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Libro Lumaca Def
Libro Lumaca Def
, elaborate
anche collettivamente, ha fornito una chiara visione della
situazione e la possibilit di effettuare sopralluoghi in team
di lavoro ha dato modo di raccogliere riscontri pratici
delle teorie elaborate. I sopralluoghi sono stati tanto pi
efficaci in quanto hanno coinvolto individui che per et,
esperienze professionali, attitudini rispecchiano la compo-
sizione sociale della popolazione locale di soggetti interes-
sati all'avviamento delle attivit di intrapresa previste dal
progetto.
Flessibilit. stata una delle chiavi pi importanti. Ogni
progetto basato sull'approccio partecipativo non pu
essere svolto seguendo schemi preordinati in quanto si
di fronte ad una vera interazione fra il team di progetta-
zione e la situazione locale che cambia di caso in caso in
funzione di concomitanze in genere poco prevedibili a
tavolino. Si pertanto assunto un atteggiamento duttile (
qui che conta il rapporto di fiducia con l'Ente locale).
Sono stati ascoltati gli interlocutori del caso, per essere in
grado di apportare le modifiche necessarie alle attivit in
corso in tempi brevi e con scarsissimo preavviso della
controparte istituzionale (un aspetto di primaria impor-
tanza a causa del quale molti progetti sono "caduti" in
modo inaspettato).
Limite informativo. Per essere attuabile con un elevato
grado di efficienza, il progetto Lumaca del Montefeltro
non ha affrontato una raccolta dati di estensione arbitra-
ria. Nel corso della interazione con il Gruppo locale
stata data alla luce una insospettabile quantit di dati,
informazioni, ipotesi di lavoro. normale che in questi casi
si sia tentati di approfondire molte delle tematiche emer-
se, pure se esse fossero andate ben oltre le esigenze della
programmazione (in questi casi, sarebbe possibile indivi-
duare una checklist delle ricerche auspicabili. Il documen-
to potr poi essere spunto per successive campagne di
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rilevamenti o per una progettazione derivata)
Nel programma elicicolo per il Montefeltro, la raccolta
invece stata limitata allo stretto necessario, pena un ingiu-
stificato aggravio dei tempi e dei costi dell'intervento.
Controllo incrociato. Ogni informazione di particolare
interesse, rilevata in campo, stata validata attraverso
una sequenza di almeno tre interviste convergenti sullo
stesso argomento. In tal modo si ottenuto l'effetto di
smorzare le "punte estreme" dei giudizi, tenendo conto
solo delle informazioni effettivamente condivise dai par-
tecipanti.
Caratteristiche del metodo seguito
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L'attivit sul territorio partita da tre considerazioni pre-
liminari, non banali, che sono state contemporaneamente
un punto di partenza e soprattutto un riferimento per
tutto l'arco di tempo del progetto:
La conservazione della risorsa costituita dalle lumache
eduli un problema reale che investe la comunit resi-
dente del territori del GAL Montefeltro Leader, i suoi
interessi culturali ed economici;
La soluzione di questo problema richiede un coinvolgi-
mento attivo e responsabile degli attori locali, gli unici che
detengono le conoscenze e le capacit operative in que-
sto settore;
Una azione collettiva possibile solo quando gli attori
locali hanno una chiara comprensione del problema e
delle attivit pratiche legate alla sua risoluzione.
Particolarmente l'ultima osservazione costituisce la base
per stabilire il "punto di partenza" del progetto, come rife-
rito nel paragrafo seguente dove verr descritta breve-
mente l'attivit svolta nel corso del progetto Lumaca del
Montefeltro e le sue caratteristiche salienti.
66. Parte del materiale elaborato in questa sezione stato desunto dal lavoro di B. B.
Bandari: Participatory Rural Appraisal-PRA (2003).
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a) Acquisire le informazioni
Prima di iniziare i sopralluoghi ed organizzare le sessioni
tecniche di approfondimento, i gli attori locali sono stati
individuati congiuntamente dal GAL e dal Gruppo di
esperti operanti nel progetto. stato quindi organizzato
un breve ciclo di sei incontri: i Seminari Pubblici di Base,
tenuti a cadenze regolari ad Urbania, il cui calendario
stato concordato con gli intervenuti nel corso del primo
incontro. Ai seminari hanno partecipato, allevatori, ristora-
tori, professionisti, cittadini interessati alle lumache.
