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anno 3
numero 22
ottobre/novembre 2009
¥ in programma in novembre µ
sabato 21 novmebre
Fontego delle Nationi
co’ fa scuro
«Festa de la Salute»
Con solenne rituale annuale
Disfida della Castradina
leggete e diffondete
« il ridotto »
de i antichi
è divertente
e anche
intelligente
ilridotto@iantichi.org – www.iantichi.org
pagina 2 ottobre/novembre 2009 anno 3 numero 22 IL RIDOTTO venezia san marco 2674 campo san maurizio
Un tuffo nel passato. Sabato 26 ottobre 1985: Strada Nuova, basilica di Ss. Giovanni e Paolo, Piazza San Marco, Campo San Polo
Trionfo per Dionigi di Naldo da Brisighella
Uno dei più imponenti, più importanti e più riusciti eventi ideati nel corso della loro storia dagli Antichi, con una serie di celebrazioni rinascimentali, fra giochi di
guerra, cerimonie religiose e militari, musiche e danze, per la figura di Dionigi di Naldo da Brisighella, il più fedele tra i condottieri al servizio della Serenissima
Repubblica, sepolto nella Basilica di San Zanipolo (SS. Giovanni e Paolo) dove gli è stata dedicata anche una statua. Cinquecento persone nei costumi dell’epoca.
lulare 339. 6918363 ) prima però Campo San Maurizio sede dell’esposizione intitola- sizione di opere dipinte.
magari controllate nel nostro È possibile utilizzare lo spazio ta «Priapeide vetrosa», alle-
sito (www.iantichi.org) se tro- che lo caratterizza per la instal- stita con sculture in vetro di Il- Palazzo Delle Prigioni
vate qualche spunto. lazione di grandi opere come ze Jaunberga modellate a Mu- Castello 4209 (Riva degli Schiavoni)
L’organizzazione e la scelta i grandi «Dadi iconovulvati» rano da Silvano Signoretto e Location prevista come sede
dei luoghi espositivi è in cor- nel 2006 (visibili in www.vul- Danilo Zanella per la Berengo per l’allestimento di una espo-
so, con il curatore in frenetica vario.it) previa autorizzazione Collection. sizione intitolata «L’erotismo
attività: ec- di Marco Po-
co alcuni dei lo» iconizza-
luoghi in cui to da sculture
prevediamo in vetro zoo-
di esporre, al- morfe di An-
cuni sono sta- na Paola Ci-
ti già acqui- bin, model-
siti, altri so- late a Mura-
no stati opzio- no da Dani-
nati, altri an- lo Zanella per
cora saranno la Berengo
concordati: Collection.
G ozer il Gozeriano è
conosciuto anche co-
me il Distruggitore,
vulgo Zildrohar Signore del
Sebouilaa, ed è noto altresì co-
mo imprenditori, per esempio,
non avremmo mai investito un
centesimo nella Compagnia
de Calza I Antichi. Regalato sì,
contribuito sì, ma investito?
me Gozer il Viaggiatore. Se- È pur vero però che in due an-
condo uno spassosissimo film ni di attività il Circolo de I An-
del secolo scorso: «Egli giunge- tichi ha dato vita a decine di
rà in una delle sue forme pre-
scelte. Durante la rettificazio- Sconfitti dal crollo delle economie mondiali appuntamenti culturali musi-
cali poetici gastronomici fan-
ne dei Vuldronaii egli giun-
se come un vasto e semoven-
te Torb. Poi durante la riconci-
I Antichi rinunciano al Circolo tasiosi e divertenti. Ricordia-
mo i cicli poetici e artistici del-
le Ore Felici, con gli interven-
liazione degli ultimi supplican- di luca colo de fero colferai procurator grando e priore onorario de i antichi ti ineluttabili di Luca Colfe-
ti Meketrex scelsero una nuova rai, le lezioni artistiche di Ma-
forma per lui, quella di enorme rilù Pavanini Zennaro, le mi-
Sloar! Molti Shub e Zuul peri- tiche allocuzioni zootecniche
rono arrostiti nelle profondità di Gianni Matteucci, le proie-
dello Sloar quel giorno giurad- zioni dei documentari di An-
dio!» Scopo di Gozer il gozeria- ny Carraro e le immagini di
no è, ovviamente e nell’ordine: Guido Fulgenzi, le esposizioni
impadronirsi della Terra e di- d’arte di Krista Minten, Enzo
struggerla apocalitticamente. Rossi Ròiss, Federico Zambon,
Per fare ciò egli invia il suo Ma- Ilze Jaunberga. Le cene (qua-
stro di Chiavi, Vinz Clortho, si ogni settimana) infaticabil-
sul nostro pianeta alla ricerca mente preparate da Jurubeba e
della porta adatta e del Guar- da Biba. E i concerti di Luma e
dia di Porta, nell’occasione uno di Diego Vio, e le presentazio-
Zuul, che gli apra il passaggio. ni dei libri e le letture dramma-
Ruggiti ultraterreni e garga- tizzate dei Giovani Antichi, e il
rismi soprannaturali a parte, Salone degli Antichi Giochi e le
al contrario di Gozer e di Zull, sfide di sanmartini e tutte le al-
I Antichi non hanno più chia- tre cose e tutti gli altri che ora
vi né porta in cui infilarle. Del dimentico perché non ricordo
Circolo de I Antichi in Campo più nulla...
San Maurizio, s’intende. Così, eccoci qua: gavemo sba-
A causa di molti fattori, non 11 ottobre 2009: Colo de Fero e Ragazzo Carlo abbassano l’insegna del Circolo raccà. Non volevamo farlo. Ma
tutti alla portata delle nostre (foto Jurubeba) abbiamo dovuto. Questa triste
facoltà, intellettive e anche no. notizia, in realtà, non è grave
No ghe gera più schei. Nono- come sembra. Soprattutto per-
stante gli sforzi più o meno im- ché ci affranca dall’assillo di
mani profusi da tutti, compa- svenarci finanziaramente. Al-
gni e soci, nonostante i contri- tri, forse più esperti di noi delle
buti finanziari elargiti da tut- vicende del mondo, avrebbero
ti, ciascuno secondo le sue pos- gridato ad altissima voce aiu-
sibilità (che non è poco) alla fi- to aiuto chissà incatenandosi
ne non riuscivamo più a pagare ai cancelli del sindaco e maga-
l’affitto, e le spese, della nostra ri evitato il peggio aggiungen-
storica sede. Succede. Quando dosi allo strepitante piagnisteo
eravamo partiti, due anni fa, che avvolge perennemente la
le cose non sembravano facili, città. Noi no.
