di calcioni (a
zampa delefante).
Comprensibilmente terrorizzato, il turista riesce in qualche modo a mollare l'elefantino,
dolorosamente preso per il naso, mette in moto e fugge a ruote levate, con la carrozzeria ridotta a110
stato di una lattina stritolata.
All'uscita dello zoo-safari i guardiani se la cavano facendogli trangugiare diversi bicchierini di cognac
(o di grappa, in un'altra versione). Il povero. Turista ancora sotto shock, decide di fare
immediatamente ritorno in patria.
Giunto alla frontiera, ai doganieri (svizzeri) che gli chiedono ragione delle disastrose condizioni
dell'auto racconta d'un fiato (che sa di cognac o di grappa) la terribile disavventura capitatagli. Per
tutta risposta, gli increduli funzionari elvetici lo sottopongono a test alcolimetrico e, trovatolo
positivo, lo arrestano per guida in stato di ebbrezza.
(da Leggende urbane, a cura di M. T. Carbone, Milano, Mondadori, 1990)

Riassunto breve o riassunto lungo?


Il riassunto deve sempre essere pi breve del testo che si vuoi riassumere; altrimenti non un
riassunto ma una parafrasi, cio un testo che esprime le stesse idee del brano di partenza con parole
diverse.
Per scrivere un riassunto quindi necessario! ridurre il testo di partenza, scriverlo con un minor
numero di parole, ma anche indispensabile chiedersi: Di quanto voglio ridurre questo brano?
Voglio scrivere un riassunto breve, molto breve o brevissimo?
Scrivere riassunti brevissimi un' operazione molto difficile: chi sa individuare le informazioni pi
importanti di un brano e poi sa con centrare il loro significato in pochissime parole ha acquisito ottime
capacit di sintesi e ottime capacit espressive. Per raggiungere questi livelli di bravura puoi allenarti
sia facendo, anche oralmente, il riassunto di tanti brani, sia scrivendo dei riassunti diversi, sempre pi
brevi, di uno stesso brano.

LABORATORIO DI TESTI NARRATIVI


I testi narrativi: inizio sviluppo conclusione
Un testo narrativo un testo che narra una storia. Gli elementi essenziali di un testo narrativo - e
dunque di una storia - sono:
i personaggi
le azioni che essi compiono o gli avvenimenti in cui si trovano coinvolti
il tempo durante il quale si svolgono le azioni.
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Questi tre elementi si ritrovano in molti generi letterari quali la fiaba, la favola, il mito, il poema
epico, il racconto, la novella, il romanzo; si dicono, perci, testi narrativi.
Nella maggior parte dei testi narrativi si pu riconoscere la struttura caratteristica delle storie:
c' il protagonista che si trova in una determinata situazione
accade poi un qualche evento che cambia la situazione e pone al protagonista un problema da
risolvere
segue la reazione del protagonista che cerca di affrontare la nuova situazione e di risolvere il
problema
alla fine il protagonista trova la soluzione o deve accettare il fatto che non pu raggiungerla.
In un testo narrativo, in genere, possibile distinguere:
un inizio
uno sviluppo (o svolgimento)
una conclusione (o fine 0 scioglimento)
L'inizio della storia contiene di solito informazioni sul protagonista, sull' ambiente in cui vive,
sull'epoca in cui si svolgono i fatti e, soprattutto, sulla situazione in cui egli si trova. La situazione
pu essere positiva, felice: il protagonista, allora, non desidera alcun cambiamento ma un evento
esterno - ad
esempio un incidente, una catastrofe - o l'azione, il danno di un antagonista modificano la sua
condizione iniziale e lo costringono ad agire. Oppure, a mettere in moto la storia, pu essere un
desiderio che il protagonista vuole realizzare o un bisogno (trovare cibo, riparo, una persona ecc.).
Lo sviluppo della storia racconta le azioni del protagonista: di solito si tratta dei tentativi che compie
per raggiungere il suo scopo, degli ostacoli che deve affrontare, degli aiuti che riceve o dei nemici
contro cui deve combattere.
La conclusione della storia presenta la situazione finale: il protagonista riuscito a ritrovare la sua
felicit o ad ottenere il cambiamento che desiderava, oppure costretto ad accettare un cambiamento
in negativo.
Dal momento in cui la storia si mette in moto, il lettore segue lo svolgimento della vicenda ponendosi
delle domande Che cosa accadr adesso? Come far il protagonista ad affrontare questo pericolo?
Ci riuscir? Perch agisce in questo modo? Come andr a finire ? ...

(Lev Tolstoj)

Il giudice probo

N1 Leggi il seguente racconto e poi dividilo nelle sue tre parti fondamentali: INIZIO-SVILUPPOCONCLUSIONE (separa con una linea le tre parti).
Un re algerino, Bauakas, voleva sapere di persona se era vero quello che gli avevano detto, che in
una delle sue citt c' era un giudice probo che riconosceva subito la verit, e che nessun filibustiere
poteva sfuggirgli. Bauakas si travest da mercante e si diresse a cavallo verso quella citt dove abitava
il giudice. Durante il viaggio si avvicin a Bauakas uno storpio e gli chiese l'elemosina. Bauakas
gliela diede e fece per proseguire, ma lo storpio lo trattenne per l'abito.
- Che cosa ti occorre! -chiese Bauakas. -Non ti ho forse dato l'elemosina?
- Me l'hai data -disse lo storpio. -Ma fammi ancora una grazia. Conducimi sul tuo cavallo fino alla
piazza. Ho paura di essere travolto dai cavalli e dai cammelli.
Bauakas fece sedere lo storpio dietro di lui e lo condusse fino alla piazza. L Bauakas ferm il
cavallo, ma l'accattone non scese. Disse Bauakas:
- Che fai, non scendi? Siamo arrivati.
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Ma il mendicante disse:
- Perch dovrei scendere? Il cavallo mio, e se non vuoi lasciarmelo con le buone, andiamo pure
dal giudice.
Della gente si raccolse intorno a loro a sentirli discutere. Tutti urlavano: -Andate dal giudice, lui
giudicher la cosa.
Bauakas e lo storpio andarono dal giudice. In tribunale c' era della gente e il giudice chiamava per
ordine quelli che doveva giudicare. Prima che arrivasse il turno di Bauakas, il giudice chiam un
sapiente e un contadino. Erano in causa per via della moglie. Il contadino diceva che era sua moglie,
e il sapiente che era la sua.
Il giudice li ascolt, rimase in silenzio e disse: -Lasciate la moglie
qui da me e tornate domani.
Quando uscirono, entrarono un macellaio e un mercante d'olio. Il macellaio era tutto insanguinato
e l'altro era pieno di macchie d'unto. Il macellaio teneva in mano dei soldi, l'altro lo teneva per un
braccio. Il primo stringeva i soldi, e l'altro stringeva il braccio. Disse il macellaio:
- Ho comprato da questuomo dell'olio e ho aperto il borsellino per pagarlo e lui me l'ha strappato
di mano e stava per togliere il denaro cos siamo venuti da te.
Io ho in mano il borsellino e lui stringe il mio braccio. Ma i soldi sono miei, e lui un ladro.
L' altro disse :
- Non vero, il macellaio venuto da me a comprare dell' olio. Gliene avevo versato una bottiglia
piena, e lui mi preg di cambiargli il denaro. Io presi i soldi e li misi sul banco, e lui li riprese e fece
per fuggire. lo l'ho afferrato per un braccio e l'ho condotto qui.
Il giudice rimase un po' in silenzio e disse:
- Lasciate i soldi qui e tornate domani.
Quando fu il turno di Bauakas e dello storpio, Bauakas raccont Com'era andata la faccenda. Il
giudice ascolt attentamente e interrog lo storpio.
- Non vero - disse - io andavo a cavallo attraverso la citt e lui era seduto per terra e mi chiese di
farlo salire. Io lo presi a cavallo e lo condussi dove doveva andare, ma lui non volle scendere e disse
che ;" il cavallo era suo. Non vero.
Il giudice rimase a pensare e disse:
Lasciate il cavallo qui e tornate domani.
Il giorno dopo si raccolse molta gente ad ascoltare le sentenze.
Per primi entrarono il sapiente e il contadino.
- Prenditi tua moglie -disse il giudice al sapiente - al contadino
siano date cinquanta legnate.
Il sapiente prese sua moglie, e il contadino ebbe il suo castigo.
Poi il giudice fece chiamare il macellaio.
- I soldi sono tuoi -disse; poi indicando l'altro disse: - e a lui siano date cinquanta legnate.
Infine fecero passare Bauakas e lo storpio.
- Sai riconoscere il tuo cavallo fra venti? -chiese il giudice a Bauakas.
- Certo.
- E tu?
- Anch'io -disse lo storpio.
- Vieni con me -disse il giudice a Bauakas.
Andarono alla scuderia. Bauakas subito indic il suo cavallo fra altri venti. Poi il giudice mand a
chiamare lo storpio e gli ordin di indicare il cavallo. Lo storpio lo riconobbe e lo mostr. Il giudice
torn al suo posto e disse a Bauakas:
- Il cavallo tuo; prendilo. E allo storpio siano date cinquanta le - : legnate.
Dopo la sentenza il giudice and a casa e Bauakas gli and dietro., ,
- Come, non sei soddisfatto delle mie decisioni?
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- No, sono soddisfatto - rispose Bauakas. - Ma vorrei sapere perche tu hai stabilito che la moglie
era del sapiente e non del contadino che i denari erano del macellaio e non del venditore d'olio, e che
il cavallo era mio e non dello storpio.
- Per quanto riguarda la moglie, ecco come ho fatto a saperlo.
L'ho chiamata stamattina e le ho detto: Metti dell'inchiostro nel mio calamaio. Lei ha preso il
calamaio, l'ha lavato in fretta e bene, e vi ha versato l'inchiostro. VuoI dire che era abituata a farlo.
Se fosse stata la moglie del contadino non l'avrebbe saputo. Dunque aveva ragione il sapiente. Per
quanto riguarda il denaro, io l'ho saputo per questo: ho messo i soldi in una tazza piena d'acqua e
stamattina ho guardato se galleggiasse sull'acqua dell'unto. Se i soldi fossero stati del venditore d'
olio, sarebbero stati sporcati dalle sue mani unte.
Sull'acqua non c'era dell'unto. Dunque aveva ragione il macellaio.
Per il cavallo era pi difficile saperlo. Lo storpio ha riconosciuto subito il cavallo fra venti, come te.
Ma io non vi avevo condotto nella scuderia per vedere se voi avreste riconosciuto il cavallo, ma per
vedere chi di voi due il cavallo avrebbe riconosciuto. Quando tu ti sei avvicinato a lui, la bestia ha
girato il capo e l'ha teso verso di te, e quando lo storpio l'ha toccato, la bestia ha drizzato le orecchie
e ha scalciato. Per questo ho stabilito che il vero padrone del cavallo eri tu. Allora Bauakas disse:
- lo non sono un mercante, ma il re Bauakas. Ero venuto qui per vedere se avevano ragione quelli
che mi parlavano di te. Ora ho visto che sei un giudice probo. Chiedimi quello che vuoi e io ti
ricompenser.
Il giudice disse :
- Non mi occorre nessuna ricompensa; sono felice del fatto che il mio re mi abbia lodato.
(da L. Tolstoj, I quattro libri di lettura, in Racconti e novelle, trad. E. Bazzarelli, Mursia)

ESERCIZIO
N1, L'INIZIO
La situazione iniziale del protagonista: che cosa desidera il re Bauakas?
Qual il fatto che mette in moto la storia ?
N2 LO SVILUPPO
Quali fatti si narrano in questa parte del racconto ?
Quali difficolt deve superare il re Bauakas?
N3 LA CONCLUSIONE
Il re Bauakas ha soddisfatto il suo desiderio?

Larticolazione interna del testo: LE SEQUENZE


Per capire meglio come una storia costruita e come si sviluppa, opportuno suddividere il testo
in parti pi Piccole, individuando le SEQUENZE.
Partendo dall'inizio, in successione (la parola sequenza significa
proprio successione) si riconoscono un certo numero di parti in cui
il testo pu essere diviso .

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Ogni parte, cio ogni sequenza, deve avere ununit di contenuto: in essa si presenta il protagonista
o un altro personaggio, si de scrive il luogo dell'azione, si narra un fatto che sta accadendo oppure
che accaduto in precedenza, si fornisce la spiegazione di certi fenomeni, si riportano i pensieri e i
sentimenti del narratore o di un personaggio ecc.
Insomma una sequenza sviluppa una porzione di storia che pu considerarsi compiuta.
Nel testo si possono individuare dei segnali che indicano il passaggio da una sequenza all'altra; ad
esempio:
l'entrata in scena di un personaggio
l'uscita di scena di un personaggio
il cambiamento del tempo dell'azione
il cambiamento del luogo dell'azione
l'inserimento di un dialogo, di una descrizione o di una riflessione.
La divisione in sequenze non ubbidisce a regole prestabilite: per ogni testo si possono fare delle
scelte diverse, si possono cio individuare sequenze pi o meno ampie e quindi il loro numero pu
variare.
Lunica regola da rispettare quella che ogni sequenza deve costituire una parte unitaria,
compiuta, del racconto.
opportuno riassumere in una frase il contenuto di ciascuna sequenza; le fasi (che per comodit
possiamo chiamare titoli), lette nella successione in cui si presentano, riassumono lintreccio del
racconto.

(Italo Calvino)

Marcovaldo

ESERCIZIO
Leggi attentamente il racconto e poi:
A. dividilo in sequenze (otto/dieci)
B. in margine al testo scrivi QUale segnale introduce una nuova sequenza
C. sintetizza in una breve frase il contenuto di ogni sequenza (l'esercizio gi avviato)
Quel mattino lo svegli il silenzio. Marcovaldo si tir su, con la sensazione, di qualcosa di strano
nell'aria.
Non capiva che ora era, la luce tra le stecche delle persiane era diversa da quella di tutte le ore del
giorno e della notte. Aperse la finestra: la citt non c'era pi, era stata sostituita da un foglio bianco.
Aguzzando lo sguardo, distinse, in mezzo al bianco, alcune linee quasi cancellate che
corrispondevano a quelle della vista abituale: le finestre e i tetti e i lampioni l intorno, ma perdute
sotto tutta la neve che c' era calata sopra nella notte.
- La neve! Grid Marcovaldo alla moglie, ossia fece per gridare, ma la voce gli usc attutita. Come
sulle linee e sui colori e sulle prospettive, la neve era caduta sui rumori, anzi sulla possibilit stessa
di far rumore; i suoni, in uno spazio imbottito, non vibravano.
And al lavoro a piedi; i tram erano fermi per la neve. Per strada, aprendosi lui stesso la sua pista,
si sent libero come non s'era mai sentito. Nelle vie cittadine ogni differenza tra i marciapiedi e la
carreggiata era scomparsa, veicoli non ne potevano passare, e Marcovaldo, anche se affondava fino a
mezza gamba ad ogni passo e si sentiva infiltrare la neve nelle calze, era diventato padrone di
camminare in mezzo alla strada, di calpestare le, aiuole, d' attraversare fuori delle linee prescritte, di
avanzare a zig-zag.
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Le vie e i corsi s ' aprivano sterminate e deserte come candide gole tra rocce di montagne. La citt
nascosta sotto quel mantello chiss se era sempre la stessa o se nella notte l' avevano cambiata con
un'altra? Chiss se sotto quei monticelli bianchi c'erano ancora le pompe della benzina, le edicole, le
fermate dei tram o se non c'erano che sacchi e sacchi di neve? Marcovaldo camminando sognava di
perdersi in una citt diversa: invece i suoi passi lo riportavano proprio al posto di lavoro di tutti i
giorni, il solito magazzino, e, varcata la soglia, stup di ritrovarsi tra quelle mura sempre uguali, come
se il cambiamento che aveva annullato il mondo di fuori avesse risparmiato solo la sua ditta.
L ad aspettarlo, c'era una pala, alta pi di lui. Il magazziniere- il capo signor Viligelmo,
porgendogliela, gli disse:
- Davanti alla ditta la spalatura del marciapiede spetta a noi, cio a te.
Marcovaldo imbracci la pala e torn a uscire .
Spalar neve non un gioco: specie per chi si trova a stomaco leggero, ma Marcovaldo sentiva la
neve come amica, come un elemento che annullava la gabbia di muri in cui era imprigionata la sua
vita. E di gran lena si diede al lavoro, facendo volare gran palate di neve dal marciapiede al centro
della via.
Anche il disoccupato Sigismondo era pieno di riconoscenza per la neve, perch essendosi arruolato
quel mattino tra gli spalatori del comune, aveva davanti finalmente anche quel giorno di lavoro. Ma
questo suo sentimento, anzich a vaghe fantasie come Marcovaldo, lo portava a calcoli ben precisi su
quanti metri cubi di neve doveva spostare per sgomberare tanti metri quadrati; mirava insomma a
mettersi in buona luce con il caposquadra; e - segreta sua ambizione - a far carriera.
Sigismondo si volta e cosa vede ? Il tratto di carreggiata appena sgomberata tornava a ricoprirsi di
neve sotto i disordinati colpi di pala dun tizio che si affannava l sul marciapiede. Gli prese quasi un
accidente. Corse ad affrontarlo, puntandogli la sua pala colma di neve contro il petto.
-Ehi, tu! Sei tu che tiri quella neve l?
-Eh? Cosa? -trasal Marcovaldo, ma ammise: -Ah, forse s.
-Be', o te la riprendi subito con la tua paletta o te la faccio mangiare fino all'ultimo fiocco.
-Ma io devo spalare il marciapiede .
-E io la strada. E be'?
-Dove la metto?
-Sei del comune?
-No. Della ditta Sbav.
Sigismondo gli insegn ad ammucchiare la neve sul bordo e Marcovaldo gli ripul tutto il suo tratto.
Soddisfatti, a pale piantate nella neve, stettero a contemplare l',opera compiuta.
-Hai una cicca? -chiese Sigismondo.
Si stavano accendendo mezza sigaretta per uno, quando un'autospazzaneve percorse la via
sollevando due grandi onde bianche ricadevano ai lati. Ogni rumore quel mattino era solo un fruscio:
quando i due alzarono lo sguardo, tutto il tratto che avevano pulito era di nuovo ricoperto neve. - Che
cos' successo? tornato a nevicare? - e-levarono gli occhi al cielo. La macchina, ruotando
i suoi spazzoloni, gi girava alla svolta.
Al bordo del marciapiede a un certo punto c'era un mucchio di neve ragguardevole. Marcovaldo
gi stava per livellarlo all'altezza dei suoi muretti, quando s'accorse che era un'automobile: la
macchina del presidente del consiglio d'amministrazione commendator Alboino, tutta ricoperta di
neve. Visto che la differenza tra un'auto e un mucchio di neve era cos poca. Marcovaldo con la pala
si mise a modellare la forma d'una macchina. Venne bene: davvero tra le
due non si riconosceva pi qual era la vera. Per dare gli ultimi tocchi all'opera Marcovaldo si serv di
qualche rottame che gli era capitato sotto la pala: un barattolo arrugginito capitava a -proposito per
modellare la forma d'un fanale; con un pezzo di rubinetto la portiera ebbe la sua maniglia.
Ci fu un gran sberrettamento di portieri, uscieri e fattorini, e il presidente commendator Alboino
usc dal portone. Miope ed efficiente, marci deciso a raggiungere in fretta la sua macchina, afferr
il rubinetto che sporgeva, tir, abbass la testa e s'infil nel mucchio di neve fino al collo .
Marcovaldo aveva gi svoltato l'angolo e spalava nel cortile.
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I ragazzi del cortile avevano fatto un uomo di neve.
- Gli manca il naso! -disse uno di loro. -Cosa ci mettiamo?
Una carota! -e corsero nelle rispettive cucine a cercare tra gli ortaggi.
Marcovaldo contemplava l'uomo di neve. Ecco, sotto la neve non si distingue cosa di neve e cosa
soltanto ricoperto. Tranne in un caso: l'uomo, perche si sa che io sono io e non questo qui.
Assorto, nelle sue meditazioni non s'accorse che dal tetto due uomini gridavano:
- Ehi, mons, si tolga un po' di l! -Erano quelli che fanno scendere la neve dalle tegole. E tutta un
tratto, un carico di neve di tre quintali gli piomb proprio addosso.
I bambini tornarono col loro bottino di carote.
- Oh! Hanno fatto un altro uomo di neve! -In mezzo al cortile c'erano due pupazzi identici, vicini.
- Mettiamogli il naso a tutti e due! - e affondarono due carote nelle teste dei due uomini di neve.
Marcovaldo, pi morto che vivo, sent, attraverso l'involucro in cui era sepolto e congelato;
arrivargli del cibo. E mastic.
- Mammamia! La carota sparita! --I bambini erano molto spaventati
Il pi coraggioso non si perse d'animo. Aveva un naso di ricambio: un peperone; e lo applic
all'uomo di neve. L 'uomo di neve ingoi anche quello.
Allora provarono a n1ettergli per naso un pezzo di carbone, di quelli a bacchettina. Marcovaldo lo
sput via con tutte le sue forze.
-Aiuto! vivo! vivo! -I ragazzi scapparono.
In un angolo del cortile c' era una grata da cui usciva una nube di calore. Marcovaldo, con pesante
passo d'uon1o di neve, si and a mettere l. La neve gli si sciolse addosso, col in, rivoli sui vestiti:
(ne ricomparve Marcovaldo tutto gonfio e intasato dal raffreddore .
(da I. Calvino, Marcovaldo ovvero Le stagioni in citt, Torino, Einaudi, 1963).

