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ogin !ome " Enciclopedia " Corporativismo in Il Contributo italiano alla storia del #ensiero$ Economia %ds by costmin& 'ore Info | !ide ()ese %ds Corporativismo Il Contributo italiano alla storia del #ensiero * Economia +,-.,/ di Daniela #arisi Corporativismo In linea generale0 corporazione sta a indicare 1ualsiasi 2societ3 parziale40 detta anc)e 2corpo intermedio40 c)e si costituisce attorno a interessi particolari0 contrastando cos5 il riferimento e l4integrazione comune allo Stato inteso come unico titolare dell4interesse generale& e corporazioni )anno caratterizzato molti contesti sociopolitici europei medievali& 6el .78.0 nel corso della Rivoluzione francese0 la legge e C)apelier abol5 le associazioni professionali e di mestieri decretando con ci9 la fine di una lunga fase di storia delle corporazioni il cui declino era gi3 iniziato dal .7: secolo& 4abrogazione del .78. non imped5 per9 c)e di corporazioni si continuasse a trattare in sede politica ed economica lungo il .8: sec& e poi soprattutto nel periodo tra la #rima e la Seconda guerra mondiale& ;uesta permanenza delle corporazioni deriva dal fatto c)e ordine statale e ordine politico non possono mai <identificarsi completamente e senza residui= ed > per 1uesto c)e tra le finalit3 dello Stato e gli interessi di c)i governa si sono sempre inserite le corporazioni0 c)e sono espressioni della naturale socievolezza umana0 della societ3 civile +?rnag)i .88@/& e corporazioni medievali a societ3 comunale > caratterizzata da un proliferare di associazioni$ 1ualsiasi gruppo emergente si aggrega in 2corpi4 c)e aspirano a essere riconosciuti in modo formale e a svolgere un ruolo nel reggimento della citt30 soppiantando in molti casi il potere della nobilt3& a modalit3 con cui si organizzano 1uesti gruppi > 2corporativa4 e con ci9 si intende c)e ogni gruppo si impegna per la tutela degli interessi propri in opposizione a 1uelli altrui0 aspira a imporsi non solo sulla nobilt3 ma anc)e sugli altri 2corpi40 non disdegnando0 per prevalere0 anc)e l4uso della violenza& e corporazioni controllano innanzitutto i propri membri0 c)e in genere sono tecnici di un mestiere o sono religiosiA dettano le condizioni per la possibilit3 di entrare a far parte del corpo e per rimanerne membro& ?gni diverso 2corpo4 )a un proprio statuto c)e vincola strettamente i suoi membri a regole e tradizioni0 come del resto anc)e c)i appartiene a un ordine religioso aderisce a una 2regola4& Solo cos5 sono in grado di mantenere la compattezza per esercitare anc)e potere politico nella citt3& #articolarmente evidente > il legame tra potere politico e mercato nel caso delle corporazioni di

mestieri0 c)iamate %rtiA 1ueste infatti gestiscono il mercato nelle citt3 e controllano i rapporti tra le classi sociali + e Boff .877/& Dun1ue gli interessi piC rilevanti per la vita politica della citt3 sono espressi dalle %rti +fuori d4Italia c)iamate Bilde/0 dalle societ3 2delle (orri4 c)e raccolgono i nobili c)e vanno sempre piC armandosi per difendersi dal popoloA dalle 2compagnie delle armi4 c)e riuniscono i popolani delle contrade0 dalle confraternite e dalle associazioni pie0 promosse soprattutto da domenicani e francescani * in funzione antiereticale * e di orientamento guelfo c)e si rivolgono alla formazione dei ceti 2medi4& % 1uesti 2corpi4 si affiancano minori forme di aggregazione per l4organizzazione dei gioc)i0 dei banc)etti0 dei tornei0 delle feste& e %rti o 'estieri a cui 1ui si fa riferimento sono 1uelli nobili e 1uelli leciti0 ben distinti da 1uelli vili e da 1uelli illeciti e disprezzati& Bisogna per9 considerare c)e i mestieri disprezzati nell4..: sec& possono con il tempo in molti casi trasformarsi in occupazioni di rango piC elevato& Da un lato0 i locandieri0 i macellai0 gli alc)imisti0 i protettori0 i mugnai0 i cuoc)i0 i soldati e molte altre categorie sono mestieri messi all4indice all4inizio del nuovo millennio0 perc)D )anno a c)e fare con tabC legati a mentalit3 risalenti alle societ3 primitive0 1uali il sangue e il denaro0 oppure perc)D riferentesi a peccati capitali0 1uali la lussuria0 l4avarizia e la gola& Dall4altro lato0 con il .@: sec&0 opere servili si trasformano in arti dignitose e degne di dare vita a vere e proprie categorie professionali& Ci9 avviene perc)D diventano mestieri stimati0 svolti da persone considerate 2perbene4 c)e lavorano duramente per il vantaggio proprio e della comunit3& 4esempio piC interessante > 1uello del mercante0 dapprima screditato0 gradualmente scusato0 poi giustificato0 e infine0 in epoca rinascimentale0 pienamente stimato& ;uesto profondo mutamento della mentalit3 deriva dal passaggio lento da una societ3 rurale e militare dominata dall4aristocrazia terriera0 militare e dal clero0 padrone di vasti possedimenti terrieri0 all4affacciarsi di attivit3 legate al commercio di lungo corso e al decollo urbano in seguito a cui nascono nuovi ceti +artigiani0 mercanti0 tecnici/ c)e con fatica ac1uistano prestigio e riescono a superare