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IL FOGLIO

Redazione e Amministrazione: via Carroccio 12 20123 Milano. Tel 02/771295.1

ANNO XX NUMERO 186

quotidiano

Sped. in Abb. Postale - DL 353/2003 Conv. L.46/2004 Art. 1, c. 1, DBC MILANO

SABATO 8 AGOSTO 2015 - 2,00

DIRETTORE CLAUDIO CERASA

E se il problema non fosse Pompei, ma i pompeiani? Ministro Franceschini, li precetti tutti oppure si dimetta
E

se il problema non fosse Pompei, ma i pompeiani malpagati e


quelli ignavi e sindacalizzati? So per certo che il ministro della
Cultura tiene in modo speciale a Pompei, e che la disavventura en plein
air della Palestra da lui inaugurata laltro giorno, ma subito richiusa
DI

ALESSANDRO GIULI

in faccia ai turisti per carenza di personale, gli costata molta bile.


Non appena nominato alla guida del Mibac, Dario Franceschini aveva immediatamente inaugurato una personale strategia della presenza nel sito archeologico. Nellaprile del 2014 ha presenziato allapertura al pubblico delle domus di Marco Lucrezio Frontone, di Romolo
e Remo e di Trittolemo. Nellestate dellanno scorso ha attivato 150 tirocinii da 1.000 euro al mese, mettendo in cima alla lista Pompei (poi
anche lAquila, la Reggia di Caserta, le zone terremotate, alcuni ar-

chivi storici); ha prolungato fino alle 22 lorario dapertura del museo


al venerd, ha firmato un Piano dazione congiunto tra la Commissione europea e il governo italiano per accelerare i lavori del Grande Progetto Pompei (GPP), presenti lallora Commissario europeo per la Politica regionale, Johannes Hahn, e lallora sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri, Graziano Delrio. Di l in poi, Franceschini ha ottenuto plausi ufficiali e complimenti amichevoli dallUnione europea e dallUnesco. E non finita. Anche questanno il ministro dei Beni culturali ha continuato ad affacciarsi a Pompei, per mostre e conferenze e inaugurazioni come quella della sciagurata Palestra, ma sopra tutto ha vantato il reperimento di altri fondi: 55 milioni di euro destinati a interventi con progettazione avanzata fra Napoli, Certosa di Padula, Pompei, Ercolano e Stabia. Di fronte a tanto iper
attivismo, abbiamo solidarizzato senza riserve con Franceschini quan-

do, lo scorso 23 luglio, unassemblea del personale convocata a sorpresa ha provocato la chiusura del sito archeologico e creato quel
danno incalcolabile che rischia di vanificare i risultati straordinari
raggiunti nellultimo anno che hanno rilanciato limmagine di Pompei nel mondo (parole sue). E ci siamo ripetuti, con lui: Non possibile impedire che il sito resti aperto con personale in sostituzione,
con il risultato di lasciare centinaia di turisti in fila sotto il sole. Chi
fa cos fa del male ai sindacati, ai diritti dei lavoratori e fa del male
al proprio paese. Sacrosanto. E dunque mai avrei immaginato che,
meno di un mese dopo, leterno ritorno dellidentico si sarebbe beffardamente materializzato sotto i nostri occhi, con la stessa strafottente meccanica, aggravata dalle tronfie dichiarazioni ministeriali della
vigilia: Il vento cambia. E come no. La verit, ministro Franceschini, che il vento non sembra destinato a cambiare, n in fatto di ma-

nutenzione ordinaria n per le emergenze improvvise, se non si intervenga alla radice. La politica delle inaugurazioni seriali e dellottimismo finanziario funziona sul piano del marketing e delle rassicurazioni psicologiche, ma chiaro che non basta. Per sfuggire allimpressione di essere l per ragioni essenzialmente cosmetiche (e io non lo penso affatto), l al vertice dellistituzione che fu gestita fra gli altri da Bottai, Spadolini e Ronchey, il titolare del Mibac dovrebbe ottenere ci
che ci ha gi promesso: una modifica normativa che includa i siti culturali (da Pompei alla Scala di Milano, al Teatro dellOpera di Roma
e cos via) alla lista dei luoghi pubblici essenziali, con la possibilit
di precettarne il personale in casi e periodi eccezionali. Nulla di personale contro i lavoratori, che senzaltro hanno le loro ragioni. Quanto a Franceschini, sarebbe un modo per farsi rispettare e apprezzare
ancora di pi, oppure per dimettersi in caso di sconfitta.

IL DIVORZIO DELLESTATE

SEGNA SEMPRE LUI

Le accuse al traditore Renzi. La spinta per le nuove nozze con Forza Italia.
Podemos continuare cos? Perch il matrimonio tra la signora minoranza del Pd e
il signor segretario del Pd pu non reggere alla prova della riforma costituzionale

Perch tutte le strade istituzionali


portano a Berlusconi, maestro
di sopra governo e di opposizione

uesta volta il vero gossip dellestate


non riguarda le storie damore delle
amiche di Beln o dei cugini di Borriello
ma riguarda un tradimento clamoroso che
da settimane viene denunciato su tutte le
prime pagine dei giornali senza che ormai
nessuno ci faccia quasi pi caso. Problema:
come possono vivere ancora sotto lo stesso
tetto la signora minoranza del Pd e il signor maggioranza del Pd, se la prima accusa il secondo di essere un traditore seriale,
un furfante, un mezzo farabutto e un mascalzone senza scrupoli che ha rovinato
non solo un matrimonio ma anche il rapporto tra due famiglie che da tempo hanno
scelto di mettere in comune (pi o meno in
comune, diciamo) la propria dote e tutti i
propri beni? Insomma, per essere ancora
pi chiari: quando in una storia damore a
un certo punto lei, ad alta voce, comincia
a dire che lui diventato uno stronzo, che
cos non si pu andare avanti, che questo
atteggiamento insostenibile e che se le
cose non cambiano e se lui non la smette di
tradire queste saranno le ultime vacanze
che facciamo insieme, di solito le opzioni
sono due: o lui cambia davvero, e dunque
niente avvocati; oppure, se lui non cambia
un modo di vivere che lei considera inaccettabile, si va via di casa, e per non darla
vinta, per non perdere la faccia e non perdere la dignit, si traggono le dovute conseguenze. I rapporti tra la signora minoranza del Pd e il signor maggioranza del Pd, a
giudicare dalla violenza dello scontro raggiunto sul tema della riforma costituzionale, oggi sono esattamente cos. E il confronto tra il presidente del Consiglio e quella
fetta del partito che accusa Renzi di essere un simil fascista (uomo solo al comando,
al netto dei giri di parole, significa questo:
sei un mezzo fascista) che ha distrutto la famiglia del Pd traghettando la sinistra in
una dpendance di Arcore con la complicit dolosa di Giorgio Napolitano (perch,

al netto dei giri di parole, le critiche che


la sinistra del Pd rivolge oggi allex presidente della Repubblica questo significano:
anche tu, come il tuo amico Renzi, sei un
complice della distruzione del Pd) ha raggiunto un livello di guardia allarmante. E
considerando che Renzi non conceder
nulla alla signora minoranza del Pd, questo scontro porta per la prima volta il Pd
renziano a essere a un passo da un divorzio
che a questo punto pu essere evitato solo
se chi accusa laltro di essere un emerito
stronzo decide di smentire se stesso, di
perdere la faccia, di rimangiarsi le critiche
e rimanere nella stessa casa della persona
che accusa di essere un grandissimo farabutto. La logica del pendio scivoloso oggi
ci dice questo. E ci dice che lo scontro di
civilt messo in campo dalla minoranza
del Pd sugli emendamenti alla riforma costituzionale ha collocato i non allineati alla linea del segretario su un percorso che
destinato a mostrare presto un bivio in
cui o la minoranza del Pd accetter di rimanere in un partito guidato da quello
che considera un traditore seriale o la sinistra del Pd sceglier di rimangiarsi tutto quello che ha detto sul marito infedele.
E molto probabile che siano pochi i senatori del Pd che in realt si augurano un
esito di questo tipo, e sarebbe sciocco credere che tutta la minoranza del Pd sogna
di uscire da un partito guidato dal mezzo
fascistello fiorentino. Eppure, le dinamiche che si sono innescate oggi nel Pd ricordano da vicino alcune meccaniche gi
osservate tra il 2007 e il 2008: quando nacque il Pd e quando la sinistra interna del
partito alz a tal punto la sua asticella
identitaria da essere costretta a un certo
punto, per essere coerente con se stessa,
a fondare un nuovo soggetto politico e
a porsi a sinistra di un partito che aveva tradito, appunto, i valori della si(segue a pagina quattro)
nistra.

Linerzia calamitosa di una scissione


Tutti gli errori di una sfida a perdere nel Pd. Parla Ezio Mauro
Roma. C linerzia delle cose, e le scissioni possono accadere, anche quando non sono
volute. Ma una scissione del Pd sarebbe una
sciagura per il paese, significherebbe perdeDI

SALVATORE MERLO

re loccasione che in Italia possano esistere


un partito progressista e un partito conservatore moderni e occidentali, dice Ezio Mauro. Eppure una scissione gi in corso, dice
il direttore di Repubblica, ma la scissione
tra il popolo della sinistra e i dirigenti del
partito. Perch c pi senso di responsabilit nellopinione pubblica di sinistra di
quanto non ce ne sia nel gruppo dirigente del
Pd. C pi senso di responsabilit in quel
mondo che non ne pu pi di questi giochi
dinterdizione e di corrente, di quanto non ce
ne sia nel Palazzo. A proposito della sinistra,
Bobbio diceva che discutono del loro destino senza capire che dipende dalla loro natura. Risolvano il problema della loro natura, e
avranno risolto il loro destino. Ed ancora
cos. Il gruppo dirigente deve riflettere sullenorme giacimento di disponibilit democratica sul quale siede senza rendersene conto:
c ancora gente che, malgrado tutto, esce di
casa e va a votare alle primarie, magari dicendo che sar lultima volta, ma lo fa, continua a farlo. Il problema : fino a quando?
La sinistra del Pd minaccia di non votare
la riforma del Senato, che naufragherebbe.
Chiss. Massimo DAlema, ancora adesso, si
accende dentusiasmo allidea di riprendersi il partito. Questa una logica di possesso che lopinione pubblica di sinistra non
capisce. Non ci interessa, dice Mauro. Comunica lidea che ci sia qualcuno sempre
pronto a perdere pur di tenersi la roba. Ma
attenzione, perch la roba non c pi. C un
patrimonio di cultura, che non va disperso.
Renzi invece bullesco, martellante, dice
che andr avanti, sta diritto come un birillo.
Renzi non si pone il problema di rappresentare tutta la sinistra, migliaia di elettori
come me. E il peccato originale tutto in
questa mancanza di legittimazione reciproca. Renzi tratta gli uomini della minoranza
come inquilini morosi, come dei rompiscatole. E loro trattano lui come fosse un marziano, come se si fosse avverata la profezia del
Papa straniero, non lo trattano come uno
che ha vinto legittimamente le primarie dopo averle anche perdute. Ed ecco il tremen-

do spettacolo della piccola invidia rancorosa, dellincomprensione. Le coordinate culturali le hanno, le avrebbero: la sinistra democratica, socialista, riformista. Si riconoscono tutti in un perimetro europeo. Mi piacerebbe vedere un leader che si gloriasse
anche un po della storia del suo partito, che
ha fatto la storia del paese, un leader che si
gloriasse di aver avuto Amato, Prodi, Enrico Letta. Ma sembra che la consapevolezza
sia perduta.
Giorgio Napolitano ha scritto una lettera
al Corriere, gioved. Sergio Mattarella perch non interviene in alcun modo? Mattarella fa bene ad estenersi dai problemi interni al Pd. Ma anche se tace, lui la manifestazione vivente di ci che pu funzionare
nel partito della sinistra e in questa legislatura. Per eleggere Mattarella al Quirinale,
Renzi, dopo aver parlato con Berlusconi, si
mosso dentro il suo partito, dentro il Pd. E
insieme agli altri dirigenti ha individuato il
profilo di un uomo, Mattarella, che non fosse un suo addetto occulto. Infine, dopo aver
trovato un accordo nel suo partito, ha esteso la proposta alle altre forze politiche. Questo metodo ha dimostrato che il Pd pu essere lasse portante del sistema politico e
istituzionale. E allora che deve fare adesso
Renzi? Poteva rivolgersi a tutto il suo partito, dire con chiarezza: vogliamo intestarci
insieme un anno di riforme? Se s, troviamo
lintesa. Invece, arrivato al bivio, si sentito attratto dalla prova muscolare. Ma il muscolo fine a se stesso, poi non ci fai niente.
E la sinistra interna? L dentro si muovono
tutti come se fossero soli, ma ogni errore che
fanno, ogni atto di egoismo, porta acqua alla destra di Salvini e alla politica tremendamente antisistema di Grillo. Verr un momento, spero non sia gi troppo tardi, quando capiranno che lavversario non il compagno che gli sta accanto. Troppo tardi, cio
dopo una scissione. La fine del Pd, la scissione, sarebbe come il gioco dellOca, peggio
di un ritorno alla casella iniziale. Sarebbe
come confessare: guardateci, non siamo stati capaci di diventare il player centrale del
sistema. Un fallimento.

COS IL FISCO RENZIANO


alletta il ceto medio stangato da Visco
Rosati a pagina tre

Luccicare a Procida. Racconto breve


Tina non si vergogna, si spacca la schiena ringraziando Iddio, e i suoi
occhi fanno luce per tutti: la mamma che piange, Ricky lu chiattone che
si torce le mani, suo figlio Ges Bambino e la sua isola su cui sentirsi amata

ina ha sei anni e gli occhi che luccicano,


anche al cimitero quando fra le tombe
nero nero, perch suo padre il custode e sta
facendo le prove delle luci, domani il gior-

me, che alla visita per il militare gli hanno


chiesto le generalit, e a sentire Napoleone
Terzo lo volevano rinchiudere. Finirai rinchiusa dentro questa prigione che lisola.
Ma io ti amo. Lha scritto a Tina Ricky lu
LISOLA DI ANNALENA
chiattone una sera, dopo che era stato tutto
no dei morti e bisogna che sia tutto a posto. il tempo a testa bassa come un toro a guarVieni Tina, aiutami un po tu, non c da ver- darla ballare al matrimonio di quellamico a
gognarsi, mettiti l e dimmi che cosa vedi, non Napoli, con il vestito che a lui pareva troppo
avere paura. E Tina non ha paura e Tina non trasparente per lei cos abbronzata, con quei
si vergogna, un poco del nome per s, An- tatuaggi, le unghie lunghe color mela verde,
nunziata, e anche un poco degli zii che fan- un brillantino incastonato su un dente, cos
no le pernacchie per strada in cambio di una quando sorride le luccica anche la bocca,
sigaretta, perch poi a scuola le dicono: Sei non soltanto gli occhi. Ricky lu chiattone coscema tu, sei della famiglia degli scemi. Ma s alto e grosso che lei accanto scompare,
gli occhi le luccicano cos tanto, mentre ride Jeeg robot dacciaio lo ha chiamato un ragaze mentre seria, mentre impara a nuotare zo di Roma che faceva il militare a Procida,
buttandosi dagli scogli della Vivara, e da pi che un giorno Ricky laveva aspettato fuori
grande anche dal ponte che tiene unita la Vi- dalla caserma per dirgli: Tu a Tina devi lavara allisola, che poi nessuno ha pi il corag- sciarla stare, se la prendi in giro ti spezzo tutgio o la voglia di prenderla in giro. Solo di te e due le gambe.
stare a guardarla, quando cammina per i viMa io ti amo, scritto da un telefonino alcoli senza sole dietro la nonna che va a fare laltro, da un muro allaltro dellisola in prile punture nelle case dei vecchi per una gal- mavera, perch Tina non voleva pi vedere
lina, per mille lire, e quando a quattordici uno che la fissava a testa bassa come un toanni va a fare le pulizie nelle altre case, per- ro con il fumo che esce dal naso, non puoi esch studiare non il momento e perch se sere geloso, io ballo con chi voglio, ho
vuole comprare lo shampoo che fa i capelli ventanni, sono rimasta a Procida perch
morbidi e non quello brutto che usa sua ma- senza i miei occhi che luccicano si spengodre, allora c questo pavimento da lavare, no anche le luci degli altri, mia madre moriquesto cesso che fa
rebbe di dolore, Naposchifo, Tina vacci tu
leone Terzo anche,
Sullisola ci scappi quando
che sei brava, ringrache mio fratello picziando Iddio, e comincolo e me lo sono tanasci in citt, quando sei
cia a toglierti quelle
tuato sulla spalla, laoffeso dalla citt, quando
stelle dagli occhi, che
sciami ballare. Ma io ti
qui di stelle ce ne stanamo, voglio che cambi
pensi che tutta questacqua
no abbastanza in cielo,
la scheda del cellulare
e poi a che servono le
intorno ti offrir riparo. Chi ti perch ho paura che ti
stelle se non le insegui
telefonano in troppi,
credi di essere, Tina, non si
mai, se non scappi via
non posso spezzare le
da questi vicoli dove
gambe a tutti. Ma se tu
pu
vivere
senza
aver
vissuto.
tutti quelli che inconmi ami, allora facciatri, i forestieri che arrimo luccicare questiFinirai rinchiusa qui, Tina.
vano in vacanza da Nasola, tu fai il pane e io
poli, da Roma, che ti
mi spacco la schiena
ammirano mentre ti tuffi dagli scogli con i ca- ringraziando Iddio, mi fa malissimo, ma senpelli in su, ti dicono: ma come fai a restare to il bene che mi fai tu, e se ti guardo con i
qui pure dinverno ad annusare i muri, gli oc- miei occhi diventano belli anche i tuoi. Camchi luccicanti ti si spegneranno se non vai bio la scheda del cellulare, che mi importa,
via, diventeranno del colore del cesso di quel tu per restami vicino, andiamo alla grotta
ristorante, e i capelli diventeranno duri come che c su al carcere a sentire la pace.
quando li lavi con lo shampoo cattivo, e i penAnche la notte di Natale, sul traghetto vuosieri ti si spegneranno dentro la testa.
to per Napoli, in mezzo al mare ci sono gli ocTina scappa, dai, Tina sei brava a tuffarti chi di Tina a fare luce per tutti, alla mamma
dal ponte, a cucire, a inventarti lamore, vie- che piange, a Ricky lu chiattone che si torce
ni a Roma con me, ti faccio fare la costumista le mani, al marinaio che guarda la pancia di
a teatro, un bel lavoro sai, ed il 1995, non Tina e dice: sign vado pi veloce ma non
puoi marcire sullisola: sullisola ci scappi partorite qui che fa freddo, sign come lo
quando nasci in citt, quando sei offeso dal- chiamerete, Ges Bambino? Ges Bambino
la citt, quando pensi che tutta questacqua usc fuori come un missile, perch il tassista
intorno ti offrir riparo: adesso smettila di pu- aveva preso tutte le buche di Napoli, il liquilire le case dei vecchi, fanno schifo i vecchi do che stava dentro la pancia schizz anche
quando sono vecchi e credono di sapere tut- sopra le ciabatte che stavano sotto il letto, e
to e non hanno capito niente, per smettila la schiena di Tina ebbe bisogno di placche
anche di guardarmi con tutta quella luce, mi di titanio perch se lera spezzata troppo nei
d fastidio, chi ti credi di essere: non si pu vi- cessi. Il professore di Milano non ci credeva
vere senza aver vissuto, non si pu restare che quel bambino in braccio era il suo, che
senza essere prima scappati, finirai come tuo lei laveva spinto fuori come un missile e non
(segue a pagina quattro)
nonno, Napoleone di nome e Terzo di cogno- era morta.

Linvenzione dei folli e quegli omoni uccisi per un Tso

uasi dun tratto, alla fine del


Medioevo, la lebbra scomparve dallEuropa. E gli edifici destinati a ospitare, e tenere lontani, i

CONTRO MASTRO CILIEGIA - DI MAURIZIO CRIPPA

lebbrosi divennero luoghi del nuovo isolamento per i nuovi umani paurosi: i folli. E
il fulminante inizio della Storia della follia
nellet classica di Michel Foucault, un libro a dir poco illeggibile, ma che dovremmo forse continuare a leggere. Inizi allora quellesperienza correzionaria di isolamento e prigionia della follia che ci ha
accompagnati fino a poco fa. O ci accompagna ancora. Il Tso, Trattamento sanitario
obbligatorio, una privazione della libert
personale di un innocente, seppure impo-

sta al fine del suo bene. E lo stato che


prende in consegna un corpo, unanima.
Ne ha responsabilit. Cos c un sindaco
che deve firmare, e autorizzare il grave
passo di mandare le guardie, gli infermieri. Laltro giorno, a Torino, il corpo e la
mente di un omone di cento chili seduto ai
giardinetti dovevano essere presi in consegna. Ma finito morto strangolato dagli
agenti, chiss come. Qualche giorno fa a
Treviso un ragazzone di cento chili e una
mente troppo leggera scappato in mutande nei prati, i carabinieri lhanno raggiunto ed finita che gli hanno sparato. Ci fu
un tempo antico in cui i folli erano il segno di Dio, o dellumana tragicit (Foucault), nessuno li cacciava, nessuno li rinchiudeva. Li rispettavano, forse.

omani chiss, ma al momento


nessuno pu negare che tutte le
strade istituzionali passano per Silvio
Berlusconi. La vicenda Rai un caso
di resipiscenza tardonazarenica
debitamente negata dagli attori
protagonisti solo per calcoli di
bottega. E anche il rintocco suonato
due giorni fa da Giorgio Napolitano
sulle riforme costituzionali non si
torna indietro e anzi bisogna creare e
mantenere un largo consenso
segnala una verit che la scuola del
realismo politico post comunista, di
cui il presidente emerito illustre
interprete, aveva gi posto in essere a
inizio legislatura: se non di una
Grande coalizione con Forza Italia, c
comunque necessit dun patto di
sistema con il Caimano. Il metodo
dellelezione al Quirinale di Sergio
Mattarella (prima si decide nel Pd, poi
si cerca il consenso di chi ci sta, se ci
sta, fra alleati e oppositori) ha, s,
garantito a Matteo Renzi una tregua
con la minoranza interna e la
benevolenza di un capo dello Stato
meno interventista del precedente, ma
gli ha anche sottratto un requisito
essenziale per mantenere a un livello
alto le aspettative di vita del suo
governo: un interlocutore forte e leale
nel cammino del riforme. Senza
contare che il pregio di Mattarella agli
occhi di Renzi, e cio un profilo
mediobasso, con una silenziosa
ritrosia a esporsi nello spazio
pubblico della politica legiferante,
alla lunga sta anche rivelando il suo
calco negativo: un atteggiamento
quirinalizio di calma neutralit
rispetto alla tenuta (sopra tutto
numerica, ma non soltanto) della
maggioranza in Senato. Il che induce
gli odiatori e gli invidiosi del premier
a figurarsi perfino la possibilit di un
governo alternativo a quello di Renzi
che nascerebbe in autunno, nel caso
di rovesci ingestibili a Palazzo
Madama dopo la rentre di settembre
(vero, signor presidente Pietro
Grasso?). Qualche insidia c davvero,
ma a occhio direi che un sogno
senza speranza.
Laltra illusione che sta svaporando al
sole appunto quella di rimpiazzare
Forza Italia, sia nel piccolo cabotaggio
delle commissioni e del tramestio
nelle Aule delle Camere, sia nelle
partite principali del sotto e del sopra
governo. Qualcuno, nei giornaloni e
nelle retrovie del renzismo, favoleggia
ancora intorno ai volenterosi
scissionisti di Denis Verdini dopo aver
incoraggiato e assistito, oltre un anno
fa, lammutinamento dei ministeriali
di Angelino Alfano (banda Ncd) e
dopo aver sovrastimato pi di recente
il peso della fronda capeggiata da
Raffaele Fitto, il Davide Cameron del
Tavoliere. Niente da fare. Per ragioni
aritmetiche e di banale scienza
politica, a Renzi non conviene
intrecciare il proprio destino alla
presenza intermittente di truppe
parlamentari ausiliarie cos variegate
e incoerenti, peraltro scavalcate di
volta in volta dai molteplici stati
dellessere berlusconiano: pi anti
renziano di Fitto se occorra; e pi di
chiunque altro strategicamente
necessario e disposto al confronto con
il premier, qualora convenga. In poche
parole: segna sempre lui.
Alessandro Giuli

Renzi perentorio sulle


riforme: Ho i voti, ma
vedr Forza Italia. Utile rifletterci. E Franceschini perentorio su Roma: Il Colosseo non diventer Las Vegas. Inutile farsi illusioni.
Questo numero stato chiuso in redazione alle 21

Mission not accomplished

Ecco la storia patetica


dei 60 ribelli siriani
addestrati dallAmerica
Il piano di Washington finito prima
di cominciare: i suoi uomini scelti sono
stati rapiti da al Qaida (o sono fuggiti)

Programma da 500 milioni


Roma. LAmministrazione americana ha
addestrato a partire dallanno scorso un
gruppo di ribelli siriani. Il piano era: selezionarli con rigore in modo da evitare inLOST IN ARABIA - 2

filtrati estremisti, addestrarli fuori dalla


zona di guerra, reinserirli nel nord della
Siria facendoli passare dal confine turco,
assisterli nello scontro a terra con lo Stato islamico (ma non contro il governo siriano del presidente Bashar el Assad). Si trattava di un contingente molto ridotto, circa sessanta
uomini e quando era
uscita la cifra un po tutti si
erano chiesti quanto possono fare davvero sessanta
uomini mandati su uno dei
fronti pi violenti del medio oriente (risposta: poco)
e anche come mai sono
BARACK OBAMA costati cos tanto allAmministrazione (il programma ha uno stanziamento di circa cinquecento milioni di dollari, non usati tutti). Il
piano americano finito ancora prima di
cominciare. Il 29 luglio, poche ore dopo
lingresso in Siria, un gruppo armato che
combatte a nome di al Qaida e si chiama
Jabhat al Nusra ha rapito il comandante
della fazione addestrata dagli americani
assieme ad alcuni suoi aiutanti e due giorni dopo ha attaccato la loro base, per disperdere il resto. I catturati sono stati esibiti in un video su internet, gli altri sono
scappati nelle zone controllate dai curdi,
tranne cinque che sono stati uccisi. Il gruppo Jabhat al Nusra nemico dello Stato
islamico, ma al Qaida in Siria e quindi
nemico dellAmerica e dei suoi alleati.
Inoltre, a partire dal settembre 2014 gli
americani stanno bombardando Jabhat al
Nusra con i droni e gli aerei: cosa si aspettavano ora, che i loro uomini sarebbero
stati accolti con entusiasmo appena avessero messo piede di nuovo in Siria? Forse
s, perch un paio di fonti americane dentro lAmministrazione hanno detto al New
York Times di essere state colte di sorpresa dal fallimento imbarazzante. Jabhat al
Nusra spiega che non potevano lasciare libert di movimento agli americani, perch erano dotati di strumenti per segnalare da terra i bersagli ai jet americani e temevano che sarebbero stati bombardati.
Per questo hanno scelto di attaccare in via
preventiva. Due giorni dopo i jet americani hanno eseguito un bombardamento di
rappresaglia contro la base di Jabhat al
Nusra vicino al luogo del sequestro.
Il gruppo americano era stato selezionato allinterno di un gruppo pi grande
che si fa chiamare Divisione 30 e tre
giorni fa ha rilasciato un comunicato su internet per dire che loro sono contro i bombardamenti americani contro Jabhat al
Nusra e contro la pretesa americana di farli combattere soltanto contro lo Stato islamico e non contro le truppe di Assad. Lunico scopo del comunicato quello di garantirsi una sopravvivenza in mezzo agli
altri gruppi armati. Il piano dellAmministrazione Obama non poteva finire in modo pi imbarazzante. In teoria, Washington
sta agendo di concerto con la Turchia per
creare una zona protetta dai bombardamenti a nord di Aleppo, da dove i ribelli
possono muovere contro lo Stato islamico
senza essere colpiti dagli aerei di Damasco. In pratica, se questi sono gli uomini
che dovrebbero prendere possesso della
zona protetta, la strategia rester sulla
carta ancora a lungo.
Si era cominciato a parlare di un programma americano per addestrare ribelli
siriani gi nel dicembre 2012 in una base
militare segreta in Giordania, perch cera
una iniziativa della Cia. Nellagosto 2013, il
presidente Obama disse ai senatori che 50
ribelli addestrati da noi sono gi dentro la
Siria (riportato dal New York Times), per
non apparire debole dopo aver annullato
lattacco contro Damasco. Poi lanno scorso subentrato il Pentagono, grazie al
maxifinanziamento di cui si parlato. Per
ora, il risultato sotto ogni aspettativa.
Twitter @DanieleRaineri

ANNO XX NUMERO 186 - PAG 2

roina indiscussa dei cartoni animati


per bambini in et prescolare, la vezzosa porcellina Peppa Pig e i suoi rotondi famigliari sono certo pi simpatici e
rassicuranti dei suini antropomorfi e minacciosamente metaforici protagonisti di
El Rgimen del Pienso, spettacolo presentato alla 43esima Biennale Teatro di
Venezia dal gruppo spagnolo La Zaranda,
attivo in campo internazionale dal 1978.
Del teatro sperimentale degli anni Settanta la compagnia andalusa ha orgogliosamente conservato la capacit di agire
con mezzi poveri, sapienza artigianale e
passione politica. Come in questa produzione del 2012 che parla della crisi economica ambientandola in un allevamento
di maiali devastato da unepidemia che
colpisce anche i dipendenti dellazienda,
a rischio licenziamento.
E pensare che cerano tempi, ormai remoti, in cui teatro e cinema non dovevano raccontare tracolli finanziari ma piuttosto denunciare e disapprovare il consumismo borghese e i suoi collaterali effetti sociali. Uno dei film pi illustri di Rainer Werner Fassbinder, Il matrimonio di
Maria Braun rievocava nel 1979 il miracolo economico della Germania iniziato
nellimmediato Dopoguerra e realizzato
soprattutto dalle donne, le Traumfrauen, in assenza degli uomini: morti,
mutilati, prigionieri, dispersi. Il film si
svolge dal 1943 al 1954, anno della inaspettata vittoria della Germania ovest ai
Campionati del mondo di calcio 3 a 2
sulla favorita Ungheria e accompagna la
narrazione della ripresa tedesca e della
rimozione del nazismo con la travagliata
storia damore della protagonista, celebrata con gli stilemi dei mlo hollywoodiani di Douglas Sirk, regista di culto per
Fassbinder e grande artefice di lacrime
in celluloide.
In ossequio alla discutibile prassi di rifare in teatro i film famosi, Thomas Ostermeier alla Biennale ha presentato Die
Ehe der Maria Braun, due ore (come il
film) per raccontare sulla scena la complessa storia della ambigua eroina di Fassbinder, una sorta di Madre coraggio che
sopravvive alla catastrofe postbellica dedicandosi alla borsa nera e al lavoro di entraneuse fino a diventare una ricca dirigente di azienda, passando per il letto del
proprietario. Un ruolo di vittima e insieme di artefice del diritto del pi forte,
tema ricorrente nel cinema fassbinderiano. Il personaggio della protagonista (interpretato nel film da Hanna Schygulla)
stato affidato da Ostermeier alla statuaria
Ursina Lardi contornata da soli quattro attori maschi che si prodigano per interpretare i 26 personaggi, uomini e donne, dellaffollata vicenda passando da un ruolo
allaltro con laiuto di costumi e parrucche. Trovata che offusca laura di mlo alla Sirk riveduto da Fassbinder con effetti a tratti farseschi, immeritatamente.
Il matrimonio di Maria Braun diretto da Ostermeier racconta il secondo dopoguerra tedesco; negli stessi giorni a Venezia, al Museo Correr, la imperdibile mostra Nuova Oggettivit illustra con lucida violenza la Germania dopo la Grande
guerra, negli anni dal 1919 al 1933, fino a
quando il nazismo liquider le opere della Neue Sachlichkeit come arte degenerata. Le opere di Otto Dix, Christian
Schad, George Grosz e degli altri esponenti della Nuova Oggettivit narrano lepoca
della Repubblica di Weimar con un realismo cinico e meticoloso, senza le indulgenze di Fassbinder al melodramma ma
con unattenzione crudele al degrado materiale e alla corruzione morale conseguente alla sconfitta tedesca, mettendo in
rilievo quella mostruosit che si era incarnata nella vita di tutti i giorni, quella
banalit del male feroce presagio del
nazismo.
Pietro Favari

PREGHIERA
di Camillo Langone

Lintervista del grande albergatore Rocco Forte al Corriere ha


un poco alleviato la mia solitudine:
Noto che si usa lorribile parola partner, quando si parla di sentimenti: nei
Paesi anglosassoni indica un socio in
affari. Credevo di essere lunico a rattristarmi per un termine che dice il
degrado dellamore a materia per avvocati e commercialisti (a cosa servivano i preti? A tenere avvocati e commercialisti lontani dallamore, diamine!). E allora quali parole usare? Gli
sposati vengano chiamati appunto
sposi, o coniugi, che ricorda il congiungimento carnale, o consorti, che
rende lidea della condivisione nel bene e nel male e quindi il valore anche
sociale del matrimonio indissolubile
(il matrimonio dissolubile, per intenderci quello degli atei e degli ipocredenti, socialmente vale zero perch
appena le cose vanno male il coniuge
debole diventa un problema sociale e
quindi un costo per il contribuente).
La parola marito e la parola moglie?
Temo non abbiano speranza, mi sembra che la loro estinzione perfino preceda quella del matrimonio. I non sposati, in luogo della squallida, perch
ieri comunista o scolastica e oggi generica e antierotica, parola compagni,
se giovani vengano chiamati morosi o
fidanzati, oppure, se hanno superato i
trenta-quarantanni, amanti, che a dispetto di obsolete e malevole accezioni una parola bellissima significando coloro che amano. (Io se i due
convivono spesso li chiamo concubini,
purtroppo suscitando ilarit anzich
desiderio di dare una forma alla propria unione).

