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DI NAPOLI
TECNICHE DI COLTIVAZIONE
IDROPONICHE
- ASPETTI PROGETTUALI E CONSUMI IDRICI -
RELATORE:
Prof. Michele Di Natale
CANDIDATO:
Michele Antonio Luigi Corvino
Matr. A12/806
SOMMARIO
Introduzione .................................................................................................................................... 2
Capitolo I ......................................................................................................................................... 4
La coltivazione fuori suolo ............................................................................................................. 4
I.1 Storia ed origine delle colture fuori suolo ............................................................................. 4
I.2 Le tecniche idroponiche ....................................................................................................... 10
I.2.1 Coltura su substrato ..................................................................................................... 10
Coltura in sacco o vaso ................................................................................................... 10
Flusso-riflusso ................................................................................................................ 11
I.2.2 Coltura in mezzo liquido senza substrato .................................................................... 12
Floating system .............................................................................................................. 12
Nutrient film technique (NFT) ....................................................................................... 14
I.2.3 Le tecniche alternative ................................................................................................. 15
Aeroponica ..................................................................................................................... 15
Acquaponica ................................................................................................................... 17
I.2.4 Sistema a ciclo aperto ed a ciclo chiuso ...................................................................... 19
I.3 Vantaggi e svantaggi delle tecniche idroponiche ................................................................. 22
I.3.1 I principali vantaggi ..................................................................................................... 23
rendimenti sensibilmente maggiori ................................................................................ 23
risparmio di acqua .......................................................................................................... 28
migliore qualit dellacqua ............................................................................................. 31
minore bisogno di terra coltivabile ............................................................................. 32
Erbicidi e pesticidi .......................................................................................................... 35
flessibilit intrinseca ....................................................................................................... 36
tendenze biologiche e non OGM .................................................................................... 38
I.3.2 I principali svantaggi ................................................................................................... 38
i costi .............................................................................................................................. 38
il lavoro specializzato ..................................................................................................... 39
il fabbisogno energetico ................................................................................................. 40
malattie del suolo ........................................................................................................... 42
I.4 Impiego delle tecniche idroponiche su scala mondiale ........................................................ 43
I.4.1 Previsioni di mercato ................................................................................................... 44
Capitolo II ...................................................................................................................................... 49
Aspetti tecnici di un sistema di coltivazione fuori suolo ............................................................ 49
II.1 Componenti principali di un impianto fuori suolo .............................................................. 52
II.1.1 La serra obiettivi e considerazioni .............................................................................. 52
II.1.2 Il controllo ambientale................................................................................................ 54
Raffreddamento .............................................................................................................. 56
Riscaldamento ................................................................................................................ 58
Arricchimento con la CO2 .............................................................................................. 59
Umidit ........................................................................................................................... 59
I materiali per la copertura della serra ............................................................................ 60
Il sito............................................................................................................................... 61
II.1.3 Approvvigionamento idrico ....................................................................................... 62
II.1.4 Condotte principali di adduzione................................................................................ 63
II
III
IV
INTRODUZIONE
Una delle principali forme di approvvigionamento, da sempre utilizzate dall'uomo,
per soddisfare il proprio fabbisogno alimentare l'agricoltura. Questa, con lo
sviluppo della tecnologia, si evoluta per far fronte a sempre nuove necessit,
consentendo di aumentare la quantit e la qualit del raccolto, anche sfruttando
ambienti poco propensi a tale tipo di produzione.
La popolazione mondiale ha recentemente toccato i 7 miliardi di abitanti, inoltre le
previsioni raggiungono i 9,6 miliardi entro il 2050; di questa enorme massa di
persone, la maggior parte vive in citt e non produce il cibo che consuma. Allo
stesso tempo. le crisi ambientali, sul nostro pianeta, rendono difficoltosa la
produzione di cibo a causa di:
cambiamento climatico;
aumento di frequenza e gravit dei periodi di siccit;
impoverimento e lammalarsi del suolo;
uso eccessivo di fertilizzanti;
carenza di fosforo;
inquinamento delle falde;
perdita di biodiversit;
Nel presente elaborato di tesi, dopo una descrizione dettagliata delle tecniche
idroponiche si presenta un esempio progettuale di impianto idroponico,
evidenziandone i vantaggi in termini di produttivit e risparmio idrico rispetto alle
coltivazioni tradizionali.
CAPITOLO I
1100: Le trib indigene, dellAmerica del Sud e del Messico (come gli Aztechi),
ampliavano le aree coltivabili, costruendo sullacqua del lago delle specie di zattere,
isole galleggianti, chiamate chinampas, fatte di canne e giunchi intrecciati.
Questa struttura veniva ricoperta di fango vulcanico, molto fertile, e veniva usata
per coltivare. Le piante ricavavano nutrimento dal fango e dal lago sottostante, che
accoglieva le radici, in unacqua ricca di sali minerali, fresca e bene ossigenata.
Questa tecnica veniva usata anche in altre parti del mondo, come per esempio in
Cina, dove nel 1275 Marco Polo vide dei giardini galleggianti. Non sappiamo con
certezza dove e quando i giardini galleggianti siano stati costruiti per la prima volta,
ma rappresentano, sicuramente, la prima vera applicazione della tecnologia
idroponica.
delle coltivazioni su larga scala e quello dei piccoli coltivatori domestici. Molti di
questi ultimi sono appassionati di piante tropicali e medicinali, oppure collezionisti
di specifiche variet di piante.
Nel frattempo, in Europa, lunico paese in cui si facevano passi avanti era lOlanda,
dove si praticava un tipo speciale di coltivazione indoor che, riguardava, soprattutto,
fiori coltivati in serre molto estese. Agli olandesi possiamo riconoscere il merito di
avere introdotto il metodo Sea of Green (Mare verde), che consiste nel coltivare
molte piante piccole, invece di poche piante grandi.
1995-oggi: Per quanto riguarda il ramo commerciale, lindustria idroponica in
rapido sviluppo e sta cambiando, per adattarsi ai nuovi tempi. Alcuni sistemi, pi
sofisticati ed ecologici, si sono rivelati particolarmente, convenienti per le colture a
ciclo breve, come lattuga ed erbe aromatiche. Quanto al ramo delle piccole
coltivazioni indoor, nel 1995 la General Hydroponics ha aperto una consociata
europea. Nello stesso periodo, la britannica Nutriculture ha iniziato a distribuire i
propri prodotti in Europa. Presto si sono aggiunte molte altre aziende che hanno
sede in Europa o che esportano i materiali dal Nord America. La tecnologia
idroponica ha, gradualmente, preso piede ed i nuovi grow shop, sono stati aperti in
tutti i paesi. I primi ad adottare lidroponica indoor sono stati i paesi del Nord
Europa, seguiti da Francia, Spagna, Italia e Portogallo, tutti spinti dalla
gratificazione e dal compiacimento che, procura consumare ci che si prodotto da
soli.
10
Flusso-riflusso
Nella coltivazione di piante ornamentali in vaso, la subirrigazione (detta anche
tecnica del flusso-riflusso ed in inglese ebb-and-flow) , ampiamente, usata al posto
dellirrigazione a goccia. I vasi sono alloggiati in canali o bancali, con un flusso
intermittente di soluzione nutritiva (figura I.5).
I bancali o le vasche di coltivazione sono riempiti periodicamente (da due-tre volte
per settimana, fino ad una-due volte al giorno) per una durata di 15-20 minuti, con
unaltezza dellacqua di 2-4 cm, a seconda della dimensione del vaso, della
ritenzione idrica del substrato e della traspirazione delle piante (dipendente
ovviamente dalle condizioni climatiche).
11
12
13
14
Aeroponica
LAeroponica un sottoinsieme dei diversi approcci, senza substrato. Le radici
delle piante sono sospese in una camera chiusa, dove sono irrorate con una nebbia
di soluzione nutritiva, a brevi intervalli (solitamente ogni pochi minuti). Il primo
vantaggio dellaeroponica il massimizzare l'esposizione di ossigeno delle radici,
inoltre elimina il grosso problema dello smaltimento dei substrati (figura I.11).
Comunque, in questo caso vi un maggiore rischio di essiccamento delle radici a
causa di un calo di potenza, oppure di una interruzione, anche breve, della
nebulizzazione di nutrienti. Alcune applicazioni includono alte produzioni in sito
per ristoranti o possiamo avere delle vere e proprie fabbriche di piante totalmente
chiuse, in un contesto di fattoria urbana.
15
La portata degli sprayer oscilla dai 35 ai 70 l/h con una portata di esercizio di 3-4
bar, mentre la loro spaziatura, sulle linee di distribuzione, varia in funzione della
conformazione e dimensione dei moduli di coltivazione. A livello indicativo, si
possono considerare distanze di 50 cm tra loro, avendo cura di verificare che la
erogazione della soluzione risulti omogenea in tutti i punti del modulo di
coltivazione. La durata degli interventi nebulizzanti oscilla dai 30 ai 60 secondi,
mentre la loro frequenza varia, in funzione delle epoche di coltivazione, dello stadio
di crescita delle piante, della specie e del momento della giornata (per una
16
Tabella I.1, Caratteristiche dei diversi sistemi di coltivazione senza suolo. [10]
Acquaponica
La parola acquaponica data dallunione di acquacoltura e di idroponica, tale nome
molto appropriato nel descrivere questa tecnica di coltivazione (figura I.13). Le
piante vengono alimentate attraverso i rifiuti della crescita del pesce (letame),
lacquaponica fa un uso efficiente dell'acqua e dei rifiuti, in una simbiotica
operazione di agricoltura.
Come qualsiasi metodo di coltivazione, non senza limitazioni. Primo fra tutti, il
fatto che solo poche piante, pesci ed una combinazione di questi due possono essere
coltivati con successo, in un ambiente acquaponico. La combinazione pi comune
lattuga e tilapia, che ha mostrato essere vantaggiosa, rispetto alle altre
17
18
Nel caso dei cicli chiusi, lo scarico di reflui nutritivi nellambiente circostante e
limpiego di concimi e di acqua sono sicuramente contenuti. Per contro, il riutilizzo
della soluzione comporta due principali problemi: il primo rappresentato dal
notevole rischio di trasmissione di patogeni radicali, mentre il secondo costituito
dalla difficolt nel controllo della nutrizione minerale e, quindi della reintegrazione
della soluzione ricircolante.
Ciclo aperto
Vantaggi
Svantaggi
Gestione pi
Spreco di acqua
semplice
Spreco di
Minori costi
nutrienti
Minori rischi
Notevole impatto
fitopatologici
ambientale
Maggiore
Vincoli legislativi
affidabilit
Ciclo chiuso
Vantaggi
Svantaggi
Risparmio di
Gestione pi
acqua
difficile
Risparmio di
Maggiori costi
nutrienti
Minor impatto
Maggiori rischi
ambientale
fitopatologici
Minore
affidabilit
Per quanto detto sopra, la gestione di un sistema idroponico a ciclo chiuso non pu
prescindere da adeguati interventi di disinfezione, che devono essere praticati alla
soluzione drenata dai moduli di coltivazione prima della successiva immissione in
circolo.