Tecniche di narrazione: LA STORIA E L'INTRECCIO


Tutte le storie si svolgono in un arco di tempo: pu trattarsi di un tempo brevissimo o di anni e secoli.
In alcuni testi i fatti sono narrati in ordine cronologico, cio la storia raccontata partendo
dall'inizio e lo svolgimento dei fatti rispetta la successione logica in cui sono avvenuti. In altri, invece,
la narrazione non rispetta l'ordine cronologico dei fatti e pu accadere che un evento conclusivo venga
raccontato
all'inizio o che si racconti prima un fatto avvenuto dopo o viceversa.
In ogni testo narrativo si possono individuare:
la storia (o vicenda 0 fabula)
l'intreccio
Nella lettura dei racconti ti sarai gi accorto che, molte volte, lo scrittore non ha narrato gli
avvenimenti nell' ordine logico in cui sono accaduti, nella successione cronologica in cui si sono
svolti; non ha cominciato, cio, a narrare i fatti a partire dal primo e perci pi lontano nel tempo per
proseguire via via a raccontare gli altri fino a giungere alI ' ultimo .
In certi casi, infatti, l'autore sceglie di narrare la conclusione della vicenda prima dell'inizio oppure,
durante lo sviluppo degli eventi, di tornare indietro rispetto al punto cui giunta la storia per
raccontare un episodio accaduto prima; altre volte l' autore anticipa, invece, un avvenimento che nella
storia accadr dopo alcuni o molti altri fatti.
Quando si riassumono i contenuti del racconto, rispettando l'ordine scelto dallo scrittore, si
ricostruisce l' intreccio.
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Quando invece si riassumono i contenuti disponendo gli avvenimenti nella successione in cui sono
accaduti, rispettando i rapporti di tempo e di causa, si ricostruisce la storia.
In certi testi narrativi - soprattutto nelle fiabe e nei miti la storia e l' intreccio coincidono perche
gli avvenimenti sono raccontati secondo l' ordine logico- temporale .
I racconti in cui l'intreccio e la storia coincidono sono i pi facili da ricordare perch sono costruiti
secondo lo schema della realt che quello a cui siamo abituati.
Spesso, con le anticipazioni o i flashback (flash = lampo + back = indietro: significa, cio, narrare
un fatto accaduto in precedenza, prima del punto cui giunta la narrazione; una tecnica molto usata
nei film) lo scrittore vuole suscitare l'interesse, l'attenzione, la partecipazione emotiva di chi legge.

(Esopo)

Il leone e il topo riconoscente

Tra i vari modi possibili di raccontare, quello che racconta i fatti secondo un ordine rigorosamente
cronologico, allineandoli l'uno dietro l'altro cos come sono avvenuti, indubbiamente il pi
elementare: facile da utilizzare per chi racconta e facile da capire per chi ascolta o legge.
Questa tecnica narrativa, che vede la perfetta coincidenza tra fabula e intreccio, produce infatti testi
semplici e chiari ed la tecnica usata nelle favole, un genere letterario che per lo pi destinato a un
pubblico popolare e che mira ad attirare l'attenzione del lettore sulla morale. della vicenda pi che
sull'ingegnosit dell'intreccio.
Semplice e lineare, con uno sviluppo narrativo che segue l'ordine cronologico dei fatti, , per esempio,
la seguente favola di Esopo.
Un topolino correva avanti e indietro sopra il corpo di un leone addormentato. Quello si svegli e,
afferratolo, stava per mangiarselo. Ma il topolino lo scongiur di lasciarlo libero, dicendogli che se
l'avesse salvato gli avrebbe ricambiato il favore; il leone sorrise e lo lasci andare. Non molto tempo
dopo il felino fu catturato da alcuni cacciatori che lo legarono con una robusta corda a un albero.
Il topolino, che aveva sentito i suoi lamenti, rosicchi la corda e lo liber, dicendogli: Un giorno
tu sorridesti di me, pensando che io non fossi in grado di ricambiarti il favore. D'ora innanzi, invece,
sarai convinto che esiste- la gratitudine anche presso i topi. La favola insegna che quando nella vita
mutano le vicende, anche i pi forti possono aver bisogno dei pi deboli. (da Favole, a cura di F. Maspero, Bompiani, Milano, 1992)

ESERCIZIO
Riscrivi la favola iniziando:
dal momento in cui il topolino sente i lamenti del leone catturato dai cacciatori;
dalla fine del racconto, cio dalle parole con cui il topolino spiega al leone il suo comportamento.
Confronta le tre versioni della favola: quella originale e quella che hai scritto tu manipolando
lordine degli eventi. Quale delle tre versioni ti sembra pi efficace? In quale delle tre ti sembra
che la morale abbia maggior risalto? Perch?
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I PERSONAGGI e le loro caratteristiche


I PERSONAGGI sono l'elemento pi importante della storia: sono essi, infatti, che compiono le
azioni o sono al centro degli avvenimenti che la storia narra.
Chi sono
I personaggi che si incrontrano con maggior frequenza nei testi narrativi sono esseri umani; se sono
figure fantastiche o animali o oggetti, di solito, vengono presentati con caratteristiche umane:
agiscono, parlano, provano emozioni e sentimenti come se fossero persone.
Come si rappresentano
La rappresentazione si fonda soprattutto:
su ci che i personaggi fanno (cio sulle azioni che compiono)
su ci che i personaggi sono (cio sul loro aspetto fisico e psicologico).
La descrizione di un personaggio pu riguardare:
l'aspetto: tratti fisici, abbigliamento
i dati anagrafici: et, nazionalit, situazione familiare, professione, luogo di residenza
la condizione economica e sociale
il carattere
il comportamento, le abitudini
le capacit
le idee
il modo di sentire
l' ambiente e l' epoca in cui vive .
Personaggi principali e secondari
I personaggi si distinguono in principali e secondari.
I personaggi principali si dicono anche protagonisti e quelli secondari comparse.
I protagonisti sono quei personaggi che stanno pi a lungo in scena e sono perci al centro di molti
episodi; sono comparse quei personaggi che compaiono in pochi episodi.
Inoltre, di solito, lo scrittore fornisce sui protagonisti anche maggiori informazioni: li descrive
nell'aspetto, nel carattere, nelle abitudini, nei pensieri o, perlomeno, d pi indizi per scoprire la loro
personalit.
Ne deriva che le figure dei protagonisti sono le figure sulle quali si concentra l' interesse del lettore.
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(Eolgar Allan Poe)

Napoleone Simpson

Sono ancora molto giovane, non ho nemmeno ventidue anni. Il nome che porto adesso molto
comune e piuttosto plebeo: Simpson. Dico "che porto adesso", poich soltanto da poco tempo che
mi chiamo cos, in quanto
ho adottato legalmente questo cognome l'anno scorso per entrare in possesso di una grossa eredit,
lasciatami da un lontano parente, il nobiluomo Adolphus Simpson, a condizione che assumessi il
nome del testatore, il cognome, dico, non il nome di battesimo. Il mio nome di battesimo Napoleone
Bonaparte o, per essere pi preciso, questi sono il mio primo e il mio secondo nome.
Ho preso il nome di Simpson con una certa riluttanza, poich del mio vero patronimico, Froissart,
provavo una punta d'orgoglio, perdonabilissimo, in quanto mi faceva credere fermamente di essere
un discendente dell'immortale autore delle Chroniques.
Il mio nome per, come ho detto, diventato Simpson, per atto legale, e con tanta avversione da
parte mia che c' stato un momento in cui sono stato in dubbio se accettare o no l'eredit condizionata
a quella clausola inutile e antipatica.
Per quanto riguarda le doti personali, non me ne mancano. Anzi, credo di essere ben fatto e di
possedere ci che i nove decimi del mondo chiamano una bella faccia. Sono alto un metro e ottanta.
I miei capelli sono neri e ricci. Il mio naso abbastanza ben disegnato. I miei occhi sono grandi e
grigi e, sebbene, in realt, siano indecentemente deboli, tuttavia il loro aspetto tale, che non fa
sospettare alcun difetto. Questa debolezza, per, mi ha sempre dato molto fastidio.
Sono ricorso a ogni rimedio, tranne quello di portare gli occhiali. Sono giovane e bello, naturale
che non mi vadano a genio e che mi sia rifiutato categoricamente di adoperarli. Infatti, non conosco
nulla, come gli occhiali, che sfiguri la fisionomia di una persona giovane, o che le imprima in ogni
tratto un'aria da saccentone, se non proprio da vecchio baciapile. Un monocolo, d'altra parte, ha un
sapore veramente frivolo e mondano. Finora sono riuscito a fare ameno sia dell'uno che degli altri.
Ma basta adesso con questi particolari puramente personali, che, in fin dei conti, non hanno molta
importanza!
Mi limiter ad aggiungere che mio temperamento sanguigno, violento, passionale, entusiastico e
che in tutta la mia vita sono stato un devoto ammiratore delle donne.
(da Gli Occhi, in I racconti, trad. di G. Sardelli, Feltrinelli, Milano, 1978)
ESERCIZI
Da questo brano di Eolgar Allan Poe cerca di ricavare le informazioni necessarie per compilare una
scheda come quella riportata qui di seguito.
Nome...
Et
Sesso
Condizioni sociali
Aspetto fisico...
Aspetti del carattere.
Sottolinea nel testo i diversi tipi di informazioni che forniscono e indica quello, o quelli, di essi che
ti sembrano contenere le indicazioni pi complete ed esaurienti per, quanto riguarda:
- i dati anagrafici;
- laspetto fisico del personaggio
- il carattere del personaggio.
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Nella presentazione e nella caratterizzazione di un personaggio accade spesso che alcune


informazioni siano chiare ed esplicite, altre invece debbano essere ricavate direttamente dal testo. Nel
brano proposto vi sono passi che contengono informazioni implicite sul personaggio? Se ritieni di s,
segna a margine tutte le frasi e le espressioni che ti sembrano avere la funzione di "indizi" e chiarisci
quali sono le informazioni che ritieni possibile ricavarne.

Elabora, in tre diverse versioni, la presentazione di una persona che conosci,


fornendo i suoi dati anagrafici e anche qualche informazione sul suo aspetto
fisico e sul suo carattere. La presentazione dovr essere affidata:
nella prima versione a un narratore esterno;
nella seconda versione a un narratore che, parlando in prima persona, rievochi il suo incontro
con il personaggio e ne registri gli aspetti pi significativi filtrandoli attraverso il proprio
punto di vista;
nella terza versione al personaggio stesso.

LAUTORE E IL NARRATORE suo ruolo e il punto di vista


in ogni testo narrativo importante capire chi il narratore.
Lautore lo scrittore, cio la persona reale che ha scritto il racconto o romanzo. Il narratore ,
invece, il personaggio a cui lautore affida il compito di narrare la vicenda.
Il narratore pu esprimersi in prima o in terza persona o pu raccontare una vicenda di cui stato
protagonista o testimone, oppure una vicenda a cui estraneo.
IL PUNTO DI VISTA
Lo scorso anno hai imparato che il narratore colui che narra le vicende presentate nel racconto .
Il narratore pu essere definito esterno quando racconta una storia a cui completamente estraneo,
interno quando un personaggio della storia, protagonista o testimone dei fatti che narra.
Per approfondire ancora l'analisi del testo, oltre a chiedersi chi, il narratore, occorre capire secondo
quale punto di vista espone i fatti.
Non sempre il narratore riferisce i fatti dal suo punto di vista, cio come lui li conosce e li giudica; a
volte narra i fatti secondo il punto di vista di un altro personaggio; altre volte riferisce solo ci che
vede, come se seguisse i personaggi con una cinepresa.
Si distinguono tre diversi punti di vista e gli esempi ti aiuteranno a cogliere le differenze.
Punto di vista onnisciente (=che sa tutto)
Leggi il seguente esempio:
Antonio tir il pallone e poi ne segu la traiettoria con grande calma, sicuro che sarebbe andato in porta;
riconosceva quella sensazione, era la stessa che aveva provato prima di tutti i goal segnati fino ad allora.
Il narratore in questo caso mostra di sapere tutto del personaggio: cosa fa, cosa prova, cosa gli successo in
passato.
Se in un racconto il narratore mostra di conoscere tutto dei personaggi l'aspetto, il carattere, le abitudini, le
azioni, i pensieri, i sentimenti, i rapporti che hanno con gli altri, le vicende presenti e passate si dice che il
racconto narrato secondo un punto di vista onnisciente.
Punto d vista interno

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Leggi questo esempio:
L'allenatore pensava che Antonio fosse un vero campione: lo stava dimostrando con quel tiro eccezionale che
il portiere avversario di certo non avrebbe potuto parare.
Qui il narratore non espone il suo punto di vista ma quello di un altro personaggio; infatti riferisce ci che
l'allenatore vede e pensa.
Leggi quest'altro esempio:
Quando ho tirato in porta mi sentivo calmo e concentrato come tutte le volte che ho fatto goal; poi ho seguito
il pallone con lo sguardo, sicuro che il portiere non l' avrebbe parato.
Qui il protagonista stesso che ricopre il ruolo di narratore e riferisce il suo personale punto di vista.
Negli esempi che hai letto, la vicenda risulta narrata secondo un punto di vista interno, quello di un personaggio
.
Punto di vista esterno
Leggi questo esempio:
Antonio colp il pallone di testa e lo lanci verso la porta avversaria; il portiere fece un balzo laterale ma non
riusc a toccare il pallone che and a conficcarsi nell'angolo di sinistra.
Qui il narratore si limita a narrare i fatti via via che accadono, senza riferire ci che provano o pensano i
personaggi, senza anticipare lo sviluppo della vicenda o inserire dei flashback.
In questo caso si dice che il narratore adotta un punto di vista esterno, di chi osserva solo dal di fuori.
Questa scelta ha lo scopo di rendere la narrazione oggettiva: si limita alla registrazione dei fatti, delle parole,
dell'aspetto e dei comportamenti dei personaggi, dei luoghi dove si situa l'azione come se una telecamera
riprendesse solo ci che avviene sulla scena.
Sovente i racconti polizieschi sono narrati da un punto di vista esterno per creare un'atmosfera di mistero.
Questi tre tipi di narrazione spesso si trovano mescolati in uno stesso testo ma, in genere uno prevale sugli
altri. L' autore " sempre consapevole del punto di vista che adotta.

(Frederic Brown)

Sentinella

1 .Leggi il racconto lasciandoti avvincere dalla storia. Poi rileggilo e rispondi alle domande.

Era bagnato fradicio e coperto di fango e aveva fame e freddo ed era lontano cinquantamila anni-luce
da casa.
Un sole straniero dava una gelida luce azzurra e la gravit, doppia di quella cui era abituato, faceva
d'ogni movimento un' agonia di fatica.
Ma dopo decine di migliaia d'anni quest'angolo di guerra non era cambiato. Era comodo per quelli
dell'aviazione, con le loro astronavi tirate a lucido e le loro superarmi; ma quando si arrivava al
dunque, toccava ancora al soldato di terra, alla fanteria, prendere la posizione e tenerla, col sangue,
palmo a palmo. Come questo sfottuto pianeta di una stella mai sentita nominare finche non ce lo
avevano sbarcato. E adesso era suolo sacro perche c' era arrivato anche il nemico. Il nemico, l'unica
altra razza intelligente della Galassia . crudeli, schifosi, ripugnanti mostri.
Il primo contatto era avvenuto vicino al centro della Galassia, dopo la lenta e difficile colonizzazione
di qualche migliaio di pianeti; ed era stata la guerra; subito; quelli avevano cominciato a sparare senza
nemmeno tentare un accordo, una soluzione pacifica.
E adesso, pianeta per pianeta, bisognava combattere, coi denti e con le unghie.
Era bagnato fradicio e coperto di fango e aveva fame e freddo, e il giorno era livido e spazzato da un
vento violento che gli faceva male agli occhi. Ma i nemici tentavano d'infiltrarsi e ogni avamposto
era vitale.
Stava all'erta, il fucile pronto. Lontano cinquantamila anni-luce dalla patria, a combattere su un
mondo straniero e a chiedersi se ce l' avrebbe mai fatta a riportare a casa la pelle.
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E allora vide uno di loro strisciare verso di lui. Prese la mira e fece fuoco. Il nemico emise quel verso
strano, agghiacciante, che tutti loro facevano, poi non si mosse pi.
Il verso e la vista del cadavere lo fecero rabbrividire.
Molti, col passare del tempo, s'erano abituati, non ci facevano pi caso; ma lui no.
Erano creature troppo schifose, con solo due braccia e due gambe, quella pelle d'un bianco nauseante,
e senza squame.
(in Le meraviglie del possibile. Antologia della fantascienza, a cura di S. Solmi e C. Fruttero, trad. C.
Fruttero, Torino, Einaudi, 1973)
1 QUESTIONARIO
- Chi narra la storia?
- La sentinella o un narratore estraneo alla vicenda?
- Il narratore adotta per il punto di vista esterno della sentinella: descrive il luogo, il nemico la
situazione con gli occhi della sentinella.
- Quali sono le frasi in cui il punto di vista interno risulta pi evidente? Sottolineale.
2 FINALE A SORPRESA
-A quale punto del racconto hai capito che la sentinella non un uomo ma una creature xtraterrestre?
-Ti aspettavi questa conclusione o ti ha colto di sorpresa ?
-Scorri velocemente il testo per verificare se il narratore ha disseminato oppure no degli indizi con i
quali il lettore pu scoprire, prima della fine del racconto, la vera identit della sentinella.
3 NARRATORE IN PRIMA O TERZA PERSONA.
-Rileggi il racconto cambiando il narratore: fai narrare la vicenda in prima persona alla sentinella,
usando il tempo presente.
-Quale versione del racconto ti piace di pi?

quella scelta dall'autore

quella narrata in prima persona e al tempo presente.

