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IL FOGLIO

DIREZIONE, REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE: VIA VICTOR HUGO, 1 - 20123 - MILANO

ANNO II NUMERO 9

Unassemblea per decidere

Come sulla Bicamerale


Berlusconi ha ripreso
la leadership del Polo
I dissensi in Forza Italia sono in via
di superamento, purch non si ceda
sullimpegno per lassetto bipolare

Svolta tra i liberali di FI


Roma. La scelta di Silvio Berlusconi di
convocare tutti i parlamentari del Polo
tardiva ma chiara - dice Marco Taradash, gi
tenace antibicameralista - e se nellassemblea di oggi, Berlusconi sar altrettanto
chiaro nellindicare gli obiettivi della Bicamerale e le garanzie per entrarvi, credo sia
gusto offrirgli la mia adesione. Taradash
ha molti dubbi sullefficacia della commissione Bicamerale ma spiega il suo possibile
ripensamento: Io credo molto nel sistema
bipolare e sul fatto che lopposizione costituisca una sorta di governo ombra: ora se il
leader dellopposizione pone una questione
di fiducia su di un argomento che ritiene vitale per la politica del Polo, io credo sia doveroso confermare la leadership di Berlusconi, oltre la quale c solo la dissoluzione
della coalizione di centro destra. Queste le
garanzie che Taradash si aspetta per dare il
suo consenso alla Bicamerale: Sono garanzie, ancora una volta, che si fondano sullefficacia della leadership berlusconiana: lui
che deve assicurarci che la Bicamerale non
sar il luogo della ricostruzione del centro,
ma una spinta verso
il sistema bipolare.
Poi potremo anche
essere sconfitti, ma
almeno avremo condotto una battaglia
chiara. Anche la leadership di Massimo
DAlema costituisce
una garanzia, per
questo deve essere
lui a presiedere la
commissione. Anche Antonio Martino, che pure aveva
SILVIO BERLUSCONI
accolto con favore la
proposta dellex presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, di sottoporre la Bicamerale ad un referendum preventivo, si pone di fronte allassemblea di oggi con pragmatismo: Sono un
economista ed in quanto tale sono sempre
pronto a riconsiderare i dati di fatto. E in
pi, come diceva Guglielmo dOrange, non
necessario sperare per intraprendere, n
riuscire per perseverare. Non mi faccio
illusioni - prosegue Martino - ma quello che
mi intereressa il fine che noi attribuiamo
alla Bicamerale, e non mi basta dire che
serve a fare le riforme. Se dal dibattito di
oggi uscir un progetto riformatore su cui
non intendiamo transigere e si giudicher la
Bicamerale uno strumento per realizzarlo,
lo appogger. Ma abbiamo questo progetto?. Quanto alla proposta di Cossiga, Martino ormai ne parla con nostalgia: Era
unintuizione giusta, perch scritta nella Costituzione, ma per come si sono messe le cose era inapplicabile. Alle dichiarazioni di
Taradash e Martino si aggiunge anche la
mutata posizione di Lucio Colletti, a lungo
fautore della linea cossighiana: Al punto in
cui si giunti la Bicamerale diventata una
scelta inevitabile, e Berlusconi stato furbo
a voler sancire questo con una grande assemblea, dove con poco rischio compie un
gesto di eleganza democratica. Ora per si
apre un altro problema dolorosissimo e
cio, come si sta in Bicamerale. Quella commissione deve avere le porte girevoli, dobbiamo essere pronti ad uscirne appena sentiamo la puzza di qualche soluzione avariata. Ad esempio la cosidetta Bozza Soda fa
schifo, tanto che la confutazione che ne ha
fatto Claudio Rinaldi sullEspresso mi trova
del tutto daccordo. E soprattutto, se lopposizione, non completamente ubriaca deve
accettare la presidenza di DAlema, cos
sar lui a vedersela con Popolari e Rifondatori.
Il nodo della legge Rebuffa
Cos, mentre i pi dubbiosi esponenti di
Forza Italia, ieri si preparavano, magari a
malincuore, ad assecondare la decisione del
leader, i bicameralisti di sempre hanno
passato ore febbrili in preparativi. Giorgio
Rebuffa e Peppino Calderisi sono stati precettati a tempo pieno per prepare schede e
sommari costituzionali, ogni tipo di scenario possibile, ogni mossa e contro mossa della difficile partita che si potrebbe infine avviare. Calderisi punta a portare a compimento quella che considera lunica garanzia possibile di buon esito della commissione, lapprovazione cio di quella leggina a
firma Rebuffa, che potrebbe fornire una seconda occasione ai referendum elettorali
che la Corte costitizionale si prepara a respingere. Se durante i lavori della Bicamerale quei referendum venissero riproposti,
costituirebbero un argine contro le molte
velleit proporzionaliste che gi agitano il
mondo politico e un elemento di trattativa
in pi per il fronte riformatore. Quanto ai
dubbi sui progetti allo studio della Bicamerale, Giuseppe Pisanu, capogruppo di FI,
mostra sicurezza: E gi tutto scritto e studiato: in una settimana si potrebbe uscire
con una decisione. Bisogna vedere se DAlema trover quel coraggio che non ha avuto allepoca della bozza Maccanico: a questo,
in fondo, serve la Bicamerale.

quotidiano

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DIRETTORE EDITORIALE GIULIANO FERRARA

La Giornata
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In Italia

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Nel mondo

PRODI-DALEMA SI INCONTRANO
PER DISCUTERE DI RIFORME istituzionali e di Bicamerale. Il segretario
del Pds precedentemente ha dichiarato che occorre ricercare un asse riformatore che non scardini la maggioranza di governo, ma che sia tale da raccogliere in parte anche le istanze di modernizzazione provenienti dallopposizione. Per Gianfranco Fini il problema del Polo quello di non allontanarsi dai milioni di elettori che hanno
creduto nella sua proposta di rinnovamento istituzionale in senso presidezialista e federaliasta Beppe Pisanu
(Fi) dice di puntare ad una forma ragionevole di presidenzialismo o quantomeno di elezione diretta del premier. Il presidente del Senato, Nicola
Mancino, parla della Bicamerale come
di uno strumento idoneo per le riforme.
Secondo Umberto Bossi serve solo a
mantenere in piedi il governo Prodi.
Il segretario del Cdu, Rocco Buttiglione, ha detto che lelezione di Franco
Marini alla guida del Ppi archivia probabilmente la fase politica generata
dalla scissione popolare.

IN BULGARIA GOVERNO PRONTO


A DISCUTERE DI ELEZIONI anticipate. Dopo le manifestazioni di piazza dei
giorni scorsi, proseguite ieri, il partito
socialista si dichiarato disposto in linea di principio ad aprire trattative
con lopposizione parlamentare.
Banca mondiale e Fmi sono disponibili ad aprire linee di credito agevolato per Sofia, ma solo dopo la nomina di
un nuovo governo.

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Crescono dell1% le vendite del commercio al dettaglio nel terzo trimestre


del 96 rispetto allo stesso periodo del
95. Lo dice lIstat che registra anche
una flessione dello 0,1% a settembre.
Per Confcommercio: Il clima tende
alla recessione. Secondo Confesercenti bisogna arginare la concorrenza senza regole della grande distribuzione.

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Eccessiva la velocit del Pendolino secondo indiscrezioni sui primi dati della scatola nera, che il pm di Piacenza
ha rifiutato di commentare. .

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Telefonata di Clinton a Mubarak. Il


presidente Usa ha chiesto uno scambio di opinioni in merito allo stallo
della trattativa su Hebron.
I colloqui tra Anp e Israele potrebbero riprendere dopo la mediazione di Re
Hussein di Giordania, che domenica
aveva incontrato in successione Mubarak, Arafat e Netanyahu.

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La Russia propone alla Bielorussia


ununione politica completa. E il senso
di una lettera di Boris Eltsin recapitata
ieri al collega bielorusso, Alexander
Lukashenko.
Un portavoce di Eltsin ha dichiarato che il presidente ha ripreso il lavoro
in clinica, e non intende sospendere i
suoi impegni gi programmati.

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Proseguono gli scioperi in Corea. Gli


operai in lotta hanno impedito un incontro tra il presidente del partito di
governo e i leader del sindacato.

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Cipro, ottimista linviato degli Usa, Carey Cavanaugh, sulla soluzione pacifica
della crisi esplosa fra Grecia e Turchia
dopo laccordo per lacquisto da parte
greco-cipriota di missili dalla Russia.
Il capo di Stato maggiore turco
giunto ieri nella zona dellisola controllata da Ankara.

Congresso Pds, il segretario ribadisce


la scelta da sinistra europea del partito
e avverte che invece chi crede in una
soluzione diversa, americana, ha il
dovere di sottoporre un documento alternativo allassise della Quercia.
Per Fazio inflazione sotto controllo
anche se, secondo il governatore di
Bankitalia, c sempre il rischio dellinflazione derivante dal costo del lavoro e dalla finanza pubblica.

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Stet-Telecom, per Maccanico sulla fusione nessun problema nel governo.

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I colloqui di pace per lAfghanistan


promossi dallOnu sono iniziati a Islamabad. Si discuter del cessate il fuoco
e della smilitarizzazione di Kabul.

Borsa di Milano. Indice Mibtel in rialzo: 11.676 (+2,26%). La lira perde 3,05
punti sul dollaro (1.542,96) e ne guadagna 4,53 sul marco (971,46).

Una lettera-bomba esplosa a Londra


nella redazione del quotidiano dellArabia saudita al-Hayat. Due i feriti.

Referendum

Maastricht

La prolungata riunione in camera di consiglio dei giudici della Corte costituzionale


alimenta le indiscrezioni circa i referendum ammessi ed esclusi. Il numero dei
quesiti destinati a sopravvivere al vaglio
oscillerebbe tra i cinque e gli otto, con un
severo responso in primo luogo per i referendum richiesti dalle Regioni. Ai tradizionali criteri utilizzati fino ad oggi per bocciare le istanze referendarie (omogeneit
dei quesiti e della normativa di risulta, vuoto legislativo determinato da abrogazione)
la Corte sarebbe infatti orientata ad aggiungere il veto sui cosiddetti referendum
manipolativi (abrogazione di una parola o
frase destinate a mutare il senso della legge) e a estendere il veto a tutti i referendum
che determinerebbero un vuoto legislativo
delle leggi costituzionalmente obbligatorie.
Il combinato-disposto di tali criteri consente di sfoltire da 30 a poche unit i referendum sul tappeto, colpendo oltre ai referendum pannelliani di maggior impatto politico la quasi generalit dei quesiti federalisti-regionali. Caccia, Golden share e Ordine
dei giornalisti sarebbero tra i pochi quesiti salvati dalla Consulta, unitamente alla richiesta di abrogazione del ministero dellAgricoltura. Tra i difensori giuridici del
referendum si rileva che vietare la sottoponibilit a giudizio popolare di qualsiasi legge di attuazione di una norma costituzionale equivale alla soppressione dellistituto
del referendum.

