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IL FOGLIO

DIREZIONE, REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE: VIA VICTOR HUGO, 1 - 20123 - MILANO

ANNO III NUMERO 3

Il fronte interno

Perch David Levy sfida


un premier con pochi
voti e sempre meno amici
Netanyahu e lex ministro degli Esteri
hanno idee opposte sul processo di
pace e lo sviluppo economico e sociale

Quali garanzie dare a Clinton


Gerusalemme. Le crisi israeliane non sono sempre un rebus indecifrabile. Cos come il comportamento del primo ministro
Benjamin Netanyahu non costituisce sempre un enigma. Questa volta la tempesta sollevata sul governo dalle dimissioni del ministro degli Esteri, David Levy che lascia
la coalizione con un solo voto di maggioranza (ieri la legge finanziaria stata approvata con meno della met dei voti della Knesset, 58, solo grazie alle astensioni) segue
delle logiche chiare e ha un suo codice di
lettura. Anzi, due: la crisi vista dalla parte
di Levy e quella vista dalla parte di Netanyahu. Un duello non solo di potere, ma
anche di intenti.
David Levy, 60 anni, nato in Marocco e padre di 12 figli, non ha tattiche ma piani. E
entrato nella coalizione di Netanyahu con
una sua formazione, il Ghesher (Ponte), staccatosi dal Likud (il partito del premier) su
posizioni moderate e dopo un abbraccio sincero al processo di pace. Processo in cui
Levy conta di trascinare, sempre pi nel benessere, tutti gli strati della societ israeliana, anche quelli pi
derelitti. Levy un
uomo del popolo,
che ha costruito da
emigrante una carriera politica con
lappoggio della sua
gente, alla quale legato in ogni scelta.
Dietro le sue dimissioni esistono due
problematiche, che
Levy vede comunque
legate: secondo lex
ministro degli Esteri,
se un governo non
DAVID LEVY
capace di proteggere
con la sua legge finanziaria gli strati pi
emarginati del paese, e allo stesso tempo
non ha una politica chiara sul processo di
pace, la radice del problema la stessa. Perci si tratta di un governo in cui non si pu
continuare a lavorare. Con la sua mossa,
Levy chiede elezioni anticipate attorno alle
domande cruciali sul futuro di Israele: la pace con gli arabi e il progresso sociale. Elezioni non su una legge o su una percentuale
di territorio dal quale ritirarsi, ma su tutta
la visione del processo. Dimettendosi, David
Levy ha tentato cos di trasformarsi da ministro emarginato a coraggioso leader popolare. Poich, come si detto, non esperto in
tattiche, bisogner vedere se sopravviver a
questo delicato passaggio.
Benjamin Netanyahu, 48 anni, tre mogli e
tre figli, invece il re della tattica. La sua
prima regola quella di non mostrarsi mai
sconfitto. La seconda di prendere tempo. La
terza di condurre il gioco, ma non venire
mai soggiogato. A costo di rimanere sempre
pi isolato. Lambizione di Netanyahu diversa da quella di Levy: se questultimo ha
bisogno del gruppo, di portarsi dietro la base, Bibi uno scalatore solitario e individualista. La meta ultima? Probabilmente
quella di essere ricordato dalla Storia per
aver firmato una pace; ma la pace come la
intende lui e come la disegna la sua ideologia. Una pace senza cedimenti, da una posizione di forza e con il minimo delle concessioni. Che non sia la stessa pace ambta dai
palestinesi, a Netanyahu importa poco o
nulla; anzi lo d per scontato.
Gli abbandoni di Begin, Meridor e Liberman
Con questi comandamenti e con limperativo di restare in piedi, il premier di
Israele affronta lennesima crisi mostrando
di essere dotato di nervi saldi e anche di un
po dipocrisia. In fondo, dice, altri governi
sono andati avanti con una maggioranza altrettanto risicata. E poi Levy non il primo
compagno di viaggio a lasciarlo: se ne sono
andati gi i due ministri Beny Begin e Dan
Meridor, e perfino il fedele assistente Avigdor (Ivette) Liberman.
Eppure se la maggioranza per votare la
legge finanziaria riuscito a trovarla, gli
sar pi difficile per lui trovare accordi sui
prossimi passi del processo di pace. Come
pu Netanyahu, si chiedono tutti, promettere a Bill Clinton (dal quale invitato il 20
gennaio) di ritirarsi da un ulteriore 15 per
cento dei territori occupati, se il suo governo non stato capace di accordargli neppure il 9 per cento? Per Netanyahu il processo di pace resta dunque il vero test politico.
Un tunnel oscuro nel quale i suoi unici accompagnatori saranno a questo punto i
ministri dellestrema destra che tenteranno
sempre di riportarlo indietro.
Ma proprio qui che potrebbe subentrare di nuovo labilit strategica del primo ministro. Anche Netanyahu, come Levy, e anzi
pi di Levy, ha ancora a disposizione la carta delle elezioni anticipate. E se ci arrivasse potendo poi spiegare al paese che la colpa dellimpasse da far ricadere sugli avversari: da una parte sulle destre che non lo
lasciano procedere, dallaltra sugli arabi
che non sanno mantenere i propri impegni,
potrebbe ancora ottenere i consensi necessari e battere ancora i laburisti.

quotidiano

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DIRETTORE GIULIANO FERRARA

La Giornata
* * *
In Italia

* * *
Nel mondo

NO DELLA CGIL ALLE 35 ORE ENTRO IL 2001. Il segretario confederale


Walter Cerfeda precisa che se il governo non posticiper lentrata in vigore
del provvedimento sar scontro e sostiene che una riduzione generalizzata
dellorario di lavoro impraticabile.
FrancoGiordano fa sapere che Prc
contrario alle 35 ore su base annua e insiste sulla data del 2001. Alfiero Grandi
(Pds) sollecita lesecutivo a individuare
una proposta da discutere con le parti.
Rinnovato il contratto degli autotrasportatori. Le parti si impegnano a
valutare gli effetti delle 35 ore.

LA TURCHIA ACCUSA LITALIA DI


INVOGLIARE NUOVE PARTENZE. In
una lettera indirizzata a Lamberto Dini,
il ministro degli Esteri turco, Ismail
Cem, avverte che la crisi dei curdi non
un esodo, ma un traffico illegale di
esseri umani. Secondo Cem le dichiarazioni ufficiali e governative riferite
dalla stampa italiana e che vengono poi
percepite come una garanzia di asilo
politico agli immigrati illegali potrebbero incoraggiare e scatenare nuove ondate migratorie. Il ministro, ribadendo
limpegno turco a una piena collaborazione con lItalia per controllare il traffico clandestino, ha ricordato la proposta di Ankara per una riunione della
commissione mista bilaterale.
La polizia turca ha arrestato larmatore della nave Ararat che il 27 dicembre si aren al largo delle coste calabresi con a bordo 825 clandestini, in gran
parte curdi. Fermate a Istanbul 200
persone in attesa dimbarco, in maggioranza pakistani, afghani, siriani.

* * *

Di Pietro contro le carriere separate


dei magistrati vede almeno 10 buoni
motivi. Su Oggi, lex magistrato scrive
che le modifiche alla giustizia vanno introdotte con legge ordinaria e non con
norme costituzionali, si dice favorevole
alla parit tra accusa e difesa ma crede
che la separazione delle carriere non
impedisca accordi tra giudice e pm e
porti alla sottomissione delle procure
allesecutivo. Per Alfonso Pecoraro Scanio (Verdi) la difesa della magistratura
fa parte del programma dellUlivo.
Pi che dimbarazzo parlerei di un
momento di difficolt che riguarda lintera maggioranza. Cos Cesare Salvi
(Pds) commenta al GrRai la lettera di
Antonio Di Pietro a Oscar Luigi Scalfaro. Per il capo dei senatori di Sd; lex
pm stato eletto con lUlivo ed compito di tutta la maggioranza costruire
un rapporto positivo con lui, per evitare che diventi motivo di polemiche.

* * *

Gli allevatori riprendono la protesta


contro le quote latte. Circa 300 trattori
sono sfilati a Padova. Altre manifestazioni sono previste per l8 gennaio; il 10
si terr una fiaccolata nelle principali citt della pianura padana.
Secondo lUnione nazionale consumatori, la politica agricola della Ue
causa un esborso maggiore di 1 milione a famiglia per prodotti agricoli; le
quote latte penalizzano i produttori italiani a vantaggio di tedeschi e francesi.

* * *

Appello ad accogliere gli immigrati


dei vescovi pugliesi. Scrivono al governo: La situazione tende ad aggravarsi,
nulla di organico stato realizzato sul
fronte dei centri daccoglienza. Anche
la Regione torna a chiedere interventi
dellesecutivo. Arrestati due cinesi a
Fiumicino: cercavano di far entrare in
Italia nove clandestini.
Secondo Maurizio Gasparri (An) la
legge sugli immigrati in discussione al
Senato va resa pi severa. Per il Pds il
governo stato allaltezza delle aspettative nel gestire lemergenza. Beppe
Pisanu (FI) richiama lesecutivo a fare la sua parte fino in fondo. I ministri
di Interni ed Esteri riferiranno gioved
alle commissioni Affari costituzionali
ed Esteri di Camera e Senato.

* * *

Gioved riunione sul dossier Achille


del comitato parlamentare per i servizi
segreti. E stata convocata dal presidente Franco Frattini per discutere dei
controlli effettuati sulla curia milanese.

* * *

* * *

Bonn, congelare laccordo di Schengen


e sorvegliare i confini con lItalia. Lo ha
proposto il ministro degli Interni della
Bassa Sassonia, Gerhard Glogowski
(Spd). Il ministero degli Interni federale ha dichiarato che, alla Conferenza
dei capi della polizia europei che si
terr mercoled a Roma, la Germania
chieder la rigorosa attuazione dellintesa di Schengen e il rafforzamento dei
controlli ai confini esterni.

* * *

La Knesset approva la Finanziaria 98


con 58 voti a favore e 52 contrari.
La polizia israeliana ha sgomberato
a Hebron tre edifici palestinesi occupati da decine di coloni ebrei.

* * *

Israele-Turchia-Usa al via le manovre


aeronavali congiunte nel Mediterraneo.

* * *

Messico, Borsa bloccata dagli zapatisti


che hanno anche occupato due emittenti radiofoniche della capitale.
(Unanalisi a pagina 4)

* * *

Afghanistan, i Taleban bombardano la


provincia di Bamyan. Il Pam, programma alimentare mondiale dellOnu, stato costretto a sospendere il ponte aereo
allestito per soccorrere la popolazione.

* * *

Belfast, i leader protestanti incontrano


Mo Mowlam, il ministro per lIrlanda
del Nord, in vista dei negoziati di pace
previsti per il 12 gennaio. Mowlam ha
avuto un colloquio anche con Bob McCartney degli unionisti inglesi.
Blair ribadisce limpegno di Londra
a rispettare il diritto degli abitanti delle
isole Falkland allautodeterminazione.

* * *

Ventisei persone uccise in Algeria dagli integralisti islamici nella notte tra
sabato e domenica.

* * *

Hong Kong, manifestazione anticinese


in occasione della visita dellesponente
di Pechino Yang Shangkun.

* * *

Nel Foglio finanziario, Tokyo apre in


ribasso; Tlc megafusione negli Usa.

Nessuna intesa sullEni tra Prc e Tesoro. Lo rende noto via XX settembre.

Maastricht

* * *

In Francia, allinterno della coalizione di


governo, stanno diventando sempre pi infuocate le polemiche in vista della necessaria ratifica del Trattato di Amsterdam, che
incorpora quello di Maastricht ed , quindi,
premessa essenziale per la partecipazione
della Repubblica allUnione monetaria (ergo, alla nascita stessa delleuro). Il 1997 si
chiuso con una delibera del Consiglio costituzionale, assunta proprio il 31 dicembre,
secondo cui, prima della ratifica del Trattato da parte del Parlamento, occorrer modificare la Costituzione della V Repubblica.
Il Segretario generale del Partito comunista
francese (Pcf) Robert Hu ha preso lo spunto da questa delibera per sottolineare, il 2
gennaio, come essa rafforzi la richiesta del
Pcf di un nuovo referendum sulladesione
alla moneta unica. Manifestazioni di sostegno a questa ipotesi sono state indette, in
tutto il paese, per il prossimo 18 gennaio.
Hu, inoltre, si schierato contro il governo
di Lionel Jospin (di cui il Pcf parte integrante) ed a favore dei dimostranti che nei
giorni scorsi hanno richiesto un aumento
delle indennit di disoccupazione. In risposta a Hu e ai suoi uomini del Pcf presenti
nellesecutivo, il ministro degli Affari europei, Pierre Moscovici, ha affermato che, a
suo avviso, sar sufficiente un emendamento alla Costituzione approvato dal Senato e
dallAssemblea nazionale.

I Riformatori in sciopero della fame.


Contestano lesclusione della lista Pannella dallinformazione Rai.

* * *

Rosy Bindi contesta la cura Di Bella


contro il cancro. Il ministero della Sanit ha incaricato lAvvocatura dello
Stato di opporsi al pretore di Maglie
che ha disposto luso di somatostatina.
Sotto inchiesta per irregolarit nelle
trasfusioni di sangue 52 cliniche romane; 39 i patteggiamenti della pena.

* * *

Manomessa la moto del magistrato Nicola Ajello di Palermo. Tagliati i freni.

* * *

Gargano lamenta maltrattamenti dopo larresto per il sequestro di alcune


persone a Milano, ma dice che non
sporger denuncia. Secondo il suo legale, incapace di intendere e volere.

