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LELEZIONE ( 164 179)

Can. 164
Nelle elezioni canoniche si osservino le disposizioni dei canoni che seguono, eccetto che il diritto non abbia previsto
altro.
Can. 165
Qualora non sia stato disposto altro dal diritto oppure dai legittimi statuti del collegio o del gruppo, se un collegio o
un gruppo di persone avesse il diritto di eleggere a un ufficio, lelezione non sia differita oltre il trimestre utile da
computarsi dalla ricezione della notizia della vacanza dellufficio; trascorso inutilmente questo termine, lautorit
ecclesiastica, cui compete il diritto di confermare lelezione o il diritto di provvedere successivamente, provveda liberamente
allufficio vacante.
Can. 166
1. Il presidente del collegio o del gruppo convochi tutti gli appartenenti al collegio o al gruppo; la convocazione
poi, quando deve essere personale, ha valore, se viene fatta nel luogo del domicilio o del quasi-domicilio oppure nel luogo di
dimora.
2. Se qualcuno di quelli che devono essere chiamati fu trascurato e perci stato assente, lelezione vale;
purtuttavia su istanza del medesimo, una volta provata lomissione e lassenza, lelezione, anche se fu confermata, deve
essere rescissa dallautorit competente, purch consti giuridicamente che il ricorso stato trasmesso almeno entro tre
giorni dalla ricezione della notizia dellelezione.
3. Che se fosse stata trascurata pi della terza parte degli elettori, lelezione nulla per il diritto stesso, a meno che
tutti i non convocati non siano effettivamente intervenuti.
Can. 167
1. Fatta legittimamente la convocazione, hanno il diritto di dare il voto i presenti nel giorno e nel luogo determinati
nella stessa convocazione, esclusa la facolt di dare il voto sia per lettera sia per procuratore, a meno che non sia disposto
legittimamente altro dagli statuti.
2. Se qualcuno degli elettori presente nella casa, in cui si tiene lelezione, ma non pu partecipare allelezione per
malferma salute, sia richiesto il suo voto scritto da parte degli scrutatori.
Can. 168
Sebbene qualcuno abbia per pi titoli il diritto di dare il voto a nome proprio, non pu darne che uno solo.
Can. 169
Perch lelezione sia valida, non pu essere ammesso al voto nessuno, che non appartenga al collegio o al gruppo.
Can. 170
Lelezione, la cui libert sia stata in qualche modo effettivamente impedita, invalida per lo stesso diritto.
Can. 171
1. Sono inabili a dare il voto: 1) chi incapace di atto umano; 2) colui che manca di voce attiva; 3) chi legato
dalla pena della scomunica sia per sentenza giudiziale sia per decreto con il quale la pena viene inflitta o dichiarata; 4)
colui che si staccato notoriamente dalla comunione della Chiesa 2. Se uno dei predetti viene ammesso, il suo voto
nullo, ma lelezione vale, a meno che non consti che, tolto quel voto, leletto non ha riportato il numero dei voti richiesto.
Can. 172
1. Perch il voto sia valido, deve essere: 1) libero; e perci invalido il voto di colui, che per timore grave o con
dolo, direttamente o indirettamente, fu indotto ad eleggere una determinata persona o diverse persone disgiuntamente; 2)
segreto, certo, assoluto, determinato.
2. Le condizioni poste al voto prima dellelezione si ritengano come non aggiunte.
Can. 173
1. Prima che cominci lelezione, siano designati tra i membri del collegio o del gruppo almeno due scrutatori.
2. Gli scrutatori raccolgano i voti e di fronte al presidente dellelezione esaminino se il numero delle schede
corrisponda al numero degli elettori, procedano allo scrutinio dei voti stessi e facciano a tutti sapere quanti voti abbia
riportato ciascuno.
3. Se il numero dei voti supera il numero degli elettori, nulla si realizzato.
4. Tutti gli atti dellelezione siano accuratamente descritti da colui che funge da attuario, e, firmati almeno dallo
stesso attuario, dal presidente e dagli scrutatori, siano diligentemente custoditi nellarchivio del collegio.
Can. 174

