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Perch la missione di
Frattini ha uno schema
italiano e non francese
Kuwait, Abu Dhabi e Qatar sono alleati
degli Usa e conoscono bene Baghdad
Nuova tattica nei messaggi dei rapitori
quotidiano
TEL 02/771295.1 - SPED. ABB. POST. - 45% - ART. 2 COMMA 20/b LEGGE 662/96 - FIL. MILANO
La Giornata
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In Italia
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Nel mondo
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Sul Web lo sgozzamento di un ostaggio turco rapito un mese fa in Iraq: il video sarebbe stato diffuso da Tawid e-Jihad, il gruppo
di Abu Musab al Zar qawi. Sempre ieri un
gruppo sconosciuto, le Brigate dellOr rore,
ha annunciato il sequestr o a Samar ra di
due australiani e due asiatici. Gli america ni, intanto, hanno bombar dato di nuovo
Fallujah: le vittime sarebbero 16.
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Lesplosione in Cor ea del nor d era controllata e ser viva ad abbatter e parte di
una montagna per costr uire una centrale
idroelettrica. Questa la spiegazione ufficiale di Pyongyang dopo lallar me scatenato
domenica da unenorme deflagrazione rilevata dai sudcor eani. Il viceministro degli
Esteri britannico Rammell, in questi giorni
in visita nel r egno eremita, stato invitato
a recarsi sul luogo dellesplosione. La stampa di Seul e T okyo, per, continua a parla re di un incidente in un deposito di ar mi.
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Al Yawar ha annullato la sua visita al Parlamento europeo (Pe). Senza dare motivazioni, dicono i por tavoce a Strasbur go. Il
presidente del Pe, Borrel, esprime rammarico. Si moltiplicano le ipotesi sulle ragio ni della decisione del pr esidente iracheno.
C chi ne approfitta per dire che i problemi
in Iraq sono tali che al Yawar ha preferito rinunciare, anche se ha confermato gli incontri con Solana e alla Nato. Doveva venir e a
parlarci di un paese quasi nor malizzato, e
tutto ancora per aria, dice al Foglio la
verde Monica Frassoni. C chi sospetta che
non abbia gradito il trattamento pr otocollare: contrariamente alla tradizione che vuole
che i capi di Stato in seduta solenne davan ti al Pe, avrebbe dovuto limitarsi a un in contro a porte chiuse coi capigr uppo. Non
legittimato dal suo paese, spiega la ds Pasqualina Napoletano. Ma un presidente riconosciuto dallOnu? E il Dalai Lama non
parl in seduta solenne? Lipotesi pi grave:
Parigi avrebbe giudicato inopportuna la sua
presenza sul pr oprio territorio. Barnier
smentisce veti, ma fonti del Pe parlano di
ostruzionismo, coi francesi che non avr ebbero concesso in due gior ni il visto ad al
Yawar e al suo staff. Resta limpressione che
la visita non fosse gradita: lUe non fa bella
figura. Se ci fosse la volont di rafforzare lIraq, basterebbe un visto Schengen.
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Kerry il deboluccio
Per quanto riguarda John Kerry , i nostri
amici del Financial Times hanno piazzato in
prima pagina, a caratteri cubitali, la notizia
che i sondaggi globali danno Ker ry favorito
su Bush. Sembra che un recente sondaggio
effettuato in 35 paesi indichi che nel mondo gli
elettori preferirebbero il democratico rispetto
al cowboy texano per 2 voti a uno. Sar be ne ricordare che nessuno di questi elettori non
americani andr a votar e a novembre; ma
possiamo apprezzare leuro-frustrazione del
Financial Times. Leggendo pi attentamente
larticolo, scopriamo tuttavia per ch Kerry
non si vanter della sua str epitosa vittoria
mondiale sul palco di Des Moines. Da un altro
sondaggio, questa volta ef fettuato dal Mar shall Fund, risulta che il 58 per cento degli europei considera non auspicabile una for te
leadership statunitense. Lasciamo perdere il
fatto che lEuropa, a quanto par e, preferisce
una forte leadership statunitense quando si
tratta di sbarcare in Normandia o di imporre
nei Balcani una pace che gli europei non erano stati capaci di assicurare. Per il momento,
ben pi significativo che gli stessi europei che
in larga maggioranza appoggiano lelezione di
Kerry sono anche a favore di una America pi
debole. Lasciamo ai nostri lettori il compito di
decidere che cosa questo riveli dei due candi dati alla presidenza degli Stati Uniti.
editoriale del Wall Street Journal, 13/09/04
Distrazione di massa
La via documentaristica alla
destituzione della Bush Family
ha una teoria per ogni gusto
New York. La via documentaristica alla
destituzione di George W. Bush passa dal Cinema Village di Manhattan, ritrovo per cinefili radical chic di New York. Coda, cassa,
biglietto e due spiegazioni contraddittorie
sulla sanguinosa guerra in Iraq. Nella sala
di destra c Bush s Brain, il cervello di
Bush, ovvero Karl Rove, un documentario
che spiega come lavventura in Mesopotamia
sia opera esclusiva dello stratega elettorale
della Casa Bianca, perch, secondo Rove, il
presidente aveva bisogno di un bel conflit tone armato, non impor ta dove, per balzar e
in testa ai sondaggi. Armi di distruzione di
massa, democrazia in medio oriente, Al Qaida, dottrina del primo colpo sono tutte bal le: la guerra in Iraq uno dei tanti spor chi
trucchi cui ci ha abituati Karl Rove nella
sua carriera di cinico consulente elettorale.
Chi, invece, alla cassa di quello stesso ci nema ha comprato il biglietto per il film in
proiezione nella sala di sinistra, Hijacking
Catastrophe, trova la stessa premessa ma
uno sbocco opposto: Karl Rove non viene
neppure citato, e la guerra non stata preparata durante questo mandato per rivincere le
elezioni, ma stata pr ogrammata negli anni della
presidenza di Bush senior. Un progetto che fu
rinviato a causa della
vittoria di Bill Clinton,
dice la voce narrante, dimenticandosi che fu proprio
Bush padre a lasciare Saddam al
suo posto e poi a suggerir e al figlio di non avventurarsi in
Iraq. Per Hijacking Cata strophe il cattivone, il cervello di Bush, questa volta non
Rove ma Paul W olfowitz, e con
lui la sua cricca di ebr ei neocon, pi volte paragonata ai nazisti. Il cambio di regime a Baghdad stato preparato quattordici anni fa
per dominare il mondo attraverso il contr ollo delle risorse petrolifere. Ma, attenzione:
non solo lIraq, anche lAfghanistan. Secondo
il documentario anche la guer ra ai talebani
non aveva nulla a che far e con il ter rorismo,
ma piuttosto con il pr ogetto imperialista dei
neocon. S, anche lAfghanistan. C di pi. Il
documentario lascia intendere che dietro alla catastrofe dell11 settembre ci possano essere loro, i neoconservatori. La prova starebbe in un documento neocon, pr eparato dopo
il crollo del comunismo, secondo cui lAme rica avrebbe dovuto restare in guardia e usare la sua forza e i suoi principi di liber t per
prevenire la nascita di un nuovo rivale capa ce, magari, di provocare unaltra Pearl Harbor. Alle parole unaltra Pearl Harbor si
sono alzati grandi oohhh di stupor e, seguiti da applausi a scena aperta quando uno degli intervistati ha detto che i neocon andr ebbero processati e condannati. Cio quella che
fu unanalisi corretta di quanto sarebbe potuto accadere, e poi infatti accadde, nel film
diventa la prova del complotto per dir ottare
la catastrofe, la politica estera, il cer vello di
Bush, qualsiasi cosa. Le fonti sono i soliti
Noam Chomsky e molti altri, tra cui la nuova
star del Comune di Roma, Benjamin Barber.
Sono tesi che i giornali di tutto il mondo
ripetono da tre anni, tuttaltro che opinioni
carbonare. Eppure questi documentari a
senso unico vengono pr esentati come con troinformazione e alter nativa al pensier o
unico che guiderebbe i media. C anche un
terzo documentario, Outfoxed (di cui Il Foglio ha scritto l8 settembre), dove si spiega
che la guerra un affare per limpero di Rupert Murdoch. Non c solo Michael Moor e,
dunque. Ma almeno il regista di Fahrenheit
9/11 non vuole che il suo film agli Oscar partecipi nella categoria dei documentari.
