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numero 22 anno IV - 13 giugno 2012


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L.B.G. BILANCIO DIMEZZATO: COME PER IL PASSATO? Franco DAlfonso MILANO: ECCO IL PRIMO BILANCIO IN ARANCIO Andrea Arcidiacono PGT: TRASFORMAZIONI URBANE GOVERNO E REGOLE Paolo Bortolussi Silvia Mugnano SPAZI VUOTI A MILANO. UN BICCHIERE MEZZO PIENO Giuseppe Vasta PGT: QUESTIONI ECONOMICHE, I CONTI SENZA LOSTE Rita Bramante Micaela Francisetti CERCASI SCUOLA DISPERATAMENTE Ilaria Urzini ANCHE MILANO SCEGLIE IL TESTAMENTO BIOLOGICO Massimo Gargiulo ANCORA POSSIBILE SALVARE EXPO 2015? Giacomo Marossi VERIT E FEDE TRA FACEBOOK E TWITTER Lucia Bisi CITT: MILANO E LE LINEE DEL DESIDERIO Sergio Vicario CITT DELLA SALUTE: I VERI PERCH Gianni Zenoni NAVIGLI: AFFOSSATORI INCALLITI VIDEO SPAZI VUOTI A MILANO COLONNA SONORA Birdy PEOPLE HELP THE PEOPLE Il magazine offre come sempre le sue rubriche di attualit MUSICA a cura di Paolo Viola ARTE a cura di Virginia Colombo LIBRI a cura di Marilena Poletti Pasero TEATRO a cura di Emanuele Aldrovandi CINEMA a cura di Paolo Schipani e Marco Santarpia www.arcipelagomilano.org

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BILANCIO DIMEZZATO: COME PER IL PASSATO? Luca Beltrami Gadola


iniziata la grande kermesse del bilancio comunale di previsione. Le dirette dal Consiglio Comunale si susseguiranno e mi permetto di dare un consiglio ai nostri lettori: non dico di non perderne nemmeno una ma almeno, quando lora propizia, dategli unocchiata, tanto per capire. La Giunta capitanata dallassessore al Bilancio, il buon Tabacci, ha di fronte a s due scogli, anzi uno scoglietto, i mali di pancia della maggioranza, e uno scoglio insidioso: lopposizione. Quanto allo scoglietto non va sottovalutato perch la Giunta visibilmente attraversata da brividi di quartana e non mostra quella compattezza che lelettorato di sinistra agognava da tempo e continua ad agognare e sempre pi flebilmente lo rammenta ai suoi eletti: personalit molto diverse, provenienze diverse, culture e fedi molto diverse e, per finire, tutti affetti dalla famosa sindrome di sinistra, quella che alla fine fa spiaggiare Giunte e Governi. Speriamo che gli interventi in aula da parte della maggioranza siano pacati, concisi e non tributari della fiera delle vanit elettorali. Quanto allopposizione possiamo aspettarcene di tutti i colori ma quello che non mancher di stupirci sar lo stupore di lorsignori rispetto ad alcune dolorose necessit di tirare la cinghia come se fossero ignari marziani e non chi ha mal governato per ventanni. Come sempre, per non lasciarci vincere dallo sconforto, culliamo almeno qualche sogno. Converrete con me che una cosa praticamente nota: le entrate a disposizione del Comune sono certe, o almeno vi la sicurezza di non poterle far lievitare, n aumentando tasse o imposte n, a breve, vendendo i gioielli di famiglia perch lo scrigno lasciato dalla nonna, oculata amministratrice, da un lato sta rapidamente vuotandosi e dallaltra non ci sono folle di acquirenti. Detto questo assisteremo al solito giochino di chi vorrebbe aumentare ora qua ora l le spese ma tacendo accuratamente dove qua e dove l togliere. Anche a Roma il Governo Monti si diverte a questo gioco di rimpiattino finanziario/contabile. Il tutto allinsegna di un principio fondamentale: ignorare il lapidario articolo 53 della Costituzione Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacit contributiva. Il sistema tributario informato a criteri di progressivit. Peccato, cos va il mondo. Era un sogno sperare di non sentire pi certi vuoti proclami o certi ragli dasino alla luna? C per un altro aspetto ignorato quando si parla di bilanci pubblici: ragionare un po di pi sullutilit della spesa oltre che sulla sua nuda quantit e guardare indietro per non fare gli stessi errori, soprattutto trattandosi di bilanci di previsione. La vecchia storia del rapporto costi/benefici. Questo s il problema, soprattutto in una situazione di scarsezza di risorse e dove diventa cruciale dunque allocarle al meglio. Qualche esempio. Ogni anno spendiamo milioni per rifare pavimentazioni stradali ma conviviamo con le buche. Chi va a vedere da quanti anni stato rifatto il manto? Chi lha fatto? Di quale qualit? Le scuole vanno a pezzi, quelle fatte anche solo ventanni orsono. Lelementare Comunale di via Ruffini lha frequentata mio padre, io, i miei figli e ora due miei nipoti. sempre l come allora: come mai? Altro esempio: il cavalcavia di Piazza Maggi, quello che si transita per andare sulla A7, anno 2000 di inizio lavori. Contestato dai residenti e non solo. Uno svincolo su tre livelli costato 15 milioni di euro di cui 10 per le sole rampe soprelevate: detto il mostro di Piazza Maggi. I residenti lo contestavano soprattutto perch sopradimensionato. Visto il traffico odierno avevano perfettamente ragione. Parte ora la TEEM (la tangenziale Est Est Milano), che non riguarda direttamente Milano ma il suo hinterland: sorgeranno nella campagna altri svincoli degni di Los Angeles come quelli lungo la linea dellalta velocit Milano Torino. Fin dove si va nel passato a fare una spending review retrospettiva nella speranza che quella attuale sul presente ci porti a un futuro migliore? Ecco perch molto forte la tentazione di dire che si rischia lennesimo bilancio dimezzato: solo una previsione di spesa ma non di spendere meglio.

MILANO: ECCO IL PRIMO BILANCIO IN ARANCIO Franco DAlfonso


Ora e sempre ostruzionismo. Dopo il bilancio 2011, la questione SEA in almeno tre puntate, la Sogemi, il PGT, la tassa di soggiorno, lAREA C e altre materie che non ricordo, la migliore performance del capogruppo del Pdl Carlo Masseroli stato il mettersi in piedi stile Robin Williams sul banco consiliare alle ore 4,35 del mattino, allo scadere di altre dodici ore di ostruzionismo senza n capo n coda alla firma della delibera di bilancio 2012 presentata dalla Giunta Pisapia, ottenendo peraltro un modesto aumento momentaneo della statura fisica e un definitivo azzeramento di quella politica, essendo entrambe non memorabili. Nessun vento amico di chi non sa il porto dove approdare diceva Seneca: la validit dellaforisma confermata dal confronto su quello che il vero e proprio manifesto programmatico amministrativo della giunta arancione, il bilancio 2012 e il Piano triennale. Lopposizione si opposta drammaticamente a tutto senza nemmeno leggerlo, come fa purtroppo sempre e per qualsiasi argomento in discussione. LANNUS HORRIBILIS 2011 Lamministrazione Pisapia al momento del suo insediamento ha trovato un bilancio di parte corrente in deficit strutturale da almeno cinque anni che gi nel 2010 era arrivato a essere pari a oltre il 10% con una esplosione del disavanzo corrente dovuto al mancato adeguamento delle entrate correnti sullonda della retorica delle mani in tasca ai cittadini. In compenso la gestione di centrodestra aveva provveduto a dare via direttamente i pantaloni (dei cittadini) utilizzando in cinque anni oltre un miliardo di euro di entrate straordinarie per ripianare il bilancio corrente invece che per finanziare gli investimenti in conto capitale. Lulteriore conseguenza di questa dissennata politica stato il crollo degli investimenti nella manutenzione sulla citt che nel quinquennio si sono pi che dimezzati portando molti servizi a livelli di assoluta inef-

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ficienza e scarsit di manutenzione mai raggiunti a Milano nel corso della propria storia. Ancora pi grave la situazione dellindebitamento: ha superato i 4,2 miliardi di euro facendo di Milano la citt con il pi alto debito dItalia in valore assoluto e con parametri procapite tre volte peggiori rispetto alla media dei comuni italiani. Il trend inerziale (cio in assenza di interventi correttivi) anche per effetto dei tagli operati dai governi Berlusconi e Monti nel corso del 2011, identificava per il prossimo quadriennio un catastrofico deficit di parte corrente superiore al 20%. Anche senza tener conto dei vincoli del patto di stabilit la situazione lasciata dalle precedenti amministrazioni quella di un Comune in sostanziale default, con il patrimonio in diminuzione e in stato di degrado e la pratica impossibilit di effettuare qualsiasi tipo di scelta politica. EVITATO IL DEFAULT NEL 2011 Lamministrazione Pisapia appena entrata in carica si trovata quindi a dover affrontare una manovra di assestamento di bilancio per coprire un potenziale deficit di parte corrente nellanno tra i 300 e i 400 milioni di euro potendo agire su spese teoricamente residue di non pi di 500 milioni di euro. LAmministrazione ha operato, come noto, fin dal mese di luglio 2011, poche settimane dopo il suo insediamento, utilizzando le leve a disposizione: - incrementi tariffari (Atm in primis agendo su tariffe ferme dal 2001 e mantenendo il livello tariffario al di sotto di quasi tutte le citt italiane ed europee comparabili); mantenendo fermi gli abbonamenti e ottenendo cos un forte incremento del loro numero; - tagli lineari alle spese; - alienazione di patrimonio (quote Sea e altro); Il deficit di parte corrente stato cos ridotto a -267 milioni di euro dal tendenziale - 430 mil di euro rilevato a luglio 2011, deficit interamente coperto con le entrate straordinarie. IL PIANO DI RISANAMENTO TRIENNALE - Evitato il default nel 2011 lAmministrazione comunale si trovata a dover affrontare una situazione inerziale potenzialmente ancora pi disastrosa: vd. Tab 0 A questa situazione si aggiunge il livello di investimenti sulla citt, ridotto a poco pi di 200 milioni di euro allanno, tale da aggravare in maniera forse definitiva lo stato di degrado del patrimonio cittadino di beni e servizi.

Gli stessi impegni in conto capitale per 1,3 miliardi di euro apparivano nel quadriennio molto a rischio, anche se contabilmente coperti. Le leve a disposizione per lamministrazione per intervenire restano di tre tipi: revisione della spesa corrente incremento delle entrate (tariffe, imposte) alienazione del patrimonio La valutazione effettuata dalla Giunta ha portato a impegnarsi per un risanamento strutturale e duraturo del bilancio corrente unito a un piano di investimenti sulla citt in grado di presentare per lanno dellExpo una citt allaltezza delloccasione. Nonostante la situazione di partenza, lobiettivo ambizioso che la Giunta si posta di riequilibrare il bilancio corrente in tre anni e lanciare un programma anticiclico di investimenti. Nel bilancio previsionale 2012 le riduzioni di spesa operate sono ancora in massima parte derivanti da operazioni di taglio, con le quali si ritiene di aver sostanzialmente esaurito larea aggredibile con manovra semplice di taglio di spesa. Le previsioni di riduzioni significative di spending review degli anni 2013, 2014, 2015 ammontanti a oltre 100 milioni di euro potranno scaturire solo da un processo di revisione strutturato, che non pu che essere condotto con lausilio di un nucleo dedicato e specialistico che oggi ancora non c e che riguarda la struttura dirigenziale e non quella politica. La leva tariffaria ha portato ad adeguare le tariffe milanesi dopo oltre un decennio di stabilit, ma da notare come queste restino ancora inferiori a quella delle maggiori citt italiane e soprattutto con riguardo ai trasporti, molto inferiori rispetto a tutte le citt europee. Il problema oggettivo che le tasse comunali si vanno ad aggiungere a un rilevantissimo incremento della tassazione nazionale e, soprattutto, a un mancato trasferimento della potest impositiva dallo Stato al Comune. Le norme sul cosiddetto federalismo fiscale sono state vanificate da contestuali tagli ai trasferimenti centrali che per erano gi stati anticipati ed effettuati sulle stesse partite! per questo che si determinato un effetto micidiale relativo allImu, che ha fatto assumere al Comune il ruolo di gabelliere, mentre il gettito della imposta che sostituisce lIci va in massima parte allo Stato. Si ricordi che prima di applicare qualsiasi addizionale comunale, per

effetto della nuova Imu, i milanesi verseranno comunque circa 400 mil di euro in pi rispetto al regime precedente che, vengono interamente incamerati dallo Stato Centrale. del tutto evidente che lintroduzione delle tasse comunali addizionali non pu e non deve essere aggiuntivo rispetto alla tassazione nazionale. Gi per lanno 2013 lintegrale attribuzione dellImu al Comune un obiettivo imprescindibile per lamministrazione Pisapia. Tabelle 1, 2 e 3 DAL RISANAMENTO AGLI INVESTIMENTI - Il punto di partenza per la redazione del Bilancio Preventivo 2012 stato, come si ricorda, uno squilibrio tendenziale delle partite correnti di 582 milioni di euro. Su questo differenziale, sul versante delle spese, pesa leffetto di circa 90 milioni di maggiori spese obbligatorie (aumento utenze e interessi, contratto di servizio Atm, ecc.) e circa 50 milioni di euro di riclassificazioni contabili che hanno riportato in spesa corrente voci che in passati esercizi si trovavano nelle spese in conto capitale. I principi di contabilit pubblica impongono le registrazioni dei conti di entrata e uscite non direttamente collegabili o elidibili. Per questa ragione si creano voci di spesa che sono direttamente collegate solo al materiale verificarsi di unentrata (per esempio: costi sostenuti per attivit coperte da sponsor; incassi Area C interamente destinate a spese aggiuntive per mobilit e trasporti); Analoghe ragioni di registrazione contabile generano sostanziali partite di giro che si elidono tra entrate e uscite (per esempio: il Fondo Cosap v/s entrate Cosap) che gonfiano il valore assoluto delle voci globali di spesa ed entrata di circa 10 milioni di euro per questa ragione, lapparente incremento di spesa corrente rispetto al preventivo 2011 corrisponde in termini effettivi una riduzione di circa 100 milioni di euro del costo dei servizi equivalenti, sostanzialmente in linea con il consuntivo 2011, che viene stabilizzato e consolidato, dopo essere stato frutto di un taglio emergenziale nel secondo semestre 2011. Tabelle 4 e 5 Lutilizzazione delle tre leve (incremento entrate, riduzione spese, entrate straordinarie) per riequilibrare partite correnti nellarco del quadriennio 2012 - 2015 permette alla Giunta Pisapia di presentare un piano di risanamento impegnativo ma realizzabile entro la consigliatura.