e a vincere i pregiudizi della tradizione& In una societ3 cos5 configurata0 ognuno apparteneva innanzitutto * per discendenza di sangue * a una famiglia c)e costituiva un compatto centro di solidariet3 attorno agli interessi della 2casata4& 'a ognuno apparteneva almeno anc)e a una consorteria data dall4ubicazione della propria abitazione in una contrada0 e anc)e facilmente a un4%rte data dal mestiere caratterizzante l4attivit3 della propria famiglia0 e magari a una congregazione religiosa e a una congrega con cui organizzava il torneo in una data significativa per la sua %rte o per la sua contrada o congregazione religiosa& 6on bisogna trascurare la conflittualit3 c)e produceva tutta 1uesta serie di appartenenze strette e regolateA 1uesta conflittualit3 originava anc)e alleanze tra casate maggiori e gruppi piC deboli c)e cercavano alleanza con c)i potesse proteggerli in cambio di lealt3 in pace e in guerra& ;ueste alleanze generavano vere e proprie fazioni all4interno della citt3 per la gestione del potere politico& Ena 2fazione4 finiva per prevalere sulle altre0 diventando l4Dlite politica c)e soppiantava la precedente e a sua volta era destinata spesso a essere soppiantata non necessariamente da un gruppo della stessa citt3 ma anc)e da Dlites di altre citt30 come conseguenza di guerre0 sommosse0 alleanze e tradimenti& F importante rilevare c)e la C)iesa si adegu9 ai cambiamenti0 accettando0 favorendo e anc)e proteggendo nuovi strati della popolazione e inserendosi nei rapporti tra nobilt3 e mercanti& e 2nuove4 corporazioni nella seconda met3 dell4?ttocento

Dopo l4abolizione delle corporazioni nel .78.0 nel secondo ?ttocento espressioni storicamente rilevanti si formano all4interno dei filoni socialisti e del movimento sociale cattolico& #er 1uanto riguarda le Bilde socialiste0 lo storico c)e se ne > occupato piC estesamente0 Beorges D&!& Cole0 riconosce la difficolt3 di darne una definizione univoca e 1uindi i limiti del proprio pur molto esteso lavoro$ tutte le Bilde socialiste * agricole e industriali * si organizzano attorno alla domanda di libert3 e <for t)e control of industry= +Build socialism reGstated0 .8,-0 p& 8/& 6uovamente con il nome specifico di corporativismo0 all4interno dei filoni di matrice cattolica0 il solidarismo sperimenta concreti strumenti di elaborazione e di attuazione& Corporativismo e solidarismo sono stati elementi strettamente coesi nella storia del pensiero sociale della C)iesa fin da 1uando0 nel .H7H0 eone IIII nell4enciclica ;uod apostolici muneris aveva sottolineato la necessit3 di favorire le <societ3 artigiane e operaie=& 'a fu soprattutto nella Rerum novarum0 esattamente un secolo dopo la legge e C)apelier0 c)e lo stesso eone IIII0 ric)iamandosi ai vantaggi c)e nel passato le corporazioni delle arti e dei mestieri avevano apportato alle condizioni di vita dei lavoratori0 aveva difeso la presenza di 1ueste associazioni private all4interno del sistema contemporaneo c)e tante 1uestioni sociali andava creando a danno dei lavoratori$ ci9 e1uivaleva ad affermare c)e lo Stato non poteva proibirne la formazione +Rerum novarum0 @JG@H/& 6el .8@.0 #io II riprese 1uesto stesso tema nella ;uadragesimo anno confermando la liceit3 della formazione di associazioni di mestiere& 4enciclica segnala anc)e il pericolo c)e <lo Stato si sostituisca alle libere attivit3 invece di limitarsi alla necessaria e sufficiente assistenza ed aiuto0 c)e il nuovo ordinamento sindacale e corporativo abbia carattere eccessivamente burocratico e politico0 e c)e0 nonostante gli accennati vantaggi generali0 possa servire a particolari intenti politici piuttosto c)e all4avviamento ed inizio di un migliore assetto sociale=& e associazioni di mestiere 1uindi sono considerate un indispensabile contributo alla cooperazione per il bene comune0 cio> per la <salvezza e prosperit3 pubblica della nazione= +;uadragesimo anno0 HJ e 8K/& Ena forma c)e pu9 essere definita di neocorporativismo riemerge nuovamente negli anni Settanta del ,-: sec& nel pensiero sociale della C)iesa$ alcuni scienziati sociali rilevano infatti c)e se la sfera dei compiti dello Sato va ampliandosi e0 oltre a ci90 le associazioni di categoria sempre di piC intervengono nell4attivit3 di regolazione politica dell4economia0 ci9 tende a indebolire la democraticit3 dei sistemi politici +?rnag)i .88@/& 6ella aborem eLercens +.8H./ papa Biovanni #aolo II esprime i risc)i insiti nel diritto ad associarsi c)e pu9 trasformarsi in espressione degli egoismi di gruppo o di classe0 in abusivismi c)e assolutamente contrastano con le esigenze del bene comune + aborem eLercens0 ,-/& %ttorno alle enciclic)e e agli appelli della C)iesa c)e ric)iamano al solidarismo inizia un vero e proprio dibattito sui 2corpi intermedi4 c)e fanno salire dalla societ3 interessi di cui il potere politico non pu9 fare a meno di tener conto0 a meno c)e non ci si rassegni allo sfaldamento della nazione in interessi autonomi c)e non trovano forme di cooperazione tra loro& (ra 1ueste due fasi di corporativismo di matrice cattolica si inserisce un4importante interpretazione del corporativismo stesso nel periodo tra le due guerre mondiali& I cattolici )anno in 1uesto periodo un ruolo non di secondo piano0 com4> evidente dai contenuti del prossimo paragrafo0 soprattutto perc)D 1ui si entra nel vivo del dibattito nel campo della scienza economica& e corporazioni0 strumenti dell4intervento dello Stato Minora0 in 1uesta sede0 il discorso sulle corporazioni > stato circoscritto soprattutto al campo della storia sociale dei sistemi europei e delle riflessioni socioeconomic)e legate alle attivit3 civili e di

