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Cristina Koch IL LINGUAGGIO CON IL CORPO L' idea di una interlocuzione con gli organi del nostro corpo parte da un presupposto banale che sempre pi consueto (o tale dovrebbe diventare), perch si ben compreso che, nonostante gli organi siano apparentemente diversi tra loro per forma e funzione, in realt sono tutti collegati tra loro. I nostri organi, noi, siamo parte di un tutto che definiamo (partendo dalla definizione di Einstein) energia. Anche gli psicosomatici oggi hanno ampiamente superato la distinzione tra psiche e corpo e si parla di un unicum. Ovviamente questo non significa che gli organi siano autonomi e non significa neanche che la psiche sia autonoma. Per certi versi quella che chiamata psiche, che qualcun altro chiama anima, o emotivit e quella che viene chiamata la fisicit, sono tutte connesse ad una dimensione pi "cosmica" e di infinita complessit, ma in questo momento, vorrei soffermarmi solo sul fatto che sono tutti quanti componenti indispensabili del nostro organismo e quindi della nostra persona; che come prima di ogni altra cosa orientata alla sopravvivenza. La sopravvivenza significa prima di tutto, una sopravvivenza "animale", cio il mantenimento della vita. La vita ha una caratteristica precisa: fugge dagli habitat che non la proteggono, che non la custodiscono. La vita non si pu eliminare ma pu essere deprivato di vita un organismo che non vitale. Questo fatto non irrilevante perch "non vitale" pu significare non necessariamente non corrispondente a quello che la nostra volont o il nostro desiderio vorrebbe che fosse. Mi spiego e cerco di chiarire meglio: all'inizio delle varie culture, la persona che nasceva "danneggiata" era una persona "simbolo" o "segno" della disapprovazione o maledizione o punizione di un Dio. Gradatamente siamo riusciti a comprendere che la dimensione della persona umana va oltre e sostanzialmente non pu essere in alcun modo "racchiudibile" nella sua capacit di performance. Questo non significa che sia irrilevante la capacit di performance dell'individuo, la capacit delle competenze; dunque, di per s, un organismo lavorer per ottenere sempre delle capacit superiori di qualit di vita, di qualit dell'esistenza. A questo progetto cos importante, collabora tutto: collabora la muscolatura, collabora la crescita delle ossa, collabora la struttura del pensiero, collabora tutto quanto. Collabora evidentemente, soprattutto, la rete di relazioni, complesse, che rappresentano l'identit della persona. Lidentit di una persona il suo essere al centro e contemporaneamente nodo di una fittissima rete di relazioni, dentro e fuori la persona; relazioni fisiche, simboliche, contestuali. Questo, oramai, mi pare molto noto e condiviso da molti. Allora, perch andare a fare una interlocuzione sugli organi e soprattutto, chi sono e che cosa ci rappresentano gli organi? Esattamente com successo per tutto quanto il mondo che ci circonda, ricordate? un tempo era interpretato il fulmine come un "segno" del cielo, cos la comunit umana, e dunque l'essere umano, non pu fare a meno di farsi una ragione, darsi una ragione di ci che avviene, di ci che percepisce, e fare un "pensiero", costruire una cultura proprio per comprendere, anche in senso tecnico, e potere metterci dentro quel fenomeno.