SABATO 8 AGOSTO 2015

DOMANDE TOSTE E RISPOSTE PRUDENTI NEL DIBATTITO DEL GOP

Biennale con attori


Se il teatro sperimentale andaluso
anni 70 pi attuale di una Maria
Braun sottratta a Fassbinder

IL FOGLIO QUOTIDIANO

Trump e Fox tengono banco, ma la vincitrice di giornata Fiorina


New York. Donald Trump ha twittato e
ritwittato fino a notte fonda messaggi velenosi dopo il dibattito fra i primi dieci
candidati repubblicani, secondo la selezione di Fox News. La sua furia non era
diretta agli avversari politici, ma a Megyn
Kelly, volto femminile di Fox che ha condotto il dibattito assieme a Bret Baier e
Chris Wallace con stile pugnace, ai limiti
dellinquisitorio. Secondo Trump, Kelly
non stata professionale e lo ha attaccato personalmente, stata ingiusta e viziata, insomma un disastro. E stata soprattutto la domanda a proposito delle uscite
sconvenienti sulle donne a far imbestialire il dominatore dei sondaggi. Quando
Kelly gli ha ricordato la volta in cui nel
reality Celebrity Apprentice ha detto di
una concorrente che sarebbe bello vederla in ginocchio lui ha perso interiormente le staffe, e ha riversato la rabbia
nel dopo partita. Questo tanto per chiarire chi sono i vincitori percepiti di un dibattito troppo prematuro e con una line
up troppo vasta per esprimere vincitori
politici: Trump e Fox News. Dai primi rilevamenti Fox ha fatto uno share pazzesco, circa il triplo di quello incassato dal
pi visto dei dibattiti presidenziali nellultima tornata, e lidea di mettere sotto
torchio i candidati della propria parte politica ha messo sale e ritmo al dibattito.
Se un altro network avesse impostato le
domande in quel modo aggressivo per i
repubblicani sarebbe stato accusato di faziosit, mentre i tre hanno avuto campo libero per provocare e mettere alle corde,

con riferimenti sempre puntuali a quello


che i candidati hanno detto o fatto in passato. Trump finito nella colonna dei vincitori per il semplice motivo che stato il
candidato che ha occupato pi spazio,
energie e attenzione, e a questo punto della corsa i contenuti sono secondari, soprattutto per chi ha dimostrato il pi totale sprezzo per il senso del ridicolo. Non
esiste migliore pubblicit della cattiva
pubblicit il motto warholiano che
Trump in questo momento sta cavalcando.
Coscienti di questo, i pi presidenziabili
dei candidati, a partire da Jeb Bush, han-

BORDIN LINE
di Massimo Bordin

La richiesta di archiviazione
per tre poliziotti accusati di depistaggio mette la parola fine a un altro
dei capisaldi dellinchiesta sulla trattativa. Il falso pentito Scarantino viene
gettato come esca ai pm del processo
sulla strage di via DAmelio, che prontamente abboccano. La trama fu ordita
dal questore La Barbera, che nel frattempo morto, per conto dei servizi deviati che volevano mascherare la presenza di un loro uomo nella preparazione della strage. Quella complicit dello
Stato larma che consente alla mafia
di alzare pretese trattativistiche. Sceneggiatura appassionante, solo che, dopo approfondite indagini, i pm di Caltanisetta hanno concluso che non c una

no evitato accuratamente di incrociare le


lame con Trump, preferendo la difesa solida nella comfort zone argomentativa
piuttosto che lattacco in campo aperto.
Inoltre, Trump stato lunico dei dieci
candidati a dare una notizia, che non va
sottovalutata: se non sar lui il candidato
del partito prender in considerazione
una corsa come indipendente, e comunque non dar necessariamente il suo endorsement a chi uscir con la nomination
dalle primarie. Potrebbe essere soltanto
un ballon dessai, ma certo la prospettiva
che la rumorosa azione di disturbo di
prova e hanno chiesto al gip di archiviare il tutto. Non c prova dei famosi
mandanti esterni della strage e non c
nemmeno della volont di depistare da
parte della polizia. Potrebbe trattarsi di
una sequenza di coincidenze, equivoci,
fretta di chiudere lindagine. Quanto ai
servizi, i pm smontano anche la storia
del loro uomo con la faccia da mostro
che sarebbe stato anche un killer in
omicidi di mafia. Anzi sostengono che
il suo inserimento nella inchiesta rasenta il depistaggio, parola assai in voga. Non restano che macerie. Lopera
demolitoria della procura di Caltanissetta prosegue. Pu essere, come auspica il Fatto, che il gip disponga la prosecuzione delle indagini ma in ogni caso a
Caltanissetta stanno scrivendo un nuovo copione.

Trump si prolunghi anche oltre la stagione delle primarie, contribuendo allo sgretolarsi di un partito gi abbastanza sgretolato, non allettante. Lo spiccare di
Trump non significa che gli altri abbiano
prodotto performance disastrose. Rubio
ha avuto buoni momenti quando si parlava di policy, Huckabee ha dimostrato di
padroneggiare bene la retorica televisiva,
Cruz in certi momenti sembrato quasi
presidenziale, anche le domande rivolte a
lui non hanno scatenato la vis polemica di
cui capace. La lite fra Rand Paul e Chris Christie, con frecciate personali incluse, ha regalato un buon momento televisivo, cos come un paio di battute azzeccate di Ben Carson, di cui tutti si sono dimenticati per lunghi tratti. Lunico indiscutibile vincitore della giornata di dibattito stata per Carly Fiorina, nel panel
per i personaggi secondari tenuto alle cinque del pomeriggio. Nei sondaggi fatica a
sfondare la barriera dell1 per cento, ma
nel confronto dal vivo ha menato scudisciate e messo a tacere i pi ingessati avversari, presentandosi come lalternativa
allestablishment politico ampiamente
rappresentato sul palco. E dire che non
avendo mai avuto un incarico pubblico
e avendo corso una disastrosa campagna
per il Senato doveva essere quella meno equipaggiata per lagone. Alla fine
Rick Perry le ha involontariamente dato
lendorsement: Abbiamo bisogno di un
manager alla guida che faccia quello che
non mai stato fatto in questo paese.
Mattia Ferraresi

UN PADRONE DI 92 ANNI, DUE FIGLI CHE SI CONTENDONO IL PATRIMONIO

Ne parla tutta lAsia: la guerra dinastica dentro la corporation coreana Lotte


Roma. La dynasty della Lotte group meriterebbe un feuilleton, una serie tv, almeno un manga. Perch sembra proprio una
stagione del Trono di Spade la lotta per
la successione di uno dei conglomerati pi
potenti dAsia, il quinto della Corea del
sud (secondo Yonhap News), fondato da
Shin Kyuk-Ho nel 1948, tanto da essersi
conquistata ieri la prima pagina del Wall
Street Journal. Fino a quel momento, e
per una settimana, la vicenda aveva riempito almeno le prime dieci pagine di giornali e magazine sudcoreani. Eppure dentro il romanzo di quella dinastia c tutto:
c la geopolitica, c la letteratura, c un
modello economico che stenta a sopravvivere, c il complesso dei figli che vogliono
prendere il posto dei padri e superarli. E
poi c laffascinante mondo dei rapporti
familiari asiatici, l dove persiste lidea
trascendente di una missione consegnata
dagli antenati ai successori. Lopportunismo dei due eredi al trono, che si contendono la Lotte group screditandosi lun laltro, sta intrattenendo la stampa finanziaria asiatica di questo afoso agosto.
Shin Kyuk-Ho oggi ha 92 anni, ridotto
pelle e ossa e si muove su di una carrozzella, con una elegante coperta sulle gambe,
fa fatica a fare qualche passo. La sua forza nella sua storia. Nato a Ulsan, in Corea del sud, nel 1922, quando la Corea era
ancora sotto il dominio giapponese, dopo
le scuole professionali pubbliche, mr. Shin

decide di tentare la fortuna in Giappone.


Si iscrive a una delle universit private
pi prestigiose di Tokyo, la Waseda, alla
facolt di Ingegneria chimica, con il nome
nipponico di Takeo Shigemitsu. Quattro
anni dopo, Shin Kyuk-Ho fonder nella capitale giapponese la sua azienda, introducendo per la prima volta la gomma da masticare ai giapponesi. E unanima romantica, mister Shin, e decide di chiamare la
sua azienda come quello dellamore platonico per eccellenza, la Charlotte dei Dolori del giovane Werter di Johann Wolfgang Goethe. Oggi la Lotte corp. una multinazionale che produce soprattutto caramelle, chewingum, cioccolato, biscotti. Il
motto dellazienda , non a caso, The
sweetheart of your mouth, Lotte. Ma Shin
ha un problema geopolitico: ha successo in
Giappone, e la sua Lotte diventa uno strano animale bifronte, una coreana e una
giapponese. Tanto che la sua prima sposa
la sceglie giapponese. Poi avr altri due
matrimoni, lultimo dei quali con una famosa attrice coreana, Seo Mi-Kyung. Dal
1948 in poi, Shin far tutto doppio, per accontentare entrambe le nazionalit: la Lotte possiede due squadre di baseball, palazzi di shopping sia a Seul sia a Tokyo,
due quartier generali. Oltre allimbarazzo
di avere un rapporto privilegiato tra due
paesi che vivono con rapporti diplomatici
ai minimi storici, Shin ha un problema di
successione. Perch i suoi due figli, quel-

li che da sempre lavorano per guadagnarsi la presidenza, non fanno che litigare.
Chi tra Shin Dong-joo, il figlio maggiore, e
Shin Dong-bin, il secondogenito, salir sul
trono Lotte? A gennaio Dong-joo era stato
cacciato, per il piccolo sembrava fatta, poi
improvvisamente Dong-joo ha fatto unapparizione pubblica spingendo la carrozzella del padre. Dong-bin ha parlato di colpo di stato, di circonvenzione di incapace, ha detto che se avesse avuto lautorit
avrebbe deposto il padre, perch non ci
sta pi con la testa. Dong-joo dellala
giapponese, fa interviste in giapponese, e
d motivo a Dong-bin di rivendicare, sulla
stampa coreana, le origini coreane del
gruppo. A un certo punto pure comparso un misterioso documento che somiglia a
un testamento in cui il fondatore dice di
lasciare tutto a Dong-joo, ma sono molti a
mettere in dubbio la sua autenticit. Il 2
agosto scorso Shin Kyuk-Ho andato alla
tv coreana Kbs a dire che non aveva mai
detto che il suo successore sarebbe stato
Dong-bin, e si scusato con il pubblico per
i pettegolezzi sulla vicenda.
I grandi conglomerati sudcoreani a conduzione familiare si chiamano chaebol.
Un modello deconomia peculiare, che in
fondo non si differenzia molto dalla vecchia economia di casa nostra, con poche
famiglie in possesso dei pi grandi gruppi italiani. Il fatto che a un certo punto
della storia, dopo gli anni ruggenti del

boom economico, quel modello economico


ha iniziato a scricchiolare fino a frantumarsi di fronte a un sistema pi agile, di
liberismo e mercato globalizzato. Nei paesi pi sviluppati dellAsia, invece, sono
quei conglomerati a traniare leconomia.
In coreano la parola chaebol una crasi
della parola propriet con la parola famiglia. Significa che nessun consiglio damministrazione pu mettere in discussione
il fatto che dellazienda dispongono esclusivamente i membri della famiglia. Qualunque cosa faccia, perch i chaebol godono di privilegi mai visti da parte del governo di Seul, che spesso costretto ad annunciare delle amnistie per salvare i
chaebol da possibili collassi legati a reati
finanziari. Il corrispettivo giapponese sono i gruppi finanziari chiamati zaibatsu,
attivi sin dallOttocento e un tempo controllati da ricchissime famiglie, ma che
nel Dopoguerra si sono trasformati in keiretsu: holding o multinazionali come Mitsubishi, Sony, Toyota. Nello schema economico coreano, per, si arrivati alla rottura: negli ultimi dieci anni i vecchi fondatori dei chaebol hanno iniziato a cercare
uomini adatti per le successioni. Stanno
invecchiando, e non possono tenere ancora per molto sulle spalle il peso di multinazionali milionarie. Ed ecco che qui entrano in gioco i figli, e i parenti pi stretti. Insomma, i serpenti.
Giulia Pompili

IL DOTTOR MOR TE AUSTRALIANO AL FRINGE FESTIVAL DI EDIMBURGO

Va che idea! Mettere in scena leutanasia e farla provare al pubblico


Cambridge. Il vero evento teatrale dellestate britannica stato lesordio di Benedict Cumberbatch al Barbican di Londra, mercoled scorso, nel ruolo di un Amleto che una volta tanto non ha cinquantanni come Michael Redgrave nella
storica produzione Bbc, non un nero rasta come Adrian Lester in quella di Peter
Brook, e non nemmeno una donna come
Maxine Peake in una versione dellanno
scorso dove anche Polonio diventava Polonia mentre i ruoli di Rosencrantz e Guildenstern erano spartiti fra i generi secondo le quote rosa. Se per andate a teatro
alla ricerca di un politicamente corretto
sempre pi sfacciato e ossessivo nello sbalordire i borghesi, e se fra essere e non essere preferite la seconda opzione, allora
dovete volare a Edimburgo per Dicing
With Dr Death. La pice, in scena al Fringe Festival inaugurato ieri, opera del celebre medico australiano Philip Nitschke,
ovvero il Dottor Morte con cui il titolo invita a giocare a dadi nonch autore dei saggi Killing Me Softly e Il manuale della

dolce pillola. Lo scopo dichiarato mostrare il lato divertente del dibattito sul diritto alla morte (testuali parole) e per questo Nitschke ha fatto installare sul palco
Destiny, la macchina delleutanasia di propria invenzione. Al termine della performance un volontario viene chiamato alla
ribalta per sperimentarla; una simulazione, per quanto minacciosa appaia sulla locandina la foto di Nitschke armato di falce affilatissima.
Lo show, visibile da bambini accompagnati dai genitori, rimasto in forse fino allultimo in seguito allirruzione delle forze
dellordine durante le prove. La polizia ha
rivelato il pericolo di utilizzare al chiuso
del gas compresso, essenziale al funzionamento del macchinario, e la simulazione
stata proibita nonostante Nitschke strepitasse che si trattava di un subdolo caso di
censura. Assicurata la sopravvivenza del
pubblico, meno scontato il suo gradimento: senza il brivido gassoso di Destiny lo
show conster unicamente di unoretta di
monologo/conferenza su come aggirare le

leggi sul suicidio assistito. E il minimo sindacale dopo che Dicing With Dr Death
aveva perso un altro ragguardevole pezzo:
originariamente era previsto uno spettacolo a due voci con la partecipazione di Mel
Moon, comica inglese affetta da una grave
malattia autoimmune che cionondimeno
ha deciso di continuare a vivere. Per motivi non cristallini, Mel Moon ha poi imbastito uno show a se stante, Sick Girl, augurandosi espressamente di riuscire ad arrivare viva alla fine della serata e mollando Nitschke solo e non si sa quanto terrorizzato di fronte a un pubblico che si aspetta di divertirsi.
O magari no. Il teatro britannico denuncia una progressiva, marcata tendenza allimpegno civile, al contenuto ponderoso,
al predicozzo anche e soprattutto quando
bisogna far ridere la gente. In questi stessi giorni sta andando in scena a Edimburgo un adattamento di Down and out in Paris and London di George Orwell in cui il
regista David Byrne ha infilato la drammatizzazione di un libro-inchiesta dellauto-

revole corsivista del Guardian Polly Toynbee su case popolari e salario minimo: prospettive preoccupanti per chi, affidandosi
al programma, si aspetta una pice satirica. Il programma del Fringe Festival prevede inoltre uno spettacolo sulla morte del
feto in utero e il ritorno dellamericana
Adrienne Truscott, che nel 2013 aveva recitato unora di barzellette sugli stupri vestita solo nella met superiore, e completamente nuda sotto, onde dimostrare che
labbigliamento di una donna non giustifica lapproccio violento eccetera eccetera.
A settembre invece esordir a Londra una
commedia di Anthony Horowitz ambientata a Baghdad, in cui Saddam sar interpretato da Steven Berkoff. Dicono sar divertente ma Horowitz si gi portato avanti
dichiarando che intende soprattutto far riflettere il pubblico e protestando che i ritardi nella pubblicazione dellinchiesta
Chilcot sullintervento militare britannico
in Iraq sono inaccettabili in una democrazia matura.
Antonio Gurrado

I BUONI DATI DEL MERCATO E LA NUOVA FRONTIERA DEI DIRITTI

Chi salver la musica? Forse David Byrne, se riesce a farsi pagare


M

a quale crisi della musica verrebbe spontaneo esclamare leggendo gli


ultimi dati presentati giorni fa dalla Fimi
(Federazione industria musica italiana)
relativi ai primi sei mesi del 2015. Un paio
di numeri per capire le dinamiche del
mercato: dopo anni di crescita negativa il
settore ha registrato un pi 22 per cento
(dati ufficiali Deloitte) rispetto allo stesso
periodo del 2014. Tale crescita trainata
in primo luogo dai servizi di streaming che
segnano un pi 37 per cento rispetto ai primi sei mesi del 2014 e rappresentano da
soli un quarto dellintero mercato discografico e oltre la met del settore del digitale (62 per cento, contro il 38 per cento
del download che rimane sostanzialmente stabile).
Qui da noi rimane ancora prevalente la
fetta di mercato occupata dalla vendita
dei cd (57 per cento del totale ma in graduale diminuzione), mentre in Usa il segmento dello streaming ha definitivamente superato quello dei cd: se da una parte
questa forma di fruizione della musica offerta dai vari Spotify, Deezer, Google Play

Music e dal neonato Apple Music, ha reso


la musica pi libera e facile da ascoltare,
riducendo di fatto il downloading illegale, dallaltra ha generato molte polemiche
tra alcuni artisti, prima su tutte Taylor
Swift: lex reginetta del country, ora imperatrice del pop mainstream globale, stata la prima a boicottare Spotify rimuovendo tutto il suo catalogo dai servizi di streaming accusandoli di essere come la pirateria nel causare la perdita di valore della musica. Nelle interviste e nelle due
dichiarazioni la biondina della Pennsylvania, che ha anche convinto un colosso come Apple a pagare gli artisti nei primi tre
mesi di prova gratuita del suo nuovo servizio Music, parla generalmente di bassi
compensi per gli artisti, senza mai per
approfondire il tema: in molti hanno pensato che la campagna di boicottaggio verso Spotify fosse solo il risultato di un efficace calcolo commerciale della Swift,
creando cos una finestra di protezione
per la vendita di un album che ha gi una
forte richiesta da parte del pubblico (il
suo ultimo 1989 stato il cd pi vendu-

to del 2014, con record assoluto 1,3 milioni di copie nella prima settimana). Il problema dunque rimane, specie per i giovani artisti e le piccole band esordienti.
Ci ha pensato David Byrne, ex leader
dei Talking Heads e uomo rinascimentale
sempre attento alle nuove forme di
espressione e distribuzione del medium
musicale, a fare un po di chiarezza pragmatica attraverso un editoriale pubblicato pochi giorni fa sul New York Times dal
titolo Aprire la scatola nera dellindustria musicale. Anche lo stesso Byrne in
passato si era lamentato dei bassi compensi che arrivavano agli artisti da parte
delle societ che si occupano di streaming, questa volta per il suo obiettivo
quello di evidenziare limpossibilit di capire come le somme pagate dagli utenti
che si abbonano a un servizio o provenienti dalla pubblicit vengono poi suddivise
fra i vari aventi diritto. Byrne ha provato
cos a chiedere lumi a YouTube e Apple
sui loro sistemi di rendicontazione, ma ha
trovato di fronte un enorme muro di gomma: non rendiamo pubbliche le esatte per-

centuali, hanno detto quelli di YouTube,


oppure, ci faccia chiamare dal suo avvocato cos il nostro legale potr dargli alcune risposte.
E una pura contraddizione che societ
nate e operanti sulla rete, dove la trasparenza dovrebbe essere implicita, abbiano
un cos alto grado di complessit e opacit
nei processi di distribuzione dei compensi. Spotify continua a dichiarare che il 70
per cento dei propri profitti va alla music
community, ma dallarticolo di Byrne si
evince unarbitrariet nel modo in cui le
etichette corrispondono i compensi ai propri artisti: la distribuzione dei soldi non
guidata dal numero secco degli streaming,
ma vi una forte percezione di disuguaglianza e sbilanciamento verso gli artisti e
realt che hanno posizioni pi consolidate (un po la stessa critica che viene spesso mossa qui da noi nei confronti dei compensi dei diritti dautore Siae). Quindi la
musica ha ripreso a vendere, ma chi inizia
oggi a produrla e a diffonderla in rete non
ha ancora ben chiaro quanto ne ricaver.
Michele Boroni

Ricchi premi e cotillon


Arriva il nuovo dg, amico degli
amici. Schiene dritte tutte in fila
ai cancelli di Viale Mazzini
Tutti primi nellorto di Campo dellOrto. Il
pi geniale dei geniali diventato direttore
generale della Rai e le prime firme dalla
schiena dritta in attesa della seconda infor-

NOVE COLONNE

nata (dopo la prima, quella dei giornalisti


pensionati reclutati in cda) si presentano ai
cancelli di Viale Mazzini. Primo tra tutti, va
da s, Johnny Flop. Ma volete vedere che
Gianni & Riotto detto Johnny sar ancora
una volta battuto da Marcel, ovvero, Marcello Sorgi?
Tutti primi nellorto di DallOrto. Non
per detta lultima parola. Johnny accompagnato dai suoi fan, tutti con stage nei tinktanki americani presenta al nuovo cda,
riunito a Spotorno, coi giornalisti del suo
seguito, il suo smagliante curriculum. E
controfirmato da Andrea Vianello. Una
marca, una garanzia: mai tanti flop in una
sola estate.
Tutti primi nellorto di DallOrto. Grande
ressa di chigisti a Viale Mazzini. Tutti i giornalisti incaricati di seguire Matteo Renzi
sono cooptati in Rai e a ciascuno di loro
assegnato un posto di assoluto privilegio in
palinsesto. Fuori gara, in cotanta calca, Maria Teresa Meli. La prima firma del Corriere della Sera, infatti, prester il suo volto alla nuova Rai. Andr a sostituire il monoscopio (assicurandosi un ascolto superiore a
Padiglione-Italia o 3131, la nota trasmissione dellimperdibile Johnny su Rai3).
Tutti primi nellorto di DallOrto. Trenta
denari non si negano a nessuno. Arriva il
nuovo dg, che amico degli amici, e tutti i
giornalisti di fiducia possono finalmente riscuotere premi e cotillon dal governo. A
Uno Mattina vanno le signorine grandi
firme di Europa, o di quel che fu, quindi
a LArena di Massimo Giletti non andr
pi Giletti ma con Rosario Crocetta che se
ne resta ospite fisso l, a turno, come conduttori ci saranno i redattori dellEspresso.
Tutti primi nellorto di DallOrto. Ascolta si fa sera, risaputo, va a Erasmo DAngelis, momentaneamente direttore dellUnit, incaricato di reggere il manto celeste
di Maria Elena Boschi e di cantarne le laudi visto che al Tg1, al Tg2 e al Tg3 ci saranno, con le preghiere, le opere di bene. Altro che Guelfo Guelfi, marchette di ogni foggia saranno a disposizione dei vassalli e valvassori del rottamatore.
Tutti primi nellorto di DallOrto. Il ponte
di comando di quella che , secondo le regole della neo presidente Monica Maggioni,
la news-room, aggiorna la scaletta. Non pi
cronaca bens narrazione. Non pi interni ma Storytelling. Non pi societ e costume, solo e soltanto cose cool.
Tutti primi nellorto di DallOrto. Ed ecco
Graziano Delrio mentre inforca la bicicletta e percorre la trazzera dei Cinque stelle.
E quella tutta su e gi che congiunge lautostrada Palermo-Catania. Il ministro fora
e strepita: Gna fa!. Ed ecco quindi Dario
Nardella, sindaco di Firenze, a bordo del
suo tram, d un passaggio a Giorgio Napolitano e lascia appiedato Sergio Mattarella.
Ed ecco, infine, Luca Lotti mentre moltiplica pani, giornali e pesci, resuscita frequenze, fa camminare le torri e i piloni di
trasmissione sulle acque, ospita le Maddalene redente dellNcd (indicate da Paolo
Messa) e spettina Gianni Letta.
Tutti primi nellorto di DallOrto. Il pi geniale dei geniali diventato direttore generale della Rai e le prime firme dalla schiena dritta, giusto in attesa di acchiappare
losso, prendono trasmissioni avendo esaurite le direzioni. Ed ecco il fior fiore del
giornalismo sotto locchio spietato della telecamera. Ecco Mario Calabresi, ecco Francesco Bei, ecco Massimo Giannini (si dir,
cera gi, ma verr replicato ogni due ore).
Tutti primi nellorto di DallOrto. Non ci
credevate, vero, che anche questa volta Marcel, ovvero Marcello Sorgi, avrebbe ancora
una volta sorpassato in volata Johnny? Ebbene s. Ben pi che Rai, molto pi che lorto di DallOrto, di pi e sempre di pi: le Loro Maest Britanniche, a bordo del Reale
Transatlantico della Regia Marina, incrociando Marcel al largo di Lipari, non hanno
voluto sentire ragioni: troppo very well. Altro che Rai, per Marcel. Sorgi va alla Bbc.
Senza passare dallorto di DallOrto.

PICCOLA POSTA
di Adriano Sofri

In alcune circostanze ho auspicato che in soccorso di popolazioni minacciate e colpite si ricorresse a una forza di polizia internazionale,
o ai suoi pi o meno passabili surrogati.
Per una di queste circostanze ho il dubbio di aver sbagliato: lintervento in Libia richiesto alla vigilia di una temuta
strage a Bengasi. Sento rinfacciare spesso quellintervento, con una certa sicumera, e non raramente con un esplicito
rimpianto per Gheddafi. Qui gi Daniele Raineri, se non minganno, ricord che
a quel punto Gheddafi aveva gi perduto il controllo della situazione, e dalla
guerra civile (e tribale) non ci sarebbe
stato ritorno. Trovo una convinzione analoga in un articolo recente di Bernardo
Valli, miglior conoscitore di me, e meno
di me tentato da ansie umanitarie, dunque tanto pi affidabile: La Libia una
terra dove le antiche rivalit tribali
prendono facilmente svolte violente e
pretesti religiosi. Gheddafi teneva a bada il paese: dunque stato un errore favorire la sua fine? Il colonnello libico
stava gi perdendo il controllo quando
gli occidentali sono intervenuti in favore dei ribelli. E le prime elezioni hanno
dato risultati sensati. Lerrore consistito nel non aiutare la transizione.

ANNO XX NUMERO 186 - PAG 3

EDITORIALI

IL FOGLIO QUOTIDIANO

SABATO 8 AGOSTO 2015

Le nuove avventure ferroviarie di Bollor nellAfrique noire


IL FINANZIERE BRETONE VUOLE COLLEGARE CINQUE PAESI DEPRESSI E DIFFICILI. UNIMPRESA ABBANDONATA UN SECOLO FA

Il ricatto della riforma


Attenzione a dare potere di veto alle regioni sul bilancio dello Stato

a discussione sulla riforma costituzionale che abolisce il bicameralismo perfetto si sta avvitando su questioni sostanzialmente secondarie, usate dalle varie correnti, a cominciare dalla minoranza del Pd, per scopi politici di orizzonte limitato. Lassetto istituzionale risente del peso di questioni irrisolte, a cominciare dal ruolo delle istituzioni regionali che negli anni si sono caratterizzate, con poche eccezioni, come centri di
spesa incontrollata in un regime di finanza derivata. Le regioni spendono e
spandono, poi passano alla cassa attribuendo allo Stato nazionale la responsabilit di reperire attraverso il fisco le risorse necessarie. Abolire le regioni mantenute, sostituendole con forme controllabili di autonomie territoriali che siano
costrette a chiedere ai cittadini le risorse necessarie per le loro scelte sarebbe
la decisione pi saggia. E impossibile?
Pare di s e quindi bisogna accontentarsi di verificare se la riforma possibile,
quella del Senato, peggiora o migliora la
situazione. Purtroppo chiaro che la
peggiora, indipendentemente dal fatto
che i nuovi senatori vengano eletti in secondo grado dai consiglieri regionali o
direttamente dai cittadini. La questione,
che diventata il punto cruciale del dibattito, in realt assolutamente secondaria. Il punto vero che il Senato delle
regioni avrebbe il potere di approvazione del bilancio dello Stato, nel quale na-

turalmente sono compresi i trasferimenti alle stesse regioni. Oggi, nella Conferenza stato-regioni, il governo ad avere il coltello dalla parte del manico. Se le
regioni non accettano la disciplina di bilancio, il cosiddetto patto di stabilit interno, il governo pu sempre far approvare le sue proposte dal Parlamento. Nel
nuovo regime, invece, sarebbe una specie di conferenza tra le regioni, chiamata Senato, a poter imporre al governo i
trasferimenti richiesti pena la non approvazione del bilancio. Sarebbe diverso, naturalmente, se le regioni avessero
una autonomia impositiva e dovessero
ottenere il consenso della popolazione
per la loro politica di spesa che automaticamente si ribalterebbe in richieste di
contributo fiscale. Nel sistema attuale di
finanza derivata, invece, si avrebbe una
situazione paradossale che imporrebbe
allo stato di soddisfare a pi di lista le
pretese delle regioni spendaccione, con
leffetto di impedire ogni politica efficace di razionalizzazione dei costi e di riduzione degli sprechi. Il vero nodo della
riforma del Senato questo, ma nessuno
se ne occupa. Tengono invece il campo
problemi sostanzialmente formali e speciosi, come la fanfaluca del Senato di garanzia che farebbe rientrare dalla finestra la possibilit di rimpallare tra le Camere le scelte legislative quella che era
uscita dalla porta con labolizione, indispensabile, del bicameralismo ripetitivo.

Una reputazione da ricostruire


La reazione dorgoglio delle coop contro le false coop. Baster?

egacoop sta animando la campagna


mediatica e politica stop false cooperative con lobiettivo di ricostruire la
reputazione delle cooperative organizzate per distinguerle da quelle piccole
e personalistiche che in questi mesi hanno dominato la scena mediatica sulla
scorta delle inchieste giudiziarie. Il presidente di Legacoop, una delle maggiori centrali di cooperative associate, Mauro Lusetti, ha spiegato ieri al Foglio.it le
finalit della campagna. Lusetti sente
lurgenza di distinguerci per non
confonderci, cos da ricordare allopinione pubblica che non tutte le cooperative hanno gli stessi principi e modelli di funzionamento, ad esempio,
della Cooperativa 29 Giugno di Salvatore Buzzi coinvolta nellinchiesta della
procura di Roma cosiddetta Mafia Capitale. Nelle false cooperative, alle
quali i lavoratori aderiscono per avere
un impiego ma risultano sfruttati con logiche simili a quelle del lavoro nero per
produrre utili a beneficio di pochi, si
sono persi di vista gli scopi mutualistici, dice Lusetti. Il fenomeno ampio, va
oltre i casi Buzzi e affini che hanno motivato la reazione di Legacoop (ci fu una
reazione dorgoglio simile anche in se-

guito al caso Unipol). Parliamo di 42-43


mila entit che non aderiscono alla Alleanza delle cooperative (Associazione
generale cooperative italiane, Confcooperative, Legacoop), cio circa due terzi
delle cooperative registrate in Italia, di
cui solo una minima parte di queste, il
10 per cento, riceve controlli periodici.
Per risolvere il problema, Legacoop ha
promosso una proposta di legge diniziativa popolare per aumentare controlli e per inasprire le sanzioni verso chi
sfugge ai controlli, e impedire cos di
operare a chi distorce il mercato. Liniziativa vicina al quorum (45 mila firme
su 50 mila) e ha ricevuto lendorsement
di alcuni personaggi politici e sindacali. Lusetti afferma anche la necessit di
unautocritica interna alle coop controllate affinch si allontanino dalla politica dice a proposito che labolizione del
finanziamento pubblico ai partiti stato un errore fino a promettere di bandire la promozione in favore di politici
e sindacalisti per cui le coop sono state
criticate. Se parla di acquisti di vino e
libri, pur essendo legittimo, sar bandito. Buoni propositi. Ci chiediamo se basteranno a ricostruire limmagine della
categoria. Ad maiora.

Mafia Capitale a giorni alterni


Buzzi non attendibile solo quando non parla di Alemanno. Perch?

a procura romana diffida delle dichiarazioni di Salvatore Buzzi, e pu avere, tecnicamente, ragioni valide per farlo.
Per ha scelto lunica ragione che appare
inaccettabile. Buzzi denuncia a destra e a
manca, e questo va bene, ma non corrobora la tesi della procura sullassociazione
mafiosa di Gianni Alemanno. E questo non
va pi bene. Le dichiarazioni degli imputati (che secondo il Codice penale hanno il
diritto di mentire) non possono essere valutate in base alla loro adesione alla strategia e alle tesi dellaccusa. Questo il metodo usato gi in molti altri casi, da Tangentopoli ai pentiti di mafia, con conseguenze poco edificanti. La procura ha il dovere di raccogliere prove a sostegno delle
imputazioni, non pu pretendere che teoremi traballanti vengano tenuti in piedi da
confessioni pi o meno manovrate. Linversione del principio dellonere della
prova ha poi effetti distruttivi sullattendibilit di tutta la procedura giudiziaria.
Quando lambiente interessato ha connotati politici, evidente il rischio di una selezione partigiana, che accoglie le indicazioni che vanno contro imputati di una parte e trascura quelle che vanno nella direzione opposta. Un imputato come Buzzi

pu avere interesse a chiamate di correit


le pi estese possibile, ma giustamente la
procura pensa che quelle restano ipotesi
di reato finch non siano suffragate da elementi di prova oggettivi. Lo stesso deve valere per le presunte omissioni: la procura
deve trovare prove a sostegno delle proprie accuse o farle decadere, del tutto indipendentemente dalla strategia difensiva
di Buzzi e di altri.
Se non si torna rapidamente a un metodo di indagine rigoroso, alieno dal protagonismo e dallesercitazione in teorie
politico-giudiziarie, non si potr dare corso a un procedimento limpido, che non
venga considerato come una azione guidata da pregiudizi (o forse anche da giudizi) di natura politica che non competono ai magistrati. La grande bolla giudiziaria costruita attorno alla presunta Mafia Capitale e al monstrum giuridico che
rischia di generare deve essere ricondotta alla ricognizione su specifici reati e su
responsabilit personali, che sono lambito di azione proprio della magistratura.
Ma questo sgonfierebbe la bolla politicomediatica. E il comportamento della procura sembra andare nella direzione opposta e sbagliata.

