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La Giornata

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In Italia Nel mondo
Roma. Irene Pivetti, presidente della Ca-
mera, considera legittimo e incarica il con-
siglio di amministrazione Rai. Si chiarisco-
no i rapporti di forza che si muovono allin-
te rno dellazienda e tra i partiti politici, in
un intrico di interessi, di poteri e di schie-
ramenti trasversali, che fa della Rai unen-
tit del tutto senza controllo, come am-
mette Marco Taradash, che pure pre sie d e
la commissione di indirizzo e di vigilanza
sul servizio pubblico radiotelevisivo. La
presidente Pivetti, dintesa con Carlo Sco-
gnamiglio, ha conargomenti stre tta m e n te
tecnico-civilistici sciolto unnodo tutto po-
litico che stava ingarbugliando lintero e
complicatissimo comparto della comunica-
zione. E insomma la vittoria di uno dei par-
titi (ma forse sono anche di pi) che da tem-
po duellano nel
c uo re della Rai:
quello manageriale
e impre ndito r ia le
c o ntro quello della
politica. La palma
va dunque a Letizia
Moratti ed al suo
c o ntroverso tentati-
vo di fare della Rai
una grande azienda
c o nc o rrenziale sul
piano del merc a to
televisivo e del-
l info rma z io ne .
Tanto che pochi mi-
nuti dopo lannun-
cio della decisione della presidente Pivet-
ti, Letizia Moratti diffondeva alle agenzie
una secca smentita di tutte le voci che la in-
dicavano in arrivo nel costituendo governo
Maccanico. Nel cda si conosceva da tempo
lorientamento dei presidenti delle Came-
re e la Moratti ha giocato fino in fondo la
sua partita con il dire tto re generale Mini-
cucci avendo in tasca la carta segreta della
sua completa rilegittimazione che pro p rio
ieri mattina ha fatto valere conil pre s id e n-
te dellIri Michele Te d e s c h i. ETedeschi ha
dovuto infine pro m e tte re che nellassem-
blea dei soci del 27 febbraio nonsi opporr
alla dipartita di Minicucci. Tanto piche la
maggioranza del consiglio dellIri non la-
v rebbe pi seguito nella sua difesa del di-
re tto re generale della Rai essendo venuto
meno il motivo della pro rogatio per il cda.
Grazie alla solida amicizia con Maccanico,
per Minicucci si pre p a re rebbe comunque
un ripiego di pre stig io .
La presidente della Rai, daltronde, par-
landoconil Foglio nonnasconde la sua sod-
disfazione: E unadecisione che garantisce
finalmente allazienda quella serenit ne-
cessaria ad affro n ta re passaggi molto deli-
cati, come limminente asta per i diritti di
trasmissione indiretta del calcio; la discus-
sione in Parlamento sulle pay tv; lassetto
definitivo del servizio pubblico di cui si par-
la nellacommissioneNapolitano. Tutti temi
ci dice la Moratti che richiedono vert ic i
aziendali saldi e legittimati. Ma soprattut-
to la presidente trova confermata la sua vi-
sione di una Rai come impresa di serv iz io
pubblico, dove per rispettare il dettato re-
fe rendario che ci chiede di aprire la Rai ai
capitali privati.
Ed proprio il capitolo del rapporto con
i privati che faceva da sfondo allo scontro
tra presidente e dire tto re generale. Dove la
prima non ha mai fatto mistero della sua
amicizia con Carlo De Benedetti, base pro-
mettente per accordi miliardari sul futuro
delle nuove tecnologie, decoder per pay tv
in prima fila. Me n tre Minicucci si sempre
sentito il garante della presenza pubblica
nella Rai ed avrebbe preferito trattare gli
stessi affari conla Stet.
La dura partita del dire tto re generale
Ma Raffaele Minicucci, che ieri era dato
unanimemente per sconfitto. Con lui la
pa rtita chiusa, dicono al settimo piano di
viale Mazzini e aggiungono: gi due setti-
mane fa il consiglio era pronto a licenziar-
lo, poi, per rispetto verso lazionista di mag-
gioranzasi preferita una soluzione morbi-
da. Chi gli vicino assicura per che il di-
re tto re generale intende re sis te re sulla li-
nea del simul stabunt, simul cadent e vende-
re cara la pelle. E come ha fatto per tutti
questi giorni di scontro ha lavorato a pieno
ritmo nel suo ufficio che i dirimpettai del
cda considerano gi chiuso.
Il mondo politico e i partiti assistono da
spettatori a questapartita . Nessunosembra
a v e re la chiave giusta per interpre ta re e
tanto meno per incidere su quello che ac-
cade. La Rai ormai un partito a s - dice
Giuseppe Giulietti, del Pds - nessuno inPar-
lamento pi in grado di orientarla.Stu-
p o re hanno espresso, sul pro n u n c ia m e n to
di Irene Pivetti e Carlo Scognamiglio, i ca-
p ig ruppo del Pds alla Camera e al Senato,
Luigi Berlinguer e Cesare Salvi. La legge
non d loro un potere di interpre ta z io n e .
Dice MarcoTaradash: Una volta lalotta tra
i partiti era pi o meno alla pari, ora si so-
no ridotti a mendicare questa o quella pol-
trona. Eil futuro si annuncia anche peggio-
re del pre s e nte .
LETIZIA MORATTI
NEWYORK- Polemiche sul grattacielo
ANewYork si sta ultimando la radicale
tr a s fo rmazione di ungrattacielo di 45 piani,
a due passi dallhotel Plaza, affacciato sul
Central Park. Lopera stata studiata per il
magnate Donald Trump da Philip Johnson,
grandevecchio dellarchitetturaamericana.
MainAmerica nonesistono mostri sacri. La
critica sul timpano dorato, le colonne inac-
ciaio, i cristalli scuri, accanita e va oltre i
giudizi del pubblico che definisce la tra-
s fo rmazione orribile e pacchiana.
H e r b e rt Muschamp sul NewYork Ti m e s
opera un confronto con il Seagram Buil-
ding, il famoso grattacielo di Mies van Der
Rohe, a cui collabor lo stesso Johnson, de-
finito un esempio della possibilit della
citt di andare al di l del piano materiale,
verso unideale trascendente. Johnsonvie-
ne indicato come la personalit pi corr i-
spondente al gusto kitachdi DonaldTru m p ,
dimostrando con la sua architettura cosa
pu fare il tocco di Mida nellanima di una
citt. PhilipJohnsonnonsembra pre o c c u-
parsi molto di queste critiche. La risposta
lha gi data anni fa dichiarando: E molto
meglio che gli edifici si costruiscano a glo-
ria di Dio che non nel denaro, ma non a
questo che attualmente si pensa. Facciamo
ci che ci chiedono il meglio possibile. Co-
me la professione pi antica del mondo ab-
biamo unsolo obiettivo: far piacere, incam-
bio di un onorario.
STOCCOLMA - L a e ro p o rto diventa citt
Aquaranta chilometri da Stoccolma cre-
sciuta Skycity. E una verae propria citt at-
taccata allaero p o rto Arlanda. ASkycity la-
vorano oltre 12 mila persone. Con uffic i,
spazi per congressi ed esposizioni, audito-
rium, hotel, ristoranti, shopping centre, ban-
che, palestre, laero p o rto non piluogo di
transito verso la grande citt dove stare il
meno possibile. Perch raggiungere Stoc-
colma sprecando tempo quando laero p o rto
o ffre un ambiente piacevole per lavorare ,
svagarsi o fare shopping? ASkycity, aperta
24 ore al giorno, feste comprese, si trasfe-
rita una parte di Stoccolma per essere pi
vicina alle principali citt mondiali e ai lo-
roaero p o rti, unsistema incontinuacompe-
tizione dove si concentrano grandi flussi
economici e di lavoro. I grandi aero p o rti,
con milioni di passeggeri/anno - il picco
Chicago OHara con 70 milioni - hanno ogni
g io rno una popolazione paragonabile a
quella di una media citte il loro bilancio
solo per il 20%legato al trasporto aereo. Il
resto deriva da altre attivit. Le pre v is io n i
indicano un constante aumento di traff ic o ,
soprattutto sulle rotte verso oriente. Stoc-
colma, con Arlanda e Skycity, contende a
Copenhagen, Francoforte, Parigi e Londra,
il traffico passeggeri intercontinentale. An-
che Roma incorsa tra i grandi scali euro-
pei, anche se, a diffe renza di quanto acca-
dea Stoccolma rester comunque molto dif-
ficile superare la diffe renza tra sedersi in
un bar a Fiumicino e inPiazza di Spagna.
PARIGI - Chiude lAmericanCenter
LAmerican Center di Parigi chiudedopo65
anni di attivit e a un anno e mezzo dalla-
p e rtura dellanuovasedea Berc y, chesi ri-
levata un buco clamoroso. La sua re a liz z a-
zione, affidata allarchitetto Frank Gehry,
a v rebbe dovuto rilanciare limmagine degli
Stati Uniti nel panoramaparigino, maanche
m ig lio r a re i conti dellistituto. Nei fatti il ri-
cavato della vendita della vecchia sede di
B o u le v a rd Raspail stato tutto assorbito
nella costruzione e la sede decentrata ha
e s e rcitato unascarsa attrazione, conuna di-
minuzione di afflusso del pubblico. In pas-
satoquesti fatti nonavre b b e ro portatoa de-
cisioni clamorose. Nonbastanoi tagli di spe-
sa proposti dal Congresso, la riduzione del-
le entrate, la mancanza di nuovi finanziato-
ri a giustificare la messa in vendita della
nuova sede, il licenziamento del personale,
il drasticoridimensionamento delle attivit.
Inrealtgli interessi degli Stati Uniti inEu-
ropa guardano sempre pi a est e mentre
Parigi chiude a Berlino gi stata decisa la
sede di un nuovo American Center in pro s-
simit del vecchio Check Point Charlie.
SANPAOLO- La conservazione della foresta
Le maggiori organizzazioni degli indige-
ni del Brasile hanno chiesto alla comunit
in te rnazionale di sospendere tutti i finan-
ziamenti per la conservazione della fore sta
amazzonica. La richiesta rivolta ai G7 eal-
la Banca Mondiale che si sta occupando
della demarcazione delle riserve indiane
nello stato di Rondonia. Potrebbe sembra-
re una richiesta paradossale se il govern o
brasiliano non avesse modificato per de-
c reto la regolamentazione sulle aree pro-
tette, dove presente la popolazione indios.