20
Fig. I.17, Schema di un sistema di coltivazione a ciclo aperto e ciclo chiuso. [10]
21
Nel caso dei pomodori, le diffuse serre idroponiche negli USA, possono produrre
una media di 550 tonnellate di pomodori per ettaro, che 10 volte in pi rispetto
alla media della tradizionale coltivazione e circa 5 volte in pi, rispetto unottima
coltivazione a campo aperto.
Anche tra i sistemi CEA, c una grossa differenza nella capacit di produzione, in
relazione da diversi fattori come: le applicazioni mirate e fatte nei giusti tempi, di
nutrienti ed acqua, il tipo di protezione della serra, la ventilazione, ed i controlli
climatici per i sistemi chiusi.
Il pi alto rendimento, registrato per i pomodori di 760 tonnellate per ettaro,
(figura I.18) questo risultato stato ottenuto dalle serre idroponiche europee che
hanno risultati decisamente migliori, rispetto ai sistemi americani, con un
incremento di circa 200 tonnellate (ovvero del 36%). Questi paesi utilizzano serre
altamente automatizzate, con un controllo di clima accompagnato da avanzati
sistemi idroponici, per massimizzare il rendimento e produrre, tutto lanno, nelle
latitudini nord del globo.
importante ricordare che, lintensificazione e lefficienza dellagricoltura possono
prendere diversi percorsi, e che nei paesi in via di sviluppo, delle semplici serre
basate sulla coltura a terra e con una giusta formazione tecnica nellirrigazione e
nelle pratiche nutrizionali, sono spesso metodi pi appropriati per snellire gli input
del sistema e favorire gli output. Infatti, possibile incrementare il rendimento delle
tradizionali serre, dalle 2 alle 5 volte senza metodi fuori suolo. Anche delle semplici
reti da ombra possono essere efficaci, per ottenere uno spazio caldo ed economico,
adatto ad una miglior crescita delle piante.
Un esempio di applicazione di queste reti labbiamo in India, dove si ottenuto un
incremento del 533% per la produzione del peperone, dalle 15 tonnellate fino alle
95 tonnellate per ettaro. Per cui, in questo caso preferibile lutilizzo di una
semplice rete, piuttosto, che implementare un complesso impianto di produzione
fuori suolo.
Di seguito sono riportati una serie di dati riguardo i rendimenti della coltivazione
idroponica nel mondo, in grado di fornire unampia visione sui possibili ritorni in
produzione di questa tecnica.
24
Fig. I.18, Messa a confronto tra cea ed ofa (open field agricolture), tonnellata
per ettaro. [4]
Fig. I.19, Variazione del rendimento del peperone in serre basate su suolo o
fuori suolo, tonnellata per ettaro. [4]
25
ComparativeYelds
Avena
Riso
Grano
Soya
0
1000
2000
3000
Idroponica[libbra/acro]
4000
5000
6000
Suolo[libbra/acro]
ComparativeYelds
Patate
Pomodori
0
100000
200000
300000
Idroponica[libbra/acro]
400000
500000
600000
Suolo[libbra/acro]
26
ComparativeYelds
Fagioli
Cavolo
Barbabietole
Lattuga
Zucchine
Piselli
0
10000
20000
Idroponica[libbra/acro]
30000
40000
50000
60000
Suolo[libbra/acro]
Incremento%
3000%
2500%
2000%
1500%
1000%
500%
0%
Incremento%
27
risparmio di acqua
Nel consumo idrico totale degli esseri umani spicca una voce: il consumo d'acqua
legato all'agricoltura, limportanza di tale voce, allinterno del bilancio del vivere
sostenibile, assume sempre pi unimportanza cruciale. Molti scienziati sostengono
che il problema dellapprovvigionamento dellacqua sar alla base dei prossimi
conflitti mondiali.
L'agricoltura utilizza circa il 70% dell'acqua, spesso in modo inefficiente. La OECD
(Organisation for Economic Co-operation and Development) prevede che circa la
met della popolazione mondiale entro il 2030 avr difficolt con l'acqua, inoltre,
un incremento di un miliardo di persone avr un ristretto accesso all'acqua.
Combinando queste pressioni crescenti, con il cambiamento climatico, l'incremento
delle temperature, i periodi di siccit pi persistenti e lunghi, la ridotta disponibilit
di acqua, in un sempre crescente numero di paesi, le previsioni per la coltivazione
di alimenti sufficienti per sostenere le nostre societ che si espandono, donano un
quadro terribile.
Quando si tratta di utilizzo d'acqua, idroponica e acquaponica sono metodi di
coltivazione altamente efficienti. Come discusso in precedenza, con queste
metodologie, le piante sono rimosse dal suolo e crescono in contenitori di plastica,
letti di cemento, secchi, scavi, o canali, dove le loro radici possono direttamente
avere accesso ad acqua ricca di nutrienti, in questo modo abbiamo solo un piccolo
scarto di acqua, al di l della zona radicale. A differenza dellirrigazione nelle
coltivazioni tradizionali, dove la maggior parte dell'acqua viene perduta, al di l
delle dellapparato radicale o attraverso l'evapotraspirazione nell'aria, possiamo dire
che la coltivazione fuori suolo utilizza piccole quantit di acqua, nei punti dove esse
sono pi utili alle piante.
28
Fig. I.24, Usi idrici nei principali gruppi di reddito dei paesi. [11]
29
Consumoidriconazionale
4%
7%
89%
Agricolo
Industriale
Domestico
30
31
Fig. I.27, Zone morte nel mondo, di dimensioni sconosciute e non. [4]
Negli ultimi anni, la frequenza dei casi di intossicazione cronica da nitrati e nitriti
negli allevamenti da latte ha assunto un andamento crescente a seguito delle pratiche
di coltivazione delle piante foraggiere e di inquinamento per percolazione delle falde
acquifere.
[A. Ubaldi Universit di Parma]
esiste, come nel caso delle isole del pacifico, i deserti, le zone polari o lo spazio
celeste i sistemi CEA danno la possibilit, al genere umano, di coltivare. I
ricercatori della stazione di ricerca del polo sud AmundsenScott South Pole
Station mangiano lattuga ed altri vegetali grazie alla coltivazione fuori suolo,
inoltre diversi progetti idroponici hanno avuto successo in alcune regioni desertiche
del Medio Oriente, come nelle nazioni caraibiche con terre limitate e scarsit di
acqua fresca.
Attraverso lidroponica i paesaggi urbani, caratterizzati da piccoli spazi e poco
suolo, diventano il luogo di nascita di nuove fattorie di citt. I tetti sono utilizzati
come siti per serre idroponiche nel Nord America, producendo lattughe per
ristoranti ed anche utilizzate per la produzione di pi piante per la classe media
locale, disposta a pagare prezzi pi consistenti per cibo a km zero.
Le fabbriche inutilizzate e le strutture abbandonate in Giappone, Germania e in
America sono state convertite, in parte o del tutto, in fattorie idroponiche. Questi
tipi di investimenti, naturalmente, non sono suggeriti come soluzione per la
produzione di cibo, ma dimostrano la flessibilit della produzione idroponica.
La quantit di terreno che pu essere coltivata limitata. Anche considerando
montagne e deserti, molti terreni che potrebbero essere coltivati sono attualmente
coperti da foreste od anche da ecosistemi, che forniscono diversi servizi all'umanit:
le foreste sono dei serbatoi naturali di carbonio e favoriscono le precipitazioni
piovose; paludi ed acquitrini filtrano l'acqua e fungono da cuscinetto nelle aree
circostanti, contro le inondazioni.
I terreni indisturbati sono la casa della rimanente biodiversit della terra, la quale si
trova in una sfida sempre maggiore per la sopravvivenza, cos come gli habitat
diventano pi frammentati, il cambiamento climatico e linquinamento impattano
sulla salute del globo. Lindice Living Planet mostra una perdita di biodiversit del
30% dal 1970. Entro il 2030 le previsioni dellorganizzazione per la cooperazione
economica e lo sviluppo (OECD) sono che l'area coltivata crescer di un 10% a
spese delle attuali foreste indisturbate e degli altri ecosistemi; in questo modo la
continua perdita, di biodiversit e dei diversi servizi forniti dagli ecosistemi, verr
accelerata.
Preservare i naturali sistemi biologici anche un'importante difesa contro il rischio
climatico. Le foreste, seguite dalle praterie, sono uno dei pi importanti serbatoi di
carbonio della terra, ed anche un terreno agricolo coltivato ritorna alla natura sotto
forma di riserva di carbonio. Guardando come esempio lex Unione Sovietica,
quando la comunit agricola nel 1991 si trasfer alle citt, i terreni agricoli
abbandonati furono rapidamente colonizzati da piante, creando, probabilmente, la
pi grande riserva di carbonio del mondo. Questo indica che investire in pratiche
agricole sostenibili, come le serre e l'idroponica, dovrebbe essere di priorit
maggiore rispetto alla conversione di terreno per l'agricoltura.
33
Fig. I.29 Photo from space of plastic greenhouses covering 20,000 hectares
Almera, southern Spain. [4]
34
Erbicidi e pesticidi
La maggior parte dell'agricoltura ancora tradizionale, per cui dipende
fortemente dai pesticidi, per affrontare malattie ed infestazioni. L'impatto di funghi,
batteri ed insetti del suolo un grosso problema per i coltivatori che vedono ridotte,
a causa dei pesticidi, qualit ed omogeneit del prodotto.
Queste applicazioni chimiche possono avere ripercussioni devastanti sulle altre
forme di vita. L'esempio storico pi conosciuto limpatto della nebulizzazione del
pesticida DDT sugli uccelli e gli altri animali, come documentato in Silent Spring
di Rachel Carson. Vi sono molti pi pesticidi in uso oggi, ed anche la loro efficacia
discutibile. Rispetto ad un incremento di 7 volte, dei pesticidi utilizzati negli
ultimi quarant'anni, le perdite di raccolto a causa delle infestazioni, non sono
diminuite, significativamente, durante lo stesso periodo. L'impatto dei pesticidi
sulle specie che impollinano, (che per definizione vengono in stretto contatto con
le piante che sono trattate), attualmente uno dei peggiori problemi che affronta
l'agricoltura in tutto il globo. Gli insetti, gli uccelli, i pipistrelli e altri animali che
impollinano, forniscono un servizio agricolo che, vale miliardi di euro, 80% di
queste piante impollinate dalle api. L'Europa ha recentemente proibito una classe di
pesticidi che, stata collegata al collasso di colonie d'api, anche se l'agenzia
americana per la protezione dell'ambiente (EPA) non l'ha ancora fatto.