1. Lelezione, se non disposto altrimenti dal diritto o dagli statuti, pu essere fatta anche per compromesso, a
condizione cio che gli elettori, con consenso unanime e scritto, trasferiscano per quella volta il diritto di eleggere ad una o
a pi persone idonee, sia membri sia estranee, le quali eleggano a nome di tutti in forza della facolt ricevuta.
2. Se si tratta di un collegio o di un gruppo formato da soli chierici, i compromissari devono essere costituiti
nellordine sacro; altrimenti lelezione invalida.
3. I compromissari devono osservare le disposizioni del diritto sulle elezioni e, per la validit dellelezione, devono
attenersi alle condizioni apposte al compromesso, non contrarie al diritto; le condizioni invece contrarie al diritto si
ritengano come non apposte.
Can. 175
Il compromesso cessa e il diritto di dare il voto ritorna ai compromettenti: 1) con la revoca fatta dal collegio o dal
gruppo, quando ancor nulla si fatto; 2) se rimane inadempiuta qualche condizione apposta al compromesso; 3) se
lelezione effettuata risulta nulla.
Can. 176
Se non disposto altro dal diritto o dagli statuti, si ritenga eletto e venga proclamato dal presidente del collegio o del
gruppo colui che ha riportato il numero richiesto dei voti, a norma del can. 119, n. 1.
Can. 177
1. Lelezione deve essere intimata immediatamente alleletto, il quale deve notificare entro otto giorni utili dalla
ricezione dellintimazione al presidente del collegio o del gruppo se accetta lelezione o no; altrimenti lelezione non ha
effetto.
2. Se leletto non ha accettato, perde ogni diritto proveniente dallelezione n questo rivive per una accettazione
susseguente, ma pu essere di nuovo eletto; il collegio o il gruppo, precisamente entro un mese dallaver conosciuto la nonaccettazione, deve proceder a una nuova elezione.
Can. 178
Leletto, accettata lelezione, che non necessiti di conferma, ottiene immediatamente lufficio con pieno diritto;
altrimenti, non acquista se non il diritto alla cosa.
Can. 179
1. Se lelezione necessita di conferma, leletto, entro otto giorni dal giorno dellaccettazione dellelezione, deve
richiedere personalmente o per mezzo di un altro la conferma allautorit competente; altrimenti privato di ogni diritto, se
non avr provato di essere stato trattenuto da un giusto impedimento nel chiedere la conferma.
2. Lautorit competente, se avr trovato idoneo leletto a norma del can. 149, 1, e lelezione sia stata compiuta a
norma del diritto, non pu negare la conferma.
3. La conferma deve essere data per iscritto.
4. Prima dellintimazione della conferma, non lecito alleletto intromettersi nellamministrazione dellufficio sia
nelle cose spirituali sia in quelle temporali, e gli atti eventualmente da lui posti sono nulli.
5. Intimata la conferma, leletto ottiene lufficio con pieno diritto, a meno che non si disponga altrimenti dal diritto.
1.
Concetto e norme previe
In senso largo, lelezione qualsiasi nomina a un ufficio, anche per libero conferimento. In senso proprio, la designazione
di un candidato a un ufficio ecclesiastico, fatta collegialmente da una persona giuridica o da un gruppo di persone, che di
regola, per aver effetto, devessere confermata dalla competente autorit ecclesiastica mediante listituzione canonica. In alcuni
casi, sufficiente la semplice accettazione delleletto, senza che ci sia bisogno di conferma da parte di alcuno: quel che
avviene nellelezione del Romano Pontefice da parte del Collegio cardinalizio ( 332, 1), e dellAmministratore diocesano da
parte del Collegio dei consultori ( 427, 2).
1.
Lelezione differisce dalla presentazione (n. 1084). Essa in uso per la provvista di alcunesedi vescovili ( 377, 1), di
alcune parrocchie, rettorie e cappellanie ( 523; 557, 1; 565); per la nomina dei Moderatori supremi dIstituti religiosi e di
altri Superiori ( 625, 1 e 3), ecc.
1)
Il principio normativo
164 (160*)
Nella procedura per lelezione, il nuovo Codice, come del resto anche il precedente, lascia un notevole
spazio al diritto particolare e alle stesse norme statutarie: 165; 167, 1; 174, 1; 176 (Codice 1917: 162, 1; 163; 168;
171, 2). Il 164 stabilisce inoltre il principio generale che, in tutte le elezioni canoniche, sono da osservare per s le
prescrizioni dellintero art. 3 ( 165 179), tranne che per lelezione a particolari uffici sia disposto diversamente dal diritto.
Lelezione del Romano Pontefice ha una sua legge speciale, promulgata da Paolo VI il 1ottobre 1975 con la Costituzione
Apostolica Romano Pontifici eligendo (AAS, a. 1975, pp. 609645: X. OCHOA, Leges Ecclesiae, V, 70537072).V. anche
la recente Costituzione Apostolica Universi dominici gregis, emanata da Giovanni Paolo II il 22 febbraio 1996
(LOsservatore Romano, 24 febbraio 1996).
1.
Le elezioni neglIstituti di vita consacrata e nelle Societ di vita apostolica si svolgono secondo i propri statuti,
debitamente approvati.
2)
Il tempo utile

165 (161 e 178*)


fissato dal canone a un trimestre intero, a decorrere dal giorno in cui gli elettori hanno avuto la
notizia certa della vacanza dellufficio. Il trimestre sintende utile ai sensi del 201, 2, per cui non si computano in esso i
giorni in cui non sia stato possibile effettuare lelezione.
Trascorso inutilmente tale termine, la scelta del titolare devoluta di pieno diritto allautorit ecclesiastica competente, che
vi provvede mediante la libera collazione.In genere, lautorit a cui spetta di confermare lelezione: per es. il Vescovo,
nella provvista delle parrocchie. Relativamente allAmministratore diocesano, il Metropolita ( 421, 2).
Il termine prescritto pu essere tuttavia diverso:

Per diritto comune: ad es., nellelezione dellAmministratore diocesano, che ha luogo negli otto giorni successivi alla
notizia della vacanza della sede episcopale ( 421, 1)