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La scelta stata quella di difendere il livello dei servizi erogati senza ridurli, nella convinzione che il venir meno anche parziale dellintervento comunale in una situazione di profonda crisi come lattuale possa avere conseguenze irreparabili sul tessuto della citt. La riduzione della spesa in s e non come effetto di un recupero di effiTab. 0

cienza / efficacia non quindi il valore che sta alla base del piano di risanamento. Lobiettivo aumentare e migliorare e non diminuire i servizi pubblici del comune di Milano. La realizzazione del piano di risanamento strutturale condizione essenziale per lanciare il programma di investimenti sulla citt di 2

miliardi di euro in quattro anni che caratterizzer lazione dellamministrazione Pisapia e per il quale si rende necessaria la cessione della quota di SEA Spa. Torneremo quanto prima su questo argomento.

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PGT: TRASFORMAZIONI URBANE GOVERNO E REGOLE Andrea Arcidiacono*


Le previsioni del PGT recentemente approvato, per quanto condizionate da un campo di azione limitato al riesame delle oltre 5.000 osservazioni, presentano importanti discontinuit rispetto alla versione licenziata nel 2011 dalla precedente amministrazione Moratti. Una della differenze pi evidenti rappresentata da un sensibile ridimensionamento della edificabilit complessiva (una riduzione di oltre il 50% della superficie lorda di pavimento slp(*)); un risultato determinante non solo per la sostenibilit delle previsioni urbanistiche a livello locale ma anche un passo importante verso la riorganizzazione dellassetto insediativo a scala metropolitana. Una parte cospicua di questa riduzione deriva dallo stralcio degli Ambiti di Trasformazione interni al Parco Sud (Ambiti Trasformazione Periurbana - ATP e parte degli Ambiti di Trasformazione di Interesse Pubblico Generale - ATIPG); una operazione che evita unapplica-zione impropria dei meccanismi perequativi alle aree del Parco Sud e la conseguente generazione di unedificabilit virtuale di oltre 3,5 milioni di mq da trasferire senza alcuna regolazione allinterno della citt esistente (TUC, tessuto urbano consolidato) o negli Ambiti di Trasformazione Urbana (ATU). Il generale contenimento delle previsioni di piano viene integrato da una robusta riorganizzazione delle modalit di regolazione e di governo di tutte le trasformazioni urbane intensive; non solo quelle direttamente disciplinate dal Documento di Piano come Ambiti di Trasformazione (ATU, ATIPG e ATP), ma soprattutto quelle relative agli ambiti del tessuto consolidato classificati dal Piano delle Regole come Aree di Rinnovamento Urbano (ARU) (pari a oltre il 46% del TUC) che comprendono quasi 3,5 milioni di aree a uso produttivo e che con molta probabilit nei prossimi anni presenteranno le maggiori dinamiche di riconversione verso altre funzioni urbane; ambiti soggetti nel piano Moratti a una disciplina debole, senza alcun controllo di densit e funzioni, con limitate previsioni di servizi e verde, e con indicazioni morfologiche di fatto sempre deregolabili. Per gli Ambiti di Trasformazione, complessivamente ridotti da 26 a 21 (oltre allannullamento delle aree n. 22 IV 13 giugno 2012 interne al Parco Agricolo Sud Milano vengono cancellati gli ATU di San Vittore e di Cadorna e riperimetrata larea di Piazza dArmi) la disciplina riformata del Documento di Piano interviene nello specifico su tre questioni: 1. Opera una riduzione delledificabilit massima ed elimina il coefficiente di densificazione (complessivamente gli Ambiti di Trasformazione producono circa 2,6 milioni di mq di slp contro gli 8,5 milioni di mq precedenti). Lindice territoriale massimo viene fissato a 0,7 mq/mq, composto in quote uguali (pari a 0,35 mq/mq) di edilizia libera e di residenza sociale (secondo larticolazione illustrata la scorsa settimana su ArcipelagoMilano da Laura Pogliani e Gianni Dapri); nel caso di interventi non residenziali la componente di edilizia sociale viene sostituita con una stessa quantit edificatoria maturata dallacquisizione perequativa di aree a pertinenza indiretta per funzioni di interesse collettivo (cui viene applicato, analogamente al TUC, un indice compensativo di 0,35 mq/mq). 2. Prevede una dotazione minima di aree pari al 50% della superficie territoriale (St) da destinare a verde e servizi, di cui una quota fino al 30% della St, riservata alla localizzazione dellEdilizia Residenziale Sociale (ERS). 3. Effettua infine una pi precisa selezione funzionale per alcune aree di trasformazione non compatibili con la destinazione residenziale (Stephenson, Toffetti, Magazzini e larea residua di Porto di Mare). La nuova disciplina del Piano delle Regole per il governo delle trasformazioni allinterno della citt consolidata (TUC), si pone lobiettivo di una realistica valorizzazione e qualificazione della citt esistente, promuovendo azioni che riducono i rischi di una densificazione impropria e senza limiti, senza deprimere le azioni di una riqualificazione sostenibile. Anche in questo caso si operato principalmente su quattro aspetti combinati. 1. Viene fissato per tutto il TUC un indice di edificabilit di base pi contenuto (che passa da 0,5 mq/mq a 0,35 mq/mq) e un tetto massimo di utilizzazione territoriale pari a 1 mq/mq (da raggiungere obbligatoriamente per gli interventi negli ambiti a elevata accessibilit pubblica) in modo da garantire una pi adeguata composizione fisica e morfologica delle trasformazioni urbane. Per ambiti gi edificati la slp esistente (anche se superiore allindice massimo) viene sempre garantita sia nel caso di mantenimento della destinazione duso sia nel caso di mutamento duso da funzioni produttive, per aree inferiori ai 5.000 mq, o da usi terziari nel caso di interventi riguardanti una slp minore ai 5.000 mq. 2. Vengono definite modalit attuative differenziate in base ai caratteri dellintervento. Per interventi di nuova edificazione il raggiungimento dellindice massimo 1 mq/mq possibile attraverso la realizzazione alternativa di ERS (per una quota minima di 0,35 mq/mq), di quote edificatorie trasferite da pertinenze indirette, o di premialit derivanti da interventi di risanamento energetico del patrimonio edilizio esistente. In tutti gli altri casi (interventi di ristrutturazione urbanistica con modificazione delle destinazioni duso per aree con superficie maggiore a 5.000 mq) lindice massimo di 1 mq/mq raggiungibile: con il recupero della slp esistente fino a 0,65 mq/mq; e alternativamente con la realizzazione di 0,35 mq/mq di ERS (obbligatoria per interventi superiori a 10.000 mq), con il trasferimento di crediti edificatori generati dallacquisizione di pertinenze indirette o di quote edificatorie incentivali per lefficienza energetica degli edifici esistenti. In questo modo si realizzano quattro obiettivi prioritari: a) si contengono le trasformazioni edilizie e urbanistiche nel tessuto urbano entro limiti sostenibili; b) si facilita lattuazione della citt pubblica attraverso la perequazione (creando una concreta e regolamentata disponibilit di accoglimento delle potenzialit edificatorie generate dalla pubblicizzazione delle pertinenze indirette); c) si incrementa lofferta diffusa di edilizia residenziale sociale, garantendone lintegrazione con gli insediamenti privati; d) si incentivano gli interventi di miglioramento energetico degli edifici esistenti (con premialit fino al 15% della slp recuperata). Le modalit attuative nelle Aree di Rinnovamento Urbano vengono differenziate in base alla dimensione: per interventi su aree tra i 5.000 mq e i 15.000 mq si prevede la procedura del permesso di costruire convenzionato. Oltre la soglia dei 5

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15.000 mq prescritto il ricorso obbligatorio al piano attuativo. Per ogni tipologia dintervento debbono essere previste e garantite dotazioni minime di aree per servizi e verde pari al 100% della slp realizzata o trasformata (20% nel caso di usi produttivi) ovvero, per interventi su aree superiori a 15.000 mq, dotazioni minime pari al 50% della superficie territoriale, comprensive della quota minima dedicata a residenza sociale. 3. Vengono rafforzate le indicazioni morfologiche introducendo regole per le altezze degli edifici in cortina, rispetto che dovranno rispettare laltezza minima dei fronti esistenti, e limitando il recupero degli edifici allinterno dei cortili al mantenimento delle altezze esistenti. 4. Viene prevista, pur confermando il principio generale dellindifferenza funzionale, una pi efficace incentivazione al mantenimento delle attivit produttive, con incentivi edificatori pari al 20% della slp esistente nel caso di interventi di ristrutturazione, o pari a 0,2 mq/mq di quote edilizie libere, ma vincolate al man-

tenimento della funzione produttiva, nel caso di ampliamenti delle attivit esistenti. evidente infine che una parte rilevante del nuovo progetto urbanistico per Milano sar legato alla trasformazione e riqualificazione del sistema degli Scali ferroviari. Il Pgt riformato individua nellAccordo di programma lo strumento pi adatto a garantire una procedura che, attraverso un percorso autonomo di negoziazione fra le parti, consenta di realizzare un contenimento delle previsioni insediative e di garantire un interesse pubblico rilevante, in via prioritaria finalizzato al miglioramento dellefficienza del trasporto su ferro di livello metropolitano. Un processo che trova nel nuovo impianto del Pgt una cornice coerente di riorganizzazione dellassetto urbano, a partire dal ruolo che il sistema ferroviario avr nel condizionamento delle scelte localizzative delle funzioni strategiche. Infine una partita importante si apre ora e riguarda la gestione del piano. Gli anni recenti dellurbanistica milanese hanno mostrato una debo-

lezza strutturale nella regia pubblica, incapace di recuperare alla citt le grandi valorizzazioni legate ai processi di trasformazione privata. su questo che si misurer in gran parte lefficacia operativa del Pgt: nella capacit di valutare e selezionare le proposte di trasformazione in base alla portata dei benefici collettivi per la citt. Lintroduzione di forme di incentivazione nel caso di concorsi di progettazione per le trasformazioni urbane va in questa direzione. Per gli esiti dobbiamo aspettare. *Politecnico di Milano - CTS Consulta Tecnico Scientifica del PIM per la revisione del Pgt
(*) In termini semplificati la superficie lorda di pavimento la somma di tutte le superfici coperte comprese entro il profilo esterno delle pareti perimetrali ai vari piani e soppalchi di interpiano, sia fuori terra sia in sottosuolo.

SPAZI VUOTI A MILANO. UN BICCHIERE MEZZO PIENO Paolo Bortolussi* e Silvia Mugnano**
In queste settimane a Milano si sviluppato un grande dibattito sul fatto che una porzione consistente del patrimonio immobiliare pubblico e privato sia inutilizzato e/o in stato di abbandono. Finora lattenzione si pi concentrata sulla definizione di regole per lindividuazione dei possibili aventi diritto alluso di tali spazi piuttosto che sul come sfruttare gli spazi esistenti. Crediamo che uno spazio pubblico debba essere pensato come un bene collettivo locale ovvero una risorsa a disposizione dellAmministrazione Comunale che pu e deve produrre benefici per la comunit territoriale e per i suoi cittadini. Di conseguenza, il compito principale che lAmministrazione Comunale dovrebbe ora affrontare pianificare come riutilizzare gli spazi per dare un contributo significativo alla rigenerazione della citt. necessario definire un metodo per stabilire verso quali obiettivi orientare l'uso degli spazi e per valutare, tra le diverse ipotesi percorribili, quelle che si ritiene possano restituire a questi luoghi usi e finalit condivise. Una complicazione non banale che nessuno a Milano sa di preciso dove e quanti siano gli immobili pubblici o privati non occupati, quali possano essere le destinazioni duso funzionale di queste aree, quale il loro stato di manutenzione e di conseguenza, quali e quanti siano gli investimenti necessari per poter avviare ipotesi di riutilizzo. Nellultimo anno sono nate numerose iniziative che, hanno raccolto e archiviato informazioni utili sugli spazi inutilizzati. Il Comune di Milano su questa strada ha recentemente dato avvio a un protocollo dintesa che traccia i passi da seguire per questa fase di mappatura. Il percorso rischia per di essere molto lungo e nel frattempo indispensabile procedere allapertura degli spazi gi disponibili. Ma assegnare gli spazi senza avere una strategia complessiva rischia di creare qualche confusione. Proprio in queste ore, per lattivazione di un percorso di assegnazione di uno spazio importante come quello dellAnsaldo, lAssessorato alla Cultura ha invitato gli operatori interessati, tramite un bando estemporaneo promosso con lo slogan UnOca sta per atterrare a Milano, a presentare progetti creativi e idee che verranno presentati nella tre giorni di eventi chiamati appunto Officine Creative allAnsaldo. Curiosando nella pagina facebook creata appositamente per presentare questa iniziativa, si legge Davide G. chiedere ma poi il Comune cosa ne far di questi progetti?. una domanda importante che, probabilmente, nei tre giorni dellOCA trover tante risposte e progetti, ma sembra palese che procedere alla destinazione degli spazi senza prima aver definito una strategia precisa pu creare il rischio di disperdere questa grande occasione di sviluppo della citt. Di benefici attesi e delle condizioni necessarie per lattivazione di processi virtuosi di riuso degli spazi comunali si discusso anche nel workshop Urban Futures Distretti creativi e sviluppo urbano: usare le propriet comunali come supporto allindustria creativa tenutosi allUrban Center di Milano. In tale occasione lassessorato alle politiche di Decentramento, i rappresentati dei Consigli di Zona e alcune tra le realt dellassociazionismo e dellindustria creativa milanese (Avanzi, Elita, Esterni, Innovation Festival, Temporiuso, Zona Tortona, etc) si sono confrontati ed espressi rispetto allutilizzo di spazi vuoti come supporto allindustria creativa. I benefici attesi sono stati brevemente cos sintetizzati: creare opportuni-

