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Il taccuino dellesploratore

a cura di ORESTE GALLO (per gli scout: Lupo Tenace)



NONA CHIACCHIERATA
OSSERVARE LE TRACCE












Costituiscono delle vere e proprie tracce sul terreno o sulla vegetazione. Facciamo
alcuni esempi. Un mucchio di terra sollevato e smosso pu indicare la presenza di
una talpa; buchi in terra abbastanza profondi ed a forma dimbuto, una galleria
grande che scarta i cespugli possono indicare la presenza di un tasso; una galleria
pi piccola, aperta nella parte superiore, pu essere legata al passaggio di una
volpe; siepi scartate e frasche spezzate, terra sconvolta, profondamente scavata e
mossa, erba pestata con schiacciamento da parte dellanimale che vi si
accovacciato, sono tutti indizi che portano al cinghiale.

I PERCORSI ABITUALI

Quando si cammina in montagna, facilmente ci si pu imbattere in
un animale selvatico e di fronte ad esso bisogna ridurre al massimo i
movimenti, altrimenti lanimale non si tranquillizza e fugge: infatti
gli animali selvatici sono difficilmente avvicinabili perch sono
sospettosi, diffidenti ed a loro spesa hanno imparato a stare alla
larga dalluomo. Quasi tutti hanno vista, udito ed odorato
nettamente pi spiccati delluomo ed in linea di massima le ore pi
favorevoli per avvistarli restano quelle a cavallo del sorgere del sole.
Le tracce che lasciano gli animali non sempre si rilevano facilmente,
ma con un po di abitudine, con occhio attento e curioso si potr
imparare ad identificare lautore. Per traccia si intende ogni
indizio che possa essere ricondotto ad un animale. Per cui si
possono considerare tracce i percorsi abituali, i ciuffi di pelo, i resti
di cibo, gli escrementi ed ovviamente le impronte delle zampe.




Molti mammiferi preferiscono costruire dei rifugi sotterranei, dove ripararsi durante
la stagione fredda o dove allevare i piccoli al sicuro dai predatori. Rivelatore certo di
una tana il foro d'entrata: dalla sua dimensione, dalle tracce e dagli escrementi che
si possono trovare all'esterno, possibile avere un'idea dell'animale che ci vive.
Molto conosciuta ad esempio la tana della Talpa. Questo animale ammucchia il
terriccio proveniente dai suoi scavi in monticelli di terra; sotto al pi alto vi la
camera del nido.


Soprattutto rapaci notturni come il barbagianni, la civetta, lallocco ed il gufo, ma
anche rapaci diurni, gabbiani, alcuni corvi ed alcuni passeri lasciano delle palline
scure chiamate borre che in pratica sono un rigurgito delle parti indigeste dellultimo
pasto. Questi uccelli si nutrono per la maggior parte di roditori, piccoli uccelli, larve,
insetti che inghiottono interi; ma dato che il loro intestino non in grado di
distruggere tutte le parti della preda, gli ossicini, le piume, i peli, vengono raccolti in
queste palline, che allincirca ogni 12 ore, il rapace espelle dalla bocca.



In generale si pu dire che le fatte dei predatori carnivori (volpe,tasso, martora
ecc.) siano di forma allungata ed irregolare con apici appuntiti, mentre quelle degli
erbivori sono di forma arrotondata. Le fatte dei carnivori poi contengono spesso i
resti indigeriti di pasti di altri animali o di fibre vegetali. Ritrovare delle fatte su sassi,
o su ciuffi di erba, o in luoghi molto visibili, suggerisce che alcuni animali le usano, al
pari di altri segni, per marcare i confini del proprio territorio o per avvertire della
loro presenza.




LE TANE DI MAMMIFERI
GLI ESCREMENTI (FATTE)
LE BORRE


Ogni animale che cammina lascia un impronta, soprattutto nel fango e sulla neve.
Esaminando la forma e la dimensione di unorma, possibile risalire a quale animale
selvatico abita il territorio che stiamo attraversando. Le orme hanno caratteristiche
diverse a seconda dellanimale che le lascia e possiamo distinguere:
1. Orme a pianta intera









2. Orme con cuscinetti plantari






3. Orme di zoccoli





Sono lasciate da animali che appoggiano
tutta la pianta del piede, per cui presentano
cinque dita con il terzo che quello pi
lungo: per fare degli esempi possiamo citare
lorso o nei nostri boschi il riccio ed il tasso.
(vedi disegno a lato)

Orma di tasso

Sono lasciate da animali che appoggiano
solo le dita ed hanno dei cuscinetti plantari:
per fare degli esempi possiamo citare il lupo
o nei nostri boschi la volpe. (vedi disegno a
lato)

Orma di volpe

Sono lasciate da animali che hanno
specializzato il loro piede ad appoggiare
solo il terzo ed il quarto dito, le cui unghie
modificate formano il cosiddetto zoccolo ed
i residui del secondo e quinto vanno a
costituire delle protuberanze dette speroni:
per fare degli esempi possiamo citare il
camoscio, lo stambecco o nei nostri boschi il
cinghiale. (vedi disegno a lato)

Orma di cinghiale

LE IMPRONTE

Se passeggiando in un bosco rinveniamo unimpronta, in poco tempo possiamo
farne un calco, da tenere magari per ricordo.















