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Se siamo tutti protagonisti

Credo, e mi piace credere, che finalmente sia arrivato il tempo di quello che amo
chiamare "Il nuovo Rinascimento". Un tempo dove torna al centro del mondo la
persona. E non l'individuo. Se ci pensi, lo dice Conad, lo dicono anche le altre
pubblicit, dalla vendita di frutta e verdura alla pasta che si sceglie il suo pomodoro
per condirsi. Sempre di pi la customer satisfaction guida le strategie aziendali,
diventato (era davvero ora!) sciocco e antiquato indicare gli altri come "la ggente", il
nuovo secolo che parla con internet si riferisce a ognuno che nel suo sito, da cui
guarda e si connette al mondo.
Bello, no? Per me atteso da tanto tempo, ero pronta a offrire rinfreschi di benvenuto
al nuovo Rinascimento come fosse Babbo Natale, tempo magico dove la persona
umana modella il mondo e se ne cinge.
Tempo nuovo che non sappiamo ancora abitare, non ne conosciamo il galateo, le
regole, le piccole e grandi abitudini. Abituati al vetusto schema gerarchico che si
sviluppa in verticale, all'imposizione di Aristotele "tertium non datur", trovavamo
posto e collocazione dietro ai protagonisti, oscillanti com'eravamo fra spettatori e
comparse dietro le quinte.
Ma se ora il sipario stato tolto, se il formicaio in cui ci affannavamo a testa china
stato scoperto ecco che il palcoscenico ci pretende uno per uno, non pi come
formichine che esistono solo quando formano una lunga fila indistinta di individui tutti
equivalenti. Come dire, come si vive in un mondo in cui siamo tutti speciali, (non
solamente unici), dove oggi siamo docenti e domani discenti, dove aver pienamente
ragione pu essere condiviso di diritto da ambedue i pensieri contrapposti, ma che
mondo , un piano orizzontale dove ci si muove con inusitata facilit. Si comunica con
tutto il mondo e gli scatti del telefono con skype si annullano, la velocit divenuta
cos abituale e alla portata di tanti che cominciamo a predicare il passo lento, il pasto
lento, il passeggiare, l'andare a zonzo con il naso all'ins.
Siamo tutti protagonisti, siamo tutti numeri primi. E in questa era che si va
schiudendo sembra che vada pensata ancora un po' meglio l'idea stessa di
democrazia. Una democrazia che ci assomigli, oggi per domani. Che ponga il tema
della rappresentanza in termini attuali, che lasci andare, ora che perfino la buona
psicoanalisi un po' scaduta, le accuse di narcisismo a chi si propone come leader e
crei, invece, nuove visibilit e libert di gioco per tutti noi altri: protagonisti, cittadini,
e fieri di esserlo, capaci, competenti e litigiosi il giusto.

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