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IL RIDOTTO

anno 3
numero 22
ottobre/novembre 2009

ORGANO UFFICIALE DELLA COMPAGNIA DE CALZA I ANTICHI - BOLLETTINO MENSILE


venezia
san marco 2674
campo san maurizio

direttore Luca Colferai ♥ – divertirsi divertendo – ♥ priore Roberto Bianchin

I l Ridotto è tornato! Ecco


a voi il numero di ottobre (e
anche di novembre) che Co-
lo de Fero, causa un meritato
viaggio in Brasile, ha prepara-
ta molte cose interessanti e di-
vertente sul suo lavoro di stori-
co della cucina.
I grandissimi Lucas Christ,
Marilù P.Z. e Leonardo Mello
in questo numero
Addio al Circolo
to solo ora durante i primi me- contribuiscono con le loro in-
sti giorni di novembre. dicazioni di musica (p. 15), arte Battesimo del Prosecco doc Bottega
24 pagine! Tantissime novità (p 17) e teatro (p. 16) per eleva-
si addensano in queste pagine. re con garbo la nostra cultura. Uccelli dal Brasile
Prima le brutte notizie: no ga- Qualcuno potrebbe osserva-
vemo più el circolo (pag. 5)! Poi re che questo numero è molto Dal Mondo: intervista a Michael Krondl
le belle notizie: stiamo prepa- pure troppo dedicato alla cu-
randoci al Carneval de Venetia cina. Infatti è così: troverete Il Marinaio Johnny: scatto di reni
MMX (duemiladieci): a pagi- ostriche (p. 19) e canoce (p. 9).
na 3 e 4 un nuovo delirante pro- Ma ci sono anche tante altre Biennale ultimi giorni
getto: mostra d’arte carnevale- belle cosette. Tengo a ricorda-
sca in tutta la città. E poi «Se io re che gli Echi Massmediatici Ostriche & Canoce
fossi sindaco»: una nuova folle (p. 12 e 16), per quanto possano
idea di Giorgio Camuffo (p. 8). sembrare frutto d’invenzione,
Novità: «Uccelli dal Brasile»! sono presi pari pari dalle cro-
(pag. 11) Una nuova rubrica dal nache di quello che viene chia-
nostro inviato residente Neno mato il mondo dei mass-media.
Brazil che sicuramente molti Attenzione: il calendario è
di noi avranno equivocato, ma del mese di dicembre (p. 24).
che è proprio così. Da questo numero, infatti, la
Intervista a Michael Krondl redazione (che sono io) ha de-
(pag. 13): il nostro collaborato- ciso unilateralmente di antici-
re viaggiatore scrittore raccon- pare il Tempo. Buona lettura. ◉

¥ in programma in novembre µ
sabato 21 novmebre
Fontego delle Nationi
co’ fa scuro
«Festa de la Salute»
Con solenne rituale annuale
Disfida della Castradina

leggete e diffondete
« il ridotto »
de i antichi
è divertente
e anche
intelligente
ilridotto@iantichi.org – www.iantichi.org
pagina 2 ottobre/novembre 2009 anno 3 numero 22 IL RIDOTTO venezia san marco 2674 campo san maurizio

Un tuffo nel passato. Sabato 26 ottobre 1985: Strada Nuova, basilica di Ss. Giovanni e Paolo, Piazza San Marco, Campo San Polo
Trionfo per Dionigi di Naldo da Brisighella
Uno dei più imponenti, più importanti e più riusciti eventi ideati nel corso della loro storia dagli Antichi, con una serie di celebrazioni rinascimentali, fra giochi di
guerra, cerimonie religiose e militari, musiche e danze, per la figura di Dionigi di Naldo da Brisighella, il più fedele tra i condottieri al servizio della Serenissima
Repubblica, sepolto nella Basilica di San Zanipolo (SS. Giovanni e Paolo) dove gli è stata dedicata anche una statua. Cinquecento persone nei costumi dell’epoca.

Roberto Bianchin la storia e le spezie


NON RICORDO PIÙ NULLA venezia - amsterdam - lisbona

una girandola di racconti passato e presente


Quindici racconti, alcuni dei quali inedi-
un libro di michael krondl
RobeRto bianchin ti, altri pubblicati su quotidiani, riviste e in
vari volumi, tratteggiano in questo libro,
con pennellate a colori vivaci, il mondo
in inglese e in portoghese
Non ricordo più nulla onirico, surreale e magico, che ha già fatto
arditamente capolino nei romanzi di Ro-
berto Bianchin.
Autore di nicchia, minoritario per voca-
zione, sempre fedele al suo linguaggio
Racconti spiazzante attraversato da un’ironia surre-
ale in bilico fra il comico e il malinconico,
lo scrittore veneziano dà vita a una stupe-
facente galleria di personaggi folli e stra-
vaganti, poetici e romantici, che si muo-
vono sullo sfondo degli scenari a lui più
RobeRto bianchin – non RicoRdo più nulla

cari. Dal mondo della musica come ne «Il


batterista dei Navigli», a quello del circo
come in «Delia, l’acrobata dell’Alzaia» e
«L’uomo che moriva due volte al giorno»,
da quello degli spettacoli di Carnevale co-
me in «Non ricordo più nulla» e «Mi chia-
mi pure Casanova, Mister Bond», a quel-
lo dello sport come in «Sventolano ancora
le bandiere» e «Le partite incominciavano
in cucina».
Ma qui l’autore spazia anche oltre. Fino
a piombare nei temi culturali e in quel-
li di più stretta attualità, come in «Faccia
da schiaffi», «La mattina dei fogli parlan-
ti», «Nessuna fine mai». Per arrivare a de-
dicare un’attenzione tutta particolare alle
suggestioni che gli provengono dalla sua
città natale, la Serenissima Venezia, e dai
suoi molti problemi, visti sempre sotto la
lente d’ingrandimento di un’ironia sottile,
spesso dissacrante, che a volte si stempe-
ra nella nostalgia del tempo andato come
in «Ma che flash la vita» e ne «E i fantasmi
salirono dall’acqua dei canali», e altre vol-
te diventa invece perfida, e si trasforma in
sarcasmo, come in «La notte che crollò il
ponte di Calatrava», «Il mistero della diga
lunata», «Il giorno che Nando tornò a Ve-
neland».
Una girandola di invenzioni e colpi di sce-
na, sostenuti da una scrittura strepitosa,
e dipinti all’acquerello con i colori auda-
i antichi ci del burlesque.
i antichi editori
editori
venezia venezia

di Enzo Rossi Ròiss


IN LIBRERIA! numero II – L’umanità ha sempre barattato un po’ di felicità con
un po’ di sicurezza. Lo ha scritto Freud e vale come giustificazione lo trovate su
I Antichi Editori – 20 € per alcune scelte e alcuni comportamenti. www.spicehistory.net
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« I Antichi» hanno de-


ciso e stanno lavoran-
do per organizzare e re-
alizzare a Venezia, per il prossi-
mo Carnevale (dal 13 al 23 feb-
che è dal 1981 è il nostro storico
spazio all’aperto per la espres-
sione delle opinioni e il compi-
mento delle gesta carnasciale-
sche nostre e dei nostri appas-
braio del 2010) una esposizio-
ne diffusa in vari luoghi della Anteprima Carneval de Venetia MMX sionati sostenitori e amici.
Così spiega Enzo Rossi Ròiss:
città con opere e installazioni
artistiche ispirate soprattutto
all’immagi-
carnascialARTesca 2010 «Alcuni degli oggetti materia-
li dotati di pertinenze estetiche
per tale expo
nario imma- saranno com-
ginifico e fe- missionati a
condissimo menti creati-
della Compa- ve in rapporto
gnia de Cal- con la Com-
za. L’espo- pag n ia De
sizione, na- Calza «I An-
ta dal genio tichi», altri
incontenibi- saranno se-
le del nostro lezionati tra
irrefrenabi- quelli che sa-
le Enzo Rossi ranno propo-
Ròiss, che ne sti in tempo
è inevitabil- utile da ope-
mente il cu- ratori cultu-
ratore, e au- rali o singo-
torizzata con li artisti». Per
entusiasmo partecipare
dal Priora- alla selezione
to, è intitola- inviare il ma-
ta: CARNA- carnascialARTesca 2010: foto di Lorena Guillen Vaschetti teriale illu-
SCIAL ART strativo, con
ESCA 2010. descrizioni
Nelle nostre intenzioni l’espo- cali e luoghi di cultura) sul per- roviaria a Piazza San Marco, e immagini, via e-mail diret-
sizione coinvolgerà più luoghi corso sia pedonale che acquati- transitando inevitabilmente a tamente al curatore artistico:
veneziani (gallerie d’arte, lo- co - che collega la Stazione Fer- piedi per Campo San Maurizio, (rossiroiss@libero.it - cel-

carnascialARTesca 2010: dipinto in corso d’opera di Ilze Jaunberga


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lulare 339. 6918363 ) prima però Campo San Maurizio sede dell’esposizione intitola- sizione di opere dipinte.
magari controllate nel nostro È possibile utilizzare lo spazio ta «Priapeide vetrosa», alle-
sito (www.iantichi.org) se tro- che lo caratterizza per la instal- stita con sculture in vetro di Il- Palazzo Delle Prigioni
vate qualche spunto. lazione di grandi opere come ze Jaunberga modellate a Mu- Castello 4209 (Riva degli Schiavoni)
L’organizzazione e la scelta i grandi «Dadi iconovulvati» rano da Silvano Signoretto e Location prevista come sede
dei luoghi espositivi è in cor- nel 2006 (visibili in www.vul- Danilo Zanella per la Berengo per l’allestimento di una espo-
so, con il curatore in frenetica vario.it) previa autorizzazione Collection. sizione intitolata «L’erotismo
attività: ec- di Marco Po-
co alcuni dei lo» iconizza-
luoghi in cui to da sculture
prevediamo in vetro zoo-
di esporre, al- morfe di An-
cuni sono sta- na Paola Ci-
ti già acqui- bin, model-
siti, altri so- late a Mura-
no stati opzio- no da Dani-
nati, altri an- lo Zanella per
cora saranno la Berengo
concordati: Collection.

