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ANNO I NUMERO 2
Geopolitica di Mururoa
Latomica francese
ovvero la Realpolitik
dopo la guerra fredda
I contenziosi nucleari aperti nel mondo
sono molti e tornano a pesare sulle
scelte strategiche ed economiche
quotidiano
La Giornata
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In Italia
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Nel mondo
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Achille una giornalista, scrive il settimanale Avvenimenti. La fonte del Sisde che avrebbe fornito informazioni
su Di Pietro sarebbe una cronista ben
inserita nel sottobosco politico e giudiziario milanese.
Al processo Curt, Sergio Cusani ha
accusato Di Pietro di aver contraffatto
due documenti bancari per supportare
linchiesta a suo carico.
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Berlusconi e mafia stato il tema delludienza di ieri a Catania per il processo Orsa maggiore. Il leader di Forza Italia ha smentito di essere stato ricattato dalla criminalit organizzata
che gli aveva incendiato la sede della
Standa della citt etnea. Da intercettazioni telefoniche risulta comunque che
furono fatte pressioni su alcuni dirigenti Fininvest.
Sentito dai giornalisti, il boss Giu seppe Madonia, protagonista del pro cesso, ha dichiarato di augurarsi che
alle prossime elezioni vincano le sini stre, perch sono pi garantiste.
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Pochi medici e molte auto in Italia secondo unindagine dellOcse. Solo negli
Stati Uniti e in Germania si registra
una densit automobilistica superiore.
Gli italiani sono rispettivamente settimi e tredicesimi al mondo per numero
di telefoni e di televisori per abitante.
In compenso siamo ventitreesimi nella
graduatoria per dotazione di medici.
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Un separatista irlandese stato ucciso a Belfast. Gino Gallagher era un personaggio di spicco dellIrish Republican Socialist Party, piccola formazione
marx-leninista. E stato raggiunto da diversi colpi di pistola mentre si trovava
nellufficio dellassistenza sociale a firmare per il sussidio di disoccupazione.
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Maastricht
Nella riunione dei ministri degli esteri
dellUnione europea, linglese Malcolm
Rifkind ha avanzato, tra le righe, la richiesta di rinviare ladozione del trattatato di
Maastricht.. Lo stesso premier inglese, John
Major, sta svolgendo cauti sondaggi in questo senso. La richiesta ha suscitato molto
nervosismo a Bruxelles, ma lopinione pubblica inglese continua a manifestare molte
perplessit euroscettiche. Lo stesso Financial Times, giornale della City ultra-europeista, con un intervento di un suo autorevole editorialista, Martin Wolf, denuncia la
confusione del disegno politico alla base
della scelta di Maastricht. Le preoccupazioni nascono anche dal fatto che la Francia e
la Germania sembrano concordare solo tra
di loro incentivi alla ripresa come quelli annunciati in questi giorni.
Il Sole 24 0re, giornale di una Confindustria italiana che si riconosce nel progetto
della moneta unica, sostiene che gli inglesi
hanno qualche ragione. Persino un padre
del Trattato di Maastricht , Jacques Delors,
dichiara, in un dibattito de Les Echos, che
lunificazione monetaria va accompagnata
da un riequilibrio economico.
In Europa, anche tra gli euroentusiasti, si
comincia a parlare una lingua simile a quella usata nel Parlamento italiano dallex ministro degli Esteri, Antonio Martino.
La sinistra si sbagliata,
Fini non pi democratico
I saggi vogliono coniugare i poli,
non sanno coniugare i congiuntivi
Tornano i fascisti, capeggiati da quel pericoloso squadrista di Gianfranco Fini cui
pure, alla festa dellUnit di reggio Emilia
del settembre scorso, Walter Veltroni rico-
NOVE COLONNE
nobbe doti di equilibrio di gran lunga superiori a quellirresponsabile di Silvio Berlusconi esperto, disse Veltroni davanti alla
platea post-comunista che addirittura si
spellava le mani applaudendo il post - fascista, di insulti da discoteca. Adesso
stato eliminato dimperio il post e Fini
tornato un bieco fascista. Comincia Barbara Spinelli che sulla Stampa ritira la patente democratica a Fini, colpevole di essersi irrigidito in una posizione che solo
una legittimit consolidata avrebbe potuto autorizzare.