(Ray Bradbury)

Delitto senza castigo

Leggi il racconto lasciandoti catturare dall'intreccio. Poi rileggi le domande che trovi in margine.

Il giorno del mio quarantottesimo compleanno, mentre giacevo a letto la sera accanto a mia moglie,
mentre i bambini dormivano nelle altre stanze silenziose della casa illuminata dalla luna, pensai: Ora
mi alzo e vado a uccidere Ralph Underhill.
Ralph Underhill!, gridai fra me, in nome del cielo, chi ?
Ucciderlo trentasei anni dopo? Perche?
Ovvio, mi dissi, per quello che mi ha fatto quando avevo dodici anni.
Un'ora dopo mia moglie si svegli, udendo un rumore.
-Doug ? -chiam. -Che cosa stai facendo ?
-Le valigie. Parto per un viaggio.
-Oh -mormor. Poi si gir e si rimise a dormire.
-In vettura! Tutti in vettura! -Il grido del capostazione percorse il marciapiede della stazione.
Ci fu un gran sbattere di porte e il treno cominci a muoversi.
Ero partito per il Passato.
Attraversando il Kansas, la seconda notte di viaggio, fummo investiti da una formidabile tempesta.
Rimasi alzato fino alle quattro del mattino, ascoltando la furia del vento e dei tuoni. Nel pieno della
bufera vidi la mia faccia, una stampa fotografica in negativo riflessa sul finestrino gelido, e pensai:
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Dove sta andando quel pazzo?
A uccidere Ralph Underhill!
Perche ? Perche s.
Ti ricordi come mi colp il braccio? Lividi. Ero coperto di lividi, su entrambe le braccia. Lividi blu,
macchie nere e giallastre. Colpire e scappare, ecco che cos'era Ralph, colpire e scappare...
Eppure ...lo amavi?
S, come i ragazzi amano i ragazzi quando hanno otto, dieci, dodici anni, e il mondo innocente i
ragazzi sono incredibilmente malvagi perch non sanno quello che fanno ma lo fanno lo stesso. Cos,
a un certo livello d'intesa segreta, io dovevo essere la vittima. Noi due, carissimi amici, avevamo
bisogno uno dell'altro. Io per essere colpito.
Lui per colpire. Le mie cicatrici erano l'emblema e il simbolo del nostro amore.
Che altro ti spinge a voler uccidere Ralph a tanti anni di distanza?
Il treno lanci un 'sibilo lacerante. La campagna avvolta nel buio correva via veloce.
Mi ricordai di una primavera in cui andavo a scuola con un vestito alla zuava di tweed nuovo di zecca
e Ralph mi scaravent per terra terra facendomi rotolare nella neve e nel fango.
E Ralph che rideva io che tornavo a casa, pieno di vergogna, coperto di sudiciume, spaventato all'
idea delle botte, per cambiarmi d'abito.
S! E che altro?
Ricordi quelle statuette di creta che sognavi di collezionare ascoltando le avventure di Tarzan alla
radio? Statuette di Tarzan e della scimmia Kala e del leone Numa, a soli venticinque cents l'una? S,
s. Bellissime.. Ancora oggi, nella memoria. Oh, il fruscio dell'Uomo-Scimmia che attraversa lontane
giungle verdi dondolandosi sulle liane, i suoi ululati ferini! Ma chi aveva venticinque cents nel pieno
della Grande Depressione? Nessuno.
Tranne Ralph Underhill.
E un giorno Ralph ti chiese se volevi una di quelle statuette .
-Altro che!, -gridasti. -S! S!
Era la stessa settimana in cui tuo fratello, in un'insolita manifestaione di amore misto a disprezzo, ti
aveva regalato il suo vecchio guanto da baseball, vecchio ma costoso.
-Bene -propose Ralph - ti dar la statuetta di Tarzan che ho in pi se tu mi darai il guanto da baseball!
Pazzo! Pensai. La statuetta vale venticinque cents li guanto costa due dollari. Non onesto! Non
accettare!
Ma tornai di corsa a casa di Ralph con il guanto, glielo diedi, e i lui, con un sorriso di disprezzo molto
pi intenso di quello di mio fratello, mi porse la statuetta di Tarzan. Scoppiando di gioia, corsi a casa.
Mio fratello non si accorse dello scambio per due settimane, ma quando lo venne a sapere mi piant
in asso durante una gita in campagna, lasciando che mi perdessi, perche ero cos stupido. Statuette
di Tarzan! Guanti da baseball! grid- Non ti far mai pi un regalo!
Rimasi disteso per terra sperduto lungo un sentiero di campagna con gli occhi pieni di lacrime e una
gran voglia di morire, ma incapace di vomitare fuori quell'ultimo groppo in gola che era il miserabile
fantasma di me stesso.
Rumoreggi un tuono.
La pioggia cadeva sui gelidi finestrini della carrozza.
Che altro? E finita la lista?
No. Un'ultima cosa, pi terribile di tutte le altre.
In tutti questi anni in cui correvi da Ralph a gettare manciate di ghiaia sui vetri della sua finestra
bagnata di rugiada alle sei del mattino della festa nazionale o ti precipitavi ad annunciargli l' arrivo
allalba del circo alla stazione ferroviaria, a fine giugno o a fine agosto sebbene, in tutti quegli anni,
mai che una volta Ralph venisse a casa sua.
Mai una volta in tutti quegli anni lui, o chiunque altro, dimostr a sua amicizia passando da te. Mai
nessuno buss alla porta. La finestra della sua camera da letto non vIbr ne tintinn mai colpita da
una manciata di sassolini.
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E tu l' avevi sempre saputo che il giorno in cui avessi smesso di andare a casa di Ralph, di chiamarlo
la mattina, quel giorno la vostra amicizia sarebbe finita.
Provasti a farlo una volta. Rimanesti in disparte per un'intera settimana. Ralph non si fece mai vivo.
Era come se tu fossi morto, e nessuno fosse venuto al tuo funerale.
Quando rivedesti Ralph a scuola, nessuna sorpresa, nessuna domanda, nemmeno la minima traccia di
curiosit. Dov'eri, Doug? Ho bisogno di qualcuno da picchiare.
Dove sei stato, Doug? Non avevo nessuno da pizzicare!
Suonai il campanello.
Mi riconoscer, riflettei, dopo tutto questo tempo? Nell'istante che precede il primo colpo, digli il tuo
nome. Deve sapere chi .
Silenzio.
Suonai di nuovo il campanello.
La maniglia della porta cigol.
Toccai la pistola in tasca, col cuore che mi martellava il petto, ma non la estrassi.
La porta si apr.
Apparve sulla soglia Ralph Underhill.
Sbatte le palpebre, scrutandomi in viso.
-Ralph? -domandai.
Si .?
-Restammo immobili, come colpiti da un fulmine, per non pi di cinque secondi. Ma, Dio, quante
cose successero in quei cinque brevi secondi.
Vidi Ralph Underhill.
Lo riconobbi perfettamente.
E non lo vedevo da quando avevo dodici anni.
Allora mi sovrastava per colpirmi, picchiarmi, gridare.
Ora era un piccolo vecchietto.
lo sono alto un metro e ottanta.
Ralph Underhill non era cresciuto di molto dai dodici anni in poi.
L 'uomo che mi stava di fronte era alto non pi di un metro e cinquantacinque .
Ero io a sovrastarlo.
Rimasi senza fiato. Continuai a guardare. Vidi altre cose.
Io avevo quarantotto anni.
Ma Ralph Underhill, anche lui quarantotto anni, aveva perduto quasi tutti i capelli e quei pochi che
gli erano rimasti erano un misto di grigio, nero e bianco.
Dimostrava sessanta o sessantacinque anni.
Io ero in buona salute.
Ralph Underhill, invece, era pallido come un morto. Gli si leggeva sul volto la coscienza di essere
malato. Aveva viaggiato in terre senza sole. Aveva un aspetto tragico e devastato.
Il suo alito sapeva di fiori di cimitero.
Tutto questo, registrato dalla mente, era come la bufera della notte prima, una concentrazione di tuoni
e fulmini in un'unica esplosione. Eravamo nell'occhio del tifone.
per questo che sono venuto? mi domandai. Allora questa la verit. Questo terribile istante nel
tempo. Non tirar fuori l'arma, non uccidere. No, no. Limitarsi a ..
Vedere Ralph Underhill come in questo momento.
Ecco tutto.
Limitarsi a essere li, a guardare come si ridotto.
Ralph Underhill alz un braccio con un gesto che sembrava un punto interrogativo.
Gli tremavano le labbra. Correva su e gi con gli occhi lungo il mio corpo, con la mente misurava
questo gigante che riempiva la soglia della sua casa. Infine, con la sua voce debole, fragile, proruppe:
-Doug...?
Feci un passo indietro.
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-Doug? -disse ansante -sei tu?
Non me lo aspettavo. La gente non ricorda! Non pu ricordare!
Attraverso gli anni? perch dovrebbe sapere, preoccuparsi, rievocare, riconoscere, chiamare?
Mi assal il folle pensiero che il giorno in cui lasciai la citt, met della vita di Ralph Underhill svan
insieme a me. Ero stato il centro del suo mondo, il bersaglio da attaccare, colpire, picchiare, ferire.
La sua vita era stata sconvolta dal semplice fatto della mia scomparsa trentasei anni fa.
Sciocchezze! Eppure, un minuscolo assurdo scorcio di saggezza mi correva nella mente, rosicchiando
la verit che conosceva: tu avevi bisogno di Ralph, ma c'era dell'altro! Ralph aveva bisogno di te! E
sei stato tu a commettere l'unico delitto imperdonabile, a infliggergli la ferita mortale !
Te ne sei andato. Doug ? -disse di nuovo, vedendomi muto in mezzo al portico con le braccia distese
lungo i fianchi. -Sei tu?
Era questo l'istante che avevo tanto atteso.
A un certo livello viscerale, segreto, avevo sempre saputo che non avrei usato l'arma.
L 'avevo portata con me, vero, ma il tempo mi aveva preceduto...
Bang. Sei colpi al cuore .
Ma non usai la pistola. Sussurrai soltanto il rumore dei colpi. A ogni sussurro, il volto di Ralph
Underhill invecchiava di altri dieci anni.
Quando fui all'ultimo colpo, aveva centodieci anni. -Bang -sussurrai. -Bang. Bang. Bang Bang. Bang.
Il suo- corpo sussult all'impatto.
-Sei morto. Oh, Dio, Ralph, sei morto.
Mi voltai, discesi gli scalini e raggiunsi la strada prima che mi chiamasse di nuovo :
-Doug, sei tu?
Non risposi e continuai a camminare.
-Rispondimi! -grid lui debolmente. -Doug! Doug Spaulding, sei tu? Chi siete? Chi siete?
Raccolsi la valigia e mi allontanai nella notte, oltre l' oscurit del burrone, attraverso il ponte, su per
la scalinata, via, lontano.
-Chi siete? -sentii la sua voce dire per l'ultima volta.
Dopo un lungo istante, mi voltai a guardare.
Nella casa di Ralph Underhill tutte le luci erano accese. Era come se fosse andato di stanza in stanza
ad accenderle dopo che me ne ero andato.
Sul margine opposto del burrone sostai nel prato di fronte alla casa dove ero nato.
Lanciai una manciata di sassolini contro la finestra della camera in cui avevo dormito ogni notte dei
miei primi dodici anni di vita.
Chiamai il mio nome. Mi chiamai, con un'invocazione d'amicizia, a giocare in una lunga giornata
d'estate che ormai non esisteva pi.
Rimasi in attesa giusto il tempo necessario per far scendere la parte giovane di me stesso.
Poi, rapidamente, fuggendo davanti all'alba, lasciammo insieme Green Town e tornammo, grazie a
Dio, al presente e allOggi per il resto della mia vita.
(da R. Bradbury , Molto dopo mezzanotte, trad. A. Pinna, Milano, Mondadori, Urania, 1981, riduzione)

1 QUESTIONARIO
- Chi il personaggio che narra la storia?
- Narra una vicenda di cui testimone, di cui protagonista o alla quale estraneo?
- Il narratore racconta in prima o in terza persona?
2 AUTORE -NARRATORE
Qual il nome dellautore del racconto
Qual il nome del narratore?
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3 NARRARE IN PRIMA PERSONA
Per quale motivo l'autore ha scelto di narrare la vicenda in prima persona?
(Scegli le risposte che ti sembrano corrette).

perch pi facile narrare in prima persona

perch pi facile leggere un racconto scritto in prima persona

per rendere pi convincente il racconto

per suscitare maggiore partecipazione nel lettore

per creare un'atmosfera di suspense

per indurre il lettore a credere che si tratti di una storia realmente accaduta
4 FLASHBACK
Nel racconto, oltre a quello segnalato, ci sono altri momenti in cui la narrazione dei fatti non rispetta
l'ordine temporale ma riferisce fatti accaduti in precedenza.
Riconoscili e scrivi in margine FLASHBACK.
5 INIZIO -SVILUPPO -CONCLUSIONE
A. Qual la situazione iniziale del protagonista? Quale problema deve risolvere?
B. Nello sviluppo del racconto il protagonista narra le azioni che compie e riflette sui motivi che
lo spingono a vendicarsi dell'amico di un tempo. Elenca sia le azioni che i motivi del suo
rancore.
C. Come si conclude il racconto? Il protagonista ha risolto il suo problema? riuscito a
modificare la situazione di squilibrio da cui ha preso avvio la vicenda?
6 TEMA DEL RACCONTO
Il racconto che hai letto costruito intorno al tema della sofferenza che talora accompagna
il sentimento dell'amicizia.
Il protagonista, da ragazzo, voleva bene all'amico per si sentiva una sua vittima; gli sembrava che
Ralph non ricambiasse il suo affetto ma si divertisse soltanto a tormentarlo.
Quando poi, ormai adulto, egli rivede l'amico, capisce che il legame che li univa era molto importante
anche per Ralph.
Completa queste osservazioni con esempi presi dal testo, che esprimano in modo significativo il tema
del racconto.

LA DIMENSIONE TEMPORALE: lo spazio e il tempo nel testo


narrativo
SPAZIO
L' autore situa il suo racconto in una dimensione spaziale: descrive i luoghi in cui si muovono i
personaggi e in cui si compiono gli eventi.
Lo spazio pu avere una grande importanza nella storia ed essere perci rappresentato in modo
dettagliato, magari con intere sequenze descrittive .
Lo spazio pu avere, invece, un ruolo marginale e fungere solo da sfondo, da scenario alI ' azione,
cos come capita di solito nelle fiabe.
Lo spazio pu essere descritto in modo realistico, oggettivo; a volte l'autore rappresenta luoghi
geograficamente riconoscibili per accrescere l' effetto di verosimiglianza di ci che narra.
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Al contrario lo spazio pu essere privo di riferimenti con il mondo reale: lo scrittore crea luoghi
immaginari per rendere pi credibili i personaggi e l'intreccio di un racconto fantastico.
Lo spazio pu essere raffigurato soprattutto in funzione dei protagonisti; in questo caso lo scopo
dello scrittore non tanto quello di ambientare le azioni egli eventi quanto di descrivere con maggiore
intensit gli umori, i sentimenti, la personalit dei personaggi.

TEMPO
Come gi sai, gli elementi essenziali di una storia sono i personaggi, le azioni che compiono o gli
eventi in cui sono coinvolti, e il tempo durante il quale si svolgono i vari episodi e l' intera vicenda.
La dimensione temporale riguarda soprattutto:
l' epoca in cui l' autore situa la vicenda
il momento in cui l' azione ha inizio
la durata dell'azione
la successione delle varie azioni
A volte l'epoca e la durata dei fatti sono espressi in modo esplicito e preciso, a volte soltanto in modo
generico o indiretto.
Non sempre l'intreccio segue l'ordine cronologico bens spesso presenta anticipazioni o flashback.
La maggior parte delle storie sono narrate al passato; in questo modo pi facilmente il lettore indotto
a credere che i fatti raccontati siano reali poich sembrano gi accaduti.
Altre volte le storie sono narrate al presente come se accadessero sotto gli occhi del lettore. Pi
raramente lo scrittore sceglie di raccontare tutta una storia al futuro perche in questo caso deve
limitarsi a riferire fantasie, sogni e progetti del personaggio ben sapendo che la curiosit di chi legge
rivolta a scoprire come davvero si sviluppa e si conclude la vicenda.

IL RITMO DEL RACCONTO


Il racconto pu avere un ritmo lento o veloce.
Il ritmo del racconto veloce quando le azioni si svolgono in rapida successione e in poche righe si
narrano fatti che accadono in un periodo di tempo lungo (molte ore, o giorni, o anche anni).
Quando invece predominano le sequenze descrittive o riflessive, e ci che accade in breve tempo
(alcuni minuti, alcune ore) viene narrato in molte righe o pagine, il ritmo del racconto lento.

