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UN CANTO SOSPESO

Ho conosciuto Martinho, nel 1987, alla Casa della Cultura di via Borgogna, all'epoca
diretta da Sergio Scalpelli. Parlava di musica, della storia della musica brasiliana.
Entrambe di Libra, ci siamo legati subito. Abbiamo fissato un appuntamento nel
Centro di Studi Brasiliani, in Conciliazione, dove egli ricercava nei vinili che Edson
aveva diligentemente conservato. Gli ho fatto ascoltare una demo dove suonavo
"Madalena" di Ivan Lins. Gli sono piaciuto come cantante, ma subito ha precisato:
"Sei un buon autodidatta, ma devi studiare musica, imparare il solfeggio e
l'armonia". Subito dopo, quando mi sono trasferito definitivamente a Milano
(all'epoca abitavo a Torino), andavo ogni lunedì in quella bellissima casa in mezzo
al parco di Melzo dove abitava con Felisa e le sue sorelle, dove mi ha introdotto al
solfeggio e all'armonia attraverso i libri di Hindemith.
Mi ha portato a conoscere Radio Popolare, ancora in Piazza Santo Stefano. Alla sua
trasmissione "Bongo" abbiamo realizzato due trasmissioni sul Cartola e Nelson
Cavaquinho che avevo conosciuto, quando studente universitario, in Brasile. Subito
ho incontrato Del Roio, allora all'archivio del movimento operaio di Feltrinelli, che
mi ha invitato a suonare e a partecipare a "los aretes que faltan alla luna", dove ho
conosciuto Alfredo Somoza e Jose Luiz. Alla fine di 1988 mi sono unito alla
produzione di "Memorias del Fuego", dopo "Memorias del Sol", come chitarrista,
con Luis Agudo e Roberto, percussionisti.
Eravamo tutti/e latinoamericani/e artisti/e, intellettuali/e, militanti/e, intorno al
progetto della Lega per i Diritti dei Popoli sui 500 anni della conquista dell'America.
Mi ricordo un convegno alla Provincia di Milano di via Corridoni. In una giornata ho
conosciuto e incontrato moltissimi latinoamericani come non mi era mai capitato
in vita. A Firenze abbiamo suonato per Darcy Ribeiro che è venuto con il vescovo di
Salvador a salutarci alla fine spettacolo. Quanta emozione!
La mia collaborazione con il maestro ha continuato per molti anni nei diversi
spettacoli che ha prodotto, diretto ed esibito per teatri, chiese, cattedrali, spazi
pubblici. Con Martinho ho realizzato la mia prima lezione-concerto sul João Gilberto
e la Bossa Nova e abbiamo omaggiato Jobim nel Consolato Brasiliano subito dopo
la sua scomparsa a New York. Lui mi ha invitato a collaborare alla redazione di
schede biografiche e critiche sui grandi personaggi della musica brasiliana, nella
collana "Musica del Mondo", (DeAgostini) coordinata da Alberto Rollo. Abbiamo
fatto un bel lavoro.
Ho aiutato al suo trasloco dalla parte di Arona, sono stato vicino a Felisa e a lui
quando dalla nascita di Virgilio, ho conosciuto Muet, il suo figlio mozambicano.
Credo di avere presentato a Martinho Lutero una grande parte dei musicisti
brasiliani presenti a Milano. Nel mio CD, c'è un brano "Minha Poesia (contramão)",
dedicato a lui dove suona il pianoforte. L' ho chiesto io. Non gli piaceva fare in
pubblico, soltanto alle prove. In pubblico, ogni tanto, cantava. Un bravissimo
tenore, potente, ampia estensione. Il suo primo strumento è stato il violino. Il
padre, pastore protestante, gli impose il pianoforte. Il suo primo amore musicale è
stato Luís Vieira, mi confessò una volta: "Menino passarinho". Un canto sospeso.
È stato Martinho a telefonarmi e a propormi di organizzare un movimento per
democratizzare l'IBRIT, subito dopo l'elezione di Lula in Brasile: "Nenè, non
possiamo lasciare l'Istituto così, ora. È cambiato il Brasile; dobbiamo cambiare qui.
E deve essere tu". E così è stato. Nel primo consiglio della mia direzione all'Ibrit
partecipavano Martinho Lutero e Del Roio. Come prima era già successo, sono
sorte divergenze, discussioni, strappi e incomprensioni. Desencontros, la parola
portoghese senza una traduzione giusta in italiano. E anche noi ci siamo
allontanati, desencontrados libriani. Ogni tanto ci parlavamo al telefono,
rapidamente, una richiesta, un'informazione, un saluto. L'amicizia si era
raffreddata. Succede spesso. Si pensa che si avrà sempre un tempo di recuperare,
di chiarire un malinteso. La vita prosegue, fino che qualcuno, un altro amico, ti
telefona e t'avverte che il tuo amico di un tempo è morto in un ospedale di São
Paulo. E ti rendi conto che la morte è parte di qualsiasi storia, individuale o
collettiva. Non aspetta i chiarimenti.
Martinho Lutero resterà nella mia memoria fino a quando seguirò in questa vita
come UN MAESTRO, un caro maestro. UN CANTO SOSPESO.

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