Il decreto aumenta le possibilit per mina-
tori, agricoltori, occupanti a vario titolo e
per le comunit locali non autoctone, di
c o n te s ta re i confini e chiedere forti risarc i-
menti per le aree destinate a riserva. L e-
saurimento delle risorse delle foreste della
Guyana e del Suriname ha accresciuto no-
tevolmente linteresse su queste aree, che
c o p ronol11%del territorio del Brasilee so-
no ricche di materie prime e legno pre g ia-
to. Il timore delle comunit indigene, che
hanno conosciuto, per la prima volta dopo
la conquista portoghese unlieve incre m e n-
to demografico, di vedere compro m e s s a
gran parte delle 554 aree protette, a cui si
legano le loro possibilit di sopravvivenza.
DUELLO TRA DALEMA E FINI,
MENTREMACCANICOCONTINUAg l i
incontri in vista della formazione del
nuovogoverno. Il presidenteincaricato
si visto con Romano Prodi, Carlo De
Benedetti, Rocco Buttiglionee Umber-
to Bossi. Il centrodestra, al terminedel
suo vertice, ha chiesto che Antonio
Maccanico assuma il ruolo di garante
attivo delle riforme costituzionali, ac-
cettando cos le preoccupazioni di An
per lipotesi di un accordo bidone
fondato su maggioranze parlamentari
occasionali. Massimo DAlema ha ri-
sposto con un nervoso articolo sullU-
nit, reso noto nel pomeriggio. Il segre-
tario del Pds ribadisce la disponibi-
lit per il semipre s i d e n z i a l i s m o ,
adattato alla realt italiana, sostiene
che una riforma finta sarebbe un er-
rore, ma accusa Gianfranco Fini di far-
si scomposto portavoce della tesi se-
condo cui il governo, non il Parlamen-
to, deve ritenersi impegnato al perse-
guimentodelle riforme. An, scrive DA-
lema, findallinizio haoperato per sa-
b o t a re laccordo sulle riforme.
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Contratti pubblici per il 96 e il 97 v e r-
so il rinnovo dopo la firma della diret-
tiva, ieri, da parte di Lamberto Dini.
Sar ora lAran, lagenzia per la rap-
p resentanza negoziale, a porta re avan-
ti le trattative. La Uil chiede il re c u p e-
ro del diff e renziale dinflazione, per il
biennio 94-95, previsto per gennaio e
non ancora ottenuto.
Il ministero delle Finanze avverte
che in aprile saranno diffusi i dischetti
coi quali calcolare i parametri prev i s t i
dal ricavometro.
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A c c o rdo alla Camera sulla legge per
la violenza sessuale. A larga maggio-
ranza stata approvata la norm a t i v a
che considera leciti i rapporti fra mi-
nori nellarco di et che va dai 13 ai 16
anni. Ora lalegge ritorna al Senato.
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Boomdi nuove impre s e nel 1995. Do-
poanni di crescita zero, si finalmente
registrato un saldo attivo (+1,23%) fra
nascitee cessazioni dattivit.
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LUe accusa lItalia per il pontesullo
S t retto di Messina. Secondola commis-
sione europea, laleggecheimponelas-
segnazione dei lavori a ditte control l a-
te dallIri per almeno il 51% (e il re-
stante 49%a Fs, Anas e amministrazio-
ni locali), viola le norme comunitarie.
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Borsa di Milano. Lindice Mibtel di ie-
ri 9.999 (+0,06%). La lira ha perso 3,1
punti sul dollaro (1.575,92) e ne ha gua-
dagnati 2,97 sul marco (1.067,70).
I M P O RTANTE SCOPERTA SCIEN-
TIFICANEGLI STATI UNITI. E s p e r i-
menti in corso sul Tev a t ron del Labo-
ratorio nazionale Fermi dellIllinois, il
pi potente acceleratore di parti c e l l e
elementari del mondo, costringono a
d u b i t a re cheil quark sia lultimo costi-
tuenteelementaredellamateria, come
p resupposto dalleattuali teoriefisiche.
Al contrario il quark avrebbe una pro-
pria struttura interna, i cui elementi
a v re b b e ro una natura completamente
ignota. Se questo dubbio dovesse esse-
re confermato, si tratterebbe di una
delle pi grosse rivoluzioni interv e n u-
te nella concezione del mondo fisico
dallepoca della scoperta dellacompo-
sizione dellatomo alla fine del secolo
scorso. La notizia degli esperimenti,
condotti da un gruppo interna z i o n a l e
di scienziati di cui fa parte litaliano
G i o rgio Bellettini dellIstituto di fisica
n u c l e a re di Pisa, sar contenuta nel
p rossimo numero dellimportante rivi-
sta specializzataScience. Il gruppo lo
stesso che un anno fa, sempre avvalen-
dosi del Tev a t ron, pervenuto allasco-
p e rta del top quark, con ci confer-
mando sperimentalmentelasimmetria
fondamentaledella materia nota come
S t a n d a rd model. Ora questo stesso
S t a n d a rdmodel in pericolo.
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Mostar sar divisa in due. Tre di-
s t retti sarannoriservati ai croati, treai
musulmani. Lo ha deciso il sindaco
e u ropeo della citt, Hans Koshnik, di
f ronte allimpossibilit di tro v a re ac-
c o rdi diversi. Per tutta risposta i cro a-
ti hanno attacatola sede cittadina del-
la Ue.
Tanto gli Usa che la Francia hanno
ieri lamentato la lentezza delle opera -
zioni per form a re una polizia interna -
zionale inBosnia, passaggio essenziale
per la tenuta degli accordi di pace.
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Le relazioni tra Cuba e Haiti sono ri-
p reseoggi, dopo34anni di interruz i o n e .
Auspicata dal presidente haitiano
uscente Aristide, lanormalizzazione di-
plomaticaintensificheri rapporti com-
m e rciali tra ledueisole caraibiche.
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Kohl sta perdendo consensi nella Cdu
a causa della politica sullunione mo-
netaria. Lo sostengono i liberali della
Fpd, che si proclamano gli unici allea-
ti fedeli del Cancelliere .
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LI n g h i l t e rra al voto col pro p o rz i o n a-
le? Se Tony Blair vincer le elezioni,
p o t rebbe accadere. Il leader laburista
hapromessounre f e rendumperfar de-
c i d e re al popolo se mantenere il siste-
ma maggioritario o cambiare .
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I Lords bocciano lo sport inpay tv. La
Camera alta londinese ha votato un
emendamento alla nuova legge per il
s e t t o re televisivo che vincola alla Bbc
la trasmissione, in chiaro, dei maggiori
avvenimenti sportivi mondiali.
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Varato il Governo polacco di Wlodzi-
m i e rz Cimoszewicz, che guider una
coalizione fra Alleanza della sinistra
democratica e Partito dei contadini.
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Le truppe russe in Cecenia, che secon-
do fonti del governo locale filo-rus s o
s a re b b e ro pronte a ritirarsi gi oggi, ri-
m a rranno probabilmente a Gro z n y. A
Mosca il consiglio di sicurezza non ha
infatti deciso nulla in prop o s i t o .
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P recipitato un Boeing 757 al larg o
delle coste della Repubblica Domini-
cana, appena decollato alla volta di
F r a n c o f o rte con 189 persone a bordo ,
in maggior parte turisti tedeschi.
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Lerestrizioni Usa contro la Cina, san-
cite dopo i fatti della Tienanmen, che
bloccavanoda anni il progettoper re a-
l i z z a re tre satelliti per telecomunica-
zioni, saranno abolite. Lo ha deciso il
p residente Clinton.
Madrid. Gi indebolito dopo le elezioni
politiche del 93, superato dal Partito popo-
la re nelle europee del 94, il Partito sociali-
sta spagnolo di FelipeGonzalez si avvia con
a ffanno alle elezioni del prossimo 3 marz o ,
che quasi certamente perder. Pi che la
debolezza politica, sui socialisti peseranno
gli scandali giudiziari. Infatti nella campa-
gna elettorale incorso gioca uninedita par-
te la magistratura che, analogamente a
quanto accaduto in Italia negli scorsi anni,
ha assunto un ruolo capace di scard in a re
pezzi importanti del sistema politico.
Il pi dirompente degli affa ires che han-
no colpito lamministrazione socialista
quello della sporca guerra. Si tratta delle
indagini sui Gal, i Gruppi di liberazione an-
ti- te rrorismo, nati per combattere i baschi
dellEtanel 1983, unannodopo lavvento del
g o v e rno socialista, che si sare b b e ro mac-
chiati di delitti da dittatura sudamericana.
Principale imputato lex ministro dellIn-
te rno JosBarrionuevo. Malopposizione di
sinistra accusa apertamente Gonzalez di es-
s e re lideatore delle squadre dellamort e :
Se credete che questa sia una diffa m a z io-
ne, incriminatemi pure ha detto il leader
della sinistra Julio Anguita ma io sono
p ronto a sostenere le accuse e a pro v a r le .
Il ruolo dei magistrati
Lelenco delle azioni giudiziarie lungo,
e rubrica titoli consueti: per abuso di fondi
se g reti indagato lex ministro degli Inter-
ni Jos Luis Corcuera; per intercettazioni te-
lefoniche e abusi vari sono indagati alti gra-
di della Guardia Nazionale e dei Servizi di
s ic u rezza. Anche lex governa to redellaBan-
ca di Spagna, Mariano Rubio, inquisito
per frode fiscale, mentre abbondano i pro-
cedimenti per finanziamento illegale al
Psoe. Lultimo degli scandali ha colpito di-
rettamenteGonzalez, chiamato incausa per
una operazione finanziaria che nell87
a v rebbe fruttato cento miliardi di lire adun
fin a n zie re suo amico, Enrique Sarasola. In
prima fila a condurre la battaglia giudizia-
ria c unmagistrato quarantenne, elegante
e disinvolto: Baltasar Garzon. Distintosi in
indagini sul terrorismo negli anni 80, di-
ventato luomo simbolodel corso giustiziali-
sta e i giornali lo definiscono il Di Pietro di
S p a g n a .
G a rzonperha seguito una traiettoria in-
versaa quella indicata dal piano confessato
da Antonio Di Pietro ai magistrati di Bre-
scia (dalle inchieste ai servizi alla politica):
G a rzonha provato prima conla politica, poi
tornato alla magistratura per scatenare la
sua offensiva. Nel 93 Garzon divenne infat-
ti deputato socialista, eletto con Gonzalez a
Madrid, e fuincaricato del piano anti-dro g a
del governo. Ma se ne andsbattendola por-
ta dopo solo un anno, accusando il govern o
di corruzione e passivit. To rnato alla Cort e
Nazionale, un tribunale speciale che ha as-
sunto sempre maggiori poteri, Garzonriapr
il fascicolo del Gal, colpendocos il govern o
di cui aveva fatto parte. Un altro giudice di
primopiano, Ventura Perez Mario, ha com-
piuto un identico percorso dal parlamento
alla magistratura, e lo scorso anno ha chie-
sto le dimissioni di Gonzalez per lo scanda-
lo Gal.
