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Elementi finiti
Parte IV

A. Gugliotta

Politecnico di Torino, maggio 2002


Dipartimento di Meccanica

otto editore

ELEMENTI FINITI
Parte IV

A. GUGLIOTTA

P OLITECNICO DI TORINO
WWW. POLITO . IT

INDICE IV

8.

ANALISI DINAMICA ..........................................................235


8.1 INTRODUZIONE ..................................................................... 235
8.2 FORMULE FONDAMENTALI
SISTEMA AD UN GRADO DI LIBERT ....................................... 236
Vibrazioni libere .............................................................................237
Vibrazioni smorzate ........................................................................238
Vibrazioni forzate ............................................................................241

8.3 SISTEMA A PI GRADI DI LIBERT


EQUAZIONI DELLA DINAMICA ................................................ 246
8.4 MATRICE DELLE MASSE CONGRUENTE E CONCENTRATA ....... 247
Matrice delle masse per elemento asta ............................................. 248
Matrice delle masse per elemento trave............................................ 248

8.5 MATRICE DI SMORZAMENTO ................................................. 249


8.6 FREQUENZE NATURALI E MODI DI VIBRARE ........................... 251
8.7 GUYAN REDUCTION ............................................................... 253
8.8 ANALISI TRANSITORIA DINAMICA
SOVRAPPOSIZIONE MODALE ................................................... 254
Scelta del numero di modi da considerare ....................................... 256

8.9 METODI DI INTEGRAZIONE DIRETTA ..................................... 257


Metodi espliciti - Metodo delle differenze centrali........................... 258
Metodi impliciti - Metodo di Houbolt ............................................261
Metodi impliciti - Metodo di Wilson - q .........................................263
Metodi impliciti - Metodo di Newmark.......................................... 265
i

8.10 STABILIT E PRECISIONE DEI METODI DI INTEGRAZIONE DIRETTA .. 273


Operatori di approssimazione e di carico .........................................273
Metodo delle differenze centrali ......................................................274
Metodo di Houbolt .........................................................................275
Metodo di Wilson - q .....................................................................276
Metodo di Newmark .......................................................................277
Analisi di stabilit ............................................................................278
Analisi di precisione ........................................................................ 280

9.

APPENDICI .........................................................................283
9.1 RICHIAMI DI CALCOLO MATRICIALE ....................................... 283
Definizione di matrice......................................................................283
Addizione e sottrazione di matrici ...................................................286
Moltiplicazione di una matrice per uno scalare................................ 286
Moltiplicazione di matrici ...............................................................287
Differenziazione di una matrice .......................................................288
Differenziazione di una espressione matriciale .................................288
Integrazione di matrici ....................................................................288
Inversione di matrici .......................................................................289

9.2 INTEGRAZIONE NUMERICA ..................................................... 289


Metodo di Newton-Cotes ...............................................................290
Metodo di Gauss-Legendre ............................................................. 292
Integrazione per triangoli ................................................................294

9.3 PROGRAMMA DI CALCOLO ..................................................... 296

10.

ii

BIBLIOGRAFIA ...................................................................303

8. ANALISI DINAMICA

8.1 INTRODUZIONE
Il problema dinamico strutturale differisce dal problema statico per due importanti aspetti: il primo la dipendenza dal tempo del problema, il secondo dato
dalla presenza delle forze dinerzia e di smorzamento del sistema; se la frequenza
di eccitazione del carico applicato alla struttura inferiore di circa un terzo della
pi piccola frequenza naturale del sistema, allora gli effetti di inerzia possono
essere trascurati ed il problema quasi-statico. Le forze dinerzia diventano
importanti e rappresentano una parte significativa del carico complessivo agente
sulla struttura se le frequenze di eccitazione del carico applicato sono maggiori di
circa un terzo della pi piccola frequenza naturale o se la struttura vibra liberamente.
Le propriet fisiche essenziali di un sistema strutturale comprendono quindi le
sue propriet elastiche (rigidezza) descritte dalla matrice di rigidezza [K ], la sua
massa e/o inerzia, descritta dalla matrice delle masse [M ], lo smorzamento (meccanismo di perdita di energia), descritto dalla matrice di smorzamento [ C ], ed il
carico esterno o sorgente esterna di eccitazione.
Le vibrazioni possono essere classificate in diversi modi, ad esempio:
Vibrazioni libere e forzate. Nel primo caso il sistema, dopo un disturbo
iniziale, vibra liberamente in assenza di forze esterne. Nel secondo caso
il sistema soggetto ad una forza esterna variabile nel tempo (spesso
una forza periodica) e la vibrazione del sistema una vibrazione forzata. Se la frequenza della eccitazione coincide con una delle frequenze
naturali del sistema si ha il fenomeno della risonanza e la risposta del
sistema cresce indefinitamente in modo catastrofico.
Vibrazioni smorzate e non smorzate. Nel primo caso si ha perdita di
energia dovuta allattrito (viscoso, coulombiano, isteresi), nel secondo
caso non si ha perdita di energia durante la vibrazione del sistema. In
alcuni sistemi il valore dello smorzamento cos piccolo che pu essere
trascurato ai fini di una valutazione ingegneristica.

235

ANALISI DINAMICA

Vibrazioni lineari e non lineari. I sistemi oscillatori possono avere un


comportamento lineare o non lineare, in funzione delle caratteristiche
del sistema, nel dominio del tempo o della frequenza. Per sistemi lineari si pu applicare il principio di sovrapposizione degli effetti e le relative tecniche matematiche. I sistemi non lineari sono pi complessi da
analizzare, ma tutti i sistemi tendono a diventare non lineari quando
lampiezza di risposta cresce. I sistemi lineari sono perci solo una speciale approssimazione del caso generale non lineare.
Vibrazioni deterministiche e vibrazioni random. Se il valore delleccitazione noto in ogni istante di tempo, il carico detto deterministico.
In caso contrario leccitazione di tipo random; in molti casi il carico
pu essere descritto statisticamente. La risposta del sistema di tipo
random e pu essere descritta solo in termini statistici.
I problemi di dinamica strutturale possono essere classificati in due categorie:
1. calcolo delle frequenze naturali di vibrazione e dei corrispondenti
modi di vibrare; normalmente si chiede di confrontare le frequenze
proprie del sistema con quelle del carico eccitante
2. analisi della risposta temporale (time history) di una struttura soggetta
a carichi variabili nel tempo. Poich il carico e quindi la risposta, in
termini di spostamenti e tensioni, variano con il tempo, il problema
non ha una singola soluzione, come il problema statico, ma una successione di soluzioni in corrispondenza agli istanti di tempo di interesse. Due tra i metodi pi diffusi di soluzione sono i metodi modali
(sovrapposizione modale) ed i metodi di integrazione diretta

8.2 FORMULE FONDAMENTALI - SISTEMA AD UN GRADO DI LIBERT


Se una forza eccitante applicata ad un sistema massa-molla-smorzatore
(fig. 8.1), il moto risultante dipende dalle condizioni iniziali, dalla forza eccitatrice e dal sistema stesso.

Fig. 8.1 Sistema massa-molla-smorzatore.


236

ANALISI DINAMICA

Se leccitazione sinusoidale il sistema tender a vibrare alla sua frequenza naturale, cos come quello della funzione forzante.
Se il sistema possiede un certo smorzamento la parte del moto non sostenuta
dalleccitazione alla fine svanir: il sistema vibrer alla frequenza della funzione
eccitatrice senza riguardo alla frequenza naturale del sistema o alle condizioni
iniziali (se la frequenza delleccitazione nulla si ha carico statico con periodo
infinito, ovvero uno stato di quiete). Il moto che rimane chiamato risposta stazionaria (steady state) del sistema; il moto che svanisce detto transitorio.
Quando la frequenza del carico prossima alla frequenza naturale del sistema,
lampiezza della risposta si amplifica.
8.2.1 Vibrazioni libere
Dal principio di conservazione dellenergia:

T + U = cost

8.1

(T + U) = 0
t

8.2

ovvero:

con:

1
U = --- kx 2
2

1
T = --- m x 2
2

8.3

e sostituendo la 8.3 nella 8.2:

m x + kx = 0

8.4

oppure:

x + w n2 x = 0

8.5

k
w n2 = ---m

8.6

dove

e w n la pulsazione naturale e f n = w n 2p la frequenza naturale del


sistema.
Il moto cos espresso non cambia col tempo (non c modo di dissipare energia e
ridurre le oscillazioni). Questo non avviene in natura dove tutte le vibrazioni
gradualmente diminuiscono e si fermano, a meno che non siano mantenute da
una sorgente esterna.
La soluzione della 8.4 pu essere trovata assumendo:
237

ANALISI DINAMICA

x ( t ) = Ce

st

8.7

e:

C ( ms 2 + k ) = 0

8.8

s = iw n

8.9

x ( t ) = C1 e

iw n t

+ C2 e

iw n t

8.10

ovvero:

x ( t ) = A 1 cos wn t + A 2 sin wn t

8.11

e, in termini di condizioni iniziali:

x
x ( t ) = x 0 cos wn t + -----0- sin wn t
wn

8.12

Leq. 8.11 pu essere espressa come:

x ( t ) = A cos ( w n t f )

8.13

con:

A=

A 12 + A 22 =

x
x 02 + -----0-
w n

A2
x 0
f = atan ------ = atan -----------
A 1
x 0 w n

ampiezza
8.14

angolo di fase

langolo di fase f pu essere interpretato come langolo tra lorigine ed il primo


picco.
8.2.2 Vibrazioni smorzate
Lo smorzamento il meccanismo che rimuove energia dal sistema. Lo smorzamento pu essere classificato in tre tipi fondamentali:
1. Viscoso, (ad esempio un corpo che si muove n un fluido a bassa velocit). La forza resistente proporzionale alla velocit:

F = c x

238

8.15

ANALISI DINAMICA

2. Coulomb, (ad esempio corpi che slittano su superficie asciutte). La


forza quasi costante e dipende dalla natura delle superficie a contatto
e dalla forza normale; indicando con m il coefficiente di attrito:

F = mF n

8.16

3. Isteresi, dovuto allattrito interno del materiale. La resistenza circa


proporzionale allampiezza della deformazione e indipendente dalla
velocit. Questo tipo di smorzamento dissipato sotto forma di calore.
Supponendo uno smorzamento viscoso e applicando la legge di Newton per
lequilibrio delle forze si avr:

m x + c x + kx = 0

8.17

La soluzione generale della 8.17 :

x = C1 e

c 2 k
------ ---- t
2m
m

c
------- +
2m

+ C2 e

c
-------
2m

c 2 k
------ ---- t
2m
m

8.18

Il valore di c che fa svanire la parte sotto radice detto costante di smorzamento


critico ccr , e cio:

c cr
------ =
2m

k
---- = w n
m

8.19

c cr = 2 mk = 2mw n
Di solito si rappresenta lo smorzamento in rapporto allo smorzamento critico
con un parametro adimensionale x, x = c c cr , detto fattore di smorzamento.
Perci:

x = C1 e ( x +

x 2 1 )w n t

+ C2 e ( x

x 2 1 )w n t

8.20

Sistema sottosmorzato (x < 1)

Se x < 1 il sistema detto sottosmorzato e il moto armonico con ampiezza di


decadimento tanto maggiore quanto pi grande x.
La 8.20 diventa:

x = e x wn t ( C ' 1 cos 1 x 2 w n t + C ' 2 sin 1 x 2 w n t )

8.21

x = e x wn t ( C ' 1 cos wd t + C ' 2 sin wd t )

8.22

con w d frequenza della vibrazione smorzata:

239

ANALISI DINAMICA

wd =

1 x 2 wn

8.23

In termini di condizioni iniziali:

x = e

x wn t

x0 + xw n x 0

x 0 cos w d t + -------------------------- sin wd t


wd

8.24

La 8.22 pu essere espressa come:

x = e x wn t X 0 cos ( wd t f 0 )

8.25

con:

X0 =

( C '1 ) 2 + ( C '2 ) 2 =

x0 + xw n x 0
x 02 + ---------------------------
wd

C2
x0 + xw n x 0
f 0 = atan ------ = atan ---------------------------
C 1
x0 wd

ampiezza
8.26

angolo di fase

Sistema smorzato criticamente (x = 1)

Se x = 1 il sistema detto smorzato criticamente ed il moto decade esponenzialmente in modo non periodico. La 8.20 diventa:

x = e wn t ( C 1 + C 2 t )

8.27

In termini di condizioni iniziali:

x = e wn t [ x 0 + ( x0 + w n x 0 )t ]

8.28

Sistema sovrasmorzato (x > 1)

Se x > 1 il sistema detto sovrasmorzato ed il moto decade esponenzialmente


in modo non periodico. La 8.20 diventa:

x = C1 e ( x +
con:

240

x 2 1 ) wn t

+ C2 e ( x

x 2 1 ) wn t

8.29

ANALISI DINAMICA

x 0 w n ( x + x 2 1 ) + x 0
C 1 = ------------------------------------------------------2w n x 2 1

8.30

x2

x0 wn ( x
1 ) x0
C 2 = ---------------------------------------------------------2w n x 2 1
8.2.3 Vibrazioni forzate
Leccitazione pu essere di tipo armonico, non armonico, ma periodica, o random. La risposta del sistema ad una eccitazione armonica detta risposta armonica. La risposta ad un carico non periodico e applicato rapidamente detta
risposta al transitorio. Nel caso di carico armonico si ha:

F ( t ) = F0 e i ( wt + f ) = F0 cos ( wt + f )

8.31

dove F0 lampiezza delleccitazione, w la frequenza e f langolo di fase, che


dipende dal valore di F per t = 0 ed normalmente assunto uguale a zero.
Sistema non smorzato

Lequazione di equilibrio :

m x + kx = F 0 cos wt

8.32

La soluzione completa data dalla soluzione dellomogenea associata 8.11 e dalla


soluzione particolare:

F0
x p ( t ) = X cos wt = -------------------2- cos wt
k mw

8.33

dove X la massima ampiezza di xp(t) e:

F0
x ( t ) = A 1 cos w n t + A 2 sin w n t + -------------------2- cos wt
k mw

8.34

ed in termini di condizioni iniziali:

F0
F0
x
-2 cos w n t + -----0- sin w n t + -------------------2- cos wt
x ( t ) = x 0 ------------------
wn
k mw
k mw

8.35

Definito il rapporto di frequenza r tra la forzante e la frequenza naturale del


sistema:

241

ANALISI DINAMICA

w
r = -----wn

8.36

e definita la deflessione statica:

F
x st = ----0k

8.37

X
1
------ = ------------2x st
1r

8.38

si avr:

con X x st fattore di amplificazione.