Il governatore stupido di Silver City
Nel fronte cinematografico contro Bush
c anche un film in uscita nei prossimi giorni, Silver City. Racconta di un gover natore del T exas stupido, gaffeur , incapace di
parlare e manovrato da un potentissimo e
perfido stratega elettorale. Il regista, John
Sayles, dice esplicitamente che il personaggio ispirato a Bush. E finita? No non fi nita. Anche il rock sceso in campo, e non
solo con i concerti di Bruce Springsteen. I
Rem stanno per fare uscire un album inte ramente dedicato alla guerra al terrorismo
di Bush, mentre Steve Earle, una specie di
Springsteen per comunista, ha appena pubblicato The revolution starts now, chiamata alle armi contro Bush, la sua guerra e le
sue politiche economiche che favoriscono le
assunzioni allestero. Uno dei brani si inti tola Condi, Condi, un altro spiega che sia
il marine inviato in Iraq sia il kamikaze
mandato a uccidere innocenti sono vittime
degli stessi signori della guerra.
Poi c la saggistica anti Bush, ultimamente in ribasso visto il grande successo del
libro anti Kerry dei reduci del Vietnam. Nelle librerie lora dei saggi anti Bush ma
molto chic. Uno lha scritto lelegante dir ettore di Vanity Fair, Graydon Carter, What
weve lost, con contumelie a non finir e. Un
altro, Bushworld, della perfida signora
del New York Times, Maureen Dowd. Infine,
lultimo, vira sul gossip fino a scrivere che
Bush sniffava cocaina a Camp David. The
Family scritto dalla screditata biografa di
Nancy Reagan, Kitty Kelly. La sua fonte, lex
cognata di Bush, ha gi smentito. Nonostan te lo sforzo artistico per i sondaggi svelano
che gli americani preferiscono Bush.
Estate
Crolla il mito di Tatler, giornale
a cui i giovani Elkann non
dovrebbero pi dare interviste
ome ti crolla un mito. Il numer o di otC
tobre del tuo giornale preferito viene
esposto il 10 di settembr e nelle edicole
IL FOGLIO QUOTIDIANO
immobile, e finisce a sua volta per risentire di una certa convenzionalit, sia pure la
convenzionalit delle cose semplici e grandi che si ripetono con poche variazioni nellesperienza di tutti allinizio della vita.
Questa chiusura rispetto allambiente,
che nello stesso tempo drammatica e armonica, e che sembrerebbe rispecchiare
soltanto lottica ancora infantile del pr otagonista, tutto concentrato sul padre che appare e scompare, trasforma la famiglia in
un microcosmo impenetrabile. I conflitti famigliari, con tutte le loro gradazioni, vengono visti solo dallinterno e possono trovare
soluzioni soltanto endogene. Non compaiono personaggi che non facciano parte della
famiglia. Intorno allasse figlio-padre ruotano tre donne: madre, nonna, sorella. Naturalmente lelemento pi dinamico del gruppo questa ragazza, la ventenne Elisa, stu dentessa universitaria. Il solo personaggio
estraneo un tipo misterioso e ambivalen te, un uomo gi maturo e stranamente giovane, che diventer lamante segr eto della
ragazza e che alla fine si riveler la figura
pi inquietante e minacciosa della storia.
Ma larmonia e la sicurezza verranno ristabilite dal giovane protagonista. Difendendo sua sorella con il fucile di suo padre,
Marco esce dallinfanzia e fa ingresso nellet responsabile. Il finale offre al lettore
parecchie soddisfazioni, ma nella forma
dellhappy end. La ragazza evade finalmente dal paese e trascor re un periodo felice a Parigi. Il padre, lemigrato inquieto,
sempre troppo lontano dai suoi famigliari,
butta la valigia nel fuoco e annuncia solennemente, in pubblico, che non partir pi:
la festa del ritorno continuer per sempre.
Troppo bello per esser e vero? O no? Gli
italiani e gli italo-albanesi forse non emigrano pi. Anche Carmine Abate (apprendo
dal risvolto di copertina) dopo essere emigrato in Germania ritornato in Italia e vive in T rentino, dove insegna. Eppure mai
come oggi lumanit emigra, quasi sempre
senza ritorno, da innumerevoli paesi verso
innumerevoli altri.
Alfonso Berardinelli
vedeva una verifica dopo la Mostra 2004. Lautovalutazione del direttore, durante la conferenza stampa finale e
dopo lautocritica per i
disservizi organizzativi,
VENEZIA 61
si attesta sul sette pi. Suf ficienza abbondante, da studente cinematograficamente
preparato ma distratto, che accumula troppi
titoli senza badare alla durata. Gli orari fis sati per le proiezioni non rispettavano i mi nutaggi dei film, figuriamoci se cera il tem po di far sfollare il pubblico. Controlli antiterrorismo neanche a parlarne. Lunica volta
che hanno frugato borse e zainetti si trattava
di diktat imposto dal produttore giapponese
Ghibli: temeva il furto di immagini, essendo
Il castello errante di Howl presentato in
prima mondiale.
Gli inciampi alla conferma, o esami di ri parazione, ver tono sulle delicate materie
dei film italiani e dei film americani. La prima serve come pretesto: a Cannes non vince
una pellicola indigena da diciotto anni, senza che nella patria dello sciovinismo nessu no abbia mai chiesto la testa del dir ettore.
Lospitalit offerta al cinema internazionale
non si traduce in una corsia pr eferenziale
per i padroni di casa. Il caso Bellocchio dellanno scorso (che port alla cacciata di De
Hadeln, gi colpevole di non aver impedito
il premio a Magdalene) ben diverso dal
caso Amelio di questanno. Buongiorno notte era un bellissimo film, rimasto al palo
per faide inter ne al cinema italiano. Le
chiavi di casa un non-film che ricatta con
i buoni sentimenti. Lode alla giuria capita nata da John Boorman per non essere caduta nel tranello. Anche se il raddoppio dei
premi su Vera Drake di Mike Leigh (con
coppa Volpi a Imelda Staunton) e su Mare
dentro di Alejandro Amenbar (con coppa
Volpi a Javier Bar dem) confligge con lidea
che i film meritevoli fosser o troppi. E che i
film brutti facessero tirare un sospiro di sollievo ai giurati, confusi come un bambino in
pasticceria.
Dallanno prossimo, si dice, un nuovo r e-
golamento eviter gli ingorghi. Fosse gi stato in vigore, avrebbe potuto dirottare qualche premio su un film americano. Loro s che
da sempre sono le cenerentole dei festival
darte e cultura. Questanno i divi sono tor nati numerosi sulla passerella del Lido, sia
pure tutti accalcati nei primi gior ni (poi devono andare a Toronto, che apre il 9 settembre, oppure a Deauville, sfasato di tre giorni
rispetto a Venezia). Sono tornati da veri sportivi: dura ripresentarsi a un festival dove
Nicole Kidman si vide soffiare un premio da
Sandra Ceccarelli. Un film Usa da osannare
nel concorso cera: Palindromes di T odd
Solondz, geniale andata e ritorno sui passi di
una dodicenne che vuole farsi mettere in-
(Corriere) e Gloria Satta (Messaggero). La prima ha descritto labito aiutami-a-dir e-arancione della Johansson come color corallo;
la seconda lha definito dun r osso squillante. Premio Grand Hotel ai troppi film italiani tutto cuore-amore-dolore e titoli da canzonetta (Ovunque sei, Te lo leggo negli occhi, Volevo solo dormirle addosso). Premio Enduring Boredom per il film di W im
Wenders, il tedioso e didascalico Land of
Freedom, visto back-to-back (sigh) con lal trettanto lento Le chiavi di casa. Premio
Politically Correct al pubblico festivaliero:
poich era dedicata al decennale della fine
dellapartheid in Sudafrica, si insolitamente astenuto dai fischi per la curiosa sigla di
questanno: un Leone asmatico accompagnato da un brano che sembrava T om Waits in
reverse play. Coppa Se te pa Pirandello! a
Michele Placido, che ha invocato lautore siciliano come ispirazione per il suo fischiatissimo Ovunque sei. Premio Shut up &
sit down ai giornalisti che si sono alzati sulle zampe posteriori, gridando allo scandalo
per lungaggini e disguidi della diretta finale
su Rai2, come se non fosse cos tutti gli anni
e anche peggio. Almeno questanno ci siamo
rifatti gli occhi con La Fenice restaurata.
Coppa Vespasiano al filisteo Alberto Crespi
dellUnit, che avrebbe preferito pi cessi
per il costo dei magnifici Leoni di Dante Ferretti (7 nomination allOscar): 7 a 0 per Fer retti. Arrivederci al 2005, con laugurio daltrettanti buoni film e un palin sesto pi umano.
PREMI PULCINELLA
PICCOLA POSTA
di Adriano Sofri
Caro Giuliano, ho ascoltato Marco Pannella denunciare il mancato versamento italiano della quota destina ta al Fondo mondiale per lAids (quello
stabilito al G8 genovese, che parve a
molti lunico risultato utile dellincontro), e ne ho poi letto sul Corriere. Mi ha
in particolare impressionato largomento di un parlamentare competente,
non importa di che par tito: Lintervento in Iraq ci costato molto pi del pr evisto. Il semplice accostamento delle
due voci contabili mi sembrato infame. Ma ora voglio usare loccasione per
porti una questione riguar dante la presenza militare in Iraq. La questione :
non bisognerebbe discuterne sulla base
dei fatti, ormai abbastanza consolidati
da permettere una valutazione? Non mi
interessa qui la risposta pregiudiziale
che nega comunque la pr esenza militare in nome del ripudio della guerra.
