Sei sulla pagina 1di 6

IL FOGLIO

REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE: LARGO CORSIA DEI SERVI 3 - 20122 - MILANO

ANNO IX NUMERO 254

Per le Simone e gli iracheni

Perch la missione di
Frattini ha uno schema
italiano e non francese
Kuwait, Abu Dhabi e Qatar sono alleati
degli Usa e conoscono bene Baghdad
Nuova tattica nei messaggi dei rapitori

Si cerca laggancio giusto


Roma. Il viaggio del ministr o degli Esteri
Franco Frattini in medio oriente diverso
politicamente da quello del suo collega francese Michel Barnier. Identico lo scopo fare
sentire a interlocutori arabi la pr esenza diplomatica della nazione of fesa dalla presa
dostaggi e chiedere aiuto differenti i messaggi e gli interlocutori. Anche Bar nier ha
contattato gover ni arabi moderati (Egitto,
Giordania e Qatar), ma il suo viaggio al Cai ro parso pi indirizzato allincontr o fruttuoso con Yusul Qaradawi, uno dei teologi
islamici pi vicini a
Hamas, che ad altr o.
Cos altre sue tappe,
in cui incontri ufficiali di facciata ser vivano a coprire incontri con personaggi meno presentabili
che hanno per fr uttato la solidariet alla Francia di organizzazioni terroristiche come Hamas. Il
senso del tour era
essenzialmente far
rimarcare la tradiFRANCO FRATTINI
zionale vicinanza
della Francia alle
ragioni degli arabi anche le pi impresentabili e la sua lontananza da quelle degli
americani (e degli israeliani).
Il nostro ministro degli Esteri, invece, segue lo schema che gi intrapr ese il consi gliere diplomatico di Palazzo Chigi, Gianni
Castellaneta, a fronte della prima crisi degli
ostaggi italiani. Allora, il pr esidente del
Consiglio decise di inviar e lambasciatore
che pi direttamente lo rappresentava per
avviare rapporti allinsegna della massima
rappresentativit, ma anche della massima
discrezione. Oggi, il responsabile della Farnesina punta allobiettivo, ma senza giocare
altre partite che non siano quelle str ettamente legate alla vita degli ostaggi. Anche
perch lapproccio filo arabo cos mediatizzato di Bar nier, lillusione che esista una
via francese, in grado di ottener e la rapida liberazione degli ostaggi, rimarcando lostilit di Parigi agli Stati Uniti, stata pur troppo smentita. Ciononostante, durante
lincontro convocato a Palazzo Chigi dal premier Berlusconi, lopposizione italiana ha
avanzato la richiesta di una r eplica, di un
viaggio del r esponsabile degli Esteri nei
paesi arabi. Frattini ha dichiarato unim mediata disponibilit a dar e corso alla ri chiesta, subordinando per il viaggio a una
fase in cui i rapitori fosser o agganciati,
per poter agire su obiettivi mirati. Pur troppo per questo aggancio non si ancora ve rificato, sia pure a tanti giorni di distanza da
un sequestro anomalo per tante caratteristiche: per levidente preparazione meticolosa, per la mancanza di ogni casualit nel la cattura degli ostaggi, per la militar esca
determinazione con cui stato portato a termine. Soprattutto, non ancora ar rivata
nessuna rivendicazione attendibile, quantomeno nessuna certa. Rompendo una consolidata e universale tradizione della pr esa
dostaggi, che al Jazeera ha mediaticamente
esaltato negli ultimi mesi, non stato anco ra recapitato n un video con le immagini
delle due italiane e dei due iracheni, n una
foto, n un messaggio autografo, n unindi cazione di un particolare che possa essere a
conoscenza solo dei rapiti. Di pi, i messaggi sulla troppo facile banda di Internet delle Brigate al Zawahiri sono inficiati da
unintitolazione del gruppo quasi incredibile: quale gruppo terrorista si mai autode finito col cognome del comandante in se conda, per fettamente vivente? N egli anni
70, se mai fosse arrivato un messaggio inti tolato Brigate Alber to Franceschini o
Prospero Gallinari, chi mai lavrebbe considerato attendibile?
Un sospetto dei nostri servizi segreti
Resta il fatto che questi messaggi, che
queste richieste, che queste terribili minacce di morte continuano a giunger e, mentre
la regia cos meticolosa del rapimento evi dentemente non prevede ancora luscita di
quello autentico. Cresce cos il sospetto degli uomini dei nostri servizi segreti di Baghdad che anche la ridda di messaggi di di sturbo sia messa nel conto da parte dei rapitori e che preluda a una tattica (di riscatto) nuova. Dando la staffetta al sottosegretario Margherita Boniver che aveva toccato
altri paesi arabi, per mobilitar e le organizzazioni femminili Frattini partito per tre
paesi arabi (Kuwait, Abu Dhabi e Qatar) che
hanno una caratteristica comune: sono r etti
da governi strettamente alleati, anche militari, degli Stati Uniti e quindi della coali zione di cui lItalia fa parte ma controllano
una filiera di rappor ti con un mondo mu sulmano contiguo a quello dei terroristi iracheni. Valga per tutti lesempio dellemir o
del Qatar che contemporaneamente af fitta
agli Usa le basi militari che hanno rilevato
il ruolo fondamentale che avevano quelle
saudite e lucra guadagni con unal Jazeera
che fiancheggia il terrore iracheno.

quotidiano

TEL 02/771295.1 - SPED. ABB. POST. - 45% - ART. 2 COMMA 20/b LEGGE 662/96 - FIL. MILANO

MARTED 14 SETTEMBRE 2004 - 1

DIRETTORE GIULIANO FERRARA

La Giornata
* * *
In Italia

* * *
Nel mondo

FRATTIN I IN MISSION E N EL GOLFO:


LIBERATE LE ITALIANE, i due iracheni
rapiti con loro e restituiteci il corpo di Bal doni: erano in Iraq solo per far e del bene.
Cos il ministro degli Esteri al suo arrivo a
Kuwait City, prima tappa di un viaggio per
favorire il rilascio delle due volontarie Si mona Pari e Simona Torretta (ieri scadeva il
presunto ultimatum). Frattini s appellato
alle autorit in nome dellItalia, paese amico dellislam, chiedendo un aiuto concr eto, notizie e suggerimenti. Quindi ha dichiarato in una conferenza stampa di aver ricevuto informazioni importanti. Per il rilascio
delle volontarie ieri si sono espressi anche il
Comitato degli Ulema musulmani e una de cina di ex talebani appena usciti dal carcere
di Kabul (domenica era arrivato il via libera
del jihad islamico palestinese). Sempre ieri,
i ministri degli Esteri della Ue hanno chiesto
il rilascio immediato di tutti gli ostaggi.
Il ministro degli Esteri francese Barnier:
Italia e Francia stanno scambiando con tatti utili per la liberazione degli ostaggi.

GAHZI AL YAWAR ANNULLA LA SUA


VISITA ALLEUROPARLAMEN TO (prevista per mercoled). Il presidente iracheno,
che oggi a Br uxelles incontrer lalto rappresentante per la politica estera dellUe
Solana e visiter il quartier generale della
N ato, avr ebbe dovuto par tecipare a una
riunione con i capigruppo europei, ma non
tenere un discorso allAssemblea. In serata da Parigi fanno saper e di non aver ma nifestato nessuna riser va alla visita a
Strasburgo di al Y awar. Per il pr esidente
dellEuroparlamento, lannullamento una
scelta deplorevole.

Scontro fra Pisanu e Castelli sugli sbarchi


di clandestini. Non ho tempo da perdere,
ha detto ieri il ministr o dellInter no rispondendo alle critiche del Guar dasigilli.
Castelli, insoddisfatto dei controlli su coste e frontiere (non sono mai arrivati tanti
clandestini), sollever la questione al Consiglio dei ministri. Ma secondo Pisanu, gli
arrivi via mare questanno sono diminuiti:
fino al 12 settembr e, 9.464 clandestini con tro i 9.853 dellanno precedente.
Ieri notte 30 extracomunitari tunisini
hanno tentato una rivolta nel centr o daccoglienza di Trapani: 28 fermi e 8 arresti.

Dopo Beslan, Putin diminuisce lautonomia


delle Repubbliche russe: i responsabili locali saranno eletti dai parlamenti r egionali, ma su pr oposta del Cremlino. In uninedita riunione con i leader di tutti i territori
russi, i ministri e i capi delle agenzie di si curezza, il presidente ha ammesso che la
nostra guerra al terrorismo non ha prodotto risultati visibili: La Russia ha bisogno
di servizi specializzati in anti-ter rorismo.
La nuova struttura dovr essere in grado di
prevenire attentati e colpire in anticipo per
distruggere i terroristi nelle loro tane, anche allestero se la situazione lo richiede.

Faccia a faccia tra Prodi e Rutelli dopo le


tensioni della settimana scorsa. I due si sono visti al ver tice della Mar gherita. Lex
premier ha parlato di seri passi in avanti,
siamo sulla strada giusta ha chiosato lex
sindaco. Convocata per luned pr ossimo
una riunione della Lista unitaria: Rutelli
metter sul tavolo primarie, por tavoce
unico in Parlamento e disponibilit di conferire alcuni poteri del par tito alla federazione. Fassino (Ds): Finalmente si parte.

Uccisione mirata israeliana a Jenin: un


elicottero ha centrato con un razzo la macchina su cui viaggiavano tre membri delle
brigate al Aqsa. T ra gli uccisi Mahmoud
Abu Halifa, dirigente del braccio di Fatah.

* * *

* * *

* * *

Bossi: Il nor d non moller mai sulle


riforme, la gente stia tranquilla. Cos il
leader della Lega, che vuole esser e autonomo per l8 dicembre.

* * *

Calderoli apre al dialogo sulle riforme:


Nessuno vuole farle a colpi di maggioran za. Il ministro, che ieri ha illustrato alla Camera le proposte di modifica, convinto di
chiudere entro l8 ottobre con una discussione approfondita: Se lopposizione ha
qualcosa da dire, lascolteremo. Al ternine di un incontro avvenuto in serata il vicepremier Gianfranco Fini ha aggiunto: il testo di Calderoli organico ed equilibrato.

* * *

Servono risposte dal governo su Alitalia,


dicono Cgil Cisl e Uil. I confederali non vogliono scioperi, ma un confr onto diretto
con lad Cimoli e con lesecutivo ha detto
Pezzotta (Cisl). Per Epifani (Cgil) una settimana decisiva. E Angeletti (Uil) vuole
chiudere senza conservare privilegi.

* * *

Iniziato ieri a Roma il processo DAntona.


Chiesto il rinvio a giudizio per 7 pr esunti
brigatisti. Altre 10 persone erano in aula
con laccusa di banda armata. Depositate le
dichiarazioni di Cinzia Banelli (assente).

* * *

La Rai in Borsa nel 2005 con una quota


del 20%. E la previsione fatta ieri a Londra
dal ministro delle Comunicazioni Gasparri.

* * *

Sul Web lo sgozzamento di un ostaggio turco rapito un mese fa in Iraq: il video sarebbe stato diffuso da Tawid e-Jihad, il gruppo
di Abu Musab al Zar qawi. Sempre ieri un
gruppo sconosciuto, le Brigate dellOr rore,
ha annunciato il sequestr o a Samar ra di
due australiani e due asiatici. Gli america ni, intanto, hanno bombar dato di nuovo
Fallujah: le vittime sarebbero 16.

* * *

* * *

* * *

Netanyahu vuole un referendum nazionale sul piano di disimpegno da Gaza voluto


da Sharon. Per il ministro israeliano per organizzarlo bastano sei settimane.
Articolo a pagina tre

* * *

I musulmani devono r esistere in ogni


luogo e in ogni for ma allar rogante ag gressione in atto contr o lislam da par te
degli Stati Uniti. Cos layatollah iraniano
Ali Khamenei in un discorso radiofonico.

* * *

Cerano i soldi di al Qaida dietro le bombe


di Istanbul del novembre scorso (61 morti):
lha rivelato al processo uno dei principali
imputati, Adnan Eros, secondo cui a portare il denaro provvide un militante siriano
(altro ne arriv dallEuropa e dallIran).

* * *

Lesplosione in Cor ea del nor d era controllata e ser viva ad abbatter e parte di
una montagna per costr uire una centrale
idroelettrica. Questa la spiegazione ufficiale di Pyongyang dopo lallar me scatenato
domenica da unenorme deflagrazione rilevata dai sudcor eani. Il viceministro degli
Esteri britannico Rammell, in questi giorni
in visita nel r egno eremita, stato invitato
a recarsi sul luogo dellesplosione. La stampa di Seul e T okyo, per, continua a parla re di un incidente in un deposito di ar mi.

* * *

LOnu e le Ong lasciano Herat (sud-est dellAfghanistan) dopo le violenze scatenate


nei giorni scorsi dai sostenitori dellex governatore Ismail Khan, silurato da Karzai.

* * *

Borsa di Milano. Mibtel: 21.003 (+0,81% ).


Leuro (1,2251) perde 0,0029 sul dollaro.

Trichet ottimista sulla ripr esa globale e


sulla zona euro: Allinizio del terzo trimestre abbiamo avuto segnali di forza. Per il
presidente della Bce (e portavoce del G10),
linflazione sotto controllo.

La Giornata realizzata in collaborazione con Dir e

Questo numero stato chiuso in r edazione alle 20,15

Giornata di trionfo del


pensiero, quella dellal tro ieri a Roma. Quan tunque in un convegno
che non sapevano nem meno come chiamar e,
tanto che alla fine: Giornata dellInterdipendenza, manco fosse dedicata a Bobo Vieri, bene, anche in un convegno cos un pensier o
svettato. Merito dellIngegner e. Luomo
dellOlivetti, uno che altri cinque minuti e
faceva di Ivrea la sua piccola Beirut, il mago Otelma dei salvataggi industriali, il fu nambolo delle offerte congrue fatte allIri, quello cui per fino i sovietici si rivolge vano fiduciosi: Ce le salva le industrie de cotte?, e lui non lesinava i consigli, e in fatti poi s visto, ebbene, ne ha detta una
da cavarsi il cappello. Pr eceduto da un
lampo di V eltroni: Il ter rorismo si com batte con la politica e il dialogo, lInge gnere ha fatto suo il micr ofono: Gli Stati
Uniti sono diventati il poliziotto mondiale
che interviene anche a dettar e il cambia mento di regime in altri Stati. Per ch allora si chiesto il presidente Usa deve essere eletto solo dai cittadini americani?.
Grande De Benedetti. E se poi pr oprio il
presidente non si pu, diamogli almeno il
ministro delle Poste.

Al Yawar ha annullato la sua visita al Parlamento europeo (Pe). Senza dare motivazioni, dicono i por tavoce a Strasbur go. Il
presidente del Pe, Borrel, esprime rammarico. Si moltiplicano le ipotesi sulle ragio ni della decisione del pr esidente iracheno.
C chi ne approfitta per dire che i problemi
in Iraq sono tali che al Yawar ha preferito rinunciare, anche se ha confermato gli incontri con Solana e alla Nato. Doveva venir e a
parlarci di un paese quasi nor malizzato, e
tutto ancora per aria, dice al Foglio la
verde Monica Frassoni. C chi sospetta che
non abbia gradito il trattamento pr otocollare: contrariamente alla tradizione che vuole
che i capi di Stato in seduta solenne davan ti al Pe, avrebbe dovuto limitarsi a un in contro a porte chiuse coi capigr uppo. Non
legittimato dal suo paese, spiega la ds Pasqualina Napoletano. Ma un presidente riconosciuto dallOnu? E il Dalai Lama non
parl in seduta solenne? Lipotesi pi grave:
Parigi avrebbe giudicato inopportuna la sua
presenza sul pr oprio territorio. Barnier
smentisce veti, ma fonti del Pe parlano di
ostruzionismo, coi francesi che non avr ebbero concesso in due gior ni il visto ad al
Yawar e al suo staff. Resta limpressione che
la visita non fosse gradita: lUe non fa bella
figura. Se ci fosse la volont di rafforzare lIraq, basterebbe un visto Schengen.

* * *

Iraq senza visto Ue

Kerry il deboluccio
Per quanto riguarda John Kerry , i nostri
amici del Financial Times hanno piazzato in
prima pagina, a caratteri cubitali, la notizia
che i sondaggi globali danno Ker ry favorito
su Bush. Sembra che un recente sondaggio
effettuato in 35 paesi indichi che nel mondo gli
elettori preferirebbero il democratico rispetto
al cowboy texano per 2 voti a uno. Sar be ne ricordare che nessuno di questi elettori non
americani andr a votar e a novembre; ma
possiamo apprezzare leuro-frustrazione del
Financial Times. Leggendo pi attentamente
larticolo, scopriamo tuttavia per ch Kerry
non si vanter della sua str epitosa vittoria
mondiale sul palco di Des Moines. Da un altro
sondaggio, questa volta ef fettuato dal Mar shall Fund, risulta che il 58 per cento degli europei considera non auspicabile una for te
leadership statunitense. Lasciamo perdere il
fatto che lEuropa, a quanto par e, preferisce
una forte leadership statunitense quando si
tratta di sbarcare in Normandia o di imporre
nei Balcani una pace che gli europei non erano stati capaci di assicurare. Per il momento,
ben pi significativo che gli stessi europei che
in larga maggioranza appoggiano lelezione di
Kerry sono anche a favore di una America pi
debole. Lasciamo ai nostri lettori il compito di
decidere che cosa questo riveli dei due candi dati alla presidenza degli Stati Uniti.
editoriale del Wall Street Journal, 13/09/04

Bivio e incrocio a sinistra

Fausto ed Ernesto divergono


Massimo e Walter convergono
Scongiurare le primarie di Prodi,
linea dellasse DAlema-Veltroni
Rifondazione uno. Si intensificano le voci
di una possibile scissione dentr o Rifondazione comunista. A lasciar e il par tito non
dovrebbero esser e tanto gli oppositori
PASSEGGIATE ROMANE

trotzkisti, quanto il cosiddetto gr uppo dellErnesto, gli ex cossuttiani, quella par te


del partito formalmente in maggioranza ma
che soffre della spr egiudicatezza della li nea politica adottata da Fausto Ber tinotti.
Il segretario, per, non sembra temere questa ipotesi. E anzi pr eoccupato del contrario. Teme cio che il suo tentativo di far e
chiarezza dentro Rifondazione, costruendo
una maggioranza pi ristr etta ma pi fida ta, con gli ex cossuttiani allopposizione, diventi impraticabile, per ch lEr nesto al
congresso potrebbe, attraverso la solita mediazione e il compromesso interno made
vecchio Pci, non farsi mettere ai margini.
Rifondazione due. Raccontano che Luigi
Cremaschi sia di pessimo umore. Il sindacalista della Cgil si era illuso di poter suc cedere a Bertinotti. Quando infatti sembrava che il leader di Rifondazione avesse in tenzione di passare la mano a un dirigente
pi giovane, Cr emaschi aveva pensato di
potersi porre come punto di mediazione tra
le diverse anime del partito. Ma il leader di
Rifondazione ha cambiato idea. Ha capito
che deve attendere le politiche del 2006, altrimenti il rischio che nel par tito spaccato la sua linea non passi. Lunico modo per
farla risultare vincente rimanere in sella,
perch nessuno avrebbe il coraggio di scalzare Bertinotti.
Sondaggi uno. Gli ultimi sondaggi davano
un Prodi in fase calante. Per questo Pr odi
corso ai ripari, cambiando stile. Pi ag gressivo e meno buonista.
Sondaggi due. Gli ultimi dati riser vati
preoccupano il centr osinistra. Secondo
questi sondaggi il centr odestra viene dato
in ripresa, mentre lopposizione, persa nei
litigi, starebbe perdendo terreno.
Primarie uno. Massimo DAlema sarebbe
ancora contrario allo str umento delle primarie proposto da Prodi. Secondo il pr esidente della Quercia, infatti, le primarie ri schiano di ingenerare ulteriori disordini allinterno dello schieramento. Secondo DAlema bisogner ebbe tr ovare un altr o strumento tipo una mega assemblea in cui si
voti per incoronare Prodi.
Primarie due. Il presidente della Commissione europea, invece, continua a pen sare che le primarie siano lo strumento migliore non solo per stabilizzar e la sua candidatura, messa a rischio dalle sor tite di
Francesco Rutelli e degli ex popolari della
Margherita (anche se, ieri, si giunti alla
convocazione della riunione dei segr etari
dei partiti della lista Uniti nellUlivo per luned), ma anche per lanciare la coalizione.
A giudizio di Prodi le primarie dovrebbero
tenersi prima delle regionali. Questo con sentirebbe di usufruire di un trampolino di
lancio per una coalizione che deve vincer e
la sfida delle regionali per prendere la rincorsa in vista delle politiche del 2006.
Primarie tr e: pare che una volta tanto
Massimo DAlema e Walter Veltroni siano
daccordo su un punto. Da ambienti della
Quercia, infatti, filtra che anche il sindaco
di Roma sarebbe contrario alle primarie. I
maligni aggiungono: una volta legittimato
dalle primarie, Prodi diventa di fatto dif ficilmente scalzabile, ragion per cui il sindaco di Roma dovrebbe rassegnarsi ad aspettare ancora un giro prima di poter aspirare
al ruolo di candidato premier.