ma nemmeno impossibili. Ma Mentre scrivo queste righe
la crisi ha cancellato di brut- confuse, il Priorato sta studia-
to tutte le iniziative di diverti- no soluzioni alternative che,
mento in giro per il mondo e ci con l’inutile cautela che ogni
siamo ritrovati senza inviti, e tanto ci assale, ancora non vi
senza cachet. anticipiamo. Come ha detto
È vero, se fossimo imprendi- ripetutamente il nostro Prio-
tori, ristoratori, osti, baristi, re- re, Roberto Bob R. White Bian-
gisti professionisti, attori pro- chin: «Siamo rimasti ventot-
cacciatori spacciatori di de- to anni senza Circolo de I An-
menza e se avessimo capita- tichi, e abbiamo vissuto benis-
li di partenza tutto ciò non sa- 28 settembre 2007: il conte Emile Targhetta d’Adriffet, Bob R. White simo lo stesso. Non credo che
rebbe accaduto. Ma se fossi- e Colo de Fero inaugurano il Circolo (foto Sebasex) ora sarà peggio di prima». ◉
pagina 6 ottobre/novembre 2009 anno 3 numero 22 IL RIDOTTO venezia san marco 2674 campo san maurizio
associazione culturale
COMPAGNIA DE CALZA
«I ANTICHI»
fondata da zane cope
venezia
Festa di
San Maurizio
Campo San Maurizio
martedì 22 settembre 2009
co’ fa scuro
Cena in Campo
Con Rappresentazione Iconica
detta Momaria
informazioni:
Circolo de I Antichi
Campo San Maurizio 2674
pagina 8 ottobre/novembre 2009 anno 3 numero 22 IL RIDOTTO venezia san marco 2674 campo san maurizio
I Antichi in incognito
all’Ateneo Veneto: confron-
to delle idee sul governo
della città; parziale o anche to-
tale. Anche no. Il nostro gran-
«Se io fossi sindaco»: mille proposte veneziane tonio Alberto Semi presiden-
te dell’Ateneo Veneto e padro-
ne di casa della gremitissima
presentazione del 5 novembre
scorso, con accompagnamento
dissimo amico Giorgio Camuf- musicale degli ottimi Ska-J di
fo ha pubblicato un libro che è Marco Forieri. Pur nella diver-
serio, è divertente, è anche in- sità e nella totale libertà di pen-
telligente, e anche deliran- siero, i cento autori del libro –
te, in cui a diverso titolo sono realizzato concretamente in re-
stati coinvolti i due Priori del- dazione da Michela Miracapil-
la Compagnia de Calza Bob lo e Giacomo Cosua, direttore
R. White e Colo de Fero. Il pri- responsabile il grande Alberto
mo anzi ne è in parte respon- Vitucci – hanno dato voce a te-
sabile per ammissione dell’au- mi (problemi e speranze) mol-
tore editore: «Molte settima- to diversi da quelli su cui gene-
ne fa ci siamo trovati sul pon- ralmente si accapigliano i com-
te dell’Accademia e abbiamo Giorgio Camuffo canta benissimo! petitori elettorali; nell’ordine:
provato a pensare chi potreb- casa, turismo, trasporti, gran-
Il gruppo veneziano degli Ska-J in concerto Roberto Bianchin, Giorgio Camuffo, Antono Alberto Semi e Luca Colferai
« U n mondo di anima-
li, fiori, mostri, ma-
schere intrecci va-
ri popolano i dipinti di Fede-
rico Zambon, cresciuto nel-
ha esposto in ottobre nel Circo-
lo de I Antichi a San Maurizio
e poi al Ristorante Mirai in Li-
sta di Spagna; «affascinato da
sempre dal linguaggio dei cor-
kusai (1760 – 1849) e Kuniyo-
shi (1797 – 1861) che con i loro
disegni del Mondo Fluttuan-
te raffigurarono lo spirito im-
europeo fino ad oggi: «artisti
che con le rispettive opere han-
no arricchito il repertorio per
l’eleganza e la raffinatezza in-
petuoso e voluttuoso del Giap- trinseca, nell’utilizzo di una li-
la generazione dei giovani che pi tatuati, dagli irezumi o me- pone ottocentesco e influen- nea segnica, a frusta e a spira-
si sono abbeverati nel culto glio horimono, di cui conosce zarono non solo l’arte del ta- le, che collega ed equilibra mi-
dell’Oriente indotto, non tan- rabilmente i tratti essenziali
to attraverso le fervide fanta- all’interno della rappresenta-
sie dei viaggi soltanto imma- zione, lezione così fondamen-
ginati e sognati da Emilio Sal- tale da Beardsley ai protagoni-
gari negli avvincenti raccon- sti dell’Art Nouveau».
ti, quanto e soprattutto nel suo «Federico Zambon parte
caso, attraverso un’analisi det- quindi dall’approccio appa-
tagliata dei tatuaggi diffusi in rentemente rozzo e primitivo
un certo ambito della tradizio- del tatuaggio quasi per riap-
ne giapponese. Si tratta di un propriarsi di un linguaggio au-
mondo popolato di immagini, lico della storia dell’arte, volen-
di simboli, di rimandi di com- do con tale scelta sottolineare il
plicata decifrazione per chi non rapporto di reciprocità che esi-
ne possieda la chia- ste tra questi due mondi: si trat-
ve interpretati- ta, alla fine, di rieducarsi al di-
va, che co- segno, di ridefinire all’interno
munque della composizione un equili-
nella brio tra i soggetti rappresenta-
sem- ti attraverso il ricorso agli op-
plicità portuni riferimenti, ai colori
finalizzati a tali scopi. Tra ti-
gri, carpe, maschere da tea-
tro, fiori di loto, animali miti-
ci, tra il mondo collegato al be-
ne e quello collegato al ma-
le, ciò costituisce, al momen-
to, il repertorio della sua ricer-
ca in un esercizio costante di li-
nee e colori, disegni e pitture
che possano ricondurre a più
oggettivi valori di bellezza». ◉
venezia san marco 2674 campo san maurizio IL RIDOTTO ottobre/novembre2009anno3numero22pagina11
M ia cugina Jurubeba
in viaggio brasiliano
è tornata nell’Isola di
Santa Catarina, e ci ha porta-
sugli uccelli brasiliani e que-
sto mi ha fatto sentire un po’
meglio. Cominciamo dun-
que con i beija-flores, detti
to (come ben saprete) Luca, che anche colibrì, che non esisto-
pure lui è isolano, ma de Venes- no nel Vecchio Mondo. I bei-
sia. È da molto che sono pre- ja-flores sono infatti esclusi-
so da questa mania (una del- vi delle Americhe, dall’Ala-
le tante, a dire il vero): dedicar- ska alla Terra del Fuoco. Per-
mi regolarmente a fotografare fino nella sperduta isola cile-
uccelli e classificarli secondo i na di Juan Fernandes, meglio
libri. Mi piace cacciare queste conosciuta come l’isola di Ro-
immagini, ma, pensando a co- binson Crusoe, esiste il pica-
me si devono sentire gli uccel- flor rojo de Juan Fernandes,
li, mi sento un vero paparazzo che vive solo lì visto che l’iso-
(o paparazzi che dir si voglia), la è veramente distante dalla
sempre a curiosare nella loro costa cilena. I campioni della
vita, soprattutto nei momen- internet pubblico ogni quin- e la storia delle parole. È così biodiversità dei colibrì sono il
ti più intimi. Mangiando, dor- dici giorni una serie di foto di che ci ho pensato sul serio: oi- Brasile e l’Ecuador dove vive
mendo, svolazzando e uccelli che scatto qui, a Floria- seau, bird, e anche pájaro per i complessivamente metà delle
amoreggiando... nopolis, ma anche in Patago- nostri vicini dell’America del centinaia di specie conosciu-
nia, o nel continente, in spiag- Sud che, a parte gli indio, so- te. Il loro ordine, detto dei Tro-
gia, nella foresta, nel deser- no tutti ispanofoni. Ahia! La chiliformi1, possiede una sola
to, ovunque mi trovo con il mia grande idea del nome pas- famiglia, i Trochilidae, divisa
mio equipaggiamento a cac- sarazzi per il mio lavoro di fo- in 108 generi e 322 specie co-
cia di questi scatti ornitologi- to paparazzate di uccelli ser- nosciute. Sono uccellini bel-
ci e che invio regolarmente ad ve solo per il Brasile, disdet- lissimi, piccoli (pesano pochi
ta! Non ci è rimasto che affo- grammi e misurano pochi
gare la tristezza e la delusio-
ne in un’adeguata quantità Sopra, al centro: Beija-flor de papo
di birra, caipirinha, cachaça, branco (Leucocloris albicloris); a
una lista di amici ostriche e gamberi isola- sinistra beija-flor da veste
e appassionati. ni (non necessariamen- preta (Antracothorax
Non ricordavo il titolo te in quest’ordine): che nigricollis); a fianco:
in italiano del film di Pa- tragedia. Beija-flor da
solini, Gaviões e Passarin- Fortunata- fronte violeta
hos qui in Brasile, e nemme- mente, e con (Thalaurania
no ci pensavo molto alle tra- onore, devo glaucopis)
duzioni nelle varie lingue del dire, sono stato co- foto Neno
mondo, finché a sorpresa Lu- stretto a collabora- Brazil.