(Anton Cechov)

Il grasso e lo smilzo

In un testo narrativo, di norma, il lasso di tempo necessario alla narrazione non coincide con quello
reale. Il testo che segue, incentrato su una breve scena dialogata, presenta invece una durata narrativa
che corrisponde, all'incirca, alla durata reale, cio alla durata che l'episodio narrato avrebbe se
avvenisse realmente.
A una stazione della ferrovia di Nikolaievsk s'incontrarono due amici: uno grosso, l'altro smilzo. Il
grosso aveva giusto allora pranzato in stazione, e le sue labbra, velate di burro, luccicavano come
ciliegie mature.
Mandava odore di xeres e di fior d'arancio. Lo smilzo invece era appena uscito dal carrozzone, ed era
carico di valigie, fagotti e scatole di cartone. Odorava di prosciutto e fondi di caff. Da dietro il suo
dorso spuntavano una donna magrolina dal mento lungo: sua moglie, e un alto studente ginnasiale
con un occhio socchiuso: suo figlio.
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Porfiri! esclam il grosso, scorgendo lo smilzo. Sei tu? Colombello mio! Da quanto e quanto
tempo!
Padri miei! stup lo smilzo. Miscia! Amico mio d'infanzia! Di dove sbuchi?
Gli amici si abbracciarono tre volte e si piantarono addosso a vicenda gli occhi pieni di lacrime. Erano
tutt'e due piacevolmente sbalorditi.
Carissimo! cominci 10 smilzo dopo gli abbracci. Proprio non me l'aspettavo! Ecco una sorpresa!
Su, guardami per benino! Lo stesso bel giovane che eri! Lo stesso simpaticone e damerino! Ah,
Signore Iddio! Ors, che mi dici? Sei ricco? Sposato? lo son gi sposato, come vedi... Ecco qui mia
moglie, Luisa, nata Vantsenbach... luterana... E quest' il figlio mio, Nafanail, allievo della terza
classe. Questo, Nafania, un mio amico d'infanzia! Studiammo insieme al ginnasio!
Nafanail pens un poco, e si tolse il berretto.
Studiammo insieme al ginnasio! continu lo smilzo. Rammenti, come! ti stuzzicavano?
A te davan dell'Erostrato,lo perche avevi bruciato con la sigaretta un libro della scuola, a me
dell'Efialte, perch mi piaceva far la spia. Oh, oh... eravamo ragazzini! Non temere, Nafania! Viengli
pi vicino... E questa mia moglie, nata Vantsenbach... luterana.
Nafanail pens un poco, e si nascose dietro il dorso del padre.
Ors, come te la passi, amico? domand il grosso, guardando estasiato l'amico.
Dove fai servizio? gia ol secondo anno che sono assessore? Hai fatto carriera?
Sono in servizio, carissimo! E gi il second'anno che sono assessore
collegiale e ho la croce di Stanislao. Stipendio gramo... gi, ma Dio l'accompagni! La moglie d
lezioni di musica, e io in privato faccio portasigari di legno. Eccellenti portasigari! Li vendo a un
rublo l'uno. Se qualcuno ne piglia dieci e pi, gli faccio, capisci, uno sconto. Si vivacchia alla meglio.
Servivo, sai, alla divisione, e ora sono stato trasferito qui come capo ufficio nella stessa
amministrazione... Servir qui. Be', e tu? Gi consigliere di Stato, credo? Eh?
No, carissimo, sali un poco pi su disse il grasso. Sono ormai al grado di consigliere segreto...Ho
due croci.
Lo smilzo di colpo impallid, impietr, ma ben presto il suo viso si storse da tutte le parti in un
amplissimo sorriso; sembrava che volto e occhi spargessero scintille. Egli stesso si fece piccino,
s'incurv, si restrinse... Le sue valigie, i fagotti e le scatole si restrinsero, si raggrinzirono... La bazza
della moglie si fece ancor pi lunga; Nafanail s'irrigid sull'attenti e abbotton tutti i bottoni della
divisa...
Io, eccellenza... Molto piacere! Amico, si pu dire, d'infanzia, e d'un tratto diventato un cos gran
signore! Ih-ih!
Be', basta! si accigli il grasso. Perche codesto tono? lo e tu siamo amici d'infanzia; e a che allora
quest'ossequio?
Per carit... Che dite... ridacchi lo smilzo facendosi ancor pi vicino.
La graziosa attenzione di vostra eccellenza... come dire vivificante rugiada... Ecco, eccellenza, il
figlio mio Nafanail... la moglie Luisa, luterana, in certo qual modo...
Il grosso voleva gi ribatter qualcosa, ma sul viso del mingherlino era dipinta tanta venerazione,
dolcezza e deferente acidit,18 che il consigliere segreto fu nauseato.
Egli si scost dallo smilzo e gli porse in segno di commiato la mano.
Lo smilzo strinse tre dita, s'inchin con tutto il corpo e ridacchi, come un cinese: "Hi-hi-hi". La
moglie sorrise. Nafanail strisci una riverenza e lasci cadere il berretto. Tutti e tre erano
piacevolmente sbalorditi.
(La signora col cagnolino e altri racconti. trad. di E. Bazzarelli, Rizzoli, Milano, 1990)

QUESTIONARIO

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A. 1 Spiega con le tue parole che cosa significa che, nel racconto di Cechov, il tempo narrativo
e il tempo reale coincidono quasi completamente e chiarisci perch ci succede proprio nel
racconto in questione.
B. Nella sua brevit, il racconto si presta a una sperimentazione diretta del rapporto fra tempo
narrativo e tempo reale. Prova a cronometrare il tempo necessario per la lettura a voce alta,
che costituisce il riscontro concreto del tempo narrativo. Poi, con la collaborazione dei
compagni, organizza la "recita" della scena, accompagnando le battute di dialogo con i gesti
e la mimica indicati nel testo. Cronometra anche questo tempo e verificherai che esso non si
discosta di molto da quello reale.
La tecnica narrativa: le sequenze
Il racconto sostanzialmente statico, in quanto non presenta veri e propri eventi: la sua struttura
narrativa, infatti, costituita dalle battute di dialogo e dagli interventi del narratore volti a descrivere
l'aspetto fisico, i gesti, la mimica ecc. dei due comprimari.
Verifica questo aspetto del testo segnando a margine in rosso le sequenze dialogate e in blu le
sequenze descrittive. A lavoro concluso, rilevi tipi di sequenze che sfuggono alle due classificazioni.
1. Dopo le informazioni relative alla carriera dell'amico, lo smilzo cambia totalmente anche il
suo modo di esprimersi: metti a confronto il registro linguistico di Porfiri nella prima e nella
seconda parte del racconto.
I personaggi: le loro caratteristiche e il loro valore simbolico
Uniti solo dal comune passato scolastico, il grasso e lo smilzo presentano caratteristiche
completamente differenti. Metti a confronto aspetto fisico, livello sociale e comportamento dell'uno
e dell'altro in due schede contrapposte.
Improntato a toni umoristico-grotteschi, il racconto rappresenta la satira di un certo tipo umano: quale,
secondo te?
Produrre per capire le tecniche narrative
Sul marciapiede di una stazione si incontrano per caso un uomo e una donna che sono stati fidanzati
e si sono lasciati trent'a.ttni prima. Sviluppa questo soggetto in un breve racconto simile nella
struttura, e dunque anche nel rapporto tempo narrativo/tempo reale, al testo che hai letto.

LA STRUTTURA DEI PERIODI


Anche il modo di costruire le frasi fa parte dello stile di un' opera o di un autore.
Un testo pu presentare una sintassi molto semplice costituita da frasi brevi, indipendenti, unite tra
loro da una virgola o da una congiunzione coordinante. La coordinazione, (detta anche paratassi)
dispone le frasi una dopo l' altra senza stabilire in modo preciso i legami tra di esse ne una gerarchia
d'importanza tra i contenuti.
-Esempio: Ho finito i compiti, esco e vado a trovare Luca.
L 'uso della paratassi comune nella lingua parlata; nella lingua
scritta caratteristica di quelle opere in cui l' autore vuole esprimersi in modo colloquiale o accessibile
a tutti oppure vuole esprimere significati concentrati, oppure vuole rappresentare la realt come la
osserva, disponendo gli elementi uno accanto all' altro senza analizzarli.
Spesso questa prosa appare come molto semplice, quasi elementare: invece, l' esposizione piana,
tranquilla, essenziale il frutto di un lungo lavoro sulla lingua.
A volte le opere che presentano questo tipo di struttura sintattica hanno un ritmo veloce e a volte,
quando le frasi sono brevissime, anche concitato oppure spezzato.
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Le opere in cui prevale la subordinazione (detta anche ipotassi) presentano in genere periodi lunghi
e complessi e lessico pi ricercato; c' una proposizione principale alla quale sono collegate le
proposizioni subordinate per mezzo delle congiunzioni subordinanti che stabiliscono legami logici di
causa, di conseguenza, di tempo, di fine ecc.
Esempio: poich ho finito i compiti, esco per andare a trovare Luca.
Dopo aver finito i compiti, esco per andare da Luca.
Il ritmo della narrazione pi lento perche sviluppa delle analisi e propone dei ragionamenti.
Questo tipo di prosa non pi molto frequente nella narrativa contemporanea; invece molto usata
nelle opere di carattere scientifico nelle quali indispensabile precisare le relazioni tra i vari aspetti
dellargomento trattato se si vuole far comprendere largomento in modo corretto ed efficace.

ESERCIZIO
(Marcel Proust)

Alla ricerca del tempo perduto

1N leggi il brano facendo attenzione alla struttura dei periodi.


E ad un tratto il ricordo m' apparso. Quel sapore era quello pezzetto di maddalena che la
domenica mattina a Combray (giacche quel giorno non uscivo prima della messa), quando andavo a
salutarla nella sua camera, la zia Leonie mi offriva dopo averlo bagnato nel suo infuso di t o di tiglio.
La vista della focaccia, prima dassaggiarla, non m'aveva ricordato niente; forse perche,
avendo viste spesso, senza mangiarle, sui vassoi dei pasticcieri, la loro immagine aveva lasciato quei
giorni di Combray per unirsi ad altri giorni pi recenti; forse perche di quei ricordi cos a lungo
abbandonati fuori della memoria, niente sopravviveva, tutto s' era disgregato; le forme -anche quella
della conchiglietta di pasta -cos grassamente sessuale sotto la sua veste a pieghe severa e devota erano abolito, sonnacchiose, avevano perduto la forza d'espansione che avrebbe loro permesso di
raggiungere la coscienza. Ma, quando niente sussiste d'un passato antico, dopo la morte degli esseri,
dopo la distruzione delle cose, pi tenui ma pi vividi, pi immateriali, pi persistenti, pi fedeli,
l'odore e il sapore, lungo tempo ancora perdurano, come anime, a ricordare, ad attendere, a sperare,
sopra la rovina di tutto il resto, portando sulla loro stilla quasi impalpabile, senza vacillare, l'immenso
edificio del ricordo.
E, appena ebbi riconosciuto il sapore del pezzetto di maddalena inzuppato nel tiglio che mi dava
la zia (pur ignorando sempre e dovendo rimandare a molto pi tardi la scoperta della ragione per cui
questo ricordo mi rendesse cos felice), subito la vecchia casa grigia sulla strada, nella quale era la
sua stanza, si adatt come uno scenario di teatro al piccolo padiglione2 sul giardino, dietro di essa,
costruito per i miei genitori (il Iato tronco che solo avevo ricevuto fin allora); e con la casa la citt, la
piazza dove mi mandavano prima di colazione, le vie dove andavo in escursione dalla mattina alla
sera e con tutti i tempi, le passeggiate che si facevano se il tempo era bello.
E come in quel gioco in cui i Giapponesi si divertono a immergere in una scodella di porcellana
piena d' acqua dei pezzetti di carta fin allora indistinti, che, appena immersi, si distendono, prendono
contorno, si colorano, si differenziano, diventano fiori, case, figure umane consistenti e riconoscibili,
cos ora tutti i fiori del nostro giardino e quelli del parco di Swann, e le ninfee della Vivonne e la
buona gente del villaggio e le loro casette e la chiesa e tutta Combray e i suoi dintorni, tutto quello
che vien prendendo forma e solidit, sorto, citt e giardini, dalla mia tazza di t.
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(da M. Proust, Alla ricerca del tempo prduto, trad. N. Ginzburg, Torino, Einaudi)

2.padiglione: edificio costruito vicino ad un altro pi importante; in questo caso vicino alla casa della zia
Leonie.

2.N LA STRUTTURA DEI PERIODI


-Separa con una barretta un periodo dall'altro e contali. Quanti sono?
-Sono periodi lunghi o brevi?
-Le proposizioni sono unite prevalentemente per mezzo della coordinazione o della subordinazione ?
-Hai capito con facilit il contenuto del brano o hai dovuto rileggerlo ?
3 N .L' ANALISI DEL PERIODO
Il narratore vuole esprimere la complessit con cui un ricordo dell'infanzia affiorato alla sua
coscienza e le considerazioni che questo episodio gli suggerisce. Perci costruisce frasi ricche di
subordinate allo scopo di comunicare con chiarezza e precisione il suo pensiero.
-Per renderti conto dei rapporti logici che l'autore ha voluto mettere in evidenza, prova a fare l'analisi
di qualche periodo.

LE FIGURE RETORICHE
Come hai gi osservato leggendo le poesie, le parole possono essere usate non solo in senso letterale
ma anche in senso figurato.
Il senso letterale il significato proprio di una parola, il primo
che si trova sul vocabolario.
Se, ad esempio, cerchi sul vocabolario la parola valanga, trovi una definizione simile a questa:
massa di neve o ghiaccio che si distacca dalla sommit di un monte e precipita a valle slittando sui
pendii, accrescendosi di volume durante la caduta.
Ma una o pi parole insieme possono essere usate in modo diverso dal linguaggio ordinario per creare
significati nuovi o aggiungere sfumature, allo scopo di ottenere uno speciale effetto espressivo.
Ad esempio la parola valanga acquista un significato nuovo se usata nell' espressione Per le
vacanze gli insegnanti ci hanno dato una valanga di compiti. Qui la parola valanga significa una
grande quantit, ma comunica questo concetto di una grande quantit in modo pi suggestivo ed
originale .
Nell'esempio di linguaggio figurato che hai letto, la parola valanga costituisce la figura retorica
della metafora ( = spostamento di significato) e anche dell' iperbole ( = esagerazione).
Sono molti i modi in cui si pu modificare il linguaggio e molte sono, perci, le figure retoriche.
Nel laboratorio di poesia hai gi studiato la metafora, la similitudine, (es. E curioso come un gatto),
l'allitterazione (es. Sciacqua, sciaborda, scroscia, schiocca, schianta), l'ossimoro (es. Una disperata
allegria), la sinestesia (es. Un freddo sorriso).
Anche gli autori di testi narrativi ricorrono spesso a queste e ad altre figure retoriche usate come
elementi per rendere il loro stile personale, coinvolgente ed efficace, come scoprirai nei racconti che
seguono.

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RIASSUMENDO
1. Un testo narrativo un testo che narra una storia.
Gli elementi essenziali di una storia sono i personaggi, le azioni che compiono o gli avvenimenti in
cui sono coinvolti, il tempo durante il quale avvengono i fatti narrati.
2. In un testo narrativo, in genere, possibile distinguere l'inizio, lo sviluppo e la
conclusione.
L'inizio della storia contiene informazioni sul protagonista, sull'ambiente e sull'epoca in cui si svolge
la vicenda che lo riguarda, sulla situazione in cui si trova; nello sviluppo si narrano le azioni del
protagonista, nella conclusione si presenta la situazione finale.
3. Un testo pu essere diviso in sequenze.
Ogni sequenza deve costituire una parte unitaria, compiuta del racconto .
opportuno riassumere il contenuto di una sequenza con una frase che, per comodit, si pu chiamare
titolo .
4. I racconti sono costituiti da enunciati narrativi, descrittivi e riflessivi.
In una storia gli enunciati narrativi sono indispensabili perche servano a narrare ci che accade ai
personaggi; quasi sempre sono presenti gli elementi descrittivi che descrivono un ambiente, un
personaggio, un oggetto, un evento; spesso si trovano anche gli elementi riflessivi che esprimono le
riflessioni, le idee, i sentimenti.
5. In ogni testo narrativo si possono individuare la storia e l'intreccio.
Quando si riassumono i contenuti del racconto rispettando l'ordine dei fatti scelto dallo scrittore, si
ricostruisce l'intreccio; quando, invece, si riassumono i. contenuti disponendoli nella successione
logica e temporale in cui i fatti sono accaduti, si ricostruisce la storia.
Spesso, infatti, l'autore non narra gli avvenimenti secondo l'ordine in cui sono accaduti ma ne anticipa
alcuni (narra ad esempio, la conclusione prima dello stesso inizio della vicenda) o introduce un flashback per raccontare un episodio avvenuto anche molto tempo prima dei fatti che sta raccontando.
6. In ogni testo narrativo e importante capire chi e il narratore.
L' autore lo scrittore, cio la persona reale che ha scritto il racconto o romanzo.
Il narratore , invece, il personaggio a cui l'autore affida il compito di narrare la vicenda.
L' autore e il narratore coincidono solo quando lo scrittore racconta la sua vita.
Il narratore pu esprimersi in prima o in terza persona e pu raccontare una vicenda di cui stato
protagonista o testimone, oppure una vicenda a cui estraneo.
7. I personaggi sono l'elemento pi importante di una storia.
Di solito sono esseri umani ma ci sono anche animali, figure fantastiche o oggetti animati.
Nella storia si narra ci che fanno o ci che accade loro.
I personaggi si distinguono in principali, detti anche protagonisti secondari, detti anche comparse.
A volte il narratore presenta il personaggio in modo diretto, altre volte la descrizione indiretta e il
lettore deve ricavare le caratteristiche del personaggio dagli indizi disseminati nel testo.
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8. Lo spazio e il tempo sono altri elementi importanti di una storia.


Lo spazio nel quale ambientata la storia pu essere descritto modo dettagliato o in modo sommario;
pu essere la rappresentazione di un luogo reale o fantastico.
Ogni vicenda ha una dimensione temporale sia perche ambienti in un'epoca del passato, del presente
o del futuro, sia perch ogni azione si svolge in un arco di tempo e si situa prima o dopo rispetto alle
altre azioni narrate.
Quando in poche righe si narrano azioni che si svolgono in un tempo lungo, il racconto ha un ritmo
veloce; al contrario esso ha un ritmo lento quando azioni che si svolgono in breve tempo sono narrate
in molte righe o pagine.
9. In ogni racconto e presente il tema, l'idea centrale, il significato importante che l'autore
vuole comunicare.
Qualche volta l'autore fa capire in modo esplicito il tema che ha scelto, pi spesso spetta al lettore
scoprirlo interpretando il testo.
10. Il racconto pu anche contenere un messaggio, un insegnamento.
Nelle favole, come sai, l'autore insegna in modo diretto quali sono
i comportamenti da tenere e quali da rifiutare; anche in molti altri racconti presente un messaggio:
lautore vuole far riflettere su un certo problema, vuol mettere in crisi le convinzioni di chi legge,
vuol modificare comportamenti che considera negativi. In genere il messaggio non esplicito, tocca
al lettore impegnarsi a riconoscerlo per scoprire il significato profondo del testo.

Il testo argomentativo
E' un testo in cui l'autore affronta un determinato problema e "argomenta", cio
sostiene con argomenti la propria opinione su di esso, cercando di convincere il
lettore della validit delle sue idee.
Esistono molti tipi di testi argomentativi: saggi, articoli di giornale, discorsi dei
politici, prediche dei sacerdoti, temi scolastici. ..
La loro struttura generalmente la seguente:

PROBLEMA

TESI-------------------------------------ARGOMENTI DELLA TESI

ANTETESI-----------------------------ARGOMENTI DELLANTITESI

CONFUTAZIONE

CONCLUSIONE

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Inizialmente viene presentato un problema su cui discutere (spesso compare gi nel titolo), poi viene
espressa la tesi, cio l' opinione di chi scrive. A volte per questultima non cos evidente, va
individuata leggendo attentamente il testo.
Seguono gli argomenti o ragionamenti, o prove della tesi, necessari a dimostrarne la validit.
Spesso in un testo argomentativo presente anche un'antitesi, cio una o pi tesi
contrarie a quella sostenuta dall' autore; anch' esse sono accompagnate da argomenti. Per finire
seguono la confutazione, cio la dimostrazione dei punti deboli dell'antitesi e la conclusione.
Quest'ultima a volte lasciata al lettore.
Il linguaggio di un testo argomentativo caratterizzato da frasi complesse, con
proposizioni causali, ipotetiche, finali, dall'uso di connettivi, cio avverbi o congiunzioni (pertanto,
quindi, considerato che, poich...). Il tempo verbale
dominante il presente indicativo.