carattere etico& Se si vuole trattare specificatamente di corporativismo e letteratura economica bisogna focalizzare l4attenzione sui primi decenni del ,-: sec& e0 in particolare0 sugli anni tra le due guerre mondiali$ da allora il corporativismo fa parte a pieno titolo della storiografia economica& Ci9 avvenne per le condizioni in cui la teoria economica si trovava e per le condizioni in cui i sistemi occidentali vennero a sperimentare nuove strutture di produzione e soprattutto una crisi profonda0 ampia e lunga come mai era stata vissuta prima& #er 1uanto riguarda il primo punto0 1uello inerente la storia dell4analisi economica0 s4intensific9 il dibattito sul mercato concorrenziale0 dibattito c)e0 iniziato da alcuni decenni0 lentamente ma inesorabilmente aveva portato ad abbandonare o almeno a ridimensionare la concezione di libero mercato come allocatore ottimo e spontaneo delle risorse date& Si trattava di una visione ottimistica$ si assumeva 1uesta concezione di mercato come ipotesi di base del lavoro teorico degli economisti perc)D si era convinti c)e i risultati ottimi sotto il profilo economico si raggiungessero solo in un sistema in cui nessun soggetto individuale0 nemmeno lo Stato0 intervenisse a turbare il libero gioco della competizione +'& %lacevic)0 D& #arisi0 Economia politica& En4introduzione storica0 ,--80 capp& VI e VII/& In realt3 la storia del pensiero economico > piC complessa e gli storici del pensiero economico sono molto meno semplificatori$ numerosi economisti0 fin dai tempi di ()omas Robert 'alt)us e poi ancora di piC di No)n Stuart 'ill0 avevano avanzato dubbi su 1uesta automaticit3"spontaneit3"positivit3 del liberismo& a realt3 economica )a mostrato c)e 1uesta ipotesi > irrealistica0 c)e le dimensioni delle imprese sono varie e perci9 vario il loro potere di mercato0 c)e il mercato > luogo di frizioni e attriti0 c)e nel sistema gli egoismi e gli edonismi individuali si scontrano e c)e alle istituzioni non private si ric)iede di intervenire per sanare ci9 c)e i privati non )anno interesse a perseguire0 cio> il bene comune0 di tutti e di ognuno& Del resto gi3 %dam Smit) aveva messo in luce nella sua In1uiry into t)e nature and causes of t)e wealt) of nations +.77J/ * opera c)e0 non a caso0 viene spesso etic)ettata come la 2Bibbia del capitalismo4 * c)e le societ3 erano il crogiolo di tutto ci9 c)e rendeva complicato il loro spontaneo funzionamento& 'a il sistema economico non pu9 essere interpretato * come nel .H: e .8: sec& si ipotizzava * come il meccanismo della volta celeste o di un orologio meccanico o come la fisica dei fluidiA e analogamente semplificazioni estreme non potevano essere applicate ai caratteri del comportamento degli agenti economici& #er comprendere un sistema economico occorre tenere conto della complessit3 sia del contesto sia dei moventi del comportamento degli agenti in societ3& Il caso italiano nel dibattito dopo la #rima guerra mondiale In Italia tra fine ?ttocento e inizio 6ovecento vi furono economisti * di cui la storiografia internazionale non )a tenuto conto nel modo dovuto * c)e avevano espresso molti dubbi sulla fondatezza del liberismo teorico0 anc)e perc)D il sistema economico concreto non ne rispecc)iava le ipotesi& 6egli anni immediatamente successivi alla #rima guerra mondiale l4Italia fu investita da una forte campagna antistatalista e antisocialista$ gli economisti piC in vista in 1uesta campagna teorica e di politica economica furono uigi Einaudi0 Biuseppe #rato +.H7@G.8,H/ e Emberto Ricci +.H78G .8OJ/& Il primo si espresse con durezza contro i funzionari statali0 si sc)ier9 per l4abolizione delle <bardature di guerra= e contro le politic)e sociali dei governi liberali del periodo prebellico e postbellico0 fino a scrivere sul <Corriere della Sera= c)e il programma del fascismo era <nettamente 1uello liberale della tradizione classica= +Maucci .8H.0 pp& .@KG@7/& #rato si sc)ier9 contro i progetti di concessione di terre ai contadini& Ricci si espresse contro la creazione dell4Istituto nazionale cambi e contro tutto ci9 c)e dalla sua esistenza sarebbe derivato in termini di regolamentazione del