* * *

Borsa di Milano. Indice Mibtel in rialzo: 17.762 (+3,23%). La lira perde 9,93
punti sul dollaro (1.781,84) e ne guadagna 0,39 sul marco (982,64).
Questo numero stato chiuso in redazione alle 19,45

MARTED 6 GENNAIO 1998 - L.1500 (IN ABBIN. FACOL. CON IL RESTO DEL CARLINO - L.500)

OGGI NEL FOGLIO QUOTIDIANO

GLI ACROBATI
DEL PDS
CESARE SALVI cerca una linea di

equilibrio in tema di giustizia, ma la


magistratura pu ancora condizionare le riforme (editoriale pagina 3)

GLI AFFARI DEL PENTITO SIINO

che curava gli interessi (investigativi) della procura e quelli (economici) propri
(pagina 3)
NEL FELTRINO, rubrica quotidiana, Vittorio Feltri spiega
perch non ha difficolt a
dirsi craxiano (pagina 4)

Crucci da segretario

Il regno inquieto di DAlema


tra boiardi che non lo amano
Botteghe Oscure al centro della politica
ma il tatticismo lascia strascichi
Dentro il Partito democratico della sinistra
si succedono gli episodi dinsofferenza verso Massimo DAlema. Lultima dimostrazione del clima che circonda Botteghe Oscure
rappresentata dalle pubbliche esternazioni di Lanfranco Turci. Il deputato pidiessino un tempo era unanimemente consideraPASSEGGIATE ROMANE

to il potente uomo delle nomine per conto


del segretario. Ma ormai il leader tende ad
accentrare il potere allinterno dello staff e
cos anche Turci stato fatto fuori dalla cerchia stretta di Massimo DAlema.
Il presidente dei senatori della Sinistra democratica Cesare Salvi uno degli esponenti del partito della Quercia che pi di
ogni altro avverte con amarezza che nel Pds
c qualcosa che non va, se non altro perch
ora tocca a lui vedersela con i frutti del successo del Mugello. Salvi, di tanto in tanto, si
sfoga con i colleghi senatori ai quali suole
ripetere con sempre pi sconsolata insistenza: Non so proprio dove ci porter questo eccesso di tatticismo del partito, se continuiamo in questo modo rischiamo brutte
sorprese, spero che prima o poi se ne renda
conto anche chi deve rendersene conto.
La momentanea situazione di difficolt in
cui versa, allinterno del Partito democratico della sinistra, il segretario Massimo DAlema consente al vicepresidente del Consiglio Walter Veltroni di sganciarsi con sempre maggiore evidenza dalle posizioni del
leader della Quercia. Il numero due di Romano Prodi ormai non fa pi mistero di non
condividere alcune convinzioni di Massimo
DAlema. Il segretario del Pds da pi di un
mesetto esorta il governo ad aprire la fase
due: la fase, cio, in cui lesecutivo di centrosinistra dovrebbe esplicare la sua azione
riformatrice, azione che, secondo Massimo
DAlema, il gabinetto Prodi non ha ancora
svolto. Il leader della Quercia pungola e sollecita il governo. Ma Walter Veltroni pu
permettersi di fare orecchie da mercante.
Ancora di pi: pu permettersi di dire con
una certa franchezza (che in politica cosa
rara) quel che pensa della cosiddetta fase
due invocata dal segretario del Partito democratico della sinistra. Non mi piace il
termine fase due, dice esplicitamente il vicepresidente del Consiglio. E poi continua
con queste parole: Non c una fase uno e
una fase due. Il problema di proseguire
lopera di modernizzazione gi intrapresa
dallesecutivo. Nellazione del governo, nella sua vocazione, c riformismo ed un
riformismo forte. DAlema, almeno per il
momento, deve abbozzare.
Allinquietudine dentro il Partito democratico della sinistra fanno da contraltare i
buoni risultati del governo, che per se ne va
per conto suo. E a Capodanno ci si messo
anche Antonio Di Pietro ad aumentare le
grane, con quel suo sferzante attacco al presidente della Repubblica. Il leader della
Quercia, in tema di giustizia, costretto sempre a barcamenarsi. Da una parte DAlema
respinge lidea dellex pubblico ministero
della procura di Milano (e di Francesco Saverio Borrelli) di moltiplicare i referendum
sulle riforme per cambiare quello che i parlamentari avranno deciso in materia di magistratura. Daltra parte viene incontro ad
Antonio Di Pietro dicendo, in ogni occasione
possibile, che i magistrati hanno ragione
nel contestare listituzione delle due sezioni
del Csm. Un colpo al cerchio e uno alla botte; ma, chiede a DAlema il Ccd Marco Follini, potr sempre continuare cos?
Quando il vicesegretario del Ppi Enrico
Letta ha proposto di rieleggere Scalfaro al
Quirinale, dentro le forze politiche si aperto un dibattito vero, come se quelle elezioni
fossero veramente imminenti, come se fosse
possibile una cosa del genere. Questa prontezza e disinvoltura nellaffrontare largomento indicativa: la verit che si moltiplica lo schieramento di quanti sono convinti che alla fine del settennato di Scalfaro
le riforme della Bicamerale non saranno
ancora approvate. E i maligni sostengono
che i primi a esserne convinti sono lattuale
capo dello Stato e il presidente della Camera Luciano Violante.

Ex, post, neocomunisti

Il fattore Cossutta

Per attaccare il segretario LUlivo alle prese con


Occhetto loda la vecchia Dc chi vuole gettare a mare
Islamici contro Pechino. Bucarest
e i magiari. Centrodestra a Vilnius
LEX SEGRETARIO DEL PCI giudica una colpa gravissima lelezione di Di Pietro
Nel corso di unintervista al Giornale,
Achille Occhetto ha espresso una valutazione completamente negativa della politica
del suo partito e, soprattutto, della costruzione del nuovo raggruppamento politico, la
Cosa 2, cui dovrebbe dar vita il Pds. Con
sarcasmo ha commentato il paragone che
viene istituito fra la nuova formazione e la
Dc: Il rischio non c, nel senso che in una
certa fase storica la Dc stata una cosa
estremamente grande e importante anche
sul piano culturale. Coloro che nel Pds pensano a una nuova Dc non riusciranno a raggiungere quel livello, quindi faranno una
cosa molto peggiore della Dc. E il Pds produrr solo un aborto. Al centro della polemica di Occhetto il pessimo compromesso
scaturito dalla commissione bicamerale e
lambiguit dellelezione di Antonio Di Pietro mina vagante nella sinistra. Che lex
segretario del Pci e fondatore del Pds abbia
il dente avvelenato contro il suo successore
non cosa nuova: daltra parte nelle rare occasioni in cui un segreatrio del Pci sopravvissuto al suo incarico non ha mancato
di esprimere critiche al suo successore. Il
pi sobrio fu Luigi Longo, che affid le sue
perplessit sulla politica di compromesso
storico di Enrico Berlinguer a scelti e riservati interlocutori, soprattutto milanesi. Alessandro Natta arriv ad accusare proprio
Achille Occhetto di avere precipitosamente
accettato dimissioni in realt inesistenti,
rendendosi responsabile di una specie di
colpo di Stato interno. Ma le critiche alla
conduzione del Pds non si esauriscono nelle polemiche occhettiane. Anche un sostenitore del segretario in carica, Gavino Angius,
sostiene che il partito senza una spinta
riformatrice rischia di esaurire la sua funzione. Angius, che pure proviene dallarea
di sinistra del partito, quella che si oppose
alla svolta della Bolognina, ora si batte per
un incontro tra gli eredi della tradizione
comunista e socialista, senza il quale la
Cosa 2 resta unetichetta. Anche lui trova
da ridire sui rapporti del Pds con la magistratura e, a proposito del caso Previti, in polemica con il capogruppo alla Camera Fabio
Mussi, giunge ad affermare con nettezza: Se
fossi deputato voterei contro larresto.
MUSULMANI DELLO XINJIANG combattono la colonizzazione cinese della zona
Lestremo lembo nordoccidentale della
Repubblica popolare cinese, incastrato fra il
Kazakistan ex sovietico e la Mongolia abitato da una antica popolazione, gli juguri, che
si considera turkmena e non cinese. I venti
milioni di abitanti di questa regione che professano la religione musulmana e parlano
una lingua turcofona, non si sono mai veramente integrati nella Cina e, da circa dieci
anni, hanno dato vita a movimenti di resistenza armati, sostenuti dal Kazakistan, dal
Pakistan e dal Kirghizistan. Oltre che ad attentati e ad azioni terroristiche, la lotta contro il governo di Pechino ha potuto contare
anche su tumulti popolari, come quello che
ha portato la citt di Yinang, lo scorso febbraio, a una sommossa che lha isolata dal resto del paese per diversi giorni. Dopo la rivolta di Baren, repressa sanguinosamente nel
90, il movimento clandestino stato braccato dalle autorit cinesi, ma gli attentati non
sono cessati. Ora la strategia cinese basata
sullemigrazione di popolazioni Han nella zona, ma ci peggiora le condizioni degli juguri, che si sentono invasi e discriminati e alimenta il fondamentalismo islamico e la ribellione.
EREDI DI CEAUSESCU soffiano sul fuoco
della tensione con le minoranze etniche
Una maggioranza trasversale ha portato la
Camera alta rumena a vietare corsi in ungherese nelle universit, contraddicendo gli
impegni assunti dal governo, che aveva consentito che, dove vi fossero almeno 15 alunni
di lingua magiara, i corsi si dovessero tenere
in quella lingua.Nazionalisti rumeni ed ex comunisti si sono alleati nel sostenere che il milione e mezzo di cittadini rumeni di origine
magiara rappresentano un pericolo per lunit dello Stato e che puntano allautonomia.
Ci impensierisce il governo di centrodestra,
che teme la defezione dei parlamentari magiari e, ancor pi, vede compromessa la sua
strategia di avvicinamento allUnione europea e alla Nato, nella quale lUngheria sar
ammessa gi dallanno prossimo.
PRESIDENTE AMERIKANO IN LITUANIA.
Vittoria a sorpresa contro un magistrato
Il candidato lituano-americano Valdas
Adamkus ha battuto di stretta misura il rivale neocomunista Arturas Paulauskas nel ballottaggio di domenica per le elezioni presidenziali. Il nuovo presidente, un ingegnere di
71 anni, ha superato il suo rivale, un ex viceprocuratore neocomunista, di soli 11 mila suffragi su un paio di milioni di voti validi.
Adamkus, che sostenuto dai partiti di centrodestra, fugg in Germania nel 1944 per poi
stabilirsi in America, dove stato membro
del partito repubblicano. E rientrato sette
anni fa in patria dopo la proclamazione dellindipendenza. Si batter per un avvicinamento alla Nato e allUnione europea, obiettivo che anche il suo rivale aveva detto di voler perseguire.

le basi americane

Si rinnovano gli accordi per le basi Nato


e Usa in Italia. Ma una questione
di governo o dellintera maggioranza?

La minaccia islamica a sud


Roma. Uno dei principali temi della politica estera italiana dei prossimi mesi, insieme con la stretta finale del negoziato per
essere nel primo gruppo di paesi che si doter della moneta unica europea, sar la
questione del rinnovo degli accordi per la
concessione delle basi militari. Da una parte c lItalia e dallaltra ci sono gli Stati
Uniti e la Nato. Il problema duplice poich si tratta di basi concesse dallItalia sia
direttamente agli Usa in virt di intese bilaterali, sia alla Nato grazie a intese multilaterali. Mentre ladesione alla Nato, con
gli impegni relativi, fu approvata dal Parlamento il primo agosto 1949 (la firma era stata apposta a Washington il 4 aprile), le intese per la concessione di basi agli Stati Uniti furono atti amministrativi conclusi dal
governo, e per questo sempre attaccati dalle forze di sinistra in quanto comprensivi di
clausole segrete e limitativi della sovranit
nazionale italiana. LItalia ha dimostrato
anche in tempi recenti di tenere allAlleanza, difendendo la permanenza della sede del Comando sud a Napoli (le altre basi
sono a Verona e a
Vicenza). La Francia voleva che quel
comando venisse
trasferito a Tolone
come contropartita
del suo rientro nella
struttura militare
dellAlleanza. E gli
Usa, che non hanno
motivo di essere teneri con i francesi
per ragioni commerciali, hanno risposto
negativamente a PaARMANDO COSSUTTA rigi ma senza lintenzione di voler fare un piacere a Roma.
Pi in generale, la Nato si sta allargando
verso Est, ma secondo una rotta settentrionale che privilegia la direttrice britannicotedesco-scandinava, e punta ora verso larea del Baltico. Il fronte meridionale, che
comprende Francia, Italia e Balcani, resta
statico e pericolosamente esposto alla minaccia islamica. Washington si limita a concentrarsi sulle sue estremit: da un lato la
Spagna e, dallaltro, la Turchia. Cos il peso
specifico dellItalia nella Nato si ridotto
rispetto ai tempi della guerra fredda e, in
teoria, il rinnovo delle basi potrebbe non
essere pi considerato di vitale importanza
dagli Stati Uniti. Nello scorso luglio, lItalia
ha perso la battaglia per fare entrare anche
Slovenia e Romania nella prima fase di allargamento dellAlleanza, contando solo
sullappoggio francese; per circa un anno,
rimasta sola a gestire la questione albanese tra lindifferenza dei soci europei e degli
americani; a dicembre, stata la pi esposta a perorare la causa della Turchia presso lUnione europea, avversata soprattutto
dalla Germania, e proprio di fronte al richiamo tedesco a rispettare il trattato di
Schengen ha dovuto considerare i Curdi come profughi politici, impegnandosi quindi
a trattenerli sul proprio territorio o a rispedirli a casa. Ma ci, comera prevedibile, non piaciuto al governo di Ankara, che
non vede con favore linternazionalizzazione del problema curdo. Di fatto, quindi, anche il peso politico dellItalia nella Nato si
ridotto.
Fassino difende lAlleanza
Le basi concesse agli Usa sono dislocate
a Livorno, a nellisola sarda della Maddalena, a Gaeta, a Sigonella, ancora a Napoli
e ad Aviano (da cui sono partite le missioni
aeree in Bosnia). Rifondazione comunista
sembra battersi contro le basi americane tanto che Armando Cossutta ha detto che
queste basi devono andarsene (intervista
alla Stampa del 22 dicembre) - pi che contro la Nato. Ma Fausto Bertinotti, il giorno
dopo al Corriere della Sera, ha detto che il
partito a favore dello scioglimento della
Nato. Il sottosegretario agli Esteri, Piero
Fassino, del Pds, ha difeso il ruolo dellAlleanza per la sicurezza in Europa, ma a
sua volta ha ammesso che sulle basi americane si dovr discutere ispirandosi ai vincoli di amicizia e di alleanza strategica costruiti in questi anni tra Italia e Stati Uniti. E, per cercare di disinnescare lopposizione di Rifondazione, ha aggiunto che questi temi non possono essere oggetto di trattativa tra i partiti: ovvero una questione
riservata al governo, di cui non fa parte
Rifondazione.
Ma, sul rinnovo, Cossutta ha chiesto proprio un dibattito in Parlamento con lunico obiettivo di garantire una scrupolosa difesa della nostra sovranit nazionale. Da
sempre fedele alleuropeismo e allatlantismo, adesso lItalia, per conservare questa
doppia linea, rischia di diventare il ventre
sempre pi molle sia dellEuropa sia della
Nato. E poich da qualche parte si sollecita una maggiore attenzione della stampa ai
grandi temi internazionali, liniziativa di
Rifondazione rischia di diventare un grosso problema per il governo.