C un filo rosso che lega due documenti


per molti aspetti assai diversi: i regolamenti operativi della futura Banca centrale europea (Bce), pubblicati il 10 gennaio a Francoforte dallIstituto monetario europeo
(Ime), e lo studio sugli effetti strutturali della moneta unica sugli equilibri regionali,
completato di recente dallUniversit di Ancona. I primi delineano una Bce modellata
sulla Bundesbank tedesca non solo sotto il
profilo istituzionale, ma anche e soprattutto
in termini di struttura (a tre livelli) dei tassi di interesse direttori e di accento sul controllo degli obiettivi quantitativi di liquidit
per mantenere uninflazione prossima allo
zero. Il secondo delinea un forte aumento
dei divari tra le regioni italiane in caso di
adesione allunione monetaria: il nord-est e
alcune aree del centro (Emilia, provincie
settentrionali della Toscana, parte del Lazio
e la fascia costiera adriatica) ne riceverebbero un impulso, esacerbando ulteriormente le differenze con le aree a reddito e strutture economiche pi deboli. Dal confronto
tra i due documenti riemergono con forza
gli interrogativi sui rapporti tra politiche
monetarie e aree in ritardo. Interrogativi
che, proposti allinizio del dibattito sullUnione monetaria, sono stati successivamente trascurati da quando lenfasi stata posta
principalmente sui parametri di Maastricht
e sulle classifiche ad essi inerenti.

* * *

Questo numero stato chiuso in redazione alle 20

Processo per il genocidio

OGGI NEL FOGLIO QUOTIDIANO

Ex, post, neocomunisti

ILCALVINISTAEILGIOCATORE
CHE VIVONO IN MURDOCH

Un Tribunale dellOnu
Il pope lascia la barca
del collettivismo che affonda che non in grado di

Rupert Murdoch aveva due nonni.


Quello paterno, Patrick Murdoch, era
un pastore calvinista scozzese, quello
materno, Rupert Greene, un giocatore
dazzardo australiano- irlandese. Lui ne
la sintesi. La storia
del magnate delleditoria multimediale,
che titol sul suo primo giornale: Lebbroso stupra una vergine, nasce un mostro
(pagina 2)

* * *

Inflazione nellUe ai minimi dal 1983.


Secondo le rilevazioni Eurostat di novembre 1996 il tasso sceso al 2,2% rispetto al 3% dello stesso periodo 1995.
Fra i paese pi virtuosi Svezia (-0,3%),
Finlandia (+0,7%), Germania (+1,4%),
Francia (+1,6%), Irlanda e Lussemburgo (1,9%). LItalia (+2,8%) quartultima
davanti a Portogallo, Spagna e Grecia.

MARTED 14 GENNAIO 1997 - L.1500

Due linee, due leader

Tra Fini e DAlema partita


a scacchi sulle riforme
Le ragioni dellappoggio di An
alliniziativa di Cossiga e Segni
La Bicamerale sha da fare. Massimo DAlema ne convinto; anzi, convintissimo. Fino
a che punto? Oltre ogni ragionevole limite.
Il segretario del partito democratico della sinistra disposto a qualsiasi cosa pur di farla partire. E non solo e non tanto per la materia in s, anche se indubbio che il leader
della Quercia sinceramente convinto che
sia giunto il tempo di ammodernare la forma
dello stato in Italia. Ma in realt ci che pi
preme a Massimo DAlema riuscire a ottenere un rapporto stabile con Silvio BerluPASSEGGIATE ROMANE

sconi, un rapporto che gli consenta di istituzionalizzare, attraverso il dialogo con il capo
dellopposizione, il suo ruolo di leader effettivo della maggioranza dellUlivo. E per raggiungere questo obiettivo, il segretario del
partito democratico della sinistra disposto
anche a cedere la poltrona di presidente
della Bicamerale su cui aveva fatto pi di un
pensierino. E propenso ad affidarla ad un
esponente del Polo. Di pi: ha lasciato intendere che potrebbe adoperarsi perch
quel posto venga assegnato a Silvio Berlusconi. E al leader di Forza Italia, questo
fuori discussione, quella poltrona gioverebbe per due ordini di motivi. Perch rafforzerebbe definitivamente il suo ruolo nel Polo,
con buona pace di Gianfranco Fini, e perch
gli consentirebbe di affrontare eventuali
guai giudiziari da una posizione di forza.
Inoltre, offrendo il posto di presidente della
commissione Bicamerale a Silvio Berlusconi, DAlema stringerebbe nellangolo la riottosa Alleanza nazionale che si vedrebbe costretta a mettere da parte ogni resistenza e a
dare il suo voto favorevole alla legge costituzionale che istituisce lorganismo parlamentare preposto alle riforme. Ma come sempre
in questi casi, il segretario del partito democratico ha fatto i conti senza loste, cio senza la maggioranza di centrosinistra. Fausto
Bertinotti infatti ha gi lanciato segnali precisi in questa direzione: il no di Rifondazione ad una simile ipotesi fermissimo. E
anche tra gli altri alleati della Quercia ci sono forti contrariet allidea di affidare un
ruolo istituzionale di cos grande importanza allodiato cavaliere.
La Bicamerale non sha da fare. Gianfranco Fini ne convinto. Al presidente di Alleanza nazionale infatti questa ipotesi non
piace perch teme linciucio tra Massimo
DAlema e Silvio Berlusconi. Ma non solo
questa la ragione che lo ha spinto a mettere
i bastoni tra le ruote ai due personaggi. In
realt anche di unaltra cosa convintissimo
il presidente di An. E cio che Silvio Berlusconi abbia fatto il suo tempo come leader
del Polo delle libert. Il ragionamento di
Gianfranco Fini in sostanza questo: il governo Prodi, checch se ne dica, durer, le
elezioni non sono alle porte, quindi c tutto
il tempo per procedere alla sostituzione del
cavaliere nel ruolo di capo del centrodestra.
per questo motivo, e non solo perch
contrario alla commissione Bicamerale, che
il presidente di Alleanza nazionale, ha appoggiato nei giorni scorsi liniziativa di Francesco Cossiga, Mario Segni e Carlo Scognamiglio. Quelliniziativa infatti doveva servire
a mettere in dubbio la leadership di Silvio
Berlusconi sul Polo. Ma lidea di Gianfranco
Fini non certo quella di rimpiazzare il cavaliere con lex-presidente della Repubblica o con il leader referendario n tanto meno con Scognamiglio. Il progetto un altro:
avvalersi nel corso della legislatura di questi tre personaggi per ottenere il definitivo
sdoganamento di Alleanza nazionale, il che
consentirebbe a Fini di candidarsi in prima
persona, alle prossime elezioni, nel ruolo di
gran capo del centrodestra.

La fine dei capi cinesi. Berlinguer e le


tasse. Nostalgia della gauche
DA BELGRADO A SOFIA A BUCAREST la
Chiesa ortodossa lascia gli eredi del regime
Dopo il capovolgimento politico che ha
portato per la prima volta alla guida della
Romania un presidente e un governo democratici (celebrati da una insolita cerimonia di investitura religiosa), dopo lappoggio
esplicito del patriarcato ortodosso di Belgrado al movimento che rivendica quotidianamente il rispetto dei risultati delle elezioni amministrative in Serbia, dopo il sostegno pi discreto ma decisivo della gerarchia ecclesiastica bulgara allelezione del
nuovo capo dello Stato liberale difficile
attribuire svolte cos simultanee a semplici
coincidenze. Le chiese ortodosse balcaniche hanno subito anchesse persecuzioni
durante i regimi comunisti, ma, a eccezione
dellAlbania, hanno potuto sopravvivere in
un rapporto subalterno con il potere che
aveva bisogno almeno della loro neutralit
per potersi presentare come erede delle
tradizioni nazionali, cos legate alla fede
cristiana, in nome della quale le nazioni
balcaniche del sud si erano liberate dal giogo ottomano. Lortodossia, inoltre, rappresenta un legame con la Russia, Stato guida
del blocco comunista fino alla caduta del
muro di Berlino, ma anche terza Roma,
dopo la caduta di Bisanzio. La dissoluzione
dellUrss e la pi o meno formale democratizzazione dei regimi dellEst ha portato
la libert religiosa, ma anche rischi di contagio, sia sul versante della secolarizzazione propria della societ dei consumi occidentale, sia, sul piano strettamente religioso, per la crescente influenza della Chiesa
cattolica, guidata da un Papa slavo alla cui
azione in Polonia risalgono le origini della
crisi comunista europea. I governi dei postcomunisti, travestiti da socialisti, sembravano adatti a garantire la rinascita e lautonomia delle chiese nazionali, che per questo di fatto li hanno sostenuti, finch la sconfitta militare (in Serbia) o la crisi economica (in Romania e Bulgaria) hanno messo in
luce la loro intrinseca debolezza. La scelta
democratica delle chiese ortodosse dei Balcani pu fornire una base di massa e una
visione di lungo periodo ai movimenti anticomunisti che debbono, finora, i loro successi, quasi esclusivamente agli errori e allincapacit dei loro avversari.
DENG XIAOPING, lultimo capo della Grande Marcia, comincia a morire
Avari comunicati dalla Cina e pi ampie
informazioni provenienti da Hong Kong sul
ricovero in ospedale del Presidente della
commissione militare del Partito comunista
cinese, Deng Xiaoping, fanno intendere che
la sua lunghissima parabola volge al termine. Compagno di Mao dai tempi della grande marcia e poi della fondazione della Repubblica popolare nel 49, Deng fin nel mirino delle Guardie Rosse insieme al presidente Liu Schiao Chi, definito il Krusciov cinese. Il presidente Liu mor in prigionia durante la Rivoluzione culturale, ma anche il
capo dei suoi persecutori, il capo dellesercito Lin Piao fin altrettanto misteriosamente nel rogo di un aereo a bordo del quale, si disse, stava fuggendo proprio nellodiata Unione Sovietica. Morirono invece nel
proprio letto nello stesso 1976 i due protagonisti principali della storia cinese contemporanea: alla morte di Chu En Lai, che
lo aveva sempre protetto, Deng viene destituito da primo ministro, alla morte di Mao
segue la caduta degli estremisti e la conquista del potere da parte di Deng.
LAUSTERITA di Berlinguer richiamata in
servizio a sostegno delle tasse di Prodi
Alla vigilia di un congresso del Pds tutto
orientato, forse giustamente, verso il futuro,
molti osservatori hanno notato lassenza nei
documenti e nel dibattito di una riflessione
sul passato comunista del partito di DAlema. A parziale correzione di questa tendenza, lUnit di domenica ha pubblicato
ampi stralci dei discorsi dedicati, nel 77, da
Enrico Berlinguer allausterit, in cui si dice convinto che la sostituzione di certe abitudini con altre, pi rigorose e non sperperatrici non comporti un peggioramento
della qualit e della umanit della vita. Si
direbbe un presagio e unanticipata giustificazione della sobriet alla quale le tasse del governo Prodi costringono il tenore
di vita di tanti italiani.
I COMUNISTI FRANCESI vogliono governare, ma lunit a sinistra resta lontana
Robert Hue stato confermato segretario
del Pcf, dopo un congresso in cui ha ridimensionato i rifondatori filosocialisti e
isolato i comunisti nostalgici su una linea di
comunismo nazionale che gli ha fatto esclamare: Allappuntamento della Francia che
vuole gridare il suo rifiuto, la sua rivolta
contro chi la vuole piegare a un modello
straniero, il Pcf risponde: presente. La retorica nazionale a doppio uso, serve a contestare lUnione monetaria europea, ma anche ad accettare il dialogo con settori della
sinistra, come quello rappresentato dal tecnocrate Jean-Pierre Chevenement, che puntano dopo la fine della sudditanza sovietica del Pcf, a ricostruire una unit della gauche, liberata dallala militare e pi legata a
spinte critiche e libertarie che, in Francia,
convivono con impostazioni dirigistiche di
programmazione democratica.