Per diritto particolare e statutario, da cui il termine pu essere ridotto o prorogato


1.
Il 162, 5, del Codice precedente vietava sub poena nullitatis lelezionead un ufficio conferito a vita, prima della
effettiva vacanza determinatasi con la morte del titolare. La norma stata tralasciata nel nuovo Codice, ma non c dubbio
chessa sia ancora da applicare, poich, a termine del 153, 1, la provvista anticipata di non pi di sei mesi possibile
soltanto nel caso che si tratti di uffici conferiti a tempo determinato.
2.
La convocazione degli elettori
1)
Le persone da convocare
166, 1 (162, 1*)
Sono da convocare tutte le persone che fanno parte delcollegio o del ceto, a cui spetta il diritto di
elezione, escludendo ovviamente glinabili ( 171).
La convocazione viene effettuata per s dal presidente dello stesso collegio o ceto, secondo le formalit stabilite dal diritto
particolare o statutario. Il 166, 1, non determina infatti alcuna modalit e si limita a prescrivere che, nel caso in cui la
convocazione debba essere personale, essa va fatta ad validitatem nel luogo del domicilio o del quasi domicilio, oppure
nel luogo della dimora effettiva degli elettori. In questa ipotesi, resta esclusa la convocazione per mezzo della stampa o per
editto generale, poich la comunicazione devessere fatta alle singole persone: a voce diretta, per telefono o telegrafo, mediante
lettera consegnata a mano o inviata per posta, tranne che il modo concreto sia disposto tassativamente dagli statuti.
Nella convocazione devono essere precisati il luogo, il giorno e lora della riunione( 167, 1): statuto modo, loco ac
tempore electoribus convenienti, precisava il 162, 1, del Codice precedente, facendo obbligo al presidente di tener conto
delle esigenze degli elettori.
2)
Eventuali omissioni
166, 23 (162, 24*) La mancanza della legittima convocazione provoca effetti giuridici diversi, secondo i casi.
1
Viene trascurata una parte degli elettori, che non superi un terzo dei componenti ilcollegio o il ceto, per cui si
determina la loro assenza: lelezione per s valida, ma, ad istanza dei non convocati che siano stati assenti (non di altri)
fosse anche uno solo pu essere annullata dalla competente autorit, anche se sia stata confermata, alle seguenti condizioni:

Che sia provata lomissione causa dellassenza

Che consti giuridicamente (per mezzo di testimoni, documenti, ecc.) che il ricorso stato trasmesso almeno entro tre
giorni dalla recezione della notizia circa lavvenuta elezione ( 2)
2
Viene trascurata pi della terza parte degli elettori: lelezione nulla ipso iure, tranne chetutte le persone omesse siano
realmente intervenute ( 3): lintervento effettivo convalida il difetto di convocazione, tanto nel caso che sia mancata del tutto,
quanto se non sia avvenuta legittimamente, secondo le modalit tassativamente prescritte.
1.
Tra gli assensi non sono da computarsi glincapaci (inhabiles), di cui nel 171, poich per legge non possono
partecipare alla votazione. E gli elettori che fossero nella impossibilit dintervenire, per esempio, a causa dinfermit? Se per
diritto particolare o per norma statutaria consentito il voto per lettera o per mezzo di un procuratore, la loro convocazione
necessaria.
3.
Gli elettori
1)
La presenza personale
167, 1 (163*)
La votazione viene effettuata personalmente dagli elettori, nella seduta collegiale stabilita nellatto
di convocazione. La norma, tuttavia, di carattere generale, e su di essa prevale il diritto particolare o statutario, che pu
consentire di votare per lettera o per mezzo di un procuratore. La votazione per lettera ha comunque linconveniente di non
poter essere usata negli ulteriori scrutini che si rendessero necessari.
Il canone non stabilisce espressamente il quorum dei presenti, necessari per la validit della seduta. Esso per sembra
implicito nel 176, che, nel determinare il quorum dei suffragi richiesti, richiama il 119, n. 1, in cui disposta al primo
scrutinio la maggioranza assoluta dei presenti, che, a loro volta, devono rappresentare la maggioranza delle persone da
convocare. per altro opportuno che il quorum dei presenti necessari alla seduta, sia precisato negli statuti, in modo che non ci
siano dubbi al riguardo, anche perch il 119 concerne per s le persone giuridiche (cfr. n. 831).
2)
Glinfermi presenti nella casa
167, 2 (168*)
Il secondo paragrafo del 167 consente a favore degli elettori infermi (non necessario che siano
degenti a letto) i quali si trovino nella casa in cui si svolge lelezione e non siano in grado di recarsi nella sala della seduta
di poter esprimere il proprio voto in iscritto, consegnandolo agli scrutatori.
1.
Pu una norma statutaria escludere questo voto scritto a favore dei suddetti infermi? Qualcuno lo afferma, ma una
siffatta limitazione sembra non solo inopportuna da un punto di vista di sensibilit, ma anche illegale, poich priva
arbitrariamente una persona di un diritto che la legge le concede formalmente, n, a quanto pare, potrebbe esserci una ragione
valida per farlo.
3)
Un solo suffragio
168 (164*)
Il diritto comune esclude che una medesima persona, la quale abbia pi titoli per partecipare a una elezione,
possa esprimere pi di un solo voto. A nome proprio, precisa il canone, poich potrebbe dare pi voti nomine alieno, nel caso

