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L.B.G. IL MAGUTT NON POSA IL MATTONE Paola Bocci RAGAZZI: IN BIBLIOTECA PER CRESCERE Sara Valmaggi LA RETE OSPEDALIERA NON SI TAGLIA, SI RIDISEGNA Marilena Adamo FIORITO E MINETTI MASCHERE DELLA CONTEMPORANEIT Ilaria Li Vigni IL REGISTRO DELLE CONVIVENZE: FINALMENTE, MA NON ABBASSIAMO LA GUARDIA Diego Corrado
PERCH RENZI SAR IL PROSSIMO PRESIDENTE DEL CONSIGLIO
Marco Romano CONSUMO DI SUOLO, CIVATI E CHI UNA CASA NON CE LHA Guido Martinotti PROLEGOMENI A OGNI FUTURA DEFINIZIONE DI AREA METROPOLITANA/2 Giovanna Menicatti SANIT: DA PAZIENTI A CITTADINI-PAZIENTI Guido Artom IO, IL CARDINAL MARTINI E LA SINAGOGA
7NOTE_un suggerimento PARTIRE PARTIR Daniele Sepe & Ginevra di Marco Da Canzoniere illustrato Il magazine offre come sempre le sue rubriche di attualit MUSICA a cura di Paolo Viola ARTE a cura di Virginia Colombo LIBRI a cura di Marilena Poletti Pasero TEATRO a cura di Emanuele Aldrovandi CINEMA Marco Santarpia e Paolo Schipani www.arcipelagomilano.org
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www.arcipelagomilano.org letture, che siano nellambito della narrativa o della scienza, e non si capisce perch, nella gran parte dei casi, leducazione alla lettura e ai testi, sia lasciata soprattutto agli insegnanti delle materie umanistiche. In un periodo di penuria di risorse e di progetti a sistema, la biblioteca di pubblica lettura assume per i ragazzi (e gli insegnanti) un valore ancora maggiore, se non viene intesa come puro accessorio alla scuola stessa. La collaborazione con il mondo della scuola per il Sistema delle Biblioteche un supporto fondamentale, ma non esauriente, perch la scuola pu essere il punto di inizio, perch i giovani lettori si muovano in seguito con pi autonomia e diventino spontaneamente frequentatori di biblioteche. Per incentivare, attirare, e sviluppare progetti con e per i ragazzi, occorre che alle biblioteche siano destinate ogni anno risorse (finanziarie, di personale, in formazione) stabili e costanti, anche per dare seguito e allargare iniziative di promozione alla lettura partite in passato con progetti condivisi con Fondazioni o Enti privati e che necessitano di andare avanti con le loro gambe. Nel bilancio comunale 2012 invece c' un decremento degli investimenti sul capitolo specifico delle iniziative per ragazzi, che sceso dai 20.000 euro (gi pochi) del 2011, a 8.000 nel 2012. Come c una cronica fatica a rispondere in quantit e qualit adeguata alla richiesta di maggiori strumentazioni e accessi informatici (pi postazioni computer, pi applicazioni, migliori e aggiornate, e reti pi veloci).
impossibili quindi, e quando questi trovano rispondenza, succede che la biblioteca diventa il posto migliore che ho conosciuto, come dice Marius, ragazzino rom di 16 anni, protagonista di un documentario realizzato in una delle nostre biblioteche rionali. La biblioteca non la scuola, dice Michel Melot in un bel libro che si chiama La saggezza del bibliotecario, anzi la sua virt quella di distanziarsi da essa, di lasciare ai suoi lettori libera scelta e libero arbitrio. I ragazzi che vanno in biblioteca si spogliano del loro vestito di scolari, ma diventano cittadini, ci vanno perch hanno bisogno di questi luoghi, di luoghi che sono anche comunit e non solo studio solitario, e sperano di trovare spazi, strumenti e modalit, che gli assomigliano. Oggi ancora di pi di ieri, perch spesso i giovani utenti non hanno nelle loro case e nelle loro scuole, il posto ideale deve leggere, approfondire, fare ricerca e anche ritrovarsi. In questi ultimi dieci anni molte biblioteche scolastiche sono scomparse o si sono spente, a causa di interventi ormai solo sporadici e senza un disegno di sistema del Ministero: quelle che rimangono cercano sempre pi faticosamente di sopravvivere, tenute in piedi da insegnanti sensibili e da genitori volenterosi, senza il personale dedicato e formato, perdendo il loro ruolo fondamentale di laboratorio di apprendimento e non semplice prestito di libri. Resta per rilevante il ruolo prezioso che gli insegnanti hanno nella educazione e accompagnamento dei ragazzi verso la lettura; tutte le
Iniziative specifiche e a largo raggio che coinvolgano sistematicamente anche le scuole con questa penuria di risorse stentano a decollare, ad avere continuit e a essere conosciute, (come il Fondo Storico per Ragazzi, le iniziative partite con i progetti partecipati con la Fondazione Cariplo Ci vediamo in Biblioteca), senza contare che per avere maggiore successo dovrebbero essere supportate da unattenzione costante e puntuale alla manutenzione e alla cura delle nostre biblioteche di zona, che per il loro valore di strumento di coesione sociale per i territori meriterebbero investimenti consistenti per valorizzarle e renderle riconoscibili. Oltre allimpegno di dedicare maggiori risorse a questo comparto, ritengo che, per colpire il bersaglio in questo momento di scarsezza di risorse, il primo passo possa essere un investimento di energie comuni per realizzare unindagine qualitativa sui bisogni e desideri dei ragazzi delle scuole secondarie inferiori e nel primo biennio delle superiori, che coinvolga nel confronto gli studenti stessi, gli insegnanti, i bibliotecari, e possa mettere in circolo tutte le buone pratiche gi esistenti. Il discorso quindi non si esaurir con il pomeriggio trascorso in Sala Alessi, ma proseguir con approfondimenti a piccoli gruppi per ricavare indicazioni il pi possibile concrete, che ci aiutino a strutturare proposte veramente a misura di quella parte giovane della cittadinanza che se adesso un non pubblico potrebbe diventare il grande nuovo pubblico degli anni a venire.