Foyer del Altri Luoghi


Teatro La Espositivi
Fenice Saranno con-
Location già cordati per
definita co- l’esposizio-
me sede per ne di fotogra-
l’esposizio- fie della vene-
ne di grandi carnascialARTesca 2010: foto di Lorena Guillen Vaschetti zuelana Lo-
opere dipin- rena Gu i l-
te dall’artista len Vaschetti,
lettone Ilze Jaunberga, nelle delle Autorità Competenti. Palazzo Priuli Bon opere di poesia visiva et altro.
quali risultano iconizzate la ri- Campo San Stae 1979
tualità e la mitologia dei Com- Scuola Grande San Teodoro È prevista come location da
pagni De Calza «I Antichi». San Marco 4810 utilizzare esternamente per Catalogo
È previsto l’allestimento di la installazioni agganciate al- Tutte le opere esposte o instal-
una esposizione d’Autori Di- la struttura ferrosa di ognu- late risulteranno illustrate e
Sacrestia Chiesa S. Maurizio versi, con sculture posiziona- na delle 4 finestre e nella por- commentate in apposita pub-
Campo San Maurizio te sulla superficie pavimenta- ta d’acqua che si affacciano blicazione progettata e realiz-
È previsto l’allestimento di una le e dipinti et altro sulle super- sul Canal Grande e della fine- zata da Luca Colferai (ovvio!)
esposizione delle maschere fici parietali. stra che si affaccia sul campo. per I Antichi Editori Venezia
belzebuesche dell’artista bar- Altra installazione è prevista (www.iantichieditori.it), con
cellonese L’Altrange sulle tre Berengo Studio posizionata sul campo, previa la presentazione di Roberto
superfici della struttura posi- Calle Nuova Sant’Agnese 879/D autorizzazione delle Autorità Bianchin (anche no), una intro-
zionata sul pavimento al cen- (nei pressi del Ponte dell’Accademia) Competenti. Nella sala è previ- duzione del curatore Enzo Ros-
tro della Sacrestia. Location già concordata come sto l’allestimento di una espo- si-Roiss e testi di Autori Vari. ◉

L’Antica Disfida della Castradina


nel Fontego delle Nationi di Seba Zorzi
S abato 21 novembre,
tutti i Compagni de Cal-
za sono invitati a casa di
Seba Zorzi (detta Fontego delle
Nationi) per la rituale Disfida
tricolore tripartita e medaglia,
entrambe obbligatorie. Chi in-
tende partecipare alla disfida è
libero ed incoraggiato a farlo,
mentre tutti gli altri, secondo
della Castradina in occasione l’accordo con el paron de casa,
della Festa della Madonna del- è contribuire con secondi piatti
la Salute. Il Gran Priore Bob R. e contorni. Tutti obbligatoria-
White ordina «abbigliamen- mente e inderogabilmente por-
Seba Zorzi to follemente libero ma con in- tino minimo due (2) bottiglie Sebasex
segne de Calza, minimo fascia di vino (buono!) a persona». ◉
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G ozer il Gozeriano è
conosciuto anche co-
me il Distruggitore,
vulgo Zildrohar Signore del
Sebouilaa, ed è noto altresì co-
mo imprenditori, per esempio,
non avremmo mai investito un
centesimo nella Compagnia
de Calza I Antichi. Regalato sì,
contribuito sì, ma investito?
me Gozer il Viaggiatore. Se- È pur vero però che in due an-
condo uno spassosissimo film ni di attività il Circolo de I An-
del secolo scorso: «Egli giunge- tichi ha dato vita a decine di
rà in una delle sue forme pre-
scelte. Durante la rettificazio- Sconfitti dal crollo delle economie mondiali appuntamenti culturali musi-
cali poetici gastronomici fan-
ne dei Vuldronaii egli giun-
se come un vasto e semoven-
te Torb. Poi durante la riconci-
I Antichi rinunciano al Circolo tasiosi e divertenti. Ricordia-
mo i cicli poetici e artistici del-
le Ore Felici, con gli interven-
liazione degli ultimi supplican- di luca colo de fero colferai procurator grando e priore onorario de i antichi ti ineluttabili di Luca Colfe-
ti Meketrex scelsero una nuova rai, le lezioni artistiche di Ma-
forma per lui, quella di enorme rilù Pavanini Zennaro, le mi-
Sloar! Molti Shub e Zuul peri- tiche allocuzioni zootecniche
rono arrostiti nelle profondità di Gianni Matteucci, le proie-
dello Sloar quel giorno giurad- zioni dei documentari di An-
dio!» Scopo di Gozer il gozeria- ny Carraro e le immagini di
no è, ovviamente e nell’ordine: Guido Fulgenzi, le esposizioni
impadronirsi della Terra e di- d’arte di Krista Minten, Enzo
struggerla apocalitticamente. Rossi Ròiss, Federico Zambon,
Per fare ciò egli invia il suo Ma- Ilze Jaunberga. Le cene (qua-
stro di Chiavi, Vinz Clortho, si ogni settimana) infaticabil-
sul nostro pianeta alla ricerca mente preparate da Jurubeba e
della porta adatta e del Guar- da Biba. E i concerti di Luma e
dia di Porta, nell’occasione uno di Diego Vio, e le presentazio-
Zuul, che gli apra il passaggio. ni dei libri e le letture dramma-
Ruggiti ultraterreni e garga- tizzate dei Giovani Antichi, e il
rismi soprannaturali a parte, Salone degli Antichi Giochi e le
al contrario di Gozer e di Zull, sfide di sanmartini e tutte le al-
I Antichi non hanno più chia- tre cose e tutti gli altri che ora
vi né porta in cui infilarle. Del dimentico perché non ricordo
Circolo de I Antichi in Campo più nulla...
San Maurizio, s’intende. Così, eccoci qua: gavemo sba-
A causa di molti fattori, non 11 ottobre 2009: Colo de Fero e Ragazzo Carlo abbassano l’insegna del Circolo raccà. Non volevamo farlo. Ma
tutti alla portata delle nostre (foto Jurubeba) abbiamo dovuto. Questa triste
facoltà, intellettive e anche no. notizia, in realtà, non è grave
No ghe gera più schei. Nono- come sembra. Soprattutto per-
stante gli sforzi più o meno im- ché ci affranca dall’assillo di
mani profusi da tutti, compa- svenarci finanziaramente. Al-
gni e soci, nonostante i contri- tri, forse più esperti di noi delle
buti finanziari elargiti da tut- vicende del mondo, avrebbero
ti, ciascuno secondo le sue pos- gridato ad altissima voce aiu-
sibilità (che non è poco) alla fi- to aiuto chissà incatenandosi
ne non riuscivamo più a pagare ai cancelli del sindaco e maga-
l’affitto, e le spese, della nostra ri evitato il peggio aggiungen-
storica sede. Succede. Quando dosi allo strepitante piagnisteo
eravamo partiti, due anni fa, che avvolge perennemente la
le cose non sembravano facili, città. Noi no.
ma nemmeno impossibili. Ma Mentre scrivo queste righe
la crisi ha cancellato di brut- confuse, il Priorato sta studia-
to tutte le iniziative di diverti- no soluzioni alternative che,
mento in giro per il mondo e ci con l’inutile cautela che ogni
siamo ritrovati senza inviti, e tanto ci assale, ancora non vi
senza cachet. anticipiamo. Come ha detto
È vero, se fossimo imprendi- ripetutamente il nostro Prio-
tori, ristoratori, osti, baristi, re- re, Roberto Bob R. White Bian-
gisti professionisti, attori pro- chin: «Siamo rimasti ventot-
cacciatori spacciatori di de- to anni senza Circolo de I An-
menza e se avessimo capita- tichi, e abbiamo vissuto benis-
li di partenza tutto ciò non sa- 28 settembre 2007: il conte Emile Targhetta d’Adriffet, Bob R. White simo lo stesso. Non credo che
rebbe accaduto. Ma se fossi- e Colo de Fero inaugurano il Circolo (foto Sebasex) ora sarà peggio di prima». ◉
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Festa di San Maurizio,


seconda edizione
I n una splendida, dolcis-
sima e tiepida serata di set-
tembre, la Compagnia de
Calza «I Antichi» ha celebrato
come si conviene, cioè alla sua
maniera, la Festa di San Mau-
rizio nel campo omonimo, che
poi è anche il nostro, di Baffo e
di Zancopé.
Anzitutto abbiamo «occu-
pato militarmente» il campo
con la nostra lunghissima ta-
vola imbandita, elegante con
le tovaglie candide e i cande-
labri d’argento, ricolma di ogni
bendiddio di cibarie e beverag-
gi generosamente messi a di-
sposizione dagli stessi compa-
gni de calza e dai soci del cir-
colo de «I Antichi», tutti ele-
gantemente addobbati di bian-
co candido con le insegne della
nostra associazione.
Quindi è stata festa grande. Il
Gran Priore Bob R. White, bel-
lissimo e splendente come al
solito, ha brillantemente e mol-
to esaurientemente deliziato
gli astanti raccontando la me-
ravigliosa istoria del nero san-
to guerriero nomato Mauri-
zio e le sue straordinarie e mi-
rabolanti avventure, sulla ba-
se degli studi condotti sull’ar-
gomento dall’eccellentissimo
continua a pagina 18

Foto racconto di Lucas Christ


venezia san marco 2674 campo san maurizio IL RIDOTTO ottobre/novembre 2009 anno 3 numero 22 pagina 7

associazione culturale
COMPAGNIA DE CALZA
«I ANTICHI»
fondata da zane cope
venezia