La politica re p lic a
I socialisti rispondono con durezza. Ac-
cusano i giudici di compiere operazioni po-
litiche e hanno ricandidato linquisito Bar-
rionuevo. Del resto la sensazione che il po-
te re giudiziario stia debordando e minacci
le istituzioni accomuna le forze politiche.
Nel programma del Partito Popolare, ovve-
ro del principale beneficiario di untracollo
elettorale del Psoe, si legge che lammini-
strazione della giustizia deteriorata e non
gode della necessaria fiducia. Esi pro p o n e
di impedire il ritorno di giudici e magi-
strati ai medesimi tribunali dopo aver ab-
bandonato incarichi politici. L a n o m a lia
dellattuale situazione giudiziaria spagnola
risiede infatti anche nel viavai tra politica e
tribunale di alcuni magistrati, spesso giova-
ni e di non eccelsa esperienza, che dispon-
gono di ampi poteri investigativi. Ma il vero
p roblema lo statuto della Corte Nazionale,
che gestisce queste indagini. La Corte fu
c reata per indagare sul terrorismo basco, e
i suoi poteri di indagine si sono poi estesi
anche ai reati finanziari.
Di fronte alla crisi giudiziaria che lo atta-
naglia, il partito di Felipe Gonzalez si pre-
senta agli elettori con uno slogan, Espana
en positivo, che ha il sapore di una paro la
d o rdinedifensiva, comeil Nonvi mai an-
data cos bene dei Tories negli anni 60 o il
Trentanni di libert dei democristiani de-
gli anni 70. Il problema di Gonzalez che,
secondo i sondaggi, l87%degli spagnoli cre-
de che i socialisti perderanno le elezioni
p roprio a causa del lavoro dei giudici.
G e rusalemme. Le elezioni inIsraele non
hannomai portato fortuna al governo chele
ha anticipate. E unadelle tre ragioni per le
quali Shimon Peres esita a convocare i co-
m iz i. La secondaragione cheegli nonvuo-
le sfrutta re a suo favore londata di sdegno
p rovocata dallassassinio di Rabin, e co-
munque non vuole che gli si imputi questa
in te n z io n e . La terza, pi importante, il suo
desiderio di ottenere risultati concreti nel
negoziato conla Siria. Dopo lultima navet-
ta del Segretario di Statoamericano fra Ge-
rusalemme e Damasco apparso tuttavia
c h ia ro che di rapidi pro g ressi con la Siria
non ve ne sare b b e ro stati, anche se ieri
Wa rren Christopher ha potuto annunciare
la ripresa dei negoziati fra i due paesi il
p rossimo 26 febbraio in Maryland. Il quoti-
diano governativo siriano Al Thawra com-
mentando positivamente lannuncio pre c i-
sava che i discorsi ottimistici sul raggiun-
g e re la pace entro questanno rimarr a n n o
una mera speranza se Israele non si impe-
gner a ritirarsi dal Golan e dal sud del Li-
b a n o .
I timori del siriano Assad
Il presidente siriano Assadnonteme le-
ventualesuccessodelle destrenazionaliste
israeliane: sa che prima o poi le alture del
Golangli saranno re s titu ite . Temeinvece la
n o rmalizzazionedi rapporti chePeres chie-
de assieme al trattato di pace. Essa com-
p o rte rebbe inevitabilmente una liberaliz-
zazione economica e psicologica del paese
che ridurrebbe il controllo del regime mi-
lita re su di esso nonch la sottrazione del
Libano al protettorato di Damasco. Quanto
allo sfruttamento elettorale dellassassi-
nio di Rabin, leffetto si ormai spento. Se
mai, Peres ha bisogno di re s p in g e re laccu-
sa mossagli dallopposizione di guidare un
g o v e rno illegittimo dal momento che im-
pone decisioni storiche allo Stato degli
e b rei grazie ad una minuscola maggioran-
za parlamentare ottenuta conlappoggio di
sei deputati arabi. La decisione di antici-
p a re le elezioni sembra tuttavia imminente
anche per consiglio di Washington. Se cos
sar, dopo novanta giorni dallo scioglimen-
to della Knesset, per un accordo fra gover-
no e opposizione, inizier una delle pidu-
re battaglie elettorali nella storia di Israe-
le. Non sar condotta per o contro la pace,
che tutti vogliono, ma sul modo di re a liz-
z a r la . Lopposizione nazionalistae re lig io s a
accusa il governo di svendere territoriosa-
c ro e ancestrale ai palestinesi (e quello vi-
tale alla difesa del paese ai siriani) senza
garanzia che gli arabi, una volta ottenuto
col negoziato ci che non erano riusciti ad
a v e re con le armi, garantiscano agli israe-
liani la sicurezza senza la quale la pace,
per loro, non ha senso.
I partiti di centrosinistra hanno una piat-
ta fo rma fortissima. Spiegheranno che lac-
c o rdo con lOlp ha liberato Israele dallin-
s o p p o rtabile peso umano ed economico di
Gaza, mettendo fine allIntifada e adunoc-
cupazionemilitare chesi trasformavainco-
lonialismo; che ha permesso la pace con la
G io rdania, ridatoprestigiointernazionale a
Israele, normalizzando i rapporti con nu-
m e rosi paesi arabi (dallOmanal Maroc c o ) ;
che ha aperto allindustria enormi merc a ti,
rinsaldato i legami con lEuropa, stabilito
quelli col Vaticano, contribuito alla cre s c i-
ta delleconomia nonostante larrivo an-
nuale di 70 mila immigrati.
Con risultati del genere il trionfo eletto-
rale di Peres sarebbe garantito, se esso di-
pendesse solo dagli israeliani. Adetenere
la chiave delle elezioni potre b b e ro, para-
dossalmente, essere i fondamentalisti ara-
b i. Essi sperano inuna vittoria delle destre
per interro m p e re o rallentare il pro c e ss o
di pace e il consolidamento dellautorit di
Arafat. Sanno che una pace senza sicure z-
za inaccettabile per lelettore israeliano.
Se nel corso della campagna elettorale riu-
sciranno a porta re a buon fine gravi atten-
tati, metteranno i laburisti indiff ic o lt .P e r
questo il grande elettore di Peres potre b b e
alla fine rivelarsi Arafat: sia attraverso la
p romessa abolizione dei paragrafi antisio-
nisti nella carta nazionale palestinese, sia
attraverso lefficienza delle sue sei polizie
col controllo dei fondamentalisti islamici
che sono anche i suoi pi pericolosi av-
v e r sa r i.
I L FO G LIO
ANNO I NUMERO 8 DIRETTORE GIULIANO FERRARA GIOVED 8 FEBBRAIO 1996 - L.1 0 0 0
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pu concord a re linvio immediato
del giornale. Grazie e buona lettura.
Le citt
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pi antico del mondo: dare
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Nelle mani della polizia
di Arafat le chance di Peres
I fondamentalisti arabi preparano
attentati e sperano nella destra
Israele verso le elezioni
Duello in Spagna. Il seor
Di Pietro sfida Gonzalez
Lattacco dei giustizieri preoccupa
anche gli avversari dei socialisti
Fango sulla politica
La situazione
Il governo si far, dicono i pi, ma ieri
nella casa romana di Silvio Berlusconi si
svolto il vertice dellincertezza. Il padro n e
di casa, Gianfranco Fini, Pierfe rd in a n d o
Casini eRocco Buttiglione erano innerv o si-
ti dalle notizie che venivano dalla sede del
Pds. DAlema nervoso, si sono detti i lea-
der del centrodestra, e gli attacchi che gli
a rrivano dalle sinistre comuniste e cattoli-
che lo mettono indifficolt. E anche corsa
voce (poi confermata) che il segretario del
Pds, per trarsi fuori dimpaccio, avre b b e
messo nero su bianco un elenco di nuove
condizioni per la ratifica della nascita del
g o v e rno Maccanico. Per ragioni diverse, a
onor del vero, anche i leader del centro d e-
stra sono nervosi. Il leader di An teme un
asse privilegiato Berlusconi-Pds o almeno
la sua apparenza (einpolitica le appare n z e
a volte sono tutto). Buttiglione e Casini, che
hanno lavorato con trasporto e ingegno per
unaltra soluzione, un governo Dini bis con
ministri politici, diffidano di un ministero
p resieduto dal pupillo di Enrico Cuccia, il
potente vegliardo che regna sulla finanza
milanese. Si diceva inoltre che il pre sid e n-
teincaricatopotrebbe squaderna re dire tta-
mente al Quirinale, e intempi molto stre tti,
la lista dei ministri. Berlusconi ricorda co-
meunincuboil precedente governofatto in
casa dal Capo dello Stato.
Scontro nella Tv di Stato
Vince la Moratti
in una Rai tentata
dalla privatizzazione
Il Pds: Il servizio pubblico ormai
un potere a s. Taradash: I partiti
si sono ridotti alla mendicit
Minicucci vinto eccellente
ANNO I NUMERO 8 - PAG 2 I LFOGLIO QUOTIDIANO GIOVED 8 FEBBRAIO 1996
Il Foglio ha organizzato una confe -
renza internazionale su Internet, basa -
ta su queste domande.
- Avete paura del ritorno dei comu-
nisti ?
- Le recenti elezioni inalcuni Pae-
si dellest europeo sono state vinte da
p a rtiti dichiaratamente comunisti o
da candidati che fecero parte di go-
v e rni comunisti.
Lelezione del nuovo presidente po-
lacco Kwasniewsky che significato
ha? il segno di un ritorno al passa-
to o della metamorfosi di una classe
politica che potr, ripudiando la sua
storia, guidare la Polonia verso una
democrazia stabile?
- La vittoria dei comunisti russi di
Zjuganov il segnale di un arre s to
del processo di democratizzazione del-
la Russia o la reazione di un popolo
che non ha visto realizzarsi le pro-
messe delleconomia di mercato e le
cui condizioni di vita sono drammati-
camente peggiorate?
- I nuovi assetti politici avranno ri-
p e rcussioni internazionali?
- Come dovre b b e ro comportarsi i
g o v e rni occidentali di fronte al ritor-
no al potere dei comunisti inRussia?
Ecco le risposte giunte inre d a zi o n e .
In realt vogliono stare allopposizione
Mi chiedete se bisognaaver paura del ri-
to rno dei comunisti? Penso di no. I comu-
nisti potre bbe ro torna re, ma nonvedo nes-
suna ragione per averne paura.