Vediamo allora come si procede:
1. Per prima cosa occorre pulire con cura l'impronta, liberandola dai diversi
detriti: foglie secche, pezzi di legna o sassi.
2. Quindi si contorna limpronta con un cerchio di cartoncino saldato con dei
fermagli, in modo da formare una vaschetta.
3. Si impasta un po' di gesso in una ciotola (gli scout molto essenzialmente usano
una palla di gomma tagliata a met!): quando limpasto senza grumi e ha la
consistenza del latte condensato, lo si versa nella vaschetta formata dal
cartoncino e si aspetta che il gesso faccia presa. Occorreranno almeno 40-60
MATERIALE OCCORRENTE
gesso (scagliola)
acqua
una ciotola o un pallone di gomma tagliato a met
una spatola o pi semplicemente una stecca di legno
delle strisce di cartone (40cm x 8cm)
dei fermagli
un coltello
un pennello
della vaselina





minuti (in base all'umidit del terreno e al tempo atmosferico). Se vogliamo
che il gesso si solidifichi prima, mettiamo nell'impasto un po' di sale, per
questo render il calco pi fragile.
4. Quando limpasto ben essiccato, si toglie il calco, portando via anche la terra
intorno ad esso e lo si lascia asciugare ancora per una mezza giornata.
5. A questo punto lo si libera dalla terra lavandolo in acqua corrente: in questo
modo avremo ottenuto cos il negativo dell'impronta.
6. Se vogliamo ottenere il positivo occorre pulire bene il negativo.
7. Lo si unge con abbondante olio o vaselina circondandolo con un cartoncino.
8. Versiamo del gesso nella vaschetta, cos come si fatto per ricavare il
negativo.
9. 10. 11. Quando il gesso indurito, lo si toglie dal negativo e lo si pulisce dalle
sbavature con un coltello facendo attenzione a non farlo spaccare.















Parecchie sono le tracce alimentari che fanno immediatamente pensare ad un dato
animale. Vediamone alcune.




















Galline sgozzate alla nuca e non divorate, pulcini morti, uova vuotate da due
buchi, fanno pensare alla presenza di una donnola.
Galline strangolate ed in parte divorate, fanno pensare alla presenza di un
gatto selvatico.
Volatili feriti al petto ed alla nuca o indenni e spaventati, uova vuotate da un
buco molto grande, fanno pensare alla presenza di una faina.
Frutti divorati a met (tracce dei denti) e poi abbandonati, fanno pensare alla
presenza di un martora.
Massa di penne spezzate con un colpo di dente, fanno pensare alla presenza di
un animale carnivoro.
Uccelli scannati alla nuca con gozzo aperto, fanno pensare alla presenza di un
ghiro.
Carcasse di animali tagliuzzate , fanno pensare alla presenza di una volpe.
Pigne con le scaglie spezzate e sbrindellate, nocciole con buco sul guscio attorno
al quale sono visibili i segni delle beccate non andate a segno, gusci di nocciole
vuoti incastrati nelle cavit degli alberi, fanno pensare alla presenza di un
picchio (vedi disegni di seguito).



I RESTI DI CIBO
















Diversi animali costruiscono dei nidi, ma i veri maestri in questo campo sono gli
uccelli. La costruzione dei nidi avviene di solito in primavera e in estate: il nido viene
ben nascosto, oppure situato in punti di difficile raggiungimento ed anche le uova
spesso sono di colore mimetico. E sconsigliabile disturbare gli uccelli durante il
periodo della riproduzione, pena il quasi sicuro abbandono delle uova o della prole.
In autunno quando oramai non ci sono pi n uova n piccoli, si possono osservare i
nidi senza alcun problema. Le forme, lubicazione ed i materiali usati per la
costruzione di un nido, variano da specie a specie. Vi sono uccelli che costruiscono il
nido negli anfratti e nelle cavit degli alberi (per esempio il Picchio), altri
preferiscono nidificare nel terreno, fra le erbe (per esempio l Allodola), altri ancora
fissano il loro nido ai rami di alberi o di cespugli alle altezze pi diverse (per esempio
il Merlo). Per quanto riguarda la forma, i nidi appesi ai rami possono essere aperti a
cestello o chiusi a sacco. I materiali sono piuttosto omogenei e sono quelli
reperibili nell'ambiente: paglia, erbe, rametti, muschio, fango, piume, talvolta anche
materiale tipico della nostro vivere come carta, plastica, pezzetti di filo o di tessuto.
Pigne scorticate con cura cominciando dalla base con al vertice un ciuffo di
squame e tutto attorno una grande quantit di squame strappate, fanno pensare
alla presenza di uno scoiattolo (vedi disegno di seguito).

Pigne rosicchiate con estrema cura dallinizio alla fine con base arrotondata e
con vertice che rimane con poche scaglie intere a forma di ciuffo, fanno pensare
alla presenza di un topo selvatico (vedi disegno di seguito).

I NIDI

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