ANNO III NUMERO 3 - PAG 2

IL FOGLIO QUOTIDIANO

MARTED 6 GENNAIO 1998

Parler solo della Scala

CORRISPONDENZE

Invito sapienziale a Borrelli


a tacere anche di musica

Quei laburisti tutti pellicce e niente mutande alla prova dei fatti

Lelogio del silenzio da Cleobulo a


Fung Yu-Lan, passando da Scalfaro
A proposito, signor Presidente: che
differenza c fra il tintinnio delle manet te di cui parla Lei e la delegittimazione
scientifica, sistematica e reiterata di que sti magistrati? Fino a che punto possia mo chiedere ai magistrati di parlare, fuo ri dai processi, solo di musica? (Anto nio Di Pietro, Lettera a Oscar Luigi Scal faro, 2 gennaio 1998)
Secondo uno dei sette saggi dellantichit,
Cleobulo: E meglio ascoltare che parlare
molto. Perch ridursi, come ha affermato il
procuratore capo di Milano Borrelli, a parlare solo di musica e della Scala, quando si
pu tacere anche di quello? Scelga il silenzio,
non per obbligo giuridico, ma per quella facolt morale che fa ritrovare luomo saggio.
A nessuno nuoce aver taciuto, quel che nuoce laver parlato, ammoniva anche Cicerone, che oltre a essere giurista era un fine uomo politico. Dunque, se Borrelli gradisce il
programma della Scala, se gli piace lultimo
balletto, comunque non lo dichiari alla stampa. Non si sa mai, un domani, chi passer dalla sua procura. In altre parole, come ha detto
quel comunista garantista di Giuliano Pisapia: A proposito della libert di manifestazione del pensiero richiamata da alcuni pm,
i magistrati, proprio perch hanno pi potere di qualsiasi altro cittadino, tra cui quello
di limitare la libert personale, di disporre
intercettazioni telefoniche, perquisizioni eccetera, devono avere anche pi doveri e pi
limiti: primo fra tutti quello della riservatezza. Un magistrato, si dice, parla con le sentenze. Regola ricordata dal presidente della
Corte costituzionale, Renato Granata: Molte
delle cose che sono accadute in questi ultimi
anni avrebbero meno traumatizzato lopinione pubblica e creato sconcerto minore di
quello che indubbiamente nella pubblica
opinione c, se questa regola aurea, che i giudici parlano solo con le sentenze, fosse stata
osservata di pi da tutti. Ma Borrelli ha precisato: Posto che non parlo mai delle inchieste in corso.... Affermazione comunque
opportuna, sia pure al presente indicativo.
Avesse utilizzato il passato, avrebbe dovuto
dire: Ho parlato delle inchieste in corso il
cinque ottobre 1994.... E purtroppo, insegnava Metastasio: Voce dal sen fuggita / poi richiamar non vale; / non si trattien lo strale, /
quando dallarco usc.
I pm non ancora convinti potranno almeno cercare di sopportare cristianamente.
Appellandosi in questo caso a Pascal, che
scriveva: Il silenzio la massima delle persecuzioni. Ma tenga almeno presente che,
qualche anno dopo, lEnciclopedia cattolica
ha corretto: Il primo atteggiamento suggeribile il silenzio, e, molti anni prima, nella Bibbia fu scritto: Chi custodisce la pro-

LA VITA E BELLA?
La vita bella. Ma allora, perch
sprecarla al cinema?
Vauro
pria bocca, custodisce lanima sua. Che tradotto in emiliano suona: L mi un bel tasir ch un bl parlr. In fondo anche il
Parlamento, investito appunto di rappresentanza popolare, si rif talvolta alla vecchia saggezza popolana dei proverbi, quando, per bocca di Ciriaco De Mita, o Armando
Cossutta, o Cesare Salvi, (per non citare sempre Silvio Berlusconi), ricorda al procuratore capo di Milano di parlare troppo e non
sempre a proposito e che, per buon gusto
e correttezza istituzionale, sarebbe meglio
trattenere le parole.
Inoltre il silenzio, delle procure di tutta
Italia, aiuter il paese a riacquistare fiducia
nella magistratura, perch chi parla troppo
sempre inattendibile, come recitava un distico di Catone, tra i pi famosi: Bisogna avere
poca fiducia in chi parla molto. Chi parla infatti si presta a interpretazioni diverse, che
possono essere astutamente volute, secondo
una tecnica abusata dalla comunicazione politica, ma che mal si addicono a un magistrato che dovrebbe vivere nella certezza del diritto. Anche un giudizio, un plauso, unopinione, magari solo citata, contro le procedure per il riordino istituzionale, possono ricordarci che meglio il silenzio dellequivoco,
come diceva Rimbaud. E non colpa della
stampa se le parole, riportate dai bravi cronisti, non volano ma entrano a far parte, insieme ai titoli, della storia personale e dei
curriculum di chi le pronuncia.
Potrebbe per essere che chi dice abbia
in mente qualcosa che linterlocutore non sa,
un disegno pi vasto, che magari non si addice al tacere. Ma anche in questo caso, Thomas Carlyle, che precis i doveri della classe dirigente inglese, un giorno litig furiosamente con Giuseppe Mazzini, e dopo aver
passato in rassegna tutti i grandi maestri di
silenzio della storia, da Zenone a Isocrate,
concluse: Voi non siete riuscito, perch avete parlato troppo!. Vedi un po, Carlyle era
soprannominato il saggio di Chelsea, e infatti il silenzio da sempre inteso come simbolo di grande educazione e saggezza. Dal
sunnominato Isocrate, ad esempio, che nella
sua scuola di eloquenza ad Atene esigeva
due stipendi, uno per insegnare a parlare,
laltro per insegnare a tacere; o da Pindaro,
che ricordava: Spesso per luomo il tacere
il pi saggio dei pensieri; o ancora, da Macrobio: Il filosofo fa filosofia non meno tacendo, al momento opportuno, che parlando; e, pi tardi, da Jacopone da Todi: Omo
che po la sua lengua domare / granne me pare caia segnoria.
E pensare che il 22 ottobre 1996 Borrelli
aveva annunciato: Non parlo pi... mi chiudo nel silenzio che la condizione a me pi
congeniale. Non era vero, ma pazienza, quel
che detto detto, in fondo il silenzio conquista lenta e faticosa di una sapienza. Saper tacere ha detto Scalfaro; e Fung Yu-Lan
dalle vette della saggezza cinese osserv: Si
deve parlare molto, prima di poter tacere.
Antonello Capurso

La gente del Nord Inghilterra di tradizione industriale e specie quella


dello Yorkshire famosa per essere schietta e
tutta dun pezzo. Per loro il morbido Sud con
la Londra del governo, la

LETTERADALONDRA
City e lindustria dei servizi equivalgono a
tutto ci che in unazienda va sotto la voce
spese generali, sostenute grazie al lavoro
di quelli del Nord. Tutte pellicce e niente
mutande, il pittoresco motto con cui descrivono queste persone tutto stile e poca
sostanza. E questa stata anche laccusa diretta al governo del Nuovo Labour di Tony
Blair. Alcuni in verit temono - o a sinistra
sperano - che il laburismo riemerger come Mr. Hyde. La preoccupazione di altri - o
forse la visione cinica della faccenda -
che il Nuovo Labour sia in realt solo vecchio thatcherismo. Lex ministro degli Esteri Douglas Hurd ha detto che di fatto lelettorato ha scambiato la Coca Cola (il prodotto genuino) con la Pepsi. I primi sei mesi di
Blair confermano questa ipotesi?
Tony Blair ha detto al suo Gabinetto
Siamo stati eletti come Nuovo Labour e
governeremo come Nuovo Labour. Il Nuovo Labour e Tony Blair sono certamente
due prodotti ben confezionati e ben pubblicizzati. Peter Mandelson, il mefistofelico ministro senza portafoglio e Alistair
Campbell, labrasivo e formidabile capo
dellUfficio stampa, sono occupati a fondo
nella formulazione e presentazione della
loro politica. Per ironicamente le sole nasate prese dal governo sono stati incidenti

dovuti a una cattiva presentazione pi che


a questioni di sostanza.
Gordon Brown, il ministro delle Finanze, e Blair hanno avuto un ufficio in comune da quando sono entrati in Parlamento
nel 1983 e ancora oggi discutono di politica
parecchie volte al giorno; quindi sono in
sintonia totale sulla politica rispetto allUnione monetaria europea, anche se per un
momento sembrato diversamente, per
colpa della eccessiva esposizione data alle
loro dichiarazioni da parte dei rispettivi
spin doctors. Anche la presentazione
della politica dei prestiti agli studenti universitari stata mal capita dal pubblico
che ha pure a mala pena notato la fine della pubblicit al tabacco in tutti gli avvenimenti sportivi, solo perch invece risaltato il fatto che temporaneamente la Formula Uno lo avrebbe ancora reclamizzato.
Nellinsieme per a nessuno sfuggita la
sostanza di un governo che ha in pochi
mesi di esistenza gi reso indipendente la
Banca dInghilterra, immesso fondi nella
sanit pubblica con un bilancio demergenza estivo, avviato il Congresso per la pace in Nord Irlanda e iniziato la devoluzione attraverso i referendum tenutisi in
Scozia e Galles.
La coalizione che forma la maggioranza
assoluta del governo del Nuovo Labour ovviamente comprende alcuni vecchi membri
del Labour seriamente socialisti che sono
convinti che la loro base elettorale consista
soprattutto nei poveri. Blair per sa di aver
vinto le elezioni con un elettorato che lui
stesso ha formato. Se Reagan riusc a convincere il lavoratore in tuta a votare repubblicano e la Thatcher prese il voto dal
lettore del populista Sun, Blair ha convinto
gli impiegati e la classe dirigente a votare

laburista: lo spostamento verso il Labour


tra questi ceti stato doppio rispetto allanaloga emigrazione di voto tra gli operai.
Lelettorato di Blair non ideologico e
quindi potenzialmente volubile, per vuole pi equit sociale attraverso la ridistribuzione delle risorse esistenti e appoggia
gli incentivi al lavoro piuttosto che la dipendenza da sussidi e assegni. Durante il
regno della Thatcher il Lib/Lab non rappresent mai meno del 55% del voto popolare, ma i due partiti erano divisi. Ora, per
far funzionare questa maggioranza strutturale di centrosinistra, stata messa in piedi una commissione (presieduta dal liberaldemocratico Lord Jonkins) incaricata di
avviare lintroduzione della rappresentanza proporzionale. Cosa che darebbe alla fazione bertinottiana del partito di Blair
meno influenza dei liberali. Blair vicino
a questo centro radicale. Le sue riforme
nellistruzione, per esempio, non hanno
niente a che vedere con il vecchio Labour.
Margaret Thatcher ammira il patriottism di Tony Blair ed stata lei a convincere Murdoch ad appoggiare il Nuovo Labour. Certo limpatto sul paese e sui membri del governo di Tony usa pi larma del
fascino di quella thatcheriana della paura.
Va ricordato che di Maggie Mitterrand disse che ha la bocca di Marilyn Monroe, ma
gli occhi di Stalin.
Ma esistono fra i due ulteriori somiglianze? SullEuropa la posizione della Gran
Bretagna geopolitica: ha combattuto due
guerre mondiali per evitare il prepotere
dellasse franco-tedesco e comunque aveva
dimostrato gi in precedenza di aver ragione nel non ritenere la forza tedesca in definitiva cos potente. L dove i conservatori
dicevano No, per... il Nuovo Labour di-