ca mi ha pronunciato di brut- re con questa ru-
Dato to Uccellacci e uccellini (da uc- brica al Ridot-
che in porto- cello) e mi ha intrattenuto con to de I Antichi,
ghese uccello si una delle sue manie: l’origine di foto e parole
dice passaro (se-
condo alcuni dei no-
stri poeti e canzonieri è vali- Comincia da questo numero la collaborazione al Ri-
da anche la versione passa- dotto di Neno Brazil, artista e grafico brasiliano con
rim) ho inventato il nome pas- una grande e attiva passione ecologica. Neno Bra-
sarazzi per significare questa zil vive a Florianopolis nel sud del Brasile. Qui lavora
mia attività di paparazzi dei in molti progetti in difesa dell’ambiente e della cultura
passaros, unendo le due paro- della sua splendida isola. Per saperne di più:
le. Con questo nome, infatti, in www.nenobrazil.hpg.ig.com.br e www.ekkobrasil.org.br
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H a suscitato un cer-
to sconcerto la nuova
pubblicità di Olivie-
ro Toscani per sconfiggere il
Bullismo nella provincia au-
Carlo Ragazzo Bullo ha
commentato: «Io non c’en-
tro niente. E neanche Jaco-
po. E poi per lunga tradizio-
ne in famiglia (abbiamo an-
tonoma di Bolzano. Rifacen- che origini chioggiotte sebbe-
dosi a rimandi totalmente in- ne in un passato lontanissi-
Ambra Fulgenzi, Mimi Verdier, Jurubeba Bomfim, Trish Verdier comprensibili alla popolazio- mo) siamo tutti Bulli e uomini,
ne altoatesina il profeta della fin da piccoli. Io ero Bullo an-
pubblicità italiana ha semina- che all’asilo e mio figlio Jacopo
♥ invia i tuoi deliri a ilridotto@iantichi.org ♥ to più dubbi che certezze. Tutti è stato Bullo fino all’Universi-
si chiedevano: perché? tà. E anche adesso è Bullo» ◉
venezia san marco 2674 campo san maurizio IL RIDOTTO ottobre/novembre2009anno3numero22pagina13
M ichael Krondl è
un artista che fa il
cuoco ma è in real-
tà è scrittore, è europeo ma vi-
ve a New York però viaggia in
Dal mondo: l’omogeneità è una tale noia!
intervista di colo de fero a michael krondl
profumo. In tali circostanze
puoi immaginare quanto ogni
sapore dovesse essere più in-
tenso per poter essere percepi-
to da esseri umani circonda-
tutto il mondo. Ho dimentica- ti di essenze profumate. Co-
to qualcosa? ricerca della ricetta giusta dei lo schermo polveroso del tem- sì in certi casi i sapori veniva-
Mi sembri mia madre: «Ma macaron, quei dolcetti france- po che è passato da quell’epo- no concentrati il più possibile e
come fai a fare tutte queste si tanto cari al Re Sole che asso- ca. Però in fondo il successo nel in altri casi penso che si rinun-
cose insieme?». Non era mi- migliano agli amaretti ma ac- cucinare secondo una ricetta ciasse completamente al sapo-
ca previsto che andasse così: coppiati e con la crema in mez- è reso più dal possedere anche re puntando tutto sulla consi-
il piano era laurearmi all’ac- zo (come i baci di dama, qua- un modesto grado di tecnica e stenza dei cibi: nelle zuppe leg-
cademia d’arte, diventare un si); bene: non è altro che bian- soprattutto un genuino dilet- gerissimamente cremose, nel-
grande artista e soprattutto co d’uovo sbattuto e mandorle to nel cibo. Penso che il cibo sia le meringhe fatte d’aria. A vol-
frequentare un sacco di ricevi- e in mezzo crema di burro, cre- per sua natura così evocativo te mi domando, per esempio, se
menti e vernissage. Ma quan- ma di burro alle rose, natural- che anche preparare nel modo i luoghi più caldi non tendano
do si è scoperto che dovevo la- mente. Perfettamente. Non c’è giusto un piatto di fagioli può ad avere una gamma di sapo-
vorare per continuare a studia- altro modo di farli. Ora, da un evocare ogni sorta di pensieri e ri più ricca proprio perché l’am-
re all’accademia ho comincia- punto di vista puramente tec- di connotazioni. biente circostante è più ricco. Il
to a cucinare nei ristoranti e nico è abbastanza difficile pre- Attraverso lo schermo polve- gusto oggi è allo stesso tempo
quando poi mi sono stufato dei pararli, e ci vuole molto tempo roso del tempo, appunto: cosa più sofisticato che mai (alme-
ristoranti ho cominciato a scri- per trasformare l’elenco delle pensi delle differenze di gusto no per una piccola élite) e il più
vere di cucina e soprattutto di istruzioni in qualcosa di con- tra passato e presente? insipido possibile per la mag-
cibo – tutto questo ovviamen- creto che abbia il gusto giu- È esattamente uguale e com- gioranza che desidera solo ci-
te per incrementare le mie in- sto, ed è ancora più difficile da- pletamente diverso! Torniamo bi unti, salati e dolci... in altre
clinazioni artistiche, chiaro – re quel tocco di galanteria e di per esempio all’epoca di Lui- parole tutte quelle preparazio-
e presto sono venuti fuori i li- seduzione e che abbia il profu- gi XIV, all’epoca in cui i ricchi ni che sono usate come con-
bri. E sinceramente sono sem- mo dei pizzi degli abiti femmi- non si lavavano ma si cospar- dimenti per la pappa blanda a
pre stato affascinato dalla sto- nili, ma tutto visto attraverso gevano di enormi quantità di cui è limitata la maggior parte
ria. E così, sì: sono uno storico del mondo moderno. Devo di-
del cibo e un artista allo stesso re che guardo con crescente or-
tempo. E sì: avrei dovuto ascol- rore agli europei che si stanno
tare mia madre; ma sai, no, co- abituando a bere litri di bibite
me vanno le cose... dolci e caffeinate, come la Coca
Però, grazie a tutto questo, Cola o l’Ice Tea, mentre man-
puoi sperimentare davvero le giano il loro cibo. Questo livel-
ricette di cui scrivi nei tuoi libri lo di dolcezza produce effetti
e articoli (cosa rarissima). Qual disgustosi con il cibo italiano,
è l’esperimento che ti ha dato per esempio. E cosa ancora più
più soddisfazione, e quello che bizzarra, per me che vivo ne-
proprio non è riuscito? gli Stati Uniti, è che l’unico mo-
Le ricette sono una cosa stra- do in cui queste bevande sia-
na, in qualche modo almeno no moderatamente tollerabili è
per me una cosa molto anglo- quando sono ghiacciatissime e
sassone. È come voler codifi- allungate con ghiaccio per ta-
care un movimento o un aro- gliare un poco la loro dolorosa
ma in un pacchetto di istruzio- dolcezza. Perché sono state for-
ni che tutti possono portarsi a mulate così. Ma sono fatte co-
casa e ripetere meccanicamen- sì perché sono perfette con il ci-
te a poco prezzo, una cosa in bo molto salato, molto dolce,
stile Ikea, per intenderci. Però molto unto: ma ciò che sta be-
è vero: sono molto divertenti e ne con il ketchup non sta bene
mi piace molto giocarci. Prima con i tortellini, o i bigoi in salsa.