I motivi sono ovvi: i comunisti vogliono
sta re allopposizione, promettono cure im-
mediate per tutti i problemi economici, per
il problema del crimine, la corruzione, e la
g ue rra seandasseroal potere. Ma nonsono
tanto stupidi da non re a liz z a re che non
possibile fare quello che promettono. Cre-
do che vogliano piuttosto rimanere allop-
posizione. E, inogni caso, sono piuttosto so-
cialisti (e non di quelli radicali) che comu-
nisti.
Per quanto riguarda la Russia credo che
la vittoria di Zjuganov sia il risultatodi con-
tinui problemi economici del Paese, del-
l inc remento del crimine, della gente stan-
cadella guerra inCeceniae, ultimoma non
menoimportante, la Russia sta invecchian-
do demograficamente: gli anziani hanno
passato la loro giovinezza sottoil regime co-
munista. Votando per i comunisti, la gente
vota per quegli anni in cui era giovane,
c o m prensibile.
Quanto alle ripercussioni interna z io n a li
di un loro ritorno al governo, penso che i
comunisti, dovessero riavere il potere, non
c e rc he re bbe ro certo di far risorg e re la
G ue rra Fredda, ma tenteranno di coopera-
re con i governi occidentali. Tuttavia, mo-
s tre re b be ro il loro pugno nucleare al re s to
del mondo, cos chegli sciovinisti russi pos-
sano felicemente re a lizza re la loro vita in
un Grande Paese.
Quanto allOccidente nongli resta molto
da fare. Quelloche i governi occidentali po-
tre bbe ro cerca re di fare di sostenere il
movimento democratico, ma potrebbe es-
s e re troppo tardi per pensarci adesso.
Stanislav Shalunov, 22 anni
matematico, Milwaukee - Win sco n si n
AllEst hanno solo paura di cambiare
Il ritorno dei gruppi politici comunisti
nellEst sintomatico dello stesso tipo di
reazioni che ha portato i gruppi equiva-
lenti dellala destra al potere inOccidente.
Chiamatela pure paura del cambiamento,
o inaspettata consapevolezza che le ram-
panti spese e i prestiti militari, che la
G ue rra Fredda ha incoraggiato, avevano
c reato unambiente considerato pisicuro
e pro s pe ro so.
Phil Stracke, 42 anni
tecnico elettronico, To ronto - Canada
Kwasniewsky? Comunista come Clinton
Lasciatemelo dire. Voi nondovete teme-
re il ritorno del comunismo, io s.
La vittoria di Kwasniewsky in Polonia
ha un unico significato: che Kwasniewsky
stato eletto. allincirca comunista quan-
to lo Bill Clinton. Probabilmente anche
meno. la mia opinione, ovviamente.
Non il sintomo di unritorno al passato
ma soltanto il caso di un arguto e implaca-
bile politico che ha fatto il sommo passo
nella sua carriera. Nel bene o nel male,
non so.
Se invece guardiamo a cosa successo
in Russia penso che il successo elettorale
di Zjuganov sia il segnale di entrambe le
tendenze che voi prospettate come ipotesi:
un arresto del processo di democratizza-
zione la giusta reazione di un elettorato
I nuovi comunisti (se c il mercato) non spaventano (quasi) nessuno
KWA S N I E W S K YI N PO L O N I A E ZJ U G A N OV I N RU S S I A SO N OU N PE R I C O L O? UN DI B AT T I T OIN T E R C O N T I N E N TA L E
cui i partiti di destra e di sinistra si rim-
piazzano lun laltro pi o meno ogni dieci
anni nellEuropa Occidentale. Il mondo si
mai spaventato, per esempio, dallavvento
al potere dei socialisti in Francia?
Ci saranno ripercussioni sugli assetti in-
te rnazionali? Speriamo!
E voglio anche dare un consiglio ai go-
v e rnanti dei paesi democratici. C una
frase che, innanzitutto, i governi occiden-
tali non dovre b b e ro pro n u n c ia re: Oh, al-
lEst hanno vinto i comunisti, ci saranno
state alcune irregolarit durante le elezio-
ni, cos non considere remo i nuovi gover-
nanti cos legittimati come i vecchi (e i
p a rtiti di destra, che hanno perso alle ulti-
me elezioni, hanno fatto cos anche perc h
la loro mentalit era puramente comuni-
sta!). Proviamo ad aiutare i nuovi vincitori
e non etichettiamoli immediatamente co-
me comunisti, altrimenti diverranno co-
m u n isti.
M a rgarita Ifti, 27 anni
albanese, fisica allUniversit dellIowa
Le pre sid e n zia li sono il vero test inRussia
Noncredo che ci sia molto da temere per
la vittoria delle elezioni dei comunisti in
Russia, a questo punto. Il vero punto saran-
no le prossime elezioni. Se vincer Boris
Eltsin, tutto bene.
Sento che lOccidente dovrebbe conti-
n u a re a supporta re i Democratici, le rifor-
me capitaliste, e pro v a re a consolidare li-
dea che il paese sia inuna fase di transizio-
ne. Il popolo russo spaventato perch sta
passando un periodo assolutamente turbo-
lento nella storia del paese. Di sicuro, se le
v ic a . La Russia conosce dei pre c e d e n ti,
quandola vitaleeconomiadi uno stato capi-
talista (NEP) cambiata in poco tempo in
stato totalitario alla fine degli anni 20.
Personalmente credo che la Seconda Ri-
voluzione Bolscevica non sia impossibile,
anche se ci sono poche pro b a b ilit .
Sulla questione poi dellatteggiamento
che dovre b b e ro assumere i governi occi-
dentali di fronte ad unritorno al potere dei
comunisti in Russia, io penso che non pos-
sano fare niente. La cosa migliore sare b b e
quella di trattenersi dal supporta re diretta-
menteentrambi gli schieramenti. L a p p o g g io
appariscente di Clintona Eltsindiminuisce
lacredibilitdi entrambi di fronte agli occhi
di molta gente Russa.
Eugene Zhere b i l o v, 34 anni
ucraino residente a Boston- Massachusetts
Chi s spaventato per i socialisti francesi?
R ito rna il comunismo? Io non ho paura.
P a rtiti dichiaratamente comunisti? Ne du-
bito. Avete mai pensato che sono (di pro p o-
sito) malintrodotti come comunisti in Occi-
dente dai partiti dellala destra nei loro
p a e s i?
Su Kwasniewsky penso che, allontanato-
si dalla sua storia, sia luomo giusto per gui-
d a re la Polonia verso una democrazia pi
s ta b ile . Lo penso in analogia con la situa-
zione politica del mio Paese, lAlbania, do-
ve il movimento di sinistra avrebbe esatta-
mente questa funzione.
In Russia la vittoria di Zjuganov si spie-
ga con linsoddisfazione del popolo. E que-
sto non molto diverso da quanto succede
in Occidente. Per me lo stesso motivo per
I LFO GLIO q u o t i d i a n o
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UNA COPIA L.1.000
ARRETRATI L.2.000+ COSTIDI SPEDIZIONE POSTALE
G OGGI - Sulle regioni meridionali cie-
lo molto nuvoloso con precipitazioni dif-
fuse prevalentemente a carattere tempo-
ralesco. Nevicate possibili anche in pia-
nura. Sul resto del Paese condizioni di
spiccata variabilit.
G DOMANI - generali condizioni di cielo
s e reno o poco nuvoloso tranne residui ad-
densamenti sulle zone del basso
versante adriatico. Nebbia al nord.
cose continueranno in questo senso, i ru s s i
saranno maturi per ripetere lazione della
lo ro originale rivoluzione.
Io spero che vadano avanti verso un pro-
gramma pi socialista, che il governo sia in
gradodi tenere abbastanza a lungo inmodo
da pro m u lg a re le ultime riforme e soprav-
viva allelemento criminaleche minacciadi
p re n d e re il controllo del paese.
Se questo accadr, se il governo cio ap-
p rover le riforme, gli americani a uncerto
punto dovranno accorgersi che il govern o
russo pu fare qualcosa di giusto, e finirla
di usarlo come unricorrente capro espiato-
rio. (Sicuramente, ci muoveremo verso una
fonte altrettanto improbabile per i nostri
p roblemi. Cosa sarebbe lAmerica senza i
capri espiatori?).
J eff Farrell, 23 anni
g i o rnalista, Knoxville - Ten n e sse e
Anche loro dovranno seguire il merc a to
insensato aver paura di un ritorno dei
comunisti nellEuropa Occidentale. Il co-
munismo sia come ideologia, sia come si-
stema economico compromesso e non
to rner mai pi. La gente in Polonia e in
Russia non ha votato per il comunismo.
Non hanno votato per niente, hanno solo
p rotestato contro le riforme e le loro con-
seguenze.
N il polacco Kwasniewsky n il ru ss o
Zjuganov sono stupidi. Probabilmente con-
danneranno le riforme giocando la carta
dei populisti (in realt lhanno gi fatto),
ma nessuno con il completo uso del buon
senso si aspetta che rinazionalizzino le in-
dustrie. Certamente tutti possono vedere
come leconomia pianificata sia stata undi-
s a stro. Anche Zjuganov, che pro b a b ilm e n-
te sar tentato di rifiutare aiuti economici
dallOccidente, far comunque qualcosa
per avere convenzioni commerc ia li.
Fintanto che Kwasniewsky pre o c c u p a-
to, chi pu essere spaventato da una Polo-
nia comunista che vuole unire il suo paese
alla Nato?
C o n trolliamo anche che cosa successo
dopo la vittoria e il ritorno al potere dei co-
munisti in Romania, in Polonia (avevano
un governo comunista due anni prima del-
lelezioni presidenziali) e in Lituania: un
sacco di grandi parole, un sacco di appalti
g o v e rnativi distribuiti agli amici nellindu-
stria, tantissime discriminazioni contro le
minoranze. Tutti questi Paesi stanno per-
seguendo unorientamento occidentale con
una linea orientata al mercato moderato.
Uneconomia di mercato finisce sempre
inevitabilmente indemocrazia. E la demo-
crazia finisce sempre e comunque per es-
s e re uneconomia di mercato. Questa sta-
ta la grande lezione sin dalla seconda
g u e rra mondiale e non cambier cert a-
mente adesso.