Dalla parte opposta, si pu sostenere, altrettanto pregiudizialmente, che il ritiro
del contingente italiano indebolir ebbe,
come fece quello spagnolo, la collaborazione internazionale nella transizione
irachena. Largomento simbolicamente importante, ma non pu bastare a eludere una informazione e una valutazio ne sul modo e lefficacia della presenza
italiana a questo punto. Mettiamo che si
siano ridotti allestremo i compiti origi nari la formazione della polizia locale,
la collaborazione alla sicurezza di una
regione, la protezione di iniziative umanitarie eccetera e che la parte maggiore delle risorse materiali e psicologiche
dei nostri militari sia impiegata nellautodifesa, e in un arroccamento sempre
pi stretto. Mettiamo che i sentimenti e
gli atteggiamenti della popolazione locale siano sempre meno simpatizzanti, o
addirittura sempre pi ostili. Mettiamo
che gli assalti che le nostre forze subiscono siano sempre pi metodici e minacciosi, e che un orgoglio militare, o,
pi incresciosamente, la rassegnazione
a compiacere le autorit politiche, inducano i responsabili della missione a
minimizzare pubblicamente i costi e i rischi reali. Questi e gli altri argomenti
che una seria conoscenza della situazione suggerirebbe, non dovrebbero essere
al centro di una riflessione sulla presenza italiana? Il ricatto vigliacco di se questratori e sgozzatori non pu essere
preso in conto, ed senzaltr o benvenuta la distinzione fra limpegno alla salvezza di vite minacciate e la rivendicazione politica del ritiro del contingente.
Ma quando si far una documentata di scussione sulleffettiva situazione della
presenza militare italiana?
IL RIEMPITIVO
di Pietrangelo Buttafuoco
AGENZIA SCALFARI. Il
Fondatore, in piena prima pagina su Repubblica tredicesima riga del sermone
di domenica si lascia scappar e un refuso di testa scrivendo anzich ai lettori ai elettori. Come minimo, si sta candidando per il municipio di Velletri.
AGEN ZIA CIN EMA. Unidea per la
prossima seduta del Cda dellIstituto Luce. Visto leffetto speciale di Accorsi:
proporlo per interpretare Matrix?
AGEN ZIA DAN TE. Parlando de La
mano di Dante, un romanzo irresistibile, una signora di nome Bor gese che lha
recensito per Io Donna ha scritto pi o
meno come non aprirlo? per quanto
promette di essere bello, ma anche co me non richiuderlo? per ch pare che
nelle prime pagine sbuchi ossessivamente una parola di cinque letter e con due
zeta dentro: sar tazza? Oppur e pazzo,
sozzo, zozzo, r ozzo, pozzo, cozzo, bozzo,
gozzo? Forse truzzo (no, questa no per ch sono gi sei).
AGENDA MIELI
Portavoce donna per For za
Italia. Ottima idea. Evi tare per casting a Co logno. Silv. Dirglielo.
Lind. Lanz. Ottimo editoriale
ediz. Corriere Roma. Dirglielo.
Massimo preoccupato per logoramento di Roman. Maggiore intesa. Dirglielo.
Sempre pi lontana possibilit vittoria
centro-sinistra. Previt. Organizzare cena.
Dirlo pure. Fare venire anche Sabbat.
EDITORIALI
Incredulit (e onest) di un giornalista
Ettore Mo testimonia, otto anni dopo: vide un eroe, era un cannibale
a strage di Beslan ha definitivamente chiarito che lindipendentismo ceceno si integrato e sottomesso alle di sumane logiche del terrore. I pi recenti
rapimenti e lassassinio di Enzo Baldoni
in Iraq hanno fatto capire che anche qui
non si tratta di r esistenza ma di terrorismo, senza sconti o impunit per nessuno. Di fronte a questi fatti, fra chi si
era impegnato a sostenere i movimenti
antiamericani e antirussi dandone uninterpretazione che si rivelata sbagliata,
domina lincredulit. Ne d una testimonianza onesta linviato del Cor riere della Sera Ettore Mo, che rievocando i suoi
incontri con il capo ceceno Shamil Basayev dopo la strage della scuola elementare in Ossezia, riguarda con amarezza alle sue antiche convinzioni. Sullimmagine delluomo non indif ferente
ai destini dolorosi dellumanit si imprime oggi quella della strage, e Mo ne
ricava angoscia per la propria ingenuit
di allora. Per avere considerato eroe
una persona che, pi tardi, si sarebbe dimostrata indegna e capace di decisioni
infami, come quella di sacrificare degli
scolaretti nel primo giorno di scuola per
realizzare propri obiettivi politici. Altri,
invece, continuano a far prevalere le
convinzioni sui fatti, anche quando sono
cos tragicamente eloquenti.
Nulla di fatto allAiea sul programma atomico iraniano che riparte. Khamenei: Resistere in ogni forma allaggressione
sospettati programmi militari. Quando gli ispettori si r ecarono al centr o di alti studi di fisica nuclear e dellUniversit di Teheran, lo trovarono smantellato senza spiega zioni credibili. Dopo le rimostranze in primavera dei tr e
paesi europei, il nuovo Parlamento iraniano in cui lala
radicale aveva ripreso il sopravvento denunci come giuridicamente infondata la moratoria contrattata con lEuropa. Nel frattempo il regime passava dalla simpatia sia pur
non dichiarata e forsanche da qualche collaborazione segreta con le forze della coalizione che hanno sloggiato i talebani dallAfghanistan, alla cr escente condanna di Iraqi
Freedom, soprattutto da quando divenuta evidente la
pressione militar e e di intelligence per contener e linfluenza iraniana nellarea sciita e nel conflitto politico in terno iracheno. Di qui lannuncio della ripr esa del pr ogramma nucleare. E ieri per la prima volta dopo anni e
dopo l11 settembre un fier o discorso della Guida supr ema della rivoluzione iraniana, Ali Khamenei, in cui si at tacca e condanna il silenzio dei paesi arabi r ei di non resistere in ogni luogo e in ogni for ma allarrogante aggressione che gli Stati Uniti stanno portando, in nome della lotta al terrorismo, al mondo musulmano e allislam tutto.
Il problema che sono Francia, Germania e Gran Bretagna a essere e a sentirsi bef fati, e a minacciare ora di por-
tare la questione davanti al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, se lAiea non adottasse immediatamente la li nea dura contr o lIran. Il dir ettore dellAgenzia, Moham med ElBaradei, che a Washington non perdona le pressioni subite nella vicenda irachena, si pr ecipitato a dichiarare che non considera nemmeno la data del pr ossimo novembre quando torner a riunirsi il Board of Governors
una scadenza buona a minacciare sanzioni. In altre parole,
lIran sa di poter contar e su un sostanziale via libera. E il
delegato iraniano a Vienna, infatti, Hossein Mousavian, ieri, angelico come un agnellino, sosteneva che il suo gover no proprio non capisce tanto scompiglio. Teheran sa di poter contare sullesplicito veto russo, di fronte a unipotetica
iniziativa in Consiglio di sicur ezza, da sempr e Mosca ha
identificato nel sostegno al nucleare degli ayatollah un fattore di equilibrio nello scacchier e, rispetto agli inter essi
petroliferi statunitensi nella penisola arabica.
Le fonti ufficiali israeliane, ieri, deridevano lEuropa. Il
capo dellintelligence militare israeliano, il generale Aharon Zeevi Farkash, rinviava allunica esplicita dichiarazione che non esclude opzioni di forza, in caso lIran non volesse sentire ragioni. Oltre a Israele, da sempre su questa
posizione, soltanto Condoleezza Rice a nome degli Stati
Uniti ha assunto laltroieri una simile posizione.
Cronaca dalla manifestazione degli insediamenti contro il piano di ritiro da Gaza. In 40 mila hanno cantato Il cuore piange
Stampa francese in crisi. Tempi stretti per il quotidiano diretto da Colombani: richieste 100 dimissioni volontarie
sioni, la formazione professionale. Non vorremmo che queste dimissioni da volontarie si trasformassero in obbligate,
come in altre aziende, e che il processo fosse brutale. E vorremmo anche scoprir e se c dellaltr o. Se lazienda non
pensa di risparmiare anche, per esempio, dal settor e immobiliare o dai benefit dei quadri superiori. Intanto si fa
strada lipotesi di trasformare il giornale in un quotidiano
del mattino nel 2006. Ma potrebbe essere unarma a doppio
taglio che comporta nuove spese.