Festa di
San Maurizio
Campo San Maurizio
martedì 22 settembre 2009
co’ fa scuro

Cena in Campo
Con Rappresentazione Iconica
detta Momaria

informazioni:
Circolo de I Antichi
Campo San Maurizio 2674
pagina 8 ottobre/novembre 2009 anno 3 numero 22 IL RIDOTTO venezia san marco 2674 campo san maurizio

I Antichi in incognito
all’Ateneo Veneto: confron-
to delle idee sul governo
della città; parziale o anche to-
tale. Anche no. Il nostro gran-
«Se io fossi sindaco»: mille proposte veneziane tonio Alberto Semi presiden-
te dell’Ateneo Veneto e padro-
ne di casa della gremitissima
presentazione del 5 novembre
scorso, con accompagnamento
dissimo amico Giorgio Camuf- musicale degli ottimi Ska-J di
fo ha pubblicato un libro che è Marco Forieri. Pur nella diver-
serio, è divertente, è anche in- sità e nella totale libertà di pen-
telligente, e anche deliran- siero, i cento autori del libro –
te, in cui a diverso titolo sono realizzato concretamente in re-
stati coinvolti i due Priori del- dazione da Michela Miracapil-
la Compagnia de Calza Bob lo e Giacomo Cosua, direttore
R. White e Colo de Fero. Il pri- responsabile il grande Alberto
mo anzi ne è in parte respon- Vitucci – hanno dato voce a te-
sabile per ammissione dell’au- mi (problemi e speranze) mol-
tore editore: «Molte settima- to diversi da quelli su cui gene-
ne fa ci siamo trovati sul pon- ralmente si accapigliano i com-
te dell’Accademia e abbiamo Giorgio Camuffo canta benissimo! petitori elettorali; nell’ordine:
provato a pensare chi potreb- casa, turismo, trasporti, gran-

Il gruppo veneziano degli Ska-J in concerto Roberto Bianchin, Giorgio Camuffo, Antono Alberto Semi e Luca Colferai

be essere e cosa dovrebbe fare il di navi, laguna, cultura, Porto


prossimo sindaco di Venezia». Marghera, immondizie, inqui-
Ecco quindi, a un anno cir- namento, Arsenale, Venezia –
ca dalle prossime elezioni ec- Mestre, attività commerciali.
co «Se io fossi sindaco», nume- Coinvolti inevitabilmente Co-
ro speciale della rivista Venice lo de Fero, presentatore della
is not sinking (Venezia non af- serata nelle vesti del Più Gran-
fonda), in tutte le edicole citta- de Sindaco di Venezia («no-
dine in questi giorni. Il tomo di vanta chili per centonovanta-
350 pagine e del costo irrisorio cinque centimetri penso siano
di 5 euro (stampa Grafiche Ve- sufficienti per attribuirmi il ti-
neziane) è quasi un sondaggio tolo e comunque prenderò so-
senza intenti statistici con cen- lo decisioni impopolari, impro-
to partecipanti che in tutta li- Sindaco e Prosindaco Chi xè el prosimo? babili, imprevedibili, improv-
bertà hanno indicato le «pri- visate e anche improvvise» ha
me dieci decisioni che pren- bergatori, ristoratori, extraco- il filtro dell’informazione fan- commentato) e Bob R. White,
derei se fossi sindaco». Fanno munitari, insegnanti, pensio- no immaginare quotidiana- di cui un ameno raccontino po-
mille risposte e molte più de- nati, medici, giornalisti, avvo- mente. Un interessante accu- tete leggere con grande soddi-
cisioni, perché molte risposte cati, architetti, artigiani e altro mulo di proposte, spunti, sug- sfazione acquistando il libro,
ne contengono delle altre più o hanno così elaborato una pia- gerimenti, osservazioni offerte dal titolo «Le elezioni prossi-
meno logicamente subordina- no gigantesco e immaginifico, ai candidati sindaco (quali sa- me venture» con dentro anche
te e anche inerenti. I cento ve- a volte preciso, a volte fantasio- ranno) come scrive Camuffo: il Comandante Zane Cope e il
neziani, aborigeni o natura- so, a volte ironico, a volte ama- «per proporre un programma bidello Pompilio. Comprate-
lizzati, professionisti, studen- ro, a volte malinconico, che pe- adeguato alle reali aspettative lo! Così scoprite anche chi so-
ti, operai, imprenditori, artisti, rò appare molto più vivo e vita- dei cittadini». «E questa è pro- no e cosa pensano tutti gli al-
intellettuali, commercianti, al- le di quanto il filtro dei partiti e prio politica» ha chiosato An- tri 98 di «Se io fossi sindaco». ◉
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P oiché vanno in amore,


novembre è il mese del-
le canoce. Tanto che un
detto veneziano recita: «De
santa Catarina, na canocia val
A Tavola con I Antichi
Canoce per Santa Caterina (25 novembre)
pescatori, i quali spesso arriva-
vano con le barche e le proprie
attrezzature da pesca e le nas-
se da canoce si diffusero. Per le
carni bianche e per il gusto de-
na galina». Considerata cibo di luca colo de fero colferai licato, la canocia ebbe nell’ita-
estremamente plebeo fino al- lico gusto piccolo borghese mi-
la seconda metà del No- lanesizzato del secolo scorso la
vecento, e ancor og- con il fuso, per vecchi veneziani. In Giappone, stessa fortuna della sogliola e
gi relativamen- la forma ca- lessata, viene usata per delica- della coda di rospo (e della fet-
te economico (in ratteristica ti sushi. tina anemica di vitello o il pet-
confronto ad al- con una te- Interessante la storia nove- to di pollo): essere pesce (o car-
tre tradizioni sta ingros- centesca della pesca delle ca- ne) ma non sembrarlo per nien-
gastronomiche sata e mol- noce con l’uso di nasse apposi- te. L’aumento della richiesta e
lagunari). Ep- ti rebbi per te. Questa tecnica nacque ne- le nuove abitudini alimenta-
pure, per esem- trattenere gli anni trenta del secolo scor- ri derivanti dal benessere del
pio era l’incubo dei le fibre. Essa so, quando alcuni pescatori boom economico degli anni fa-
pescatori di Pelle- è un anima- istriani costruirono delle nas- vorirono la pesca con le nasse,
strina; assieme le solitario se copiando un simile attrezzo ma l’introduzione diffusa del-
ai granzi bianchi e crude- utilizzato in Francia per la pe- lo strascico, e poi delle turbo-
le canoce erano le preda- sca dei granchi e delle arago- soffianti, ne segnò tempora-
il flagello delle tore, vi- ste. Ma dentro le nasse finiva- neamente la fine. Negli ultimi
reti: rimanendovi orrenda- ve durante il gior- no solo le canoce e provarono anni tra crisi e depauperamen-
mente impigliate e non go- no in gallerie scava- a venderle. Spinti dal riscontro to ambientale le nasse sembra-
dendo all’epoca di gran- te nel fondo del ma- di mercato, iniziarono a perfe- no tornare in uso.
de considerazione, vale- re, su fondi sabbiosi zionare le nasse (costruite con Il principale difetto della ca-
vano solo le ore spese a e fangosi costieri pezze di reti inservibili e inte- nocia è che se la cucinate ap-
pulire e a riparare ad una pro- laiatura in ferro) introducendo pena un po’ più del dovuto,
i danni, a stro- fond it à accorgimenti e modifiche ar- puf!, si svuota. Soprattutto se
pare i busi co- c he va rivando ad una nassa rettan- la aprite prima di cuocerla. Po-
me si usa dire. dai dieci golare di modeste dimensio- trei scrivere moltissime ricet-
Nell’Ottocento il ai duecen- ni poi base di tutti gli svilup- te, ma non lo farò. Onorerò in-
Boerio così la descrive: «è to metri, spesso in pi successivi. Dopo la seconda vece la memoria del grandissi-
commestibile comune e di mol- prossimità della foce dei guerra mondiale diverse mi- mo Giuseppe Maffioli riprodu-
to uso per la poveraglia»; tanto fiumi o dello sbocco dei canali; gliaia di esuli istriani giunsero cendo un estratto delle sue che
che si usava dire «vodo come di notte esce alla ricerca di cibo dalla parte di qua dell’Adriati- hanno anche un aroma mol-
una canocia, contrario di ripie- o, d’inverno, per la riproduzio- co. Tra essi vi erano moltissimi to retro da anni sessanta. ◉
no, poco men che vuoto, di chi ne (per cui è evidente che ci ve-
ha la pancia vuota» e canocia de benissimo). Diffusa in tut- Le canoce
è un tipo «allampanato, smun- to il Mediterraneo, ha dei cu- secondo Giuseppe Maffioli in «La cucina veneziana»
to e secchissimo» oltre che, ne- gini molto simili ma diversa- Franco Muzio Editore, Padova , 1982
gli ultimi decenni, tragica- mente e fantasiosamente colo- [...] Le canocie ben lavate vanno cotte pochissimo, buttate in acqua bollente leg-
mente orbo. Chiamata altrove rati, ugualmente cattivissimi, germente salata, si mantiene il bollore per un paio di minuti e poi si spegne il
in Italia con un sacco di nomi, anche in altri mari. Gli antichi fuoco, lasciando intiepidire le canocie nel loro liquido che può anche essere di
detta scientificamente Squilla vero e proprio “fumetto” per pesce aromatizzato di cipolla, di aglio, di foglie di
Assiri la chiamavano «locusta sedano, di gambi di prezzemolo, di foglia di alloro, e di pochissima e sottile scor-
mantis (Linneo, 1758 da squil- di mare». Viene generalmen- zetta di limone, per non rendere troppo amarognolo il brodo. Questo fumetto
la in latino piccolo gambero e te catturata con le reti a stra- con gli aromi si deve far bollire per una decina di minuti prima di aggiungervi
μάντιϛ in greco indovino, va- scico e in gran parte del mon- le canocie o qualsiasi altro pesce. Cotto che sia il pesce, questo fumetto, filtrato,
potrà essere la base per un eccellente risotto. Tolte le canocie dal loro fumetto
te, profeta e anche locusta) per do è considerata cibo da poco, tiepido, si curano con le forbici, tagliandole lungo i bordi intorno al corpo, sot-
la vaga somiglianza delle sue valido più per la gran quantità to la testa e sulla coda puntuta; se ne otterrà così il corpo, da ammannire in vari
chele con delle braccia e mani con cui viene pescata che per la modi. Rimettere il carapace con la testa, e le zampe, due delle quali sono parti-
colar mente carnose, nel loro brodo di cottura e riportarle a bollore per
ripiegate in preghiera, la cano- sua bontà, probabilmente per- una ventina di minuti aggiungendo un bicchiere di vino bianco per
cia deve invece il suo nome (di ché non la san- ogni chilo (all’origine) di canocie. Lasciar intiepidire e poi raschiare e
origine appunto di area vene- no cucinare co- premere tutte le polpine superstiti, raccogliere ben bene tutti i succhi
ziana, nord adriatica occiden- me forse anche e filtrare il brodo. Si avrà la base per eccellenti preparazioni che pro-
porremo via via. Il corpo della canocia può essere trattato in vari mo-
tale) dalla conocchia, l’ormai purtroppo i di, ripetiamo, tutti quelli destinati ai gamberi, agli scampi ed all’arago-
perduto strumento per filare sta, quindi ottenendo piatti adattissimi ai giorni festivi. Calcolate che un chi-
atto a trattenere l’ammasso di lo di canocie può bastare per quattro e persino per sei porzioni a seconda della
ricetta. Qualora le canocie siano cotte in salse o sughi ai quali debbono cedere
fibre tessili da la- i loro umori si faranno sobbollire più a lungo: vi renderete conto che dopo una
vorare decina di minuti di bollore le canocie saranno quasi vuote, e poco male, se tutta
la loro polpa si sarà sciolta in un sugo destinato a spaghetti o a risotto, con pro-
fumo di pomodoro fresco o pelato, prezzemolo ed aglio. Le canocie superstiti
potranno essere comunque succhiate ché qualcosa resta sempre e l’operazione
è pittoresca anche se un po’ lordante, necessitando di grandi tovaglioli nei qua-
li pulire bocca, faccia e dita [...] .
pagina10ottobre/novembre2009anno3numero22 IL RIDOTTO venezia san marco 2674 campo san maurizio