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t di lavoro; essere catalizzatori di processi di rigenerazione urbana; sviluppare processi partecipati; orientare, valutare e raggiungere sia profitti dimpresa che benefici di carattere sociale a favore della comunit territoriale in cui lo spazio ospitato. Diverse esperienze di riuso che stanno avendo successo non solo a Milano, potrebbero essere utilizzate come modello da sviluppare. La caratteristica che le accomuna la condivisione degli spazi e del progetto duso da parte di una serie differenziata di soggetti per competenze, caratteristiche e finalit. Imprenditori, artigiani, professionisti, imprese sociali, studenti, attraverso la condivisione di uno spazio sviluppano relazioni e scambi di idee che possono, e a volte riescono, creare innovative forme di impresa. Per ciascun progetto di riuso sarebbe importante che il criterio di selezione per definire i soggetti assegnatari tenga conto sia del loro profilo, sia della relazione che le attivit proposte potrebbero avere con il territorio in termini di attrattivit, coerenza con lo sviluppo urbano dellarea in questione e sostenibilit. Ci sembra fondamentale definire bene quali ipotesi permettono di coniugare gli interessi di sviluppo locale (con accenti, di volta in volta, sulleconomia sociale, creativa, culturale o artigianale) con la produzione di benefici di pubblica utilit. La scommessa ci sembra sia pertanto quella di collegare i benefici di impresa e di creazione di nuove occasioni di lavoro al raggiungimento

di interessi dellintera comunit territoriale. fondamentale infatti che le proposte di riuso abbiano la capacit di attivare relazioni, scambi e sinergie che alimentino il capitale sociale, culturale ed economico della comunit territoriale coinvolta. LAmministrazione Comunale, anche attraverso laiuto dei Consigli di Zona e referenti tecnici territoriali, potrebbe considerare di volta in volta le condizioni duso pi favorevoli, tenendo conto degli investimenti necessari per la gestione dellimmobile, lavvio dellattivit e la programmazione di azioni che garantiscano il raggiungimento di obiettivi condivisi con il contesto di intervento. Crediamo sia necessario investire energie e risorse nel facilitare il coordinamento di rete di soggetti attribuendo responsabilit specifiche a ciascun attore coinvolto nellintervento. Garantire un coordinamento richiede la presenza di un soggetto a cui attribuire il ruolo di responsabile del percorso di rigenerazione e sviluppo ipotizzato promuovendo il coordinamento delle risorse locali esistenti. In questo modo, lente gestore potrebbe avvalersi della consulenza o del supporto di un soggetto terzo che avrebbe la funzione di facilitare il perseguimento delle specifiche finalit di impresa anche grazie allo sviluppo di un rapporto di mutuo scambio con il contesto ospitante, orientando il perseguimento dei singoli interessi verso la realizzazione di benefici per la collettivit. Crediamo inoltre che per favorire processi partecipativi e per coinvol-

gere gli interessi e i desideri dei cittadini, sia necessario potenziare le opportunit di prendersi direttamente cura di spazi e territori. Le comunit territoriali devono poter contribuire attraverso partecipazione, competenze, interessi, aspettative e desideri di quei cittadini che avranno le capacit e gli interessi per contribuire direttamente alla definizione del piano degli obiettivi e dei risultati attesi di ciascun progetto di riuso degli spazi. La programmazione di questi interventi deve quindi considerare gli interessi specifici delle comunit territoriali consentendo forme di mutevole scambio tra gestori e abitanti, per evitare fenomeni degenerativi dove i vantaggi di alcuni possono creare conflitti o impatti negativi a tutte le altre realt non coinvolte nel processo dinnovazione. *UmanoUrbano, societ di promozione sociale e sviluppo locale **Laboratorio Perimetro, Universit Milano Bicocca

Nota: Il contributo frutto di pensieri e considerazioni nate a seguito di un lavoro sul tema degli spazi comunali a supporto dellindustria creativa svolto con il Comune di Milano in collaborazione tra il Laboratorio Perimetro - DSRS, Universit Milano Bicocca e la societ UmanoUrbano. Il materiale video e fotografico stato curato da Elia Rollier - UmanoUrbano

PGT: QUESTIONI ECONOMICHE E I CONTI SENZA LOSTE Giuseppe Vasta


Come noto, il PGT recentemente approvato dallAmministrazione Comunale ha ridotto le previsioni di nuova edificazione da circa 20 milioni di mq di superficie lorda di pavimento (slp)* a circa 12 milioni (40%), di cui circa il 70% riconducibili a provvedimenti gi in itinere; le dotazioni di aree a standard richieste invece aumenterebbero (dai 18 metri quadri ad abitante al 100% della superficie lorda di pavimento, ecc.). Vediamo cosa questo pu comportare dal punto di vista dei dati economici sottesi al Piano, in modo esplicito o meno. Ipotizzando (come fa il PGT) un valore medio di circa 400 /mq per la slp virtuale edificabile (dato molto prudente, corrispondente a circa il 10% dei valori medi di vendita), il valore assegnato o confermato sui terreni edificabili di circa 5 miliardi di euro. Il costo delle opere pubbliche previste, stimate dal piano adottato in circa 14 mld di euro, viene ritenuto non coperto da finanziamenti per circa 9,6 mld di euro; considerando che nella stima dei costi non presente quello dei servizi necessari ai nuovi abitanti, anche semplicemente estendendo a questi le dotazioni medie esistenti si avrebbe un costo aggiuntivo di circa 3 miliardi (tenuto conto della riduzione di capacit edificatoria sopravvenuta). Gli oneri di urbanizzazione dovuti erano stimati in circa 1 mld, oggi da diminuire sempre in ragione della riduzione di capacit edificatoria, e verosimilmente non tutti da dedicare allattuazione dei servizi (negli ultimi anni oltre la met del gettito stata utilizzata per altre finalit). I dati sono ricavati da unosservazione, gi presentata da Acli, Arci, Legambiente e Libert e Giustizia, che aveva sollevato il problema, ma che risulta respinta dallAmministrazione con la motivazione che il tema verr rimandato al programma triennale opere pubbliche e alla pianificazione attuativa. In realt la legge sembra assegnare il compito della verifica della fattibilit economica proprio al PGT (art. 9 commi 3 e 4 LR 12/05, ma anche art. 44 comma 1 della stessa legge); difficilmente comunque un tale

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gap potr essere risolto in fase attuativa. Parte di tale nuova edificabilit (circa 2,5 milioni di mq di slp) prevista poi sulle aree gi destinate a standard con vincolo decaduto e prevalentemente inedificate, con indice di 0,35 mq/mq. Lesperienza di PRG recenti in realt territoriali prossime mostra come gli operatori preferiscano per semplicit lintervento su tali aree, anche con indici pi bassi (0,1- 0,2 mq/mq), piuttosto che intervenire in modo pi ampio e complesso su aree dismesse con indici superiori (nellordine degli 0,6 mq/mq e oltre), pur con riferimento a valori di vendita inferiori a quelli milanesi e minore remunerazione quindi del fattore area. Si nota anche che in base al combinato disposto degli art. 4.6.m) e 37.5 delle Norme di Attuazione del Piano delle

Regole (parte integrante del PGT) viene facilitata la possibile trasformazione dei servizi esistenti in funzioni urbane private (residenza, ecc.); questo verosimilmente per facilitare i programmi di valorizzazione immobiliare da parte di Enti pubblici in difficolt finanziaria (la precisazione contenuta nellosservazione che ha portato a tale disposizione, di destinare le risorse cos ottenute alla realizzazione di nuovi servizi nella logica di razionalizzazione delle localizzazioni, non stata accolta). Si pu ritenere quindi che buona parte dellattuale (scarsa) domanda si rivolger a tali tipi dintervento, pi semplici, e che buona parte delledificabilit prevista dopo una probabile prima fiammata iniziale da parte di chi era restato in attesa

degli eventi resti inattuata, almeno nei prossimi anni. Il valore attribuito ai terreni (nellordine come visto dei 5 mld di euro, cui aggiungere quello generato nellhinterland, dove anche si registra un eccesso di offerta) rischia quindi, se gi entrato in un processo economico in ragione di compravendite avvenute o come garanzia di finanziamenti, di restare immobilizzato, anzich innescare processi di trasformazione economica o rendersi disponibile ad altri impieghi.
* In termini semplificati la superficie lorda di pavimento la somma di tutte le superfici coperte comprese entro il profilo esterno delle pareti perimetrali ai vari piani e soppalchi di interpiano, sia fuori terra sia in sottosuolo

CERCASI SCUOLA DISPERATAMENTE Rita Bramante e Micaela Francisetti


Capelli bianchi (et, esperienza) non sono indispensabili, ma aiutano e un po' di carisma non guasta, la ciliegina sulla torta. E di carisma Francesco Dell'Oro, formatore esperto in materia di orientamento scolastico presso il Servizio del Comune di Milano, classe 1947, ne ha da vendere, cos come di passione contagiosa per il suo lavoro e di capacit di raccontare e di raccontarsi che sa catalizzare l'attenzione di adulti e adolescenti. Insieme al dono della parola pacata e seria, ma anche ironica e divertente - sempre alla ricerca di una strategia vincente, dalle citazioni dotte, agli aneddoti e alle vignette 'il dottor Dell'Oro' ha il pregio non minore di saper ascoltare: un 'vero ascoltatore', attivo nellascolto, sempre disposto a un atteggiamento di accoglienza dell'interlocutore e a compiere quel lavoro mentale faticoso, di concentrazione, di attenzione e di competente osservazione che fa la differenza. Ascolta i ragazzi e i loro genitori non tanto per dare a ogni costo delle risposte, n tanto meno per fornire risposte esaurienti, ma semmai per cogliere le domande, per mantenere viva linterlocuzione, per accendere nuove domande, favorendo cos un incremento della capacit di autoesplorazione e autovalutazione, di controllo dellansia decisionale e, perch no, di incremento dell'autostima, troppo spesso discesa sottoterra. La scelta di un percorso di studi, il recupero di motivazione di fronte a un insuccesso scolastico, la decisione di cambiare indirizzo scolastico, la costruzione di un progetto futuro di studio e di vita: ogni anno migliaia di ragazzi e genitori parlano di questo con Dell'Oro e i suoi collaboratori, allo sportello di consulenza presso il Comune, ma anche nelle scuole, nelle aule dove i ragazzi accrescono la consapevolezza di s e imparano anche ad assumere decisioni importanti per il proprio futuro. Genitori feriti da consigli orientativi inattesi e vissuti come giudizi terribili sulle capacit dei propri figli adolescenti in difficolt; ragazzi pronti a dar voce a emozioni, richieste d'aiuto, rabbia e preoccupazione se trovano un interlocutore adulto con cui fare un patto di fiducia e stima reciproca; insegnanti che si assumono ogni giorno il compito di allenare i ragazzi nelle prove di autonomia e responsabilit. importante che specialisti di questo spessore varchino le porte delle nostre scuole e, come dirigenti scolastici, auspichiamo che questa collaborazione venga mantenuta ed estesa al fine di poter coprogettare interventi integrati rivolti agli studenti a supporto del loro percorso di crescita attraverso una rete collaborativa territoriale per l'orientamento. Grazie al suo libro (1) - presentato nello spazio culturale Seicentro dal Presidente dell'Associazione LiberiPensieri Rosario Cosenza - oggi possiamo leggere la storia di questa avventura professionale e trovare nel racconto molte delle nostre storie di insegnanti, genitori, alunni e streghe, ovvero i dirigenti scolastici, perch a Dell'Oro piace chiamarci cos!

(1) F. DELL'ORO, Cercasi scuola disperatamente. Orientamento scolastico e dintorni, Urra, Milano, 2011

ANCHE MILANO SCEGLIE IL TESTAMENTO BIOLOGICO Ilaria Urzini*


La vicenda di Eluana Englaro ha reso di dominio pubblico il testamento biologico (o dichiarazioni anticipate di trattamento sanitario), e da allora numerosi comuni italiani hanno istituito un proprio registro dei testamenti biologici, spesso partendo da petizioni di cittadini. In assenza di una legge in materia, la Cassazione, nella sentenza n. 21748/2007 sulla vicenda, ha innanzitutto stabilito che il principio

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www.arcipelagomilano.org del consenso informato in base al quale la volont del paziente di interrompere una terapia indesiderata, anche gi iniziata, prevale su quella del medico curante un diritto riconosciuto dagli art. 3 e 32 della Costituzione, e pertanto direttamente applicabile. Tale diritto deve pertanto essere esteso, per il principio di uguaglianza previsto dallart. 3 della Costituzione, anche a coloro che abbiano perso la capacit di autodeterminarsi. A differenza di quanto era accaduto con Eluana Englaro, le cui volont erano state ricostruite mediante testimonianze di amici e parenti, il testamento biologico permette dunque di avere certezza del contenuto delle decisioni operate in merito ai trattamenti sanitari, in quanto promanate direttamente da colui che ne potrebbe essere in futuro il destinatario. In particolare, listituzione di un registro comunale svolge propriamente la funzione di garantire la provenienza delle dichiarazioni da colui che le ha sottoscritte, nonch lintegrit dei suoi contenuti, che in ogni caso possono essere modificati dal depositante. Il dichiarante pu inoltre indicare uno o pi fiduciari, che hanno il compito di rappresentare e difendere la volont dellincapace, sia nei confronti della struttura sanitaria sia, in caso di controversia, dinanzi allautorit giudiziaria. Quindi non del tutto corretto asserire che il testamento biologico non

ha valore giuridico: se vero infatti che non esiste una legge che gli conferisca immediato potere vincolante, anche vero che dal 2007 la costante giurisprudenza di numerosi tribunali italiani ha consentito ai pazienti incapaci di vedere rispettate le proprie volont in materia di trattamenti sanitari indesiderati. Faccio parte di un gruppo di cittadini da sempre sensibili alle tematiche dei diritti civili, che, allindomani della vittoria di Giuliano Pisapia, ha ritenuto maturate le condizioni politiche per proporre anche a Milano listituzione di un registro dei testamenti biologici. nato pertanto il Comitato promotore Io scelgo, al quale hanno aderito numerose personalit della societ civile, che non solo hanno sottoscritto la proposta, ma hanno anche registrato dei mini spot per il sostegno delliniziativa. Lo strumento utilizzato quello, mai sperimentato finora, ma contenuto nel regolamento per lattuazione dei diritti di partecipazione popolare del Comune di Milano, della proposta di delibera consiliare di iniziativa popolare. A differenza della petizione, la proposta di iniziativa popolare, al raggiungimento di 5.000 firme di cittadini milanesi, obbliga il consiglio comunale a esprimere un giudizio, accogliendola o respingendola. Per lorganizzazione dei banchetti per la raccolta delle firme vi stata la pronta adesione da parte di molti circoli del Pd, di associazioni e dei Comitati x Milano, che ha permesso

di raggiungere capillarmente tutte le zone della citt (potete trovare tutte le informazioni sulliniziativa e la dislocazione dei banchetti sul sito www.ioscelgo.info). Particolarmente significativa poi lesperienza di partecipazione alla raccolta delle firme, dove si constatato quanti cittadini milanesi abbiano gi redatto un testamento biologico, ma aderiscano a questa iniziativa in quanto desiderano ricevere una tutela istituzionale a unesigenza fortemente sentita. Sono state gi acquisite pi di 3.000 firme e, in occasione del superamento di met della campagna di adesioni, stato organizzato un evento, che si terr il 15 giugno alle ore 18.00 presso le Colonne di San Lorenzo, e che vedr la presenza di Gherardo Colombo e Claudio Bisio. Auspico pertanto che il rinnovamento cominciato a Milano prosegua con listituzione del registro dei testamenti biologici, insieme servizio civico e forte segnale politico di rilevanza nazionale. *Avocato, Responsabile legale Comitato promotore Io scelgo Per leggere la proposta di delibera consilare di iniziativa popolare clicca qui