Le agenzie non profit, stanno cercando di risvegliare la coscienza pubblica, riguardo
i pesticidi convenzionali e le applicazioni di erbicidi. Ad esempio Greenpeace
Germania ha pubblicato una relazione annuale sui residui di pesticidi su frutta e
vegetali. Questa campagna provocatoria, ed educativa, ha avuto un impatto
importante sui produttori in Europa che, sono interessati a vendere in Germania in
quanto mercato europeo pi grande.
L'agricoltura fuori suolo riduce, in modo drastico e pu anche eliminare, la necessit
di applicare i pesticidi. Questo possibile grazie ai diversi vantaggi dovuti a:
l'ambiente controllato, il rimuovere le piante da suolo e lincrementata efficacia
della lotta biologica per i parassiti (IPM- integrated pest management) in ambiente
chiuso.
La lotta biologica una tecnica che, sfrutta i rapporti di antagonismo fra gli
organismi viventi per contenere, le popolazioni di quelli dannosi. Un esempio di
questa applicazione l'uso di coccinelle, per il controllo degli afidi e degli altri
infestanti a corpo morbido.
35
Fig. I.30, Prenatal exposures, epigenetics, and disease Reprod Toxicol 2011. [14]
flessibilit intrinseca
Tali sistemi hanno la possibilit adattarsi alle condizioni pi disparate, dove, per
ogni problema nasce una soluzione simbiotica con la pi alta tecnologia, le
soluzioni possibili sono infinite, dalle pi semplici a quelle altamente complesse.
Inoltre, la scelta delle soluzioni sempre su misura al contesto locale, nella quale
va ad inserirsi, basti pensare che il Giappone (figura I.31) ha creato il pi grande
edificio adibito alla coltivazione indoor, in simbiosi con le pi alte tecnologie in
uso, mentre in alcune zone del Brasile (figura I.32) si pensato di creare soluzioni
a basso impatto tecnologico ed ambientale, rispondendo alle esigenze delle
popolazioni locali.
36
Fig. I.31, A worker tends vegetables at the world's largest "plant factory" on
July 2, 2014. The Japanese factory produces 10,000 heads of lettuce a day. [4]
Fig. I.32, Impianto idroponico low-tech nelle aree rurali dei municipi di Cair e
Stato di Bahia (Brasile). [22]
37
i costi
Lostacolo pi ovvio il costo: naturalmente pi costoso avviare e mantenere un
impianto fuori suolo, piuttosto che piantare semi in un campo. Lacquaponica pu
38
600
500
400
300
200
100
0
Costoproduzionepermetroquadro
Idroponica
Tradizionale
Fig. I.33, Confronto in istogrammi dei costi OFA tradizionale e CEA avanzata.
[4]
il lavoro specializzato
Un ostacolo meno ovvio, ma comunque cruciale, il trovare persone qualificate in
grado di saper gestire correttamente gli impianti. La decrescente popolazione
agraria del mondo pu essere un fattore positivo per la coltivazione fuori suolo, che
ha bisogno di meno lavoro, tuttavia, il lavoro necessario richiede una formazione
adeguata. La carenza orticoltori qualificati e di persone esperte nel business
dell'agricoltura, un dilemma critico per tutti i tipi di sistemi migliorati, non solo
per il fuori suolo di tipo CEA.
39
il fabbisogno energetico
Lagricoltura tradizionale si fa carico, spesso, di costi energetici sconosciuti.
semplice pensare ad una cultura tradizionale come un semplice piantare semi, ma
vi energia immagazzinata nei fertilizzanti e nelle applicazioni chimiche, cos come
vi energia richiesta per pompare l'acqua e per l'irrigazione, per non parlare poi,
delle lunghe catene di trasporto e dei magazzini necessari; questi sono tutti elementi
richiesti per produrre piante in modo tradizionale. Possiamo dunque, osservare
che anche il cibo economico ha significativi requisiti di energia.
I requisiti energetici sono una sfida importante, anche per i sistemi di tipo CEA, da
combattere sia sul fronte dei costi, che su quello delle emissioni. Tali sistemi
avanzati sono a differenza della coltura da campo, strettamente dipendenti da una
fornitura elettrica affidabile.
Tale situazione anche una sfida, per le coltivazioni fuori suolo CEA sia in termini
di costi, che in termini di emissioni. Riscaldare ed illuminare sono elementi chiave,
soprattutto, quando ci allontaniamo dall'equatore. Naturalmente, questi sono costi
che si sommano alla richiesta energetica delle colture a terra; basti pensare che in
generale nel settore delle serre in Europa, (sia per i sistemi basati sul suolo sia per i
sistemi idroponici), le spese energetiche sono vicine al 40% del costo totale.
Sicuramente, la richiesta energetica dipende dallo specifico contesto. Nel Nord
Europa ed in Scandinavia, dove per gran parte dell'anno necessario riscaldare ed
illuminare per tenere in vita le piante, l'energia la pi ampia aliquota dei costi di
una serra (che sia basata sul suolo o sul fuori suolo). Infatti, il consumo generale di
energia per il settore delle serre in Europa valutato grande, quanto tutto il consumo
energetico svizzero. In particolar modo, in Olanda le cui serre sono per la maggior
40
42
Fig. I.34 - Value of Soilless Products by Region, World Markets, 20152023. [4]
possibile notare una crescita generale del valore di mercato, che va dai 21.4
miliardi di euro del 2015 ai circa 36.9 miliardi del 2023, ovvero, in 10 anni una
crescita del mercato pari a circa 15 miliardi di euro!
Dallo sviluppo del grafico in figura I.34 possibile comprendere chi sono i
principali protagonisti di questa rivoluzione agricola. Troviamo in primo luogo
lAsia, quasi costretta dai grandi numeri della sua popolazione, con un incremento
dai 7.9 ai 13.9 miliardi di euro, con un incremento del 7.41%.
Per quanto riguarda lEuropa abbiamo un incremento percentuale minore solo 5.8%
che consiste in un valore che sale dai 10.3 fino ai 16.2 miliardi di euro. Il mercato
europeo quello pi maturo e quello con pi esperienza nel campo dellidroponica,
con i principali leader in Olanda e Belgio, che esportano le loro pietanze
idroponiche in Europa ed al di l di essa. Tuttavia, i principali produttori del sud
Europa rimangono affezionati alle tradizionali colture in suolo, nonostante le nuove
politiche Europee volte ad unagricoltura pi sostenibile.
43
Fig. I.35, Area con coltivazione fuori suolo previsioni dal 2015 al 2023. [4]
44
Fig. I.37, Produzione fuori suolo in funzione delle tipologie di piante. [4]
45
46
47
48
CAPITOLO II
50
51
la serra,
dispositivi di pompaggio,
condotte principali di adduzione,
dispositivi di filtraggio,
dispositivi di dosaggio del fertilizzante,
dispositivi di controllo dei turni irrigui.
nel terreno ed hanno pareti e tetto in materiale trasparente; al loro interno si pu far
entrare luce, regolare il calore e variare il livello di umidit. Le pareti sono di vetro
trasparente e il tetto spiovente, da uno o da entrambi i versanti e dotato di finestre
ad apertura verso l'esterno, per permettere l'aerazione.
L'orientamento pi favorevole a est-ovest, con i raggi del sole che attraversano il
rivestimento, formando all'interno il ben noto "effetto serra"; i raggi vengono
assorbiti dalle piante e dalla copertura della serra che, imprigionandoli al suo
interno, provoca un innalzamento della temperatura.
La migliore esposizione (figura II.2) per una serra in ordine di preferenza:
1.
2.
3.
4.
5.
Sud o Sud-Est
Est
Sud-Ovest
Ovest
Nord
Le forme che pu avere una serra sono molte, la principale distinzione della quale,
si tiene considerando la forma delle serre, se queste sono libere nello spazio (figura
II.3) oppure sono, per loro progettazione, collegate ad altre strutture (figura II.4).
53
Tabella II.1, Ore di radiazione media solare in funzione della latitudine. [2]
55
Raffreddamento
Rimuovere il calore in eccesso un elemento fondamentale nelle coltivazioni
protette, esso pu essere raggiunto attraverso diverse accortezze:
ridurre le radiazioni solari incidenti;
rimuovere leccesso di calore attraverso il cambio daria;
aumentando il calore latente.
Ventilazione passiva
Le alte temperature estive implicano che, il calore in eccesso sia continuamente
rimosso dallambiente, un semplice accorgimento per diminuire la differenza di
temperatura tra esterno ed interno perfezionare la ventilazione della serra. La
ventilazione passiva si basa sulla differenza di pressione tra esterno ed interno,
dovuta alla temperatura. Quindi, delle semplici aperture permettono un circolo
daria per differenza di pressione che abbassa e regola la temperatura (figura II.6).
La ventilazione necessaria per raffreddare una serra, pu essere ottenuta anche con
lutilizzo di ventilatori, (figura II.7), larea di influenza della ventilazione, come
raccomandato da White and Aldrich (1975) deve trovarsi in un intervallo tra il 15
56
Lombra
La ventilazione, naturale o forzata, pu non essere sufficiente, quindi nasce la
necessit di combinare diverse tecniche per il raffreddamento dellambiente. In
maniera piuttosto ovvia, la principale fonte di calore per una serra la radiazione
solare, possiamo per cui controllare questa fonte di calore attraverso strumenti che,
permettono di fare ombra o di riflettere la radiazione incidente. Possiamo
controllare questo fattore attraverso: vernici, teli, pannelli schermanti anche fil
liquidi sulle pareti e sul tetto della serra. Una tecnica, ampiamente, praticata
colorare di bianco le serre, ci permette di ottenere buoni risultati, con bassi costi.
Un ulteriore vantaggio che, lutilizzo della vernice non ha effetti sulla
ventilazione, al contrario dei teli per lombra che, possono danneggiare
significativamente la qualit della ventilazione.
Vapore
Una delle soluzioni pi efficienti per controllare il raffreddamento, utilizzare
sistemi ad evaporazione, basati sulla conversione di calore sensibile in calore
latente, attraverso levaporazione di acqua fornita direttamente nellatmosfera della
serra, attraverso nebulizzatori, sistemi a nebbia oppure ventilatori con nebulizzatori
(figura II.8). Tali sistemi permettono labbassamento della temperatura e laumento
dellumidit relativa, per cui sono molto efficienti soprattutto in ambienti secchi.
Inoltre, tali sistemi consentono di eliminare la necessit di sistemi ermetici e la
ventilazione forzata.