La risposta totale del sistema pu essere anche scritta come:

x st
x ( t ) = A cos ( w n t f ) + -----------------------2- cos wt
w
1 ------
wn

w
------ < 1
wn

x st
x ( t ) = A cos ( w n t f ) -----------------------2- cos wt
w
1 ------
wn

w
------ > 1
wn

8.39

con A e f dalla 8.14.


Sistema smorzato - Carico armonico

Se il sistema smorzato eccitato da una forza armonica F 0 cos wt si ha:

m x + c x + kx = F 0 cos wt

8.40

La soluzione data dalla soluzione dellomogenea associata e dalla soluzione particolare:

x p ( t ) = X cos ( wt f )

8.41

con:

F0
X = ----------------------------------------------------( k mw 2 ) 2 + ( c w ) 2

cw
tan f = -------------------2k mw

8.42

In funzione del rapporto di frequenza r e della deflessione statica si avr:

1
X
------ = ----------------------------------------------x st
( 1 r 2 ) 2 + ( 2xr ) 2
242

2xr
tan f = ------------21r

8.43

ANALISI DINAMICA

Questo rapporto, se r = 1 e x = 0 diventa infinito (fig. 8.2).


Il fattore di smorzamento ha molta influenza sullampiezza nella regione di risonanza. Se c smorzamento la frequenza di risonanza un po minore della frequenza naturale senza smorzamento. Il massimo fattore di amplificazione si ha
quando:

r =

1 + 2x 2

ovvero

w = w n 1 + 2x 2 = w d

8.44

Fig. 8.2 Fattore di amplificazione.

Sistema smorzato - Carico generico

Se il sistema oscillatore smorzato eccitato da una forza F 0 e

m x + c x + kx = F 0 e

iwt

iwt

si ha:
8.45

La soluzione data dalla soluzione dellomogenea associata e dalla soluzione particolare:

x p ( t ) = Xe

i ( wt f )

8.46

con:

243

ANALISI DINAMICA

F0
X = --------------------------------------------------( k mw 2 ) 2 + ( cw ) 2

cw
tan f = -------------------2k mw

8.47

Sistema smorzato - Carico generico non periodico

Se il sistema oscillatore smorzato eccitato da una forza generica F (t) si ha:

m x + c x + kx = F ( t )

8.48

La risposta dinamica pu essere ottenuta con lintegrale di Duhamel. La soluzione data dalla soluzione dellomogenea associata e dalla soluzione particolare:

1
x (t) = ----------mw d

0F (t)e

xw n(t t)

sin [wd (t t) ] dt

8.49

+ e xwn t ( C 1 cos w d t + C 2 sin wd t)


con:

wd = wn 1 x 2
C1 = x0

x0 + xw n x 0
C 2 = ------------------------wd

8.50

con C1 e C2 funzione solo delle condizioni iniziali. La prima parte rappresenta


loscillazione forzata, la seconda parte della soluzione rappresenta loscillazione
libera del sistema.
La soluzione particolare pu essere trovata considerando in una prima fase
leffetto di un impulso elementare: nel tempo Dt lincremento di velocit
dovuto allimpulso F ( t )Dt vale:

F ( t )Dt
D x = ------------------m

8.51

Assumendo x = 0 sino al tempo di applicazione dellimpulso, lo spostamento x


per t > t (8.24):

e xwn ( t t )
x ( t ) = (F ( t )Dt ) ----------------------- sin w d ( t t )
mw d

8.52

Si consideri ora la risposta del sistema ad un carico esterno arbitrario F ( t )


(fig. 8.3); questo pu essere pensato come una serie di impulsi elementari di
ampiezza variabile:

244

ANALISI DINAMICA

e xwn ( t t )
Dx ( t ) = ( F ( t )Dt ) ----------------------- sin w d ( t t )
mw d

8.53

Essendo il sistema lineare, lo spostamento totale al tempo t la somma degli


impulsi elementari agenti in tutti gli istanti t tra 0 e t:

1
x ( t ) = ----------mw d

0F ( t )e

xw n ( t t )

sin wd ( t t ) dt

8.54

Fig. 8.3 Impulso elementare.

Nei seguenti casi, in cui lo smorzamento nullo ( x = 0 ) lintegrale risolto


esattamente:

F0
x ( t ) = ----- ( 1 cos w n t )
k

a
x ( t ) = --------- ( w n t sin w n t )
wn k

245

ANALISI DINAMICA

Lintegrale 8.49 valutato numericamente. La funzione integranda varia al


variare di t, limite di integrazione; opportuno per riscrivere lintegrale ricorrendo alle formule trigonometriche:
xw n t

xw n t
xw n t
e
x ( t ) = -------------- sin wd t F ( t )e
cos w d t dt cos w d t F ( t )e
sin w d t dt ]
wd

+e

xw n t

8.55

( C 1 cos wd t + C 2 sin wd t)

8.3 SISTEMA A PI GRADI DI LIBERT: EQUAZIONI DELLA DINAMICA


Le equazioni che governano la risposta dinamica di una struttura possono essere
derivate applicando lequazione dei lavori virtuali 4.37:
{ du } T { f } + { du } T { t 0 } dA + { du } T { f } dV =
A

V { de } T { s } dV

8.56

e aggiungendo le forze dinerzia e di smorzamento, non considerate per il caso


statico:
{ du } T { f } + { du } T { t 0 } dA + { du } T { f } dV
A

V { de } T { s } dV + V { du } T r { u} dV + V { du } T cs { u} dV

8.57

con { du } e { de } rispettivamente spostamenti virtuali e corrispondenti deformazioni virtuali, { t 0 } carichi superficiali, { f } carichi di volume, { f } carichi
nodali, r densit del materiale, c s parametro di smorzamento del materiale.
Sostituendo le espressioni per il campo di spostamenti { u } , funzione ora anche
del tempo oltre che dello spazio, e per le sue derivate:

{u} = [n]{s}

{ u } = [ n ] { s}

{ u} = [ n ] {s}

8.58

con [n] funzioni dello spazio e {s } funzioni del tempo. Sostituendo nella 8.57 e
introducendo la legge costitutiva del materiale, nel caso di deformazione iniziale
e di tensione iniziale nulle, si ottiene:

A [ n ]T { t0 } dA + { ds }T V [ n ]T { f } dV
= { ds } T [ b ] T [ E ] [ b ] dV { s } + { ds } T r [ n ] T [ n ] dV {
s}
V
V
+ { ds } T cs [ n ] T [ n ] dV{ s}
V

{ ds } T { f } + { ds } T

8.59

Siccome l'uguaglianza deve valere per qualsiasi configurazione di spostamenti


virtuali {ds}, deve anche valere la seguente uguaglianza:
246

ANALISI DINAMICA

[ k ] { s } + [ m ] {s} + [ c ] { s} = { f } + { f e } t + { f e } f

8.60

con [m] matrice delle masse, e [c] matrice dello smorzamento:

[m] =

V r [ n ]T [ n ] dV

V cs

[c] =

8.61

[ n ] T [ n ] dV

La matrice delle masse [m] pu essere ricavata in altro modo, sempre partendo
da considerazioni energetiche, scrivendo lenergia cinetica dellelemento:
E =

V --2- rv 2 d V = V --2- { u }

{ u }r dV =

V --2- { s}

[ n ] T [ n ] { s}r d V

8.62

ovvero:

1 T
E = --- { s}

V [ n ]T [ n ]r dV { s}

8.63

e:

[m] =

V r [ n ]T [ n ] dV

8.64

8.4 MATRICE DELLE MASSE CONGRUENTE E CONCENTRATA


La matrice delle masse ricavata detta matrice congruente delle masse (consistent
mass matrix). La matrice di massa congruente cos chiamata poich si utilizza lo
stesso modello di spostamento (stesse funzioni di forma per gli spostamenti)
usato per derivare la matrice di rigidezza.
La matrice a masse concentrate di formulazione pi semplice avendo elementi
non nulli solo in corrispondenza dei gradi di libert traslazionali; essa ottenuta
concentrando una massa mi in corrispondenza del grado di libert i-esimo, in
modo che la sommatoria delle singole masse rappresenti la massa totale dellelemento. Valori non nulli possono essere assegnati arbitrariamente anche in corrispondenza di gradi di libert rotazionali, come ad esempio nel caso delle travi.
La formulazione a masse concentrate, essendo diagonale, non considera gli
effetti dinamici di mutua influenza tra i vari gradi di libert dellelemento.
Daltro canto anche le matrici di massa congruenti sono approssimate poich
esse sono derivate utilizzando le funzioni di forma per gli spostamenti derivate
nel caso statico ed utilizzate poi per risolvere il problema dinamico.

247

ANALISI DINAMICA

Qualsiasi sia la formulazione utilizzata, il prodotto [ m ] {s} deve fornire la corretta forza quando {s} rappresenta laccelerazione di un corpo rigido; questo
infatti il comportamento di un elemento infinitesimo quando la suddivisione in
elementi piccola.
Le frequenze proprie calcolate utilizzando matrici di massa congruenti, qualora
si abbiano elementi compatibili e si utilizzi uno schema di integrazione esatto,
costituiscono un limite superiore alle frequenze naturali esatte, mentre quelle
calcolate utilizzando matrici a masse concentrate forniscono valori inferiori a
quelli corretti.
8.4.1 Matrice delle masse per elemento asta
Nel caso di un elemento asta si ha:

x
l

x
[n] = 1 l

8.65

e:

[ m ] = rA

2
1 x-

x
x
- 1 -
l
l

x
x
- 1 -
l
l
x-
l

rAl 2 1
dx = --------6 1 2

8.66

matrice di massa congruente, mentre quella a masse concentrate (lumped mass)


ha diverso da zero i soli termini sulla diagonale principale:

rAl 1 0
[ m ] = --------2 0 1

8.67

8.4.2 Matrice delle masse per elemento trave


Nel caso di un elemento trave le funzioni di forma sono date dalla 4.86:

x 2
x 3
n1 = 1 3 - + 2 -
l
l
2

x
x
n3 = 3 - 2 -
l
l

e la matrice delle masse congruente :

248

x2 x3
n 2 = x 2 ----- + ----2l l
x2 x3
n 4 = ----- + ----2l l

8.68

ANALISI DINAMICA

156

6l

54

13l

rAl
[ m ] = --------- 22l
420 54

4l 2

13l

3l 2

13l

156

22l

13l

22l

4l 2

8.69

la matrice a masse concentrate :

1
rAl
[ m ] = --------- 0
2 0
0

0
0
0
0

0
0
1
0

0
0
0
0

8.70

Gli effetti dellinerzia associata con i gradi di libert rotazionali sono stati considerati nulli; volendo tener in conto questi effetti, si pu calcolare il momento
dinerzia di massa di ciascuna met trave rispetto allestremit. Nel caso di trave
uniforme:

1 rAl l 2
J = --- --------- ---
3 2 2

8.71

e la matrice delle masse diviene:

0 0 0

l2
0 ------ 0 0
rAl
12
[ m ] = --------2 0 0 1 0
0

8.72

l2
0 0 -----12

8.5 MATRICE DI SMORZAMENTO


Lo smorzamento nelle strutture dovuto principalmente a fenomeni di isteresi
e/o di attrito negli elementi di collegamento. Questi fenomeni sono per difficili
da modellare e da inserire nelle equazioni di dinamica strutturale, per cui il fenomeno dello smorzamento generalmente approssimato dallo smorzamento
viscoso, attraverso il rapporto di smorzamento x. Il valore di x dipende dal materiale e dal livello di tensione, e per gli acciai pu variare da circa lo 0.5% per bassi

249

ANALISI DINAMICA

livelli di tensione a circa il 5% per alti valori di tensione. Per strutture imbullonate o rivettate x pu variare dal 2% al 15%.
Uno dei modelli di smorzamento viscoso pi utilizzati lo smorzamento proporzionale, o di Rayleigh, secondo il quale la matrice di smorzamento [ C ] una
combinazione lineare della matrice di rigidezza e della matrice di massa, cio:

[C ] = a[M] + b[K]

8.73

con a e b costanti di smorzamento di Rayleigh. La matrice di smorzamento [ C]


cos ottenuta ortogonale e permette cos di semplificare notevolmente lanalisi.
In termini modali, indicando con [F] la matrice degli autovettori, si ha:

0
{ fi } T [ M ] { fj } =
1

ij
i = j

0
{ fi } T [ K ] { fj } = 2
wi

ij
i = j

8.74

[F] [C][F] = a[F] [M][F] + b[F] [K][F]


[c] = a[I] + b[L]

8.75

La relazione tra a, b ed il fattore di smorzamento x :

1 a
x i = --- ----- + bw i

2 wi

8.76

La figura 8.4 illustra un andamento tipico dello smorzamento proporzionale x


in funzione della frequenza. In pratica stato riscontrato che lo smorzamento
M-proporzionale pu rappresentare uno smorzamento dovuto ad attrito, mentre
lo smorzamento K-proporzionale pu rappresentare lo smorzamento interno del
materiale1.
Le costanti a e b possono essere ricavate a partire dalla conoscenza sperimentale
di due coppie di valori wi, xi (w1, x1, w2, x2):

w1 w2 ( w2 x1 w1 x2 )
a = 2 -----------------------------------------------w 22 w 12

w2 x2 w1 x1
b = 2 ----------------------------w 22 w 12

8.77

1. M. Petyt, Introduction to finite element vibration analysis, Cambridge University Press,


1990
250

ANALISI DINAMICA

Fig. 8.4 Smorzamento proporzionale.