ANCORA POSSIBILE SALVARE EXPO 2015? Massimo Gargiulo


Ha ragione Luca Beltrami Gadola, il VII Incontro Mondiale delle Famiglie non confrontabile in alcun modo con lExpo e pertanto non vale come test (vedi n. 21 di ArcipelagoMilano). Diversa la quantit di risorse umane in campo per un evento eccezionale, ma comunque limitato a soli tre giorni, mentre Expo ne durer 183. Ma soprattutto, come ricorda Beltrami Gadola, diversa lattitudine dei fedeli, disponibili a muoversi allalba, a fare come minimo un paio di chilometri a piedi e stare in attesa per ore per partecipare alla messa con il Papa. Diversa la rete di sostegno offerta dalle parrocchie, dal volontariato cattolico e dalle numerose famiglie ospitanti. Anche io, come Beltrami Gadola, pensavo che attorno al problema della fame nel mondo - ma anche a quello dellobesit, del diabete e delle patologie indotte da una cattiva alimentazione - avremmo potuto far rinascere latmosfera di attesa caratteristica delle prime esposizioni universali. Ma non eravamo soli, le premesse cerano tutte. Ricordo il successo degli Stati Generali dellExpo del 16 e 17 luglio 2009 che avevano lo scopo di coinvolgere i cittadini lombardi nella preparazione di un evento, fortemente voluto dalle istituzioni locali e nazionali e sostenuto dal mondo accademico, imprenditoriale e associativo milanese e lombardo, ma che costituisce una sfida di portata storica per tutto il Paese. Ricordo le aspettative che quellevento aveva suscitato in molti di noi, ma anche la disponibilit a dare un contributo del tutto gratuito e disinteressato. In questa prospettiva il 23 gennaio 2010 la rivista I Quaderni del Ticino, che ho lonore di dirigere, ha organizzato a Morimondo gli Stati Generali Est Ticino Expo 2015. LEst Ticino, infatti, per i suoi ambienti naturali e la forte presenza di unagricoltura con grandi tradizioni, per le sue capacit imprenditoriali e professionali, ma anche per il rapporto che lo lega alla grande citt, potrebbe costituire uno dei banchi di prova della capacit o meno dellExpo di rendere concreto e credibile il proprio messaggio. Ma questo potr accadere, nellEst Ticino cos come in altre realt agricole della nostra regione, soltanto se sapremo mobilitare le nostre intelligenze, le nostre energie, le nostre comunit, fornendo esperienze concrete a quanti sceglieranno di vivere lExpo assieme a noi. Di quel clima non rimasto nulla. Ma, come afferma Beltrami Gadola, non basta: la mancanza di unidea forte ormai calata come nebbia sulla citt, sulla sua classe dirigen-

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www.arcipelagomilano.org te, sui giovani. Buio in fondo al tunnel? Pessimismo assoluto? Per venirne fuori la ricetta sembra essere la stessa di tutti i problemi del Paese: facce nuove, coraggio di cambiare, onest e dignit. E intelligenza. Ma questa per fortuna non ci mai mancata. Almeno si dice. Non so se a poco pi di 1.000 giorni dallevento abbia ancora un senso la riapertura del dibattito sui contenuti dellExpo. Io ci ho provato pi volte nel passato guardandomi bene dallentrare nel merito delle questioni relative allarea espositiva, ai finanziamenti o la guida della macchina organizzativa. Lintervento di Beltrami Gadola mi induce a intervenire ancora una volta sulle questioni riguardanti gli obiettivi strategici del progetto. Come noto, Expo 2015 doveva avere come principale motivo di attrazione la messa in vetrina - in un unico spazio espositivo - dei diversi ambienti e delle diverse pratiche agricole del pianeta. Questo avrebbe consentito al mondo agricolo di accendere su di s i riflettori dei media e dellopinione pubblica mondiale. Si tratta di un obiettivo irrinunciabile, anche perch, come giustamente afferma Carlo Petrini, agricoltura oggi non vuol dire soltanto tradizione, ma soprattutto professionalit e innovazione. Tuttavia Expo 2015, anche alla luce delle variazioni intervenute nel progetto degli spazi espositivi, non pu enfatizzare questa sola parte della filiera alimentare. Soprattutto ora che gi pi del 50% della popolazione mondiale vive in conglomerati urbani e che una percentuale non irrilevante vive in zone nelle quali lagricoltura preclusa o fortemente limitata. Il successo di Expo 2015, ho avuto modo di osservare, si misurer sulla capacit o meno dellesposizione di far vivere unesperienza diretta, a quanti la visiteranno personalmente o attraverso i media, del percorso che gli alimenti compiono dal campo alla tavola. Questo al fine di far comprendere quale ruolo assolvono (o dovrebbero assolvere) ciascuno dei diversi protagonisti della filiera alimentare, quale sia (o debba essere) il loro impegno per sviluppare alimenti sempre pi idonei per il benessere e la salute dei consumatori e quale quello delle istituzioni nazionali e internazionali per garantire la sicurezza alimentare e promuovere una corretta alimentazione e un corretto stile di vita. La pubblica opinione, infatti, non ha sufficiente consapevolezza su quanto insieme agricoltura, industria, logistica, distribuzione e ricerca fanno per garantire la sicurezza e la qualit degli alimenti, offrire prodotti di qualit, provvedere alla loro distribuzione, favorirne la conservazione, migliorarne i valori nutrizionali, offrire alternative a chi soffre di allergie e intolleranze, sviluppare nuovi prodotti per il benessere e la salute dei consumatori, promuovere una corretta alimentazione, ridurre limpatto ambientale attraverso il packaging e i processi produttivi, ecc. Ebbene, pur tenendo presente che i protagonisti dellesposizione devono essere principalmente gli Stati, su questi temi non si percepisce ancora quale possa essere il ruolo della filiera agroalimentare, a partire da quella maggiormente impegnata sul fronte della ricerca e dellinnovazione. Teniamo presente che i visitatori di Expo 2015 verranno prevalentemente dai Paesi industrializzati, in primis dallEuropa. Pertanto, mentre dobbiamo ribadire il nostro impegno a dare risposte, attraverso lExpo, a come favorire laccesso dei Paesi poveri alle risorse alimentari, cercando di segnare un punto di svolta nella soluzione di questo dramma umano, non dobbiamo venire meno allimpegno di suscitare interesse verso lesposizione da parte di quanti si confrontano quotidianamente con problemi di sovrappeso e obesit e con le patologie che derivano da errati comportamenti alimentari e da stili di vita non salutari. Tra gli spunti di riflessione per la definizione delle strategie per lExpo, ne riprendo una che mi sta particolarmente a cuore e che si ricollega alliniziativa di Morimondo, sopra ricordata. Marco Vitale, sul Corriere della Sera del 30 marzo 2011, nellarticolo dal titolo NellOrto Lombardo, affermava che Si possono facilmente immaginare almeno una decina di luoghi (agricoli della nostra regione) di grande interesse che possono diventare un fuori salone capace di dare allExpo una caratteristica unica e irripetibile in grado di conciliare un Expo rispettoso dei canoni tradizionali e delle esigenze dei Paesi espositori con le mirabili testimonianze di sapienza agricola depositate in Lombardia. Ma i gruppi interessati realmente - ammonisce Vitale - devono assumere un atteggiamento da imprenditori e non da prenditori.

VERIT E FEDE TRA FACEBOOK E TWITTER Giacomo Marossi


Nei momenti di noia mi diletto a leggere i commenti su blog, facebook e youtube: le diatribe nascono e finiscono a suon di insulti e di verit sbandieratesi vicendevolmente come assolute e indubitabili, oltre alle quali non si pu andare. Lo statuto della verit cos banalizzabile: questa la verit, se non la accetti beh inutile discutere. In questa sua accezione assoluta la verit ha il potere di sciogliere i dubbi e di essere limite invalicabile alle disquisizioni e ai distinguo. Limite alla possibilit di cambiare idea, di ritirarsi dalle proprie convinzioni per scoprirne di nuove. una specie di trincea che usiamo tutti quanti, consapevoli o no, per tenere a distanza laltro. Un indubitabile paradigma a cui affidarci ciecamente: sicuro, affidabile e che consuma poca benzina. In termini politici, poi, una verit cos intesa ha un potere enorme: una bomba che scagliamo contro gli altri che non la pensano come noi. Senza scomodare Orwell la verit sempre stata appannaggio del potere: ecclesiale, politico, economico, culturale. Perch lautorit che deriva dal possedere la verit immensa. Lautorit data anche dalla possibilit e dalla capacit di diffonderla. La verit cristiana stato un messaggio prorompente per la sua epoca come la verit della bibbia rispetto alla chiesa cattolica stata la base della riforma luterana; la verit sul capitale di Marx, la verit sul paese di Berlusconi ecc. ecc. Ciascuna verit ha avuto un suo specifico canale di diffusione: le comunit ebraiche della diaspora, la stampa di Gutenberg, linternazionale comunista e i fogli a stampa, le reti TV, ecc. Parliamo di canali con un rapporto tra efficacia, diffusione ed esattezza del messaggio pi o meno elevato. Canali con una diversa tracciabilit e gestibilit della fonte. Dallincontrollato passaparola al facilmente gestibile messaggio televisivo. Differenti autorit e autorevolezze: se lo dicono in TV, se scritto sul giornale, se lo dice Tizio, se questa la parola di Dio cui segue allora devessere per forza cos.

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www.arcipelagomilano.org Oggi molto pi facile diffondere la propria verit tramite internet e soprattutto Facebook. I tempi di reazione tra la ricezione del messaggio e lapposizione del fatidico like con conseguente click sul condividi quasi fisiologica e automatica: senza mediazioni. La notizia del congelamento dei prelievi bancari approvato in parlamento, il guru dei terremoti o la foto taroccata dellattentatore di brindisi, per citare degli esempi recenti, vengono diffusi e approvati a tempo di record e pi vengono approvati e diffusi pi assumono valore in s, come verit assodate e auto-evidenti. Per altro in queste pubblicazioni spesso ricorrente proprio il termine verit, nuova, che nessuno vi dice, nascosta, ma sempre verit. Lo sapeva bene John Rawls quando diceva che le conoscenze e i metodi di ragionare su cui si basano i principi di giustizia () devono per quanto possibile basarsi su verit chiare, ampiamente accettate dalla generalit dei cittadini o a essa accessibili. I media tradizionali, appannaggio delle tradizionali fonti di verit sono quanto mai screditati. A essi si prediligono forme spontanee, non filtrate, non sospettabili di interpolazioni eterodirette. Si perde quindi un principio di autorit certo. Questa mancanza richiede profonda stabilit interiore, riflessivit e pazienza nella verifica delle fonti. Lassenza di queste qualit rischia di portare a un comportamento tristemente gregario per cui se il dubbio sempre dietro langolo poi la dietrologia a farla da padrona. Dietrologia che professa semplicemente verit alternative, pi affascinanti e pi intriganti ma sempre verit. E allora chiunque oggi, per tante ragioni, anche senza titoli, pu essere fonte di verit. Chiunque si distingua o sia difficilmente riconducibile alle vecchie logiche assume pi autorit degli altri. Lanonimato della rete consente ad esempio a noti esponenti della destra fascista europea di fingersi professori di economia e diffondere video di youtube sulla crisi per suggerire il complotto plutogiudaico. Parlare di Grillo, a questo punto, sarebbe scontato e poco elegante. E allora, per concludere, ricordiamoci di quanto siano stati devastanti nella civilissima e moralissima Europa ottocentesca i Protocolli dei savi di Sion sulla conquista ebraica del potere. Ricordiamoci che i milioni di morti nei pogrom e nella Sho sono nati su quelle pagine. Ricordiamoci del Manzoniano assalto al Vicario di Provvigione che nel romanzo si salva e nella realt no. Correva lanno 1814: Giuseppe Prina veniva prelevato dalla sua casa di via Manzoni e seviziato in piazza Scala per quattro ore. E a farlo non fu la plebe ma i galantuomini della citt, convinti che rubasse. Cos come ad aderire al nazismo per primi, ci dice la Arendt, furono proprio i membri della societ rispettabile () che non fecero altro che cambiare un sistema di valori con uno nuovo.

CITT: MILANO E LE LINEE DEL DESIDERIO Lucia Bisi


Le linee del desiderio sono spontaneamente tracciate dai desideri delle persone. Una linea del desiderio ad esempio il solco scavato dai passi sul tappeto erboso di un giardino, non previsto dal paesaggista, ma come di comune accordo delineato dai passanti. Oppure pu essere il tragitto che i passanti insistono a percorrere per raggiungere i binari dei treni, a dispetto di sistemi mobili elaborati secondo criteri ritenuti pi avanzati. Sono scorciatoie, vie dirette pi gradevoli e rassicuranti che automaticamente conducono a una meta. Per quel che riguarda lo spazio pubblico, le linee del desiderio sono una metafora che vuole indicare le esigenze sentite allunisono da una molteplicit di persone. Suggerite da una serie di impulsi o necessit differenti - necessit di conoscenza o di comodit, di identit o di bellezza - esse possono essere palesi o inconsce. Sono comunque linee da ristabilire nella metropoli se la si vuole rendere pi abitabile, in contrapposizione ai densi tracciati che la solcano in modo aggressivo o incontrollato e nocivo, a vari livelli (dalle linee del traffico al piano stradale a quelle, allaltezza dei tetti, generate dalle emissioni delle antenne, dei camini). Sono linee del desiderio in quanto desiderate e desiderabili, percorsi logici e istintivi, che tendono a innestarsi e inconsapevolmente a perpetuare antiche modalit di fruizione dello spazio collettivo, preesistenti ma non pi riconoscibili, incise nel corso del tempo e poi cancellate, da ristabilire o quanto meno riconoscere dietro suggerimento delle aspettative di benessere degli abitanti e dei visitatori. LINEE DELLACQUA - Oggi per Navigli la gente comunemente intende i canali del Ticinese, ormai ignara che tale termine identificava lanello dacqua - interrato negli anni Trenta - circuente il centro medievale. Senza entrare in questa sede nel merito del complesso dibattito sulla possibilit / convenienza di riaprire tratti del Naviglio di citt, si vuole sottolineare che necessario almeno informare, ridestare un senso di identit, comunicando la percezione di quella che era la Fossa interna (fovea civitatis). Lincisura circolare, impressa nel XV secolo dal fossato difensivo delle mura medievali, a partire dalla quale ha preso forma nel corso dei secoli lassetto morfologico di Milano, anchessa un monumento, non meno importante delle piazze, delle chiese, dei palazzi. Monumento da segnalare con una serie di pannelli didattici e con immagini che ne illustrino lantico tracciato, i punti di innesto dei canali, dei ponti, lubicazione del laghetto e delle darsene, delle sciostre, delle pusterle che intervallavano il circuito acqueo, cos come la specificit delle funzioni, della navigazione e mercantili. LINEE DELLE ROTAIE - I tram rappresentano da sempre una strategia intelligente di trasporto, non inquinante e apprezzata dai cittadini. Alcuni tratti in particolare coincidono con percorsi scanditi da colonnati di platani e schermati da volte di fronde, piuttosto trascurati, cui corrisponde a terra unerba che a stento si rigenera tra le rotaie. Poich risaputo che il disordine genera disordine, mentre la manutenzione della citt crea la gioia di prendersene cura. Percorsi dei tram progettati nel verde sono ad esempio la circonvallazione del 9, da piazza della Repubblica a Porta Romana e altri tratti, quale quello tra il Piccolo Teatro e lAcquario, fino a porta Volta. Una pulizia continuativa, con regolare sfalcio e irrigazione del tappeto erboso, renderebbero straordinario il viaggio su binari allinterno di gallerie verdi, comerano concepite originariamente, al punto da farne un suggestivo, caratterizzante elemento paesaggistico. LINEE DELLA SOSTA ALLAPERTO - Milano un centro urbano dove - a esclusione dei parchi pubblici - quasi impossibile sedersi allaperto. I passanti hanno il diritto