dare giustizia al Ruanda


Fra polemiche e inefficienze inizia in
Tanzania il primo dibattimento. Il
senso di colpa dellOccidente

Kofi Annan al banco di prova


Nairobi. Dopo mesi di udienze preliminari, eccezioni procedurali e rinvii si apre
gioved a Arusha, in Tanzania, il primo processo istruito dal Tribunale penale internazionale per il Ruanda. Creata nel novembre
1994 con una risoluzione del Consiglio di sicurezza dellOnu, questa Corte speciale ha
il compito di perseguire i responsabili di
atti di genocidio e altre violazioni gravi del
diritto umanitario internazionale commessi in Ruanda nel 1994. Fra i mesi di aprile e
luglio gli estremisti hutu del governo formato dopo la misteriosa morte del presidente Habyarimana, abbattuto col suo aereo nel cielo di Kigali la sera del 7 aprile,
avevano massacrato oltre 500 mila ruandesi di etnia tutsi e hutu moderati. Nelle intenzioni di chi lo ha voluto e nelle parole
del suo presidente, il senegalese Laity Kama, il tribunale si pone lobiettivo di mettere fine alla cultura dellimpunit che ha
imperversato per decenni e ha generato il
terribile trittico violenza-impunit-vendetta in Ruanda e in altri paesi africani. Ma i
risultati finora ottenuti, e il contesto generale in cui si inserisce liniziativa, non
sembrano corrispondere alle nobili attese.
Dopo pi di due anni di lavoro il Tribunale, per il quale sono stati sino ad oggi
stanziati 48 milioni
di dollari, ha incriminato appena 21
imputati, solamente
13 dei quali arrestati ed estradati in
KOFI ANNAN
Tanzania. I responsabili della struttura
protestano linadeguatezza dei mezzi a disposizione: 28 investigatori distaccati a Kigali e un centinaio di unit fra magistrati e
personale amministrativo ad Arusha (dove
telefoni e fax funzionano raramente) mentre gli effettivi a pieno organico dovrebbero
essere il triplo. Ma sulla scrivania del neosegretario dellOnu, Kofi Annan che nel
processo trova il suo primo importante banco di prova giace un rapporto redatto dallispettorato generale che mette in causa gli
stessi protestatari. Il tribunale sprofonderebbe sotto il peso di una pessima gestione
amministrativa e di abusi di ogni genere: favori personali, uso improprio di fondi, molestie sessuali, interferenze a danno dei giudici con controlli non autorizzati di posta e
telefonate. Il capo dellamministrazione, il
liberiano George Anderson, gi stato sostituito, e altre teste starebbero per cadere;
mentre il procuratore generale, il rispettatissimo sudafricano Richard Goldstone, ha
gi ceduto il posto a una lady di ferro canadese, il giudice Louise Arbour.
Lostilit delle potenze regionali africane
Anche a livello di autorevolezza il Tribunale lascia a desiderare. Ironizzava Pascal
che tre gradi di latitudine sovvertono tutta
la giurisprudenza, ma nel caso della corte
di Arusha la distanza molto pi breve: seicento km a Ovest della sonnolenta cittadina
tanzaniana incastonato il Ruanda, novanta km a Nord si stende il Kenya. Il Tribunale emette mandati di arresto col contagocce,
garantisce un difensore dufficio, raccoglie
le prove con scrupolo infinito, rintracciando impauriti testimoni oculari e sguinzagliando medici legali, radiologi e archeologi in mezzo alle fosse comuni, e pu comminare al massimo il carcere a vita. A Kigali
invece, in trenta mesi sono stati arrestati 90
mila presunti colpevoli, in base al principio
che una denuncia sottoscritta da sette persone fa scattare un mandato di cattura; gli
imputati attendono il processo stipati in
carceri che assomigliano a bolge infernali e
non hanno avvocati; una legislazione premiale che riduce a sette anni di detenzione
la pena degli esecutori che fanno i nomi dei
mandanti, mentre per chi ha progettato e
organizzato il genocidio prevista la pena
di morte. Altro il concetto di giustizia nel
Kenya: qui sospetti autori delleccidio dei
tutsi sorseggiano birra nei locali pubblici di
Nairobi e Mombasa e abitano ville lussuose. Il presidente Moi ha minacciato di arrestare gli investigatori del Tribunale che si
azzardassero a mettere piede nel paese.
Kenya e Zaire si rifiutano di catturare e
consegnare i ruandesi accusati di genocidio
presenti sul loro territorio.
Indebolito anche dalle contrapposizioni
fra i paesi dei Grandi Laghi, innescate dai
conflitti in corso nella regione, e da accuse
di partigianeria (finora nessun esponente
del nuovo potere tutsi a Kigali stato incriminato), il Tribunale incontra enormi difficolt a rendere giustizia in modo significativo compromettendo anche il valore simbolico che il suo gemello dellAia riesce
a comunicare mentre emerge evidente il
suo limite congenito: quello di essere un
mero tributo che la comunit internazionale paga al proprio senso di colpa per non
aver impedito il genocidio del 94.

ANNO II NUMERO 9 - PAG 2

Il Barone Raffaele Scalfaro,


Murat e la gratitudine
Antenato del Presidente, condann
a morte il suo benefattore
Signor direttore - Un perditempo della
piccola storia avrebbe stanato dalloblio la
seguente.
Il 2 giugno 1814 sul bullettino delle
leggi del Regno di Napoli apparve un decreto con il quale veniva conferito il titolo
di Barone al signor Raffaele Scalfaro, comandante la regione provinciale di Calabria Ultra.
Questo onore veniva dato da Gioacchino
Murat non ad un personaggio distinto nelle arti, nella legge, nella politica o nella
guerra, ma ad un piccolo ambizioso notabile della provincia di Catanzaro che in
cinque duri anni si era segnalato nella repressione della resistenza anti-francese in
Calabria quella che avrebbe provocato
quasi trentamila morti fra i laceri e fieri
contadini calabresi.
Il rampante neo-Barone coronava una
scalata che lo poneva accanto ai Guglielmo Pepe, ai Davide Winspeare, ai Luigi
dAquino, ai Pietro Colletta, a tutti quelli
che avevano ottenuto un titolo nobiliare
per essersi distinti in ben altra maniera.
Fin qui tutto fa parte dellumana ambizione. Quello che sconcerta (il cognome
del colonnello non puramente casuale,
ma trattasi del diretto antenato del pi noto Oscar Luigi)... che soltanto poco pi di
un anno dopo, nellottobre del 1815, ritroviamo il nostro brillante colonnello, ormai
Barone, protagonista di un episodio che
forse chiamare ribaltone suona troppo indulgente. Gioacchino Murat sbarca a Pizzo
Calabro con un manipolo di uomini ritenendo di poter sollevare le popolazioni a
ribellarsi al loro legittimo re. Come sia andata a finire arcinoto e Murat fin per
trovarsi sotto processo militare, peccando
dingenuit nel ritenere che le popolazioni calabresi potessero aver dimenticato le
stragi e le repressioni dei suoi generali.
Da Napoli giunse lordine di sottoporre a
immediato processo il generale Murat applicando per lui le stesse leggi da lui approvate durante il suo effimero governo.
Leggi che prevedevano per il reato di eccitazione alla sollevazione contro lordine
costituito la morte come pubblico nemico.
Il generale Vito Nunziante, comandante
territoriale, dovette mettere in piedi frettolosamente una commissione militare e
ordin al nostro colonnello Scalfaro di
raggiungere da Catanzaro il castello di Pizzo. Si dovrebbe ritenere che il colonnello
dovette sobbalzare allidea di dover giudicare e presumibilmente condannare a
morte chi lo aveva beneficato poco tempo
prima. Si dovrebbe pensare che nella
mente del colonnello Scalfaro si fosse fatta strada la decisione di dichiarare pubblicamente che un uomo donore, un gentiluomo, non poteva prestarsi a simile tradimento o ribaltone che dir si voglia. O
che almeno il colonnello avesse tentato di
trovare delle plausibili sia pur penose scuse per non presentarsi. Nulla di tutto questo, il colonnello Raffaele Scalfaro mont
su di una carrozza e raggiunse a tempo di
record il castello di Pizzo. Con infinita serenit, chiss se lo ha guardato mai negli
occhi, firm la condanna a morte del suo
benefattore e il suo nome rimasto negli
archivi in questi due documenti. Un decreto di nomina a Barone firmato Gioacchino Murat e un decreto di condanna a
morte di Gioacchino Murat firmato Raffaele Scalfaro.
Il perditempo della piccola storia dice
che latto qui allegato copia del decreto
di nomina a Barone, e si permette di chiedere: E una scienza esatta la genetica?.
Filippo Mancuso

OGGI - Cielo sereno al nord con nebbie e foschie dense sulle pianure e
lungo le coste romagnole. Nel corso
della giornata il sollevarsi delle
nebbie determiner nubi basse e
stratiformi. Sereno o poco nuvoloso
sul centro e sulla Sardegna. Irregolarmente nuvoloso al sud dove saranno possibili piogge residue.
DOMANI - Al nord e al centro condizioni di tempo stabile con nebbie
estese e persistenti nelle pianure.
Al sud generalmente poco nuvoloso
con annuvolamenti stratiformi.