Milano. Bisogna muoversi come un commando, non come un esercito regolare. Non
si perde tempo in discussioni, ma si agisce.
Come dicono gli Americani: we try, we fail,
DI

UGO BERTONE

we fix. Ovvero ci proviamo, cadiamo gi, ripartiamo. Come un branco di pesci che si
muove, sembra disperdersi ma si riorganizza con una sua logica. Parola di Vincent
Bollor, vicepresidente di Mediobanca e socio forte di Telecom Italia.
Per carit, non la strategia suggerita al
presidente del Consiglio, Matteo Renzi, nella visita che il finanziere bretone ha fatto a
Palazzo Chigi gioved sera, proprio dopo
lannuncio del Consiglio dei ministri sul piano per la banda ultralarga. No, monsieur
Bollor un patrimonio di 11 miliardi di euro investito in attivit che spaziano dal mondo dei media alle auto elettriche, passando
da telecomunicazioni e pubblicit trova
anche il tempo e la voglia per non scordare
il primo amore di famiglia: lAfrique noire,
dove i suoi antenati marinai hanno trafficato fin dai primi dellOttocento. Tra piantagioni, miniere, navi e profitti spesso politically incorrect.
Anzi, tra un acquisto di titoli Telecom (e
Telefonica) e un contatto con Rupert Murdoch, monsieur Bollor ha pianificato
unimpresa degna di Fitzcarraldo: costruire
una rete ferroviaria lunga 3 mila chilometri
che colleghi Cotonou (Bnin) a Lom (Togo),
passando per Niamey, capitale del Niger,
per poi far rotta su Ouagadougou nel Burkina Faso e chiudere infine il viaggio ad
Abidjan, in Costa dAvorio. Insomma, cinque
paesi tra i pi poveri del mondo, assediati
dalla sabbia del Sahara che avanza ma anche dai ribelli islamici del Mali o, peggio ancora, dal regno del terrore di Boko Haram
che grava sul colosso nigeriano. Una missione davvero impossibile, dal costo smisu-

rato, progettata nel 1903 e abbandonata, a


met dellopera, nel 1935.
Unimpresa titanica anche perch, su richiesta del Fondo monetario internazionale, attorno al 1990, le ferrovie vennero ab-

co pi che una formalit per lex pupillo di


Antoine Bernheim, la cui fortuna assai pi
ingente del prodotto interno lordo del Bnin
che si ferma a 8,7 miliardi di dollari.
Ma in quei paesi turbolenti dove sono in

Non solo Telecom e banda larga. Vincent Bollor si sta muovendo


come un commando per costruire una ferrovia da 3 mila chilometri tra
Bnin, Togo, Niger, Burkina e Costa dAvorio. Niente di romantico, la
regione pu solo crescere. La storia la Fitzcarraldo raccontata dal Monde
bandonate al loro destino. Finch allorizzonte non comparso Bollor il quale, per
ora, ci ha investito 2,5 miliardi di euro; cifra

senzaltro destinata a salire una volta firmati gli impegni con i paesi interessati. Po-

programma quattro elezioni politiche di qui


al 2016 limportante muoversi come un
commando, senza perdersi in troppe formalit. E cos il marinaio bretone si sobbarcato negli ultimi sei mesi tre cerimonie ufficiali, taglio del nastro incluso, con il presidente del Bnin, Thomas Boni Yayi, e il primo cittadino del Niger, Mahamadou Issoufou. Loccasione? Linaugurazione della
stazione ferroviaria, rimessa a nuovo dopo
una lunga stagione dabbandono. O, ancor
pi popolare, lapertura della Bluezone di
Zongo nel centro di Cotonou: un centro per
i giovani con tanto di cinema, campo di basket e teatro, pi galleria darte e, preziosissimo, un cyber caf dotato di banda larga. Ma
lentusiasmo della Franafrique esploso
quando sui binari sono apparsi quattro vagoni ferroviari riverniciati con i colori della
premiata ditta Bollor che, in attesa che si
completi lopera, per ora serviranno da tram
tra il centro e la periferia di Cotonou.
Intanto, tanto per dimostrare che si fa sul
serio, Bollor ha lasciato sul posto due luogotenenti di grande rispetto: Michel Roussin, gi ai vertici dei servizi segreti francesi
e capo di gabinetto di Jacques Chirac e Ange Mancini, corso purosangue, in passato numero uno del Raid, il reparto deccellenza
della polizia transalpina, un passato sia con

Nicolas Sarkozy sia con Franois Hollande.


No, non c nulla di pazzesco o di romantico nella sfida del finanziere in caso qualcuno se lo stesse chiedendo: la maison Bollor di gran lunga il pi importante, spesso lunico, gruppo logistico di questa regione sterminata e depressa ma che comunque tra le pi importanti del pianeta per le
soft commodity, cacao in testa, e per tanti
metalli strategici. E poi come spiega lo
stesso Bollor al quotidiano francese Monde
che sta dedicando un interminabile reportage a puntate allimpresa del finanziere
amico di Nicolas Sarkozy per avere successo occorre saper guardare avanti. Quando ho preso il controllo dellazienda di famiglia spiega lui la nostra attivit principale, dal 160 anni, era la produzione di
carta carbone. Mica si poteva tirare avanti
con la carta carbone. Bisogna puntare sui
paesi e sui settori in crisi. LAfrica presto
non sar pi quella che, per pregiudizio,
cimmaginiamo in occidente. E per noi, che
siamo il quinto gruppo al mondo nella logistica, dobbiamo guardare avanti.
Il futuro, insomma, non si limita alla banda larga o alla convergenza tra media e telecom. Ma la filosofia la stessa: che si tratti di ricostruire una ferrovia in mezzo al deserto, dove spiccano le carcasse dei vagoni
usciti dai binari per il peso eccessivo dei migranti a caccia di un passaggio nella fuga
verso nord, oppure di aprire nuovi spazi di
crescita per Vivendi, il colosso dei media di
cui Bollor grande azionista. Anche lItalia, a modo suo, un grande (e non facile)
campo di gara ove bisogna tenere conto delle ambizioni di Palazzo Chigi e, di riflesso, di
Andrea Guerra. Ma anche del nuovo competitor nato dalle nozze russo-cinesi tra
Wind e 3Italia. Si agitano cos le acque del
settore, come piace a Bollor, marinaio bretone, asso pigliatutto, dal carattere un po
guascone.

Cos il fisco renziano alletta il ceto medio stangato da Visco


Roma. Se per il premier Matteo Renzi labolizione del Senato elettivo si annuncia
come una battaglia one shot vinci o perdi contro la minoranza del Pd, la promessa riforma fiscale sar anche, e magari soprattutto, una rivoluzione elettorale. Lobiettivo una trasfusione completa, con
sangue fresco rispetto al sistema circolatorio redistributivo, solidaristico e pauperista. Ovvero quel sistema difeso dai Bersani
e dai Gotor, quello che raccoglie lafflusso
delle vene della Cgil, le arterie dei contribuenti sindacalmente e socialmente assistiti tra Isee e patronati (non necessariamente i veri poveri), la parte di propriet
immobiliare che sovente campa sulle esenzioni e sul catasto fasullo. In altri termini,
il premier vuol partire alla caccia di una
base sociale al di fuori del 30 per cento de
sinistra, mirando ai cosiddetti moderati;
termine certo vago e inflazionato ma corrispondente a un elettorato in cerca di approdo. Non sar il Vietnam promesso dalla
minoranza dem, piuttosto una campagna

lunga, infatti immaginata di (almeno) tre anni. La ri-abolizione dellimposta sulla prima
casa la mossa immediata, a minor costo
ma a pi alto impatto simbolico. Lallora Ici
fu cancellata da Silvio Berlusconi nel 2008,
reintrodotta oversize da Mario Monti,
scalpellata su ordine berlusconiano dal
cacciavite di Enrico Letta, rimessa questanno. Insomma lIci-Imu-Tasi cambia, oltre che di nome, anche a seconda del colore politico dominante. Renzi ha deciso che
non dovr pi essere una tassa di sinistra. E
Pier Luigi Bersani in fondo gli d, pavlovianamente, ragione quando dice: Non si
riducono le tasse come vuole Berlusconi. Il
partito dellImu coincide poi con quello dei
sindaci, il che significa una constituency
fatta di municipalizzate e servizi e dipendenti locali che di quegli introiti si alimentano. E del sindacato che vi pascola. Il governo rimborser s i comuni, ma a costo fisso: una notevole differenza. Il taglio di Irap
e Ires nel 2017 va ad impallinare dopo il
primo intervento questanno limposta sul-

le attivit produttiva ideata nel 1998 da Vincenzo Visco, ministro delle Finanze del governo ulivista di Romano Prodi. Per anni
zar della strategia fiscal-sociale dei Ds e
della sinistra, Visco resta con Bersani lispiratore della contromanovra fiscale fieramente alternativa a quella di Renzi (ci arriveremo). LIrap in ogni caso unaltra tassa a elevata simbologia, in quanto finanzia
la Sanit che proprio lUlivo, nel 2001, trasfer sotto il diretto, e irresponsabile, controllo delle regioni; con quel che ne conseguito. Ma la parte pi strategica delloperazione Renzi nel taglio dellIrpef previsto nel 2018: il premier vuole ridurre di 5
punti laliquota del 38 per cento che colpisce i redditi lordi da 28 a 55 mila euro. Cio
i netti tra 2 mila e 2.600 mensili. Ovvero, in
massima parte, proprio quelli sui quali intervenne allinverso portando la tassazione
dal 33 al 38 (solo la fascia marginale fu limata di un punto) il governo Prodi dellUnione, sempre con Visco alle Finanze, vice
di Tommaso Padoa-Schioppa che dichiara-

va le tasse sono bellissime. Quella manovra del 2007 produsse un saldo di 8 punti di
aliquote in pi, abbattendosi oltre che sui
redditi medi su quelli oltre i 55 mila euro. Il
risultato in un recente studio del Tesoro:
il 10 per cento dei contribuenti, con redditi appena oltre i 2 mila euro netti al mese,
paga il 51,7 di tutta lIrpef. Chi guadagna sopra i 55 mila lordi, pur essendo il 5 per cento dei contribuenti, si sobbarca un altro 39
per cento. Insomma: considerando che 10
milioni di redditi minimi sono esenti da tasse, gi in basso larea finora sempre tutelata dalla sinistra siamo un paese fiscalmente un po greco. Renzi inverte la rotta e
interviene nella fascia media, che paga di
pi ed politicamente figlia di nessuno. La
proposta rilanciata oggi dal think tank Nens
di Visco-Bersani ha invece al centro laumento al 42-43 per cento dellIrpef proprio
oltre i 28 mila euro. Capta la posta in gioco? E perch non sar solo una questione fiscale, ma sociale ed elettorale?
Twitter @renzorst

Una legge la Piketty ha fatto espatriare i ricchi dalla Francia


Parigi. La maxi gabella al 75 per cento
che il presidente francese Franois Hollande aveva inizialmente previsto per tutti
coloro che guadagnano pi di un milione di
euro (nel marzo del 2013; tre mesi dopo, con
la bocciatura della Corte costituzionale che
laveva bollata come confiscatoria, decise di infliggerla solo alle imprese), stata
seppellita definitivamente il primo gennaio di questanno, ma i suoi effetti luttuosi si vedono soltanto oggi. La spasmodica
caccia al ricco, che ha contraddistinto il
primo biennio del mandato di Hollande
portando nelle casse dello stato meno della met dei quattrocento milioni di euro
previsti (comunque noccioline, a fronte dei
settanta miliardi che limposta sul reddito
garantisce), si scontrata contro il muro
della realt. Sempre pi imprenditori, industriali, investitori, startupper, giovani
ricchi e facoltosi pensionati, decidono di
spostare il loro domicilio fiscale al di fuori dei confini francesi, seguendo lesempio
di Grard Depardieu e Bernard Arnault.

hiss se alla gente di lago con cui


nessuno vuole avere a che fare, ai tipi di Sarnico, il bel romanzo di Alessio
Mussinelli sar piaciuto. Non che il ritratto di quella popolazione, abituata a
badare al sodo e a passar ore nel circolo della Doris a trangugiare tutto ci che
di pi o meno bevibile veniva loro messo sotto il naso, tra un aloss e una badilata, sia granch positivo. A ogni modo,
il risultato della fatica di questo giovane
autore (che la gente di lago la conosce
bene, se non altro perch pure lui del
luogo) un libro dove non si salva nessuno: dalla vecchia benestante con dentiera che sa di cipolla e in preda a sconvolgimenti ormonali per il maggiordomo
furfante dai pettorali esplosivi al prete
don Fulvio, che di stare con quelli l non
ne aveva proprio voglia. E che dire del
cagadiavoli, il Paternoster che tra un
bordello e laltro decide di passar per la
canonica e di fingersi prete, sfruttando
lassenza del legittimo prevosto causa
trauma cranico sopraggiunto in modo
misterioso. Le signore, poi, sono una peggio dellaltra: detto della vedova raggrinzita che se ne sta col suo cane incontinente, ci sono la Nina delle merde
chiamata cos perch indiscussa leader
dello spurgo locale che si crede una
cantante provetta e in realt non azzecca
una nota che sia una, e la Doris: un elefantiaco donnone baffuto e sudato che
governa unosteria senza saper cucinare,

Da un anno, a Bercy, siede un liberale


disinibito come Emmanuel Macron, e non
un colbertista che vorrebbe tassare e nazionalizzare a pi non posso come lex ministro dellEconomia Arnaud Montebourg,
ma i danni di quella sciagurata iniziativa,
suggerita dalleconomista Thomas Piketty
e dai suoi lavori sulla riduzione delle diseguaglianze, sono stati evidenziati ieri da
un articolo pubblicato dal quotidiano economico Echos, secondo cui solo nel 2013 le
fughe per motivi fiscali dalla Rpublique
guidata dai socialisti sono aumentate del
40 per cento. Altro che fantasme, come
lallora ministro del Budget, Bernard Cazeneuve, aveva liquidato lo spauracchio
dellesilio fiscale di massa dei contribuenti francesi. In cinque anni, secondo
i dati raccolti da Echos, gli esiliati verso
lidi fiscali meno soffocanti di quello francese si sono moltiplicati per tre. E tra questi, non ci sono solo i milionari che Hollande voleva spremere a tutti i costi per
vendersi come presidente vicino al popo-

LIBRI
Alessio Mussinelli
NEMMENO HOUDINI
Fazi, 317 pp., 14,90 euro
tenere il locale pulito, far di conto e dire una buona parola per gli avventori.
Riuscir a mettere alla porta anche Caterina, la sorella intelligente che per anni aveva inutilmente tentato di farla rinsavire. Perfino Metello detto il Bruttezza (e non c da spiegare perch), ragazzo di animo quasi puro con il sogno nel
cassetto di diventare lorganista della
chiesa, condannato dal destino: la sega circolare della falegnameria ove lavora gli trancia di netto lindice. Il dito
pi importante del medio per schiacciare i tasti bianchi e neri dello strumento, organo o pianoforte che sia. Avr
un merito, per: quello daver dato il nome allorchestrina di Sarnico, i Singhiai, band messa in piedi come risposta un po proletaria ai divieti categorici
del nuovo prevosto, contrarissimo a ogni
espressione artistica, a cominciare dalla musica tentatrice. Ci sono laustero vescovo anti bresciano Trebeschi con i suoi

lo (poi Valrie ci ha detto cosa pensa veramente del popolo e tutto andato a farsi benedire), ma anche gli appartenenti alla parte alta della classe media, che hanno redditi annui ben al di sotto del milione di euro.
Il numero di francesi che ha scelto di fare i bagagli ha iniziato a decollare nel 2011
con ladozione delle politiche dausterit,
ma nel 2013, quando limposta al 75 per
cento per le imprese entra in vigore e Montebourg e le sue ricette dirigiste imperano
a Bercy, che si registra unimpennata considerevole. Fra i contribuenti il cui reddito superiore ai centomila euro, gli esiliati sono 3.477, pari a un pi 40 per cento rispetto al 2012. Se si d unocchiata a coloro i quali vantano redditi superiori ai trecentomila euro lo stesso anno, la tendenza
al fuggi-fuggi ancora pi pronunciata: il
fisco ha infatti constatato nel 2013 ben 659
espatriati, ossia un aumento del 46 per cento rispetto allanno precedente. 714, infine,
il numero di contribuenti soggetti allImtic e il titolare dellimpresa di motoscafi, Augusto Riva, che non sopporta la vecchia ricca e fa di tutto per tenerla alla
larga. Il protagonista, per, il paesello
adagiato sul lago dIseo. E tra le sue contrade con le sardine appese a seccare allaria lacustre che si sviluppa la storia,
divisa dallautore con grande intelligenza in capitoli brevi che costringono
il lettore a passare al successivo, per capire se la signora Moranti riuscir a toccare quei pettorali a lungo fantasticati
(oltre al sogno ispirato dal ribollire ormonale, laltro scopo della sua vita incontrare Gabriele DAnnunzio, ignorando che il Vate sia gi morto da un pezzo)
e per scoprire chi ha fatto cadere la mano della statua di San Giovanni sul testone del parroco. Lo stile ironico, con
abbondanza di grottesco e qualche punta di drammatico che non guasta mai: anche nei piccoli borghi, dopotutto, si muore. E la campana di Sarnico suoner a
morto per la prima volta dopo la fine dei
combattimenti della Seconda guerra
mondiale. Tutto, infatti, si svolge dal 1938
al 1946. Non si troppo esagerati se si afferma che tra le righe del romanzo si coglie a pi riprese lo spirito di Giovannino Guareschi, con le sue storie cos incredibili e ben descritte da sembrar vere. Nemmeno Houdini, infatti, avrebbe
potuto concepire trame come quelle capitate nello sventurato paesello del lago
dIseo.

posta di solidariet sul patrimonio (Isf) che


hanno scelto di lasciare lEsagono nel 2013,
pari al 15 per cento in pi se si osservano
i dati del 2012 (620 partenze). Allora, gli avvocati fiscalisti gi lanciavano moniti sulla
nocivit delle politiche fiscali adottate dai
socialisti, fiancheggiati dalla destra che denunciava lesilio delle forze vive, mentre
la gauche parlava di inevitabile allineamento nel quadro della globalizzazione.
Jean-Philippe Delsol, avvocato fiscalista e
autore del libro Pourquoi je vais quitter la
France, aveva subito messo in guardia
dalle ripercussioni nefaste che lintroduzione della supertassa al 75 per cento
avrebbe portato con s: Ha reso i miei
clienti pi nervosi allidea di investire il loro tempo e i loro soldi in Francia, rafforzando la sfiducia verso un sistema molto
complesso. Nonostante Macron e la svolta liberale da lui innescata, la fiducia non
qualcosa che si pu riacquistare da un
giorno allaltro.
Twitter @mauro__zanon

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ANNO XX NUMERO 186 - PAG 4

Il divorzio dellestate
Finisce cos, cari Gotor & Co.,
quando una battaglia parlamentare
si trasforma in guerra identitaria
(segue dalla prima pagina)

Gotor e compagnia hanno un profilo diverso da quello che ai tempi ebbero Mussi
e compagnia. Ma quando scegli di trasformare una battaglia parlamentare che riguarda la vita del tuo governo nella tua
prioritaria battaglia identitaria e quando
poi ti ritrovi a perdere quella battaglia non
puoi limitarti a dire compagni, questa volta abbiamo perso ma, per il semplice fatto che in gioco la tua dignit e la tua identit, sei costretto a dire compagni, scusate,
questa non pi la mia famiglia. Difficile
dire come andr a finire il matrimonio tra
le due famiglie del Pd. Difficile dire se la
minoranza del Pd non stia facendo di tutto
per spingere il governo verso una nuova
maggioranza che comprenda Forza Italia e
che dia la possibilit alla sinistra del Pd (la
stessa che a inizio legislatura si faceva fotografare sui divanetti abbracciata a Brunetta) di avere una buona scusa per farsi da
parte. Impossibile non ammettere per
che, a questo punto dellestate, il vero gossip della stagione riguarda una domanda
alla quale forse avremo presto una risposta: come Podemos accettare che la signorina minoranza e il signor maggioranza del Pd dormano ancora nello
stesso letto?

IL RIEMPITIVO
di Pietrangelo Buttafuoco
Chiss dove andr a trovarli,
i suoi saggi, Silvio Berlusconi, ora che
s comprato la Fondazione Einaudi e
deve pur attivarla con convegni anzi,
convention dispense e pubblicazioni
varie. Chiss chi saranno i suoi professoroni. Avendo avuta esperienza, nei
tempi belli, con Lucio Colletti, Piero
Melograni, Marcello Pera, Antonio
Martino e Giorgio Rebuffa, non potr
certo scendere di livello. E per, il
tratto distintivo del berlusconismo,
non dovrebbe essere annacquato dalla
lagna liberale. Toglietemi tutto, ma
non Nicole Minetti.

Alta Societ
Weekend a Saint-Tropez. Al Gorille,
sul porto, gli adoratori del pastis si ritrovano verso le sei e mezza del pomeriggio e lasciano i tavolini, barcollando
un pochino, non prima delle otto.
Buon appetito.

IL FOGLIO QUOTIDIANO

SABATO 8 AGOSTO 2015

Il sud e lassenza del mercato. Obama degno Nobel per la pace


Al direttore - Sono un meridionale e sono
molto legato alla mia terra (la Puglia). Sono
quindi stufo che il silenzio surreale sul Mezzogiorno venga rotto semel in anno soltanto dai
piagnistei della Svimez. Nicola Rossi uno studioso di rango, e anche ieri su queste colonne
ha colto nel segno. Dopo decenni di retorica
meridionalistica e sprechi enormi di risorse
della collettivit, va ammesso senza ipocrisie:
nel sud il mercato e i diritti, il merito e il rispetto dellambiente hanno storicamente subto la
tirannide di uno statalismo pervasivo e parassitario, che ha nutrito affaristi e potentati locali, burocrazie ministeriali e consorterie mafiose. Nel Mezzogiorno, insomma, esiste una coalizione della rendita (o, se si preferisce, un capitalismo politico) che ha profondamente distorto il suo sviluppo economico e civile e la
stessa selezione delle classi dirigenti (non faccio i nomi di quelle uscite dalle ultime elezioni regionali per carit di patria). Non so chi sono i consiglieri di Renzi, ma non occorre essere degli Einstein della politica per capire che
il sud non ha bisogno di un surplus di incentivi, ma di uno stato impegnato nelle sue funzioni essenziali e solo in quelle: amministrare
la giustizia, garantire la sicurezza e lordine
pubblico, fornire servizi sanitari e educativi, infrastrutturare il territorio. Ha bisogno, inoltre,

di utilizzare i finanziamenti europei per linnovazione industriale e il risanamento urbano.


Ringrazio pertanto Nicola Rossi (ma penso anche a un imprenditore come Ivan Lo Bello) per
aver usato il linguaggio della verit contro le
rodomontate del governo (il piano Marshall del
ministro Guidi) e il gattopardismo dei vari Crocetta, Emiliano, De Luca. Nel sud non mancano le forze sociali e intellettuali disposte a raccogliere la sfida delle riforme vere, molte delle
quali sarebbero per giunta a costo zero. Ma devono essere aiutate da Roma ad aiutarsi da sole. Altrimenti, si convinceranno sempre pi che
non il Mezzogiorno il problema dellItalia, ma
lItalia il problema del Mezzogiorno.
Michele Magno
Basterebbe guardare alla storia del sud
degli ultimi cinquantanni per capire quali
sono stati, nel nostro paese, i danni generati da uneccessiva presenza dello stato e da
una scarsa presenza del mercato.
Al direttore - Larticolo di ieri di Daniele Raineri, Storia del flop obamiano in Libia, da
incorniciare: un manuale di errori politici e
strategici spiegati con grande chiarezza. Laddove si dimostra che le teorie del politicamente
corretto liberal (si pensi per esempio alleserci-

to chiamato pudicamente forza multifunzione) sono utili solo per scrivere tesi di dottorato e non per governare il mondo.
Davide Scarano
Come noto, daltronde, non si diventa
per caso Nobel per la pace.
Al direttore - Magari mi sbaglier, ma avendone viste tante nella politica italiana, forse invece ci azzecco: mi pare che la cifra monstre, o
solo ridicola, di 513.449 emendamenti presentati allesame della Commissione Affari costituzionali per la riforma del Senato sia una boutade, che verr mangiata da qualche canguro. Un modo per dire: politicamente abbiamo
gi perso.
Mauro Barrozzi
Al direttore - Dopo la votazione per il presidente e il Consiglio damministrazione Rai, abbiamo tutti capito che il patto del Nazareno
morto. Soprattutto, non avevamo fatto i conti
con i bambini nati dal patto dellanno scorso,
tanti piccoli mini-nazareni. E sembra che il
parto sia stato plurigemellare.
Roberto Carletti
Al direttore - A proposito dellarticolo di

Alfonso Berardinelli sulla blasfemia e la paura uscito ieri. Forse perch rispetto e paura sono unilaterali e non cos spontanei se, va detto a) il noto camorrista del tavolo accanto sta
praticamente cenando con la pistola sul tavolo e b) lislamico traduce ogni tuo pensiero di
nativo come islamofobia e praticamente tutto
il terrorismo mondiale di matrice islamica.
Guido Valota
Al direttore - Dopo linaugurazione della Palestra Grande di Pompei, con il ministro Dario
Franceschini, il sito non pi visitabile di giorno, fino al prossimo 17 ottobre per carenza di
personale. E palese che pi che un ministero
dei Beni culturali quello retto da Franceschini
un ministero alla controcultura e alle foto dei
trofei, come a caccia. E se volendo scomodare
Benedetto Croce, il filosofo ci direbbe che il politico onesto il politico capace, in questo siparietto trash abbiamo un politico disonesto
nel senso di incapace di guardare oltre il suo
ombelico, incapace di cambiare la troppo diffusa concezione che larte e il patrimonio italiani sono soltanto uno spauracchio, o un totem
da esporre per millantare cultura nel
mondo. Ma produrre ignoranza in casa
propria.
Giovanni Negli

Chiudere il gap infrastrutturale del Mezzogiorno ancora essenziale


Roma. Luigi Einaudi diceva che lo sviluppo del meridione avrebbe richiesto tempi
lunghi, perch appunto la creazione di adeguate infrastrutture unoperazione dai
tempi lunghi. I tempi lunghi sono arrivati fino a oggi, tant che ieri alla direzione
del Pd dedicata al Mezzogiorno si discusso (anche) di questo. Per il premier e segretario di partito, Matteo Renzi, compito del
Pd occuparsi dellantica e pendente questione meridionale: a met settembre verr
presentato un piano dazione (chiamato
masterplan). Dal dibattito emerso che il
tema delle infrastrutture al sud coincide
con linteresse dellItalia. Nel Mezzogiorno
sono state create infrastrutture locali, a volte sgangherate vedi lautostrada Anas in
Sicilia, che si rotta, dividendo in due la regione. Ma sono soprattutto carenti due tipi
fondamentali di infrastrutture: quelle rivolte a fare del Mezzogiorno ununica area economica, da est a ovest, oltrech da nord a
sud e dal continente alle isole. E quelle rivolte a inserire il Mezzogiorno nellEurozona e, spesso, anche quelle atte a inserirlo in

ununica area col resto dellItalia. Questa


carenza spesso non casuale. Dipende in
generale dal fatto che ci che manca, dal
punto di vista politico e culturale, una concezione delle infrastrutture come condizione per un mercato di libera concorrenza,
anzich di monopolio, e come reticolo di
economia competitiva. Faccio alcuni esempi. Il porto container di Gioia Tauro non
adeguatamente collegato con la rete ferroviaria e autostradale nazionale. Beninteso
anche a Genova ci sono problemi, ma i poteri di monopoli del traffico beneficiano
sempre di ci. Lalta velocit delle Ferrovie
dello stato (non ancora quotate in Borsa) si
ferma a Salerno. E non consentito ai privati ottenere una concessione per fare un
tratto di rete alta velocit dopo Salerno, secondo un proprio calcolo di convenienza,
basato sulla concorrenza alle Fs. LAutostrada Salerno-Reggio Calabria non ancora terminata perch non gestita da una societ privata con pedaggio (che potrebbe essere ridotto al minimo per i residenti). Inoltre lAnas simultaneamente sia lente del

controllo autostradale sia la societ che le


costruisce con modi, costi e tempi che vuole. In Sicilia le Fs detengono il monopolio
della rete, che concepita come prosecuzione di quella del continente e non come una
metropolitana di superficie a se stante. Essa dovrebbe essere liberalizzata per dare
luogo alla ferrovia leggera veloce fra Messina, Catania, Caltanissetta, Palermo, Trapani e fra Messina Catania, Siracusa, Ragusa,
Agrigento, Trapani. In Calabria, poi, vi un
eccesso di energia elettrica e di potenziale
elettrico non utilizzato. Ma manca una rete
efficiente per trasmettere lenergia in Sicilia e soprattutto al centro-nord. Peraltro la
rete elettrica nazionale un monopolio delle grandi compagnie a partecipazione statale. Poi non si fa il Ponte sullo Stretto e si pagano alla societ concessionaria indennizzi
pari alla sovvenzione che diversamente lo
stato dovrebbe versare. Ora il Ponte, dato il
ribasso dei tassi di interesse, sarebbe molto economico anche se la societ concessionaria avesse solo le sovvenzioni ora assegnate alle societ dei traghetti che fanno la

spola nello Stretto. Se ci fosse questo ponte


tali societ dovrebbero cercarsi altre attivit, magari nel turismo delle isole. E la mafia e la ndrangheta perderebbero il controllo del loro territorio e perderebbero anche
il reciproco confine. Le infrastrutture di trasporto e comunicazione (banda larga) non
servono solo per portare il Mezzogiorno al
nord, servono soprattutto per cambiare le
mentalit locali. Per generare concorrenza,
non solo col mercato delle cose, anche con
quello delle idee. Ma le infrastrutture rivolte a generare concorrenza non bastano. Occorre anche la privatizzazione del mercato
del lavoro con la prevalenza dei contratti
collettivi aziendali e locali su quelli nazionali. Gaetano Salvemini sosteneva che il
contratto nazionale di lavoro protegge i lavoratori del nord dalla concorrenza meridionale. I contratti aziendali di Fiat-Chrysler giovano sia a Melfi, Cassino, Pomigliano, sia a Mirafiori. Ultima domanda: come
mai nel nord internazionalizzato, tanti eccellenti imprenditori sono del sud?
Francesco Forte

Sentirmi amata su questisola, un altro tatuaggio sulla mia schiena


(segue dalla prima pagina)

Signora, un miracolo questo, adesso


per basta, adesso bisogna spegnere tutto,
adesso chiudete gli occhi che ci pensiamo
noi. E la luccicanza era ancora l, al risveglio, quando le dissero: Muova le
gambe, e le gambe risposero al richiamo.
Solo il tatuaggio sulla schiena si rovinato con loperazione, un po come certe
spiagge dellisola, che le onde gli fanno
cambiare la forma, ma sono ancora le
stesse.
Ma io ti amo, Tina. Anche se non lavoro pi, se mangio troppo, se in tasca tu
conti le monetine per comprare la pasta
e mi fai luce con gli occhi senn mi viene
la faccia da toro, quando lhanno ammazzato per, infilzato da quegli stronzi con
le calze bianche. Ce ne andiamo, Tina?
Andiamo via da questisola che ci imprigiona. Amore, dammi la mano, ci penso io.
A mettere le pillole dentro le polpette per

curarti, a inventarci unaltra vita, a cullare Ges Bambino, a piangere solo nei cessi dove non puoi vedermi.
Al ponte della Vivara, quando diventa
buio e freddo, quando nessuno scavalca

pi il cancello, Tina a volte parla con lisola, da quel punto in cui lisola ancora
isola ma potrebbe scomparire come dentro un cratere, e si arrabbia, le dice io ti
lascio, portiamo via Ges Bambino da qui,

PROCIDA RACCONTA
Sei autori e un territorio, anzi unisola. La prima edizione di Procida racconta,
iniziativa
promossa dalla libreria Nutrimenti
Bookshop, nasce da
una formula semplice, ma a suo modo rivoluzionaria su molti piani. Alcuni scrittori
soggiornano per pochi giorni nellisola. Vengono accompagnati e introdotti alla cono-

scenza dei luoghi e della comunit che li


abita, dei temi e dei problemi sociali, economici, umani con cui si confronta. E subito
dopo sono chiamati a una sfida allapparenza improba: eleggere una delle figure
reali che vivono nellisola a protagonista di
un proprio racconto da scrivere entro un
tempo breve e determinato, i giorni del proprio soggiorno. Hanno scritto Annalena Benini, Leonardo Colombati, Paolo Di Paolo,
Chiara Gamberale, Michela Monferrini e
Walter Siti.

sei diventata cattiva, spezzi le persone e


le fai diventare secche come i muri delle
strade. Ma un giorno da quel ponte a Tina diventa tutto irresistibilmente chiaro
come dopo un tuffo dallalto, fra le ciglia
di quegli occhi che non sanno smettere di
luccicare, fra i cuori che suo marito le
manda sul telefono quando non la vede
per due ore, per il senso di spossatezza
che lo prende quando lei non torna a casa perch alla lavanderia nuova, adesso,
ci sono tutte le camicie del mondo da stirare, e si pu anche fare la crociera destate, ma lui le dice: sei troppo stanca,
non questo che volevi dalla vita. Invece
questo. Potermi dire amata su questa
terra, sentirmi amata su questisola, cos semplice, forse perfino troppo, ma
lunica cosa che ho voluto sempre. E un
altro tatuaggio sulla schiena, siamo noi
tre a Procida.
Annalena Benini

INNAMORATO FISSO
di Maurizio Milani

Gentile Chiara di Paola e Chiara, sono innamorato di lei da


tempo per mi sono deciso solo oggi a dirlo. I motivi sono vari. Tenga conto che fin da ragazzo ho
avuto problemi causa severit nelleducazione impartitami. La prima volta
che mi hanno mollato un po stato in
gita a Venezia. Avevo 19 anni. Dalla contentezza non abbiamo dormito e siamo
andati in giro a fare i cretini di notte in
Laguna. Adesso ogni anno noi di quella classe, ma non tutti perch alcuni sono finiti al manicomio comunale, ci ritroviamo sempre a Venezia. Nel 1991 alcuni studenti di Oslo volevano demolire la citt. Ok fare baldoria, ma cos
troppo. Avevano individuato il palo in
Laguna che teneva su tutta la citt, un
palo portante di legno messo gi nel
Quinto secolo. Se tiri gi quello crolla
tutto. Come sai Venezia retta da pali
e se ne butti gi uno a caso non succede niente, anzi fino a mille pali tiene.
Ma quello il palo portante che se lo
tiri gi fa crollare tutto il baraccone. E
sempre stato segretissimo, nemmeno i
dogi e i sindaci sapevano quale fosse.
Nemmeno il prefetto. Lo sapeva solo il
direttore della banca di Venezia. Quindi non si capisce come degli studenti di
Oslo siano venuti a sapere qual era il
palo. Noi per li abbiamo fermati anche se gi avevano iniziato a segarlo.
Amore, ti amo e quindi te lo devo dire,
ti confido il segreto pi grande della
storia dellarte: il palo che tiene su Venezia il secondo entrando sul Canale
Grande a sinistra. Amore per non dirlo a nessuno. Noi amanti di Venezia abbiamo per messo il guardiano fisso.
Facciamo i turni. Domani di vedetta ci
sono io (dalle 9 alle 21). Siamo tutti volontari. Speriamo un domani che la
banca ci assuma. Ma non penso. Per
magari s.
Chiara, amore, ti devo lasciare perch
devo sostituire il guardiano del palo. Mi
ha mandato adesso una email. Chi doveva essere di turno oggi non si presentato. Ogni tanto accade perch essendo
volontari non abbiamo il Jobs Act. Vado
a coprirlo io, domani andr quello che
doveva andare oggi, anche perch se
non va io due turni di fila non li faccio.
Che ci pensi il comune o lEnte Fiera.
Ps. Cho ripensato Chiara. Al massimo
qual il palo che tiene su Venezia lo
puoi dire a unaltra persona fidata,
per meglio di no, comunque vedi tu,
ma io sarei contro a farlo sapere agli altri. Anche al Foglio sono contro. Alcuni lo sanno qual . E comunque un conto saperlo, un altro farlo. Bisogna essere almeno in quattro come George
Clooney, Brad Pitt, Neri Marcor e Nino Frassica, o il cast di The Tourist.