mi chiedevi delle mie carriere Quindi c’è differenza di gusto
parallele tra arte e cucina e per anche tra un paese e l’altro?
molto tempo non vedevo alcu- Da dove cominciare? Prima
na connessione tra le due cose, di tutto si può immaginare il
ma un giorno, d’improvviso, gusto come un bersaglio mo-
ho realizzato il legame: tutt’e bile, che si sposta da generazio-
due sono un modo per dare for- ne a generazione. Queste soft-
ma e corpo alle idee, al pensie- drink sono un esempio perfet-
ro e a volte anche alle emozio- to. Ma ciò non significa che le
ni. L’anno scorso per esempio Michael Krondl a Venezia culture nazionali non siano in
sono stato ossessionato dalla realtà delle costruzioni cul-
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I
l macaron (leggasi macaʀòn) è cennio dopo, nel 1880 nel quartiere di no può essere diverso: pesca-rosa, li- o meno il buco, erano chiamati mac-
un pasticcino francese di forma Belleville, nasce «l’amaretto di Pari- me, basilico, yuzu-pralina, caffè, pe- caroni. In Francia la confusione è au-
arrontondata di diametro tra i tre gi» o «Gerbet», con un cuore di cre- ra, arancia, e via dicendo. mentata dall’omonimia con una zup-
e i cinque centimetri, composto di due ma di burro o di marmellata. Si tro- Non si confonda con il marzapane pa di pasta con formaggio grattugia-
strati di pasta dolce farciti con una va a Parigi. Nella famosa pasticce- che ha gli stessi ingredienti ma viene to, cannella e zafferano; ma ciò non ci
crema. I due strati sono molto simi- ria Ladurée (fondata nel 1862) venne lavorato in modo diverso. L’apparen- riguarda. In francese macaron indi-
li alla meringa: un composto di chia- tinto nei colori pastello che l’indica- te e divertente omonimia di questo ca anche grosse monete e medaglie,
ra d’uovo montata a neve, zucchero a no i diversi aromi in cui viene profu- pasticcino con il comune formato di un po’ come il nostro patacca, che cu-
velo e polvere di mandorle, poi cotto mato. I sapori variano con le stagio- pasta detto maccheroni deriva dalla riosamente è di origine francese (pro-
delicatamente al forno. Si ottiene co- ni, altra invenzione di Ladurée, e pos- grande variabilità delle cose designa- venzale). Dal 1725 (prima apparizio-
sì un esterno croccante e un interno sono essere: cioccolato, man- te durante il Medioevo ne a stampa) anche gli inglesi hanno
molle. All’inizio della sua storia se- dorla, albicocca, ri- con la parola mac- il macaroon: un biscotto di mandorle
colare le macaron era singolo, molto bes nero, caramel- carone. All’epoca grattugiate, bianco d’uovo e zucche-
simile ai nostri amaretti (che sono di lo, cannella, noce era un termine ge- ro (modernamente cocco grattugiato
origine veneziana, varda ti) e il gran- di cocco, caffè, noc- nerico per indica- al posto delle mandorle e meno zuc-
de Rabelais è il primo francese a citar- ciola al cioccolato, fi- re la pasta: così sia chero) cotto al forno di frequente con
li in un’opera scritta, nel 1552. Servito chi, limone, liquiri- i moderni macche- un foglio di pasta di riso sul fondo; lo
per secoli alla corte reale e poi a Ver- zia, arancia, pistac- roni (i nostri subio- chiamano così per gli stessi motivi dei
sailles, il macaron è diffuso in tutta la chio, lampone, ro- ti) che gli gnocchi francesi e perché assomiglia nel colo-
Francia. Dapprima arricchito o riem- sa, tartufo, vaniglia, (la forma primor- re ai maccheroni di pasta. Dell’inte-
pito di marmellate, spezie, liquori, di- violetta e noce. Re- diale della pasta ressante etimologia della parola mac-
viene a coppie nel 1830 e qualche de- centemente il ripie- italiana) avessero carone parleremo un’altra volta. ◉
venezia san marco 2674 campo san maurizio IL RIDOTTO ottobre/novembre2009anno3numero22pagina15
« S ignore e Signori!
Fanciulle e Fanciul-
le! Siamo tornati alla
grande! Oppure come dice un
nostro collega dell’isola britan-
dioso anniversario della ca-
duta del muro di Berlino e per
l’occasione il sottoscritto, as-
sieme al Prof. Hainz, ha reso
di sentiremo per la prima vol-
ta qui a Venezia adesso! Perciò
per questo 19 novembre prepa-
riamoci ad una sorta di pelle-
davanti ad un pubblico ancora
più spietato!»
«Eh quante cose ci sono da
sentire!! Per chi volesse non so-
omaggio alla cosa componen- grinaggio di musicisti, musi- lo ascoltare musica ma anche
nica: siamo welcome! E giusta- do un piccolo brano per pia- cologhi, musicanti, musicofi- ascoltare qualcuno che parla di
mente il mio carissimo collega noforte che è stato felicemente li ecc. questo mese abbiamo, musica si dovrebbe recare al-
Rudolf Stainer mi ricorda sem- eseguito con successo nel lon- come ogni anno, anche la set- le 16 del mercoledì 12 all’Ate-
pre che per vincere questi tra- tano Friuli, e che forse verrà timana densa che va dal 9 al neo per un seminario (Gratui-
gici momenti di disagi esisten- eseguito nuovamente in con- 15 novembre, nella quale la to!) tenuto da Ivan Fedele col ti-
ziali causati dal primo grande certo a dicembre a Venezia. città è un’altra specie di Mec- tolo “Il tempo e l’attesa: conce-
freddo dopo la solare e gioiosa Ma tornando appunto a Vene- zione e percezione della forma
estate bisogna zia, stiamo tutti (o quasi) aspet-
ricordarsi di
u na cosa ,
anzi di un
binomio: no-
vembre-mu-
sica… un bi-
nomio ec-
cezionale,
d i na m ico,
fresco, mera-
viglioso! Vor-
rei solo cita-
re un con-
certo il 9 del
mese, poi la-
scio la parla al
mio amato collega... Si!