Distrazione di massa
La via documentaristica alla
destituzione della Bush Family
ha una teoria per ogni gusto
New York. La via documentaristica alla
destituzione di George W. Bush passa dal Cinema Village di Manhattan, ritrovo per cinefili radical chic di New York. Coda, cassa,
biglietto e due spiegazioni contraddittorie
sulla sanguinosa guerra in Iraq. Nella sala
di destra c Bush s Brain, il cervello di
Bush, ovvero Karl Rove, un documentario
che spiega come lavventura in Mesopotamia
sia opera esclusiva dello stratega elettorale
della Casa Bianca, perch, secondo Rove, il
presidente aveva bisogno di un bel conflit tone armato, non impor ta dove, per balzar e
in testa ai sondaggi. Armi di distruzione di
massa, democrazia in medio oriente, Al Qaida, dottrina del primo colpo sono tutte bal le: la guerra in Iraq uno dei tanti spor chi
trucchi cui ci ha abituati Karl Rove nella
sua carriera di cinico consulente elettorale.
Chi, invece, alla cassa di quello stesso ci nema ha comprato il biglietto per il film in
proiezione nella sala di sinistra, Hijacking
Catastrophe, trova la stessa premessa ma
uno sbocco opposto: Karl Rove non viene
neppure citato, e la guerra non stata preparata durante questo mandato per rivincere le
elezioni, ma stata pr ogrammata negli anni della
presidenza di Bush senior. Un progetto che fu
rinviato a causa della
vittoria di Bill Clinton,
dice la voce narrante, dimenticandosi che fu proprio
Bush padre a lasciare Saddam al
suo posto e poi a suggerir e al figlio di non avventurarsi in
Iraq. Per Hijacking Cata strophe il cattivone, il cervello di Bush, questa volta non
Rove ma Paul W olfowitz, e con
lui la sua cricca di ebr ei neocon, pi volte paragonata ai nazisti. Il cambio di regime a Baghdad stato preparato quattordici anni fa
per dominare il mondo attraverso il contr ollo delle risorse petrolifere. Ma, attenzione:
non solo lIraq, anche lAfghanistan. Secondo
il documentario anche la guer ra ai talebani
non aveva nulla a che far e con il ter rorismo,
ma piuttosto con il pr ogetto imperialista dei
neocon. S, anche lAfghanistan. C di pi. Il
documentario lascia intendere che dietro alla catastrofe dell11 settembre ci possano essere loro, i neoconservatori. La prova starebbe in un documento neocon, pr eparato dopo
il crollo del comunismo, secondo cui lAme rica avrebbe dovuto restare in guardia e usare la sua forza e i suoi principi di liber t per
prevenire la nascita di un nuovo rivale capa ce, magari, di provocare unaltra Pearl Harbor. Alle parole unaltra Pearl Harbor si
sono alzati grandi oohhh di stupor e, seguiti da applausi a scena aperta quando uno degli intervistati ha detto che i neocon andr ebbero processati e condannati. Cio quella che
fu unanalisi corretta di quanto sarebbe potuto accadere, e poi infatti accadde, nel film
diventa la prova del complotto per dir ottare
la catastrofe, la politica estera, il cer vello di
Bush, qualsiasi cosa. Le fonti sono i soliti
Noam Chomsky e molti altri, tra cui la nuova
star del Comune di Roma, Benjamin Barber.
Sono tesi che i giornali di tutto il mondo
ripetono da tre anni, tuttaltro che opinioni
carbonare. Eppure questi documentari a
senso unico vengono pr esentati come con troinformazione e alter nativa al pensier o
unico che guiderebbe i media. C anche un
terzo documentario, Outfoxed (di cui Il Foglio ha scritto l8 settembre), dove si spiega
che la guerra un affare per limpero di Rupert Murdoch. Non c solo Michael Moor e,
dunque. Ma almeno il regista di Fahrenheit
9/11 non vuole che il suo film agli Oscar partecipi nella categoria dei documentari.
Il governatore stupido di Silver City
Nel fronte cinematografico contro Bush
c anche un film in uscita nei prossimi giorni, Silver City. Racconta di un gover natore del T exas stupido, gaffeur , incapace di
parlare e manovrato da un potentissimo e
perfido stratega elettorale. Il regista, John
Sayles, dice esplicitamente che il personaggio ispirato a Bush. E finita? No non fi nita. Anche il rock sceso in campo, e non
solo con i concerti di Bruce Springsteen. I
Rem stanno per fare uscire un album inte ramente dedicato alla guerra al terrorismo
di Bush, mentre Steve Earle, una specie di
Springsteen per comunista, ha appena pubblicato The revolution starts now, chiamata alle armi contro Bush, la sua guerra e le
sue politiche economiche che favoriscono le
assunzioni allestero. Uno dei brani si inti tola Condi, Condi, un altro spiega che sia
il marine inviato in Iraq sia il kamikaze
mandato a uccidere innocenti sono vittime
degli stessi signori della guerra.
Poi c la saggistica anti Bush, ultimamente in ribasso visto il grande successo del
libro anti Kerry dei reduci del Vietnam. Nelle librerie lora dei saggi anti Bush ma
molto chic. Uno lha scritto lelegante dir ettore di Vanity Fair, Graydon Carter, What
weve lost, con contumelie a non finir e. Un
altro, Bushworld, della perfida signora
del New York Times, Maureen Dowd. Infine,
lultimo, vira sul gossip fino a scrivere che
Bush sniffava cocaina a Camp David. The
Family scritto dalla screditata biografa di
Nancy Reagan, Kitty Kelly. La sua fonte, lex
cognata di Bush, ha gi smentito. Nonostan te lo sforzo artistico per i sondaggi svelano
che gli americani preferiscono Bush.

Il successo economico Usa

Tassi bassi e basse tasse,


tutti i dati provano
che servirebbe anche qui
Bush figlio riesce dove il padre fall,
grazie a coraggiosi abbattimenti
fiscali che da noi Follini condanna

E Greenspan batte la Bce


Roma. Occhi puntati, domani, sulla riunione del vertice Opec a V ienna e sui dati
della produzione industriale americana in
agosto, e gioved sullindice di fiducia dei
consumatori rilevato dallUniversit del Michigan. Saranno decisivi i dati dei nuovi occupati americani registrati a settembre, ormai non solo i consiglieri della Casa Bianca,
ma anche osservatori europei non sospetti
di tifare Bush come ieri Marcello De Cecco sul supplemento economia di Repubblica riconoscono che al presidente uscente
il fine tuning riuscito meglio che al pa dre. Grazie alla piena cooperazione di una
politica monetaria lasca, tenuta per un
tempo eccezionalmente lungo da Alan
Greenspan alla Fed, e di una politica fiscale di vigorosi abbattimenti delle aliquote
sui redditi personali e sui dividendi dimpresa, gli Stati
Uniti sono riusciti esattamente in ci che allEuropa
non riesce. Uscire rapidissimamente, gi nel novembre
2001, da una r ecessione durata
in realt pochi mesi, e riprendere il sentiero della
crescita con tassi superiori al 4 per cento nel
primo semestre di questanno, e probabilmente pari ad almeno il 3,5 nel secondo.
Senza inflazione e con
unaltissima produttivit,
anche se questa ha il difetto di rendere da una parte meglio
sostenibile il deficit della bilancia dei pagamenti, ma dallaltra di creare un numero
di posti di lavoro aggiuntivi inferiore a
quanto una crescita tanto elevata farebbe
presumere.
E una lezione valida solo per lAmerica?
E perch mai? Quando lonorevole Marco
Follini, nel discorso conclusivo della festa
dellUdc, scandisce piantiamola di guardare alla Thatcher e a Reagan, quando ribadisce il suo no agli abbattimenti delle aliquote marginali, sostenendo che bisogna
pensare prima ai redditi bassi e dopo, molto dopo, a quelli alti, mostra di ignorare alcuni elementari ma considerevoli effetti,
che quella terapia fiscale ha ottenuto negli
Usa. Meglio allora esemplificare, cifre alla
mano e senza tema di smentite.
Leconomia americana era in crescita, sotto Bill Clinton nel 1996. Eppure ora, se si paragonano i dati depurandoli dallinflazione,
molto pi robusta, malgrado la recessione
del 2001 e grazie a Greenspan coi bassi tassi
e Bush con le basse tasse. Nel 1996, il pil procapite reale annuo - appunto depurato
dellinflazione per paragonarlo a quello
odierno era pari a 30.800 dollari. Nellestate del 2004 era circa pari a 36.700 dollari, con
un aumento del 19 per cento, mica briciole.
Anche rispetto alla stessa campagna eletto rale del 2000, in cui Bush sconfisse di misu ra Al Gore, lincremento del 5,5 per cento.
Nel 1996 il reddito procapite annuo disponibile una volta cio pagate le imposte am montava in media negli States a 22.500 dol lari. Alla fine del secondo trimestre del 2004
ha raggiunto i 27.150 dollari, con un aumen to spettacolare del 21 per cento. Rispetto al
2000, laumento del 7 per cento. Se poi si
sposta il punto di osservazione non a ci che
il cittadino guadagna ma a ci che concretamente spende, perch tale indicatore comprende anche i trasferimenti ai poveri e agli
anziani, ecco che nel 1996 i consumi pr ocapite americani depurati dallinflazione am montavano a 20.835 dollari annui, mentr e a
met 2004 hanno raggiunto i 25.765 dollari,
con un aumento del 24 per cento in otto an ni e dell8 per cento rispetto al 2000.
I profitti dimpresa
Vogliamo parlare delle imprese? I profitti dimpresa corrono negli Usa verso i 925
miliardi di dollari attesi in un anno a met
2004. In leggera contrazione rispetto ai 942
attesi nellanno alla fine del terzo trimestre
2003: ma in aumento di ben il 26 per cento
rispetto ai 736 miliardi registrati nel 1996.
Da allora laumento del 26 per cento e del
22 per cento rispetto al 2000. V ogliamo parlare delle ore lavorate? Sono cresciute del
16 per cento rispetto al 1996. Con un salario
medio orario superiore dell8,2 per cento rispetto ad allora, e del 2 rispetto al 2000. Certo, si dir, ma tutto ci avvenuto peggiorando lindebitamento a scapito delle generazioni successive. Ma non solo lelevata
produttivit, anche il saldo demografico positivo rende possibile agli Usa sostenere, assai meglio che a un paese ad alte tasse, deficit pubblici annui nellordine del 4-5 per
cento del pil.
Prima di dichiararsi tanto fieri di non
considerare esemplare questo impressionante successo, che ha sconfitto con le basse imposte la recessione e accresciuto la capacit di consumo e lavoro dei contribuenti, di profitto e investimento delle imprese,
bisognerebbe avere in mano ricette almeno
altrettanto efficaci. Non costruite per, sulla spesa pubblica che sgozza lo sviluppo e
placa solo sindacati e apparati di partito.

ANNO IX NUMERO 254 - PAG 2

Estate
Crolla il mito di Tatler, giornale
a cui i giovani Elkann non
dovrebbero pi dare interviste
ome ti crolla un mito. Il numer o di otC
tobre del tuo giornale preferito viene
esposto il 10 di settembr e nelle edicole

londinesi, ovvero nelle edicole dellunica


citt in cui Tatler abbia un senso.
Uno strillo di coper tina (il terzo
dallalto, sulla sinistra) dice Lerede Fiat - Il nipote di Gianni
Agnelli d la sua prima in tervista, e gi l aggrotti la
fronte. John Elkann detto Jaki detto anche
il concorrente naturale del Mio gr osso
grasso matrimonio greco al concorso per
chi dimostra il pi sublime cattivo gusto
nellorganizzazione di una festa di nozze,
John detto Jaki non ha mai dato uninter vista? Mah, forse era tr oppo impegnato a
far liste di nozze. Cer to, non da T atler
farsi dare unintervista e chiuder e il giornale prima delle nozze e poi uscir e dopo,
quando lintervista sembrer bollita. Mah.
Vediamo.
Sfogli fino ad arrivare a una pagina che
ti ricorda qualcosa. Il titolo Following in
Giannis Fiat steps diviso su tre righe: la
prima rossa, la seconda bianca, la ter za
verde. N on vedevi niente di simile da
quando, unora fa, eri da Harrods, ove in
corso unimprobabile promozione del made in Italy e, al piano terra, fra un tricolore e laltro, c in dif fusione Perch perch la domenica mi lasci sempr e sola
niente di meglio, per pr ovocare unemorragia di clienti verso Har vey Nichols. Ma
non divagare, non perderti nel tricolor e,
guarda piuttosto la pagina a fianco. Questo
fotografato fra gli alberi ma abbigliato da
lupo di mare non lo sposo. E il fratello.
Lapo sto con Martina Stella hai presente
quella che nellUltimo bacio non ne voleva sapere di mollare Accorsi e dopo il film
di Placido abbiamo capito tutti per ch
Elkann. Lapo Elkann non ha mai dato
unintervista? Giureresti di averne lette
anche sul Corriere dei Piccoli, ma sicuramente ti sbagli. Tatler il pi bel giornale
del mondo, e non fa di queste cialtr onate:
se dice che la prima inter vista, la pri ma intervista, punto. Pazienza se il pi bel
giornale del mondo cialtroneggia con lortografia dei nomi italiani come neanche in
Italia coi nomi inglesi, pazienza se scrive
Giovanino con una n e pazienza persino se dice che Lapo per met intellet tuale essendo suo padr e un rinomato
scrittore. Non per queste minuzie che il
mito di T atler crolla. Crolla nelle righe
adiacenti. Quelle in cui V assi Chamberlain (che a Lapo deve aver fatto due co glioni, perch da quel che racconta per
mettere insieme queste quattro paginette
si sono visti una mezza dozzina di volte e
larticolo comincia dicendo che allultimo
incontro Lapo era reticente, ettecr edo,
non ne poteva pi, della petulanza di Vassi Chamberlain che chiedeva dei vestiti
del nonno e dellamor e di Martina e di
quelle note in Italia come felpas) virgoletta come di Lapo quello che non pu che
essere un errore suo di trascrizione del la registrazione, o di lapsus negli appunti,
o di memoria (ma Google nei computer
della Cond Nast non c?). Insomma V assi chiede che razza di nome sia Lapo, e Lapo cos risponder ebbe: Guido i vor rei
che tu Lapo ed io/ fossimo pr esi per incantamento. Non grave che V assi invece di i vorrei scriva io vor rei, quanto
che addebiti al pover o Lapo tale infelice
attribuzione: E la Divina Commedia di
Dante. Ora non che una pensi che Lapo
abbia fatto un liceo cos buono da ricordare ogni opera di Dante: ma, se uno si chia ma Lapo, plausibile ricordi qual la famosa opera in cui viene citato il suo nome.

Lunica domanda da fare e non fatta


A quel punto passa tutto in secondo piano. Persino che Vassi non capisca che quella appesa nella camera da letto di Lapo,
quella in cui lui bacia la mano a Martina, la
quale Martina indossa un abito di Missoni
che successivamente verr visto addosso a
Laura Pausini, quella non una qualunque
foto dei due fidanzatini, bens quella del
primo incontro ufficiale, alla soire alla
quale, dice la leggenda, Lapo arriv con la
Arcuri e dalla quale se ne and con la Stella. Anche che Vassi non chieda a Lapo se
sia vero, che quella serata and cos. Anche
Lapo che sbuca a torso nudo da dietro lanta dellarmadio in una stanza ornata da un
cappello da alpino. La prima intervista.
Forse intendevano la prima a Tatler. Fossimo un Elkann, sarebbe anche lultima.
Guia Soncini

IL FOGLIO QUOTIDIANO

MARTED 14 SETTEMBRE 2004

LA FESTA DEL RITORNO DI CARMINE ABA TE

Una bella storia, un vero narratore, un ritmo perfetto, forse troppo

u succedere di dover constatare (a me


P
succede spesso) che i libri migliori non
somigliano al tipo di letteratura che ci sa remmo augurati e che ci piacerebbe leggeSCRITTORI ITALIANI

re. Gli scrittori non ubbidiscono ai piani e


ai desideri dei critici. Aggr edire o ignorare un autor e, negare che valga qualcosa
soltanto perch la nostra strategia pr evedeva altro, dare la precedenza allideo logia o al pr egiudizio, ignorando ci che
avviene.
Io per esempio non immaginavo che si
potessero scrivere con abilit e convinzio ne storie tradizionali come La festa del ritorno di Carmine Abate (Mondadori, pp.
161, euro 7,80). Ma devo riconoscer e che
questo racconto lungo, o micr oromanzo di
formazione, par ticolarmente riuscito.
Abate sa raccontare, un autentico narratore. Allinizio, quando ho capito che avrei
avuto a che fare con un universo contadino
scomparso mi sono un po scoraggiato: te mevo la maniera, il folclor e, il poeticismo
della genuinit pr emoderna. Ogni resistenza per venuta meno dopo qualche
pagina. Il linguaggio di Abate non ha niente di artificioso, privo di compiacimenti
e risponde per fettamente alle necessit
della narrazione. La lingua usata (un ita liano mescolato di dialetto calabr ese e di
arbreshe, la lingua delle comunit al banesi) fa parte del mondo narrato e quel
mondo poteva esser e raccontato soltanto
in quella lingua.
E vero che Car mine Abate pu esser e
definito un nar ratore-poeta: ma non nel
senso che elude le necessit del racconto
per esprimersi o per concedersi digr essioni liriche. Quanto c di poetico nel racconto deriva da due semplici scelte, discutibili ma funzionali e pr ecise. Abate sce glie come narratore-protagonista un bambino dai sei agli undici anni e gli fa rac contare il suo rappor to con il padr e, un
emigrato che lavora da anni nel nord della
Francia e che ritorna in famiglia solo per
le vacanze invernali. Inoltre, fisicamente e

simbolicamente, dalla prima allultima pagina, la narrazione prende corpo intorno ai


fuochi che si accendono in piazza la notte
di N atale, davanti alla chiesa del paese.
Sembra che tutto nasca da quel fuoco cr epitante e dallo sciame di scintille sollevate
dal vento nottur no. In quella notte lanno
sta per finire e la vita pu ricominciar e. E
esattamente l che vengono rivelati i segreti e le paure, che si prendono le decisioni,
che si rievoca il passato e si guarda al futuro. Padre e figlio intor no a quei fal inver nali condividono la stessa esperienza e si
scambiano le emozioni pi forti.
A Carmine Abate piace raccontar e e
ascoltare storie come a un bambino che resta in paese pensando a suo padr e lontano
o come a un padre che ha bisogno di suo figlio per trasmettere la sua esperienza e per
confessarsi. Da uomo adulto a uomo-bam bino avviene il passaggio di conoscenza e di
responsabilit. Ci sono zone della nar rativa italiana attuale che su questo antico problema non sorvolano affatto. Il rapporto padre-figlio riemerge inaspettatamente negli
autori pi diversi: nel Duca di Mantova di
Cordelli, per esempio, o in T uo figlio di
Villalta.
In questo libro di Abate per tutto avviene come in una favola iniziatica o in una
parabola delle origini. Il miglior e amico
del protagonista un cane, padr e e figlio
vanno a caccia insieme, ci sono alberi e fiori, uccelli, lepri e cinghiali, in campagna o
al mare si possono incontrar e misteriosi
viandanti, i ragazzi giocano nei vicoli o vanno a tuffarsi in uno stagno fangoso.
Abate in possesso di una spiccata abilit naturale nellimpadronirsi dellattenzione del lettore. Il ritmo perfetto, la voce
narrante del bambino credibile e rende
interessante tutto ci che fa, vede, pensa e
annusa: ero seduto sul muretto del vicolo
di casa e annusavo il vento che scappava inseguito dal mio cane (pag. 15). Pi avanti:
Entrai in casa. La porta era aperta come
sempre e il profumo di zagara aveva inondato lingresso. Oppure: Il giorno della Pasquetta andammo in campagna e portammo

due grandi ceste stracolme di kcupe e di


pane, salcicce, soppressate, lasagne al for no, frittata, prosciutto, sardella, olive nere e
verdi, bottiglie di vino e aranciata (pag. 23).
O ancora: La mattina ripetevo il mio rito
scaramantico: mi svegliavo prima di tutti,
andavo al lettone e controllavo che mio padre fosse ancora l; a volte gli sfioravo i capelli con le dita, gli carezzavo la spalla.
Mentre lui continuava a dor mire, la faccia
affondata tra i seni della mamma (pag. 25).
Il mondo raccontato da Abate pr ofondamente connesso, denso e gremito di presenze fisiche. Ma questa compattezza pi
poetica che realistica: o meglio si tratta di
un realismo che pr ecede il disincanto. Il
punto di vista del nar ratore-bambino e la
sua lingua veloce e vivace fanno sentire che
Abate appartiene a una nar rativa su cui si
stende ancora lombra lunga di V erga o di
Corrado Alvaro e che arriva fino ai racconti giovanili di Italo Calvino: discorso indi retto libero, paratassi, fisicit un po fiabe sca, avventure nel paesaggio, uomini rudi e
donne passionali, il dramma dellemigrato,
le feste di paese, i vincoli sessuali e fami gliari misteriosi e potenti.
Il paradiso perduto delle origini
Lautore stesso ha vissuto di persona una
vita da emigrato e, come si sa, nellemigrato
si sviluppa di solito il desiderio che nel suo
ambiente di provenienza tutto resti inalterato per sempre. E come se Abate avesse
scritto questo libro per rispondere al bisogno di toccare, saggiare, frequentare ancora una volta, in una specie di ritualit rigenerante, il paradiso perduto delle origini, il
luogo nel quale ogni felicit e ogni angoscia
era carica di significato e di rivelazioni.
Il limite maggior e del libr o nella sua
perfezione. Lambiente sociale non abbastanza caratterizzato, viene dato per noto. Il
che vuol dire che lo scrittore rimanda implicitamente il lettor e a una conoscenza
convenzionale. Ma se la vita di un paese
la stessa sempre e dovunque e non vale la
pena di parlarne, allora anche la storia raccontata emerge da uno sfondo indistinto,

immobile, e finisce a sua volta per risentire di una certa convenzionalit, sia pure la
convenzionalit delle cose semplici e grandi che si ripetono con poche variazioni nellesperienza di tutti allinizio della vita.
Questa chiusura rispetto allambiente,
che nello stesso tempo drammatica e armonica, e che sembrerebbe rispecchiare
soltanto lottica ancora infantile del pr otagonista, tutto concentrato sul padre che appare e scompare, trasforma la famiglia in
un microcosmo impenetrabile. I conflitti famigliari, con tutte le loro gradazioni, vengono visti solo dallinterno e possono trovare
soluzioni soltanto endogene. Non compaiono personaggi che non facciano parte della
famiglia. Intorno allasse figlio-padre ruotano tre donne: madre, nonna, sorella. Naturalmente lelemento pi dinamico del gruppo questa ragazza, la ventenne Elisa, stu dentessa universitaria. Il solo personaggio
estraneo un tipo misterioso e ambivalen te, un uomo gi maturo e stranamente giovane, che diventer lamante segr eto della
ragazza e che alla fine si riveler la figura
pi inquietante e minacciosa della storia.
Ma larmonia e la sicurezza verranno ristabilite dal giovane protagonista. Difendendo sua sorella con il fucile di suo padre,
Marco esce dallinfanzia e fa ingresso nellet responsabile. Il finale offre al lettore
parecchie soddisfazioni, ma nella forma
dellhappy end. La ragazza evade finalmente dal paese e trascor re un periodo felice a Parigi. Il padre, lemigrato inquieto,
sempre troppo lontano dai suoi famigliari,
butta la valigia nel fuoco e annuncia solennemente, in pubblico, che non partir pi:
la festa del ritorno continuer per sempre.
Troppo bello per esser e vero? O no? Gli
italiani e gli italo-albanesi forse non emigrano pi. Anche Carmine Abate (apprendo
dal risvolto di copertina) dopo essere emigrato in Germania ritornato in Italia e vive in T rentino, dove insegna. Eppure mai
come oggi lumanit emigra, quasi sempre
senza ritorno, da innumerevoli paesi verso
innumerevoli altri.
Alfonso Berardinelli

DUE INCIAMPI PER IL FUTURO DI MLLER

Si poteva osare di pi, note a margine della Mostra del Cinema


ester o non rester
R
Marco Mller a Venezia? Il contratto pre-

vedeva una verifica dopo la Mostra 2004. Lautovalutazione del direttore, durante la conferenza stampa finale e
dopo lautocritica per i
disservizi organizzativi,