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riorganizzazione prevede, tra laltro, di ridurre i punti nascita, ridimensionare le reti di emergenza cardiovascolare ed emodinamiche sulla base del numero di interventi e ridurre gli accreditamenti per la neurochirurgia, la chirurgia toracica, vascolare e la cardiochirurgia. Prevede, inoltre, la riorganizzazione dei punti di radioterapia oncologica e il contingentamento della spesa per i progetti di collaborazione tra medici di base e specialisti oltre alla probabile introduzione dei ticket sulle nuove prestazioni ambulatoriali. Un ridisegno della rete insomma, che si riduce alla cancellazione dei servizi e non a una distribuzione pi efficiente. Quello che serve ben altro. La necessit quella di una razionalizzazione basata su criteri di qualit, efficacia degli interventi e sicurezza dei pazienti. La revisione deve prevedere non solo una pi efficiente e meno dispendiosa concentrazione delle aree specialistiche ma deve ispirarsi a un nuovo modello di rete ospedaliera definito hub and spoke.
Si tratta di un sistema basato sulla suddivisione degli ospedali in base alla complessit delle patologie: lhub il perno del sistema dove sono concentrate le equipe specializzate per le cure ad alta intensit di tutte le patologie, ossia per gli interventi pi complessi quali la cardiochirurgia, la neurochirurgia, i trapianti. Negli spoke si riuniscono invece le strutture che si occupano della media e bassa intensit di cura, degli interventi pi semplici e della cura dei pazienti dimessi dallhub, terminata la fase acuta. In questo modo sarebbe garantita, come ora non accade, la continuit di cura: i pazienti sarebbero seguiti in ospedale dalla fase acuta della malattia fino a quella meno grave. Tutto questo comporta anche una revisione della governance. Lidea quella di un sistema ad alta integrazione tra sanit e sociale che porti al superamento dellattuale dualismo, che genera una duplicazione degli interlocutori per i cittadini e non garantisce la continuit assistenziale. La ricomposizione del si-
stema socio sanitario porterebbe ad avere ununica programmazione e valutazione del sistema, ununica voce di bilancio ragionale, una gestione della cronicit pi completa ed efficace e, fatto non certo secondario, un maggior protagonismo degli enti locali. In questo quadro le Asl devono tornare a produrre servizi sul territorio. Una tale riorganizzazione implica una revisione dei confini delle Asl e di conseguenza un riassetto territoriale e funzionale dei presidi ospedalieri e dei distretti. Riorganizzazione che potrebbero essere realizzata a breve, per esempio in occasione della ridefinizione dei confini delle Province e della costituzione della Citt metropolitana milanese. Il Partito democratico chiede la riforma radicale di un sistema che non pi sostenibile. Dovere della Regione dare a breve risposte chiare. Il tempo dei rinvii finito *vicepresidente del Consiglio regionale della Lombardia
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Certo strano osservare queste dinamiche da Milano, che con la vittoria della coalizione riunitasi attorno a Pisapia per prima aveva dato uno scossone alla dialettica destrasinistra prevalsa per venti anni, facendo per una breve stagione intendere che fosse possibile uscirne riaggregando le forze del centrosinistra cos comerano, ma la cronaca politica dellultimo anno ci dicono che la nostra stata una fortunata eccezione. E dunque ora che finalmente Mario Monti, dichiarandosi disponibile a un bis del suo governo, ha posto fine a un gioco delle parti che stava diventando stucchevole, possibile guardare con maggiore chiarezza alle opzioni in campo. Mentre il centrodestra consuma la sua lenta a-
gonia tra scandali a sfondo ora sessuale ora corruttivo, Casini continua la sua campagna per il Quirinale basata su un solido nulla, Grillo mostra tutto il suo spessore di sano, vecchio populismo qualunquista, la partita si riduce allantico scontro tra una destra che tenta di riorganizzarsi dietro la faccia pi rispettabile dei poteri forti e un centrosinistra chiamato a scegliere: liberarsi del proprio peccato originale, abbracciando convintamente e senza timori reverenziali una piattaforma riformista che non trascuri i suoi valori di fondo, o continuare in quella subalternit che sinora nel nostro Paese lha reso sostanzialmente unfit to rule, abilitato a brevi intervalli di governo solo grazie alla forza malferma di ingestibili ammucchiate.