Pittura: «Dal corpo all’opera d’arte»


gli esotici percorsi di Federico Zambon
di chi ha, invece, dime- ogni riscolto».
stichezza e contezza, Nel suo percorso si è
sembra far rinascere il concentrato ad appro-
grande calderone del- fondire tali suggesti-
le “immagini perdute” ve raffigurazioni ri-
del periodo medieva- salendo a ritro-
le, della Biblia pau- so alla radici
perum, delle mi- iconografiche,
niature, dei porta- così importan-
li delle chiese, delle ti da aver de-
variazioni dei parti- terminato pro-
colari spesso mostruosi fondi sviluppi
narrati nei capitelli degli nell’arte oc-
antichi chiostri dei cidentale nel
monasteri». Co- corso del XIX
sì Saverio Simi e del XX seco-
de Burgis spiega lo. L’attenzione di
l’opera artistica di Federico Zambon
Federico Zambon, artista ve- è rivolta in particolare a tuaggio ma ispi-
neziano e Giovane Antico, che due grandi pittori come Ho- rano l’immaginario

« U n mondo di anima-
li, fiori, mostri, ma-
schere intrecci va-
ri popolano i dipinti di Fede-
rico Zambon, cresciuto nel-
ha esposto in ottobre nel Circo-
lo de I Antichi a San Maurizio
e poi al Ristorante Mirai in Li-
sta di Spagna; «affascinato da
sempre dal linguaggio dei cor-
kusai (1760 – 1849) e Kuniyo-
shi (1797 – 1861) che con i loro
disegni del Mondo Fluttuan-
te raffigurarono lo spirito im-
europeo fino ad oggi: «artisti
che con le rispettive opere han-
no arricchito il repertorio per
l’eleganza e la raffinatezza in-
petuoso e voluttuoso del Giap- trinseca, nell’utilizzo di una li-
la generazione dei giovani che pi tatuati, dagli irezumi o me- pone ottocentesco e influen- nea segnica, a frusta e a spira-
si sono abbeverati nel culto glio horimono, di cui conosce zarono non solo l’arte del ta- le, che collega ed equilibra mi-
dell’Oriente indotto, non tan- rabilmente i tratti essenziali
to attraverso le fervide fanta- all’interno della rappresenta-
sie dei viaggi soltanto imma- zione, lezione così fondamen-
ginati e sognati da Emilio Sal- tale da Beardsley ai protagoni-
gari negli avvincenti raccon- sti dell’Art Nouveau».
ti, quanto e soprattutto nel suo «Federico Zambon parte
caso, attraverso un’analisi det- quindi dall’approccio appa-
tagliata dei tatuaggi diffusi in rentemente rozzo e primitivo
un certo ambito della tradizio- del tatuaggio quasi per riap-
ne giapponese. Si tratta di un propriarsi di un linguaggio au-
mondo popolato di immagini, lico della storia dell’arte, volen-
di simboli, di rimandi di com- do con tale scelta sottolineare il
plicata decifrazione per chi non rapporto di reciprocità che esi-
ne possieda la chia- ste tra questi due mondi: si trat-
ve interpretati- ta, alla fine, di rieducarsi al di-
va, che co- segno, di ridefinire all’interno
munque della composizione un equili-
nella brio tra i soggetti rappresenta-
sem- ti attraverso il ricorso agli op-
plicità portuni riferimenti, ai colori
finalizzati a tali scopi. Tra ti-
gri, carpe, maschere da tea-
tro, fiori di loto, animali miti-
ci, tra il mondo collegato al be-
ne e quello collegato al ma-
le, ciò costituisce, al momen-
to, il repertorio della sua ricer-
ca in un esercizio costante di li-
nee e colori, disegni e pitture
che possano ricondurre a più
oggettivi valori di bellezza». ◉
venezia san marco 2674 campo san maurizio IL RIDOTTO ottobre/novembre2009anno3numero22pagina11

«Uccelli dal Brasile»


Le frenetiche dolcezze dei colibrì
di neno brazil

M ia cugina Jurubeba
in viaggio brasiliano
è tornata nell’Isola di
Santa Catarina, e ci ha porta-
sugli uccelli brasiliani e que-
sto mi ha fatto sentire un po’
meglio. Cominciamo dun-
que con i beija-flores, detti
to (come ben saprete) Luca, che anche colibrì, che non esisto-
pure lui è isolano, ma de Venes- no nel Vecchio Mondo. I bei-
sia. È da molto che sono pre- ja-flores sono infatti esclusi-
so da questa mania (una del- vi delle Americhe, dall’Ala-
le tante, a dire il vero): dedicar- ska alla Terra del Fuoco. Per-
mi regolarmente a fotografare fino nella sperduta isola cile-
uccelli e classificarli secondo i na di Juan Fernandes, meglio
libri. Mi piace cacciare queste conosciuta come l’isola di Ro-
immagini, ma, pensando a co- binson Crusoe, esiste il pica-
me si devono sentire gli uccel- flor rojo de Juan Fernandes,
li, mi sento un vero paparazzo che vive solo lì visto che l’iso-
(o paparazzi che dir si voglia), la è veramente distante dalla
sempre a curiosare nella loro costa cilena. I campioni della
vita, soprattutto nei momen- internet pubblico ogni quin- e la storia delle parole. È così biodiversità dei colibrì sono il
ti più intimi. Mangiando, dor- dici giorni una serie di foto di che ci ho pensato sul serio: oi- Brasile e l’Ecuador dove vive
mendo, svolazzando e uccelli che scatto qui, a Floria- seau, bird, e anche pájaro per i complessivamente metà delle
amoreggiando... nopolis, ma anche in Patago- nostri vicini dell’America del centinaia di specie conosciu-
nia, o nel continente, in spiag- Sud che, a parte gli indio, so- te. Il loro ordine, detto dei Tro-
gia, nella foresta, nel deser- no tutti ispanofoni. Ahia! La chiliformi1, possiede una sola
to, ovunque mi trovo con il mia grande idea del nome pas- famiglia, i Trochilidae, divisa
mio equipaggiamento a cac- sarazzi per il mio lavoro di fo- in 108 generi e 322 specie co-
cia di questi scatti ornitologi- to paparazzate di uccelli ser- nosciute. Sono uccellini bel-
ci e che invio regolarmente ad ve solo per il Brasile, disdet- lissimi, piccoli (pesano pochi
ta! Non ci è rimasto che affo- grammi e misurano pochi
gare la tristezza e la delusio-
ne in un’adeguata quantità Sopra, al centro: Beija-flor de papo
di birra, caipirinha, cachaça, branco (Leucocloris albicloris); a
una lista di amici ostriche e gamberi isola- sinistra beija-flor da veste
e appassionati. ni (non necessariamen- preta (Antracothorax
Non ricordavo il titolo te in quest’ordine): che nigricollis); a fianco:
in italiano del film di Pa- tragedia. Beija-flor da
solini, Gaviões e Passarin- Fortunata- fronte violeta
hos qui in Brasile, e nemme- mente, e con (Thalaurania
no ci pensavo molto alle tra- onore, devo glaucopis)
duzioni nelle varie lingue del dire, sono stato co- foto Neno
mondo, finché a sorpresa Lu- stretto a collabora- Brazil.
ca mi ha pronunciato di brut- re con questa ru-
Dato to Uccellacci e uccellini (da uc- brica al Ridot-
che in porto- cello) e mi ha intrattenuto con to de I Antichi,
ghese uccello si una delle sue manie: l’origine di foto e parole
dice passaro (se-
condo alcuni dei no-
stri poeti e canzonieri è vali- Comincia da questo numero la collaborazione al Ri-
da anche la versione passa- dotto di Neno Brazil, artista e grafico brasiliano con
rim) ho inventato il nome pas- una grande e attiva passione ecologica. Neno Bra-
sarazzi per significare questa zil vive a Florianopolis nel sud del Brasile. Qui lavora
mia attività di paparazzi dei in molti progetti in difesa dell’ambiente e della cultura
passaros, unendo le due paro- della sua splendida isola. Per saperne di più:
le. Con questo nome, infatti, in www.nenobrazil.hpg.ig.com.br e www.ekkobrasil.org.br
pagina12ottobre/novembre2009anno3numero22 IL RIDOTTO venezia san marco 2674 campo san maurizio