Nel corso degli incontri si curato di avviare un ricco
scambio di informazioni ed idee che hanno coinvolto i
professionisti incaricati di gestire l'evento di animazione,
gli operatori locali ed i testimoni privilegiati, con partico-
lare attenzione per coloro che erano interessati alle
chiocciole come risorsa economica.
Ogni incontro stato diviso in due parti.
Nel corso della prima venivano forniti dati e notizie su
tematiche sinergiche alla progettazione, mentre nell'altra
erano svolte brevi esercitazioni con implicito scambio di
informazioni tra i partecipanti. Grazie all'intervento di
esperti e "conoscitori della materia"
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sono stati trattati
argomenti considerati strategici per il progetto quali:
caratteristiche dell'attivit in corso; come strutturare una
idea progettuale per partecipare allo sviluppo della elici-
coltura nella propria zona; come raccogliere la documen-
tazione sulla tradizione di consumo e preparazione della
lumaca; modalit di manipolazione ed esposizione del
prodotto per la valorizzazione gastronomica; come orga-
nizzare e preparazione del materiale pubblicitario-diffusi-
vo.
Nel corso del Seminario di base tecnico - scientifico
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,
sono stati forniti suggerimenti per la costituzione di nuovi
impianti elicicoli. Al termine dei seminari stato raggiun-
to l'obiettivo di fornire al gruppo di lavoro una sufficiente
67. Il Sociologo Rurale Graziella Picchi, il Gastronomo Stefano Passeri della Scuola
Nazionale dell'Alimentazione (PG) e l'Informatico Luigi Spaccini (PG).
68. Presieduto dal Dr. Giovanni Avagnina, Direttore dell'Istituto di Elicicoltura di
Cherasco (CN).
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conoscenza teorica sul progetto, sulle modalit di alleva-
mento delle lumache e soprattutto stato suscitato un
notevole interesse per gli argomenti trattati e una eviden-
te volont di partecipazione.
b) Sperimentare e confrontare le conoscenze
Il secondo passaggio cruciale nel lavoro svolto dal gruppo
dei potenziali elicicoltori, stato quello di applicare le
proprie conoscenze ad un problema reale , collegato alla
partecipazione al progetto di ogni singolo aderente all'ini-
ziativa.
Ad ognuno stato chiesto di disegnare, in una mappa
mentale, l'attivit che sarebbero stati disposti a realizzare
se il programma tecnico e di parziale sostegno economi-
co per la costruzione degli impianti fosse stato avviato.
Le mappe elaborate hanno dato forma grafica e rappre-
sentato fedelmente le varie progettualit e tipologie di
coinvolgimento. Le idee emerse sono state brevemente
discusse e pubblicate nello spazio Web dedicato all'inizia-
tiva, anche per dare un'idea della dislocazione territoriale
della rete dei potenziali elicicoltori. Questo passaggio
stato utile anche per mettere i singoli partecipanti di fron-
te alle proprie reali motivazioni, in modo da comprende-
re (e far comprendere) se avevano davvero l'intenzione
di seguire l'iniziativa fino in fondo, cosa che avvenuta per
tutti i componenti del gruppo di lavoro, senza distinzioni.
c) Valutare la situazione con sopralluoghi sul campo
Conclusa l'elaborazione delle mappe, per verificare insie-
me agli interessati la situazione ambientale influente sul
proprio (micro) progetto, sono stati effettuati dei sopral-
luoghi in collaborazione con i membri del gruppo di lavo-
Esempio di mappa mentale sul tema della ristorazione.
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ro. Nel corso di queste "visite informative" sono state
individuate le caratteristiche positive e negative degli
ambienti agro forestali disponibili ed stata negoziata con
gli interessati l'entit delle superfici da investire in via spe-
rimentale per la costituzione dei primi impianti pilota.
Le informazioni ottenute in questa importante fase del
lavoro potranno essere utilizzate successivamente per
realizzare una struttura in forma di rete, funzionale alla
promozione dell'iniziativa ed al monitoraggio delle condi-
zioni di vita delle lumache nell'ambito del comprensorio
del GAL, anche con finalit tecnico-scientifiche.
d) Diffusione delle informazioni via Web
Nello spazio Web del GAL (http://www.montefeltro-lea-
der.it/) stato posizionato un link al materiale via via ela-
borato nel corso del progetto. Le pagine dedicate hanno
fornito informazioni sulle mappe mentali prodotte dai
partecipanti al Gruppo di lavoro, una sintesi degli argo-
menti trattati nelle discussioni e nei seminari pubblici, il
materiale iconografico di corredo sulle aree individuate
per gli impianti. Le pagine Web sono state realizzate utiliz-
zando semplice codice HTML (vanilla HTML) e fogli di
stile (CSS), cosa che consentir un facile aggiornamento
anche da parte di non esperti.