Perché si esibirà al Gran
Teatro La Fenice, accom-
pagnato dalla stupen-
da orchestra da ca-
mera di Mantova,
uno scatenato pia-
nista – direttore
teutonico. Si
tratta di Ale-
xander Lon-
quich, che ol-
tre a suonare il
pianoforte dirige-
rà contemporane- tando con grande at-
amente anche l’orche- tesa il 19 del mese; quel gior- ca per una trentina di giovani musicale”...»
stra! E sentiremo il concerto no il palcoscenico della Feni- pianisti. Infatti in questi gior- «Affascinante caro collega!
per pianoforte, tromba e orche- ce ospiterà un evento per tut- ni si terrà il prestigioso concor- Che dice? Andiamo a fare due
stra di Shostakovich e poi una ti gli amanti della musica e so- so pianistico “Premio Venezia”: passi? Le devo raccontare di un
vetta della musica occidenta- prattutto per quelli amanti del- come ogni anno tutti i pianisti progettino che ho in mente...»
le: il quarto concerto per piano- la musica del ‘900. Infatti è sta- neo diplomati col massimo dei «molto volentieri! ..andiamo.
forte di Beethoven. Ci sono po- to ritrovato (si dice in uno scri- voti si metteranno alla prova HAINZ!»
che cose più sublimi, soprattut- gno piombato nei sotterranei davanti ad una giuria severa e «HAINZ!».
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I nvasione extraterre-
stre a Winchester (a sud
di Londra) che fu capitale
inglese attorno all’anno Mil-
le: secondo molte fonti web un
Echi II: l’invasione delle ballerine spaziali
di luca colo de fero colferai
soprattutto un esercen-
te zootecnico della zo-
na, abbiano visto
portante perché dal 1972 le ar- Il bestiario fantastico di Toni della confusa collezione del Si-
ti decorative non sono più state Zuccheri merita particolare at- gnor Pinault. ◉
esposte alla Biennale. tenzione. Le sculture di anima-
Dal 1925 al 1972 il Padiglio- li sono eseguite in legno, vetro,
ne Venezia ha rappresentato il
punto di arrivo di ricerche e
di sperimentazioni da parte di
uomini che vedevano ogni due
anni il raggiungimento di uno
sforzo artistico del proprio la-
voro svolto a Murano.
Aziende come Veni-
ni hanno impresso
il loro marchio mo-
strando forme sem- cera, lamiera metalli-
pre nuove anche se eseguite ca, gesso dipinto, e raffi-
con tecniche antiche. È quindi gurano gli uccelli che popo-
lodevole che dopo tanti anni si lano il fiume Tagliamento e la
sia ripreso il filo di questa bella laguna (qui a fianco).
tradizione. Mescolanza dei materia-
Affascinante l’installazione li, costruzioni scenografiche
del maestro Lino Tagliapietra, di ampie dimensioni sono una
unico muranese autore delle prerogativa di questa Biennale
sue opere (Masai, nella pagina ,che rimane fuori da ogni sche-
precedente, al centro). ma tradizionale, come sempre
Ritsue Mishima colpisce con è avvenuto. E anche se «Le-
la trasparenza dei suoi vasi, lu- Monde» l’ha definita: «un
ce ghiacciata nello spessore del salone del turismo di lus-
vetro (pagina precedente, in so», mi sembra abbia più
basso a sinistra). coerenza e progettualità
D ifficilmente si po-
trebbe trovare un
animale più stupido
di un’ostrica. Un peocio, forse.
Già le bevarasse sono più sve-
A Tavola con I Antichi
L’avventurosa vita delle ostriche
Il Vecchio nel nono libro della
Naturalis Historia racconta di
Sergio Orata1, ricco imprendi-
tore e ingegnere romano, pri-
mo inventore dell’allevamento
glie, visto che svirgolano sul- di luca colo de fero colferai delle ostriche nel lago Lucrino
la sabbia per scappare ai pre- in Campania: «Ostrearum vi-
datori. Per quanto ci si pos- timi anni la produzione santa- colose se vengono coltivate in varia primus omnium Sergius
sa sforzare, non è che ci voglia catarinese (vulgo floripana) ha acque insane, costringe gli abi- Orata invenit in Baiano […]
una grande intelligenza a vi- raggiunto il milione di dozzi- tanti ad un rigoroso controllo nec gulae causa, sed avaritiae
vere sempre nello stesso po- ne, circa duemila tonnellate, dell’ambiente nelle cinquan- […]» (Primo fra tutti, Sergio
sto e fare sempre le stesse co- pari al 70% di ostriche del Bra- ta aree dedicate all’allevamen- Orata ideò dei vivai di ostriche
se, che nel caso dell’ostrica so- sile, con 160 produttori regi- to. È vero: invece che contene- a Baiano […] spinto non dal-
no una sola: filtrare l’acqua. A strati, organizzati in due con- re l’inquinamento si potrebbe- la ghiottoneria ma da interes-
parte, è vero, un po’ di sesso ca- sorzi (650 dipendenti e 2.600 ro alzare i livelli minimi con- si commerciali […]) seguito con
suale piuttosto solitario e in al- lavoratori nell’indotto). Il che sentiti dalla legge, nel caso del- successo da numerosi imitato-
cuni casi ermafrodita nei mesi non è niente male, in un isola le ostriche però il cagotto (il ti- ri. I Romani allevavano ostri-
senza «erre» (in realtà da apri- da quattrocentomila abitanti; fo, il paratifo e l’epatite virale) che del tipo Ostrea edulis, da
le a ottobre). considerando anche che l’alle- viene lo stesso. noi detta ostrega piatta o piata,
Per gli appassionati le ostri- vamento di ostriche è perfet- Attenzione: nei prossimi pe- di cui i ricchi erano talmente
che, anche se non intelligenti, to per allevare contemporane- riodi pistolotto storico econo- ghiotti da farne arrivare perfi-
sono buone, buonissime. Da- amente i gamberi in mostruo- mico culturale non adatto agli no dalla Manica e dal Mare del
to che sono anche piuttosto ra- se quantità (altra risorsa loca- intelletti deboli o debilitati. Nord, trasportandole in bot-
re e care, da tre secoli tutti le le) e inoltre, visto che le ostri- L’allevamento del mollusco ti con acqua di mare e ghiac-
mangiano vive perché così so- che sono particolarmente peri- bivalve è storia antica. Plinio cio tritato. Venivano consuma-
no meglio. Ma se andate nel te crude, aperte ed estratte con
posto giusto, ecco che le cose uno speciale cucchiaio a pun-
cambiano. ta, accompagnate da un pane
L’isola di Santa Catarina det- speciale detto appunto panis
ta Florianopolis (vulgo Flori- ostrearium; ma erano anche
pa), nel sud del Brasile è il po- usate di frequente come ingre-
sto giusto. Un’isola con cento diente in complesse ricette di
spiagge, una laguna e un lago, pesce che qui vi risparmiamo.