La crisi di Le Monde sinserisce in un panorama della
stampa quotidiana francese non tr oppo allegro. Secondo
Franois Boissarie, primo segr etario del sindacato nazio nale dei giornalisti, tra i malati gravi, in continua per dita,
si contano France Soir della Poligrafici Editoriale, lHu manit (giornale dellex partito comunista) e il cattolico La
Croix. Oltr e a Le Monde, al quale Boissarie attribuisce
unimprudenza gestionale, Libration ha alcune dif ficolt
finanziarie. Le Figaro, acquisito da un gr uppo industriale
dassalto, ha un problema di indipendenza dopinione dalla propriet. Vanno bene invece gli economici Les Echos,
La Tribune et Agefi, cos come il locale Le Parisien e lo
sportivo LEquipe. In grande af fanno appare soprattutto
France Soir, che allinizio di ottobr e dovrebbe presentare
un progetto operativo con probabili tagli di personale.
primo piano, con parecchio spazio alla ricostruzione dei fatti, alle donne palestinesi,
a Yasser Arafat, che spiega quant illegittimo il muro, ma quasi nessun accenno al terrorismo. Ci chiamano terroristi dice una
palestinese che vive a Gaza ma loro che
uccidono sistematicamente i nostri alberi di
ulivo, loro come li dovremmo chiamare?.
Fine della questione kamikaze. Del resto
largomento era lOnu, che centrano i kamikaze? E comunque un generale palestinese, intervistato, ha spiegato benissimo la
faccenda: Se Israele avesse rispettato tut te le risoluzioni dellOnu, Hamas non esisterebbe. Perfetto. Perch il punto, secondo Report, proprio questo: Sulla questione israelo- palestinese le risoluzioni sono
73, nessuna mai stata applicata, ha detto
Milena Gabanelli in studio (gli interventi
successivi individuano sempre e soltanto
Israele come colpevole della mancata ob-
LIBRI
Antonio Dal Masetto
E SEMPRE DIFFICILE
TORNARE A CASA
227 pp., Einaudi, , euro 16,50
cui Dal Masetto cresciuto e ha imparato
lo spagnolo facendo il garzone e leggendo
i libri della biblioteca. E quel paese cr udele e desolato fatto di case bianche, praticelli curati, sole opprimente e un cielo
vuoto dove tutto pareva smorzarsi diventa il vero protagonista del romanzo. Dal
Masetto lo descrive soffermandosi a raccontare un crescendo di fur ore, una selvaggia caccia alluomo che per una volta
unisce nellodio unintera comunit.
Vittime di tanta cr udelt sono quattro
ragazzo palestinese. Nessuna testimonianza, invece, dai parenti dei sedici civili israeliani esplosi sui due autobus a Beersheba,
la settimana scorsa, con la rivendicazione di
Hamas. O di qualche altro scempio in ristoranti, discoteche, pizzerie. Report raccoglie
la voce anche delle brigate Martiri di al Aqsa, che accusano lOnu di subire pressioni
da parte israeliana e americana. Gli ame ricani sostengono gli israeliani che quindi
se ne strafregano dellOnu perch sono degli intoccabili, come dice a Repor t il portavoce di Kofi Annan, Edward Mortimer. Sono degli intoccabili anche se dentro lOnu ci
sono due commissioni costituite ad hoc per
monitorizzare Israele, sono degli intoccabili nonostante il rifiuto di Arafat a Camp David di cui Report non riporta nulla. Sono degli intoccabili, e quindi forse per questo Report non si occupa di condannare il terrorismo contro Israele.
I vangeli secondi
Al direttore - In questo momento di confusione sembra che lAlitalia abbia smarrito anche il bagaglio culturale di Letizia Moratti.
Gianni Boncompagni
Resurrezione e allucinazione,
quando la realt cade
in frantumi nel ricordo
IL FOGLIO QUOTIDIANO
Alta Societ
Madonna va a caccia di uccelli nella tenuta, appena comprata, di Ashcombe Manor, nello Wiltshire.
Al direttore - Tra la societ liberale occiden tale e la teocrazia sognata e praticata dal ter rorismo islamista c, tra le tante, una differenza alla quale sono particolarmente affezionato:
allautorit religiosa non compete dare la linea
politica ai governi. Questo tutto quanto mi
sento di dire sul proclama dei rabbini.
Paolo Luti, via Internet
N lo pretendono, i rabbini, di dare la linea. Dicono la loro. Punto.
Al direttore - Almeno tre considerazioni sul
pronunciamento dei rabbini israeliani: 1. Alla
faccia di chi vorrebbe richiamare anche i valo-
venuto uno dei fronti nichilisti della guerra religiosa islamica contr o loccidente e
concretamente contro la vita dei passegge ri della metr opolitana di Mosca, contr o il
volo dei bambini dellOssezia nel primo
giorno di scuola .
Sar difficile continuare a nutrire lidea
illusoria di un diritto conculcato che si trasforma in dover osa lotta contr o loppressione.
Occorre il realismo sufficiente per riconoscere che c una guerra e qualcuno lha
dichiarata.
A dispetto dei suoi tratti irrazionali, il
terrorismo nichilista contagia le mar ginalit sociali dellislamismo nelle societ eu ropee, si avvale della simpatia delle masse
islamiche per qualsiasi impresa contro il
Satana americano, capitalizza i successi co-
colonne e colonne sulla inanit e vanit della mobilitazione contro il terrorismo e contro la riduzione di essa a spregevole chiacchiera (9 settembre). Dopo di che in tre
giorni per criticare quella mobilitazione
il Foglio utilizza undici volte il termine
buonismo e derivati. (Dopo aver contato
per diciassette volte laltro termine, tanto
da voi frequentato e vellicato, antiamericanismo, mi sono arreso, prostrato). Ci
manca solo che scriviate i duri e puri (del
buonismo) e il ciclo si chiuder definitiva mente: e quello che era il giornale meglio
scritto dItalia si ridurr come gli altri. Se si
guarda troppo nellabisso di Enzo Biagi
anche solo per irriderlo si finisce, lo sapete, col somigliargli. Buonismo? Ma che pa rola ? Ma non sentite lacido odore del
conformismo soi-disant politicamente scorrettissimo? Via, se voi continuate a scrivere
buonismo o antiamericanismo (senza nemmeno curarvi di articolarne il senso) io dar
di clerico-fascista a Carlo Giovanardi (anche se, a pensarci bene). O scriver toh,
cos imparate cose come una mostra col
motore della Ferrari e la carrozzeria di una
Topolino (Giuliano Urbani). Buonismo? Allora tanto vale ricorrere a trinariciuti.
Meno logorato. Pi blas.
3. Leggo sul Foglio del 9 settembre, a fir-
ma di Guia Soncini, che noi tutti benpensanti, in un paese a forma di Sandro Mayer
e di Oriana Fallaci, ci auguriamo che Nicole Kidman possa portare le sue ossicine
sul palco della mostra di Venezia e giurare solennemente che no, lei non ha una storia con Flavio Briatore. () Neanche amico
di amici. Niente di niente. Io pretendo tali
rassicurazioni da Nicole, perch va bene essere democratici, ma la Kidman e Briatore
no, santa pazienza. Daccordissimo. (Daltra
parte, se uno della sinistra radicale, com
sommessamente il sottoscritto, tiene una rubrica sul Foglio, deve pur scegliersi una linea tra le molte l rappresentate: e io, dopo
che il medesimo quotidiano ha definito radical chic persino il Financial T imes, non
posso che aderire alla tendenza-Soncini:
quella radical gulp). Ma se assumiamo
quella logica sacrosanta, come la mettiamo
con altre coppie improbabili, ma realistiche
e, addirittura, iper -realistiche? Insomma,
va bene essere tolleranti e liberali, ma
anche la coppia Ferrara-Palombelli non
che abbia fatto tutto questo gran bene alla
democrazia, per come la intendiamo noi
della sinistra radical gulp. Insomma, meglio
sparpagliati che vincoli (Peppino De Filippo).