VENEZIA 61
si attesta sul sette pi. Suf ficienza abbondante, da studente cinematograficamente
preparato ma distratto, che accumula troppi
titoli senza badare alla durata. Gli orari fis sati per le proiezioni non rispettavano i mi nutaggi dei film, figuriamoci se cera il tem po di far sfollare il pubblico. Controlli antiterrorismo neanche a parlarne. Lunica volta
che hanno frugato borse e zainetti si trattava
di diktat imposto dal produttore giapponese
Ghibli: temeva il furto di immagini, essendo
Il castello errante di Howl presentato in
prima mondiale.
Gli inciampi alla conferma, o esami di ri parazione, ver tono sulle delicate materie
dei film italiani e dei film americani. La prima serve come pretesto: a Cannes non vince
una pellicola indigena da diciotto anni, senza che nella patria dello sciovinismo nessu no abbia mai chiesto la testa del dir ettore.
Lospitalit offerta al cinema internazionale
non si traduce in una corsia pr eferenziale
per i padroni di casa. Il caso Bellocchio dellanno scorso (che port alla cacciata di De
Hadeln, gi colpevole di non aver impedito
il premio a Magdalene) ben diverso dal
caso Amelio di questanno. Buongiorno notte era un bellissimo film, rimasto al palo
per faide inter ne al cinema italiano. Le
chiavi di casa un non-film che ricatta con
i buoni sentimenti. Lode alla giuria capita nata da John Boorman per non essere caduta nel tranello. Anche se il raddoppio dei
premi su Vera Drake di Mike Leigh (con
coppa Volpi a Imelda Staunton) e su Mare
dentro di Alejandro Amenbar (con coppa
Volpi a Javier Bar dem) confligge con lidea
che i film meritevoli fosser o troppi. E che i
film brutti facessero tirare un sospiro di sollievo ai giurati, confusi come un bambino in
pasticceria.
Dallanno prossimo, si dice, un nuovo r e-

golamento eviter gli ingorghi. Fosse gi stato in vigore, avrebbe potuto dirottare qualche premio su un film americano. Loro s che
da sempre sono le cenerentole dei festival
darte e cultura. Questanno i divi sono tor nati numerosi sulla passerella del Lido, sia
pure tutti accalcati nei primi gior ni (poi devono andare a Toronto, che apre il 9 settembre, oppure a Deauville, sfasato di tre giorni
rispetto a Venezia). Sono tornati da veri sportivi: dura ripresentarsi a un festival dove
Nicole Kidman si vide soffiare un premio da
Sandra Ceccarelli. Un film Usa da osannare
nel concorso cera: Palindromes di T odd
Solondz, geniale andata e ritorno sui passi di
una dodicenne che vuole farsi mettere in-

cinta per forza. Meritava almeno un pr emio


collettivo alle attrici che ogni quarto dora si
alternano nel ruolo di Aviva.
Il dilemma gara o non gara? da sempre
toglie il sonno ai direttori e ai selezionatori
di festival. Sarebbe bastato ammettere tra i
concorrenti al Leone doro Gregg Araki con
lo splendido Mysterious Skin e Michael
Mann con lo splendido Collateral per dormire sonni tranquilli. Oppur e (siamo o non
siamo in diretta concorrenza con Cannes,
che mise in competizione Shr ek uno e
due?) gli squali animati di Shark Tale. Anche in materia di cinema francofono si poteva osare un po, revocando i diritti acquisiti.
Tra limbarazzante Franois Ozon di Cinq

Premio Lavorare meno, lavorare tutti a


Le chiavi di casa di Amelio. Lautore piazza
l un commovente ragazzo cer ebroleso, un
pap ritrovato, e li mette on the r oad per uno

(Corriere) e Gloria Satta (Messaggero). La prima ha descritto labito aiutami-a-dir e-arancione della Johansson come color corallo;
la seconda lha definito dun r osso squillante. Premio Grand Hotel ai troppi film italiani tutto cuore-amore-dolore e titoli da canzonetta (Ovunque sei, Te lo leggo negli occhi, Volevo solo dormirle addosso). Premio Enduring Boredom per il film di W im
Wenders, il tedioso e didascalico Land of
Freedom, visto back-to-back (sigh) con lal trettanto lento Le chiavi di casa. Premio
Politically Correct al pubblico festivaliero:
poich era dedicata al decennale della fine
dellapartheid in Sudafrica, si insolitamente astenuto dai fischi per la curiosa sigla di
questanno: un Leone asmatico accompagnato da un brano che sembrava T om Waits in
reverse play. Coppa Se te pa Pirandello! a
Michele Placido, che ha invocato lautore siciliano come ispirazione per il suo fischiatissimo Ovunque sei. Premio Shut up &
sit down ai giornalisti che si sono alzati sulle zampe posteriori, gridando allo scandalo
per lungaggini e disguidi della diretta finale
su Rai2, come se non fosse cos tutti gli anni
e anche peggio. Almeno questanno ci siamo
rifatti gli occhi con La Fenice restaurata.
Coppa Vespasiano al filisteo Alberto Crespi
dellUnit, che avrebbe preferito pi cessi
per il costo dei magnifici Leoni di Dante Ferretti (7 nomination allOscar): 7 a 0 per Fer retti. Arrivederci al 2005, con laugurio daltrettanti buoni film e un palin sesto pi umano.

PREMI PULCINELLA

scontato viaggio chiamato amore. Lo sforzo


di scrivere una sceneggiatura lo lascia al
pubblico pagante. Premio Il resto di niente
per la cena (?) in onore del film omonimo nel
chiostro di S. Nicol: solo pochi antipasti e come dessert biscotti della prima colazione, il
tutto spazzolato in fr etta. Meno male che al meno un quarto degli invitati ha disertato, altrimenti tutti a letto senza cena. Premio Tengo famiglia ai giornalisti italiani, che deridono a voce i film nazionali, e poi scrivono recensioni agiografiche. Premio Lavorare con
lentezza ai camerieri alla cena di chiusura
nel chiostro di S. Marco. Hanno fatto loro lo
slogan sessantottino, facendo passar e ore tra
le minuscole portate nouvelle cuisine, tra
cui un rancido tonno. Per poi trasformarsi in
Bersaglieri appena ser vito il dolce, unico
piatto utile per sfamarsi, sbattendo le sedie
sopra i tavoli e costringendo gli ospiti ancora
col cucchiaio in mano a sloggiar e. Premio
Fashion victim alla bella e tracagnotta
Scarlett Johansson per il lungo abito aran cione-sgargiante e, come se non bastasse,
unacconciatura ottocentesca con boccoloni
laterali. Katherine Hepburn consigliava di riflettere a lungo prima dindossar e colori difficilmente donanti come il giallo e larancio ne. Premio Daltonico per Giuseppina Manin

fois deux e lo sfilacciato film di Clair e Denis, Lintrus (entrambi in concorso), La


femme de Gilles del belga Frdric Fonteyne (nella sezione Orizzonti) riconciliava
con la regia e il lavoro degli attori. Ennesimo
delitto compiuto in nome e per conto del cinema dautore, che domina i festival e svuota le sale.
Le malelingue dicono che Mller abbia arraffato tutto larraffabile, lasciando a bocca
asciutta altri festival di minor richiamo. Dif ficile fargliene una colpa, visto che nessuno
gioca per perdere. L azzardo di aver sbandierato, prima ancora di annunciar e i titoli,
che questa sarebbe stata la Mostra pi bella degli ultimi dieci anni, ha gi avuto il suo
contrappasso nellinvettiva scagliata contro
di lui da Harvey W einstein della Miramax:
Gli far un paio di scarponcini di cemento
prima di gettarlo in laguna. Lanno prossimo
(se sar riconfermato) garantisce meno film.
Speriamo sia la volta buona: lo aveva gi promesso questanno. Medaglia autoassegnata
(dal direttore a s medesimo) per la retrospettiva dedicata al cinema italiano di genere: Kings of the Bs. Viva la foca! di Nando Cicero ha fatto il pienone anche se preceduto da un soporifero dibattito (niente di
peggio della filologia applicata alle bar zellette). Quentin Tarantino e Joe Dante, in veste di padrini, si sono deliziati e interrogati
sulle madeleine sanguinarie della loro educazione sentimentale. Che non compr ende
nulla di simile ai documentari di Michael
Moore: lavevamo gi sospettato in quel di
Cannes e ora ne abbiamo la certezza.
N ella serie Le ultime parole famose
(sempre pronunciate dal direttore) stupiscono i rimbrotti ai critici che hanno str oncato
il film di Michele Placido, Ovunque sei.
Ridere era il minimo. In alternativa, avendo
pi a cuore le sorti di un cinema che non riesce a essere allaltezza delle proprie ambizioni, potevamo sbattere la testa contro il
muro. N on che a met festival venga la
smania di fischiare un film italiano, come
qualcuno ha scritto. E che davanti a cer ti
dialoghi, firmati da romanzieri superpremiati, cadono le braccia. E che davanti a immagini come quelle girate da Mazzacurati
non crediamo ai nostri occhi. E che davanti
alle allieve poco dotate di Nanni Moretti rivalutiamo perfino i film iraniani.
Mariarosa Mancuso

PICCOLA POSTA
di Adriano Sofri

Caro Giuliano, ho ascoltato Marco Pannella denunciare il mancato versamento italiano della quota destina ta al Fondo mondiale per lAids (quello
stabilito al G8 genovese, che parve a
molti lunico risultato utile dellincontro), e ne ho poi letto sul Corriere. Mi ha
in particolare impressionato largomento di un parlamentare competente,
non importa di che par tito: Lintervento in Iraq ci costato molto pi del pr evisto. Il semplice accostamento delle
due voci contabili mi sembrato infame. Ma ora voglio usare loccasione per
porti una questione riguar dante la presenza militare in Iraq. La questione :
non bisognerebbe discuterne sulla base
dei fatti, ormai abbastanza consolidati
da permettere una valutazione? Non mi
interessa qui la risposta pregiudiziale
che nega comunque la pr esenza militare in nome del ripudio della guerra.
Dalla parte opposta, si pu sostenere, altrettanto pregiudizialmente, che il ritiro
del contingente italiano indebolir ebbe,
come fece quello spagnolo, la collaborazione internazionale nella transizione
irachena. Largomento simbolicamente importante, ma non pu bastare a eludere una informazione e una valutazio ne sul modo e lefficacia della presenza
italiana a questo punto. Mettiamo che si
siano ridotti allestremo i compiti origi nari la formazione della polizia locale,
la collaborazione alla sicurezza di una
regione, la protezione di iniziative umanitarie eccetera e che la parte maggiore delle risorse materiali e psicologiche
dei nostri militari sia impiegata nellautodifesa, e in un arroccamento sempre
pi stretto. Mettiamo che i sentimenti e
gli atteggiamenti della popolazione locale siano sempre meno simpatizzanti, o
addirittura sempre pi ostili. Mettiamo
che gli assalti che le nostre forze subiscono siano sempre pi metodici e minacciosi, e che un orgoglio militare, o,
pi incresciosamente, la rassegnazione
a compiacere le autorit politiche, inducano i responsabili della missione a
minimizzare pubblicamente i costi e i rischi reali. Questi e gli altri argomenti
che una seria conoscenza della situazione suggerirebbe, non dovrebbero essere
al centro di una riflessione sulla presenza italiana? Il ricatto vigliacco di se questratori e sgozzatori non pu essere
preso in conto, ed senzaltr o benvenuta la distinzione fra limpegno alla salvezza di vite minacciate e la rivendicazione politica del ritiro del contingente.
Ma quando si far una documentata di scussione sulleffettiva situazione della
presenza militare italiana?

IL RIEMPITIVO

di Pietrangelo Buttafuoco

AGENZIA SCALFARI. Il
Fondatore, in piena prima pagina su Repubblica tredicesima riga del sermone
di domenica si lascia scappar e un refuso di testa scrivendo anzich ai lettori ai elettori. Come minimo, si sta candidando per il municipio di Velletri.
AGEN ZIA CIN EMA. Unidea per la
prossima seduta del Cda dellIstituto Luce. Visto leffetto speciale di Accorsi:
proporlo per interpretare Matrix?
AGEN ZIA DAN TE. Parlando de La
mano di Dante, un romanzo irresistibile, una signora di nome Bor gese che lha
recensito per Io Donna ha scritto pi o
meno come non aprirlo? per quanto
promette di essere bello, ma anche co me non richiuderlo? per ch pare che
nelle prime pagine sbuchi ossessivamente una parola di cinque letter e con due
zeta dentro: sar tazza? Oppur e pazzo,
sozzo, zozzo, r ozzo, pozzo, cozzo, bozzo,
gozzo? Forse truzzo (no, questa no per ch sono gi sei).

AGENDA MIELI
Portavoce donna per For za
Italia. Ottima idea. Evi tare per casting a Co logno. Silv. Dirglielo.
Lind. Lanz. Ottimo editoriale
ediz. Corriere Roma. Dirglielo.
Massimo preoccupato per logoramento di Roman. Maggiore intesa. Dirglielo.
Sempre pi lontana possibilit vittoria
centro-sinistra. Previt. Organizzare cena.
Dirlo pure. Fare venire anche Sabbat.

ANNO IX NUMERO 254 - PAG 3

EDITORIALI
Incredulit (e onest) di un giornalista
Ettore Mo testimonia, otto anni dopo: vide un eroe, era un cannibale

a strage di Beslan ha definitivamente chiarito che lindipendentismo ceceno si integrato e sottomesso alle di sumane logiche del terrore. I pi recenti
rapimenti e lassassinio di Enzo Baldoni
in Iraq hanno fatto capire che anche qui
non si tratta di r esistenza ma di terrorismo, senza sconti o impunit per nessuno. Di fronte a questi fatti, fra chi si
era impegnato a sostenere i movimenti
antiamericani e antirussi dandone uninterpretazione che si rivelata sbagliata,
domina lincredulit. Ne d una testimonianza onesta linviato del Cor riere della Sera Ettore Mo, che rievocando i suoi
incontri con il capo ceceno Shamil Basayev dopo la strage della scuola elementare in Ossezia, riguarda con amarezza alle sue antiche convinzioni. Sullimmagine delluomo non indif ferente
ai destini dolorosi dellumanit si imprime oggi quella della strage, e Mo ne
ricava angoscia per la propria ingenuit
di allora. Per avere considerato eroe
una persona che, pi tardi, si sarebbe dimostrata indegna e capace di decisioni
infami, come quella di sacrificare degli
scolaretti nel primo giorno di scuola per
realizzare propri obiettivi politici. Altri,
invece, continuano a far prevalere le
convinzioni sui fatti, anche quando sono
cos tragicamente eloquenti.

E interessante che il maggior e quotidiano italiano, dando rilievo anche alle


riflessioni autocritiche, aiuti chi vuole
comprendere a farlo, superando lincr edulit. Daltronde non la prima volta
che la dura lezione dei fatti impone di rivedere le opinioni pi radicate. Quando
un sindacalista della Cisl, Bruno Manghi,
riport in Italia le notizie sul genocidio
che stavano commettendo gli uomini di
Pol Pot in Cambogia, in un primo tempo
fu subissato di insulti. Che leroica lotta
di liberazione dei popoli indocinesi si
trasformasse in un crimine dalle dimensioni indicibili non sembrava credibile e
per un pezzo non fu creduto. Sta in questa tendenza a voler acconciare i fatti alle convinzioni, e non viceversa, la radice
di tante aberrazioni ideologiche, e non
solo a sinistra. La radice della campagna
negazionista, secondo la quale i campi di
sterminio nazisti sono solo uninvenzione propagandistica dei vincitori del se condo conflitto mondiale, la stessa. Si
pu capire che si faccia fatica a mutar e
il proprio giudizio, come ha fatto Mo con
dolorosa onest intellettuale. Per farlo,
per, bisogna conservare una disponibilit a leggere la realt. E non da tutti,
come ricorda Edmondo Berselli in un
clamoroso articolo nellEspresso, il cui
succo pubblichiamo in quarta pagina.

Parigi e Berlino tartassano lest


Assurda lidea di togliere i fondi europei ai paesi che hanno tasse basse

Scheveningen, nel fine settimana,


i ministri dellEconomia dei paesi
dellUnione europea hanno discusso
della riforma del Patto di stabilit di
Amsterdam, ma anche dellarmonizzazione della tassazione delle societ. Ed
emersa una curiosa schizofrenia, perch la Francia e la Germania che chiedono lallentamento del vincolo del deficit del tre per cento per rilanciare leconomia, si oppongono alle basse imposte sui profitti dei paesi dellest. La
Germania vorrebbe che si fissasse un
livello sotto il quale non si pu scendere. Lo zar francese delleconomia Nicolas Sarkozy appoggia questa richie sta, ma rendendosi conto che non avr
mai il consenso della Gran Bretagna e
dellIrlanda, che non vogliono rinunciare al diritto allautonomia di aliquote, propone che si tolgano le sovvenzioni del Fondo sociale e del Fon do di sviluppo regionale dellUnione
europea agli Stati con basse imposte,
con largomento che se le possono permettere solo perch ricevono tali aiuti.
La proposta assurda, dato che questi
fondi sono erogati sulla base di parametri oggettivi relativi agli indici di di-

soccupazione e di reddito pro capite, e


i paesi dellest tengono meritoriamente basse le tasse sulle imprese proprio
per promuovere lo sviluppo economi co. La proposta non ha alcuna probabilit di ottenere la maggioranza. La
Francia e la Germania che osteggiano
le basse imposte non si rendono conto
che la loro posizione su questo tema
inoltre contraddittoria con linvocata
modifica del patto di stabilit al fine di
poter attuare una politica fiscale di rilancio economico. Anzich avversare
le riduzioni delle aliquote alle impr ese degli altri paesi, quelli con aliquote
alte fra cui lItalia dovrebbero ridurle,
per dare luogo a una vera politica di rilancio dello sviluppo dellUnione europea. I disavanzi dovuti a un eccesso
di spese sociali danno un sollievo sul
lato della domanda, ma pesano e strangolano sul lato dellofferta. Un deficit
derivante da riduzioni fiscali genera rilancio perch stimola lofferta, e nel
medio termine si finanzia da s, come
mostra lesperienza americana. La concorrenza fiscale il contrario di una
minaccia, salutare per rimuovere la
sclerosi delleconomia europea.

Lattivismo del Coniglio europeo


Zapatero cerca spazio nellUnione per la sua linea scappa-e-fuggi

l premier spagnolo Jos Luis Rodriguez Zapatero, parlando a T unisi


qualche giorno fa, aveva sostenuto una
tesi irresponsabile: se anche gli altri
paesi presenti in Iraq seguissero il suo
esempio, cio fuggissero di fronte agli
attacchi terroristici, le cose finirebbero
con il sistemarsi perch, dice, cos si
creerebbero aspettative pi favorevoli. Favorevoli a chi non difficile immaginarlo. Il leader di al Qaida al
Zawahiri, che gi canta vittoria da qualche nascondiglio segreto, se si desse
retta a Zapatero lo farebbe dal pi alto
dei minareti di Baghdad. Quello che
Zapatero non vuole intendere che il
terrorismo islamico, che precede e non
segue la guerra a Saddam Hussein, pu
vincere, se non viene fermato con gli
unici strumenti adatti, che non sono
certo quelli del cedimento e della fuga
dalle responsabilit.
Ora, per propagandare la fuga, il primo ministro spagnolo ha organizzato un
vertice con Gerhard Schroeder e Jacques Chirac, che lhanno accettato anche per ridurre leffetto del forfait di

Tony Blair, che ha disdetto bruscamente un incontro a tre gi programmato.


Lattivismo di Zapatero, che punta a
consolidare una specie di fr onte della
fuga, sarebbe patetico se la situazione,
cos grave, non lo r endesse pericoloso.
La sfida della democrazia, in Iraq come
in Afghanistan (dove le truppe spagnole, per dirla tutta, sono restate e sono
anche aumentate di numero), si gioca
sulla possibilit di tenere elezioni che
le varie formazioni di terroristi cercano
in ogni modo di impedire. Il loro obiettivo quello di far sprofondare quei
paesi in una interminabile guerra civile. La Spagna, che ha vissuto la pi lunga e tragica guerra civile europea, dovrebbe sapere bene che cosa significhi.
Riconoscere le vittime di quella guerra
e risarcirle, come Zapatero ha annunciato di voler far e, moralmente e po liticamente incompatibile con una po litica che si disinteressa del rischio
concreto che quella tragedia si rinnovi
altrove. Zapatero, per, nella sua ansia
di protagonismo un po naf, non si po ne problemi di questo genere.

