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Can. 157
Se non stabilito esplicitamente altro dal diritto, spetta al Vescovo diocesano provvedere con libero
conferimento agli uffici ecclesiastici nella propria Chiesa particolare.
1.
Concetto
157 (152*)
Il libero conferimento quello effettuato direttamente dallautorit ecclesiastica, la quale non solo conferisce
la titolarit dellufficio, ma sceglie anche lo stesso titolare. Questo, tuttavia, non esclude che il Superiore, per poter conferire
un determinato ufficio, debba richiedere il parere di un dato organo o di singole persone, o averne il consenso, come si dir pi
innanzi.
La provvista mediante il libero conferimento rappresenta la regola generale, e diventa per devoluzione anche la regola
suppletiva, nel caso di presentazione, di elezione e di postulazione, in cui gli aventi diritto restino privati ad normam iuris
della loro facolt ( 162, 165 e 182, 2).
Il 157 considera soltanto il libero conferimento degli uffici diocesani da parte del Vescovo. Degli uffici che sono di
competenza di altra autorit ecclesiastiche, si tratta a suo luogo, in canoni propri.
2.
Competenze
1)
Nomine proprie del Romano Pontefice
Sono determinate in particolare nei seguenti canoni:
1.
Dellelezione del Presidente di un Concilio plenario, fatta dalla rispettiva Conferenza Episcopale: 441, 3.
2)
Il diritto del Vescovo diocesano
Il 157 stabilisce il principio generale che, se non disposto diversamente in modo esplicito dal diritto, spetta al Vescovo
diocesano, in forza della sua potest ordinaria ( 381, 1), il libero conferimento di tutti gli uffici ecclesiastici esistenti in
diocesi. A tal riguardo, il Concilio Vaticano II aveva affermato e prescritto formalmente nel Decr. Christus Dominus: Il
Vescovo, per poter distribuire in modo pi adatto e pi giusto i sacri ministeri tra i suoi sacerdoti, deve godere della necessaria
libert nel conferimento degli uffici e dei benefici; restano pertanto soppressi i diritti o privilegi che in qualsiasi modo limitino
tale libert (n. 28, 1).
La presunzione sta dunque in ogni caso a favore del diritto del Vescovo, e contro di essa vale soltanto una disposizione
esplicita. Il 152 del Codice antecedente aveva adoperato una espressione meno energica: salvo prova contraria (nisi aliud
probetur).
La facolt esclusiva del Vescovo, per cui, a termine del 134, 3, il Vicariogenerale o episcopale non hanno alcuna
competenza in merito (tranne i casi in cui il diritto usi il termine Ordinario o Ordinario del luogo), e, per poter
eventualmente procedere a una nomina che il diritto affida espressamente al Vescovo diocesano, hanno bisogno di un mandato
speciale.
3)
Nomine proprie del Vescovo diocesano
A parte le nomine che possono spettare al Vescovo diocesano per diritto particolare o per privilegio, come ad esempio un
diritto di patronato, il Codice demanda nominatim al Vescovo il libero conferimento dei seguenti uffici:
1.
492, 1: dei membri del Consiglio diocesano per gli affari economici
7.
18.
1421, 1: dei giudici del tribunale diocesano
19.
1435: del promotore di giustizia e del difensore del vincolo
4)
Nomine di competenza dellOrdinario del luogo
A termine del 134, 2, le seguenti nomine competono al Vescovo diocesano e, insieme, al Vicario generale e ai Vicari
episcopali, nei limiti delle proprie competenze:
1.
830: dei censori per lesame dei libri di carattere religioso o morale
4.
1279, 2: degli amministratori dei beni di una persona giuridica ecclesiastica (nomina suppletiva).
5)
Nomine vietate allAmministratore diocesano
A termine del 427, 1, lAmministratore diocesano tenuto agli obblighi del Vescovo diocesano e ne ha insieme la potest,
con esclusione di quanto eccettuato dalla natura delle cose e dallo stesso diritto.
Le nomine vietate sono le seguenti:
1.