Luigi Manconi
si sono basati su tre valutazioni. Linsorgenza islamica pronta ad impiegare armi totali e non solo relative. Non sensibile a
messaggi di dissuasione o diplomatici. Un
solo evento nucleare o biochimico pesante
potrebbe indurre, per amplificazione comunicativa, una depressione mondiale forse irrecuperabile. Pertanto necessario eliminare preventivamente la minaccia, dap pertutto, piuttosto che gestirla con conte nimenti che lascerebbero troppo elevato il
rischio di destabilizzazione. Tale teoria ha
ispirato i primi tre anni di guerra. Ma la sua
scala, pur tecnicamente corretta, ha generato una serie di effetti controproducenti
che ne mettono in dubbio la sostenibilit
Militaria
Il first strike finanziario di Putin
Truppe irachene a rapporto
Il rifugio iraniano di al Zarqawi
Dopo lannuncio che ha seguito la strage
di Beslan, Putin sta mettendo a punto con i
vertici militari e dellintelligence i piani
per la guerra preventiva russa che, sulla
falsa riga del concetto statunitense di at tacco preventivo, dovrebbe consentire anche a Mosca di colpire ovunque terroristi e
fiancheggiatori delleversione islamica. I
primi obiettivi potr ebbero esser e i molti
esponenti dellindipendentismo ceceno rifugiatisi in Eur opa e nel Golfo, con il ri schio che raid tesi a rapirli o a ucciderli
creino problemi diplomatici, come nel febbraio scorso, quando due agenti russi uccisero in Qatar lex pr esidente ceceno Ze limkhan Yandarabiev, che aveva ricevuto
asilo dallemiro Ben Hamad al Thani. Lirritazione del mondo arabo potr ebbe concretizzarsi in un congelamento dei rappor ti economici, che penalizzer ebbe lexport
militare russo verso il Golfo. I paesi pi
esposti sono gli Emirati Arabi Uniti, che
ospitano esuli a caccia di fondi, lArabia
Saudita, patria della setta wahabita, la
Giordania, da dove pr ovengono molti vo lontari per la guer ra in Cecenia, e la T urchia, dove esuli e ong raccolgono denar o
per attivit umanitarie a favore del popolo
ceceno. Sul piano politico ed economico,
Mosca potrebbe attuare una serie di pr essioni affinch cessino i flussi finanziari al la causa cecena pr ovenienti per lo pi da
banche saudite e degli Emirati. Laccordo
di cooperazione nella lotta al ter rorismo
firmato con Israele lascia intender e che
Gerusalemme for nir ampio suppor to
informativo sui legami tra ribelli ceceni e
al Qaida e sulle ramificazioni finanziarie.
Bench Mosca non disponga di uno str umento militare a lunga distanza, i r ussi potrebbero scatenare operazioni militari su
scala pi limitata allinter no dei ter ritori
appartenuti allUrss, for ti dellaccordo di
cooperazione per la difesa e la sicurezza ratificato dalla Russia e dalle repubbliche ex
sovietiche allinterno della Comunit degli
Stati indipendenti, dove sono attivi diversi
movimenti islamici legati ad al Qaida e connessi con i terroristi ceceni.
La battaglia di Najaf ha riacceso il dibattito sulle capacit delle forze di sicurezza
irachene, cir ca 250 mila uomini (inclusi
quelli ancora in addestramento) divisi tra
esercito (40 mila, di cui soltanto 5 mila gi
addestrati), Guardia nazionale (40 mila) e
diverse forze di polizia (170 mila, per tr e
quarti prive di addestramento). Secondo il
ministero della Difesa iracheno, la Guardia
nazionale ha combattuto con successo contro linsur rezione guidata da Moqtada al
Sadr a Najaf (dove sono stati schierati an che 1.900 uomini delle for ze speciali), a
Nassiryiah (47 guerriglieri catturati), a Kut
e a Sadr City, eliminando numerose sacche
di resistenza, e lungo la fr ontiera siriana.
Meno entusiasti i pareri dei militari americani. Se il generale N or ton Schwar z dal
Pentagono riconosce che delle 12 mila pat tuglie effettuate ogni settimana dalle for ze
statunitensi circa un quarto sono eseguite
da truppe irachene o unit miste irachenoamericane, i rapporti provenienti dal set tore di Najaf riferiscono di diser zioni intorno all80 per cento degli ef fettivi, con la
brigata di stanza a Bassora che si rifiuta ta di combattere gli insorti e altre unit che
hanno impiegato settimane per raggiungere larea delle operazioni. Gli Stati Uniti
hanno investito 1,2 miliar di di dollari per
formare le nuove forze irachene e per mi gliorarne efficienza e disciplina. E stato
approvato larruolamento di 11 mila uf ficiali del vecchio esercito di Saddam e gi
negli ultimi giorni truppe statunitensi e irachene combattono in reparti congiunti nelle offensive a Fallujah, T al Afar e Samara.
La Training implementation mission, com posta da 50 istruttori dellAlleanza atlanti ca guidati dal generale olandese Carel Hilderink, gi ar rivata a Baghdad per adde strare lesercito. Nei prossimi giorni, sar
discusso il sostegno dellUnione eur opea
alladdestramento dei poliziotti iracheni.
Secondo indiscr ezioni dellintelligence,
Abu Mussib al Zar qawi, capo delle cellule
di al Qaida attive in Iraq, si nasconderebbe
lungo il confine con lIran muovendosi continuamente da un lato allaltr o della frontiera. Segnalato prima nellar ea di Bagh dad poi nel triangolo sunnita e infine a Fallujah, Zarqawi sempre sfuggito ai raid aerei e delle for ze speciali. Le infor mazioni
pi recenti ne segnalano la pr esenza nella
citt iraniana di Marivan, dove avrebbe incontrato alcuni esponenti di al Qaida.
lienabili, costituisce il fondamento della li bert, della giustizia e della pace nel mondo;
considerato che il disconoscimento e il di sprezzo dei diritti delluomo hanno por tato
ad atti di barbarie che offendono la coscienza dellumanit, e che lavvento di un mondo
in cui gli esseri umani godono della liber t
di parola e di credo e della libert dal timore e dal bisogno stato pr oclamato come la
pi alta aspirazione delluomo; considerato
che indispensabile che i diritti delluomo
siano protetti da norme giuridiche, se si vuole evitare che luomo sia costr etto a ricorrere, come ultima istanza, alla ribellione con tro la tirannia e loppressione; considerato
che indispensabile promuovere lo sviluppo dei rapporti amichevoli tra le N azioni;
considerato che i popoli delle Nazioni Unite
hanno riaffermato nello Statuto la loro fede
nei diritti fondamentali delluomo, nella dignit e nel valore della persona umana, nelleguaglianza dei diritti delluomo e della
donna, e hanno deciso di promuovere il progresso sociale e un migliore tenore di vita in
una maggiore libert; considerato che gli Stati membri si sono impegnati a perseguire, in
cooperazione con le Nazioni Unite, il rispetto e losservanza universale dei diritti delluomo e delle libert fondamentali; considerato che una concezione comune di questi
diritti e di queste libert della massima importanza per la piena realizzazione di questi
impegni;
LAssemblea Generale proclama la presente Dichiarazione Universale dei Diritti
dellUomo come ideale da raggiungersi da
tutti i popoli e da tutte le Nazioni, al fine che
ogni individuo e ogni or gano della societ,
avendo costantemente pr esente questa Dichiarazione, si sforzi di promuovere, con linsegnamento e leducazione, il rispetto di questi diritti e di queste liber t e di garantir ne,
mediante misure progressive di carattere nazionale e internazionale, luniversale ed ef fettivo riconoscimento e rispetto tanto fra popoli degli stessi Stati membri, quanto fra
quelli dei territori sottoposti alla loro giurisdizione.
Articolo 1 - Tutti gli esseri umani nascono
liberi ed eguali in dignit e diritti. Essi sono
dotati di ragione di coscienza e devono agire
gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.
Articolo 2 - 1. Ad ogni individuo spettano
tutti i diritti e tutte le libert enunciati nella
presente Dichiarazione, senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso,
di lingua, di religione, di opinione politica o
di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condi zione. 2. Nessuna distinzione sar inoltre stabilita sulla base dello statuto politico, giuri dico o internazionale del paese o del territorio cui una persona appar tiene, sia che tale
paese o territorio sia indipendente, o sotto posto ad amministrazione fiduciaria o non
autonomo, o soggetto a qualsiasi altra limitazione di sovranit.
Articolo 3 - Ogni individuo ha diritto alla
vita, alla libert e alla sicurezza della propria persona.
Articolo 4 - Nessun individuo potr essere
tenuto in stato di schiavit o di servit; la
schiavit e la tratta degli schiavi saranno
proibite sotto qualsiasi forma.
Articolo 5 - Nessun individuo potr essere
sottoposto a trattamento o punizioni crudeli,
inumani o degradanti.
Articolo 6 - Ogni individuo ha diritto, in
ogni luogo, al riconoscimento della sua per sonalit giuridica.
Articolo 7 - Tutti sono eguali dinanzi alla
legge e hanno diritto, senza alcuna discriminazione, a uneguale tutela da par te della
legge. Tutti hanno diritto a uneguale tutela
contro ogni discriminazione che violi la presente Dichiarazione come contr o qualsiasi
incitamento a tale discriminazione.
Articolo 8 - Ogni individuo ha diritto a
uneffettiva possibilit di ricorso a compe tenti tribunali nazionali contro atti che violino i diritti fondamentali a lui riconosciuti
dalla Costituzione o dalla legge.
