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Non solo per Renzi Stiamo vivendo un'epoca straordinaria per possibilit, potenzialit e risorse a nostra disposizione, sembra

che il mondo intero si offra disponibile alla nostra portata, innegabile il sorgere e l'imporsi di pensieri e proposte fresche. Pure, mi sembra che il sentimento pi diffuso e lo sport pi frequentato sia quel ritrarsi, quel sostare sulla soglia con poca curiosit e quell'antiquato vezzo di mugugno scontato concluso il quale si torna, insoddisfatti, a lamentarsi nel quotidiano. Penso che nessuno di noi possa e debba essere esonerato dal prendersi cura della propria esistenza, di divenirne protagonista, di applicarsi a inventarsela la vita. Non sto sottovalutando le difficolt gravissime che stringono e soffocano migliaia e milioni di cittadini, no, mi sto riferendo a un chiacchiericcio vieto soprattutto delle persone della mia generazione, quella che il '6 e la fantasia al potere, dei meravigliosi anni '6! e degli anni ' ! della "ilano da bere, quella generazione che oggi ha un potere sconfinato, che controlla l'economia, la cultura, la politica, la stampa. #na generazione che $ la pi ricca, con maggior potere contrattuale di tutte le altre e, indifferente al palese squilibrio, continua a rimpiangere di non aver avuto tutto ci% che voleva, sfruttando il suo potere ma non riconoscendolo apertamente e trascurando di aver avuto le maggiori occasioni e le pi grandi opportunit. Siamo passati dal latino e dalla rigorosa disciplina cattolica ad aperture inimmaginabili, abbiamo attraversato tempi e rinnovamenti profondi, smanettiamo al computer e ci incuriosiamo di tutti nuovi giocattoli della comunicazione ma non ci fermiamo mai a riflettere sul come risarcire la societ di tutto ci% che ci $ stato dato. & se non abbiamo avuto ci% che pensiamo di aver meritato, la colpa non $ di 'enzi n( dei suoi coetanei. )ncapaci di gratitudine, osserviamo biliosamente il formarsi di nuove realt che, irriguardose, non cercano il nostro apprezzamento n(, tanto meno, ci propongono di metterci alla guida. S* che finisce che pur di rientrare nel gioco ci riproponiamo, magari, di nuovo con i capelli bianchi come fondatori di pensieri e di movimenti che devono finalmente risolvere le pene del')talia se non del mondo intero, oppure, sulle proposte che non controlliamo, ecco che passiamo il tempo a considerarle con sufficienza, incapaci di formulare pensieri e critiche non abusate. & critichiamo insofferenti, parliamo di radici, di ideologie, chiediamo chi sono i loro santi in Paradiso, spolveriamo divise antiquate che vorremmo far indossare ai ragazzi nostri figli +se non ,

nipoti- solo per poterci nuovamente sentire giovani, per essere sicuri di esistere ancora. .orrei tanto che comprendessimo che oggi $ il tempo di lasciare il passo e la prima linea d'azione a chi di questo tempo $ figlio e abitante legittimo, che tutto ci% che ci $ stato consentito in una vita lunga di esplorare, apprendere, accumulare come esperienza non $ di nostra propriet, non va conservato avaramente nelle nostre cantine ma eventualmente messo a disposizione di chi possa utilizzarlo. /uel che abbiamo da dare non sono le nostre valutazioni ammuffite che fermano il tempo ma la capacit che, questa s*, possiamo condividere, di guardarsi intorno con curiosit, di stupirsi, di immaginare seguendo il filo del racconto di un altro, di essere anche un po' fieri di questa generazione che sta finalmente salendo a governare, augurandole di farci ritrovare fiducia e speranza affinch( nel successo loro possiamo riannodare il senso di tanti anni che ci sono sembrati troppo incompleti. .olere con forza, assieme e al seguito dei pi giovani, che ogni cittadino divenga protagonista, che questa ne sia la cifra e il diritto civile pi importante della nostra convivenza, che si formi una classe dirigente di cui essere finalmente fieri. Se quel che abbiamo pu% servire, perfetto, $ a disposizione ma $ soddisfacente l'essere e il sentirsi protagonisti non nel senso di essere noi a guidare in prima persona ma nel fare parte di una storia che prende forma attimo per attimo. Perch( credo davvero che il tema pi serio di un'esistenza sia il tema del lasciare0 sia lasciare un posto, una visibilit e uno spazio che spetta ad altri, sia interrogarsi su ci% che vogliamo lasciare a chi viene dopo di noi. 1ffinch( nella storia dell'altro possa riassumersi il significato del nostro vivere ed essere vissuti. 2he assieme si possa dire0 2onfesso che ho vissuto.

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