8.6 FREQUENZE NATURALI E MODI DI VIBRARE


Nellipotesi di struttura lineare ([ K ] ed [M ] costanti), nessun smorzamento
([C ] = 0) e vibrazioni libere ({F } = 0), e ponendo:

{ u } = { f } sin wt

8.78

la 8.60 diventa:

( [ K ] w2[ M ] ){ f } = { 0 }

8.79

ad eccezione della soluzione banale { f } = {0} (sistema in quiete), occorre che il


determinante della 8.79 sia nullo per avere soluzioni non nulle di { f }:

[ K ] w2[ M ] = 0

8.80

Il problema si dice agli autovalori ed ammette n soluzioni (con n gradi di libert)


per w2 e n autovettori { f } definiti a meno di una costante. Poich le matrici in
gioco sono reali e simmetriche gli autovalori sono tutti numeri reali.

251

ANALISI DINAMICA

ESEMPIO 8.1

Calcolare le frequenze proprie di vibrazione per un elemento asta non vincolato.


Utilizzando la matrice delle masse congruente si ha:
EA 1 1
rAL 2
------+ w 2 ---------L 1 1
6 1

1
2

8.81

= 0

e le frequenze proprie di vibrazione sono:


{ w2 } =

12E
--------rl 2

8.82

mentre nel caso di matrice delle masse concentrate si ha:


{ w2 } =

4E
--------rl 2

8.83

e la soluzione esatta invece:


{ w2 } =

p2E
--------rl 2

8.84

Da notare che la soluzione con matrice congruente maggiore di quella esatta,


mentre quella ottenuta con la matrice a masse concentrate pi piccola.
ESEMPIO 8.2

Calcolare le frequenze proprie di vibrazione per un elemento trave non


vincolato.
Utilizzando la matrice delle masse congruente si ha:
12
EJ z 6l
------l 3 12

6l
4l
6l

6l

2l 2

156
rAl
6l 2l
+ w 2 --------- 22l
420 54
12 6l
6l 4l 2
13l

12

6l

6l

54

13l

13l

3l 2

13l

156

22l

3l 2 22l

4l 2

4l

= 0

e le frequenze proprie di vibrazione sono:


{ w2 } =

720EJ 8400EJ
- -----------------0 -------------rAl 4
rAl 4

8.86

mentre nel caso di matrice delle masse concentrate, considerando i termini


aggiuntivi di inerzia, si ha:
{ w2 } =

252

48EJ 192EJ
0 ------------4- -------------rAl
rAl 4

8.87

8.85

ANALISI DINAMICA

EJ
e la soluzione esatta invece w 2 = b i4 ------------4rAl

con b 1 = 4.730041 e

b 2 = 7.853205 per i primi due valori di frequenze proprie non nulli:

{ w2 } =

500EJ 3803EJ
- -----------------0 -------------rAl 4
rAl 4

8.88

Da notare, anche questa volta, che la soluzione con matrice congruente


maggiore di quella esatta, mentre quella ottenuta con la matrice a masse concentrate pi piccola.

8.7 GUYAN REDUCTION


La procedura di risoluzione dellintera matrice diventa molto onerosa per tanti
gradi di libert. Daltra parte il numero di gradi di libert necessari a caratterizzare il comportamento dinamico di una struttura in genere molto minore di
quello richiesto per ricavare tensioni e deformazioni in statica. Si pu quindi
ridurre il numero dei gradi di libert, utilizzando la tecnica della condensazione.
Una dei metodi pi utilizzati la cosiddetta Guyan reduction2: si scelgono gradi
di libert fondamentali detti master rispetto ai quali sono condensate le matrici
degli altri gradi, detti slave, con la stessa legge usata per la condensazione statica
sia per le masse che per le rigidezze (esatta per queste, approssimata per le masse).
Lipotesi fondamentale nella Guyan reduction che per le frequenze pi basse (in
genere le pi importanti), le forze dinerzia agenti sui gradi di libert slave sono
meno importanti delle forze elastiche trasmesse dai gradi di libert master.
I gradi di libert master sono quindi quelli caratterizzati dai valori pi bassi di k/
m, oltre quelli in corrispondenza dei nodi ai quali applicato un carico o uno
spostamento prescritto variabile. Nota la soluzione in termini di autovettori per i
gradi di libert master, questa si pu poi espandere a tutti i gradi di libert.
Data lequazione 8.79:

( [ K ] w2[ M ] ){ f } = { 0 }

8.89

detti { fm } i gradi di libert master e { fs } i gradi di libert slave, si ha:

[ K mm ] [ K ms ]
[ M mm ] [ M ms ]
w2

[ M sm ] [ M ss ]
[ K sm ] [ K ss ]

{ fm }
{0}

{ fs }
{0}

8.90

Dalla seconda serie di equazioni:


2. Guyan R.J., Reduction of Stiffness and Mass Matrices, AIAA Journal, 1965, v. 3, n. 2,
p. 380
253

ANALISI DINAMICA

( [ K sm ] w 2 [M sm ] ) { f m } + ( [ K ss ] w 2 [ M ss ] ) { f s } = { 0 } 8.91
ovvero:

{ f s } = ( [ K ss ] w 2 [ M ss ] ) 1 ( [ K sm ] w 2 [ M sm ] ) { f m }

8.92

e, espandendo in serie il termine inverso:

( [ K ss ] w 2 [ M ss ] ) 1 = [ K ss ] 1 + w 2 [ K ss ] 1 [ M ss ] [ K ss ] 1 +

8.93

Sostituendo nella prima serie di equazioni in 8.90 e trascurando i termini pi


grandi di w2 si ha:

( [ KR ] w 2 [ MR ] ) { fm } = { 0 }

8.94

con:

[ K R ] = [ K mm ] [ K ms ] [ K ss ] 1 [ K sm ]
[ M R ] = [ M mm ] [ K ms ] [ K ss ] 1 [ M sm ] [ M ms ] [ K ss ] 1 [ K sm ] +

8.95

+ [ K ms ] [ K ss ] 1 [ M ss ] [ K ss ] 1 [ K sm ]
La selezione dei gradi di libert master pu essere automatizzata nel seguente
modo: date le matrici [K ] e [M ], il primo grado di libert slave quello per il
quale si ha il pi grande rapporto Kii /Mii. Si esegue una prima condensazione e si
seleziona il grado di libert slave successivo in corrispondenza del nuovo rapporto pi grande (Kii /Mii )1. Si ripete loperazione di condensazione ed il procedimento ripetuto sino a quando sono raggiunti i gradi di libert master
desiderati. Un altro procedimento consiste invece nel terminare loperazione di
condensazione quando il rapporto ( Kii /Mii )j inferiore ad una frequenza di
taglio wt , solitamente assunta pari a circa tre volte la frequenza pi alta di eccitazione.

8.8 ANALISI TRANSITORIA DINAMICA: SOVRAPPOSIZIONE MODALE


Il procedimento di calcolo prevede:
il calcolo dei modi di vibrare del sistema
la separazione della funzione forzante nelle sue componenti di ogni
modo
la soluzione delle singole equazioni disaccoppiate corrispondenti ai
singoli gradi di libert
il calcolo della risposta globale come somma delle singole risposte dei
singoli modi agli istanti desiderati
254

ANALISI DINAMICA

Tra i vantaggi della sovrapposizione modale c la soluzione veloce (basta esaminare i primi modi e/o quelli pi vicini alle frequenza del carico). Tra gli svantaggi
c quello di poter considerare solo sistemi lineari. Richiede inoltre a monte la
soluzione modale, trova difficolt ad includere smorzamenti diversi da quelli percentuali o comunque correlati alle frequenze proprie.
Sia:

[ M ] { u} + [ C ] { u } + [ K ] { u } = {F ( t ) }

8.96

siano inoltre:

[ L ] = diagw i

gli autovalori

[ F ] = [ { f 1 } { f i } { f n } ]

gli autovettori

8.97

Dalle condizioni di [M ] orto-normalit si ha:

[ F ]T[ M ][ F ] = [ I ]

8.98

[ F ]T[ K ][ F ] = [ L2 ]
e, considerando la trasformazione:

{u} = [F]{X }

8.99

con { X } spostamenti generalizzati modali, si ottiene:

{ X } + [ F ] T [ C ] [ F ] { X } + [ L 2 ] { X } = [ F ] T { F }

8.100

Le equazioni risultano disaccoppiate se possibile supporre lo smorzamento proporzionale o di Rayleigh:

[C ] = a[M] + b[K ]

8.101

o se possibile scrivere che:

{ f i } T [ C ] { f j } = 2w i x i d ij

8.102

con xi rapporto di smorzamento modale.


In tal caso si hanno n equazioni disaccoppiate del tipo:

xi + 2w i x i xi + w i2 x i = f i
fi = { fi } T { F }

( i = 1, 2, , n )

8.103

che possono essere risolte con lintegrale di Duhamel:

255

ANALISI DINAMICA

1
x i = ------wdi

0fi (t)e

x i w i(t t)

sin [ wdi (t t) ] dt

8.104

+ e xi wi t ( C 1i cos w di t + C 2i sin w di t )
con:

w di = w i 1 x i2

8.105

e C1i , C2i costanti di integrazione determinate imponendo le condizioni iniziali:

( x i ) t = 0 = { f i }T [ M ] { s 0 }
( xi ) t = 0 = { f i } T [ M ] { s0 }

8.106

8.8.1 Scelta del numero di modi da considerare


Esaminando il fattore di partecipazione nellanalisi modale si ha una misura della
risposta di una struttura ad una data frequenza naturale, cio come ogni modo
contribuir agli spostamenti (e attraverso questi, alle tensioni) in una particolare
direzione.

Fig. 8.5 Primi 3 modi di vibrare di una trave.

Ad esempio nella trave in figura 8.5 i primi due modi sono di flessione, il terzo di
trazione-compressione.
Se agisce una forza eccitatrice in direzione Y, il modo 1 (a frequenza naturale pi
bassa) avr pi alto fattore di partecipazione, il modo 2 avr un fattore di partecipazione pi basso ed il modo tre un fattore di partecipazione nullo.
Se la forza agisce in direzione X il fattore di partecipazione avr valore diverso da
zero solo per il modo 3.

256

ANALISI DINAMICA

Il quadrato di ciascun fattore di partecipazione uguale alla massa che entrata


in gioco in quella direzione. In questo contesto ci si pu fermare al numero di
modi che rappresentano una percentuale adeguata della massa della struttura.

8.9 METODI DI INTEGRAZIONE DIRETTA


Il sistema di equazioni integrato utilizzando una procedura numerica passo
passo (step by step) (metodi alle differenze finite) ed il termine diretta significa che
nessuna trasformazione di coordinate e delle equazioni viene fatta prima
dellintegrazione numerica.

[ M ] { S} + [ C ] { S} + [ K ] { S } = { F ( t ) }

8.107

S dal tempo t = 0
La soluzione del problema consiste nel calcolare i valori S, S,

al tempo t = T, noti i valori iniziali S 0, S 0, S 0 al tempo t = 0. A tal fine, lintervallo di tempo T suddiviso in n intervalli di tempo Dt, (Dt = T/n), e la soluzione del sistema 8.106 calcolata, mediante opportuni schemi di integrazione,
solo agli istanti 0, Dt, 2Dt, 3Dt, ..., t, t + Dt, ..., T, cio per valori discreti di t,
distanti Dt, assumendo a priori una legge di variazione degli spostamenti, velocit ed accelerazioni allinterno dellintervallo Dt.
Il metodo comunque approssimato con un errore che dipende dalla scelta del
passo temporale Dt. Un passo Dt troppo piccolo, soprattutto in non linearit pregiudica i tempi ed i costi del calcolo.
I vantaggi dei metodi di integrazione diretta sono:
possono essere analizzate strutture lineari e non lineari
possono essere incluse forme generali di smorzamento, mentre con la
sovrapposizione modale necessario ricorre ad uno smorzamento proporzionale
non richiesta espressamente la soluzione preventiva agli autovalori
Gli svantaggi dei metodi di integrazione diretta sono:
si possono accumulare errori ed instabilit numeriche
soprattutto per le non linearit, possono essere richiesti tempi di calcolo eccessivi al fine di ottenere soddisfacenti gradi di precisione
I metodi di integrazione diretta si dividono in:
1. Metodi espliciti (differenze centrali). Il vettore spostamento funzione
delle soluzioni calcolate agli istanti precedenti:
{ S } t + Dt = f ( { S }t , { S }t , { S}t , { S } t Dt , , )

8.108

Lequazione di equilibrio scritta allistante t:

257

ANALISI DINAMICA

[ M ] { S} t + [ C ] { S} t + [ K ] { S } t = { F ( t )} t

8.109

I metodi espliciti sono condizionatamente stabili.