IL FOGLIO QUOTIDIANO MARTED 14 SETTEMBRE 2004

Nulla di fatto allAiea sul programma atomico iraniano che riparte. Khamenei: Resistere in ogni forma allaggressione

Cos gli ayatollah beffano lEuropa (che aveva creduto loro)


Roma. Ieri i 35 membri del Boar d of governors dellA genzia atomica internazionale si sono confr ontati tutto il
giorno con quella che a tutti gli ef fetti una bef fa bella e
buona, giocata dal regime di Teheran ai danni dellEuropa.
Lannuncio della volont iraniana di iniziar e a processare 37 tonnellate di uranio da cui si potrebbero trarre circa 100 chili di combustibile fissile ar ricchito, buone a for nire cinque testate da 10-15 chilotoni in pieno spr egio
dellaccordo che nellottobre del 2003 Teheran raggiunse allAiea con i rappr esentanti di Gran Br etagna, Francia e
Germania. Lintento iraniano era di aggirare le pressioni di
Washington e Israele trattando soltanto con gli eur opei, ai
quali promise la sospensione dei programmi nucleari finch gli ispettori dellAgenzia non avessero comprovato che
aveva ragione il governo di Teheran, e cio che i pr ogrammi erano limitati a un basso ar ricchimento del combustibile fissile, esclusivamente rivolto al fine di tenerlo pronto
allimpiego per la centrale nuclear e civile di Busher, che
lIran realizza con la cooperazione r ussa.
Senonch gli ispettori dellAiea hanno scoper to per
una volta che il regime mentiva. Nellimpianto di Natanz,
nel centro del paese, fur ono inequivocabilmente registrate emissioni da radioisotopi incompatibili con il basso ar ricchimento dichiarato da Teheran, e coerenti invece con i

sospettati programmi militari. Quando gli ispettori si r ecarono al centr o di alti studi di fisica nuclear e dellUniversit di Teheran, lo trovarono smantellato senza spiega zioni credibili. Dopo le rimostranze in primavera dei tr e
paesi europei, il nuovo Parlamento iraniano in cui lala
radicale aveva ripreso il sopravvento denunci come giuridicamente infondata la moratoria contrattata con lEuropa. Nel frattempo il regime passava dalla simpatia sia pur
non dichiarata e forsanche da qualche collaborazione segreta con le forze della coalizione che hanno sloggiato i talebani dallAfghanistan, alla cr escente condanna di Iraqi
Freedom, soprattutto da quando divenuta evidente la
pressione militar e e di intelligence per contener e linfluenza iraniana nellarea sciita e nel conflitto politico in terno iracheno. Di qui lannuncio della ripr esa del pr ogramma nucleare. E ieri per la prima volta dopo anni e
dopo l11 settembre un fier o discorso della Guida supr ema della rivoluzione iraniana, Ali Khamenei, in cui si at tacca e condanna il silenzio dei paesi arabi r ei di non resistere in ogni luogo e in ogni for ma allarrogante aggressione che gli Stati Uniti stanno portando, in nome della lotta al terrorismo, al mondo musulmano e allislam tutto.
Il problema che sono Francia, Germania e Gran Bretagna a essere e a sentirsi bef fati, e a minacciare ora di por-

tare la questione davanti al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, se lAiea non adottasse immediatamente la li nea dura contr o lIran. Il dir ettore dellAgenzia, Moham med ElBaradei, che a Washington non perdona le pressioni subite nella vicenda irachena, si pr ecipitato a dichiarare che non considera nemmeno la data del pr ossimo novembre quando torner a riunirsi il Board of Governors
una scadenza buona a minacciare sanzioni. In altre parole,
lIran sa di poter contar e su un sostanziale via libera. E il
delegato iraniano a Vienna, infatti, Hossein Mousavian, ieri, angelico come un agnellino, sosteneva che il suo gover no proprio non capisce tanto scompiglio. Teheran sa di poter contare sullesplicito veto russo, di fronte a unipotetica
iniziativa in Consiglio di sicur ezza, da sempr e Mosca ha
identificato nel sostegno al nucleare degli ayatollah un fattore di equilibrio nello scacchier e, rispetto agli inter essi
petroliferi statunitensi nella penisola arabica.
Le fonti ufficiali israeliane, ieri, deridevano lEuropa. Il
capo dellintelligence militare israeliano, il generale Aharon Zeevi Farkash, rinviava allunica esplicita dichiarazione che non esclude opzioni di forza, in caso lIran non volesse sentire ragioni. Oltre a Israele, da sempre su questa
posizione, soltanto Condoleezza Rice a nome degli Stati
Uniti ha assunto laltroieri una simile posizione.

Cronaca dalla manifestazione degli insediamenti contro il piano di ritiro da Gaza. In 40 mila hanno cantato Il cuore piange

Lidea del referendum mette Netanyahu alla testa del corteo


Gerusalemme. Cshe Halev Bohe, quan do il cuore piange, cantavano circa 40 mila
persone, a Kikar Zion, nel centro di Gerusalemme, riempiendo le strade di Ben Yehuda
e di Jaffa Street durante la manifestazione
di domenica indetta dal Y esha Council
(acronimo per Giudea, Samaria e Gaza) contro il piano di ritir o unilaterale, definito un
crimine contro lumanit. Ragazzi, bambini
e adulti, sotto lo slogan noi abbiamo lamore e vinceremo, hanno par tecipato uniti
per dare appoggio ai coloni dellar ea di Gush Katif a Gaza e della Samaria, primi a do ver evacuare. Centinaia di bandier e israeliane sventolavano, mentre gli oratori della
protesta proclamavano che il piano di Ariel
Sharon sta dividendo la nazione e che non
fermer il terrorismo palestinese. Non ce
ne andremo via dalle nostre case dice una
donna di Gush Katif al Foglio Shar on non
riuscir mai a separare gli ebrei dalle pr o-

prie terre ancestrali. Sul palco, bambini in


bianco cantavano canzoni patriottiche, poi
cinque minuti di silenzio per le vittime del
terrorismo e una pr eghiera per ricor dare
che il sogno della Grande Er etz Israel an cora vivo. Una fiaccolata verso la casa del
premier ha seguito la manifestazione.
Secondo i gior nali israeliani, Shar on sa
quello che vuole e non si far intimidire. Yochanan Tzoref, ex ufficiale dellIDF a Gaza,
spiega al Foglio che il piano di disimpegno
inevitabile. Ci troviamo davanti a un punto morto, in cui le due par ti in conflitto non
riescono ad andare avanti e a prendere decisioni per il futuro. Sharon conosce i rischi
che corre allinterno della coalizione e sta
cercando di concentrarsi sui punti che il
Consiglio dei ministri ha gi appr ovato, accennando soltanto le date per levacuazione
dei mitnachelim (coloni). Shar on dice
Tzoref arrivato alla conclusione che, se

Israele vuole continuar e a esistere, deve


muoversi in maniera unilaterale. Y asser
Arafat non un partner con cui poter dialogare e i palestinesi non inizieranno mai a
parlare di pace senza discutere il ritorno dei
rifugiati del 1948, inaccettabile per Israele.
La chiave per il successo di Sharon allinterno del Likud sta nellappoggio politico di
Bibi Netanyahu, Limor Livnat e Silvan Sha lom, grazie ai quali ha avuto una maggio ranza parlamentare sulla legge del risar cimento di 10 mila coloni che lasceranno i 21
insediamenti a Gaza e i quattro nel nord della West Bank, nonostante la forte opposizione di alcuni membri del suo stesso partito e
del Partito nazional religioso (Pnr). Effi Eitam, leader del Pnr, ha dichiarato che se il
piano di Sharon andr avanti, il suo par tito
lascer la coalizione. Yosef Lapid, leader di
Shinui, ha detto che se il Pnr uscir dalla
coalizione, spera che si possano iniziar e

nuove negoziazioni con il Par tito Laburista


per un governo dunit nazionale.
Secondo la stampa israeliana, con il nuo vo anno, la popolazione dIsraele sar chia mata alle elezioni anticipate. Nuove ele zioni dice Tzoref permetterebbero a Sharon di legittimare il proprio piano e di formare nuove alleanze politiche con Shimon
Peres o Ehud Barak. Se il piano di disim pegno avr luogo sar il pi importante cambio storico dalla nascita dIsraele. Dopo il ritiro da Gaza, la societ israeliana non sar
pi la stessa, specialmente la classe r eligiosa, educata nel sogno del Grande Er
etz
Israel e pronta alluso della forza per difendere i suoi ideali. Secondo il ministr o degli
Affari sociali del Pnr, Zevlun Orlev, nel caso
il piano non passi alla Knesset, un referendum nazionale (chiesto anche da Benjamin
Netanyahu), sarebbe lunico modo per evi tare il rischio di una guerra civile in Israele.

Stampa francese in crisi. Tempi stretti per il quotidiano diretto da Colombani: richieste 100 dimissioni volontarie

La smania di scoop e la sindrome Moore fanno male al Monde


Parigi. La colonna del gior nalismo francese pi autor evole e prestigiosa, Le Monde, sta vacillando. Con conti in
rosso ormai da tre anni calo delle vendite in edicola, del
fatturato pubblicitario e degli annunci di lavor o la propriet ha chiesto un piano di 100 esuberi volontari sui 750
dipendenti del quotidiano. E in tempi stretti: entro ottobre
chi sar interessato alle dimissioni dovr farsi avanti per
andarsene a inizio 2005. Gioved o venerd il consiglio damministrazione incontra i sindacati dei dipendenti per illu strare la situazione, conti alla mano, e iniziare le trattative.
La parola dordine dellazienda concertazione, nel tentativo di ottenere collaborazione dai rappresentanti dei lavoratori. Ma il patr on Jean-Marie Colombani dovr dimo strare che il pr ogetto dei tagli sar suf ficiente a far rie mergere il gruppo dal baratr o, per non trovarsi in un futuro non troppo lontano a dover procedere ad altre riduzioni
del personale.
C chi accusa la svolta sensazionalista del quotidiano
come principale causa della perdita di copie: il tentativo di
essere pi aderente allattualit sarebbe andato a discapito dellobiettivit, portando allabbandono di tanti lettori
affezionati. E c chi parla di gestione finanziaria poco ac corta di un quotidiano che fagocita tutti i capitali fr eschi
delle nuove acquisizioni. Cos la corazzata ha cominciato a

far acqua da tutte le par ti: 12,5 milioni di eur o di perdita


nel 2001, diventati 17,27 milioni nel 2002 con un fatturato rispettivamente di 403 e 435 milioni, e 23 milioni nel 2003 a
fronte di un fatturato di 184 milioni. Alain Faujas, rappr esentante del sindacato nazionale dei gior nalisti (Snj) nella
redazione di Le Monde, spiega al Foglio che tra i dipen denti lo stato danimo attuale la perplessit. Lazienda, finora, aveva minimizzato la por tata delle per dite. E ora
chiede di ricorrere ai tagli del personale su base volonta ria. Il progetto di bilancio prevedeva, nel 2004, una perdita
di 3 milioni di eur o. Ma noi sappiamo dice Faujas che
questo deficit sara ben maggiore, perch la pubblicit non
conforme al bilancio e le entrate delle vendite in edicola
si stanno riducendo negli ultimi 5-6 mesi tra l8 e il 15 per
cento. In agosto abbiamo perso 30 mila copie al giorno, cio
un calo del 15 per cento.
Con lesodo delle 100 persone pr eviste, di cui cir ca 40
giornalisti, la direzione vuole risparmiare tra i 9 e i 10 mi lioni di euro. Cio meno della met delle per dite del 2003.
E sembra che voglia affrontare il trasloco di sede di fine anno a tagli compiuti. Noi porremo molte domande alla direzione dichiara Faujas per capir e se questo piano
sufficiente, e soprattutto per saper e quali saranno le for mule di accompagnamento sociale, gli incentivi alle dimis-

sioni, la formazione professionale. Non vorremmo che queste dimissioni da volontarie si trasformassero in obbligate,
come in altre aziende, e che il processo fosse brutale. E vorremmo anche scoprir e se c dellaltr o. Se lazienda non
pensa di risparmiare anche, per esempio, dal settor e immobiliare o dai benefit dei quadri superiori. Intanto si fa
strada lipotesi di trasformare il giornale in un quotidiano
del mattino nel 2006. Ma potrebbe essere unarma a doppio
taglio che comporta nuove spese.
La crisi di Le Monde sinserisce in un panorama della
stampa quotidiana francese non tr oppo allegro. Secondo
Franois Boissarie, primo segr etario del sindacato nazio nale dei giornalisti, tra i malati gravi, in continua per dita,
si contano France Soir della Poligrafici Editoriale, lHu manit (giornale dellex partito comunista) e il cattolico La
Croix. Oltr e a Le Monde, al quale Boissarie attribuisce
unimprudenza gestionale, Libration ha alcune dif ficolt
finanziarie. Le Figaro, acquisito da un gr uppo industriale
dassalto, ha un problema di indipendenza dopinione dalla propriet. Vanno bene invece gli economici Les Echos,
La Tribune et Agefi, cos come il locale Le Parisien e lo
sportivo LEquipe. In grande af fanno appare soprattutto
France Soir, che allinizio di ottobr e dovrebbe presentare
un progetto operativo con probabili tagli di personale.

Le polemiche sul programma di Raitre, che si dimenticato del terrorismo palestinese

LOnu? Un bamboccio in mano a Israele. Report informa


Roma. Lassociazione Italia-Israele lha
accusata di antisemitismo travestito di falso pacifismo catto-comunista, e di falsificazione di fatti storici. Milena Gabanelli,
famosa conduttrice di Report, la trasmissione dinchiesta di Rai tre, ha subito risposto che lantisemitismo non le appartiene
come cultura. Un po di faziosit, per,
senzaltro s. Report ha dedicato la prima
puntata, venerd scorso a Se questo lO nu, viaggio dentro e fuori le Nazioni Unite,
lunico strumento che il mondo ha per
mantenere la pace e ostacolare il terrorismo. Inchieste sui costi dellorganizzazioni, sulle missioni fallite, sul non aver saputo evitare la guerra in Iraq, e sulla sudditanza nei confronti degli americani. Immagini, commenti in studio, interviste: Hans
Blix, Shirin Ebadi, funzionari Onu, funzio nari Unicef, missionari, generali, gente co mune. E la questione israelo-palestinese in
icono che la propria casa stia esattamente dove nasce larcobaleno,
D
sostiene uno dei protagonisti del romanzo

di Antonio Dal Masetto. Un posto che


non deve essere facile da raggiungere, risponde un altr o personaggio. E infatti
Dante, Ramiro, Jorge e Cucurucho a una
vera casa non arriveranno mai. La loro vita sbandata si consumer tra viaggi, stan ze di hotel e letti sconosciuti, fino ad approdare ad un sonnolento paese della
pampa argentina, Bosque, dove il destino
li fermer per sempre.
E sempre difficile tor nare a casa
un libro sul silenzio, sullomert, sulla violenza, quella latente che nascondiamo
sotto il tappeto e che basta una scintilla
per fare esploder e. Lo scrittor e italoar gentino conosce bene i luoghi e le atmo sfere che descrive nel suo anomalo thril ler. Aveva dodici anni, infatti, quando nel
1950 abbandon Verbania e il lago Mag giore per raggiungere il padre, che da un
anno lavorava in Ar gentina. Bosque il
ritratto di Salto, lo sper duto villaggio in

primo piano, con parecchio spazio alla ricostruzione dei fatti, alle donne palestinesi,
a Yasser Arafat, che spiega quant illegittimo il muro, ma quasi nessun accenno al terrorismo. Ci chiamano terroristi dice una
palestinese che vive a Gaza ma loro che
uccidono sistematicamente i nostri alberi di
ulivo, loro come li dovremmo chiamare?.
Fine della questione kamikaze. Del resto
largomento era lOnu, che centrano i kamikaze? E comunque un generale palestinese, intervistato, ha spiegato benissimo la
faccenda: Se Israele avesse rispettato tut te le risoluzioni dellOnu, Hamas non esisterebbe. Perfetto. Perch il punto, secondo Report, proprio questo: Sulla questione israelo- palestinese le risoluzioni sono
73, nessuna mai stata applicata, ha detto
Milena Gabanelli in studio (gli interventi
successivi individuano sempre e soltanto
Israele come colpevole della mancata ob-

LIBRI
Antonio Dal Masetto
E SEMPRE DIFFICILE
TORNARE A CASA
227 pp., Einaudi, , euro 16,50
cui Dal Masetto cresciuto e ha imparato
lo spagnolo facendo il garzone e leggendo
i libri della biblioteca. E quel paese cr udele e desolato fatto di case bianche, praticelli curati, sole opprimente e un cielo
vuoto dove tutto pareva smorzarsi diventa il vero protagonista del romanzo. Dal
Masetto lo descrive soffermandosi a raccontare un crescendo di fur ore, una selvaggia caccia alluomo che per una volta
unisce nellodio unintera comunit.
Vittime di tanta cr udelt sono quattro

bedienza allOnu), e via alla ricostruzione


raitreista: Nel 1947 la risoluzione 181 del lOnu decret la nascita dello Stato ebraico
in terra palestinese. Gli Stati arabi insorsero. Lesercito israeliano rispose invadendo
418 villaggi palestinesi. Li rase al suolo, i
profughi furono 800 mila racconta la voce
fuori campo. Non and af fatto cos: Israele
accett la risoluzione dellOnu (disponeva
che il mandato britannico in ter ra palestinese fosse sostituito da due Stati con i confini disegnati) e dopo soltanto otto ore i cinque eserciti della Lega Araba invasero la
Palestina. La Lega Araba rifiut anche lo
Stato palestinese, e i palestinesi stessi non
accettarono la risoluzione, ma nella ricostruzione di Report sempre Israele a farsi
beffe dellOnu, e solo Israele a sparare addosso a uomini, vecchi, bambini. E tagliare alberi dulivo e trattare i detenuti come
gli americani trattano gli iracheni, dice un
poveracci arrivati a Bosque per rapinar e
la banca locale. Ma nel lor o piano qual cosa va storto. E ben presto Dante, Ramiro, Jorge e Cucur ucho vengono inseguiti
come bestie feroci in una gabbia sempre
pi stretta. Quando nel disperato tentati vo di trovare una via di salvezza i quattr o
decidono di separarsi, il racconto insegue
luno o laltr o, in una corsa a per difiato
sempre pi inutile, sempr e pi priva di
speranza. Nella loro fuga, incontrano una
zitella ninfomane, un pr ete ipocrita, un
avvocato che approfitta della confusione
per uccidere la moglie. Tra tanti uomini e
donne spietati, lunico personaggio uma no un povero pazzo, deriso dalla beffa di
un matrimonio immaginario. E sono i fal liti rapinatori gli unici in grado di pr ovare piet, di commuoversi ascoltando una
sonata di Chopin, o la storia di un amor e
finito male. Alla fine, a far e da epitaffio
alle loro vite, rimane solo la frase che in
un tragico presagio uno di lor o aveva letto in un libro: Non esiste la morte, esisto
solo io, io che sono destinato a morir e.

ragazzo palestinese. Nessuna testimonianza, invece, dai parenti dei sedici civili israeliani esplosi sui due autobus a Beersheba,
la settimana scorsa, con la rivendicazione di
Hamas. O di qualche altro scempio in ristoranti, discoteche, pizzerie. Report raccoglie
la voce anche delle brigate Martiri di al Aqsa, che accusano lOnu di subire pressioni
da parte israeliana e americana. Gli ame ricani sostengono gli israeliani che quindi
se ne strafregano dellOnu perch sono degli intoccabili, come dice a Repor t il portavoce di Kofi Annan, Edward Mortimer. Sono degli intoccabili anche se dentro lOnu ci
sono due commissioni costituite ad hoc per
monitorizzare Israele, sono degli intoccabili nonostante il rifiuto di Arafat a Camp David di cui Report non riporta nulla. Sono degli intoccabili, e quindi forse per questo Report non si occupa di condannare il terrorismo contro Israele.

OGGI - Nord: coperto sulle regioni di


ponente con piogge e temporali. T endenza dalla serata a graduale miglio ramento su Piemonte e Valle dAosta.
Centro: parzialmente nuvoloso in mat tinata con tendenza ad aumento della
nuvolosit dal pomeriggio con associate piogge e temporali. Par ziali schiarite saranno possibili su Mar che ed
Abruzzi. Sud: poco nuvoloso.
DOMANI - Nord: coperto con precipitazioni sparse. Centr o: coperto con
precipitazioni sparse. Sud: molto nuvoloso su Campania e Molise con piogge
locali. Poco nuvoloso altrove.

ANNO IX NUMERO 254 - PAG 4

I vangeli secondi

Al direttore - In questo momento di confusione sembra che lAlitalia abbia smarrito anche il bagaglio culturale di Letizia Moratti.
Gianni Boncompagni

on avevo otto anni quando rinacqui


N
per intercessione. E fu tutto teatrale,
ossia una cosa che avviene in un modo e

Al direttore - Una barbarie senza limiti: a


Rutelli, Prodi non gli ha dato neanche 24 ore di
ultimatum.
Maurizio Crippa

Lautoritaria seriet delle quinte


La nuca, ecco per ch mi sfuggono i ca pelli, perch la nuca ai miei occhi fu tutto.
I capelli si scostavano e la vidi, oppure erano tirati, sollevati, legati, e la vidi. Che
unallieva superiore mabbia lasciato fare,
abbia lasciato impressa per sempre nella
mia mente la sua nuca segno dimmensa
e generosa intimit. Era inverno perch ricordo il freddo del cortile attraversato, noi
coi panni da chiuso allaper to, ma ricordo
il nostro taglio caldo nellaria che, fer ma,
tremava. Davanti a una por ta mi fece zitto
col dito. Io gi non parlavo, quindi intesi cos limperativo: innamorati di me. Mi disse
con la mano: stammi appr esso. Fui cer to.
Entrammo nel teatrino, sul palco. Lei (for se non lei, ma io dico: lei) mi disse stenditi,
sei morto. E io per lei morii. Pianti infanti li di allieve di quar ta, mie spose, mie ma dri, sorelle; lautoritaria seriet delle quinte. Uno che conoscevo di vista antipatica
era San Benedetto, mi cal addosso, mi soffi sul viso e subito il paio danni che aveva
pi di me divent una cinquantina. Alzati,
mi disse. Con ancora gli occhi spenti cercai
lei come la vita, la vidi di tra le felci delle
ciglia, aveva le mani in mano sul davanti,
mi fece s con gli occhi e con il mento, cos per lei rivissi e lei sor rise. (10.continua)
Pasquale Panella

MARTED 14 SETTEMBRE 2004

Un lettore ci dice perch le due Simone sono gli ostaggi sbagliati

Resurrezione e allucinazione,
quando la realt cade
in frantumi nel ricordo

non in vari altri secondo quelle sfumature


con le quali si dipinge sulle scene lombra
e la luce. Si sa che intorno al teatro la vita
marginale. Gli attori mandano a mente la
parte, le parole, le mosse, per ch, in questo mondo, bisogna pur sempre ricordare
qualcosa: per esempio che questa vita,
laltra poltrone rosse (bluastre, verdine).
Cominciamo coi versi elementari, battuti
tutti secondo un infantile ritmo binario,
metallici e limpidi come i martelli primaverili dai balconi restaurati. Un colpo e
uneco, una sillaba ferma, concreta, laltra
perplessa, vacillante allaria. Quale delle
due pi minacciosa? Non so, a seconda.
Ci che veramente ricordiamo conteneva
in s qualcosa di meccanico, una molla,
una granfia che scattava su una ruota dentata. Ricordiamo i nostri innesti, le nostre
code di rondine, le calettature, le nostre
superfici di sezione, i nostri incastri, le
congiunzioni. E anche ricordiamo come
non avvenne, quando sui nostri fogli leonardeschi (nellirrealizzazione chiunque
un grande ingegno) ali, eliche, tubi, spira li restavano, spalle al muro come dire sulla carta, immobili, a osservare il mondo
che, magari danzando, sfumava. Ricordiamo pi i nostri gomiti che il nostro pensiero (perch il gomito un giunto, lamplesso lo arrossa, come le ginocchia), ricordiamo gli accidenti pi di quel grande insie me di sentimenti misti alla realt che li accoglieva come il cratere della farina riceve la calata delle uova. L incidente dei
denti urtati lo ricordiamo pi del bacio,
che sembra sempre una baraonda, una
corsa ai posti migliori, una ressa allentrata di unarena, come la pioggia quando tocca i tetti e poi ci disperdiamo gocciolando da tutti gli orli, da quei nostri mar gini
che sono le labbra. Nel bacio ci affolliamo
come se finalmente fosse quello il luogo,
fosse quello il momento, ma i baci, si sa,
hanno questo potere (lo stesso dei desideri): sgretolano continuamente il luogo sul
quale poggiano, insinuano sempre il dubbio che quel tempo non sia nostr o. Ma un
dente contro un dente ci risveglia, ci fa ri dere o ci fa pi famelici, attenua o eccita,
io credo che tu ti sia fatta pi male, tu lo
credi di me. Dallallucinato universale del
bacio scendiamo sulla lingua della terra.
La realt cade in frantumi nel ricordo, e il
ricordo subito, non dopo. Il mondo accade come un finimondo, noi mettiamo a
contatto frammenti che non combaciano (e
perch dovrebbero se il bacio allucina zione e ci che accade un urto?), cosicch la realt ritorna in accostamenti surreali. Resuscitai in inverno, lo ricordo perch andai vivo al mio ritorno in vita. Unallieva superiore mi venne a prelevare in
aula. Credo che avesse contemporaneamente le trecce e i capelli corti, lunghi e
neri, biondina, la castana era r ossa, ricordo due bretelle bianche sulla schiena,
oblique in croce, e la nuca. Questa la volta, quella fu, lo , la volta in cui sar ei andato con lei dovunque. Sono cose che si
dicono, le pessime espressioni, la verit,
nella quale lo stile inciampa e cade.