Tra i lettori telematici del Foglio prevale un atteggiamento di relativa
tranquillit. Lunico grido di allarme viene da Mosca: il capo dei comunisti
russi un vero marxista, un uomo temibile. C anche chi ha paura di una
ondata di protezionismo o di un ritorno di fiamma del bolscevismo
to o profitti statali alla loro propriet priva-
ta. La minaccia sempre stataquella di una
massiccia forza militare. Ora che il confine
con il comunismo si trasferito a oriente,
sia esso allest o allovest dellUcraina poco
im p o rta, almeno per un po la situazione
sar alquanto diversa. Anche se gli ex stati
satelliti dovessero torna re al comunismo,
non riesco a immaginare i comunisti polac-
chi, per esempio, che sostengono le tru p p e
russe sul loro territorio.
Frank Matthews, 40 a n n i
Universit di Houston, Clear Lake - (Texas)
Sono pericolosi solo se noi li isoliamo
Non c niente di intrinsecamente sba-
gliato nel comunismo come metodo di go-
v e rn a re una nazione. Non essenziale che
uno stato comunista sia una dittatura para-
noica per riuscire nella sua funzione. C
tutto di sbagliato, invece, se si trasforma in
un abuso di potere, indiffe rente al sistema
di governo gi presente. Ci sono molte ra-
gioni per cre d e re che unpartito comunista
eletto attraverso unvoto popolare possa go-
v e rn a re tanto responsabilmente e lealmen-
te quanto le sue contro p a rti noncomuniste.
Lorigine di tutti i governi comunisti di cui
abbiamo esperienza prima di questanno,
sono stati la rivoluzione e limposizionedel-
le armi. Tali origini tendono a pro d u rre dit-
ta tu re, sia sotto la maschera del comuni-
smo sia di altre politiche. Dobbiamo teme-
re solo i nuovi comunisti se li consideriamo
nemici e li releghiamo agli angoli dove do-
vranno difendersi.
Paul Debits, 44anni
consulente, SanFrancisco - California
Ecco la Seconda Rivoluzione Bolscevica
Io penso che di fronte a questo successo
elettorale dei comunisti il popolo russo do-
v rebbe essere prudente, sebbene non c
motivo per avere terro re (per adesso).
Nonconoscoinvece benela situazionepo-
lacca. Quello chesocheKwasniewskyrap-
p resenta la vecchia lite amministrativa
piuttosto che la vecchia ideologia. Il popolo
polacco ha votato per un maggior coinvolgi-
mento del governo piuttosto che per lab-
bandono del mercato e della democrazia.
C redo che la sua sia una metamorfosi della
classe politica. Il potere e la struttura della
p ropriet in Polonia sono pi o meno radi-
cati.
In Russia, invece, il problema non la
personalitdi Zjuganovo il suopro g r a m m a .
Il problema il tipo di ambiente socialeche
lui e il suo partito rappresentano. Hanno
vinto promettendo chiaramente di ridistri-
b u ire la ricchezza della gente congelata du-
rantela CriminalePrivatizzazione (Prikhva-
tizatsija).
Ci sono due grup p i. Il primo forma to
dalla gente russa che si sente derubata del-
la sua propriet sacrosantadallaprivatizza-
zionecriminale. Polacchi, baltici, ecc. hanno
odiatoi loroprecedenti governi comesefos-
se ro voluti da stranieri. Questo il motivo
per cui gli individui che non possono avere
m a g g io re benessere economico continuano
ad appre z z a re la maggiore libert . Al con-
trario molti, (la maggioranza?) russi si ac-
contentano di quello che hanno: niente pi
del collassodellUnione Sovietica. Solo il lo-
ro orgoglio nazionale stato urtato pro fo n-
d a m e n te . Per questo percepiscono la demo-
crazia come mercato libero, ovvero un nuo-
vo espediente delllitedisonestaper depri-
varli dei loro diritti.
L a ltro gruppo sono gli appartenenti alla
vecchia burocrazia comunista. Sentono di
e ss e re stati messi da parte durante la Gran-
de Corsa alla Privatizzazione Criminale.
Questi sono principalmente individui coin-
volti nellafetta di non-export delleconomia
russa, che non d pro fitti.P e rch un diri-
gente di un vecchio stabilimento per la co-
struzione di macchine dovrebbe spre c a re
capitali in esso, se non pu porta re il suo
s c a rnoprofittonel libero mercato? Pusolo
mangiarsi le unghie guardando come il suo
collega pifortunato ha investito il capitale
in condutture per gas ed gi diventato mi-
lia rd a r io .
Questo secondo gruppo pu sostenere
Zjuganov conlerisorse economiche, mentre
il primo gli dona popolarit. Il risultato po-
trebbe essere di tutto dal moderato pro te-
zionismo alla Seconda Rivoluzione Bolsce-
deluso dalle promesse non mantenute. La
cosa peggiore di Zjuganov (lo conosco be-
ne) che un fedele, reale, genuino, one-
sto marxista. E anche un uomo intelligen-
te e pragmatico, il che fa di lui anche un
uomo da temere.
Peter V. Vo ro b i e ff, 28 anni
ri ce rc a to re scientifico, Mosca - Russia
In realt nonse ne sono mai andati
Dubito che il mondo e lEuropa inpart i-
c o la re abbiano molto da temere dallasce-
sa del comunismo. In realt nella maggior
p a rte dei Paesi, i comunisti nonse ne sono
mai andati, si sono solo limitati a trasferi-
re le propriet che prima erano dello Sta-
I N T E R N E T
Il Gran Maestro su massoneria e politica
Signor dire tto re - in riferimento allarti-
colo Massoneria e politica, (Il Foglio, 5
febbraio), occorre fare una netta distinzio-
ne tra massoneria e massoni.
La prima una istituzione - in Italia rap-
p resentata prevalentemente dal Grande
Oriente dItalia di Palazzo Giustiniani - che
nulla ha oggi a che fare con attivit inere n-
ti la politica e lamministrazione della cosa
pubblica. La vera Massoneria opera esclu-
sivamente in ossequio ai Principi di An-
derson del 1723, tesi a salvaguarda re la li-
b e rt e la dignit delluomo in un contesto
di tolleranza e fratellanza universale.
I secondi, i massoni, sono cittadini che
operano allinterno della societ in cui vi-
vono: le loro azioni sono assolutamente
svincolate dallappartenenza alla masso-
n e r ia .
D e s id e ro inoltre conferma re chenessuna
delle persone citate nellarticolo (Antonio
Maccanico, Lamberto Dini, Carlo Azeglio
Ciampi, Lorenzo Necci, Enrico Cuccia, Aldo
Ravelli) mai stataiscritta al GrandeOrien-
te dItalia di Palazzo Giustiniani. Segnalo in-
fine unerro re clamoroso. Nonesiste da an-
ni liniziazione allorecchio del Gran Mae-
s tro. E questa una delle tante spiritose in-
venzioni messe ingiro da Aldo Mola, il sag-
gista citato nellart ic o lo .
Vincenzo Gaito, Gran Maestro
del Grande Oriente dItalia, Roma
Accusato di mafia chiedo giustizia
Signor dire tto re - tre mesi fa, un magi-
strato della procura di Catanzaro, Stefano
Tocci (lo stesso pubblico ministero che ha
inviato i contestati avvisi di garanzia ai de-
putati Tiziana Maiolo e Vittorio Sgarbi) ne
ha spedito uno anche a me, per concorso
e s te rnoinassociazione mafiosa. Comesin-
daco di Cosenza avrei assegnato allamico
di un boss, a me sconosciuto, un box per la
sua attivit commerciale, la vendita dei fio-
ri. Chiedo la sua ospitalit per alcune pre-
c is a z io n i.
1. Allepoca dellassegnazione del box
nonero pi sindaco. Ero stato cacciato pro-
prio dai clan politico-affaristici, collegati a
quel boss, Franco Pino, ieri spietato killer
(pi di 50 omicidi) oggi collaboratore della
g iu s tiz ia .
2. Il box fu assegnato con unestrazione a
s o rte tra gli aventi diritto, effettuata dai vi-
gili urbani, comerisulta dalla carte fattese-
q u e s tr a re in Comune dal magistrato.
Il 10 novembre scorso sono stato interro-
gato, fortunatamente a piede libero mentre
Tocci aveva chiesto larresto. Contestazioni
specifiche nessuna: per unora ho parlato
solo io. Poi i miei legali hanno chiesto lar-
chiviazione del pro c e d im e n to .
Datre mesi attendo, silenzio assoluto. Co-
sa pu fare di piper difendersi un cittadi-
no che si sente angosciato, schiacciato da
unaccusa assurda quanto infamante? Non
disponendo n di un giornale, n di una te-
levisione comeil mio coimputato Sgarbi, ho
scritto al presidente Scalfaro e al vicepre s i-
dente del CsmCapotosti. Risposte nessuna:
nonmi resta chesperarenella sensibilit di
g io rnalisti liberi, cui spero nonsfuggiranno
gli aspetti gravi e sconcertanti di questo ca-
s o .
P i e tro Mancini, Cosenza
Appena potete, diminuite la pubblicit
Signor dire tto re complimenti per il suo
F o g lio . Le facciosolo una domanda: cpro-
prio bisogno di tutta questa pubblicit (il
32%della superficie del giornale)? Immagi-
no la risposta. Sp e ro quindi che il giorno
che sar raggiunto il fatidico punto di pa-
reggio la pubblicit possa diminuire se
non sparire del tutto. Da parte mia far la
mia parte: comprer tutti i giorni il suogior-
n a le .
Onofrio Febbraro, Saronno (Va re se )
Il Foglio come il primo Manifesto
Signor dire tto re - finalmente qualcosa di
nuovo in edicola. Un giornale sintetico e
c h ia ro, che si legge tutto, con unimmagine
equilibrata, che rivela per lindole un po
intellettualistica dellquipe che ci lavora.
Belle le interviste, utile lavvio di inchie-
ste a puntate (chi le fa pi?), ho anche ap-
p rezzato lapertura sulle notizie estere .
Mi ha ricordato luscita del Manifesto 25
anni fa a 50 lire (anche lui 4 pagine, caratte-
ri uniformi e innovativi, titoli standarde no
cubitali). La freschezza di allora contrappo-
sta alla pesantezza attuale del giornale di
Pintor misura la distanza degli anni e forse
anche qualcosa in pi.
Mi ha ricordato anche luscita della Re-
pubblica, anchesso allora innovativo.
Se posso fare una richiesta mi piacere b-
be leggere sulle pagine del Foglio una rico-
s truzione storica a puntate di Mani Pulite
con dati sulle inchieste avviate e sui pro-
cessi celebrati.
Federico Besana, Mariano Comense
Ancora troppo poco appro fo n d im e n to
Signor dire tto re permetta alcune osser-
vazioni sui primi numeri del suo quotidia-
n o .