Prosegue Repubblica che pure in tempi
lontani si compiacque per lo sdoganamento degli ex fascisti e che, dimentica degli
strali dinizio danno con cui Scalfari ha gratificato Scalfaro, parte alla carica nella denuncia del ritorno di Fiamma e nella deplorazione del trasformismo che avrebbe
inquinato loperazione Fiuggi.
Del resto, assicura il pidiessino Burlando sul Corriere della Sera, Fiuggi era solo
una svolta di facciata e per questo costretto a scendere nellagone Norberto
Bobbio per spiegare sulla Stampa che del
fascismo Fini conserva alcune idee fondamentali (il presidenzialismo?) e poi che
sempre meglio cinquanta governi in cinquantanni che uno solo in venti. Son tornati i fascisti: e tutto perch Fini si oppone
al compromesso democratico che in fondo neanche Prodi auspica (fascista anche
Prodi?).
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Giampaolo Pansa si ringiovanisce di almeno ventanni e rispolvera sullEspresso le
carogne fasciste uscite dalle fogne. Enrico Deaglio suggerisce sullUnit un parallelo tra Fini e Hitler. Sempre sullUnit Fabio
Mussi scrive che Fini ha un vizietto, un
po' fascista. Giuseppe Caldarola legge sulle agenzie la dichiarazione di La Malfa secondo cui ritorna il Msi, ruba lidea e fa titolare il suo articolo in cui si esecrano i
comportamenti al limite dello squadrismo dei seguaci di Fini con un ritorno al
Msi.
Cesare Salvi, sempre sul giornale fondato da Antonio Gramsci e diretto dal viceProdi che rilascia in due giorni una dozzina
di dichiarazioni in cui definisce inaffidabile il Gianfranco Fini con il quale mise in
scena il commovente duetto di Reggio Emilia, se la prende col nemico del liberalismo.
C perfino Clemente Mastella che viene
reclutato dallUnit per un ammonimento
pubblico al leader di An: Gli ricordo che
un ex fascista. E tutto perch Domenico Fisichella (i cui pensieri Massimo DAlema
ora definisce mirabili) se ne andato da
An.
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Nella bozza di intesa scritta dai tre saggi
del Polo e divulgata dal Giornale, si legge
che qualora nessun candidato premier ottiene eccetera eccetera. Due righe pi in l
si ribadisce che qualora il primo ministro
sfiduciato eccetera eccetera.
Nella fretta i saggi non hanno ricordato
che dopo il qualora preferibile il congiuntivo. E tutto perch i professori, impegnati a coniugare le esigenze di rafforzamento del premier con le prerogative del
Parlamento, non immaginano nemmeno
quanto sia pi proficuo imparare a coniugare correttamente i verbi.
IL FOGLIO QUOTIDIANO
IDEE
SIGNOR DIRETTORE
venne: Antidisestablishmentarianism Italian Style. Quella interminabile parola costituisce la sintesi della tesi di Blondet, evidentemente condivisa - ante litteram - dal
direttore della rivista e dallautore dellarticolo. Vediamo di chiarire.
IL FOGLIO quotidiano
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ducono credendo agli schemi tradizionali rischia di oscurarsi. Catilina fu spinto alla
guerra civile, mentre aspirava a concorrere legalmente al consolato. NellItalia del
XX secolo, gli innovatori si son ridotti a difendere la liberta dimpresa e perfino le
televisioni private anzich il progetto di
primato dellesecutivo e i mutamenti necessari delle istituzioni.