IL FOGLIO quotidiano
DIRETTORE EDITORIALE: GIULIANO FERRARA
CONDIRETTORE RESPONSABILE: LODOVICO FESTA
SOCIET EDITRICE: I L FOGLIO QUOTIDIANO S.R.L
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IL FOGLIO QUOTIDIANO

MARTED 14 GENNAIO 1997

IL MAGNATE DEI MEDIA

Signor direttore

Cronache

Rupert Murdoch aveva due nonni, quello paterno era un pastore


calvinista scozzese, quello materno un giocatore dazzardo australiano
Dopo la riforma elettorale del 1867, con
cui veniva concesso il diritto di voto a tutti i capifamiglia adulti, il governo inglese
introdusse listruzione elementare obbligatoria, perch, dicevano, dobbiamo imparare a educare i nostri maestri. E quelle nuove masse alfabetizzate furono una
vera miniera doPROTAGONISTI DI ro per il primo
giornale nazionale
FINE SECOLO
a diffusione di masPRIMO DI CINQUE sa, il Daily Mail. Il
suo fondatore, AlARTICOLI
fred Harmsworth,
pi tardi nominato lord Northoliffe, credeva non tanto alla necessit di migliorare quella che T.S.Eliot definiva la massa
compiacente, prevenuta e incapace di
pensare, ma piuttosto di dare al pubblico quello che vuole. Il suo motto era:
Spiegare. Semplificare. Chiarire. Era un
maestro della promozione pubblicitaria e
arriv a offrire in premio addirittura uno
stipendio a vita. Keith Murdoch, il padre
di Rupert Murdoch, entr a far parte della
squadra dei giovanotti di lord Northoliffe
nel periodo in cui si trovava a Londra durante la prima guerra mondiale; e si port
poi quel tipo di giornalismo in Australia,
dove diresse il Sydney Herald Group, e si
comper un proprio giornale ad Adelaide.
Rupert Murdoch, che alla morte del padre
nel 1953 prese in mano le redini dellimpresa di famiglia a soli ventidue anni, era
quindi nato nel giornalismo popolare.
Lamore per le corse di cavalli
Rupert Murdoch un formidabile miscuglio dei suoi due nonni. Patrick Murdoch era un ministro della Free Church of
Scotland. Secondo i wee frees (i piccoli
liberi) la Chiesa ufficiale di Scozia non
era abbastanza rigorosa nel suo calvinismo, ma allo stesso tempo anche poco liberale in senso sociale e politico; e non
abbastanza anti-inglese e anti-establishment. I membri della Free Church erano
anche accaniti sostenitori della libert di
stampa. Rupert Greene, il nonno materno
di Murdoch, era invece un australiano-irlandese, grande giocatore e dilapidatore
di sostanze, sempre sullorlo della bancarotta per debiti. Giocava continuamente
ai cavalli e alle carte. Era popolare e simpatico, senza il minimo senso di responsabilit. Avevamo una vita familiare molto movimentata, ricorda Dame Elizabeth,
madre di Rupert Murdoch. Rupert Murdoch ha unetica di lavoro da calvinista
evangelico scozzese, ma soprattutto un
grande giocatore dazzardo.
Lambiente in cui Rupert Murdoch
cresciuto quello dellalta borghesia australiana. Douglas A. MacArthur, comandante delle forze armate statunitensi nel

Pacifico, usava la casa di campagna della


famiglia Murdoch come suo quartier generale. Rupert and alla Geelong Grammar
School (pi tardi frequentata anche dal
principe Carlo), dove a diciassette anni
pubblicava il giornale scolastico. Prima di
andare a Oxford lavor come reporter per
il giornale di suo padre e per la English
Birmingham Gazette, dove - quasi a premonizione di quello che sarebbe successo
poi - scrisse al proprietario consigliandogli
di licenziare il direttore. Al Worcester College, Oxford, Murdoch avrebbe dovuto studiare politica, filosofia ed economia, ma
pare si dedicasse soprattutto allo studio
del bollettino delle corse. Quando anni dopo don al College una biblioteca nuova, il
suo tutor sostenne che Rupert non aveva
mai nemmeno messo piede in quella vecchia. Non vero, ribatt Murdoch, ci andavo sempre a leggere lo Sporting Life (il
quotidiano delle corse dei cavalli). A
Oxford lo chiamavano Rupert il rosso e
nella sua stanza teneva un busto di Lenin.
Venne per espulso dal Labour Club per
avere poco correttamente sollecitato voti
per se stesso.
Oxford rafforz in
lui lodio per lestablishment inglese e per le tradizioni come la
monarchia. LInghilterra non era
certo la patria di
questo tipico nazionalista repubblicano australiano, una specie allora assai rara.
Nel 1953 suo padre mor e Rupert torn
in Australia per recuperare, come Telemaco, la sua eredit, che le imposte di successione divorarono in gran parte. Molti di
quelli che hanno lavorato con lui fin dagli
inizi sono propensi a vedere la sua carriera come il tentativo di non tradire il testamento di suo padre e al tempo stesso di
non dirigere, come aveva fatto suo padre
col Sydney Herald, unazienda senza possederne il pieno controllo azionario. Diceva quel testamento: Desidero che mio figlio Keith Rupert Murdoch abbia la grande opportunit di vivere unesistenza piena, utile e altruistica nel campo delle comunicazioni e giunga ad occupare in questo campo una posizione di alta responsabilit.
Leditore ragazzino, come veniva chiamato, esord nella formale, calvinistica
Adelaide, capitale dellAustralia meridionale, con giornali come lAdelaide News,
il Sunday Mail, il Radio Call e il Barrier
Miner. Dopo di che, cominci a girare in
lungo e in largo i vari Stati australiani a
bordo di un Dakota in cerca di altri gior-

nali da comperare. I giornali piacciono alle banche, perch non hanno problemi di
cash flow. I clienti e gli inserzionisti pagano sullunghia e, come diceva la Commonwealth Bank, Murdoch non ha mai
agito con le sue banche in modo diverso
da come dichiarava. Ha sempre onorato
tutti i pagamenti. Il suo primo acquisto
nel 1954 fu il Perth Sunday Times e il giornalismo tabloid, il giornalismo sensazionalistico di Murdoch inizi con titoli come:
Lebbroso stupra una vergine, nasce un
mostro. Poi acquist il New Ideas Magazine di Melbourne e il Northern Territory
News di Darwin.
Nel 1956 spos la sua prima moglie, una
graziosa biondina che faceva la hostess
daereo. Ma Rupert era sempre in giro e
giocava ossessivamente dazzardo, come il
nonno Rupert Greene, magari anche a testa e croce coi minatori della grande miniera di Broken Hill (anche l possedeva
un giornale). Daltro canto, come Patrick
Murdoch, Rupert non sopportava che i
suoi dipendenti portassero camicie colorate e scarpe di camoscio, che commettessero adulterio, raccontassero barzellette
sporche e, se erano donne, che portassero
i pantaloni.
Linizio ad Adelaide
LAustralia degli anni 50 era veramente
un selvaggio West, ma gi negli anni 50
bisognava stare nella televisione e per
stare nella televisione bisognava stare in
America, dove erano la maggior parte degli otto milioni di apparecchi. Come proprietario di giornali, dovevi stare in tv per
proteggere la tua posizione. Era come
una licenza di battere moneta. Murdoch
cominci col Channel 9 ad Adelaide nel
1958 e ne vendette alla ABC il 6% delle
azioni pur di avere quello che il pubblico
voleva: la televisione americana. Nel 1960
bisognava uscire da Adelaide, andare a
Sydney, Melbourne. L Murdoch entr in
contrasto con tre grossi editori e con Robert Menzies, primo ministro anglofilo del
Country Party, il partito conservatore che
da tempo immemorabile governava il paese. Murdoch lo accusava di impedire lo
sviluppo del nazionalismo australiano e la
crescita fisica dellAustralia.
Murdoch irruppe sulla scena di Sydney
prima attraverso dei giornaletti locali, e
poi acquistando il Daily e il Sunday Mirror, tutte due in perdita, e riuscendo a riportarli in attivo rivolgendosi a un pubblico di lettori meno abbienti, ai quali forniva scandali, sensazionalismo e volgarit.
Ladruncolo spoglia nuda una donna, era
il pi classico dei suoi titoli. Il pubblico
aveva quello che voleva: sesso e sport. Il
primo ministro Menzies imped a Murdoch di acquistare Channel 10 dicendo in pu-

ro australiano: Non darei a Murdoch


nemmeno il vapore della mia piscia! Ma
fu la prima e ultima volta che un politico
di un qualsiasi continente sia riuscito a
fermare Rupert Murdoch. Murdoch non fece altro che acquistare un canale televisivo locale, il Wollongong, fuori citt, e cominciare a trasmettere programmi americani pubblicizzati dai suoi stessi giornali.
Iniziava cos la strategia Murdoch.
Il primo giornale nazionale australiano
Nel 1964, seguendo le orme del padre,
fond un suo giornale. The Australian era
non solo quello che lui chiamava un giornale unpopular (cio un giornale serio, di quelli a tutto formato), ma anche il
primo giornale nazionale australiano e
lunico a essere pubblicato a Canberra, la
Brasilia dellAustralia. Il suo compito era
di collegare Canberra alla nazione e la nazione a Canberra. Ma la tirannia della
distanza separava la tropicale Darwin
dalla temperata Melbourne: perfino le regole del football erano diverse. Eppure
lentusiasmo indomito di Murdoch riusc a
far funzionare lesperimento e diede impulso alla
creazione della
coscienza australiana. Il lancio
dellAustralian fu
lepisodio pi significativo
nel
mondo del giornalismo australiano del dopoguerra. Ebbe un grande influsso sullo sviluppo della societ australiana e sui grandi cambiamenti dellAustralia dopo il
1972. E stato lo stesso giornale rivale, il
Sydney Herald, ad ammetterlo.
Nel frattempo Murdoch sera sposato
nel 1967 con una delle sue giornaliste, Anna Tory, e si era trasferito nella sua nuova
tenuta a Cavan, vicino tanto a Canberra
quanto ai politici. Murdoch era affascinato dalla politica e dal potere che la accompagna e meditava di entrare in quel
mondo. In Australia, Nuova Zelanda e
Hong Kong era padrone di un impero economico che comprendeva giornali, riviste,
libri, tipografie e televisione. Murdoch
controllava da vicino tutte le sue aziende,
e lo fa ancora oggi, grazie a un libretto azzurro, un registro settimanale dei conti.
Nel 1988 riscosse una parte dei suoi interessi televisivi e con questi gettoni che gli
scottavano le dita il vecchio giocatore si
lanci nel mondo verso altre conquiste.
Larrivo a Londra nel 1969
Arriv a Londra nel 1969 con laria del
cavaliere Bianco, senza macchia e senza
paura, venuto a salvare il giornale scandalistico a maggior diffusione in Europa, The
News of the World. Soprannominato The
News of the Screws (come dire: il Corriere
delle scopate), era un giornale della domenica tutto sesso e conservatorismo, ma
nel 1969 le sue vendite erano calate a 6 milioni di copie. Il suo cavaliere Nero era un
personaggio col quale Murdoch avrebbe
dovuto incrociare pi volte le lame, fino al
giorno in cui non scomparve misteriosamente dal suo yacht in pieno oceano Atlantico nel 1994. Parliamo di Jan Ludwig Koch,
trasformato per
magia nel capitano
Robert
Maxwell, deputato
laburista
del Parlamento
inglese. Maxwell
rappresentava
tutto quello che
la famiglia Carr,
proprietaria del
News of the
World, detestava.
Per
salvarsi
dalluomo cattivo che aveva acquistato il 30 per cento della loro azienda, i
Carr permisero a Murdoch di esercitare il
suo famoso fascino per comperarsene il 40
per cento dando in cambio certi suoi beni
australiani e pagando in contanti solo il 3,5
per cento delle azioni.
Dopo di che Murdoch scrisse una lettera
a sir William Carr, presidente della societ:
Il fatto ovvio e banale, di cui lei sar certo
conscio quanto me, che una azienda pu
avere uno solo che comanda. E questa persona, in quanto amministratore delegato
(che controlla la maggioranza effettiva delle azioni con diritto di voto) non posso che
essere io. Nel giugno del 1969 Murdoch
era presidente. Coi giornalisti della testata
fu non meno brusco e deciso. Non crediate che abbia fatto tutta la strada dallAustralia fin qui per limitarmi a stare a guardare. Sta a voi accettare o andarvene. Giustificava questo suo atteggiamento sostenendo che dato che il successo o il fallimento di un giornale dipende dalla sua linea editoriale, non vedo perch non dovrei
interferire quando vedo il modo di rafforzare tale linea. La drastica riorganizzazione del giornale e la sua scelta degli articoli gli valse un richiamo da parte del Press
Council che riteneva importante dimostrare a Murdoch che non era cos che si
agiva in Inghilterra e che la Gran Bretagna
non era lAustralia. Murdoch rispose che
la gente pu storcere il naso finch vuole,
ma sar io a conquistarmi le 150 mila copie
in pi che venderemo. Da quel momento
venne soprannominato Dirty Digger, sporco zappatore. (Digger era il termine usato dagli inglesi per indicare gli australiani
dal tempo della prima guerra mondiale).
Lepisodio tuttavia non fece che aumentare
il malanimo di Murdoch nei confronti dell
establishment inglese. Aveva solo due strade: lasciar correre o vendicarsi.
Richard Newbury