2. Metodi impliciti (Houbolt, Wilson-q, Newmark) In questi metodi il
vettore spostamento funzione degli spostamenti precedenti (noti) e
delle velocit ed accelerazioni attuali (ignote):

{ S } t + Dt = f ( { S } t + Dt, { S} t + Dt, { S }t , , )

8.110

Le equazioni di equilibrio sono scritte allistante t + Dt:

[ M ] { S} t + Dt + [ C ] { S} t + Dt + [ K ] { S } t + Dt = {F ( t ) } t + Dt 8.111
I metodi impliciti sono generalmente incondizionatamente stabili.

8.9.1 Metodi espliciti - Metodo delle differenze centrali

Fig. 8.6 Metodo delle differenze centrali: legge degli spostamenti.

Si assume:

1
{ S} t = -------2- ( { S } t Dt 2 { S } t + { S } t + Dt )
Dt
1
{ S} t = --------- ( { S } t Dt + { S } t + Dt )
2Dt

8.112

Gli spostamenti incogniti { S }t+Dt al tempo t + Dt si ottengono dallequazione di


equilibrio scritta al tempo t.

[ M ] { S} t + [ C ] { S} t + [ K ] { S } t = { F } t
Sostituendo:

258

8.113

ANALISI DINAMICA

1
1
-------- [ M ] + --------- [ C ] { S } t + Dt
Dt 2
=
2Dt

8.114

1
2

1
- [ C ] { S }
{ F } t [ K ] --------2- [ M ] { S } t --------2- [ M ] -------t Dt
2Dt
Dt
Dt

Posto:
1
1
[ M ] = --------2- [ M ] + --------- [ C ]
2Dt
Dt
1
2

1
- [ C ] { S }
{F } t = { F } t [ K ] --------2- [ M ] { S } t --------2- [ M ] -------t Dt
2Dt
Dt
Dt

8.115

si ha:

[M ] { S } t + Dt = {F } t

8.116

da cui si ricava { S }t+Dt.


Il metodo delle differenze centrali richiede la fattorizzazione di [ M ] e non di
[K ]; se la matrice delle masse diagonale (lumped mass), non richiesta neanche
la fattorizzazione.
Il metodo richiede comunque un procedimento di partenza, poich per t = 0
necessario conoscere { S } Dt .

Dt 2
{ S } Dt = { S } 0 Dt { S} 0 + -------- { S} 0
2

8.117

Il passo di integrazione Dt deve essere scelto opportunamente; una scelta generalmente valida :

T
Dt Dt crit = -----np

8.118

dove Tn il periodo pi piccolo del sistema.

259

ANALISI DINAMICA

Tab. 8.1 Metodo delle differenze centrali - Algoritmo di calcolo


1. CALCOLARE [K ], [ M ], [C ]
2. INIZIALIZZARE { S } 0, { S} 0, { S} 0
3. SCEGLIERE IL PASSO DI INTEGRAZIONE DT (< DTCRIT)
4. CALCOLARE
1
c 0 = -------Dt 2

1
c 1 = --------2Dt

2
c 2 = --------Dt 2

Dt 2
c 3 = --------2

{ S } Dt = { S } 0 Dt { S} 0 + c 3 { S} 0
[ M ] = c0 [ M ] + c1 [ C ]

5. FATTORIZZARE
[ M ] = [ L ][ D ][ L ]T

per t = Dt, 2Dt, , T :


6. CALCOLARE IL CARICO EFFICACE
{ F } t = { F } t ( [ K ] c 2 [ M ] ) { S } t ( c 0 [ M ] + ( c 1 [ C ] ) ) { S } t Dt

7. RISOLVERE RISPETTO A { S } t + D t
[ L ] [ D ] [ L ] T { S } t + Dt = {F } t

8. CALCOLARE, SE RICHIESTO, I VALORI DI VELOCIT E ACCELERAZIONE


{ S} t = c 0 ( { S } t Dt 2 { S } t + { S } t + Dt )
{ S} t = c 1 ( { S } t Dt + { S } t + Dt )

260

ANALISI DINAMICA

8.9.2 Metodi impliciti - Metodo di Houbolt

Fig. 8.7 Metodo di Houbolt: legge degli spostamenti.

Si assume:

1
{ S} t + Dt = -------2- ( 2 { S } t + Dt 5 { S } t + 4 { S } t D t { S } t 2D t )
Dt
8.119
1

{ S } t + Dt = --------- ( 11 { S } t + Dt 18 { S } t + 9 { S } t Dt 2 { S } t 2D t )
6Dt
Gli spostamenti incogniti { S } t + Dt al tempo t + Dt si ottengono dallequazione
di equilibrio scritta al tempo t + Dt. Si ottiene:
5
11
3
2
------- ---------------- [ C ] + [ K ] { S }
- [ M ] + ----- [ C ] { S } +
Dt 2- [ M ] + 6Dt
t + Dt = { F } t + Dt + Dt 2
t
Dt

8.120

1
3
1
4
-------- [ C ] { S }
- [ M ] + --------- [ C ] { S }
--------2- [ M ] + -------t Dt + Dt 2
t 2Dt
2Dt
3Dt
Dt

Posto:
11
2
[K ] = --------2- [ M ] + --------- [ C ] + [ K ]
6Dt
Dt
3
5
- [ C ] { S } +
{F } t + Dt = { F } t + Dt + --------2- [ M ] + ---t
Dt
Dt

8.121

1
3
1
4
-------- [ C ] { S }
- [ M ] + --------- [ C ] { S }
--------2- [ M ] + -------t Dt + Dt 2
t 2Dt
2Dt
3Dt
Dt

si ha:

[K ] { S } t + Dt = {F } t + Dt

8.122

da cui si ricava { S }t+Dt.


Il metodo di Houbolt richiede la fattorizzazione di [ K ] .
261

ANALISI DINAMICA

Inoltre il metodo richiede un procedimento speciale di partenza per calcolare


{ S } Dt e { S } 2Dt ; normalmente si utilizza il metodo delle differenza centrali,
con un passo di integrazione pari ad una frazione di Dt.
Tab. 8.2 Metodo di Houbolt - Algoritmo di calcolo
1. CALCOLARE [K], [M], [C]
2. INIZIALIZZARE { S } 0, { S} 0, { S} 0
3. SCEGLIERE IL PASSO DI INTEGRAZIONE D t
4. CALCOLARE
2
11
5
3
c 0 = --------- c 1 = --------- c 2 = -------- c 3 = ----6Dt
Dt
Dt 2
Dt 2
4
3
1
1
c 4 = --------- c 5 = --------- c 6 = --------- c 7 = --------2Dt
3Dt
Dt 2
Dt 2
{ S } Dt, { S } 2Dt (con il metodo delle differenze centrali)
[K ] = [ K ] + c 0 [ M ] + c 1 [ C ]

5. FATTORIZZARE
[K ] = [ L ] [ D ] [ L ] T

per t = Dt, 2Dt, , T


6. CALCOLARE IL CARICO EFFICACE
{F } t + Dt = { F } t + Dt + [ M ] ( c 2 { S } t + c 4 { S } t Dt + c 6 { S } t 2Dt )
+ [C ] ( c 3 { S } t + c 5 { S } t Dt + c 7 { S } t 2Dt )

7. RISOLVERE RISPETTO A { S } t + D t
[ L ] [ D ] [ L ] T { S } t + Dt = {F } t + Dt

8. CALCOLARE, SE RICHIESTO, I VALORI DI VELOCIT E ACCELERAZIONE


{ S} t + Dt = c 0 { S } t + Dt c 2 { S } t c 4 { S } t D t c 6 { S } t 2D t
{ S} t + Dt = c 1 ( { S } t + Dt c 3 { S } t c 5 S t Dt ) c 7 { S } t 2D t

262

ANALISI DINAMICA

8.9.3 Metodi impliciti - Metodo di Wilson-q


Il metodo di Wilson-q unestensione del metodo dellaccelerazione lineare.
Laccelerazione assunta lineare tra t e t + qDt, con q 1 (con q = 1 si ha il caso
dellaccelerazione lineare classica). Affinch il metodo sia incondizionatamente
stabile si pu dimostrare che deve essere q 1.37 , di solito si usa q = 1.40.
Detta t la variabile tempo ( 0 t qDt ) , per linter vallo di tempo
( t t + qDt ) si ha:

t
{ S} t + t = { S} t + --------- ( { S} t + qDt { S} t )
qDt

8.123

Fig. 8.8 Metodo di Wilson-q: ipotesi di accelerazione lineare.

e integrando:

t2
{ S} t + t = { S} t + { S} t t + ------------ ( { S} t + qDt { S} t )
2qDt
{ S }t + t

t3
1
= { S } t + { S} t t + --- { S} t t 2 + ------------ ( { S} t + qDt { S} t )
2
6qDt

8.124

e, al tempo t + qDt:

qDt
{ S} t + qDt = { S} t + --------- ( { S} t + qDt + { S} t )
2
q 2 Dt 2
{ S } t + qDt = { S } t + qDt { S} t + --------------- ( { S} t + qDt + 2 { S} t )
6
e, risolvendo rispetto { S} t + qDt e { S} t + qDt in funzione di { S }
:

8.125

t + qDt

6
6
- ( { S } t + qDt { S } t ) --------- { S} t 2 { S} t
{ S} t + qDt = -------------2
2
qDt
q Dt
8.126
3
qDt

{ S } t + qDt = --------- ( { S } t + qDt { S } t ) 2 { S } t --------- { S } t


qDt
2
263

ANALISI DINAMICA

Tab. 8.3 Metodo di Wilson-q - Algoritmo di calcolo


1. CALCOLARE [K], [M], [C]
2. INIZIALIZZARE { S } 0, { S} 0, { S} 0
3. SCEGLIERE IL PASSO DI INTEGRAZIONE D t
4. CALCOLARE
6
c 0 = ---------------- c 1 =
( qDt ) 2
c
c 5 = ---2c6 =
q

c
3
qDt
--------- c 2 = 2c 1 c 3 = --------- c 4 = ---0q
qDt
2
Dt
Dt 2
3
1 --- c 7 = ----- c 8 = --------6
2
q

( q = 1.4 )

[K ] = [ K ] + c 0 [ M ] + c 1 [ C ]

5. FATTORIZZARE
[K ] = [ L ] [ D ] [ L ] T

per t = Dt, 2Dt, , T


6. CALCOLARE IL CARICO EFFICACE
{F } t + qDt = { F } t + q ( { F } t + Dt { F } t )
+ [ M ] ( c 0 { S } t + c 2 { S} t + 2 { S} t ) + [ C ] ( c 1 { S } t + 2 { S} t + c 3 { S} t )

7. RISOLVERE RISPETTO A { S } t + D t
[ L ] [ D ] [ L ] T { S } t + qDt = { F } t + qDt

8. CALCOLARE I VALORI DI SPOSTAMENTO, VELOCIT E ACCELERAZIONE AL TEMPO t + Dt :


{ S} t + Dt = C 4 ( { S } t + qDt { S } t ) + C 5 { S} t + C 6 { S} t
{ S} t + Dt = { S} t + C 7 ( { S} t + Dt + { S} t )
{ S } t + Dt = { S } t + Dt { S} t + C 8 ( { S} t + Dt + 2 { S} t )

264

ANALISI DINAMICA

Lequazione di equilibrio al tempo t + qDt :

[ M ] { S} t + qDt + [ C ] { S} t + qDt + [ K ] { S } t + qDt = { F } t + qDt


{ F } t + qDt = { F } t + q ( { F } t + Dt { F } t )

8.127

Dalla 8.126 si ricava { S } t + qDt , dalla 8.125 si calcola { S} t + qDt ; quindi, posto

t = Dt , dalle 8.122 e 8.123 si ricavano { S } t + Dt, { S} t + Dt, { S} t + Dt .

8.9.4 Metodi impliciti - Metodo di Newmark


Il metodo di Newmark unestensione del metodo dellaccelerazione lineare. Si
assume:

{ S} t + Dt = { S} t + ( ( 1 d ) { S} t + d { S} t + Dt )Dt
1
{ S } t + Dt = { S } t + { S} t Dt + --- a { S} t + a { S} t + Dt Dt 2

8.128

con i parametri a e d da determinare in modo da ottenere precisione e stabilit


nellintegrazione (con a = 1/6 e d = 1/2 si ha il metodo dellaccelerazione lineare;
Newmark propose a = 1/4 e d = 1/2, cio una accelerazione media costante).

Fig. 8.9 Metodo di Newmark.