Nelle transizioni tutta la questione - cruciale - dello scollamento fra legalit e legittimit, che vien posta cos chiaramente
nelle rivoluzioni, sintorbida. Per questo,
quando nella storia va in scena la Transizione, grande il pericolo per la collettivit
che la vive, o meglio che ne vissuta. Gli attori - i Conservatori e gli Innovatori - recitano per cos dire al buio la parte assegnata loro da un canovaccio che non conoscono; e tuttavia il canovaccio un dato, a suo
modo ferreo, imposto dal mutare profondo
della societ. In questatmosfera torbida e
confusa, le cose - e anche le istituzioni - finiscono per mutare senza controllo.
Linnovatore costretto a difendersi
E quando va in scena la Transizione, ecco salire sul proscenio personaggi caratteristici come quelli della Commedia dellArte che improvvisano a soggetto, ma il
cui carattere e natura sono dati.
Tutto ci d allestablishment conservatore del Vecchio le armi per la sua lotta in
nome del passato. Anche la parte del Vecchio scritta: il suo sforzo primario di liquidare lInnovatore - sia Catilina o Berlusconi - per via giudiziaria e con le armi del
moralismo calunnioso, anzich batterlo politicamente, e ci per due fondati motivi: nascondere che lantagonista portatore di un
progetto politico alternativo, e dipingerlo
come un mostro agli occhi del popolo.
Anche il rapporto con il popolo scritto
nel canovaccio: IInnovatore se ne fida troppo e vi si appella; il Vecchio ha la meglio
nel manipolarne lincostanza fondamentale, proprio nel momento culminante in cui
pi lo disprezza, lo teme e ne diffida. Su Catilina incombe ancora la damnatio memo riae decretata dal Senato due millenni or
sono; e se uno storico futuro restituir limmagine di Berlusconi basandosi su quel che
ne ha detto la stampa, dovr dipingerlo come un ladro di legalit, un avventuriero
senza scrupoli, lesecutore dei piani golpisti
della P2, il sospetto di collusione con la mafia, il bancarottiere ed evasore fiscale.
Cos costretto a difendere se stesso anzich il suo progetto, lInnovatore indotto da un abuso sapiente delle regole - a
mettersi dalla parte del torto: con Catilina
questo gioco riusc perfettamente, fino a
cancellare la memoria del suo progetto.
Con Berlusconi, mentre scriviamo, il processo in corso.
Vecchia legalit e nuova legittimit
Ancor oggi non ci dato sapere con precisione a quale forma politica pensasse Catilina, questo precursore della necessit
dellinnovazione. E nemmeno sappiamo a
cosa mirasse colui che, con pi genio e fortuna, continu il suo sforzo, Giulio Cesare.
Bruto e i congiurati che lo uccisero in nome della legalit repubblicana, lo accusarono di aspirare alla monarchia, che nel
linguaggio propagandistico di allora equivaleva a regime dispotico, anti-romano e
anti-popolare; cosa curiosa, visto che luomo ucciso capeggiava la fazione dei populares, la sinistra estrema. Di fatto, anche
Cesare fu ucciso - ecco com difficile tentare la transizione - e Roma fall nel suo
cammino verso una nuova legittimit. O
meglio: la vecchia legalit non torn pi - la
centralit del Parlamento, del Senato, divenne un simulacro vacuo ma la legittimit
nuova non si consolid.
Roma fin per avere una forma politica
non disegnata da un progetto e sancita dal
popolo, ma un potere ibrido di legittimit
pi che dubbia, un sistema per sempre
deformato dalla resistenza dei conservatori: che non ebbero pi la centralit del
Parlamento ossia del Senato, ma nemmeno mai investirono il princeps (il presidente, colui che noi chiamiamo imperatore)
della legalit istituzionale piena. Un siste-
el corso dei lavori della commissione Affari costituzionali del Senato, un parlaN
mentare di Forza Italia, autodefinitosi pi volte - e con incontinente iattanza - garantista,
ha testualmente affermato che qualora e
quando la presunzione di non colpevolezza venisse rispettata per gli italiani, ci potremmo
permettere il lusso di riconoscerla agli stranieri. Dio lo perdoni (a richiesta, fornir nome e
cognome dellinteressato). Daltra parte, proprio il dibattito sulle politiche dellemigrazione
ha dimostrato quanto sia difficile dislocare pregiudizialmente la cultura delle garanzie lungo
il classico discrimine destra/sinistra.