centimetri) luminosi e molto che qui in Brasile chiamiamo


rapidi (il che rende veramen- quintal) sembra che la tecnica
te difficile fotografarli anche dell’acqua zuccherata non sia
perché sono capaci di volare poi nociva: ho constatato in-
anche all’indietro). Nel cor- vece e infatti che i beja-flores
tile della Chi (che è il sopran- nel suo quintal volano a tutta
nome della mia morosa) ci so- velocità e sembra che nessu-
no alcuni alberi in crescita e i no di loro sia morto o nemme-
suoi genitori (di lei non dei co- no malato, anzi al contrario la
librì) si preoccupano di mette- quantità di esemplari e la di-
re ogni giorno dei piccoli ab- versità delle specie sono addi-
beveratoi per uccelli riforniti rittura aumentate. Così ne ap-
d’acqua addolcita con un po’ profitto per curiosare, scatta-
di zucchero o di miele, mes- re e registrare e mandarvi un
si nelle zone in ombra e lavati poco della loro vita affaccen-
frequentemente, per garantire data in perenne allegro movi-
il benessere dei beija-flores e, mento, di qui e di lì, volando
almeno, la frequenza delle lo- alla ricerca del falso nettare. ◉
ro visite.
In molti mi hanno sempre traduzione e adattamento
detto che questa pratica dicia- luca colferai
mo proprio artificiale in real-
tà fa male ai colibrì e che la co- 1. In greco c’è una curiosa famiglia di pa-
role imparentate con τροχός (trochòs,
sa migliore è piantare dei bei che vuol dire disco, cerchio, ruota) e
rampicanti adatti sulla veran- τρέχω (trécho, correre) accomunate dal
rapido movimento più o meno circolare
da o in giardino; il che è sicu- (dalla carrucola all’orecchino, dalla ruo-
ramente giusto. Ma dato che la ta per tortura alle scarpe da viaggio, dal
guidatore di bighe alla testa del femore,
veranda non esiste (e precisa- per finire con il piede trocheo che è il più
mente neanche il giardino, vi- Sopra, un altro esemplare di Beija-flor de papo branco (Leucocloris albicloris) rapido di tutti); il trochilo è così un uccel-
lino che gira attorno e rapidamente a tut-
sto che è un cortile dietro casa, estroflette orgogliosamente la lunga lingua. (foto Neno Brazil) ti i fiori che trova .

Giovani Antichi: matrimonio di Candice e Lorenzo Echi massmediatici I: pubblicità

Ambra Fulgenzi, Lorenzo Muner, Candice Fulgenzi Muner, Zanzorzi

H a suscitato un cer-
to sconcerto la nuova
pubblicità di Olivie-
ro Toscani per sconfiggere il
Bullismo nella provincia au-
Carlo Ragazzo Bullo ha
commentato: «Io non c’en-
tro niente. E neanche Jaco-
po. E poi per lunga tradizio-
ne in famiglia (abbiamo an-
tonoma di Bolzano. Rifacen- che origini chioggiotte sebbe-
dosi a rimandi totalmente in- ne in un passato lontanissi-
Ambra Fulgenzi, Mimi Verdier, Jurubeba Bomfim, Trish Verdier comprensibili alla popolazio- mo) siamo tutti Bulli e uomini,
ne altoatesina il profeta della fin da piccoli. Io ero Bullo an-
pubblicità italiana ha semina- che all’asilo e mio figlio Jacopo
♥ invia i tuoi deliri a ilridotto@iantichi.org ♥ to più dubbi che certezze. Tutti è stato Bullo fino all’Universi-
si chiedevano: perché? tà. E anche adesso è Bullo» ◉
venezia san marco 2674 campo san maurizio IL RIDOTTO ottobre/novembre2009anno3numero22pagina13

M ichael Krondl è
un artista che fa il
cuoco ma è in real-
tà è scrittore, è europeo ma vi-
ve a New York però viaggia in
Dal mondo: l’omogeneità è una tale noia!
intervista di colo de fero a michael krondl
profumo. In tali circostanze
puoi immaginare quanto ogni
sapore dovesse essere più in-
tenso per poter essere percepi-
to da esseri umani circonda-
tutto il mondo. Ho dimentica- ti di essenze profumate. Co-
to qualcosa? ricerca della ricetta giusta dei lo schermo polveroso del tem- sì in certi casi i sapori veniva-
Mi sembri mia madre: «Ma macaron, quei dolcetti france- po che è passato da quell’epo- no concentrati il più possibile e
come fai a fare tutte queste si tanto cari al Re Sole che asso- ca. Però in fondo il successo nel in altri casi penso che si rinun-
cose insieme?». Non era mi- migliano agli amaretti ma ac- cucinare secondo una ricetta ciasse completamente al sapo-
ca previsto che andasse così: coppiati e con la crema in mez- è reso più dal possedere anche re puntando tutto sulla consi-
il piano era laurearmi all’ac- zo (come i baci di dama, qua- un modesto grado di tecnica e stenza dei cibi: nelle zuppe leg-
cademia d’arte, diventare un si); bene: non è altro che bian- soprattutto un genuino dilet- gerissimamente cremose, nel-
grande artista e soprattutto co d’uovo sbattuto e mandorle to nel cibo. Penso che il cibo sia le meringhe fatte d’aria. A vol-
frequentare un sacco di ricevi- e in mezzo crema di burro, cre- per sua natura così evocativo te mi domando, per esempio, se
menti e vernissage. Ma quan- ma di burro alle rose, natural- che anche preparare nel modo i luoghi più caldi non tendano
do si è scoperto che dovevo la- mente. Perfettamente. Non c’è giusto un piatto di fagioli può ad avere una gamma di sapo-
vorare per continuare a studia- altro modo di farli. Ora, da un evocare ogni sorta di pensieri e ri più ricca proprio perché l’am-
re all’accademia ho comincia- punto di vista puramente tec- di connotazioni. biente circostante è più ricco. Il
to a cucinare nei ristoranti e nico è abbastanza difficile pre- Attraverso lo schermo polve- gusto oggi è allo stesso tempo
quando poi mi sono stufato dei pararli, e ci vuole molto tempo roso del tempo, appunto: cosa più sofisticato che mai (alme-
ristoranti ho cominciato a scri- per trasformare l’elenco delle pensi delle differenze di gusto no per una piccola élite) e il più
vere di cucina e soprattutto di istruzioni in qualcosa di con- tra passato e presente? insipido possibile per la mag-
cibo – tutto questo ovviamen- creto che abbia il gusto giu- È esattamente uguale e com- gioranza che desidera solo ci-
te per incrementare le mie in- sto, ed è ancora più difficile da- pletamente diverso! Torniamo bi unti, salati e dolci... in altre
clinazioni artistiche, chiaro – re quel tocco di galanteria e di per esempio all’epoca di Lui- parole tutte quelle preparazio-
e presto sono venuti fuori i li- seduzione e che abbia il profu- gi XIV, all’epoca in cui i ricchi ni che sono usate come con-
bri. E sinceramente sono sem- mo dei pizzi degli abiti femmi- non si lavavano ma si cospar- dimenti per la pappa blanda a
pre stato affascinato dalla sto- nili, ma tutto visto attraverso gevano di enormi quantità di cui è limitata la maggior parte
ria. E così, sì: sono uno storico del mondo moderno. Devo di-
del cibo e un artista allo stesso re che guardo con crescente or-
tempo. E sì: avrei dovuto ascol- rore agli europei che si stanno
tare mia madre; ma sai, no, co- abituando a bere litri di bibite
me vanno le cose... dolci e caffeinate, come la Coca
Però, grazie a tutto questo, Cola o l’Ice Tea, mentre man-
puoi sperimentare davvero le giano il loro cibo. Questo livel-
ricette di cui scrivi nei tuoi libri lo di dolcezza produce effetti
e articoli (cosa rarissima). Qual disgustosi con il cibo italiano,
è l’esperimento che ti ha dato per esempio. E cosa ancora più
più soddisfazione, e quello che bizzarra, per me che vivo ne-
proprio non è riuscito? gli Stati Uniti, è che l’unico mo-
Le ricette sono una cosa stra- do in cui queste bevande sia-
na, in qualche modo almeno no moderatamente tollerabili è
per me una cosa molto anglo- quando sono ghiacciatissime e
sassone. È come voler codifi- allungate con ghiaccio per ta-
care un movimento o un aro- gliare un poco la loro dolorosa
ma in un pacchetto di istruzio- dolcezza. Perché sono state for-
ni che tutti possono portarsi a mulate così. Ma sono fatte co-
casa e ripetere meccanicamen- sì perché sono perfette con il ci-
te a poco prezzo, una cosa in bo molto salato, molto dolce,
stile Ikea, per intenderci. Però molto unto: ma ciò che sta be-
è vero: sono molto divertenti e ne con il ketchup non sta bene
mi piace molto giocarci. Prima con i tortellini, o i bigoi in salsa.
mi chiedevi delle mie carriere Quindi c’è differenza di gusto
parallele tra arte e cucina e per anche tra un paese e l’altro?
molto tempo non vedevo alcu- Da dove cominciare? Prima
na connessione tra le due cose, di tutto si può immaginare il
ma un giorno, d’improvviso, gusto come un bersaglio mo-
ho realizzato il legame: tutt’e bile, che si sposta da generazio-
due sono un modo per dare for- ne a generazione. Queste soft-
ma e corpo alle idee, al pensie- drink sono un esempio perfet-
ro e a volte anche alle emozio- to. Ma ciò non significa che le
ni. L’anno scorso per esempio Michael Krondl a Venezia culture nazionali non siano in
sono stato ossessionato dalla realtà delle costruzioni cul-
pagina14ottobre/novembre2009anno3numero22 IL RIDOTTO venezia san marco 2674 campo san maurizio