è indicata per moltissime cose, L’Ostrea edulis è stata per se-
ma qui parleremo delle ostri- coli diffusa nel Mediterraneo
che che vi si coltivano in gran- e sulle coste atlantiche dell’Eu-
de quantità. Così grande che si ropa, soprattutto in zone sal-
permettono deliziose variazio- mastre, rinvenuta in banchi
ni culinarie con cottura. Negli di numerosi esemplari in pro-
anni ottanta del secolo scorso fondità variabili da pochi me-
un oceanografo santacatari- tri fino a venti. Nel medioevo
nense soprannominato Beto e fino all’età moderna, a causa
portò di nascosto dal Cile una dell’avversione culturale per i
dressa di ostriche giappone- Risotto di Ostriche cibi crudi, si preferiva consu-
Ricetta inventata da Mimi Verdier con il Prosecco Rosè Bottega
si novelle, o delle larve, nel suo marla cotta. Secondo Martino
bagaglio a mano iniziando per Per prima volta una ricetta inventata e non ancora sperimentata, ma di sicu- de Rubeis, detto Maestro Mar-
primo sulla costa continentale ro risultato. Causa ispiratrice il prosecco rosè Bottega in corso di preparazione, tino da Como, il più importan-
la coltivazione delle ostriche e assaggiato dopo aver sperimentato la grappa Bottega prima della lavorazione te cuoco del secolo XV e autore
finale, a ottantacinque gradi.
dando così vita ad un’attività Procuratevi quindi una cipolla, olio d’oliva, un paio di litri di brodo vero o falso, del Libro de Arte Coquinaria,
d’allevamento repentinamen- del burro, alcune bottiglie di Prosecco Rosè Bottega, riso a sufficienza secondo il «si cocono sopra la brascia viva
te imitata da i più intrapren- numero dei commensali, e ostriche in quantità. Stappate subito una bottiglia e et quando s’aprono sonno cot-
brindate alla vostra salute mentre preparate un normale risotto: tagliate molto
denti dei suoi razziatori not- finemente la cipolla e fatela rosolare nell’olio ben caldo dentro una pentola suf- te, et così si possono magnare.
turni (che prima si limitavano ficiente a contenere tutto il risotto. Soffriggete ma non bruciate. Versate il riso Et se le voli altramente cavale
solo a rubargli le ostriche per e rimestate. Quando il riso avrà assorbito l’olio versate il prosecco con generosi- fora di quella sua cortice, et
mangiarsele) che capirono su- tà. Se non siete conviti, aggiungetene un altro po’. Quando l’alcol sarà evapora- frigile un pochetto in l’olio, et
to iniziate ad aggiungere il brodo a mestolate un po’ per volta mescolando lenta-
bito i vantaggi dello spionag- mente. Mentre cuocete il risotto aprite le ostriche in ragione di due per commen- metterali di sopra dell’agre-
gio industriale, compresi quel- sale e tagliatele a piccoli pezzi con la forbice, lasciandole dentro il guscio; aiu- sto et de spetie forti». L’uma-
li di non dover andare né in Ci- tatevi nella concentrazione con alcuni bicchieri di prosecco. Se l’avete già fini- nista Bartolomeno Sacchi det-
to, aprite un’altra bottiglia. Dispone le coppie di ostriche in un piatto da portata
le né in Giappone. Come tan- colmo di ghiaccio e tenetele al gelo fino al momento in cui il risotto sarà pronto. to il Platina2 nel suo De hone-
ti pionieri Beto non ebbe fortu- Non appena il riso sarà molto al dente servitelo immediatamente, portando con sta voluptate et valetudine (il
na, fallì e si disfò dell’attività, voi le ostriche a brindelli disposte nel loro piatto di portata. la ricetta del Risotto piacere onesto e la buona salu-
al contrario del suo collega Pa- di Ostriche si compone in tavola: una volta servito rapidissimamente il risotto in te) stampato a Venezia nel 1475
ciascun piatto, il commensale vi aggiunge una o due ostriche con il loro liquido
teta che cominciò poco dopo e e un’abbondante macinata fresca di pepe nero. Non dimenticate di stappare su- e basato sugli insegnamen-
fece un sacco di soldi. Negli ul- bito un’altra bottiglia di prosecco rosè Bottega. ti pratici di Maestro Martino
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consacra in versione colta la ri- re da luogo a luogo, se ben sia gia avvertendo che non si ha da bassi fondali del mare veniva
cetta: «si fanno cuocere sulle staccata, non ha senso ma se- lessare. Calda nel primo gra- condotta dagli ostreghèri, per
bracie: si estraggono falle val- condo il moto della Luna si ac- do, e umida nel secondo. È sa- mezzo dell’ostregàro (o ostre-
ve e poi si possono friggere in cresce, e di diminuisce. Si gode lutifera ne i tempi freddi, per i ghèr) così descritta da Giusep-
olio e condire spargendovi so- della peregrinazione, e d’esser giovani, per i colerici, e per quei pe Boerio: «detto ancora Caz-
pra specie e agresto». Il medi- portata in acque lontane, e par- che hanno lo stomaco molto za da ostreghe [...] (è una) rete
co bolognese Baldassarre Pisa- ticolarmente alle bocche di fiu- gagliardo». di filo canapino grosso e assai
nelli, nel suo Trattato della na- mi. E desiderata nelle tavole di La laguna di Venezia fu per forte, a maglie larghe, arma-
tura de’ cibi et del bere (prima Principi, e si trova in varij colo- secoli la culla delle migliori ta d’una lama pesante di ferro
edizione a Roma nel 1583, ri- ri. Nei mesi che non hanno la R, ostriche fino almeno a tutto il fatta a semicerchio, a foggia di
stampato in più di 25 edizioni non è buona, perché va in amo- Settecento: Giacomo Girola- sarchio, la quale calata nel fon-
fino a tutto il ‘700, qui nell’edi- re, e perde il sapore. L’Ostrega mo Casanova ne fu grandissi- do de’ canali della laguna, vie-
zione veneziana del 1611) così fu chiamata dagli antichi de- mo divoratore in sfrenati ban- ne strascinata e raccoglie tutte
la descrive: «L’Ostrega non ha litiosa e schiumosa. Le più lo- chetti e turbinosi giochi eroti- le ostriche nelle quali s’incon-
L’ottocentesco ristorante Parc aux Huitres, a Cancale, in Bretagna (da Le Grand Dictionnaire de Cuisine d’Alexandre Dumas )
testa, ma nelle parte di sopra date erano quelle dal lago Lu- ci fin dall’adolescenza: «…per tra, non meno che qualche pe-
ha il meato, per il qual manda crino». Secondo Pisanelli. «Ha puro caso, un’ostrica che stavo sce, come rombi, passerine e si-
fuora gli escrementi, non è ma- un certo succo salato, che mo- per mettere in bocca ad Emi- mili che riposano sul fondo» e