Dunque, alcuni episodi recentemente accaduti possono funzionare come test per
laccertamento della sensibilit garantista,
ma non aiutano ad attribuire tale sensibilit
alluno o allaltro degli schieramenti politici. Non c dubbio, ad esempio, che in materia di immigrazione, la destra tradizionale
(An, Lega e settori di FI) sia significativamente - eccome! - pi a destra, pi intollerante e pi autoritaria della sinistra tradizionale (Pds): ma la rinuncia ai principi del
garantismo ha portato questultima in una
posizione assai ambigua. Una collocazione
assimilabile (non certo dal punto di vista dei
valori, bens da quello delle norme) a formazioni politicamente lontane. E cos, per mesi, esponenti della sinistra hanno spiegato con argomenti sicuramente raffinati, ma
convergenti, alla resa dei conti, con quelli
della destra - che allo straniero non deve
concedersi la medesima tutela processuale
prevista per il cittadino italiano.
Il fenomeno molto interessante: la massima distanza tra destra e sinistra sul piano
dei valori - giudizio sulla xenofobia, idea di
convivenza e concezione delle relazioni sociali - si dimostra insufficiente se non si aggancia ai principi che fondano il sistema
delle garanzie. E i principi - in questo come
in altri casi - sono semplici e non negoziabili: a) chiunque si trovi allinterno del nostro
territorio nazionale deve godere delle tutele previste dal nostro ordinamento giuridico; b) le garanzie proprie della sfera penaleprocessuale (diritto alla difesa, a un processo regolare e a una sentenza equa; presunzione di non colpevolezza) prescindono dallo status di cittadino.
Comprimere questi diritti in nome delle
esigenze dellordine pubblico una perversione ricorrente nel senso comune e nella
legislazione del nostro paese. Corrisponde
ad una interpretazione agonistica e bellica del lamministrazione della giustizia, costantemente indotta ad adeguarsi alle scansioni
(emergenze) della cronaca criminale, come si sono susseguite a partire dal 1969: stragismo, terrorismo di sinistra, terrorismo di
destra, criminalit organizzata, corruzione
politica e, oggi, spacciatori senegalesi e prosti tute nigeriane. (Domani chiss).
IL FOGLIO QUOTIDIANO
EDITORIALI
re (...) mette in mostra inconfessati motivi freudiani, psicoinfantilismo ed esibizionismo in persone fino a ieri insospettabili. Bench lespressione inconfessati motivi freudiani fosse talmente inconsistente da insospettire
qualsiasi persona ragionevole, il Presidente se ne egualmente invaghito e l
ha golosamente rilanciata per dar miglior corpo a certe sue impressionistiche intuizioni: Ho visto un mondo politico - ha detto - che partecipa delluniversalit di questo linguaggio ermetico e si sfoga con il telefonino cellulare,
volgarmente detto telefonino. Riemergono cos vocazioni infantili che lei
(professor Regge) non ha chiamato adolescenziali perch sarebbe stata una
promozione eccessiva.
Quale sublime concerto. Il (quasi)
Nobel, anzich cedere alla facile tentazione di difendere la scienza e la sua
cultura dalle superstizioni dilaganti,
dagli oroscopi e dai tarocchi cari a chi
odia le macchine delluomo, attacca invece un inerme strumento di comunicazione portatile, accusandolo persino
di generare fantasmi (inconfessati motivi freudiani). E laltro, l Oscar, si
precipita come un sol uomo a confermare e sottoscrivere la messa al rogo.