commercio internazionale& %nc)e Benito 'ussolini nel .8,. si dic)iar9 contro lo statalismo$ lo Stato * a suo avviso * aveva cento braccia0 delle 1uali almeno novantacin1ue andavano amputateA la guerra aveva lasciato in eredit3 un modello di Stato collettivista e si rendeva necessario tornare al modello di Stato manc)esteriano& #oc)i mesi dopo Einaudi gli augur9 di saper resistere alle pressioni dei ceti e dei settori economici tradizionalmente privilegiati +Maucci .8H.0 p& .@J/ e0 in effetti0 i provvedimenti adottati nel primo biennio dal nuovo governo sembravano rispecc)iare una linea politica liberista& Ben presto per9 il sistema0 con %lberto De Stefani * ministro delle Minanze nel .8,, e poi anc)e del (esoro nel .8,@ *0 scivol9 verso metodi e tendenze progressivamente sempre piC autoritarie0 tanto > vero c)e si pu9 senza dubbio affermare c)e nel .8,K gli economisti di impronta liberale si staccarono definitivamente tanto dalle linee 1uanto dai metodi della politica fascista& a frattura di cui gi3 un anno prima Einaudi aveva previsto l4ineluttabilit3 stava concretandosi$ lo Stato sindacale fascista infatti stava cristallizzando il potere nelle mani di c)i si stava impossessando degli organismi corporativi +Maucci .8H.0 pp& .@8GO-/& o stesso Ricci0 economista di indubbio rilievo0 nel .8,K prese le distanze dal sindacalismo fascista& Il netto mutamento delle loro posizioni stava a indicare c)e entrambi coglievano il significato dell4istituzionalizzazione dei conflitti sociali0 i 1uali stavano perdendo la modalit3 del confronto diretto fra le parti& Si tralascia 1ui di considerare l4opposizione da parte di gruppi o di singoli dell4alta cultura italiana * per es&0 Benedetto Croce e %ntonio Bramsci * c)e poco spazio ebbero entro i confini nazionali o dai luog)i di confinoA non si nega affatto l4importanza della netta opposizione al corporativismo ma porterebbe il nostro discorso troppo lontano +per approfondire si rimanda a Maucci ,---/& e posizioni e il dibattito sul corporativismo non riguardavano il rapporto tra Stato e gruppi socioeconomici emergenti legati a nuovi mestieri e professioni come era accaduto nel 'edioevoA semmai fu espressione del radicale cambiamento del capitalismo e * sotto il profilo del pensiero economico * della ricerca da parte degli economisti di strumenti teorici adatti ad analizzare la nuova struttura economica& Insomma0 <ogni atteggiamento sbrigativamente li1uidatorio nei confronti del pensiero economico italiano fra le due guerre va assolutamente respinto= +Maucci .88-0 p& .HJ/ proprio perc)D le contrastanti posizioni avevano a c)e fare non necessariamente con presupposti ideologici legati all4adesione o meno al regime ma erano legate a interrogativi teorici impegnativi sotto il profilo del dibattito internazionale& Il corporativismo attorno a cui si concentr9 * in un modo o in un altro * la riflessione degli economisti italiani del ventennio fascista non assunse sempre il significato di adesione o affiancamento al fascismo ma0 piuttosto0 1uello di una radicale opposizione al pensiero economico tradizionaleA in 1uesto senso gli economisti italiani furono in linea con l4evoluzione dei tempi e con la riflessione economica dei loro colleg)i stranieri +Minoia .8H@/& Come tanti furono i filoni corrosivi del marginalismo0 cos5 anc)e la cosiddetta economia corporativa non fu una corrente di pensiero omogenea +Duc)ini .88O0 P @/& (anto > vero c)e Mrancesco D& #erillo ed Eugenio Qagari0 c)e )anno pubblicato una raccolta di scritti di economisti italiani di 1uegli anni0 )anno dovuto limitare la propria scelta a soli venti personaggi + uigi %moroso0 Celestino %rena0 Bino %rias0 Rodolfo Benini0 %lberto Breglia0 Milippo Carli0 Vincenzo Consiglio0 %lberto De Stefani0 uigi Einaudi0 Carlo Emilio Merri0 'assimo Movel0 %medeo Bambino0 Elisse Bobbi0 #as1uale Nannaccone0 %gostino anzillo0 Buglielmo 'asci0 Baetano 6apolitano0 Biuseppe Ego #api0 %rrigo Serpieri0 Ego Spirito/ e completare la propria antologia con un4ampia bibliografia +curata da ?mbretta 'ancini/& !anno dovuto adottare 1uesta soluzione c)e desse conto della dissonanza del pensiero economico del ventennio ma0 nonostante la ricc)ezza e la variet3 della loro antologia0 non poc)i sono i nomi rimasti esclusi dai due volumi c)e la compongono&

a corporazione0 strumento politicoGgiuridicoGeconomico Il dibattito economico sul corporativismo prese le mosse in Italia dopo il 2patto di #alazzo Vidoni4 del , ottobre .8,K c)e prevedeva appunto la creazione di un sistema politicoGgiuridico nazionale fondato sulle corporazioni0 sebbene la legge non indicasse con precisione in cosa dovessero consistere e 1uale scopo dovessero perseguire& e corporazioni erano in realt3 come 2scatole vuote4 c)e ogni politico o economista poteva riempire di significati e azioni diverse a secondo dello scopo c)e a esse assegnava +Duc)ini .88O0 p& ,.J/& Cosicc)D le posizioni degli economisti circa il corporativismo possono essere classificate proprio in base allo scopo0 agli obiettivi0 c)e essi attribuivano alle corporazioni$ <%l limite della semplificazione si pu9 dire c)e tutti gli economisti italiani del ventennio sono 2corporativisti40 ma ciascuno )a una propria idea di 2corporazione4= +Duc)ini .88O0 p& .HH/& Su 1uesto aspetto le divergenze tra gli economisti sono rilevanti e0 proprio su 1ueste