Sport
ce S, ma...; non per questo per intende
assoggettarsi al modello economico del Reno e neppure a quello amministrativo colbertiano della Francia. Alla Gran Bretagna
pare che una Comunit europea allargata
potrebbe scegliere di adottare un modello
di tipo atlantico-anglosassone.
Ronald Reagan credeva e diceva che il
governo non risolve i problemi; li finanzia.
I conservatori inglesi credevano nel restringimento progressivo dello Stato lasciando listruzione, loccupazione e la sanit al mercato. La trovata di Blair di
mantenere i livelli di tassazione dei conservatori (un massimo del 40 per cento) e
insieme di creare una inclusivit sociale
ridistribuendo le risorse attuali, e, con liniziativa Welfare to Work (assistenza verso
il lavoro), incentivare le persone che attualmente ricevono lassegno di disoccupazione a trovare lavoro tramite corsi obbligatori di riqualificazione. Niente sussidio
se non si accetta la riqualificazione. Negli
ultimi venti anni gli invalidi che ricevono
contributi statali sono aumentati del 300
per cento, mentre Blair convinto che esistono lavori con i quali possono contribuire alla collettivit. Il ministro delle Finanze Gordon Brown ha un solo occhio in seguito a un incidente di rugby, mentre il ministro dellIstruzione e Occupazione, David
Blunkett, totalmente cieco.
Come la cura della Thatcher, anche questa politica del Welfare per il lavoro sar
dolorosa, ma alla fine avr successo se seguir il corso che ha portato al boom presente con una disoccupazione al 6,6 per
cento e in continuo calo. Boom che il risultato di quella purga liberalizzatrice che
stata lepoca thatcheriana.
Richard Newbury

INTERVISTA CON VINKO PULJIC, CARDINALE DI SARAJEVO

In Bosnia Erzegovina la comunit internazionale usa ancora due


pesi e due misure. Cosa si aspetta ad arrestare Radovan Karadzic?
Sarajevo. Il cardinale Vinko Puljic, arcivescovo di Sarajevo, un uomo forte, alto, bruno: sorriso affabile e sguardo acuminato dietro gli occhiali con montatura
doro. Qui in Bosnia lo considerano un politico di punta, figura di riferimento per la
minoranza cattolica (ormai ridotta a circa
450 mila persone, su un totale, si presume,
in assenza di cifre ufficiali precise, di circa 3 milioni di abitanti) e interlocutore
chiave sia per i musulmani, che qui sono
la maggioranza della popolazione (circa
un milione e mezzo in tutta la Bosnia Erzegovina e quasi 300 mila nella sola Sarajevo) sia per i serbi ortodossi (in tutto
circa un milione di persone). Allinizio
della guerra, fu tra i primi a chiamare le
cose per nome, smentendo la vulgata del
conflitto tribale accreditata dalle Cancellerie occidentali. Nellomelia di Natale
del 1992, denunci dal pulpito della cattedrale laggressione serba subta dalla popolazione civile e fece appello alla legittima difesa. Adesso che la guerra finita e
la comunit internazionale amministra la
pace e il ritorno alla stabilit di un unico
Stato, la Bosnia Erzegovina, che in base
agli accordi di Dayton del 1995 si compone
di due mega entit, la Federazione di Bosnia Erzegovina a sud e la Repubblica Srpska a nord ovest e a est.
La diaspora dei cattolici bosniaci
Il cardinale Puljic continua a lottare
contro le divisioni interne, e si batte per
uno Stato unitario che tuteli leguaglianza
dei diritti delle tre etnie. Gli abbiamo
chiesto come giudica, in questa nuova fase, la convivenza fra popoli e religioni diverse. In primo luogo i cattolici, che qui
si sono identificati con i croati solo nel
XVIII secolo, costituiscono la popolazione
autoctona pi antica. Dopo le devastazioni della Seconda guerra mondiale e dopo
cinquantanni di regime comunista, sono
rimasti una minoranza: nel 1992, prima
che scoppiasse la guerra, i cattolici erano
solo il 18 per cento della popolazione. Lultima guerra ha fatto molti morti, non si conosce il numero esatto. Molti sono stati i
profughi, e i cattolici rimasti qui in Bosnia

Erzegovina si trovano ora di fronte a una


prospettiva incerta, in particolare riguardo
la Posavina, regione del nord che oggi fa
parte della Repubblica Srpska e riguardo
il centro della Bosnia che appartiene alla
Federazione, come si pu vedere da questa mappa delle parrocchie cattoliche, disseminate in larga parte proprio l. Nelle regioni di nord-est, invece, la presenza cattolica stata distrutta dalla Seconda guerra
mondiale, mentre lest stato per 400 anni
sotto il dominio turco, come tutta la Bosnia
Erzegovina.
Ma quali sono oggi i vostri obiettivi?
Noi vogliamo restare su tutto il territorio
della Bosnia Erzegovina, indipendentemente dai confini di Dayton. Il problema
per noi oggi pi urgente come rendere
possibile il ritorno dei cattolici in queste
zone. In tutta la Bosnia, prima della guerra, ce nerano 830 mila, di cui 528 mila solo
nellarcidiocesi di Sarajevo, ora ne sono rimasti in tutto circa 450 mila, e 200 mila circa nella diocesi di Sarajevo. Per restare al
territorio della mia arcidiocesi, sono stati
distrutti pi di 600 mila edifici, fra chiese,
canoniche, conventi, il 45 per cento dai serbi, il 30 per cento dai musulmani. Noi per
vogliamo assicurare il ritorno di tutti i rifugiati, non solo dei cattolici. E nonostante
le ferite subte, stiamo tentando di aprire
nuove prospettive. Dobbiamo innanzitutto
investire nelle scuole per educare i giovani alla tolleranza e al rispetto della diversit. E questa la tradizione della Chiesa
cattolica in Bosnia Erzegovina, soprattutto
dallinizio del secolo alla Seconda guerra
mondiale, anche se non facile riprenderla oggi, visto che non riusciamo nemmeno
a farci restituire dallo Stato gli immobili
requisiti dai comunisti, e abbiamo difficolt a ottenere il riconoscimento di tutte
le nostre scuole. La Chiesa cattolica deve
porre laccento sulle attivit sociali, aprire
asili, ospedali, ma non pu farlo senza
laiuto esterno, e dai fondi pubblici noi non
abbiamo ricevuto nulla.
Chi vi ha aiutato di pi? La gente comune. I nostri aiuti umanitari vengono per
lo pi dallItalia e dallAustria e anche dalla Chiesa cattolica in Germania. Queste tre

PICCOLA POSTA

IL RIEMPITIVO

di Adriano Sofri

di Pietrangelo Buttafuoco

E cos raro leggere una


buona notizia che quando ne
arriva una buonissima vale la
pena di fermarsi a rallegrarsene. E la decisione della Corte Suprema egiziana che
conferma il divieto governativo alle mutilazioni sessuali femminili, anche se vi sia
il consenso della ragazza, del padre o del
tutore. A furor di islamisti il divieto era
stato revocato dal ministro della Sanit.
Ora la sentenza inappellabile. Delle infinite pratiche che la storia maschile ha
elaborato per vendicarsi del corpo femminile, e che oggi riprendono vigore in
gran parte del mondo, questa la pi diretta e rivelatrice. Mutilare ferocemente
bambine e ragazze della clitoride e delle
piccole e grandi labbra un modo per
esercitare su loro il possesso brutale che
si esercita sul bestiame, e soprattutto di
sostituire la loro capacit di piacere sessuale con la sofferenza e lumiliazione. Ce
ne abbiamo messo di tempo, noi genere
umano maschile, e noi singoli maschi, a
venir via da questa violenza invidiosa. In
Egitto, dov arrivata questa coraggiosa
sentenza, si valuta che le donne mutilate
siano fra il 70 e il 90 per cento. In Italia
non mancano le voci che, in nome della
diversit culturale o religiosa, pretendono di legittimare questa macelleria ginofobica. E bene ricordarsi in che mondo viviamo.

Minchiate
estere. Nessuno
se ne abbia a male, ma dellarte di dire minchiate, o
papalate che dir si voglia, anche i colleghi
della stampa estera, si sforzano di dimostrarsene degni. Pi che degni dunque, se
si pensa che il Times, in un inserto fortunosamente dedicato alla Sicilia, oltre ai
colori che invadono i sensi, ha descritto
una nuova alba nel regno del sole con
tanto di Re, o meglio: di crociato. Nientedimenoche Leoluca Orlando, il simpaticone
sindaco di Palermo che nellalgida prosa
del giornale di Londra, diventa nientepopodimenoche un crociato, il crociato che
ha messo fine al dominio delle cosche.
Inevitabilmente, Palermo, diventata
nientaltro che la citt del nostro Johnny
Stecchino (il nostro beneamato Benigni) dove i tre gravi problemi di Sicilia sono:
LEtna, la siccit e il traffico. Minchiate
per minchiate poi, Hans Peter Oschwald, in
forza al settimanale Focus, ha scritto un libro per spiegare ai germanesi che, sempre
quel simpaticone di Leoluca Orlando, il
nuovo Federico II. Orbene, tutto questo
perch il sindaco, sempre secondo il noto
giornalista tedesco un eroe positivo che
lotta la Mafia. Nessuno se ne abbia a male se poi, qualcuno, in un rispettabilissimo
giramento di scatole, quasi quasi si butta
con la Mafia. Questione di logica .

Chiese nazionali ci hanno chiesto di distribuire i loro aiuti anche agli altri, cosa che
noi facciamo, perch scritto nel Vangelo,
anche se non mai successo il contrario.
Noi cattolici, infatti, oltre a essere discriminati, non abbiamo ricevuto mai niente
di quello che i musulmani hanno avuto dai
paesi arabi, e non sono cifre di poco conto,
se lei pensa che solo nellultimo anno hanno permesso di costruire 200 nuove moschee nel territorio della Federazione,
mentre larcidiocesi di Sarajevo riuscita
Vinko Puljic nato a Prijecani nel settembre del 1945, dodicesimo figlio di una
famiglia di agricoltori cattolici della regione della Banja Luka, che oggi fa parte
della Repubblica Srpska e dove non ci sono pi croati, fuggiti durante la guerra a
Lubiana e Zagabria. Ordinato sacerdote
nel 1970, stato parroco a Banja Luka, a
Ravska, a Bosanska Gradiska, direttore
del seminario minore di Zara, e vicedirettore del seminario maggiore a Sarajevo.
Arcivescovo di Vrhbosna-Sarajevo dal dicembre 1990, stato ordinato vescovo nel
gennaio 1991 da papa Giovanni Paolo II e
cardinale di Santa Romana Chiesa il 30
dicembre 1994, in piena guerra.
a restaurare solo una chiesa.
Ma la discriminazione dei cattolici in
che cosa consiste? Ieri sera, per farle un
esempio, ho ricevuto lappello di due persone anziane che vivono in un appartamento dal quale li vogliono sfrattare. I
proprietari sono musulmani? E difficile
definire chi siano i proprietari di queste
case. Sono immobili statali costruiti dagli
stessi lavoratori, i quali dunque hanno diritto a occuparli, visto che le loro case sono state incendiate durante la guerra. Noi
insomma ci battiamo in difesa dei diritti
delluomo. Cerchiamo di difendere i singoli individui dai maltrattamenti delle comunit. Giorni fa ho ricevuto la telefonata
di una vecchia signora cattolica che vive in
un condominio abitato interamente da musulmani. Non osa pi uscire di casa nemmeno per andare a comprare il pane, perch ogni volta che lo fa viene infastidita da
una banda di ragazzini. Certo, sono dettagli in confronto alla situazione generale,
ma io devo avere il cuore per luomo, per
ogni singola creatura umana.
La questione dei criminali di guerra
Cosa si aspetta la Chiesa di Bosnia ed
Erzegovina dallEuropa? Il riconoscimento della sua esistenza autoctona, e quindi il
diritto a restare qui, dove svolge unattivit
sociale che riguarda tutti gli uomini, non
solo i cattolici. E lEuropa, se vuole superare lesame, deve mantenere la Chiesa
cattolica in Bosnia Erzegovina.
Per noi italiani, bench il pontificato di
papa Wojtyla abbia segnato la conciliazione tra cattolicesimo e mondo moderno allinsegna dei diritti delluomo e della democrazia, ancora difficile pensare che la
tutela delle minoranze possa essere compito dei cattolici, anche in situazioni anomale come questa. E la protesta che proprio lei nei giorni scorsi ha lanciato contro
larresto dei criminali di guerra ha fatto
scalpore nella comunit internazionale. La
Chiesa non unistituzione universale,
dunque indipendente dalle concezioni etniche? Bisogna pure dire che la Chiesa si
preoccupa dellanima di ogni singolo peccatore, e perci anche di quello che sta in
prigione, che deve tutelare in quanto essere umano e richiamarlo a convertirsi. La
comunit internazionale, se vuole avere
una legittimit, deve fare in modo che tutti
i criminali che hanno violato la legge siano
giudicati in tribunale. Mentre oggi sta adottando due pesi e due misure diverse: da un

lato asserisce di essere favorevole a una


Bosnia Erzegovina unita, dallaltro per sostiene la divisione, perch la maggior parte degli imputati al tribunale dellAja provengono dalla Bosnia centrale, cio dalla
zona dove noi croati cattolici siamo stati
pi colpiti. E in questo c qualcosa che
non quadra, soprattutto se vogliamo far tornare i rifugiati. La gente si aspetta di ricevere un sostegno a questa speranza, e sospetta un boicottaggio da parte della comunit internazionale che, cos facendo, attira su di noi una colpa collettiva. C da dire, poi, che noi sentiamo ancora il peso della politica inglese del 1945, quando molti di
noi tentarono di fuggire in Europa e gli inglesi ci consegnarono ai partigiani, provocando cos la morte di molti innocenti. E
un argomento tab, di cui per anni non si
mai parlato. Gli inglesi adesso sono di nuovo responsabili della Bosnia centrale, i criminali di guerra sono per lo pi croato-bosniaci e la popolazione avverte di nuovo
questo collegamento. Personalmente, non
ho nulla in contrario a che tutti i criminali
di guerra vengano giudicati da un tribunale internazionale, anche se per me ogni
giudizio umano relativo, di assoluto c
solo il giudizio di Dio. Ma non ci vuole molta intelligenza a capire che si tratta di due
pesi e due misure e perci io ho il dovere
di alzare la voce. Se la comunit internazionale vuole essere credibile, deve adottare misure imparziali.
Dunque lei guarda con favore allarresto
del leader serbo di Pale Radovan Karadzic? Penso che la domanda ormai, dopo
sette anni di sofferenze, sia superflua, e mi
chiedo cosa si stia ancora aspettando. Noi
qui diciamo: Il pesce comincia a puzzare
dalla testa, ma si pulisce dalla coda. Adesso assistiamo al fatto che vengono catturati i criminali comuni e non i veri responsabili della guerra. Alcuni osservatori internazionali temono per che larresto di
Karadzic possa provocare almeno cinquanta morti. Altri poi sostengono che processarlo allAja potrebbe rivelarsi addirittura controproducente, per i loschi interessi che riuscirebbe a mettere in luce.
Non vorrei mettere laccento sul processo
a una sola persona, ma credo che la comunit internazionale abbia condotto il gioco
sui suoi interessi politici sin dallinizio,
permettendo che una tragedia di tale portata, come la guerra in Bosnia, avvenisse di
fronte agli occhi del mondo intero. E chiaro che se finiscono in tribunale i pesci
grossi, andranno denunciate anche certe
responsabilit politiche, rimaste sinora occulte. Daltra parte non si mai visto una
politica recitare il mea culpa. La colpa politica sempre degli altri.