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ANNO XX NUMERO 186 - PAG I

IL FOGLIO QUOTIDIANO

SABATO 8 AGOSTO 2015

LAEROPORTO CHE NON VOLA


Perch Fiumicino sempre in attesa del salto di qualit. Tra tante sfighe, gli utili corrono
ma gli investimenti zoppicano. Il tuo aereo in ritardo? Non saprai mai di chi la colpa

Aeroporti che funzionano: il Franz Joseph Strauss di Monaco di Baviera, dinverno anche con una pista di ghiaccio. In Europa il settimo per numero di passeggeri, ma il primo (e terzo nel mondo) nella classifica Skytrax dei migliori aeroporti

di Stefano Cingolani

hi il responsabile? Venga fuori. Il


vacanziero inferocito, in bermuda e
scarpe da ginnastica, si scaglia contro
uno spaurito ragazzotto con pettorina e
insegna AdR, Aeroporti di Roma. Il vacanziero inferocito sembra feroce davvero. Attende da due giorni di partire
per la Grecia, ha dormito alladdiaccio
(si fa per dire perch la compagnia gli
ha pagato la seconda notte in albergo),
lo hanno svegliato allalba per farlo arrivare alle 8 del mattino al Terminal 3,
ma alle 14 non si sa ancora se potr finalmente volare verso lisola dei suoi
sogni estivi. A questo punto vuole qualcuno, anche un capro espiatorio. Eccolo, eccolo, si sente dire, la folla oscilla
e spinge verso la porta che si apre di lato. Saffaccia un uomo. E lui, lui, il
capo scalo. Il rumore sale come la minaccia di un tuono sempre pi vicino.
Il neonominato responsabile fa un piccolo passo indietro. Fra poco si parte
dice con voce roca Ma non prendetevela con me. E allora con chi, diteci chi. Aviation Services, rivolgetevi a
loro. E chi ?. Luomo tace, vede avvicinarsi le telecamete di Sky e Tg1,

sobbalza, arretra, scompare. Per la folla, invece, le tv sono un tonico, un eccitante, un viagra. Le voci si gonfiano.
Aviation Services, quelli del check-in,
le hostess. Dalli alle hostess. Le voci si
alzano ancora. E con loro un paio di bottigliette dacqua piene a met, in viaggio verso il banco dellaccettazione. Grida, isteria, sudore. Si muovono anche i
poliziotti, quelli di guardia allaeroporto e un paio di carabinieri. Le forze
dellordine, le forze dellordine. Ma
lordine non ritorna finch non si spengono anche le lucine rosse delle telecamere. Sul tabellone appare lannuncio:
si parte alle 15. 30. Gira voce che arrivi
un aereo da Catania. Questa volta la voce vera. I disperati di Lefkas decollano verso lisola dello Ionio dove Saffo
simmerse per sempre gettandosi dallalta rupe. Ma nellandrone risuona
sempre quel grido: chi il responsabile? Gi, chi : Aeroporti di Roma, lEnac, Vueling, Aviation Services, gli in-

Aeroporti di Roma: concessione


trentennale e aumento delle tariffe
in cambio di investimenti per 11
miliardi entro il 2044
cendiari della pineta, il comune di Fiumicino, i sabotatori del Terminal 3, i vigili del fuoco?
E domenica 2 agosto e i telegiornali
hanno annunciato che il Leonardo da
Vinci sta tornando alla normalit. Sembra dunque la giornata giusta per un giro dispezione. Tra venerd e sabato le
presenze hanno gi toccato punte record attorno a 157 mila passeggeri, domenica saranno 155 mila. Si fregano le
mani nel palazzo di vetro verdemarino
quartier generale di AdR, acronimo per
Aeroporti di Roma, la societ che gesti-

sce lo scalo ed posseduta dalla famiglia Benetton. Ecco la dimostrazione


che laeroporto in piena efficienza,
dichiarano trionfanti i dirigenti con in
testa il presidente Fabrizio Palenzona,
che nei giorni del grande caos si fatto intervistare dal Messaggero per proclamare con piglio da resistenza spagnola: Non molleremo. E perch mai
dovrebbero mollare? Non c nessuno
che insidi la propriet.
Con il governo Renzi c un buon rapporto, lo ha dimostrato lincontro di
marted 4 agosto tra i vertici AdR e il
ministro delle infrastrutture Graziano
Delrio. Con il governo Monti la societ
ha ottenuto un contratto di programma:
concessione trentennale e aumento delle tariffe in cambio di investimenti per
11 miliardi entro il 2044. I 26,5 euro a
viaggiatore in partenza, garantiscono
circa 260 milioni lanno. Si fa cassa, e la
cassa lalfa e lomega dai giorni ormai
lontani della privatizzazione che ha trasformato un monopolio pubblico in monopolio privato. Come le autostrade, come la rete telefonica.
Larrivo in auto tranquillo, domenica, non altrettanto il parcheggio. Lingresso ai silos C e D dellEasyparking
(societ che fa capo alla AdR) ostacolato da una fila di Ncc (acronimo di Noleggio con conducente), per lo pi van
di un nero cemeteriale. Si fermano in
strada per non perdere tempo e caricano i clienti ostacolando il passaggio. I
taxi bianchi rumoreggiano, suonano i
clacson e volano improperi lanciati dai
finestrini. C qualcuno che regoli il
traffico? Non c nessuno. E il solito
scontro tra tassinari e chauffeur, tra le
limousine tutte nuove, pulite e incerate,
immatricolate magari in qualche improbabile paese dellAppennino meridionale e le scassate vetture con licenza del comune di Roma. Tutto come

sempre, nessuno responsabile.


Lo conferma il passaggio verso i terminal, in quei tubi roventi senza aria
condizionata e con i tapis roulant bloccati. Viaggiatori imbagagliati e perplessi sostano negli snodi e controllano i tabelloni. Molti ritardi: Sas, Alitalia, ma
soprattutto Vueling, e anche qualche
cancellazione. Cest normal, si sente
dire da un gruppo di ragazzi francesi.
Fiumicino as usual, borbotta un americano. Il flusso punta verso il T3, il Terminal numero 3. L la bolgia e l bisogna andare. Fino al 18 luglio laccesso
era tortuoso, bisognava passare per il
T1, il terminal dellAlitalia, fare il
check-in al T3 e imbarcarsi di nuovo al
T1. Adesso, anche se la fetta centrale,
quella dellincendio di maggio, ancora chiusa, si tornati alla procedura
tradizionale. Purtroppo, bisognerebbe
dire, perch tra il T1 e il T3 come andare dal nord Europa allAfrica in poche centinaia di metri.
Dopo tre mesi la diossina si sente ancora, acre e tossica nella zona oscurata
alla vista esterna, anche se altrove assorbita da altri odori, animali, umani, di
ogni genere, che le prese daria non riescono a filtrare. Ci scusiamo con i passeggeri, stiamo lavorando per un aeroporto migliore, scritto su alcuni cartelli e viene annunciato di tanto in tanto dallaltoparlante. Davanti allaccesso
al primo piano siede una hostess con
mascherina bianca. In quella zona, molti ancora si proteggono la bocca ai banchi degli imbarchi. Quanto ai ritardi, volenterosi volontari mal pagati dicono
che la colpa dellaereo che non arrivato in orario, innescando la classica
reazione a catena. Poi ci sono i bagagli,
poi c la coda. Insomma, le societ di
handling, sempre loro. Una volta erano
tante, ma cominciata la moria o meglio la fusione. Un anno fa sono stati li-

cenziati 450 lavoratori tra i 5.500 addetti ai servizi aeroportuali, per il fallimento della rumena Groundcare assorbita
dalla Aviation Services (fondata da Meridiana, la sua propriet nascosta in
Nasten, un fondo lussemburghese), numero tre dopo Alitalia e Aviapartners
(belga), prima delle piccole Consulta e
Ata (dellAcqua Marcia di Bellavista
Caltagirone, in liquidazione) destinate
a essere assorbite nella concentrazione
che seguir il nuovo bando di gara europea annunciato da Vito Riggio, lex
deputato democristiano che da ben 12
anni presiede lEnac, Ente nazionale
per laviazione civile, e le ha prese di
mira.
Il Terminal 3 pi intasato della tangenziale nellora di punta. Il lungo corridoio viene bloccato dai gruppi in attesa di check-in, il pi numeroso in
partenza per Singapore con volo
Lufthansa, ma aspetta da tempo che arrivi il personale per cominciare le ope-

Domenica: verso i terminal, tubi


roventi senza aria condizionata e
tapis roulant bloccati. Molti ritardi,
anche qualche cancellazione
razioni. Nelle aree riservate alle grandi compagnie, la sensazione che si lavori in spazi di unaltra epoca, quando
si viaggiava da soli o con la famigliola,
quando il turismo organizzato dellAsia
non aveva ancora preso il sopravvento.
Ma, sia pur a rilento, le cose funzionano.
Il vero tormento nelle aree delle low
cost che ormai straripano nel T3. I due
estremi del lungo parallelepipedo son
gi loro, ma ormai sono insediate anche
in buona parte del resto: Ryanair, Blu
Express, Air Berlin (anche se fa parte di
Etihad che ha comprato Alitalia),

Norwegian, Transaero (la prima compagnia privata russa) e tante altre. Easyjet
ha il suo terminal, il T2, sempre pieno,
ma ben funzionante. Ora minaccia di lasciare Fiumicino, perch dice di perdere troppi quattrini lasciando a terra i
suoi aerei tanto a lungo. AdR sostiene
che sente i morsi della concorrenza.
Chiss chi ha ragione. E poi c Vueling
la quale, stando alla enorme pubblicit
che rimbalza fin dai parcheggi, fa volare Roma. Il suo nome viene dallo
spagnolo vuelo (volo) insieme al gerundio inglese ing; e in effetti posseduta
dalla Iberia la quale a sua volta stata
presa dalla British Airways. Dunque,
la compagnia britannica ad avere lultima parola? Nientaffatto, la colpa della figlia non pu ricadere sulla madre.
Vueling diventata la pecora nera.
Al T3 ha occupato tutto lo spazio estremo, accanto al T2. E sul tabellone i voli
indicati con la sigla VY sono tutti in ritardo. Riggio ha minacciato pesanti
multe. Ma la sensazione che le compagnie low cost stiano condizionando laeroporto di Fiumicino. Sembra temerlo
Graziano Delrio, ministro delle Infrastrutture: ha lanciato un segnale minaccioso per Vueling, che suona da monito
anche alle altre.
(segue nellinserto XII)

ANNO XX NUMERO 186 - PAG II

IL FOGLIO QUOTIDIANO

SABATO 8 AGOSTO 2015

ia madre spianava e lisciava le


lenzuola del letto, il grande letto
matrimoniale per me pieno di misteri,
come la tovaglia di un altare. Neppure
un piega in disordine doveva offenderne il garbo, gli angoli dovevano cadere
a piombo, le fiancate avvolgere pulitamente il materasso. I cuscini dovevano
essere sprimacciati cos che ne potessi sentire le piume alitare dentro le federe. Mi insegn a rifare anche il mio
letto con pari avvertita cura, se avessi
trascurato un dettaglio del rituale me
lo avrebbe rimproverato acerbamente.
E mi insegn a lavare e asciugare i piatti, le stoviglie, con lo stesso puntiglio: la
pentola di alluminio doveva brillare
come argento, la padella in ferro non
lasciar trasudare un filo di grasso dalla sconnessura con il manico, il piatto
non rivelare uno sbaffo di sugo sotto il
bordo. E poi la pentola, la padella, il
piatto, dovevano essere sfregati forte
forte con lo straccio per asciugarli bene, cosicch non una stilla dacqua o
una traccia di sapone ne appannasse le
superfici. Solo allora, pentola, padella
o piatto poteva essere riposto nella rastrelliera, pronto per il successivo pasto, e lo straccio steso ad asciugare sul
davanzale della finestra.

di Sergio Leone, lundicenne Jennifer


Connelly danzare Amapola e spogliarsi, lentamente e sensualmente,
spiata dagli occhi avidi di Scott Schutzman, Noodles adolescente. Erano proprio come lei le ragazzine che entravano nel mio giardino e mi turbavano.
Non si spogliavano davanti ai miei occhi avidi, io non sapevo, e forse nemmeno loro, cosa fosse lo spogliarsi di una
donna.
Tu non sei la favorita / di un ricchissimo signor / oh, mia piccola Rosita /
non cercare lo splendor / Chi di gemme ha il seno adorno / e vive sol di vanit / nel breve incanto vive un giorno;
/ dillusione poi morr // Chiudi gli occhi, Rosita / in un sogno damor / pi
dolce la vita / cos stretta al mio cuor
// La tua bocca mi invita: / ogni bacio ha
il profumo di un fior // Chiudi gli occhi, Rosita / solo questo lamor. La
canzone era, pi che maliziosa, tentatrice. In ambienti nei quali le ristrettezze
finanziarie neppure erano amare tanto
erano parte essenziale del nostro quotidiano, Rosita poteva essere la fanciulla vogliosa di una evasione impossibile,
e dunque di sicuro come avidamente
spettegolavano tra loro le nostre madri
votata al peccato, alla perdizione. Forse anche mia madre, quando cantava
con la finestra della cucina aperta e il
sole striava doro pavimenti e pareti,

Mi avevan detto che lamore


/ il pi bel dono della vita / ma
io da quando sei partita / non fo
che piangere e soffrir

Anche mia moglie avrebbe


canticchiato Lehr. Ma chi poteva
aver preso il cuore di mia madre,
che io volevo fosse soltanto mio?

Destate questi compiti, pur se non


sempre gradevoli, erano accettabili;
dinverno diventavano dolorosi, insopportabili, a causa dei geloni. I geloni
che, fino ai primi tepori di primavera,
ci avrebbero piagato mani e piedi, gonfi, tumefatti e violetti, la pelle spaccata su strie di carne viva sanguinante.
Non cerano guanti che ci potessero
salvare le dita, le scarpe non entravano, camminare era un tormento. Mia
madre poco poteva fare per aiutarci,
non cera rimedio i geloni ci tormentavano non so se perch eravamo malnutriti o per chiss quale altra ragione
visto che oggi io non ne vedo pi attorno a me e il loro ricordo legato solamente a unombra bluastra e livida che
a volte mi appare dietro il mignolo ma
lei non ci risparmiava ugualmente nessuno dei lavori che imponeva e che magari, senza che noi potessimo sospettarlo, erano allorigine di quelle piaghe.
Per, lei cantava. Cantava bellissime
canzoni, le ricordo a una a una. Quando
cantava appariva come rapita, la sentivo lontana. E a chi, dunque, era dedicata tanta melodia? A chi quegli occhi
sorridevano, inseguendo limmagine
vaga e sperduta? Non cantava per me.
Ne provavo una fitta, a volte mi immaginavo, dolorosamente, che cantasse
per qualcuno che si era insinuato tra
noi, nella nostra famiglia. Cantava anche quando mio padre era lontano, allora la sua innocua allegria era per me
motivo di sospetto, mi assalivano misteriose fiammate di gelosia di cui non riuscivo a rendermi pienamente ragione:
erano certo le fiammate di un amore
esclusivo che mi strabordava dal cuore
e che non ho pi provato, dopo. Allora
lei aveva una treccia nera, lunga, gonfia
e morbida, che scendeva dalle sue spalle tornite come un cavallone marino
sulla spiaggia soleggiata. Cantava, con
voce modulata e occhi ispirati, le sue
canzoni meravigliose. Mi avevan detto che lamore / il pi bel dono della
vita / ma io da quando sei partita / non
fo che piangere e soffrir. Io non sapevo cosa fosse lamore il pi bel dono della vita! ma sapevo, assolutamente, che quella canzone era vera, assolutamente vera, e quindi piangevo e soffrivo, con il cuore straziato. Perch lei
era partita? Sarebbe partita anche mia
madre? Bella, se mi vuoi bene diceva unaltra canzone di mia madre falla tornar chio muoio dalle pene, / non
ho pi amore, / non ho pi nessuna.

era una peccatrice, temevo per lei che


fosse anche lei votata alla perdizione.
Perdizione era una parola angosciante,
lasciava balenare qualcosa che era lo
stesso della perdita, e una perdita , per
ladolescente, qualcosa di orribile, la
paura pi temuta. Ladolescente, il fanciullo non ancora ragazzo, teme la perdita, che sicuramente perdita di quella sicurezza che nellinfanzia ormai alle
spalle era identificata con la madre,
con il padre, quel loro stare insieme,
quella mutua familiarit se non complicit che il fanciullo avverte come una
garanzia, una fonte di tranquillit. Viene un momento, nel passaggio lentissimo (e insieme fulmineo) dallinfanzia
alladolescenza, in cui questo schermo
di sicurezze si dissolve, e ti senti solo e
avvilito in un mondo che diventa dimprovviso sconosciuto, e si fa ostile. E il
momento in cui il fanciullo / adolescente vorrebbe chiudersi in s, nel giardino con le piante note e familiari, o magari ancora nelle braccia e sul seno profumato della madre, ma oscuramente sa
che non pu pi farlo perch quelle
braccia, quel seno, non possono pi essere sue, gli vengono persino, bruscamente, negate; e allora fugge, si getta in
avanti correndo, inciampando, cadendo. E il momento in cui la bambina dai
piccoli seni appena divenuti turgidi gli
si presenta dinanzi e lui dimprovviso
sente che se non la salvezza o la sicurezza, l, da quella innocente e ignara bambina verr a lui qualcosa che lo consoler, gli riaccender gli spiriti, lo far
sentire orgoglioso oh!, per un attimo
solo di esserci, di esserle accanto.
Moltissimi anni dopo, moltissimi anni fa, un giorni sentii mia moglie canticchiare un motivetto fugace. Mi parve di conoscerlo. Lei mi raccont che
era una canzone che suo padre cantarellava mentre si radeva e lei lo ascoltava, affascinata. Cercai di recuperarla, ero sempre pi convinto di averla
gi sentita. Il testo inglese era, secondo mia moglie: You are my hearts delight, trovammo che si trattava della
traduzione di un motivo di Franz
Lehr, Dein ist mein ganzes Herz,
dalloperetta Das Land des Lchelns. Ma s, lo riconobbi alla fine, lo
cantava anche mia madre, con voce
struggente: Tu che mhai preso il cuor
/ vivr per te, ti sogner. Chi poteva aver preso il cuore di mia madre,
quel cuore che io volevo ardentemente fosse soltanto mio?

di Angiolo Bandinelli

Felice Casorati, Ritratto di Hena Rigotti, 1924 ca. (Torino, Galleria civica dArte moderna e contemporanea)

DOLCISSIMA AMAPOLA
Una mamma che cantava belle canzoni, le ragazzine del giardino,
un bambino che scopre i tormenti delladolescenza. Care memorie
Quel nessuna faceva rima con fortuna. Ed ancora / mhai chiuso la porta
/ Signora Fortuna. / Oh! Signora Fortuna... Cosa era, cosa poteva essere la
fortuna, anzi la Signora Fortuna? Me
lo chiedevo invano, come potevo saperlo? Ma alla fine, nella canzone, tutto si
risolveva. In modo un po ridicolo anche se in perfetta rima mi viene da dire oggi non per per il me di allora:
Mamma, Fortuna mia, / questa la miglior grazia / che ci sia / perch di mamma ce n solo una. Mamma era per me
il nome stesso dellinnocenza, troppo
presto fu offuscato dal sentimento livido di un distacco inaspettato, di una imposta lontananza, ma anche di un confuso incombente destino, se non di un
oscuro peccato.
Quando cantava laurora di bianco
vestita, la luce fresca del primo mattino entrava in casa attraverso le persiane socchiuse, e io arrivavo a rabbrividi-

Era un tango triste, e la tristezza


compagna dellinfanzia e delle
sue solitudini. La strada per
diventare adulti non finisce mai
re. Parlami damore, Mari era unaltra delle sue canzoni preferite: Come
sei bella pi bella stasera Mari! /
Splende un sorriso di stella negli occhi
tuoi blu! / Anche se avverso il destino
domani sar / Oggi ti sono vicino, perch sospirar? // Parlami damore, Mari! / Tutta la mia vita sei tu! / Gli occhi
tuoi belli brillano / Fiamme di sogno
scintillano. // Dimmi che illusione non
/ Dimmi che sei tutta per me! // Qui sul
tuo cuor non soffro pi / Parlami damore, Mari!... Anni dopo scoprii che la
canzone laveva resa celebre De Sica,
lallora attor giovane Vittorio De Sica,

lamoroso della commedia allitaliana


che era la commedia della piccola borghesia. Io De Sica lo scoprii come regista dei grandi film del neorealismo del
dopoguerra, prima non mi interessava,
anche se ricordo di averlo visto in qualche film in bianco e nero, quasi sempre
assieme a Umberto Melnati, anche lui
giovane amoroso della commedia. Il repertorio delle canzoni di mia madre
spaziava fino al genere che molto dopo
seppi era loperetta, un genere leggero
che una ragazza inesperta di musica
poteva affrontare. Ed erano motivetti
che perfino io avvertivo come giocosi,
se non anche maliziosi, Cin-ci-l o
Fru fru del tabarin, perdutisi poi, con
gli anni, tra cianfrusaglie musicali assai meno spiritose. Quando cantava
Ramona viaggiavo in estasi per paesi lontani e sconosciuti, certo avevo anche visto il film, Dolores Del Rio, linterprete, si insinu a lungo nei miei sogni erotici. Amapola era per per me
la canzone pi bella, pi bella perch
pi triste: Amapola, dolcissima Amapola / la sfinge del mio cuore sei tu sola // io ti bramo, tinvoco follemente /
per dirti tamo appassionatamente.
Era un tango triste, credo che anche
linfanzia possa soffrire della tristezza.
La tristezza autunnale compagna
dellinfanzia e delle sue solitudini. Il
fanciullo, o forse il gi preadolescente,
soffre naturalmente di solitudine, di
una solitudine triste. Quando viene sollecitato a incamminarsi per i sentieri
che la vita gli apre dinanzi, quel fanciullo non pi fanciullo soffre di vertigini dangoscia, ha i brividi delle grandi ineluttabili febbri. La gente, la societ, ha istituzionalizzato questo momento, e lo ha fatto diventare la cerimonia di iniziazione la comunione, la
cresima del ragazzo che passa la linea
dombra per diventare uomo. Ma la ce-

rimonia una affrettata sintesi, la parafrasi per accenni, di una esperienza


lunga, anche troppo lunga, dagli esiti
incerti. Ladolescente non vuole diventare adulto, questo nessuno lo capisce,
qualcosa che si vuole dimenticare
per s e negare negli altri. Cos, di questa orrida esperienza si fa una breve
cerimonia, insipida e che si farebbe volentieri finire subito subito, mentre il
lungo doloroso cammino, la lunga e dolorosa salita per il calvario che ti porta qualche volta, non sempre a divenire adulto, non finisce mai. A volte
proprio non finisce, tu non diventi uomo, non diventerai mai uomo, la tua occasione ti sar sfuggita. Per sempre. Ti
lascia tramortito ma forse, in fondo al
tuo cuore, sei felice che sia cos. Io non
volevo diventare uomo, mi ribellai fino
allultimo, raccogliendo a mia difesa
tutte le mie debolezze. Non saprei collocare in un punto preciso una occasione qualsiasi, un evento, una sensazione, un incubo il momento nel quale il passaggio avvenne, quel momento
dopo il quale cose, persone ed eventi
acquistano un aspetto, unaria, un significato diverso. Non so se lo sono diventato, adulto, o se quello che dopo ha
camminato per le strade della vita
stata solo una vuota crisalide mentre il
corpo, quello vero, scorticato e sanguinante, si avviato lungo i sentieri della morte, del buio, di un ade silenzioso
e irreversibile.
Io ero gi allora un po sordo. Non ho
mai saputo la causa di quella sordit,
che gli anni hanno aggravato. A scuola
avevo qualche difficolt a seguire perfettamente le lezioni, dovevo aguzzare
la mia attenzione per non perdere il
dettaglio, laccenno a mezza bocca. Forse per influsso maligno di questa sordit ero anche stonato, e quando inalberati i grandi fiocchi bianchi, freschi

della materna stiratura, sopra il collettino inamidato la classe attaccava un


coro, la maestra mi diceva di far solo
finta di cantare, di aprire e chiudere la
bocca, muta come di un pesce dacquario. Io ne arrossivo di vergogna e soffrivo terribilmente. Ma non perdevo una
battuta o una sillaba delle canzoni cantate da mia madre. Lei cantava destate, soprattutto quando la casa spalancava le finestre al venticello di maggio o
al sole dagosto, con le scuole chiuse cosicch io potessi bearmi tutto il giorno
di quella sua voce che attraversava il
giardino e la strada e si perdeva lontano nellazzurro del cielo. Non cant pi
quando io cominciai ad affrontare la
non amata adolescenza. Forse, non avevo pi bisogno di lei, delle sue canzoni. Altro, ormai, mi illanguidiva: a volte una o laltra ragazzina, figlia di uno
dei vicini di casa quando ancora le famiglie si frequentavano e i figli gioca-

Mi resi conto delle sensazioni


provate allora quando vidi, nel
film di Sergio Leone, lundicenne
spiata dagli occhi avidi di Noodles
vano assieme, entrava nel mio giardino,
e io ne ero turbato. Mi turbava, fin da
lontano, un odore acido e selvaggio che
quei corpi sprigionavano nellempito
della corsa, del gioco nel sole: era il sudore che lievemente inumidiva la loro
pelle, stillava dalle loro ascelle, dalla
loro peluria incantevole e mutevole, da
seni appena pronunciati ma gi colmi
di preziose essenze. Ne restavo stordito per ore, ne spiavo il ritorno, come un
cane voglioso ne seguivo le piste per le
strade del vicinato dalle quali loro erano venute. Mi resi conto delle sensazioni provate allora quando vidi, nel film

ANNO XX NUMERO 186 - PAG III

IL FOGLIO QUOTIDIANO

SABATO 8 AGOSTO 2015

COCORICO E I SUOI FRATELLI


Da Londra e Parigi allAmerica del proibizionismo: i luoghi di perdizione, una storia anche daltri tempi

La fine del proibizionismo negli Stati Uniti. Diana Vreeland ricordava spesso con deliziato terrore i tempi in cui la gente moriva per essersi bevuta il Listerine a secchiate e il whisky veniva tracannato nelle tazze da consomm

di Fabiana Giacomotti

utilit del luogo di perdizione data innanzitutto dalla sua essenza, il


suo essere luogo appunto, con un nome
e un indirizzo, il posto delle fragole, il
paese dei balocchi o dei sogni psichedelici, a seconda delle inclinazioni. Si
sa dove si trova, si pu decidere di stare a casa o di andare a vedere che faccia abbia lomino di burro col visino di
melarosa. Rispetto al non luogo, allignoto e allabisso, personale e collettivo, alla stazione con lo spacciatore che
ti lancia uno sguardo al di sopra della

Baudelaire aveva scelto lhotel


de Lauzun, una sorta di comune
allultimo piano di un palazzo,
fondandovi il Club des hashishins
spalla e ti porta nel bagno per allungarti furtivo il pacchettino concordato a gesti o del rave senza unambulanza nel
raggio di venti chilometri, del luogo di
perdizione con indirizzo e numero civico sono chiari i pericoli, che qualcuno
definirebbe tentazioni, e si pu scegliere di cedervi in totale autonomia, o anche mal consigliati, o anche non consigliati affatto perch questo sarebbe il
compito della famiglia, che evidentemente o non c o chatta per conto suo
accanto al figlio che prende appuntamento per lo sballo serale su WhatsApp
senza neanche accorgersene, e l raccogliere alternativamente esperienza, conoscenze, materia per narrazioni avventurose con gli amici, articoli, romanzi. Nei casi limite vi si pu trovare la
perdizione vera e propria, cio lannientamento e la morte.
Allo scopo, Charles Baudelaire aveva scelto per esempio lhotel de Lauzun,
una sorta di comune allultimo piano di
un magnifico palazzo dellIle Saint-

Louis, allepoca declassatissima e dunque a buon mercato, fondandovi con


Thophile Gauthier il Club des hashishins, la definizione vi dir qualcosa; poteva starci settimane intere senza mettere il naso fuori e senza lavarsi, mentre la
madre e il patrigno, un militare austero
ed esigentissimo, il generale Aupick, si
dannavano per trovargli un lavoro comme il faut. Dallhotel de Lauzun uscirono le prime poesie dei Fiori del male,
e Baudelaire con le sue gambe.
Dalla discoteca Cocoric di Riccione,
un adolescente che forse non sarebbe
mai stato Baudelaire ma chi pu dirlo,
dopotutto aveva solo sedici anni e da
quel luogo di perdizione sono emersi
vittoriosi in parecchi, pure Isabella
Santacroce che vi faceva la barista,
uscito invece qualche giorno fa in barella ed morto per overdose di ecstasy,
pasticche che si possono trovare ovunque, in discoteca come fra le cabine della spiaggia e non scrivo per sentito dire, ma in discoteca con molta facilit.
Sapeva dove andava, ed era proprio l
che voleva andare. Il luogo di perdizione infatti realt fisica ma soprattutto simbolo, simulacro, l da vedere,
per cui perfettamente comprensibile
che il questore di Rimini, Maurizio Improta, abbia voluto platealmente mettere i sigilli al Cocoric di Riccione dopo
la morte di quel sedicenne, di cui non
ha senso fornire il nome, che forse non
avrebbe dovuto trovarsi l e che invece
cera, confuso fra migliaia di altri e di
altre, le ragazzine svelte descritte dalla Stampa in un reportage brillante e
candido, leste a concedere qualche
giochetto in cambio di venti, trenta euro perch un luogo di perdizione, si sa,

I bellimbusti della Londra di


Samuel Pepys frequentavano i
Vauxhall Gardens, nati alla met
del 600 sulla riva destra del Tamigi
non tale se il peccato che vi si pu
commettere uno solo.
Al Cocoric, pur accusato en passant
di evasione fiscale, che sarebbe invece
un motivo reale e plausibile per ordinarne la chiusura per quattro mesi come invece stato fatto a scopi innanzitutto educativi e di comunicazione (anche la repressione vive di tentazioni, e
questa era irresistibile), non si gioca
dazzardo, non in maniera visibile perlomeno, e non vi si ritrovano invece e
certamente logge massoniche. Queste
erano invece due delle ragioni per le

quali i bellimbusti della Londra di Samuel Pepys frequentavano i Vauxhall


Gardens, nati alla met del XVII secolo come New spring gardens sulla riva destra del Tamigi, la riva pessima da
sempre, pare costruiti sui terreni della
vedova di Guy Fawkes, il cospiratore en
titre del Complotto delle Polveri, che da
qualche anno a questa parte offre la sua
smorfia ghignante alle maschere dei
cortei contro e a nuova dimostrazione
che i luoghi hanno una loro rilevanza,
straordinariamente resistente alle usure del tempo. Ai Vauxhall Gardens, persino i personaggi femminili dei romanzi venivano scortati dal maschio di famiglia per accedervi, eventualmente e dopo infinite preghiere, vedi Amelia Sedley di Vanity Fair dal pur inutile, corpulento fratello Jos. Vi era infatti il rischio concreto che fossero eccessivamente tentate dai mangiatori di fuoco,
dalla Tenda turca o, naturalmente e
per una ragazza da marito era il rischio
peggiore, dagli invitanti boschetti su cui
gi si dilungavano mister Joseph Addison e sir Richard Steele nel primo decennio del Settecento fra le pagine dello Spectator: Quando penso alla fragranza dei sentieri e dei padiglioni, con
i cori degli uccelli fra gli alberi e la moltitudine di gente allegra che li percorre,
non posso fare a meno di paragonarli al
paradiso maomettano () nulla al mondo rallegra un uomo innamorato pi del
canto degli usignoli.
Frescura, musica, vino a prezzo accettabile e boschetti accoglienti: sostituite il primo violino della Rotunda
col dj (allepoca il direttore dorchestra
era un mestiere inesistente), date per
certo che le ragazzine svelte di oggi sono uguali a quelle di allora, caccia al
soldo compresa e forse ancora pi giovani, aggiungetevi dei tagliaborse di
professione e avrete il luogo (adesso si
direbbe location) ideale per unincisione di William Hogarth, come in effetti . Anzi: al British Museum esposto il
suo ticket di ingresso permanente a
Vauxhall, per il quale aveva dipinto i
soffitti delle sale da ristoro. E una medaglietta incisa in oro: Hogarth in perpetuam Beneficii memoriam. Per un
equivalente contemporaneo al Cocco,
ingresso in eterno senza prevendita e
tutto sommato ottimi artisti anche l, di
cui rendersi conto forse fra qualche anno dicendosi accidenti come ho fatto a
perdermi la Fura dels Baus e Hector
Zazou, farebbero follie i ragazzini che
in questi giorni hanno preso atto con
mestizia della temporanea chiusura del
luogo di perdizione maximo e si dirigo-

no non verso il campetto di calcio dietro


casa, che poi anche l, ma verso mete di
secondo rilievo come il Peter Pan, la
storica Baia Imperiale, il Pasci.
Qualcuno lamenta che attualmente
le discoteche in Italia siano oltre duemila, sebbene nessuna sia famosa come
il Cocoric che era gi un luogo di perdizione pi di ventanni fa, quando noi
ragazzi della costa tirrenica, Portofino e
Forte dei Marmi, pur tentati da quella
distesa di corpi coetanei fra i quali e innanzitutto sudare in gruppo, non avremmo mai valicato lAppennino per una
sera perch avevamo sotto casa il Covo
di nord est, che era gi stato il luogo di
perdizione dei nostri genitori, dunque
offriva scarso appiglio alle rimostranze
e alle raccomandazioni, e che in pi ci
offriva la possibilit di buttarci o di essere buttati direttamente a mare, casomai avessimo perso la testa che era
eventualit molto possibile, con i fiumi
di alcol e di coca che giravano, facilissimi da procurarsi, come sempre.
Ogni epoca ha i suoi Vauxhall Gardens e per fortuna, cos si sa dove andare e dove farci venire a prendere, eventualmente a schiaffoni. Li ha anche in
replica, brandizzati e in comodato duso: ne apr uno, anzi ne inaugur parecchi Parigi, curiosamente arrivata in seconda battuta sul tema, se si vogliono
escludere le gallerie e i giardini del Palais Royal che qualche anno dopo
avrebbero attratto il Lucien de Rubempr balzacchiano e che per equivalevano a un lupanare con sottostante
spaccio di merci e di alcol e non a un
luogo di divertimento anche e parimenti artistico, e cio provvisto di musica,
allestimenti scenografici e spettacoli pirotecnici come i Vauxhall. Lultimo di
una lunga serie, il Vauxhall dt, apr
nel 1785, quando ormai si preparava il
processo per lAffare della Collana che
avrebbe inaspettatamente innescato la
Rivoluzione, alienando le residue simpatie del popolo alla regina Maria Antonietta, grande amante di divertimenti e balli pubblici, che frequentava ragionevolmente in maschera, sempre riconosciuta. Gi da ventanni, sulle rive
della Senna, si moltiplicavano per le
imprese del divertimento e relativi impresari, non di rado italiani. Nel 1764
avevano aperto Ruggieri, ai Porcherons, e Torr, per volont dellartificiere Giovanni Battista Torre; nel 1771 era
seguito il Colise, agli Champs Elyses;
quindi, i famosissimi Ranelagh, al Bois
de Boulogne, gi e anche tuttora noto
per le partouze en plein air (sul tema, rileggersi La vie sexuelle de Catherine