Questo aspetto, pur secondario, ha una qualche rilevanza
progettuale, in quanto consentir, se ci sar la volont di
farlo, di utilizzare lo spazio Web come una struttura aper-
ta, che sar possibile modificare, utilizzare, aggiornare dal-
l'utente senza creare dipendenza da software proprieta-
rio.
Una figura cruciale:
il Facilitatore dell'Ente Locale
Per l'attuazione di attivit collaborative finalizzate allo svi-
luppo delle risorse locali, una figura di primo piano (di cui
in questo caso specifico il GAL disponeva, ma che nor-
malmente risulta essere assente), quella del Facilitatore
di attivit partecipative.
Si tratta di un ruolo che potrebbe essere rivestito da un
qualsiasi dipendente dell'Ente di riferimento del progetto,
preferenzialmente con mansioni tecniche ed organizzati-
Progetto impianto elicicolo
Localit Pianello (Cagli)
Progetto impianto elicicolo
Localit C la Santa (Cagli)
Progetto impianto elicicolo
Localit S. Giovanni in Pozzuolo (Urbino)
Progetto impianto elicicolo
Localit Cerreto (Cagli)
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69. Attivit in corso per linserimento di questo prodotto alimentare nell'Elenco del
Prodotti Storici regionali (Decreto Ministeriale 8 settembre 1999, n. 350).
ve, che, opportunamente preparato in grado di:
- promuovere le attivit collaborative negli ambiti di pro-
pria competenza od anche,
- partecipare come assistente a progetti basati su PRA
gestiti da professionisti esterni.
L'importanza di poter disporre di questa figura altissima.
il Facilitatore, un volano che consente di superare i
momenti critici del lavoro, soprattutto quelli in cui
necessario apportare rapidi cambiamenti nel programma
originario.
Conclusioni in breve: ci che si appreso nel
corso dell'intervento partecipativo per la
valorizzazione della lumaca del Montefeltro
Come accennato in precedenza, lo scopo dell'inserimen-
to di questo capitolo nel presente volume sulla elicicoltu-
ra nel Montefeltro di lasciare una piccola traccia dell'at-
tivit di animazione svolta ad Urbania per consentire ad
altri di utilizzare, magari con opportune variazioni, il meto-
do seguito. Tutto ci al fine di promuovere la coscienza e
lo spirito di collaborazione della comunit locale nel lavo-
ro di valorizzazione delle lumache come punto di forza
della gastronomia dell'area. Ci che si appreso nel corso
del progetto , in primo luogo, l'estrema suscettivit del
Montefeltro per accogliere questo tipo di attivit. Esiste
infatti una storia minore, densa di riferimenti locali, utiliz-
zabile per proporre la lumaca come un prodotto rappre-
sentativo di questo contesto territoriale
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.
Uno dei punti di forza sta poi nelle risorse umane.
infatti semplice constatare che da Novafeltria a Cagli,
per citare i luoghi estremi della zona scelta, il manteni-
mento del consumo delle lumache, soprattutto nelle
ricorrenze tradizionali, un problema particolarmente
sentito da molti abitanti. Le lumache fanno parte di un
ricco intreccio di interessi, valori condivisi e vengono viste
come una componente importante del paesaggio agro
forestale che merita di essere conservata.
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Se per da una parte esiste una diffusa volont di proce-
dere nella strada dell'allevamento delle chiocciole eduli,
emerge, anche dall'interessante scambio fra il Gruppo di
lavoro con il Dottor Avagnina (l'esperto incaricato di
chiarire gli aspetti tecnici dell'allevamento), l'estrema
complessit di questa micro-zootecnia e la necessit di
organizzare una fase sperimentale preliminare, in piccola
scala, necessaria per sciogliere alcuni dubbi che sussistono
sull'attivit in questione.
Ora che le persone sono state mobilitate, le volont
espresse ed il gruppo di lavoro locale ha dato buona
prova di se, conclusa la fase "orientativa", potremmo dire
che, con questo lavoro, stata consegnata agli "attori
locali dello sviluppo", una nuova strategia, o forse dovrem-
mo dire un nuovo "strumento" per gestire le proprie
risorse. Vedremo nell'immediato futuro se questo sar in
grado di dare linfa all'economia di piccoli centri urbani e
rurali dell' area del GAL Montefeltro Leader.
Gruppo di lavoro del progetto Lumaca del Montefeltro
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