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www.arcipelagomilano.org di sostare senza essere costretti a pagare la consumazione al tavolo di un bar. Non appena si crea un piano su cui ci si possa sedere - il bordo di una scultura, di una fontana, un gradino - subito evidente come esso si riempia di persone che vi si accomodano. In tema di abitabilit della citt, la possibilit di fermarsi a riposare, a guardare, a leggere, prioritaria. Naturalmente i percorsi pedonali, le piazze, i sagrati offrono i pi logici, elementari spazi per la sosta, cosi come altri luoghi particolari dotati di potenzialit perdute e mal utilizzate.. Movimento di mezzi, di auto, di biciclette, di piedi: pi la citt grande e pi ogni tipo di circolazione tra cui il camminare e il sostare - deve avere il suo posto. LINEE DEL SACRO - I recinti delle chiese si prestano a essere a essere aree di sosta, dislocate con regolarit e frequenza nello spazio urbano, che erano un tempo poli di socializzazione. Tali aree dovrebbero tornare a essere al riparo dallinvasione automobilistica, con un arredo urbano legato alla tradizione, e comunque con possibilit, come in parte gi esiste in taluni sagrati del centro, di sostare o di ristorarsi allaperto. Il sagrato di San Marco, ad esempio, unoccasione che si offre per il riscatto della cultura urbana: centralissimo e ombreggiato da alberi dalto fusto, ma non frequentato dai passanti, in quanto ingombro di automobili e privo di sedute. PIAZZA DUOMO - Definita da uno storico di fine Ottocento la piazza pi sgangherata del mondo, piazza Duomo stata per un lunghissimo arco temporale spazio a destinazione mercantile. Oggi, pur essendo il cuore della citt, sembra in attesa di acquisire un significato, subendo nel frattempo un quasi costante ingombro di allestimenti precari, provinciali e inaccettabili, che ne sviliscono il senso. Le persone si affollano sui gradini del Duomo, il che non favorisce il benessere e limmagine del luogo. Ripensare al progetto di Bosco di Renzo Piano TERRAZZI - Incoraggiare i privati che dispongono di terrazzi prospettanti su strada a dotarli di piante (in un rapporto di compatibilit col carico). Se per Bosco verticale si intende in definitiva un grattacielo con terrazzi piantumati, perch non favorire (forse con uno sgravio fiscale?) la diffusione di una moltitudine di boschi verticali? Laria migliorerebbe, mentre laspetto generale delle facciate non trasmetterebbe quel senso di chiusura e spesso di abbandono.

CITT DELLA SALUTE: I VERI PERCH Sergio Vicario


Dopo lannullamento delloriginario progetto della Citt della Salute (in origine Citt della Cura e della Ricerca), che avrebbe dovuto portare allintegrazione funzionale della Fondazione Istituto Neurologico Carlo Besta, della Fondazione Istituto Nazionale dei Tumori e dellAzienda ospedaliera Luigi Sacco a Vialba, il dibattito sullopportunit o meno di procedere in quel progetto si focalizzato sullindividuazione della nuova localizzazione. Anche chi ha criticato lapproccio immobiliarista del dibattito, si limitato a sostenere le ragioni del lasciare le cose come stanno o dello spostamento da una particolare lettura della sola situazione esistente. Quasi nessuno, per, nel sostenere la propria posizione, ha cercato di spiegare la coerenza dinvestimenti, comunque importanti, con i prevedibili sviluppi dellorganizzazione della ricerca e della cura nel medio periodo. Lo sviluppo delle conoscenze scientifiche e delle tecnologie segnala almeno tre importanti convergenze che andrebbero tenute ben presenti nel valutare eventuali integrazioni fisiche e/o virtuali, non solo per il progetto in discussione. La prima nella crescente convergenza tra le tecnologie diagnostiche e interventistiche, la cui evoluzione dovr, anche tener conto dello sviluppo del nanomedicina. Una convergenza caratterizzata da costi sempre pi alti di acquisizione, da una pi rapida obsolescenza e, di conseguenza, dalla necessit di massimizzare il loro utilizzo. La seconda riguarda la necessit di far interagire sempre pi strettamente le competenze cliniche di chirurghi, internisti, specialisti dorgano o dapparato, di imaging, di laboratorio, creando quipe che, stabilmente, lavorino in modo sempre pi integrato, mettendo in discussione le attuali suddivisioni organizzative, per poter assicurare standard sempre pi appropriati di cura. La terza la diretta conseguenza dei profondi cambiamenti avvenuti nella ricerca, a partire dalle conoscenze scientifiche indotte dalla genomica, dalla proteomica, dalla metabolomica, ecc... Tutto ci, ad esempio, ha permesso di capire, come nel caso dei tumori ma non solo, che quella che, fino a poco tempo fa, era ricondotta a ununica forma patologica di un determinato organo, in realt, era qualcosa di molto pi complesso e differenziato e non sempre riconducibile allorgano in cui si manifesta la malattia. Tecnologia, cura e ricerca, peraltro, non sono mondi che procedono in parallelo, ma sono fra loro molto interconnessi e dovranno esserlo sempre di pi in futuro, attrezzandosi per far lavorare assieme medici, biologici ingegneri, informatici, esperti di tecnologie biomedicali ecc.. Questo, soprattutto, se si vogliono mantenere i livelli di eccellenza delle strutture sanitarie, pubbliche e private, ad alta intensit di cura, che caratterizzano non solo la realt milanese ma, in generale, quella lombarda. Le prime due convergenze, per esprimere pienamente tutte le proprie potenzialit, necessiteranno, in larga misura, di condividere spazi fisici comuni, tra soggetti che, pur mantenendo una propria autonomia gestionale, dovranno imparare a sviluppare forme di organizzazione funzionalmente integrate. La convergenza potr riguardare anche le strutture pubbliche e private, anche a partire dal fatto che risultano entrambe, in larga misura, finanziate dal servizio sanitario pubblico. Altrettanto cogente lintegrazione fisica per la ricerca, anche se il prevedibile sviluppo della telemedicina consentir di dare ancor pi forza allobiettivo di far circolare le informazioni senza muovere le persone anche a grandi distanze, di cui si parla da oltre trentanni nei convegni sul futuro della medicina. La vicinanza fisica e il rapporto diretto tra persone, infatti, resta insostituibile e il mezzo migliore per scambiarsi esperienze, idee e progetti. Questo, inoltre, senza dimenticare che lo sviluppo della ricerca traslazionale necessiter di una sempre pi stretta vicinanza reale tra il bancone del laboratorio e il letto del malato per scambiarsi conoscenze e materiali e definire strategie sinergiche. Da questo sintetico scenario ne discende una prima considerazione. Le ipotesi stand alone, se proiettate in un futuro non lontanissimo,

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www.arcipelagomilano.org presentano, soprattutto per gli istituti monospecialistici, un rischio molto alto di impoverimento sia delle dotazioni tecnologiche/strutturali, sia in termini di competenze professionali. I risparmi immediati, uniti ai vantaggi dei mancati spostamenti delle persone, potrebbero cos rivelarsi un boomerang per listituzione. Nello stesso tempo, per, andranno valutati attentamente i costi/benefici delle eventuali integrazioni che si vanno a realizzare, attraverso un confronto trasparente e il pi ampio possibile, sapendo che qualsiasi ipotesi presenter sempre dei pro ma anche dei contro. Il metro di valutazione non potr non tener conto, soprattutto di questi tempi, dei costi, ma dovr essere in grado di esplicitare il valore aggiunto in termini di salute apportato ai cittadini e, anche, al territorio, in una visione che non sia necessariamente confinata dentro la cinta daziaria milanese.

NAVIGLI: AFFOSSATORI INCALLITI Gianni Zenoni


Della riapertura dei Navigli tra San Marco e la conca di Viarenna se n parlato molto nel momento di inserire largomento nellart. 4 della relazione generale del Documento di Piano del PGT. Molti recenti convegni hanno messo in luce unopinione pubblica divisa. Ma tutto ci servito, dato che un primo passo verso la riapertura c stato. Infatti mentre le osservazioni presentate sullargomento erano state respinte senza se e senza ma nella versione del PGT approvata dalla giunta Moratti, nella versione Pisapia, approvata recentemente, la riapertura stata recepita modificando in modo promettente lart 4.14 Il fiume di Milano precisando che: il progetto Il fiume di Milano intende promuovere azioni volte a restituire riconoscibilit della Cerchia interna dei Navigli quale anello di congiunzione del sistema delle acque superficiali storiche della citt, mediante una progettualit attenta che sia in grado di verificare sia laspetto paesaggistico, sia la fattibilit tecnica e finanziaria relativa alla riapertura, anche solo in parte. Dichiarazione intelligente ma prudente che per non lascia dubbi. Nel PGT, se in questa forma verr pubblicato, finalmente appare tra i programmi della citt la riapertura dei Navigli, della quale non cera cenno nei due PRG precedenti del 53 e dell80. E questo grazie al buon lavoro che gli scoperchiatori facili, con Empio Malara in testa, hanno prodotto in questi ultimi trenta anni. Ingeneroso poi il termine coniato da Gianni Beltrame per classificare chi ha portato avanti questa idea tra mille difficolt e incomprensioni (quindi tuttaltro che facilmente) per tanti anni. I sostenitori della riapertura vogliono migliorare e trasformare Milano in una citt pi attraente e lacqua uno degli elementi naturali che possono migliorare il disegno delle citt. Tanto pi che Milano era una citt dacqua e Bonvesin della Riva ce lo ricorda, ma il reticolo di fiumi, rogge e canali stato cancellato provocando le reazioni della natura che tutti ben conosciamo. Milano una citt dacqua anche ora che ci accorgiamo che non essendoci pi industrie a prelevarla, lacqua di falda cresciuta invadendo i piani pi bassi dei parcheggi sotterranei e avrebbe provocato altri guai se non si fosse adottata una politica di controllo della falda con stazioni di pompaggio dellacqua verso le fognature cittadine. Riportare lacqua in superficie quindi un forte richiamo territoriale e anche se luso non sar pi quello di una volta (e mi sembra ovvio) resta e basta la bellezza che i corsi dacqua aggiungerebbero al paesaggio urbano e la forte attrazione dellindustria del tempo libero. Parlare oggi di acque luride e stagnanti o di ostacolo al traffico non ha senso perch le acque della Martesana sono oggi scorrevoli e trasparenti, e il traffico non potr che essere severamente ridimensionato dalla pedonalizzazione completa del Centro Storico seguendo ci che stato fatto da tempo nelle storiche citt europee. Viene tuttora sottovalutato, dai contrari alla riapertura, il concetto secondo il quale le Infrastrutture Storiche debbano avere lo stesso rispetto dato a palazzi, chiese, mercati e strutture edilizie storiche che esistono in citt e che vengono invece debitamente protetti. Lesempio eclatante che il problema a Milano non sentito, lutilizzo dei ponti in ferro dei Navigli ma anche quelli in cemento e mattoni sulle radiali nel passaggio della barriera ferroviaria, come meri supporti della pubblicit. Ma per stare sullargomento acqua / infrastrutture ricordiamoci della cura con cui vengono mantenuti gli acquedotti dismessi e i ponti Romani e Arabi, e anche i vecchi porti delle citt del Nord che non vengono asfaltati una volta cessata la loro funzione, ma mantenuti facendoli diventare centri di attrazione. Questo perch sono infrastrutture storiche. Certo, il paesaggio dei Navigli non potr tornare quello illustrato dai quadri del Museo dei Navigli, ma negli anni trenta, quando decisero di chiuderli non era comunque molto diverso da oggi. Anche loriginalit del manufatto non potr essere restituita, ma il centro storico di Rodi, il ponte di Mostar e altre mille infrastrutture dimostrano che si possono e resta accettabile ricostruire manufatti demoliti da terremoti o guerre (o scelte politiche poco lungimiranti come nel nostro caso) e che questi diventino poi poli di attrazione dei turisti interessati a conoscere la vera storia delle citt che visitano.

Diversivo. Da quando viene indicata come prossima vittima del rimpasto la vicesindaca si messa a parlare di registro delle coppie di fatto, di ruolo dei cattolici etc. Insomma la

vuole buttare in politica per salvarsi. Ma dai! Almeno Boeri chiede il congresso. *** Le vacanze di Gaffuri sono diventate un problema politico! Secondo Sel questo non il tempo delle tiepidezze.... contenuti e sfumature hanno indubbiamente indebolito lo

spessore dell'atto politico. Insomma vogliono un PD pi caliente. Pi banalmente una parte del PD vuole un altro capogruppo. *** Apertura della caccia alla Margherita. In molti aspiranti parlamentari spulciano le dichiarazioni di Lusi e i rendiconti per capire se qualche

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www.arcipelagomilano.org parlamentare ha potuto utilizzare i fondi ex Margherita per le proprie attivit. L'accusa quella di concorrenza sleale. Sopratutto se in futuro tornano le preferenze. *** Ci scusiamo con i lettori ma abbiamo equivocato. L'annunciato articolo Teoria e pratica dei servizi comunali del sindaco riformista che propone di estendere le funzioni del comune, soprattutto nel settore dei servizi sociali e dellassistenza, anche attraverso la municipalizzazione dei pubblici servizi non una nostra esclusiva. gi stato pubblicato nel 1899 a firma Caldara. Oggi sono all'ordine del giorno dei riformisti non le municipalizzazioni ma le privatizzazioni. I tempi cambiano e anche i riformisti. *** Dagli amici mi guardi iddio... specie se sono religiosi. La critica pi feroce a chi in giunta si occupa di integrazione e assistenza ai rom arrivata da Don Colmegna Diamo atto al Comune di aver molto cambiato i toni e le parole usate per questo tema, come anche di aver avviato una consultazione dei diretti interessati e dei loro rappresentanti. Ma ora di passare dalle parole ai fatti. Come dire in un anno avete fatto solo chiacchiere. *** Chiude lo Smeraldo e apre Eataly. Colpa del comune e dell'infinita costruzione dei parcheggi. Si passa dallo spettacolo dei Fichi d'india attualmente in programmazione alla conserva di fichi. Per i pi un dramma per la cultura. A mio parere la citt ci guadagna. ***

Scrive Dino Betti van der Noot a Paolo Viola


Dopo le performance di Barenboim col Don Giovanni e con Ravel, c'era da aspettarselo. La stessa cosa varrebbe anche per altri casi, e altri interpreti, come ad esempio i due concerti Chailly - Bollani: un'operazione commerciale senza senso. Complimenti per la rubrica.