Che accoppiata deffetto, evviva! LAnno Accademico dunque ufficialmente
aperto.
lla Pirelli lassemblea dei lavoratori ha bocciato, col 60% dei voti, la richiesta della direzione di lavorare per
un settimo turno alla domenica. Non
facciamo prediche sul lavoro degli altri,
anche perch al Foglio la domenica non
c lavoro redazionale (usciamo in edicola dal marted al sabato). Piuttosto
cerchiamo di riflettere.
La questione dell'orario di lavoro
un po come il presidenzialismo: si fa un
giro di valzer ogni tanto, e poi tutto torna come prima. Il patto triangolare per
l'occupazione in Germania riporta dattualit il problema: riavremo la solita
danza? Le posizioni della Cgil e della
Cisl convergono nella rivendicazione di
una riduzione dell'orario settimanale a
trentacinque ore, a parit di salario, entro il 2000. Un apposito fondo finanziato, tra l'altro, da un aggravio contributivo sulle ore straordinarie, dovrebbe finanziare loperazione.
La Confindustria obietta che la configurazione duale del mercato del lavoro
italiano reagirebbe ad una riduzione
dell'orario con nuove tensioni sui prezzi al Nord, dove gi oggi c' richiesta
non soddisfatta di mano d'opera, senza
effetti significativi al Sud dove laggravio contributivo comporter un aumento del costo del lavoro per unit di prodotto del 15 per cento. Il direttore della
ll'inizio del '95 gli Stati Uniti furono scossi dall'ondata della rivoluzione repubblicana: l'ala liberista del
Grand Old Party propose all'elettorato
un "Contratto per l'America" che prevedeva una forte riduzione della presenza dello Stato nella vita dei cittadini. Newt Gingrich, il leader della nuova
tendenza, conquist la maggioranza nel
Senato e nel Congresso degli Stati Uniti. Alcune delle pi incisive riforme
vennero portate rapidamente a termine come stabilito dal programma (tagli
al fisco e alla presenza dello Stato in alcune attivit). Da novembre, per, la
maggioranza repubblicana di Gingrich
si impantanata nel duello con Clinton
sullapprovazione del bilancio dello
Stato. Il presidente ha posto il veto su
alcuni tagli al programma di assistenza
sanitaria.
Bill Clinton, politico abile nella manovra, ha cercato di svuotare la base
programmatica dei nuovi repubblicani,
accettandone una parte essenziale, il
ripianamento del deficit dello Stato
centrale in sette anni, e limitando il
dissenso alle aree nelle quali i repubblicani sono impopolari. Nel frattempo,
parlando alla nazione, si presentato
come il pi conservatore dei conservatori nel campo dei valori morali. Con
questa tattica il Presidente preme su
Bob Dole, il leader dei repubblicani al
Senato, vecchio uomo politico schierato moderatamente con la nuova tendenza liberista e probabile candidato
alle elezioni presidenziali del novembre di quest'anno. Dole cos costretto
a premere su Gingrich perch si moderi, Gingrich preme sui suoi deputati
e questi mandano messaggi sempre pi
confusi al loro elettorato.
Il settimanale londinese, The Economist, dall'alto del suo scetticismo liberale, afferma: Gli americani sono cos:
odiano il governo in generale, ma lo
amano nel particolare. E con particolare si intendono gli incentivi ai mutui
per la casa o le spese sanitarie.
In realt l'America un paese dove
le rivoluzioni alla fine avvengono, e talvolta sorprendono gli inglesi: l'elettorato vuole una riduzione della presenza dello Stato e Dole, che incomincia a
intiepidirsi, sta perdendo consenso. Se
i leader non interpretano la propria
base sociale soprattutto nelle fasi di
grande transizione, spesso vengono
cambiati. Non solo in America.