Facci ricostruisce il lato ignorato


delle inchieste di Mani pulite,
quasi unantologia di orrori
Gian Antonio Stella
DIO PO
Baldini & Castoldi, 225 pp. Lire 16.000
Ha ragione Indro Montanelli quando,
nella prefazione, osserva che ogni commento superfluo. Le descrizioni che in
questo libro Gian Antonio Stella fa degli
esponenti leghisti parlano da s. E una galleria di personaggi tanto roboanti nelle loro esternazioni quanto contraddittori. Gipo
Farassino ed Erminio Boso, ad esempio,
due che fanno a gara a chi la spara pi
grossa sugli extracomunitari e parallelamente non esitano, a menar vanto di amori con donne di tutte le razze e latitudini. O
Gianfranco Miglio, che fonda un movimento federalista ma rivendica orgogliosamente la paternit della dichiarazione dindipendenza della Padania letta a Venezia il
15 settembre (copiata pressoch pari pari,
come dimostra lautore, da analogo atto degli autonomisti francofoni del Quebec). Poi
c lui, il Senatur, che pi ciurla nel manico pi sembra trovare consensi. Completano la satira una dettagliata cronologia della Lega dagli albori a oggi (spicca, in tanta
minuziosit, che lautore abbia dimenticato il buon risultato della Lega il 21 aprile) e
vari documenti ufficiali del movimento, tutti assai coloriti. Ci sarebbe da ridere, eccome. Ma gi in Sghei il giornalista del Corriere della Sera ci ha mostrato quali preoccupanti sintomi di malessere si muovano
dietro queste pantomime. Forse non il caso di ridere troppo.
Filippo Facci
PRESUNTI COLPEVOLI. LO STATO
DI DIRITTO IN ITALIA
Mondadori, 183 pp. Lire 27.000
Dopo tre anni di peregrinazioni, Filippo
Facci, giornalista ventinovenne, ha trovato
leditore (ma pi probabilmente le condizioni politiche) per questa feroce e informata requisitoria contro la giustizia italiana. Scarno e amaramente ironico, il libro
unantologia di errori (e orrori) giudiziari,
che si apre con la kafkiana vicenda di
Sergio Caneschi, accusato di evasione mentre era in ospedale a farsi asportare un polmone, e si chiude con la paralizzante e inedita storia del suicidio di Renato Amorese.
In mezzo altri sessantaquattro episodi, che
hanno per protagonisti le illustri vittime di
Mani pulite e i signori nessuno, quelli per
cui le cronache non hanno spazio. Qui trova spazio Francesco Zuccal, cui le guardie
non tolgono le manette nemmeno al capezzale della figlia di dieci anni, morente per
un tumore allintestino; trova spazio Rosa
Luciano, che, malata, per 15 giorni, fino alla morte, aspetta che qualcuno esegua lordinanza di ricovero firmata dal gip; trova
spazio Turi Lombardo, arrestato per tangenti mai ricevute, ma che, secondo i giudici, avrebbe ricevuto se qualcuno gliene
avesse offerte; trova spazio Gualtiero Cornaggia, finito in manette per illecita detenzione di farina (scambiata per cocaina); trova spazio Carlo Baldi, messo in carcere
quando si spostava su una sedia a rotelle
perch soffriva di diabete, ipertensione arteriosa, miocardiopatia ischemica, e scarcerato due ore dopo il decesso; trova spazio
Gesuino Pregio, accusato dellomicidio di
una prostituta morta in un incidente stradale. Una carrellata che fa rabbrividire e
che si sintetizza nella dedica: A Tonino,
presunto innocente.
Arturo Gismondi
LA REPUBBLICA DELLE PROCURE
Ideazione, 189 pp. Lire 20.000
Quando le democrazie sono poste sotto
tutela, finiscono per restarci finch eventi
traumatici non riescono a convincere i tutori a farsi da parte. Arturo Gismondi,
editorialista del Giornale, comincia cos
lanalisi della cosiddetta rivoluzione giudiziaria italiana. Tono monitorio, duro e
sarcastico, Gismondi ne ha per tutti. La vittoria dellUlivo? Altro che avvio verso una
nuova normalit, il trionfo del vecchio
consociativismo della prima Repubblica,
quello che di fatto coopt lallora Pci- oggi
Pds - alla guida del paese insieme alla Dc.
Che la transizione al nuovo sia tuttaltro
che compiuta, dice lautore, lo dimostrano
le parole di Francesco Saverio Borrelli
che, allindomani del 21 aprile, disse che
Tangentopoli non era ancora finita. Lo
stesso che ebbe a dire, nella primaveraestate del 94, dopo la vittoria del Polo, che
il pool era pronto a rispondere a una chiamata del presidente della Repubblica. E
pensare che lestate prima Francesco Greco lasciava intendere che Tangentopoli si
avviava a conclusione. Ma tant, mentre
Achille Occhetto preparava la sua felice
macchina da guerra per una trionfale
marcia su un campo dove i magistrati avevano fatto piazza pulita, Silvio Berlusconi
fondava Forza Italia. Ed ecco allora Borrelli invitare tutti a fare un esame nei propri armadi, caso mai vi tenessero degli
scheletri, prima di scendere nellagone politico; ecco allora le indagini su Paolo Berlusconi; ecco ancora, nel marzo 96, larresto del gip Renato Squillante. Allinsegna
di quella giustizia inquisitoria preconizzata nel 74 da Pier Paolo Pasolini, con cui
buona parte del mondo imprenditoriale
cerca oggi un modus vivendi. Congiungendo efficacemente eventi lontani nel tempo,
senza seguire uno stretto ordine cronologico che potrebbe risultare dispersivo, Gismondi dimostra quanto la tutela giudiziaria, le diverse interpretazioni che i tutori
ne danno (chi interpreta il ruolo dei pm come braccio armato di una certa fazione politica, chi propugna unassunzione in proprio di guida politica da parte delle procure), abbia influito e continui a influenzare negativamente, arrogandosi un compito di selezione della classe dirigente, la
vita pubblica italiana. La soluzione? Gismondi non lo dice, ma lo lascia capire:
unintesa fra Pds e opposizione per le
riforme.

ANNO II NUMERO 9 - PAG 3

EDDIITTOORRIIAALLII
E
A. A. A. Cani mastino cercansi
M

ai, mai fidarsi dellavversario. Ma


delle proprie forze s, di quelle bisogna sapersi fidare. Chi ha detto che la
decisione di votare per la costituzione
di una commissione bicamerale per le
riforme, nel quadro di un accordo parlamentare con il capo della maggioranza, equivale a una resa dellopposizione di fronte al governo Prodi? Dove sta
scritto che le cose debbano andare per
forza cos, e che Silvio Berlusconi sar
costretto a cedere a ricatti politici arroganti, capaci di mettere in gioco il
destino delle aziende Mediaset e di minacciare il capo dellopposizione sul
piano giudiziario? Il prefichismo, cio
la considerazione pessimista del proprio spazio di manovra nella societ
italiana da parte del centrodestra, una
visione delle cose perfino luttuosa,
sempre vestita a nero, una malattia
infantile del Polo per le libert. Lottimismo di Berlusconi avr pure il difetto di essere un po manierato, e non
dobbligo per nessuno considerare il
leader di Forza Italia un condottiero
sempre a cavallo, come il favoloso subcomandante Marcos idoleggiato da
Fausto Bertinotti, ma questo famoso
partito-azienda di cui spesso si parla
con inutile supponenza di battaglie ne
ha date, in nome degli interessi generali, e alcune (dal 27 marzo ai referendum liberali del giugno 95, fino alla
campagna contro la fiscalit del gover-

no Prodi, con un milione di persone in


piazza) le ha anche superbamente e allegramente vinte.
La Bicamerale non un altare votivo
su cui lopposizione chiamata a sacrificare la sua fisionomia, la sua identit
programmatica, le sue idee forza, i suoi
vecchi e nuovi legami sociali, la sua vocazione di alternativa di governo. Un
accordo per le riforme un tracciato
parlamentare, una tappa, uno spazio
particolare di dialogo e collaborazione
che offre a tutto il paese un periodo limitato e finalizzato di stabilit istituzionale, mettendo anche alla prova del
dialogo una maggioranza sempre pi
incerta e sempre pi povera di alibi,
senza per questo rinunciare a unincalzante offensiva sulle politiche economiche e sociali del governo. Naturalmente decisivo che a questo accordo
parlamentare non arrivi unopposizione scontenta e divisa, frondista e oscillante, ma invece una squadra formidabile, temibile, ben scelta, di negoziatori capaci di far vedere a DAlema quei
sorci verdi che Prodi voleva far vedere
a Helmut Kohl e a Jacques Chirac. Il
caso Dotti dovrebbe avere insegnato a
Berlusconi che i negoziatori in tuo nome bene che li scelga tu, con criterio.
Altrimenti li sceglie e fagocita lavversario. Cercansi cani mastino, di ganascia forte, per fare la guardia alle riforme nel grande zoo della Bicamerale.

Cossiga, lezioni di stile


T

rovatosi involontariamente al centro di una sciagura ferroviaria,


Francesco Cossiga ha dato una rara lezione di stile agli italiani. Assediato dalle telecamere ha sobriamente cercato
di spostare lattenzione dalla sua persona alle vittime del disastro; provocato da domande su un presunto attentato, le ha respinte sprezzantemente. Quale altro uomo politico italiano, trovandosi al centro dellinteresse pubblico
proprio mentre in corso una battaglia
politica (quella sulla Bicamerale) di cui
protagonista, avrebbe rinunciato a
usare linaspettata tribuna per qualche
impropria esternazione? In Cossiga
prevalsa invece una compostezza che
forse risale alla solitaria esperienza
delluomo di mare, a quel pudore della
parola di cui intessuta laspra laconicit dei sardi. La dignit isolana del sassarese, la stessa che tanto aveva contribuito al fascino triste di Enrico Berlinguer, si sposata con laplomb del gentleman, lo studioso disinvolto della
Royal Navy, producendo un comportamento che ha, purtroppo, poco di italiano. Si intende pienamente il significato
dellatteggiamento di Cossiga se si tiene
conto che qualche rozzezza non era
mancata. Proprio su quel treno lex pre-

sidente ha potuto leggere un articolo di


fondo in cui il corruttore di bozze, Eugenio Scalfari, interpretava come al solito in chiave psichiatrica la sua posizione. Ci che Scalfari soprattutto imputa a Cossiga lappello al popolo attraverso un uso dei mezzi di comunicazione - specie della televisione - quale
non sera mai visto fino ad allora. Ci
che, in realt, si visto raramente
proprio il contrario: un comportamento
serio e schivo di fronte alle telecamere
come quello di Cossiga, che smentisce
con la sonorit di un buffetto morale le
polverose reprimende scalfariane. Cos, per contrasto, la lezione di stile impartita da Cossiga cresce di valore. Speriamo che questa lezione involontaria,
spontanea, venga capita: difficile cogliere il senso di un silenzio e di un ritegno in una societ dellinformazione
in cui la sovraesposizione una regola,
lenfasi sostituisce il ragionamento, linvettiva la persuasione. Per questo vale
la pena di sottolineare leccezione, pur
nella consapevolezza che essa non
varr a spezzare la costante abitudine
che porta a considerare lo stile un inutile orpello o una sorpassata sindrome
aristocratica. Invece, semplicemente, lo
stile luomo.