57
Fig. II.8, Fog system (left) Fan (right) greenhouse cooling system. [1]
Riscaldamento
Il riscaldamento di una serra essenziale, anche in paesi con climi miti, come nelle
regioni del mediterraneo cos da incrementare qualit, quantit ed efficienza del
sistema. Vi sono sistemi che integrano, il calore perso dalla serra, quello pi
utilizzato e meno costoso il unit heater system.
Unit heater system
In questo sistema, laria calda resa disponibile da unit indipendenti che, sono
posizionate in tutta la serra, esse riescono a riscaldare unarea dai 180 fino ai 500
mq. Il costo, normalmente, varia tra i 4 e gli 8 per metro quadro.
Central heating
Sono sistemi che utilizzano il vapore oppure lacqua calda, per riscaldare
lambiente, attraverso meccanismi di dissipazione, (figura II.9). Il costo per
unapparecchiatura di questo tipo, progettata per un ettaro, includendo i sistemi di
diffusione e linstallazione, va dai 30 fino agli 80 per metro quadro.
58
Fig. II.9, Central boiler (left) and heating pipes for dissipating the produced
heat (right). [1]
A differenza dei sistemi unitari, il calore viene distribuito attorno alla pianta per
implementare i risultati. Il sistema di distribuzione ha unimportanza cruciale,
soprattutto, per quanto riguarda la perdita di calore.
Umidit
Il livello ideale di umidit, nella nostra serra, dipende dalla pianta che stiamo
coltivando. Naturalmente, le piante native delle zone tropicali avranno bisogno di
una maggiore umidit rispetto a quelle abituate a vivere in zone aride. In generale,
la perfetta umidit in una serra tra il 60 e l80% (tabella II.2).
Le piante richiedono una maggiore umidit, quando abbiamo temperature pi alte,
viceversa per le temperature basse. Quando fa caldo le piante tendono a traspirare
molto, in modo da aumentare lumidit relativa, una volta aumentata la RH (relative
humidity) diminuiscono la traspirazione, per non appassire. Mentre, quando la
59
60
Vetro
Questo materiale permette la massima trasmissione della luce. Vi sono diversi
svantaggi da considerare, infatti il vetro un materiale costoso e fragile e pu essere
sostituito senza problemi da diversi materiali disponibili oggi.
Pellicola in polietilene (PE)
Essa unottima scelta nel caso di serre pi semplici fai da te un materiale
leggero, che non ha bisogno di particolari supporti, inoltre costa molto meno di altri
materiali. Il principale svantaggio che tale pellicola va sostituita circa ogni 2 anni
circa.
Pannelli in vetroresina
Sono pannelli rigidi, piani od ondulati, costruiti partendo da altri materiali come il
policarbonato e lacrilico. Si tratta di un materiale che, rapidamente diventato pi
popolare del vetro, pi resistente e disponibile in diversi livelli di trasmissione della
luce. Il problema principale di questo materiale che le radiazioni UV causano il
suo deterioramento in alcuni anni.
Policarbonato
uno dei materiali pi nuovi, in questo settore e sta acquisendo sempre maggiore
popolarit. Resistente e flessibile, allo stesso tempo, ha tuttavia degli alti costi
iniziali, che possono essere mitigati dalla sua lunga vita di 10-15 anni.
Acrilico
un materiale piuttosto costoso, ma ha una vita minima di 10 anni. Anche se ha
ulteriori pregi, come lalta trasmissione della luce e le alte qualit di forza e
resistenza, il suo costo lo rende proibitivo nella maggior parte delle situazioni.
Il sito
La scelta della locazione di una serra dipende da diversi fattori:
la topografia, la serra deve avere lasse pi lungo, con una pendenza non superiore
al 0.5%, altrimenti vi la necessit di un terrazzamento; il microclima, un
elemento molto importante che, pu condizionare lambiente di serra, venti forti
possono impedire la corretta climatizzazione dellambiente, le nebbie possono
influire sulla igrometria ed preferibile un luogo non ombreggiato; lirrigazione
devessere sempre disponibile in qualit e quantit; linquinamento non devessere
presente in suolo, acqua ed aria, mentre linquinamento di acqua e suolo sono pi
ovvi, quello dellaria pu diminuire la quantit di radiazioni incidenti sulla pianta o
comunque, in alcuni casi danneggiare il processo foto sintetico; linfrastruttura
devessere sufficientemente sviluppata al tipo di coltivazione che si vuole avviare;
61
la forza lavoro
considerazione.
62
63
64
65
Mesh
18
40
80
120
140
200
600
m
800
400
200
130
115
75
25
mm
0.80
0.40
0.20
0.13
0.12
0.08
0.02
66
Il dosatore proporzionale (figura II.17) una pompa idraulica a stantuffo, che viene
azionata dallacqua che lo attraversa, realizzando pertanto un dosaggio del
fertilizzante proporzionale, sia al flusso di acqua che alla pressione di esercizio.
67
68
70
72
73
costituzione,
struttura,
capacit di ritenzione idrica,
potere assorbente,
pH,
contenuto in elementi nutritivi ed EC,
potere isolante,
sanit,
facilit di reperimento e costo.
74
Fig. II.24, Effetto della gravit (altezza del vaso) sulla capacit di ritenzione
idrica di un substrato a parit di volume (da Styer e Koranski, 1997 modificato).
[6]
75
Sabbia
Materiale inorganico di origine naturale, con particelle di diametro compreso tra
0.05 e 2.0 mm, originatosi dal disfacimento di diversi minerali. La composizione
chimica della sabbia pu variare, a seconda della sua origine, ma in generale risulta
costituita per il 98.0-99.5% da silice (SiO2). Il pH pu subire oscillazioni in
rapporto ai singoli componenti, ma soprattutto in relazione al contenuto in calcare.
Le sabbie con pH 6.4-7.0 risultano migliori, poich quelle ricche di carbonato di
calcio determinano linsolubilizzazione del fosforo e di alcuni microelementi (es.
ferro, manganese). Sono da preferite le sabbie di fiume, rispetto a quelle di duna.
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Come tutti i substrati di origine minerale, presenta ridotta CSC e basso potere
tampone. La porosit totale varia dal 40% al 50% del volume, ma la capacit di
ritenzione idrica va dal 20% al 40% rispettivamente per le sabbie grossolane (> 0.5
mm) e quelle pi fini (0.05-0.5 mm). Queste ultime sono quelle pi adatte ad essere
utilizzate in ortofloricoltura: possono essere impiegate da sole nelle semine e per la
radicazione di talee, oppure in miscuglio (10-30% in volume) con materiali organici
durante la fase di coltivazione. Le sabbie grossolane possono venire impiegate
qualora sia necessario aumentare la capacit drenante del substrato. Lelevato peso
della sabbia fornisce una maggiore stabilit ai vasi, soprattutto per quelle piante che
si sviluppano molto in altezza, quando vengono impiegati componenti con basso
PA (torba e terricci di foglia) e contenitori molto leggeri (plastica rigida). Pu essere
impiegata da sola per colture in fuori suolo.
Pomice
Silicato di alluminio di origine vulcanica, molto leggero e poroso, che contiene
piccole quantit di sodio e potassio, e tracce di calcio, magnesio e ferro. in grado
di trattenere calcio, magnesio, potassio e fosforo dalle soluzioni nutritive e di cederli
gradualmente alla pianta. Presenta reazione intorno alla neutralit, ma alcuni
materiali possono avere pH eccessivamente elevato, buona porosit libera, ma bassa
capacit di ritenzione idrica. La struttura, tuttavia, tende a degradarsi abbastanza
rapidamente, a causa della facile rottura delle particelle. La pomice, aggiunta alla
torba, aumenta il drenaggio e laerazione del substrato. Commercialmente si
ritrovano prodotti di diversa granulometria e, per limpiego in orto-floricoltura,
vanno preferiti quelli con particelle da 2 a 10 mm di diametro.
Tufi vulcanici
I tufi vulcanici sono caratterizzati da CSC molto bassa e da pH compreso tra 7 e 8.
Presentano, inoltre, elevati PA e porosit libera, ma capacit di ritenzione idrica
molto ridotta. Le loro propriet fisiche, tuttavia, dipendono dalle dimensioni delle
78
Vermiculite
Silicato idrato di magnesio alluminio e ferro, che allo stato naturale presenta
struttura a lamelle sottili, che trattengono minutissime gocce dacqua. Questo
materiale viene estratto, soprattutto, in Sudafrica e negli USA. La preparazione
della vermiculite avviene tramite riscaldamento (750-1000C), durante il quale
lacqua trattenuta tra le lamelle viene rapidamente trasformata in vapore. Il
conseguente aumento di pressione provoca la dilatazione delle particelle (fino a 1520 volte il loro volume) che assumono una struttura porosa a nido dape. Il prodotto
finale risulta sterile e viene suddiviso in quattro classi granulometriche (da 0.75-1.0
a 5-8 mm). La vermiculite caratterizzata da elevato potere tampone e da valori di
CSC simili a quelli delle migliori torbe ma, rispetto a queste ultime, presenta una
pi elevata disponibilit di nutrienti (5-8% di potassio e 9-12% di magnesio). Tali
caratteristiche devono essere attentamente valutate, quando si prepara un
programma di fertilizzazione di un substrato contenente questo materiale. La
reazione debolmente acida o neutra, ma alcuni tipi possono presentare un pH
debolmente alcalino, probabilmente per la presenza di ossidi di Mg; in questo caso,
il materiale risulta poco adatto per la coltivazione. Per quanto riguarda le
caratteristiche fisiche, possiede basso PA, elevata porosit totale ed elevata capacit
idroassorbente (trattiene quantit di acqua fino a 5 volte il suo peso). La struttura,
tuttavia, poco stabile, in quanto presenta una scarsa resistenza alla compressione
e tende a degradarsi con il tempo, favorendo il ristagno dellacqua. Per tale ragione,
preferibile miscelarla con la perlite o con la torba. Tal quale, pu essere usata nelle
semine e per la radicazione di talee oppure per coltivazioni in fuori suolo.
79
Perlite
Silicato di alluminio di origine vulcanica, che contiene il 75% di SiO2 ed il 13% di
Al2O3. Il materiale grezzo viene frantumato, setacciato, compresso e riscaldato a
700-1000C. A queste temperature, la poca acqua contenuta nel minerale si
trasforma in vapore, espandendo le particelle in piccoli aggregati grigio-biancastri
che, a differenza della vermiculite, presentano una struttura a celle chiuse. Non
contiene alcun nutriente per le piante, ha CSC trascurabile ed praticamente neutra.