Renzi lo ha capito prima e meglio di chiunque altro e adesso il suo momento, per le mille ragioni viste sinora e anche perch agli italiani non sfugge che nella foresta pietrificata della politica nazionale ha scelto a 37 anni di mettersi in gioco, mentre di diritto, secondo regole non scritte ma da sempre rigorosamente osservate, gli spettava un secondo mandato da sindaco di Firenze, poi un ruolo di leader del centrosinistra e un incarico ministeriale nel primo governo utile, il tutto prima di compiere 50 anni. Perch la politica, pi di qualunque altra cosa, questione di tempismo e coraggio, in ogni parte del mondo, e forse finalmente anche a casa nostra.
CONSUMO DI SUOLO, CIVATI E CHI UNA CASA NON CE LHA Marco Romano
Ho incominciato a essere socialista quando quel termine stato inventato, un paio di secoli fa vero, non ero nato, ma come se ci fossi stato - e il socialismo consisteva in sostanza nel sostenere labolizione dei privilegi e lestensione dei medesimi diritti a tutti i cittadini di una nazione. Se gli stati dellOttocento han fatto molto, spinti dalle rivoluzioni di met secolo, per venire progressivamente incontro a questo programma, la sua realizzazione ha da allora incontrato le resistenze dei conservatori, che di volta in volta sostenevano ora che gli operai non avessero maturit politica e dunque non meritassero il diritto di voto e figurarsi le donne, che votano in Italia solo dal 1946 -, ora che loro stessi avrebbero portato avanti un progetto di rigenerazione sociale che forse non avrebbe avuto un effetto immediato sul benessere dei popolani ma che alla lunga ne avrebbero sicuramente beneficiato: non soltanto il liberismo economico ma soprattutto i programmi degli stati totalitari del Novecento, tutti sostenitori del benessere di un uomo nuovo conformato secondo un loro progetto e parecchio disattenti al benessere dei loro sudditi hic et nunc. Cos oggi non so se abbia senso la contrapposizione tra destra e sinistra nella sfera politica, ma ho ben radicata la diffidenza per ogni programma che assuma un criterio del benessere dei cittadini stabilito a priori a tavolino come hanno fatto tutti i pianificatori, degli stati totalitari ma anche dei partiti progressisti nostrani garantendo che la sua realizzazione avr come conseguenza, ancora da dimostrare, il futuro benessere dei cittadini, e preferisco umilmente che ogni proposta vada valutata dal punto di vista di John Rawls, mettendomi nei panni di chi potrebbe esserne danneggiato. Pippo Civati, candidandosi alla guida del PD, dichiara di volere interrompere la colata di cemento sul nostro paese, e dunque mi domando se questo punto di vista sia socialista o conservatore: e siccome ricordo che il programma del partito socialista nel 1892 stato interamente realizzato anche, non mettetevi a ridere, una decorosa indennit agli eletti dal popolo salvo in un punto, di facilitare laccesso alla casa di tutti i cittadini, che resta ancora in sospeso. La colata di cemento messa sotto accusa da Civati sono le case che i cittadini non hanno ancora, la casa il cui possesso da mille anni in Europa la condizione della stessa cittadinanza se vi iscrivete allanagrafe di un comune vi verr chiesto lindirizzo che un vigile urbano verr a verificare, e l vi manderanno il certificato elettorale e rappresenta materialmente lo status di ciascuno, a Milano lestablishment affollato nella cerchia dei bastioni mentre il 40% delle case europee sono ville unifamiliari circondate da un piccolo giardino, che non vedremmo a che titolo negare ai nuovi arrivati sanzionando il privilegio di chi questa villa la possiede gi. E poi le seconde case, che il 50% degli italiani possiede, al mare o in montagna, e che non vedo come potremmo negare a quellaltro 50% che ancora non lha: una consuetudine antica in Europa da secoli connaturata alla nostra civitas. Lo testimonia Giovanni Villani nei primi decenni del Trecento non era cittadino, popolano o grande, che non avesse possessione in contado e che non avesse edificato o edificasse riccamente molto maggiori edifici che in citt, e si stimava che per VI miglia intorno alla citt avea abituri pi ricchi e nobili che recandoli insieme due Firenze avrebbono fatte, e se Petrarca, negli anni del suo soggiorno milanese, la sua seconda casa laveva alla Certosa di Garegnano, oggi saranno le case dellOltrep o quelle in Sardegna o a Cortina o i poderi in Toscana, e molti ne possiedono pi di una ma non mi risulta siano disposti a cederne qualcuna a chi non ne ha nessuna. Questo cemento sono anche gli stabilimenti dei nostri orgogliosi imprenditori cui affidiamo le speranze del nostro sviluppo e di quel lavoro sottolineato nel primo articolo della nostra Costituzione, che per fare le scarpe o le automobili, per allevare i maiali e per farli stagionare a Langhirano, sempre occorrono capannoni. Quanto alla proposta che chi desidera una nuova casa o vuole avviare una nuova azienda dovrebbe comperare un appartamento al momento vuoto o un capannone in disuso, non chiaro con quali strumenti Civati propone che i loro proprietari siano costretti a vendere a
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www.arcipelagomilano.org prezzi calmierati, lincontro della domanda e dellofferta allo stato della cose non lo decide nessun governo. A questa crociata contro la colata del cemento vengono addotti nella tradizione dei conservatori e di ogni pianificazione totalitaria, motivi di principio, ma il punto di vista dei socialisti e di chi crede nella libert di cittadini che non ritengono soltanto sudditi resta da sempre quello di quanti una casa allaltezza dei loro desideri non lhanno ancora come integreremo gli studenti e gli immigrati e persino i nostri figli, visto che per via della nostra nuova longevit non lasceremo loro la nostra casa se non quando saranno ormai grandi anche i nostri nipoti? cui non sarebbe sempre indispensabile ricorrere alla sovvenzione del social housing ma cui basterebbe spesso quel lotto di terreno fabbricabile dove costruirsela, quel lotto che chi una casa la possiede gi gli vorrebbe negare.