IL FOGLIO QUOTIDIANO

Al direttore - V isto che il presidente degli


Stati Uniti governa il mondo, perch non dovremmo avere anche noi il diritto di voto? si
domanda Carlo De Benedetti. E visto che Re pubblica governa la sinistra, perch non dovremmo scegliere tutti insieme il direttore?
Roberto Alatri, Roma
Al direttore - Fassino alla festa dellUnit
parla delle due Simone, lUnit stessa scrive
In piazza per le due Simone, idem la Repubblica forum per le Simone. Ormai si coniuga
tutto, lunica cosa che la sinistra incapace di
coniugare lotta al terrorismo. Parla sempre
di lotta contro Berlusconi, contro Bush, contro
la guerra. Ma quando si tratta di terrorismo, il
termine lotta viene sostituito dal pi edulcorato combattere il terrorismo. La differenza
minima ma sottile e fondamentale. Lotta vuol
dire impegnarsi anima e corpo per cercare di
sconfiggere lavversario. Combattere invece non
implica un impegno diretto. Infatti si pu combattere qualcuno anche trovando un accordo

con lui, di non belligeranza per esempio


Luigi Ruggiero, Torino
Fassino uno che ci pr ova, a sgombrare
lo spazio politico di sinistra dagli equivoci,
ma gli equivoci sono resistenti. Non so se la
sua segnalazione semantica, sulla differenza tra lottare e combattere, sia azzeccata,
ma ci siamo capiti.

Alta Societ
Madonna va a caccia di uccelli nella tenuta, appena comprata, di Ashcombe Manor, nello Wiltshire.
Al direttore - Tra la societ liberale occiden tale e la teocrazia sognata e praticata dal ter rorismo islamista c, tra le tante, una differenza alla quale sono particolarmente affezionato:
allautorit religiosa non compete dare la linea
politica ai governi. Questo tutto quanto mi
sento di dire sul proclama dei rabbini.
Paolo Luti, via Internet
N lo pretendono, i rabbini, di dare la linea. Dicono la loro. Punto.
Al direttore - Almeno tre considerazioni sul
pronunciamento dei rabbini israeliani: 1. Alla
faccia di chi vorrebbe richiamare anche i valo-

ri giudaici nella costituzione europea! 2. Chi


predica lo scontro di civilt coi mussulmani si
prepari anche allo scontro tra la civilt (cristiana) e la barbarie (giudaica). 3. I palestinesi
civili e innocenti potr ebbero adottare la stessa
teoria dei rabbini e uccidere gli israeliani per
non essere le vittime di una guerra preventiva?
Bruno Telleschi, Roma
Al direttore - Secondo il T
ransatlantic
Trends 2004 lItalia il paese che in Europa
pi filoamericano. Secondo lEurobarometro
della Commissione europea, meno della met
degli italiani ritiene che Israele e Usa siano una
minaccia per la pace, gli altri grandi paesi europei hanno percentuali pi negative. Secondo
gli analisti, lItalia che emerge da questi sondaggi pi europeista e atlantista di altri paesi, non ha cio la visione di unEuropa concorrente agli Usa. La sorpresa di questi sondaggi non sta tanto nei suoi risultati quanto in
quello che gli analisti non dicono mai, e cio
che sin dai primi anni 80 Mar co Pannella, e i
radicali italiani transnazionali, che stanno
sempre dalla parte dei paesi democratici, hanno promosso, in Italia innanzitutto, la campagna per Israele nellUe; hanno promosso e stanno lavorando per la Communities of Democracy (la possibile futura Onu dei paesi demo cratici); hanno lanciato nella scorsa campagna
elettorale per le eur opee lo slogan Stati Uniti
dEuropa e dAmerica con lingresso di Turchia
e Israele nellUnione Europea, temi questi che

sicuramente contribuiscono a differenziare le


percentuali dellItalia rispetto agli altri paesi
europei. La conclusione mi pare ovvia: occorrono pi radicali transnazionali in Francia, in
Germania e negli altri paesi europei.
Sergio Rovasio, Bruxelles
Il vizio della propaganda non vi abbandona mai, ma un vizio o una vir tu?
Al direttore - Il commento pi dif fuso al rapimento delle due volontarie italiane da parte,
sembrerebbe, dei terroristi islamici, che questi
estremisti assassini non fanno troppe distinzioni fra italiani occupanti e italiani amici del
popolo iracheno. Giusto, ma pi impor tante
forse unaltra considerazione. Aver rapito due
donne come la Pari e la Torretta non stato affatto casuale e ha un sovrappi di valor e simbolico che non dobbiamo dimenticare. Si tratta
di due donne giovanissime ma liber e, indipendenti, persino temerarie. Due donne che sono
una sorta di idealtipo della decadente donna
occidentale. Due donne che solamente con la
loro vita e il loro comportamento sconfessano le
idee di subordinazione della donna che gli ortodossi della religione islamica vorrebbero accreditare. Un tempo le idee di liberazione della
donna erano un vessillo della sinistra. Oggi certa sinistra (maggioritaria?) se la prende con gli
Stati Uniti e finisce per ignorare lideologia premoderna che ispira i terroristi.
Corrado Ocone, via Internet

Berselli e la guerra del terrore, le idee di una persona libera e seria

sequestr o di Simona Pari e Simona


laddio alle favole umanita Irie.lTorretta
Qualcuno ha dichiarato la guer ra
contro di noi, e manda a dir e che tutte le
TRA VIRGOLETTE

armi sono utilizzabili.


E anche una conferma che gli stereotipi sulla resistenza irachena, come se fos se composta da intr epidi cavalieri delli dentit nazionale, sono carta straccia.
Un pacifista no global vale un militar e
o un bodyguard armato.
Nemmeno il pugno di ferro di Vladimir
Putin e il controllo dei media pu nascon dere levidenza: ossia che anche in Cecenia
il nazionalismo frustrato stato contami nato dallislamismo omicida.
Il cardinale Renato Martino ha dichia-

rato che con gli eventi di Beslan il mondo


contemporaneo scivolato nella quar ta
guerra mondiale.
Ma di per s anche le analisi come quelle di Amato sono elusive. Parlare genericamente di terrorismo significa accettare lidea che sono i cattivi a or ganizzarsi per
produrre malefatte, indicar e il ter rorismo come il nemico supremo significa accreditare la nozione che nuclei maligni,
esenti da qualsiasi razionalit politica, stiano complottando in segr eto contr o la ci vilt. Cos concepito, il ter rorismo
unastrazione.
Davanti alla durezza semantica di Giu liano Ferrara, bisognerebbe avere qualche
ragione seria da oppor re: ad esempio per
trattare nel modo adeguato lislamizzazione a tappe for zate del martirio ceceno, di-

venuto uno dei fronti nichilisti della guerra religiosa islamica contr o loccidente e
concretamente contro la vita dei passegge ri della metr opolitana di Mosca, contr o il
volo dei bambini dellOssezia nel primo
giorno di scuola .
Sar difficile continuare a nutrire lidea
illusoria di un diritto conculcato che si trasforma in dover osa lotta contr o loppressione.
Occorre il realismo sufficiente per riconoscere che c una guerra e qualcuno lha
dichiarata.
A dispetto dei suoi tratti irrazionali, il
terrorismo nichilista contagia le mar ginalit sociali dellislamismo nelle societ eu ropee, si avvale della simpatia delle masse
islamiche per qualsiasi impresa contro il
Satana americano, capitalizza i successi co-

me dimostrano le feste palestinesi per gli


Scud sulle case israeliane nella prima
guerra irachena del 1991, o lentusiasmo
serpeggiante per labbattimento delle T orri gemelle, dieci anni dopo. E per questo
che la parola terrorismo risulta imprecisa
o svagata. Lopposizione oscilla fra il tut ti a casa e una permanenza umanitaria che
non ben chiar o come possa esser e difesa.
Se questa una guerra, bisogner guardarla fino in fondo: e usar e i concetti della
politica per capire che di fronte allabisso
della fer ocia non valgono giustificazioni smi, teorie rassicuranti, proiezioni eufemistiche. Ci vuole il senso della r ealt. E la
realt non fatta per piacer e a tutti.
Edmondo Berselli
dallEspresso n. 37, 16 settembre 2004

Vi scappa linvettiva di mano, cos voi foglianti affondate nel ridicolo


eggo in una lettera al
L
Foglio del 10 settembre
la seguente affermazione:

Sterminare quei bastardi


terroristi e, di seguito, la
felpata esegesi che ne fa il
direttore: si tratterebbe
di unespressione enfatica
ma non scorretta. Beh, s, efCORTESIE PER GLI OSPITI

fettivamente un cincinello enfatica. Ma


perch Giuliano Ferrara si dichiara fraterno a lettere di quel tenore? Ahim, siamo sempre l: perch quelle formule gli appaiono il rovesciamento speculare e, dunque, salutare di ci che egli attribuisce alla sinistra: ovvero una volont di dialogo,
che non pone condizioni e che, fatalmente,
diventa resa e collaborazionismo. Meglio:
una forma di sudditanza intellettuale e morale, definibile come baciare il culo al
nemico (7 settembre). Al lettore che contesta il ricorso a questultima formula, il direttore risponde che criticarla equivale allipocrita pretesa di tenere in questo momento e in questo mondo! un corso di
buona educazione. Insomma, tutto si tie ne. Dal momento che loccidente avrebbe
calato le braghe e non avr ebbe pi spi-

na dorsale (espressioni inspiegabilmente


assenti dal vostro nuovo vocabolario-con-elmetto-e-mimetica), ben vengano i ruggiti
del coniglio (Sterminare): non costano
nulla e ti levano lo sfizio. Poco importa se
non servono ad alcunch. V uoi mettere la
soddisfazione. E esattamente come quei cori allo stadio: Devi morire, devi morire.
Sono trentanni che i disgraziati come me si
danno da fare a spiegare che, a ben vedere,
quella violenza verbale una forma di
elaborazione e canalizzazione dellaggressivit (e bla bla bla): ma qui non stiamo
parlando di Mortadella, capo degli ultr
della Roma, o di Diabolik, leader dei tifosi
della Lazio. Qui lincontinente il direttore
di un autorevole (e, mi raccomando, elegantissimo) quotidiano. E fare un giornale di guerra (il Foglio di ieri), prima di essere una scelta regressiva, rischia di risultare una fanfaronata, che non ricorda linterventismo di Filippo Corridoni (1914-15),
ma quello di Giancarlo Fusco in Vogliamo
i colonnelli (1973).
Insomma, linvettiva genere letterario
nobile e forma espressiva che pu essere altamente morale non esattamente quel
li mortacci urlato da Er Cipolla (al secolo Enzo Salvi).
2. Leggo sul Foglio della scorsa settimana

colonne e colonne sulla inanit e vanit della mobilitazione contro il terrorismo e contro la riduzione di essa a spregevole chiacchiera (9 settembre). Dopo di che in tre
giorni per criticare quella mobilitazione
il Foglio utilizza undici volte il termine
buonismo e derivati. (Dopo aver contato
per diciassette volte laltro termine, tanto
da voi frequentato e vellicato, antiamericanismo, mi sono arreso, prostrato). Ci
manca solo che scriviate i duri e puri (del
buonismo) e il ciclo si chiuder definitiva mente: e quello che era il giornale meglio
scritto dItalia si ridurr come gli altri. Se si
guarda troppo nellabisso di Enzo Biagi
anche solo per irriderlo si finisce, lo sapete, col somigliargli. Buonismo? Ma che pa rola ? Ma non sentite lacido odore del
conformismo soi-disant politicamente scorrettissimo? Via, se voi continuate a scrivere
buonismo o antiamericanismo (senza nemmeno curarvi di articolarne il senso) io dar
di clerico-fascista a Carlo Giovanardi (anche se, a pensarci bene). O scriver toh,
cos imparate cose come una mostra col
motore della Ferrari e la carrozzeria di una
Topolino (Giuliano Urbani). Buonismo? Allora tanto vale ricorrere a trinariciuti.
Meno logorato. Pi blas.
3. Leggo sul Foglio del 9 settembre, a fir-

ma di Guia Soncini, che noi tutti benpensanti, in un paese a forma di Sandro Mayer
e di Oriana Fallaci, ci auguriamo che Nicole Kidman possa portare le sue ossicine
sul palco della mostra di Venezia e giurare solennemente che no, lei non ha una storia con Flavio Briatore. () Neanche amico
di amici. Niente di niente. Io pretendo tali
rassicurazioni da Nicole, perch va bene essere democratici, ma la Kidman e Briatore
no, santa pazienza. Daccordissimo. (Daltra
parte, se uno della sinistra radicale, com
sommessamente il sottoscritto, tiene una rubrica sul Foglio, deve pur scegliersi una linea tra le molte l rappresentate: e io, dopo
che il medesimo quotidiano ha definito radical chic persino il Financial T imes, non
posso che aderire alla tendenza-Soncini:
quella radical gulp). Ma se assumiamo
quella logica sacrosanta, come la mettiamo
con altre coppie improbabili, ma realistiche
e, addirittura, iper -realistiche? Insomma,
va bene essere tolleranti e liberali, ma
anche la coppia Ferrara-Palombelli non
che abbia fatto tutto questo gran bene alla
democrazia, per come la intendiamo noi
della sinistra radical gulp. Insomma, meglio
sparpagliati che vincoli (Peppino De Filippo).
Luigi Manconi

La vulnerabilit fa guadagnare alleati e potenzia la lotta al jihad


Limpostazione della Guerra contro il
terrore fu calibrata dallAmministrazione
Bush per la difesa della stabilit globale e
non solo contro un gruppo di criminali (dotSCENARI

trina Clinton). Per tale motivo la guer ra in


corso andrebbe pi propriamente definita
come una di tipo ordinativo. Contro: (a)
qualsiasi gruppo che ricorre a mezzi terroristici; (b) Stati che dir ettamente o indirettamente li favoriscono; (c) o che sviluppano
armi di distruzione di massa senza dare
credibili garanzie di non aggressivit. Il
metodo preventivo e non solo di contenimento, nonch il raggio globale dellazione,

si sono basati su tre valutazioni. Linsorgenza islamica pronta ad impiegare armi totali e non solo relative. Non sensibile a
messaggi di dissuasione o diplomatici. Un
solo evento nucleare o biochimico pesante
potrebbe indurre, per amplificazione comunicativa, una depressione mondiale forse irrecuperabile. Pertanto necessario eliminare preventivamente la minaccia, dap pertutto, piuttosto che gestirla con conte nimenti che lascerebbero troppo elevato il
rischio di destabilizzazione. Tale teoria ha
ispirato i primi tre anni di guerra. Ma la sua
scala, pur tecnicamente corretta, ha generato una serie di effetti controproducenti
che ne mettono in dubbio la sostenibilit

con tale megaformato. I costi della guerra


sono pesanti e solo a carico statunitense. Altri Stati rilevanti non li condividono perch
temono di pi la formazione di un impero
americano non bilanciabile che il rischio di
instabilit. Le opinioni pubbliche non capiscono la connessione tra stabilizzazione
preventiva, motivo del cambio di regime in
Iraq, e sicurezza, e reagiscono con dissenso.
In sintesi, la guer ra ordinativa a guida Usa
pretende risorse ed adesioni che eccedono
le disponibilit. Quindi il punto tecnico :
come va modificata per darle pi consenso?
Le analisi indicano che la parte meno capita dal pubblico e pi pr oblematica sul piano delle relazioni tra Stati riguarda la pre-

venzione in assenza di minaccia evidente


a tutti. Pertanto bisogner lasciare che il pericolo sia pi visibile per ottenere il consenso adeguato a combatterlo. E un paradosso: per non depotenziare la guerra devo
aumentare la vulnerabilit. Ma il fatto che
la Russia abbia deciso di combattere globalmente il terrore solo dopo un colpo devastante e che la divergenza francese si stia
indebolendo solo dopo un attacco diretto ne
mostra il realismo. Quindi, anche se Bush
fosse riconfermato, probabilmente lintensit degli atti preventivi verr modulata in
base ai requisiti di consenso o, dove non
possibile, silenziata con operazioni segrete.
Carlo Pelanda

Militaria
Il first strike finanziario di Putin
Truppe irachene a rapporto
Il rifugio iraniano di al Zarqawi
Dopo lannuncio che ha seguito la strage
di Beslan, Putin sta mettendo a punto con i
vertici militari e dellintelligence i piani
per la guerra preventiva russa che, sulla
falsa riga del concetto statunitense di at tacco preventivo, dovrebbe consentire anche a Mosca di colpire ovunque terroristi e
fiancheggiatori delleversione islamica. I
primi obiettivi potr ebbero esser e i molti
esponenti dellindipendentismo ceceno rifugiatisi in Eur opa e nel Golfo, con il ri schio che raid tesi a rapirli o a ucciderli
creino problemi diplomatici, come nel febbraio scorso, quando due agenti russi uccisero in Qatar lex pr esidente ceceno Ze limkhan Yandarabiev, che aveva ricevuto
asilo dallemiro Ben Hamad al Thani. Lirritazione del mondo arabo potr ebbe concretizzarsi in un congelamento dei rappor ti economici, che penalizzer ebbe lexport
militare russo verso il Golfo. I paesi pi
esposti sono gli Emirati Arabi Uniti, che
ospitano esuli a caccia di fondi, lArabia
Saudita, patria della setta wahabita, la
Giordania, da dove pr ovengono molti vo lontari per la guer ra in Cecenia, e la T urchia, dove esuli e ong raccolgono denar o
per attivit umanitarie a favore del popolo
ceceno. Sul piano politico ed economico,
Mosca potrebbe attuare una serie di pr essioni affinch cessino i flussi finanziari al la causa cecena pr ovenienti per lo pi da
banche saudite e degli Emirati. Laccordo
di cooperazione nella lotta al ter rorismo
firmato con Israele lascia intender e che
Gerusalemme for nir ampio suppor to
informativo sui legami tra ribelli ceceni e
al Qaida e sulle ramificazioni finanziarie.
Bench Mosca non disponga di uno str umento militare a lunga distanza, i r ussi potrebbero scatenare operazioni militari su
scala pi limitata allinter no dei ter ritori
appartenuti allUrss, for ti dellaccordo di
cooperazione per la difesa e la sicurezza ratificato dalla Russia e dalle repubbliche ex
sovietiche allinterno della Comunit degli
Stati indipendenti, dove sono attivi diversi
movimenti islamici legati ad al Qaida e connessi con i terroristi ceceni.
La battaglia di Najaf ha riacceso il dibattito sulle capacit delle forze di sicurezza
irachene, cir ca 250 mila uomini (inclusi
quelli ancora in addestramento) divisi tra
esercito (40 mila, di cui soltanto 5 mila gi
addestrati), Guardia nazionale (40 mila) e
diverse forze di polizia (170 mila, per tr e
quarti prive di addestramento). Secondo il
ministero della Difesa iracheno, la Guardia
nazionale ha combattuto con successo contro linsur rezione guidata da Moqtada al
Sadr a Najaf (dove sono stati schierati an che 1.900 uomini delle for ze speciali), a
Nassiryiah (47 guerriglieri catturati), a Kut
e a Sadr City, eliminando numerose sacche
di resistenza, e lungo la fr ontiera siriana.
Meno entusiasti i pareri dei militari americani. Se il generale N or ton Schwar z dal
Pentagono riconosce che delle 12 mila pat tuglie effettuate ogni settimana dalle for ze
statunitensi circa un quarto sono eseguite
da truppe irachene o unit miste irachenoamericane, i rapporti provenienti dal set tore di Najaf riferiscono di diser zioni intorno all80 per cento degli ef fettivi, con la
brigata di stanza a Bassora che si rifiuta ta di combattere gli insorti e altre unit che
hanno impiegato settimane per raggiungere larea delle operazioni. Gli Stati Uniti
hanno investito 1,2 miliar di di dollari per
formare le nuove forze irachene e per mi gliorarne efficienza e disciplina. E stato
approvato larruolamento di 11 mila uf ficiali del vecchio esercito di Saddam e gi
negli ultimi giorni truppe statunitensi e irachene combattono in reparti congiunti nelle offensive a Fallujah, T al Afar e Samara.
La Training implementation mission, com posta da 50 istruttori dellAlleanza atlanti ca guidati dal generale olandese Carel Hilderink, gi ar rivata a Baghdad per adde strare lesercito. Nei prossimi giorni, sar
discusso il sostegno dellUnione eur opea
alladdestramento dei poliziotti iracheni.
Secondo indiscr ezioni dellintelligence,
Abu Mussib al Zar qawi, capo delle cellule
di al Qaida attive in Iraq, si nasconderebbe
lungo il confine con lIran muovendosi continuamente da un lato allaltr o della frontiera. Segnalato prima nellar ea di Bagh dad poi nel triangolo sunnita e infine a Fallujah, Zarqawi sempre sfuggito ai raid aerei e delle for ze speciali. Le infor mazioni
pi recenti ne segnalano la pr esenza nella
citt iraniana di Marivan, dove avrebbe incontrato alcuni esponenti di al Qaida.