divergenze in relazione agli scopi0 > stata tentata una classificazione in tre diversi filoni c)e a mio parere pu9 essere accettata e c)e 1ui di seguito viene esposta& En primo filone comprende 1uegli economisti vicini al regime c)e vedevano nelle corporazioni gli strumenti a servizio della potenza dello Stato& Biuseppe Bottai +.H8KG.8K8/0 per es&0 nel fascicolo c)e inaugura la pubblicazione dell4<%rc)ivio di studi corporativi= +Bottai .8@-0 p& .K/0 tratta di disciplina unitaria dello Stato0 e con ci9 nega 1ualun1ue autonomia alla sfera economica0 facendone una branca della politica& In 1uesto primo gruppo si collocano alcuni economisti come Bino %rias +.H78G.8O-/ il teorizzatore dell4)omo corporativus0 l4uomo c)e )a una <coscienza corporativa= +spontaneamente assunta dagli individui o imposta dallo Stato0 fino a diventare un )abitus mentale/ e orienta le scelte in funzione di un non ben definito <interesse unitario della 6azione= +Dinamica economica ed economia corporativa0 .8@-0 in 'ancini0 #erillo0 Qagari .8H,0 p& 7./& Milippo Carli +.H7JG.8@H/0 6ino +6atale/ 'assimo Movel +.HH-G.8O./0 Carlo Emilio Merri +.HK8G.8J./ e il filosofo Ego Spirito +.H8JG.878/ sono tutti autori c)e ricercano i fondamenti epistemologici di una 2nuova4 scienza economica& #ensavano con 1uesta impostazione di costruire e diffondere una 2cultura corporativa4 fondata sulla convinzione della possibilit3 della realizzazione dello Stato coincidente con la societ3 fascista& ;uesti economisti non avevano l4ambizione di costruire una nuova scienzaA essi si limitavano a pensare a come guidare il sistema capitalistico verso 1uella efficienza c)e non era piC in grado di realizzare spontaneamente& Sia %rias sia Carli ammettono c)e con il passare dal libero mercato al corporativismo si modificano atteggiamenti mentali e criteri di condotta degli operatoriA > una posizione c)e sembra stranamente riproporre un4applicazione del materialismo dialettico0 secondo cui le coscienze si modificano al mutare delle strutture& %nc)e lo sc)ema teorico di Movel + 4individuo e lo Stato nell4economia corporativa0 .8@-/ come 1uello di Carli parte dalla definizione di )omo corporativus0 soggetto capace di scelte razionali attraverso cui si massimizza l4interesse della nazione concepita +con un implicito rimando alla posizione di Mriedric) ist0 .7H8G.HOJ/ come insieme unitario delle generazioni presenti e delle generazioni future& In realt30 pur partendo i due autori dalla stessa definizione di operatore economico0 il tentativo di Movel > 1uello di spiegare come l4azione economica porti alla massima soddisfazione dei singoli e insieme a 1uella della societ30 c)e non si configura come la somma degli individui& Il suo in realt3 > un tentativo confuso0 incapace di diventare il fondamento di 1uella <scienza economica rinnovata su premesse nuove e diverse da 1uelle edonistic)e= c)e Bottai aveva c)iesto agli economisti +Bruguier .8@70 p& 7H/&

In sostanza0 ci9 c)e Movel sembra voler dimostrare > c)e in un <monopolio tutorio perfetto= + 4individuo e lo Stato nell4economia corporativa0 .8@-0 in 'ancini0 #erillo0 Qagari .8H,0 p& .O,/0 in un sistema cio> in cui un gruppo * lo Stato * fa le scelte per conto degli individui0 vi > coincidenza formale fra il risultato di tali scelte e 1uelle c)e gli individui avrebbero fatto in un4ipotetica ma irrealizzabile situazione di concorrenza perfetta& Egli finisce cos5 per costruire un modello nel 1uale la libert3 individuale0 grazie alla 1uale l4individuo potrebbe impegnarsi per ottenere il proprio interesse0 > completamente annullata$ nD libert3 nD interesse individuale )anno spazio in un sistema in cui il decisore0 il protagonista delle attivit3 e l4unico destinatario di 1ueste > lo Stato& #er Carlo Emilio Merri la <collettivit3 nazionale= >0 analogamente alla posizione di Movel0 1uella <collettivit3 organizzata0 con una sua personalit30 una sua volont30 una sua coscienza c)e )a per l4appunto la sua espressione nello Stato= +Biudizio edonistico e giudizio corporativo0 in 'ancini0 #erillo0 Qagari .8H,0 p& .,8/& Egli per9 si rende conto realisticamente della <1uotidianit3= dei contrasti fra individuo e collettivit3 e indica nelle corporazioni lo strumento per superarli& ?pta per l4ipotesi dell4esistenza del <giudizio corporativo= +p& .@-/0 anc)e se in realt3 nei suoi scritti prevale sempre il primato dell4interesse della nazione& 4espressione piC articolata di 1uesto primo filone > 1uella del filosofo economista Ego Spirito0 docente di economia politica corporativa a #isa e di filosofia a Roma& Mrancesca Duc)ini lo definisce come <l4economista c)e meglio esprime l4ideologia della fase rivoluzionaria del fascismo0 la forza critica e insieme l4incapacit3 costruttiva della nuova scienza= +Duc)ini .88O0 pp& ,,-G,,/& #er Spirito il soggetto dell4agire economico > un individuo sociale c)e riconosce il fine della propria vita nella prosperit3 dello Stato$ in 1uesto modo egli non considera individuo e Stato due realt3 opposte ma esattamente identic)e +I fondamenti dell4economia corporativa0 .8@-0 in 'ancini0 #erillo0 Qagari .8H,0 pp& .