Il pH, tuttavia, pu variare facilmente, in rapporto alla qualit dellacqua irrigua,
poich il potere tampone del materiale nullo. Quando viene utilizzata in alta
percentuale nel substrato, buona norma tenere sotto controllo il pH, che non deve
scendere a valori inferiori a 5, per evitare effetti fitotossici dovuti a eccesso di
alluminio.
un materiale sterile, molto leggero e che possiede elevata porosit libera, anche
dopo limbibizione. La struttura, a celle chiuse, permette di trattenere lacqua, solo
sulla superficie e negli spazi tra gli agglomerati, per cui la capacit di ritenzione
idrica variabile, in relazione alle dimensioni di questi ultimi. Viene
commercializzata in diverse granulometrie, ma quella pi idonea allattivit ortofloro vivaistica quella con granuli da 2-5 mm di diametro. Tal quale, pu essere
usata come substrato nei letti di radicazione, perch assicura una buona aerazione
allapparato radicale. A causa dellinerzia chimica, scarsa consistenza e coesione,
risulta inadatta come sub-strato di coltivazione. Nei miscugli con materiali organici,
conferisce al substrato maggiore sofficit, permeabilit ed aerazione,
migliorandone le caratteristiche fisiche. La perlite pu essere riutilizzata anche per
parecchi anni, purch sterilizzata. Quando la struttura comincia ad alterarsi, si
osserva un viraggio di colore, dal grigio-biancastro al giallo.
80
Argilla espansa
Si ottiene trattando la polvere di argilla a circa 700C. In relazione al materiale
argilloso utilizzato, si formano cos degli aggregati stabili, che presentano valori
variabili per quanto riguarda: CSC, pH e PA. Pu essere usata in miscugli con
materiali organici, nella quantit di circa 10-35 % del volume, ai quali conferisce
maggiore aerazione e drenaggio. Quella che presenta pH>7 non adatta allimpiego
in orto-floricoltura.
Lana di roccia
Rappresenta il substrato maggiormente impiegato nelle coltivazioni fuori suolo.
Deriva dalla fusione a 1500-2000C di silicati di alluminio, calcio e magnesio e del
carbon coke (tabella II.5). La miscela liquefatta viene estrusa in fili di 0.05 mm di
diametro e, successivamente alla compressione e allaggiunta di particolari resine,
il materiale assume una struttura fibriforme molto leggera (80 kg/m3) con una
elevata porosit.
La lana di roccia sterile e chimicamente inerte e, quando aggiunta ad un substrato,
ne migliora le caratteristiche di aerazione e drenaggio e permette anche un ottimo
ancoraggio per le radici. Viene impiegata da sola, come substrato di semina e per
coltivazioni fuori suolo. confezionata con formati diversi in relazione alle
esigenze di impiego: per il vivaismo si utilizzano tappi seme (plug), tappi talea e
cubi di vario formato; per la coltivazione prodotta in lastre, che presentano
lunghezza variabile da 1 a 2 metri, spessore da 7.5 a 10 cm e larghezza da 10 a 20
cm.
81
Elementi
Silicio
Calcio
Alluminio
%
47
16
14
Elementi
Magnesio
Ferro
Sodio
%
10
8
2
Elementi
Titanio
Potassio
Manganese
%
1
1
1
Tabella II.5, Maggiori costituenti della lana di roccia Grodan (ossidi % sul peso
totale - da Cultureslegumires sur substrats - C.T.I.F.L. 1996)
82
Substrato
PA
[Kg/m3]
Sabbia
Pomice
14001600
450-670
Tufi vulc.
Por.
totale
[%vol]
40-50
Por.
libera
[%vol]
1-20
Riten.
idrica
[vol]
20-40
CSC
[meq%]
55-80
30-50
24-32
570-630
80-90
75-85
2-5
3-5
0.080.012
-
Vermiculite
80-120
70-80
25-50
30-55
80-150
0.05
Perlite
90-130
50-75
30-60
15-35
1.5-3.5
Argilla esp.
300-700
40-50
30-40
5-10
3-12
0.020.04
0.02
Polistirolo
6-25
85-90
55
95-97
52
10-15
3
75-80
0.01
0.01
Lana
roccia
20-25
EC
[mS/
cm]
0.10
pH
6.47.9
6.79.3
7.08.0
6.07.2
6.57.5
4.59.0
6.1
7.07.5
II.2.2 I nutrienti
La corretta gestione, della nutrizione delle piante, non pu escludere la conoscenza
di alcuni principi di base, relativi ai processi che regolano lassorbimento e
lutilizzazione dei principali macro e microelementi. Sebbene per lo sviluppo
equilibrato delle piante tutti i nutrienti che verranno di seguito illustrati sono
indispensabili, questi sono stati suddivisi in macro e micro elementi, sulla base del
fatto, che i primi vengono assorbiti in quantitativi relativamente pi elevati dei
secondi. Di seguito verranno, sinteticamente, considerate le caratteristiche dei pi
importanti macro e micronutrienti e di alcuni meccanismi coinvolti nella nutrizione
delle piante.
83
Macroelementi
Azoto
Lazoto (N) viene assorbito per sintetizzare amminoacidi proteine, enzimi e
clorofilla; le forme pi impiegate per fertirrigazione sono: nitrica, ammoniacale e
talvolta ureica.
La forma nitrica prontamente assorbita dalle radici, molto mobile all'interno della
pianta e pu essere immagazzinata dalla stessa, ad elevate concentrazioni senza
indurre tossicit. Quella ammoniacale pu essere assorbita dalla pianta solo in
piccole quantit, mentre le dosi pi consistenti vengono utilizzate, previa
ossidazione a nitrato, da parte dei batteri del suolo. Le piante, senza incorrere in
problemi di tossicit, possono accumulare solo bassi livelli di NH4. Quantitativi pi
elevati provocano fenomeni di tossicit, che si rivelano sulle foglie pi vecchie con
clorosi lungo i margini, i quali tendono ad incurvarsi verso lalto.
Eccesso di azoto provoca: abbondante rigoglio vegetativo, allungamento del ciclo
colturale, colorazione verde intenso delle foglie, scarsa allegagione dei fiori, tessuti
molto ricchi di acqua, scarsa lignificazione e consistente accumulo di nitrati. Come
appare dalla figura II.31, la carenza di azoto si manifesta con: colorazione verde
pallido delle foglie pi vecchie (ingiallimento), stentato accrescimento e anticipo
della senescenza.
Fig. II.31, Esempio di carenza di Azoto su sedano (A) e stella di Natale (B),
(materiale fornito dalla diateca CIFO S.p.A.). [6]
Potassio
Il potassio (K) riveste fondamentale importanza per la distensione cellulare, la
sintesi proteica, lattivazione degli enzimi, la fotosintesi e agisce anche da
trasportatore di altri elementi e carboidrati, attraverso la membrana cellulare.
Assume, poi, un ruolo importante nel mantenere in equilibrio il potenziale osmotico
della cellula e di regolare lapertura stomatica. Parimenti al nitrato, molto mobile
84
allinterno della pianta, infatti, i primi segni di carenza si manifestano sotto forma
di macchie giallastre che, molto rapidamente, necrotizzano sui margini delle foglie
pi vecchie. Piante K-carenti risultano essere maggiormente suscettibili a repentini
abbassamenti di temperatura, stress idrici e attacchi fungini. Un eccesso, impedisce
lassorbimento di calcio e magnesio.
Fosforo
La disponibilit di fosforo (P) nel mezzo di coltura favorisce lo sviluppo delle
radici, il rapido accrescimento del germoglio e la quantit dei fiori. Questo
elemento, quando disponibile, viene assorbito con molta facilit e pu essere
accumulato senza danni per la pianta. Il suo ruolo fondamentale legato alla
formazione di composti ad elevata energia (ATP), necessari per il metabolismo dei
vegetali. Le quantit, mediamente, richieste sono piuttosto modeste (10-15% dei
fabbisogni di N e K). Da tenere, per, in considerazione che, contrariamente a
quanto si verifica in terreno, il P facilmente lisciviabile nelle colture fuori suolo.
Lassorbimento del P, risulta essere molto depresso dalle basse temperature del
substrato (< 13 C) o da elevati valori di pH (>6.5) che possono portare a sintomi
di carenza. In queste condizioni pi efficace linnalzamento del livello termico
e/o la riduzione del pH che la somministrazione di concimi fosfatici. Gli eccessi di
P possono ridurre o bloccare lassorbimento di alcuni micronutrienti (Cu, Ca, Zn).
La carenza di fosforo si manifesta con colorazione verde-viola delle foglie pi
vecchie, cui pu seguire clorosi e necrosi, oltre a stentato accrescimento dellapice
vegetativo. Tuttavia, tali sintomi sono aspecifici e fanno s che le carenze da P siano
difficilmente identificabili.
Calcio
Il calcio (Ca) coinvolto nella formazione della parete cellulare, nella permeabilit
della membrana e nella divisione e distensione delle cellule. Una buona
disponibilit conferisce alla pianta maggiore resistenza agli attacchi fungini e alle
85
Elementi in eccesso
N
NH4
K
P
Ca
Mg
Na
Mn
Fe
Zn
Cu
Elementi inibiti
K
Ca, Cu
N, Ca, Mg
Cu, Fe, B
Mg, B
Ca
Ca, K, Mg
Fe, Mo
Mn
Mn, Fe
Mn, Fe, Mo
86
Magnesio
Il magnesio (Mg) riveste particolare importanza, poich entra nella costituzione
delle molecole di clorofilla. Viene immobilizzato, a valori di pH del mezzo di
coltura, inferiori a 5.5 ed entra in competizione con lassorbimento di K, Ca, Mn,
Na e NH4. I sintomi di carenza sono evidenziati da ingiallimento e clorosi
internervale delle foglie basali, come appare dalla figura II.34.
Zolfo
Lo zolfo (S) richiesto dalla pianta in quantitativi paragonabili a quelli del P e, al
fine di un suo ottimale assorbimento, necessario che sia presente in rapporto 1:10
con lazoto. Viene assorbito sotto forma di solfato. Le carenze non sono facilmente
diagnosticabili, in quanto i sintomi possono essere confusi con quelli di N-carenza,
ad eccezione del fatto che la deficienza di azoto inizia a manifestarsi dalle foglie
pi vecchie, mentre quella dello zolfo dalle pi giovani.
Microelementi
Ferro
Il ferro (Fe) indubbiamente, il pi importante poich entra in molti processi
biologici, come ad esempio la fotosintesi. Per il suo migliore assorbimento,
necessario che il pH del mezzo di coltura sia compreso tra 5.5-6.0 e che non si operi
in presenza di eccessivi livelli di Mn, con il quale entra in competizione. A bassa
temperatura si riduce lefficienza di assimilazione. La carenza si manifesta con
clorosi internervale che, dalle foglie giovani, si sposta verso quelle basali pi
vecchie, e da un ridotto accrescimento dellapparato radicale. I sintomi di carenza
non sono sempre dovuti alla presenza di quantitativi ridotti nel mezzo di coltura,
ma spesso a condizioni che lo rendono non disponibile per la pianta es. pH anomalo
o eccessi di Mn. Limpiego di chelanti idonei, per una data soluzione nutritiva,
garantisce costante disponibilit di Fe per la pianta. Il rapporto ottimale Fe:Mn si
aggira intorno a 2:1 per la maggior parte delle colture.