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www.arcipelagomilano.org chiesto di aggiungere il nome del Cardinale Carlo Maria Martini a quello dei nostri cari scomparsi. Tutti sanno chi sia stato il Cardinale Martini ed io ho avuto il privilegio di incontrarlo nella mia qualit di Presidente della Fiera di Milano. Con mia moglie Camilla abbiamo partecipato alle numerose sessioni della Cattedra dei non credenti tenute nellAula Magna dellUniversit di Milano in via Festa del Perdono che venivano trasmesse contemporaneamente negli emicicli di diverse aule. La Cattedra dei non credenti fu un'iniziativa voluta verso la met degli anni ottanta dal Cardinale, allora Arcivescovo di Milano, secondo il quale in ogni persona convive un credente e un non credente. In una serie dincontri a tema il Cardinale invitava esponenti laici e religiosi. Il fine dei dibattiti era di dare voce, su varie tematiche, a chi non si definisce "credente", al fine di confrontarsi con il "credente" e con le ragioni delle rispettive idee; tali incontri furono occasione di approfondimenti e dialogo su grandi temi; gli interventi furono raccolti in diverse pubblicazioni (io ambiziosamente ritengo di essere un tardo illuminista di fede ebraica perch i Secoli dei Lumi furono meravigliosi per le Arti, le Scienze e il Sapere). Quando le spoglie del Cardinale saranno sepolte nel Duomo di Milano gli porteremo un mazzo di fiori e qualche sassolino. Il mazzo di fiori secondo lusanza cristiana e qualche sassolino secondo lusanza ebraica. Gli ebrei dellantica Palestina erano un popolo nomade e le spoglie dei loro morti venivano tumulate su un letto di sassi ricoperto dalla sabbia del deserto e contrassegnato con un grosso masso. Anche il Rabbino emerito di via della Guastalla, Rav Giuseppe Laras ha portato due sacchetti di terra dIsraele, la Terra Santa, per la tomba del Cardinale. Martini ha vissuto gli ultimi anni della sua vita a Gerusalemme e l avrebbe voluto essere sepolto. La Pace sia con Voi Cardinale Martini, Sia con Voi la Pace sarebbe la sua risposta, Shalom hakem Cardinale Martini, Hakem Shalom sarebbe la sua risposta, Salam aleikum direbbe un palestinese, haleikum salam sarebbe la sua risposta.
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www.arcipelagomilano.org zione della contabilizzazione e termoregolazione, come avete scritto nellarticolo. Dati alla mano di centinaia di impianti i dati di risparmio sono nettamente pi alti. Dispongo di dati inconfutabili che posso mostrare a chiunque. In nord Europa (Germania, Danimarca, ecc) da anni hanno reso obbligatori questi sistemi e ne beneficiano. Sono folli anche loro, da anni? Non corretto ed forviante affermare Se si considerano anche gli interessi e gli inevitabili interventi di manutenzione loperazione comporta per lutente una perdita certa e notevole. Vi invito a verificare le vostri fonti e a fornire le corrette informazioni al pubblico.