che per norma statutaria ( 167, 1) fosse consentito votare per procuratorem e la persona suddetta avesse ricevuto una
regolare delega.
Per diritto particolare o statutario, un elettore potrebbe esprimere pi voti anche nomine proprio, qualora avesse pi titoli
legittimi per farlo.
4)
Elettori estranei
169 (165*)
Lammissione al voto di una persona che non faccia parte del collegio o gruppo avente diritto di votare, rende
nulla ipso iure lelezione, n basterebbe, a tal riguardo, il consenso unanime degli elettori, ai quali consentito scegliere un
estraneo solo in caso di compromesso ( 174, 1). La norma rigida, poich non dichiara nullo il voto estraneo, com disposto
nel 171, 2, ma la stessa elezione che pertanto devessere rifatta.
Il 165 del Codice precedente aggiungeva: salvis privilegiis legitimequaesitis, e questo vale tuttora, poich il nuovo
Codice, come il primo, ha un grande rispetto per i diritti quesiti (cfr. 4; 36, 1; 38; 562; 616, 1; 1196; ecc.).
1.
Il 169 vieta solo la partecipazione al voto, non la semplice presenza di unapersona estranea, che si limiti ad assistere
alle operazioni di voto. Talvolta, tuttavia, una tale presenza pu essere inopportuna, se pregiudica la libert degli elettori, come
potrebbe essere la presenza di un Vescovo, che, per la sua autorit, non mancherebbe di condizionare, anche senza volerlo, la
libera decisione di un organo, al quale egli fosse tenuto a chiedere il parere o il consenso a norma di diritto.
5)
La piena libert
170 (166*)
La libert dellelezione affermata nei 170 e 172. Non una ripetizione superflua, perch la libert richiesta
nel 170 si riferisce allelezione come atto comunitario dellintero collegio o gruppo, e quella del 172, 1, n. 1, concerne il
voto singolo di ciascun elettore.
Si considera la libert mancante di fatto (reapse), ossia realmente impedita e non soltanto minacciata, qualunque ne sia la
causa: diretta o indiretta, intenzionale o preterintenzionale, di carattere fisico o morale (quoque modo); e coloro che
impediscono la libert diuna elezione a un ufficio ecclesiastico commettono un reato, passibile di pena ( 1375).
6)
Persone inabili
171 (167*)
Il voto pu essere nullo per varie ragioni, in particolare se difetti delle qualit o caratteri indicati nel 172. Nel
171, si considera la nullit radicale derivante dalla stessa persona, che viene dichiarata giuridicamente inabile a dare il proprio
voto, s che leventuale suffragio espresso dalla medesima non soltanto nullo, ma inesistente:
Sono inabili a votare:
1
Chi incapace di un atto umano: per ragioni dellet, per una infermit psichica permanente, per uno stato
dincoscienza e dirresponsabilit passeggero, dovuto a un improvviso malore, ad ubriachezza, ecc.
A termine del 99, sono da considerarsi inabili, per presunzione di diritto, le persone destituite abitualmente delluso di
ragione, anche negli eventuali lucidi intervalli (cfr. 1322 Codice 1983; 2201, 2, Codice 1917). Quanto ai minori di et,
se fanno parte del Collegio e sono capaci di atto umano, non videtur qua de causa iure suffragandi privandi sunt per diritto
comune. Possono tuttavia essere esclusi per diritto statutario (Communicationes, a. 1982, p. 152, 168).
2
Chi manca di voce attiva: sia per legittima sentenza del giudice, che per diritto comuneo per diritto particolare
( 167, 1, n. 5, Codice 1917).
Per diritto comune, manca di voce attiva e passiva il religioso esclaustrato ( 687). Ne privo anche il religioso divenuto
Vescovo (Risposta autentica della Pont. Comm. per linterpret. del Codice, 29 aprile 1986: Communicationes, a. 1986, p. 409,
n. III). La privazione di voto come pena espiatoria compresa nel 1336, 1, n. 2 (cfr 2291, n. 11, Codice 1917).
3
Chi colpito da scomunica inflitta o dichiarata, sia per sentenza giudiziaria che perdecreto.
4
Chi si staccato notoriamente dalla comunione della Chiesa, come avviene ad esempioin casi di apostasia, scisma ed
eresia ( 751). La separazione, tuttavia, devessere notoria, ma per questo:

Non basta la separazione intima, segreta, occulta

Non basta per s la defezione privata, anche se abbastanza conosciuta

Non , daltra parte, necessario che si dia la propria adesione formale ad unassociazione dincreduli o a una comunit
scismatica o eretica

sufficiente la notoriet di diritto, quando la separazione risulta da una sentenza giudiziale, da una dichiarazione
ufficiale dellautorit ecclesiastica, dalla confessione giuridica dello stesso soggetto; la notoriet di fatto, quando la
separazione talmente conosciuta, divulgata, che non sia pi possibile negarla o dubitarne (cfr. 2197, Codice 1917).
Qualora una delle dette persone dichiarate inabili ( 1) venga ammessa allelezione, il suovoto nullo (inesistente), ma
lelezione resta valida, tranne il caso in cui tale voto sia stato determinante per lelezione del candidato ( 2), una cosa molto
difficile da provare, dal momento che il voto segreto. Lo stesso da dirsi, se il voto sia nullo, perch privo delle qualit
essenziali, indicate nel canone seguente ( 172, 1).
4.
Elementi essenziali del voto
1)
Caratteri
172, 1 (169, 1*)
Per la validit di ciascun voto, sono necessari cinque caratteri o qualit: la libert, la segretezza, la
certezza e, infine, il carattere assoluto e determinato.
Libert
La libert richiesta dal Codice per ogni atto giuridico, che tuttavia, a termine del 125, 2, rimane per s valido, anche se
posto per timore grave o per dolo (n. 874880).Tranne che il diritto disponga diversamente: nisi aliud iure caveatur,
aggiunge il detto canone: una tale disposizione contenuta in vari canoni e anche in quello attuale, che dichiara invalido ipso
iure (e non soltanto rescindibile) il voto dellelettore che, per timore o per dolo, direttamente o indirettamente, sia stato indotto
ad eleggere una determinata persona o pi persone disgiuntamente.
Nel caso che per timore o per dolo gli elettori fossero stati indotti per una specie di veto adescludere una determinata
persona, si pu considerare valida lelezione di un candidato per il quale non c stata alcuna imposizione, n diretta n
indiretta? Alcuni ne sostengono linvalidit, perch ne rimarrebbe pregiudicata la libert dellelettore. Ma forse da applicare il

18, che esige una stretta interpretazione: il 172 dichiara invalido solo il voto positivo dato per timore grave o per dolo da una
persona, e non considera il caso di un eventuale veto imposto col timore o col dolo.
Segretezza
La segretezza una condizione di libert. Essa necessaria giuridicamente nellatto della votazione. Se la segretezza
mancasse prima o dopo, si verrebbe meno allo spirito della legge, ma il voto per s rimarrebbe valido.
Pu darsi che un elettore sia nellimpossibilit di compilare la propria scheda: se, peresempio, fosse cieco o avesse le mani
paralizzate. In tal caso, non lo si pu privare del voto, ed egli potr comunicarlo in segreto agli scrutatori, che provvederanno
subito a segnarlo nella scheda.
La segretezza del voto esclude per s la votazione per alzata di mano, tranne che siaconsentita per diritto particolare o per
norma statutaria. Resta esclusa per s anche la votazione per acclamazione (acclamatio seu inspiratio), gi consentita nella
elezione del Romano Pontefice (X. OCHOA, Leges Ecclesiae, V, n. 63, col. 7065)bis. Una scheda su cui lelettore notasse il
proprio nome o facesse altro segno che pregiudicasse la segretezza del voto, secondo alcuni sarebbe nulla. Secondo altri, da
ritenersi valida, anche se illecita, perch il segreto richiesto a stretto rigore in actu suffragii ferendi, e, nel caso, il nome di
chi ha sottoscritto la scheda verrebbe a conoscersi dopo la votazione. Una scheda simile, tuttavia, pu essere invalida per
disposizione del diritto particolare o degli statuti, se cos disponessero. Non potrebbero invece gli statuti n il diritto particolare
prescrivere che ciascun votante firmi la propria scheda, poich sarebbe apertamente contro lo spirito della legge.
Certezza
La certezza richiede che il voto espresso non lasci dubbi sulla effettiva intenzione dellelettore di votare n sulla identit
delleletto. Sarebbe pertanto nullo il voto di chi, nella scheda, scrivesse: Sceglierei, al condizionale.