La Parmalat progetta
la globalizzazione dei terzini
Stadi e loggioni vellutati
SAN PAOLO - Lavventura pionieristica di
nove sorelle del football (fra cui il Parma)
Il Parma e le sue otto sorelle mondiali
saranno nel 1998 pioniere del primo tentativo di globalizzazione della storia del
calcio. Un piano 2000, varato dallaggressiva Parmalat latinoamericana, che
prefigura labbattimento di ogni barriera
in materia di scambi di tecnici, giocatori,
tecnologie, esperienze e pedagogie calcistiche fra Palmeiras e Juventude (Brasile),
Universidad Catolica (Cile), Penarol (Uruguay), Deportivo Chacao (Venezuela), Toros Neza (Messico), Atlanta (Usa), Carlton
Soccer (Australia) e Parma (Italia). Noi
vogliamo globalizzare le nostre squadre e
trasformarle in una grande famiglia senza
frontiere, spiega
Paulo Seuciuc, direttore delle attivit sportive della
Parmalat in America Latina, in Cina e in Australia,
per capitalizzare
tutto il know-how
e le risorse, umane e materiali. Se
una delle nostre
squadre avr, per fare un esempio, urgente bisogno di un terzino e unaltra se ne ritrover uno in eccesso, nulla vieter che il
surplus del ruolo venga ceduto in prestito,
da un giorno allaltro, alla consorella rimastane sprovvista. Sono sicuro che faremo centro anche in questa nuova pionieristica avventura globale. Sembra che in
Sudamerica stiano sorgendo e facciano
proseliti, specialmente fra i terzini e gli altri atleti della Parmalat, alcuni agguerriti
cobas, nettamente contrari alla globalizzazione di mucche, derivati e sponsorizzati vari.
QUITO - Addio vecchie gradinate in cemento, stanno arrivando i teatri per il calcio
Addio vecchie gradinate di cemento, romantico (e scomodo) anfiteatro dellirripetibile calcio degli albori. Gli stadi si apprestano a rivoluzionare il loro look. Nel
Duemila sar possibile assistere alle partite di calcio, sprofondati in vellutati loggioni, con il comfort di frigobar, aria condizionata e televisore per un privatissimo
replay. Alla testa della rivoluzione si
messo il costruttore ligure-ecuadoriano,
Ricardo Mortola, che si appresta a riempire di avveniristiche arene tutta lAmerica
meridionale. Il capolavoro di partenza
stato lo stadio monumental di Barcellona,
in Ecuador, terminato alla fine degli anni
Ottanta. Dopo aver costruito anche lo stadio della Liga Universitaria di Quito, soprannominato la Casa bianca del calcio,
Mortola sta ora progettando il nuovo stadio
dellIndipendiente di Buenos Aires, che
dovrebbe rappresentare un nuovo poderoso balzo nel futuro: mille loggioni, uno
shopping center, un gigantesco tetto mobile per proteggersi, a scelta, dalla pioggia o
dai raggi ultravioletti. I costi, pari a trentacinque milioni di dollari, saranno presumibilmente ammortizzati da qualche presunto fuoriclasse da rifilare alla compiacente vecchia Europa, che ama i lussi, ma
non le comodit.
FERRARA - Un rivoluzionario metodo antidoping rimasto un po troppo segreto
Il principe De Merode, responsabile
della commissione medica del Comitato
olimpico internazionale (Cio) aveva annunciato a marzo che Francesco Conconi,
esimio ordinario di ematologia dellUniversit di Ferrara, aveva finalmente trovato il modo per individuare leritropoietina nelle urine. Tutti i ricercatori, che nel
mondo stavano studiando la questione, riposero aghi e provette negli armadi dei laboratori, con malcelata invidia verso quel
professore che ancora una volta li aveva
bruciati sul tempo. Da allora sono passati
dieci mesi e del rivoluzionario metodo del
professor Conconi non si pi saputo nulla. Nel frattempo, lepo (che, aumentando
i globuli rossi del sangue, favorisce la qualit delle prestazioni sportive e ha in pi
il vantaggio di sfuggire a ogni possibilit di
controllo) diventato il quarto prodotto
pi venduto nelle farmacie di tutto il mondo. Che Conconi avesse dimestichezza con
il sangue non era noto solo al pluridecorato principe De Merode. Come mago dellemotrasfusione, il professore si era infatti applicato per molti lustri alle fortune
olimpiche dei campioni dellatletica leggera, del nuoto, del pentathlon, del ciclismo e dello sci di fondo. Era, quindi, verosimile che avesse trovato il modo per sabotare il truffaldino business dellepo, che
gonfia i globuli rossi. Purtroppo anche i
maghi qualche volta tradiscono.

IL FOGLIO quotidiano
ORGANODELLA CONVENZIONEPERLAGIUSTIZIA
DIRETTORE RESPONSABILE: GIULIANO FERRARA
CONDIRETTORE: LODOVICO FESTA

OGGI Sereno o poco nuvoloso al nord,


con possibili precipitazioni sulle Alpi.
Banchi di nebbia in pianura. Al centro
e sulla Sardegna poco nuvoloso con foschie dense al mattino e al tramonto. Al
sud e sulla Sicilia nuvoloso, con possibilit di precipitazioni sullisola e sulle
estreme regioni meridionali. Miglioramento nel pomeriggio.
DOMANI Nuvolosit in progressivo
aumento sul nord. Altrove sereno o poco nuvoloso. Nel pomeriggio velature
del cielo a partire dalla Sardegna.

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GIUSEPPE SPINELLI, LUCA COLASANTO
REDAZIONE: BEPPE BENVENUTO, MICHELE BURACCHIO,
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FEDERICO DE ROSA, MATTIA FELTRI,
NICOLA PORRO, ROSANNA RAGUSA, CHRISTIAN ROCCA
DAGLI STATI UNITI: MAURO LUCENTINI
SEGRETERIADI REDAZIONE: MARILENA MARCHIONNE
R EGISTRAZIONE T RIBUNALEDI MILANO N. 611 DEL 7/12/1995
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TIPOGRAFIE: ON LINE SYSTEM - VIADELLA MAGLIANA 400 - 00148 ROMA;
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ANNO III NUMERO 3 - PAG 3

EDITORIALI
Gli acrobati del Pds
I

l trapezista principe del Pds ormai


Cesare Salvi, lintelligente e autorevole capogruppo dei senatori della Sinistra democratica. Intervistato dallUnit, Salvi torna a dire ancora ieri che
parlare di amnistia stato (da parte di
Violante, ndr) un errore serissimo, e
aggiunge che lUlivo ha le sue radici
anche l, nella rivoluzione italiana del
92-93. Il leader pidiessino non lesina
buffetti anche a Di Pietro, troppo protagonista e individualista; si distingue
dal segretario del suo partito, imputandogli una insufficiente motivazione
della scelta di candidare Tonino nel
Mugello; ci tiene, infine, a presentarsi
come alfiere di una linea dequilibrio
(ed equilibrista) in tema di giustizia: ai
magistrati e ai giudici i processi, ai politici il ridisegno delle loro carriere e
del sistema istituzionale in cui sono inseriti. Sembrerebbe luovo di Colombo,
una perfetta alchimia di ingredienti capace di produrre la pietra filosofale
dello Stato di diritto: autonomo il Giudiziario, autonomo il Legislativo, ciascuno nel suo ordine. E buona notte.
In realt qusto modo di ragionare
estremamente incauto, e anche prepolitico.Presuppone, cio, che esistano
problemi, sulla scena italiana, risolvibili con una mera mentalit da giuristi.
Il che non vero. E anzi palesemente
falso. Tutti sanno che Di Pietro non si
rassegner, una volta subito il cicchetto di Salvi, a gestire un suo piccolo spazio lasciando alla critica roditrice dei
topi, nella soffitta degli archivi di Mani

pulite, il suo passato di pm e la sua popolarit elettorale, strettamente legata


a quel passato. Tutti sanno che lo spazio politico delle riforme costituzionali
verrebbe progressivamente chiuso da
una vittoriosa offensiva di delegittimazione dellopposizione da parte di una
magistratura che proceda o anche solo
sembri procedere per partito preso.
Lerrore serissimo di Luciano Violante
stato quello di tenere conto di questa
realt, di cercare con sobriet e prudenza di aprire un capitolo nuovo. Lerrore serissimo del Quirinale (ma su
questo Salvi non fa commenti) stato
quello di provocare indirettamente, e
con il solito stile retorico, un chiarimento politico e istituzionale sulle questioni di giustizia di cui il sistema, per
svilupparsi verso una forma compiuta
di bipolarismo, ha bisogno come dellossigeno. Lerrore serissimo di Francesco Saverio Borrelli e del vicepresidente del Csm Carlo Federico Grosso
stato quello di riconoscere alfine nel
98, dopo avere applaudito nel 94 lex
pm con la barba non fatta e la maglietta sbiadita che cannoneggiava il governo Berlusconi e il decreto Biondi dagli
schermi della tv, quanto male abbia fatto alla giustizia imparziale e bendata
quella intemerata putschista del pool
che allora pass in cavalleria per il bene superiore della cacciata di Berlusconi da Palazzo Chigi. Questi sono errori serissimi e benedettissimi, le radici dellUlivo in Mani pulite sono unincauta acrobazia del senatore Salvi.

Aspettando leurogoverno
S

e vero che lEuropa non pu portare sulle sue spalle tutta la miseria del
mondo, anche vero che una parte le
spetta per cos dire di diritto. I profughi
che a migliaia stanno bussando alle sue
porte - bosniaci o albanesi, curdi e forse
domani algerini - o sono europei a pieno
titolo in fuga dalle province lontane oppure provengono da quei paesi africani
e asiatici che hanno subito nel passato la
potenza coloniale dei grandi del continente. Basta dunque un po di buon senso per affermare che lEuropa non esister mai come entit politica e diplomatica finch non sar capace di governare in casa propria, prevenendo e trattando altrimenti che nellurgenza e nellaffanno questi punti di catastrofe che
emergono con sempre maggior frequenza a sud e a est. I problemi posti da tali
flussi migratori non possono essere affrontati da un singolo stato, ma solo da
strutture sovranazionali. Ma lEuropa
politica a tuttoggi senza volto.
Quando il crollo del muro di Berlino
segn la fine dellordine bipolare di Yalta, non pochi videro dischiudersi nuovi
orizzonti per una sorta di governo mondiale. Il Consiglio di sicurezza dellOnu
ma anche il G7 - il club dei sette principali paesi industrializzati, diventati poi
otto con lingresso della Russia - apparivano come le istanze che pi si avvicinavano allidea di un possibile direttorio
mondiale. Ma lo svolgimento delle successive crisi internazionali hanno mostrato quanto fosse peregrina lidea di un
governo collegiale sia pur ristretto. Su
scala mondiale non esiste la balance of
powers: la leadership degli Stati Uniti
incontrastata. E nessun paese sembra
avere i mezzi per opporsi alla loro ritrovata potenza. Durante la guerra del Golfo,
quei pochi dirigenti europei che hanno
parlato a lungo e spesso con il presidente
George Bush hanno potuto farlo pi per
la qualit delle loro relazioni personali
che per un rapporto di forza politico-diplomatico. Il ruolo svolto da Bush prima
e da Clinton poi nella crisi medio-orientale e nel processo di pace israelo-palestinese mostra come gli Stati Uniti non
abbiano bisogno di nessuno per difendere i propri interessi vitali. E persino laddove questi non sono in gioco, come nella
crisi bosniaca, lintervento americano
lunico in grado di sbloccare la situazione.
E questo lo scarto tra ununit riuscita da tempo, fondata su una sola moneta e capace di parlare con una sola voce. E ununit fallita che forse non ci
sar per molto tempo. LEuropa entrer