schio, ne femina, da ma una so- ve il corpo più gagliardamente lia sdrucciolò fuori dal guscio il pescato veniva esportato in
la banda produce un Ovo, don- di tutti gli altri testati (vedi no- e le cadde sul seno. La ragaz- tutta Europa. È molto proba-
de esce un humor prolifico, e ta 3), risveglia l’appetito, e ac- za fece il gesto di raccoglier- bile che il nome italiano ostri-
fecondo, in forma di late. Nasce cresce il coito, ma poco nutrice. la con le dita, ma io glielo im- ca derivi dal veneziano ostrega
nel fango, ch’incomincia a pu- È un poco difficile da digerir- pedii, reclamando il diritto di (dal greco ostraka όστρακον),
trefarsi, overo nella schiuma, si, e la sua carne ne i stomachi sbottonarle il corpetto per rac- visto che il latino ostrea (dal
che lungamente si ferma at- freddi accresce la flemma , e ci coglierla con le labbra nel fon- greco ostreon, όστρεον con-
torno ai navilij. Non può vive- fa ostruttione. (Si può rimedia- do in cui era caduta… Lettore chiglia3) non ha la terminazio-
re fuori dell’acqua, quantun- re) Apparecchiandosi con Pe- voluttuoso, prova poi a dirmi ne in -ica. Fino ad anni recenti,
que non riceva in se aria, ò al- pe, oglio, e succo di Aranci ace- se non è quello il nettare degli nonostante molti tentativi, per
tro humore; non si può muove- tosi, dopo che è cotta su la bra- dei!». La pesca in laguna e nei varie ragioni tra cui il pes-
1. Sergio Orata (in latino: C. Sergius Ora- le (91 a.C.). Si distingueva per la grande sto era noto già nell’antica Grecia, si ritie- cismo (votazione per cacciare qualcuno,
ta; Lucrino, 140 a.C. circa – 90 a.C. circa) ricchezza, l’amore per il lusso e la raffina- ne che l’invenzione di Orata dovesse con- occorrevano almeno 6000 voti) si usava-
secondo alcuni era così cognominato per tezza e possedeva un carattere estroverso sistere nell’introduzione del bagno a va- no pezzi di coccio: per gli antichi greci tut-
la sua passione per le orate (Sparus aura- e piacevole. In un frammento di Cicero- pore. Fu nonno di Lucio Sergio Catilina, to ciò che ha un guscio duro che si rompe
ta), secondo altri per l’abitudine di indos- ne, tramandatoci da Sant’Agostino, Ora- l’arcinemico del sunnominato Cicerone. a pezzi o cocci apparteneva alla stessa fa-
sare due anelli d’oro molto grandi. Sergio ta è definito uomo «ditissimus, amoenis- 2. Bibliotecario vaticano e appassionato di miglia di parole: vasi di terracotta, gusci,
Orata fu contemporaneo e amico dell’ora- simus, deliciosissimus» (ricchissimo, di- libri e di stampa tipografica era detto Pla- conchiglie, scaglie, croste e crostacei. Co-
tore Lucio Licinio Crasso (140-91 a.C.) vertentissimo, deliziosissimo). A Sergio tina dal nome del piano mobile di pressio- me nell’italiano antico testacei (dal latino
che lo difese dalle accuse di appropriarsi Orata è inoltre attribuita l’invenzione dei ne del torchio per la stampa. testus, vaso di terracotta) indicava i mol-
dell’acqua pubblica per coltivare le pro- «pensiles balneae», ossia l’ideazione del 3. Se stavate pensando, come molti han- luschi mono o bivalvi.
prie ostriche, ed era ancora vivo poco tem- riscaldamento a ipocausto nelle terme. no fatto, che i greci usassero le ostriche per
po prima dello scoppio della guerra socia- Poiché tuttavia il riscaldamento a ipocau- votare, vi sbagliate; per il famoso ostra-
venezia san marco 2674 campo san maurizio IL RIDOTTO ottobre/novembre2009anno3numero22pagina21
co nel gotha delle bollicine dal Toronto, Hong Kong, Hanoi, vello e del Beaujolais Nouveau, Sono state inoltre istituite due
pedigree di razza. Lo sbotti- New Delhi e Nairobi. Non solo: per inaugurare un’annata eno- Docg, Conegliano Valdobbia-
gliamento è avvenuto contem- quest’anno il Prosecco Botte- logica formidabile, le cui glo- dene e Asolo o Colli Asolani,
poraneamente in ogni angolo ga è arrivato sul mercato qual- rie narreremo. Si è trattato di per la piena tutela a queste due
del globo terracqueo: Mosca, che giorno prima del Vino No- una data storica: la prima pro- storiche zone di produzione. ◉
simo governo delle acque, l’al- che del Portogallo già dall’ini- co discendente dei sopravvis- bafo: cotte brevemente (fin-
levamento delle ostriche a Ve- zio dell’era cristiana parti- suti. Da lì l’ostrica portoghe- ché non si aprono) in un fon-
nezia e nel nord dell’Adriatico colarmente alla foce del Ta- se si è diffusa verso sud e verso do d’acqua e vino bianco secco;
non si è mai sviluppato a suf- go il grande fiume che sfocia nord fino al Tamigi quasi fino a gratinadas: cotte come prima,
ficienza e i bivalvi che trovia- a Lisbona. È arrivata in Fran- Londra, dove però ha difficoltà quindi ricoperte di salse bian-
mo sono importati dalla Fran- cia nel 1866 quando, a seguito a riprodursi a causa della tem- che a piacere (dalla besciamel-
cia, in cui il culto per l’ostrica è dell’impoverimento dei banchi peratura troppo bassa. Attor- la al formaggio catupiri) e pas-
noto a tal punto che qui non ne dell’Ostrea Edulis troppo sfrut- no al 1916 l’ostrica portoghese sate al forno per la gratinatu-
parleremo. Secondo un studio tati, il governo francese auto- viene introdotta nel Mediter- ra. Di tutte le variazioni di cot-
recente (e agghiacciante, del rizzò l’importazione di ostri- raneo, mentre l’ostrica giappo- tura delle ostriche provate (e
2006) l’Ostrea edulis sarebbe che portoghesi più prolifiche e nese apparve per la prima vol- che sono state una piacevolis-
quasi scomparsa dalla nostra resistenti per sostenere l’atti- ta lungo le coste francesi negli sima sorpresa) spicca per me-
laguna, sostituita dalla Cras- vità. Una nave giunta dal Por- anni ’60, dopo che una malat- raviglia la versione ao bafo al-
sostrea Angulata (detta an- togallo per creare un alleva- tia aveva ridotto drasticamen- ho e óleo: cottura breve al vapo-
che ostrica portoghese, o con- mento nel bacino di Arcachon, te le coltivazione di portoghese re con abbondante irrorazione
cava, o allugata, o longa) che è il maggiore centro di ostricol- e i banchi di Ostrea edulis era- finale di abbondantissimo bat-
la variante atlantica pressoché tura francese, fu costretta dal no ormai allo stremo. Le prime tuto d’aglio saltato nell’olio di
identica e indistinguibile dalla maltempo a riparare nel fiu- segnalazioni nell’alto Adriati- oliva. Provare per credere.