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www.arcipelagomilano.org come questa relazione possa stabilirsi a diversi, diversissimi livelli: dal bambino che si diverte e vuole divertire i genitori, al grande interprete che scopre nuove emozioni nel leggere un testo arcinoto e che riesce a trasmetterle a un pubblico esigente e sofisticato. Senza emozioni e senza la capacit di comunicarle resta solo la banale esibizione di capacit tecniche e lossessiva ripetizione delle stesse musiche che riascoltiamo tutta la vita e che ci piacciono solo perch le riconosciamo! Viene anche da riflettere sulla appartenenza della musica alla natura stessa delluomo e sulla capacit di permanervi allinfinito. Come potrebbe mai un ragazzino, probabilmente cinese, capire quei due brani - scritti in mondo e in unepoca tanto lontani dalla sua cultura e dal suo immaginario - se in qualche modo non appartenessero al patrimonio genetico che gli stato trasmesso? E come se la musica entrasse (darwinianamente?) nellindole della nostra specie e vi lasciasse segni indelebili, capaci di riaffiorare ovunque si trovi un humus adatto e di essere rievocati da chiunque entri in possesso di idonei strumenti. DA NON PERDERE Domenica 28 ottobre alla Scala la Philharmonia Orchestra di Londra, diretta da Esa-Pekka Salonen, eseguir due grandi capolavori: la Sinfonia n. 7 di Beethoven e la Sinfonia Fantastica di Berlioz. Il concerto serve a raccogliere fondi a sostegno di Villa Necchi Campiglio (un gioiello di architettura degli anni 30, di Portaluppi, visitabile in via Mozart 14) e i biglietti sono gi in vendita: prenotazioni e informazioni: FAI, Fondo Ambiente Italiano, telefono 02.467615237, e-mail concerti@fondoambiente.it
ARTE questa rubrica a cura di Virginia Colombo rubriche@arcipelagomilano.org Gli omini equilibristi di de Braud
Alberto de Braud ritorna al Museo Diocesano. Dopo aver fatto volteggiare nel chiostro lopera Unexpected, due enormi mele sospese nellaria, estate 2008, de Braud ritorna al Museo per presentare, e forse terminare, un tema che lo ossessiona da anni. Fine del gioco infatti il titolo della personale dellartista, in cui quaranta opere, per lo pi sculture, mostrano e ci fanno vivere due decenni costellati di piccoli omini. S perch sono proprio degli omini, piccoli, a volte paffuti, a volte piatti e stilizzati, i protagonisti dellopera artistica di de Braud, che li declina in ogni variazione. Linee, piramidi, grappoli, accumuli precari, totem, che fanno di questi omini i protagonisti assoluti della mostra. Ci si accorge subito di quali sono i temi affrontati da de Braud in queste opere: la ripetizione, laccumulazione, lincertezza e la ripetizione delle forme, il modulo, che ritorna costantemente. Lequilibrio precario di questi omini, veri e propri equilibristi che si sfidano lun laltro a raggiungere la cima di una metaforica piramide, che si accalcano in code che sembrano protrarsi allinfinito, mentre altri ancora lottano per cercare di non precipitare nel vuoto sottostante, metafora delluomo moderno. Stretto, spintonato, fragile come non mai e schiacciato dalla societ e dai suoi simili, preso da mille impegni e da obbiettivi sempre pi ambiziosi, che siano di vita o di carriera. Questa sensazione di soffocamento nulla porter di buono, lo spazio sulla Terra, cos come le risorse, non sono inesauribili, ci sembra suggerire de Braud, che nella sua opera sembra voler far riflettere, o almeno far suggestionare, su temi come il futuro prossimo e la globalizzazione, con tutti i problemi economici e ambientali che questa comporta. Perch intitolare tutto questo Fine del gioco? Perch questa mostra dovrebbe liberare lartista dalla sua ossessione per lomino-feticcio, portare a conclusione largomento uomo e riuscire quindi a sviluppare altri temi di ricerca, che gi aveva portato avanti egli anni. Non detto per che questa ne sia davvero la conclusione. Luomo, daltra parte, rimane centrale nellarte come nella filosofia, ed motore e fine di (quasi) ogni cosa. Alberto de Braud Fine del gioco Museo Diocesano, corso di Porta Ticinese, 3 ottobre 11 novembre 2012, Orari: dal marted alla domenica, 10-18, luned chiuso. Ingresso: intero: 8 Euro; ridotto 5 Euro
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www.arcipelagomilano.org tissimo a memoria degli orrori e delle devastazioni belliche. Proprio da questa stessa sala prende avvio oggi la mostra Picasso. Capolavori dal Museo nazionale di Parigi, che racconta in un percorso cronologico e tematico la vita e le opere dellartista. Insieme alle fotografie che ci mostrano attimi di vita, amori, amici e ateliers dellartista spagnolo, in mostra dipinti, sculture e opere grafiche create durante la sua lunghissima vita. La mostra, curata da Anne Baldassari, presidente del museo parigino, illustra le varie fasi e gli stili che Picasso us, spesso in contemporanea, durante la sua carriera. Si inizia con lapparente classicismo e malinconia dei periodi blu e rosa, di cui sono memorabili opere come La morte di Casagemas, dipinto dedicato allamico