-7G-H/& Di conseguenza0 interesse pubblico e privato sono coincidenti e 1uesta immedesimazione si realizza attraverso l4istituzione corporativa0 in primo luogo la <corporazione proprietaria= +Duc)ini .88O0 p& ,O@/& ;uesta sua posizione fu accusata di bolscevismo e tacciata di utopismo e ben presto scomparve dal dibattito +#erri0 #esciarelli .88-0 p& OKO/& Bli autori c)e abbiamo riunito in un unico gruppo tentarono di imboccare la strada di una nuova definizione di scienza economica0 svincolandola dun1ue dalle premesse individualistic)e ed edonistic)e del marginalismo& Mecero ci90 convinti di poter costruire e diffondere una cultura corporativa radicata sulla convinzione della positivit3 dello statalismo fascista& Il secondo filone di pensatori corporativisti > formato da studiosi c)e non ambirono a costruire una nuova scienza0 ma si impegnarono nell4escogitare strumenti c)e potessero guidare il sistema capitalistico verso 1uell4efficienza c)e spontaneamente non era in grado di realizzare& Si tratta di molti autori0 certamente piC di 1uelli dei 1uali 1ui si riportano i tratti teorici fondamentali& uigi %moroso +.HHJG.8JK/ e %lberto De Stefani +.H78G.8J8/ sono gli esponenti piC emblematici di 1uesto filone& 6el loro saggio a logica del sistema corporativo +.8@O/ si proposero di dimostrare c)e <l4economia corporativa supera0 non rinnega l4economia classica= +in 'ancini0 #erillo0 Qagari .8H,0 p& ,O7/& #erseguirono 1uesto obiettivo mettendo in luce c)e il sistema economico > determinato da tre ordini di forze$ le <forze vive= c)e rappresentano l4azione presente e 1uindi sono analizzabili utilizzando il modello statico dell4e1uilibrio economico generaleA le <forze d4inerzia= c)e rappresentano i legami con il passato0 e 1uindi sono rappresentabili attraverso le categorie della scuola storica tedesca e dell4istituzionalismo americanoA infine0 le <forze direttrici= c)e rappresentano l4incidenza sul sistema economico delle aspettative0 del risc)io0 delle probabilit3 e

dell4azione politica& %llo Stato * c)e si fa giudice dell4interesse generale * viene a 1uesto punto assegnato il compito di coordinare 1ueste tre forze$ se0 infatti0 gli individui nel presente perseguono il loro interesse personale agendo secondo il proprio tornaconto in un ambiente culturale e istituzionale ereditato dal passato0 allora solo lo Stato pu9 stabilire un collegamento tra tutto ci9 e l4interesse generale0 cio> il rapporto fra presente e futuro& F un4operazione c)e ci pare di poter giudicare almeno ardua e complessa0 perc)D allo Stato si pensa possa venire al massimo attribuita la funzione piC limitata della correzione delle distorsioni generate dal mercato concorrenziale c)e danneggiano le generazioni future& Il sistema corporativo in 1uesto senso sarebbe da intendersi non come un4alternativa al sistema di mercato ma0 semmai0 come un suo sostegno& %naloga posizione ebbero Celestino %rena e Buglielmo 'asci 1uando si occuparono di mercato del lavoro e di ruolo delle corporazioni& #er %rena le corporazioni sono0 infatti0 soprattutto uno strumento di razionalizzazione del mercato del lavoro& a contrattazione collettiva prevista dalla Carta del lavoro +azione del sindacato0 opera conciliativa della corporazione0 sentenza della 'agistratura del lavoro/ ridurrebbe0 infatti0 la zona di indeterminatezza del salarioA 1uesto sarebbe un risultato essenziale per la permanenza del capitalismo e rientrerebbe nell4economia teorica ortodossa con le correzioni c)e la dinamica impone + e basi teoric)e dell4organizzazione italiana del lavoro0 .8@-/& %nc)e 'asci +Crisi economica ed economia corporativa0 .8@O/ intende dimostrare c)e l4organizzazione corporativa garantisce c)e attraverso il contratto collettivo di lavoro si risolvano i casi particolari non previsti dall4economia marginalista& 'olti altri nomi di notevole prestigio si collocano lungo 1uesta stessa linea di pensiero per cui la corporazione > uno strumento c)e si pu9 far rientrare nella teoria neoclassica0 obbligata ad abbandonare l4ipotesi della concorrenza perfetta e a comprendere nei propri modelli i cambiamenti di configurazione della struttura produttiva imposti dagli elementi dinamici& % 1uesto proposito ci si deve necessariamente soffermare su 'arco Manno e su Rodolfo Benini +.HJ,G.8KJ/& Il primo0 nella complessiva visione dinamica del sistema0 vede le corporazioni come uno strumento di politica anticiclica0 capace di realizzare un preventivo tendenziale e1uilibrio fra risparmi e investimenti e fra produzione e consumo +Introduzione allo studio della teoria economica del corporativismo0 .8@K/A Benini individua0 invece0 come elemento perturbatore dell4e1uilibrio del sistema la diversa forza contrattuale delle parti c)e si confrontano sul mercato del lavoro e perci9 vede la legislazione sociale e l4ordinamento corporativo come gli strumenti di attenuazione di 1uesta disparit3 c)e possono favorire l4e1uilibrio& Con approccio diverso arrivano a conclusioni analog)e Biuseppe