turali. Lo sono perché le nazio- avevo visitato nelle ricerche


ni si raccontano storie su che per Taste of Conquest... anche
cosa significa appartenere alla se sicuramente non girare nel-
propria cultura. Non c’è nien- lo stesso modo! Così mi è venu-
te di naturale nei gusti nazio- ta l’idea di viaggiare attorno al
nali, ma ciò non significa af- mondo per assaggiare i dolci, e
fatto che essi non esistano, an- inevitabilmente scrivere sulla
zi. Ho da poco scritto sull’Eu- loro storia. L’unico problema è
ropa Centrale, l’antico Impero che tutta l’equazione è comple-
Asburgico, dove ho trascorso tamente sbagliata. Passo mol-
la mia infanzia; lì uno degli ele- to più tempo scrivendo di dolci
menti più curiosi della cucina di quello che passo assaggian-
è che molti pasti abitualmente do i dolci. A volte ho la preci-
sono composti esclusivamen- sa impressione di essere in ca-
te di dolci. Un piatto di gnoc- stigo, per aver mangiato trop-
chi di frutta, o frittelle. Tipica- pi dolci. Si vede che non ave-
mente questo piatto non vie- vo previsto quanta poca ricer-
ne servito per il pasto principa- ca avevo fatto sull’argomen-
le di mezzogiorno, ma per ce- to. Il libro ha dei capitoli de-
na. Un’intera categoria di cibi dicati all’India, all’Italia, alla
– lo strudel per esempio – sono Francia, all’Austria e così via.
cibi dolci consumati come se- E mi ero immaginato che tut-
condi piatti. Per quanto io sap- to quello che avrei dovuto fare,
pia questo è decisamente inu- specialmente nel caso dell’Au-
suale nella cultura europea. È stria e della Francia, era solo
collegato sicuramente con l’os- compilare o rimaneggiare le
servanza cattolica dei giorni di Michael Krondl a Montecarlo precedenti ricerche in una for-
digiuno. E spiega il grande re- ma leggibile. Non mi sarei mai
pertorio di dolci viennesi in cui aspettato, per esempio, di do-
una parte delle ricette riguar- sostengono che anche lì in Au- cui stai lavorando parla di dol- ver rintracciare documenti le-
da queste preparazioni usate stria ormai è un’abitudine ge- ci. Ci puoi raccontare qualcosa gali (in tedesco!) per cercare di
come secondo piatto e un’altra nerazionale. Peccato. L’omoge- di più? capire la ricetta originale del-
parte completamente differen- neità è una tale noia. È interes- Quando ho finito il mio libro la torta Sacher. Ma così è anda-
te è riservata ai dolci da dessert sante che gli americani consu- sulla storia delle spezie stavo ta. Come dice la mia cara mo-
che vengono tipicamente man- mano un pasto completamen- cercando un altro progetto che glie: se pensassi bene alle co-
giati nel pomeriggio. Tra l’altro te dolce solo per la colazione (o potesse essere per me altrettan- se prima di farle, non le farei. ◉
è interessante sottolineare che brunch), ma questa può essere to interessante e divertente, e
quasi nessuno nella Repubbli- anche più corposa, come la ce- potesse essere una buona scusa www.spicehistory.net
ca Ceca mangia ancora in que- na centroeuropea. per viaggiare. Soprattutto vo- traduzione e adattamento
luca colferai
sto modo; i miei amici austriaci Se ho capito bene, il libro a levo rivedere alcuni luoghi che

I
l macaron (leggasi macaʀòn) è cennio dopo, nel 1880 nel quartiere di no può essere diverso: pesca-rosa, li- o meno il buco, erano chiamati mac-
un pasticcino francese di forma Belleville, nasce «l’amaretto di Pari- me, basilico, yuzu-pralina, caffè, pe- caroni. In Francia la confusione è au-
arrontondata di diametro tra i tre gi» o «Gerbet», con un cuore di cre- ra, arancia, e via dicendo. mentata dall’omonimia con una zup-
e i cinque centimetri, composto di due ma di burro o di marmellata. Si tro- Non si confonda con il marzapane pa di pasta con formaggio grattugia-
strati di pasta dolce farciti con una va a Parigi. Nella famosa pasticce- che ha gli stessi ingredienti ma viene to, cannella e zafferano; ma ciò non ci
crema. I due strati sono molto simi- ria Ladurée (fondata nel 1862) venne lavorato in modo diverso. L’apparen- riguarda. In francese macaron indi-
li alla meringa: un composto di chia- tinto nei colori pastello che l’indica- te e divertente omonimia di questo ca anche grosse monete e medaglie,
ra d’uovo montata a neve, zucchero a no i diversi aromi in cui viene profu- pasticcino con il comune formato di un po’ come il nostro patacca, che cu-
velo e polvere di mandorle, poi cotto mato. I sapori variano con le stagio- pasta detto maccheroni deriva dalla riosamente è di origine francese (pro-
delicatamente al forno. Si ottiene co- ni, altra invenzione di Ladurée, e pos- grande variabilità delle cose designa- venzale). Dal 1725 (prima apparizio-
sì un esterno croccante e un interno sono essere: cioccolato, man- te durante il Medioevo ne a stampa) anche gli inglesi hanno
molle. All’inizio della sua storia se- dorla, albicocca, ri- con la parola mac- il macaroon: un biscotto di mandorle
colare le macaron era singolo, molto bes nero, caramel- carone. All’epoca grattugiate, bianco d’uovo e zucche-
simile ai nostri amaretti (che sono di lo, cannella, noce era un termine ge- ro (modernamente cocco grattugiato
origine veneziana, varda ti) e il gran- di cocco, caffè, noc- nerico per indica- al posto delle mandorle e meno zuc-
de Rabelais è il primo francese a citar- ciola al cioccolato, fi- re la pasta: così sia chero) cotto al forno di frequente con
li in un’opera scritta, nel 1552. Servito chi, limone, liquiri- i moderni macche- un foglio di pasta di riso sul fondo; lo
per secoli alla corte reale e poi a Ver- zia, arancia, pistac- roni (i nostri subio- chiamano così per gli stessi motivi dei
sailles, il macaron è diffuso in tutta la chio, lampone, ro- ti) che gli gnocchi francesi e perché assomiglia nel colo-
Francia. Dapprima arricchito o riem- sa, tartufo, vaniglia, (la forma primor- re ai maccheroni di pasta. Dell’inte-
pito di marmellate, spezie, liquori, di- violetta e noce. Re- diale della pasta ressante etimologia della parola mac-
viene a coppie nel 1830 e qualche de- centemente il ripie- italiana) avessero carone parleremo un’altra volta. ◉
venezia san marco 2674 campo san maurizio IL RIDOTTO ottobre/novembre2009anno3numero22pagina15

Dai sotterranei della Biblioteca Marciana


di lucas christ con rudolf stainer & professor hainz

to del secondo movimento.» della biblioteca Marciana, ma


«Ja Ja, è vero! Concordo! Che l’informazione non è certa) la
bellezza! E ora che hai citato il 9 partitura di un monumentale
di novembre mi pare giusto ri- Requiem per soli, cori e orche-
cordare una piccola cosa perso- stra di Bruno Maderna compo-
nale: come tutti sanno è il ra- sto nel lontano 1946 e che quin-

« S ignore e Signori!
Fanciulle e Fanciul-
le! Siamo tornati alla
grande! Oppure come dice un
nostro collega dell’isola britan-
dioso anniversario della ca-
duta del muro di Berlino e per
l’occasione il sottoscritto, as-
sieme al Prof. Hainz, ha reso
di sentiremo per la prima vol-
ta qui a Venezia adesso! Perciò
per questo 19 novembre prepa-
riamoci ad una sorta di pelle-
davanti ad un pubblico ancora
più spietato!»
«Eh quante cose ci sono da
sentire!! Per chi volesse non so-
omaggio alla cosa componen- grinaggio di musicisti, musi- lo ascoltare musica ma anche
nica: siamo welcome! E giusta- do un piccolo brano per pia- cologhi, musicanti, musicofi- ascoltare qualcuno che parla di
mente il mio carissimo collega noforte che è stato felicemente li ecc. questo mese abbiamo, musica si dovrebbe recare al-
Rudolf Stainer mi ricorda sem- eseguito con successo nel lon- come ogni anno, anche la set- le 16 del mercoledì 12 all’Ate-
pre che per vincere questi tra- tano Friuli, e che forse verrà timana densa che va dal 9 al neo per un seminario (Gratui-
gici momenti di disagi esisten- eseguito nuovamente in con- 15 novembre, nella quale la to!) tenuto da Ivan Fedele col ti-
ziali causati dal primo grande certo a dicembre a Venezia. città è un’altra specie di Mec- tolo “Il tempo e l’attesa: conce-
freddo dopo la solare e gioiosa Ma tornando appunto a Vene- zione e percezione della forma
estate bisogna zia, stiamo tutti (o quasi) aspet-
ricordarsi di
u na cosa ,
anzi di un
binomio: no-
vembre-mu-
sica… un bi-
nomio ec-
cezionale,
d i na m ico,
fresco, mera-
viglioso! Vor-
rei solo cita-
re un con-
certo il 9 del
mese, poi la-
scio la parla al
mio amato collega... Si!
Perché si esibirà al Gran
Teatro La Fenice, accom-
pagnato dalla stupen-
da orchestra da ca-
mera di Mantova,
uno scatenato pia-
nista – direttore
teutonico. Si
tratta di Ale-
xander Lon-
quich, che ol-
tre a suonare il
pianoforte dirige-
rà contemporane- tando con grande at-
amente anche l’orche- tesa il 19 del mese; quel gior- ca per una trentina di giovani musicale”...»
stra! E sentiremo il concerto no il palcoscenico della Feni- pianisti. Infatti in questi gior- «Affascinante caro collega!
per pianoforte, tromba e orche- ce ospiterà un evento per tut- ni si terrà il prestigioso concor- Che dice? Andiamo a fare due
stra di Shostakovich e poi una ti gli amanti della musica e so- so pianistico “Premio Venezia”: passi? Le devo raccontare di un
vetta della musica occidenta- prattutto per quelli amanti del- come ogni anno tutti i pianisti progettino che ho in mente...»
le: il quarto concerto per piano- la musica del ‘900. Infatti è sta- neo diplomati col massimo dei «molto volentieri! ..andiamo.
forte di Beethoven. Ci sono po- to ritrovato (si dice in uno scri- voti si metteranno alla prova HAINZ!»
che cose più sublimi, soprattut- gno piombato nei sotterranei davanti ad una giuria severa e «HAINZ!».
pagina16ottobre/novembre2009anno3numero22 IL RIDOTTO venezia san marco 2674 campo san maurizio