ESERCIZIO
(Umberto Eco)

Libri da consultare e libri da leggere

Giorni fa, lavorando distrattamente di zapping, sono caduto su un canale dove andava in onda una
sorta di lungo spot, o di annuncio di una trasmissione a venire.
Ho l'impressione che fosse sulla Quattro o sulla Cinque, ma non ne sono sicuro (e questo conferma
quanto sia pi ideologicamente indifeso il telespettatore rispetto al lettore di giornali il quale sa
sempre con esattezza chi gli sta parlando).
Si stavano pubblicizzando i prodigi del Cd-rom, e cio di questi dischetti ipermediali che ci possono
dare l'equivalente di una intera enciclopedia, con colori, suoni, e possibilit di istantanei collegamenti
tra ar-gomento e argomento. Siccome sto facendo qualche esperienza in questo campo, e quindi
conosco l'argomento, seguivo distrattamente.
Sino a che, a un certo punto, ho udito fare anche il mio nome: si stava dicendo che io affermerei che
questi dischetti sostituiranno definitivamente i libri.
Nessuno, a meno che non sia paranoico, pu pretendere che gli altri leggano tutto quello che scrive,
ma almeno pu sperare che non gli facciano dire il contrario, specie se lo stanno usando, illecitamente,
come "testimonial" di qualcosa. Sta di fatto che vado ripetendo ai quattro venti che il Cd-rom "non"
potr sostituire il libro.
Ci sono due tipi di libro, quelli da consultare e quelli da leggere, i primi (il prototipo l'elenco
telefonico, ma si arriva sino ai dizionari e alle enciclopedie) occupano molto posto in casa, sono
difficili da manovrare, e sono costosi.
Essi potranno essere sostituiti da dischi multimediali, cos si liberer spazio, in casa e nelle biblioteche
pubbliche, per i libri da leggere (che vanno dalla Divina Commedia all'ultimo romanzo giallo).
I libri da leggere non potranno essere sostituiti da alcun aggeggio elettronico. Sono fatti per essere
presi in mano, anche a letto, anche in barca, anche l dove non ci sono spine elettriche, anche dove e
quando qualsiasi batteria si scaricata, possono essere sottolineati, sopportano orecchie e segnalibri,
possono essere lasciati cadere per terra o abbandonati aperti sul petto o sulle ginocchia
quando ci prende il sonno, stanno in tasca, si sciupano, assumono una fisionomia individuale a
seconda dell'intensit e regolarit delle nostre letture, ci ricordano (se ci appaiono troppo freschi e
intonsi) che non li abbiamo ancora letti, si leggono tenendo la testa come vogliamo noi, senza imporci
la lettura fissa e tesa dello schermo di un compiuter. amichevolissimo in tutto salvo che per la
cervicale. Provate a leggervi tutta la Divina Commedia, anche solo un'ora al giorno, su un computer,
e poi mi fate sapere.
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Il libro da leggere appartiene a quei miracoli di una tecnologia eterna di cui fan parte la ruota, il
coltello, il cucchiaio, il martello, la pentola, la bicicletta. Il coltello viene inventato prestissimo, la
bicicletta assai tardi. Ma per tanto che i designer si diano da fare, modificando qualche particolare,
l'essenza del coltello rimane sempre quella. Ci sono macchine che sostituiscono il martello, ma per
certe cose sar sempre necessario qualcosa che assomigli al primo martello mai apparso sulla crosta
della terra.
Potete inventare un sistema di cambi sofisticatissimo, ma la bicicletta rimane quel che , due ruote,
una sella, e i pedali. Altrimenti si chiama motorino ed un'altra faccenda. L'umanit andata avanti
per secoli leggendo e scrivendo prima su pietre, poi su tavolette, poi su rotoli, ma era una fatica
improba.
Quando ha scoperto che si potevano rilegare tra loro dei fogli, anche se ancora manoscritti, ha dato
un sospiro di sollievo. E non potr mai pi rinunciare a questo strumento meraviglioso. La formalibro determinata dalla nostra anatomia. Ce ne possono essere di grandissimi, ma per lo pi hanno
funzione di documento o di decorazione; il libro standard non deve essere pi piccolo di un pacchetto
di sigarette o pi grande de L 'Espresso. Dipende dalle dimensioni della nostra mano, e quelle almeno
perora non sono cambiate, con buona pace di BilI Gates .
E' vero che la tecnologia ci promette delle macchine con cui potremmo esplorare via computer le
biblioteche di tutto il mondo, sceglierci i testi che ci interessano, averli stampati in casa in pochi
secondi, nei caratteri che desideriamo a seconda del nostro grado di presbiopia e delle nostre
preferenze estetiche mentre la stessa fotocopiatrice ci fascicola i fogli e ce li rilega, in modo che
ciascuno possa comporsi delle opere personalizzate. E allora? Saranno scomparsi i compositori, le
tipografie, le rilegatorie tradizionali, ma avremmo tra le mani, ancora e sempre, un libro.
(Tratto da Umberto Eco, La Bustina di Minerva, Bompian Overlook 2000)

ESERCIZIO
l) Qual il problema di cui si discute nel brano che hai appena letto?

.
2) Qual la tesi sostenuta da Umberto Eco?

3) Quali argomenti fornisce Umberto Eco per sostenere la sua tesi?

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4) Quali argomenti dell' antitesi Umberto Eco tenta di confutare?

.
5) Quali sono le principali caratteristiche del testo argomentativo?
a)..
b)......
c)..

LABORATORIO DI POESIA
LA METRICA
l'insieme delle norme che regolano la lunghezza dei versi e delle strofe, la distribuzione degli accenti
ritmici e l'alternarsi delle rime; queste norme, che sono state ricavate dalle poesie del passato assunte
come modelli, sono state rispettate, anche se con una certa libert, da tutti i poeti fino alla fine
dell'Ottocento.

IL VERSO costituito dalle parole che stanno sulla stessa riga.


La lunghezza dei versi si misura contando le sillabe. A seconda del numero delle sillabe i versi si
chiamano: bisillabo (due sillabe), ternario (tre sillabe), quaternario (quattro sillabe), quinario (cinque
sillabe), senario (sei sillabe), settenario (sette sillabe), ottonario (otto sillabe), novenario (nove
sillabe), decasillabo (dieci sillabe), endecasillabo (undici sillabe), dodecasillabo (dodici
sillabe). Il verso libero non ha un numero fisso di sillabe: il poeta lo compone senza seguire i modelli
della metrica.

L'ENJAMBEMENT una caratteristica del linguaggio poetico che consiste nello spezzare, tra
la fine di un verso e l'inizio di quello successivo, una frase o un gruppo di parole che normalmente si
leggono di seguito, senza pause.
(Es. Mammina, quante;
dolci piccole stelle! -U. Betti)

LA STROFA un raggruppamento di versi. Fra una strofa e l'altra i poeti lasciano uno spazio
bianco. A seconda del numero dei versi di cui sono costituite, le strofe si chiamano: distico (due
versi), terzina (tre versi), quartina (quattro versi), sestina (sei versi), ottava (otto versi).
La strofa libera non ha un numero fisso di versi; in essa i versi non hanno un numero fisso di sillabe
e le rime non seguono un ordine prestabilito.

IL SONETTO una poesia costituita da quattordici versi endecasillabi, divisi in due quartine e
due terzine.

LA RIMA l'uguaglianza delle lettere con cui finiscono due parole, dall'ultimo accento tonico in
poi. La rima al mezzo la rima formata da una parola che si trova alla fine di un verso con un'altra
che
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si trova all'interno del verso successivo.
(Es. Passata la tempesta
Odo augelli far festa, e la gallina -G. Leopardi).
La rima interna la rima formata da due parole che si trovano entrambe nello stesso verso. Le rime
che seguono i modelli della metrica hanno un nome che indica la loro disposizione nella poesia (con
la lettera uguale si indica la rima uguale): rima baciata (A A BB), rima alternata (AB AB), rima
incatenata (ABA BCB CDC), rima incrociata (ABBA oppure ABA BAB).
I versi sciolti sono quei versi che non sono legati dalla rima o che hanno delle rime sparse, non
collocate secondo i modelli della metrica; si dicono sciolti perche sono sciolti dall'obbligo della rima.

L'ASSONANZA una rima imperfetta: si ha quando due parole hanno, nella parte finale, vocali
uguali ma consonanti diverse. (Es. mare -sale)
LA CONSONANZA un'altra rima imperfetta: si ha quando due parole, nella parte finale, hanno
consonanti uguali ma vocali diverse. (Es. tramonto -incanto)

L'ONOMATOPEA una parola che con il suo suono riproduce o imita un rumore o una voce
della realt. (Es. chicchirich -scricchiolio)

L'ALLITTERAZIONE la ripetizione in parole diverse delle stesse vocali o consonanti o


gruppi di lettere. (Es. Nel ciel dorato rotano i rondoni -G. Pascoli)

L'ACCENTO RITMICO quell'accento con cui si rafforza l'accento tonico di alcune parole
del verso; molto raramente l'accento ritmico cade anche su una sillaba che non ha l'accento tonico.
(Es. Nel mezzo del cammin di nostra vita -Dante Alighieri)

LA SIMlLITUDINE una figura retorica con cui si paragonano due soggetti (il primo e il
secondo termine di paragone); la similitudine pu essere breve o lunga e complessa. (Es. Il sole dentro
la sera come il nocciolo nel frutto -F. Garca Lorca)

LA METAFORA una figura retorica con cui si esprime un significato utilizzando delle parole
che normalmente vengono usate con un significato diverso. (Es. Il vento un cavallo -P. Neruda)

LA PERSONIFICAZIONE un tipo di metafora con cui si attribuiscono dei comportamenti,


delle idee o dei sentimenti umani ad un oggetto o un animale.
(Es. Vanno a sera a dormire dietro i monti le nuvolette stanche -U. Saba)

LE FRASI NOMINALI sono frasi che non hanno il verbo.


(Es. Sulla spalletta del ponte le teste degli impiccati -F. Fortini)

NELLE POESIE L'ARGOMENTO E IL TEMA sono due elementi distinti; l'argomento


ci di cui si parla, il tema l'interpretazione dell'argomento.

LA PARAFRASI DI UNA POESIA la sua traduzione in prosa.


Per fare la parafrasi di una poesia spesso si cambia l'ordine delle parole, si sostituiscono le parole
difficili con altre di uso pi comune, si spiegano le espressioni poetiche in cui si concentrano molti
significati con un numero di parole maggiore di quello che ha usato il poeta.

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Metti alla prova le tue conoscenze:

(Aldo Palazzeschi)

Rio Bo

1 Tre casettine
2 dai tetti aguzzi,
3 un verde praticello,
4 un esiguo ruscello: Rio Bo,
5 un vigile cipresso.
6 Microscopico paese, vero,
7 paese da nulla, ma per...
8 c' sempre disopra una stella,
9 una grande, magnifica stella,
10 che a un dipresso...
11 occhieggia con la punta del cipresso
12 di Rio Bo.
13 Una stella innamorata?
14 Chi sa
15 se nemmeno ce l'ha
16 una grande citt.

Leggi pi volte e ad alta voce la poesia di Palazzeschi e poi rispondi alle seguenti domande:
a) Nella poesia ci sono..versi (scrivi il numero dei versi) .
b) I versi della poesia sono versi .perch non hanno un numero fisso di
sillabe.
c) Tra il v. 1 e il v. 2 c' un , infatti il poeta ha spezzato tra i due versi un
gruppo di parole che normalmente si leggono di seguito, senza pause.
Riconosci nella poesia gli altri versi in cui il poeta ha adottato la stessa tecnica?
tra il v. ....e il v..tra il v.. e il v.
d) Nei vv. 3 e 4 le parole praticello e ruscello formano una rima ..
e) Nei vv. 6 e 7 le parole vero e per terminano con le stesse lettere.
Fanno rima ? SI o NO
Perche?..........................................................................................................................................
f) Nella poesia ci sono due parole in rima che si differenziano solo per l'iniziale diversa. Quali
sono?..................................................................................
g) Quali sono le altre parole della poesia che fanno rima ?
.
h) Nella poesia si attribuiscono dei comportamenti e dei sentimenti umani al cipresso e alla stella,
perci si fanno delle ...
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Quali
sono
le
parole
con
cui
il
poeta
umanizza
il
cipresso
e
stella?............................................................................................................................................

la

i) Nella poesia si usano molte frasi senza verbo, cio frasi Trascrivine almeno
due:
l) Completa ciascuna delle seguenti affermazioni scegliendo una delle frasi elencate nelle soluzioni:
L' argomento della poesia
Il tema della poesia ...
SOLUZIONI: un piccolo paese - una stella che brilla su un paese -la rivalit fra i piccoli paesi e le
citt - il fascino di un piccolo paese immerso nella natura.

Il racconto d'avventura
Il racconto d'avventura un genere narrativo tra i pi avvincenti in quanto presenta avvenimenti che
si susseguono con un ritmo incalzante e imprevisto.
La struttura pi complessa di quella della fabula (o storia, che espone la successione dei fatti in
ordine temporale) ed caratterizzata da un intreccio in cui compaiono spesso salti cronologici
(flashback e anticipazioni) che rendono pi articolata la sequenza tipica del testo narrativo (inizio,
sviluppo e conclusione).

Fabula
INIZIO
SEQUENZA1
CONCLUSIONE

SEQUENZA2

SEQUENZA3

Intreccio
INIZIO SEQUENZA1 SEQUENZA2

SEQUENZA3 CONCLUSIONE

Il contenuto presenta:
.avvenimenti verosimili (che, cio, potrebbero essere realmente accaduti);
.avvenimenti immaginari
sfondo storico (si veda, ad esempio, Robin Hood, personaggio immaginario ma collocato nella
realt dell'Inghilterra del 1200);
svolgimento di un viaggio;
situazioni impreviste.
I personaggi sono "a tutto tondo", cio descritti con molti dettagli sia per quanto riguarda l' aspetto
fisico sia per quanto riguarda la psicologia.
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Il protagonista deve affrontare 1 'imprevisto e il pericolo fino a scoprirsi, nel finale, cambiato. Egli si
trova cio a fronteggiare situazioni che lo portano, attraverso le difficolt incontrate e le esperienze
vissute, a subire un mutamento in positivo. Alla conclusione del racconto, quindi, si ritrover diverso
da quello che era all'inizio, sicuramente pi maturo. Il protagonista, inoltre, non un eroe nel senso
vero del termine, perfetto come quello epico; pur presentandosi spesso coraggioso e forte, un uomo
con i suoi difetti e le sue debolezze, che spesso, di fronte agli eventi imprevisti, necessita di aiuto.
I luoghi sono reali, misteriosi e selvaggi: foreste tropicali, mari, deserti, zone artiche, monti
impervi, profondit sotterranee.
Ci avviene per due motivi:
il lettore immergendosi nel racconto d'avventura cerca di sfuggire la monotonia quotidiana;
luoghi simili sono generalmente irti di difficolt e richiedono al protagonista eccezionali doti
di audacia e adattamento.
Il lettore viene facilmente coinvolto perch apprezza l'imprevisto che sconvolge la banalit della vita,
s'immedesima con il protagonista, soffre con lui, prova paura, ansia, incertezza, cerca unasoluzione
ai suoi problemi.
Il narratore (colui che racconta le vicende) pu essere:
interno, se partecipa direttamente all'azione, cio se uno dei personaggi. Egli scrive in prima
persona;
esterno, se non partecipa all'azione. Scrive in terza persona. In questo caso il lettore riesce
maggiormente a identificarsi con il protagonista e a lasciarsi trasportare dal racconto vivendo
con lui straordinarie avventure.
Tra le tecniche narrative sono da segnalare:
il climax ossia la progressione di una serie di vocaboli secondo un criterio ascendente, dal
meno intenso al pi intenso (ad esempio: Marco cominciava ad essere un po' preoccupato, no
era preoccupato, anzi, preoccupatissimo );
il flashback (lett. "salto indietro" nel tempo) che permette di richiamare alla memoria un
episodio passato e inteff.ompe la normale succlssione cronologica della narrazione;
l anticipazione, che consente al narratore di dire anticipatamente ci che avveff. dopo;
l'alternarsi di sequenze narrative a sequenze dialogate, riflessive, descrittive. Tale alternanza
determina un ritmo vario, ora dinamico, ora statico.

ESERCIZIO

LIMBOSCATA

(Elisabeth Chadwick)

Nel passo che segue, Ginevra, la bellissima Lady di Leonesse, vittima di un 'imboscata che il crudele
principe Malagant le ha teso nella foresta. La salva l 'intervento tempestivo di sir Agravaine.

Ginevra era talmente immersa nei suoi pensieri da non accorgersi del bell'uomo in piedi accanto alla
pozza, ne tanto meno della pozza. La luce offuscata della foresta e lo scorrere monotono degli alberi
l' avevano spinta a ritirarsi in se stessa. Stava per incontrare
" e, sposare Art di Camelot, presto sarebbe stata una moglie e una regina con nuovi incarichi e nuove
responsabilit. Era sia ansiosa sia eccitata, due sentimenti contrastanti con cui convivere.