Linverno bulgaro
L

ondata di dimostrazioni che la polizia fa sempre pi fatica a contenere, sta costringendo Georgi Parvanov,
leader del Partito socialista (cio ex comunista) bulgaro a trattare con lopposizione che chiede nuove elezioni generali, dopo che alla presidenza della
Repubblica, in novembre, stato eletto
Peter Stoyanov, avversario dei socialisti. Quando nell89 crollato il regime
di partito unico e si sono stabilite libere elezioni, in Bulgaria, il vecchio Partito comunista, trasformatosi nominalmente in socialista, riuscito a ottenere nelle votazioni politiche la maggioranza, soprattutto con il supporto dei
lavoratori pi anziani e dei pensionati
a cui garantiva i vecchi tempi. Ma i
sette governi ex comunisti succedutisi
dal 1989 a oggi (con un solo intervallo di
11 mesi nel 91) hanno portato il paese
da un reddito pro capite di circa 2.300
dollari a un reddito di 1.160 nel 1995, diminuito di un altro 8 per cento nel 1996,
mentre linflazione, che era al 70 per
cento sino al 95, aumentata al 300 per
cento. I salari non sono stati adeguati e
attualmente, con un prezzo del pane a

50 centesimi di dollaro al chilogrammo,


la retribuzione degli operai corrisponde alla cifra di 20 dollari mensili.
Parvanov, che conta 125 dei 250 seggi
del Parlamento, vorrebbe formare un
suo nuovo governo per stabilizzare leconomia, ingabbiata in un sistema ancora quasi tutto collettivistico e di fatto
retto da quella che viene definita la
mafia rossa. Parvanov propone le
elezioni fra un anno e mezzo. Ormai
per la gente, che nelle maggiori citt
alla fame, ha imparato dalla stazione
radio privata bulgara B. 92 come si protesta in Serbia. I bulgari, a differenza
dei serbi, che protestano per il mancato rispetto dei risultati delle elezioni,
lottano perch affamati. Cacciando la
mafia rossa sperano che la vita possa
mutare anche se, senza sostegni degli
organismi finanziari internazionali,
ben difficilmente un governo pi aperto allinvestimento estero e alliniziativa privata potr comunque risolvere in
tempi rapidi i complessi problemi della transizione, incancreniti dallottusit
e dallavidit della mafia del vecchio
regime.

IL FOGLIO QUOTIDIANO

MARTED 14 GENNAIO 1997

Alta tecnologia, quel made in Italy deragliato a Piacenza


Milano. Il Pendolino Etr 460, deragliato
domenica scorsa a Piacenza, la realizzazione industriale del primo treno ad alta velocit progettato in Europa. Concepito in Italia trenta anni fa, ha solcato le linee ferrate
della penisola solo a partire dal 1988. Linnovazione di questo elettrotreno il sofisticato meccanismo di pendolamento che consente alle carrozze di inclinarsi automaticamente in curva guadagnando il 30% di velocit rispetto ai convogli normali. Un treno
veloce, dunque, che non richiede, come il
Tgv francese e il nuovo Etr 500, linee ferroviarie particolari e dedicate. Il sofisticato
progetto italiano stato esportato in Germania, Finlandia, Svizzera e Repubblica ceca.
Lindustria italiana ad alta tecnologia oggi
per in crisi. Lo storico Pietro Melograni,
deputato di Forza Italia, e passeggero del
Pendolino deragliato a Piacenza, invita a
non escludere lipotesi del sabotaggio politico o industriale e richiama lattenzione sul
fatto che in Italia si parla tanto di Bicamerale ma si trascura laspetto della sicurezza
e dellefficienza dei prodotti della nostra

industria tecnologica. Bisogna intendersi,


innanzitutto, sul significato di alta tecnologia, dice il fisico teorico Giuseppe Lanzavecchia, gi docente universitario di strategie dimpresa e autore di numerose saggi tra
cui La speranza tecnologica e Il lavoro di
domani. Se per alta tecnologia si intende
la microelettronica, linformatica, la robotica, laerospaziale, la biotecnologia avanzata
o il nucleare, allora lItalia poco presente,
se non addirittura assente, sia come industria sia come ricerca. Ma se si considerano,
per esempio, altri tipi di tecnologie, come
quella meccanica che sebbene sia pi antica in realt molto pi complicata di quella
elettronica e informatica, allora siamo al terzo-quarto posto al mondo.
Sebbene in Italia non si riesca a produrre
qualcosa di simile ai sofisticati chip di memoria tipici, oltre che degli Usa e del Giappone, dellindustria dei paesi emergenti,
lapporto del nostro paese sul fronte dellalta tecnologia la confezione e la nuova
utilizzazione di innovazioni tecnologiche altrui, dice al Foglio Andrea Aparo, docente

di management strategico alla Sapienza di


Roma. Lanzavecchia dello stesso avviso
(anche questo innovare) ma nota come
ormai non basti pi quel fiuto che fino a
qualche anno fa ci consentiva di essere competitivi. La globalizzazione delleconomia
non permette pi alle piccole imprese che
costituiscono lossatura del nostro sistema
produttivo di fare a meno delle conoscenze
scientifiche. La debolezza del sistema Italia
sta proprio nello scollamento - continua
Lanzavecchia - tra mondo della ricerca e
mondo produttivo e nella mancanza di trasferimento tecnologico: ricerca se ne fa poca e quel poco che si fa utilizzato in minima parte perch non risponde alle esigenze
dei suoi potenziali utilizzatori. Del resto,
questi, spesso non sanno neanche che cosa
chiedere. Quali soluzioni? Lo Stato dovrebbe stimolare la ricerca fondamentale, magari con incentivi fiscali per le imprese che decidono di investire nella ricerca. Quella applicata, viceversa, dovrebbe essere finanziata solo se riesce realmente ad attrarre acquirenti. E poi, perch non istituire la figura

del broker che, in base alle singole esigenze,


consiglia e stimola gli imprenditori ad avvalersi della ricerca?. Per uscire dallo stallo
in cui si trova la nostra industria sofisticata,
secondo Aparo occorre abbandonare lidea
che un singolo paese possa avere un mercato sufficientemente vasto da garantire un ritorno produttivo dei grandi investimenti per
la ricerca. Con leccezione degli Usa che
hanno un mercato interno di 230 milioni di
persone, nessuno pu permettersi di agire
da solo. Lanzavecchia cita la Francia, il
paese che ha fatto della ricerca avanzata un
motivo di orgoglio nazionale: Non stanno
meglio di noi, proprio perch il mercato
francese piccolo. Il futuro, dunque, il
mercato comune, la scala sovranazionale.
Non a caso, concordano i due studiosi interpellati dal Foglio, lesempio da seguire
Airbus, il consorzio europeo che proprio ieri ha annunciato la sua trasformazione in societ a responsabilit limitata per meglio
fronteggiare la concorrenza del gigante dellaviazione industriale nato dalla fusione di
Boeing e McDonnel Douglas.

Come si difende, trincea per trincea, lo statalista italiano


OGGI IL TESORO CONTROLLA PI IMPRESEE
Roma. Sono le roccaforti degli statalisti,
le nicchie in cui difficile fare entrare laria del mercato e della concorrenza. Gli enti sono quelli tradizionali dello Stato imprenditore: lIri, la Gepi, lInps, i Monopoli
di Stato, le aziende municipalizzate. Si aggiungono ora le Authority, le agenzie che
dovrebbero sovraintendere alle regole
del mercato. E questo lo scenario dellintervento pubblico in Italia. Nellepoca delle privatizzazioni i vecchi carrozzoni di Stato non si arrendono. LInps cerca di entrare
nei nuovi business, come la previdenza integrativa. LEnel prima ancora di essere privatizzato studia alleanze per entrare nel ricco mercato delle telecomunicazioni, in concorrenza con operatori ancora pubblici. La
Gepi si inventa, con una dote di pi di mille miliardi di quattrini pubblici, vocazioni
di corporate governance. E il percorso verso il mercato allitaliana. Nuovo principio
ispiratore l autoreferenzialit. Un po
come avvenuto nel mondo bancario per le
fondazioni, adesso anche le imprese industriali pubbliche cercano di rispondere solo a se stesse. Non ci sono azionisti privati,
almeno non di controllo, mancano le liaison
politiche da prima Repubblica. Lunica cabina di regia delleconomia italiana ormai
il ministero del Tesoro. Pi di seimila dipendenti, una presenza capillare sul territorio, un direttore generale, Mario Draghi,
superattivo ed un ministro tecnico, Carlo
Azeglio Ciampi che governa anche il ministero del Bilancio ma che si occupa soprattutto dei problemi di finanza pubblica, hanno reso il palazzone di XX settembre il vero snodo della presenza pubblica nelleconomia. Al Tesoro stata direttamente affidata la ricca Stet, il controllo della Banca
nazionale del Lavoro (che con lIna rilever
il disastrato Banco di Napoli), quello del
Mediocredito centrale e dellImi. Oltre al
settore creditizio seguono le direttive di Via
XX settembre per lEni, solo parzialmente
privatizzato, lIri, con la sua dote di societ,
le Ferrovie dello Stato, lEnel e la Gepi. E
stato calcolato che la Holding tesoro ha
un valore aggregato che sfiora i 400 mila milardi. Sono numeri che vengono dati per difetto. Solo alcune delle aziende sono quotate, e ancora meno sono quelle i cui valori di
libro sono realmente corrispondenti alla effettiva valorizzazione dei cespiti.
Tutte le nomine sotto il tallone di Draghi
Tanto che Sabino Cassese, certo non un
pasdaran liberista ha recentemente scritto:
La spallata data dal referendum soppressivo del ministero delle Partecipazioni statali prima, poi le leggi di privatizzazione
hanno avviato lo smantellamento del settore economico pubblico. Ma il processo
lungo e intanto, soppresso il ministero, trasformati gli enti in societ, s venuta a costituire, nella direzione generale del Tesoro, una centrale di guida pi potente e con
compiti pi vasti dello stesso ministero che
era stato soppresso. Come sottolinea Cassese il bandolo nelle mani della direzione
generale di Mario Draghi. 49 anni, con forti
legami con il mondo della finanza internazionale che conta, dottorato in economia nel
i autori come lui s perso lo stampo.
Purtroppo o per fortuna, si dir: ognuD
no in fondo libero di pensare come vuole. Quello che certo, per, che alla fine
del XX secolo, lo scrittore rivoluzionario,
lanarchico libertario, il teorico delleguaglianza radicale spunta fuori dalle macerie dellillusione comunista come un reperto archeologico. Splendido testimone
dun mondo che non esiste pi e artefice
di un colossale equivoco che per alcuni,
nonostante tutto, stenta ancora a chiarirsi.
Eppure era in buona fede, Michail
Aleksandrovic Bakunin (1814-1876). Era figlio dun nobile russo devoto agli zar e padrone di cinquecento servi della gleba.
Entrato nellesercito a 14 anni, labbandona a 30, per darsi alla filosofia. Traduce Fichte, si mette a studiare Hegel, poi parte
per Berlino, dove orbita intorno alla Sinistra hegeliana e sappassiona al radicalismo politico dei comunisti tedeschi.
Quanto basta per farlo processare dalla
giustizia zarista, che lo condanna in contumacia alla deportazione e alla perdita
dei beni, inaugurandone la carriera insurrezionale. Dalla sua biografia si capisce come mai il paese pi arretrato dellOccidente sia potuto diventare, nel volgere di qualche decennio, la nazione allavanguardia dun movimento rivoluzionario universale. Perch l, nella Russia
zarista, pi che altrove, le inerzie del passato feudale dovevano risultare insopportabili, col loro strascico di privilegi che

