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LA CURIA ROMANA (Can. 360Can.

361)
Can. 360
La Curia Romana, mediante la quale il Sommo Pontefice solito trattare le questioni della Chiesa universale, e che
in suo nome e con la sua autorit adempie alla propria funzione per il bene e a servizio delle Chiese, composta dalla
Segreteria di Stato o Papale, dal Consiglio per gli affari pubblici della Chiesa, dalle Congregazioni, dai Tribunali, e da altri
Organismi; la loro costituzione e competenza vengono definite da una legge peculiare.
Can. 361
Col nome di Sede Apostolica o Santa Sede si intendono nel codice non solo il Romano Pontefice, ma anche, se non
risulta diversamente dalla natura della questione o dal contesto, la Segreteria di Stato, il Consiglio per gli affari pubblici
della Chiesa e gli altri Organismi della Curia Romana.
1.
Concetto
La Curia Romana linsieme degli uffici e organismi centrali ecclesiastici, che prestano la loro collaborazione al Papa nel
governo generale della Chiesa: uno strumento indispensabile ha detto Paolo VI di cui il Papa ha bisogno e di cui il Papa
si serve per esplicare la sua universale missione e per svolgere il proprio divino mandato per il bene della Chiesa.
2.
Cenni storici
La formazione della Curia e la sua organizzazione quale esiste oggi nella Chiesa, sono il frutto di un lungo processo,
iniziatosi fin dai primi secoli, poich il Romano Pontefice ebbe bisogno fin dallora di diretti collaboratori per il suo importante
ufficio pastorale, divenuto man mano sempre pi vasto e complesso.
In questa organizzazione del governo centrale, gli storici sogliono distinguere tre periodi.
Il primo, dai tempi remoti (si suole indicare il IV secolo, ma forse bisogna risalire anche prima) al secolo X, il periodo del
presbiterio e dei sinodi: il Romano Pontefice, come ogni Vescovo di Chiesa particolare, era assistito dal suo presbiterio, ossia
dai presbiteri e dai diaconi, che si riunivano collegialmente per trattare le cause ordinarie del governo ecclesiale. Del
Presbyterium Apostolicae Sedis fa fede una lettera di S. Cornelio Papa del 251 a S. Cipriano Vescovo di Cartagine (PL, 3,
742). Le questioni di maggiore importanza venivano discusse nel sinodo, al quale partecipavano i Vescovi viciniori della
provincia romana e anche di altre localit. Il Pontefice disponeva anche di una sua cancelleria, con notai e archivisti (notarii et
scriniarii), incaricati della redazione, spedizione e conservazione delle lettere e degli atti pontifici.
Il secondo periodo, dal sec. XI al sec. XVI, e il periodo dei concistori, allorch i Cardinali cominciarono ad essere i pi
diretti collaboratori del Papa nel governo della Chiesa, assumendo sempre pi estesamente le attribuzioni proprie del
presbiterio e dei sinodi. A fianco del concistoro si afferm lAuditorium Papae, affidato a prelati minori, per la trattazione delle
cause contenziose e criminali, nel quale si ritrovano le prime vestigia della Sacra Romana Rota.
Il terzo periodo, dal sec. XVI ai nostri giorni, e il periodo delle Congregazioni di carattere permanente, organizzate da Sisto
V (15851590) con la famosa Costituzione Immensa aeterni Dei del 22 gennaio 1588, che pu considerarsi come latto di
fondazione della Curia Romana propriamente detta.
Lordinamento di Sisto V rimasto sostanzialmente in vigore fino alla riforma operata da Pio X con la Costituzione Sapienti
Consilio del 29 giugno 1908, le cui norme vennero riprodotte con alcune modifiche nel Codex Iuris Canonici pio
benedettino.
3.
La riforma di Paolo VI
La Curia Romana stata oggetto di vivaci critiche e contestazioni in questi ultimi decenni. I Padri Conciliari discussero di
essa e nel Decr. Christus Dominus del 28 ottobre 1965 pur riconoscendo la piena legittimit del Romano Pontefice di
avvalersi nellesercizio della sua suprema potest su tutta la Chiesa dei Dicasteri della Curia Romana, i quali adempiono il loro
compito in suo nome e per la sua autorit a vantaggio delle Chiese e al servizio dei sacri Pastori (n. 9,1) auspicarono un
riordinamento dei medesimi, indicandone anche i criteri:

Una nuova strutturazione: I Padri del sacro Concilio esprimono il desiderio che a questi Dicasteri, che senza dubbio
hanno reso finora un aiuto prezioso al Romano Pontefice e ai Pastori della Chiesa, sia dato un nuovo ordinamento, pi adatto
alle necessit dei tempi, delle regioni e dei riti, specialmente per quanto riguarda il loro numero, la loro denominazione, le loro
competenze (n. 9, 2).

Una effettiva universalit (internazionalizzazione): Poich questi Dicasteri sono stati costituiti per il bene della
Chiesa universale si esprime parimenti il desiderio che i loro membri, ufficiali e consultori, come pure i legati del Romano
Pontefice, nei limiti del possibile, siano scelti in pi larga misura dalle diverse regioni della Chiesa, di modo che gli uffici ossia
gli organi centrali della Chiesa cattolica rivestano carattere veramente universale (n. 10, 1).

Rappresentativit episcopale: Si auspica altres che tra i membri dei Dicasteri siano annoverati anche alcuni Vescovi,
specialmente diocesani: perch possano in modo pi compiuto presentare al Sommo Pontefice la mentalit, i desideri e le
necessit di tutte le Chiese (n. 10, 2).

Decentramento, in rispondenza alla potest propria dei Vescovi (cfr. n. 8, a).


in questo spirito che Paolo VI ha proceduto al riordinamento della Curia Romana, con unduplice atto deliberativo:
1
La Costituzione Regimini Ecclesiae universae del 15 agosto 1967 (Enchir. Vat., vol. 2, p. 1274 ss.).
2
Il Regolamento generale del 22 febbraio 1968 (vol. 3, p. 50 ss.).
Relativamente alla partecipazione di alcuni Vescovi diocesani come membri di pieno diritto delle Congregazioni Romane,
cfr. il M.P. Pro comperto sane di Paolo VI in data 6 agosto 1967 (Enchir. Vat., vol. 2, pp. 12641269).
4.
La normativa del Codice

Can. 360 (242*)


Il Codice precedente dedicava alla Curia Romana un ampio capitolo, comprendente 23 canoni (242
264). Nel Codice attuale v propriamente un solo canone (360), poich il Can. 361 corrisponde al Can. 7 del Codice
anteriore.
1)
Funzione
Circa la funzione della Curia Romana, il Can. 360 riproduce sostanzialmente il n. 9, 1, del Decreto conciliare Christus
Dominus:
1
Il Romano Pontefice solito avvalersi dellopera della Curia per trattare gli affari della Chiesa universale.
2
La Curia adempie i suoi compiti per il bene e il servizio della Chiesa universale e delle Chiese particolari, in nome e
per autorit del Papa (nomine et auctoritate ipsius). Di conseguenza, la potest dei vari Dicasteri ordinaria e universale, ma
vicaria (Can. 131). Essi, tuttavia, sono per s organi amministrativi. Per lemanazione di atti legislativi, necessaria una
formale approvazione del Romano Pontefice.
2)
Composizione
La Curia si compone:

Della Segreteria di Stato

Del Consiglio per gli affari pubblici

Delle Congregazioni

Dei Tribunali

Di altri Istituti
La Segreteria di Stato messa al primo posto, perch essa, in realt, ormai lorgano pi importante, col compito di aiutare
da vicino il Sommo Pontefice sia nella cura della Chiesa universale, sia nei rapporti con i Dicasteri della Curia Romana
(Costituzione Regimini Ecclesiae universae, n. 19, 1). Spetta specificamente al Cardinale Segretario di Stato convocarne i
Cardinali Prefetti, per un opportuno coordinamento dei lavori e anche per favorire lo scambio di notizie e di suggerimenti (n.
18). Con chirografo del 6 aprile 1984, Giovanni Paolo II ha demandato inoltre al Segretario di Stato la rappresentanza del
Pontefice nei poteri e nelle responsabilit proprie della sua sovranit temporale (Communicationes, a. 1984, pp. 1213).
Da notare. Con la Costituzione Apostolica Pastor Bonus pubblicata da Giovanni Paolo II il 28 giugno1988, la Segreteria di
Stato divisa ormai omogeneamente in due Sezioni: la prima sugli affari generali, e la seconda dei rapporti con gli Stati.
in questa seconda sezione che confluito il Consiglio per gli Affari Pubblici di Paolo VI.
5.
Il riordinamento di Giovanni Paolo II
Con le nuove norme disposte da Paolo VI, la Curia Romana sub una profonda positiva trasformazione. Ma essa non
soddisfece tutti, e da pi parti si richiese con insistenza una pi aggiornata strutturazione, che pertanto stata oggetto di una
lunga consultazione e di un approfondito studio da parte degli organi competenti fin dal tempo di Paolo VI, durando
complessivamente pi anni fino al giugno del 1988. Un tale ritardo non deve meravigliare: esso pienamente giustificato dalla
delicatezza e dalla complessit dei problemi trattati o connessi. anche da tener presente che la Curia Romana una
istituzione puramente ecclesiastica, e che la sua struttura e le sue funzioni variano (debbono variare) secondo levolversi dei
tempi e il sorgere di nuove necessit ed esigenze, anche se auspicabile che vi siano delle linee fondamentali costanti, le quali
permettano allistituto di conservare inalterata la sua struttura ecclesiastica.
I lavori di revisione ebbero inizio il 18 maggio 1974, con la costituzione, da parte di Paolo VI, di una Commissione di Studio
presieduta dal Card. Luigi Traglia e successivamente dal Card. Fernando Antonelli, ma dopo quattro anni essi vennero
interrotti a causa della morte del Pontefice, avvenuta il 6 agosto 1978. Furono ripresi nel novembre del 1979 da Giovanni
Paolo II, che consult a tal fine, per un ampio periodo di quattro anni, il Collegio dei Cardinali e tutti gli organi interessati.
Nel novembre del 1983, il Romano Pontefice costitu una speciale Commissione presieduta dal Card. Aurelio Sabattani. Essa
prepar lo schema della nuova legge, che venne sottoposta allesame dei singoli Cardinali, di Patriarchi delle Chiese Orientali,
dei Dicasteri della Curia, delle Conferenze Episcopali, dello stesso Sinodo dei Vescovi del 1985. Venne quindi nominata nel
gennaio del 1986 una Commissione Cardinalizia presieduta dal Card. Sebastiano Baggio, la quale rielabor il testo tenendo
conto delle osservazioni e dei suggerimenti emersi nelle consultazioni. Per oltre un anno esso fu discusso e approfondito
personalmente dal Papa con un gruppo di esperti di sua fiducia, e il 28 giugno 1988 al termine del IV Centenario della
Costituzione Apostolica Immensa aeterni Dei di Sisto V, nell80 anniversario della Sapienti consilio di Pio X, e nel 20
dellentrata in vigore della Regimini Ecclesiae universae (Costituzione Apostolica Pastor Bonus, Introduzione, n. 6) la
nuova Costituzione sulla Curia Romana stata promulgata.
Essa consta di una Introduzione (nn. 114) e di 193 articoli, divisi in otto parti:
1.
Norme generali: artt. 138
2.
La Segreteria di Stato: artt. 3947
3.
Le Congregazioni: artt. 48116
4.
I Tribunali: artt. 117130
5.
I Consigli Pontifici: artt. 131170
6.
Gli Uffici: artt. 171179
7.
Gli altri Organismi della Curia: artt. 180182
8.
Gli Avvocati: artt. 183185
9.
Istituzioni collegate con la Santa Sede: artt. 186193
Il Regolamento Generale della Curia Romana stato emanato a firma del Card. Angelo Sodano, Segretario di Stato, il 4
febbraio 1992, ed entrato in vigore a partire dal terzo mese della sua pubblicazione (cfr. Acta Apostolicae Sedis, 7 marzo
1992, pp. 201253).
Elenco delle Congregazioni
1.
C. della Dottrina della Fede: artt. 4855
2.
C. per le Chiese Orientali: artt. 5661