87
Cloro
Il cloro (Cl), solo di recente ha iniziato ad essere considerato un micronutriente,
anche se il suo contenuto nelle piante (0.2-2.0%) piuttosto elevato. Viene
facilmente assorbito dalla pianta ed molto mobile allinterno della stessa.
Interviene nel processo fotosintetico e nella regolazione dellapertura degli stomi.
Le carenze, poco frequenti, si manifestano con tipici sintomi di appassimento delle
foglie, specialmente ai margini. Molto pi diffusi i danni da eccesso che portano a
vistose contrazioni dellaccrescimento, in relazione alla diversa sensibilit delle
specie (orzo, spinacio, lattuga, barbabietola poco sensibili; fagiolo, cotone e alberi
da frutto molto sensibili). Per evitare danni alle colture opportuno controllare
sempre la dotazione delle acque irrigue e scegliere i concimi opportuni (es. K2SO4
piuttosto che KCl).
Sodio
Il sodio (Na), se in eccesso, risulta dannoso per le piante, poich tossico, interferisce
con lassorbimento di altri ioni e deteriora la struttura del terreno. Lantagonismo
con il K, ad esempio, non sempre dannoso in quanto, nel pomodoro, stimola la
sapidit delle bacche, mentre nel fagiolo deprime laccrescimento della pianta.
Come per il Cl, importante la conoscenza della dotazione delle acque irrigue.
Manganese
Il manganese (Mn) entra a far parte di molti coenzimi ed coinvolto
nellallungamento delle cellule radicali e nella loro resistenza ai patogeni. La sua
disponibilit controllata dal pH del mezzo di coltura e dalla competizione con altri
elementi. I sintomi di carenza sono assimilabili a quelli del Fe, ad eccezione della
comparsa di aree leggermente incavate nelle zone internervali. La correzione pu
essere praticata con laggiunta di MnSO4 o con labbassamento del pH della
soluzione nutritiva.
Boro
Il boro (B) essenziale per la fecondazione, lallegagione dei frutti e lo sviluppo
dei semi. Le modalit di assorbimento sono analoghe a quelle gi descritte per il Ca
con il quale pu entrare in competizione. Il pH del mezzo di coltura deve essere
inferiore a 6.0 e il livello ottimale sembra doversi individuare tra 4.5 e 5.5. I sintomi
di carenza, iniziano ad evidenziarsi nelle nuove strutture che appaiono di colore
verde scuro, le giovani foglie accrescono molto il loro spessore e hanno consistenza
cuoiosa. Successivamente, possono presentarsi clorotiche e poi necrotiche, con
colorazione rugginosa.
88
Zinco
Lo zinco (Zn) svolge unazione importante, in certe reazioni enzimatiche. Il suo
assorbimento fortemente influenzato dal pH del terreno e dalla dotazione di P. Nei
confronti del pH i valori che ne favoriscono lassorbimento sono compresi tra 5.5 e
6.5; al di sotto di questi si possono verificare danni da tossicit alle piante. Bassa
temperatura, elevata umidit del terreno ed elevati livelli di P riducono la quantit
di zinco che viene assorbita dalla pianta. Raramente si manifestano carenze, i cui
sintomi sono rappresentati da macchie clorotiche nelle zone internervali delle
foglie, internodi molto corti, epinastia fogliare e scarso accrescimento.
Rame
Il rame (Cu) coinvolto nei processi respiratori e in quelli fotosintetici. Il suo
assorbimento viene ridotto a livelli di pH superiori a 6.5, mentre a valori inferiori
di 5.5 si possono verificare effetti di tossicit. Elevati livelli di NH4+ e P
interagiscono con il Cu, riducendone la disponibilit. Leccessiva presenza di Cu,
interferisce con lassorbimento di Fe, Mn, Mo. Le carenze si manifestano con
clorosi internervale, che portano al collasso dei tessuti della lamina fogliare che
sembrano essiccati.
Molibdeno
Il molibdeno (Mo) essenziale nella sintesi delle proteine e nel metabolismo dellN.
Contrariamente agli altri microelementi, pi disponibile a pH intorno alla
neutralit. I sintomi di carenza iniziano a manifestarsi con clorosi e necrosi lungo
la nervatura principale delle foglie vecchie, mentre quelle giovani appaiono
deformate. Tale sintomatologia particolarmente diffusa nelle leguminose,
cavolfiore e mais, quando coltivate in monosuccessione.
89
90
Tabella II.8, Elenco dei principali concimi impiegati per la formulazione delle
soluzioni nutritive e loro titoli. [6]
91
92
93
94
II.2.4 Salinit
La caratterizzazione della salinit del terreno si basata, per lungo tempo, sulla
determinazione del contenuto salino, espresso come percentuale del peso totale.
Tale sistema, non sembrava per del tutto esaustivo, in quanto, tra i diversi sali
disciolti, permetteva di distinguere, al massimo, il carbonato di sodio dagli altri.
Indipendentemente da questo inconveniente, sotto il profilo operativo, ci che
interessa conoscere, non rappresentato dal contenuto di sali solubili presenti nel
terreno, ma dalla pressione osmotica determinata dagli stessi. Al fine di ovviare a
tale imprecisione, pertanto, si fa riferimento alla determinazione della
elettroconducibilit o conducibilit elettrica (EC) dellestratto saturo del terreno,
indice strettamente correlato con la pressione osmotica.
95
L apparato radicale del vegetale, infatti, assorbe lacqua e i nutrienti che gli sono
necessari per osmosi dalla soluzione circolante. Tale fenomeno fisico, si verifica tra
due soluzioni a diversa concentrazione salina, separate da una membrana
semipermeabile assimilabile a quella che avvolge i peli radicali. In tale situazione,
dalla soluzione meno concentrata, il liquido attraverser questa membrana fino a
portare le due soluzioni alla stessa concentrazione. Le due soluzioni avranno,
pertanto, raggiunto la stessa pressione osmotica, il che equivale a dire la stessa
salinit. Pertanto, tanto pi elevata sar la salinit della soluzione circolante del
terreno, tanto pi difficoltoso risulter il passaggio di questa, allinterno della pianta
(assorbimento). Nel caso di valori di pressione osmotica eccessivamente alti, in
presenza di temperatura ambiente elevata, si pu giungere alla devitalizzazione
della pianta, per disidratazione della stessa. Indubbiamente la misura della EC
fornisce un dato pi attendibile per la valutazione della salinit del terreno, rispetto
alla percentuale in peso dei sali presenti nello stesso. Tale determinazione non
per da considerare del tutto soddisfacente, poich non consente di trarre
indicazioni sulla qualit dei sali, infatti, non possibile stabilire se la salinit data
da un sale utile, come ad esempio il nitrato di calcio, o dannoso come il cloruro
di sodio.
II.2.5 pH
La reazione della soluzione circolante o pH, influenza sensibilmente le condizioni
di abitabilit e nutrizione e pu assumere, teoricamente, valori che oscillano da 0 a
14. Nel terreno o nei substrati, per, i valori estremi non sono praticamente
riscontrabili e la classificazione sulla base dei valori di pH riportata in tabella
II.12.
Classificazione
Fortemente acidi
Acidi
Sub-acidi
Neutri
Sub-basici
Basici
Alcalini
Valori
<5.5
5.5-6.0
6.0-6.8
6.8-7.3
7.3-8.0
8.0-8.5
>8.5
Tabella II.12, Classificazione del terreno agrario sulla base dei valori di pH. [10]
pH
Specie
Orticole
5.5-6.5
5.5-7.0
6.0-7.0
6.5-7.5
6.5-7.5
4.5-5.5
4.5-6.5
5.0-5.5
5.0-6.0
5.0-6.5
5.5-6.0
5.5-6.5
6.0-6.5
6.0-7.0
6.0-7.5
6.5-7.5
Anguria, Fragola
Cavolo rapa, Cetriolo, Melanzana, Peperone, Prezzemolo,
Zucchino
Carota, Cicorie, Cipolla, Fagiolo, Lattuga, Pomodoro, Ravanello,
Spinacio
Cavolfiore, Cavolo cappuccio, Melone, Sedano, Zucca
Asparago, Basilico, Bietola da orto
Ornamentali
Erica, Gardenia
Ortensia
Azalea, Rododendro
Bromeliacee, Ficus elastica, Fucsia
Anthurium, Caladium, Dieffenbachia, Orchidee, Philodendron,
Pothos
Felci
Cactacee, Ciclamino, Gerbera, Poinsettia, Asparagus plumosus
Geranio (Pelargonium spp.), Saintpaulia
Bouganvillea, Calla, Freesia
Cineraria, Crisantemo, Strelitzia
Asparagus sprengeri, Garofano, Giacinto, Rosa
Tabella II.13, Valori preferenziali del pH (in acqua) per le principali specie
orticole ed ornamentali (da AA.VV.). [10]
97
La correzione del pH, nei terreni acidi, pu essere realizzata con limpiego di:
concimi, che non apportino ulteriore acidit al terreno (es. nitrato di calcio, nitrato
di sodio, calciocianamide, urea, nitrato ammonico, scorie di defosforazione, fosfati
basici, salino potassico, ceneri, kainite); calcitazioni, con calce viva (ossido di
calcio), calce spenta (idrato di calcio), calcare finemente macinato (carbonato di
calcio pi o meno puro), marne calcaree, dolomite (carbonato di calcio e magnesio);
98
irrigazioni per sommersione, meglio se con acque dure, ricche di carbonati di calcio
e di magnesio.
La correzione del pH nei terreni basici, per eccesso di calcare, piuttosto difficile
da realizzare; il ricorso a correttivi acidi, come zolfo e acido solforico, risultano
efficaci, ma troppo costosi. Nei terreni orticoli, di superfici modeste, potrebbe
essere interessante lapporto di torba.
Obiettivi
Modalit operative
Prevenzione attacchi
microorganismi
Prevenzione attacchi
microorganismi e
parziale pulizia
(intervalli di 1 ora)
Superclorazione in
presenza di gravi
occlusioni di alghe
In continuo durante il
ciclo
Ad intermittenza anche
durante il ciclo colturale
Ad intermittenza senza
colture in atto
Concentrazione di Cl
nella soluzione
disinfettante (mg/L)
1-5
10-20
400-500
99
10
dove:
Q = quantit di ipoclorito da iniettare nella soluzione fertirrigante,
Cl = concentrazione di cloro desiderata;
P = Portata dellimpianto di fertirrigazione;
Clc = Concentrazione di cloro nel prodotto commerciale impiegato.