Il costo del Foglio esagerato, le quattro
pagine rappresentano il 20%degli altri quo-
tidiani mentre il prezzo (mille lire) raggiun-
ge il 66%. La pubblicit troppa anche per-
ch il fatto di essere un giornale di sole
q u a ttro pagine la fa risaltare in modo evi-
dente e penalizzante. Anche le vignette so-
notroppe e la loro qualit (nonle trovo par-
tic o la rmente originali) migliorabile.
Ungiornale come il vostro che si pre s e n-
ta come dedito pi agli appro fo n d im e n ti
che alla cronaca dovrebbe avere uno stile
di scrittura pi riconoscibile, chiaro e ordi-
nato, mentre in molti pezzi si ritrovano dati
di cronacagi abbondantementeforniti dal-
la tv e dagli altri quotidiani e a volte i testi
sono contorti.
Muovo queste critiche perch comunque
a p p rezzo il vostro tentativo di sinteticit, la
p resenza di molte notizie dallestero, di eco-
nomia e la recensione quotidiana di un li-
b ro . Mi auguro vogliate dedicare dello spa-
zio anche alla scienza e alla ricerca, magari
con qualche intervista. Complimenti per la
grafica e per la scelta della carta .
E d o a rdo Zari Bolzano
L E T T E R E
Limpoverimento dei ceti medi
Quando i tecnici fanno il loro mestiere
Forza DAlema
S
econdo alcuni studi recenti (Euri-
spes, Censis) lItalia sarebbe in re-
g ressione. Alla vecchia fotografia che
mostravadue terzi dabitanti garantiti e
unterzoin condizione di marginalit, si
sa rebbe sostituita unimmagine benpi
inquietante: accanto a un terzo di mar-
ginali, al di sotto della sogliadi povert ,
c un altro terzo che si vede risucchia-
to verso il basso della scala sociale,
me ntresolo lultimoterzoguadagnapo-
sizioni in termini di reddito e garanzie.
La formula dei tre terzi semplifica
troppomanon molto lontana dal vero .
Gli osservatori dellUnione europe a
avevano gi constatato lo stesso feno-
meno in altri paesi come la Francia, il
Belgio, in minor misura la Spagna, ver-
so la finedegli anni 80 e alliniziodegli
anni 90. Alcuni vi scorsero una delle
tante conseguenze del reaganismo e
delle rigide politiche deflazionistiche
adottate dalla Federal res e rve gisotto
la presidenza Carte r, che avevano per
lappunto introdotto un effetto forbi-
ce nei redditi della middle class ame-
ricana. In realt le cause del fenomeno
non sembrano riconducibili alle eti-
chette dei governi, ma alla crisi fiscale
degli Stati eai limiti raggiunti dalle po-
litiche di welfare. Infatti la parte di ce-
to medio colpita per lo pi inserita in
settori produttivi non aperti alla con-
c o rrenza internazionale, cio nel setto-
I
eri la nostra inchiesta sul lavoro (per-
ch non c, come crearlo) ha ripropo-
sto come decisivalaquestionedella fles-
sibilitnegli orari, nellastrutturadel sa-
lario, nella differenziazione contrattua-
le per aree geografiche, nel grado di co-
pertura contributiva delle buste paga.
Oggi c unaconferma autorevolea que-
sta impostazione. Il comitato degli eco-
nomisti cheassiste Kohl ei suoi ministri
ha avvertito il governo di Bonn e lorga-
nizzazione degli imprenditori dei rischi
che si corrono accettando le pro poste
dellIg-metall, il sindacato dei metal-
meccanici tedeschi, per cercare di af-
frontarela disoccupazioneinGermania.
Il pianodel sindacato prevede un impe-
gno degli industriali per creare nuovi
posti di lavoro in cambio di moderazio-
ne nelle richieste salariali. I sindacati
chiedono inoltre la promessa di non ta-
gliare i sussidi alla disoccupazione e di
non restringere i criteri della previden-
za sociale. Klaus Zwickel, il capo della
Ig-metall, prontoinsostanzaa rivendi-
care aumenti salariali non superiori al-
linflazione in cambio di 300 mila nuovi
posti.
Fino ad ora il governo di Kohl si li-
mitato a lodare il piano dei sindacati,
senza prendere alcun impegno. Gli eco-
N
ildeIotti, AmintoreFanfani eAles-
s a n d ro Natta hanno detto nei gior-
ni scorsi la stessacosa. Per cambiarela
Costituzione, oltre a ovvie doti di intel-
ligenza e di prudenza, ci vogliono an-
che il coraggio e la fantasia. La storia,
ha detto Fanfani a Paolo Guzzanti, va
avanti un po a tentoni, per tentativi ed
e rrori, econduceai suoi risultati unpo
a sorpresa. Nessuna di queste tre per-
sonalit della prima repubblica ha la
passione per il presidenzialismo. Anzi,
Natta confessa di pensarla come Nor-
b e rto Bobbio e don Giuseppe Dossetti
(antico sodale di Fanfani nella corre n-
te dei professorini), cio come i due
integralisti del parlamentarismopuro e
nemici eccellenti della democrazia di-
retta. Per risuona in ciascuno dei tre
lappello realista a considerare le con-
seguenze dei propri atti e ad agire con
responsabilit e determinazione.
Massimo DAlema, che ora si mostra
eccessivamente nervoso e tende a sca-
r i c a re inunduelloconGianfranco Fini
i problemi politici che si trova in casa
sua, dovrebbe riflettere su queste pa-
role. Il segretario del Pds poteva rifiu-
tarsi a un accordo per le riforme costi-
tuzionali conil centrodestra. Laviadel-
le elezioni era spianata, ed anche
p robabile che fosse la via migliore per
i l l i m p i d i re una congiuntura politica
segnata da troppe ambiguit e da tro p-
pe velleit di restaurazione. Ma quan-
do si decide di cambiare la Costituzio-
ne, anche se la decisione ratificata al
telefonoinvivavoce, enonconunso-
lenne patto scritto, limpegno va man-
tenuto con il coraggio, appunto, e la
fantasia che sono necessari nei grandi
appuntamenti con la politica. Nella so-
ciet della televisione e delle teleco-
municazioni una conversazione telefo-
nica vale come un protocollo ratificato
in una cancelleria ottocentesca.
Giusto ieri abbiamo segnalato che
per DAlema tenere fede al patto rifor-
m a t o renon facile, visto chelasinistra
sindacale, lestrema sinistra politica
dei comunisti e la sinistra cattolica si
sono unificate in un minaccioso fron t e
del rifiuto. Ma quando si passa un gua-
do, delle due luna: o si va avanti o si
t o rna indietro. Chi sta fermo si lascia
t r a v o l g e re dalla piena, e affoga.
Milano. Se ungiorno dovessi incontrare
il giudice che mi ha condannato, gli dire i:
S p e ro che sbagliando lei abbia imparato.
Io ho imparato subendo. Ora stopiattento
a giudicare lagente quando viene arre sta ta
o indagata. Angelo Alicante una delle
mille e 671 vittime che la giustizia italiana
ha fatto dal 1989 al 1995. E anche uno del
milione e mezzodi imputati prosciolti negli
ultimi 15 anni: quasi il 44%. Pro b a b ilm e n te ,
per, lunico che si fattoquaranta giorn i
di galera perch i giudici erano al mare.
Tutto comincia il 2 gennaio 1995. Angelo,
26 anni, cameriere inunristorante di Mila-
no, appena stato dal meccanico. Sta pre n-
dendo la metropolitana in via Palmanova
quando si vede due pistole puntate alla fac-
cia: Ragazzo, seguici, sei in arresto. Una
gioielleria di via Padova appena stata
svaligiata. La titolare sconvolta ma non
ha dubbi: S, stato lui, dice agli agenti.
Alicante viene processato per dire ttissim a
e si prende 5 anni. Il dibattimento in Ap-
pello comincia il 19 luglio e prosegue il 21,
poi viene rinviato al 20 settembre perc h
tutti vanno al mare e Palazzo di Giustizia
smobilita. Nel frattempo la polizia si ac-
c o rge dellerro re: salta fuori che il giorno
della rapina i documenti della rapinata
v e n n e ro trovati a 5 chilometri dalla gioiel-
ma la sezione feriale non vuole pre n d e r si
responsabilit e Alicante deve aspettare
ludienza del 20 settembre, e farsi altri qua-
ranta giorni di carc e re, prima che della sua
innocenza si accorga anche la giustizia.
Secondo i conteggi (comunque non rigo-
rosi), per i 258 giorni trascorsi dietro le
sb a rre Angelo dovrebbe essere risarc ito ,
g rosso modo, con 19 milioni e 350 mila lire ;
forse avr qualcosa in pi per danni mora-
li, ma nonmolto e comunque meno di quel-
lo che avrebbe guadagnato lavorando. S,
e non solo questione di cifre - dice lui -
Quando nato il mio secondogenito io non
c e ro. Ho brindato col Ta v e rnello assieme
ai miei compagni di cella.
Quello delle riparazioni per ingiusta
detenzione un problema notevole, per
quantit e per qualit. Per quantit perc h
negli ultimi sei anni lo Stato ha dovuto
sb o r s a re 33 miliardi per risarc ire le vittime
della magistratura. In assoluto moltissimi,
ma pochi se si considera che gli indennizzi
sono in media di venti milioni e 264 lire a
persona. Del resto il codice di pro c e d u r a
penale prevede che mai, se non in casi ec-
cezionali (decide la corte di appello), chi
stato ingiustamente detenuto ha diritto a
unrisarcimento superiore ai cento milioni.
E quello che potrebbe pre n d e re Pacciani,
se venisse assolto, per oltre mille giorni di
reclusione. La cifra la si ricava calcolando
75 mila lire al giorno (il parametro la quo-
ta che il condannato paga quando la pena
detentiva viene trasformata in pena pecu-
niaria: per esempio 750 mila lire anzich
dieci giorni di galera) per ogni giorno tra-
scorso in cella. Un anno a San Vi tto re ,
quindi, viene ripagato conventisette milio-
ni e 375 mila lire, pii danni morali, che so-
no lautentica variante perch vengono sta-
biliti dai giudici della Corte dAppello che
seguono criteri puramente soggettivi e non
p restabiliti. Ecos questi giudici sono spes-
so obbligati a stare bassi secondo la tesi:
Come possiamo dare cinquanta milioni a
chi ha scontato unanno e darne cento a chi
ne ha scontati dieci?. E va aggiunto che
nei criteri solitamente seguiti, si pre s u p po-
ne che per un erro re giudiziario lincensu-
rato patisca pi del pregiudicato che, si di-
ce, avendo gi assaggiato la prigione ne
pi avvezzo, la soffre di meno.