morto suicida, la misteriosa Celestina e I due fratelli. Ma gi dal 1906 si intuisce linfluenza che larte primitiva, africana e iberica, avranno su Picasso. Sono questi gli anni che vedono la nascita dei tanti disegni preparatori per il capolavoro assoluto, Les Demoiselles dAvignon, 1907 (conservate al MoMA di New York). Lautoritratto nudo, gli studi di donna, sono tutti dipinti in cui il Cubismo inizia a prender forma, semplificando e rendendo impersonali volti e sessi. Ma la rivoluzione vera arriva intorno al 1912, quando Braque e Picasso inventano i collage, e la forza dirompente delle loro sperimentazioni porta alla nascita del Cubismo, analitico e poi sintetico, in cui la figura viene prima scomposta, resa irriconoscibile, come nel Suonatore di chitarra e Il suonatore di mandolino, per poi tornare a inserire elementi di realt, come lettere, numeri, scritte o veri e propri elementi oggettuali. Ma Picasso non solo Cubismo. Negli anni 20 segue, a suo modo, il Ritorno allordine dellarte, con le sue Bagnanti e le sue donne enormi, deformate, possenti e monumentali, omaggi agli amici impressionisti come Renoir. Sono gli anni in cui conosce anche Breton e i Surrealisti, e in cui crea figure disumane e contorte, mostri onirici che ci mostrano le pulsioni sessuali e le ossessioni del pittore. La guerra per, sconvolge tutto. Oppositore della dittatura franchista, Picasso non pu far altro che denunciare gli orrori e la violenza della guerra con sculture e dipinti dai toni lividi, come Guernica, o nature morte popolate di crani di tori, capre e candele dalla fiamma scura. Non mancano i ritratti dei figli e delle donne amate: Fernande, Dora Maar, Marie Therese, Francoise, Jacqueline e la bellissima Olga in poltrona, dipinto che Picasso conserver fino alla propria morte, appeso sopra il letto. Ritratti ma anche autoritratti dellartista, dipintosi davanti al cavalletto, o con una modella nello studio, tema prediletto per dipingere la Pittura, il vero amore della sua vita. Picasso dipinse fino a poco prima di morire. Degli ultimi anni sono i dipinti che riprendono i maestri a lui pi cari, Matisse, Velazquez, Delacroix, ma anche un lucido autoritratto in cui lartista si rappresenta sempre pittore ma con un volto che sembra gi un cranio dalle orbite vuote (Il giovane pittore, 1972). Morir lanno seguente. Una mostra completa, che prende origine dallincredibile collezione del Museo Picasso di Parigi, forte di pi di 5.000 opere, donate in vari nuclei da Picasso stesso e in seguito, direttamente dagli eredi. Ieri come oggi le opere di Picasso potranno ancora insegnarci qualcosa, monito e delizia dei tempi moderni.
Picasso. capolavori dal Museo Picasso di Parigi Palazzo Reale, fino al 6 gennaio 2013, orari: luned, marted e mercoled: 8.30-19.30 gioved, venerd, sabato e domenica: 9.30-23.30; biglietti: 9,00 intero, 7,50 ridotto
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LIBRI questa rubrica a cura di Marilena Poletti Pasero rubriche@arcipelagomilano.org Libera tutti Lettera a un ragazzo che non vuole morire di mafia
Pietro Grasso Sperling & Kupfer, 2012 pp.225, Euro 15
Mai come in questo momento storico di sfiducia collettiva e di contrasto tra le istituzioni utile potere leggere un libro pacato e pieno di speranza nel futuro, dedicato ai giovani, come quello di Pietro Grasso procuratore nazionale antimafia, che ci propone uno spaccato personale della storia della lotta alla mafia dagli anni 60 a oggi. Una testimonianza sincera di un magistrato in prima linea, che anche un manifesto-ribellione contro l'illegalit diffusa. Il titolo Liberi tutti da un noto gioco a nascondino, dove l'ultimo a uscire allo scoperto pu salvare tutti, spiega subito i suoi intenti futuri. Gi, salvare, questo che sin da piccolo Grasso aveva in animo di fare da grande, aiutare i pi deboli contro i soprusi. In questa precisa ottica vollefare il magistrato. Dalle sue pagine emerge la figura di un uomo dalle grandi responsabilit, affrontate con enormi sacrifici (ventisette anni vissuti sotto scorta) supportato solo dalla coscienza, nonostante le delusioni per i risultati a volte vanificati, superando la paura, non per arroganza, ma per senso del dovere come valore in s. Palermo, la sua citt, non poteva non pesare sulle sue scelte di vita. Sin dai tempi della scuola, il pianto delle donne di fronte ai cadaveri dei loro cari assassinati anima il suo immaginario, come l'eliminazione in ospedale di un pastorello di 13 anni, colpevole di avere assistito involontariamente al sequestro del sindacalista Placido Rizzotto. Grasso ha 15 anni, quando si scatena la prima guerra di mafia negli anni '60, con la strage di Ciaculli, ove persero la vita sette agenti di polizia. Il paradosso del tempo era che tutte le istituzioni di allora, compresa la stampa, minimizzavano o escludevano del tutto l'esistenza del fenomeno mafioso, facendo da sfondo