tra qualche mese nellepoca delleuro


ma la nascita dellEuropa politica sar
opera di lunga lena.
I dossier aperti delle diplomazie
Nel dossier dellex Jugoslavia, Francia e Germania, dunque due pilastri dellUnione europea, non trovarono di meglio che girare un remake della cattiva
diplomazia del secolo scorso, prendendo
luna la difesa dei serbi, laltra dei croati. Ambedue daccordo tuttavia nel lasciare al loro destino i musulmani e i
cattolici di Bosnia.
Nel dossier curdo, Bonn denuncia un
presunto complotto per mettere in difficolt la Germania, accusa la Turchia e
semina dubbi sullazione del governo
italiano, che a sua volta chiede una riunione del Consiglio dei ministri europei.
SullAlgeria la Germania che preme
per un intervento concertato mentre la
Francia frena, anche per difendere la
natura particolare delle sue relazioni
con il regime del presidente Zeroual.
Laccordo di Schengen, che doveva abolire le frontiere tra paesi come la Francia,
lItalia, la Germania e il Benelux, tutti vecchi habitus dei meccanismi e delle procedure comunitarie, stato partorito con
dolore ed applicato nella confusione pi
totale. Le politiche dimmigrazione e di
accesso alla nazionalit che dovrebbero
essere convergenti e armonizzate almeno
quanto le politiche economiche proprio
per la materia di cui si occupano, divergono tra il diritto del suolo degli uni e il
diritto del sangue degli altri.
La moneta unica avr una grande importanza. E le sue conseguenze non saranno puramente economiche. La Banca
centrale europea diventer presto un vero potere sovranazionale con cui, non solo gli Stati, ma anche i cittadini dovranno imparare a fare i conti. Ma per contare sulla scena internazionale non basta
una nuova Federal Reserve insediata a
Francoforte. Solo lesistenza di un potere legittimo confortato dal suffragio
universale pu dare credibilit. Anche
rafforzando il ruolo di controllo del Parlamento di Strasburgo non si metter
lEuropa in condizione di parlare e di
pesare come dovrebbe. Lunica scorciatoia sarebbe stata dare poteri pi ampi
al presidente della Commissione facendolo eleggere a suffragio universale.
Una sorta di presidente degli Stati Uniti
dEuropa ante litteram. Tempo fa qualcuno fece effettivamente questa proposta. Una risata - questa s europea - lo
seppell.

IL FOGLIO QUOTIDIANO

MARTED 6 GENNAIO 1998

Cos il pentito Angelo Siino faceva affari anche sotto scorta


Palermo. Ha sempre nuove accuse in serbo, Angelo Siino. Pronto a tentare di affossare il capitano dei carabinieri Giuseppe De
Donno e a salvare il procuratore aggiunto
di Palermo Guido Lo Forte, Siino, lex ministro dei Lavori pubblici di Cosa Nostra,
adesso dice di aver saputo che il regista dei
recenti aggiustamenti degli appalti sarebbe stato Nuccio Cusumano, vicecoordinatore
nazionale del Cdu e personaggio di spicco
della politica siciliana.
Ma la nuova accusa arriva in un momento
denso di interrogativi proprio su Siino. Lex
pilota di rally noto col soprannome di Bronson ha reso infatti questa dichiarazione riguardante un esponente del Polo nella stessa indagine nella quale, sia pure a denti stretti, ha dovuto ammettere di aver ripreso a gestire gli appalti, nel recente passato, e di aver
avuto contatti con gli uomini del gruppo di
Balduccio Di Maggio, anche quando egli stesso era gi un collaboratore di giustizia.
Attenzione alle date. Il 13 ottobre viene arrestato (assieme a un gruppo di fedelissimi),
Di Maggio, il pentito col kalashnikov: accu-

sato di aver organizzato omicidi ed estorsioni


e di essere tornato indisturbato a gestire i
propri affari nel campo degli appalti. Il 20 ottobre si presenta al Comando provinciale dei
carabinieri di Palermo Simone Vitale che dice di essere stato in contatto con uomini politici e di aver gestito affari daccordo con Di
Maggio e Siino, quando anche questultimo
era pentito.
Soltanto il 24 ottobre Siino - che dice di
aver avuto intenzione di raccontare questi
fatti da tempo - ammette di essere stato recentemente in rapporti con Di Maggio e di
aver collaborato con lui, riprendendo il ruolo di gestore degli appalti. Pressato dai pm
ammette che gi da collaboratore con la giustizia gli era arrivata una telefonata (una sola) da parte degli uomini del gruppo di Balduccio. Bronson spiega di non avere parlato prima, perch timoroso per lincolumit
dei propri familiari.
Ai primi di novembre decide di collaborare anche Michelangelo Camarda, braccio destro di Balduccio. E lui che spiega - ma solo
perch pressato dagli inquirenti - di aver

chiamato Siino sei o sette volte, quando


questi era gi pentito, e di aver consegnato alla madre del cosiddetto ministro cinque
milioni da fare arrivare al figlio. In sostanza,
la parte del malloppo che spettava a Siino
per laggiustamento di un appalto. Il racconto stato confermato in pieno da Simone Vitale e dal fratello Franco, anche lui divenuto
collaboratore di Giustizia.
Il cinque novembre, con una soffiata a Repubblica, si apre il caso Siino-Lo Forte-De
Donno, i cui contorni sono noti: procura contro i Ros, carabinieri contro procura, pm palermitani contro i colleghi di Caltanissetta. E
tutto ruota attorno alla figura di Siino che,
quando gi era sul libro paga dei collaboranti, continuava a intascare (sia pure per interposta persona) le mazzette derivanti dal pilotaggio degli appalti. Proprio come Balduccio, stipendiato e pronto a uccidere i propri nemici e a mettere segno unestorsione
dietro laltra. Questi retroscena del persistente doppiogiochismo di Angelo Siino,
per, stanno venendo fuori solo adesso. La
procura di Palermo stata pronta, in questi

ultimi due mesi, ad attaccare i carabinieri,


sostenendo che questi ultimi non avevano rivelato ai magistrati notizie apprese dal Siino
confidente. Ma come mai i magistrati non si
erano accorti dei contatti del pentito Siino
con personaggi equivoci? Conoscendo cosa
faceva Siino anche da pentito, prima che
scoppiasse il caso Lo Forte-De Donno, qualche riserva in pi sullattendibilit dellex pilota di rally sarebbe stata necessaria. Siino,
inoltre, stato creduto anche quando negava
di aver mai fatto al capitano De Donno i nomi dei magistrati che gli avrebbero passato il
rapporto dei Ros su mafia e appalti. Episodi
difficili da interpretare. Appare chiaro, leggendo i verbali di Camarda e degli altri uomini del gruppo Di Maggio, che erano tutti
spavaldi e certi delle coperture in altissimo
loco, vantate o millantate dal pentito del bacio Andreotti-Riina. E forse anche Angelo
Siino stato contagiato dallidea di onnipotenza da pentitismo. Fu proprio Bronson,
secondo Simone Vitale, a consigliare per telefono a Camarda di stare attento, perch sia
lui sia Di Maggio rischiavano larresto.

Enrico Montesano, luomo che non divenne Nino Manfredi


IL FLOP DI FANTASTICO NON HA PRECEDENTI, LUI STESSO NEL 1988 FACEVA 11 MILIONI A PUNTATA, NEL 97 E SCESO A 4
Roma. E vabbene che essendo stata venduta la met dei biglietti, questa sera ci saranno pi probabilit di vincita, ma la triste
storia di Fantastico, il festalone televisivo Rai
aggregato alla Lotteria di Capodanno comunque naufragato, affondato e affogato sotto i colpi di scopa della Befana. Un pichetonfo da tinello marr e allora, avendo lintera patria massmediatica seguito il rantolo
mortifero del variet, con tante amene discussioni sul genere e sullo specifico, nella
I MUGELLI DEL 97
ULTIMO DI UNA SERIE DI ARTICOLI

serata di oggi si certifica la disfatta fantastica


di Fantastico. Con o senza Enrico, lEnrico
Montesano dato per disperso, disperato, dimenticato.
E non sar che uno svaporare proprio allora di cena, con sei madrine: la signora Katia Ricciarelli, la maggiorata Valeria Marini,
la paracadutista Anna Falchi, lamericana
Heather Parisi e la signorina Antonella Clerici. Uno svaporare di consuetudine. Con
ospiti casalinghi e familiari: Fausto Leali,
Raffaella Carr, Gianfranco DAngelo e la
Premiata Ditta. Uno svaporare niente male
pensando alla venerata storia dello spettacolo, a quello che fu la Rai, lepopea di Canzonissima, Studio Uno, le rose e i violini, i microfoni aggrappati alle giraffe, lo schermo in
bianco e nero e quindi Alberto Lupo e Minnie Minoprio: Come ci vogliamo bene, noi
due, cip cip cip. Stramazzato tra le belle cosce di Milly Carlucci, nellimpossibile resurrezione video affidata a Giancarlo Magalli, il
salotto tomboliere della lotteria questa sera
chiude male. Male certamente per i soldi. Se
i numeri sono numeri, per esempio, c da ricordare che il termometro dellascolto - grazie a Corrado e al maestro Pregadio vincitori
su Canale 5 - ha massacrato le aspettative, ma
siccome i numeri sono veramente numeri, c
da annotare nel diario di viaggio dellItalia
post-Sisal, che anche la pidocchiosa speranza del rettangolino con serie e cifra, il biglietto, non ha trovato entusiasmi e acquirenti. Si dir: tutta colpa delle palline cadute
male al tempo di Castelbellino, quando pi di
un contendente si present allincasso nel
frattempo che il giramento di palle di una
macchina infallibile sotto lo sguardo alloccuto di Leo Gullotta, ne aveva decretato lannullamento. Colpa forse del Gratta e vinci
grattugiato nel malo modo di tutta una serie
di rotoli stampati male, colpa della sfiga sempre pi invincibile che non fa vincere un beneamato cavolo allitaliano in pantofole, fatto sta che Fantastico, gi Fantastico Enrico,
chiude stasera con il mugghio di un sorriso
professionale che fa di necessit virt.
Latteso saluto di Giancarlo Magalli
Uno svaporare che dilagher nel corruccio
di unet irrimediabilmente passata. E svaporer nel suo vapore leggero, Fantastico.
Con o senza Enrico. Ma forse pi con Enrico
che senza. E certamente per lui non sar un
conforto ingurgitare il saluto che - per stile ed
educazione - Giancarlo Magalli, lobbediente
aziendalista, gli rivolger stasera dallo studio.
Pi con Enrico che senza dunque, con sole 5
puntate per far registrare sabato 2 dicembre,
na stella li precedeva di notte e illuU
minava il loro cammino raggiando
non come luna, ma come sole. Tutte le vie
sconosciute, i corsi dacqua, le paludi e le
montagne, dinanzi a questi tre re, si trasformavano in vie pianeggianti. Cos Giovanni da Hildesheim (1310 o 1320-1375) ci
racconta la storia dei tre re, dei tre sapienti persiani in viaggio verso Betlemme,
portatori di ricchi doni e circonfusi da un
alone di mistero e sfarzo. Forse per la cornice fiabesca o forse perch si sobbarcarono un lungo viaggio per adorare un Re
Bambino, hanno sempre suscitato lammirazione e la curiosit dei pi piccini.
Provenienti da un enigmatico Oriente,
la loro identit non ci meglio conosciuta
e le notizie in nostro possesso giungono
prevalentemente da fonti non cristiane,
apocrife. Lunico testo canonico che li
menzioni, fugacemente, il Vangelo di
Matteo (2,1): Ecco giungere dallOriente i
Magi. Gasparre, Melchiorre e Baldassarre, sontuosamente vestiti, con un ricco seguito di servitori e animali esotici, cervi e
cammelli, sono stati infinite volte rappresentati nella storia dellarte, nelle Nativit
e nel Presepe. Un fascino non disgiunto da
insidie. Astrologi, capaci quindi di leggere il linguaggio degli astri, furono guidati
proprio da una stella, che li precedette sino alla meta, fermandosi sopra il luogo
dove si trovava il bambino.
Al vedere la stella furono ripieni di
straordinaria allegrezza; ed entrati nella

6.858.000 spettatori in quota Corrado contro 4


milioncini e rotti in dote a Fantastico. Fantastico Enrico nella sua prima puntata del 4 ottobre si aggiudica 6.608.000 telespettatori, il
12 ottobre sono 5.766.00, diecimila in pi il 18
un milione in pi nella puntata del 25 per poi
schiantare a novembre con 4 milioni. Cinque
puntate per dimenticare i successi del 1988,
quando, al comando di Fantastico 8, con la

fianco del pap lungo i corridoi di palazzo del


Drago, la vecchia sede del Movimento sociale di Giorgio Almirante su via delle Quattro
Fontante. Giusto di fronte a quella via Sistina, dove, pi grandicello, dar il meglio nellobbedienza alla grande tradizione teatrale,
officina Garinei & Giovannini, coccolato da
Aldo Fabrizi, Paolo Panelli e Bice Valori. Ci
voleva la sinistra de noantri per rovinare un

Oggi ultima puntata del programma abbinato alla Lotteria Italia,


venduta solo la met dei biglietti. Il suo primo conduttore politicamente
corretto cerca scuse: Ho fatto politica in un momento di entusiasmo
ingiustificato. Intanto la moglie non sparge pi sale al Teatro delle Vittorie
difficile eredit lasciata da Adriano Celentano, ancora orbo della sacralit ulivista, Montesano faceva la sua bella figura: pi di 11 milioni di telespettatori con uno share del 50,66
per cento. Nessun maggior dolore che ricordarsi del tempo felice nella miseria: Sono
passati 9 anni, mi sembra che da allora a oggi ci sia stato un vero e proprio terremoto.