Carattere assoluto
Il carattere assoluto esige che il voto sia dato senza limitazioni o restrizioni o condizioni di sorta.
Carattere determinato
Il carattere determinato, infine, richiede che la designazione del candidato sia fatta in modo concreto e univoco: un voto
espresso in forma alternativa, non sarebbe valido.
1.
Il 170 del Codice precedente, che dichiarava invalido il voto dato a se stesso, stato abolito nel nuovo Codice; da una
parte, perch un tale voto non facilmente controllabile, e, dallaltra, perch leventuale controllo, non impossibile con
particolari accorgimenti, in s odioso e pu dare anche luogo a gravi e incresciosi inconvenienti. Una tale norma pu essere
tuttavia stabilita dal diritto particolare, ma sarebbe una disposizione del tutto inopportuna.
2)
Condizioni apposte al voto
172, 2 (169, 2*)
Si considerano le condizioni formulate prima della votazione, che sono da distinguere da quelle
apposte eventualmente nella stessa scheda del voto. Le prime, infatti, sono da ritenersi come non aggiunte, ossia inesistenti
(tranne che siano condizioni simoniache, nel quale caso, se formulate dalla maggioranza degli elettori e accettate dal candidato
che poi risultasse eletto, renderebbero nulla lelezione, a termine del 149, 3). Le seconde, invece, come s gi visto,
rendono nullo solo il voto che le contenesse.
5.
La procedura prescritta
Il Codice stabilisce una duplice procedura: per scrutinio, mediante scheda scritta, che la forma ordinaria, e per
compromesso ( 174 175). Restano pertanto escluse, come s gi detto, le votazioni per alzata di mano e per acclamazione
(tranne che siano ammesse dal diritto particolare o dalle norme statutarie), poich non garantiscono sufficientemente la libert,
una condizione essenziale del voto. Lacclamazione (acclamatio seu inspiratio) si ha quando tutti gli elettori, senza alcuna
previa intesa, liberamente e spontaneamente, a viva voce proclamano eletta una determinata persona: era una forma consentita
per legge speciale nella elezione del Romano Pontefice (n. 1149, nota 5 bis).
Lo scrutinio prevede varie fasi: la designazione degli scrutatori e dellattuario, la votazioneindividuale e segreta, la raccolta
delle schede, il controllo del loro numero, lapertura delle schede e il computo dei voti con pubblica lettura, la proclamazione
dei risultati e delleletto, la redazione di un apposito verbale sullo scrutinio effettuato.
1)
La designazione degli scrutatori e dellattuario
173, 1 (171, 1*)
Il primo atto della seduta collegiale la designazione di almeno due scrutatori (tranne che siano gi
designati per statuto) e del notaio ( 4). Non pi necessario che gli scrutatori siano scelti a suffragio segreto ( 171, 1,
Codice 1917): possono essere designati in qualsiasi modo, purch siano e gremio collegii aut coetus.
Per diritto comune, non neppure prescritto che essi prestino il giuramento de munere fideliter implendo ac de secreto
servando ( 171, 1, Codice 1917).
2)
Il compito degli scrutatori
173, 23 (171, 23*) Gli scrutatori:
1
Distribuiscono le schede e le raccolgono.
2
Controllano se il numero delle schede raccolte corrisponda a quello degli elettori.
3
Aprono le schede e ne effettuano lo scrutinio alla presenza del presidente (non dunque necessariamente alla presenza
degli elettori, che possono anche assentarsi dalla sala), rendendo noti pubblicamente (palam) i voti riportati da ciascun
candidato. Tale pubblicazione pu effettuarsi sia man mano che si aprono le singole schede, sia simultaneamente alla fine dello
scrutinio.
Nel caso che il numero delle schede sia superiore al numero degli elettori, la votazione nulla e devessere rifatta. Non cos
se il numero sia inferiore, perch qualcuno potrebbe essersi astenuto dal votare, in quanto il voto per diritto comune non
precettivo. Nel numerare le schede raccolte, naturalmente si terr conto delle eventuali procure e degli elettori che per diritto
particolare o statutario avessero diritto a un duplice voto.
3)
La verbalizzazione degli atti
173, 4 (171, 5*)
Tutti gli atti relativi allelezione devono essere accuratamente verbalizzati dallattuario e sottoscritti:

Dal medesimo attuario


Dal presidente, che in genere il presidente del collegio o ceto degli elettori

Dagli scrutatori
I varbali e gli eventuali documenti devono essere conservati diligentemente nellarchivio del collegio o del ceto. Se un tale
archivio mancasse, saranno depositati nellarchivio della Curia diocesana.
1.
Relativamente alle schede, il Codice precedente prescriveva che venissero bruciate alla finedogni singolo scrutinio o
alla chiusura della sessione, in caso di pi scrutini ( 171, 4*). La norma non figura nel nuovo Codice, ma opportuno che le
schede vengano distrutte, per assicurare meglio la segretezza della votazione ed evitare possibili inconvenienti.
4)
Lelezione per compromesso
174, 12 (172, 12*) La seconda procedura prevista dal Codice nellelezione a un ufficio ecclesiastico, il
compromesso, per il quale il corpo degli elettori trasferisce in un caso determinato (pro ea vice) il diritto di elezioni ad una o
pi persone idonee, sia del loro gruppo o collegio che estranee.
Il compromesso ovviamente ha carattere straordinario: di fatto gli elettori ricorrono ad esso quando lelezione risulta molto
complessa, causando dissensi, che impediscono un accordo. comunque possibile a due condizioni:
1
Che non sia escluso dal diritto o dagli statuti.
2
Che il consenso degli elettori sia unanime e scritto. Lunanimit richiesta, poich si tratta, nel caso, della rinunzia a
un diritto che spetta a tutti e a ciascuno in particolare, e, secondo il noto principio quod omnes uti singulos tangit, ab
omnibus approbari debet ( 119, n. 3). Probabilmente la forma scritta non ad validitatem, anche perch risulta formalmente
agli atti ( 173, 4). Quanto alla congiunzione dmmodo, propriamente sembra doversi riferire alla unanimit del consenso.
La scelta concreta dei compromissari si fa di regola a maggioranza di voti. Trattandosi di uncollegio o di un ceto formato da
soli chierici, i compromissari ad validitatem devono essere costituiti in sacris: sacerdoti o diaconi ( 2).
174, 3 (172, 3*)
I compromissari devono agire a norma del diritto(comune, particolare e statutario), e poich
agiscono a nome degli elettori ( 1), devono attenersi anche alle condizioni apposte legittimamente allatto del compromesso.
Le condizioni che fossero contrarie al diritto, si considerano come non apposte ( 3).
stato soppresso il 172, 4, del Codice precedente, che vietava al compromissario unico di eleggere se stesso e, nel caso
di pi compromissari i quali intendessero designare uno dei loro membri, che il candidato aggiungesse il proprio voto a quello
degli altri per poter aggiungere la maggioranza richiesta (cfr. n. 1096). Rimane per altro la proibizione del 160, 2, per il
quale nessuno pu presentare se stesso. Certo si tratta di due istituti distinti: elezione e presentazione, ma la situazione
sostanzialmente non diversa, per cui la possibilit che il compromissario unico elegga se stesso rimane dubbia e certamente
inopportuna (cfr. n. 1069, nota 1).
175 (173*)
Il compromesso non ha pi valore e il diritto di voto ritorna aglielettori:
1
Per revoca fatta dai medesimi con atto collegiale (non singolarmente), sempre che la cosa sia ancora integra, ossia
che i compromissari non abbiano iniziato ad eseguire il mandato ricevuto. Non si richiede lunanimit.
2
Per linadempienza delle condizioni essenziali apposte allatto di compromesso.
3
Qualora lelezione effettuata risulti nulla in s o resti inefficace, come ad esempio se leletto non dia la sua
accettazione o non venga confermato dalla competente autorit ecclesiastica.
5)
Maggioranza e proclamazione
176 (174*)
Salvo disposizione contraria del diritto o degli statuti, la maggioranza richiesta nelle elezioni a un ufficio
ecclesiastico, quella determinata nel 119, n. 1, ossia:

Maggioranza assoluta dei presenti in primo e secondo scrutinio

Nel terzo scrutinio c il ballottaggio fra i due candidati che nel secondo scrutinio hanno ottenuto il maggior numero
di suffragi, e se sono di pi, fra i due pi anziani di et. Risulter eletto chi avr ottenuto il maggior numero di voti (anche se la
maggioranza, per lastensione di parte degli elettori, sar relativa), e in caso di parit, si considera eletto chi pi anziano (cfr.
n. 823).
La proclamazione delleletto fatta dal presidente del collegio o ceto (non dal presidentedellelezione, in caso di diversit),
anche nel caso che lelezione sia avvenuta per compromesso. Per alcuni, tale proclamazione ad validitatem, in quanto
costituisce latto giuridico che esprime la volont del collegio o gruppo e pone formalmente in essere lelezione. Per altri
invece, forse pi esattamente, si tratta di una semplice formalit, che nulla aggiunge al valore dellelezione, gi completa in s
mediante i suffragi debitamente espressi e scrutinati.
Con la proclamazione delleletto si chiude la seduta.
6.
Leletto
1)
La notifica
177, 1 (175*)
Lelezione devessere notificata immediatamente (illico) alla persona eletta. Tale formalit,
ovviamente, non necessaria se leletto membro del collegio o ceto abbia partecipato alla votazione e abbia ascoltato la
proclamazione fatta dal presidente.
2)
Laccettazione
177, 12 (175176, 1*) Alla notifica segue la decisione delleletto, al quale sono assegnati otto giorni. Le ipotesi
possibili sono tre:
1
Il candidato accetta lelezione: una formalit essenziale, senza la quale lelezione nonha effetto. Laccettazione va
comunicata al presidente del collegio o ceto, e pu essere fatta in qualsiasi modo: a voce o in iscritto, per telefono, telegrafo o
personalmente.
2
Il candidato rifiuta: anche la non accettazione va comunicata al presidente del collegioo ceto, ma, trattandosi di un
atto che deve risultare giuridicamente con certezza, opportuno che sia fatta in iscritto o anche a voce dinanzi al presidente e a
due testimoni. Col rifiuto, il candidato perde ogni diritto acquisito con lelezione (ius ad rem), n questo diritto si reintegra con
uneventuale accettazione successiva. Egli, tuttavia, pu essere eletto nuovamente. Il collegio o ceto, da parte sua, deve
procedere a una nuova elezione entro il termine di un mese dal giorno in cui ha avuto notizia della mancata accettazione.