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Desiderava molto diventare moglie di Art e rifletteva che anche lui avrebbe dovuto affrontare nuovi
problemi, non ultimo quello della terra minacciata di Leonesse. Guardava assorta fuori del finestrino
della carrozza, con un'espressione pensosa in volto. Il viaggio sembrava interminabile e c'era troppa
vitalit nel suo esile corpo per sentirsi a suo agio rinchiusa in una carrozza. Avrebbe voluto cavalcare
con gli uomini, ma sir Kay e sir Agravaine avevano detto che sarebbe stato rischioso, viste le ultime
inclinazioni del principe Malagant, mentre sir Tor, pi rispettoso delle convenzioni, era del parere
che cavalcare fra i soldati come un uomo non si addicesse a una sposa del suo rango. Ginevra non
bad all'affermazione di sir Tor, ma aveva notato la preoccupazione di Kaye aveva scelto di viaggiare
in carrozza oon le sue dame di compagnia, Elise e Petronella.
D'un tratto un grido d'allarme arriv dalla strada davanti alla carrozza. Le fantasticherie di Ginevra
vennero bruscamente interrotte e la giovane si sporse dal finestrino per vedere che cosa fosse
successo, i suoi occhi attenti a ogni possibile segno di pericolo. "Che cosa stato, sir Kay?" grid.
Il veterano dei cavalieri di Camelot aveva la spada sguainata e il suo stallone scalpitava e girava in
circolo, con gli occhi stralunati e la bava alla bocca. Una grossa quercia era caduta, bloccando la
strada, ma non era un incidente causato dal ciclo naturale della foresta: l'albero era stato volutamente
abbattuto per sbarrare la strada. "Potrebbe essere un 'imboscata, mia signora", rispose Kay parlando
in fretta, inquieto. "Tenete dentro la testa e restate dove siete!" Si rivolse ai cavalieri e alla guardia
reale. "Proteggete la carrozza e tenete gli occhi aperti sulla boscaglia!"
I cavalieri e le guardie formarono un cordone di protezione intorno alle due carrozze, mettendosi di
fronte ai tronchi maestosi dei faggi che in quel punto crescevano fitti. I cocchieri misero mano alle
armi con aria determinata. Innervositi, i cavalli si adombrarono e si misero a nitrire, mentre gli uomini
imprecavano nel tentare di tenerli a freno.
All'interno della carrozza Elise inizi a piagnucolare con le mani sulla bocca, in preda al panico. "Oh,
mia signora, che cosa sta succedendo, ho paura!"
"Zitta", le intim bruscamente Ginevra. "Non essere sciocca!" Ma dubitava che Elise le avrebbe
obbedito. Anche se Ginevra voleva molto bene alle sue dame di compagnia, il loro temperamento era
remissivo e gentile, privo dell'acciaio rovente del suo spirito. "Guardate fra gli alberi!" grid Kay
puntando un dito verso il folto della vegetazione, dove gli uomini vestiti di nero si muovevano furtivi
fra i tronchi, riparandosi dietro di loro mentre si avvicinavano ai soldati di Ginevra.
I difensori si misero all'erta impugnando le loro armi e i soldati si leccarono le labbra e sputarono.
Uno di essi fece un passo in avanti.
"Resta allineato, soldato!" gli ringhi sir Agravaine.
"Sissignore." L 'uomo arross e ritorn al suo posto.
"Eccoli che arrivano, non muovetevi, non fateli passare!"
I banditi, una ventina in tutto, balzarono fuori dalla boscaglia gridando e schiamazzando per
spaventare i cavalli, sferzando laria con le loro temibili spade. I loro semplici vestiti neri crearono
un forte contrasto con lo sfarzoso abbigliamento dei cavalieri appena le due parti si scontrarono e
furono scambiati i primi colpi.
Questa volta, per, i banditi non stavano affrontando dei contadini atterriti, ma dei cavalieri di
professione che, pur non indossando le loro armature da battaglia, erano in possesso delle loro armi
e i loro cavalli erano stati addestrati alla guerra. Pi di un attaccante fu abbattuto dai terribili colpi di
zoccolo sferrati dagli animali.
"Restate allineati!" rugg Kay agli uomini appena la linea di difesa si apr su un fianco. "Serrate le
righe!" Ginevra sbirci fuori dal finestrino della carrozza e in quello stesso istante fu presa di mira da
uno dei nemici che punt la balestra su
di lei e scocc il dardo. Ma, mentre premeva il. grilletto, venne trafitto da Agravaine e il. dardo si
conficc nella cornice di legno del
finestrino della carrozza invece che nel. petto di Ginevra.
"Tenete gi la testa!" le grid Agravaine prima di voltarsi di scatto per fronteggiare un assalto alla
sua destra.
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Nella carrozza le darne di compagnia strillavano e si erano rannicchiate, tenendo le mani sulle
orecchie, ma Ginevra non si mosse dal suo post!) suo cuore batteva veloce e, anche se il dardo che si
era conficcato cos vicino a lei l'aveva fatta sobbalzare, non aveva alcuna intenzione di stare con le
donne o di obbedire all'ordine del cavaliere.
La linea di sbarramento resisteva, mentre gli attaccanti stavano subendo una terribile batosta. Ginevra
osserv le scintille delle spade arroventate, i colpi delle lance e il luccichio del pelo dei cavalli reso
scuro dal sudore ed esamin i vestiti neri, le piccole balestre e le daghe degli assalitori. Era certa che
questi banditi fossero gli stessi che avevano attaccato i suoi villaggi di confine. Che prendessero il
benservito, dunque.
Gli assalitori cominciarono a fuggire verso gli alberi appena si resero conto di essere stati puntiti a
sufficienza e che il loro bersaglio non era cos facile com' era sembrato all' inizio.
(Da Il primo cavaliere, Elisabeth Chadwick, Salani narrativa)
1 Veterano: che ha molti anni di servizio.
2 Si adombrarono: si spaventarono.
3 Daga: spada a due tagli, corta e robusta.

QUESTIONARIO
1.Il
narratore

interno
o
esterno?
Da
che
cosa
lo
deduci?

2. Dove ambientato il racconto?

3. Perch questa ambientazione tipica dei racconti davventura?

4. In che periodo storico ambientato il racconto? Da che cosa lo deduci?

.
5. Chi il protagonista?...........................................................................................
6. Chi lantagonista?.............................................................................................
7. Dove si sta recando Ginevra?..............................................................................
8. Tra le tecniche narrative usate presente lanticipazione? Se si dove?

.
9. E' usato anche il flashback? Se s, individua le parole che lo introducono e riportale nelle righe
sottostanti

.
10. le azioni dei personaggi sono descritte con precisione?

11. Per quale motivo?


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.
12. Quali sequenze compaiono in questo brano? (puoi dare pi di una risposta)

Descrittive

Narrative

Riflessive

Dialogate
13. Come descritta Ginevra? Si pu considerare un personaggio a tutto tondo? Perche?

.
14. Il carattere di Ginevra contrapposto a quello di altri personaggi: quali?

Il racconto di fantascienza
Il nome "fantascienza" dato dall'unione di due termini: fanta[sia] + scienza, infatti i luoghi, le
situazioni e i personaggi fantastici che appaiono in questi racconti vengono presentati come realmente
esistenti, scientificamente possibili.
Attenzione quindi a non confondere la fantascienza con il fantasy! In questultimo tutto magico o
soprannaturale, nella fantascienza invece vengono fornite vere e proprie spiegazioni scientifiche alle
invenzioni fantastiche.
Oggetto della fantascienza il futuro: la scoperta e l'esplorazione di nuovi mondi, l'incontro con
esseri dotati di un'intelligenza superiore a quella umana, l'utilizzazione di macchine in grado di
superare i limiti dello spazio e del tempo e di viaggiare nell'universo.
Quindi:
Il tempo della narrazione (che, attenzione!, non il tempo verbale ma il tempo in cui si
svolge la vicenda) quasi sempre il futuro. Pu comunque accadere (ma raro) che il tempo
della narrazione sia il presente, oppure che il passato e il futuro vengano mescolati insieme
attraverso un espediente, quello della macchina del tempo. Altre volte, invece, il racconto
ambientato in un futuro che, a seguito di catastrofi naturali, si presenta come regredito, ossia
la vita tornata a livelli primitivi.

I luoghi della narrazione possono essere o la Terra o gli spazi Extraterrestri. Nel primo caso
i luoghi consueti (la citt, la casa, la scuola...) hanno la funzione di tranquillizzare il lettore
che si sente a suo agio in luoghi noti, in una realt apparentemente normale. Cos maggiore
sar la sua sorpresa a mano amano che il racconto comincer a svilupparsi. Quando invece i
luoghi della narrazione sono-gli spazi extraterrestri (universo, pianeti sconosciuti, profondit
marine...), da subito compaiono il mistero e il pericolo.

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I personaggi possono essere uomini, animali, macchine ( come ad esempio i robot o i


computer) o creature immaginarie (non solo extraterrestri, ma anche fasci di luce 0 forme
indefinite). Ecco quindi comparire lo "strano", ossia lo sconosciuto, il diverso, che uno degli
ingredienti pi avvincenti dei racconti di fantascienza.

Il linguaggio utilizzato quello delle scienze, e in particolare dell'informatica, della genetica,


dell'astronomia, dell'ingegneria spaziale e della cibernetica. Ci dipende naturalmente dai
contenuti che questo genere letterario affronta.

La struttura, come nel racconto d'avventura, caratterizzata dall'intreccio. Avremo quindi


salti cronologici con fiashback e anticipazioni.

Anche per quanto riguarda le tecniche narrative, il racconto di fantascienza si avvicina a


quello d'avventura essendo contraddistinto da un ritmo incalzante. Ecco quindi le sequenze
narrative e dialogate dominare su quelle descrittive e riflessive. Come nei racconti gialli,
inoltre, il narratore utilizza un particolare artificio narrativo che prende il nome di suspense,
grazie al quale tiene viva l'attenzione del lettore, catturato dal desiderio di sapere cosa sta per
accadere.

Il narratore pu essere interno, ossia uno dei personaggi e quindi direttamente partecipe
dell'azione, oppure esterno. Nel primo caso il racconto scritto in prima persona, nel secondo
caso in terza.

Rimane da vedere un ultimo punto: quando nasce questo genere letterario?


opinione comune agli storici della letteratura che il 1926 sia da considerarsi la data di nascita della
fantascienza perche proprio in quell'anno negli Stati Uniti si pubblic per la prima volta una rivista
specializzata in racconti di scienze fiction (termine inglese per fantascienza).
Tuttavia, se pensiamo che gi nel mito greco Dedalo sperimentava il volo e Ludovico Ariosto
descriveva Astolfo, un personaggio dell'Orlando Furioso, mentre si recava sulla Luna a recuperare il
senno di Orlando, potremmo muovere delle obiezioni a questa affermazione. In realt il mito di
Dedalo e l'Orlando furioso, come altre opere, si devono considerare precursori del genere fantastico
perche soltanto a partire dalla rivoluzione industriale che si prende coscienza del valore e
dell'importanza del progresso scientifico e tecnologico: il Frankenstein (1818) di Mary
Wollstonecraft shelley pu essere considerato un esempio in questo senso.
Le opere di fantascienza di cui disponiamo oggi sono moltissime, alcune senza grande valore artistico
(tant' vero che alcuni considerano la scienze fiction soltanto una letteratura di consumo), altre veri e
propri "classici", ossia modelli di stile, che possono presentarsi con due caratteristiche
diametralmente opposte: fiducia ottimistica nel progresso tecnologico; condanna del progresso
tecnologico.
In quest'ultimo caso vengono ipotizzati effetti catastrofici della scienza sul futuro del nostro pianeta,
con il conseguente ammonimento al lettore a non abusare della tecnologia.
Per concludere potremmo ricordare che il cinema soprattutto negli ultimi anni si spesso ispirato ai
racconti di fantascienza, basti pensare al film 2001; Odissea nello spazio del regista stanley Kubrick:
esso si rif al racconto di Arthur C. Clarck, La sentinella.

(Bianca Pitzmo)

Extraterrestre alla pari


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Che la questione avesse per i terrestri un'importanza fondamentale, Mo l' aveva capito fin dal primo
momento.
Aveva un bel dire sua madre, che in fondo era una faccenda trascurabile, un particolare minimo che
si sarebbe chiarito pi avanti e che non avrebbe cambiato niente nei suoi rapporti con la famiglia che
l' ospitava. "Quelli" lo volevano sapere al pi presto, subito!
Anzi, lo dovevano assolutamente sapere. Altrimenti non avrebbero tenuto Mo a casa loro come era
nei patti. E sarebbe stata proprio una bella seccatura tornare su Deneb dopo un viaggio cos lungo,
dopo tanti progetti sulla vacanza terrestre, dopo che tutto era stato preordinato minuziosamente da
vari mesi, solo perche nessuno sapeva se Mo fosse maschio o femmina! Quando i due terrestri glielo
avevano chiesto, la madre di Mo aveva fatto una risatina di noncuranza e aveva risposto: - Dio mio,
non ce lo siamo mai chiesti!
Poi, davanti al loro sguardo stupito, aveva aggiunto cortesemente: - Perche? Dovremmo saperlo?
Non abbiamo mai pensato che fosse una cosa importante... Mo ancora talmente giovane!
Allora 1 'uomo aveva trattenuto a stento un gesto di indignazione (ricordando evidentemente che
stava parlando con dei denebiani) e aveva risposto: -Scusate, certo che importante! Visto che Mo
deve restare dieci anni a casa
nostra. Se non sappiamo se maschio o femmina, in quale modo ci dovremmo comportare con lui?
O con lei? ... insomma, con Mo, accidenti, qualunque cosa sia! A questo punto era stato il padre di
Mo a doversi trattenere, ma dal tono della sua voce si capiva lo stesso che era seccato. -Scusate, disse, -cosa significa "in che modo comportarvi?" Non capisco quali dubbi possiate avere. Era stato
chiarito tutto nelle lettere, mi pare. Vi eravate impe- I gnati ad essere gentili con Mo, a comportarvi
esattamente come se si fosse trattato di vostro figlio. Altrimenti non avremmo mai accettato l'invito
dell'Istituto per i Rapporti
Terra Deneb.
-Ma certamente, che siamo pieni dei sentimenti pi affettuosi verso la vostra creatura, -era
intervenuta gentil- mente la Donna. -Non abbiamo nessuna intenzione di maltrattarla... Per, vedete,
da noi sulla Terra con una bambina ci si comporta in modo differente che con un maschietto. ..
"Maschietto sar tuo marito!" pens Mo a cui la faccenda cominciava a dare sui nervi. Anche se
aveva studiato bene la lingua terrestre, non aveva imparato che parlando con i ragazzi molti adulti
abbondano nell'uso dei diminutivi solo
per essere pi gentili e "mettersi alloro livello".
-Questione di abitudini, nient'altro, -concluse la Donna, - perci ci sarebbe utile sapere di che sesso
Mo. La madre di Mo, come la donna terrestre, non aveva voglia di litigare.
Capiva che le civilt dei due pianeti erano differenti e che bisognava cercare di adattarsi. Soprattutto
se voleva che il soggiorno di Mo sulla Terra fosse divertente, istruttivo, sereno, come tutta la famiglia
si era ripromessa quando avevano progettato il viaggio.
-Vedete, -cerc di spiegare, -da noi su Deneb nessuno si chiede se i propri figli siano maschi o
femmina fino a che non abbiano compiuto 50 anni. Sapete che noi cresciamo pi lentamente: rispetto
allo sviluppo fisico tre dei nostri anni corrispondono circa ad uno dei vostri. Allora i giovani hanno
let per accoppiarsi, riprodursi e formarsi una famiglia, e la questione assume una certa importanza.
Anche fisicamente a 50 anni si notano delle differenze, ma prima no, sebbene sia gi stabilito cosa
diventeranno. Infatti con un esame del sangue molto complicato si potrebbero identificare subito i
cromosomi femminili o quelli maschili. Alcuni laboratori di genetica sono in grado di effettuare questi
esami. Ma non vi ricorre nessuno, perche a nessuno interessa. Per aiutarli a crescere ci occorre
conoscere il carattere dei nostri bambini, le loro tendenze, i loro desideri, i loro punti deboli... non se
sono maschi o femmine... Questo interesser semmai loro, quando da adulti desidereranno metter su
famiglia. Se ne avranno voglia, visto che su Deneb non obbligatorio. ..
-Neanche da noi sulla Terra obbligatorio, -osserv 1 'uomo.
-Davvero? Mi era parso di s, - rispose ladenebiana.
- Evidentemente sbagliavo.
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I due terrestri erano molto perplessi. Certo, a giudicaredall'aspetto, Mo era venuto (o venuta?) su
bene, in modo da soddisfare i desideri dei genitori pi esigenti. Aveva 29 anni denebiani, che secondo
le informazioni fornite dall'I.R.T.D. corrispondevano ai 9/10 anni di vita terrestre. La sua statura e il
suo linguaggio corrisponde- vano a quelli di un ragazzino di tale et, ben sviluppato e intelligente. La
sua educazione e gentilezza non lasciava- no mente a desiderare. Parlava con una voce squillante che
pronunciava con garbo -anche se con leggero accento straniero -le parole terrestri pi difficili..
Indossava una tuta color argento, aderente, decorata sulle spalle e sul petto da borchie luminose. Solo
negli occhi e nei capelli differiva, ma poco, dai ragazzi della Terra. I capelli, biondo cenere, lunghi
fmo alle spalle, erano molto pi lucidi e sottili di
quelli terrestri, come fatti di un materiale setoso. Gli occhi li aveva viola chiaro, con le iridi molto
grandi, ma 'per il resto i lineamenti del viso e tutta la corporatura erano quelli di un grazioso bambinO
(o bambina?) di 9/10 anni.
I suoi genitori ne erano molto fieri, e pensavano che nessuno potesse trovare in lui qualcosa da
ridire. Tanto meno quei ridicoli terrestri che facevano tante storie per un particolare insignificante
come quello del sesso, o meglio, del non-sesso!
(da Bianca Pilzomo, Extraterrestre alla pari, Emme Edizioni

QUESTIONARIO
1.Nel brano che hai letto il narratore :

interno

sterno
2. Dove ambientato il racconto?

sulla Terra

su Deneb

3. Chi il protagonista del racconto?

4. Questo racconto appartiene al genere fantascientifico, in cui compaiono spesso oggetti o creature
strane" Lo ""strano" dipende, naturalmente, dal punto di vista da cui viene osservato. Sai dire perch
Mo una creatura strana per i terrestri?

5. Perch importante per i terrestri sapere qual il sesso di Mo?

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6. Perch invece non importante per i denebiani?

7.Che cos lI.R.T.D.?

.
8. Tra le tecniche narrative usate in questo brano, presente il flashback? Se s, individua le parole
che lo introducono e riportale nelle righe sottostanti.

9. Quali sequenze compaiono in questo brano? (puoi dare pi di una risposta)

Descrittive

Riflessive

Narrative

Dialogate
10. Quale o quali sono le sequenze che dominano nel brano?

Descrittive

Riflessive

Narrative

Dialogate

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I QUOTIDIANI
Si chiamano quotidiani i giornali che escono tutti i giorni. A seconda del loro contenuto i quotidiani
si distinguono in:
quotidiani indipendenti: (o d'informazione): non esprimono le idee di un partito o di un
gruppo politico ma si propongono di informare i lettori in modo imparziale; a volte, per,
anche se non lo fanno in modo esplicito, diventano i portavoce dei gruppi finanziari di cui
sono propriet.
Es. Corriere della Sera, La Stampa, la Repubblica...
quotidiani politici: (o di partito): esprimono le opinioni di un gruppo politico o di un
partito ed interpretano le notizie alla luce della loro linea.
Es. LUnit, lAvanti, Il Popolo,
quotidiani economici: si occupano soprattutto di economia.Es. Il Sole-24 Ore, il Fiorino,
Corriere Mercantile,...
quotidiani sportivi: si occupano di sport.
Es. La Gazzetta dello Sport, Tuttosport,...
A seconda della loro diffusione i quotidiani si distinguono in:
quotidiani a diffusione nazionale: sono diffusi su tutto il territorio nazionale si occupano di
problemi che interessano tutta la popolazione e riservano delle pagine speciali alle notizie di
cronaca locale.
Alcuni di essi inseriscono per ogni regione in cui hanno una redazione delle pagine di cronaca
locale diverse.
Perci, chi compera ad esempio la Repubblica a Roma trova le pagine di cronaca che si
riferiscono al Lazio; chi la compera a Milano, trova le notizie di cronaca relative alla
Lombardia.
Es. Corriere della Sera, Il Sole-24 ore, la Repubblica,
quotidiani a diffusione locale: sono diffusi soprattutto in una,certa zona; dedicano molto
spazio ai problemi e ai fatti delle localit in cui vengono venduti.
Es. L 'Eco di Bergamo, Il Giornale di Vicenza, Quotidiano di Lecce,

I QUOTIDIANI PIU LETTI IN ITALIA


Ogni giorno in Italia si pubblicano circa 90 quotidiani.
Nella tabella della pagina seguente sono indicati i quotidiani pi letti, quelli che occupano i primi 20
posti nella graduatoria.
Per capire la tabella devi sapere che:
- LA TESTATA il titolo del quotidiano.
- I LETTORI sono tutti coloro che leggono o sfogliano un certo giornale in un giorno; nel numero
dei lettori non si conteggiano solo le persone che acquistano un giornale ma anche quelle che leggono
un giornale acquistato da altri.
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- LA PERCENTUALE PER AREA GEOGRAFICA indica come si distribuiscono i lettori di
ciascun quotidiano nelle quattro zone in cui stata divisa l'ltalia; il calcolo stato fatto in percentuale:
in qualche caso le cifre sono state approssimate per cui la loro somma superiore o inferiore al 100.