Scrive Francesco Colombo a Maurizio Trezzi


Voglio sperare, non essendo molto pratico di Milano, che il vecchio progetto, ora accantonato, non sia la soluzione che prevedeva quell'area precedentemente individuata e soggetta a esondazioni, proprio nelle vicinanze dell'A4 Torino - Venezia. Certamente l'area ex Falk non mi pare indicata, oltre che per la localizzazione poco raggiungibile, per il possibile inquinamento del terreno, cosa di cui spesso si dimentica la valutazione. Una cosa certa, e sospettata dalle ultime vicende che riguardano San Raffaele e Maugeri: sono troppi gli interessi privati che inquinano la sanit lombarda. Il sospetto dunque che le scelte vengano fatte "a prescindere" molto grande, e se, come dici, i lati positivi della vecchia individuazione sono quelli che esponi, penso che valga la pena di fare una guerra per non buttare tutto all'aria. Magari i soldi fin qui spesi non lo saranno stati invano.

Scrive Elena Fadini Bettica a Guido Martinotti


Larticolo del professor Martinotti sulla visita del Papa a Milano ampiamente condivisibile salvo due cose. Lo Stato Vaticano non ospite di Roma. Risiede entro il suo perimetro in assoluta libert e autonomia. Nel 1929 Papa Pio XI che voleva fosse ridotto al minimo, misurava a grandi passi il giardino commentando poi: qui si pu rimpicciolire un po. Non una leggenda metropolitana. Mio padre ingegner Luigi Fadini fece i calcoli di cemento armato della scala elicoidale dei musei vaticani alla cui inaugurazione partecip accanto al Papa e ai costruttori Castelli e aveva quindi notizie di prima mano. Il mio secondo commento riguarda la scelta dei giorni. Il sabato 2 giugno mattina a Milano ci fu solo un incontro di preghiera riservato quasi esclusivamente ai religiosi e quindi tutti quelli come me che condividevano la decisione del Presidente di mantenere la parata, poterono assistervi. Io molto vecchia e con problemi di deambulazione ovviamente da casa. Per tutti gli altri argomenti certamente li condivido e ho trovato giustissimo che il Sindaco non cambiasse i suoi programmi. Io sono una cattolica praticante, ma adulta come disse Prodi o liberale come si sempre detto in casa mia da pi di 100 anni.

Scrive G.F. Stella a Guido Martinotti


Ho letto l'articolo che per me troppo scopertamente maldisposto, malgrado io sia cristiano praticante, riesco a essere profondamente di sinistra e a continuare a leggere la sua rubrica.

Scrive Francesco Cacopardi a Guido Martinotti


Mi permetto suggerire al signor Martinotti di approfondire le sue conoscenze storiche in modo che le sue tesi partano da presupposti minimamente fondati: come si fa ad affermare a proposito del Papa (cito le sue parole) Capo di uno Stato straniero ospitato nel Comune di Roma dallo Stato Italiano? Con la famosa breccia di Porta Pia del 1870, lo Stato Italiano (e con lui il Comune di Roma) si impossessato di secolari propriet del Papato stesso (vedi il Quirinale stesso). Dire adesso che la Citt del Vaticano, ospitata a Roma e non il contrario, mi sembra veramente una affermazione oltre che sbagliata e stupida anche inutile ai fini delle tesi che lautore vuole poi sostenere.

Replica Guido Martinotti

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Gentile signor Francesco Cacopardi, lei esprime in modo esemplare il pensiero unico dellassolutismo. La storia sono io, chi non la vede come me deve approfondire le sue conoscenze storiche, cio un ignorante. Non sorge in questo pensiero neppure il pi lontano sospetto che le conoscenze storiche vadano viste alla luce, non solo dei fatti, di molteplici e non sempre coincidenti giudizi sulla legittimit anche giuridica di questo o quel potere. Secolari propriet erano anche quelle dei Borboni, degli Austriaci e di altri poteri terreni e temporali che, come lo Stato Pontificio guerreggiavano, rapinavano, opprimevano, e talvolta perdevano in guerra. E chi fa una guerra e la perde, perde il diritto alle sue possessioni che passano al vincitore. Lo Stato Pontificio il risultato di una scelta della Chiesa Cattolica di erigersi in stato temporale grazie a una scelta caesaro papista contestata (ed io credo a buona ragione) da altre chiese cristiane. Perdipi si costruito questo potere su una frode, un ben noto falso storico. Cito da un corso di italiano per stranieri e quindi da una fonte non politico ideologica: La Chiesa per secoli ha giustificato il potere politico (temporale) dei papi, eredi degli imperatori romani, in base a un documento: la "Donazione di Costanti-

no". Secondo questo documento l'imperatore Costantino aveva preso la lebbra, papa Silvestro lo aveva battezzato e lui, subito dopo, era guarito. Costantino si era convertito al cristianesimo e aveva donato al papa la citt di Roma e l'Occidente, spostando a Costantinopoli la sede del potere imperiale. In base a questa donazione i papi consideravano legittimo il loro potere temporale; non solo, pretendevano di avere autorit anche sui sovrani dell'Occidente. Si tratta, quindi, di un documento importantissimo per la storia della Chiesa e dell'Occidente... Peccato che era un falso! Nel XV secolo Nicola Cusano e Lorenzo Valla (De falso credita et ementita Constatini donatione declamatio) hanno dimostrato che la "Donazione" non poteva essere stata scritta all'epoca di Costantino, nel 313, ma alcuni secoli dopo; la dimostrazione di falsit si basava su argomenti di carattere storico e linguistico (http://www.scudit.net/mdpapadona zione.htm) Anche dopo la terribile guerra civile americana, 12 aprile 1861 al 9 aprile 1865, gli Stati Confederati perdenti dovettero sottomettersi alle leggi dellUnione degli Stati Uniti dAmerica e ovviamente tutti i padroni di schiavi perdettero la propriet su milioni di individui. Da allora non passa anno o mese o giorno

o occasione qualsiasi che ci siano persone che, come lei fa per lo Stato Pontificio, rimpiangano i bei tempi andati e si lamentino dellabuso compiuto dagli Stati dellUnione sui confederati. Dimenticando che il primo colpo di cannone venne sparato proprio dagli stati Confederati. Non credo che neppure con le artiglierie di Fort Sumter riuscirei a farla desistere dalla sua ferrea convinzione che siamo noi italiani a essere ospitati dallo Stato Pontificio e non viceversa. Con il mio pezzo su ArcipelagoMilano, per, segnalavo un dato di fatto molto semplice. Gli eventi, che difficilmente non potrebbero apparire disgustosi e che coinvolgono autorit morali colte a comportarsi come una accozzaglia di fuorilegge, hanno fatto riflettere personalit anche di rilievo del mondo cattolico sulla necessit di distinguere tra Stato pontificio, che in quanto stato non una entit morale e la Chiesa Cattolica che invece lo (o lo dovrebbe essere). Io mi sono limitato a trarre la conclusione logica che questa distinzione non potr mai essere fatta finch le due entit coincideranno, anche fisicamente. Tocca ai cattolici credenti e pensosi del bene della Ecclesia ragionare e operare per liberare la Chiesa dagli intrighi di stato e dei suoi funzionari.

MUSICA questa rubrica curata da Palo Viola rubriche@arcipelagomilano.org I concerti allAuditorium


La grande novit dei prossimi mesi rappresentata dalla stagione estiva che viene proposta dallAuditorium di Milano per la prima volta nella sua storia. Quella dellOrchestra Verdi una sala sempre piena, frequentata da un pubblico fedele e appassionato che da ventanni accompagna la sua orchestra - che non abbiamo esitato qualche settimana fa a dichiarare esser probabilmente la migliore dItalia - premiandola con vere e proprie ovazioni alla fine di ogni concerto, anche quelle (poche) volte in cui forse non lo meriterebbe. Purtroppo il pubblico dellAuditorium un po sempre lo stesso, perch si sa che i milanesi la sera vogliono raccogliersi intorno alla Madonnina e sono restii ad allontanarsene anche solo di poche centinaia di metri. Eppure largo Mahler, con il suo bel sagrato sul quale affaccia il teatro, si raggiunge in un battibaleno da piazza del Duomo, con qualsiasi mezzo (ben diversamente, ad esempio, da quanto accadeva con il teatro degli Arcimboldi) e la Verdi mette a disposizione corse speciali di tram, taxibus e persino - come nei migliori teatri europei - un parcheggio convenzionato. Dunque questanno, non appena finita la stagione 2011/2012 - con i suoi 38 concerti della sinfonica, ognuno con tre repliche, i 6 dellorchestra barocca, i 9 della serie MAGGIORE - minore, i 10 concerti per bambini, i concerti della domenica mattina, e gli altri eventi fuori abbonamento - comincer la Stagione estiva: altri 14 concerti che si svolgeranno allAuditorium tutti i gioved alle 20.30 e tutte le domeniche alle 18.00 dal 5 luglio al 30 agosto, oltre a due concerti straordinari il 9 e il 15 agosto al Castello Sforzesco. Se si pensa che lultimo concerto della stagione attuale si terr il 28 giugno e il primo della prossima il 13 settembre (e che fra il 5 e il 23 settembre Milano sar travolta dal ciclone MI.TO) possiamo finalmente dire che la citt della musica non chiude pi destate e che la vocazione a trascorrere lagosto a Milano - coltivata da pochi, ma pi di quanti non si creda forse non sar del tutto peregrina. In questo scorcio del programma che sta per concludersi allAuditorium abbiamo ascoltato concerti

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www.arcipelagomilano.org molto interessanti come quelli dedicati a Musorgskij (direttore Jader Bignamini), a Britten e Bruckner (Claus Peter Flor), e a Beethoven e Mahler (Zhang Xian). Lultimo, la settimana scorsa, ancora diretto da Zhang Xian, aveva un programma magnifico e un interprete eccezionale: il programma prevedeva lOuverture del Franco Cacciatore di Carl Maria von Weber, il quarto Concerto per pianoforte e orchestra in sol maggiore opera 58 di Beethoven e la quarta Sinfonia in mi minore opera 98 di Brahms. Da leccarsi le dita. Ma la cosa pi straordinaria stata linterpretazione del pianista. Napoletano, giovane ma non pi giovanissimo ( del 1969), Roberto Cominati a quindici anni allievo di Aldo Ciccolini, a venti di Franco Scala, a ventidue anni vince il primo premio Alfredo Casella di Napoli e due anni dopo il Busoni di Bolzano. Ma la cosa pi straordinaria che a trentasette anni diventa incredibilmente pilota di aerei: non aerei da turismo, ma Boeing 737 di linea della Air One e per anni, suonando nei giorni di riposo, fa sia il pilota che il pianista! Con un curriculum di questo genere si avrebbe il diritto di essere sospettosi e prevenuti, ma il suo Quarto Concerto stato indimenticabile: una esecuzione lucida, raffinata ed elegante. Landante con moto - quelle settantadue meravigliose battute cui il Cominati e la Xian hanno dato un colore di intimit e di meditazione eseguendolo pi adagio che andante - stato un momento di grandissima poesia, assolutamente magico, come solo grandi interpreti sanno creare. La Xian un direttore dorchestra molto mutevole: sempre precisa, preparatissima, ha talento e un gesto sicuro e rassicurante per lorchestra. Talvolta una interprete raffinata - cos ci apparsa nel pezzo di von Weber raccontato con tutta la sua carica di beethovenismo talaltra un po scolastica come ci sembrata nella quarta di Brahms, eseguita con scarsa intensit e sostanzialmente priva di approfondimento della sua sofferta ragion dessere. Nel terzo tempo, il bellallegro giocoso, i toni quasi bandistici con i quali ha impegnato gli ottoni (purtroppo i corni non erano nella loro miglior serata) hanno avvilito la sinfonia, mentre la famosa passacaglia o ciaccona dellultimo tempo stata proprio negletta: le trenta variazioni, costruite da Brahms sulle otto note dellapparentemente semplice tema iniziale, non hanno avuto lovvia e necessaria evidenza e hanno perso la loro inquietante ossessivit. Questa volta dobbiamo dire che le mancato un po del pascaliano esprit de finesse.