LETTERADALONDRA
Londra. Proprio mentre la chiesa anglicana abbandona una grande idea, quella
che per secoli considerava linferno luogo
di sofferenza, e lo definisce vuoto, cio
una condizione di non essere, il partito laburista di Tony Blair ne elabora una nuova: la teorizzazione della societ del possessore di quote (stakeholder).
Difficile da tradurre, questa locuzione si
sta rivelando ancora pi difficile da definire. Del resto, si sa, lillusione conquista sempre pi voti della verit. Uno stakeholder
una persona che possiede una parte di una
compagnia o, addirittura, di un Paese. Un
azionista quindi un singolo possessore di
quote; gli operai, i clienti, i fornitori, i cittadini sono anchessi stakeholders. In quanto
tali, hanno doveri e responsabilit oltre che
essere titolari di profitti e salari ed essere
contribuenti. Lintera comunit, un altro
dei ritornelli di Blair, deve dunque, in solidale concorso, sia correre rischi che guadagnare. Una societ anche una Societ srl.
Queste idee sono il contrario del concetto di azionariato diffuso e contrastano con
la democrazia proprietaria del thatcherismo, che tramite le privatizzazioni, una specie di pulizia economica dei poveri, e il possesso privato delle abitazioni, privilegio ormai del 70 per cento delle famiglie, ha portato tutti ad identificarsi con gli interessi
dei ceti medi. La storia finisce quando i lavoratori comandano, diventando tutti ceto
medio. Lo squilibrio causato dal credo pavloviano della Nuova Destra ricorda la definizione del cinico elaborata da Oscar Wilde:
Uno che conosce il prezzo di tutto e il valore di nulla.
Il prezzo dellabolizione della res publica da parte di Margaret Thatcher ha fornito alla maggioranza della
popolazione del Regno Unito lopportunit di provare lamaro sapore della
sconfitta prodotto
dal fatto che i tuoi
fondi pensionistici, agendo come
azionisti, ti fanno
perdere il posto di lavoro ( solo le banche
hanno licenziato 100.000 dipendenti).
Intanto un milione e seicentomila persone possiedono ora case che valgono meno
del mutuo stipulato con la banca e gli interessi passivi (negative equity) rimangono
un debito insopportabile anche quando le
abitazioni ritornano, per insolvenza, agli
istituti di credito.
Questa la Societ (30/30/40) che la societ degli stakeholder cerca di trasformare in una Britannia Una. Un 30 per cento
composto da disoccupati, malati o dequalificati, un altro 30 per cento composto da
impiegati a part time senza diritto alla pensione, o impiegati con contratto a breve
senza garanzie sindacali, e solo il 40 per
cento ha un lavoro sicuro a tempo pieno.
Contrariamente a quanto avviene in Italia, i lavoratori del settore pubblico appartengono ora alla seconda categoria. Molti di
loro sono spinti al pensionamento anticipato a 45 anni (senza percepire lassegno fino
allet pensionabile!).
I disoccupati nella stakeholder society di
Blair perderanno il sussidio se non accetteranno di essere riqualificati con corsi di formazione. Gli appartenenti al 30 per cento
dallincerto presente e incertissimo futuro
acquisterebbero i diritti previsti dal trattato di Maastricht e come lavoratori azionisti avrebbero voce in capitolo circa il loro
avvenire.
Quanto al 40 per cento, formato dai privilegiati, trarrebbe vantaggio da una societ
non indebolita dai deboli, con meno criminalit e meno spese devolute allassistenza, e in cambio si lascerebbe forse persuadere da agevolazioni fiscali a investire a
lungo termine nellindustria britannica, cosa che si realizz soltanto in tempo di guerra.
Blair vuole investire soprattutto nellistruzione. La propensione dellattuale societ alla divisione, con la City che si arricchisce di rendita finanziaria, disimpegnata dallo sviluppo e i cui guadagni costituiscono il 20 per cento delle esportazioni
del Regno Unito (le cosiddette esportazioni
invisibili, composte da servizi bancari e
contratti assicurativi), rispecchiata nel sistema scolastico. Qui infatti regna ancora
lapartheid tra le Public Schools private e le
scuole di Stato dellobbligo.