Crassostrea Gigas (detta anche me Garonna, risalendo fino a co risalgono al 1964, nel 1966 la Se andate a Florianopolis, po-
ostrica giapponese). Quest’ul- Bordeaux. Nell’attesa il carico Crassostrea Gigas veniva in- tete mangiare le ostriche ovun-
tima per la grandezza, la resi- si decompose e le autorità sani- trodotta anche in Laguna, do- que, ma non perdetevi il Box
stenza alle malattie (quelle del- tarie imposero al comandan- ve però era già stata segnalata 32 nell’appunto centralissi-
le ostriche, non quelle degli uo- te di riprendere il mare aperto; da alcuni anni, probabilmente mo Mercato Centrale (ci van-
mini) e la facilità di coltivazio- ma le ostriche furono scaricate trasportata dalle navi. no anche tutti i vips del Brasile)
ne, è stata introdotta negli alle- (fatalità) nel delta della Giron- A Florianopolis si usano tre e l’incredibile tempio kitsch di
vamenti di tutto il mondo. La da (l’estuario comune dei fiu- tipi generali di piatti d’ostriche, Ostradamus nell’antico paesi-
Crassostrea (che è sessuata) è mi Garonna e Dordogna), do- oltre a moltissime varianti: ao no di Ribeirão da Ilha, dove i ca-
presente lungo le coste atlanti- ve esiste ancora un grosso ban- natural: aperte e mangiate; ao merieri vestono da marinai. ◉
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desembre
mmix
i j
Sagittario Capricorno
22 novembre Joseph Mallord William Turner (1775 – 1851) San Giorgio Maggiore all’alba, 1819,acquarello, 224 x 287 mm, Tate Gallery, Londra 22 dicembre
21 dicembre 21 gennaio
31 1
s. Ansano
a. 7.51 - t. 16.39
2
s. Bibiana , s. Savino
a. 7.52 - t. 16.38
3
s. Francesco Saverio
a. 7.52 - t. 16.38
4
s. Barbara, s. Giovanni
a. 7.53 - t. 16.38
5
s. Giulio M.
a. 7.54 - t. 16.38
6
I d’Avvento - s. Nicola
a. 7.55 - t. 16.38
03:08 +10 16:16 -36 03:49 +11 16:51 -39 04:31 +14 17:28 -39 00:17 +51 10:58 +66 01:03 +52 11:37 +60 01:54 +52 12:20 +51
09:12 +73 22:51 +48 09:46 +73 23:33 +50 10:21 +71 05:16 +17 18:07 -37 06:07 +19 18:47 -32 07:07 +22 19:31 -26
7
s. Ambrogio
a. 7.55 - t. 16.38
8
Immacolata Concezione
a. 7.56 - t. 16.38
9 s. Siro
a. 7.56 - t. 16.38
10 11 12 13
n.s. di Loreto
a. 7.57 - t. 16.38
s. Damaso
a. 7.58 - t. 16.38
s. Giovanna F.
a. 7.58 - t. 16.38
II d’Avvento - s. LuciaV.
a. 7.59 - t. 16.38
02:50 +52 13:12 +42 03:50 +54 14:25 +32 04:51 +55 16:18 +25 05:47 +58 18:20 +25 06:36 +61 19:50 +29 00:40 +09 14:33 -16 01:39 +13 15:10 -24
08:24 +23 20:19 -18 10:04 +21 21:15 -10 11:46 +13 22:21 -02 12:59 +03 23:32 +04 13:50 -07 07:19 +63 20:54 +34 07:57 +65 21:45 +40
14 15 16 17 18 19 20
s. Giovanni, s. Pompeo
a. 7.59 - t. 16.38
s.Valeriano
a. 8.00 - t. 16.39
s. Albina
a. 8.01 - t. 16.39
s. Lazzaro
a. 8.01 - t. 16.40
s. Graziano
a. 8.01 - t. 16.40
s. Fausta , s. Dario
a. 8.02 - t. 16.40
III d’Avvento - s. Liberato
a. 8.02 - t. 16.40
02:29 +15 15:45 -30 03:14 +18 16:18 -33 03:54 +20 16:49 -35 04:31 +22 17:20 -35 00:20 +49 10:34 +60 00:53 +49 11:04 +56 01:26 +49 11:34 +51
08:32 +66 22:29 +44 09:05 +66 23:09 +46 09:36 +65 23:46 +48 10:05 +63 05:08 +23 17:49 -33 05:45 +24 18:17 -29 06:26 +24 18:46 -25
21 22 23 24 25 26 27
s. Pietro Canisio
a. 8.02 - t. 16.40
s. Francesca Cabrini
a. 8.03 - t. 16.41
s. Giovanni, s.Vittoria
a. 8.03 - t. 16.41
s. Delfino
a. 8.04 - t. 16.41
Natale del Signore
a. 8.04 - t. 16.42
s. Stefano
a. 8.04 - t. 16.42
s. Giovanni Ap.
a. 8.04 - t. 16.43
02:00 +50 12:07 +45 02:35 +50 12:46 +37 03:15 +51 13:39 +29 04:01 +52 15:13 +21 04:53 +54 17:50 +18 05:47 +57 19:53 +23 06:40 +60 20:58 +30
07:14 +24 19:15 -19 08:14 +23 19:46 -12 09:36 +21 20:21 -05 11:17 +15 21:05 +03 12:41 +06 22:09 +10 13:36 -05 23:38 +16 14:19 -15
28 29 30 31
ss. Innocenti Martiri
a. 8.04 - t. 16.43
s.Tommaso Becket
a. 8.05 - t. 16.44
s. Eugenio , s. Ruggero
a. 8.05 - t. 16.44
s. Silvestro
a. 8.05 - t. 16.45
1 2 3
01:03 +19 14:57 -24 02:11 +19 15:34 -32 03:07 +18 16:10 -38 03:57 +16 16:46 -41
07:29 +63 21:43 +38 08:15 +66 22:22 +45 08:58 +68 22:59 +51 09:40 +69 23:35 +56
pagina24ottobre/novembre2009anno3numero22 IL RIDOTTO venezia san marco 2674 campo san maurizio
Calembour...ente Calembour...ano
Il fetente Tenente Clemente SilvANO, capitANO d’aeroplANO, italiANO,
paesANO dell’ortolANO e nANO GiuliANO,
di recente il fetente Tenente Clemente ( ex combattente di coltivavANO grANO,
Ponente ) dà un sorprendente, pungente e tagliente fen- ma invANO tentavANO con:
dente con il tridente, all’incompetente dirigente dell’En- un banANO africANO,
te e suo parente, perché aderente al possente Presidente, un melogrANO indiANO,
prepotente e impertinente componente, appartenente alla e dello ZafferANO egiziANO.
sorgente della tangente. Nel pantANO malsANO,
Volente o nolente, dà al sofferente, inco- MariANO ed il villANO SebastiANO,
sciente e morente conoscente, suffi- allevavANO un fagiANO, un gabbiANO,
ciente ed eccellente fondente come ec- un germANO, ed un pellicANO.
cipiente assorbente del divertente, LuciANO, il veterANO di MilANO,
godente e demente: fetente Tenente con TiziANO il brasiliANO vegetariANO,
Clemente. saltavANO, correvANO e ballavANO.
IvANO, sANO ed umANO, con LoredANO,
Vostra Mary Rose gitANO ANOressico ed ANOrmale,
leggevANO piANO sul divANO un brANO
malesiANO di un’uragANO ANOmalo messicANO.
MANO nella mANO cantavANO CelentANO,
bevevANO americANO, fumavANO strANO ,
mangiavANO parmigiANO
si baciavANO e si......
amavANO per l’ANO.
L’Inconsolabile Console.
contatori
geiger
per ogni evenienza
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