Le 8.128 sono utilizzate per descrivere { S} t + Dt e { S} t + Dt in funzione di


{ S } t + Dt , che calcolato scrivendo lequazione di equilibrio al tempo t + Dt:

[ M ] { S} t + Dt + [ C ] { S} t + Dt + [ K ] { S } t + Dt = { F } t + Dt

8.129

265

ANALISI DINAMICA

Tab. 8.4 Metodo di Newmark - Algoritmo di calcolo


1. CALCOLARE [K], [M], [C]
2. INIZIALIZZARE { S } 0, { S} 0, { S} 0
3. SCEGLIERE IL PASSO DI INTEGRAZIONE D t ,a ,d
d 0.50

a 0.25 ( 0.5 + d ) 2

4. CALCOLARE
1
d
c 0 = ------------ c 1 = --------aDt
aDt 2

1
c 2 = --------aDt

1
c 3 = ------- 1
2a

Dt d
d
c 4 = --- 1 c 5 = ----- --- 2 c 6 = Dt ( 1 d ) c 7 = dDt
2 a
a
[K ] = [ K ] + c 0 [ M ] + c 1 [ C ]

5. FATTORIZZARE
[K ] = [ L ] [ D ] [ L ] T

per t = Dt, 2Dt, , T


6. CALCOLARE IL CARICO EFFICACE
{F } t + Dt = { F } t + Dt + [ M ] ( c 0 { S } t + c 2 { S} t + c 3 { S} t )
+ [ C ] ( c 1 { S } t + c 4 { S} t + c 5 { S} t )

7. RISOLVERE RISPETTO A { S } t + D t
[ L ] [ D ] [ L ] T { S } t + Dt = {F } t + Dt

8. CALCOLARE I VALORI DI VELOCIT E ACCELERAZIONE AL TEMPO t + Dt


{ S} t + Dt = c 0 ( { S } t + Dt { S } t ) c 2 { S} t c 3 { S} t
{ S} t + Dt = { S} t + c 6 { S} t + c 7 { S} t + Dt

266

ANALISI DINAMICA

ESEMPIO 8.3

Calcolare la risposta del sistema:


s+ s = 0

8.130

con s 0 = 1 e s0 = 0 , utilizzando i metodi delle differenze centrali, Houbolt,


Wilson e Newmark. Confrontare i risultati numerici con la soluzione analitica.
Le tabelle 8.5, 8.6, 8.7 illustrano i risultati ottenuti con i diversi metodi di
integrazione, utilizzando rispettivamente un passo di integrazione Dt pari a
0.5, 1, 2.5.

Tab. 8.5 Soluzione del sistema dellesempio 8.1, Dt = 0.5

t
0
0.5
1.0
1.5
2.0
2.5
3.0
4.0
5.0
6.0
7.0
7.5
8.0
9.0
10.0

SOLUZIONE
ANALITICA

1.000
0.878
0.540
0.071
0.416
0.801
0.990
0.654
0.284
0.960
0.754
0.347
0.146
0.911
0.839

NEWMARK

1.000
0.882
0.557
0.101
0.379
0.770
0.980
0.712
0.186
0.920
0.839
0.484
0.015
0.822
0.931

WILSON

1.000
0.882
0.561
0.114
0.355
-0.741
0.956
0.738
0.103
0.844
0.858
0.563
0.144
0.680
0.916

HOUBOLT

1.000
0.875
0.531
0.069
0.401
0.779
0.987
0.784
0.006
0.743
0.865
0.655
0.317
0.440
0.814

DIFFERENZE
CENTRALI

1.000
0.875
0.531
0.055
0.436
0.817
0.994
0.621
0.335
0.976
0.703
0.270
0.230
0.947
0.776

267

ANALISI DINAMICA

Tab. 8.6 Soluzione del sistema dellesempio 8.1, Dt = 1.0

SOLUZIONE
ANALITICA

0
1.0
2.0
3.0
4.0
5.0
6.0
7.0
8.0
9.0
10.0

1.000
0.540
0.416
0.990
0.654
0.284
0.960
0.754
0.146
0.911
0.839

NEWMARK

1.000
0.600
0.280
0.936
0.843
0.076
0.752
0.979
0.422
0.472
0.989

WILSON

1.000
0.588
0.261
0.883
0.846
0.215
0.526
0.849
0.553
0.114
0.658

HOUBOLT

1.000
0.500
0.500
1.167
1.111
0.463
0.321
0.782
0.721
0.266
0.257

DIFFERENZE
CENTRALI

1.000
0.500
0.500
1.000
0.500
0.500
1.000
0.500
0.500
1.000
0.500

Tab. 8.7 Soluzione del sistema dellesempio 8.1, Dt = 2.5

SOLUZIONE
ANALITICA

0
2.5
5.0
7.5
10.0

1.000
0.801
0.284
0.347
0.839

NEWMARK

1.000
0.220
0.904
0.616
0.633

WILSON

1.000
0.627
1.022
0.450
0.602

HOUBOLT

1.000
0.904
0.636
0.945
0.155

DIFFERENZE
CENTRALI

1.00
2.13
8.03
32.0
128

Le figure 8.10 e 8.11 illustrano la risposta del sistema ottenuta analiticamente e con i diversi metodi di integrazione, utilizzando rispettivamente un
passo di integrazione Dt pari a 0.5 e 2.5.

268

ANALISI DINAMICA

Fig. 8.10 Risposta del sistema dellesempio 8.1, passo di integrazione Dt = 0.5 .

Fig. 8.11 Risposta del sistema dellesempio 8.1, passo di integrazione Dt = 2.5 .

269

ANALISI DINAMICA

La figura 8.12 illustra invece la risposta del sistema ottenuta utilizzando rapporto passo-periodo Dt T = 0.01 . In questultimo caso, con un passo di
integrazione relativamente piccolo, i diversi metodi forniscono risultati che si
confondono con quelli analitici. Utilizzando un passo pi elevato, pari a
Dt = 0.5 , ( Dt T = 0.08 ), (fig. 8.10) il metodo delle differenze centrali e
quello di Newmark forniscono ancora buoni risultati, mentre si ha un incremento del periodo ed una diminuzione dellampiezza per la riposte ottenute
con i metodi di Wilson e di Houbolt: i due metodi introducono uno smorzamento artificiale (numerico) e questo fenomeno aumenta con laumentare del
passo di integrazione; rispetto al metodo di Houbolt, il metodo di Wilson provoca un minor allungamento del periodo ed una minore diminuzione
dellampiezza.
Luso di un passo di integrazione ancora pi grande ( Dt = 2.5 , pari a
Dt T = 0.4 ), (fig. 8.11), rende il metodo delle differenze centrali instabile,
fornendo risultati del tutto errati, con valori crescenti nel tempo.

Fig. 8.12 Risposta del sistema dellesempio 8.1, passo di integrazione Dt = 0.01 .

ESEMPIO 8.4

Calcolare la risposta del sistema:


s+ ks = f

270

8.131

ANALISI DINAMICA

con s 0 = 0 e s0 = 0 , utilizzando i metodi delle differenze centrali, Houbolt,


Wilson e Newmark. Confrontare i risultati ottenuti con passi di integrazione
Dt pari a 0.05, e 0.1 con la soluzione analitica:
f
s = -- ( 1 cos ( kt ) )
k

8.132

Le tabelle 8.8 e 8.9, illustrano la risposta del sistema ottenuta con i diversi
metodi di integrazione, rispettivamente per un passo di integrazione Dt pari
a 0.05 e 0.1.

Tab. 8.8 Soluzione del sistema dellesempio 8.2, Dt = 0.05

t
0
0.05
0.10
0.15
0.20
0.25
0.30
0.35
0.40
0.45
0.50
0.55
0.60

SOLUZIONE
ANALITICA

0
0.124
0.480
1.023
1.688
2.391
3.046
3.572
3.903
3.998
3.847
3.467
2.905

NEWMARK

0
0.121
0.470
1.005
1.660
2.356
3.009
3.540
3.884
4.000
3.873
3.520
2.982

WILSON

0
0.122
0.468
0.996
1.643
2.330
2.976
3.506
3.856
3.985
3.879
3.550
3.039

HOUBOLT

0
0.125
0.484
1.022
1.670
2.350
2.986
3.504
3.849
3.984
3.894
3.593
3.116

DIFFERENZE
CENTRALI

0
0.125
0.484
1.033
1.703
2.410
3.065
3.588
3.912
3.997
3.832
3.439
2.865

Tab. 8.9 Soluzione del sistema dellesempio 8.2, Dt = 0.05

t
0
0.10
0.20
0.30
0.40
0.50
0.60

SOLUZIONE
ANALITICA

0
0.480
1.688
3.046
3.903
3.847
2.905

NEWMARK

0
0.444
1.580
2.903
3.824
3.934
3.185

WILSON

0
0.450
1.561
2.835
3.737
3.902
3.280

HOUBOLT

0
0.500
1.750
3.100
4.000
4.140
3.520

DIFFERENZE
CENTRALI

0
0.500
1.750
3.125
3.938
3.781
2.734

271

ANALISI DINAMICA

Fig. 8.13 Risposta del sistema dellesempio 8.2, passo di integrazione Dt = 0.05 .
Le figure 8.13, 8.14, illustrano landamento della risposta del sistema con i
diversi metodi di integrazione.

Fig. 8.14 Risposta del sistema dellesempio 8.2, passo di integrazione Dt = 0.1 .
272

ANALISI DINAMICA

8.10 STABILIT E PRECISIONE DEI METODI DI INTEGRAZIONE DIRETTA


Per stabilit si intende la condizione per cui un piccolo errore ad un passo temporale determina errori cumulativi pi piccoli ai passi successivi. Precisione la
condizione per cui la soluzione, per metodi incondizionatamente stabili o,
rispettando il limite di stabilit, anche per metodi condizionatamente stabili, pur
essendo stabile, converge alla soluzione esatta.
Le considerazioni che si possono fare sullintegrazione diretta sono pi evidenti
se trasferite alla soluzione delle equazioni disaccoppiate (un solo grado di libert
per equazione), che come dire fare la sovrapposizione modale non utilizzando
lintegrale di Duhamel, ma gli algoritmi classici dellintegrazione diretta. Ci si
riferisce quindi allequazione:

x + 2xwx + w 2 x = f

8.133

Stabilit e precisione sono caratteristiche dellanalisi dipendenti da Dt, x, w.


Detto T il periodo della vibrazione libera non smorzata, il problema quindi
quello di valutare anche gli errori di integrazione in funzione di Dt/T, del rapporto di smorzamento critico x e del carico applicato f, in termini di distribuzione spaziale e temporale.
Integrare con precisione tutte le n equazioni (disaccoppiate) richiede ladozione
di un passo di integrazione Dt minore del pi piccolo periodo Ti del sistema
(Tn ), si pu stimare che Dt @ Tn 10 . In molte analisi la risposta data principalmente solo da alcuni modi di vibrare, inoltre scarsamente giustificato includere i modi pi alti, perch poco approssimati. Generalmente sono sufficienti i
primi p modi di vibrare, dove p generalmente determinato dalla distribuzione
spaziale e dal contenuto in frequenza del carico f. Si pu adottare allora
Dt @ Tp 10 .
8.10.1 Operatori di approssimazione e di carico
Data lequazione 8.133, si suppone di conoscere la soluzione ai tempi 0, Dt, 2Dt,
3Dt,..., t Dt, t e di voler calcolare la soluzione a t+Dt. In questo caso si pu stabilire una relazione del tipo:

{ x } t + Dt = [ A ] { x } t + { L }f t + v

8.134

con [ A ] operatore di approssimazione e { L } operatore di carico, dipendenti


dallo schema di integrazione prescelto, e ft+v il carico al tempo t+v, con v, a
seconda del metodo di integrazione scelto, pari a 0, Dt o qDt.
In generale, al tempo t+nDt, applicando ricursivamente la 8.134, si ha:

{ x } t + nDt = [ A ] n { x } t + [ A ] n 1 { L }f t + v + [ A ] n 2 { L }f t + Dt + v +
+ [ A ] { L }f t + ( n 1 )Dt + v

8.135

273

ANALISI DINAMICA

Come varia la risposta al variare del passo di integrazione, o meglio del suo rapporto rispetto al periodo di vibrazione Dt /T ? La stabilit determinata attraverso lesame del comportamento della soluzione numerica 8.135 per condizioni
iniziali arbitrarie. Con carico nullo si ha:

{ x } t + nDt = [ A ] n { x } t

8.136

Occorre quindi fare una analisi di stabilit della 8.136 per i diversi metodi di
integrazione.
Decomposizione spettrale di [A]n

La decomposizione spettrale della matrice [ A ] :

[ A ] n = [ P ] [ J ] n [ P ] 1

8.137

con [ P ] matrice degli autovettori di [ A ] e [ J ] forma Jordan di [ A ], con gli


autovalori li di [A] sulla diagonale principale.
Sia r([ A ]) il raggio spettrale di [ A]:

r([ A ]) = max( l i )

i = 1, 2, , n

8.138

Si pu dimostrare che:

[ J ]n
limitata per
se e solo se
r([ A ]) 1

8.139

La 8.139 definisce il criterio di stabilit. Inoltre pi piccolo il raggio spettrale


r([ A ]), pi rapida la convergenza. La stabilit del metodo dipende quindi
dalloperatore di approssimazione.
8.10.2 Metodo delle differenze centrali
Il metodo delle differenze centrali caratterizzato dalle seguenti equazioni:

xt + 2xwxt + w 2 x t = f t
1
xt = -------2- ( x t Dt 2x t + x t + Dt )
Dt
1
xt = --------- ( x t Dt + x t + Dt )
2Dt
Sostituendo nella prima e risolvendo per x t + Dt si ottiene:

274

8.140

ANALISI DINAMICA

2 w 2 Dt 2
1 xwDt
Dt 2
x t + Dt = ------------------------ x t ---------------------- x t Dt + ---------------------- f t
1 + xwDt
1 + xwDt
1 + xwDt

8.141

che si pu riscrivere in forma matriciale come:

2 w 2 Dt 2 1 xwDt
x t + Dt
------------------------ ---------------------
= 1 + xwDt 1 + xwDt
xt
1
0

Dt 2
x t ----------------------

+ 1 + xwDt f t

x t Dt
0

8.142

e:

2 w 2 Dt 2 1 xwDt
---------------------[ A ] = -----------------------1 + xwDt 1 + xwDt
1
0
Dt 2
----------------------
{ L } = 1 + xwDt

8.143

8.10.3 Metodo di Houbolt


Il metodo di Houbolt caratterizzato dalle seguenti equazioni:

xt + Dt + 2xwxt + Dt + w 2 x t + Dt = f t + Dt
1
xt + Dt = -------2- ( 2x t + Dt 5x t + 4x t Dt x t 2Dt )
Dt
1
xt + Dt = --------- ( 11x t + Dt 18x t + 9x t Dt 2x t 2Dt )
6Dt

8.144

Sostituendo nella prima e risolvendo per x t + Dt si ottiene:

x t + Dt
xt

x t = [ A ] x t Dt + { L } f t + Dt

x t Dt
x t 2Dt

8.145

con:

275

ANALISI DINAMICA

b
2c
b
5b
c 4 --------------c ----------------------------+
6
+
3
+
-----2 Dt 2
w 2 Dt 2
w 2 Dt 2 3
w
[A] =
1
0
0
0
1
0
b
-----2-
w
{L} =
0
0

8.146

2
11x
b = --------------+ ------------- + 1
w 2 Dt 2 3wDt

xb
c = --------wDt

8.10.4 Metodo di Wilson - q


Il metodo di Wilson - q caratterizzato dalle seguenti equazioni:

t
xt + t = xt + ( xt + Dt xt ) ----Dt
t2
xt + t = xt + xt t + ( xt + Dt xt ) --------2Dt

8.147

1
t3
x t + t = x t + xt t + --- xt t 2 + ( xt + Dt xt ) --------2
6Dt
al tempo t + Dt, ponendo t = Dt si ha:

Dt
xt + Dt = xt + ( xt + Dt + xt ) ----2
x t + Dt

Dt 2
= x t + ( 2xt + xt + Dt ) -------6

8.148

Ricordando che nel metodo di Wilson - q lequazione di equilibrio valutata al


tempo t + qDt:

xt + qDt + 2xwxt + qDt + w 2 x t + qDt = f t + qDt

8.149

Sostituendo le 8.146 scritta al tempo t = qDt nella 8.148, risolvendo per la sola
incognita xt + Dt e sostituendo successivamente nelle 8.147, si ottiene la relazione:

276

ANALISI DINAMICA

xt + Dt
xt


xt + Dt = [ A ] xt + { L } f t + qDt


x t + Dt
xt

8.150

con:

[A] =

bq 2 1
1 --------- --- c q
3
q

1
----- ( bq 2 c )
Dt

1 bq 2 c q
Dt 1 ------ --------- ------

6
2
2q

1
-------- ( b )
Dt 2

bq
1 ------ c
2

1 b
----- ---
Dt 2

1 1 bq 2 c q
Dt 2 --- ------ --------- ------
2 6q 18
6

bq c
Dt 1 ------ ---

6 3

b
1 --6

b
--------------w 2 Dt 2

b
--------------{L} = 2
2w Dt
b
----------
6w 2

8.151

xq 2 q 3 1
q
b = ---------------- + ---------- + -----
w 2 Dt 2 wDt 6
xb
c = ---------wDt

8.10.5 Metodo di Newmark


Lequazione di equilibrio valutata al tempo t + Dt:

xt + Dt + 2xwxt + Dt + w 2 x t + Dt = f t + Dt

8.152

con velocit e spostamenti valutati a t + Dt come:

xt + Dt = xt + [ ( 1 d )xt + dxt + Dt ]Dt


1
x t + Dt = x t + xt Dt + --- a xt + axt + Dt Dt 2
2

8.153

Sostituendo le 8.153 nella 8.152, si ottiene la relazione:

xt + Dt
xt


xt + Dt = [ A ] xt + { L } f t + qDt


x t + Dt
xt

8.154

con:

277

ANALISI DINAMICA

[A] =

1
--- a b 2 ( 1 d ) c
2

1
----- ( b 2 c )
Dt

1
--------- ( b )
Dt 2

1
Dt 1 d --- a db 2 ( 1 d )d c
2

1 bd 2d c

1
----- ( bd )
Dt

1
1
Dt 2 --- a --- a ab 2 ( 1 d )a c
2

Dt ( 1 ab 2a c )

1 ab

b
--------------w 2 Dt 2

bd
-----------{L} = 2
w Dt
ab
-------
w2

8.155

1
2x
1
b = ---------------- + ---------- + a
w 2 Dt 2 wDt

xb
c = ---------wDt

8.10.6 Analisi di stabilit


Con il metodo delle differenze centrali, ad esempio, assumendo nullo lo smorzamento, si ha:
2
2
[ A ] = 2 w Dt
1

1
0

8.156

il polinomio caratteristico

l 2 ( 2 w 2 Dt 2 )l + 1 = 0

8.157

e gli autovalori sono:

l 1, 2

Dt 2
Dt 2 2
2 4p 2 ----- 2 4p 2 -----
4
T
T
= -------------------------------------------------------------------------------------------2

8.158

e il raggio spettrale di [ A]:

r([ A ]) = max ( l i ) 1

per

Dt 1
----- --T p

8.159

Allo stesso modo per gli altri metodi si pu ricavare un grafico di r([A]) in funzione di Dt /T (fig. 8.15).
Per il metodo di Wilson - q si pu valutare r([A]) in funzione di q e ottenere il
risultato illustrato in fig. 8.16, per il metodo di Newmark si possono variare a e d
e scoprire che il metodo incondizionatamente stabile se:

d 0.5
278

a 0.25 ( d + 0.5 ) 2

8.160

ANALISI DINAMICA

per motivi di precisione si preferisce per usare valori di a e d di poco maggiore a


a = 0.25 e d = 0.5.

Fig. 8.15 Raggio spettrale delloperatore di approssimazione x = 0 .

Fig. 8.16 Raggio spettrale in funzione di q per il metodo di Wilson- q.

279

ANALISI DINAMICA

8.10.7 Analisi di precisione


In un metodo incondizionatamente stabile (ma, rispettando il limite di stabilit,
anche in uno condizionatamente stabile) il passo (time step) Dt deve essere dunque scelto sulla base della precisione ottenibile.

Fig. 8.17 Errori di precisione.

Generalmente gli errori nel processo di integrazione nel tempo si riscontrano in


termini di allungamento del periodo e di decadimento dellampiezza in una
tipica risposta sinusoidale non smorzata (fig. 8.17).
Integrando ad esempio x + w 2 x = 0 (risposta x = cos wt ) si ottengono le
curve illustrate in figura 8.18.
Le curve mostrano che, in generale, le integrazioni sono accurate quando tutto
avviene Dt /T < 0.01. Il metodo di Wilson - q introduce meno decadimento di
ampiezza ed allungamento del periodo (con q = 1.4) di quanto non faccia Houbolt. Il metodo di Newmark con d = 1/2 e a = 1/4 non introduce alcun decadimento di ampiezza.
I metodi che provocano il decadimento dellampiezza di fatto filtrano le alte frequenze, come si fa con la sovrapposizione modale. Poich a regime la struttura
vibra con la frequenza della funzione forzante, nella scelta di Dt bisogna tener
conto anche di questa.
Fattore importante nella scelta di un appropriato modello agli elementi finiti il
fatto che solo i modi a frequenza pi bassa (o solo pochi modi intermedi) di un
sistema fisico saranno eccitati dai carichi applicati: il modello deve ben rappresentare questi modi e il Dt deve essere appropriato.
280

ANALISI DINAMICA

19.0

19.0
Houbolt

15.0

11.0

Wilson-q
q = 1.4

D.A. x 100%

D.A. x 100%

11.0

Houbolt

15.0

7.0
5.0

7.0
Wilson-q
q = 1.4

5.0
3.0

3.0
Newmark
1
1
d = ---, a = --2
4

1.0
0.02

0.06 0.10 0.14 0.18


Dt/T

1.0
0.02

0.06 0.10 0.14 0.18


Dt/T

Fig. 8.18 Errore di precisione per i vari metodi di integrazione.

Loperatore di Newmark e gli altri metodi impliciti in genere deprimono le frequenze e quindi si adattano bene a matrici a massa distribuita (frequenze esaltate). Il metodo delle differenze centrali esalta le frequenze e pu compensare gli
errori dei modelli a masse concentrate (frequenze depresse).
Quando si integra con non linearit occorre ricordare che siccome cambiano le
matrici Dt pu e deve cambiare.

281

9. APPENDICI

9.1 RICHIAMI DI CALCOLO MATRICIALE


9.1.1 Definizione di matrice
Una matrice una tabella ordinata di elementi, disposti secondo righe e colonne,
che obbedisce a ben determinate regole algebriche. In generale una matrice consiste di n x m numeri disposti in n righe e m colonne, e viene indicata da una lettera maiuscola racchiusa tra parentesi quadre:

a 11 a 12 a 1j a 1m
a 21 a 22 a 2j a 2m
[A] =


a i1 a i2 a ij a im

9.1


a n1 a n2 a nj a nm
dove [A] una matrice avente n righe e m colonne o, pi semplicemente, una
matrice n x m, e aij (i = 1, n; j = 1, m) sono gli elementi della matrice.
Gli elementi di una matrice possono essere quantit scalari, numeri complessi,
simboli, o altre matrici, nel qual caso queste ultime sono chiamate sottomatrici.Le posizioni degli elementi di una matrice sono individuate da due pedici
indicanti la riga e la colonna di appartenenza; ad esempio lelemento aij si trover nella posizione individuata dallintersezione della riga i e della colonna j.
Quando la matrice formata da una sola riga di elementi ( n = 1) verr detta
matrice riga, mentre se formata da una sola colonna di elementi (m = 1) verr
detta matrice colonna o pi semplicemente vettore.
Due matrici sono uguali se gli elementi corrispondenti sono uguali, se:
283

APPENDICI

[A] = [B]

9.2

allora:

( i = 1, n ;

a ij = b ij

j = 1, m )

9.3

Da notare che condizione necessaria affinch due matrici siano uguali che
abbiano lo stesso numero di righe e colonne.
Quando in una matrice il numero di righe uguale al numero delle colonne
(n = m) essa chiamata matrice quadrata. In una matrice quadrata la linea diagonale individuata dagli elementi con pedici uguali ( a11, a12 , ..., aii , ..., ann )
chiamata diagonale principale. Una matrice quadrata in cui solo gli elementi
sulla diagonale principale sono diversi da zero chiamata matrice diagonale:

a 11 0 0 0
0 a 22 0 0
[A] =


0 0 a ij 0

9.4


0 0 0 a nm
Una matrice diagonale in cui tutti gli elementi sono uguali allunit chiamata
matrice unitaria o matrice identit, ed rappresentata dalla lettera I :

1
0
[I] =
0

0
1

0
0

0
0

9.5

Una matrice quadrata in cui tutti gli elementi al di sotto della diagonale principale sono uguali a zero chiamata matrice triangolare superiore, ed rappresentata dalla lettera U:

284

APPENDICI

u 11 u 12 u 1j u 1m
0 u 22 u 2j u 2m

0 0 u ij u im

[U ] =

9.6


0 0 0 u nm
Analogamente una matrice quadrata in cui tutti gli elementi al di sopra della diagonale principale sono uguali a zero chiamata matrice triangolare inferiore, ed
rappresentata dalla lettera L:

l 11 0 0 0
l 21 l 22 0 0
[L] =
l i1 l i2 l ij 0

9.7


l n1 l n2 l nj l nm
T

Si definisce trasposta della matrice [ A ] la matrice [ A ] ottenuta scambiando le

righe e le colonne della matrice [ A ] :

a 11 a 21 a i1 a n1
a 12 a 22 a i2 a n2

a 1j a 2j a ij a nj

[A] =

9.8


a 1m a 2m a im a nm
Se, data una matrice quadrata [ A ]:

[ A ] = [ A ]T

9.9

allora:

a ij = a ji

9.10

285

APPENDICI

e la matrice [ A ] chiamata matrice simmetrica.


Nel calcolo strutturale con lapplicazione dellanalisi matriciale assumono una
grande importanza le matrici simmetriche a banda. Matrice banda significa che
tutti gli elementi al di fuori dellampiezza di banda sono uguali a zero. Indicando
con [ K ] una matrice banda simmetrica, :

( j > i + mk )

k ij = 0

9.11

dove 2m k + 1 lampiezza di banda della matrice [ K ] e mk la semiampiezza


di banda:

k 11 k 12 k 13 0
[K] =

k 21 k 22 k 23 k 24 0

k 31 k 32 k 33 k 34 k 35 0

9.12

0 k 42 k 43 k 44 k 45 k 46
0

0 k 53 k 54 k 55 k 56

diagonale principale

0 k 64 k 65 k 66 semiampiezza di banda

9.1.2 Addizione e sottrazione di matrici


Due matrici [ A ] e [ B ] possono essere sommate se e solo se hanno lo stesso
numero di righe e di colonne; la matrice [C ] risultante dalloperazione sulle precedenti, avr lo stesso numero di righe e di colonne di [ A] e [ B ].