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agli insuccessi della magistratura. In questo clima opaco ci furono arresti e processi, ma le indagini condotte dal giudice Terranova (che poi verr ucciso per vendetta) non si basavano su prove concrete ma su confidenze anonime, e in appello infatti tutti, compresi Badalamenti e Greco, furono assolti per insufficienza di prove. E ci fu poi la resa dei conti, con una guerra intestina a Cosa nostra. Fu allora che comparve sulla scena quel Bernardo Provenzano, futuro capo assoluto di Cosa Nostra. Grasso nel frattempo consegue la laurea in giurisprudenza ed entra in magistratura a 24 anni. Nel '71, quando il procuratore della Repubblica Pietro Scaglione venne ucciso, chiese, incurante del pericolo, di essere trasferito a Palermo dalla sua prima sede a Barrafranca. Egli sa bene che la mafia vive di consenso e si sostituisce l ove lo Stato pi assente, fornendo servizi alle comunit pi disagiate e lavoro ai giovani. Ma sa anche che quel falso senso di appartenenza che ne deriva, basato sul ricatto e l'intimidazione un rapporto iniquo, perch rende schiavi. Di certo nei territori occupati dalle mafie nessuno vuole investire, alimentando cos il sottosviluppo, che la mafia ha interesse a mantenere. Tant' che il 70% dei diplomati del sud emigra altrove. Oggi peraltro la mafia si evoluta e si annida, oltre che nella politica, l dove c' il capitale, nella finanza e nell'imprenditoria, nel commercio. Vero che la mafia ha origini oscure e antiche e perci affonda le sue radici nella cultura e nella societ. Si parla di una discendenza dai Templari del 1300, da cui il preteso codice cavalleresco, o dai Beati Paoli nel 1600, da cui il rituale di iniziazione. Parole come rispetto, onore, famiglia, vengono distorte a bassi fini di sopraffazione e di potere. Leggende che vedono comunque nel potere statuale un nemico. Nel 1984 la svolta. La granitica organizzazione mafiosa si sgretola, grazie al lavoro straordinario del giudice Falcone che indusse il mafioso Tommaso Buscetta a una presa di coscienza e a pentirsi, dopo che la mafia gli aveva ucciso tutti i suoi famigliari. Questo evento storico permetter di scoprire i segreti della mafia, la struttura verticistica dell'organizzazione, il radicamento, lo sfruttamento, le risorse, le sanzioni. Seguendo un preciso percorso di indagini, a tutto campo, denominato il Teorema Falcone, si arriva nel 1986 al famoso maxiprocesso con
800 indagati e 457 imputati, tra i quali Tot Riina, nell'aula bunker di Palermo. Dopo 35 giorni in camera di consiglio il processo si concluse con 19 ergastoli, 100 assoluzioni, 1000 anni di carcere. Tocc proprio a Grasso, come giudice a latere, stendere la motivazione della sentenza, in 7000 pagine e in 8 mesi di duro lavoro. La Cassazione conferm, con la storica sentenza del 301-92 l'impianto accusatorio non senza mille pressioni e intimidazioni, che costarono la vita al giudice di Cassazione Scopelliti. La mafia non poteva accettare la violazione della sua autorit, e cos la vendetta si estese anche ai politici con l'uccisione del democristiano Salvo Lima, reo di non avere saputo addomesticare il maxi processo, e infine colp i due principali artefici della sua sconfitta, Falcone assassinato il 23 maggio 1992 (Grasso avrebbe dovuto essere in aereo con lui) e Borsellino nel luglio successivo. Nello stesso '92 era stato programmato l'assassinio di Grasso, come egli venne direttamente a sapere. Ci non evit che nel '93 fosse finalmente catturato Provenzano. Ma gi nel 1988 era iniziato l'esautoramento del pool antimafia e Falcone era stato trasferito a Roma come Direttore generale affari penali, nel pi totale isolamento, mentre il giudice Meli occupava l'Ufficio istruzione del Tribunale di Palermo, al posto suo. Lo stesso Grasso lasciava la Procura di Palermo ed entrava nello staff di Falcone a Roma. Fu in questi anni che venne creata da Falcone tutta la legislazione antimafia futura, che ebbe il suo antefatto nel 1982 in quella legge costitutiva del reato di associazione mafiosa voluta da Pio La Torre, ucciso per questo. La felice, fondamentale intuizione di Falcone fu quella di approntare una strategia globale antimafia, contro una politica dell'emergenza, come ricorda Grasso. Il successo del metodo del pool antimafia, tutt'oggi seguito, dovuto al fatto che si ritenne proficuo seguire lo stesso schema delle indagini contro il terrorismo, non pi frammentate, ma basate sulla cooperazione internazionale Falcone diede l'avvio a strutture nuove come la Procura nazionale antimafia, con il compito di coordinamento nazionale delle attivit giudiziarie, e come la Direzione distrettuale che coordina le Sezioni specializzate presso i 26 distretti giudiziari. Dett nuove norme sui collaboratori di giustizia, che come il bisturi vanno maneggiati con cura. Per loro non ammessa la disso-