C DIRITTO UMANO E DIRITTO UMANO


Si pu dialogare col mondo musulmano anche senza il principio di reciprocit?
onsiderato che il riconoscimento della
C
dignit inerente a tutti i membri della famiglia umana e dei loro diritti, uguali e ina-

lienabili, costituisce il fondamento della li bert, della giustizia e della pace nel mondo;
considerato che il disconoscimento e il di sprezzo dei diritti delluomo hanno por tato
ad atti di barbarie che offendono la coscienza dellumanit, e che lavvento di un mondo
in cui gli esseri umani godono della liber t
di parola e di credo e della libert dal timore e dal bisogno stato pr oclamato come la
pi alta aspirazione delluomo; considerato
che indispensabile che i diritti delluomo
siano protetti da norme giuridiche, se si vuole evitare che luomo sia costr etto a ricorrere, come ultima istanza, alla ribellione con tro la tirannia e loppressione; considerato
che indispensabile promuovere lo sviluppo dei rapporti amichevoli tra le N azioni;
considerato che i popoli delle Nazioni Unite
hanno riaffermato nello Statuto la loro fede
nei diritti fondamentali delluomo, nella dignit e nel valore della persona umana, nelleguaglianza dei diritti delluomo e della
donna, e hanno deciso di promuovere il progresso sociale e un migliore tenore di vita in
una maggiore libert; considerato che gli Stati membri si sono impegnati a perseguire, in
cooperazione con le Nazioni Unite, il rispetto e losservanza universale dei diritti delluomo e delle libert fondamentali; considerato che una concezione comune di questi
diritti e di queste libert della massima importanza per la piena realizzazione di questi
impegni;
LAssemblea Generale proclama la presente Dichiarazione Universale dei Diritti
dellUomo come ideale da raggiungersi da
tutti i popoli e da tutte le Nazioni, al fine che
ogni individuo e ogni or gano della societ,
avendo costantemente pr esente questa Dichiarazione, si sforzi di promuovere, con linsegnamento e leducazione, il rispetto di questi diritti e di queste liber t e di garantir ne,
mediante misure progressive di carattere nazionale e internazionale, luniversale ed ef fettivo riconoscimento e rispetto tanto fra popoli degli stessi Stati membri, quanto fra
quelli dei territori sottoposti alla loro giurisdizione.
Articolo 1 - Tutti gli esseri umani nascono
liberi ed eguali in dignit e diritti. Essi sono
dotati di ragione di coscienza e devono agire
gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.
Articolo 2 - 1. Ad ogni individuo spettano
tutti i diritti e tutte le libert enunciati nella
presente Dichiarazione, senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso,
di lingua, di religione, di opinione politica o
di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condi zione. 2. Nessuna distinzione sar inoltre stabilita sulla base dello statuto politico, giuri dico o internazionale del paese o del territorio cui una persona appar tiene, sia che tale
paese o territorio sia indipendente, o sotto posto ad amministrazione fiduciaria o non
autonomo, o soggetto a qualsiasi altra limitazione di sovranit.
Articolo 3 - Ogni individuo ha diritto alla
vita, alla libert e alla sicurezza della propria persona.
Articolo 4 - Nessun individuo potr essere
tenuto in stato di schiavit o di servit; la
schiavit e la tratta degli schiavi saranno
proibite sotto qualsiasi forma.
Articolo 5 - Nessun individuo potr essere
sottoposto a trattamento o punizioni crudeli,
inumani o degradanti.
Articolo 6 - Ogni individuo ha diritto, in
ogni luogo, al riconoscimento della sua per sonalit giuridica.
Articolo 7 - Tutti sono eguali dinanzi alla
legge e hanno diritto, senza alcuna discriminazione, a uneguale tutela da par te della
legge. Tutti hanno diritto a uneguale tutela
contro ogni discriminazione che violi la presente Dichiarazione come contr o qualsiasi
incitamento a tale discriminazione.
Articolo 8 - Ogni individuo ha diritto a
uneffettiva possibilit di ricorso a compe tenti tribunali nazionali contro atti che violino i diritti fondamentali a lui riconosciuti
dalla Costituzione o dalla legge.
Articolo 9 - Nessun individuo potr esse re arbitrariamente arrestato, detenuto o esiliato.
Articolo 10 - Ogni individuo ha diritto, in
posizione di piena uguaglianza, a unequa e
pubblica udienza davanti a un tribunale in dipendente e imparziale, al fine della determinazione dei suoi diritti e dei suoi doveri,
nonch della fondatezza di ogni accusa pe -

ANNO IX NUMERO 254 - PAG I

IL FOGLIO QUOTIDIANO

MARTED 14 SETTEMBRE 2004

uale dialogo pu svilupparsi tra islam e occidente, se lo scambio di idee, storia, iden Q
tit, fede, non avviene su basi di reciprocit? Il

mondo musulmano, che in occidente e in Israele gode di tutte le libert dazione, propaganda,
raccolta fondi, rifiuta di per mettere tali libert
alle idee e alle religioni occidentali. Solo in una
nazione a maggioranza musulmana questo
permesso: la Turchia; in tutte le altre proibito
od ostacolato di fatto. Ogni reciprocit resa
impossibile dalla definizione del reato di apostasia per il musulmano che abbandoni la fede.
Reato che in paesi come lArabia Saudita e lIran punito con la mor te. Ogni missionario o
militante che tenti di portare alla sua fede o alla sua ideologia atea un musulmano incorre in
un reato. Anche in Iran le minoranze cristiana,
ebraica, zoroastriana hanno diritto di vita. Ma
non di proselitismo. A Riad non hanno neanche
diritto di vita: lesibizione di un crocefisso porta
allarresto; le cerimonie r eligiose sono proibite,
spesso anche nelle ambasciate.
Due diritti fondamentali, il diritto di libera
coscienza e la parit tra uomo e donna, sono
conculcati in quasi tutti i paesi musulmani, in
ossequio a due pilastri dellislam contempora neo che prevedono il divieto di abbandonare la
fede e considerano la donna sottoposta alla autorit tutoria delluomo. Labbandono della fede diventa reato e arriva a essere punito con la
morte perch equivale allabbandono della p lis, al tradimento della koin civile, esaltando

nale che gli venga rivolta.


Articolo 11 - 1. Ogni individuo accusato di
reato presunto innocente sino a che la sua
colpevolezza non sia stata provata legalmente in un pubblico pr ocesso nel quale abbia
avuto tutte le garanzie per la sua difesa. 2.
Nessun individuo sar considerato colpevole di un reato penale per un comportamento
ovvero per unomissione che, al momento in
cui sia stato perpetrato, non costituisse reato
secondo il diritto interno o secondo il diritto
internazionale. Non potr del pari essere inDICHIARAZION E UN IVERSALE DEI
DIRITTI DELLUOMO ADOTTATA DALLASSEMBLEA GENERALE DELLE NAZIONI UNITE IL 10 DICEMBRE 1948
flitta alcuna pena superiore a quella applicabile al momento in cui il reato sia stato
commesso.
Articolo 12 - Nessun individuo potr essere sottoposto a interferenze arbitrarie nella
sua vita privata, nella sua famiglia, nella sua
casa, nella sua cor rispondenza, n a lesioni
del suo onore e della sua reputazione. Ogni
individuo ha diritto a essere tutelato dalla
legge contro tali interferenze o lesioni.
Articolo 13 - 1. Ogni individuo ha diritto alla libert di movimento e di residenza entro
i confini di ogni Stato. 2. Ogni individuo ha
diritto di lasciare qualsiasi paese, incluso il
proprio, e di ritornare nel proprio paese.
Articolo 14 - 1. Ogni individuo ha diritto di
cercare e di godere in altri paesi asilo dalle
persecuzioni. 2. Questo diritto non potr es sere invocato qualora lindividuo sia realmente ricercato per reati non politici o per
azioni contrarie ai fini e ai principi delle Nazioni Unite.
Articolo 15 - 1. Ogni individuo ha diritto a
una cittadinanza. 2. Nessun individuo potr
essere arbitrariamente privato della sua cittadinanza, n del diritto di mutar e cittadinanza.
Articolo 16 - 1. Uomini e donne in et adatta hanno il diritto di sposarsi e di fondar e
una famiglia, senza alcuna limitazione di razza, cittadinanza o religione. Essi hanno eguali diritti riguardo al matrimonio, durante il
matrimonio e allatto del suo scioglimento. 2.
Il matrimonio potr essere concluso soltanto
con il libero e pieno consenso dei futuri co niugi. 3. La famiglia il nucleo naturale e
fondamentale della societ e ha diritto a essere protetta dalla societ e dallo Stato.
Articolo 17 - 1. Ogni individuo ha il diritto
ad avere una propriet privata sua personale o in comune con gli altri. 2. Nessun individuo potr essere arbitrariamente privato
della sua propriet.
Articolo 18 - Ogni individuo ha il diritto alla libert di pensiero, coscienza e di religione; tale diritto include la libert di cambiare
religione o credo, e la libert di manifestare,
isolatamente o in comune, sia in pubblico sia
in privato, la propria religione o il proprio
credo nellinsegnamento, nelle pratiche, nel
culto e nellosservanza dei riti.
Articolo 19 - Ogni individuo ha il diritto alla libert di opinione e di espr essione; questo diritto include la libert di sostenere opinioni senza condizionamenti e di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo ai confini.
Articolo 20 - 1. Ogni individuo ha il diritto
alla libert di riunione e di associazione pa cifica. 2. Nessuno pu esser e costretto a far
parte di unassociazione.
Articolo 21 - 1. Ogni individuo ha diritto di
partecipare al governo del proprio paese, sia
direttamente sia attraverso rappr esentanti
liberamente scelti. 2. Ogni individuo ha di ritto di accedere in condizioni di eguaglian za ai pubblici impieghi del proprio paese. 3.
La volont popolare il fondamento dellautorit del governo; tale volont devesser e
espressa attraverso periodiche e veritier e
elezioni, effettuate a suffragio universale ed
eguale, e a voto segreto, o secondo una procedura equivalente di libera votazione.
Articolo 22 - Ogni individuo in quanto
membro della societ, ha diritto alla sicu rezza sociale nonch alla r ealizzazione, attraverso lo sforzo nazionale e la cooperazione internazionale e in rapporto con lorganizzazione e le risorse di ogni Stato, dei di ritti economici, sociali e culturali indispensabili alla sua dignit e al liber o sviluppo
della sua personalit.
Articolo 23 - 1. Ogni individuo ha diritto al

cos lintrinseca dipendenza della politica dalla


religione. Lautorit tutoria arriva a determinare la differenza della donna rispetto alluomo,
la sua inferiorit nel decidere, nel dispositivo
che le vieta di sposare il non musulmano (il maschio lo pu liberamente fare), in unipocrita
menomazione che accompagna le declamazio ni sulla parit di diritti. Le tante anime pie che
credono che la soluzione del problema posto dal
terrorismo islamico sia nel dialogo interreligioso e le tante laiche vivaci intelligenze che continuano ad appellarsi allislam moderato dovrebbero abbandonare le comode sponde dellinutile e del banale e iniziare a leggere. Capirebbero che questi orrori non derivano da singoli
regimi, da singole tradizioni, da singole scuole,
da regimi governativi fanatici o retrivi. Basta
sfogliare due o tre testi di parte islamica moderatissima per rendersi conto che la guerra
che lislam fondamentalista ha dichiarato da
una ottantina danni alloccidente e che i terroristi oggi conducono da Beslan a Giacarta ha la
sua genesi nellestremismo, nellintolleranza,
nel totalitarismo espresso dallislam moderato. Basta leggere il manifesto laico dellislam
moderato. E un testo elaborato nel corso di un
quindicennio dal meglio della cultura politica
arabo-islamica. Ha ricevuto lapprovazione delle universit coraniche, da al Azhar a Qom, ed
stato approvato dai 54 governi dellOrganizzazione del consiglio islamico: la Dichiarazione
dei Diritti dellUomo nellislam. La si legga e si

lavoro, alla libera scelta dellimpiego, a giu ste e soddisfacenti condizioni di lavor o e alla protezione contro la disoccupazione. 2.
Ogni individuo, senza discriminazione, ha diritto a eguale retribuzione per eguale lavoro.
3. Ogni individuo che lavora ha diritto a una
remunerazione equa e soddisfacente che assicuri a lui stesso e alla sua famiglia unesistenza conforme alla dignit umana e inte grata, se necessario, ad altri mezzi di pr otezione sociale. 4. Ogni individuo ha il diritto di
fondare dei sindacati e di aderirvi per la difesa dei propri interessi.
Articolo 24 - Ogni individuo ha il diritto al
riposo e allo svago, comprendendo in ci una
ragionevole limitazione delle ore di lavoro e
ferie periodiche retribuite.
Articolo 25 - 1. Ogni individuo ha il diritto
a un tenore di vita sufficiente a garantir e la
salute e il benesser e proprio e della sua fa miglia, con particolare riguardo allalimentazione, al vestiario, allabitazione, e alle cure mediche e ai servizi sociali necessari, e ha
diritto alla sicurezza in caso di disoccupazione, malattia, invalidit vedovanza, vec chiaia o in ogni altro caso di perdita dei mezzi di sussistenza per circostanze indipendenti dalla sua volont. 2. La maternit e linfanzia hanno diritto a speciali cure e assistenza.
Tutti i bambini, nati nel matrimonio o fuori
di esso, devono godere della stessa protezione sociale.
Articolo 26 - 1. Ogni individuo ha diritto allistruzione. Listruzione deve essere gratuita
almeno per quanto riguar da le classi elementari e fondamentali. L istruzione ele-

mentare deve essere obbligatoria. Listruzione tecnica e professionale deve essere messa alla portata di tutti e listruzione superiore deve essere egualmente accessibile a tutti sulla base del merito. 2. L istruzione deve
essere indirizzata al pieno sviluppo della
personalit umana e al rafforzamento del rispetto dei diritti delluomo e delle liber t
fondamentali. Essa deve promuovere la comprensione, la tolleranza, lamicizia fra tutte
le Nazioni, i gr uppi razziali e r eligiosi, e deve favorire lopera delle Nazioni Unite per il
mantenimento della pace. 3. I genitori hanno
diritto di priorit nella scelta di istruzione da
impartire ai loro figli.
Articolo 27 - 1. Ogni individuo ha diritto di
prendere parte liberamente alla vita culturale della comunit, di godere delle arti e di
partecipare al progresso scientifico e ai suoi
benefici. 2. Ogni individuo ha diritto alla protezione degli interessi morali e materiali derivanti da ogni produzione scientifica, letteraria e artistica di cui egli sia autore.
Articolo 28 - Ogni individuo ha diritto a un
ordine sociale e inter nazionale nel quale i
diritti e la libert enunciati in questa Di chiarazione possano essere pienamente realizzati.
Articolo 29 - 1. Ogni individuo ha dei doveri verso la comunit, nella quale soltanto
possibile il libero e pieno sviluppo della sua
personalit. 2. Nellesercizio dei suoi diritti
e delle sue libert, ognuno deve essere sottoposto soltanto a quelle limitazioni che so no stabilite dalla legge per assicurar e il riconoscimento e il rispetto dei diritti e della
libert degli altri e per soddisfar e le giuste
esigenze della morale, dellor dine pubblico
e del benessere generale in una societ de mocratica. 3. Questi diritti e queste liber t
non possono in nessun caso essere esercitati
in contrasto con i fini e i principi delle Na zioni Unite.
Articolo 30 - Nulla nella presente Dichiarazione pu essere interpretato nel senso di
implicare un diritto di qualsiasi Stato gruppo o persona di esercitare unattivit o di
compiere un atto mirante alla distruzione
dei diritti e delle libert in essa enunciati.

li Stati membri dellOrganizzazione della


Conferenza Islamica, riaffermando il ruoG
lo civilizzatore e storico della Ummah Islami-

ca che Dio fece quale miglior e nazione, che


ha dato allumanit una civilt universale ed
equilibrata nella quale stabilita larmonia
tra questa vita e ci che viene dopo e la conoscenza armonizzata con la fede; e il r uolo
che questa Ummah deve svolgere per guidare
unumanit confusa da orientamenti e ideologie contraddittorie e per for nire soluzioni ai
cronici problemi dellattuale civilt materia listica, desiderando contribuire agli sforzi dellumanit intesi ad asserir e i diritti umani,
proteggere luomo dallo sfr uttamento e dalla
persecuzione e af fermare la sua liber t e il
suo diritto a una vita degna in accor do con la
Shariah Islamica, convinti che lumanit che
ha raggiunto un elevato stadio nelle scienze
naturali avr sempre bisogno di fede per so stenere la sua civilt e di forza automotivante
per salvaguardare i propri diritti, cr edendo
che i diritti fondamentali e le liber t fondamentali nellIslam sono par te integrante della religione Islamica e che nessuno in via di
principio ha diritti di sospenderli in tutto o in
parte o di violarli o di ignorarli poich essi sono comandamenti divini vincolanti, che sono
contenuti nel libro della rivelazione di Dio e
furono inviati attraverso lultimo dei suoi Profeti a completare i precedenti messaggi divini
facendo pertanto della loro osservanza un atto di adorazione e della loro negligenza o violazione un abominevole peccato, e conse guentemente ogni persona individualmente
responsabile e la Ummah collettivamente
responsabile della loro salvaguardia, procedendo dai summenzionati principi, dichiara
quanto segue:
Articolo 1 - a) Tutti gli esseri umani for mano ununica famiglia i cui membri sono uniti
dalla sottomissione a Dio e dalla discendenza
da Adamo. Tutti gli uomini sono eguali in termini di fondamentale dignit umana e di fondamentali obblighi e responsabilit, senza alcuna discriminazione di razza, colore, lingua,
sesso, credo religioso, affiliazione politica, stato sociale o altre considerazioni. La vera fede
la garanzia per rispettar e questa dignit
lungo il cammino dellumana per fezione. b)
Tutti gli esseri umani sono soggetti a Dio e i
pi amati da Lui sono coloro che sono pi utili al resto dei Suoi sudditi, e nessuno ha su periorit sugli altri eccetto che sulla base della piet e delle buone azioni.
Articolo 2 - a) La vita un dono dato da Dio
e il diritto alla vita garantito a ogni esser e
umano. E dovere degli individui, delle societ
e degli Stati proteggere questo diritto da ogni
violazione ed vietato sopprimer e la vita
tranne che per una ragione pr escritta dalla
Shariah. b) E proibito ricorrere ai mezzi che
possono provocare il genocidio dellumanit.
c) La difesa della vita umana nel disegno di
Dio un dovere prescritto dalla Shariah. d)
Lintegrit fisica un diritto garantito. E dovere dello Stato pr oteggerlo ed vietato in frangerlo senza una ragione pr escritta dalla
Shariah.
Articolo 3 - a) In caso di uso della forza e di
conflitto armato, non consentito uccider e
non belligeanti quali anziani, donne e bambini. I feriti e i malati hanno il diritto a tratta mento medico; e i prigionieri di guerra hanno
il diritto al cibo, allalloggio e al vestiario. E
vietato mutilare cadaveri. E fatto dover e di
scambiare i prigionieri di guerra e di consentire visite e riunioni delle famiglie separate
per circostanze di guerra. b) E vietato abbat tere alberi, danneggiar e colture o animali,
nonch distruggere le costruzioni o le istallazioni civili del nemico bombar dandoli, mi nandoli o con altri mezzi.
Articolo 4 - Ogni essere umano ha diritto allinviolabilit e alla pr otezione del suo buon
nome e onor e durante la sua vita e dopo la
sua morte. Lo Stato e la societ pr oteggeranno la sua salma e il luogo di sepoltura.
Articolo 5 - a) La famiglia il fondamento
della societ e il matrimonio la base del suo
formarsi. Uomini e donne hanno il diritto al
matrimonio e nessuna r estrizione derivante
da razza, colore o nazionalit impedir loro di
beneficiare di tale diritto. b) La societ e lo
Stato rimuoveranno ogni ostacolo al matrimonio e ne faciliteranno la procedura. Essi assicureranno la protezione e il benesser e della
famiglia.
Articolo 6 - a) La donna uguale alluomo
in dignit umana e ha diritti da goder e e obblighi da adempire; essa ha la pr opria identit e indipendenza finanziaria e il diritto di
mantenere il proprio nome e la propria iden-

Se questo islam moderato


comprenderanno gli ostacoli che da par te islamica moderata sono frapposti a un dialogo. La
si legga e si comprender da quale contesto
uscito il terrorismo islamico: non solo da rotture belliche, che pure vi sono state; non solo da
rotture rivoluzionarie, che pure vi sono state.
Esiste un rapporto angosciante, complesso, ma
comunque un rapporto di discendenza tra le laborazione del pensiero islamico moderato,
quello fondamentalista e quello terrorista. Sono
questi infatti tre piani separati, ma sono ahi noi intercomunicanti, perch i presupposti
dello jihadismo e della guerra di civilt che il
terrorismo islamico ha dichiarato alloccidente
sono enucleati dal pensiero islamico moderato. La Dichiarazione dei Diritti dellUomo nellislam fondamentale perch la sua lunga elaborazione ha accompagnato la modifica in senso islamico della legislazione di una dozzina di
Stati. Dalla Malaysia allAlgeria, passando per
lIndonesia, il Pakistan, lIran, lo Yemen, il Sudan, lEgitto, gli Stati settentrionali della Nigeria e altre nazioni, dagli anni 70 a oggi, il dibattito che ha accompagnato la stesura di questa Dichiarazione ha ispirato labbandono delle
legislazioni ispirate dai Codici napoleonici o
dalla Common Law, felice lascito coloniale, e
lintroduzione della Sharia. N secondaria la
genesi della Dichiarazione: il rifiuto dellArabia
Saudita di firmare la Dichiarazione del 1948
dellOnu, ufficialmente motivato dal disaccordo

sulla parit di diritti della donna e sul rifiuto


della libert di coscienza. Questo rifiuto della legalit internazionale incarnata dallOnu ha visto lislam salafita o wahabita dei sauditi,
esercitare egemonia su tutto lislam. Unegemonia facilitata dai petrodollari, ma soprattutto
dal fatto che la platea inter nazionale ha tollerato opportunisticamente la negazione della legalit dellOnu implicito nel rifiuto a riconoscere Israele (18 Stati sui 23 della Lega Araba non
accettano la risoluzione 181 del 47). Ecco allora che il 19 settembr e 81 nella sede dellUnicef
di Parigi (con unincredibile complicit di una
struttura dellOnu) inizia il cammino della Dichiarazione islamica, che si conclude il 5 agosto
1990:
Il preambolo af ferma che il r uolo della comunit islamica guidare lumanit confusa
da orientamenti e ideologie contraddittorie.
Unesplicita dichiarazione di egemonia, di volont di comando, di conquista della platea planetaria. Una volont di comando non ambigua: la prevaricazione dellislam sulle altre ideologie definita e voluta. E indefinita solo la
scelta degli strumenti, ma questo d forza e legittimit anche al credo jihadista, a chi sostiene
che solo la guerra santa contro i crociati e gli
ebrei possa portare a guidare lumanit.
La dove la Carta dellOnu sostiene che a
ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libert, la Carta islamica che considera tutti

tit. b) Il marito r esponsabile del mantenimento e del benessere della famiglia.