[C ] = [A] + [B]

9.13

La somma delle matrici eseguita sommando gli elementi corrispondenti:

c ij = a ij + b ij

( i = 1, n ;

j = 1, m )

9.14

La somma di matrici gode della propriet commutativa ed associativa:

[A] + [B] = [B] + [A]


[A] + [B] + [C ] = ([A] + [B]) + [C ] = [A] + ([B] + [C ])

9.15
9.16

9.1.3 Moltiplicazione di una matrice per uno scalare


Una matrice [ A ] moltiplicata per uno scalare k moltiplicando ciascun elemento della matrice per lo scalare k:

[C ] = k [A]
286

9.17

APPENDICI

dove:

c ij = k a ij

( i = 1, n ;

j = 1, m )

9.18

9.1.4 Moltiplicazione di matrici


Il prodotto di due matrici [ A ] e [ B ]:

[C ] = [A] [B]

9.19

definito se e solo se il numero di colonne della matrice [ A] che premoltiplica


uguale al numero di righe della matrice [ B ] che postmoltiplica; la matrice [C ]
risultante avr il numero di righe uguale a quello della matrice [ A] e il numero
di colonne uguale a quello della matrice [ B ]. Se la matrice [ A] ha ordine p x n e
la matrice [ A ] n x q, la matrice [ A] avr ordine p x q e i suoi elementi sono ricavati come:
n

c ij =

aik bkj

( i = 1, p ;

j = 1, q )

9.20

k=1

cio il generico elemento cij della matrice [C ] dato dalla somma di prodotti
degli elementi della riga i della matrice [A] e dei corrispondenti elementi della
colonna j della matrice [B ].
Una forma mnemonica per eseguire il prodotto tra due matrici pu essere la
seguente: si dispone il alto a sinistra il primo fattore del prodotto, la matrice [ A],
e in basso a destra il secondo fattore, la matrice [ B ], in modo da lasciare angolarmente fra le due lo spazio per la matrice risultante [C ].

a 11 a 12 a 1n
a 21 a 22 a 1n

a i1 a i2 a in

c ij


a p1 a p2 a pn
b 11 b 12 b 1j b 1q
b 21 b 22 b 2j b 2q

b n1 b n2 b nj b nq
287

APPENDICI

Lelemento cij quindi ottenuto individuando la riga i e la colonna j che si incrociano in corrispondenza di esso, e calcolando la somma dei prodotti degli elementi.
Un caso particolare del prodotto di matrici il prodotto tra una matrice [ A] e un
vettore { x }: applicando la regola del prodotto si trover che il risultato un vettore dello stesso ordine di { x }.

[A] {x} = {B}

9.21

Il prodotto tra matrici non commutativo:

[A] [B] [B] [A]

9.22

Esso gode invece della propriet associativa:

[A] [B] [C ] = ([A] [B]) [C ] = [A] ([B] [C ])

9.23

e distributiva:

([A] + [B]) [C ] = [A] [C ] + [B] [C ]

9.24

9.1.5 Differenziazione di una matrice


Indicando con [ A] una matrice n x m, tale che ogni suo elemento una funzione
di variabili indipendenti x e y, la derivata parziale di [ A] rispetto a x una
matrice [ B ] n x m:

[A] = [B]
x

9.25

i cui elementi sono calcolati come:

b ij =

a ij
x

( i = 1, n ;

j = 1, m )

9.26

9.1.6 Differenziazione di una espressione matriciale


Valgono tutte le regole per la differenziazione delle ordinarie espressioni algebriche; in particolare per il prodotto, bisogna mantenere lordine del prodotto:

( [ A ] [ B ] ) = [ A ] [ B ] + [ A ] [ B ]
x
x
x

9.27

9.1.7 Integrazione di matrici


Indicando con [ A] una matrice n x m, tale che ogni suo elemento una funzione
continua di x, lintegrale di [ A] rispetto in dx una matrice [ B ] n x m:
288

APPENDICI

[B ] =

[ A ] dx

9.28

i cui elementi sono calcolati come:

b ij =

aij dx

( i = 1, n ;

j = 1, m )

9.29

9.1.8 Inversione di matrici


Loperazione di inversione definita solo per matrici quadrate non singolari, cio
per matrici quadrate in cui una delle righe (colonne) non sia combinazione lineare delle altre righe (colonne). Questultima ipotesi viene tradotta nel fatto che il
determinante della matrice non sia nullo. Assumendo che linversa della matrice
[ A] esista, essa viene indicata con [ A]-1 ed tale che:

[ A ] [ A ] 1 = [ I ]

oppure

[ A ] 1 [ A ] = [ I ]

9.30

Non rientra nei compiti di questa breve riepilogo descrivere come eseguire
linversione di una matrice, esistono a tale scopo diversi algoritmi che permettono di risolvere questo problema. Loperazione di inversione permette formalmente di risolvere il sistema di equazioni:

[A] {x} = {B}

9.31

premoltiplicando entrambi i membri per [ A]-1:

[ A ] 1 [ A ] { x } = [ A ] 1 { B }

9.32

e notando che:

[ A ] [ A ] 1 = [ I ]

9.33

si ha che:

{ x } = [ A ] 1 { B }

9.34

Si tenga per ben presente che, nel calcolo numerico, gli algoritmi per la soluzione di sistemi lineari non utilizzano linversione della matrice dei coefficienti,
n calcolano comunque la matrice inversa, ma seguono procedimenti pi efficienti e rapidi.

9.2 INTEGRAZIONE NUMERICA


Si visto che nel calcolo della matrice di rigidezza di un elemento, ed in special
modo nella formulazione isoparametrica, si deve ricorrere ad una valutazione

289

APPENDICI

numerica degli integrali in oggetto; nei casi mono-, bi- e tri-dimensionale si ha


rispettivamente:
mi

l f (x) dx = i= 1wi f (xi ) + e


mi

9.35

mj

Af (x ,y) dx dy = i= 1 j= 1wi wj f ( xi ,yj ) + e


mi

mj

9.36

mk

Vf (x ,y ,z) dx dy dz = i= 1 j= 1 k= 1wi wj wk f ( xi ,yj ,zk ) + e

9.37

dove wi , wj , wk sono i coefficienti ponderali, f (xi ), f (xi , yj ), f (xi , yj , zk ) sono i


valori delle funzioni integrande negli specifici punti xi, xi , yj, xi, yj , zk ed e rappresenta l'errore che si commette valutando numericamente l'integrale.
Soffermandosi per semplicit di rappresentazione al caso monodimensionale,
l'integrazione di f (x) in dx basata essenzialmente sul determinare un polinomio
g (x) passante per dati valori di f (x) e quindi calcolare l'integrale di g (x) in dx
come valore approssimato di

f ( x ) dx .

La determinazione di g(x) viene convenientemente effettuata mediante interpolazione lagrangiana:


m

g (x) =

f ( xi ) li (x)

9.38

i=1

ove xi il generico punto di campionamento della funzione f (x), li (x) il generico polinomio di Lagrange, g (x) il polinomio interpolatore, ovviamente di
grado m 1.
Sostanzialmente i metodi di integrazione numerica utilizzati sono due: il metodo
di Newton-Cotes ed il metodo di Gauss, altrimenti detto anche metodo di
Gauss-Legendre.
9.2.1 Metodo di Newton-Cotes
Si assume che la posizione dei punti campione sia nota a priori e che siano equidistanti; ponendo:

a = x1

290

b = xm

ba
h = -----------n1

9.39

APPENDICI

l'i-esimo punto avr coordinata:

x i = x 1 + ( i 1 )h

9.40

Si ricorda che:
m

f ( x ) dx = i= 1wi f ( xi ) + e

9.41

Le uniche incognite da determinare per la soluzione dell'integrale sono i coefficienti ponderali wi. Questi vengono calcolati da:
b

f (x) dx =

ag (x) dx + e

9.42

ed esplicitando la g(x):
m

af (x) dx = i= 1li (x) dx f ( xi ) + e

9.43

con:

"( k i )

( x xk )

l i (x) = ---------------------------------- ( xi xk )

9.44

"( k i )

ovvero:
m

af (x) dx = ( b a ) i= 1wi f (xi ) + e

9.45

e:
b

wi =

ali (x) dx

9.46

dove wi sono le costanti di Newton-Cotes per l'integrazione numerica con m


punti di campionamento ed e l'errore commesso nel valutare l'integrale, errore
dell'ordine di h m. Le costanti di Newton-Cotes per m da 1 a 7 sono riportate
dalla tabella 9.1.

291

APPENDICI

da notare che se m sono i punti di campionamento il polinomio interpolatore


g(x), con cui si approssima l'integrale, sar di grado m 1. Ne consegue che con
m punti di campionamento si integra esattamente una funzione di grado m 1.
Tab. 9.1 Ascisse e pesi ponderali secondo il metodo di Newton-Cotes
m

wi

1
--2

1
--2

1
--6

4
--6

1
--6

1
--8

3
--8

3
--8

1
--8

7
-----90

32
-----90

12
-----90

32
-----90

7
-----90

19
--------288

75
--------288

50
--------288

50
--------288

75
--------288

19
--------288

41
--------840

216
--------840

27
--------840

272
--------840

27
--------840

216
--------840

41
--------840

Si nota che m = 2 rappresenta la regola del trapezio, mentre il caso m = 3 la


regola di Simpson.
9.2.2 Metodo di Gauss-Legendre
A differenza del metodo di Newton, nel metodo di Gauss sono incogniti sia i
coefficienti ponderali wi che i punti di campionamento xi.
Si hanno cio 2m variabili, per cui la funzione f (x) potr essere approssimata da
un polinomio g (x) di grado 2m 1. Ne segue che con m punti di campionamento si integra esattamente una funzione di grado 2m 1.
quindi evidente il vantaggio dell'integrazione con il metodo di Gauss rispetto
al metodo di Newton in quanto, a parit di approssimazione dell'integrale, sufficiente un numero inferiore di punti di campionamento e di conseguenza un
numero inferiore di valutazioni della funzione f (x), con evidente diminuzione
dei tempi di calcolo.
Per sintetizzare il procedimento seguito dal metodo di Gauss per la determinazione dei punti di campionamento e dei corrispondenti pesi ponderali, si pu
partire dall'interpolazione di Lagrange, nella quale per le ascisse xi sono incognite. Si definisce poi un polinomio:

292

APPENDICI

P (x) = ( x x 1 ) ( x x 2 ) ( x x m )

9.47

dove x1, x2, ..., xm sono gli stessi punti dell'interpolazione Lagrangiana.
Si costruisce allora la seguente funzione:
m

f ( xi ) li (x) + P (x) ( ao + a1 x + a2 x 2 + + an 1 x n 1 )

F (x) =

9.48

i=1

di grado 2m 1, e nella quale i termini a partire dal grado m compreso contengano i parametri incogniti ai. Eseguendo l'integrale di ambo i membri si ha:
b

F (x) dx =

i=1

f ( xi )

m1

l i (x) dx +

i=1

a i x i P (x) dx

9.49

Si impone ora che gli m integrali contenenti P(x) siano nulli:


b

ax i P (x) dx = 0

9.50

Occorre perci trovare un insieme di valori di xi e cio x 1* , x 2* , ..., x m* che


rendono ci possibile; la soluzione, che qui si tralascia di analizzare, si ottiene
con l'aiuto dei polinomi di Legendre (motivo per il quale il metodo prende il
nome di Gauss-Legendre).
Nelle ascisse x i* cos determinate, l'integrale della funzione interpolatrice F(x)
vale:
b

F (x) dx =

f ( x i* ) l i (x) dx

i=1

9.51

e l'integrale a destra fornisce i valori dei pesi ponderali.


La tabella 9.2 riassume i valori delle ascisse xi e dei pesi ponderali wi per un
intervallo normalizzato di integrazione 1 x 1 e sino a quattro punti di campionamento.
Le ascisse ed i pesi ponderali per un intervallo generico a b sono:

a+b ba
x i* = ----------- + ----------- x i
2
2
ba
w i* = ----------- wi
2

9.52

293

APPENDICI

Tab. 9.2 Ascisse e pesi ponderali secondo il metodo di Gauss


m

xi

1
------3

0.6

8/9

5/9

wi

4
3 + 4.8
--------------------7

3 4.8
-------------------7

1
30
--- ---------2 36

1
30
--- + ---------2 36

9.2.3 Integrazione per triangoli


Nel caso di elementi triangolari l'integrale della matrice di rigidezza, o delle altre
grandezze caratteristiche, se espresso in termini di coordinate d'area, della
forma:
1

1 1 f (x, h) d x d h

9.53

Se la funzione integranda del tipo:

f (x, h) = x a h b

9.54

l'integrale pu essere calcolato abbastanza semplicemente:


1

1 1 ( xa hb ) d x d h

a!b!
= ---------------------------( 2 + a + b )!

9.55

In altri casi si deve ricorrere all'integrazione numerica. La tabella 9.3 fornisce le


ascisse (fig. 9.1) ed i pesi ponderali secondo il metodo di Hammer.

Fig. 9.1 Punti di integrazione per elemento triangolare.