Articolo 9 - Nessun individuo potr esse re arbitrariamente arrestato, detenuto o esiliato.
Articolo 10 - Ogni individuo ha diritto, in
posizione di piena uguaglianza, a unequa e
pubblica udienza davanti a un tribunale in dipendente e imparziale, al fine della determinazione dei suoi diritti e dei suoi doveri,
nonch della fondatezza di ogni accusa pe -
IL FOGLIO QUOTIDIANO
uale dialogo pu svilupparsi tra islam e occidente, se lo scambio di idee, storia, iden Q
tit, fede, non avviene su basi di reciprocit? Il
mondo musulmano, che in occidente e in Israele gode di tutte le libert dazione, propaganda,
raccolta fondi, rifiuta di per mettere tali libert
alle idee e alle religioni occidentali. Solo in una
nazione a maggioranza musulmana questo
permesso: la Turchia; in tutte le altre proibito
od ostacolato di fatto. Ogni reciprocit resa
impossibile dalla definizione del reato di apostasia per il musulmano che abbandoni la fede.
Reato che in paesi come lArabia Saudita e lIran punito con la mor te. Ogni missionario o
militante che tenti di portare alla sua fede o alla sua ideologia atea un musulmano incorre in
un reato. Anche in Iran le minoranze cristiana,
ebraica, zoroastriana hanno diritto di vita. Ma
non di proselitismo. A Riad non hanno neanche
diritto di vita: lesibizione di un crocefisso porta
allarresto; le cerimonie r eligiose sono proibite,
spesso anche nelle ambasciate.
Due diritti fondamentali, il diritto di libera
coscienza e la parit tra uomo e donna, sono
conculcati in quasi tutti i paesi musulmani, in
ossequio a due pilastri dellislam contempora neo che prevedono il divieto di abbandonare la
fede e considerano la donna sottoposta alla autorit tutoria delluomo. Labbandono della fede diventa reato e arriva a essere punito con la
morte perch equivale allabbandono della p lis, al tradimento della koin civile, esaltando
lavoro, alla libera scelta dellimpiego, a giu ste e soddisfacenti condizioni di lavor o e alla protezione contro la disoccupazione. 2.
Ogni individuo, senza discriminazione, ha diritto a eguale retribuzione per eguale lavoro.
3. Ogni individuo che lavora ha diritto a una
remunerazione equa e soddisfacente che assicuri a lui stesso e alla sua famiglia unesistenza conforme alla dignit umana e inte grata, se necessario, ad altri mezzi di pr otezione sociale. 4. Ogni individuo ha il diritto di
fondare dei sindacati e di aderirvi per la difesa dei propri interessi.
Articolo 24 - Ogni individuo ha il diritto al
riposo e allo svago, comprendendo in ci una
ragionevole limitazione delle ore di lavoro e
ferie periodiche retribuite.
Articolo 25 - 1. Ogni individuo ha il diritto
a un tenore di vita sufficiente a garantir e la
salute e il benesser e proprio e della sua fa miglia, con particolare riguardo allalimentazione, al vestiario, allabitazione, e alle cure mediche e ai servizi sociali necessari, e ha
diritto alla sicurezza in caso di disoccupazione, malattia, invalidit vedovanza, vec chiaia o in ogni altro caso di perdita dei mezzi di sussistenza per circostanze indipendenti dalla sua volont. 2. La maternit e linfanzia hanno diritto a speciali cure e assistenza.
Tutti i bambini, nati nel matrimonio o fuori
di esso, devono godere della stessa protezione sociale.
Articolo 26 - 1. Ogni individuo ha diritto allistruzione. Listruzione deve essere gratuita
almeno per quanto riguar da le classi elementari e fondamentali. L istruzione ele-
mentare deve essere obbligatoria. Listruzione tecnica e professionale deve essere messa alla portata di tutti e listruzione superiore deve essere egualmente accessibile a tutti sulla base del merito. 2. L istruzione deve
essere indirizzata al pieno sviluppo della
personalit umana e al rafforzamento del rispetto dei diritti delluomo e delle liber t
fondamentali. Essa deve promuovere la comprensione, la tolleranza, lamicizia fra tutte
le Nazioni, i gr uppi razziali e r eligiosi, e deve favorire lopera delle Nazioni Unite per il
mantenimento della pace. 3. I genitori hanno
diritto di priorit nella scelta di istruzione da
impartire ai loro figli.
Articolo 27 - 1. Ogni individuo ha diritto di
prendere parte liberamente alla vita culturale della comunit, di godere delle arti e di
partecipare al progresso scientifico e ai suoi
benefici. 2. Ogni individuo ha diritto alla protezione degli interessi morali e materiali derivanti da ogni produzione scientifica, letteraria e artistica di cui egli sia autore.
Articolo 28 - Ogni individuo ha diritto a un
ordine sociale e inter nazionale nel quale i
diritti e la libert enunciati in questa Di chiarazione possano essere pienamente realizzati.
Articolo 29 - 1. Ogni individuo ha dei doveri verso la comunit, nella quale soltanto
possibile il libero e pieno sviluppo della sua
personalit. 2. Nellesercizio dei suoi diritti
e delle sue libert, ognuno deve essere sottoposto soltanto a quelle limitazioni che so no stabilite dalla legge per assicurar e il riconoscimento e il rispetto dei diritti e della
libert degli altri e per soddisfar e le giuste
esigenze della morale, dellor dine pubblico
e del benessere generale in una societ de mocratica. 3. Questi diritti e queste liber t
non possono in nessun caso essere esercitati
in contrasto con i fini e i principi delle Na zioni Unite.
Articolo 30 - Nulla nella presente Dichiarazione pu essere interpretato nel senso di
implicare un diritto di qualsiasi Stato gruppo o persona di esercitare unattivit o di
compiere un atto mirante alla distruzione
dei diritti e delle libert in essa enunciati.
gli uomini sottomessi a Dio prevede che tutti gli uomini sono uguali in termine di fondamentale dignit umana e fondamentali obbli ghi e responsabilit, senza alcuna discriminazione. Ma quel fondamentale intr odotto
per segnare le differenze di diritti, secondo la religione e il sesso, che prevede la sharia in campi secondari. Scompare la parola libert.
Il diritto alla vita non garantito, perch la
pena di morte iscritta a chiare lettere nella solenne definizione della Car ta, l dove lar ticolo
2 prescrive che vietato sopprimere la vita
umana, tranne che per una ragione prescritta
dalla Sharia. Una dizione che iscrive tra i cultori di questa Carta i terroristi islamici che agiscono sempre su base di fatwa, emesse da imam
che si rifanno scrupolosamente alla Sharia.
Anche il diritto allintegrit fisica non garantito, perch mutilazioni e pene corporali sono vietate tranne che per una ragione prescritta dalla Sharia.
La Carta islamica non cita mai lindivi duo, riferimento permanente della Carta dellOnu, per lovvia ragione che considera la posi zione della donna diversa da quella delluomo,
tant che le riserva un articolo, il 6, in cui stabilisce che uguale alluomo in dignit umana,
ma subito specifica che ha diritti da godere e obblighi da adempiere; nulla di simile prescritto
alluomo. La Sahria sincarica di definire gli obblighi allinterno di uninferiorit che la obbliga
a sottostare alla autorit tutoria delluomo.
gni legittimi senza monopolio, inganno o violenza sugli altri. L usura (riba) assoluta mente vietata.
Articolo. 15 - a) Ognuno ha il diritto alla propriet acquisita in modo legittimo ed eser citer i relativi diritti senza pregiudizio per se
stesso, gli altri o la societ in generale. L espropriazione non consentita tranne che per
esigenze di pubblico inter esse e dietro pagamento di un immediato ed equo indennizzo.
b) La confisca e la riduzione della propriet
proibita tranne che per necessit dettata dalla legge.
Articolo 16 - Ognuno ha il diritto di goder e
dei frutti della propria produzione scientifica,
letteraria, artistica o tecnica nonch di pr oteggere gli interessi morali e materiali che ne
derivano, a condizione che tale pr oduzione
non sia contraria ai principi della Shariah.
Articolo 17 - a) Ognuno ha il diritto di vivere in un ambiente sano, immune dal vizio e
dalla corruzione morale, in un ambiente che
favorisca il suo autosviluppo; imcombe alla
Stato e alla societ in generale il dovere di rispettare tale dirtto. b) Ognuno ha il diritto al lassistenza medica e a ogni pubblica agevo lazione fornita dalla societ e dallo Stato nei
limiti delle loro risorse disponibili. c) Lo sta to assicurer il diritto dellindividuo a una vita dignitosa che gli consenta di risponder e a
tutte le esigenze proprie e a quelle dei suoi dipendenti, compresa lalimentazione, il vestiario, lalloggio, leducazione, le cure mediche e
ogni altro bisogno essenziale.