Articolo 7 - a) Fin dal momento della nascita ogni bambino ha diritti nei confr onti dei
genitori, della societ e dello Stato ad aver e
appropriato nutrimento, educazione e cur e
materiali, igieniche e morali. Sia il feto sia la
madre devono essere protetti e ricever e speciale assistenza. b) I genitori e quanti si trovano in analoga condizione hanno il diritto di
scegliere il tipo di educazione che essi desiderano per i propri bambini, a condizione che
DICHIARAZION E DEL CAIRO SUI DI RITTI UMAN I N ELL ISLAM RISOLUZIONE 49/19-P DELLA XIX CONFEREN ZA ISLAMICA DEI MIN ISTRI DEGLI
ESTERI, 5 AGOSTO 1990
essi prendano in considerazione linteresse e
il futuro dei bambini in conformit con i valori etici e i principi della Shariah. c) I genitori
sono titolari di diritti rispetto ai lor o figli e i
parenti sono, a loro volta, titolari di diritti ri spetto al ceppo di appar tenenza, in confor mit con le prescrizioni della Shariah.
Articolo 8 - Ogni essere umano gode di personalit giuridica in termini di obbligazioni e
di capacit di contrarre obblighi giuridici; nel
caso in cui questa personalit sia perduta o limitata egli sar rappresentato dal suo tutore.
Articolo 9 - a) Fornire laccesso alla cono scenza un dovere e assicurare leducazione
un obbligo della societ e dello Stato. Lo
Stato garantir la disponibilit di vie e mezzi
per acquisire leducazione e garantir la plu ralit di offerte educative nellinteresse della
societ e in modo da rendere capace lessere
umano di familiarizzarsi con la religione dellIslam e con i fatti dellUniverso a beneficio
dellumanit. b) Ogni esser e umano ha il di ritto di ricevere leducazione religiosa nella
sua estensione pi ampia delle varie istitu zioni di educazione e di orientamento, com presa la famiglia, la scuola, luniversit, i me dia, ecc. e in modo integrato ed equilibrato tale da consentirgli di sviluppare la sua personalit, rafforzare la sua fede in Dio e promuovere il rispetto per, e la difesa dei, diritti e doveri.
Articolo 10 - LIslam una religione intrinsecamente connaturata allessere umano. E
proibito esercitare qualsiasi forma di violenza sulluomo o di sfr uttare la sua pover t o
ignoranza al fine di conver tirlo a unaltra religione o allateismo.
Articolo 11 - a) Gli esseri umani nascono li beri e nessuno ha il diritto di r enderli schiavi, umiliarli, opprimerli o sfruttarli e non esiste soggezione se non a Dio lAltissimo. b) Il
colonialismo di qualsiasi tipo, in quanto peg giore forma di schiavit, assolutamente vietato. I popoli che sof frono di colonialismo
hanno pieno diritto alla liber t e allautodeterminazione. E dovere di tutti gli Stati e di
tutti i popoli sostenere la lotta dei popoli co lonizzati per la liquidazione di qualsiasi for ma di colonialismo e occupazione, e tutti gli
Stati e tutti i popoli hanno il diritto di preservare la propria identit originaria e di esercitare il controllo sulle pr oprie ricchezze e risorse naturali.
Articolo 12 - Ogni uomo ha il diritto, nel
quadro della Shariah, di muoversi libera mente e di scegliere il luogo della propria residenza sia dentro sia fuori del proprio paese
e se perseguitato legittimato a chiedere asilo in un altro paese. Il paese del rifugiato garantir la sua protezione fino a che egli rag giunger la sicurezza, a meno che la richiesta
di asilo sia fondata su un atto che la Shariah
considera come un crimine.
Articolo 13 - Il lavoro un diritto garantito
dallo Stato e dalla societ a ogni persona abile a lavorare. Ognuno libero di scegliere il
lavoro che ritiene miglior e e che soddisfa i
propri interessi e quelli della societ. Il lavo ratore ha il diritto alla salute e alla sicur ezza
nonch a ogni altra garanzia sociale. Non gli
pu essere assegnato un lavor o al di l delle
proprie capacit n si pu assoggettarlo a violenza o sfruttamento. Egli ha il diritto senza
alcuna discriminazione tra maschi e femmine
a un equo salario per il suo lavoro cos come
alle vacanze e alle promozioni che merita. Da
parte sua, egli tenuto a impegnarsi metico losamente nel suo lavoro. Nel caso in cui i lavoratori e gli impiegati siano in disaccordo su
questa o quella materia, lo Stato inter verr
per risolvere il conflitto, confermare i diritti e
assicurare la giustizia in modo equo.
Articolo 14 - Ognuno ha il diritto a guada-

gli uomini sottomessi a Dio prevede che tutti gli uomini sono uguali in termine di fondamentale dignit umana e fondamentali obbli ghi e responsabilit, senza alcuna discriminazione. Ma quel fondamentale intr odotto
per segnare le differenze di diritti, secondo la religione e il sesso, che prevede la sharia in campi secondari. Scompare la parola libert.
Il diritto alla vita non garantito, perch la
pena di morte iscritta a chiare lettere nella solenne definizione della Car ta, l dove lar ticolo
2 prescrive che vietato sopprimere la vita
umana, tranne che per una ragione prescritta
dalla Sharia. Una dizione che iscrive tra i cultori di questa Carta i terroristi islamici che agiscono sempre su base di fatwa, emesse da imam
che si rifanno scrupolosamente alla Sharia.
Anche il diritto allintegrit fisica non garantito, perch mutilazioni e pene corporali sono vietate tranne che per una ragione prescritta dalla Sharia.
La Carta islamica non cita mai lindivi duo, riferimento permanente della Carta dellOnu, per lovvia ragione che considera la posi zione della donna diversa da quella delluomo,
tant che le riserva un articolo, il 6, in cui stabilisce che uguale alluomo in dignit umana,
ma subito specifica che ha diritti da godere e obblighi da adempiere; nulla di simile prescritto
alluomo. La Sahria sincarica di definire gli obblighi allinterno di uninferiorit che la obbliga
a sottostare alla autorit tutoria delluomo.

gni legittimi senza monopolio, inganno o violenza sugli altri. L usura (riba) assoluta mente vietata.
Articolo. 15 - a) Ognuno ha il diritto alla propriet acquisita in modo legittimo ed eser citer i relativi diritti senza pregiudizio per se
stesso, gli altri o la societ in generale. L espropriazione non consentita tranne che per
esigenze di pubblico inter esse e dietro pagamento di un immediato ed equo indennizzo.
b) La confisca e la riduzione della propriet
proibita tranne che per necessit dettata dalla legge.
Articolo 16 - Ognuno ha il diritto di goder e
dei frutti della propria produzione scientifica,
letteraria, artistica o tecnica nonch di pr oteggere gli interessi morali e materiali che ne
derivano, a condizione che tale pr oduzione
non sia contraria ai principi della Shariah.
Articolo 17 - a) Ognuno ha il diritto di vivere in un ambiente sano, immune dal vizio e
dalla corruzione morale, in un ambiente che
favorisca il suo autosviluppo; imcombe alla
Stato e alla societ in generale il dovere di rispettare tale dirtto. b) Ognuno ha il diritto al lassistenza medica e a ogni pubblica agevo lazione fornita dalla societ e dallo Stato nei
limiti delle loro risorse disponibili. c) Lo sta to assicurer il diritto dellindividuo a una vita dignitosa che gli consenta di risponder e a
tutte le esigenze proprie e a quelle dei suoi dipendenti, compresa lalimentazione, il vestiario, lalloggio, leducazione, le cure mediche e
ogni altro bisogno essenziale.
Articolo 18 - a) Ognuno ha il diritto di vivere nella sicurezza per s, la propria religione,
i propri dipendenti, il proprio onore e la propria propriet. b) Ognuno ha il diritto alla privacy nella conduzione dei sui affari, nella sua
casa, in famiglia e per questo attiene alla sua
propriet e alla sua r ete di relazioni. Non
consentito svolgere spionaggio su di esso, porlo sotto sorveglianza o infamare il suo buon
nome. Lo Stato deve pr oteggerlo da inter ferenze arbitrarie. c) Labitazione privata assolutamente inviolabile. Non vi si pu acce dere senza permesso dei suoi abitanti o in maniera illegale, n pu essere demolita o confiscata e il suo arredamento asportato.
Articolo 19 - a) Tutti gli individui sono eguali di fronte alla legge, senza distinzione tra il
legislatore e il cittadino. b) Il diritto di ricor rere alla giustizia garantito a tutti. c) La r esponsabilit strettamente personale. d) Non
c crimine o punizione al di fuori di quanto
previsto dalla Shariah. Un imputato inno cente fino a che la sua colpa non sia provata
in equo processo nel quale egli disponga di
tutte le garanzie della difesa.
Articolo 20 - Non consentito arrestare illegalmente un individuo o r estringere la sua
libert, esiliarlo o punirlo. Non consentito
assoggettarlo a tortura fisica o psicologica o a
qualsiasi forma di umiliazione, crudelt o indegnit. Non consentito sottopor re un individuo a esperimenti medici o scientifici senza
il suo consenso o a rischio della sua salute o
della sua vita. N consentito pr omulgare
leggi di emergenza che prevedano interventi
dautorit per tali azioni.
Articolo 21 - La presa di ostaggi sotto qualsiasi forma e per qualsiasi motivo espressamente vietata.
Articolo 22 - a) Ognuno ha il diritto di esprimere liberamente la propria opinione in un
modo che non contravvenga ai principi della
Shariah. b) Ognuno ha il diritto di sostener e
ci che giusto e propagandare ci che buono e mettere in guardia contro ci che sba gliato e malvagio in confor mit con le nor me
della Shariah Islamica. c) L informazione
una necessit vitale per la societ. Non pu
essere sfruttata o distorta in modo tale da violare la sanit e la dignit dei Profeti, minare i
valori morali e etici o disintegrare, corrompere o inquinare la societ o indebolir ne la fede. d) Non consentitto suscitare odio nazionalistico o ideologico o comunque incitare a
qualsiasi forma di discriminazione razziale.
Articolo 23 - a) Autorit fiducia; il suo abuso o il suo malevolo eser cizio assolutamente vietato, affinch i diritti umani fondamen tali possano essere garantiti. b) Ognuno ha il
diritto di partecipare, direttamente o indirettamente alla amministrazione dei pubblici affari del suo paese. Egli ha anche il diritto di
assumere cariche pubbliche con le disposi zioni della Shariah.
Articolo 24 - Tutti i diritti e le libert enunciate nelle presente Dichiarazione sono soggette alla Shariah Islamica.
Articolo 25 - La Shariah islamica la sola
fonte di riferimento per linterpretazione degli articoli della presente Dichiarazione.

Legemonismo, lintolleranza, la fine di ogni


possibile reciprocit, la barriera a ogni possibile
dialogo non ipocrita con le altre religioni, ideologie e visioni del mondo, sono esplicitati nellarticolo 10: Lislam una religione intrinsecamente connaturata allessere umano. E proibito esercitare qualsiasi forma di violenza sulluomo o di sfruttare la sua povert o ignoranza al fine di convertirlo a unaltra religione o allateismo. Il testo evita di esplicitare la proibizione della conversione, ma la introduce per via
traversa, sostenendo che comunque essa pu essere frutto solo di violenza o di sfruttamento
di povert o ignoranza.
Tutta la costruzione teorica mostra il suo
volto totalitario e teocratico negli articoli 24 e 25
che assoggettano tutte le libert e i diritti alla
Sharia, cui delegato, naturalmente, ogni diritto interpretativo della stessa Carta. N on i
Parlamenti, non gli organi elettivi, ma le universit coraniche o i dotti musulmani abilitati
a seconda delle varie correnti a interpretare
la Sharia, sono i depositari della legislazione.
E la negazione di ogni evoluzione democratica, di esercizio della legislazione sottratto allin dispensabile approvazione di legittimit della fede e di chi la rappr esenta. E la pr ova, come dice Gilles Kepel, che la Dichiarazione dei Diritti
dellUomo nellislam, manifesto del mondo musulmano moderato, straccia semplicemente la
Dichiarazione dei Diritti dellUomo dellOnu.
Carlo Panella

ANNO IX NUMERO 254 - PAG II

Petros VII
Aperto, ma anche grande fautore
di conversioni dallislam
Un incidente che non convince
Roma. N on facciamoci suggestionar e
dalle date, si dice, non cadiamo nei die trologismi, non lasciamo galoppare troppo
la fantasia: solo una tragica fatalit, se
l11 settembre sar ricordato (anche) come
la data dellincidente che costato la vita
a Petros VII, carismatico patriar ca grecoortodosso di Alessandria dEgitto. Con il
suo seguito e linter o equipaggio, dicias sette persone in tutto, Petr os VII si trovava a bordo dellelicotter o Chinook delle
forze armate greche che nella tarda mattinata di sabato scorso si inabissato nel lEgeo, a una ventina di chilometri dalla
sua destinazione, la penisola del Monte
Athos, lAghion Oros, il Monte Santo del lortodossia, dove il patriar ca era atteso
per una visita da lui molto desiderata. Il
Chinook un elicottero bimotore di resistenza e sicurezza proverbiali, una vera
fortezza volante predisposta anche per
ammaraggi di emergenza. Eppure si sbriciolato, quasi disintegrato, a giudicare dalla dimensione minima dei rottami fin qui
ripescati. Tutto questo, a cinque minuti da
un atterraggio gi annunciato alla base a
terra, dopo un breve e tranquillo viaggio
da Atene, prolungato di poco proprio, dicono, per volont del patriarca, che voleva
ammirare dallalto il magnifico spettacolo
dei monasteri dellAthos, e senza che un
solo cenno dallar me da parte dellequipaggio facesse presagire la tragedia incombente o il manifestarsi di qualsivoglia
problema tecnico.
Non facciamoci suggestionare dalle date, certo, ma qualche dubbio sulla dinamica dellincidente appare legittimo. La ca tegorica esclusione della possibilit di un
attentato da parte delle autorit gr eche si
confronta con limpossibilit, allo stato dei
fatti, di spiegare il cedimento dellelicottero ( ancora pr esto per tirare conclusioni,
si dice) mentre il teatro delle polemiche
completamente occupato dal problema del
grave e inspiegabile ritardo nei soccorsi. Il
che spiega il benservito dato in fretta e fu-

ria al capo di stato maggiore dellaeronautica greca, Panayotis Papanikolaou, rite nuto unico responsabile di quel disser vizio. Per una testa eccellentissima che ca de, se ne salva per unaltra, quella del ministro della Difesa, Spilios Spiliotopulos:
le sue dimissioni sono state infatti r espinte dal premier Kostas Karamanlis, che ne ga decisamente lesistenza di r esponsabilit politiche e ammette solo una falla
nella catena di comunicazioni delle for ze
armate. Ed tutto.
Lunit coi copti egiziani
Ma veramente tutto? Se i tr e giorni di
lutto nazionale che la Grecia dedicher da
domani a Petros VII testimoniano dellimportanza della sua figura, non raccontano
fino in fondo la svolta che questo pastor e
danime, giovane danni se non daspetto
(era nato cinquantacinque anni fa a Cipro,
ultimo di sette fratelli, uno dei quali, Y orgos, morto con lui sabato) aveva impr esso dal 1997 a uno dei pi antichi patriarcati del mondo, punto di riferimento centra le dei trecentocinquantamila gr eco-ortodossi dAfrica. Petr os VII era soprattutto
noto per il grande impegno missionario,
fatto di pr omozione della catechesi e di
molte nuove ordinazioni di sacerdoti e vescovi di origine egiziana: non pi e non soltanto, quindi, scelti tra i discendenti degli
europei, soprattutto greci, di Alessandria.
La sua energia aveva portato nuova vitalit
a una comunit esangue, che da troppi anni vivacchiava nella citt che aveva ospitato una delle pi composite e brillanti so ciet cosmopolite del mondo, dai tempi di
Nasser di fatto azzerata.
N on basta. N ei suoi sette anni di pa triarcato, e ancor prima come vescovo di
Babilonia, Petros VII stato appassionato
fautore del dialogo teologico ed ecumeni co tra tutte le componenti cristiane dAfri ca, in primo luogo quella copta, impor tantissima in Egitto e gelosa della sua supr emazia, con la quale in pr ecedenza cera
stata molta incompr ensione, quando non
aperta concorrenza. Lazione di Petros VII
era decisamente impr ontata alla ricer ca
dellunit, a un pacifico fare fronte comune dei cristiani in un mondo sempr e pi
segnato dal fondamentalismo islamico.
Era un uomo di dialogo, stato detto. Lo
ha ricordato con commozione anche papa
Giovanni Paolo II in un telegramma di cordoglio al patriarcato di Alessandria, nel
quale parla del prezioso contributo dato
in questa direzione da Petros VII e del suo
impegno per lunit dei cristiani. Uomo
di dialogo, certo, ma anche uomo determinato a non vivere nellombra la sua missione e a lavorare per la crescita della sua comunit. Chi oggi nega che la sua morte possa avere cause diverse dallincidente tecnico, spiega che non ci sar ebbe stato motivo
di far esplodere un elicottero militare,
quando in qualsiasi momento il patriar ca
poteva essere ucciso ad Alessandria. Ma il
dubbio su quella morte, e non solo per la
macabra coincidenza con l11 settembre,
aspetta ancora di essere dissipato.
Nicoletta Tiliacos

IL FOGLIO QUOTIDIANO

MARTED 14 SETTEMBRE 2004

LA DIPLOMAZIA DO SENZA DES

La kefiah di Jacques Chirac rende meno di quanto non si pensi


MAROCCO E LIBIA PREFERISCONO FARE ACCORDI CON GLI STATI UNITI, TEHERAN COMMERCIA MA NON SI LASCIA INFLUENZARE

uando, il 20 agosto, in Iraq sono stati


Q
rapiti due gior nalisti francesi da un
oscuro gruppo islamista, la r eazione ini -

ziale della Francia stata la coster nazione. Comera potuta accader e una cosa si mile a un paese che si era opposto con
estrema decisione ai piani di guerra americani e che aveva appoggiato ripetute volte la causa degli arabi? Poi la Francia
passata allazione, mettendo in moto le sue
pedine mediorientali. Immediatamente, il
leader palestinese Yasser Arafat, il libico
Muammar Gheddafi e persino gli esponenti di movimenti radicali come Hamas,
Hezbollah e il Jihad islamico hanno co minciato a rivolgere appelli per il loro rilascio. E stato un vivido ricordo del tempo
e dellimpegno profuso dalla Francia per
costruire una rete di relazione con il me dio oriente. Non si visto qul gener e di
sostegno per Blair o Berlusconi, osser va
Franois Heisbourg, direttore della Fondazione per le ricerche strategiche, think
tank parigino, rifer endosi alla crisi degli
ostaggi che entrambi i leader hanno dovu to affrontare.
Ma il capitale politico della Francia in
medio oriente potrebbe essere pi di facciata che reale. Nonostante tutta la sua influenza, la Francia non riuscita a ottenere la liberazione dei due giornalisti. Anche
le idee gaulliste sul sostegno della strada

araba appaiono esagerate: In medio


oriente molti vedono un doppio standar d,
contrapponendo le espr essioni quasi liri che della Francia per la causa araba con
iniziative di politica inter na considerate
anti arabe e anti islamiche, e persino razziste, dichiara leconomista algerino Amr
Elmuntasser. I politici francesi si sono
scontrati contro i 5 milioni di musulmani
residenti in Francia, in par ticolare sulla
nuova legislazione che pr oibisce alle stu dentesse della scuola pubblica di portare il
velo. I rapitori dei gior nalisti hanno preteso labrogazione di questa legge come con dizione per il rilascio degli ostaggi.
Cosa altrettanto importante, il fervore di
attivit diplomatica non pu nasconder e il
fatto che, attorno alle sponde meridionali
del Mediterraneo, la potenza francese ha
subito una serie di r ovesci. Recentemente,
il Marocco ha firmato un decisivo accor do
di libero commercio con gli Stati Uniti; un
tipo di accordo che questo paese non ha ancora stipulato con lUnione europea, nonostante le pr essioni francesi. La Francia
stata inoltr e lasciata nellombra quando,
lanno scorso, la Libia si formalmente impegnata con gli Stati Uniti e lInghilter ra a
rinunciare al prorio programma di sviluppo nucleare.
La Francia ha ancora notevole for
za
commerciale in questa regione, che lo scor-

so anno ha acquistato merci francesi per un


totale di 18 miliar di di dollari. Cir ca un
quarto del commer cio estero di Algeria,
Marocco e Tunisia avviene con la Francia.
Ma anche qui la situazione sta peggiorando.
In Algeria, dove le compagnie francesi alla
fine degli anni Cinquanta tr ovarono giacimenti di petrolio e gas, il principale inve stitore ora la British Petr oleum inglese.
Analogamente, lItalia ha messo fuori gioco
la Francia nei rappor ti con lindustria
energetica dellEgitto e della Libia. Per di
pi, la tradizionale attenzione dei francesi
per il mer cato mediorientale e africano,
per cos dir e in monopolio, li ha tenuti
fuori dal boom asiatico.
Il perfetto esempio iraniano
I legami commerciali della Francia con
lIran sono un per fetto esempio di come il
business non si traduca automaticamente
in influenza politica.
Le esportazioni francesi in Iran sono
quasi raddoppiate negli ultimi sei anni. La
Renault sta per investire 360 milioni di dollari per la costr uzione di una fabbrica di
automobili in Iran, e la Total ha estesi interessi sui giacimenti di petr olio e gas. Cio nonostante, lIran ha costantemente igno rato le richieste della Francia per linter ruzione del suo programma di sviluppo nucleare.