294

APPENDICI

Tab. 9.3 Ascisse e pesi ponderali per integrazione su triangoli


ORDINE

PUNTI

xi

hi

wi

LINEARE

1
--3

1
--3

1
--2

PARABOLICO

1
--2

1
--2

1
--6

1
--2

1
--2

1
--3

1
--3

1
--5

1
--5

3
--5

1
--5

1
--5

3
--5

CUBICO

27
-----96

25
-----96

295

APPENDICI

9.3 PROGRAMMA DI CALCOLO


Qui di seguito riportato, a titolo di esempio, un programma di calcolo in
MATLAB, per il calcolo, con integrazione numerica, della matrice di rigidezza di
un elemento quadrangolare.
%
%
%
%
%
%
%
%
%
%
%
%
%
%
%
%
%
%
%
%

programma per calcolare la matrice di rigidezza per un elemento


isoparametrico 4 nodi. stato di tensione piano o stato di
deformazione piano, con integrazione numerica differenziata per
la parte flessionale e quella di taglio (normale, sottointegrata,
selettiva)
Definizione delle variabili:
Dati di input:
xc(4,3):
el:
rnu:
rjac(2,2):
rb(3,8):
re(3,3):
rn(4):
der(2,4):
gaussf(2,2):

%
% gausst(2,2):
%
%
%
%
%
%

c1(3):
rk(8,8):
ngausf
ngaust

% detj:
% rh:
%% itip =
% itip =
%% Integr
% Integr
%
nodi = 4;
el = 1;
rnu = .3;

1
2
= 1:
= 2:

xc(1, 1) = -1;
xc(2, 1) = 1;
xc(3, 1) = 1;

296

Coordinate X e Y dei nodi e spessore dell'elemento


Modulo elastico
Coefficiente di Poisson
Matrice Jacobiana
Matrice B
Matrice di rigidezza del materiale
Vettore delle funzioni di forma
Matrice delle derivate delle funzioni di forma
Coordinate e pesi di integrazione (metodo di Gauss)
per la parte di flessione
Coordinate e pesi di integrazione (metodo di Gauss)
per la parte di taglio
Vettore temporaneo
Matrice di rigidezza dell'elemento
numero di punti di integrazione (per la parte di
flessione
numero di punti di integrazione (per la parte di
taglio)
Determinante dello Jacobiano
Spessore nel punto di integrazione
Stato di tensione piano
Stato di deformazione piano
Integrazione normale (2 x 2)
Integrazione ridotta (1 punto)
% n. di nodi dellelemento

% coordinate nodali

APPENDICI

xc(4,
xc(1,
xc(2,
xc(3,
xc(4,
xc(1,
xc(2,
xc(3,
xc(4,

1)
2)
2)
2)
2)
3)
3)
3)
3)

=
=
=
=
=
=
=
=
=

-1;
-1;
-1;
1;
1;
1;
1;
1;
1;

% spessore ai nodi

integr=input ('integr. normale (1), sottointegr. (2) o selettiva (3)');


itip=input ('plane strain (1) o plane stress (2)');
% Coordinate e pesi di integrazione (metodo di Gauss)
[ngausf,ngaust, gaussf,gausst,integr_str]=gauss_p(integr);
% Calcolo della matrice E del materiale
[re,itip_str]=mater(itip, el, rnu);
% Calcolo della matrice di rigidezza
[rk,rkf,rkt]=stiff4(nodi, xc, re, ngausf,ngaust, gaussf,gausst);

function [ngausf,ngaust,gaussf,gausst,integr_str]=gauss_p(integr);
%
% inizializza i punti di integrazione di Gauss, con 1 o 2 punti di GAUSS
%
% funzione:
[ngauss,gauss]=gauss_p(integr)
%
% Parametri di input : - integr - n. punti di integrazione
%
% Parametri di output: - ngausf - n. punti di integrazione (per la
%
parte di flessione
%
- ngaust - n. punti di integrazione (per la
%
parte di taglio)
%
- gaussf - matrice dei punti e dei pesi di
Gauss (flessione)
%
%
- gausst - matrice dei punti e dei pesi di
Gauss (taglio)
%
%
if integr = = 2
ngausf = 1;
ngaust = 1;
gaussf(1, 1) = 0;

297

APPENDICI

gaussf(2, 1) = 2;
gausst(1, 1) = 0;
gausst(2, 1) = 2;
integr_str='Sottointegrazione 1 x 1';
elseif integr = = 3
ngausf = 2;
ngaust = 1;
gaussf(1, 1) = -1 / sqrt(3);
gaussf(1, 2) = -gaussf(1, 1);
gaussf(2, 1) = 1;
gaussf(2, 2) = 1;
gausst(1, 1) = 0;
gausst(2, 1) = 2;
integr_str='Integrazione selettiva 2 x 2 + 1 x 1';
elseif integr = = 1
integr=1;
ngausf = 2;
ngaust = 2;
gaussf(1, 1) = -1 / sqrt(3);
gaussf(1, 2) = -gaussf(1, 1);
gaussf(2, 1) = 1;
gaussf(2, 2) = 1;
gausst(1, 1) = -1 / sqrt(3);
gausst(1, 2) = -gausst(1, 1);
gausst(2, 1) = 1;
gausst(2, 2) = 1;
integr_str='Integrazione normale 2 x 2';
end

function [re,itip_str]=mater(itip, el, rnu);


%
% inizializza la matrice E delle caratteristiche del materiale
%
%
% funzione:
[re,itip_str]=mater(itip, el, rnu)
%
% Parametri di input : - itip - 1 = stato di tensione piano,
%
2 = stato di deformazione piano
%
- el - Modulo elastico
%
- rnu - Modulo di Poisson
%
% Parametri di output: - re - matrice del materiale
%
if itip == 2
ae = el / (1 - rnu ^ 2);
re(1, 1) = ae;
re(1, 2) = rnu * ae;
re(2, 1) = rnu * ae;
re(2, 2) = ae;

298

APPENDICI

re(3, 3) = ae * (1 - rnu) / 2;
itip_str='plane stress';
else
itip=1;
ae = el / ((1 + rnu) * (1 - 2 * rnu));
re(1, 1) = ae * (1 - rnu);
re(1, 2) = rnu * ae;
re(2, 1) = rnu * ae;
re(2, 2) = ae * (1 - rnu);
re(3, 3) = ae * (1 - 2 * rnu) / 2;
itip_str='plane strain';
end

function [rk,rkf,rkt]=stiff4(nodi, xc, re, ngausf,ngaust,


gaussf,gausst);
%
% calcola la matrice di rigidezza di un elemento isoparametrico
% a 4 nodi
% (stato di tensione piano o stato di deformazione piano, con
% integrazione numerica con 1 o 2 punti di Gauss)
%
% funzione:
[rk,rkf,rkt]=stiff4(nodi, xc, re, ngauss,
gaussf,gausst)
%
% Parametri di input : - nodi - n. dei nodi dellelemento
%
- xc - coordinate nodali e spessori nodali
%
- re - matrice del materiale
%
- ngausf - n. di punti di integrazione
%
(flessione)
%
- ngaust - n. di punti di integrazione
(taglio)
%
- gaussf - matrice dei punti e dei pesi di
Gauss (flessione)
%
%
- gausst - matrice dei punti e dei pesi di
Gauss (taglio)
%
%
% Parametri di output: - rk - matrice di rigidezza
%
- rkf - matrice di rigidezza (parte
flessionale)
%
- rkt - matrice di rigidezza parte di taglio
%
rk=zeros(8,8);
rkf=zeros(8,8);
rkt=zeros(8,8);
%
% integrazione parte flessionale
%

299

APPENDICI

for ig = 1 : ngausf;
xg = gaussf(1, ig);
for jg = 1 : ngausf;
yg = gaussf(1, jg);
[rb,detj,rh]=funzione_4(nodi, xg, yg, xc);
w = gaussf(2, ig) * gaussf(2, jg) * rh*detj;
for ia = 1 : 2 * nodi;
for ib = 1 : 2;
c1(ib) = 0;
for ic = 1 : 2;
c1(ib) = c1(ib) + re(ib, ic) * rb(ic, ia);
end
end
for ie1 = ia : 2 * nodi;
s = 0;
for ic = 1 : 2;
s = s + rb(ic, ie1) * c1(ic);
end
rkf(ie1, ia) = rkf(ie1, ia) + s * w;
end
end
end
end
for i = 1 : 8;
for j = i : 8;
rkf(i, j) = rkf(j, i);
end
end
%
% integrazione parte di taglio
%
for ig = 1 : ngaust;
xg = gausst(1, ig);
for jg = 1 : ngaust;
rb=zeros(3,8);
rjac=zeros(2,2);
yg = gausst(1, jg);
[rb,detj,rh]=funzione_4(nodi, xg, yg, xc);
w = gausst(2, ig) * gausst(2, jg) * rh *detj;
for ia = 1 : 2 * nodi;
for ib = 3 : 3;
c1(ib) = 0;
for ic = 3 : 3;
c1(ib) = c1(ib) + re(ib, ic) * rb(ic, ia);
end
end
for ie1 = ia : 2 * nodi;
s = 0;
for ic = 3 : 3;
s = s + rb(ic, ie1) * c1(ic);
end

300

APPENDICI

rkt(ie1, ia) = rkt(ie1, ia) + s * w;


end
end
end
end
for i = 1 : 8;
for j = i : 8;
rkt(i, j) = rkt(j, i);
end
end
for i = 1 : 8;
for j = 1 : 8;
rk(i, j) = rkf(i, j) + rkt(j, i);
end
end

function [rb,detj,rh]=funzione_4(nodi, xg,yg, xc);


%
% calcola le funzioni di forma, le derivate e lo jacobiano di un
% elemento
% isoparametrico a 4 nodi
%
% funzione:
[rb,detj,rh]=funzione_4(nodi, xg,yg, xc)
%
% Parametri di input : - nodi - n. dei nodi dellelemento
%
- xg - x-coord. del punto di integrazione
%
- yg - y-coord. del punto di integrazione
%
- xc - coordinate nodali e spessori nodali
%
% Parametri di output: - rb - matrice di deformazione
%
- detj - determinante dello jacobiano
%
- rh - spessore
%
rh = 0;
rb=zeros(3,8);
rjac=zeros(2,2);
r1 = 1 + xg;
r2 = 1 - xg;
r3 = 1 + yg;
r4 = 1 - yg;
rn(1) = .25 * r2 * r4;
rn(2) = .25 * r1 * r4;
rn(3) = .25 * r1 * r3;
rn(4) = .25 * r2 * r3;
der(1, 1) = -.25 * r4;
der(1, 2) = .25 * r4;
der(1, 3) = .25 * r3;
der(1, 4) = -.25 * r3;
der(2, 1) = -.25 * r2;

301

APPENDICI

der(2, 2) = -.25 * r1;


der(2, 3) = .25 * r1;
der(2, 4) = .25 * r2;
for iz = 1 : nodi;
rjac(1, 1) = rjac(1, 1) + der(1, iz) * xc(iz, 1);
rjac(1, 2) = rjac(1, 2) + der(1, iz) * xc(iz, 2);
rjac(2, 1) = rjac(2, 1) + der(2, iz) * xc(iz, 1);
rjac(2, 2) = rjac(2, 2) + der(2, iz) * xc(iz, 2);
end
detj = rjac(1, 1) * rjac(2, 2) - rjac(2, 1) * rjac(1, 2);
dum = rjac(1, 1) / detj;
rjac(1, 1) = rjac(2, 2) / detj;
rjac(1, 2) = -rjac(1, 2) / detj;
rjac(2, 1) = -rjac(2, 1) / detj;
rjac(2, 2) = dum;
for iz = 1 : nodi;
ih = 2 * iz;
for iu = 1 : 2;
rb(1, ih - 1) = rb(1, ih - 1) + rjac(1, iu) * der(iu, iz);
rb(2, ih) = rb(2, ih) + rjac(2, iu) * der(iu, iz);
rb(3, ih) = rb(3, ih) + rjac(1, iu) * der(iu, iz);
rb(3, ih - 1) = rb(3, ih - 1) + rjac(2, iu) * der(iu, iz);
end
rh = rh + rn(iz) * xc(iz, 3);
end

302

10. BIBLIOGRAFIA

Per ulteriori approfondimenti si riporta qui di seguito una bibliografia essenziale:


1. Irons B., Nigel S., Finite element primer, Horwood, Chichester, 1983 p. 157.
2. Gallagher R. H., Finite element analysis: fundamentals, Prentice-Hall,
Englewood Cliffs, 1975, p. 420.
3. Cook R. D., Malkus D. S., Plesha M. E., Concepts and applications of finite
element analysis - 3rd ed., Wiley, New York, 1989, p. 630.
4. Bathe K. J., Finite element procedures, Prentice-Hall, Englewood Cliffs,
1996, p. 1037.
5. Zienkiewicz O. C., Taylor R.L., The finite element method - 5th ed., ButterworthHeinemann, Oxford, 2000, 3 v. 1, p. 689; 2, p. 459; 3, p. 334.
6. Ross C. T. F., Finite element methods in structural mechanics, Horwood, Chichester, 1985, p. 319.
7. Dhatt G., Touzot G., The finite element method displayed, Wiley, Chichester,
1984.
8. Hinton E., Owen D.R.J., An introduction to finite element computations,
Pineridge, Swansea, 1979, p. 385.
9. Petyt M., Introduction to finite element vibration analysis, Cambridge University Press, Cambridge, 1990, p. 558.

303

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