DEL VECCHIO E ABOLITO MINISTERO DELLLE PARTECIPAZIONI STATALI

1976 al Mit, professore di economia internazionale fino al 91 allunivesit di Firenze,


per sei anni Direttore esecutivo della Banca mondiale, nominato direttore generale
del Tesoro dal Governo Andreotti su sollecitazione di Giuliano Amato, e nel 1993 diventato Presidente del Comitato permanente di consulenza globale e di garanzia
per le privatizzazioni, siede, tra gli altri, nei
consigli di amministrazione di Eni, Iri e Bnl.
Non c nomina della Holding Tesoro dice un alto dirigente del ministero - che
non passi per la sua scrivania. Anche una

sciute, che comunemente si devono prendere al Tesoro.


In questo brodo si muove lIri, tradizionalmente pi autonomo rispetto alle sollecitazioni del Tesoro. Lholding, gi svuotato
della polmone finanziario delle telecomunicazioni, destinata a perdere per strada
le altre sue controllate. Anche se gli rimarranno in dote le partecipazioni pi invendibili. Difficile collocare il 35 per cento della Banca di Roma, la cui maggioranza in
mano ad una fondazione, altrettanto complicato definire la posizione della indebita-

LEnel che vuole entrare nel business delle telecomunicazioni, lIri che
riscopre il Mezzogiorno, la Sace che cerca di piazzare quasi ventimila
miliardi di crediti alla Morgan Stanley, il proliferare delle Agenzie
indipendenti. Un panorama dellintervento pubblico in Italia.
designazione, relativamente insignificante,
come quella di Luigi Abete allEnte cinema
stata decisa da Draghi. In questa luce si
deve leggere linusuale presa di posizione

di Mediobanca contro una presunta marginalizzione dal processo di privatizzazioni.


Adesso anche la Sace, che assicura i crediti allesportazione, sta per essere finanziariamente riorganizzata, sotto la regia del Tesoro. La Sace vanta una massa di crediti da
recuperare pari a 18.348 miliardi. Sar possibile smobilizzarli attraverso unoperazione finanziaria di titolarizzazione dei crediti, meglio nota come securitisation. I
crediti vengono ceduti ad una persona giuridica appositamente creata, che, per la relativa provvista finanziaria provvede alla
cessione sul mercato di titoli obbligazionari. Unoperazione simile stata recentemente fatta anche dalla Olivetti. La strutturazione delloperazione e il collocamento
dei titoli obbligazionari sar curato dalla
banca daffari Morgan Stanley, che ha gi
fatto sapere che per le spese di consulenza
richiede centomila dollari al mese, e, nel
caso loperazione effettivamente venisse
conclusa, una commissione delluno per
cento sul valore dellemissione. Un esempio, in unoperazione certamente moderna
e accattivante, di come siano rilevanti le
scelte e le decisioni, anche le meno cono-

LIIBBRRII
L
Michail Bakunin
L DOVE C LO STATO
NON C LIBERT
302 pp. Demetra, Lire 10.000
nulla pi giustificava, n la religione del
Vangelo n lautocrazia imperiale. E il
progetto pi radicale demancipazione sociale poteva attecchire senza scandalo nel
milieu pi conservatore dEuropa.
Bakunin parla la lingua del razionalismo filosofico del secolo dei lumi, intrisa
per di socialismo antindividualistico. E
ateo, ma crede nel progresso e nellumanit. Anzi rivendica per la societ in terra
tutto ci che la religione riservava allaldil, verit, giustizia, felicit. Moderno,
un animo inquieto. Ama lazione, il movimento. Aborrisce la tranquillit e sabbandona al demone del cambiamento, suo
solo movente insieme con lesaltazione
democratica che equivale per lui allamore della libert e allodio per loppressore.
Se il destino mi avesse fatto marinaio
scrive nella Confessione del 1854, pezzo
forte di questantologia non avrei sognato la politica. Non avrei cercato altre avventure e altre tempeste che quelle del

ta Finmeccanica, o di Rai e Alitalia. E in


atto un braccio di ferro tra Tesoro e Iri sul
futuro dellistituto. Questultimo vorrebe diventare il principale operatore pubblico
del Mezzogiorno. La Gepi destinata ad essere assorbita, stessa sorte per la Fime, la
finanziaria del mezzogiorno, commissariata
nel 1993 quando aveva un patrimonio netto
pari a 300 miliardi che ora si completamente azzerato. LInsud, ex partecipazione
della Cassa del Mezzogiorno, che opera nel
settore del Turismo, dovrebbe finire anche
essa nella nuova Iri. Tremano i polsi anche
a Gianfranco Imperatori, per lipotesi che il
suo Mediocredito centrale possa in qualche
maniera rientrare a far parte di questo progetto. La tattica tenuta dalla banca nella gara per il Banco di Napoli, farebbe infatti
pensare ad un coinvolgimento pi diretto
del Tesoro nelle questioni dellistituto di
Imperatori. Lofferta fatta da Imperatori per
il Banco di Napoli sarebbe infatti almeno
doppia rispetto a quella della cordata dellIna, eppure luscita di scena del Mediocredito dovrebbe essere certa.
Mercato regolato o mercato controllato?
Ci che verr destinato al mercato rischia di essere sottoposto ad un controllo
piuttosto pervasivo, attraverso nuovi e pi
sofisticati strumenti. E ormai chiaro infatti
che la nuova frontiera dello statalismo si
annida nelle Autorit di regolamentazione,
o Agenzie, cosiddette, indipendenti. Il meccanismo piuttosto semplice. Il mercato da
solo non funziona, necessario dunque che
qualcuno vigili. Ce ne sono di tutti i gusti.
Capofila stata lAutorit garante della
concorrenza, lAntitrust, presieduta da Giuliano Amato e che sovraintende ai mercato
in senso lato. Eattivissima ed effettiavamente, insieme al commissario europeo per
la concorrenza, ha rappresentato il pi forte motore di liberalizzazione dellingessato
sistema produttivo-burocratico italiano. Ma
sulla scia dellAntitrust sono nate le agenzie pi disparate. E di pochi giorni fa il parto legislativo del Garante della privacy.
Lorganismo per la tutela delle persone e
degli altri soggetti rispetto al trattamento
dei dati personali, cos i nostri parlamenmare. Ma la sorte ha deciso altrimenti.
Come uomo e come teorico non crede nel
libero arbitrio, non crede pi nella provvidenza, ma resta un fondamentalista. Parla di essenza ideale dellumanit, e riversa nella politica lansia di assoluto dalla
religione, sino ad annullare ogni distinzione tra mezzi e fini, per sfociare in una
teleologia laica della liberazione.
Per lui non pu esserci libert, nel senso di pieno sviluppo di tutte le potenzialit
umane, senza eguaglianza sociale ed economica, oltre che politica. Via libera dunque allistruzione pubblica egalitaria, tanto pi che il genio appare sempre in et
matura. Via libera e allabolizione del diritto di successione, poich ciascuno
devessere figlio del proprio lavoro, e a
quella del matrimonio religioso, per restituire piena moralit alla legge naturale: la
libert di separarsi vincoler i coniugi al
rispetto e allamore reciproco. Bakunin insomma non crede nelle istituzioni, perch
diffida delle idee astratte per privilegiare
i fatti, la crescita spontanea, le concrezioni sociali. Da qui la sua polemica sul ruolo dello Stato: contro Marx, che preconizza una breve dittatura per raggiungere lemancipazione del popolo, egli denuncer
il pericolo di schiavit che essa comporta.
Lanarchia dunque come punto darrivo
duna utopia della liberazione, che procede per distruzioni radicali e inappellabili.
Ultimo segno della fiduciosa spensieratezza dun aristocratico impenitente.

tari lhanno chiamata, si comporr di 45


persone e quattro commissari, con 8 miliardi questanno e dodici lanno prossimo. Il
garante istituir addirittura un registro delle banche dati, in modo tale da schedare gli
schedari. Esiste unautorit per linformatica con 96 dipendenti, che nel frattempo si
occuper di privacy e solo a maggio moller
losso ai cuginetti della neocostituita Agenzia.
Ben pi nota la Consob, che vigila sui
mercati finanziari, e che ha in dote il gruppetto pi nutrito di dipendenti, supera i 400.
Sulle banche dovrebbe vigilare la Banca
dItalia, che ha un servizio ad hoc, mentre
sulle assicurazioni lIsvap, con quasi trecento dipendenti. Esiste anche una commissione di vigilanza della previdenza integrativa, in particolare dei fondi pensione.
La commissione non perde tempo. E al suo
interno gi si litiga; uno dei commissari
Giorgio Marbach ha bisticciato con il presidente Marco Bessone - ex Consob - e se ne
andato. C da dire che ha perso poco, in
termini di stipendio si intende. I guardiani
dei fondi pensione, che in Italia ancora non
esistono, non hanno infatti ottenuto il trattamento economico di Banca Italia, riservato invece a Consob e Antitrust. Di miliardi ne hanno ottenuti cinque e di dipendenti solo una trentina.
Quanto si perde con le sigarette
Continuando la lista non si pu dimenticare il garante per leditoria e i suoi 150 dipendenti. E, poi, le agenzie in costruzione.
Lauthority per lenergia, per le telecomunicazioni, per le fondazioni bancarie e per
i trasporti. Non si scordi la balzana idea di
Antonio Di Pietro dellagenzia che controlla il patrimonio dei dipendenti pubblici.
Sventata solo lipotesi, ben supportata in
parlamento, dellAuthority per il parmigiano, prosciutto e vini a denominazione e origine controllata. Anche gli enti locali sono
in frenesia da Authority. Il sindaco di Roma, Francesco Rutelli, ha creato un Agenzia indipendente che dovr vigilare lattivit delle ex aziende municipalizzate. Un
piccolo paralello con le mode degli anni
passati: quando non si voleva risolvere un
problema si nominava una commissione di
controllo, oggi unautorit. Bisogna porre
dei limiti - dice Cassese - a questo proliferare di Authority. Adesso pare che vogliano
mettere in piedi anche quella Anticorruzione.
Dalle nuove e sofisticate frontiere dellintervento pubblico passiamo a quelle
tradizionali: il monopolio di Stato dei sali e
tabacchi. Legalmente non vi pi monopolio di produzione e vendita del sale e del
tabacco, perch incompatibile con la comunit europea. Limposta di monopolio si
trasformata in imposta di fabbricazione e
chiunque pu commercializzare tali prodotti in Italia. Lo stato produce ancora sigarette, sigari, carta per sigarette e lavora
tabacco, che ritira dai produttori agricoli,
collegati con particolari contratti. E lo Stato perde regolarmente ingenti somme nella produzione mentre recupera utile con il
monopolio della distribuzione allingrosso.