Musica per una settimana *mercoled 13 al Conservatorio (Societ dei Concerti) la Sudwestdeutsche Philarmonie diretta da Vassilis Christopoulos esegue lOuverturedel Franco Cacciatore di Carl Maria von Weber, e di Rachmaninov la Rapsodia su un tema di Paganini per pianoforte e orchestra opera 43 (pianista Olga Kern) e la Sinfonia n. 2 in mi minore opera 27 *gioved 14, venerd 15 e domenica 17, allAuditorium, lOrchestra Verdi diretta Zhang Xian esegue di ajkovskij il Concerto per violino e orchestra in re maggiore opera 35 (solista Sergej Dogadin, vincitore del premio ajkovskij 2011) e la Sinfonia n. 5 in mi minore opera 64 *venerd 15, luned 18 e gioved 21 alla Scala repliche della Luisa Miller di Verdi diretta da Gianandrea Noseda per la rega di Mario Martone, con le scene di Sergio Tramonti, i costumi di Ursula Patzak e le luci di Pasquale Mari *marted 19 alla Scala prima della Manon di Massenet diretta da Fabio Luisi, con la regia di Laurent Pelly e le scene di Chantal Thomas; Manon sar Anna Netrebko

ARTE questa rubrica a cura di Virginia Colombo rubriche@arcipelagomilano.org Un Tintoretto errante


Prima della consueta apertura serale estiva, il Museo Diocesano propone un ultimo appuntamento darte. Ospite deccezione sar Jacopo Robusti detto il Tintoretto, con una Ultima cena tra le pi interessanti, realizzata tra il 1574 e il 1575, recentemente oggetto di un accurato restauro che ha permesso di trasportare la tela fuori da Venezia per la prima volta da quando stata dipinta. Lopera, da sempre nella chiesa di San Polo, ha lasciato la citt lagunare per essere parte della mostra monografica dedicata allartista, in corso fino al 10 giugno alle Scuderie del Quirinale di Roma. Ecco dunque che durante il viaggio di ritorno verso casa, il dipinto dalla dimensioni imponenti, 228x535 cm, verr esposto gratuitamente nella sala dellArciconfraternita del Museo Diocesano, dal 14 al 19 giugno. Commissionata dalla Scuola del Sacramento di San Polo, lUltima Cena raffigura lepisodio del Vangelo in unambientazione che suggerisce lintimit di un interno domestico e, per la prima volta rispetto a precedenti tele di uguale soggetto, rappresenta il momento dellEucarestia e non lannuncio del tradimento. Cristo offre il pane a due apostoli, con le braccia aperte che prefigurano la croce, mentre un altro apostolo sfama un mendicante e, raro particolare, compare anche una bimba seduta a terra nellestremit destra del dipinto. Queste due aggiunte sottolineano ulteriormente la vena caritatevole e assistenziale della Scuola veneziana, i cui membri erano tenuti ad assistere gli ammalati e gli indigenti. Una novit iconografica, quella apportata da Tintoretto, gi sottolineata nel 1648 da Carlo Ridolfi, che nelle Vite degli Illustri Pittori Veneti e dello Stato, la descriveva, meravigliandosi della scelta del soggetto, attraverso il quale il Robusti scelse di rappresentare non lannuncio del tradimento ma listituzione dellEucarestia sub specie panis. In questo modo Tintoretto tradusse in immagine la disposizione del concilio di Trento nella quale si affermava che sotto la sola specie del pane contenuto interamente il corpo di Cristo, dando cos ulteriore significato alla tela. Uniniziativa promossa e sponsorizzata da Cariparma Crdit Agricole, che ne ha permesso il restauro in occasione della mostra romana. Tintoretto. Lultima cena, 14 - 19 giugno Museo Diocesano corso di Porta Ticinese, 95 - Orari: da gioved 14 a marted 19 giugno, dalle 10.00 alle 24.00; luned 18 giugno,

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www.arcipelagomilano.org dalle 10.00 alle 18.00. Ingresso gratuito

Bramantino: una mostra autoctona


Promossa e auto - prodotta dal Comune di Milano, quella di Bramantino potrebbe essere la prima di una serie di mostre rivoluzionarie, non tanto per la novit dei temi quanto per la modalit di produzione. A cura di Giovanni Agosti, Jacopo Stoppa e Marco Tanzi, Bramantino a Milano unesposizione quasi monografica dei capolavori milanesi di Bartolomeo Suardi, detto il Bramantino (1480 - 1530), da Vasari, che gli diede questo soprannome in qualit della sua ripresa dei modi di Donato Bramante, pittore e architetto al servizio di Ludovico il Moro. Che cosha di speciale questa mostra, nel cortile della Rocchetta, Castello Sforzesco, fino a settembre? Innanzitutto la gratuit dellingresso, il fatto che sia munita di due mini guide gratuite, complete di descrizione e dettagli storico - critici sulle opere in esposizione, e infine, il fatto che una mostra a chilometro zero. Tutte le opere presentate al pubblico provengono infatti da musei e collezioni milanesi: lAmbrosiana, Brera, la pinacoteca del Castello e la raccolta di stampe Bertarelli. Questa la grande novit. In un momento di crisi, in cui spesso le mostre sono di poca sostanza e si soliti attirare il pubblico con nomi di grandi artisti, senza presentarne per i capolavori, ecco che si preferito rinunciare ai prestiti esteri, impossibili per mancanza di fondi, e si voluto puntare e valorizzare solo pezzi cittadini di qualit. Compito facile visto che Milano conserva il nucleo pi cospicuo esistente al mondo di opere del Bramantino: dipinti su tavola e tela, arazzi, disegni, affreschi e lunica architettura da lui realizzata, la Cappella Trivulzio nella chiesa di San Nazaro in Brolo. Lesposizione si articola nelle due grandi Sale del Castello Sforzesco che ospitano gi importanti lavori dellartista. Nella Sala del Tesoro dove domina lArgo, il grande affresco realizzato intorno al 1490 e destinato a vegliare sul tesoro sforzesco, sono esposte una trentina di opere, dipinti e disegni, che permettono di capire lo svolgersi della carriere dellartista bergamasco: dalla Stampa Prevedari, un'incisione in rame che il milanese Bernardo Prevedari realizz su disegno di Bramante e che influenz per spazi e monumentalit lopera di Bramantino, allAdorazione del Bambino della Pinacoteca Ambrosiana, alla Madonna e Bambino tra i santi Ambrogio e Michele Arcangelo, con i due straordinari scorci dei corpi a terra. La soprastante Sala della Balla, che accoglie gli arazzi della collezione Trivulzio, acquisiti dal Comune nel 1935, presenta un allestimento completamente nuovo, che dispone i dodici grandi arazzi, dedicati ai mesi e creati per Gian Giacomo Trivulzio, in modo che si leghino tra loro nella sequenza dei gesti e delle stagioni. Un filmato documenta ci che non stato possibile trasportare in mostra: dalla Cappella Trivulzio alle Muse del Castello di Voghera, di cui Bramantino fu responsabile dei dipinti. Una mostra davvero a costo zero, come dichiara lo stesso Agosti. Gratis l'allestimento di Michele De Lucchi, Francesco Dondina ha realizzato gratuitamente l'immagine e il fotografo Mauro Magliani ha lavorato con fondi universitari. La promozione curata gratuitamente; il Fai e gli Amici di Brera hanno dato una mano per gli incontri e la struttura del Comune si rimessa ad agire in proprio in maniera eccellente. Una mostra tutto sommato facile, si gioca in casa, ma che proprio per questo ha un merito in pi: promuovere quello che sotto i nostri occhi tutti i giorni, valorizzarlo e dargli nuovo lustro. Bramantino a Milano - Castello Sforzesco, Cortile della Rocchetta, Sala del Tesoro - Sala della Balla - fino al 25 settembre orari: da marted a domenica dalle ore 9.00 alle 17.30. La Sala della Balla, al fine di consentire lo svolgimento di iniziative in programma, il 26 maggio e il 9 giugno chiuder alle ore 14.00, il 15 giugno rester chiusa tutto il giorno, mentre il 14 settembre chiuder alle ore 15.00.

Gli elementi di Brueghel il Vecchio


Rizmata la parola greca che significa radici. La us il filosofo Empedocle, vissuto a met del V secolo a.C., per indicare i quattro elementi fondamentali da cui sarebbe costituito luniverso intero: il fuoco, laria, lacqua e la terra. Rizmata anche il titolo della mostra presso la Pinacoteca Ambrosiana, che, dopo pi di 200 anni, riunisce quattro capolavori di Brueghel il Vecchio. I quattro elementi sono dipinti su rame creati tra il 1608 e il 1621, appositamente per il cardinale Federico Borromeo, gi fondatore della Biblioteca e della Pinacoteca Ambrosiana. Una amicizia di lunga data, iniziata nel 1592 a Roma, legava questi due grandi personaggi, che si rincontrarono a Milano tre anni dopo, prima che Brueghel tornasse definitivamente ad Anversa. Questa amicizia ci nota grazie al carteggio epistolare rimastoci, esposto in mostra, che illustra anche la genesi dei quattro dipinti. Il cardinale Federico, parlando di queste opere, le definiva di gran pregio e fonte di grande stupore, ricolme di dettagli e di meraviglie naturalistiche. I quattro elementi rimasero in Pinacoteca fino al 1796, quando Napoleone li requis insieme al Codice Atlantico di Leonardo e al manoscritto appartenuto a Petrarca, con le opere di Virgilio. Non un caso dunque che, insieme a questi due capolavori assoluti, i francesi si fossero presi anche i quattro preziosi dipinti. Con la caduta di Napoleone si affront anche il destino delle opere darte trafugate. Canova, emissario italiano, ottenne la restituzione di solamente due dei quattro dipinti: lallegoria del Fuoco e dellAcqua, mentre lAria e la Terra rimasero a Parigi. ancor pi di interesse dunque vederli oggi tutti riuniti, uno accanto allaltro, cos come si presentarono agli occhi del cardinal Borromeo, in un succedersi organico di suggestioni e dettagli. Nellallegoria del Fuoco, elemento indomabile, un incendio si sviluppa su un monte, mentre una fucina di fabbri forgia armi e armature lucenti, in una sorta di caotico museo, mentre tutto intorno creature demoniache si librano nellaria. Lallegoria della Terra sembra invece una sorta di Paradiso terrestre in cui animali di ogni specie e taglia,

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www.arcipelagomilano.org predatori e vittime, stanno luno accanto allaltro, in una vegetazione rigogliosa e fiorita. E in effetti questa opera dialoga anche con gli altri due dipinti fioriti di Brueghel, esposti sempre in Pinacoteca: i Fiori in un bicchiere e il Vaso di fiori, esposti nella sala VII. Lallegoria dellAcqua ci mostra invece un paesaggio quasi lacustre, con pesci, crostacei e molluschi, in cui una vecchia divinit seduta accanto ad un giovane, con conchiglie che sgorgano acque fresche. Larcobaleno richiama un mondo primordiale, quasi lalba della Creazione. LAria lallegoria che ha in s il pi forte elemento mitologico, con al centro una dea vestita solo da un drappo rosso, circondata da una miriade di volatili e da puttini che giocano con strumenti astronomici. Questo fu lultimo dei quattro elementi ad essere dipinto ed anche quello che pi, disse il cardinal Federico, lo aveva perfuso tutto di gioia. Piccole enciclopedie del tempo, quasi miniate con la precisione e lamore per i dettagli tipici dei pittori fiamminghi. Quando il cardinal Federico Borromeo commission a Jan Brueghel i dipinti pensava alla Natura come luogo dove era possibile leggere limpronta del Creatore spiega il curatore Marco Navoni Anzi, dalla Creazione era possibile e doveroso risalire al Creatore stesso, secondo quanto afferma san Paolo, allinizio della lettera ai Romani, dove si legge: Dalla creazione del mondo in poi, le perfezioni invisibili di Dio possono essere contemplate con lintelletto nelle opere da lui compiute, come la sua eterna potenza e divinit. Ecco perch queste allegorie, di sapore un po profano ma commissionate da un uomo di Chiesa, risultano cos dense di significato ed erano cos amate dal cardinale stesso. Unoccasione per vederle riunite, fino al 1 luglio, prima che vengano separate di nuovo, cos come gi le vicende napoleoniche imposero. RIZMATA Terra, Aria, Acqua, Fuoco - Il Ritorno di Brueghel allAmbrosiana Pinacoteca Ambrosiana. Fino al 1 luglio 2012 Orari: Da Marted a Domenica dalle 10.00 alle 19.00 Prezzi: Solo mostra RIZMATA: Intero: 5 , Under 14: 0 (accompagnati da adulto) Mostra RIZMATA + Pinacoteca + Mostra Leonardo Codice Atlantico: Intero: 15 , Ridotto: 10

Marlene Dumas tra Stelline e Pasolini


Sorte una parola triste. Destino un po meglio. La Libert incastrata tra le due. Pi invecchi, pi ti muovi verso le ultime possibilit. Cos Marlene Dumas racconta la sua ultima fatica, Sorte, la mostra creata per la Fondazione Stelline di Milano. Quindici le opere nuove e inedite che lartista sudafricana, olandese di adozione, ha creato o scelto appositamente per adattarle al luogo dellesposizione. Pasolini, Cristo in croce, Amy Winehouse e le piccole ospiti dellantico orfanotrofio sono alcuni dei soggetti scelti dalla Dumas per raccontare le vite e i destini interrotti, ma non dimenticati, dei suoi protagonisti. Un intreccio indissolubile tra lantico ex convento, diventato ricovero per bambine abbandonate, e i dipinti dellartista. Invitata dalla Fondazione Stelline, Marlene Dumas ha consultato il vasto archivio fotografico della Fondazione e ha scelto tre immagini risalenti agli inizi del Novecento per trarne altrettanti dipinti. Nel primo una classe di ragazzine riunita intorno alla loro insegnante: vestite coi grembiuli chiari, sedute o in piedi, attorniano la maestra in abito scuro e guardano verso di noi, i volti quasi cancellati dal tempo ed evanescenti. Le altre due immagini, intitolate Stellina e Destino, ritraggono invece due bambine, le stelline appunto, come erano chiamate le ospiti dellorfanotrofio, con la divisa usata nelle uscite ufficiali. Stellina e Destino mi ricordano una fotografia di mia madre da bambina. Vecchie immagini di giovani ragazze, che oggi non fanno pi parte di questo mondo, ma che allora avevano ancora il futuro e la fortuna intatti davanti a loro, spiega la Dumas stessa. Il passato non si pu distruggere, sempre presente, come sempre sar, in questi luoghi, lo spirito di tutte le stelline che ci hanno abitato. Altro filone tematico dellesposizione Pier Paolo Pasolini, al quale la Dumas aveva gi dedicato fra il 1989 e il 1990 la Pasolini Series. Un confronto/scontro tra i crocifissi della serie Forsaken (con riferimento alle parole che Cristo in croce rivolge al Dio padre: Perch mi hai abbandonato?) e i ritratti del grande regista scrittore: come il crocifisso mostra labbandono del Figlio da parte del Padre e quindi il senso di solitudine e vuoto, Pasolini, figura tragica a causa della sua morte violenta, tuttavia ritratto accanto alla madre Susanna, in una contrapposizione tra il rapporto paterno, legato alla morte, e quello materno legato alla vita. Ma c anche unopera che combina e riunisce insieme questi rapporti: la Piet Rondanini di Michelangelo, con una madre straziata dal dolore che tenta di sostenere il peso, troppo grande, del corpo morto del figlio, quasi per inglobarlo di nuovo in s. Nella visione laica di Marlene Dumas per il crocifisso e la Piet non sono simboli religiosi ma segni universali in cui la fede si unisce alla tragedia, e lamore interagisce con il dolore, spiega il curatore Giorgio Verzotti. A questi personaggi storici si aggiunge anche la cantante da poco scomparsa Amy Winehouse, morta quando la Dumas stava portando a completamento la serie dei Forsaken. Una ragazza troppo fragile, nonostante gli eccessi, e che diventa simbolo e immagine di un dolore e una sofferenza portati alla esasperazione. Conclude lesposizione il film Miss Interpreted (Marlene Dumas) (1997), realizzato e diretto da Rudolf Evenhuis e Joost Verhey, in una versione postprodotta in italiano appositamente per la mostra. Marlene Dumas fino al 17 giugno 2012, Fondazione Stelline corso Magenta Milano orari: marted domenica, 10 20, biglietti: intero 8; ridotto 6; scuole 3.