100
CAPITOLO III
101
DOTAZIONI
INDISPENSABILI
UTILI
INDISPENSABILI
DI CONSUMO
Strumentali
Attrezzature
Impianto
idraulico
Materiali vari
Timer
Filtro a rete
Elettropompa
Saracinesca
Serbatoio
Tubazione di
adduzione idrica
Gocciolatori
Capillari completi
di aste
Vasi polietilene e/o
sacchi
Telo pacciamatura
Bilancia
Conta litri
Canalette
Concimi semplici
Acido
Substrato
102
103
DOTAZIONI
INDISPENSABILI
Strumentali
Attrezzature
Impianto
idraulico
Programmatore
Filtro a rete
Elettropompa
Saracinesca
n 2 Elettrovalv.
Serbatoio
Tubazione di
adduzione idrica
Gocciolatori
Capillari completi
di aste di fermo
UTILI
INDISPENSABILI
DI CONSUMO
Misuratore
portatile
controllo EC e
pH
Conta litri
104
Materiali vari
Canalette
Concimi semplici
Acido
Substrato
Tabella III.2, Elementi del sistema versione base con ricircolo. [8]
Vantaggi:
Costo contenuto;
Facilit di gestione operativa.
Svantaggi:
una volta prestabilita, sulla base della superficie da gestire, la capienza del
serbatoio, successivamente difficile modificare le superfici da servire, se
non attraverso adeguamenti pi o meno costosi a seconda dei casi e delle
necessit, unica la specie coltivabile con tale sistema.
Limpegno delloperatore, dopo la fase di posa in opera dellimpianto e del
trapianto della coltura, limitato a:
controlli sulla cultura;
aggiornamento della ricetta nutritiva in relazione alla fase fenologica della
coltura;
reintegrazione della S.N. ad esaurimento della stessa.
In linea generale, si opta per una delle due soluzioni sopra illustrate quando:
si intende familiarizzare con la nuova tecnica produttiva;
si vuole adottare la tecnica, ma si esclude la possibilit nel breve-medio
periodo, di un ampliamento delle superfici da servire.
Qualora, invece, limprenditore sia in possesso delle conoscenze necessarie e sia
convinto della scelta relativa al Fuori Suolo, nella variante del Ciclo Aperto ed
abbia, come obiettivo di breve periodo, quello di estendere tale tecnica produttiva a
tutti o a gran parte degli apprestamenti di protezione presenti in azienda, sar pi
ragionevole optare per un impianto pi complesso e, pertanto, pi costoso, anche se
nella fase di rodaggio (la durata di tale fase approssimativamente equivalente al
periodo necessario allespletamento di uno , massimo due cicli produttivi, riferiti
alla coltura che intende praticare) limpianto potr essere sotto utilizzato rispetto
alle potenzialit. In questo caso, tra le varie possibilit di scelta, vi limpianto della
Fig. n III.3
105
Fig. III.4, Impianto della tipologia riportata in Fig. III.3 - Az. Agr. Piattelli
Emilio - Miglianico (CH). [8]
106
DOTAZIONI
Strumentali
Attrezzature
Impianto
idraulico
Materiali vari
INDISPENSABILI
Sistema di
rilevazione ed
adeguamento pH e
EC
N 3 Pompe
dosatrici
Sonda pH
Sonda di EC
Programmatore
Valvola di ritegno
Filtro a rete
Elettropompa
Saracinesca
Elettrovalvola
Contatore lancia
impulsi
Gocciolatori
Tubazione di
adduzione idrica
Capillari completi
di aste di fermo
Vasi polietilene e/o
sacchi
Telo pacciamatura
Bilancia
UTILI
Canalette
INDISPENSABILI
DI CONSUMO
Concimi semplici
Acido
Substrato
Tabella III.3, Elementi del sistema Versione con soluzioni madre e centralina a
controllo volumetrico. [8]
Limpianto illustrato si differenzia dai due precedenti per una serie di variabili
quali:
presenza di soluzioni madre concentrate (A e B) ed acido (C), stoccati in
serbatoi di giusta capacit;
sistema di rilevazione ed adeguamento del pH e Conducibilit, rispetto ai
valori di set point impostati sullo stesso strumento;
pompe dosatrici, con funzione di prelievo ed iniezione, in linea di concimi
e acido;
sonde di rilevazione pH e EC, posizionate a valle dei punti di iniezione dei
concimi e dellacido.
Vantaggi:
107
108
DOTAZIONI
Strumentali
Attrezzature
INDISPENSABILI
UTILI
INDISPENSABILI
DI CONSUMO
Centralina controllo
riempimento vasca, EC e
pH
N 3 Pompe
dosatrici
Sonda pH
Sonda di EC
Programmatore
Galleggiante
elettrico
Filtro a rete
Elettropompa
Saracinesca
N 3 Elettrovalv.
Serbatoio per S.N.
109
Impianto
idraulico
Materiali vari
N 2 serbatoi da lt.
200
N 1 serbatoi da lt.
100
Gocciolatori
Tubazione di
adduzione idrica
Capillari completi
di aste di fermo
Vasi polietilene e/o
sacchi
Telo pacciamatura
Bilancia
Canalette
Concimi semplici
Acido
Substrato
Tabella III.4, Elementi del sistema Versione con soluzioni madre e ricircolo.
[8]
111
Fig. III.6, Versione con soluzioni madre e sistema venturi per iniezione
in linea soluzione nutritiva. [8]
DOTAZIONI
Strumentali
Attrezzature
INDISPENSABILI
UTILI
INDISPENSABILI
DI CONSUMO
Centralina controllo
riempimento vasca, EC e
pH
Sonda pH
Sonda di EC
Programmatore
Galleggiante
elettrico
Filtro a rete
Elettropompa
Saracinesca
N 3 Elettrovalv.
112
Impianto
idraulico
Materiali vari
N 3 Elettrovalv. di
precisione
N 3 venturi
Gocciolatori
Tubazione di
adduzione idrica
Serbatoio
N 2 serbatoi da lt.
200
N 1 serbatoi da lt.
100
Capillari completi
di aste di fermo
Vasi polietilene e/o
sacchi
Telo pacciamatura
Bilancia
Canalette
Concimi semplici
Acido
Substrato
Tabella III.5, Elementi del sistema Versione con soluzioni madre e sistema
venturi per iniezione in linea soluzione nutritiva. [8]
113
Fig. III.8, Versione impianto a ciclo chiuso con soluzioni madre e centralina a
controllo volumetrico. [8]
DOTAZIONI
Strumentali
Attrezzature
INDISPENSABILI
UTILI
INDISPENSABILI
DI CONSUMO
Regolatore pH e EC
per controllo
proporzionale
Sonda pH
Sonda di EC
compensata in
temperatura
Programmatore
N 3 Pompe
dosatrici
Filtro a dischi
Elettropompa
Saracinesca
Elettrovalvola
Valvola di ritegno
115
Impianto
idraulico
Materiali vari
Contatore lancia
impulsi
Serbatoio per S.N.
Serbatoio Soluz.
sgrondo
Elettropompa
sommersa con
galleggiante
Filtro a sabbia
Lampada UV
Gocciolatori
Tubazione di
adduzione idrica
Tubazione recupero
soluzione drenata
Capillari completi
di aste di fermo
Vasi polietilene e/o
sacchi
Telo pacciamatura
Canalette
Concimi semplici
Acido
Substrato
Tabella III.6, Elementi del sistema Versione impianto a ciclo chiuso con
soluzioni madre e centralina a controllo volumetrico. [8]
117
Fig. III.9, Versione impianto a ciclo chiuso con soluzioni madre e ricircolo. [8]
DOTAZIONI
Strumentali
Attrezzature
INDISPENSABILI
UTILI
INDISPENSABILI
DI CONSUMO
Centralina controllo
riempimento vasca,
EC e pH
Sonda pH
Sonda di EC
Programmatore
N 3 Pompe
dosatrici
Filtro a dischi
Elettropompa
Saracinesca
N3 Elettrovalvole
Valvola di ritegno
Contatore lancia
impulsi
118
Impianto
idraulico
Materiali vari
Concimi semplici
Acido
Substrato
Tabella III.7, Elementi del sistema Versione impianto a ciclo chiuso con
soluzioni madre e ricircolo. [8]
Vantaggi:
Svantaggi:
costi acquisizione impianti pi elevati, rispetto alle tipologie impiantistiche
precedentemente descritte;
utilizzo limitato alla gestione di ununica coltivazione;
maggiore possibilit di trasmissione di patologie dannose alla coltura.
Limpegno delloperatore, dopo la fase di posa in opera dellimpianto e del
trapianto della coltura, limitato a:
119
120
DOTAZIONI
INDISPENSABILI
Banco operativo
Strumentali
Attrezzature
UTILI
INDISPENSABILI
DI CONSUMO
Fotoradiometro
Sonda
temperatura
Sonda umidit
Sonda sgrondo
Misuratore
portatile
di pH e EC
Filtro a dischi
N2 Elettropompa
Saracinesca
Serbatoio per S.
disinfettata
121
Impianto
idraulico
Materiali vari
Serbatoio S.
sgrondo
Filtro a sabbia
N 2 serbatoi da lt.
200
N 1 serbatoi da lt.
100
N2 Galleggiante
elettrico
Lampada UV
Gocciolatori
Tubazione di
adduzione idrica
Tubazione recupero
soluzione drenata
Capillari completi
di aste di fermo
Vasi polietilene e/o
sacchi
Telo pacciamatura
Canalette
Concimi semplici
Acido
Substrato
Soluzioni per
tarature
sonde pH e EC
Tabella III.8, Elementi del sistema Versione impianto a ciclo chiuso ed aperto
gestito da banco operativo. [8]
122
Svantaggi:
costi acquisizione impianti elevati.
Limpegno delloperatore, dopo la fase di posa in opera dellimpianto e del
trapianto della coltura, limitato a:
controlli sulla cultura;
123
124
CAPITOLO IV
125
filtraggio a sabbia,
filtraggio a dischi,
sistema di controllo (PH, EC, pompe dosatrici),
serra,
vaso,
disinfezione UV,
sistema di ricircolo,
serbatoio soluzione nutritiva,
serbatoi elementi chimici,
serbatoio di scarico.