E mentre Marco Pannella riesce a rilan-
c ia re i refe rendumsulla responsabilit ci-
vile dei giudici - gi votato e appro v a to
nell87, poi scavalcato dal nuovo codice di
p rocedura penale dell89 - anche a sinistra
ci si pone il problema: Non condivido la
campagna di Pannella - dice il verde Alfon-
so Pecoraro Scanio - perch mi sembra una
punizione verso quei pochi giudici che la-
vorano seriamente. Ma di certo ci vuole una
legge che riduca la durata della custodia
c a u te la re, il che obbligherebbe gli inqui-
renti a sveltire le indagini; gli errori sare b-
leria. Come poteva Alicante, inpochi minu-
ti, perc o rre re 5 chilometri, abbandonare i
documenti, nascondere la re fu rtiva e riper-
c o rre re in senso contrario gli stessi 5 chilo-
metri?
Michele Saponara, legale del ragazzo, fa
subito istanza al Tribunale della Libert ,
Roma. Come ogni vero appassionato di
p a lla c a n e s tro, Luigi Abete ci teneva pro-
prio, quel mercoled, adassistere alla fina-
le di Coppa Korac fra Messaggero Roma e
Scavolini Pesaro. Ai biglietti aveva pro v v e-
duto Elvira Stefanucci, fidatissima ed eter-
na segretaria. Ma allultimo momento, men-
tre la sua Lancia Thema lo portava al Pa-
la e u r, una telefonata impose ad Abete una
leggera ma importantissima deviazione:
p roseguendo per lEur avrebbe dovuto fer-
marsi in viale dellAstronomia, alla sede
della Confindustria; la sua elezione alla
p residenza del sindacato degli impre n d ito-
ri era cosa fatta, si trattava di pre n d e re gli
ultimi accordi.
Che il colpo fosse riuscito, a dire il vero ,
Abete lo sapeva per certo da qualche gior-
no, per lesattezza dalla fine della settima-
na precedente. Ve n e rd e sabato a Genova
si era tenuto infatti unimportanteconvegno
della Confindustria. Tema, tanto per cam-
b ia re, il mercato. Inquelloccasione Gianni
Agnelli e Cesare Romiti invitarono Luigi
Abete asedersi tra di loro, inprima filanel-
la platea del bellissimo e nuovissimo teatro
CarloFelice: era il segnale, pubblicoe chia-
rissimo, dellinvestitura. Un segnale tanto
piforte eindiscutibilese si pensa che fino
a poco prima il candidato della quasi una-
nimit degli imprenditori alla poltro n issi-
ma di viale dellAstronomia era pro p rio
quel Romiti che forse pi di un membro
della Casa torinese avrebbe volentieri ri-
spedito a Roma. L in te rvento di Enrico Cuc-
cia, patron di Mediobanca, deve essere sta-
to decisivo per indurre infine lAvvocato a
p ro n u n c ia re quella frase solo appare n te-
mente spiccia e un po brutale, in re a lt
molto meditata: Romiti mi serve ancora in
azienda, che fece cadere la fortissima can-
didatura dellamministratore delegato del-
la Fiat aprendo la strada a quella dellallo-
ra presidente dei giovani industriali. Me-
diobanca voleva Romiti alla Fiat.
Alla testa del nuovo che avanza
Alfine Luigi Abete a 45 anni riusciva nel-
l im p resa che sognava fin da giovanissimo.
E ci riusciva nonostante una serie di han-
dicap, almeno dal punto di vista degli im-
p renditori del Nord: romano, titolare di una
media impresa (fatturato sui 150 miliardi) .
Fondata da suo padre Antonio, ex operaio
del Poligrafico dello Stato, che lavora pre-
valentemente con commesse pubbliche co-
me la stampa delle schedine To to c a lc io ,
delle schede elettorali, dei modelli 740 per
la dichiarazione Irpef, lazienda di Abete
induceva a classificarne il titolare in una
posizione unpo troppo vicina agli ambien-
ti politici democristiani della capitale (suo
fratello minore, Giancarlo, era deputato de-
ANNO I NUMERO 8 - PAG 3 I L FOGLIO QUOTIDIANO GIOVED 8 FEBBRAIO 1996
Luigi Abete, limprenditore che non voleva nemici a sinistra
NE S S U N OD E I CA N D I D AT IA L L A SU C C E S S I O N E RI V E N D I C A L ER E D I T . IL CO N T R A S T OC O N BE R L U S C O N I, L A DE L U S I O N E DI N I
Innocenti in galera, lo Stato si scusa con 75 mila lire al giorno
Luigi Lucchini, Sergio Pininfarina. Era gio-
ved 12 marzo 1992, eranopassati appena 24
g io rni dallarresto di Mario Chiesa, e ne
mancavano altrettanti alle elezioni politi-
che del 5 aprile che avre b b e ro segnato una
prima flessione, foriera del grande cro llo ,
della Dc e del Psi, eil trionfo della Lega. In-
somma, cominciava Mani Pulite.
Di questo fatterello non si era accorta
quella grandissima maggioranza degli im-
p renditori che, votando per Abete, aveva
fatto anche una scelta di continuit: quella
continuit politica, romana e consociativa,
caratteristica dei rapporti tra impresa e
p a rtiti negli ultimi 50 anni. Il neopre sid e n-
te della Confindustria laria nuova invece
laveva fiutata: sar stato il legame conil gi-
ro di Giovanni Goria, tra i politici cattolici
il pi attento al mercato; saranno state le
lungheriunioni coni giovani industriali, la-
nima tormentata della Confindustria; sa-
ranno state le proteste crescenti degli im-
p renditori del Nord. Chiss. Molte le cause,
unico lesito: Luigi Abete spos il manifesto
rifo rm a to re di Mariotto Segni e sin dalla
sua elezione divenne uno dei leader del
nuovo che avanza.
Fu linizio di una lunga serie di successi:
la svalutazione della lira, che per lindu-
stria italiana orientata alle esportazioni
ciato; laccordo di luglio coni sindacati, pa-
tro c in a to re il governo Ciampi, che sanciva
la fine dellaborrita scala mobile.
La via di Abete sembrava veramente in
rosa: nel novembre del 93 la discreta pre-
senza degli industriali novisti fece la sua
apparizione nelle nuove amministrazioni
comunali: una Marina Salamon a Ve n e z ia ,
un Riccardo Illy a Trieste. Tutto sembrava
possibile: la leadership del rinnovamento,
poi un ministero e infine, forse, la pre s i-
denzadel Consiglio. Abete gioc tutte le sue
c a rte sullaccordo tra Mino Martinazzoli e
Segni alle politiche del 94: quella destra
italiana messa insieme da Silvio Berlusco-
ni, Gianfranco Fini e Umberto Bossi non
poteva proprio vincere. La sinistra non
a v rebbe ugualmente vinto e il centro
a v rebbe condizionato tutto.
Una serie di sconfitte
Abete gioc dunque tutto su Segni. Non
gli and bene e non fu capace di agire in
souplesse come il suo grande patron Gian-
ni Agnelli che aveva detto: Se perde Ber-
lusconi perde solo lui, se vince vinciamo
tutti. La Confindustriaassunse verso il pri-
mo governo italiano guidato da un impre n-
d ito re un atteggiamento di palese diffid e n-
za: in tutte le occasioni chiave (linvadenza
della magistratura, le aggressioni alla Fi-
ninvest, la riforma delle pensioni) lorg a-
nizzazione degli industriali manifest osti-
lit e un atteggiamento cos ipocritamente
e formalmente di sostegno alle questioni di
in te resse industriale da risultare inin-
flu e n te .
Le scelte di sostegno allimpresa venne-
ro assunte per scelta autonoma del govern o
Berlusconi (dalla legge Tremonti sullesen-
zione fiscale degli utili reinvestiti a quelle
sulla flessibilit del lavoro). Ma molte leggi
a n d a rono in fumo proprio perch, mentre
sindacati e interessi antagonistici si mobi-
litavano, la Confindustria faceva da spetta-
trice agli attacchi al governo .
Abete forse non collabor al ribaltone,
ma i suoi atteggiamenti susseguenti espre s-
s e ro un malcelato entusiasmo per la cadu-
Un anno di reclusione viene rimborsato con 27 milioni pi i danni
morali. Ma il codice non prevede risarcimenti superiori ai cento milioni, la
cifra che prender Pacciani, se assolto, per mille giorni in carcere
Sotto il suo regno crollata la vecchia classe dirigente e un imprenditore
andato al governo. Ma gli industriali non hanno avuto il fisco, il mercato
del lavoro e i tagli al bilancio pubblico che potevano e volevano ottenere.
Labolizione della scala mobile e la politica dei redditi tra i suoi successi
mocristiano). Ma Abete aveva condotto tan-
to bene la sua campagna da essere eletto al
v e rtice Confederazione con l85 per cento
dei voti della giunta, un consenso superio-
re a quello ottenuto da pur illustri e blaso-
nati predecessori come Vittorio Merloni,
s e m p re, al di l delle ipocrite affe rm a z io n i,
un balsamo (almeno sul breve periodo); i
massicci tagli del governo Amato alla spesa
pubblica; il trionfalere fe rendumSegni del-
laprile 93, quello che affe rmava, un siste-
ma politico maggioritario, sia pur pastic-
nomisti consulenti del governo sosten-
gono che alcuni elementi del piano sin-
dacalepossonoessereaccolti, magli im-
prenditori non devono impegnarsi a
nessunaassunzionee il governo nonde-
ve recedere dai tagli alla spesa sociale.
La disoccupazione di lunga durata pu
sperare di essere riassorbita solo se
cambia il sistema di contrattazione na-
zionale. Gli accordi salariali dovrebbe-
ro teneremaggior conto delle situazioni
locali e ci dovrebbe essere una maggio-
re differenziazione retributiva tra lavo-
ro qualificato e no. Sarebbe anche es-
senziale cambiare le regole della sicu-
rezza sociale in modo da impedire che
incentivi e disincentivi fiscali scoraggi-
no i disoccupati a lunga scadenza dal-
l accettareunlavoro: oggi il capo di una
famiglia di cinque persone non ha inte-
resse adaccettare unlavoro pagato me-
no di 30 mila marchi allanno (oltre 30
milioni di lire). Gi oggi prende di pi
coni vari sussidi, che perderebbese ac-
cettasse il lavoro.
I tecnici tedeschi sono consapevoli
delle rigidit del modello renano (sicu-
rezza, alti salari e concertazione). Inte-
ressante anche che questi economisti
facciano i consulenti e non i ministri, e
che dicano proprio quello che pensano.
re pubblico: infermieri, personale pa-
ramedico, scuola, trasporti o dipenden-
ti di piccole imprese di servizio che la-
vorano insubappalto degli enti pubbli-
ci.