M., anno di pubblicazione 2001); poi,


nel 1781, la Redoute chinoise e via e via
altri, anche in anni rivoluzionari e di
Terrore, perch lo spettacolo della ghigliottina non ne esclude altri, semmai
ne eccita la richiesta. Dalle stampe e
dai racconti, pare fossero luoghi piacevolissimi, soprattutto puliti e tenuti con
cura, in citt che, fra lordure gettate nei
rigagnoli, strade sterrate e disseminate
di buche profonde, dovevano assomigliare alla Roma del sindaco Marino di
oggi. Darsi alla pazza gioia in questi
giardini di Allah era il minimo, e le vergini disposte al sacrificio pare proprio
non mancassero. Il luogo di perdizione
possiede infatti una propria fisionomia,
solitamente seduttiva come il Paese dei
Balocchi appunto, ma talvolta persino
una cantina pu supplire allo scopo:
nessun night per esempio ha mai posseduto il fascino degli speakeasy durante il Proibizionismo, con le signore in
lungo ansiose di finire in una retata della polizia e forse in una sparatoria che
avrebbe macchiato irrimediabilmente
il loro abito da sera rendendolo finalmente degno di essere indossato. Diana
Vreeland ricordava spesso con deliziato terrore i tempi in cui la gente moriva per essersi bevuta il Listerine a secchiate e il whisky veniva tracannato
nelle tazze da consomm che traballavano sui tavoli al ritmo dellorchestra
jazz. Ricordava in particolare la notte in
cui venne costretta a risalire in perfetto silenzio una scala disseminata di
gangster appena crivellati di colpi dalla polizia, macchiandosi appunto gli
scarpini di raso bianco di sangue. Come
si sa, il colossale giro daffari attorno allalcol proibito venne meno con la cadu-

Prima della rivoluzione si


moltiplicano sulle sponde della
Senna i locali del divertimento.
Spesso italiani gli impresari
ta del divieto e anche questo, come il
Club des hashishins, dovrebbe suggerire qualcosa, oltre alla necessit di informare i ragazzi che, anche se non si crepa, la sostituzione del fegato impresa
ardua, e ludito travolto dai decibel non
si sostituisce se non estendendolo con
una protesi da nonnino che non particolarmente fica. E eccessivo aspettarsi che lo facciano i gestori dei locali, che
pure non dovrebbero consentire laccesso ai minorenni perch poi strappare loro di mano la vodka diventa impossibile, ma anche eccessivo sostenere

che gli arredi siano pensati per il tipo di


stupefacente che vi si consuma: ho visto circolare coca anche in luoghi dalle pareti e dai tavoli scuri o provvisti di
orribili divanetti a fiori, a dispetto di
quello che sosteneva sul Corriere della
Sera qualche anno fa il progettista di locali notturni Beppe Riboli, e pochi giorni fa unamica lamentava sotto choc di
aver beccato nella tasca del figlio tornato dalla prestigiosa scuola di vela in Toscana, ufficialmente severissima e tutto un gran ramazzare e pulire insalata
e rifare i letti e tirare i bordi dalla mattina alla sera, un discreto pacchetto di
cartine per il fumo. Usate quanto, non si

Ogni notte uscivano a frotte


dalla discoteca per vomitare sui
ciottoli della spiaggia. Il patto di
una mamma con il direttore
sa; di certo, distrutte fra punizioni e ramanzine a raffica.
Io, lo confesso dopo tanti anni, sono
stata pi subdola: unestate, di fronte allimpossibilit di impedire a mia figlia
di frequentare il Raja di Panarea, da cui
ogni notte uscivano ragazzini a frotte per
vomitare sui ciottoli della spiaggia e
uno, figlio di un noto banchiere, venne
salvato a stento da un intervento alla
Pulp Fiction del medico di guardia
dellisola, venni a patti col direttore, che
durante linverno lavorava come dipendente di una delle pi grandi agenzie di
pubblicit italiane. Mostrai, con sfoggio
di orgoglio materno, la foto della mia
bambina, allora appena maggiorenne,
vantando fra mille sorrisi cordiali e molti dettagli la lunga amicizia con lamministratore delegato. Lasciai anche il mio
numero di telefono, in caso. Una privilegiatissima stronza, daccordo. Ma mia figlia si domanda tuttora perch, per tutta lestate, le venne servita solo ed esclusivamente acqua minerale.

ANNO XX NUMERO 186 - PAG IV

IL FOGLIO QUOTIDIANO

SABATO 8 AGOSTO 2015

l video dellorrore pi spaventoso


dellanno lha pubblicato lo scorso
mese il sito di tecnologia Wired America. Mostra due hacker esperti di sicurezza che prendono controllo a distanza di una Jeep guidata da un giornalista, ed come un film del terrore in cui
unauto viene posseduta da spiriti malvagi. Gli hacker sono seduti sul divano
di casa con dei computer portatili, il
giornalista guida la jeep bianca sullautostrada. Prima mandano degli avvertimenti, e attivano laria condizionata.
Poi inviano sullo schermo del navigatore dellauto una loro foto, e gi cos
abbastanza inquietante. Alzano la radio al massimo, e il giornalista non riesce ad abbassarla. Attivano i tergicristalli, e infine fermano il motore. Il
giornalista resta fermo a lato dellautostrada, impotente. In seguito, in una situazione meno pericolosa, i due hacker
mostrano che sono in grado anche di
muovere il volante a distanza, mettere
e togliere la sicura dagli sportelli, e infine di disabilitare i freni, e qui il film
dellorrore diventa un thriller, in cui
lauto della spia viene sabotata e i freni staccati di solito la spia finisce in
un burrone, nel caso di Wired la Jeep
entrata in un piccolo fossato.

linternet delle cose diventa parte del


nostro stile di vita, pi penetra in maniera capillare nelle nostre case e nei
nostri corpi, e pi saremo vulnerabili,
controllabili e merc dei criminali.
Ci sono per ragioni migliori per non
buttare in massa tutti i dispositivi connessi che abbiamo in casa. Il fatto, anzitutto, che linternet delle cose ancora giovane, e molti produttori devono
abituarsi a pensare alla sicurezza digitale. I costruttori di automobili fino a
oggi sono stati ingegneri meccanici che
si dovevano occupare di frizioni e carrozzeria, ma le case produttrici gi si
stanno attrezzando per iniziare a proteggere quei computer a quattro ruote
che sono le automobili degli ultimi anni. Agli albori dellra digitale, quando
i primi personal computer iniziarono a
diffondersi nelle case, non cera pi sicurezza di quanto ce ne sia oggi con gli
smartwatch. Gli antivirus, le password,
i sistemi complessi di sicurezza arrivarono dopo, e arriveranno per linternet
delle cose. Spesso gli esperti di Black
Hat nei loro workshop se la prendono
con il bad coding, con il codice scritto male, con i programmi scritti ad hoc
da ingegneri poco esperti, pieni di falle, vulnerabilit, e cos disparati che
impossibile trovare delle soluzioni unificate ai problemi di sicurezza: anche
per questo servir tempo, e serviranno

Esperti di sicurezza sono riusciti


a bloccare a distanza i freni di
una Jeep e a cambiare lobiettivo
di un fucile da cecchino

Le compagnie si attrezzano
assoldando cacciatori di taglie
informatici: offrono ricompense
a chi trova gli errori del codice

Dopo la dimostrazione di Wired, a fine luglio Fiat Chrysler ha richiamato


1 milione e 400 mila Jeep Cherokee
per risolvere il problema di sicurezza.
I due hacker, che hanno lavorato anni
per riuscire a prendere possesso a distanza della macchina usando il suo sistema di entertainment connesso a internet, dicono di aver testato solo un
modello, ma che potenzialmente centinaia di migliaia di altre automobili potrebbero essere vulnerabili. La conferma arrivata gioved sul Wall Street
Journal, che ha raccontato come un
gruppo di esperti di sicurezza sia riuscito a violare quella che probabilmente lauto pi avanzata del mondo,
la Model S di Tesla, completamente
elettrica e connessa. I ricercatori hanno trovato sei diversi modi per hackerare la Tesla, e uno di questi consente
di bloccare i freni della macchina. Al
contrario della Jeep, necessario che
gli hacker abbiano accesso fisico allautomobile, ma la capacit di manovrare lauto a distanza potrebbe arrivare presto.
Pochi giorni dopo lhackeraggio della Jeep (che non il primo, ma il pi
completo e il pi documentato) toccato a un fucile. Uno da precisione, da
cecchino, unarma con un sistema di
mira automatico che costa 13 mila dollari. Gli hacker, anche in questo caso in
una dimostrazione di sicurezza, hanno
violato il mirino intelligente e collegato a internet del fucile, e hanno preso
controllo dellarma fino a decidere su
quale obiettivo puntare (lunica cosa
che non potevano fare era premere il
grilletto). Il cecchino mirava a un bersaglio e il fucile hackerato sparava su
un altro.
Poco tempo fa stata la volta di un
macchinario medico, un infusore di
medicine, per esempio di insulina per
i pazienti diabetici, collegato a internet
e usato da migliaia di ospedali in America. Linfusore studiato per evitare
gli errori medici: prima di somministrare il farmaco la macchina controlla nel database dellospedale che la dose decisa dal personale medico sia
quella giusta per il paziente. Ma degli
hacker hanno dimostrato di poter violare la macchina per cambiare le dosi
consigliate. Possono aumentare linsulina o eliminarne completamente il
flusso, fino a uccidere il paziente.
E linternet delle cose, bellezza, in-

nuove conoscenze e nuove esperienze.


Per ora alcuni si affidano ai cacciatori di taglie. Uno dei modi pi efficaci in mano alle compagnie per difendersi dagli hacker affidarsi agli
hacker stessi. Mettere una taglia sui
propri errori, e chiedere agli esperti di
pirateria e sicurezza di scovarli dietro
ricompensa, per ora una pratica usata soprattutto dalle grandi aziende
informatiche, ma in espansione anche
tra i nuovi arrivati dellinternet delle
cose. Solitamente gli attacchi hacker
iniziano cos: i pirati trovano un bug,
cio una vulnerabilit del sistema, e lo
sfruttano a proprio vantaggio. Per
quanti sforzi possa fare una compagnia,
impossibile eliminare tutti i bug, e
per questo le aziende offrono ricompense in denaro agli hacker che, anzich usare il bug per scopi malevoli, decida di comunicare la sua esistenza ai
reparti di sicurezza delle aziende. Le
taglie per i bug variano a seconda dellerrore scovato, si va dalle poche decine di dollari alle centinaia di migliaia,
e alcuni cacciatori di bug sono diventati famosi, come il ricercatore Laxman
Muthiyah, che lo scorso febbraio scopr
allimprovviso di avere la capacit di
cancellare con un solo clic tutte le foto
caricate su Facebook miliardi di immagini persi per sempre a causa di un
errore di programmazione relativamente semplice. Muthiyah segnal la
cosa a Facebook, che lo ricompens
con 12.500 dollari.
Per chi deve assicurare la nostra sicurezza, dalla polizia ai tecnici informatici dentro alle aziende, spesso linternet delle cose un mondo tutto nuovo. La sicurezza digitale da sempre
un gioco allinseguimento in cui i buoni sono sempre indietro. A ogni nuovo bug, a ogni nuova minaccia, gli
esperti accorrono con una toppa, una
soluzione, un dito infilato nella diga. La
nuova generazione di oggetti smart potrebbe moltiplicare questi fenomeni, e
per gli esperti di sicurezza potrebbe diventare impossibile contenere tutti i
pericoli. Ma i vantaggi superano di gran
lunga le minacce, e sia le compagnie
sia gli stati hanno i mezzi per evitare gli
scenari peggiori. Temere le potenzialit di una tecnologia il modo migliore per perderne il controllo, chi ha paura della macchina intelligente sar il
primo bersaglio degli hacker.
Twitter @eugenio_cau

di Eugenio Cau

Fisher Stevens, Lorraine Bracco e Penn Jillette nel film Hackers, diretto nel 1995 da Iain Softley

LHACKER IN TASCA
Gli oggetti smart sono un tesoro per i pirati digitali. Tra orologi
e auto intelligenti, come evitare il disastro dellinternet delle cose
ternet of things. Prendi un oggetto qualsiasi e ci metti dentro un chip e una
connessione a internet. Lo rendi pi
utile, controllabile, intelligente. Crei
automobili che si guidano da sole, armi che mirano da sole, dispositivi medici che sanno cosa meglio per il paziente. Ma anche spazzolini da denti
smart che migliorano ligiene orale, forchette smart che ti aiutano con la dieta, case smart che dinverno accendono
il riscaldamento prima che torni a casa dal lavoro. E una delle pi promettenti industrie del mondo, e una delle
innovazioni che cambier le nostre vi-

E linternet of things: prendi


un oggetto qualsiasi e ci metti un
chip e una connessione a internet.
Lo rendi smart, ma vulnerabile
te. E stato un processo lento, che dai
supercalcolatori che occupavano una
stanza ha portato i computer prima nelle nostre tasche, con smartphone e tablet, poi ai nostri polsi, con gli
smartwatch, infine praticamente ovunque. Non c oggetto che non pu essere reso smart, ma non c oggetto smart
che non possa essere hackerato. E una
minaccia da cui gli esperti ci mettono
in guardia da anni: se connesso a internet, violabile, e gli esperti di sicurezza ci stanno dimostrando che la nostra promessa di vita fatta di dispositivi connessi e intelligenti rischia di tra-

sformarsi in un incubo.
Questa settimana si tenuta a Las
Vegas la conferenza annuale Black Hat,
uno dei pi importanti eventi al mondo sulla sicurezza informatica. I partecipanti a Black Hat vengono dalla comunit hacker, e amano provocare.
Questanno uno dei temi della conferenza era linternet delle cose, e gli organizzatori dei workshop di Las Vegas
hanno deciso che lanciare allarmi accorati era inutile: nessuno capir il pericolo fino a che non glielo mettiamo
davanti, fino a che non gli mostriamo
che possibile. Alla Black Hat di questanno degli esperti di informatica
hanno spiegato a centinaia di persone
come hackerare delle automobili alla
stregua della Jeep di Wired e come violare altri oggetti di tutti giorni resi
smart da una connessione internet.
Lintento era provocatorio, ma liniziativa ha generato polemiche: non
diffondendo insicurezza che si fa sicurezza online. In un workshop parallelo
gli esperti hanno mostrato come hackerare una centrale elettrica fino a portarla al collasso.
Non necessario immaginare il caso peggiore, quello del terrorismo: criminali digitali capaci di entrare nei device e ordire dal divano di casa e senza sporcarsi le mani omicidi perfetti, in
cui le automobili (o gli autobus, o le metropolitane) escono di strada per sbaglio o in cui la dose di farmaco somministrata si per sbaglio rivelata
mortale. Non nemmeno necessario

immaginare la capacit di ricatto che


un dispositivo hackerato pu comportare: pagami o ti distruggo la casa facendo esplodere il microonde intelligente.
Non c bisogno di immaginare un
mondo distopico per comprendere la
minaccia: gli hacker hanno molta pi
fantasia di cos. Racconta lEconomist
in un articolo pubblicato lo scorso mese, per esempio, che nel 2014 i ricercatori dellistituto di ricerca Sans Institute hanno scoperto un botnet, un programma informatico, inserito di nascosto nei videoregistratori digitali, i successori dei registratori a cassette. Il
netbot non provocava danni al possessore del registratore, ma usava la potenza di calcolo dellapparecchio per
fare mining dei bitcoin una procedura legale per ottenere denaro digitale. Senza che nessuno se ne accorgesse, in pratica, gli hacker facevano soldi
facili alle spalle degli utenti ignari. Ci
sono esempi pi preoccupanti. I sensori che gestiscono le abitazioni smart
sanno quando nessuno in casa, e un
topo dappartamento particolarmente
sveglio potrebbe servirsene per sapere
quando entrare indisturbato. I processori degli elettrodomestici intelligenti
possono essere usati per fare bitcoin,
ma anche per diffondere materiale illegale, protetto da copyright o perfino pedopornografico. LEconomist ha un altro esempio interessante: anche lultima bambola Barbie venduta da Mattel
smart. E collegata a internet, e risponde a tono alle domande esatta-

mente come fa Siri, lassistente digitale degli iPhone: invia la domanda a un


cervellone centrale, che elabora la risposta. Se un hacker violasse il sistema
e Barbie iniziasse a insultare i bambini, per Mattel non sarebbe una buona
pubblicit. Ci sono anche piccoli ricatti di minor portata. I due ricercatori
che hanno preso possesso della Jeep
potrebbero decidere di bloccare gli
sportelli dei fuoristrada e far pervenire al malcapitato una richiesta di denaro, da versare su un conto in Russia, se
vuole riavere la sua macchina.
Ci sono molte ragioni per entrare nel

I pessimisti immaginano scenari


apocalittici in cui saremo preda
del terrorismo informatico. Ma
le soluzioni esistono
panico. Lesercito cinese, per esempio,
ha vietato ai suoi soldati di indossare
smartwatch come lApple Watch perch teme che possano essere usati per
ottenere informazioni preziose. C anche chi, come lesperto di tecnologia
Evgenij Morozov, convinto che linternet delle cose potrebbe diventare uno
strumento dellautoritarismo, e aiutare
governi malevoli a prendere il controllo delle abitudini e delle debolezze delle persone. I pi pessimisti immaginano scenari apocalittici in cui le nostre
vite saranno a disposizione degli
hacker. Il ragionamento semplice: pi

ANNO XX NUMERO 186 - PAG V

IL FOGLIO QUOTIDIANO

SABATO 8 AGOSTO 2015

A SPASSO CON LINGEGNERE


Parise lo spupazzava sulla spider rossa. E lamico Gadda gli scriveva: Se mi vede Cecchi, sono fritto
isogna immaginarselo lingegner
Gadda, alto imponente, impacciato
nel suo impeccabile abito blu elettrico,
pieno di fisime, cerimonioso allestremo, assediato da scocciatori petulanti e
da editori pressanti. Alla fine del 1955,
lIngegnere trova casa sulle pendici di
Monte Mario e si trasferisce in quella
che sar lultima sua dimora, un appartamento al secondo piano in una viuzza tra piazza Igea e la Camilluccia. S,
mi sono trasferito scrive al cugino Piero Gadda Conti oo trassloca. Sono
venuto a sbattere sulla catena di Monte Mario, molto extra-muros, a centotrenta metri sul mare e a ottanta sul fiume, in luogo ameno e salubre, presso il
manicomio Nostra Signora della Piet,
che confido avr piet anche di me.
Come sempre lIngegnere disperato,
ma sa essere spiritosissimo. Il nuovo
alloggetto, misero bugigattolo per ripararvi le ossa, in una palazzina di diciotto appartamenti di via Bernando
Blumenstihl (tige fleurie). Sto al 19, con
ascensore al secondo piano, interno
13, spiega sempre al cugino. Gadda
un amante della litote e un cultore della presa in giro di s inesorabile e continua. Va bene. Ma bisogna leggere la
quarta di copertina della prima edizione del Pasticciaccio, Garzanti 1957,

finiti, di capitoli mai scritti. Nella conversazione bruciata, sulla spider scrive Gadda a Citati nellagosto 1961 Parise mi ha suggerito la possibilit di un
mio articolo sullerotismo ingenerato
dalla idea spider scarlatta inglese fodere marocchino, cil. 1600, sulla ciurma
che la vede passare, specie ragazze, vigili, carabinieri, poveri. Ma non ne far
nulla, per quanto tutte le battute sue (di
Parise) non fossero che conferma di
molte mie idee. Nella stessa lettera a
Citati, lo scrittore descrive le doti del
suo giovane amico scrittore e pilota di
spider. Parise mi sembra un intelligente e un geniale, anche come osservatore e interprete, certo un po pazzo-afreddo in direzione pittorica e talora un
tantino o un tantone surreale, ma molto
pi viva e vitale del surrealismo alquanto gelido e congegnato di Landolfi. Parise un surreale dimpeto, immediato e
spontaneo. E mai definizione fu pi ficcante, tanto da indurre in chi legge oggi
quelle lettere il desiderio di attingere ai
brandelli di conversazioni tra i due, per
ricostruire la traccia dei loro scherzi e
della loro amicizia, della loro consuetudine quotidiana. Fammi un po di coraggio con le tue trovate, con i tuoi racconti! Sai quanto mi divertono, quanto
mi aiutano a dimenticare la vita che
non vorrei vivere, scrive Gadda a Parise il 19 gennaio 1963.
Putroppo il carteggio, anche se corre-

A Roma, dove si era trasferito


nel 1955, il Gran Lombardo
viveva in stato di ansia continua,
pressato da Einaudi e Garzanti

La speranza di Gadda, poter


tenere stretta la mano di un essere
clemente e intelligente come te,
al momento di dovermene andare

per avere la percezione esatta del contesto antropo-geografico in cui lo scrittore sera immerso. Vive nella capitale
della Repubblica a quattordici chilometri dal centro, in una casa di civile
abitazione, confortato nottetempo dagli
ululati dei lupi e tutto il giorno dai guaiti di copiosissima prole, non sua, ma
egualmente cara e benedetta. Gadda
ha lasciato limpiego di giornalista culturale presso i programmi della Terza
rete radiofonica della Rai, per passare
al libro paga di Livio Garzanti, editore
dispotico che punta su di lui per il Pasticciaccio, romanzo che nellestate
del 1957 lo confermer fra i grandi scrittori del Novecento. Ma un neuropatico, pieno di ansie, angosciato dalla paranoia, in balia di mille sensi di colpa
e di centomila ossessioni che per non
riescono a isolarlo del tutto dal genere
umano. Monte Mario allepoca non ancora quel quartiere congestionato dal
traffico che conosciamo. E una ridente
periferia residenziale, meta di tanti
inurbati di fresca nomina, giunti soprattutto dal sud, ceto medio e borghesia
professionale, e dove si respira unaria
agreste, grazie ai molti alberi e al verde rigoglioso, alla natura un po selvatica in cui si fa strada lantica via Trionfale. I palazzi che negli anni spunteranno come funghi, tanto che Gadda parla
di fungagione edilizia allepoca sono
ancora circondati da prati che si stagliano sulla linea dellorizzonte, da
campi e campetti percorsi da beate
greggi di pecore e da pastori in ciocie
che manducano pane e formaggio, mentre intorno a loro risuona leco del motore delle rare Topolino di sposini fortunati che arrancano sul viale delle Medaglie dOro. Quanto ai lupi che Gadda
sente ululare, trattasi di un upgrading di
specie. Grazie alla testimonianza di
Giulio Cattaneo, suo collega ai programmi culturali di Radio Tre, Domenico
Scarpa, che ha amorevolmente curato il
carteggio Gadda-Parise 1962-1973, (Se
mi vede Cecchi, sono fritto, 346 pp., 18
euro, Adelphi editore) oggi infatti sappiamo che a notte, il monte era buio
con rari e moribondi fanali e ululati di
cani in lontananza che Gadda promuoveva a lupi.
La nuova casa dellIngegnere era al
secondo piano di un edificio anonimo,
costruito in una discesina immersa fra
gli alberi. Era una casa piena di libri
con alcuni quadri appoggiati alle pare-

dato di note esaurienti, molto lacunoso. Contiene solo quindici lettere superstiti di Gadda, scritte in dieci mesi, tra
lottobre 1962 e il marzo 1963. Quelle di
Parise sono irreperibili o perdute, certo si possono ricostruire dalle prime,
ma che perdita, se pensiamo alle uniche tre che rimangono, feroci e tenerissime, dove lautore del Ragazzo morto
e le comete confessa al vecchio scrittore la sua ammirazione. Ieri, in libreria, sfogliando La Madonna dei filosofi,
ho fermato lo sguardo nello sguardo del
cane Puck, l dove parli della sua evanescenza nel nulla, della sua, insomma,
vanificazione, e ho provato una profonda commozione; al veder colare nel
muffito e buio fondo del niente i prismi
e le filosofie tedesche come scintille pirotecniche di sempre troppo breve vita.
E ancora una volta la mia ammirazione
per te si confusa in una sorta di rapido scioglimento dellanimo, di ineffabilit senza precetti, e senza pi parole e
gesti: autoproducentesi. Di Parise in
compenso restano i ritratti di Gadda, le
interviste rilasciate sullo scrittore, dalla faccia ribollente, come quella di Polifemo, che ti lascia attonito.
Nel 1963 egli rese omaggio allo scrittore in un elzeviro del Corriere della
Sera, che Gadda pare non prese proprio
benissimo, ma tant. Lingegnere sorrise dolcemente: capiva il cane, la fatale labirintosi genetica, la sua condizione date le fatalit, il suo mero apparire, quella sua povera allegria che emanava gli odori di tutte le miserie Capiva il probabile e limprobabile, il calcolo combinatorio delle infinite universali infelicit, i filobus e gli zelanti abitatori della polvere, ragionieri delle
malattie e dei decadimenti terrestri, capiva locchio del cardinale, lo sguardo
riflettore sulle curve, parabole o iperboli del mondo. E da questa attenzione
profonda, da questo modo di scrutare
linvisibile, indice di dedizione completa, si capisce come mai lipocondriaco
Gadda, a sua volta, fosse cos preso da
quel giovane amico scrittore, sensibile
allo spasimo e al tempo stesso ribaldo,
pieno di vita e per disperato, capace di
beffe atroci ma lacerato da un senso
acuto del nulla. Vedeva in lui un altro
se stesso, un se stesso pi giovane, forte,
straffottente e vitale. Per questo sperava di poter tenere stretta la mano di un
essere clemente e intelligente come te,
al momento di dovermene andare.

di Marina Valensise

Goffredo Parise in un ritratto di Mario Schifano. Se mi vede Cecchi, sono fritto il titolo del carteggio tra Carlo Emilio Gadda e lautore del Prete bello. Lo ha pubblicato Adelphi

te, perch Gadda, racconta sempre Cattaneo, non sopportava il chiodo che entra nel muro, e forse ancora meno il
buchetto inciso nel muro una volta affisso il quadro. Sar l che lo scrittore vivr diciotto anni, fino alla morte nel
1973, e sar l che nel luglio del 1957 licenzier il suo grande romanzo non finito, Quer Pasticciaccio brutto de via
Merulana, il che da solo (e mi rivolgo
ai forse immemori amministratori della
XIX Circoscrizione) varrebbe un monumento civico o quantomeno lapposizione di una targa commemorativa. Affidato alle cure della fedelissima Giuseppina, Gadda viveva in stato di ansia continua, per le pressioni congiunte di Giulio Einaudi e Livio Garzanti, i due editori rivali e concorrenti. Il primo aveva
pubblicato cose sue sin dalla guerra, e
insisteva per ristampe e nuove antologie, mentre il secondo bramava lesclusivo romanzo. Intanto lo scrittore era
circondato da giovani amici di sicuro talento, grandi promesse della letteratura
e delleditoria come Pietro Citati, Giancarlo Roscioni, Goffredo Parise, che
sar la sua passione, e Alberto Arbasino, intrattenitore irresistibile. Trenten-

Il carteggio rivela tutte la vitalit


di quel legame improbabile fra un
trentenne ribelle e sportivo e il
vecchio scrittore ipocondriaco
ni, provinciali, divertentissimi, i due
scrittori allepoca erano dotati di identica auto sportiva, una spider rossa biposto inglese, la famosa MGb 1600 decappottabile, e coltivavano la stessa
amicizia intensa e indefettibile per il
Gran Lombardo, afflitto da sensi di colpa e da deliri di persecuzione, in bala
di timidezze e paranoie pi o meno gravi, ma sorprendentemente in grado di
assortirli e combinarli con un sottile e
imprevedibile senso dellumorismo, col
gusto del paradosso, con lamore del
grottesco, frutto di una disperazione

senza scampo che pure trovava sollievo


in una rappresentazione senza complessi del ridicolo.
Gadda era irresistibile. Nei suoi Ritratti italiani, Arbasino ne ha descritto la fascinazione, la sapienza, la follia.
E in un recente incontro a Parigi, allIstituto italiano di cultura (troverete il video su YouTube) ha rievocato la mitezza
apprensiva e assai divertita con cui lIngegnere si prestava ai tremendi scherzi
di Parise e alle sue goliardate continue.
Un giorno costui, dallufficio postale di
piazza Igea, sped alla signora Bellonci
un pacco contenente carta straccia assemblato in forma di un fallo gigante.
Possiamo solo immaginare limbarazzo
misto a terrore, la paura di essere scambiato per il mittente del pacco, e le risate dei due, ai danni dellignara scrittrice, egeria della societ letteraria romana di quegli anni, e musa del premio
letterario pi ambito dItalia, lo Strega,
che si vide recapitare losceno pacchetto. Il carteggio pubblicato ora da
Adelphi rivela tutte le pieghe di unamicizia sui generis, e la vitalit di quel legame improbabile fra un trentenne ribelle e sportivo, molto in preda allo
sfott e allinquietudine esistenziale, e
il vecchio scrittore ultrasettuagenario e
ipocondriaco, desideroso di vita. Consuetudine, affetto, empatia, non poche
gaffe, molti passi falsi, qualche figuraccia pullulano in queste pagine, come
quando Gadda per scaricare i suoi sensi di colpa propose a Garzanti di ristampare i primi romanzi di Parise, e addirittura inizi a pensare a una sua prefazione, anche se Parise in quegli stessi
anni stava scrivendo Il padrone, romanzo molto autobiografico sul tirannico editore. Poi ci sono le levate di scudo,
lindignazione e la sofferenza di Gadda,
escluso dal primo Premio Feltrinelli, a
vantaggio di Montale, che in parte lodiava e lirrideva, o esaltato dal Premio
Formentor, che arriv troppo tardi,
quando il desiderio di riconoscimento
era svanito. Tanti fili fatti di passione, di
scambi di idee, di affinit, di ammirazio-

ne profonda, legavano quei due esseri


cos distanti e i loro mondi apparentemente incompatibili: da un lato, cera la
leggiadria, il sogno, la semplicit, la sintassi cristallina di Parise, che era uno
sportivo senza complessi, sciatore, grande amante della natura e delle donne e
aveva un suo stile singolare per tradurre sensazioni ineffabili, come il vento
sulla pelle, lacqua di mare sulle guance, la scoperta di una sinestesia inattesa. Dallaltro cera la gravitas, farraginosa e intricata, di Gadda, con la sua predilezione dello gnommero, la ricerca
spasmodica di concause, di varianti impercettibili, in una logica delirante eppure dotata di un ordine misterioso, tanto pi implacabile quanto pi assurdo
e imprevedibile.
Per scoprire cosa avessero in comune Gadda e Parisi, e perch per una
breve e intensa stagione divennero tanto amici, amici intimi, inseparabili, legatissimi e devoti luno allaltro, nonostante le differenze di et e di esperienza, bisogna leggere questo carteggio favoloso, pieno di vuoti, di lacune, di lettere mancanti, e per magico perch rivelatore dellessenza di unamicizia tra
due grandi della letteratura del Novecento. I due si conoscono per caso a Napoli, nellautunno del 1958 in un convegno di scrittori europei. Gadda allepoca ha sessantacinque anni. Parise non
ancora trenta. Lamicizia tra loro sboccia qualche anno dopo. Nella primavera del 1960 Parise si trasferisce a Roma
con la moglie Mariola. E un giovane
scrittore di successo. Il prete bello, il
suo terzo romanzo, scritto a 25 anni e
pubblicato da Garzanti, stato un bestseller. Ma luomo inquieto, smagato,
gi deluso dalla vanit e dal successo,
in cerca di nuovi stimoli. Ozio supremamente bene fingendo acuti ragionamenti e studi, mintano in questa Roma
di papi e topi (sembra un rebus), mimbuco nelle baracche e nelle stradine
scrive al maestro Comisso guardo le
nuvole che passano notturne sopra le
cupole di questa citt di Aladino, rapi-

de e gonfie quasi di sangue, con un leggero ma costante fruscio come di marina. Vivo insomma intensamente ancora
i giovani anni che mi restano, nel modo
che mi pi congeniale, nellestro e nel
disordine dellavidit, nel sogno e nellavventura.
Venuto a Roma come sceneggiatore,
anche lui va a vivere a Monte Mario, a
cinquanta metri da Gadda. E infatti il
vecchio scrittore e ingegnere che consiglia a Parise di comprare quellappartamento in via della Camilluccia 201 per
18 milioni, dopo averlo visitato insieme
a lui e misurato di sana pianta, valutando metratura, esposizione, struttura, rifiniture. Per due anni, i due vivranno in
perfetta simbiosi. Gadda presissimo
da quel ragazzo triste e irresistibile, che
litiga tutto il giorno con la moglie contadina, e passa a prenderlo per caricarselo sulla spider rossa, e andare a zonzo
per la citt e dintorni. Parise un autodidatta, un figlio di NN. Ha frequentato
pessime scuole, sogna un maestro vero,
assoluto, indiscutibile e trova quel vecchio scrittore, lievemente paranoico, di
cui non ha nemmeno letto i libri, di
quellanimo in pena sacrificato ad mor-