Articolo 18 - a) Ognuno ha il diritto di vivere nella sicurezza per s, la propria religione,
i propri dipendenti, il proprio onore e la propria propriet. b) Ognuno ha il diritto alla privacy nella conduzione dei sui affari, nella sua
casa, in famiglia e per questo attiene alla sua
propriet e alla sua r ete di relazioni. Non
consentito svolgere spionaggio su di esso, porlo sotto sorveglianza o infamare il suo buon
nome. Lo Stato deve pr oteggerlo da inter ferenze arbitrarie. c) Labitazione privata assolutamente inviolabile. Non vi si pu acce dere senza permesso dei suoi abitanti o in maniera illegale, n pu essere demolita o confiscata e il suo arredamento asportato.
Articolo 19 - a) Tutti gli individui sono eguali di fronte alla legge, senza distinzione tra il
legislatore e il cittadino. b) Il diritto di ricor rere alla giustizia garantito a tutti. c) La r esponsabilit strettamente personale. d) Non
c crimine o punizione al di fuori di quanto
previsto dalla Shariah. Un imputato inno cente fino a che la sua colpa non sia provata
in equo processo nel quale egli disponga di
tutte le garanzie della difesa.
Articolo 20 - Non consentito arrestare illegalmente un individuo o r estringere la sua
libert, esiliarlo o punirlo. Non consentito
assoggettarlo a tortura fisica o psicologica o a
qualsiasi forma di umiliazione, crudelt o indegnit. Non consentito sottopor re un individuo a esperimenti medici o scientifici senza
il suo consenso o a rischio della sua salute o
della sua vita. N consentito pr omulgare
leggi di emergenza che prevedano interventi
dautorit per tali azioni.
Articolo 21 - La presa di ostaggi sotto qualsiasi forma e per qualsiasi motivo espressamente vietata.
Articolo 22 - a) Ognuno ha il diritto di esprimere liberamente la propria opinione in un
modo che non contravvenga ai principi della
Shariah. b) Ognuno ha il diritto di sostener e
ci che giusto e propagandare ci che buono e mettere in guardia contro ci che sba gliato e malvagio in confor mit con le nor me
della Shariah Islamica. c) L informazione
una necessit vitale per la societ. Non pu
essere sfruttata o distorta in modo tale da violare la sanit e la dignit dei Profeti, minare i
valori morali e etici o disintegrare, corrompere o inquinare la societ o indebolir ne la fede. d) Non consentitto suscitare odio nazionalistico o ideologico o comunque incitare a
qualsiasi forma di discriminazione razziale.
Articolo 23 - a) Autorit fiducia; il suo abuso o il suo malevolo eser cizio assolutamente vietato, affinch i diritti umani fondamen tali possano essere garantiti. b) Ognuno ha il
diritto di partecipare, direttamente o indirettamente alla amministrazione dei pubblici affari del suo paese. Egli ha anche il diritto di
assumere cariche pubbliche con le disposi zioni della Shariah.
Articolo 24 - Tutti i diritti e le libert enunciate nelle presente Dichiarazione sono soggette alla Shariah Islamica.
Articolo 25 - La Shariah islamica la sola
fonte di riferimento per linterpretazione degli articoli della presente Dichiarazione.
Petros VII
Aperto, ma anche grande fautore
di conversioni dallislam
Un incidente che non convince
Roma. N on facciamoci suggestionar e
dalle date, si dice, non cadiamo nei die trologismi, non lasciamo galoppare troppo
la fantasia: solo una tragica fatalit, se
l11 settembre sar ricordato (anche) come
la data dellincidente che costato la vita
a Petros VII, carismatico patriar ca grecoortodosso di Alessandria dEgitto. Con il
suo seguito e linter o equipaggio, dicias sette persone in tutto, Petr os VII si trovava a bordo dellelicotter o Chinook delle
forze armate greche che nella tarda mattinata di sabato scorso si inabissato nel lEgeo, a una ventina di chilometri dalla
sua destinazione, la penisola del Monte
Athos, lAghion Oros, il Monte Santo del lortodossia, dove il patriar ca era atteso
per una visita da lui molto desiderata. Il
Chinook un elicottero bimotore di resistenza e sicurezza proverbiali, una vera
fortezza volante predisposta anche per
ammaraggi di emergenza. Eppure si sbriciolato, quasi disintegrato, a giudicare dalla dimensione minima dei rottami fin qui
ripescati. Tutto questo, a cinque minuti da
un atterraggio gi annunciato alla base a
terra, dopo un breve e tranquillo viaggio
da Atene, prolungato di poco proprio, dicono, per volont del patriarca, che voleva
ammirare dallalto il magnifico spettacolo
dei monasteri dellAthos, e senza che un
solo cenno dallar me da parte dellequipaggio facesse presagire la tragedia incombente o il manifestarsi di qualsivoglia
problema tecnico.
Non facciamoci suggestionare dalle date, certo, ma qualche dubbio sulla dinamica dellincidente appare legittimo. La ca tegorica esclusione della possibilit di un
attentato da parte delle autorit gr eche si
confronta con limpossibilit, allo stato dei
fatti, di spiegare il cedimento dellelicottero ( ancora pr esto per tirare conclusioni,
si dice) mentre il teatro delle polemiche
completamente occupato dal problema del
grave e inspiegabile ritardo nei soccorsi. Il
che spiega il benservito dato in fretta e fu-
ria al capo di stato maggiore dellaeronautica greca, Panayotis Papanikolaou, rite nuto unico responsabile di quel disser vizio. Per una testa eccellentissima che ca de, se ne salva per unaltra, quella del ministro della Difesa, Spilios Spiliotopulos:
le sue dimissioni sono state infatti r espinte dal premier Kostas Karamanlis, che ne ga decisamente lesistenza di r esponsabilit politiche e ammette solo una falla
nella catena di comunicazioni delle for ze
armate. Ed tutto.
Lunit coi copti egiziani
Ma veramente tutto? Se i tr e giorni di
lutto nazionale che la Grecia dedicher da
domani a Petros VII testimoniano dellimportanza della sua figura, non raccontano
fino in fondo la svolta che questo pastor e
danime, giovane danni se non daspetto
(era nato cinquantacinque anni fa a Cipro,
ultimo di sette fratelli, uno dei quali, Y orgos, morto con lui sabato) aveva impr esso dal 1997 a uno dei pi antichi patriarcati del mondo, punto di riferimento centra le dei trecentocinquantamila gr eco-ortodossi dAfrica. Petr os VII era soprattutto
noto per il grande impegno missionario,
fatto di pr omozione della catechesi e di
molte nuove ordinazioni di sacerdoti e vescovi di origine egiziana: non pi e non soltanto, quindi, scelti tra i discendenti degli
europei, soprattutto greci, di Alessandria.
La sua energia aveva portato nuova vitalit
a una comunit esangue, che da troppi anni vivacchiava nella citt che aveva ospitato una delle pi composite e brillanti so ciet cosmopolite del mondo, dai tempi di
Nasser di fatto azzerata.
N on basta. N ei suoi sette anni di pa triarcato, e ancor prima come vescovo di
Babilonia, Petros VII stato appassionato
fautore del dialogo teologico ed ecumeni co tra tutte le componenti cristiane dAfri ca, in primo luogo quella copta, impor tantissima in Egitto e gelosa della sua supr emazia, con la quale in pr ecedenza cera
stata molta incompr ensione, quando non
aperta concorrenza. Lazione di Petros VII
era decisamente impr ontata alla ricer ca
dellunit, a un pacifico fare fronte comune dei cristiani in un mondo sempr e pi
segnato dal fondamentalismo islamico.
Era un uomo di dialogo, stato detto. Lo
ha ricordato con commozione anche papa
Giovanni Paolo II in un telegramma di cordoglio al patriarcato di Alessandria, nel
quale parla del prezioso contributo dato
in questa direzione da Petros VII e del suo
impegno per lunit dei cristiani. Uomo
di dialogo, certo, ma anche uomo determinato a non vivere nellombra la sua missione e a lavorare per la crescita della sua comunit. Chi oggi nega che la sua morte possa avere cause diverse dallincidente tecnico, spiega che non ci sar ebbe stato motivo
di far esplodere un elicottero militare,
quando in qualsiasi momento il patriar ca
poteva essere ucciso ad Alessandria. Ma il
dubbio su quella morte, e non solo per la
macabra coincidenza con l11 settembre,
aspetta ancora di essere dissipato.