ciazione, come per i terroristi, perch lo Stato non viene a patti con la mafia, afferma con vigore Grasso. Anche l'uso delle intercettazioni si rivel, allora come oggi, arma fondamentale delle indagini. Falcone inoltre individu nel sequestro e la confisca dei beni dei mafiosi, un'arma potente per rallentare i loro profitti, loro unico obiettivo. Il difficile scovarli, i loro beni! Oggi lammontare dei beni sequestrati di 6 miliardi di euro. A seguito della strage di Capaci, l'introduzione del secondo comma dell'art. 41 bis, che prevede l'isolamento in carcere per i mafiosi pi pericolosi, fu un altro duro colpo alla mafia. Per eliminare quell'articolo la mafia cercher di venire a patti con lo Stato, avviando la presunta, odiosa trattativa Stato mafia. Molti gli accadimenti successivi, che lasciamo al lettore. L'importante evidenziare che oggi, nel terzo millennio, viviamo un'altra tipologia di mafia, la mafia transnazionale, che preferisce vivere in immersione, forte comunque del suo ordinamento giuridico parallelo. Perci tecnologie avanzate sono ancora pi indispensabili, anche se la nostra legislazione tra le pi efficaci al mondo, afferma con orgoglio Grasso. Certo le mafie sono molteplici, c' quella russa, nigeriana, albanese, colombiana, messicana, che contano su reti criminali internazionali, con connessioni a volte con i terroristi. E spaziano dalla cocaina, al traffico degli immigrati, alle contraffazioni, ai rifiuti, alle armi, alla pirateria informatica, al riciclaggio, alla prostituzione. Per questi motivi Grasso, nella sua alta funzione, ha messo in atto un Protocollo di intesa con alcuni Stati stranieri, per sviluppare il coordinamento delle indagini, ma non sempre con profitto, a causa della legalit variabile di alcuni di essi. La cultura della legalit ci che egli sogna, quella che parte dalle scuole e si alimenta piano piano, con grande pazienza. Riconosce perci il Procuratore nazionale antimafia che la mafia non una solo una questione di ordine pubblico, essendo essa radicata nella vita quotidiana, in quella che chiama la borghesia mafiosa, fatta di legami tra imprenditori, finanza, politica. Ma necessaria una riforma generale che riguarda tutta la nostra societ. E termina con un appello Grasso, un appello rivolto a tutti noi semplici cittadini, perch lo aiutiamo a fare luce su quella che lui chiama zona grigia, fatta di piccole-grandi connivenze, che minano il tessuto socia-
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le. Don Puglisi l'aveva gi capito. Insomma, siamo chiamati a una ve-
ra crociata.
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www.arcipelagomilano.org suo protetto sono tutti elementi facilmente riconducibili ai clich della commedia americana sullo showbusiness. Solo lentusiasmo e la bravura di Soderbergh riescono a evitare a Magic Mike di diventare un film del tutto ordinario, un prodotto di serie dal sapore industriale. Marco Santarpia In sala a Milano: Colosseo, Ducale Multisala, The Space Cinema Odeon, UCI Cinemas Bicocca, UCI Cinemas Certosa.
Reality
di Matteo Garrone [Italia, 2012, 115] con: Aniello Arena, Loredana Simioli, Nando Paone, Graziella Marina, Nello Iorio
una carrozza sfarzosa trainata da cavalli bianchi a trasportarci in Reality [Italia, 2012, 115], la fiaba raccontata da Matteo Garrone nel suo ultimo film. In questa storia, il protagonista Luciano (Aniello Arena), pescivendolo napoletano, che segue il bianconiglio sperando di cadere nel suo paese delle meraviglie. Per Luciano tutto questo un sogno che sta per diventare realt: essere illuminato dalle luci della ribalta del trionfo televisivo. Never give up incoraggia Enzo (Raffaele Ferrante), fresco vincitore dellultima edizione del Grande Fratello e al culmine della popolarit. Luciano non ha alcuna intenzione di abbandonare il suo sogno, ma ci che a lui sembra il cammino verso il successo ha, invece, le sembianze di un delirio. Il regista mostra questo sembrare germinato nella testa di Luciano; tutto dentro la capa tua, dice la moglie Maria (Loredana Simioli). Quando noi, in sala, vediamo la realt con gli occhi di Luciano, limmagine appare offuscata, poco nitida. Nel suo film, Garrone non parla di televisione. Il Grande Fratello e lo strapotere massmediatico sono una delle tante possibilit per poter raccontare le maschere che la realt capace di indossare. E noi, di riflesso, ci mascheriamo e smascheriamo continuamente per poter evadere da quella realt. Ma unevasione o una trappola? Finzione e realt si mischiano talmente bene che perdiamo la capacit di discernere il vero dal falso. Alla fine Luciano ride. felice perch riesce a raggiungere il suo paese delle meraviglie. La telecamera si posa su di lui e lentamente si allontana dal suo riso; lo abbandoniamo: solo in un luogo artefatto. Intorno il mondo buio, spento. Lasciamo Luciano tra le luci della sua fiaba (la sua evasione), evitando di fargli notare che pi che un sogno il tutto stato un incubo (la sua trappola). Paolo Schipani In sala: The Space Cinema Milano Odeon, Eliseo Multisala, Apollo SpazioCinema, Colosseo, Anteo SpazioCinema, UCI Cinemas Bicocca, The Space Cinema Rozzano, Plinius Multisala, Gloria Multisala, UCI Cinemas Milano Fiori, UCI Cinemas Certosa, Skyline Multiplex, Le Giraffe Multisala, UCI Cinemas Pioltello, The Space Cinema Vimercate, The Space Cinema Cerro Maggiore.
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