Fammi un po di coraggio con


le tue trovate, con i tuoi racconti!
Sai quanto mi divertono, quanto
mi aiutano a dimenticare
tem, come si autodefinisce, pervenuto
alla vecchiezza a traverso il silenzio,
come scriveva Tacito, eppure ancora desideroso di vita, di ebbrezza, di giovinezza, tanto da salire in macchina accanto a
lui e sudare freddo, con una mano in
fronte e laltra sul freno, trattenendo il
fiato, mimando, senza farsene accorgere, una sorta di finta, esorcizzante, immaginaria frenata, come scrisse Parise.
Lamicizia tra i due un romanzo a s.
Un delirio di emozioni, fatto di attesa, di
desiderio, di aiuto spesso non richiesto,
ma anche di scambi di idee, di spunti in-

ANNO XX NUMERO 186 - PAG VI

IL FOGLIO QUOTIDIANO

SABATO 8 AGOSTO 2015

Un genio di lettere e inquietudini

di Giuseppe Marcenaro

harles Lenormant, larcheologo che,


accompagnando Champollion in
Egitto, aveva assistito con partecipato
stupore alla decrittazione dei geroglifici, cominci a leggere con tono impersonale. Lenormant leggeva un testo che,
come indicato da una annotazione, era
stato portato a termine il 4 ottobre 1811,
alla Vall-aux-Loups. Quattro anni or
sono, comprai vicino al casale di Aulnay, nei pressi di Sceaux e di Chatenay,
una casa di campagna, nascosta tra le
colline coperte di boschi. Il terreno disuguale e sabbioso che apparteneva alla casa era un frutteto selvatico in fondo al quale si trovava la gola di un torrente e un ceduo di castagni. Questo

Tutta la sua vita, quando volle


dedicarla alla politica, fu
influenzata dal dominio dei
sentimenti. Temeva le ombre
spazio ristretto mi sembr adatto a rinchiudere le mie lunghe speranze.
Nel 1819, dopo la rovina finanziaria
del marito, madame Rcamier al suo
ritorno a Parigi dallesilio impostole da
Napoleone nel 1811, si era installata
nellex convento dellAbbaye-aux-Bois,
allinizio del faubourg Saint-Germain.
Occupava un ampio appartamento al
terzo piano. A casa sua aveva organizzato per due mesi, a cadenze settimanali, una lettura pubblica. A Lenormant si sarebbe alternato Jean-Jacques Ampre, scrittore, figlio del celebre fisico.
Era il pomeriggio del 18 febbraio
1834 quando, nel salotto di Juliette Rcamier, Lenormant cominci a rendere
pubblico lancora inedito Memoires de
ma vie. Lautore le vagheggiava da almeno trentanni. Per assistere alla letture e cominciare far conoscere la nuova opera di Chateaubriand, vero e proprio resum di una vita, di cui da tempo si parlava, madame Rcamier aveva
accolto in salotto, oculatamente selezionati, i pi promettenti giovani letterati e i redattori di importanti giornali.
Attorno al lettore di turno si trovarono
cos Charles Augustin de Sainte-Beuve,
allora trentenne, Edgar Quinet, Alfred
Nettement, Lonce de Lavergne La
promozione del libro che ancora non
cera, abilmente orchestrata, fu accolta
con interessato favore. I Mmoires di
Chateaubriand, a parte la sua interpretazione di fatti pubblici e privati, ripercorrevano, dal suo punto di vista, ovviamente con impuntature caratteriali,
uno dei periodi pi controversi e discussi della storia di Francia. Lagognante pubblica curiosit sarebbe sta-

CHATEAUBRIAND,
MEMORIE
DI UNA VITA
INSEGUITA
DALLA STORIA
Ha conosciuto il lusso, i giacobini, la Rivoluzione.
Era un conservatore tenace, ma lossessione
per Napoleone lo ha accompagnato per mezzo secolo.
Come Sainte-Beuve ha letto la sua opera
carsi alla politica, fosse influenzata dallincontrollato dominio dei sentimenti.
Dalla solitudine. Dalla paranoia e dalla paura di continui complotti nei suoi
confronti. Temeva le ombre.
Forse bisogna partire dal padre, da
Ren-Auguste de Chateaubriand, di famiglia nobile bretone, caduta in miseria. Fattosi marinaio, partecipava alle
battute di pesca del merluzzo a Terranova e come molti uomini di Saint-Malo si volse alla pirateria, che pratic nelle Antille. Si arricch. Dal duca di Duras
comper allora il castello di Combourg
e il titolo di conte. Soddisfece cos la
propria ambizione di resuscitare lonore e le fortune passate degli Chateaubriand.
Il visconte Franois-Ren de Chateaubriand, nacque a Saint-Malo nel
1768. Dal padre eredit lorgoglio e il diritto di aspirare a quanto pretendeva gli

fosse dovuto: intanto perch era un bretone e poi perch lascendenza familiare sua affondava nella storia. Non c orgogliosa arroganza pi grande di quella di un uomo che preveda la propria
sorte facilitata dalla casta cui appartiene e si trovi, passabilmente deluso, tra
amarezza e rimpianto, a causa delle
aspirazioni mancate, negate degli imprevedibili accadimenti della storia. La
sorte fece vivere Chateaubriand in contingenze politiche e sociali in continua
mutazione. Alle quali non sempre seppe adattarsi. Nella prima giovinezza
aveva vagheggiato la vocazione religiosa. Scelse una blanda carriera militare
e divenne cadetto-gentiluomo. Frequentando, a Parigi, alcuni homme de
lettres, sembr trovare nella letteratura
la sua ragion dessere. Lanno prima del
fatale 89, esord con Lamour de la
campagne, uno dei suoi Tableaux de

la nature, pubblicati nellAlmanach


des Muses. Gli erano allora compagni
poeti inquieti, che percepivano aleggiare il vento di una remissione sociale. Loro aspiravano romanticamente a
vivere in un mondo di bucoliche bellezze. Erano letterati in bilico tra un
mondo che stava ormai inevitabilmente
tramontando e dubbiosi su ci che sarebbe potuto succedere. Mentre londa
montava, Chateaubriand si appassionava a Corneille e a Rousseau.
Nei giorni della presa della Bastiglia, dalla finestra del suo albergo, vede le teste di Foulon e Berthier issate
sulle picche dei rivoltosi. Gli assassini si fermarono davanti a me, mi tesero le picche cantando, dimenandosi,
saltando per avvicinare al mio viso le
pallide maschere. Locchio di una di
quelle teste, uscito dallorbita, pendeva
sul volto cupo del morto; la picca attra-

versava la bocca aperta e i denti mordevano il ferro. Briganti!, esclamai


pieno di unindignazione che non potei
contenere E questa la vostra libert?. Se questa la rivoluzione
Chateaubriand ne disgustato. Ancor
pi sentir crescere la sua disapprovazione quando, sugli Champs-Elyses assister allarrivo a Parigi della famiglia
reale scortata da trentamila manifestanti minacciosi e ilari.
Vivere a Parigi costa. Chateaubriand
si indebita. Un lontano parente, Flix
de La Morandais, figlio dellintendente
di Combourg, cui si rivolge, possiede
una fabbrica di calze ad Angers. Non ha
denari da prestargli. Pu offrirgli una
partita di mercanzia perch se la venda.
Non certo immaginabile il romanticissimo Franois-Ren da poco ammesso,
pur nel trambusto generale, allordine
dei Cavalieri di Malta, far smercio di

calze. Nei Memoires non v il minimo cenno a questa eccentrica attivit.


Una fitta corrispondenza con La Morandais prova tuttavia quanto Chateaubriand nella realt fosse un abilissimo
commerciante.
Nella primavera del 1791, in piena rivoluzione, impressionato dagli eccessi
popolari, si imbarca per lAmerica. Salpa da Saint-Malo sul brigantino SaintPierre, diretto a Terranova per la pesca
del merluzzo. Si unisce ad alcuni preti
refrattari che si recano in America per
fondarvi un seminario. La municipalit
di Saint-Malo, dominata dai giacobini,
soltanto a seguito di una lunga trattativa
autorizza il Saint-Pierre a partire. Dopo
quasi tre mesi, con vari scali, sbarca a
Baltimora. Franois-Ren passa oltre
un anno nelle foreste dellAmerica del

Nella primavera 1791, in piena


rivoluzione, parte per lAmerica.
Lorgoglio di casta lo spinge a
incontrare George Washington
nord. Vive in mezzo agli indiani. In quei
paesaggi prova una profonda solitudine,
il riflesso al suo stato desiliato volontario. In Francia nessuno si era comunque accorto della sua assenza. Lorgoglio di casta lo spinge a trovare la strada per incontrare, a Filadelfia, George
Washington. Una brevissima visita domaggio. Uno scambio di convenevoli.
Quando, dopo un anno, ritorna in Europa, la situazione in Francia andata oltre ogni possibile previsione. Capita nel
pieno del Terrore.
Consigliato dalla famiglia, deve trovarsi una moglie capace di proteggere
i suoi beni. La sorella Lucile aveva individuato unereditiera: la sua amica
Cleste Buisson de La Vigne, orfana di
entrambi i genitori, allevata dal nonno,
ex governatore di Lorient.
Avevo visto mademoiselle de Lavigne s e no tre o quattro volte; riconoscevo da lontano il suo mantello rosa ornato di pelliccia, labito bianco e la
chioma bionda che si gonfiava al vento,
mentre, in riva al mare, mi abbandonavo alle carezze delle mie vecchie amanti, le onde. Non sentivo in me nessuna
delle qualit che deve avere un marito.
Tutte le mie illusioni erano in vita, avevo ancora tutto il mio ardore, anzi lenergia della mia esistenza era stata raddoppiata dai viaggi Quella persona
con la quale dovevo ancora fare conoscenza mi diede tutto ci che potevo desiderare. Non so se sia mai esistita
unintelligenza pi fine di quella di mia
moglie: intuisce le parole e il pensiero
sul nascere nella fronte o sulle labbra
della persona con cui sta conversando:
ingannarla su qualcosa impossibile.
Dotata di uno spirito originale e colto,

Aveva vagheggiato la vocazione


religiosa. Scelse una blanda
carriera militare. Trov poi nella
letteratura la sua ragion dessere

Deve trovarsi una moglie


capace di proteggere i suoi beni.
Non sentivo in me nessuna delle
qualit che deve avere un marito

ta soddisfatta. Qualcuno avrebbe potuto


anche scommettere fin a qual punto si
sarebbe spinta lautobiografia dellormai celebrato autore del Gnie du
christianisme. Se onestamente avesse
scritto dei fatti in cui era stato coinvolto, dei regimi attraversati e delle numerose amanti con le quali si era accompagnato lungo tutta la vita, aggirando il perpetuo e tollerante silenzio della moglie.
Le memorie apparvero un mlange
tra lo Chateaubriand privato, volto a
esaltare i propri sentimenti con lirismo
romantico, e lo Chateaubriand pubblico, evocante unepoca con il piglio del
memorialista. Le due anime, sovrapponendosi, mutavano. Scoprivano come
tutta la sua vita, quando volle intrinse-

capace di scrivere nel modo pi arguto,


di raccontare meravigliosamente, madame de Chateaubriand mi ammira
senza aver mai letto due righe delle mie
opere.
A met maggio del 92 FranoisRen, la moglie Cleste e le sorelle Lucile e Julie si stabiliscono a Parigi, in
casa della marchesa di Villette. Chateaubriand ritrova gli amici letterati, ormai tutti ferventi sostenitori della rivoluzione. A eccezione di Louis-Marcelin
de Fontanes che si ritirato dalla scena. Il groviglione rivoluzionario dilaga.
Franois-Ren viene spinto da Malesherbes a unirsi allesercito dei principi: i fratelli di Luigi XVI e i Cond. Con
il fratello Jean-Baptiste decisamente
schierato con i monarchici, aderente a

Louis Dupr, Festa in onore della granduchessa Elena di Russia offerta dallambasciatore di Francia, il visconte di Chateaubriand, nei giardini di Villa Medici il 29 aprile 1829

ANNO XX NUMERO 186 - PAG VII

IL FOGLIO QUOTIDIANO

SABATO 8 AGOSTO 2015

un club dnrags cos erano schifati


dai rivoluzionari i realisti accesi
Franois-Ren lascia Parigi. I due fratelli Chateaubriand si spacciano per
bottegai di vino per i soldati rivoluzionari alle frontiere. Partono per lavventura e si trovano coinvolti in una vera e
propria guerra. Il fratello Jean-Baptiste
vuole rientrare a Parigi per sfuggire alla legge che condanna gli emigrati al
bando e alla confisca dei beni.
Franois-Ren vaga per la Francia in
preda alla dissenteria. Si rifugia nellisola di Jersey, dove sera ritirato lo zio
Bede al quale erano state confiscate le
terre. Qui, in preda alla febbre, Chateaubriand rimane per qualche settimana tra la vita e la morte. A Jersey apprende, chiss per quale via, che in una
Parigi in cui gronda sangue, la moglie

braccia sulle spalle delluno e dellaltro, era raggiante duguaglianza e di felicit.


Il vento ancora cambiato e Chateaubriand rinuncia a rincorrere incarichi. Muore la moglie Cleste. Riceve
dalla duchessa di Berry lofferta di far
parte di un governo segreto da lei vagheggiato. Rifiuta invitandola a desistere da progetti eversivi. Eppure il 16
giugno 1832 viene arrestato, sia pur per
pochi giorni, ritenuto complice della di
Berry nella congiura contro Luigi Filippo. Per Charteubriand tardi, troppo tardi. Deve proseguire nella redazione delle memorie. Vive di prestiti. In
un appartamento di rue du Bac, il 4 luglio 1848, Chateaubriand muore, assistito da madame Rcamier, ormai cieca. I Mmoires doutre-tombe escono

Nel 1793 fugge a Londra. La


madre viene arrestata, il castello
di famiglia confiscato. Il fratello
e sua moglie sono ghigliottinati

gli occhi fissi su madame


Rcamier. Mi domandavo se
quello che vedevo fosse un ritratto
del candore o della volutt

Cleste e le sorelle Julie e Lucile sono


in salvo grazie a madame de Ginguen,
che aveva dato loro asilo in casa propria. Poi si sono rifugiate a Fougres.
Il 27 gennaio 93 la testa di Luigi XVI
cade nel cesto sul palco della ghigliottina. Malesherbes aveva difeso il re durante il processo segnando la sua condanna e quella dei suoi, compresi gli
Chateaubriand, unicamente perch imparentati con lui.
Ren Chateaubriand fugge a Londra
dove, in una totale precariet, vivr di
traduzioni e di lezioni in una scuola privata. Ed a Londra che, nel 97, pubblica la sua prima opera: Saggio sulle antiche e moderne rivoluzioni in rapporto alla Rivoluzione francese, in cui
esprime delle idee politiche e religiose

postumi dal gennaio 1849 allottobre


1850, in dodici volumi, preso leditore
Penaud.
Luscita in volume degli attesi Mmoires fa ritornare con la mente alla
curiosit che avevano gi suscitato dopo lormai antica anteprima del 1834,
quando Lenormant e Ampre ne avevano pubblicamente letto parti, nel salotto di madame Rcamier. Erano usciti allora articoli estremamente elogiativi di Jules Janin e Edgard Quinet sulla
Revue de Paris, di Alfred Nettement
sullEcho de la jeune France e naturalmente di Sainte-Beuve sulla Revue des
Deux Mondes, un articolo raccolto poi
tra i Portraits contemporains.
Sainte-Beuve consacrava il ruolo letterario di Chateaubriand, riconoscen-

Franois Grard, Ritratto di madame Rcamier, 1805 (Parigi, Muse Carnavalet)

Incantato da Juliette Rcamier, non ruppe mai con la moglie Cleste:


Mi ammira anche se non ha letto nemmeno due righe delle mie opere
che poi contraddir in opere successive. Mentre a Londra la madre viene
arrestata. Trasferita a Parigi reclusa
alla Maison des Anglais, poi alla Maison
de force Egalit, annessa alla Conciergerie. Il castello di famiglia di Combourg confiscato, il mobilio venduto
allasta. Malesherbes, il fratello JeanBaptiste e sua moglie Aline, nipote di
Malesherbes, sono ghigliottinati.
La tragedia che ha colpito la famiglia, dir, stata determinante per la
sua conversione. Comincia a scrivere
il Gnie du christianisme. Lo legge a
Fontanes, da quel momento suo esclusivo punto di riferimento letterario. E
sar proprio Fontanes, entusiasta del
nuovo regime Napoleone Bonaparte
ha preso il potere con un colpo di stato
a indurlo a rientrare in Francia. Chateaubriand sbarca a Calais sotto il nome di Jean-David de Lasagne. Ha con s
la prima parte del Gnie du christianisme. Costretto, durante i giorni della Rivoluzione, a fuggire e a nascondersi, pensa sia finalmente venuto il suo
momento. Impenitente monarchico, sollecita lattenzione del nuovo potere.
Grazie allintercessione di Elisa Baiocchi, sorella del Primo Console e di Fouch riesce a ottenere lincarico di segretario dambasciata, a Roma, al seguito del cardinale Fesch, zio di Bonaparte. Nella propria autoconsiderazione tuttavia certo daver ottenuto lincarico presso lambasciata non per le
raccomandazioni, ma per il colpo di
fulmine da lui prodotto su Napoleone
durante una festa organizzata da Lu-

ciano, fratello del Console.


Bonaparte mi scorse, e mi riconobbe. Quando si diresse verso la mia persona, non si sapeva chi cercasse; le file
si aprivano luna dopo laltra; ognuno
sperava che il console si sarebbe fermato davanti a lui; egli pareva provare
una certa impazienza di fronte a tali
equivoci. Io sprofondavo dietro ai miei
vicini; a un tratto, Bonaparte alz la voce e mi disse: Monsieur de Chateaubriand! Allora rimasi da solo in vista.

La tragedia della sua famiglia,


dir, stata determinante per la
sua conversione. Comincia a
scrivere il Gnie du christianisme
La folla si ritir e rimanemmo a guardarci.
Dedic allora al Primo Console Napoleone la seconda edizione del suo
Gnie du christianisme, che era gi
unopera nota e di successo. Con una
furbata dimmagine leditore Mignaret aveva fatto apparire la prima edizione in concomitanza con il Te Deum
che, il 18 aprile 1802, giorno di Pasqua,
celebra solennemente, a Notre-Dame, il
ripristino del culto.
Il successo travolgente del Gnie du
christianisme esalta Chateaubriand.
Crede di potersi permettere ci che
vuole. In apparenza sta al gioco di Napoleone, il demiurgo che ammira e detesta. Per invidia. Si infila nei giri antibonapartisti. Rende visita a casa di madame de Stal, in rue du Mont-Blanc,
dove incontra per la prima volta Juliette Rcamier. Circa un mese dopo, un
mattino, ero da madame de Stal; mi
aveva ricevuto durante la toilette A un
tratto entr madame Rcamier, con un
abito bianco; si sedette al centro di un
divano di seta azzurra. Madame de
Stal, rimasta in piedi, continu la sua
animatissima conversazione, parlando
con eloquenza; io rispondevo appena,
con gli occhi fissi su madame Rcamier.
Mi domandavo se quello che vedevo fosse un ritratto del candore o della volutt. Non avevo mai concepito niente

di simile, e rimasi scoraggiato pi che


mai: la mia ammirazione amorosa si trasform in risentimento contro la mia
persona Madame Rcamier usci, e la
rividi solo dodici anni dopo.
Figlia di tal Jean Bernard, direttore
delle finanze sotto lAncien Rgime,
destituito durante il Consolato e di una
dama volitiva e salottiera, a sedici anni Juliette viene data in sposa a Jacques Rcamier, ricco banchiere, in
gran confidenza con i genitori, pi anziano di lei di oltre trentanni. I due
sposi avranno una relazione affettuosa,
Assolutamente platonica. Juliette, come si sapeva, era la moglie di suo padre. Figlia naturale dellamico di famiglia. Jacques Rcamier aveva voluto
sposarla per renderla legittima erede
della sua fortuna. Se si deve dar credito al ritratto di lei dipinto da
Franois Grard, e al celebre busto di
Joseph Chinard, capaci di effonderne
ancor oggi il suo charme, Juliette era
bellissima. Fascinazione che esaltava
con leleganza. Lanci la moda alla
greca: semplicissimi abiti di mussola
semitrasparente. Figura centrale tra
gli oppositori di Napoleone, il suo salotto accoglieva politici e intellettuali
cui la pompa imperiale urtava i nervi.
Il Salon del 1810 accolse il dipinto di
Anne-Louis Girodet de Roussy-Trioson,
detto Girodet Trioson, intitolato Uomo
che medita sulle rovine di Roma. Era
il ritratto di Chateaubriand al tempo in
cui era addetto dambasciata. A Roma
i rapporti col cardinale Fesch si erano
deteriorati. Chateaubriand credeva di
poter prendere in maniera autonoma
iniziative politiche di rilievo. Appena
arrivato, si era precipitato a rendere visita, allinsaputa del cardinale, a Vittorio Emanuele I, re di Sardegna abdicatario e al Papa Pio VII. Una grossa gaffe: la corte dei Savoia era un centro di
intrighi antinapoleonici e Pio VII non
era certo tenero con Bonaparte. Girodet aveva dato lultima mano al mio ritratto. Lo fece scuro come ero allora;
ma lo colm del suo genio. Denon accolse quel capolavoro al Salon; da nobile cortigiano, lo mise prudentemente in disparte. Quando Bonaparte pas-

s in rassegna la galleria, disse dopo


aver guardato i quadri: Dov il ritratto di Chateaubriand?. Sapeva che doveva esservi: furono costretti a tirar fuori il proscritto dal suo nascondiglio. Bonaparte, il cui slancio di generosit era
gi spirato, disse guardando il ritratto:
Sembra un cospiratore che scende dal
camino.
Lesordio nella carriera politica del
monarchico Chateaubriand era avvenuto grazie al pi controverso e geniale politico partorito dalla Rivoluzione.
Napoleone ossessioner Chateaubriand per quasi mezzo secolo. Non
senza esagerazione Sainte-Beuve assicura che Napoleone era lincubo di
Chateaubriand. Un rapporto ambivalente stemperatosi nellantipatia che,
tramontato il tempo dellImpero, aveva
accompagnato fino alla morte il vecchio
Chateuabriand il quale aveva ritoccato,
cambiato, riaggiustato, modificato con
la sua scrittura il profilo di quello che
considerava il suo centrale avversario.
Pi che un avversario un malessere.
Non poteva distaccarsene, non poteva
separarsene: Dopo aver subito il suo
dispotismo ci fa anche subire il dispotismo della sua memoria. Vivendo ha
segnato il mondo e anche da morto lo
possiede.
Caduto Napoleone, Chateaubriand
cerca di riciclarsi nella restaurazione. Aspira adesso a un ministero. E deluso nelle sue ambizioni: nel governo
Luigi XVIII ha nominato Talleyrand
agli Esteri, Fouch alla Polizia, il barone Louis alle Finanze. La sera, verso le
nove, andai a rendere omaggio al re.
Sua Maest aveva alloggio negli edifici
dellabbazia Dapprima entrai nella
chiesa; una porzione di muro attigua al
chiostro era caduta: lantica chiesa abbaziale era illuminata soltanto da una
lampada. Mi raccolsi in preghiera allentrata della cripta in cui avevo visto
discendere Luigi XVI: pieno di timori
per il futuro, non so se ho mai avuto il
cuore sommerso da una tristezza pi
profonda e pi religiosa. Mi recai poi da
Sua Maest: fatto accomodare in una
delle camere antistanti a quella del re,
non trovai nessuno; mi sedetti in un an-

golo e attesi. Allimprovviso sapre una


porta: entra silenziosamente il vizio appoggiato al braccio del crimine, Talleyrand che cammina sostenuto da Fouch; la visione infernale mi passa lentamente davanti, penetra nello studio
del re e scompare.
In realt riesce a ottenere un ministero, ma un infuriato Luigi XVIII lo destituisce quasi subito. Chateaubriand
aveva pubblicato il pamphlet Monarchie selon la Charte, in cui difendeva

Bonaparte alz la voce e disse:


Monsieur de Chateaubriand!.
Rimasi da solo in vista. La folla
si ritir e rimanemmo a guardarci
la monarchia parlamentare allinglese
e la libert di stampa. Accusava la nuova monarchia di ammettere nellamministrazione ex rivoluzionari e ex bonapartisti. Senza alcun incarico cade nelle ristrettezze economiche. Vende allasta la biblioteca. A consolarlo nella caduta ritrova madame Rcamier, con la
quale inizia una relazione sentimentale
che durer tutta la vita.
Il nuovo re Carlo X Chateaubriand
assiste alla sua incoronazione a Reims
lo nomina ambasciatore a Roma. Ha
con s la moglie Cleste, ma scrive ogni
giorno a Juliette Rcamier. La sera vita mondana. Lincarico fastoso. Dispone di una ventina di domestici. Dopo un
anno rientra a Parigi. E fedele a Carlo
X, il quale, dopo aver soppresso la libert di stampa, sciolto il parlamento
appena eletto, dopo tre giornate rivoluzionarie costretto ad abdicare. La
Camera dei Pari vuole chiamare sul trono vacante Luigi Filippo dOrlans.
Chateaubriand contrario. Luigi Filippo proclamato re dei francesi. Poi,
La Fayette entr nel Palais-Royal: il citoyen per poco non fu soffocato dagli abbracci del suo re. Tutta la reggia era in
visibilio. Le giacche occupavano i posti
donore, i berretti nei salotti, le bluse a
tavola con i principi e le principesse
la parola a chi la voleva; Luigi Filippo,
seduto tra La Fayette e Lafftte, con le

dolo quale fondatore, in Francia, della


poesia dimmaginazione, affermando
che tutta la scuola moderna discendeva pi o meno direttamente da lui, e poneva laccento sulla qualit della sua
scrittura. Egli uno di quegli autori
che mantengono la lingua perch osano metterla in moto e ringiovanirla.
Non fu lunica volta che Sainte-Beuve si
occup di Chateaubriand, soprattutto di
Mmoires doutre-tombe. Ci ritorn
nel 1850 in tre dei suoi celebrati Lund.
Era una lettura meno impressionistica
di quella del 1834. Pi meditata. Sottolineava la vanit persistente a amara di
Chateaubriand che a lungo andare diviene quasi unabitudine viziosa. Rammaricandosi, forse, che in opere di
questa sorta si giudicano il carattere e
la persona assai pi dellingegno dellartista. Non eluse il carattere complesso delle varie nature che convivevano in Chateaubriand, un uomo in politica appassionato e vendicativo. Sono
memorie che comunque tornano sempre a vantaggio dellamor proprio dellautore. Chateaubriand entrava in
scena in ogni occasione e recitava la
sua parte con dignit. La maschera
sanzion Sainte-Beuve in parte caduta; ma lautore ogni momento la riprende e se la aggiusta sul viso e, pure
riprendendola, se ne burla e vuole fare
come se non la mettesse.
Il testo di queste pagine tratto dalla prefazione al libro Chateaubriand
di Charles-Augustin de Sainte-Beuve,
pubblicato da Aragno.

ANNO XX NUMERO 186 - PAG VIII

IL FOGLIO QUOTIDIANO

SABATO 8 AGOSTO 2015

UN PARADISO RITROVATO
E lArcadia di Pierre Bonnard, un giardino idealizzato dove uomini e natura vivono
in perfetta armonia. Il Museo dOrsay dedica al pittore una maestosa retrospettiva
er pi di cinquantanni ha inseguito
il sogno di portare larte fuori dal
chiuso dei musei, nella vita di tutti i
giorni, sui muri dei palazzi attraverso le
pubblicit (la sua prima opera famosa
il manifesto litografico France-Champagne del 1890), sulle pagine dei libri e delle riviste attraverso illustrazioni e incisioni o nelle stesse case dove scorre la
vita, con i paraventi, i dipinti, i mobili
particolari e i suoi celebri quadri. E
Pierre Bonnard (1867-1947), il pittore, incisore e fotografo francese al quale il
Museo dOrsay di Parigi, dopo tante mostre organizzate in tutto il mondo in suo
onore, ha deciso di rendere il giusto tributo, come solo i francesi sanno fare,
con una maestosa retrospettiva nella
pi celebre stazione darte del mondo,
restaurata a suo tempo dalla nostra
Gae Aulenti. La mostra, Pierre Bonnard: dipingere lArcadia che nei
prossimi mesi si sposter alla Fundacin Mapfre di Madrid (dal 18 settembre
prossimo) e ai Fine Arts Museums di
San Francisco (dal 6 febbraio 2016) va
a illustrare ogni periodo della sua creazione artistica, mostrandoci tutta la sua
poliedricit e quel gusto spiccato per
unestetica essenzialmente decorativa,
alimentata da osservazioni taglienti e
ironiche tratte dallambiente circostante. Lattrazione per la luce e per i colori
vivi si ritrova in ogni sua tela, che appare allo spettatore come una sorta di antico paradiso ritrovato. Sono gli stessi

questo contrasto, e la propensione a


mettere in scena i suoi soggetti favorisce
lespressione dellinconscio e dei desideri reconditi che affiorano attraverso
forme confuse.
Bonnard amava rappresentare la vita
privata e gli interni con o senza personaggi, senza mai descrivere fatti eccezionali ma rimandando a condizioni psicologiche o sentimentali come la tenerezza materna, la solitudine, lincomunicabilit e lerotismo. I personaggi dei
suoi quadri, il cui senso di isolamento
messo ancora pi in risalto dalla luce
artificiale e dalle particolari inquadrature, sono interpretati spesso da persone a lui vicine, come la madre, i nipoti
e la compagna Marthe, questultima
quasi assoluta protagonista (le altre, sono tutte modelle) dei tanti ritratti di
donne sorprese alla toilette in un momento di abbandono e di spontaneit. Il
rituale quotidiano del lavaggio del corpo da lui rappresentato con inquadrature che in parte ne svelano la nudit, in
parte la nascondono volutamente per
far nascere ancora di pi il desiderio in
chi guarda. Quelle donne hanno corpi
minuti, una pelle color madreperla, un
seno alto e un volto invisibile; sono circondate da quella particolare e inconfondibile carta da parati dai colori
caldi, da piastrelle, tappeti, accessori,
specchi, e tende e tutto finisce col dar
loro unaura vibrante.
Bonnard, come ricordato, fu anche
fotografo e con la sua Kodak Pocket immortal momenti comuni della sua vita
privata in famiglia e furono tanti anche

Il gusto spiccato per unestetica


essenzialmente decorativa.
Lattrazione per la luce e i colori
vivi si ritrova in ogni sua tela

Tanti ritratti di donne sorprese


alla toilette in un momento di
abbandono e di spontaneit.
Corpi minuti, volti invisibili

colori che hanno nutrito lopera pittorica che va da Matisse a Balthus passando
per la giovane generazione dellastrattismo francese e americano del Dopoguerra, rappresentato in particolare da
Bazaine, Sam Francis o Rothko. Durante il percorso vi imbatterete, piacevolmente, nei suoi quadri di piccole dimensioni come in quelli dal grande formato, dove troverete dal ritratto alla natura morta, dalla scena intima al soggetto
pastorale, dal paesaggio urbano allo
scenario antico. Unopera immensa,
quella di Bonnard, che svela un artista
sensibile e istintivo la cui tavolozza dai
colori vivaci e luminosi ne ha fatto uno
dei principali attori dellarte moderna,
oltre che un celebre rappresentante
della cosiddetta corrente arcadica.
Dipingere lArcadia il tema che
unifica al meglio tutti i periodi dellartista, ci ha spiegato a Parigi Guy Cogeval, presidente del Museo dOrsay e dellOrangerie. Tutte le sue opere, anche
quelle presenti nella collezione permanente del nostro museo, rivelano ununit perfetta tra luomo e la natura, una
sorta di rapporto melanconico e carnale che non mai oscuro o indecifrabile
allo spettatore, perch il mondo di Bonnard cos, deve essere compreso allistante, con un colpo solo.
La retrospettiva parigina, ha tenuto a
precisare Cogeval, non vuole mostrare
tutto Bonnard, ma magari aggiungere
quel qualcosa in pi a quelle gi realizzate al Museo darte moderna di Parigi
nel 2006 (da da Suzanne Page, ndr) o al
Centre Pompidou negli anni 80 (da Jean
Clair, ndr). Sono nove le sezioni del percorso (Un Nabi molto giapponese, Far
scaturire limprevisto, Interni, Storie
dacqua, Clic clac Kodak, Ritratti scelti,
Il giardino selvaggio: Bonnard in Normandia, Ultravioletto, Et in Arcadia
ego) che corrispondono pi o meno ad
altrettante fasi della sua vita, molto simile a quella di un gatto, animale da lui
molto amato, come ha scritto Cogeval
nellintroduzione al prezioso catalogo.
Bonnard fece parte di una generazione di artisti che senza saperlo succedet-

i ritratti fatti a se stesso in cui si mescolano osservazione e soggettivit, somiglianza e deformazione, banalit e abbellimento. Visse a Parigi, ma dopo diversi soggiorni in Normandia, nellagosto del 1912 acquist una piccola casa
su palafitte situata sulle rive della Senna, a Vernon: un buen retiro da lui battezzato La mia roulotte, fonte di pi di
unispirazione. Frequenti furono le sue
visite al vicino Monet, che allepoca
viveva a Giverny e che, come lui, a un
certo punto della vita avvert il bisogno
di ritornare verso quei luoghi magnetici della storia francese. Nonostante il
suo giardino non somigliasse per niente a quello del maestro impressionista,
costruito come unopera darte, gli
scambi tra i due furono frequenti, tanto che Bonnard si svincol dal naturalismo per sviluppare uninterpretazione lirica della natura. Nel 1909 scopr la
Costa Azzurra e anche l fu amore a prima vis(i)ta: tutto lo affascinava, soprattutto Saint-Tropez, con il suo mare, i
suoi muri dai colori pastello e quei riflessi colorati delle luci. Le composizioni da lui dipinte nel sud della Francia
dove acquist poi una casa a Le Cannet contengono tutte le tonalit del
giallo e leffervescenza di questo colore
solare si oppone alla presenza irradiante di un blu intenso tendente allultravioletto. Sempre in quegli anni realizza
tele monumentali destinate a ornare le
pareti della sala da pranzo della sua
amica Misia, pannelli che raffigurano
scene paradisiache in cui personaggi
contemporanei vanno a mescolarsi a
creature antiche e immaginarie sullo
sfondo di paesaggi quasi fiabeschi. E
lArcadia di Bonnard, quella terra idealizzata dove uomini e natura vivono in
perfetta armonia e che esalta una gioia
di vivere filosofica, sfumata qua e l da
unangoscia esistenziale.
Visitando questa mostra, vi renderete conto di quanto lartista fosse capace di trasformare tutto quello che toccava in un giardino e scoprirete, con piacere, che da quellArcadia non mai
andato via.

di Giuseppe Fantasia

Pierre Bonnard, Dans un jardin mridional (particolare), 1914 ca. (Berna, Kunstmuseum)

tero allImpressionismo: aveva come


modello pittorico Gauguin e aveva una
grande passione per le stampe giapponesi, da lui scoperte durante una mostra
organizzata allEcole des Beaux-Arts di
Parigi nella primavera del 1890. Agli inizi della sua carriera, soprattutto, sviluppa uno stile essenzialmente decorativo
in cui i motivi si incastrano tra loro, inserendosi in un complesso reticolo di linee arabescate e di macchie dai colori
vivaci. Una visione sintetica che assieme al formato verticale dei suoi pannel-

li decorativi va a ricordare molto i kakemono, e non un caso se Flix Fnon


gli diede lappellativo di Nabi molto
giapponese, riferendosi al gruppo da
lui fondato allepoca e basato su unavanguardia estetica tendente al simbolismo. I suoi soggetti preferiti provengono dalla vita privata e dal mondo contemporaneo e leleganza, la vitalit, la
grazia, la delicatezza e lumorismo che
caratterizzano i suoi dipinti si esprimono con altrettanta intensit sia nei formati minori che nelle composizioni pi

grandi come i quattro pannelli sul tema


della raccolta delle mele, riuniti per la
prima volta in occasione di questa mostra e che troverete a fine percorso.
Bonnard, che arriv al mondo dellarte per pura passione, dopo aver abbandonato in giovent gli studi di Legge, detestava la noia e faceva di tutto per non
farla entrare nella sua vita. Amava limprevisto e linatteso e cercava di mettere tutto questo anche nelle sue opere,
rendendo cos il soggetto o loggetto rappresentato ancora pi misterioso. Nel

quadro intitolato Intimit, ad esempio, la pipa posta in primo piano risulta quasi invisibile con le sue volute di
fumo che si perdono nel motivo della
carta da parati e la sua stranezza nasce proprio dallinterferenza dei riferimenti spaziali. Questi elementi sfalsati, fanno venire fuori un Bonnard segreto e complesso ha aggiunto Cogeval
un artista che riuscito a trascrivere in
modo radicale lo spettacolo della vita
contemporanea nella sua pittura. Il gusto dellimprovvisazione scaturisce da

Barbieri e il mare
arancione di Capri
Se siete a Roma, il miglior modo per combattere
il caldo di questi giorni andare a visitare il Maxxi
(www.fondazionemaxxi.it), il Museo nazionale delle
arti del XXI secolo progettato dallarchistar Zaha
Hadid. Una temperatura perfetta al suo interno vi
permetter di godervi al meglio le due mostre in
corso: Food. Dal cucchiaio al mondo un
progetto che racconta la dimensione sociale del
cibo e Olivo Barbieri: immagini 1978/2014 la
prima grande retrospettiva italiana dedicata a uno
dei fotografi contemporanei pi conosciuti e
apprezzati al mondo. Cento opere (qui accanto il
mare e il cielo arancione di Capri) che
ripercorrono quarantanni di carriera nel corso dei
quali lartista ha saputo raccontare il paesaggio
italiano, il crollo dei miti della modernit, la
trasformazione della Cina, la globalizzazione
dellestremo oriente, le citt di tutto il mondo
osservate dallalto e il rapporto con la natura. (g. f.)