INTERPRETA I DATI DELLA TABELLA


1. Qual il quotidiano pi letto in Italia?
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Che tipo di quotidiano ?
2. Come puoi osservare nella tabella, fra i dieci quotidiani pi letti in Italia compaiono ben tre
quotidiani sportivo: secondo te, perche hanno tanto successo i giornali di questo tipo?
Discutine con i tuoi compagni.

3. In Italia vengono letti di pi i quotidiani politici o quelli indipendentI?


4. Nelle tabella figura la testata di un solo quotidiano politico.
Ne conosci altre? Elencale.
5. Osserva le percentuali dei lettori distinti per aeree geografiche: quali sono i quotidiani
che, essendo distribuiti in modo quasi uniforme su tutto il territorio nazionale, possono
essere considerati quotidiani a diffusione nazionale?
6. Nella tabella sono elencati dei quotidiani che vengono letti quasi esclusivamente nella
zona in cui sono stampati e che si possono perci definire quotidiani a diffusione locale(o
regionale, o provinciale). Li riconosci ?
Alcuni di essi indicano con la loro testata, cio con il loro titolo, l'area geografica di cui si
occupano. Quali sono?
7. Segna con una crocetta l'area geografica in cui risiedi.

NORD OVEST
NORD EST
CENTRO
SUD ISOLE

8. Quali quotidiani hanno il maggior numero di lettori nell'area in cui risiedi?


9. Quale quotidiano si legge nella tua famiglia o nel tuo ambiente ?
- Che tipo di quotidiano ?
- La sua testata compare nella tabella ?
SI o NO
- Quale posto occupa nella graduatoria?

LA CARTA DI IDENTITA DI UN QUOTIDIANO


I quotidiani pubblicano ogni giorno un riquadro che pu essere considerato la loro carta di identit
perch in esso vengono riportate alcune informazioni importanti.
Per trovare in fretta questo riquadro devi sfogliare il giornale e scorrere velocemente con gli occhi
tutte le pagine: non facile individuarlo perch occupa poco spazio ed scritto in caratteri molto
piccoli.

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GLI ARGOMENTI DI UN QUOTIDIANO


I quotidiani d'informazione sono dei contenitori che raccolgono ogni giorno un gran numero
di articoli su molti argomenti diversi.
In questo tipo di giornale gli articoli sono scritti per la maggior parte da giornalisti di professione ma
anche da collaboratori saltuari e da esperti in discipline diverse che svolgono un'altra professione.

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Chi legge un giornale d'informazione, perci, non ha solo la possibilit di tenersi al corrente sui
principali avvenimenti che accadono e di riflettere sul loro significato, ma ha anche la possibilit di
apprendere ogni giorno nuove conoscenze attorno a molti argomenti e di ampliare cos la propria
cultura generale.
Per questo il quotidiano uno degli strumenti pi importanti dell'istruzione permanente, di
quell'istruzione cio che ogni cittadino deve continuare ad acquisire anche quando non frequenta pi
la scuola.

LAVORO DI GRUPPO
DISTINGUERE GLI ARGOMENTI DI UN QUOTIDIANO
1. Con il seguente esercizio potete rendervi conto della variet di argomenti che vengono illustrati
su un quotidiano e potete esercitarvi a capire velocemente di quale argomento parla un articolo.
A. Dividete la classe in gruppi.
Tutti i gruppi devono esaminare lo stesso quotidiano d'informazione, dello stesso giorno. E
bene che ogni gruppo abbia a disposizione pi copie dello stesso quotidiano.
B. Sfogliate il quotidiano: per ogni argomento elencato nella tabella cercate tutti gli articoli che
lo trattano; evidenziate i loro titoli con lo stesso colore e poi scrivete nella casella vuota il
titolo dell'articolo che rispetto all'argomento considerato, occupa pi spazio sul giornale.
C. Al termine del lavoro confrontate le tabelle compilate dai diversi gruppi e rispondete alle
seguenti domande:
-avete scritto nella tabella gli stessi titoli?
-avete classificato in modo diverso qualche articolo ?
-avete dimenticato qualche articolo ?

Nome della testata:


Data:

ARGOMENTO
Politica estera

TITOLO DELLARTICOLO CHE OCCUPA PIU SPAZIO

Politica interna
Cronaca
internazionale
Cronaca italiana
Economia
Sociologia
Diritto
Filosofia

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Psicologia
Religione
Letteratura
Storia
Geografia
Matematica
Scienze naturali
Medicina
Agricoltura
Sport
Musica/canto
Teatro/danza
Cinema
Televisione
Hobby
Altri argomenti

2. LAVORO DI GRUPPO
SCOPRIRE TUTTI GLI ARGOMENTI DI UN QUOTIDIANO
Per avere una panoramica completa degli argomenti trattati da un quotidiano d'informazione
ripetete l'esercizio precedente con ciascuna delle sette copie settimanali del giornale che avete scelto.
3. LAVORO DI GRUPPO
CONFRONTARE QUOTIDIANI DIVERSI
Per confrontare lo spazio diverso che i giornali dedicano ai vari argomenti ripetete l'es. n.1
esaminando tre o quattro quotidiani d'informazione dello stesso giorno.
Preparate per ciascun quotidiano una tabella come la precedente.
Assegnate ad ogni gruppo di ragazzi un quotidiano diverso ed al termine del lavoro confrontate le
tabelle che avete compilato rispondendo alle seguenti domande:
- quale giornale presenta una maggior variet d'argomenti?
- confrontate nelle tabelle un argomento per volta:
- I titoli riportati si riferiscono alla stessa notizia ?
- Quali giornali hanno considerato la stessa notizia come la pi importante?
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GLI ARTICOLI DI UN QUOTIDIANO

Articoli che si trovano nella prima pagina.

Per diventare un buon lettore di quotidiani


necessario saper distinguere i diversi tipi di
articoli ed imparare il nome di alcuni di essi.
Articolo di apertura: l'articolo che apre la
prima pagina; sempre sistemato in alto a
sinistra.
Articolo di fondo o editoriale: nella prima
pagina, in alto a sinistra; larticolo che esprime
il punto di vista del giornale su un fatto di
attualit; spesso scritto dal direttore o da un
suo collaboratore di fiducia.
Articolo di spalla: l'articolo che si trova in
prima pagina, in alto a destra.
Civetta: il breve riassunto di un articolo
pubblicato nelle pagine interne; si colloca in
prima pagina perche richiami lattenzione del
lettore.
corsivo: un breve articolo scritto con caratteri
corsivi; in genere polemico e firmato con uno
pseudonimo.

Cronaca: un articolo che informa su un fatto avvenuto nelle ultime ore o commenta un fatto d'
attualit. Ci sono articoli di:
- cronaca bianca (fatti politici, amministrativi, sindacali; fatti curiosi, avvenimenti comici, episodi
di onest e bont) ;
- cronaca nera (incidenti, sciagure, fatti delittuosi);
- cronaca rosa (storie sentimentali);
- cronaca gialla (scandali, fatti misteriosi).
Elzevro: un articolo di carattere culturale; i giornali che seguono ancora la tradizione di dedicare
la terza pagina alla cultura la aprono con l' elzevro , collocato in alto a sinistra.
(L' elzevro ha preso il nome dai tipografi Elzevier che nei secoli XVII e XVIII lo stampavano con i
caratteri incisi dal pittore fiammingo Van Dyck).
Inchiesta: un articolo che riferisce i risultati di un'indagine, a volte condotta con interviste; spesso
l' inchiesta corredata di dati statistici e di diagrammi che visualizzano i risultati ottenuti.
Recensione: un articolo che presenta e valuta criticamente un libro, un film, uno spettacolo teatrale
o televisivo, una mostra.
Pu essere un articolo lungo o anche molto breve; pu essere collocato nelle pagine dedicate alla
cultura o in quelle dedicate agli spettacoli.
Rubrca: un servizio che si offre al lettore con cadenza periodica (tutti i giorni, una volta alla
settimana, una volta al mese); ogni rubrica ha una collocazione fissa in una certa pagina in modo che
il lettore la trovi facilmente.
Ci sono rubriche dedicate ad argomenti molto diversi: alla lingua italiana, alI ' economia, alla
salute, alle ricette, al giardinaggio, ecc.
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Quasi tutti i quotidiani dedicano uno spazio fisso alla rubrica delle
lettere inviate dai lettori.
Servizio: per servizio giornalistico si intende un articolo ampio ed approfondito su una situazione, un
problema o un avvenimento; nel servizio il giornalista integra le informazioni con commenti
personali, osservazioni critiche e collegamenti con altre notizie (qualche volta per questo tipo di
articolo si usa anche il termine francese reportage).
Trafiletto: un articolo molto breve sistemato nella pagina tra due linee orizzontali che possono
anche essere tratteggiate o punteggiate.
1 .LAVORO COLLETTIVO
RICONOSCERE I TIPI DIVERSI DI ARTICOLI
Sfogliate dei giornali diversi e cercate un esempio per ciascuno degli articoli di cui avete
imparato il nome.
Potete anche costruire dei cartelloni su cui incollare un esempio per ogni tipo di articolo.

IL TITOLO E LARTICOLO
Fino a pochi anni fa tutti i quotidiani italiani, osservando una regola che deriva da una lunga
tradizione, formulavano i titoli distinguendo in essi tre parti diverse:

Oggi si seguono poco le regole tradizionali ed ogni quotidiano ha introdotto qualche novit per
rendere i titoli pi efficaci ed evidenti.

Il titolo di un articolo deve essere coerente con il suo testo: spesso invece, per attirare lattenzione dei
lettori, si inventano dei titoli incoerenti, formulati in modo scorretto.
Leggi la seguente tabella:
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I TITOLI BEN FORMULATI O MAL FORMULATI?


Leggi i seguenti articoli e poi giudica il loro titolo: rispondi alle domande che trovi calce utilizzando
le espressioni della tabella che hai letto nella pagina precedente.

2. LAVORO COLLETTIVO
CERCA TITOLI GIUSTI E TITOLI SBAGLIATI
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Cerca sui quotidiani tanti brevi articoli come quelli delles. n1 incollateli sul cartellone o su un
quaderno e accanto ai titoli scrivete:
IL TITOLO E BEN FORMULATO PERCHE..
Oppure
IL TITOLO E MAL FORMULATO PERCHE
(Per completare il giudizio utilizzate le espressioni che trovate nella tabella)

LA FUNZIONE DEI TITOLI


I titoli aiutano il lettore a selezionare gli articoli.
in base al titolo che si sceglie quale articolo leggere: di solito, quando si prende in mano un giornale,
prima si d un' occhiata veloce ai titoli ed alle fotografie di tutte le pagine e solo in un secondo
momento ci si sofferma a leggere gli articoli che pi interessano.
Qualche volta pu capitare che un titolo attiri tanto la nostra attenzione da indurci a leggere, o almeno
incominciare a leggere, un articolo che parla di un argomento che in genere non ci interessa; al
contrario pu sfuggirci un articolo interessante perch segnalato da un titolo poco efficace.
Per mezzo dei titoli ci si informa su molti argomenti in un breve spazio di tempo: il lettore esperto
non legge mai tutto il giornale ma sempre al corrente di molte notizie perche le trova espresse
sinteticamente nei titoli.
I titoli aiutano il lettore ad interpretare le notizie.
I caratteri tipografici dei titoli possono condizionare il lettore: un titolo stampato con caratteri grandi
o grandissimi suggerisce che una notizia molto importante, mentre, al contrario, un titolo con
caratteri piccoli pu indurre a sottovalutarne un'altra.
Il linguaggio dei titoli non mai neutrale perche ciascuno di essi vuoi suscitare nel lettore una certa
reazione: convincerlo, scandalizzarlo, emozionarlo, commuoverlo, spingerlo ad agire, farlo sorridere.
Anche quando un titolo vuole solo informare, influenza il lettore perch, per questioni di spazio, chi
10 formula deve scegliere pochissime parole con cui molto difficile sintetizzare
obiettivamente una notizia.
Anche l'accostamento fra due o pi titoli pu suggerire un' interpretazione delle notizie: se nella stessa
pagina si collocano, per esempio, il titolo di una sciagura e quello di una festa. cittadina, si pu
produrre l'effetto di sdrammatizzare la notizia triste ma si pu anche suscitare l'indignazione del
lettore che magari giudica l'accostamento poco rispettoso o offensivo.
1 .UNA GARA
CHI LEGGE PI VELOCEMENTE I TITOLI?
Sai scorrere velocemente con gli occhi le pagine di un quotidiano?
Mettiti alla prova in una gara con i tuoi compagni: ciascuno di voi sfogli un giornale in un
certo tempo prestabilito (3 o 4 minuti) e poi, senza guardarlo, scriva su un foglio tutte le notizie che
ricorda.
Vince la gara chi ricorda pi notizie.

2. UNA GARA
CHI TROVA PI IN FRETTA UNA NOTIZIA?
Sai individuare velocemente su un quotidiano una notizia che ti interessa?
Mettiti alla prova in una gara con i tuoi compagni: il tuo insegnante dir qual la notizia che
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avrete scoprire e ciascuno di voi sfoglier il giornale, a turno, per trovarla.
Vince chi impiega meno tempo a trovare la notizia.
(La gara sar pi facile se l'insegnante vi dir il titolo esatto della notizia; sar invece pi impegnativa
se si limiter ad indicarvi il fatto di cui essa parla).

IL LINGUAGGIO DEI TITOLI


Nella redazione dei giornali la formulazione dei titoli viene considerata un' operazione molto
importante: spesso infatti la si affida ad uno specialista che si chiama appunto titolista.
Per ragioni di spazio i titoli sono brevi e perci, per essere efficaci, devono essere sintetici.
Nei titoli si risparmiano e si accorciano le parole, si riducono le informazioni, si semplificano le
notizie, si adottano dei trucchi linguistici, si creano frasi ad effetto.
Chi formula i titoli lascia quasi sempre qualcosa di sottinteso e confida nelle capacit intuitive del
lettore: per questo non utile esercitarsi a leggerne tanti.

1. TROVA I TITOLI
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Qui di seguito trovi elencate le principali caratteristiche della lingua dei titoli; per ogni caratteristica
riportato un esempio: tu cercane un altro fra i titoli stampati sopra e scrivilo al posto dei puntini.

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2. LAVORO COLLETTIVO -UN CARTELLONE DI TITO


In collaborazione con i tuoi compagni puoi costruire tanti cartelloni quante sono le caratteristiche
della lingua dei titoli elencate nell'es.1; su ogni cartellone incollate alcuni esempi di titoli, dopo averli
ritagliati dai quotidiani.
3 .PROVA A TRADURRE I TITOLI
Prova a tradurre i titoli in un linguaggio non giornalistico; trascrivi sul tuo quaderno tutti i titoli che
si elencano nell'es. 1 e poi accanto a ciascuno di essi scrivi la traduzione: esprimi gli stessi concetti
con altre parole, non adottare il trucco usato dal giornalista.
Es. Non aveva il casco = Ha riportato gravi ferite un ragazzo caduto dalla moto: non aveva il casco
4 .INVENTA DEI TITOLI
Ti piacerebbe fare il titolista di un quotidiano?
Mettiti alla prova inventando dei titoli per le seguenti notizie:
TITOLO
NOTIZIA Il governo decide di aumentare il prezzo delle sigarette e della benzina; fra qualche mese
sar pi cara anche l'energia elettrica e sar aumentato il costo delle telefonate.
TITOLO.
NOTIZIA: I ladri hanno saccheggiato una scuola; sono spariti anche i doni che i ragazzi avevano preparato per il Natale dei loro genitori. Una mamma ha comperato venti mazzi di fiori che
durante la festicciola in classe hanno preso il posto dei doni rubati.
TITOLO...
NOTIZIA: Domenica prossima forse non si potr giocare il derby Juve-Toro perche il campo
impraticabile: il manto erboso dello stadio di Torino stato rovinato dalle continue piogge e manca
il tempo per rinnovarlo.
TITOLO .
NOTIZIA: Perdono la vita in un incidente stradale tre giovani di vent'anni; tornavano a casa
dopo una sera in discoteca; alle due di notte, sull'autostrada Torino-Milano, nei pressi del casello di
Novara, l'auto su cui viaggiavano ha sbandato ed finita nella corsia opposta dove si incastrata sotto
un Tir; forse il ragazzo al volante aveva bevuto e non si accorto che stava viaggiando ad una velocit
eccessiva.
5. RIESCI A PREVEDERE L' ARTICOLO LEGGENDO IL TITOLO?
Un bravo lettore di giornali quando legge it titoto di un articolo riesce a farsi un'idea del suo
contenuto. Scegli uno dei titoli sparsi dellesercizio n.1 e prova ad immaginare che cosa si dice
nell'articolo.
Confronta la tua ipotesi con quella dei tuoi compagni.

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DALLA NOTIZIA DI AGENZI ALL'ARTICOLO


Tutte le redazioni dei quotidiani hanno a disposizione ogni giorno un gran numero di informazioni:
da dove arrivano le notizie?
Dagli inviati speciali, dai corrispondenti che risiedono all'estero, dai cronisti che si informano presso
i Tribunali, le Questure, gli ospedali ...ma anche dagli uffici stampa di organismi pubblici e privati e
dalle agenzie di stampa.
Che cosa sono le agenzie di stampa?
Sono agenzie nazionali o internazionali che, servendosi di molti collaboratori raccolgono notizie e le
trasmettono, sintetizzate in modo telegrafico o gi sotto forma di articoli, ai giornali che si abbonano
ai loro servizi: la trasmissione avviene tramite telescriventi; con lo stesso sistema si possono far
pervenire le fotografie da un capo allaltro del mondo, quelle che infatti si chiamano telefoto.
Le pi importanti agenzie internazionali sono: le statunitensi The Associated Press (A P) e The United
Press lnternational (U P I); la francese France- Press (A F P), l'inglese Reuter e la sovietica Tass.
La pi importante agenzia italiana l' ANSA (Agenzia Nazionale Stampa Associata).
Le notizie d' agenzia vengono trasformate in articoli dai giornalisti che spesso si documentano con
altre informazioni per completarle; qualche volta il giornalista deve essere in grado di amplificare la
notizia d'agenzia secondo una misura prestabilita, con un certo numero di righe, per adeguarla alle
esigenze dell'impaginazione: partendo da una notizia di poche frasi si pu costruire un articolo breve,
lungo o anche molto lungo.