Tuttavia, proprio come le Public Schools
furono inventate non per educare i figli dei
gentlemen, ma i padri (ci vogliono due generazioni almeno, si sa, per realizzare il
salto sociale definitivo e comunque i veri
gentlemen i precettori li avevano in casa),
trasformando tecnici macchiati dolio in
speculatori finanziari con la bombetta, cos Blair spera che listruzione possa trasformare sudditi insicuri in cittadini pieni di
certezze. Un progetto, questo, estremamente ambizioso.
Come si ricorder, la costituzione americana, nella sua ricerca della felicit, concesse a tutti i cittadini il diritto di portare le
armi, rendendoli con un colpo di penna tutti gentiluomini liberi e temibili. Il risul-
asse benedetto da Lamberto Dini) e non milanese. Sotto il Duomo, nel frattempo, lo
squilibrio cresciuto. Grazie agli errori di
Romano Prodi, Cuccia riuscito a impadronirsi (anche de jure) a prezzi doccasione sia del Credit che della Comit, due banche che sono andate ad aumentare la gi
notevole potenza di fuoco della finanza laica. E per avere un quadro completo varr la
pena di riferire ci che sostengono in piazza Affari, ovvero che Cuccia non abbia affatto rinunciato a mettere le mani sul Banco Ambro-veneto di Giovanni Bazoli.
Il professore e banchiere bresciano finora stato abilissimo a sconfiggere le mire
del duo Comit-Mediobanca. La sua una
banca di primo ordine ma evidente che
non c alle spalle un azionista forte che
possa garantirne lautonomia. Cos di volta
in volta Bazoli ha scomposto e ricomposto
un puzzle di alleanze che gli hanno permesso di tenere a debita distanza gli artigli
di Cuccia. Una volta gli riuscito tirando
dentro i francesi del Credit Agricole, poi
giocando sullintervento proprio del S.Paolo e infine chiamando a sostegno la Cassa di
risparmio di Verona guidata dallemergente Paolo Biasi. E proprio questultimo, in ottimi rapporti con la Galassia del Nord, tramite le Generali, viene indicato come un
possibile cavallo di Troia di Mediobanca.
Tramontato Mazzotta, in bilico permanente Bazoli, troppo piccole e deboli le altre banche, la piazza milanese non pare capace di coltivare altre chance. Sar designato un nuovo presidente della fondazione
Cariplo e un ruolo chiave lo giocheranno gli
ex-dc presenti in consiglio. Di banchieri
doc, comunque, nemmeno lombra. A Mila-
I trucchetti di Di Pietro e le
minacce di Davigo: tutti i ferri del
mestiere per costruire un mito
lEspresso.
Un altro giornalista molto popolare a palazzo di giustizia, il corrispondente del Mattino di Napoli, Frank Cimini, scrisse in alcuni articoli che la Procura mostrava di non
avere particolare interesse a indagare sulle
vicende della Fiat, soprattutto dopo il memoriale presentato a Di Pietro dallamministratore delegato Cesare Romiti. Fu querelato e tuttora pendente una causa civile.
Il pi recente caso di frizione tra procura
e cronisti per quello, per certi versi clamoroso, della denuncia presentata lo scorso novembre da Antonio Di Pietro ai magistrati di Brescia, in relazione alla fuga di notizie sulliscrizione al registro degli indagati e dellavviso di garanzia a Silvio Berlusconi. Lex magistrato simbolo di Mani Pulite ha chiesto ai colleghi bresciani di controllare i tabulati telefonici del direttore
del Corriere della Sera, Paolo Mieli, e dei
giornalisti Goffredo Buccini e Gianluca De
LIBRI
Alain Corbin
LAVNEMENT DES LOISIRS
436 pp.Aubier F.F.250