Gli Stati nonpossono piconsacrare
investimenti importanti alle infrastru t-
ture. E gli stanziamenti previsti dai va-
ri bilanci servono soltanto a far funzio-
na re, sempre peggio, ci che esiste.
Limpossibilit di licenziare gli impie-
gati statali in esubero ha frenato levo-
luzione dei loro salari. E nei paesi in
cui il settore pubblico pi importa n-
te, come la Francia o il Belgio, si sono
avuti conflitti sindacali durissimi. Qua-
le chesiala causa, le conseguenzesono
gravi. Una parte di salariati vede bloc-
cata ogni strada di promozione sociale.
Ci fuscandalo qualche anno fa inFran-
cia quando ci si accorse che un pro fe s-
s o re di liceo con dieci anni danzianit
nonpoteva picomprarsi una casa con
un mutuo. E che la vera diffe renza di
classe era laver ereditato un appart a-
me nto .
Su queste analisi sociali, che riguar-
dano prima di tuttolimpiego pubblico,
fa re bbe ro bene a riflettere Antonio
Maccanico, impegnatonella stesura del
suo programma, e i sindacati, chesi ap-
prestano a definire i prossimi contratti
nazionali: a proteggersi dal mercato si
decade. Lentamente, ma si decade.
Nel 1978, lanno dei trePapi, il figlio di
Mario ed Enrica Prodi diventa, a 39 anni,
m in is tro della Repubblica italiana. Sia-
mo al prologo, ma gi nelle prime pagine
di questa biografia dedicata alla figura e
all'opera di Romano Prodi, curatadal fon-
d a to re ed ex dire tto re dell'Indipendente,
si avverte lo sforzo di illustrare al lettore -
e le tto re i pregi intellettuali e i meriti po-
litici di unodegli enfant prodige della cul-
tura italiana. Ovvero la storia di come un
giovane dalla mente aperta, cresciuto in
unpiccolo borgo dellaprovinciaemiliana,
che da brillante studente di Giurispru-
denza alla Cattolica, scoprela passione in-
sieme per l'economia e per la politica.
Limpegno politico non lo distoglier
dalla vocazione di economista e sin dagli
anni Settanta, in perfetta sintonia colle
analisi degli esperti del Fondo Monetario
In te rnazionale, sostiene che solo un con-
dizionamento internazionale, pu aiuta-
re lItalia a uscire dalla crisi. Prodi: figlio
della generazione della speranza, esem-
p la re del volto tecnocratico del catto-co-
munismo esibito per la profondit della
fede e della cultura cattolica, uomo che
possiede una diretta dellItalia diretta
che quasi senza confronti, scrive Levi,
cogliendo in nuce il senso di pi re c e n ti
pellegrinaggi in pullmann sotto l'insegna
dellUlivo. Dossettiano e assiduo fre q u e n-
ta to re di intellettuali della dissidenza cat-
tolica come Raniero La Valle, il Pro fe ss o-
re nondisdegna per il sodalizio coni po-
tenti: amico personaledel cardinale Rui-
ni ed grazie ad Andreotti che, nel 1978,
ottiene per la prima volta la carica di mi-
n istro dell'Industria. Oltre che come lavo-
r a to re accanito e puntiglioso, il Pro fe s s o-
re si segnala per la schiettezza del carat-
te re e la semplicit del linguaggio. Scrive
sul Corr ie redella Sera e unpro fe s s o re di
matematica analizza al computer i suoi ar-
ticoli insieme a quelli degli altri maggiori
editorialisti del Corrie re annota Levi. E
il risultato chei suoi scritti, ricorrendo a
undecimo dei vocaboli utilizzati dagli au-
tori pi rotondi e forbiti, sono quelli che
gli studenti di secondamedia compre n d o-
no conmaggiore facilit. Insomma: Par-
la re come mangia gli viene naturale. Os-
s e rvazione che nonmanca di una involon-
taria ironia, se si considera la brillante
ascesa al potere del Pro fe s so re, la cui car-
riera hail suo apogeonel settennato (1982-
1989) di presidenza allIri (chiamato da
quell l'intelligenza tutta politica di De
Mita). Il perentorioe scultoreoprofilo del
p rofessor Prodi, che emerge dalle pagine
di Levi, quello del buontecnico pre s ta to
alla (purtroppo spesso irriconoscente) po-
litica. Arrampicandosi sulle insidiose pa-
reti della storia repubblicana dell'ultimo
ventennio, questa biografia infatti volta
a dimostrare un improbabile teorema: e
cio che Prodi stato uno dei pochi poli-
tici della Prima Repubblica che ha eser-
citato il potere come disinteressato serv i-
zio alla collettivit. E comunque inquesta
veste di espertosuperpartes che il libro di
Levi presenta l'uomo che durante i suoi
sette anni di presidenza all'Iri ha avuto
modo di re a lizz a re fondamentali opera-
zioni di ristrutturazione del potere finan-
ziario (privatizzazione di Mediobanca,
operazione Sme) ed economico (vendita
dell'Alfa Romeo alla Fiat).
Dopo i recenti sviluppi della politica
italiana, molto poco favorevoli alle sorti
del leader designato, questo genero s o
manifesto asostegnodi Prodi potrebbe ap-
p a rire fuori tempo massimo. La lodevole
iniziativa, direbbe Machiavelli, avrebbe il
limite di non aver tenuto in debito conto,
o ltre che le opere di virt, gli influssi del-
la fortuna. Le attuali incerte sorti del lea-
der dellUlivo, sembrano infatti rinviare
connostalgia ai formidabili anni incui da
c o n fe re n z ie re ( celebri le sue lezioni al Tg
1), Prodi batte tutta lItalia...chiamato da
associazioni industriali, sindacati, circ o li
culturali e religiosi, universit.
R ic a rdo Franco Levi
ILPROFESSORE
257 pp. Mondadori, Lire 16.000
ta di Berlusconi e per il rientro nel gioco
del suo progetto personale e di gruppo(Ser-
gio DAntoni sempre stato un partner di
Luigi Abete). Culmine di questa linea lin-
d iffe renza con la quale la Confidustria as-
sist al primo tentativo fatto, via re fe re n-
dum, di esproprio di un impre n d ito re (giu-
gno 94). Il presidente degli industriali con-
tava su Lamberto Dini per difendere gli in-
te ressi della sua organizzazione: in questo
senso aveva sacrificato uno dei suoi amici
pi stretti, Giancarlo Lombardi, che dai
v e rtici dellorganizzazione confindustriale
era passato ai banchi del governo. Ma la
storia di questo governo rappresenta la sto-
ria di una serie ininterrotta di amare delu-
sioni per Abete: tasse invece di tagli alla
spesa pubblica, il massimo di cautela nelle
privatizzazioni, lo svuotamento di granpar-
te della riforma delle pensioni. E infine
una finanziaria piena di schiaffi in faccia
alla Confindustria. Una situazione nella
quale comandavano i sindacati e, agli occhi
di Dini, che resta seguace di quellAn-
d reotti che disse: I grandi industriali come
n u m e ro contano meno dei miei tassisti ro-
mani, la Confcommercio aveva almeno
due volte limportanza della Confindustria.
Risultati portati a casa? Un po di pace
sociale garantita pi dalla disoccupazione
e dallintelligenza di Sergio Cofferati, se-
g retario della Cgil, che dallabilit confin-
dustriale. Ma il prezzo stato altissimo: in
una situazione molto favorevole gli indu-
striali non sono riusciti a ottenere le rifor-
me strutturali del mercato del lavoro, dei
capitali e delle imprese che era possibile e
necessario acquisire. Ecco perch tutte le
c a n d id a tu re alla guida di Confindustria og-
gi sono in alternativa alla gestione Abete:
G io rgio Fossa, il pi continuista nella ge-
stione interna, ha sollevato pi volte lesi-
genza di una nuova centralit dellimpre s a ;
G ia n m a rco Moratti, con la sua ipotesi di
Confindustria minimalista ma corre tta-
mente gestita, critica esplicitamente lo sti-
le di direzione di Abete. Lunico che sposa
la filosofia di Abete forse Aldo Fumagal-
li: ma al posto del sapiente e mediatorio at-
teggiamento di Abete, sceglie una linea di
c o m p o rtamento ideologica. Si pone cos in
una posizione minoritaria e di testimonian-
za, e tradisce lo spirito pi profondo, seb-
Roma. Per Luigi Lucchini sono solo illa-
zioni. Ma per la prima volta dopo molti an-
ni i tre saggi che, secondo la riforma Pire lli
dello statuto confindustriale, devono con-
s u lta re la base e pro p o rre la nuova leader-
ship, non avanzeranno il nome di un solo
candidato bens di due: Giorgio Fossa e
G ia n m a rco Moratti. Questo dipende da un
clima di incertezzastrategica chesi re s p ir a
da mesi nel palazzo romano di viale dellA-
s tronomia. Vittorio Merloni avrebbe insisti-
toper la candidatura unica di Fossa, Serg io
Pininfarina per la definizione di unaltra
p roposta e Luigi Lucchini si sarebbe schie-
rato, vincente, per la doppia candidatura.
Tutti e tre avevano chiesto invano a Morat-
ti di ritirarsi.
G io rgio Fossa nonha comunque raggiun-
to quel 60 per cento di consensi dei consul-
tati che conferisce una automatica candi-
datura unica alla guida dellassociazione
im p renditoriale. La sua una candidatura
a u to revole, programmata nel tempo e che
ha il vantaggiodi una certa continuit di sti-
le politico con lesperienza di Luigi Abete.
Tuttavia Fossa consideratosvincolato dal
blocco elettorale del pre d e c e s s o re.
G ia n m a rco Moratti gode invece del so-
stegno di molte grandi imprese, associazio-
ni di categoria e organizzazioni terr ito r ia li
(la Federchimica, lEni, le Ferrovie e parte
consistente del Sud). Secondo le voci pi
a c c reditate, lipotesi di una candidatura a
m in is tro della signora Letizia Moratti, mo-
glie di Gianmarco, sarebbe stata resa nota
per influire negativamente sulla campagna
elettorale del candidato outsider. Laimme-
diata smentita della presidente della Rai
un modo per impedire manovre ambigue
in to rno alla candidatura del consort e .
Ambienti informati di Confindustria si
dicono certi del fatto che, alla resa dei con-
ti, uno dei duecandidati si ritirer. La Con-
findustria nonama le spaccature, giudicate
uno sgradevole elemento di lacerazione. In
tal caso emerg e rebbe un terzo candidato.
Fossa, Moratti & C.
POLITICA E POTERIFORTI

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