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Se questo uomo di Primo Levi e La Divina Commedia

Il canto XXVI
C stato un capitolo che mi piaciuto notevolmente durante la mia lettura di Se questo uomo.
Si tratta del capitolo che Primo Levi intitola Il canto di Ulisse. Mi sono emozionato leggendo
queste pagine, perch si tratta dun piccolo momento in cui lautore non parla della vita ad
Auschitz, ma delle sue sensazioni interiori. Sono stato molto impressionato dal !atto che questo
episodio avvenga proprio quando lui vuole parlare con un giovane alsaziano molto vivido ed
intelligente.
La vita in campo molto dura, aspra e !orte. Lallora giovane italiano"e#reo Levi aveva gi$
so!!erto a##astanza% senza sapere se lindomani ci sare##e ogni notte che dormiva in campo,
senza #adare al !uturo incerto, ma con un unico scopo !ondamentale% &arrivare alla primavera'.
(n questo contesto si pu) cogliere meglio e pi* pro!ondamente loasi che si crea con linserzione
di questo capitolo dove Levi ricorda alcuni versi della +ivina Commedia. Sem#ra incredi#ile che
in un campo di concentrazione, dove luomo ridotto da altri uomini a qualcosa che non
,uomo-, dico, sem#ra incredi#ile che ci sia luogo per la letteratura. .uando il principale compito
e dovere, insepara#ile dalla vita di ogni uomo, quello di sopravvivere e conservare la vita,
sorprende molto che luomo sia capace di porsi davanti alla mente ,oggetti- che non gli siano
utili a tal !ine.
&Ma stato cos/ 0 ho detto tra me 0. Lui ha voluto ricordare alcuni versi di +ante in mezzo al
mare di tormenti che viveva ogni giorno'. 1ean era il nome di quel giovanotto che lascoltava
assorto, medita#ondo e quasi ,!elice-%
&Considerate la vostra semenza%
2atte non !oste a viver come #ruti,
Ma per seguir virtute e conoscenza.
Come se anchio lo sentissi per la prima volta% come uno squillo di trom#a, come la voce di +io.
Per un momento, ho dimenticato chi sono e dove sono'.
Adesso mi permetto di aggiungere dei commenti pi* personali su questo capitolo o #rano del
li#ro.
(o sono dellidea che nelluomo ci siano cose che non gli riportino nessuna utilit$ pratica e che,
anche se non essendo necessarie per la vita naturale umana, sono per) qualcosa che
larricchiscono umanamente. 3ra queste cose si trovano le arti, soprattutto quelle che implicano
un certo tipo di saggezza universale e quindi perenne.
La letteratura tra queste arti, non c du##io. Ma linteressante sapere in che grado e come ,le
lettere- possano arricchire un essere umano.
(l senso del #ello ha molto a che !are con quello del vero. 4siste a!!atto un patrimonio umanano
di saggezza che non sempre si sa con certezza quando sia nato, ma si sa che azzeccato5 mi
ri!erisco in particolare allorigine dei prover#i. Molti li utilizzano, saggi ed ignoranti, perch il
loro contenuto di solito cos/ vero che sem#ra impossi#ile trovare una miglior !onte di saggezza.
.uello che !a dei prover#i qualcosa di perenne soprattutto la #revit$ e la saggezza contenutevi.
Ma, oltre ai prover#i popolari, c un altro veicolo di ,sapienza- per i popoli% i capolavori della
letteratura universale. (n questi luomo trova delle verit$ nascoste e una continua sorgente
dispirazione. La #ellezza unita a queste verit$ nascoste o esplicite spinge agli uomini a non voler
dimenticare quello che leggono o ascoltano. Le risorse letterarie delluomo sono inesauri#ili,
cos/ come la sua sete di #ellezza ed elevazione insazia#ile. 6 di!!icile trovare un uomo di un
solo li#ro, per cui non strano quello che dice ladagio latino medievale, hominem unius libri
timeo5 e questo si deve in parte al in!inito desiderio umano di sapere, di gustare, di vedere, di
andare oltre se stesso.
La letteratura capace di elevare luomo, anche se !atta dalluomo stesso5 cos/ come un !iglio
7anche e soprattutto uno piccolo8 capace di dare con!orto ai suoi genitori. La letteratura
capace di permettere alluomo di oltrepassare il presente e condurlo allinterno di se stesso, per
trovare la sua realt$ superiore inseritagli sin dal suo primo giorno di vita.