La prima puntata avvia un tormentone pedagogico, lui sbuca da un televisorino e piomba nello studio accolto dalla povera Carlucci
ridotta al rango di valletta a cui, fantasticamente, Enrico concede ammonimenti di
buonsenso governativo. Furono mazzate per
Fausto Bertinotti, traditore dellUlivo, e ci furono incensi, fumigazioni talari, per coccolare licona parrocchiale del curato dItalia, Romano Prodi. Una palla, due palle, ununica
pena. Quasi quasi, Montesano ci crede: Ho
fatto politica in un momento di entusiasmo
ingiustificato. Poi gli entusiasmi si son spenti. Quando mi sono reso conto che per un cittadino che fa altro mestiere, la politica non
adatta. Per mi riconobbero di aver smosso
molti voti con la mia presenza: in politica ho
fatto ottimi share. Non vero. Limpegno di
europarlamentare lo ha annoiato, la sua attivit di propagandista al fianco di Rutelli non
lo ha premiato affatto, anzi: il suo declino
coincide perfettamente con la sua smania sinistrorsa, forse per una necessit di rinnovamento esistenziale, e forse un po per un dispetto con il destino che lo vede crescere al

LIBRI
Massimo Centini
LA VERA STORIA DEI RE MAGI
270 pp. Piemme, Lire 32.000
casa videro il bambino con Maria sua madre e si prostrarono davanti a lui in adorazione. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Quindi, avvertiti in sogno di non passare da
Erode, per unaltra via fecero ritorno al
proprio paese.
E tuttavia non solo oro ci che luccica.
I Magi furono infatti involontaria causa
della strage degli innocenti. E se non bastasse, secondo alcune versioni apocrife,
erano piuttosto scettici sulla verginit di
Maria, pur riconoscendola Madre di Dio.
Nella versione del Milione di Marco
Polo, i tre sovrani rappresentano tre generazioni. Gasparre il pi giovane, Baldassarre il mediano e Melchiorre il pi anziano. A ciascuno il bambino appare rispettivamente, giovane, adulto, vecchio.
Solo quando lo visitano contemporaneamente, si accorgono tutti che un neonato
( una metamorfosi del Bambino che riflette gli influssi della tradizione apocrifa

grande talento del teatro. Frastornato dalla


disfatta, dir: Mai pi variet televisivo, solo
teatro. E intanto Fantastico Enrico. Una palla, due palle, ununica pena.
In un extremis di ossigeno, Montesano, inventa un collegamento in diretta da un vero e
proprio tinello marr con tanto di signora
Maria in carne e ossa. Forse un assaggio di
quel marketing che poi accompagner Massimo DAlema nei pranzi domenicali della sua
campagna elettorale, la cosa per - a dirla tutta - non funziona. Tutto, inesorabilmente,
crolla. Corrado, da Canale 5, miete i suoi garbati successi, Montesano si atteggia a vittima:
Qua a Fantastico cerano troppi obblighi.
Uno dei motori di uno spettacolo come il mio
fare una certa satira. Ma qua, ormai, se fai
una battuta su Bertinotti, si offendono tutti.
Da Liberazione al Secolo dItalia. Una palla,
due palle, ununica pena.
Montesano purtroppo regala il peggio di
s. Chi ne ha seguito la stagione, racconta oggi di snervanti giornate di discussioni, furibonde litigate con una regia che avrebbe dovuto - giusto perch Fantastico Enrico - seguire lui e solo lui. Lui e solo lui, un unico
commento: Peggio di Mike Bongiorno. E
sono giornate di nervosismo per tutti: dalle
sarte ai ballerini costretti, questi ultimi, a
una sigla zoppicata, studiata apposta per tenere il passo a un Montesano decisamente
fermato nellobbligo della coreografia.
Una palla, due palle, ununica pena. Laggiornamento bombonieresco del look della
Carlucci conferma landazzo, Enrico Vaime,
autore e pigmalione, buca e sbuca di tanto
in tanto dalle quinte, disperando di recuperare lirrecuperabile Montesano avvinghiato sempre pi al suo delirio di onnipotenza,
quello di una macchietta a cui per venuto meno il verso. E infatti non pi il bello
Salvatore che ci piace tutte lore. Sconfortato, dice: Abbiamo assistito a pi di un
cambiamento, tutto cambiato, anche il gusto del pubblico. Nella disperazione di Vaime (che pure autore del profetico libro Il
variet morto), Montesano conferma se
stesso: la parodia dellavvocato Ceccarelli
(quello della fontana di piazza Navona) pur
se imposta dallattualit, ricalca un clich
vecchio di venti anni. E quindi le liti, altre liti, sempre pi furiose, con lo staff degli autori. Dunque le angosce, continue e contagiose, di dover imparare a memoria quattro
monologhi, per non parlare della volutt,
e dimostra come questultima sia profondamente imbevuta di cultura zoroastriana). Nelle tre et di Ges si manifesta la
prova della sua divinit, in quanto prerogativa esclusiva del vero Dio non avere
et ed essere perci sempre identico a se
stesso, riassumendo cos in s il ciclo e lo
sviluppo dellintera perfezione cosmica.
Ma la storia dei Magi continua oltre la
loro vita terrena e non si conclude con il
rientro in patria, la morte e la successiva
tumulazione nella mitica Saba, vicino alla
citt del fuoco, centro della regione di Zoroastro. Continua infatti nella storia delle
reliquie, che dopo varie peripezie arrivarono in Occidente, a Roma. Per approdare
poi a Milano, nella chiesa di santEustorgio, dove furono collocate per concessione
di Manuele I Comneno, Imperatore dOriente (1123-1180). Almeno fino a quando,
nel 1162, Federico Barbarossa, conquistatore di Milano, ne ordin la traslazione nel
Duomo di Colonia, per privare la citt nemica di una potente tutela, dato che i resti
dei tre principi che visitarono il Bambino
avevano in pi occasioni manifestato una
straordinaria capacit divinatoria. Solo
700 anni pi tardi, (larcivescovo di Colonia Reinold von Dassel le aveva intanto
fatte riporre in unarca trasferita nel 1794
in Westfalia dai francesi), le reliquie furono rese a Milano (1804). Qui sono tuttora
custodite, dopo essere scampate, non senza danni notevoli, ai bombardamenti dellultima guerra.

quella di sovrapporsi continuamente con la


sua voglia di recitare e dettare la propria linea di condotta (gli anni 60, tutti sipario e
sketch) l dove cera bisogno di un semplice
conduttore, di un personaggio a ogni modo
televisivo. Ma proprio questo che non ha
funzionato, ammetter lo stesso Montesano,
quel modo di fare televisione non pi
possibile. E sabato dopo sabato, il ragazzo
che fu al Sistina, costruisce linsuccesso pi
clamoroso mai registrato dalla rete ammiraglia della Rai.
Il giro curativo dei dirigenti Rai
Probabilmente a dargli una mano in quellimpasto di nervosismo che fu il suo Fantastico Enrico stata anche la moglie, presentissima in forza della sua qualifica di produttore esecutivo. Competenza della signora, infatti, era quella della distribuzione del sale
da spargere in ogni angolo del Teatro delle
Vittorie. Una palla, due palle, ununica pena,
una cappa di terribile nervosismo. E il luned 3 dicembre - nessuno lo immagina nonostante levidente insuccesso - che Montesano sparisce ingoiato da un ascensore di viale Mazzini. In mattinata, in una riunione a tre
- con Maffucci e Tantillo - cera pure stato il
consueto giro curativo (consulto, ndr). Maffucci, seguendo la scia di un altro ascensore,
aveva rassicurato i cronisti: Correttivi ci saranno, ma non sappiamo ancora quali. Dopo
solo tre ore, la sorpresa: Montesano (non senza la signora) molla. Tutti gli altri - compresa
Milly Carlucci che, giustamente, brinda - restano. Ed la prima volta che il conduttore di
un programma televisivo lascia di propria volont. Le malelingue si esercitano: qualcuno
giura che questo non altro che un compromesso raggiunto dalle parti per salvare la trasmissione e i difficili rapporti con la Lotteria
Italia (che nel frattempo medita un mezzo trasloco a Mediaset). Compromesso tra i compromessi poi, quello di salvare anche la faccia del capriccioso cocco comico che - volto
da eroe onesto, sconfitto ma in cerca di nuova occupazione - fa sapere di fronte alle telecamere del Tg1, perch no?, magari vado a
Mediaset. Piccole storie della piccola Italia.
Al Tg5, un Enrico Montesano pi confidenziale, appena una settimana prima aveva raccontato come fosse pi che meditata la decisione di abbandonare Fantastico: Avevo notato la difficolt di coesione tra gli obblighi
istituzionali dello spettacolo e il mio modo di
esprimermi. Stasera per, il saluto di Magalli, un saluto particolare per Montesano
che, latitante in chiss quale luogo a guaire
di rabbiosa solitudine, aveva creduto nellonnipotenza della sua macchietta. Un saluto, due saluti, ununica malinconia. Ma il ristoro allanima acidula del pur bravo Conte
Tacchia tarder a gocciolare perch crollando, toppando, tonfando come mai nella storia
dellintrattenimento istituzionale se nera
avuta memoria, ha perso le penne del suo gi
logorato portapiume dattor comico senza
aver avuto il tempo, senza quella misericordia nazionalpopolare del pubblico che protegge i beniamini della simpatia. Insomma,
Montesano Enrico, luomo che non divent
Nino Manfredi, quello che nel 97 ha fatto tibis & tobis.

50 ANNI FA
6 GENNAIO 1948
Chiusi i confini del Tibet fino al 1950
per ragioni astrologiche. Lo decide il Consiglio dei lama sulla base delle previsioni
formulate dagli astrologi ufficiali dello
Stato, che ha un regime teocratico. Loroscopo del Dalai Lama, che ha 14 anni e il
cui vero nome Gloria delicata, potenza
oratoria, eccellenza intellettuale, volont
assoluta, fermezza nella dottrina e larghezza delloceano, catastrofico: unoscura minaccia pende sul suo capo. In
realt il Dalai Lama, che, secondo la tradizione, la quattordicesima reincarnazione del Budda, dovr subire nel 1950
linvasione cinese della sua terra (oggi non
pi Stato indipendente ma provincia della Cina) e nel 1959 sar costretto a rifugiarsi in India, da dove continuer la lotta
per lindipendenza del Tibet. Premio Nobel per la pace nel 1989, a lui continuano
a guardare, come loro capo, i due milioni
di tibetani.
Henry Wallace lanti-Truman? Il 59enne ex vicepresidente di Franklin Delano
Roosevelt ed esponente dellala sinistra
del Partito democratico punta alla Casa
Bianca attraverso la costituzione di un
nuovo partito favorevole alla collaborazione con lUrss. Il tentativo non avr successo e si concluder con il ritiro di Wallace a vita privata (morir nel 1965).

ANNO III NUMERO 3 - PAG 4

IL FOGLIO QUOTIDIANO

MARTED 6 GENNAIO 1998


IL FELTRINO

Caro e illustre professor Panebianco, perch confondere forcaioli e garantisti?


Al professor Angelo Panebianco, editorialista del Corriere della Sera - Noi del
Foglio la seguiamo, illustre professore, con
attenzione quasi maniacale, condividiamo
il grosso e spesso anche il dettaglio dei suoi
argomenti fin da quando lei ha cominciato
lattivit pubblicistica. Noi liberali imperfettissimi e, per cos dire, di risulta, consideriamo un piccolo e prezioso magistero
il suo solido e coraggioso modo di argomentare le ragioni dello Stato di diritto. Oggi le cose che lei scrive sono materia controversa, ma pienamente legittimata. Anche Eugenio Scalfari d segno di aver capito, sebbene nella pi assoluta indifferenza
etica e civile, che le ambizioni del magistrato Di Pietro erano tutte politiche. E Bor-

relli e Carlo Federico Grosso condannano


ora, a babbo morto, il pronunciamiento televisivo del pool al completo contro il decreto Biondi. Qualche anno fa invece, per
esempio nellanno del Grande Terrore giustizialista (il 93), quando lo spirito forcaiolo si sposava a linciaggi da brivido, scrivere le cose che lei scriveva sulla divisione
dei poteri, sulla custodia cautelare, sullideologia redentrice della magistratura fu
segno di baldanza intellettuale e gusto laico per la verit a ogni costo.
Cos era interamente sottoscrivibile larticolo di fondo pubblicato ieri, salvo un
particolare di una certa importanza, sul
quale ci permettiamo di attirare la sua attenzione. Lei dice, riassumendo alla svelta,

che Antonio Di Pietro, nel suo ruolo allarmante di bardo dello spirito forcaiolo, stato inserito nel circuito della politica senza
comprendere la pericolosit e lambiguit
di questa scelta. Da chi? E qui lei elenca
Berlusconi, Prodi e DAlema in successione, come autori dellintegrazione nel circuito istituzionale delluomo che firm, nel
verbale di interrogatorio bresciano, il vaneggiante ma sincero piano di conquista
delle istituzioni in nome dellideologia di
mani pulite (ultimo stadio, dopo lo scardinamento della Fininvest e loccupazione
di centri istituzionali preposti alla sicurezza, il famoso mani pulite nel mondo). Ora
bens vero che talvolta Berlusconi resta
vittima di certe sue furbizie, e vi fu un tem-

po mai abbastanza maledetto in cui pens


di integrare anche lui leroe della forca, ma
non si deve dimenticare che il suo fu il gesto di una vittima sacrificale, come i fatti
hanno poi dimostrato (Io quello lo sfascio, disse Di Pietro); e le vittime non vanno mai confuse con i carnefici o con chi del
lavoro del boia ha largamente approfittato
nei suoi piani politici. Ma non basta.
E sorprendente, professore, la sua totale dimenticanza a proposito di quanto lattuale opposizione, con tutti i suoi limiti, ha
fatto perch gli italiani capissero chi veramente Tonino e perch le sue ambizioni
politiche vanno respinte. Basta che si rilegga le annate del Foglio e di Panorama e
del Giornale o le cronache parlamentari o

la storia minore della piccola battaglia del


Mugello o la denuncia di Berlusconi a Brescia contro Di Pietro ai sensi dellarticolo
289 c.p., e vedr che le sue preoccupazioni
sono state condivise fattualmente da gente
che, imperfetta nel pedigree liberale e incagliata magari a un ontologico conflitto di
interessi, al duello pi difficile, quello con
lopinione pubblica e il circo mediatico-giudiziario, non si sottratta. Il vezzo di molti
liberali, che aspirano a una impossibile
terziet del commentatore mentre predicano la doverosa terziet del giudice, nel
separare opinioni e fatti: le prime sono pulite, i fatti sono sporchi. Ma i generalissimi
del forcaiolismo si battono con i fatti, non con le sole opinioni.