50 ANNI FA
14 GENNAIO 1947
Lassassinio di Karl Liebknecht, il leader spartachista tedesco, ucciso in circostanze oscure insieme a Rosa Luxemburg nel Tiergarten di Berlino nel 1919,
sar rievocato nel processo contro Ulrich Von Ruettgen, un ex ufficiale tedesco,
in carcere nella zona americana, accusatosi dellomicidio, per vantarsene, nel
1938 in una lettera al ministero nazista
dellAeronautica.
Il cannibalismo dei giapponesi durante la guerra viene provato da una raccapricciante documentazione sul comportamento dei soldati nipponici presentata al processo contro i criminali di guerra a Tokio. Nei documenti sono descritti
episodi di prelevamento del fegato da
cadaveri di americani e della sua utilizzazione nelle minestre.
Ghigliottinate due tedesche criminali
di guerra, una dottoressa e uninfermiera, a Berlino. Erano state condannate a
morte per avere ucciso con iniezioni di
stupefacenti, nel quadro dei programmi
nazisti di eutanasia, oltre 600 degenti
dellospedale di Meseritz-Obrawalde.
Evirati due arabi, rei di avere rapito e
violentato due ragazze ebree della colonia di Petah, vicino a Tel Aviv. La rappresaglia stata eseguita in pubblico da
uomini dellIrgun, lorganizzazione terroristica sionista.

ANNO II NUMERO 9 - PAG 4

IL FOGLIO QUOTIDIANO

MARTED 14 GENNAIO 1997

Le vacanze private di Berlusconi e i narcisismi di Fausto, eroe del Chiapas


Signor direttore - Perch Berlusconi ha fatto
vacanze cos lunghe? Non pensa che i leader
politici debbano evitare assenze prolungate, esiziali ai loro scopi politici?
Giovanni Barbagallo, Forl
Al contrario, presumibile che riposarsi,
divagare di tanto in tanto, allontanarsi dalla scena, occuparsi daltro, coltivare ozio,
letture, piaceri, amicizie e quantaltro senza lassillo della lunga giornata lavorativa
sia fortemente consigliabile. Anzi, bisognerebbe prescriverlo forzatamente a chiunque svolga una attivit pubblica impegnativa. Non per la sua salute, per la nostra. Chi
governa e fa politica ha bisogno, per governare bene, di idee, di senso delle propor-

zioni, di una percezione della vita civile come grande teatro pieno di possibilit e colpi di scena, non un teatrino ripetitivo, stucchevole, vanesio e alla fine pieno di tedio.
Comunque Berlusconi, che evidentemente
esagera quando dice di dormire tre ore per
notte ( sperabile), ha fatto una vacanza pi
privata e pi elegante del Grand Tour rivoluzionario del subcomandante Fausto, eroe
virtuale del Chiapas.
Signor direttore - Faccio parte del Coordinamento Estremo Oriente della sezione italiana di
Amnesty International, e in particolare mi occupo della situazione dei diritti umani nelle due Coree. Ho letto con interesse larticolo pubblicato venerd 10 gennaio in prima pagina sul Suo gior-

nale dal titolo: Il sindacato fa il gioco dei vecchi


apparati contro le riforme di Kim, riguardante
gli scioperi attualmente in corso in Corea del
Sud.
Senza entrare nel merito delle rivendicazioni
del sindacato e del governo sudcoreano, la cui
materia non compete alla mia organizzazione,
mi permetto di segnalare le preoccupazioni nutrite da Amnesty International circa la possibilit che alcuni esponenti del sindacato possano
essere arrestati unicamente per aver esercitato il
loro diritto alla libera espressione.
E degli ultimi giorni infatti la notizia che venti leader sindacali sono stati convocati dai magistrati per essere interrogati in relazione alla protesta indetta, mentre nello stesso tempo la polizia
in assetto da sommossa ha fatto irruzione negli

uffici della Confederazione dei Sindacati Sudcoreani (KCTU) perquisendone gli archivi.
Le preoccupazioni nutrite da Amnesty International, espresse nel documento emesso ieri dal
Segretariato Internazionale (e di cui le allego
una copia) sono, in primo luogo, che i venti dirigenti sindacali possano essere arrestati, come pi
volte minacciato dalle autorit e come richiesto
dalle aziende danneggiate dagli scioperi, con laccusa di interruzione dellattivit commerciale
delle industrie, il che configurerebbe una palese
violazione delle loro libert di espressione ed associazione.
Amnesty International parimenti preoccupata che la protesta dei lavoratori che si svolta
fino ad ora in modo totalmente pacifico, possa incorrere in una escalation di violenza di fronte al-

la minaccia da parte del governo di utilizzare la


polizia per disperdere i cortei di protesta e di condannare penalmente gli organizzatori della protesta.
Rimango naturalmente a Vostra disposizione
per qualsiasi approfondimento delle tematiche
trattate. Vi ringrazio per lattenzione accordatami e porgo distinti saluti
Luca DAmmora
sezione italiana Amnesty International
Avete ragione. C una questione di merito, lambiguit della posizione sindacale in
Corea, e una questione di metodo democratico, la minaccia di arresto verso i leader
sindacali. La seconda diventa ogni
giorno pi importante.

Sport
Un allenatore-scienziato insegna
ai calciatori brasiliani
a non guardare pi il pallone
GOIANA - Come trovare il compagno smarcato a occhi chiusi con la visione periferica
Il tecnico rivelazione del campionato
brasiliano non un giovane rampante, ma
un attempato accademico di 58 anni. Paulo Goncalves ha portato in semifinale il
Goias applicando le sue singolari teorie
mediche. Quella a lui pi cara sar illustrata in un libro, scritto in collaborazione
con loftalmologo Durval De Morais Carvalho, che sar pubblicato alla fine dellanno con il titolo Studio della visione
periferica del calcio. E una tecnica,
spiega lallenatore-scienziato, che sto elaborando ormai da alcuni anni. Grazie ad
essa i giocatori sono molto pi indipendenti dal pallone non avendo pi bisogno
di guardarlo mentre giocano. Gli allenamenti specifici, che ho brevettato, tendono
anche a sviluppare la muscolatura del collo e degli occhi. I giocatori possono cos
trovare il compagno smarcato senza girare
il corpo.
Quando Goncalves stato chiamato alla
guida tecnica del Goias, la squadra si trovava al diciannovesimo posto in classifica.
Alla fine si piazzata al quarto posto, dopo aver perso in semifinale con il Gremio,
poi vincitore del titolo 1996. Ho solo inserito alcuni giovani, che avevo allenato con
i miei metodi, chiarisce il tecnico, che
non sa ancora se continuer a guidare il
Goias o dovr cercarsi unaltra squadra
per applicare le sue teorie.
Goncalves, che ha sempre conciliato calcio e carriera accademica, sempre stato
considerato pi una sorta di consigliere
psicotecnico, che un vero e proprio allenatore. Dopo il successo del 96, luomo che
alterna la panchina alla cattedra ha deciso
di sbilanciarsi: Presto vedrete come funziona una squadra con visione totale.
SAN PAOLO - Santana torna in panchina per
sedare la rissa tra lo sponsor e il Palmeiras
I medici gli avevano caldamente raccomandato di evitare le emozioni forti, ma il
ritorno al calcio di Tel Santana stato
tempestoso. Il tecnico pi famoso del Brasile si subito ritrovato a dover fare da paciere nella crisi che rischia di far saltare
la cogestione fra il Palmeiras e la Parmalat. A fine mese sar nominato il nuovo
consiglio direttivo del club paulista e, in
caso di rielezione dellattuale presidente
Mustafa Contursi, la multinazionale italiana potrebbe cambiare partner.
Il Palmeiras non sta rispettando i patti
e ha promosso una grandiosa svendita di
fine stagione, tuona il direttore sportivo
della Parmalat Jos Carlos Brunoro, riferendosi alle cessioni, senza adeguata contropartita tecnica, di giocatori del calibro
di Amaral,
Rivaldo, Muller e Flavio
Conceicao.
Noi,
aggiunge lalto
dirigente della Parmalat,
non volevamo vendere i
pezzi pi pregiati,
ma
rafforzarci e,
se neppure la
futura dirigenza sar in
sintonia con
le
nostre
idee, dalla fine del 1998
sponsorizzeremo unaltra
squadra. Quelle di Brunoro sono critiche ingiuste, ribatte il direttore calcistico del Palmeiras Sebastiano Lapolla.
Scopertosi in mezzo a due fuochi, il nuovo allenatore Tel Santana ha approfittato della conferenza di presentazione alla
stampa per rendere un sommesso omaggio
alle parti in causa: Sono venuto al Palmeiras perch la cogestione fra il club e la
Parmalat rappresenta un insuperato
esempio di moderna managerialit. Sono
riuscito a vincere tutto con il San Paolo.
Voglio ripetere limpresa con il Palmeiras,
nonostante la mia fragile salute e lincresciosa diatriba che minaccia il futuro del
club.
Santana rischia, in realt, di diventare
lallenatore di una squadra fantasma. Solo due giocatori dellattuale rosa di prima
squadra appartengono a pieno titolo al
Palmeiras. Tutti gli altri sono di esclusiva
propriet della Parmalat.
PAMPLONA - Indurain fa la spesa e scopre
quanto sia alto il prezzo di una bici di classe
Limpatto con la vita reale duro per
tutti i campioni che lasciano lo sport e pu
riservare incredibili sorprese. Miguel Indurain era entrato alcuni giorni fa in un
centro commerciale di Pamplona per comprare una mountain-bike ed rimasto
scioccato dal prezzo: Non avrei mai pensato, ha detto lex fuoriclasse del ciclismo, che una bicicletta potesse costare
mezzo milione di pesetas (circa sei milioni di lire). Era successo che laddetto al
settore biciclette aveva proposto a Indurain lacquisto dellultimissimo grido in
materia di mountain-bike al normale prezzo per il pubblico. Di fronte allo stupore di
Indurain, il commesso ha chiesto al campione quale fosse il prezzo delle biciclette
con cui aveva vinto cinque Tour de France. Il navarro ha confessato di non aver
mai, neppure lontanamente, immaginato il
prezzo delle biciclette che gli venivano
messe a disposizione e ha rivelato una clamorosa e totale ignoranza sulla meccanica
delle due ruote. Il commesso, molto pi
informato di lui, gli ha ricordato che il
prezzo dellEspada (la speciale bicicletta
per le cronometro allestita per Indurain
da Pinarello) superava i ventiduemila dollari (quasi quaranta milioni di lire).

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