Ego #api +.H8@G.8H8/ e Costantino Bresciani (urroni& #api considera la politica economica corporativa come un insieme di interventi coordinati al fine di razionalizzare il mercato0 <restituendogli 1uella elasticit30 c)e il diffondersi delle coalizioni e degli interventi particolaristici avevano oltremodo ridotta= +Economia per piani ed economia corporativa0 .8@J0 in 'ancini0 #erillo0 Qagari .8H,0 p& ,HH/& Ric)iamandosi a 'ill0 Bresciani assegna alle corporazioni lo scopo di modificare la distribuzione del reddito prodotto con un sistema organico di imposte0 tasse0 sovvenzioni o altre misure volte a realizzare una maggiore giustizia sociale +Introduzione alla politica economica0 .8O,/& Si pensi c)e perfino Einaudi propose il modello di una <corporazione aperta= come uno strumento teso non a dirigere l4economia in funzione di obiettivi prestabiliti0 ma a superare accordi collusivi sui prezzi0 protezionismo ecc& c)e gli imprenditori tentano di imporre per non ubbidire <al re prezzo=& a corporazione0 1uindi0 anc)e per Einaudi consentirebbe al mercato di funzionare meglio +(rincee economic)e e corporativismo0 .8@@A a Corporazione aperta0 .8@O/0 pur se egli specifica

con estrema c)iarezza c)e non deve essere un gruppo ristretto0 ma deve essere aperta a tutti0 <semenza di nuove energie= utile a frantumare le <posizioni economic)e ac1uisite=& In sostanza0 la struttura giuridicoGpolitica corporativa non viene rifiutata in blocco0 ma le sue funzioni sfumano in un insieme piC o meno sistematico di interventi di politica economica0 2conformi4 al mercato0 nell4ipotesi esplicita o implicita c)e il fine da realizzare sia la massimizzazione del prodotto e"o della soddisfazione del consumatore0 ostacolata * nelle condizioni concrete dei sistemi economici sviluppati * da una serie di attriti e frizioni& F stato individuato anc)e un terzo filone al 1uale appartengono economisti di ispirazione cristiana& In genere essi accolsero con favore l4idea di un4organizzazione corporativa della societ3 propria di tutta la tradizione di pensiero sociale cattolico e opposta all4idea di base del socialismo di radice marLiana0 cio> alla 2naturalit340 e 1uindi necessit30 della lotta di classe& %nc)e in 1uesto terzo caso0 come nei precedenti0 le posizioni sono diversificate& Due autori come %ngelo 'auri +.H7@G.8@J/ e Mrancesco 'aria Vito sono espressione esemplare di una linea certamente 2minoritaria4 nella letteratura economica del periodo c)e stiamo considerando0 ma in grado poi di influire notevolmente +e 1uesto influsso > ancora in gran parte da studiare/ sul pensiero e sulla politica economica del secondo dopoguerra +#ensare l4Italia nuova0 .887/& #er 'auri0 direttore dell4Istituto di Scienze economic)e dell4Eniversit3 Cattolica dalla fondazione al .8@@0 il fascismo )a adottato un4ottima concezione0 1uella originariamente cattolica delle corporazioni intese come organismi di base0 corpi intermedi fra lo Stato e il cittadino di cui difendono la libert3 di iniziativa0 istituzionalizzandola nell4interesse comune& 4)a per9 deformata nella sua realizzazione& Il concetto di corporazione di 'auri si differenzia dun1ue radicalmente da 1uello fascista cos5 come anc)e da 1uello medievale a cui la parte piC tradizionalista del pensiero cattolico era ancora molto legata& e sue 2corporazioni4 cercano di adattarsi alla struttura capitalistica di produzione0 di realizzare la democrazia economica e il solidarismo cristiano al loro interno& Egli si pone insomma come erede del movimento e delle idee del cattolicesimo di fine ?ttocento +per il 1uale v& supra/& En4altra posizione tipica degli economisti di ispirazione cristiana > 1uella espressa in modo piC articolato e approfondito da Vito& (utta la sua attivit3 scientifica0 prima e dopo il secondo conflitto mondiale0 > volta a giustificare razionalmente * utilizzando gli strumenti analitici del marginalismo0 ma non la sua visione utilitaristica ed individualistica * la regolamentazione sistematica dell4attivit3 economica0 realizzando una forma democratica di programmazione economica& 6egli anni (renta il suo cammino di ricerca procede lungo due vie$ la definizione dei fini dell4attivit3 economica individuale e sociale e la dimostrazione dell4insufficienza del mercato a realizzare l4efficienza0 non solo economica0 ma in relazione a fini piC ampi definiti in sede filosofica0 con criteri morali0 derivabili dalla concezione dell4uomo e della societ3 propria dell4economista& Vito cio> sostiene c)e la scienza economica non pu9 essere 2neutrale4 perc)D i risultati della ricerca scientifica e le loro implicazioni normative alla fine saranno o non saranno eticamente accettabili& Vito )a piC volte affermato di essere un 2cristiano4 economista ed > dun1ue dalla filosofia morale cristiana c)e egli deriva l4indicazione delle finalit3 dell4attivit3 economica& E 1ueste finalit3 consistono nel realizzare le condizioni piC favorevoli per il perfezionamento e lo sviluppo della persona umana considerata nella sua interezza nelle diverse situazioni storic)e& Se fino a 1uel momento * scrive Vito nel .8@K * era stato l4automatismo della concorrenza a disciplinare la produzione e il mercato0 ora invece la disciplina viene attuata consapevolmente dalle