Dal Chiapas alla Bolivia, la guerriglia che torna a imbracciare il fucile


LA STRAGE DI ACTEAL FA PASSARE IN SECONDO PIANO LE DECINE DI MORTI IN UNO SCONTRO FRA RIVOLUZIONARI E PARAMILITARI COLOMBIANI
Citt del Messico. A quattro anni dallinizio dellinsurrezione zapatista, sempre pi
intricata la situazione del Chiapas. Si rivelata una bufala la notizia che lesercito
aveva occupato il villaggio di La Realidad,
considerato il quartier generale della guerriglia. Gli stessi simpatizzanti zapatisti del
paesino hanno testimoniato che i militari
erano venuti qui solo di transito per dirigersi verso le montagne. E la presidentessa della Commissione nazionale dei diritti
umani, Mireille Roccati, sempre in prima linea nel denunciare abusi ai danni dellopposizione, ha usato toni quasi analoghi a
quelli delle autorit nel parlare di una notizia falsa diffusa ad arte da chi aveva interesse a seminare confusione per ostacolare
il processo di pace. Gli stessi comunicati
ufficiali zapatisti del 3 gennaio, daltra parte, chiamavano s compagni e compagne di
tutto il mondo alla vigilanza per le notizie
negative in arrivo da La Realidad, ma riconoscevano al contempo di non avere ulteriori informazioni rispetto a quelle diramate alla stampa dallarcivescovo di San
Cristobal, Samuel Ruiz Garca.
Il vero allarme dellEsercito zapatista di
liberazione nazionale, invece, era per quaranta compagni indigeni che portavano aiuti umanitari da Oventio a Polh e che sono
stati sequestrati da un gruppo di paramilitari vicini al partito rivoluzionario istituzionale. Unazione che sarebbe stata condotta per ottenere la liberazione di quarantasei persone arrestate in relazione al
massacro di Acteal, dove il 22 dicembre sono stati uccisi quarantacinque indios Tzotzil simpatizzanti dellEzln. Di questi, trentasei erano donne e bambini, e quattro donne erano incinte. E una notizia, questa del
sequestro, di cui per ora non si sono avuti
ulteriori riscontri.
Ma non solo in Messico che il dossier

delle guerriglie latinoamericane torna a


farsi incandescente. Mentre lattenzione dei
mass media internazionali era distratta dal
massacro di Acteal, quasi nessuno si accorto che lo stesso giorno, nella regione colombiana di Uraba, si concludeva col bilancio di alcune decine di morti una battaglia
tra guerriglieri delle Forze armate della ri-

ri. E una catena di sangue e odii ormai incancrenita, quasi senza rimedio. Carlos Castano, il leader dei Guac, form la sua prima banda paramilitare nel 1985, a 16 anni.
Voleva vendicare il padre allevatore, assassinato dai guerriglieri per non aver pagato
limposta rivoluzionaria. Quanto a Oscar
Riano, alias Jorge Briceno Suarez, alias El

Le battaglie (anche diplomatiche) degli zapatisti messicani. Il ruolo di


Sendero Luminoso in Per. Le faide fra i ribelli di Marcos e gli antiribelli
del Guac. Una Gladio svelata dal settimanale il Proceso. Odi politici,
risentimenti familiari e rivalit religiose. Una situazione che rafforza i militari
voluzione colombiana (Farc) e paramilitari
dei Gruppi uniti di autodifesa di colombia
(Guac). Sono due eserciti rispettivamente di
10 mila e 5 mila uomini per la prima volta
contrapposti in uno scontro frontale, dopo
che per anni si erano limitati a massacrare
i rispettivi simpatizzanti con incursioni nei
villaggi. Posta in gioco una zona altamente
strategica, sia per la produzione di banane
che per la posizione a ridosso del confine
con Panama.
Sempre nella stessa drammatica giornata, le Farc annunciavano la presa allesercito regolare della base del monte Patascoy,
al sud del paese. Luccisione di dieci soldati e la cattura di diciotto prigionieri, ventisette fucili Galil, due M-79 e due mortai, il
risultato ottenuto da quattrocento guerriglieri in soli 15 minuti di battaglia a 4100
metri daltezza: un colpo di mano che taglia
letteralmente in due il sistema di comunicazione militare e che d unulteriore conferma di quellimpotenza dello Stato da cui
si alimentano insieme sia la sopravvivenza
della guerriglia pi antica del continente,
sia la sempre maggior forza dei paramilita-

Mono (la scimmia) Jojoy, attuale cervello


militare delle Farc, un personaggio che
sempre vissuto nella clandestinit. Nato nel
febbraio 1949 in un accampamento da un
padre guerrigliero, non mai stato registrato allanagrafe civile, e ha appreso a leggere e scrivere negli intervalli tra un colpo di
mano e laltro. Sono ormai un milione i colombiani che hanno abbandonato le loro case per scampare a massacri e contro-massacri. Da qualche mese anche lAcnur, lagenzia Onu per i profughi, ha aperto un suo
ufficio a Bogot.
Non ancora lo scenario del Messico, ma
5 mila indios sono intanto fuggiti dai loro
villaggi. Secondo il sub-comandante Marcos,
si trattato di una strategia deliberata dal
governo per spopolare le zone da cui gli zapatisti traggono il loro consenso. E l1 gennaio lautorevole settimanale Proceso ha rivelato che il piano per una specie di Gladio antizapatista era stato eleborato dalle
autorit fin dallottobre 1994. In effetti la rapidit con cui i responsabili della strage di
Acteal sono stati arrestati sembra testimoniare non solo sul fatto che le autorit era-

no a conoscenza dellesistenza di certe organizzazioni paramilitari, ma anche sul loro allarme nel vederle scappare di mano
verso una china colombiana. E nello stesso
senso vanno anche le dimissioni cui il presidente Zedillo ha costretto il ministro degli
Interni Emilio Chuayffet, un noto falco
fautore della linea dura contro gli insorti.
Comunque, certe armi usate nelleccidio di
Acteal potevano venire solo dagli arsenali
dellesercito regolare. Ma daltra parte negli ultimi due anni le faide fra zapatisti e antizapatisti hanno provocato nel Chiapas almeno trecentocinquanta morti e trecento
feriti. La tregua, insomma, ha provocato
quasi il doppio delle vittime rispetto ai centoquindici morti dei dodici giorni di guerra
aperta tra l1 e il 12 gennaio 1994. Prima di
Acteal, erano stati quasi sempre gli antizapatisti ad avere la peggio. E nello stesso
paesino delleccidio i morti erano stati, da
maggio a dicembre, trentatr. Secondo gli
abitanti, equamente divisi tra le due fazioni in lotta.
Eguali situazioni, quasi inevitabile,
chiamano a eguali evoluzioni. Zapatisti e
Farc, come Sendero Luminoso in Per, hanno in comune non solo lessere gli ultimi
movimenti armati ancora attivi sul continente, ma anche la particolare situazione
che spiega la loro sopravvivenza. Troppo deboli a livello nazionale, non sono interessati a quellinserimento istituzionale e socialdemocratico che permette ora agli exguerriglieri di El Salvador e Guatemala di
poter concorrere col voto per il governo del
paese. Ma daltra parte anche difficile liquidarli dal punto di vista militare per il loro radicamento in ampie zone periferiche
del territorio, anche se tale insediamento
stato ottenuto in modi diversi. Il brutale terrorismo di Sendero Luminoso, infatti, ben
diverso dallabile strategia di alleanze che

ha inserito gli zapatisti nella struttura di potere tribale maya. E diverse ancora sono
state le lunghe marce con cui quegli exguerriglieri liberali della guerra civile colombiana del 1948, che avevano rifiutato la
storica riconciliazione coi conservatori del
1958 e avevano abbracciato il marxismo, andarono a colonizzare, famiglie al seguito,
ampie zone spopolate dellinterno.
Ma in Colombia e in Messico la stessa
impotenza dello Stato di diritto a mobilitare quella parte di societ civile che non si
rassegna al predominio territoriale della
guerriglia. Nel Chiapas, tra laltro, agli odi
politici si sono mescolati antichi risentimenti familiari, contrasti economici e persino rivalit religiose, visto che il marcato
appoggio della Chiesa cattolica agli zapatisti ha provocato per reazione tra i loro avversari unondata di conversione a varie sette protestanti. In particolare, sembra che la
faida di Acteal sia stata originata dalla disputa per la gestione di una cava di ghiaia e
pozzolana del valore in grado di distribuire
stipendi per un volume complessivo di 250
dollari il giorno. Una vera miniera doro,
per la depressa economia della zona.
Il rischio, ormai gi a medio periodo, di
innescare uno scenario di tipo algerino o
bosniaco. In Per, dove lesercito domina la
situazione, il pericolo diventa daltra parte
quello della definitiva sottomissione dei politici al potere militare. Sempre nei giorni
scorsi, una riprova si avuta nello scontro
che ha opposto Fujimori al comandante
dellesercito Nicolas Hermoza, reo di essersi attribuito quel successo nel blitz dellambasciata che il presidente considera invece
una sua gloria. Dopo essere stati sullorlo di
un golpe, gli alti gradi hanno accettato infine di rientrare in caserma. Ma Hermoza
rimasto al suo posto malgrado lordine presidenziale di destituzione.

di Vittorio Feltri

Chi ha leggiucchiato il
mio modesto lavoro degli
ultimi dieci anni sa che
ho partecipato al tiro al
bersaglio socialista, pur essendo stato a mia volta, in giovent, iscritto al partito di Nenni. Ce lavevo con Craxi
e i craxiani non tanto per la loro politica,
quanto per il modo in cui la realizzavano.
Spocchiosi, arroganti, convinti di essere
inamovibili, a un certo punto persero di
vista ogni ideale (e ogni idea) per inseguire il potere. Si giustificavano cos: la governabilit un valore e noi ne siamo i garanti; se il Psi uscisse dalla coalizione, sarebbe il caos da cui trarrebbero vantaggio
i comunisti. Cera del vero, ma non tutta la
verit. Perch la governabilit s un valore, ma non il Valore, nel senso che non
sufficiente stare nellesecutivo per giustificare la propria esistenza, occorre anche governare bene. Se queste cose cercavi di fargliele notare, lui, Craxi, fingeva
di non sentire: si voltava dallaltra parte e
con tono imperioso, ma s, cafonesco, diceva a un commensale: passami lolio.
Quando Di Pietro ha sfasciato il Psi, ho
esultato. Pensavo che i garofanai avessero
fatto la fine che meritavano: se il distacco
tra la base e i vertici eccessivo, la piramide non sta in piedi. Per gli stessi motivi
caduta anche la Dc e sono caduti pure i
cosiddetti laici minori. E scomparso cio
lintero schieramento anticomunista, limpalcatura della prima Repubblica.
Curioso. Mentre si sbriciolava il Muro
di Berlino e andava a rotoli limpero sovietico, mentre il comunismo perdeva
dappertutto, in Italia vinceva a spese di
chi per cinquantanni gli aveva impedito,
eroicamente, di prevalere. Qualcosa non
quadra e non basta larticolo di Galli della Loggia a spiegare di che si tratta. Probabilmente lunico che ha capito lantifona proprio Craxi. Il quale dallesilio ci
manda a dire tramite Renato Farina, che
lo ha intervistato al telefono: Non aspettatevi lamnistia, c gi stata: per il Pds. Il
quale difatti comanda indisturbato e sta
realizzando un regime di lunga durata,
ventanni almeno.
Ecco il punto. In un paese in cui gli anticomunisti sono stati accecati, gli orbi ex
comunisti (miracolosamente a piede libero nonostante abbiano intascato tangenti
quanto gli avversari) passano per aquile.
Sarebbe interessante scoprire chi gli ha
risparmiato gli occhi. Santa Lucia?
Sia pure in ritardo, colpevolmente in ritardo, riconoscendo allex segretario socialista una superiore intelligenza politica, non solo ora considero i suoi peccati
dei peccatucci, non ho altres difficolt a
dichiararmi craxiano. Aridateci Bettino.
Ma non oso sperare che Scalfaro dia una
mano a chi punta alla sepoltura di Tangentopoli per riequilibrare le forze in
campo: anche il capo dello Stato, come il
Pds, gi stato amnistiato.

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