Anche i molto pubblicizzati sfor zi dei


francesi per raccoglier e lappoggio dei
gruppi musulmani in patria e in medio
oriente allo scopo di ottenere il rilascio dei
terroristi potrebbe ritorcersi contro di loro.
Allinizio di settembr e, il ministr o degli
Esteri francese, Michel Barnier, ha percorso in lungo e in lar go il medio oriente per
incontrare i pi impor tanti leader musulmani (compreso Yusuf al Qaradawi, le cui
prediche televisive contro gli infedeli e
le tirate in appoggio agli attentatori suicidi
hanno scatenato dure critiche da parte dei
musulmani moderati). La Francia ha anche
accolto il sostegno di alcuni gr uppi iracheni opposti al nuovo r egime insediato dagli
Stati Uniti nel paese. Ber trand Badie, specialista in relazioni internazionali dellIstituto di Studi Politici di Parigi, ritiene che il
governo francese stia cercando di sfruttare
lantiamericanismo che domina in medio
oriente. Questo significa legittimare attori
non governativi accogliendoli uf ficialmente nei rappor ti diplomatici, sostiene Ba die, aggiungendo: E un rischio. Questa
tattica potrebbe alla fine contribuir e al rilascio degli ostaggi. Ma sar anche una po litica vincente a lungo ter mine? Tutte le
circostanze fanno pensare il contrario.
John Rossant
Business Week
(traduzione di Aldo Piccato)

LA RICERCA DI INTERLOCUTORI MUSULMANI

Dialoghiamo con le moschee parlando in italiano, ci dice Magdi Allam


Roma. E sempre pi impellente per la
classe politica del paese la necessit di
dialogare con lislam moderato italiano. E
cosa buona e giusta quindi trovare interlocutori in personaggi dalla provata moderazione, come Mario Scialoja, dir ettore
della Lega musulmana mondiale, Y ahya
Sergio Pallavicini, vicepresidente della
Comunit islamica dItalia, firmatari tra
gli altri del Manifesto contro il terrorismo
e per la vita, pubblicato dal Corriere della Sera il 2 settembre. Ma il punto : con
questi personaggi le istituzioni e la societ
civile italiane dialogano gi da tempo e
con buoni esiti. Che cos dunque questi slam moderato con cui si cerca il contatto?
E meglio parlare di musulmani moderati anzich dislam moderato dice al Foglio Magdi Allam, editorialista del Corriere Lislam come religione si presta a una
miriade dinterpretazioni, ma non questa la sede per verificare la moderazione
o meno dellislam, argomento che si presta
a un dibattito teologico. Per musulmani
moderati sintendono, in questo contesto,
quelle persone per bene che denunciano
senza alcuna reticenza e senza alcuna ri serva il terrorismo, da qualunque parte
provenga e qualunque siano le vittime.
Chi dice chiaramente che non esistono terrorismi buoni e ter rorismi cattivi, vittime
lecite e vittime illecite. Non si pu far e,
insomma, come Tariq Ramadan, lislamista svizzero che si fa campione di modera-

zione, cui gli Stati Uniti hanno da poco ri fiutato il visto, e i Fratelli musulmani: en trambi dicono di essere contro il terrorismo, ma giustificano i kamikaze islamici in
Palestina e le autobombe in Iraq contro gli
americani. I musulmani moderati, nella visione di Allam, sono quelli che si sono
espressi nel manifesto pubblicato sul Corriere, che considerano il valor e della sacralit della vita, quella di tutti, ebrei,
cristiani o musulmani.
Sembra esserci dunque una disfunzione, una distorsione che non ci permette, in
questo particolare momento storico, din dividuare con chiarezza e serenit un interlocutore islamico: una discr epanza tra
la realt e la percezione della realt. Noi
giornalisti siamo responsabili di creare
miti e mostri. Abbiamo creato lo stereotipo del musulmano, che per essere tale deve avere la tunica, il turbante e la barba
lunga; lo stereotipo della donna musulmana, che deve avere il velo in testa, anche se
poi vai in giro per le strade dItalia e di
donne con il capo coperto se ne vedono rarissimamente. Il popolo delle moschee
diventato emblema di una realt molto
pi vasta e troppo poco conosciuta. L equivoco continua Allam quello di ri tenere che i musulmani veri siano quelli
che vanno in moschea. La stragrande maggioranza di loro non ci va e rimane musulmana. E necessario prendere atto del
fatto che lislam una realt plurale, e che

le moschee non sono il centro della vita


dei musulmani.
In Italia soltanto il 5 per cento degli
islamici infatti frequenta le moschee; in
Francia il 10. Secondo questi dati, rima nendo fermi nellottica che vuole ridur re
la comunit musulmana ai frequentatori
dei luoghi di culto, dovremmo dedurre erroneamente che il 95 per cento degli isla mici in Italia e il 90 in Francia non sono
buoni fedeli. Questa una sciocchezza
da sfatare continua leditorialista del
Corriere Il cosiddetto popolo delle mo schee non rappresenta la maggioranza dei
musulmani, anzi rappr esenta una mino ranza e non il parametr o con cui verifi care la moderazione. Indipendentemente
dal fatto che si frequenti la moschea, o sei
decisamente, in modo assoluto, senza se e
senza ma contro il terrorismo, e in questo
caso sei un musulmano moderato, per bene, civile, oppure sei qualcosaltro: sei colluso con il ter rorismo, sei un fautor e del
terrorismo, un apologeta del ter rorismo.
Questa la discriminante oggi, non ce ne
sono altre. Una volta individuato linter locutore, in un contesto internazionale in
cui il terrorismo islamico la principale
emergenza e in cui lItalia sempr e pi
nel mirino, come ricorda Allam, le autorit politiche si ripr omettono di sfruttare
la positivit di questo dialogo anche in
termini di lotta al ter rorismo. Il ministro
dellInterno Giuseppe Pisanu ha parlato

di consulta. Unistanza consultiva, fatta


da persone per bene, che vivono nel ri spetto della legge, parlano litaliano e si
sentono parte integrante di un pr ogetto
ditalianit spiega Allam un organismo
dentro il ministero dellInterno per consultarsi su questioni che riguardano i musulmani in Italia. Il ministro vorrebbe affidare alla consulta anche la for mazione
degli imam, misura che favorirebbe il monitoraggio delle moschee. L Italia un
paese sovrano conclude il gior nalista
quindi ha tutto il diritto e il dover e di assicurare la piena compatibilit dei luoghi
di culto alle leggi e ai valori fondanti del la Costituzione e della societ. Bisogna garantire che le moschee siano luoghi tra sparenti sul piano della gestione, dei bi lanci, luoghi dove si rispettino le leggi e si
professino valori condivisi dalla societ
italiana e si parli litaliano. Questa sarebbe una soluzione che agevoler ebbe gran
parte dei fedeli musulmani in Italia, che
non sono arabofoni, e che allo stesso tempo darebbe piena traspar enza alle mo schee. Un fatto che ha rilevanza non sol tanto sul piano della sicur ezza, ma anche
su quello della civilt. Dobbiamo fare in
modo che le moschee escano dalla valu tazione dubbiosa, da questombra di so spetto che grava su di loro, bisogna riscattare tutti i luoghi di culto islamici nellin teresse della stragrande maggioranza dei
musulmani. (ro.sco.)

INANIT A DELLOCCIDENTE, PARLA JOACHIM FEST

Ci massacrano e gli intellos si preoccupano di non favorire Bush


Mantova. Mi sembrano tutte stupidaggini, dice con un un sor riso velato di scetti cismo Joachim Fest, ospite donor e al Festivaletteratura, quando legge dellarticolo
sul Nouvel Observateur di Jean Daniel che
nellintento di non favorir e troppo la vitto ria di George W. Bush alle prossime elezioni americane tenta una palinodia del ter rorismo in nome della repressione russa in
Cecenia. Sar pure un pericolo per la cultura democratica che noi eur opei ormai
prediligiamo. Noi per oggi siamo alle prese con il terrorismo islamico che (sorride)
un pericolo ben maggiore di quello che Bush pu rappresentare. E la cosa peggior e
che non esistono mezzi, non esistono ar mi
da poter usar e contro i terroristi, quando
sono essi stessi a decider e di darsi la mor te. Certo, di terrore se ne intende lo stori co tedesco che ha scritto la biografia di Hi tler e quella di Albert Speer, e la storia del
mancato putsch del 20 luglio 1944 e degli ultimi giorni del Fhrer nel bunker assedia to dallArmata rossa. Ma davanti al terrorismo islamico si mostra molto pr eoccupato:
Non c niente da fare contro un commando di donne, di vedove ner e che vogliono

morire, perch i mariti sono mor ti e i figli


scomparsi. E molto dif ficile trovare soluzioni politiche per fronteggiare questa sorta di atavismo. Non c tattica, non c arma,
non c mezzo che tenga. In Germania si discute tanto di protezione dei dati persona li, di legge sulla privacy. E un esercizio teorico. Finora il deter rente pi ef ficace da
usare contro un criminale era la pena di
morte. Ma a cosa mai pu ser vire contro
terroristi che decidono di suicidarsi?. E
questo il vero problema del nostr o tempo
secondo Fest. T utto il resto secondario.
Secondario oltrech ridicolo stare tanto a
discutere, come fanno i francesi, e come
ora sembrano fare anche gli italiani, se un
certo nostro giudizio sul ter rorismo possa
essere pi o meno funzionale alla dottrina
Bush e dunque alla rielezione del pr esidente repubblicano, o non favorir e piuttosto il voto democratico e lelezione di John
F. Kerry, il quale daltra parte in fatto di lotta contro il terrorismo non un candidato
convincente. A parlare non solo lo storico del nazismo, ma il giornalista, il direttore della Frankfur ter Allgemeine Zeitung
che ventanni orsono diede voce a un paria

come Ernst Nolte. E lintellettuale inviso ai


guru del radicalismo di sinistra come
Gnther Grass e Marcel Reich Ranicki, lo
storico accusato di esser e un reazionario
fascista dal filosofo neofrancofor tese Jrgen Habermas, che gioved scorso a Mona co, alla prima del film su Hitler con Br uno
Ganz, stato visto alzarsi allimprovviso e
andare via mentre il produttore Bernd Eichinger pr onunciava par ole di elogio di chiarando il suo debito nei confronti del libro e dellautor e che quel film avevano
ispirato. I gior nalisti, si sa, sono sempr e
molto bravi e intelligentissimi. Cento uo mini politici non bastano a mettere insieme
lintelligenza di un solo gior nalista. La differenza che i politici devono misurarsi
con le conseguenze di ci che fanno, men tre i giornalisti, sempre irresponsabili, possono scrivere tutto quello che vogliono, senza temere alcuna conseguenza. Mai nessu no per che risponda allunica vera do manda che oggi pr eoccupa il mondo, non
solo il nostr o mondo democratico, ma il
mondo intero: cio cosa fare per proteggerci dagli attacchi dei terroristi suicidi?.
Pi che pessimista, Fest si dichiara r ea-

lista: Dovr emo convinver e per anni con


questa minaccia. I politici ne discutono, in
Parlamento, a Roma, Berlino, Parigi, ma finora hanno prodotto solo discorsi, e pochi
mezzi efficaci. Dopo le Torri di Manhattan,
simbolo del capitalismo, potr ebbe venire
colpita la basilica di San Pietr o, simbolo
del cristianesimo. Sarebbe spaventoso. C
da temere il peggio da questi fanatici ter roristi che scelgono di morir e, convinti di
ricevere in premio settanta vergini in paradiso. Quanto alle reazioni sulla guerra in
Iraq, Fest mantiene il sangue freddo del liberale prussiano. Aver deposto Saddam,
un assassino di massa come ce ne sono sta ti pochi al mondo, stato un bene. Anche
se le menzogne americane sulle armi di distruzione di massa sono inaccettabili.
Esportare la democrazia non vedo come
possa esser e considerato un pericolo.
Quanto a considerare lislam come un pericolo in s ce ne vuole. Molti musulmani lo
usano come unarma contro loccidente. Ma
ci sono anche molti musulmani liberali che
vogliono vivere laicamente fra noi. Per ci
non dobbiamo generalizzare.
Marina Valensise

GIU DALLOLIMPO / IL CASO THEODORAKIS

Lantisemitismo di un vecchio europeo (visto non si stampi)

iente come la guer ra stravolge i desti ni anche pi quieti, cos finisce che
uno che poteva passar e alla storia come
linventore della grammatica generativa ci
passer invece come il pi svitato degli
americani antiamericani. Similmente, uno
che aveva gi lasciato il suo segnaposto nella storia dellumanit come paroliere di Iva
Zanicchi, o almeno musicista pi politica mente impegnato mai nato nellisola di
Chio, insomma lAsor Rosa della musica
colto-popolare della Grecia contempora nea, rischia di veder e il suo nome indele bilmente e con ignominia iscritto per le ternit nella colonna infame degli antise miti. Recidivi per di pi.
Non che non se lo meriti. Uno che si fa
intervistare da Haaretz Magazine (il 27 agosto scorso) e alla pr ecisa domanda: Mr
Theodorakis, il 4 novembr e 2003 lei disse
alcune parole che sconvolsero ebrei e non
ebrei di tutto il mondo. Disse che gli ebr ei
sono alla radice del male. [] Dieci mesi
dopo, non pensa di aver commesso un er rore pronunciando quelle par ole?, ri sponde preciso: No. Ma ritengo impor tante sottolineare che io non dissi la radice del

male, dissi alla radice del male, non che


si metta nella condizione miglior e per sottrarsi alle accuse.
Come sia possibile che un attempato musicista di fama mondiale, in giovent partigiano contro il nazifascismo, in et matura
impegnato contro la dittatura e per la pace
tra i popoli, militante comunista e autor e
tra laltro di una Ballata di Mauthausen,
che contribu non poco a svegliare lintorpidita coscienza nazionale greca riguardo
alla Shoah si sia infilato in tanto per niciose interpretazioni metastoriche, una vi cenda che val la pena raccontar e. Anche
perch rischia di suonare nuova per il notoriamente poco informato (nel senso che
poco lo informano) pubblico italiano.
La notizia della dirompente intervista di
Haaretz stata ripresa sulla Stampa di ieri da Pierluigi Battista (gli ebr ei amano
sentirsi vittime e che sono malati di ma sochismo psicologico), che a sua volta la
desumeva da un trafiletto di Avvenire del 7
settembre, che polemicamente pronosticava al musicista gr eco la futura par titura di
J, lorgia del potere. Stante J per il nazista Juden. Per il resto, le imprese dialetti-

che di Theodorakis sono da tempo oggetto


di puntuta attenzione tra gli addetti, come
i siti web Infor mazione corretta o Israele
online, mentre la grande stampa dimostra
un interesse pi lieve. Che non sia facile, o
non piaccia, dar conto di simili posizioni
nellOlimpo della cultura di matrice comunista, solo una delle spiegazioni possibili.
Comunque sia. Il caso nasce ai primi di
novembre del 2003, quando Theodorakis,
presentando tre libri sulla sua biografia, si
concede una lunga e perigliosa digressione
sui rappor ti e i parallelismi tra gr eci ed
ebrei. Noi siamo soli. Ma senza il fanati smo e lautocoscienza degli ebrei, disse. E
oggi possiamo dire che questo piccolo popolo alla radice del male.
Le reazioni non si fecero attendere, quelle ufficiali di Israele e delle autorit gr eche, quelle di intellettuali ebr ei e non
ebrei, quelle di gior nali come il New York
Times. Oggi, il sito ufficiale di Theodorakis
somiglia pi a quello di un politico pr ofessionale che a quella di un ar tista. C una
pagina che si intitola Statements and de clarations, suddivisa in due sezioni: This
obscene war in Iraq e Theodorakis, anti-

semite?. Si difende dalle accuse anche


con una declaration ufficiale, santificata
in calce dalla fir ma autografa, che a onor
del vero sembra piuttosto un pentagramma
svenuto. Per non fa un passo indietr o. Al
giornalista di Haar etz ha ribadito punto
per punto le sue posizioni: La radice del
male la politica del pr esidente Bush. E
una politica fascista. Non riesco a capir e
come il popolo ebraico, che stato vittima
del nazismo, possa sostenere una simile politica. Teme che Shar on possa por tare il
suo popolo a politiche simili a quelle na ziste, non riesce a capacitarsi di essere attaccato come antisemita per queste sue posizioni, non comprende i timori degli ebrei
di un risorgente antisemitismo: La pretesa che esista un nuovo antisemitismo non
solo una reazione malata, anche una r eazione astuta, per ch realmente consente
agli ebrei di fare qualunque cosa vogliano.
Gli chiede il gior nalista: Lei afferma che
ora gli ebrei, influenzando Bush, hanno il
controllo della politica mondiale? S.
Dunque gli ebrei tirano le fila alle spalle
di Bush?. No, loro stanno davanti. E la
guerra, bellezza. Mica unopinione. (mc)

Demolition man
Dopo la strage di Giacarta,
un ingegnere made in occidente
il terrorista pi ricercato doriente
o chiamano Demolition man per la
sua abilit a confezionar e ordigni miciL
diali, fatti esplodere sullobiettivo da terro-

risti kamikaze. Potrebbe avere sulla coscienza oltre 200 vittime innocenti, compresi bambini, saltati in aria a Bali nel 2002, allhotel Mariott di Giacarta lo scorso anno, e
pochi giorni fa davanti allambasciata australiana in Indonesia. Il suo nome Azahiri Husin e viene considerato, oltre che bombarolo, uno dei capi di Jemaah Islamiah,
lorganizzazione terroristica ribattezzata lal
Qaida dellestremo oriente. Laspetto pi assurdo che il giovane Husin non ha il nor male curriculum dei terroristi islamici cresciuti a pane e Corano. Demolition man si
formato, invece, nelle universit occiden tali dove ha acquisito le basi tecniche per
diventare, in seguito, un bombar olo. Husin
malese di cittadinanza, nato nel 1957. Le
sue foto segnaletiche, che risalgono ai tem pi in cui era un normale ingegnere, lo mostrano con un paio di occhiali da intellettuale, baffi alla messicana e capelli neri ben
pettinati. Un individuo assolutamente nor male che ha studiato in Australia, alla fine
degli anni Settanta, quando i suoi coetanei
musulmani erano affascinati dalla rivoluzione di Khomeini in Iran. Husin se ne fr egava dellislam militante. Ritorn in Malesia a ottenere la laurea. Alla fine degli anni
Ottanta riusc ad accedere alla Reading university, in Inghilterra. Il suo tutore rimase
talmente impressionato dalla seriet e dalla bravura del giovane, che lo aiut a ottenere il dottorato nel 90. Amante della matematica, trov subito un lavor o ben remunerato in patria, offertogli da ex compagni
di studi. Poi, assieme alla moglie, divenne
assistente alla cattedra di T ecnologia di
ununiversit malese.
Il suo profilo radicale si deline nella seconda met degli anni Novanta. Husin incontr e ben presto cadde sotto linfluenza
di Abdullah Sungkar e Abu Bakar Bashir ,
due predicatori esiliati dallIndonesia, che
fonderanno la Jemaah Islamiah. Lobiettivo
finale dellorganizzazione terroristica la
creazione di un grande Stato talebano che
unifichi i musulmani indonesiani, quelli di
Singapore, della Malesia, della Thailandia
meridionale e di alcune isole filippine. Un
progetto a cui Bashir , di origini yemenite,
pensava da tempo. Nellisola di Java fond
radio e scuole che propugnano ladozione
della Sharia. N el 1978 Bashir e Sungkar
vennero arrestati. Dopo processi e condanne i due fuggirono in Malesia per fondare
un movimento islamico, che negli anni No vanta si trasformer nella Jemaah Islamiah.
Bashir rientr in patria clandestinamente
nel 1999, mentre i suoi uomini avevano gi
stretto rapporti operativi con Osama bin Laden. Oggi Bashir in carcere.
Una seconda nascita
Nessuno poteva immaginare che Husin, il
suo pupillo malese, si sar ebbe trasformato
nel pi temibile bombar olo del terrorismo
islamico dellestremo oriente. I profili delle
polizie che gli danno la caccia definiscono
la sua vocazione islamica estremista una
seconda nascita . Oltre ai predicatori di Jemaah Islamiah, lingegnere probabilmente stato influenzato, nella scelta stragista, da
un lutto familiare: la moglie si ammal mortalmente dopo la nascita della seconda figlia. Il tranquillo studente for matosi in occidente prese la decisione di partire, verso
la fine degli anni Novanta, prima verso un
campo di addestramento di estremisti islamici nelle Filippine meridionali e poi in Afghanistan. Fra i seguaci di al Qaida si spe cializz nellutilizzo di esplosivi. Non era
mai stato educato in una madrassa, la scuola coranica, da dove provengono gran parte
dei kamikaze, ma diventato abile a costruire le cinture esplosive dei terroristi e a
imbottire auto e furgoni con ordigni devastanti. Lantiterrorismo gli arrivato vicino
due volte, nei suoi rifugi sullisola di Sumatra, ma Husin riuscito a scappare, rocambolescamente. Lo scorso anno la Cia ha catturato Riduan Ismuddin, il leggendario capo militare della Jemaah. A questo punto
Husin il bombarolo, che ha gi confezionato i furgoncini minati della strage di Bali e
dellattacco allhotel Mariott, viene catapultato al vertice dellorganizzazione assieme
al responsabile delle finanze del terrore,
Noordin Mohammed Top, altro super ricercato. Uno degli attentatori suicidi dellattacco allambasciata australiana aveva scritto ai familiari annunciando che si preparava a morire dopo aver incontrato Husin. Di
Demolition man si sa soltanto che, rispetto ai tempi delluniversit, si fatto crescere i capelli fino alle spalle, attorno a un volto sempre pi affilato e feroce.
Fausto Biloslavo

IL FOGLIO

ORGANO

DELLA

quotidiano

CONVENZIONE

PER LA

GIUSTIZIA

DIRETTORE RESPONSABILE: GIULIANO FERRARA


CONDIRETTORE: GIUSEPPE SOTTILE
VICEDIRETTORE: UBALDO CASOTTO
REDAZIONE: DANIELE BELLASIO, ANNALENA BENINI,
MAURIZIO CRIPPA, STEFANO DI MICHELE,
OSCAR GIANNINO (ECONOMIA E FINANZA),
ALESSANDRO GIULI, MARIANNA RIZZINI, CHRISTIAN ROCCA,
GUIA SONCINI, NICOLETTA TILIACOS, VINCINO.
SEGRETERIA: MARILENA MARCHIONNE
SOCIET EDITRICE: IL FOGLIO QUOTIDIANO SCARL
LARGO CORSIA DEI SERVI 3 - 20122 M ILANO
TEL. 02.771295.1 - F AX 02.781378
PRESIDENTE: GIUSEPPE SPINELLI
CONSIGLIERE DELEGATO: DENIS VERDINI
CONSIGLIERE: LUCA COLASANTO
DIRETTORE GENERALE: MICHELE BURACCHIO
REDAZIONE ROMA: LUNGOTEVERE RAFFAELLO SANZIO 8/C
00153 ROMA - TEL. 06.589090.1 - F AX 06.58335499
REGISTRAZIONE TRIBUNALE DI MILANO N. 611

DEL

7/12/1995

TIPOGRAFIE
TELESTAMPA CENTRO ITALIA SRL - LOC. COLLE MARCANGELI - ORICOLA (AQ)
TELESTAMPA NORD SRL - VIALE RISORGIMENTO 12BIS - SENAGO (MI)
S.T.S. SPA V STRADA 35 - P IANO DARCI (CT)
CENTRO STAMPA LUNIONE SARDA - VIA OMODEO - ELMAS (CA)
TELESTAMPA SUD SRL - VITULANO (BN)
DISTRIBUZIONE SO.DI.P. SPA VIA BETTOLA 18
20092 CINISELLO BALSAMO TEL. 02.660301
PUBBLICIT: P.R.S. STAMPA SRL
VIA B. QUARANTA 29 MILANO, TEL 02.5737171

ABBONAMENTI E ARRETRATI: STAFF SRL 02.45.70.24.15

VERSAMENTI SU CCP N.43000207 INTESTATI A: STAFF SRL/GESTIONE IL FOGLIO


UNA COPIA EURO 1,00 ARRETRATI EURO 2,00 + SPED. POST.

ISSN 1128 - 6164


www.ilfoglio.it
e-mail: letter e@ilfoglio.it

Potrebbero piacerti anche