Perch? Al fine di svolgere unattivit. Ogni pensiero, ogni cultura volgono verso una possibilit di azione. Dunque se il fulmine la manifestazione di un Dio che si "alterato", nel suo consueto buonumore, significa che io devo ripristinare il mio rapporto con un Dio che deve necessariamente tornare di buonumore nel rapporto con me e dunque far dei sacrifici, delle danze, delle offerte al fine di riportare gli equilibri "favorevoli". Anche con gli organi del corpo ha funzionato cos: il mondo sa, da sempre, che gli organi non sono solo dei pezzi di carne. I famosi, e molto mal visti o meglio di cattiva fama, cannibali, che facevano sacrifici umani come accadeva nel mondo Azteco e Maya dove veniva estratto da vivo il cuore pulsante del nemico, lo facevano proprio perch il nemico era di grandissima qualit cio era di alto valore e, mangiarne il cuore, rappresentava prendere l'energia, le capacit del nemico e, cosa importante, spargerne il sangue significava restituire un pezzetto di vita in pi al Signore del Tempo Maya che stava diventando molto vecchio. Tutte quante le tradizioni pi antiche sono comunque dotate di fortissimo significato, anche se oggi potrebbe farci orrore. Ma potremmo dire che oggi, per certi versi, lattualizzazione di queste pratiche antichissime la ritroviamo nella pratica della donazione degli organi. Esattamente nel senso di restituire forza, e dunque, come per il Signore del Tempo Maya, far proseguire nel cammino della vita una persona che in quel momento potrebbe essere a rischio di essere abbandonata dalla vita che fugge altrove, sostituisco un organo che non pi funzionante o che non pi funzionale alla sopravvivenza della intera persona. Per certi versi, ridotto ai minimi termini, lo stesso antico significato, un tentativo che in fondo in fondo, porta un sigillo tipicamente maschile, pur sempre il tentativo di prolungare la vita come le rette parallele, che si incontrano allinfinito, lidea di renderla immortale. Da questo punto di vista non centra molto in questo campo ma interessante commentarlo, la cultura, rispetto alla morte, della donna completamente opposta. La donna non tende a proseguire comunque la vita, tende a custodire la persona che in vita, accompagnandola, se il caso, alla morte. Quindi, la vita si fa alleata e amica della donna per attraversare la morte. Ma torniamo al nostro perch, Perch dunque andare a interloquire con gli organi? Beh, intantoperch li abbiamo sottomano. Perch tutti quanti noi abbiamo bisogno in qualunque momento di potere interloquire con qualcuno per prendere una decisione, per definire unazione, per costruire un pensiero, per anche, qualche volta, coltivare un sogno. Perch gli organi? Perch gli organi sono sempre con noi e, soprattutto, gli organi sono capaci di mettersi in contatto con noi, attraverso il dolore. Nessuno di noi si mai occupato del dito mignolo, piuttosto che del fegato, fin che questo non ha mandato un messaggio attraverso il dolore. Da qui deriva una constatazione ovvia: se la strada attraverso il dolore c, esiste, allora la strada del dolore, in quanto esiste, si pu percorrere anche facendo a meno del dolore.

Questa lintuizione elementare da cui nato tutto il lavoro con linterlocuzione con gli organi. Ma un ragionamento differente dallattribuire un valore, un significato, uninterpretazione in pratica, a ci che gli organi fanno, e dicono. Mi spiego: dire che se abbiamo le occhiaie queste sono sintomo di tutte le lacrime non versate, piuttosto che dire che la persona che ha mal di stomaco una persona che somatizza e che quindi fa dello stomaco lorgano bersaglio, un modo, naturalmente a mio giudizio, di vincolare il significato, il linguaggio e la personalit dellorgano in questione, in una schematizzazione sostanzialmente indifferenziata che non distingue tra una persona e laltra. Si potrebbe obiettare: Si va beh, per usiamo dire che se una persona ha fegato significa che ha coraggio, s, certo, per, vero anche che una persona fegatosa, una persona di malumore che ha sempre da ridire. Come siamo tutti noi quando siamo noiosi e raccontiamo con lacrimonia nella voce, ad esempio, perch constatiamo che laltro pi giovane di noi e dunque ha una vita pi lunga della nostra, davanti a s. Cos ugualmente, si dice che una persona di cuore una persona che capace di amare: certo, ci sono infinite rappresentazioni, simbolizzazioni, commenti e tradizioni delle pi diverse culture che si riferiscono agli organi e ne fanno degli interlocutori nei riguardi dellorganismo. Per esempio tutto quello che stato studiato per gli umori, il caldo, il freddo, le pozioni, la medicina medioevale, egiziana, sono un po la nostra eredit di quando mettiamo la mano sulla fronte di nostro figlio per vedere se scotta e, se scotta, vuol dire che c una infezione. Allora abbiamo da una parte evidentemente tutto lo sviluppo straordinario della medicina cos detta convenzionale che d una sua spiegazione, che non assolutamente in contrasto, con quello che invece linterlocuzione con i propri organi. Perch, esattamente come, ad esempio, mio figlio non solamente un figlio e non solamente un cittadino qualunque e non solamente uno nato quel giorno l, sotto il segno del Sagittario ma mio figlio, cos, ugualmente, il mio fegato, i miei reni, il mio intestino o le mie gambe, il mio cuore, possono certamente in grandissima parte essere condivisi con altri membri della societ umana, ma non per questo che sono caratterizzano e definiti, identificati. Questo un punto molto rilevante perch linterlocuzione con gli organi un evento, un dialogo o meglio una conversazione privata fra la persona e i suoi organi non una conversazione con gli organi. Dunque, dialogo privato fra una persona e i suoi organi e, se un organo fosse stato trapiantato, evidentemente, come gli antichi sapevano bene, tale organo non pu che custodire la storia della persona alla quale stato estratto lorgano in questione. Gli antichi, gli Aztechi lo sapevano e lo facevano mentre la persona era viva; noi preferiamo farlo quando possiamo dichiararla morta. Cera un importante analista, psico-somatista e psichiatra, che mi diceva che trapiantare un cuore significa mettere dentro laltra persona tutto un patrimonio di affetti, storie, emozioni. Questo significa che non bisogna farlo? No, significa che trapiantare un cuore non pu significare spostare un pezzo, un ingrediente qualsiasi di una macchina dentro unaltra macchina affinch funzioni meglio. Bisognerebbe anche capire, e qualcuno prima o poi dovr studiarlo seriamente da ogni angolatura, se il famoso rigetto altro non sia limpossibilit del ricevente di accettare parte della storia