C’ è una nuova stel-


la nel teatro di ri-
cerca italiano. È la
friulana Marta Cuscunà,
giovane ideatrice e in-
A teatro:
è bello vivere liberi
minciare dai più piccoli, in un
assolo che emoziona e insieme
fa pensare, rendendo tangibi-
li e comprensibili le idea-
lità e le debolezze umane
terprete del magnifico di chi lottava contro il fa-
È bello vivere liberi, che le scismo. Un appuntamento
ha fatto aggiudicare il Pre-
di leonardo mello da ricercare assolutamen-
mio Scenario per Ustica del
2009. Chi è appassionato di te-
atro-narrazione, di burattini e
più in generale di teatro di fi-
gura potrà soddisfare le pro-
prie aspettative tutte in una
volta. Lo spettacolo infatti è il
racconto di una storia esem-
plare, quella di Ondina Petea-
ni, la prima staffetta partigiana
poi internata (e sopravvissu-
ta) nell’inferno di Auschwitz.
Ma nessuno si aspetti l’enne-
sima rievocazione storica del-
la Resistenza, incanalata in
quel filone che potremmo de-
finire «documentaristico». Al
contrario, la messinscena, che
nasce dalla biografia della Pe-
teani, affronta l’argomento in
chiave dinamica, creando mo-
menti di assoluto divertimen-
to all’interno di una fitta tes-
situra testuale spesso
condita da disincanto
e pungente ironia, di incertezze di quegli anni bui sivi pupazzi, che si rompo- te nei teatri della nostra
cui si fanno deposita- si leggono all’insegna del- no letteralmente sul pal- provincia, data l’ormai
rie due coloratissime la schietta parlata della zona coscenico grazie all’im- proverbiale indifferen-
marionette. Ma que- nordorientale. Culmine emo- peccabile manipolazio- za delle istituzioni più
sti elementi si mesco- tivo, commovente e allo stes- ne della protagonista uni- facoltose ad accogliere
lano ad altri momen- so tempo discreto, è la scena ca. E questa bella e minu- e far girare realtà gio-
ti di tensione popola- ambientata nel lager e affi- ta ragazza affascina e ra- vani e di alto livello. ◉
re, dove le paure e le data a due tristi ed espres- pisce il suo pubblico, a co-

I nvasione extraterre-
stre a Winchester (a sud
di Londra) che fu capitale
inglese attorno all’anno Mil-
le: secondo molte fonti web un
Echi II: l’invasione delle ballerine spaziali
di luca colo de fero colferai
soprattutto un esercen-
te zootecnico della zo-
na, abbiano visto

consigliere comunale (40mi-


la abitanti) il liberaldemocrati- noi l’andatura da pinguino e
co Adrian Hicks così descrive l’assenza di baffi) posso esse-
l’alieno: «Era presumibilmen- re stati alterati dalla memoria.
te di sesso femminile, indos- Hicks ha tenuto il segreto per-
sava un tutù bianco e si muo- ché aveva paura che tale scon-
veva con un andatura simile volgente rivelazione potes-
a quella di un pinguino. Ave- se impedire la sua elezione al te di una
va grandi occhi ovali e faceva seggio di consigliere, ma poi vicina ba-
roteare le mani. Rideva e sem- ha fatto fare da un artista lo- se militare:
brava divertirsi. Era abbastan- cale un ritratto dell’invaso- «C’è un gran l’invaso-
za simile a un essere umano re dall’ultraspazio per una ci- via vai di ogget- re: «Ma nessuno
da passare inosservato». L’av- fra di 400 sterline (neanche 450 ti volanti non identificati at- ha il coraggio di
vistamento, secondo Adrian euro). Secondo lui, l’alieno, o torno alla base: Winchester è ammetterlo». ◉
Hicks, è avvenuto nel 2004, per l’aliena (ancora non si capisce la capitale europea degli Ufo».
cui molti particolari (secondo bene) fa parte di attività segre- Sembra che molti negozianti,
venezia san marco 2674 campo san maurizio IL RIDOTTO ottobre/novembre2009anno3numero22pagina17

« F are mondi» è il tito-


lo della 53.esima Bien-
nale Internazionale
d’arte di Venezia, che chiuderà
i battenti il prossimo 22 novem-
presente ma difficile da vede-
re perché costituita da: «Bar-
res de bois rond», ovvero cilin-
dri di legno variamente colora-
ti e disseminati ovunque negli
bre. Secondo alcuni critici que-
sti mondi proposti sono aleato- Arte da vedere: la Biennale spazi espositivi, appoggiati ca-
sualmente ad angoli o pareti
ri e non adeguati a dirci dove
va l’arte contemporanea o cosa
vuole rappresentare. Non cre-
sta finendo... (foto in basso a destra).
Quest’anno c’è anche il Pa-
diglione Venezia che ha come
do siano queste le domande da di maria luisa marilù pavanini zennaro titolo: «....fa come natura fa-
porci. L’arte è da sempre cibo ce in foco» è un evento im-

curiosa. I quadri dipinti in gettiva del mondo., anche se il


modo tradizionale non ci suo approccio a
sono quasi più sostituiti da questi proble-
tutti gli altri mate- mi non è mai
riali perché si può diretto.
fare arte con tutto. I mondi
Nel padiglione del che gli ar-
Brasile Luiz Bra- tisti han-
ga e Delson Uchoa no scelto
mostrano nelle lo-
ro opere la luce e il
colori forti che ap-
partengo-
no al loro
mondo.
I l leo-
ne d’oro
è andato
all’ame-
ricano
dell’anima e della mente e co- Bruce Nau-
me in cucina esistono chef raf- man con i
finati e cuoche casalinghe co- suoi Topo-
sì sono gli artisti. Alcuni usa- logical Gar-
no sofisticati strumenti e sono dens (foto in
pieni di ansie intellettuali, altri alto a sinistra)
non hanno né regole né ricette. in tre diver-
L’arte è da guardare senza se sedi esposi-
sentirsi inadeguati o incapaci tive; ai Giardi-
di comprensione, bisogna solo ni, all’Univer-
avere una mente aperta e sità IUAV di Ve-
nezia ai Tolenti-
ni e a Ca’ Fosca-
ri. Bruce, nato nel
1941 nell’Indiana (USA)
è tra gli artisti più proble-
matici e incongruenti, in-
fatti non si riesce a coglie-
re di lui un’immagine ri-
conoscibile. Se il suo lavo- di rappresentare spaziano
ro più noto è quello realizza- dalla realtà domestica della
to col neon, egli ama cambia- casa meticolosamente rico-
re continuamente: ha lavora- struita nei suoi spazi esterni ed
to sulla carta, sul film, con la interni nei padiglioni della Da-
scultura ambientale. Questo nimarca, Svezia, e Norvegia,
gli ha permesso di esplorare alla globalizzazione, che porta
percorsi diversi, di inserirsi in gli artisti a confrontarsi con
spazi già visitati,ma non com- la macropolitica, l’econo-
pletamente sfruttati. Lavo- mia e la crisi esistente.
ra sempre attorno alla condi- Curiosa l’opera di
zione umana,alla visione sog- André Cadere, onni-
pagina18ottobre/novembre2009anno3numero22 IL RIDOTTO venezia san marco 2674 campo san maurizio

portante perché dal 1972 le ar- Il bestiario fantastico di Toni della confusa collezione del Si-
ti decorative non sono più state Zuccheri merita particolare at- gnor Pinault. ◉
esposte alla Biennale. tenzione. Le sculture di anima-
Dal 1925 al 1972 il Padiglio- li sono eseguite in legno, vetro,
ne Venezia ha rappresentato il
punto di arrivo di ricerche e
di sperimentazioni da parte di
uomini che vedevano ogni due
anni il raggiungimento di uno
sforzo artistico del proprio la-
voro svolto a Murano.
Aziende come Veni-
ni hanno impresso
il loro marchio mo-
strando forme sem- cera, lamiera metalli-
pre nuove anche se eseguite ca, gesso dipinto, e raffi-
con tecniche antiche. È quindi gurano gli uccelli che popo-
lodevole che dopo tanti anni si lano il fiume Tagliamento e la
sia ripreso il filo di questa bella laguna (qui a fianco).
tradizione. Mescolanza dei materia-
Affascinante l’installazione li, costruzioni scenografiche
del maestro Lino Tagliapietra, di ampie dimensioni sono una
unico muranese autore delle prerogativa di questa Biennale
sue opere (Masai, nella pagina ,che rimane fuori da ogni sche-
precedente, al centro). ma tradizionale, come sempre
Ritsue Mishima colpisce con è avvenuto. E anche se «Le-
la trasparenza dei suoi vasi, lu- Monde» l’ha definita: «un
ce ghiacciata nello spessore del salone del turismo di lus-
vetro (pagina precedente, in so», mi sembra abbia più
basso a sinistra). coerenza e progettualità