3.
C. del Culto Divino e della Disciplina dei Sacramenti: artt. 6270
4.
C. delle Cause dei Santi: artt. 7174
5.
C. per i Vescovi: artt. 7584
6.
C. per lEvangelizzazione: artt. 8592
7.
C. per il Clero: artt. 93104
8.
C. per glIstituti di vita consacrata e per le Societ di vita apostolica: artt. 105111
9.
C. dei Seminari e deglIstituti di Studi: artt. 112116
Tribunali
1.
Penitenzieria Apostolica: artt. 117120
2.
Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica: artt. 121125
3.
Tribunale della Rota Romana: artt. 126130
Consigli
1.
Pontificio Consiglio per i Laici: artt. 131134
2.
Per lunione dei Cristiani: artt. 135138
3.
Per la Famiglia: artt. 139141
4.
Della Giustizia e della Pace: artt. 142144
5.
Cor Unum: artt. 145148
6.
Della pastorale per i migranti e glitineranti: artt. 149151
7.
Della pastorale per gli operatori sanitari: artt. 152153
8.
Per linterpretazione dei testi legislativi: artt. 154158
9.
Per il dialogo inter religioso: artt. 159162
10. Per il dialogo con i non credenti: artt. 163165
11. Della cultura: artt. 166168
12. Delle comunicazioni sociali: artt. 169170
6.
La Santa Sede
Can. 361 (7*) Nel Codice, con lespressione Sede Apostolica o Santa Sede sintendono:

Il Romano Pontefice

I vari Organismi della Curia Romana, che agiscono in nome e per autorit del Sommo Pontefice, tranne che dalla
natura della cosa (ex natura rei) o dal contesto (ex sermonis contextu) risulti che si debba intendere personalmente il Papa.
Ex natura rei, per es.: Can. 355 (Sede Romana vacante aut impedita); Can. 378 2 (il giudizio definitivo sulla idoneit di
un candidato allepiscopato), Can. 380 (il giuramento di fedelt dei Vescovi eletti); Can. 1698, 1 (il giudizio sul fatto
della non consumazione del matrimonio e sullesistenza di una giusta causa per la concessione della dispensa super rato).
A norma del Can. 113, 1, la Sede Apostolica, come la Chiesa Cattolica, godonodella prerogativa di persona morale, in
forza dello stesso ordinamento divino. Come tale, essa soggetto capace di acquistare, conservare, amministrare e alienare i
propri beni temporali, a norma del diritto (Can. 1255).
7.
Norme ulteriori
1)
Curia Romana

Can. 19: Il valore della giurisprudenza e della prassi della Curia Romana.

Can. 64: Competenza cumulativa nella concessione di rescritti.

Can. 354: La rinunzia dei Cardinali di Curia al compimento del 75 anno di et.

Can. 356: La residenza in Roma dei Cardinali di Curia.

Can. 1445, 2: Conflitti di competenza.


2)
Sede Apostolica o Santa Sede
Sono espressioni che ricorrono frequentemente nel Codice: Sedes Apostolica, oltre 150 volte; Sancta Sedes, oltre 40.

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