9on #isogna per) canonizzare i letterati e gli uomini di lettere per essere stati capaci di portare in
alto lo spirito umano. Se li possiamo canonizzare, meglio5 ma non che le sue de#olezze
!acciano a!!ievolire la !iamma interna delle sue opere, anzi, le loro esperienze di vita umana, la
loro sensi#ilit$ sommamente umana !a avvampare il !uoco, !a !luire il sangue di vita che scorre
attraverso le pagine con un nuovo impeto% quello dellessere umano, un essere simultaneamente
grande e piccolo.
+ante tuttavia ha una !orza speciale. La sua poesia non un semplice pretesto di vanto, ma un
vero canto verso leterno. ( suoi versi sono capaci di !ar uscire un uomo da un campo di
concentrazione, possono !argli capire cose nuove, nonostante si tratti di versi gi$ noti...
(n questo caso non stato soltanto Levi lunico #ene!iciato da +ante... anchio ho trovato nuovi
insegnamenti.
(l canto ::;( dell(n!erno parla dellincontro di ;irgilio e +ante con due !amosi eroi antichi%
<lisse e +iomede. 4ntram#i sono stati puniti per tre peccati in particolare, secondo il racconto di
;irgilio%
&L$ dentro si martira
<lisse e +iomede, e cos/ insieme
a la vendetta vanno come a lira5
e dentro da la lor !iamma si geme
lagguato del caval che ! la porta
onde usc/ de =omani il gentil seme.
Piangevisi entro larte per che, morta,
+eidam/a ancor si duol dAchille,
e del Palladio pena vi si porta'.
+opo di che <lisse stesso racconta com che si annegarono in mezzo al mare e la causa
dellannegamento% la causa non altra che limprudenza, larroganza, il desiderio s!renato di
vedere le terre site oltre le colonne di 4rcole, che non soltanto erano il limite, ma
rappresentavano veramente il limite per i naviganti.
Lultima riga di questo capitolo di Levi mi ha !atto pensare molto. Cita +ante di nuovo%
in!in che l mar !u sovra noi richiuso.
6 come se volesse dire% &luomo ha dei limiti che non deve oltrepassare. Luomo capace di
andare oltre, non perch a##ia il vero dominio e potere su tutte le altre cose, ma perch capace
di varcare la soglia del #ene e calcare il territorio del male. Luomo pensa di superare se stesso
quando supera le #arriere della natura, della sua natura. Ma non !a altro che !issare la sua perdita.
;uole a!!ermare la sua individualit$, e !inisce col calpestare la comunit$ umana. ;edete come si
sono a!!ogati <lisse e +iomede con i loro compagni, perch hanno voluto s!idare il mare per
#ur#anza, il quale li ha richiusi, perch loro hanno oltrepassato le colonne'.
Cos/ almeno mi sono !igurato che avre##e potuto parlare Levi tra s.
La novit$ di questi miei ragionamenti che sono stato portato dai versi di +ante e le pagine di
Levi alla consapevolezza del possi#ile e terri#ile male di cui capace luomo% luomo di stato,
luomo pensatore, luomo singolo ed ogni uomo. Come di solito, negli estremi si trovano
purtroppo questi casi disastrosi che ci lasciano una traccia di disgusto, senza 0 apparentemente 0
un #arlume di !erma speranza. Ma tuttaltro, soltanto ci mostrano che, come lo stesso Levi ci
insegna%
&3utti scoprono, pi* o meno presto nella loro vita, che la !elicit$ per!etta non realizza#ile, ma
pochi si so!!ermano invece sulla considerazione opposta% che tale anche una in!elicit$ per!etta.
( momenti che si oppongono alla realizzazione di entram#i i due stati"limite sono della stessa
natura% conseguono dalla nostra condizione umana, che nemica di ogni in!inito. ;i si oppone la
nostra sempre insu!!iciente conoscenza del !uturo5 e questo si chiama, in un caso, speranza, e
nell>altro, incertezza del domani. ;i si oppone la sicurezza della morte, che impone un limite a
ogni gioia, ma anche a ogni dolore. ;i si oppongono le inevita#ili cure materiali, che, come
inquinano ogni !elicit$ duratura, cos/ distolgono assiduamente la nostra attenzione dalla sventura
che ci sovrasta, e ne rendono !rammentaria, e perci) sosteni#ile, la consapevolezza.
Sono stati proprio i disagi, le percosse, il !reddo, la sete, che ci hanno tenuti a galla sul vuoto di
una disperazione senza !ondo, durante il viaggio e dopo. 9on gi$ la volont$ di vivere, n una
cosciente rassegnazione% ch pochi sono gli uomini capaci di questo, e noi non eravamo che un
comune campione di umanit$'.

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