dellorgano del donatore, esattamente come rigetteremmo una idea, un contagio che riteniamo pericoloso. Pensiamo a come esplicito il nostro modo di dire io rifiuto, io rigetto. Posso anche buttare fuori da me questo rigettare. Anche il fatto di vomitare qualcosa che andato a male ha una doppia funzione: sia di liberare il mio organismo da qualcosa che gli fa male sia, anche, di farlo in maniera vistosa cos che quelli del mio branco vedano e non mangino del cibo andato a male. Lo facciamo anche con le idee, per certi versi, quando cominciamo a dire che questa persona ha idee pericolose, da rigettare, appunto e il nostro organismo, lo fa a modo suo. In nota a questo, uno degli eventi pi commoventi, tra i tanti commoventi, che si sono potuti seguire in questi anni, stata proprio la capacit dei Palestinesi e degli Israeliani di scambiarsi organi o sangue. Questo un significato altro; un significato di superare spostando altrove quello che a livello di politica e didee pu essere origine di una assoluta impossibilit di compatibilit. Ma torniamo a immaginare perch potrebbe essere utile una interlocuzione con gli organi. E vediamo di capire anche come si fa. Ci sono dei presupposti importanti. Esiste un vero e proprio galateo per trattare con gli organi. Certo non possiamo evidentemente fare a meno di conoscere le attribuzioni che sono state affidate ad un organo nel tempo dalla nostra cultura (non perch la nostra cultura sia la pi bella, ma semplicemente perch la cultura in cui siamo cresciuti e dunque quella che ha caratterizzato il nostro modo di pensare e ha caratterizzato cos anche le nostre cellule); ma da qualche parte dobbiamo saperlo e tenerlo presente, perch se il cuore durante linterlocuzione dovesse darci una risposta del tutto dissintona da quello che dovrebbe fare un organo preposto allamore, beh, facciamocene una ragione, sta dicendo una cosa importante e dunque ascoltiamolo, lasciando perdere tutto quello che gi sapevamo, almeno per un momento, ed ascoltiamolo. Daltronde, Il vero lusso delladulto, dimenticare ci che sa, per cominciare nuovamente ad imparare. Quindi, per prima cosa, non possiamo prescindere dal significato che gi conosciamo ma non per questo il grossolano significato che abbiamo imparato ad attribuire agli organi in generale, ha il minimo vincolo con i nostri organi. Pu accadere forse, con uno o con due, ma non per questo, se accade, con uno o con due pu essere legittimo estenderlo a tutti quanti gli organi. Non voglio dire che evento casuale, voglio dire che non questo il punto perch potrebbe esserci un organo. e per organo in questo caso intendo qualcosa di molto generico, potrebbe essere un piede, magari un singolo dito che si fa portavoce di tutti gli altri e che noi accettiamo e riconosciamo come portavoce dellintero organismo. Dunque come funziona: funziona appunto che, nel momento in cui noi poniamo una domanda, perch mi piace pensare che qualunque problema sostanzialmente una domanda in cerca di una risposta, affinch si possa costruire una azione, nel momento in cui poniamo una domanda, non sappiamo e credo non abbiamo nessun diritto di avere delle idee o di avere delle preferenze in proposito, quali organi saranno connessi. Certamente non si pu, ne sono molto convinta, non si pu interloquire con gli organi e poi fare come loro non avessero detto nulla. Ma questo non significa affatto che i nostri organi siano tenuti

a verificare che noi obbediamo alle loro indicazioni, per lappunto solo una interlocuzione ma fare come se fosse stato un qualcosa che non aveva nessuna rilevanza, potrebbe indispettire gli organi che sono anche spesso permalosi. Non per questo, allopposto, siamo tenuti a obbedire alle loro idee e proposte: molto semplicemente, abbiamo chiesto un parere a chi pensavamo fosse competente, a conoscenza del tutto e nostro alleato: non possiamo far come non avessimo ascoltato nulla di rilevante, non dobbiamo obbedire. Ringraziamo e prendiamo atto di unidea, di un punto di vista che ci stato proposto. Su nostra richiesta e non per una urgenza imposta dal nostro corpo. Ne faremo quel che vorremo, la responsabilit nostra, nostro il diritto di azione e pensiero. Ecco, tutto qui.

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