1.CONFRONTA DUE ARTICOLI COSTRUITI CON LA STESSA NOTIZIA DAGENZIA


Qui di seguito puoi scrivere due articoli di diversa lunghezza, che danno ai lettori la stessa notizia,
pervenuta alla redazione dei giornali tramite agenzia stampa.
Leggi gli articoli e poi sottolinea le informazioni che compaiono sia nelluno che nellaltro.

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LA MANIPOLAZIONE DELLE NOTIZIE


In qualche misura tutti i giornali manipolano le notizie.
Ma che cosa significa manipolare le notizie?
Significa dare delle informazioni non del tutto obiettive o perche le si trasmette al lettore attraverso
un particolare punto di vista o perch si attribuisce loro un'importanza maggiore o minore di quella
che dovrebbero avere.
Una notizia pu essere presentata in molti modi diversi e ciascuno di essi condiziona il lettore L
'importanza e il significato di una notizia dipendono da:
il testo dell'articolo - con le parole di un articolo un giornalista pu presentare, commentare ed
interpretare in modi diversi una
Notizia la collocazione - collocando una notizia in una pagina piuttosto che in un' altra le si attribuisce
un' importanza maggiore o minore; pubblicandola in prima pagina le si attribuisce il massimo
dell'importanza
Lo spazio - il lettore tende ad attribuire importanza ad una notizia a seconda dello spazio che il
quotidiano le dedica; se aumenta lo spazio aumenta anche la credibilit della notizia: il lettore cio
pi disposto a credere che essa sia sicura.
La fotografia - aggiunge sempre importanza e credibilit ad una notizia
Il titolo dell' articolo - il titolo influenza l' opinione del lettore sia per le sue dimensioni che per le
sue parole; il lettore attribuisce molta importanza alle notizie annuncIate da grandi titoli.
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Nel giornalismo l'obiettivit quasi impossibile perch impossibile stabilire con imparzialit
quale debba essere l'importanza di una notizia e perche molto difficile per qualsiasi giornalista
distinguere sempre l' informazione dalla propria opinione.
In alcuni casi i giornali manipolano intenzionalmente le notizie per influenzare il giudizio del lettore
ma pi spesso la manipolazione involontaria, inevitabile: molte informazioni vengono distorte,
amplificate, ridotte o addirittura taciute perche manca il tempo di verificarne l'esattezza, per esigenze
d'impaginazione o per altri motivi organizzativi.
Il dovere di informarsi e di leggere i giornali non viene meno solo perche essi non possono garantire
il massimo d'obiettivit; il cittadino responsabile compera e legge il quotidiano: poich consapevole
del fatto che una stessa notizia pu essere presentata in molti modi diversi, lo legge con attenzione e
lo confronta qualche volta con altri quotidiani per esercitare il proprio spirito critico e salvaguardare
la propria libert di giudizio.

IL DOVERE DI CITARE LE FONTI


Quando leggiamo una notizia sul giornale dobbiamo sempre chiederci:
come ha fatto il giornalista ad avere le informazioni?
Ha assistito di persona al fatto che racconta?
Ha parlato personalmente con le persone coinvolte nel fatto ?
Se non ha assistito al fatto o non ha parlato con i protagonisti, da chi ha avuto le informazioni? Se il
giornalista nel suo articolo ci suggerisce le risposte a queste domande, possiamo leggere la notizia
con fiducia e pensare che sia credibile, altrimenti siamo autorizzati ad avere dei dubbi.
A questo proposito il giornalista Piero Ottone ci racconta un episodio illuminante: I giornali hanno
annunciato: il Caff Greco infestato da topi e scarafaggi. Il caso, a giudicar dal tenore della notizia,
doveva essere grave perch l'autorit (non si precisava qua[e) aveva adottato una
procedura d'urgenza. In piena mattina, i clienti erano stati invitati ad uscire, i dipendenti erano stati
mandati a casa, e il locale era stato chiuso coi sigilli. Pi di un giornale si abbandonava ad amare
riflessioni sul fatto che nei saloni dorati di via dei condotti si servivano fumanti tazze di cioccolata e
di caff e fragranti pasticcini alla crema, mentre nel retrobottega i topi e gli scarafaggi
passeggiavano indisturbati. Insomma: uno scandalo.
Quel che mi ha colPito alla lettura di queste notizie, e dei titoli che, le accompagnavano, era il tono
perentorio. A leggerle, non poteva" nascere ombra di dubbio: il locale era infestato.
Sono passati due o tre giorni, ed stata Pubblicata un'altra notizia.
Il locale era stato riaperto. L'annuncio della riapertura era accompagnato dalle dichiarazioni del
gestore: alcuni degli addebiti, a suo dire, si erano rivelati infondati; altri erano stati ridimensionati
(secondo lui, era stata scoperta traccia di animali soltanto dietro una caldaia).
Non mio compito, in questa sede, di accertare come siano andate le cose.
Mi preme invece di osservare che la notizia sul Caff Greco, per il modo in cui stata data, costituisce
un esempio di pessimo giornalismo.
Ed pessimo per questa ragione: che i cronisti presentavano i fatti come se fossero stati il risultato
di una loro osservazione diretta, oppure di una rivelazione divina.
Ma losservazione diretta da escludere, perch i cronisti non si erano insinuati di soppiatto nei
locali del caff, per scrutarne gli angoli.
La stesura corretta della notizia doveva seguire le seguenti linee.
Bisognava dire che un ispettore aveva eseguito una visita di controllo nel locale e dichiarava di aver
fatto alcuni accertamenti: tracce di animali, e cos via.
Bisognava poi interrogare, lo stesso giorno, il gestore, e Pubblicare la sua versione dei fatti.
Ecco dunque una regola fondamentale: citare la fonte.
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Bisogna citarla sempre, sia che si parli di un banale incidente stradale, o di alta Politica, quando
sussiste il bench minimo dubbio su quello che si riferisce, e a meno che non si tratti dell'osservazione
diretta di chi scrive.

(da Piero Ottone, Il buon giornale, TEADUE, Milano, 1990)

LINFORMAZIONE E IL COMMENTO
Quando leggiamo una notizia sul giornale dobbiamo tenere presente che:
Il giornalista non fornisce sempre il maggior numero possibile di informazioni
sull'argomento di cui parla; talvolta deve limitarle per ragioni di spazio, talvolta invece
dimentica intenzionalmente dei particolari, dei dati, delle testimonianze: in entrambi i casi
fa una scelta che esprime il suo punto di vista e che condiziona il lettore.

Il giornalista non distingue sempre l'informazione dal proprio commento: spesso il


lettore non sa se ci che legge la verit in assoluto o l' opinione di chi scrive perche le
informazioni sono mescolate ai commenti o sono fornite con un linguaggio ricco di aggettivi
o di verbi che esprimono giudizi sull'argomento trattato.
La distinzione fra le informazioni e i commenti molto chiara solo quando il giornalista scrive
prima tutte le informazioni e poi le commenta, o viceversa; oppure quando fa capire in modo
esplicito che ci che sta per dire una sua opinione.

2. LE INFORMAZIONI E I COMMENTI
Nel seguente articolo il giornalista ha mescolato le informazioni( le trovi sottolineate) e i commenti,
i suoi e quelli di altre persone. Leggi attentamente larticolo e le annotazioni che trovi al lato, poi
rispondi alle domande.

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A. Mescolando le informazioni con i commenti si mette in difficolt il lettore che stenta a capire
in fretta e con chiarezza qual il fatto di cui si parla. Tu hai capito con facilit ci che succede
in quella scuola o hai dovuto rileggere due volte l'articolo?
B. Mescolando le informazioni con i commenti si mette in difficolt il lettore che stenta a capire
qual l'opinione del giornalista e a farsi un'opinione personale.
- Qual l'opinione del giornalista? (scegli l'affermazione con cui concordi).

il giornalista si esprime in tono scherzoso perche ritiene che il fatto non sia grave,
anzi faccia sorridere

il giornalista si esprime con ironia e sarcasmo per farci capire che le autorit sono
irresponsabili a non preoccuparsi di una situazione cos pericolosa per i bambini
- Qual la tua opinione personale? (scegli l'affermazione con cui concordi).

scandaloso il fatto che dei bambini debbano stare in un'aula cos pericolosa

la situazione dei bambini solo divertente: essi non corrono dei seri pericoli.
C. Prova a riscrivere l'articolo distinguendo bene le informazioni dai commenti: prima spiega in
modo sintetico ci che succede in quell'aula, poi aggiungi l'e opinioni del giornalista e quelle
dell'assessore e del direttore.

SAI DISTINGUERE LE INFORMAZIONI DAI COMMENTI?


Cerca su un quotidiano un facile articolo di cronaca: leggilo attentamente una volta e poi rileggilo
sottolineando le informazioni, cos come stato fatto nell' articolo Ventidue scolari
felici e un po' bagnati .
(Per fare un'analisi pi accurata puoi ritagliare l'articolo, incollarlo sul quaderno e scrivere in
margine le parole INFORMAZIONE O COMMENTO con qualche tua osservazione).

LATRUTTURA DI UN ARTICOLO
Un grande personaggio nella storia di Milano, Ettore Conti, diceva che nessun oratore deve alzarsi a
parlare se non ha gi ben chiara in testa la frase finale del suo discorso.
Allo stesso modo nessun giornalista dovrebbe mai incominciare a scrivere senza avere prima tracciato
la scaletta del suo articolo.
La scaletta indica il decorso dell'articolo, l'ordine in cui si susseguiranno le sue varie parti. Per me
la scaletta una necessit psicologica; anche se improvvisavo una cronaca al telefono, sentivo il
bisogno di buttar gi su un pezzo di carta, prima di incominciare la dettatura, qualche appunto su quel
che avrei dettato.
L 'articolo si compone di un'apertura; di un corpo centrale; di una conclusione. Quanta pena pu
costare la ricerca della prima frase!
Le regole cambiano secondo il genere di articolo che si scrive.
L'apertura pu enunciare (specie se si tratta di un articolo di cronaca) gli elementi essenziali di un
fatto che si riferir, oppure pu essere costituita da un episodio, da un aneddoto.
Per il primo caso, quello in cui si enunciano gli elementi essenziali del fatto che si riferir, gli inglesi
hanno inventato la regola dei cinque W , secondo la quale l'apertura deve rispondere a cinque
domande che in inglese cominciano appunto con quella lettera dell' alfabeto :
WHO - CHI ha fatto ci che si sta per raccontare
WHAT - CHE COSA ha fatto
WHEN - QUANDO l'ha fatto
IWHERE - DOVE l'ha fatto
WHY - PERCHE l'ha fatto
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La regola dei cinque W va ricordata ma esistono anche altre possibilit d' apertura .
Quel che importa trovare una frase felice: cio, breve; attraente, in modo da invogliare a leggere il
resto; esplicativa, perche deve far capire di che cosa si parler nel seguito dell'articolo.
Cerchiamo di capire lo stato d'animo di chi ci legger (o dovrebbe leggerci).
La grande maggioranza dei lettori di giornali non sono lettori tranquilli.
Prendono fra le mani il giornale nei ritagli di tempo, fra molte altre occupazioni; quando sono in
autobus o sull'aereo; lo sfogliano, guardano i titoli, e decidono di leggere un articolo solo se sono
invogliati dal titolo e, eventualmente, dalla prima frase. Bisogna subito agganciarlo.
Se lo si costringe a uno sforzo intellettuale per indovinare di chi o di che cosa stiamo parlando,
probabile che si scoraggi, e che volti pagina.
Alla ricerca della prima frase non si dedica mai dunque troppo tempo; talvolta occorre pi tempo per
trovare l' apertura che per scrivere il resto dell'articolo.
Superato l'ostacolo dell'apertura, succede di solito che si scrive con rapidit crescente amano a mano
che si procede. Abbiamo aperto un varco: il pi fatto. La scaletta ci protegge dal pericolo di
sbandare, di perderci nella foresta delle idee, mentre ogni buon articolo si costruisce intorno ad una
sola idea: un fatto, se facciamo cronaca; una tesi, se facciamo un commento. Gi due idee sono troppe.
L 'errore pi grave voler dire tutto; anche perche, comunque, a dir tutto, non si riuscirebbe mai.
C' infine il problema della conclusione: ogni articolo deve avere una frase finale di qualche effetto.
giusto accomiatarsi dal lettore in modo da tenere con lui buoni rapporti. Il miglior commiato
quello che, dopo la separazione, lo costringe a riflettere ancora per qualche istante su quel che ci
siamo detti; quello, pertanto, che insinua in lui qualche dubbio, che contiene un minimo di
provocazione, uno stimolo alla riflessione .
Vale la pena, insomma, di trascorrere un po' di tempo a cercare la frase adatta, prima di mettere sul
foglio quel segnetto convenzionale che indica che l'articolo finito.
(da Il buon giornale, TEADUE, Milano, 1990)

RICONOSCI LA STRUTTURA DEGLI ARTICOLI?


1. Rileggi i due articoli riprodotti e intitolati:
PUNISCE IL CANE MORSICANDOLO
PUNITE QUELL'UOMO, MORDE IL CANE.
Individua in ciascuno di essi l'apertura - il corpo centrale - la conclusione e separa con
una linea una parte dall'altra.
2. In uno dei due articoli, l'apertura stata costruita seguendo la regola dei cinque W: di quale
articolo si tratta ?
Cerca, nell'apertura, la risposta alle seguenti cinque domande:
Ch i ?
Che cosa ?
Quando ?
Dove ?
Perche ?
3. In uno dei due articoli l' apertura costruita con frasi brevi, esplicative, scelte per ag-ganciare
subito la curiosit del lettore.
Di quale articolo si tratta ?
4. Rileggi le conclusioni dei due articoli: quale ti piace di pi? Perche?
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5. SCRIVI UN ARTICOLO CON LA SCALETTA
Prova a scrivere tu un terzo articolo sulla notizia del padrone che morde il cane; prepara una o
scaletta e sviluppa l'articolo seguendo i consigli di Piero Ottone: quale tipo di apertura preferisci
scegliere? Quale tipo di conclusione?

ALCUNE REGOLE SEMPLICI PER SCRIVERE BENE


(Piero Ottone)

da Il buon giornale

Io credo nel buon giornalismo, e sono convinto che lo stile giornalistico possa diventare bellissimo,
purch risponda a determinate regole, e segua determinati modelli.
La prima regola semplice: 1o stile giornalistico esige frasi brevi e lineari.
Si racconta che un direttore della Neue Ziircher Zeitung abbia detto a un giovane redattore, il giorno
dell ' assunzione: Quando scriver un articolo, si ricordi che ogni frase ha un soggetto, un predicato,
un complemento oggetto. Punto. Poi di nuovo soggetto, predicato, complemento, e un altro punto. Se
una volta sentir il desiderio di adoperare un aggettivo, venga prima nel mio ufficio a chiedermi il
permesso.
E una regola splendida. Cerco di tenerla sempre presente, e anche in questo istante, mentre scrivo
queste annotazioni, tengo (d' occhio i miei periodi per accertarmi che non si allontanino troppo dallo
schema.
Soggetto, predicato, complemento oggetto.
Gi i complementi indiretti, con le locuzioni prepositive, disturbano la semplicit lineare
della frase; gli avverbi rischiano di renderla torbida, di appesantirla; le frasi subordinate, infine, danno
al periodo un andamento tortuoso, simile a un percorso fatto di strade principali, di strade secondarie,
di gallerie e di viadotti.
importante la punteggiatura che stabilisce il ritmo.
bene che ogni frase sia semplice, lineare: soggetto, predicato, complemento. Ma le frasi devono
avere una loro continuit, e giocare l'una con l'altra, ora con fluidit, in modo da integrarsi, ora in
contrapposizione, con effetto da contrappunto.
importante decidere quando si va a capo.
Vi fu un periodo nel quale il Messaggero acquistava, e ripubblicava, le corrispondenze dall'estero
della Gazzetta del Popolo, quindi anche le mie. Le pubblicava, di solito, tali e quali, per seguendo
la regola, allora in vigore in quel giornale, di andare a capo dopo ogni punto fermo. Quando vedevo
la mia pur modesta prosa cos smontata, frase per frase, e ridotta a una successione di brevi
enunciazioni telegrafiche, provavo sofferenza.
Ogni capoverso deve esporre, sviluppare e concludere un ragionamento, un concetto, un pensiero
compiuto; l' insieme dei concetti costituisce un articolo.
Se il capoverso spezzettato in tante frasi a se stanti, addio logica, addio costruzione generale.
come se una sinfonia fosse ridotta ad una marcia militare.
ovvio che bisogna adoperare parole di uso comune e non termini strani che pochi conoscono;
credo che quella di farsi comprendere sia una buona regola per tutti quelli coloro che scrivono;
certamente lo per chi scrive nei giornali.
I vocaboli stranieri vanno usati con parsimonia, e comunque sempre tradotti, perche i lettori non sono
tenuti a conoscere lingue straniere.

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Le ripetizioni di un vocabolo nella stessa frase o in frasi vicine, di norma, sono da evitare; ma
Winston Churchill diceva che le ripetizioni sono preferibili alla mancanza di chiarezza; meglio
ripetere la stessa parola due o tre volte nella stessa frase, piuttosto che dar luogo ad ambiguit.
Sono altres da evitare i. luoghi comuni, le frasi fatte.
Da parte mia, non credo di essere tornato a scrivere che qualche cosa si snoda come un serpente da
quando ero un ventenne, e Massimo Caputo (direttore della Gazzetta del Popolo) mi fece
bonariamente notare che, se non trovavo una similitudine pi personale, era meglio desistere dalle
similitudini.
(da Il buon giornale, TEADUE, Milano, 1990)

SCRIVI UN ARTICOLO CON STILE


Fingi di essere un giornalista e scrivi un articolo di cronaca raccontando un fatto realmente accaduto
nel tuo ambiente, a scuola o in famiglia.
Componi le frasi e i periodi seguendo i consigli di Piero Ottone.
Al termine del lavoro controlla il tuo stile rispondendo alle seguenti domande:
- Sono riuscito a comporre frasi brevi e lineari, seguendo lo schema di: soggetto, predicato, pochi
complementi?
- Ho impresso un buon ritmo al mio articolo con la punteggiatura ?
- Ho costruito dei capoversi di senso compiuto andando a capo nei momenti giusti?
- Ho usato parole troppo difficili o strane?
- Ho ripetuto dei vocaboli nella stessa frase o in frasi vicine ?
- Ho evitato i luoghi comuni e le frasi fatte ?

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