ANNO XX NUMERO 186 - PAG IX

IL FOGLIO QUOTIDIANO

SABATO 8 AGOSTO 2015

estate qui, le vacanze ci chiamano, mogli, mariti, amanti si mobilitano. Cosa fa un marito quando la moglie in vacanza ce lo mostra il celebre film di Billy Wilder. E cosa fa la moglie in vacanza? Ceder alla corte di
qualche intraprendente giovanotto?
Tra vacanze e corna in atto un idillio
da quando, non molto, le vacanze si
sono estese al popolo. Da un centinaio
di anni vacanze significa, anche, vacanze dal matrimonio, dalla moralit consueta, vacanze da se stessi, autorizzandosi a cose che mai si farebbero in altri momenti. Vacanze: c un tempo vacuo da riempire di sesso, sesso rubato,
sesso liberato.
Per secoli gli uomini hanno vissuto
nellorrore delle corna: Un cornuto
un mostro, una bestia. Ma cominciamo
dallinizio, o quasi, dallIliade. Quando Paride gli rap la moglie Elena, Menelao arm mezza Grecia e ridusse in
cenere la pi fiorente citt dellepoca.
Paride fu ucciso, ma nessuno tocc Elena che era un possesso di Menelao e tale torn a essere. Menelao era geloso, e
soffriva per il tradimento? No, reag solo al furto di ci che considerava un suo
bene, uccidendone il ladro! Nei secoli a
venire le cose migliorano un po, nasce

scrittore mont il sangue alla testa: pens da prima di farli fuori entrambi oppure di uccidersi lui. Saint-Beuve ammirava ma anche un po detestava Hugo, la sua gloria gli dava i nervi, e forse
anche la sua nota insaziabilit sessuale.
Sainte-Beuve aveva una malformazione
sessuale, una dolorosa condizione che
certo glimpediva di rivaleggiare con lo
straripante Hugo. Ma riusc egualmente
a sedurre Adle con le sue carezze e la
sua dolcezza, a volte si faceva chiamare Charlotte travestendosi da donna, cos da farle dimenticare la trionfante
brutalit del marito. Adle non risparmi al coniuge la confessione del tradimento, stufa di questimmagine pubblica di perfezione e virt e dedizione che
la circondava e di cui la fama di Hugo
beneficiava. Tutta la Parigi che conta in
breve tempo rise, la fama machista di
Hugo era stata intaccata dallermafrodita Sainte-Beuve.
Tutto ci accadeva centocinquanta
anni fa, nel frattempo le usanze sono
mutate. Le corna non sono pi loro, oggid le si cita con benevolenza, salvo, a
volte, sfociare nel dramma della gelosia, proprio come un tempo. La parola
adultera, un tempo cos in voga, ora
alquanto dmod, cos come non esiste
pi il cornuto, e non lo si deride nemmeno pi. Sarebbe impensabile oggi la
sfilata dei cornuti per le piazze di Ro-

Vacanze significa anche


vacanze dal matrimonio, dalla
moralit consueta. Un tempo
vacuo da riempire di sesso rubato

Adle, la moglie del focoso


Hugo, sedotta dalla dolcezza di
Sainte-Beuve. Murdoch e la
relazione di Wendi con Blair

un interesse pi forte nei riguardi della donna, ma si sviluppano anche un timore e una morbosa gelosia. Gli uomini devono mantenere a tutti costi legemonia sulle donne a tutela del loro onore, pur sapendo di cimentarsi in unimpresa inutile. Le donne cos assoggettate covano un risentimento e agiscono di
nascosto per infliggere proprio quel tradimento che loro temono. Ma anche laltro, il rivale, sfider le misure preventive dei mariti per prendersi le mogli,
costi quel che costi. Litigi, scenate, vendette che spesso sfociano nel delitto in
modo plateale. E la donna a essere punita se intacca la reputazione delluomo. Ma se da un lato la si condanna anche ferocemente nella letteratura, nel
teatro, nelle feste popolari dallaltro
se ne tesse linno e si ride a pi non posso dei suoi tradimenti. Senza ladulterio femminile che ne sarebbe di tutte le
nostre letterature?. Si mettono in scena donne belle, sfacciate, focose, che
amoreggiano di qua e di l sotto gli occhi miopi dei mariti. Ma anche abili,
raffinate, diaboliche, che seducono gli
uomini pi ambiti come e quando vogliono. E cos, se ufficialmente lEuropa
maschilista, nellarte assolutamente femminista e libertina. Il filosofo utopista Charles Fourier, cultore del libero amore e quindi acerrimo nemico dellistituzione matrimoniale, troppo
conformista, redasse nel 1808 il famoso
e spassoso Elenco analitico dei cornuti: Tutti questi uomini ingannati, sbeffeggiati, disonorati, scherniti, calunniati, feriti, traditi. Straziati a volte consenzienti ma sempre ridicolizzati, cornuti,
cornificati, becchi. Insomma le corna
dei mariti sono sempre meritate, e le
mogli fanno bene a procurargliene e a
farsi un amante!
Nella commedia di Molire La scuola delle mogli, un ricco signore decide
di sposare una ragazza che lui stesso ha
cresciuto, cos da domarla ed evitare
quello che considera la peggiore delle
sciagure: Sono il suo unico signore e
padrone, si ripete. Ma un aitante ragazzo, invaghitosi della giovinetta, con qualche semplice stratagemma riesce a vincere la sua caparbia vigilanza delluomo
e a rapire la ragazza. Pi luomo cerca di
dominare una donna, pi cresce in lei la
voglia di colpirlo, spesso in combutta
con lamante. Ma la beffa sempre in agguato. Proprio Molire, che schern nella finzione i mariti ingannati, fu a sua

ma! Il matrimonio, in occidente almeno,


una scelta, e il tradimento pu trovare rapido conforto nel divorzio. Meglio
separarsi piuttosto che patirlo, soffrirne, o farsi consumare dalla fiamma delle gelosia. Tuttavia le vicende di letto e
le scappatelle continuano ad appassionare, il gossip imperversa anche se
spesso sono storielle da poco, a volte costruite ad hoc. C per un vicenda di
corna che si staglia corna come antenne che lanciano messaggi in tutto il
mondo sul capo di un uomo potente
che domina la scena, vittima dintrallazzi domestici daltri tempi. Si parla di
Rupert Murdoch, colui che fa e disfa le
opinioni e secondo i suoi umori spalleggia uno o laltro nelle elezioni politiche.
Al momento negli Stati Uniti sta lottando contro lex amico Donald Trump, che
in testa nei sondaggi del Partito repubblicano. Rupert teme che il gonfio
immobiliarista possa assestare un colpo
dimmagine decisivo al partito, con quel
suo faccione per niente rassicurante.
Ma anche lui, Murdoch, ha subito un fiero colpo: tutto il mondo conosce e ride
per la sua traversia coniugale, con Tony
Blair e Wendi Deng nella parte della
giovane coppia adultera e lui in quella
del vecchio marito cornuto. Vecchio ma
sempre potente e spietato, capace dintrappolare gli amanti e metterli a loro
volta in ridicolo dinanzi a tutti. Sembra
sia stata la servit ad avvertirlo di quello che stava accadendo fra Tony e Wendi nel suo ranch americano. Repentino,
piombando come un falco, Murdoch s
impadronito della prova inconfutabile:
il diario della consorte in cui ella esaltava gli attributi fisici di Blair. Blair era
il suo migliore amico, come Trump appunto. La donna del migliore amico irresistibile, sfasciare una maschia amicizia che pareva eterna per il solo gusto di
sfasciarla e poterla poi rimpiangere
magari per tutta la vita il top, come insegna lEugenij Onegin di Puskin che
seduce Olga, la fidanzata di Lenskij, il
suo migliore amico. Seguir limmancabile duello e naturalmente Lenskij morir. Naturalmente Onegin pianger sul
suo corpo. Ma ora i tempi sono altri:
Blair non uccider a colpi darma da
fuoco Murdoch. Blair dovr piuttosto
guardarsi le spalle, dovr camminare
con i piedi di piombo rasentando i muri, attento che i denti-squalo di Murdoch non lo sorprendano in qualche marachella o tardiva ambizione politica.

di Tiziana Della Rocca

Uomini che vogliono disporre della donna, controllarla, e sanno che non possono farlo (nella foto, Tiberio Murgia e Claudia Cardinale, fratello e sorella ne I soliti ignoti)

CORNUTI E CONTENTI
Tradimenti cercati e tradimenti meritati. Linfedelt pu anche
bruciare, ma Rabelais vi scorgeva persino grandi vantaggi
volta ferocemente ingannato e schernito dalla giovane moglie e pianse lacrime
amare. Lei, seduttrice implacabile, fece
tutto a sua insaputa e lo tratt peggio di
un cane, mentre nei corridoi della corte si fischiava il motivetto: Molire si d
da fare per divertire il mondo, ma non
sa che il mondo intero si applica a divertire sua moglie. Che umiliazione! Ma
forse, inconsciamente, Molire aveva bisogno di toccare con mano i patimenti
dei suoi eroi e le fedifraghe grazie delle sue eroine.
Nel teatro popolare il cornuto appariva sul palco con vistose corna sul capo, abbigliato tutto di giallo (il giallo era
il colore del folli) mentre badava alla
casa o al pollaio. E la moglie? Partita
per correre alla cavallina. La donna
prendeva il sopravvento sulluomo e ne

Sembra non vi fosse spasso pi


grande, anche nel teatro popolare,
dello spettacolo di un uomo
spossessato della propria moglie
faceva il suo zimbello. E il pubblico,
maschile per lo pi, gi a ridere a crepapelle della disfatta. Sembra non vi
fosse spasso pi grande, anche per un
uomo del popolo, dello spettacolo di un
compare spossessato della propria moglie! Toccano a tutti le corna, prima o
poi, era questa lidea fissa! Per un motivo o per un altro, dal povero al ricco,
dal borghese al contadino al nobile, non
vi categoria sociale che ne immune O perch il marito era ricco ma
brutto, oppure era povero e sposava
una donna ricca, oppure era sempre in
viaggio o si asteneva dalleros per moti-

vi di salute Un destino cui sfuggiva


una categoria maschile di non poco conto, quella dei preti, celibi per scelta.
Luomo di chiesa era il cornificatore
per eccellenza, il pi temuto dai mariti
perch inattaccabile, il pi amato dalle donne perch ascoltava i desideri
che i mariti lesinavano loro o addirittura peggio negavano. Mal gliene incolse.
Certo, erano gli uomini a fare le leggi,
leggi spesso crudeli e misogine, per imporsi sulle donne ed esigere devozione
e obbedienza. Ma una moglie che compiace luomo in ogni modo, che limita le
proprie uscite ed evita la civetteria,
combina prima o poi qualche guaio. Anche perch certi uomini avidamente
cercano il tradimento della moglie,
niente pare soddisfarli quanto il coglierla in flagrante, niente li eccita
quanto il poterla chiamare puttana! e
infliggerle unadeguata punizione.
Da sempre gli uomini sono riusciti a
ritagliarsi il ruolo pi vantaggioso, come mai si sono ritagliati anche quello
pi ridicolo? Linquietante interrogativo sembra trovare una risposta: due sono i grandi piaceri concupiti da sempre
dagli uomini, il fare cornuto laltro e il
farsi cornuto. Laltro pu essere lamico,
il nemico, il parente, il potente, limpotente sfigurarlo, rubargli la donna che
gli appartiene un piacere sadico: Don
Giovanni ne sapeva qualcosa. C del
demonismo nel seduttore, e c del demonismo nel masochista che fa il babbeo, cerca e si procura le corna offrendo pi o meno consapevolmente la propria moglie, esponendosi cos al ludibrio, a quella vergogna che per tanti
il colmo del godimento. Per non parlare dei molteplici termini linguistici usati per designare tale stato: dallo spagno-

lo cabrn, caprone, perch non reagisce mai se un suo simile monta davanti
a lui la capra, al francese coucou, cuculo, il volatile della primavera, la stagione degli amori; tutti termini connessi al mondo animale. C da dire per
che le corna in natura rappresentano
un simbolo fallico, di virilit tra gli animali; in siciliano, a seconda di come lo
si pronuncia, gran cornuto pu significare un uomo virile o viceversa un uomo che non lo . Lespressione ha un duplice significato dunque e indica chi patisce le corna, o chi le infligge, luomo
sia luno che laltro a seconda delle circostanze. E dominato da questa ambivalenza con cui gioca.
Il tradimento pu anche incarnare
una rivincita sociale, una redistribuzione della ricchezza tra il povero e il ricco, tra il borghese e il nobile, tra il domestico e il signore, tra il prete e il gentiluomo, il contadino e il cavaliere. Si
pu sovvertire lordine sociale, elevare
il proprio rango in un mondo in cui le
differenze di classe erano rigidissime:
leros offre la possibilit di superare la
propria condizione entrando in contatto, grazie alla donna, con una casta considerata superiore e acquisire cos prestigio, fare carriera. Presentarsi a corte
con una bella moglie era dobbligo per
ottenere favori e acquisire ricchezza.
Cosi Rabelais: Se tu sarai becco, ergo
tua moglie sar bella, ergo sarai trattato bene, ergo avrai molti amici, ergo sarai beato, starai bene come non mai. I
tuoi beni si moltiplicheranno. Mille
vantaggi, mille favori.
Abbiamo visto come lossessione delle corna sia una punizione che luomo
stesso si infligge poich vuole disporre
della donna, controllarla e sa che non

pu. Punisce cos la sua ostinazione. Ma


come abbiamo detto c pure una componente di masochismo, di sottomissione allaltro uomo cui si cede il proprio
bene, la donna, per condividerla inconsciamente con lui. Voltaire scriveva: Le
donne sono capaci di tutto ci che noi
facciamo, e la sola differenza tra noi e loro che loro sono pi amabili. Vero ma
anche no: gli uomini sono capaci di sottili perversioni di cui neppure si rendono conto, e una volta smascherati hanno
molta difficolt ad ammetterle. Voltaire
aveva fra le mani Emilie du Chtelet, la
donna pi interessante e ambita del suo
tempo, che lui stesso definiva un pozzo
di grazia ed erudizione. Un giorno la
sorprese tra le braccia del marchese
Saint-Lambert su un sof. Grid contro
i due parole irriferibili, perse la testa, e

Se tu sarai becco, ergo tua


moglie sar bella, sarai trattato
bene, avrai molti amici, sarai
beato. Mille vantaggi, mille favori
sfid a duello il suo rivale per ucciderlo. Niente di meno illuminista! Solo la
saggezza di Emilie lo rinsav. La causa
della sua nuova frequentazione era il
suo assenteismo sessuale protrattosi da
tempo. Non and oltre Emilie, ma forse
Voltaire s: questo assenteismo non era
per caso un modo di gettare Emilie nelle braccia di un altro?
Dal canto suo, centanni pi tardi Victor Hugo impazz totalmente, rischiando di frantumare in tanti piccoli pezzi la
sua vita. Un giorno sorprese la bellissima moglie Adle mano nella mano col
severo critico Sainte-Beuve. Al grande

ANNO XX NUMERO 186 - PAG X

IL FOGLIO QUOTIDIANO

SABATO 8 AGOSTO 2015

e si cerca su Google riportiamo le


famiglie allo stadio, il motore produce pi di 35 mila risultati. Se invece
si chiede al servizio di search engine in
quante pagine compaia la frase riportiamo i bambini allo stadio (costola
della prima query, dato che un pargolo
in gradinata presuppone un adulto che
lo accompagni), le occorrenze sono 37
mila. Hanno espresso lo stesso concetto in tanti: il capitano della Roma Francesco Totti, quello della Fiorentina Manuel Pasqual, lex ct della Nazionale
Cesare Prandelli, Zdenek Zeman e il
ministro dellInterno Angelino Alfano.
Se si guarda alla categoria dei giornalisti e dei commentatori, non si scansato nessuno.
I ragazzini sono il piatto forte delle
domeniche di incidenti: se ce ne sono di
spaventati, vanno messi in evidenza.
Nellaprile del 2012 allo stadio Marassi, sul parziale di 0-4 per gli ospiti del
Siena, gli ultras rossobl interrompono
la gara e pretendono che i calciatori del
Genoa vadano a rendere loro conto della dbcle. Uno scatto dellAnsa immortala una coppia di genitori che porta i figli lontano dai tifosi organizzati. Gazzetta.it commenta: Questa foto lemblema della sconfitta di civilt e dello sta-

violenza. Certo, quello era un cinema


che non si arrogava il compito di compiere profonde analisi sociologiche. Ma
sapeva tratteggiare la realt. Siamo atterriti dai derby? Ne Il presidente del
Borgorosso Football Club (1970) la sfida con la Sangiovese finisce con invasione di campo, lancio di oggetti ed
esplosione di petardi. Siamo angustiati dal razzismo? In Mezzo destro mezzo sinistro 2 calciatori senza pallone
(1985) gli italiani della Marchigiana sono vittime di offese xenofobe in un ristorante di Francoforte (finir in rissa
con i tedeschi). I tifosi si riuniscono da
trentanni in gruppi che alimentano la
cultura dello scontro? In Eccezzziunale Veramente (1982) Donato il Ras
della Fossa, la sua parola dordine
viulenza e nei tafferugli con gli interisti mander allospedale lavversario
Sandrino il Mazzolatore. I gruppi sono
infiltrati da pregiudicati? Nel terzo e
ultimo episodio di Fratelli dItalia
(1989) i due sfegatati romanisti Romolo
e Remo sono appena usciti di galera.
Gli ultras si rifanno a organizzazioni
terroristiche? In Romanzo Popolare
(1974, due anni dopo il massacro di Monaco) Ugo Tognazzi frequenta il gruppo Settembre Rossonero. I tifosi organizzati spadroneggiano allo stadio
come se fosse roba loro? Ne Larbitro
(1974) la giacchetta nera Lando Buzzan-

In otto anni gli incontri con


feriti sono diminuiti del 60 per
cento. Solo il 16 per cento degli
incidenti allinterno dellimpianto

Da Gli eroi della domenica


(1951) in poi, non c film sul
mondo del calcio in cui non faccia
capolino il tema della violenza

to di diritto, non solo del calcio.


Riportiamo le famiglie allo stadio.
Il verbo rivelatore. Ri-portare non
solo lascia intendere che una volta sulle gradinate i ragazzini cerano, mentre
ora no, ma sottintende un pi ampio
peggioramento della situazione. I piccoli a vedere la partita non ci vanno perch, a differenza che in passato, allo stadio la loro incolumit non garantita.
Su quali elementi si basi lasserzione
non chiaro. Quando viene espressa
trattata come una faccenda auto-evidente. Basta che sul display scorrano le
immagini degli ultimi incidenti perch
diventi vera. Ma, a guardare i dati disponibili, la tesi non regge. La sicurezza negli stadi italiani non peggiorata.
E quanto sostiene il rapporto annuale 2014 dellOsservatorio nazionale
sulle manifestazioni sportive. I numeri
del movimento calcistico italiano sono
ciclopici: nella stagione 2013-14 la Federazione ha organizzato 605 mila partite in tutte le categorie. Si stima che vi
abbiano assistito 12,3 milioni di spettatori, con un impegno di 185 mila agenti delle forze dellordine e 207 mila
steward ingaggiati dalle societ. Gli indicatori segnano un lieve peggioramento rispetto allanno precedente. Ma, rivendica lorgano del Viminale, se si
mettono a confronto con quelli della
stagione 2005-06 (lultima prima del caso Raciti e dellapprovazione del decreto Amato) sono in netto miglioramento. In otto anni gli incontri con feriti sono diminuiti del 60,1 per cento, i
feriti tra i civili sono calati del 49,2,
quelli tra il personale di pubblica sicurezza dell85, mentre la necessit del
loro impiego diminuita del 36,5. In
curva non si fa pi a botte: solo il 16 per
cento degli incidenti si verifica allinterno dellimpianto, mentre l81 per
cento tra le sue adiacenze e la citt.
Questo, in attesa dellaggiornamento
al 2015 del report, non vuol dire che gli
stadi italiani siano pacifici come un
cantone svizzero. Ma basta a dimostrare che non c un passato migliore da
contrapporre a un presente peggiore. A
meno che non ci si voglia abbandonare
al pensiero nostalgico.
Larena calcistica, dunque, non un
Armageddon alla deriva, ma un incubatore di forti passioni dove possono accadere disordini. La scoperta dellacqua
calda. E da quando esiste lo sport professionistico e di massa che gli scienziati sociali ne studiano il simbolismo e la

ca si deve travestire da indiano metropolitano per sgattaiolare dagli spogliatoi assediati. A volte gli ultr arrivano a
minacciare direttamente calciatori e
dirigenti? In Lallenatore nel pallone
Lino Banfi/Oronzo Can in seguito a
una sconfitta si trova i tifosi sotto casa
e un cappio appeso alla porta dingresso. In occasione dellultimo derby di
Torino tifosi granata hanno preso a manate il bus della Juve e non ci spieghiamo come onesti padri si lascino andare a certi comportamenti davanti ai figli? In Fantozzi in Paradiso (1993) gli
episodi di teppismo domestico di cui
si macchia il ragionier Ugo spiegano
che non bisogna avere un pedigree criminale per dare di matto. Le famiglie
non vanno allo stadio? Pippo Franco in
Il tifoso, larbitro e il calciatore (1983)
ne porta due, la propria (romanista) e
quella del suocero (laziale), pur di sposare la propria bella.
Nella prima decade del Duemila, tra
Tifosi e la stagione dei sequel (Eccezzziunale veramente capitolo secondo me e Lallenatore nel pallone
2), la commedia pallonara sfumata fino a sparire. Le ragioni sono pi di una.
Avr avuto il suo peso il calo di interesse verso lhomo calcisticus: lirruzione delle tv, che rendono intimo e domestico il rito del calcio, e la professionalizzazione dellultr, che si spoglia dei
panni del ragazzo di borgata, diluiscono
la poesia. C poi linnalzamento dellallarme sociale intorno al pallone. Il delitto Spagnolo, tifoso genoano accoltellato a morte da un milanista nel gennaio 1995, sta alla cronaca sportiva come il caso Alfredino Rampi a quella nera. Per una domenica pomeriggio in tutti i salotti dItalia si vedono in diretta le
immagini degli scontri, durati ore, tra
opposte tifoserie. Cala poi la mannaia
del politically correct. La commedia,
con i suoi personaggi sciagurati ma divertenti, umanizza le meschinerie e le
rende accettabili. Pretende, poi, la libert espressiva di ridere di tutto, anche degli ultras. E li dissacra. Oggi si
preferisce stigmatizzare piuttosto che
comprendere. A nessuno sembra pi
opportuno scherzare su certe cose. Nel
1986, un anno dopo la strage dellHeysel, Paolo Villaggio pu inscenare in
Superfantozzi un Italia-Scozia dove
gli hooligan calano allo stadio come
corsari. Oggi sarebbe considerato inaccettabile.

di Roberto Procaccini

LOronzo Can di Lino Banfi tornato sugli schermi nel 2008, con Lallenatore nel pallone 2, sempre con la regia di Sergio Martino. Il primo film era uscito nel 1984

ULTRAS DA RIDERE
Cera una volta la commedia pallonara, che dissacrava il tifo violento.
Oggi non si pu pi scherzare, anche se gli stadi non sono alla deriva
ritualit aggressiva. La partita una
metafora della battaglia o della battuta
di caccia. Il pubblico sugli spalti d luogo a spettacolari rivendicazioni di identit, mentre dalla sua mente scaturiscono comportamenti propri dellirrazionalit collettiva delle masse descritta
nel 1895 da Gustave Le Bon nel suo Psicologia delle folle. Finiscono per menarsi i contradaioli del Palio di Siena,
ci si innervosisce ai tornei di calcetto
del gioved sera, perch aspettarsi che
il calcio professionistico faccia eccezione? Non lha mai fatta, appunto.
In Storia critica del calcio Italiano
(1975) Gianni Brera descrive cos latmosfera negli stadi di inizio secolo, gi caldi e innervati delle rivalit campanilistiche delle cittadine padane protagoniste dei campionati della Belle Epoque:
Il tifo nasce dallamor sui e dalla voglia
di esibirsi, essere al dep (il di pi) almeno nel manifestare dedizione alla
causa delle pedate. Il vate del giornalismo sportivo nostrano sottolinea che,
sin dalle origini, levento calcistico si

I beniamini locali sono schierati


a difesa della porta, che simboleggia
il sesso della madre, della sorella
e della sposa, scriveva Brera
carica di valenze pi complesse del
semplice risultato sportivo: I beniamini locali sono schierati a difesa della
porta scrive che simboleggia il sesso
della madre, della sorella e della sposa
di tutti. Gli avversari si avventano per
offendere o addirittura stuprare, ma
vengono validamente contenuti o respinti. Una tale temperie non pu suscitare reazioni neutre nel pubblico.
Cronache grondanti carit di patria
trascurano di precisarci quanti carabinieri e quanti questurini continua
Brera sono intervenuti a salvare i malcapitati interisti, quel 10 marzo che de-

cise dello scudetto 1910. Lesaltazione


dei vercellesi fiammeggia in transfert tumultuosi. La faida di popolo schietto.
Per altri ventanni, fino al 1930 et ultra,
capiter ai tifosi lombardi venuti in auto di trovarsi squarciate le gomme.
Nazionalismo, presidio dei luoghi,
simbolismo erotico: passa pi di un secolo, ma dalla Vercelli del 1910 al Brasile del 2014 i capisaldi della manifestazione del tifo sono gli stessi. In occasione dei Mondiali dellanno scorso, scontri non ce ne sono stati, ma secondo lintervento del sociologo argentino Pablo
Alabarces sul numero 1 del 2015 della
rivista I problemi dellinformazione il
comportamento del pubblico albiceleste si pu decrittare in questo modo: il
banderazo, cio il carosello festoso
con sciarpe e vessilli che, tra le altre, ha
dipinto di bianco e azzurro le vie di Copacabana, unoccupazione neanche
tanto metaforica del territorio del nemico. Il coro-tormentone Brasil, decime
qu se siente, in cui nel secondo verso
si parla la paternit argentina sul popolo brasiliano, non solo un modo per rivendicare la primazia del calcio gaucho
su quello carioca, ma un riferimento al
predominio sessuale dei primi sui secondi.
La storia del pubblico calcistico si
muove con due tempi, uno lento e uno
veloce. Lantropologia del supporter in
cento anni ha vissuto pi adeguamenti
alle stagioni che vere e proprie trasformazioni. La strutturazione del tifo, invece, ha compiuto molta strada. Innanzitutto da che era spontaneo si fatto organizzato. Ha sviluppato poi una propria subcultura, che prima derivava da
quella antagonista e che oggi invece la
alimenta. Eduardo Galeano, con la sua
sensibilit di narratore, diceva: il calcio
sublimazione della guerra. Spesso,
in quanto a bellicosit, dal piano dellastrazione siamo tornati su quello pratico. Il pallone italiano alle spalle ha una
scia di sangue: da Gaetano Plaitano a

Ciro Esposito, i caduti negli stadi dello


Stivale sono pi di venti. Ci non ha impedito al football di confermarsi e consolidarsi come lo sport pi popolare del
Belpaese.
Negli ultimi decenni a cambiare in
modo molto pi rapido e radicale, in definitiva, lidea presso il grande pubblico di che cosa sia uno stadio e di che cosa vi dovrebbe avvenire allinterno. Non
pi larena dove il tifoso militante partecipa allagonismo del match e si sobbarca gli effetti collaterali del rito di
massa (partita allin piedi, bagni spartani, traffico sulla via del ritorno). E un
teatro dove godere di uno spettacolo, s
in maniera pi rumorosa che al cinema,
ma con servizi e agiatezze assicurate.
Oltretutto frequentare lo stadio non
pi imprescindibile. Oggi c la surroga
della tv, e proprio il tubo catodico media linterpretazione, mutandone il
punto di vista, che laudience d alla vita allinterno dei catini.
Lo stesso rapporto dellOsservatorio
sulle manifestazioni sportive 2014 cita
un sondaggio della Lega di serie A assai
significativo. In Italia 22 milioni di persone si dichiarano tifose di una squadra
di calcio. Del popolo del pallone il 98
per cento afferma di guardare i match
in televisione, mentre solo uno su tre
stato almeno una volta allo stadio nel
corso dellultima stagione. Tale situazione giustifica una percezione della sicurezza negli stadi spesso distorta rispetto alla realt, si legge nel report.
Il 56 per cento delle persone che si dichiarano tifosi di calcio riferisce che
percepisce lo stadio come luogo insicuro. Tale percentuale si riduce al di sotto del 10 per cento se la medesima domanda posta ai tifosi che frequentano lo stadio.
La differenza, allora, la fanno i commenti dei talk-show, dei giornali e della cassa di risonanza del web. La massaia di Voghera, ormai anche essa tifosa, forgia la comprensione di quello che

accade allo stadio tramite esperienze


indirette. E mal gliene incoglie. Viviamo in una stagione nella quale per convenzione il comportamento deviante va
sempre biasimato e condannato. In tanto conformismo, per, il dibattito si appiattisce: azioni di diversa gravit (non
pagare il biglietto dingresso, dare uno
schiaffo, accoltellare) e conseguenti da
situazioni differenti (iniziative personali, operazioni premeditate o tumulti) finiscono nello stesso calderone, senza
distinzioni. Dalla prossima stagione la
Figc vieta ai giocatori di fare rapporto
ai tifosi dopo una sconfitta per proteggerli da offese e denigrazioni, senza
rendersi conto che chiedere scusa alla
curva lestremo negativo dello stesso
rapporto che vede la squadra fare il giro di campo per prendere applausi dopo una vittoria. Lopinione pubblica
ancora scioccata da Genny a carogna a
cavalcioni sulla balaustra dellOlimpico, ma la notte talmente scura che pochi ricordano che non lui a essere accusato di aver sparato e ucciso Ciro

Lopinione pubblica ancora


scioccata da Genny a carogna,
ma pochi ricordano che non lui
laccusato dellomicidio Esposito
Esposito la sera del 3 maggio 2014.
Qualcuno potrebbe ribattere che la
maggiore attenzione di oggi sul tifo violento corrisponda a una pi alta consapevolezza del fenomeno. Al contrario,
non solo fino a ventanni fa si aveva coscienza di cosa fosse uno stadio, ma si
era in grado di scherzarne senza sentirsi complici o fiancheggiatori dei facinorosi. Si prenda la commedia allitaliana, una delle massime espressioni della nostra cultura popolare. Non ce n
una di ambientazione pallonara, da
Gli eroi della domenica (1951) in poi,
dove non faccia capolino il tema della

ANNO XX NUMERO 186 - PAG XI

IL FOGLIO QUOTIDIANO

SABATO 8 AGOSTO 2015

SPETTATORI PER UNA SETTIMANA

NUOVO CINEMA MANCUSO

scelti da Mariarosa Mancuso

Popcorn Locarno

PIXELS di Chris Columbus, con Adam


Sandlers, Peter Dinklage, Michelle Monaghan, Ashley Benson

EX_MACHINA di Alex Garland, con


Alicia
Vikander,
Oscar
Isaac,
Domnhall Gleeson, Corey Johnson

ue minuti e mezzo di genio pompati fino a un inutile film. Guardate,


su Youtube, Pixels di Patrick Jean: da
uno schermo escono le astronavi di Space Invaders, Pac-Man e Donkey Kong.
Lo scimmione sale in cima allEmpire State Building e
lancia il suo barilotto, quel
che gli eroi pixellati toccano si trasforma in quadratini e scompare. Non andate a vedere Pixels di
Chris Columbus, bastano
le recensioni per scappare. Il Los Angeles Times: Certi film sembrano non finire mai. Certi
altri sembrano non cominciare mai. Pixels ha
entrambi i difetti. La
videorecensione di MovieBob son dieci minuti
di insulti scagliati senza
tirare il fiato da un ragazzo nostalgico della sala giochi. E Peter Dinklage dal tragico taglio
mullet (il peggio degli anni 80, capelli
corti davanti e lunghi dietro) vince a
Donkey Kong contro un ragazzino che
da grande sar Adam Sandler? E lui, il
nano di Game of Thrones, e temiamo
non abbia come giustificazione il bisogno di pagare il mutuo. Gli alieni attaccano la terra, non con i soliti omini verdi ma con i personaggi pixellati dei videogiochi. Sono idioti? No, che hanno
scambiato i campionati per unesercitazione militare. Uno dei nerd, diventato
presidente degli Stati Uniti, chiama gli
altri nerd prima che Pac-Man mastichi
il ponte di Brooklyn.