3
Il candidato n accetta n rifiuta, e gli otto giorni trascorrono nel silenzio: lelezioneresta senza effetto, poich il
canone esige ad validitatem una formale accettazione, che nel caso non data dal semplice silenzio. Resta pertanto esclusa
lapplicazione della 43 Regula Iuris del Libro VI delle Decretali di Bonifacio VIII: Qui tacet consentire videtur.
1.
In alcuni Istituti di vita consacrata, come in alcune Societ di vita apostolica, per dirittoparticolare lelezione non
viene intimata alleletto, n si richiede la sua accettazione. Effettuata lelezione, latto relativo viene trasmesso al Superiore,
ma solo nel caso che questi debba confermarlo.
3)
Ius in re e ius ad rem
178 (176, 2*)
Laccettazione da parte delleletto ha due effetti giuridici diversi, secondo la natura dellufficio:
1
Se lelezione non ha bisogno di conferma, il candidato canonicamente idoneo ottiene immediatamente lufficio con
pieno diritto, nisi aliud iure caveatur (lAmministratore diocesano, ad esempio, deve emettere personalmente la professione
di fede: 833, n. 4). Per gli effetti dellaccettazione espressa dal Romano Pontefice, dopo la sua elezione da parte del Collegio
dei Cardinali, cfr. 332, 1.
2
Se lelezione ha bisogno di conferma, il candidato canonicamente idoneo acquisisce solo il ius ad rem. Ha cio
diritto ad avere lufficio, ma questo non ancora suo: ne diventa titolare solo dopo la conferma da parte dellautorit
competente ( 179).
7.
Leventuale conferma
1)
La richiesta da parte delleletto
179, 1 (177, 1*)
Nel caso che la conferma sia necessaria, leletto deve chiederla allautorit competente entro otto
giorni utili dallaccettazione: personalmente o per mezzo di altri; in questa ipotesi, opportuno che sia il presidente del
collegio o del ceto. Senza tale richiesta, trascorso il termine prescritto, leletto perde ogni diritto, tranne che dimostri di essere
stato impedito da una giusta causa (si tratta di tempo utile, ai sensi del 201, 2).
2)
Lobbligo dellautorit competente
179, 23 (177, 23*) La conferma non un semplice atto discrezionale, e lautorit competente ha lobbligo di
concederla, se leletto viene riconosciuto idoneo ai sensi del 149, 1, e se lelezione avvenuta regolarmente a norma del
diritto.
Nel caso che la conferma venga negata, leletto, come anche il collegio o il gruppo degli elettori, hanno la facolt di
presentare il loro ricorso a termine del 1737. Per leventuale ritardo e il conseguente silenzio amministrativo, v. il 57 e il
commento relativo.
La conferma devessere data in iscritto: cfr. 156.
Nel 162, concernente la presentazione, disposto che chi abbia presentatodue volte una persona non idonea, non ha diritto a
una terza presentazione, e lufficio diventa ipso iure di libera collazione dellautorit ecclesiastica competente. Una simile
disposizione non esiste iure communi per lelezione (non esisteva neppure nel Codice precedente), ma pu esistere per
diritto particolare o per norma statutaria.
1.
Il 2391, 1, disponeva che un collegio il quale scienter avesse eletto unindegno, restava privo ipso iure per
quella volta del diritto di procedere ad una nuova elezione, e la nomina era devoluta allautorit competente. La norma non
stata confermata nel nuovo Codice.
3)
Un divieto
179, 4 (176, 3*)
la legittima conferma da parte dellautorit ecclesiastica competente, che giuridicamente
conferisce lufficio alleletto. Di conseguenza, prima di quella conferma, regolarmente notificata, egli non ha nessun diritto
come nessuna obbligazione relativamente allufficio, e non gli lecito, per divieto formale, dintromettersi in qualsiasi modo,
diretto o indiretto, nella sua amministrazione, sia nelle cose spirituali che in quelle temporali. Gli atti posti eventualmente
contro un tale divieto, sono nulli.
1.
A norma del Codice precedente, chi avesse osato occupare un ufficio senza la debitaconferma, perdeva ipso facto
ogni diritto acquisito ed era punito con altre pene ( 2394). La sanzione non stata conservata nel nuovo Codice. Rimane
per il reato di usurpazione, sia che leletto occupi lufficio senza la conferma, sia che singerisca prima della conferma nella
sua amministrazione: un reato passibile di pena a termini del 1381.
4)
Effetti della conferma
179, 5 (177, 4*)
Con la notifica della conferma (era pi esatta lespressione del canone precedente: recepta
confirmatione), leletto ottiene lufficio di pieno diritto, tranne che la legge disponga diversamente. Per diritto comune, sono
necessarie per alcuni uffici la presa di possesso (cfr. ad esempio il 527, relativamente ai parroci) e la professione di fede
( 833).
8.
Elezioni particolari
1.
1
Lelezione del Romano Pontefice, riservata al Collegio dei Cardinali: 332, 1, e 349
2.
2
Lelezione del Decano e del Sottodecano del Collegio Cardinalizio: 352, 23
3.
3
Dei Vescovi: 377, 1 e 5
4.
4
DellAmministratore diocesano: 421
5.
5
Del Presidente della Conferenza Episcopale, del Vice Presidente e del Segretario: 452, 1
6.
6
Del Presidente del Concilio plenario: 441, n. 3
7.
7
Del Consiglio presbiterale: 497
8.
8
Del Superiore generale neglIstituti religiosi: 625, 1
9.
9
La nomina degli altri Superiori: 625, 3, e 626
10.
10
Eventuale elezione del parroco, del rettore di chiesa, del cappellano: 523; 557, 1; 565

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