126
127
Legendaelementidelsistema
1
Soluzionediscarto
Elettropompa
Serbatoiosoluz.scarto
10
Serbatoiosoluz.nutritiva
Filtroagraniglia
11
Sondedicontrollo
Filtroadischi
12
Pompedosatrici
FiltroUV
13
Bancodicontrollo
Soluzionedisinfettata
14
Soluzionemadre1
Approvvigionamentoidrico
15
Soluzionemadre2
Soluzionenutritiva
16
SoluzioneAcida
128
129
Il modulo di coltivazione
Il sistema sar costituito da una cultura a vaso gi discussa nel paragrafo I.2.1, con
substrato di perlite (par. II.2.1). Il vaso appartiene alla tipologia dutch bucket
(figura IV.5) ovvero formato da un doppio livello per facilitare il drenaggio e lo
scarico della soluzione nutritiva. Un sistema del genere permette un adeguato
isolamento per evitare il diffondersi delle malattie, inoltre, i singoli moduli in caso
di marciume radicale possono essere facilmente isolati per non compromettere
lintera coltivazione. Allinterno della serra sono previsti 60 moduli come si vede
in figura IV.4.
130
lirrigazione netta
lirrigazione lorda
entrambe espresse in
Calcolo di Inet
La prima quantit (
) corrisponde alla massima oscillazione tollerata dalla pianta
nel valore della quantit di acqua, contenuta nel substrato e disponile
allassorbimento radicale. Essa espressa dalla relazione [10]:
100
(IV.1)
dove:
una costante adimensionale della pianta che varia tra 0.05 fino ad 1
0.27
27%
131
9.50
viene fissato in base alle propriet idrauliche del substrato, allo schema di
distribuzione ed alle caratteristiche della pianta.
Nel nostro caso si posto
0.05 in modo da ottenere una minima variabilit
dellumidit del substrato e per cui unirrigazione pi breve che risulta essere ideale
alle coltivazioni fuori suolo [10];
Otteniamo:
27
9.50 0.05
100
0.128
132
133
Calcolo di Igross
Lirrigazione lorda (
) la quantit di acqua data alla pianta, essa maggiore
rispetto a quella netta poich viene considerata unaliquota di acqua persa dovuta:
alla traspirazione delle piante
alla quantit emessa dagli ugelli
alla necessit di evitare accumuli salini nella zona radicale
La relazione che esprime lirrigazione lorda la [10]:
(IV.2)
Dove:
un coefficiente di sicurezza adimensionale
Un
1.30
In definitiva si ottiene:
1.30 0.128
0.167
100
(IV.3)
100
0.167 0.128
0.167
23.07%
3600
(IV.4)
3600
1 10
60.02
60
0.24 3.14 60
10.85
135
10.85
0.000128
0.001392
1.392
10.85
0.000167
0.001809
1.809
o Evapotraspirazione di
136
Nel caso del pomodoro, i valori del coefficiente culturale sono riportati
nella tabella IV.2.
Kc
Iniziale
0.6
Medio
1.15
Finale
0.7-0.9
il flusso
concetti di
e di
. Di conseguenza lintensit del flusso
evapotraspirativo reale di una coltura di solito inferiore a quella massima
e quindi:
Il valore di
pu essere inferiore al corrispondente valore di
quando
la coltura sottoposta a limitazioni idriche, nutrizionali o a condizioni di
stress di diversa origine.
I modelli di stima dellevapotraspirazione
Esistono modelli di diversa difficolt, per calcolare levapotraspirazione potenziale
. Nel seguito vengono descritti quelli pi noti.
Modello di Penman-Monteith [17]: tiene conto di tutti i fattori di cui sopra
su base fisica, tra le pi precise. Richiede: la radiazione netta (ricavabile
da quella globale), la temperatura massima e minima (Tmax e Tmin),
lumidit relativa massima e minima (URmax e URmin), la velocit del
vento, ed il flusso di calore nel suolo (stimabile da altre grandezze o
trascurabile su scala di 3-5 giorni). Occorrono quindi stazioni meteo
complete, che sono tuttavia poco diffuse. Lespressione di
fornita da
questi autori [17]:
(IV.5)
in cui:
la radiazione netta in
in
138
Modello di Hargreaves:
Lespressione di
0.0023
17.8
(IV.6)
in cui:
1.26
(IV.7)
in cui:
la radiazione netta
il flusso di calore nel suolo
la costante psicrometrica
4098
237.3
dove:
Modello di Blaney-Criddle:
Lespressione di
0.46
(IV.8)
in cui:
la temperatura media mensile in C;
la media mensile della durata astronomica del giorno (N), espressa come
% sul totale delle ore diurne dellanno;
fattore di correzione basato sull'umidit relativa minima, sul rapporto tra
la durata effettiva e la durata teorica(astronomica) dellinsolazione, e sulla
velocit del vento nelle ore diurne.
Modello di Thornthwaite
Essa molto apprezzata dai climatologi, ma quasi inutile per gli agronomi.
Lespressione di
fornita da questi autori [17]:
16.2
(IV.9)
in cui:
un parametro tabellato, che dipende dal numero medio di ore di
insolazione giornaliera e dal numero di giorni nel mese i.
0.5 0.016
la temperatura media mensile
lindice termico annuale
Ci sono almeno un centinaio di formule, tutte con validit pi o meno locale
140
Il nostro caso
Nel nostro caso si preso a riferimento il modello di Hargreaves, che richiede un
numero di parametri di pi semplice valutazione.
0.0023
17.8
Le temperature
,
,
sono state ricavate dagli Annali Idrologici della
Regione Campania per il comune di Grazzanise.
Le radiazioni incidenti
, sono state stimate dal documento FAO crop water
requirements del 1998 in relazione al periodo dellanno ed alla latitudine della
coltivazione (tabella IV.3) [3].
caso di piante che si trovano nella fase iniziale di crescita, e circa 7 nel caso di
piante che si trovano nello stadio intermedio.
Da sottolineare che lo scopo delle coltivazioni protette e fuori suolo quello di
correggere i parametri ambientali e nutrizionali in modo tale da stabilizzare sul
valore pi alto levapotraspirazione cos ottenendo quellincremento di produttivit
tanto cercato.
ETc
9
8
7
6
5
4
3
2
1
0
7/11
Kc=0.7
5/2
5/5
Kc=1.15
3/8
1/11
30/1
Dove:
il numero delle irrigazioni necessarie.
142
Numeroirrigazioni
70
60
50
40
30
20
10
Kc=0.7
0
7/11
5/2
5/5
Kc=1.15
3/8
1/11
30/1
Come ultima analisi vogliamo osservare i litri di acqua necessari alla pianta (grafico
figura IV.9) per il suo corretto sviluppo, tali quantit sono direttamente legate al
numero di irrigazioni (relazione IV.10) ed allirrigazione lorda (relazione IV.2). In
questo grafico possiamo osservare come vi sia un sostanziale differenza di richiesta
idrica al variare dello stadio di crescita e dei parametri ambientali. In particolare
abbiamo un massimo di circa 100 litri nel caso di stadio intermedio ed un massimo
di circa 60 litri nel caso di stadio iniziale.
143
Litridiacquaalgiorno
120
100
80
60
40
20
Kc=0.7
0
7/11
5/2
5/5
Kc=1.15
3/8
1/11
30/1
144
CAPITOLO V
145
Consumoidricocoltivazionepomodoro
Italia
180
160
156
140
120
100
80
60
38,2
40
20
24,8
6,41
Tradizionale(WWFeMutti)
l/kgdipomodoro
Idroponica(GraemeSmith)
Grammidifruttoperlitrod'acqua
I valori relativi alla coltivazione tradizionale sono stati desunti da uno studio del
WWF (WWF e Mutti 2011), e quelli relativi alla coltivazione idroponica sono
riportati nel lavoro di Graeme Smith (Graeme Smith 2007).
Dai grafici presentati si evidenzia che il consumo idrico tra le due tecniche
rilevante. In particolare per coltivare un kg di pomodoro in modo tradizionale
occorrono ben 156l di acqua, questi si riducono a 24.8 nel caso di impianto
idroponico, la riduzione di consumi idrici pari a circa all84-85%. Inoltre la
produzione del frutto in grammi per ogni litro di acqua passa da 6.41g a 38.2g con
un incremento di circa l82%.
146
Usodeifertilizzantiannuo
inagricoltura
35
30
Usodeifertilizzantiin
agricoltura
23,6
25
29
20
25
20
15
15
10
10
5
4,9
1,7
0
Quintalidifertilizzanteperettaro
0
GrammidifertilizzanteperKgprodotto
Idroponica(smartfertilizer.com)
Idroponica
TradizionaleCampania(datiopen.it)
Tradizionale
Risparmiogrammifert.
Kgdipomodoro
20
18,7
Riparmio%
90%
80%
79%
70%
15
60%
50%
10
40%
30%
20%
10%
Risparmiogrammifert.Kgdi
pomodoro
0%
Riparmio%
147
148
Consumodiserbantikg/ha
7
Risparmiodiserbanti
kg/ha
6,4
7
5,8
4
3
2
0,6
1
0
90%
1
0
Diserbantikg/ha
Idroponica
TradizionaleinCampania
Risparmio
Risparmiokg/ha
Risparmio%
149
V.4 I rendimenti
Ai fini del rendimento per comprendere la differenza tra una coltivazione
tradizionale ed una fuori suolo, nel caso di pomodoro con riferimento allo stato
attuale in Italia, occorre tener presente innanzitutto la produzione. La coltivazione
idroponica, con gli adeguati sistemi di gestione e controllo, pu essere estesa a tutto
lanno. Il modo migliore per sottolineare questo aspetto analizzare (figura V.5) le
medie di radiazioni incidenti e temperatura in Italia.
RadiazionesolareetemperaturamediainItalia2015
1200
Giug
1000
Mag
Lug
Apr
800
Ag
Mar
Sett
600
Ott
Feb
400
Nov
Gen
Dic
200
0
0
10
15
20
25
30
Fig. V.5 Radiazione solare [W/m2] e temperatura [C] media in Italia 2015. [18]
con una produzione di 72 tonnellate per ettaro che cresce fino alle 585 tonnellate
nel caso di coltivazione idroponica ad alta tecnologia. Tutto questo si traduce in un
incremento di produzione pari circa al 712%.
Produzioniannueaconfronto
Incrementoannuo%
800%
700
712%
585
600
700%
500
600%
400
500%
300
400%
200
300%
100
72
200%
100%
0
Produzionet/ha
Campanainserra(ISMEA)
IdroponicaHightech(GraemeSmith)
0%
Incremento%
151
Produzionemensilemediat/h
60
48,75
50
40
30
20
10
0
Tradizionale(ISMEA)
IdroponicaHightech(GraemeSmith)
Produzionemensilemediat/h
Incrementiaconfronto
200%
100%
0%
100%
200%
300%
400%
500%
600%
700%
800%
Incrementiaconfronto
152
CONCLUSIONI
La coltivazione fuori suolo realizzata mediante la tecnica idroponica, rappresenta
una prospettiva di grande interesse, per coniugare una sempre crescente esigenza di
prodotti agricoli, con il rispetto dellambiente.
I principali vantaggi della coltivazione idroponica sono:
i costi;
il lavoro specializzato;
il fabbisogno energetico;
malattie del suolo.
154
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