IL FIDANZATO DI MIA SORELLA di


Tom Vaughan, con Pierce Brosnan, Salma Hayek, Jessica Alba
ui incontra lei al bar del Savoy: si
scambiano frecciatine e occhiate
di fuoco, ma lui aspetta un figlio da
unaltra. Repertorio: il divertimento
sta nella grana fine del film. Pierce
Brosnan un englishman abroad,
professore che per amore di una studentessa si trasferisce da Cambridge
a Los Angeles. E figlio darte: pap
Malcolm McDowell usava la stessa
tecnica. Salma Hayek fa la scrittrice,
e sfodera il suo talento comico in una
sfuriata contro gli uomini: insulti, parolacce, una magnifica galleria di mugolii orgasmici. Linglese allestero
non spaesato come John Hurt di
Amore e morte a Long Island, che
spiega Rimbaud e capiscono Ram-

bo, mentre lui si compra


un forno a microonde
scambiandolo per un registratore. Ma a Cambridge
gli studenti (perlopi
femmine, si studiano i
poeti) prendono appunti,
mentre a Los Angeles rumoreggiano. E certo gli avvocati britannici non somigliano allazzeccagarbugli arruolato da Pierce Brosnan
per risolvere un problemino
con lufficio immigrazione. Irresistibili le scene con Malcolm McDowell, in patria e in
trasferta americana. Piscia
dalle panchine del molo assieme al nipotino lunica scena in cui sorride, per il resto
brontola - ma con il figlio professore ha ancora conti da regolare.

DIAMANTE NERO di Cline Sciamma, con Karidja Tour, Assa Sylla,


Lindsay Karamoh, Marietou Tour

YOUTH LA GIOVINEZZA di Paolo


Sorrentino, con Michael Caine, Harvey
Keitel, Jane Fonda, Paul Dano

IL RACCONTO DEI RACCONTI di


Matteo Garrone, con Salma Hayek, Bebe Cave, Vincent Cassel

e pettinature scandiscono i tentativi per diventare grande. Treccine


quando la sedicenne Marieme, nellappartamento in banlieue, si prende cura
delle sorelle minori e viene presa a botte dal fratello, luomo di casa in assenza del padre (la madre non c mai, fa
le pulizie). Capelli crespi lisciati a forza fa scuola Michelle Obama - quando
Marieme incontra una banda di ragazze
un po bulle, al collo medaglie con le
iniziali e rossetto scarlatto. Al terzo
film, Cline Sciamma abbandona ladolescenza a aumenta le difficolt (il secondo, Tomboy, raccontava una ragazzina che voleva farsi maschio). Perfino i critici francesi, celebrando il film,
hanno fatto notare che un po troppo
nero. Se succede in una citt multiculturale come Parigi, figuriamoci leffetto
che far nei nostri cinema, dove le storie sugli immigrati vanno di pauperismo, sofferenze, umiliazioni. Sciamma
regala a Mariame gli stessi problemi
delle coetanee. Ricavandone un film di
formazione, scomposto in ritratti che
spiazzano, prima di abituarsi al ritmo.
Per accompagnamento, una bellissima
colonna sonora di Para One, alias JeanBaptiste de Laubier: si erano incontrati alla scuola di cinema, lavorano insieme dal debutto della regista, con Naissance des pieuvres.

SPY di Paul Feig, con Jude Law, Jason


Statham, Melissa McCarthy, Morena
Baccarin, Rose Byrne

nnoiarsi impossibile. Con tutta la


buona volont: chi esce sbuffando
dal film tanto bene non sta. Biancovestita e issata sui tacchi, la direttrice del
parco Bryce Dallas Howard battibecca
con Chris Pratt in maglietta
sudata come Katharine
Hepburn battibeccava con
Cary Grant (che guarda caso in Susanna di
Howard Hawks faceva il
paleontologo). Non proviamo neppure a raccontarvi quali traversie debba superare:
quando nellultima
scena la vediamo
in
controluce
sulle sue scarpette,
scatta
lapplauso.
E
scatta un po di
revisionismo per
chi aveva riso
quando
Michael
Douglas, ne Allinseguimento della pietra verde, taglia via i
tacchi alle scarpette di Kathleen Turner prima di buttarla gi da un dirupo.
E i dinosauri? Siccome a tutto ci si abitua, a Isla Nublar usano lingegneria genetica per fabbricare un mostro pi temibile del Tirannosauro. Un mostro
femmina: della nuova specie battezzata
Indomitus Rex esisteva anche un
esemplare maschio, divorato in culla
dalla dinosaura. La femmina di ogni
specie pi letale delluomo ricordava Kipling, e qui impara prestissimo
larte della dissimulazione.

GIOVANI SI DIVENTA di Noah Baumbach, con Naomi Watts, Ben Stiller,


Adam Driver, Amanda Seyfried
itratto del documentarista impegnato,
con la faccia di Ben
Stiller. Ha accumulato
montagne di materiale, facendo invecchiare lintervistato.
Si destreggia tra
sussidi e contributi. Il capolavoro,
se mai sar ultimato, non incasser un solo dollaro. Ritratto della
quarantenne sposata senza figli, con
la faccia di Naomi
Watts: Siamo liberi,

possiamo fare tutto quel che vogliamo. Ma intanto non vanno mai da
nessuna parte, se non a trovare gli
amici che parlano soltanto di pappe
e pannolini. Ben Stiller viene avvicinato dal pi giovane Adam Driver, lo
studente che ogni professore al corso Documentario, come e perch
sogna: crede fermamente nel genere, ha entusiasmo e progetti. Ha anche una moglie simpatica Amanda
Seyfried prima che Mark Walhberg
e lorsetto Ted ne facessero notare
gli occhi sporgenti da Gollum con
cui vive in modalit hipster. Lultimo
film di Noah Baumbach parte bene,
le due generazioni sono disegnate
con pari perfidia. Comincia ad arrancare verso la met, dopo una
grandiosa scena a base di radici psichedeliche, avviandosi verso un finale deludente.

NOI E LA GIULIA di Edoardo Leo, con


Luca Argentero, Claudio Amendola,
Anna Foglietta, Carlo Buccirosso

MIA MADRE di Nanni Moretti, con


Margherita Buy, Giulia Lazzarini, Nanni Moretti, John Turturro

E' ARRIVATA MIA FIGLIA di Anna


Muylaert, con Regina Case, Michel
Joelsas, Camila Mrdila

Parole niente, devono averci messo una tassa sopra. I giovani registi in concorso a Locarno non se la possono permettere. Hanno gi speso i soldi della
paghetta per frequentare le pi rigorose scuole di cinema. Hanno dilapidato i
soldi ricevuti in nome dellarte per trovare attori capaci attraversare con indifferenza - senza muovere un muscolo, sullo sfondo di desolati paesaggi - le lente scene di un film che entusiasmi le giurie. Solo quelle, va detto e ripetuto.
Esiste un circuito chiuso di nomi che vanno in pellegrinaggio da un festival
allaltro, recensiti benevolmente da oscure rivistine (quando cerano) e ora da
oscuri blogger, la malapianta difficilmente si estirpa.
Entra nel circuito lo srilankese Vimukhti Jayasundara, con Sulanga gini
aran (la traduzione proposta dal catalogo ufficiale, passando attraverso linglese, suona come Buio nella luce bianca). Ha imparato la lezione dal tailandese Apichatpong Weerasetakul: un monaco buddista, storie tra vita e morte, dottori che il giorno curano e la notte stuprano. Pi un trafficante dorgani: lunico che parla almeno un pochino spiegando che il buon Dio ci ha dato quasi tutti gli organi pari, atti dunque al trapianto - e finisce per risultare
simpatico. Bakur Bakuradze, nato a Tblisi nel 1969, gi del circuito fa parte:
Brat Dejan racconta dieci anni di clandestinit di un ex generale serbo, nelle caserme e in montagna, a casa di un contadino ancor pi taciturno di lui
(scambiano qualche parola solo per concordare le circostanze del loro finto
incontro).
Da segnarsi un solo titolo in concorso: James White il nome del protagonista diretto da Josh Mond. Non solo parlavano. Era scritto e recitato benissimo, nella sua tristezza: racconta una madre che muore di cancro e un figlio che la accudisce (lattore si chiama Chistopher Abbott, come Adam Driver
era nella serie tv Girls). Ambientato a New York - manco a dirlo - dove il giovanotto fatica a trovare la sua strada. Si aprirebbe qui un discorso sulla superiorit dei registi americani, che anche quando raccontano i fatti propri il film
potrebbe essere autobiografico evitano i toni e la svenevolezza da gruppo di
supporto. E lo stesso vale quando vediamo giovanotti che dormono sul divano
della mamma e si sballano in discoteca.
Scelgono la via del silenzio anche Martina Parenti e Massimo DAnolfi, nel
documentario Linfinita fabbrica del Duomo (sezione Signs of Life, che ahinoi indaga le nuove forme narrative a uso di chi non conosce n domina le
vecchie). Solo qualche rara didascalia, sui marmi di Candoglia che arrivavano a Milano per le vie dacqua, sulla colletta fatta per la costruzione (i poveri
davano poco ma con costanza, i ricchi a capriccio, salvo poi farsi vedere con
la cazzuola in mano a scopo pubblicit), sullincoronazione di Napoleone. Su
come vengono ripuliti i lumini, quando cala la sera e la cattedrale va pazientemente chiusa, spegnendo tutte le luci e controllando che nessuno sia rimasto nei confessionali.

razie per lo scienziato pazzo fuori dai


clich. Miliardario, non ha il camice
bianco, non caccia la linguaccia, non ha
ancora inventato qualcosa che gli tolga i
postumi della sbronza. Grazie anche per
il giovane programmatore di
talento: sar anche nerd nella testa, a vederlo un simpatico ragazzo interessato
a quel che succede nel
mondo (rosso, irlandese
dai tratti gentili, si chiama Domnhall Gleeson,
figlio di Brendan Gleeson). Il miliardario
Nathan accoglie Caleb
nella casa tra le montagne, che come la casa
di Barbabl ha stanze
vietatissime, per ammirare una femmina
robot di nome Eva. Bisogna sottoporla al test di Turing, per capire se la sofisticatissima macchina possiede o no una coscienza. Eva, si capisce subito, piuttosto
avanti: disegna, anche se non sa esattamente cosa disegna (su suggerimento di
Caleb passa dallastratto al figurativo),
Quando indossa un vestito e si tormenta
i polsini, non abbiamo dubbi: umanissima, e fragile (o finge: ma allora anche pi umana). Ex_Machina si inoltra
sul terreno di Pigmalione, che si innamora della sua statua, e di Her, con
Joaquin Phoenix che si innamora del
suo smartphone. Conosciamo i pezzi,
sappiamo come sono combinati, il film
aggiunge una scintilla di vita che lo rende interessante.

cchi chiari e acquosi, addensati di


malinconia e perspicacia. Sono gli
occhi di Michael Caine, descritti da Sorrentino nella sceneggiatura di La giovinezza (Rizzoli). Addensati? Addensati, certo. Siamo artisti, mica mestieranti, e poi con acquosi fa tanto grande
scrittore addensato di intensit. La citazione dice tutto del film. Banalit
spacciate per geniali intuizioni. Dialoghi pesanti come pietre, alternati a battute di spirito: non fosse che a volte
difficile distinguere tra le due modalit.
Immagini rubate a tutto il cinema conosciuto: quel che era avanzato da La
grande bellezza, viene proposto qui, su
sfondo alpino. Per fortuna gli occhi di
Michael Caine sono molto meno addensati di come pretende il regista, e assieme a Harvey Keitel danno un po di brio
al film. Un direttore dorchestra ottantenne che non vuole pi dirigere, neanche se glielo chiede la regina Elisabetta. Un regista, pi o meno coetaneo, che
cerca il finale per un film-testamento.
Parlano di una remota fidanzata che entrambi hanno avuto, o forse non avuto.
Si informano su come andata la pisciata del mattino. Guardano gli altri
ospiti, osservano il personale. Buoni
motivi per chiedere al concierge del
Gran Budapest Hotel di Wes Anderson se rimasta una camera libera.

JURASSIC WORLD di Colin Trevorrow, con Chris Pratt, Bryce Dallas


Howard, Ty Simpkins, Omar Sy

l momento di svolta arriva sottacqua


quando John C. Reilly con lo scafandro da palombaro caccia il mostro marino: sua moglie vuole un figlio a tutti i
costi, il ciarlatano ha suggerito cuore di
drago cucinato da una vergine. Non ne
possiamo pi di leggere la frase Matteo
Garrone ha attualizzato le favole di
Giambattista Basile: attualizzato pu
spendersi al massimo per lo scafandro
da palombaro, sappiano gli opinionisti e
i critici improvvisati che i desideri e le
fissazioni non sono uninvenzione recente. E la prima scena che incanta in un
film tutto da guardare: Matteo Garrone
non avr sviscerato le profondit sublimi del barocco (come gli rimprovera Goffredo Fofi meritandosi Nanni Moretti da
qui alleternit) ma certo sa comporre
scene incantevoli. Con i mezzi che cerano: i produttori non hanno sgomitato per
finanziare un film tanto strano e originale, cos dipendente dal talento del regista che facendo di necessit virt si
organizzato da solo - e dei suoi collaboratori. Ottima la scelta di girare in inglese
con attori stranieri: come nelle favole, in
Italia avrebbe potuto cercare la giovane
principessina per mari e monti senza
trovare nessuna brava come Bebe Cave,
classe 1997 e gi in palcoscenico accanto a Helen Mirren in The Audience di
Peter Morgan.

iulia 1300 e altri miracoli, il romanzo di Fabio Bartolomei uscito


nel 2011 da e/o, si faceva leggere senza
le vanterie da artista degli scrittori
esordienti: puntava sulla trama, i personaggi e i dialoghi. Requisiti minimi, ma
nella terra dei ciechi gli orbi son re.
Edoardo Leo fa buon uso del materiale
di partenza e aggiunge i requisiti minimi per un film: attori che funzionano,
lunghezza proporzionata ai colpi di scena, cambiamenti di passo e di registro
quando servono. Lambientazione campagnola fa tremare, allinizio (non ci siamo ancora ripresi da Sei mai stata sulla luna? di Paolo Genovese, con Raoul
Bova che munge le mucche). Il regista
ne prende atto con ironia: Il piano B a
ventanni un chiringuito sulla spiaggia, a quaranta avviare un agriturismo. Lo mettono su un rappresentante di automobili che decide di cambiare vita dopo la morte del padre, un titolare di gastronomia che ha fatto fallire
il negozio di famiglia, un venditore di
orologi pieno di debiti, un rivoluzionario fuori tempo massimo. Dovranno vedersela con un camorrista Carlo Buccirosso, sempre bravissimo - venuto a
chiedere il pizzo a bordo di una Giulia
milletr. I soldi per pagarlo non ci sono, quattro teste non proprio smaglianti di intelligenza pensano a un piano B.

orfano sessantenne rende bene lidea, tali sono i fratelli protagonisti,


una regista in crisi (ne avete mai visto al
cinema uno che non lo sia?) e il fratello che per accudire la madre malata lascia il lavoro. Orfani adulti, appartenenti alla generazione che ha prolungato la
giovinezza oltre ogni ragionevole scadenza, fragili e sbalestrati nellet in cui
i genitori si apprestavano a diventare
nonni. Orfani dei genitori, e del mondo
in cui ancora la domanda a cosa serve
il latino? otteneva una risposta pronta. Orfani di una sinistra che non c pi,
la nuova non neppure degna di un appello in piazza, per urlare con questo
Renzi non volevamo vincere. E adesso a me chi ci pensa?: era una battuta
in La messa finita, anno 1985, detta
da Don Giulio (Nanni Moretti con la tonaca) alla madre suicida. Due minuti in
cui gi cera tutto questultimo film, con
un brivido di emozione che acchiappava gli spettatori e che a Mia madre
manca del tutto. Ogni scena risulta
esemplare e solenne, spiegata allo spettatore, ripetuta fino alla noia, ricattatoria quando in scena Giulia Lazzarini,
totalmente anni 70 nel film dentro il
film diretto dalla regista Margherita
Buy: classe operaia, tute, assemblea in
mensa, assalto alla macchina del nuovo
padrone John Turturro.

on gli avrebbero mai fatto dirigere


un James Bond vero. Paul Feig si
consolato girandone uno finto, con
gran divertimento suo e nostro. Portandosi dietro i tempi comici e la stazza di
Melissa McCarthy. Neanche Jude Law riuscir mai a recitare in
un vero film di James Bond in
carica c Daniel Craig quindi
si consola con la parodia. Gli
agenti segreti sorseggiano
champagne in bicchieri di
cristallo, Jude Law ne scaraventa uno per terra durante il ricevimento in
Bulgaria. Manovra diversiva per scendere nei
sotterranei della villa e
trovare lordigno nucleare che sta per
esplodere. Procede
guidato via auricolare dallagente della
Cia che fa il lavoro di
ricerca, inchiodata
alla scrivania. Qualcosa va storto, lagente Susan entra in azione
travestita da casalinga del Midwest, ricciolini e T-shirt rosa con il micio. Ha i
suoi gadget, come ogni rispettabile
agente segreto, ma invece di esser mimetizzati tra penne stilografiche e accendini, sono camuffati da cose che non
si fanno notare nella borsetta di una
vecchia zia omofoba in viaggio allestero (non siamo sicuri che servano i
dettagli). C da vendicare anni tra le
scartoffie, e una madre che nel cestino
della merenda ficcava il biglietto: Rinuncia ai tuoi sogni, Susan.

ella
trama,
del
genere
upstairs/downstairs che ha fatto la
fortuna di "Downton Abbey". La famiglia al piano di sopra schiera una signora di rara antipatia, un marito succube,
il loro figlio adolescente cresciuto dalla tata che dorme nella stanzetta. Rompe l'equilibrio la figlia della serva: con
i soldi guadagnati dalla madre ha studiato, tenta l'esame di ammissione alla
facolt di architettura: primo brivido da
parte dei padroni. Il secondo brivido arriva quando la ragazza vuole dormire
nella stanza degli ospiti, visto che libera. Costruito con i giusti dettagli, senza
prendere scorciatoie, mostrando quel
che succede e lasciando che sia lo spettatore a ricavarne messaggi sulla lotta
di classe in Brasile. Meglio guardare e
basta, apprezzando l'acutezza e la capacit di osservazione della regista. Alla
signora che compie gli anni, la serva regala un servizio bicolore, vassoio brocca e tazze. La padrona lo trova orribile
ma ringrazia, mormorando "questo lo
teniamo per le grandi occasioni". La
serva lo tira fuori, appunto, alla prima
grande occasione, cercando di capire se
la tazzina bianca va con il piatto in tinta (non sar pi elegante spaiarle?).
Quando si presenta dagli ospiti in salotto con il trofeo plasticoso e spaiato, viene ricacciata in cucina.

ANNO XX NUMERO 186 - PAG XII

IL FOGLIO QUOTIDIANO

SABATO 8 AGOSTO 2015

In nessun altro grande scalo internazionale c una presenza cos eclatante,


tanto meno in quelli di importanza
strategica definiti hub. Non a Heathrow (le low cost sono a Gatwick o nel
city airport londinese). Non al Charles
de Gaulle, dominato da Air France,
non a Sturup (Copenaghen) dove la Sas
non pi monopolista ma resta egemone, cos come la Klm a Schiphol in
Olanda.
Un tempo anche Alitalia era egemone a Fiumicino, ma di acqua ne passata sotto i ponti, la compagnia di bandiera fallita ed stata salvata pi volte e il Leonardo da Vinci si rifatto
proprio con le low cost. Non si toccano, ha sentenziato Riggio, in polemica
aperta con lAlitalia che ha minacciato
persino di lasciare Fiumicino. I vertici
di AdR naturalmente sono daccordo

dro Montanelli era peggio di un furto,


di una rapina a mano armata, di una incursione di briganti. Eccessi da linguaccia toscana. Il Leonardo da Vinci
limmagine del miracolo economico e
della modernizzazione italiana. Una
modernizzazione non solo a met, ma
piuttosto a chiazze, al pari di quella nazionale. Ed esattamente come il resto
del paese, laeroporto andato avanti
finora aggiustando e aggiungendo, senza una vera visione dinsieme.
Fiumicino Due parte anchesso da
una linea dombra. Il progetto pilota
prevede lespansione a nord, con altre
due piste, la quinta e la sesta, su terreni che fanno parte dellazienda agricola di Maccarese che i Benetton hanno
acquistato dallIri per 91 miliardi di lire (quasi 47 milioni di euro) nel 1998
quando la famiglia di Ponzano Veneto
ha cominciato la diversificazione a rit-

Sembra che le compagnie low


cost stiano condizionando
Fiumicino: in nessun altro grande
scalo una presenza cos eclatante

Con due piste, Heathrow fa


70 milioni di passeggeri. Con le
attuali tre, Fiumicino arriva a
40. Ne sono previste altre due

con lui. Non c pi una compagnia di


bandiera che possa saturare laeroporto. Le stesse low cost stanno cambiando, oggi hanno anche una clientela business e in molti casi posti assegnati. Insomma sono delle piccole che diventano grandi. E la concorrenza, bellezza.
E poi Roma Roma. Chi vorrebbe sbarcare a Viterbo? Il nome non labbiamo
fatto a caso perch cera un progetto di
costruire a nord della capitale un secondo aeroporto, visto che anche Ciampino pi che saturo. Il governo Monti
lo ha cancellato proprio quando ha rimesso mano a tariffe e concessione.
I Benetton, nel frattempo, hanno dato lidea di fare sul serio, accorciando
la catena di comando: scomparsa ad
esempio la societ Leonardo che faceva capo alla vecchia Gemina, anchessa cassata dai registri. Oggi AdR con-

mo accelerato verso i servizi, ma non


aveva ancora in mente di acquisire il
Leonardo da Vinci. Il nuovo aeroporto
dovrebbe interessare, come ha detto Lo
Presti nella sua audizione parlamentare, poco meno di 900 ettari sui 3.200 dellazienda agricola. Ai valori attuali, lesproprio viene stimato in 200 milioni di
euro (anche se i calcoli sono molto complessi e andranno fatti al momento in
cui la scelta diventer operativa). Buona parte di essi entreranno nelle casse
dei Benetton. E gi si sente sollevare la
bandiera del conflitto dinteresse. La
Corte dei conti del Lazio ha aperto unistruttoria. Il comitato Fuoripista batte la gran cassa, il movimento affila le
lame e parla di un giro daffari da 20
miliardi finanziato in gran parte con le
tariffe (12,5 miliardi) e dagli enti locali
(altri 5,5), quindi dagli utenti e dai citta-

(segue dallinserto I)

Aeroporti che funzionano: lHaneda di Tokyo, quinto posto nella classifica Skytrax dei migliori scali del mondo (il primo il Changi di Singapore), quarto come numero di passeggeri

Se restiamo a terra chi il responsabile: laeroporto, Vueling, lhandling,


lEnac, i sabotatori del Terminal 3, i piromani della pineta o i pompieri?
trollata al 95 per cento da Atlantia, la
stessa che possiede la societ Autostrade e assicura un buon polmone finanziario. Dunque, via via sono state chiuse le scatole cinesi attraverso le quali
lAeroporto di Roma stato privatizzato passandolo dallIRI a una societ
schermo, creata da Enrico Cuccia e affidata a Cesare Romiti. Nata nel 1961
addirittura come Compagnia generale
alimentare, la Gemina fin dallinizio
una scatola finanziaria da riempire con
qualsiasi cosa e da usare in qualsiasi
occasione. Diventa azionista principale
del Corriere della Sera per conto della Fiat, poi tenta di lanciarsi nellalta
moda con Valentino e Marzotto ( la fallimentare operazione HdP), intanto arrivano le costruzioni con Impregilo e le
infrastrutture pubbliche privatizzate.
Pomposamente definita holding un
acchiappatutto nelle mani del suo stratega finch la scomparsa di Cuccia nel
2000 fa crollare la cattedrale gotica che
il mago di Piazza Affari aveva costruito.
La Gemina stata assente, il classico esempio di capitalismo senza capitali. I Romiti si sono messi nelle mani
delle banche e sono finiti travolti dai
debiti. E a questo punto che arrivano
i Benetton.
Nella cavalcata dai maglioncini ai
servizi, da Ponzano Veneto a Fiumicino, la famiglia, guidata da Gilberto,
luomo dei conti, ha acquisito gradualmente il controllo della AdR. Nel 2005
entrano in Miotir la finanziaria di Ro-

miti che controlla laeroporto e lascer


il campo due anni dopo. Palenzona viene nominato presidente e lex democristiano piemontese, passato dallautotrasporto alla finanza ( anche vicepresidente di Unicredit), si batte per ottenere un aumento delle tariffe in modo
da ripianare i debiti e investire. Nel
2009 presenta un piano di 3,6 miliardi,
ma il governo lo blocca. Alitalia, salvata nel frattempo dalla cordata di imprenditori patrioti tra i quali anche i
Benetton, chiede un ampiamento dello
scalo, mettendo in luce un vero circolo

Fino al 2013 non si investito.


Tremonti aveva sempre rifiutato
di adottare laumento automatico
annuale delle tariffe
vizioso: le debolezze di Alitalia ricadono su AdR e quelle dellaeroporto sulla compagnia aerea.
Fino al 2013 non si investito perch
mancava il contratto di programma e le
tariffe erano troppo basse. Il ministro
del Tesoro Giulio Tremonti aveva sempre rifiutato di adottare per Fiumicino
lo stesso meccanismo delle autostrade:
cio un aumento automatico annuale.
Voleva favorire Malpensa o dare un segnale di rigore? Forse luno e laltro.
Sia la Lega sia Forza Italia hanno accarezzato lidea di spostare nella brughiera brianzola lo hub italiano. E la
concessione autostradale finita nel
mirino di molti, anche di Antonio Di
Pietro come ministro delle Infrastrutture. Certo che fino a oggi si andati
avanti con la gestione ordinaria.
Il 21 dicembre 2012, Corrado Passera,
ministro dello Sviluppo, taglia il nodo
gordiano e decide di aumentare le tariffe da 16 a 26,5 euro per passeggero in
partenza (sono allincirca la met del
traffico giornaliero). Un balzo notevole
anche se tuttora inferiore del 20 per
cento alla media europea. Una condizione necessaria (e indispensabile) per
far partire il contratto di programma

che prevede 11 miliardi di investimenti in parallelo con la trentennale concessione che scade nel 2044. Il meccanismo escogitato migliore, dal punto di
vista del controllo e della trasparenza,
rispetto alla scala mobile delle Autostrade, perch le tariffe possono anche
scendere in funzione del traffico e degli
investimenti realizzati. In ogni caso, la
societ conta su un meccanismo di introiti certi. Nel 2014, lAdR ha messo in
distribuzione un dividendo di 120 milioni di euro, che non male su un margine operativo di 460 milioni e un fatturato di 726 milioni, e in qualche modo
ricompensa otto anni di astinenza.
Il ministro Delrio, marted scorso in
Senato, ha di fatto assolto AdR e i Benetton, gettando la colpa sul passato:
Oggi paghiamo oltre 20 anni di tempo
perduto, ha detto. Ma si pagano anche
le incertezze dei governi sulla natura
e il futuro dello scalo e progetti ballerini, cambiati in corso dopera. Lorenzo Lo Presti, amministratore delegato
di AdR, cinque anni fa, presentando il
piano 2011-2014, prevedeva il nuovo
scalo a Viterbo per le low cost entro il
2019, la trasformazione di Ciampino in
City airport, un altro molo, la quarta pista entro il 2019 e lalta velocit per il
collegamento con Roma, rimpiazzando
lo scassatissimo Leonardo Express,
che ha laria non di un treno urbamo,
ma di una tradotta. Ebbene, Viterbo
stato cancellato. Ciampino verr chiuso nel 2021. La quarta pista ancora alla fase di progetto sia pur esecutivo.
Nel settembre del prossimo anno dovrebbe essere inaugurato il Molo C che
si chiamer in realt Area E-F. Praticamente attaccato al T3 (a differenza dal
satellite per i voli intercontinentali)
avr 16 nuovi bracci mobili (fingers) e
due per gli A380 i giganti dellaria che
verranno dallAsia e dal Medio Oriente. Si prevedono 6 milioni di passeggeri in pi.
Delrio ha parlato di fragilit organizzativa dello scalo e ha insistito sulla necessit di accelerare gli investimenti: 300 milioni nel 2015 e 454 il pros-

simo anno, il doppio di quelli stimati in


precedenza. Anche dalla semestrale di
Atlantia, la holding dei Benetton che
controlla AdR, emerge unaccelerazione. Nei primi sei mesi dellanno la societ ha investito 127 milioni, cui ne seguiranno altri 180 nella seconda parte
dellanno. Rispetto ai programmi iniziali, che prevedevano un piano da 540
milioni in tre anni c un incremento di
70 milioni e fino ad oggi sono stati investiti circa 450 milioni. Un risveglio,
dopo il lungo sonno.
Nel frattempo, i Benetton, come annunciato da tempo, dovrebbero aver
venduto il 30 per cento di AdR. La societ vale 4 miliardi e mezzo di euro, secondo le stime di Mediobanca e Goldman Sachs. Verranno sondati quattro
aspiranti, ma si dice che il 15 per cento possa andare a investitori istituzionali e il 15 per cento ad Adia il fondo
sovrano di Abu Dhabi da dove viene la
Etihad che controlla Alitalia. Sinergie
in vista? Intanto sincassa grosso modo
un miliardo e mezzo di euro che pu coprire parte delle spese e assicurare un
discreto dividendo. Certo, i guai a catena di questi mesi non aiutano a valorizzare linvestimento.
Quanto frutto del caso e quanto del
caos? Il fuoco nella pineta di Coccia di
Morto ha rivelato linadeguatezza del
sistema antincendi e lincuria ambientale. Chi ne responsabile? E scoppiato su terreni privati, quindi la colpa
non ricade sul comune. Tuttavia chiaro che sono venuti a mancare gli interventi, mettendo in risalto la fragilit
del territorio che circonda una infrastruttura tanto importante e delicata.
Linferno del 6 e 7 maggio nel T3, invece, ha scoperchiato il calderone degli
appalti. Negozi in franchising, botteghe
e bottegucce in affitto, bar in concessione che passano di mano in mano. Chi
controlla, chi garantisce questa lunga
catena che va dalligiene alla sicurezza? Un responsabile ci sar, ci deve essere, se lo detto anche Gianfranco
Amendola, ex pretore dassalto, ex militante dei Verdi, che guida la procura

di Civitavecchia: ha minacciato di chiudere lo scalo, ha dato spago alle proteste per lambiente e la salute, ma ancora non lo ha trovato.
Il rimpallo, linutile quanto eterna
ricerca del colpevole, sale dal basso in
alto, in ogni campo. In fondo questa
la vera maledizione di Fiumicino. Chi
responsabile se manca un collegamento ferroviario serio con la citt? Le
Ferrovie? Il governo? La Regione? Ah
saperlo, saperlo. Eppure un punto
chiave. Un hub moderno al centro di
una rete di servizi e di trasporti. A

Il piano di cinque anni fa: scalo


a Viterbo per le low cost,
Ciampino city airport, Tav dallo
scalo a Roma. Nulla di fatto
Schiphol si prende lalta velocit per
Parigi. Da Heathrow in 15 minuti si arriva a Paddington in centro di Londra.
Dal Charles de Gaulle c sia la Rer
per Parigi sia il Tgv per Lione. Lambizioso piano annunciato da Mauro Moretti quando era il big boss di Fs, invece, si tradotto in un paio di treni
Freccia bianca a Fiumicino. La Freccia rossa avrebbe bisogno di ben altri
binari per i quali non ci sono n quattrini n progetti. Di una metropolitana
leggera che conduca a Roma Termini
si parla da tempo, ma se ne parla soltanto. Sarebbe una priorit gi oggi,
una conditio sine qua non se deve diventare realt lambiziosa meta di 100
milioni di passeggeri lanno, rilanciata da Delrio in Senato, che implica il
raddoppio dello scalo.
Inaugurato nel 1961, concepito quindi in unera preistorica per il trasporto
aereo, edificato su una palude per colmare la quale venne scavata Malagrotta (poi riempita con limmondizia romana), Fiumicino stato sempre funestato da pasticci, imbrogli, speculazione.
Oggetto di dileggio per la stampa moralistica come per i vignettisti (spiccava
Chiappori su Panorama), secondo In-

dini. E poi una grande opera, come la


Tav, il Muos, il Ponte sullo Stretto: a
buon intenditor Il progetto non convince nemmeno il sindaco di Fiumicino, Esterino Montino (Pd). Viterbo non
era unalternativa spiega Ma perch
non cercarne altre? Per esempio Grosseto. Anche in questo caso il potenziamento della ferrovia sarebbe una priorit assoluta, visto che non c nemmeno unautostrada che colleghi il capoluogo della Maremma alla capitale. Chi
ne responsabile?
La questione di fondo, secondo Montino, come mai Heathrow con due piste fa 70 milioni di passeggeri e Fiumicino con le attuali tre piste ne fa 40 milioni. Perch laeroporto londinese
un sistema integrato e quello romano
un universo ancora disintegrato? AdR
replica spiegando che lorganizzazione
aeroportuale dipende dalle compagnie. Heathrow funziona con un flusso
continuo dalle 5 alle 3 del mattino successivo, Fiumicino ha due picchi tra le
6 e le 11 e tra le 16 e le 21. Ma ci risponde alla domanda, ecco perch per migliorare loperativit serve la quarta pista prima di raddoppiare laerostazione. Tuttavia, vero che c un problema
di organizzazione e di sistema: se non si
recupera efficienza il raddoppio di
Fiumicino rischia di raddoppiare il solito caos. E a quel punto la cassa sar
prosciugata. Quanto ai responsabili, la
catena gi lunga diventer infinita e
beato chi li trova.

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