Aspettando il museo: gli artisti di ACACIA


ACACIA - Associazione Amici Arte Contemporanea, unassociazione privata che riunisce al suo interno collezionisti e amanti darte, e che, nel suo insieme, incarna una sorta di super collezionista, attivo e attento alle tendenze artistiche. La promozione e il sostegno dellarte e del lavoro di giovani artisti italiani tra gli scopi principali dellassociazione, ed per questo motivo che, fin dalle sue origini, nove anni fa, il nucleo di opere comprate dai singoli collezionisti e messo a disposizione dellassociazione ha un grande e mirabile

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www.arcipelagomilano.org scopo: la creazione di una collezione di opere darte contemporanea da esporre a Milano nel futuro e presto auspicabile museo di arte contemporanea. Ecco dunque nascere la seconda edizione della mostra, esposta a Palazzo Reale, comprendente circa trenta opere di artisti internazionali e di primissimo piano: Mario Air (vincitore della prima edizione del Premio ACACIA), Rosa Barba, Vanessa Beecroft, Gianni Caravaggio, Maurizio Cattelan, Roberto Cuoghi, Lara Favaretto, Francesco Gennari, Sabrina Mezzaqui, Marzia Migliora, Adrian Paci, Paola Pivi, Ettore Spalletti, Grazia Toderi, Luca Trevisani, Marcella Vanzo, Nico Vascellari e Francesco Vezzoli. Opere darte che esplorano, com tipico dellarte contemporanea, tutti i medium e i supporti possibili: dalla fotografia ai video, dalla pittura alla scultura fino allinstallazione. Aprendo al pubblico la nostra raccolta vogliamo certamente proporre un evento culturale strettamente connesso al tempo che stiamo vivendo ma, nello stesso momento, iniziare un dialogo attivo e propositivo, perch larte contemporanea non rimanga appannaggio di pochi, bens sia promossa, conservata e tutelata. Questo il proposito di Gemma de Angelis Testa, presidente e fondatrice di ACACIA. Una sorta di mecenatismo collettivo dunque, tutto a favore della citt, che permette da una parte di comprare arte per il futuro museo, e dallaltra la conoscenza e la promozione dellarte e degli artisti pi importanti del panorama contemporaneo, con lobiettivo di essere capace di rispecchiare la contemporaneit e le sue dinamiche, un polo divulgativo in grado di trasmettere al suo pubblico formato da vari livelli culturali, la conoscenza dellarte, conclude De Angelis Testa. La mostra presenta anche per la prima volta al pubblico il lavoro di Rosa Barba, vincitrice del Premio ACACIA 2012: Theory in order to Shed Light. I suoi lavori, definiti sculture filmiche, sono il mezzo con cui lartista ama esprimersi, attraverso luso del video che viene smembrato nei suoi elementi strutturali: parole, musica, immagini e luce. La parola la parte che pi interessa Rosa Barba: frasi intere o testi vengono proiettati sulle pareti, accompagnati dal commento di voci fuori campo o dalla musica, utilizzando vecchi proiettori cinematografici collegati a strumentazioni di moderna tecnologia. In attesa dei grandi lavori, anche museali, per lExpo 2015, accontentiamoci per ora di avere un assaggio darte di quello che vedremo in pi adeguata sede. Gli artisti italiani della Collezione ACACIA - Associazione Amici Arte Contemporanea Palazzo Reale fino al 24 giugno. Ingresso gratuito Luned: 14.30_19.30 Marted, Mercoled, Venerd e Domenica: 9.30_19.30 Gioved e Sabato: 9.30_22.30

LIBRI questa rubrica a cura di Marilena Poletti Pasero rubriche@arcipelagomilano.org Credere e conoscere
di Carlo Maria Martini e Ignazio Marino Giulio Einaudi Editore, Torino, 2012 pp. 84, euro 10,00
Siamo convinti che la scienza e la medicina conoscano sempre una risposta a ogni quesito e dispongano di un rimedio per ogni necessit. Il progresso importante per migliorare la qualit della vita, ma non pu rappresentare la risposta a ogni quesito. C un ponte che possiamo costruire tra Chiesa e Scienza sul quale camminare per un dialogo onesto, rispettoso dei valori delluomo e aperto ai cambiamenti del tempo in cui viviamo. Il cardinale Martini si forza di trovare dei punti di contatto: non si tratta di accettare passivamente il neopositivismo, ma di fare uno sforzo per coordinare in maniera intelligente la conoscenza che abbiamo a disposizione. La storia ci ha insegnato come la chiusura aprioristica della Chiesa, di fronte agli inevitabili cambiamenti legati al progresso scientifico, non sia mai stata di grande utilit. Galileo Galilei docet, cos dice Martini. Lo scienziato senatore Ignazio Marino affronta i temi della vita, della morte e del sesso con una particolare sensibilit che, contrariamente ai pregiudizi, lo distinguono dal cosiddetto scientismo di chi fa della scienza il suo dio. Il senatore dichiara: La scienza non va messa in contrapposizione alletica ma va piuttosto ammesso che entrambe possono influenzarsi a vicenda. E nemmeno la fede va contrapposta alla scienza. Sul tema della vita, Martini ci invita a tenere sotto controllo il potere, sempre crescente, che luomo ha acquisito nel decidere della nascita, della non-nascita e del tipo di vita da dare ai propri discendenti. Pietro nella prima lettera scriveva: Pascerete il gregge di Dio che vi stato affidato non per vergognoso interesse, ma con animo generoso; non come padroni delle persone a voi affidate ma facendovi modelli del gregge (1Pt 5,2-3). Il cardinale pronto ad ammettere che in alcuni casi le abitudini contratte, linconscio e uninclinazione naturale possano spingere a scegliere un partner dello stesso sesso. Tale comportamento non pu venire perci demonizzato n ostracizzato. Pertanto si pu accettare il valore di unamicizia duratura e fedele, escludendo la donazione sessuale, per diventare ununione di menti e di cuori. Ognuno di noi dovrebbe convincersi, fin dalla prima et, che gioioso e non opprimente dominare se stessi, cos come succede ai sacerdoti che fanno voto di castit. Linnamoramento di Dio supera tutte le condizioni ordinarie di un amore umano. Marino crede che lamore sia una forza grande, invincibile, un sentimento che aiuta a realizzare il progetto pi ambizioso anche in campo scientifico. Ma esiste anche il dolore, quello insopportabile legato alle fasi terminali di una malattia. A un medico, per iniettare nella vena di un malato una sostanza letale, non basta la compassione, serve la fredda determinazione di compiere un atto che intenzionalmente e immediatamente causa la morte, conclude il senatore. E questo non si chiama omicidio? Ci che colpisce leccentricit dei due intellettuali che discutono sui nodi etici sempre pi controversi. Entrambi hanno fiducia nel futuro.

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www.arcipelagomilano.org Lunica vera differenza tra limpazienza di Marino e la calma

del Cardinale che sorride dolcemente. (Cristina Bellon)

TEATRO questa rubrica a cura di Emanuele Aldrovandi rubriche@arcipelagomilano.org Ubu Rex


di Alfred Jarry regia Enrico Casale - con A. Cecchinelli, Sara Battolla, D. Faggiani, S. Biggi, R. Briganti, D. Cappelletti, I. Cecchinelli, Rossana Crudeli, Chiara De Carolis, G. Franceschini, E. Cucurnia, P. Turini scenografie Alessandro Ratti e Officina Teatro De Carolis - luci Daniele Passeri - suono Andrea Cerri - costumi Rossana Crudeli, D. Faggiani, Cristiana Suriani trucco Elisa Fialdini - produzione Compagnia degli scarti
Arriva per la prima volta a Milano la Compagnia degli scarti, nata alla Spezia nel 2007 e ospitata in questa occasione al Pim Off in risposta a un appello lanciato dal gruppo di giovani artisti dopo i danni subiti a causa dellalluvione dello scorso ottobre. Lo spettacolo, presentato al Kilowatt Festival 2011, una rivisitazione (abbastanza fedele) del testo di fine ottocento di Jarry. Una piece assolutamente rivoluzionaria per lepoca in cui stata scritta, anticipatrice del surrealismo, di certi aspetti del teatro dellassurdo e, forse, anche di una visione post-moderna e postideologica del rapporto fra individuo e potere. Ubu prova a sterminare la dinastia reale polacca per prendere la corona, senza averne per n diritto n motivo e neppure, come ad esempio Macbeth, la smisurata brama. Lo fa quasi per gioco, come un bambino a cui gli amici hanno proposto unavventura pericolosa e lui non si tirato indietro, anzi, ha esagerato lasciandosi prendere la mano dalla situazione. In questa fanciullezza vi tutta la vilt, lipocrisia e la vanagloria di cui pu essere capace luomo, espressa con la mancanza di giudizio che pu avere solo chi sincero nel guardare in faccia anche la propria meschinit, magari col sorriso. Troppo spesso lUbu Re viene usato come pretesto per raccontare qualcosa che ha poco a che fare con Jarry (vedi Paolo Rossi) o come scusa per mostrare le capacit fisiche e vocali degli attori (vedi Roberto Latini), in questo caso va dato merito a Enrico Casale di essere riuscito a esprimere la propria visione registica non a dispetto del testo ma insieme a esso, valorizzando anche le diverse specificit e la diversa esperienza dei suoi attori. Avrebbe potuto fidarsi ancora di pi delle parole, alternando maggiormente il ritmo che risulta forse un po troppo frenetico e che avrebbe giovato di qualche rallentamento, ma nel suo complesso lo spettacolo fresco, vitale e con una direzione precisa che non viene mai abbandonata dallinizio alla fine. Lallestimento brillante e la scena composta in modo originale, con moduli in legno che si spostano e si aprono, un cavallo/palloncino che invece di portare viene portato, spade rosse, armi bianchi, elmetti, bandiere e pure una chicca filologica: larmatura di Ubu costruita proprio come appare nei disegni di Jarry. Tutti gli attori hanno una tutina nera attillata e si muovono in modo corale, combattendo, sollevandosi, scontrandosi, mimando rapporti sessuali (non sempre a proposito, forse, ma che comunque non disturbano) e non lasciando che niente accada fuori scena, offrendo al pubblico un tableau vivant organico, estetico e di forte impatto. PIM OFF dal 10 al 13 giugno. In scena Al Teatro Strehler fino al 17 giugno Il mistero buffo di Paolo Rossi. AllElfo fino al 17 giugno Pater Familias di Fiammetta Carena, regia Maurizio Sguotti

CINEMA questa rubrica a cura di M. Santarpia e P. Schipani rubriche@arcipelagomilano.org Onora il padre e la madre
di Sydney Lumet [Before the Devil Knows You're Dead, Usa, 2007, 117'] con: Philip Seymour Hoffman, Ethan Hawke, Albert Finney, Marisa Tomei, Alesa Palladino, Michael Shannon, Amy Ryan, Rosemary Harris
May you be in heaven half an hour, before the devil knows youre dead Che tu possa stare in paradiso mezzora, prima che il diavolo sappia che sei morto. Suona cos il proverbio irlandese da cui Sidney Lumet ha tratto il titolo del suo film. Reso in italiano con Onora il padre e la madre (Usa, 2007, 117'), il quarto comandamento: quello che ci chiede di amare e rispettare mamma e pap. Proprio per quella mezzora di felicit Andy (Philip Seymour Hoffman) propone al fratello Hank (Ethan Hawke) di disonorare il comandamento, progettando una rapina ai danni della gioielleria dei genitori, Charles e Nanette (rispettivamente Albert Finney e Rosemary Harris). Tutto molto semplice: pistola finta, toccata e fuga in gioielleria e assicurazione per i vecchi. Almeno cos dovrebbe essere. Linsicurezza di Hank causa un equivoco catastrofico che porta la vicenda ai limiti della tragedia. qui che entra in scena il diavolo e la sua - comprensibile - sete di vendetta. Lumet, dietro la macchina da presa, sviluppa la storia servendosi di una serie di flashback che ruotano attorno alla rapina; la sceneggiatura di Kelly Masterson, invece, fa percepire limmoralit e la crudelt del genere umano. Carter Burwell, con le

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www.arcipelagomilano.org sue musiche, aggiunge quell'inquietudine che fa accelerare il ritmo cardiaco. Il corso degli eventi permette di gettare un'occhiata al passato e al presente dei protagonisti: gelosie, avidit, tradimenti. Vite che non riescono a trovare un equilibrio, una stabilit; ne abbiamo solo la parvenza: come una maschera che cerca di coprire la confusione. Il tutto inizia e finisce con (e per) Andy e Hank: disperati, frustrati, morti. In quanto tali, cercano di raggiungere il paradiso...prima che il diavolo sappia che sono morti. Paolo Schipani Il film in programmazione durante la rassegna Cinema e psicanalisi: non per soldi ma per denaro organizzata dall8 giugno al 4 luglio allo Spazio Oberdan Sala Alda Merini. Consulta qui la programmazione completa.

Love & Secrets


di Andrew Jarecki [All good things, U.S.A., 2010, 101'] con Kirsten Dunst, Ryan Gosling, Frank Langella, Kristen Wiig
David Marks (Ryan Gosling) un ragazzo ossessionato dalla bramosia di potere e denaro di suo padre (Frank Langella). Il successo del genitore come immobiliarista e uomo d'affari newyorkese non ha impedito a sua madre di uccidersi proprio davanti ai suoi occhi inconsapevoli di bambino. L'incontro fortuito con Katie (Kirsten Dunst), una ragazza solare e indipendente, gli permette di trovare la compagna di fuga ideale per cercare indipendenza e serenit. Questo breve momento illusorio interrotto da una figura paterna ricattatrice e prepotente; la mancata indipendenza economica dei due ragazzi il tallone d'Achille a causa del quale David costretto a entrare negli ambigui affari di famiglia. La velocit frenetica di una metropoli come New York sembra erodere in lui tutte le sicurezze. Fa risvegliare una parte nevrotica e istintiva che rapidamente si impossessa del personaggio. La rabbia e il dolore, soffocato a seguito della morte della madre, vengono espressi in un crescendo di violenze familiari. La misteriosa scomparsa di sua moglie e le morti altrettanto irrisolte della migliore amica e del vicino di casa hanno creato un alone di mistero su quest'uomo tanto da spingere il regista Andrew Jarecki a dedicarsi alla sua storia per il suo esordio cinematografico. Il suo passato di documentarista, nominato all'Oscar nel 2004 per Una storia americana Capturing the Friedmans, emerge a causa dello stile forse eccessivamente logico e analitico con cui scegli di raccontarci la sua versione della vita di Robert Durst. La suspence e il mistero sono troppo presto accantonati lasciando spazio a una mera descrizione degli eventi. La sua visione soggettiva, azzardata secondo i garantisti, e figlia di un metodo che sembra aver escluso ipotesi fantasiose e incomprensibili, ha come unico scopo quello di arrivare con lucidit alla pi credibile delle verit. Marco Santarpia In sala a Milano: The Space Cinema Odeon, Plinius Multisala, UCI Cinemas Bicocca, Colosseo

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SPAZI VUOTI A MILANO http://www.youtube.com/watch?v=LUNZr7Rw5UI

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