imprese coalizzate0 i sindacati industriali& In un mondo siffatto0 costituito di monopoli0 la difesa degli interessi delle imprese prende il sopravvento rispetto alla difesa degli interessi generali& e corporazioni sono o possono diventare lo strumento per coordinare sistematicamente gli interessi settoriali in funzione dell4interesse generale per mezzo della 2programmazione economica4& In 1uesta visione0 le corporazioni sono per Vito il luogo in cui si definiscono * e si vivono * storicamente i fini dell4attivit3 economica e sono nel contempo anc)e gli strumenti per regolarla e dirigerla verso gli obiettivi voluti& Vito era 1uindi convinto di poter vivificare dall4interno le corporazioni0 considerandole non soltanto il portato di una riforma economica ma soprattutto uno strumento di attuazione di una nuova gerarc)ia di valori etici come principio informatore della vita nazionale& Sotto 1uesto profilo0 > indispensabile ricordare c)e 1ueste riflessioni sono0 nelle opere di Vito0 il frutto della sua formazione all4Eniversit3 di 6apoli e a 'ilano0 ma soprattutto all4estero& (ra il materiale c)e egli port9 in Italia dagli Stati Eniti0 in particolare dalla Columbia university0 vi sono le interessanti ectures on types of economic t)eory delivered by #rofessor Resley C& 'itc)ell at Columbia Eniversity +, voll&0 .8@./ in cui sono comprese le lezioni c)e trattano dell4economia dall4epoca di Rilliam S& Nevons fino alla contemporaneit30 con considerazioni su % conception of economics and its application to future worS c)e riguardano ()orstein B& Veblen0 la rilevanza del rapporto tra economia0 psicologia e in genere le scienze sociali e l4importanza del <factual Snowledge of a great variety of processes= +p& KK-/& Conclusioni I termini corporativismo0 corporazioni0 corpi0 utilizzati in epoc)e diverse )anno ovviamente assunto significati e contenuti diversiA ma anc)e 1uando impiegati nello stesso periodo storico sono stati gravidi di contenuti tra loro fortemente contrastanti& a corporazione medievale nasce come necessit3 da parte delle nuove attivit3 emergenti nella societ3 c)e stanno dandosi una configurazione mercantile0 di trovare una propria organizzazione autonoma0 con regole e limiti posti per segnare i confini tra il proprio stile di fare mestieri e mercato e 1uello della tradizionale societ3 gerarc)ica feudale& Il fine dei 2corpi4 era lo sviluppo delle attivit3 esercitate e la garanzia del rispetto da parte della societ3 di 1ueste regole0 comprese 1uelle monastic)e& Il corporativismo0 1uindi0 sorge dal 2basso40 come concreta espressione delle esigenze di c)i organizza attivit3 produttive o di svago e finisce per connotare la citt3 come una rete di gruppi c)e diventano istituzioni in opposizione alla nobilt3 e spesso anc)e alla C)iesa& 6obilt3 e C)iesa * proprietari della terra0 ricc)ezza originaria * continuano a rappresentare il potere 2principe4 nella societ3 mercantileA le corporazioni sempre piC numerose finiscono per9 alla lunga per dare luogo a 2oligopoli40 a gruppi fortemente elitari0 arrivando a indebolire il meccanismo del mercato libero& 'olti scienziati e intellettuali del tempo ci )anno lasciato riflessioni puntali e molto acute su aspetti di 1uesti fenomeni0 senza elaborare teorizzazioni nel senso proprio del termine& Durante la Rivoluzione francese le corporazioni0 in nome dell4DgalitD0 vennero sciolte per legge& #ermane per9 nella societ3 ottocentesca la percezione della necessit3 di 2accorpare4 in forme sindacali0 1uindi di iniziativa popolare0 i bisogni e i diritti del lavoro operaio in aumento& ?ltre a ci90 2corpi intermedi4 si sviluppano anc)e per garantire risposta a bisogni ritenuti indispensabili nella societ3 moderna e c)e vengono prodotti e"o distribuiti da imprese municipalizzate& ;uesta visione della corporazione0 in particolare 1uella di matrice cattolica0 non scompare nel 6ovecento0 neanc)e nel periodo tra le due guerre in cui > sicuramente minoritaria di fronte al

corporativismo di marca fortemente fascista e al corporativismo degli economisti c)e vogliono teorizzare un sistema economico nuovo0 per abbandonare le rigide ipotesi dell4ortodossia liberista precedente e per comprendere all4interno dei propri sistemi teorici la considerazione sia degli elementi dinamici del sistema sia dei caratteri nuovi della struttura industriale e del ruolo imprenditoriale& 6ei filoni del pensiero corporativista ci sono economisti c)e seppero contribuire alla correzione del sistema precedente e alla formulazione di nuovi sc)emi teorici e sono 1uindi da considerare parte integrante della storia del pensiero economico$ superano la visione teoricamente carente e non rispondente ai caratteri della realt3 socioeconomica e lasciano eredit3 importanti agli economisti del secondo dopoguerra&

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