Nicoletta Tiliacos
IL FOGLIO QUOTIDIANO
ziale della Francia stata la coster nazione. Comera potuta accader e una cosa si mile a un paese che si era opposto con
estrema decisione ai piani di guerra americani e che aveva appoggiato ripetute volte la causa degli arabi? Poi la Francia
passata allazione, mettendo in moto le sue
pedine mediorientali. Immediatamente, il
leader palestinese Yasser Arafat, il libico
Muammar Gheddafi e persino gli esponenti di movimenti radicali come Hamas,
Hezbollah e il Jihad islamico hanno co minciato a rivolgere appelli per il loro rilascio. E stato un vivido ricordo del tempo
e dellimpegno profuso dalla Francia per
costruire una rete di relazione con il me dio oriente. Non si visto qul gener e di
sostegno per Blair o Berlusconi, osser va
Franois Heisbourg, direttore della Fondazione per le ricerche strategiche, think
tank parigino, rifer endosi alla crisi degli
ostaggi che entrambi i leader hanno dovu to affrontare.
Ma il capitale politico della Francia in
medio oriente potrebbe essere pi di facciata che reale. Nonostante tutta la sua influenza, la Francia non riuscita a ottenere la liberazione dei due giornalisti. Anche
le idee gaulliste sul sostegno della strada
zione, cui gli Stati Uniti hanno da poco ri fiutato il visto, e i Fratelli musulmani: en trambi dicono di essere contro il terrorismo, ma giustificano i kamikaze islamici in
Palestina e le autobombe in Iraq contro gli
americani. I musulmani moderati, nella visione di Allam, sono quelli che si sono
espressi nel manifesto pubblicato sul Corriere, che considerano il valor e della sacralit della vita, quella di tutti, ebrei,
cristiani o musulmani.
Sembra esserci dunque una disfunzione, una distorsione che non ci permette, in
questo particolare momento storico, din dividuare con chiarezza e serenit un interlocutore islamico: una discr epanza tra
la realt e la percezione della realt. Noi
giornalisti siamo responsabili di creare
miti e mostri. Abbiamo creato lo stereotipo del musulmano, che per essere tale deve avere la tunica, il turbante e la barba
lunga; lo stereotipo della donna musulmana, che deve avere il velo in testa, anche se
poi vai in giro per le strade dItalia e di
donne con il capo coperto se ne vedono rarissimamente. Il popolo delle moschee
diventato emblema di una realt molto
pi vasta e troppo poco conosciuta. L equivoco continua Allam quello di ri tenere che i musulmani veri siano quelli
che vanno in moschea. La stragrande maggioranza di loro non ci va e rimane musulmana. E necessario prendere atto del
fatto che lislam una realt plurale, e che
iente come la guer ra stravolge i desti ni anche pi quieti, cos finisce che
uno che poteva passar e alla storia come
linventore della grammatica generativa ci
passer invece come il pi svitato degli
americani antiamericani. Similmente, uno
che aveva gi lasciato il suo segnaposto nella storia dellumanit come paroliere di Iva
Zanicchi, o almeno musicista pi politica mente impegnato mai nato nellisola di
Chio, insomma lAsor Rosa della musica
colto-popolare della Grecia contempora nea, rischia di veder e il suo nome indele bilmente e con ignominia iscritto per le ternit nella colonna infame degli antise miti. Recidivi per di pi.
Non che non se lo meriti. Uno che si fa
intervistare da Haaretz Magazine (il 27 agosto scorso) e alla pr ecisa domanda: Mr
Theodorakis, il 4 novembr e 2003 lei disse
alcune parole che sconvolsero ebrei e non
ebrei di tutto il mondo. Disse che gli ebr ei
sono alla radice del male. [] Dieci mesi
dopo, non pensa di aver commesso un er rore pronunciando quelle par ole?, ri sponde preciso: No. Ma ritengo impor tante sottolineare che io non dissi la radice del
Demolition man
Dopo la strage di Giacarta,
un ingegnere made in occidente
il terrorista pi ricercato doriente
o chiamano Demolition man per la
sua abilit a confezionar e ordigni miciL
diali, fatti esplodere sullobiettivo da terro-
risti kamikaze. Potrebbe avere sulla coscienza oltre 200 vittime innocenti, compresi bambini, saltati in aria a Bali nel 2002, allhotel Mariott di Giacarta lo scorso anno, e
pochi giorni fa davanti allambasciata australiana in Indonesia. Il suo nome Azahiri Husin e viene considerato, oltre che bombarolo, uno dei capi di Jemaah Islamiah,
lorganizzazione terroristica ribattezzata lal
Qaida dellestremo oriente. Laspetto pi assurdo che il giovane Husin non ha il nor male curriculum dei terroristi islamici cresciuti a pane e Corano. Demolition man si
formato, invece, nelle universit occiden tali dove ha acquisito le basi tecniche per
diventare, in seguito, un bombar olo. Husin
malese di cittadinanza, nato nel 1957. Le
sue foto segnaletiche, che risalgono ai tem pi in cui era un normale ingegnere, lo mostrano con un paio di occhiali da intellettuale, baffi alla messicana e capelli neri ben
pettinati. Un individuo assolutamente nor male che ha studiato in Australia, alla fine
degli anni Settanta, quando i suoi coetanei
musulmani erano affascinati dalla rivoluzione di Khomeini in Iran. Husin se ne fr egava dellislam militante. Ritorn in Malesia a ottenere la laurea. Alla fine degli anni
Ottanta riusc ad accedere alla Reading university, in Inghilterra. Il suo tutore rimase
talmente impressionato dalla seriet e dalla bravura del giovane, che lo aiut a ottenere il dottorato nel 90. Amante della matematica, trov subito un lavor o ben remunerato in patria, offertogli da ex compagni
di studi. Poi, assieme alla moglie, divenne
assistente alla cattedra di T ecnologia di
ununiversit malese.
Il suo profilo radicale si deline nella seconda met degli anni Novanta. Husin incontr e ben presto cadde sotto linfluenza
di Abdullah Sungkar e Abu Bakar Bashir ,
due predicatori esiliati dallIndonesia, che
fonderanno la Jemaah Islamiah. Lobiettivo
finale dellorganizzazione terroristica la
creazione di un grande Stato talebano che
unifichi i musulmani indonesiani, quelli di
Singapore, della Malesia, della Thailandia
meridionale e di alcune isole filippine. Un
progetto a cui Bashir , di origini yemenite,
pensava da tempo. Nellisola di Java fond
radio e scuole che propugnano ladozione
della Sharia. N el 1978 Bashir e Sungkar
vennero arrestati. Dopo processi e condanne i due fuggirono in Malesia per fondare
un movimento islamico, che negli anni No vanta si trasformer nella Jemaah Islamiah.
Bashir rientr in patria clandestinamente
nel 1999, mentre i suoi uomini avevano gi
stretto rapporti operativi con Osama bin Laden. Oggi Bashir in carcere.
Una seconda nascita
Nessuno poteva immaginare che Husin, il
suo pupillo malese, si sar ebbe trasformato
nel pi temibile bombar olo del terrorismo
islamico dellestremo oriente. I profili delle
polizie che gli danno la caccia definiscono
la sua vocazione islamica estremista una
seconda nascita . Oltre ai predicatori di Jemaah Islamiah, lingegnere probabilmente stato influenzato, nella scelta stragista, da
un lutto familiare: la moglie si ammal mortalmente dopo la nascita della seconda figlia. Il tranquillo studente for matosi in occidente prese la decisione di partire, verso
la fine degli anni Novanta, prima verso un
campo di addestramento di estremisti islamici nelle Filippine meridionali e poi in Afghanistan. Fra i seguaci di al Qaida si spe cializz nellutilizzo di esplosivi. Non era
mai stato educato in una madrassa, la scuola coranica, da dove provengono gran parte
dei kamikaze, ma diventato abile a costruire le cinture esplosive dei terroristi e a
imbottire auto e furgoni con ordigni devastanti. Lantiterrorismo gli arrivato vicino
due volte, nei suoi rifugi sullisola di Sumatra, ma Husin riuscito a scappare, rocambolescamente. Lo scorso anno la Cia ha catturato Riduan Ismuddin, il leggendario capo militare della Jemaah. A questo punto
Husin il bombarolo, che ha gi confezionato i furgoncini minati della strage di Bali e
dellattacco allhotel Mariott, viene catapultato al vertice dellorganizzazione assieme
al responsabile delle finanze del terrore,
Noordin Mohammed Top, altro super ricercato. Uno degli attentatori suicidi dellattacco allambasciata australiana aveva scritto ai familiari annunciando che si preparava a morire dopo aver incontrato Husin. Di
Demolition man si sa soltanto che, rispetto ai tempi delluniversit, si fatto crescere i capelli fino alle spalle, attorno a un volto sempre pi affilato e feroce.
Fausto Biloslavo
IL FOGLIO
ORGANO
DELLA
quotidiano
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PER LA
GIUSTIZIA
DEL
7/12/1995
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