Procurator Grando Colo de Fe-


ro. Unanimi l’apprezzamento
e la commozione degli astanti.
la Barovier di Murano, che si è
aggiudicata l’immane importo
della tombola medesima.
I filmz che non avete ancora visto, e neanch’io
Indi la cena è stata al solito al- Qui purtroppo la serata, fino di luca colo de fero colferai
legrissima e lunghissima e non a quel momento inappuntabi-
ha dato luogo ad alcun episo- le, è degenerata.
dio sconveniente. Forte del
successo ottenuto, il magnifico
Gran Priore ha quindi dato ini-
zio, come da tradizione, all’an-
Gruppi di facinorosi, ma-
scherati da compagni de cal-
za, hanno infatti gridato al
broglio, anzi ai brogli, essen-
2 012 Un film di Roland
Emmerich. Con John Cu-
sack e tantissimi altri.
Catastrofico, durata 158 min.
- USA, Canada 2009. - Sony
dicembre 2012. Se avessero fat-
to attenzione avrebbero scrit-
to 21/12/2112: sbagliato di un
secolo, peccato. Il film di Ro-
land Emmerich (specializza-
tichissimo e mirabolante gioco do avvenuto che alcuni nume-
della tombola, eseguito mira- ri fossero usciti più di una volta Pictures. to in film brutti di fantascien-
bilmente con le balote di legno e alcuni altri nessuna, dal mo- Esce venerdì 13 il film sul za, alcuni orribili) è una vera
e la terribilissima scatolarotan- mento che nella concitazione 21/12/2012. Un ricercatore ac- catastrofe: un’orgia di effet-
teportabalote di legno costrui- del gioco il prode Bruno si era cademico guida un gruppo ti al computer che ha assorbito
ta dalle abilissime manine del lasciato sfuggire di mano alcu- di persone per contrastare gli tutti i soldi, gli sforzi e l’intelli-
Procurator Grando che fa tal- ne balote che erano finite raz- eventi apocalittici che sono sta- genza residua delle maestran-
mente tanto casino da far veni- zolando per il campo e poi, pur ti predetti dall’antico calenda- ze non lasciando niente al resto
re il mal di testa ad alcune del- recuperate, erano state rimes- rio Maya. I Maya avevano un del film. Se dimenticate a casa
le più navigate compagne de se in gioco nuovamente o mai calendario da mal di mare, in il cervello, vi godete due ore e
calza. più. ogni caso, non si sa ancora be- mezzo di distruzione totale: dal
Il gioco, condotto con super- Si deve all’autorevolezza del ne come, conoscevano i nume- giardino della Casa Bianca alla
ba abilità tecnica dal compa- Gran Priore aver sancito che la ri arabi (forse furono i Fenici ad cima dell’Himalaya con tappa
gno de calza Bruno Dolcetta in tombola si era comunque co- insegnarglieli in una delle lo- maciullante in piazza San Pie-
veste di pescabalote e dal Gran sì conclusa a dispetto dei bro- ro scoperte dell’America, i Vi- tro. Ciò che vi terrorizzerà sa-
Priore in persona nella veste gli veri o presunti. L’arrivo di chinghi no perché, si sa, ave- ranno le fintissime continue
di grand’annunciatore dei nu- nuove caraffe ricolme di vino vano solo due numeri: «uno» grida di paura di bimbi antipa-
meri estratti e messi bene in vi- rosso ha contribuito a placare e «troppi») e perciò hanno fis- ticissimi e di mogli insoppor-
sta sull’apposito tabellone, si è gli animi e sedare i tumulti. ◉ sato la fine del mondo per il 21 tabili. Vi augurerete di essere
concluso con la vittoria, se non fra le prime vittime dell’Apo-
ricordiamo male, della subli- ♥ costringi i tuoi amici ad abbonarsi a il ridotto ♥ calisse, piuttosto che salvar-
me compagna de calza Danie- vi con una famiglia così. ◉
venezia san marco 2674 campo san maurizio IL RIDOTTO ottobre/novembre2009anno3numero22pagina19

D ifficilmente si po-
trebbe trovare un
animale più stupido
di un’ostrica. Un peocio, forse.
Già le bevarasse sono più sve-
A Tavola con I Antichi
L’avventurosa vita delle ostriche
Il Vecchio nel nono libro della
Naturalis Historia racconta di
Sergio Orata1, ricco imprendi-
tore e ingegnere romano, pri-
mo inventore dell’allevamento
glie, visto che svirgolano sul- di luca colo de fero colferai delle ostriche nel lago Lucrino
la sabbia per scappare ai pre- in Campania: «Ostrearum vi-
datori. Per quanto ci si pos- timi anni la produzione santa- colose se vengono coltivate in varia primus omnium Sergius
sa sforzare, non è che ci voglia catarinese (vulgo floripana) ha acque insane, costringe gli abi- Orata invenit in Baiano […]
una grande intelligenza a vi- raggiunto il milione di dozzi- tanti ad un rigoroso controllo nec gulae causa, sed avaritiae
vere sempre nello stesso po- ne, circa duemila tonnellate, dell’ambiente nelle cinquan- […]» (Primo fra tutti, Sergio
sto e fare sempre le stesse co- pari al 70% di ostriche del Bra- ta aree dedicate all’allevamen- Orata ideò dei vivai di ostriche
se, che nel caso dell’ostrica so- sile, con 160 produttori regi- to. È vero: invece che contene- a Baiano […] spinto non dal-
no una sola: filtrare l’acqua. A strati, organizzati in due con- re l’inquinamento si potrebbe- la ghiottoneria ma da interes-
parte, è vero, un po’ di sesso ca- sorzi (650 dipendenti e 2.600 ro alzare i livelli minimi con- si commerciali […]) seguito con
suale piuttosto solitario e in al- lavoratori nell’indotto). Il che sentiti dalla legge, nel caso del- successo da numerosi imitato-
cuni casi ermafrodita nei mesi non è niente male, in un isola le ostriche però il cagotto (il ti- ri. I Romani allevavano ostri-
senza «erre» (in realtà da apri- da quattrocentomila abitanti; fo, il paratifo e l’epatite virale) che del tipo Ostrea edulis, da
le a ottobre). considerando anche che l’alle- viene lo stesso. noi detta ostrega piatta o piata,
Per gli appassionati le ostri- vamento di ostriche è perfet- Attenzione: nei prossimi pe- di cui i ricchi erano talmente
che, anche se non intelligenti, to per allevare contemporane- riodi pistolotto storico econo- ghiotti da farne arrivare perfi-
sono buone, buonissime. Da- amente i gamberi in mostruo- mico culturale non adatto agli no dalla Manica e dal Mare del
to che sono anche piuttosto ra- se quantità (altra risorsa loca- intelletti deboli o debilitati. Nord, trasportandole in bot-
re e care, da tre secoli tutti le le) e inoltre, visto che le ostri- L’allevamento del mollusco ti con acqua di mare e ghiac-
mangiano vive perché così so- che sono particolarmente peri- bivalve è storia antica. Plinio cio tritato. Venivano consuma-
no meglio. Ma se andate nel te crude, aperte ed estratte con
posto giusto, ecco che le cose uno speciale cucchiaio a pun-
cambiano. ta, accompagnate da un pane
L’isola di Santa Catarina det- speciale detto appunto panis
ta Florianopolis (vulgo Flori- ostrearium; ma erano anche
pa), nel sud del Brasile è il po- usate di frequente come ingre-
sto giusto. Un’isola con cento diente in complesse ricette di
spiagge, una laguna e un lago, pesce che qui vi risparmiamo.
è indicata per moltissime cose, L’Ostrea edulis è stata per se-
ma qui parleremo delle ostri- coli diffusa nel Mediterraneo
che che vi si coltivano in gran- e sulle coste atlantiche dell’Eu-
de quantità. Così grande che si ropa, soprattutto in zone sal-
permettono deliziose variazio- mastre, rinvenuta in banchi
ni culinarie con cottura. Negli di numerosi esemplari in pro-
anni ottanta del secolo scorso fondità variabili da pochi me-
un oceanografo santacatari- tri fino a venti. Nel medioevo
nense soprannominato Beto e fino all’età moderna, a causa
portò di nascosto dal Cile una dell’avversione culturale per i
dressa di ostriche giappone- Risotto di Ostriche cibi crudi, si preferiva consu-
Ricetta inventata da Mimi Verdier con il Prosecco Rosè Bottega
si novelle, o delle larve, nel suo marla cotta. Secondo Martino
bagaglio a mano iniziando per Per prima volta una ricetta inventata e non ancora sperimentata, ma di sicu- de Rubeis, detto Maestro Mar-
primo sulla costa continentale ro risultato. Causa ispiratrice il prosecco rosè Bottega in corso di preparazione, tino da Como, il più importan-
la coltivazione delle ostriche e assaggiato dopo aver sperimentato la grappa Bottega prima della lavorazione te cuoco del secolo XV e autore
finale, a ottantacinque gradi.
dando così vita ad un’attività Procuratevi quindi una cipolla, olio d’oliva, un paio di litri di brodo vero o falso, del Libro de Arte Coquinaria,
d’allevamento repentinamen- del burro, alcune bottiglie di Prosecco Rosè Bottega, riso a sufficienza secondo il «si cocono sopra la brascia viva
te imitata da i più intrapren- numero dei commensali, e ostriche in quantità. Stappate subito una bottiglia e et quando s’aprono sonno cot-
brindate alla vostra salute mentre preparate un normale risotto: tagliate molto
denti dei suoi razziatori not- finemente la cipolla e fatela rosolare nell’olio ben caldo dentro una pentola suf- te, et così si possono magnare.
turni (che prima si limitavano ficiente a contenere tutto il risotto. Soffriggete ma non bruciate. Versate il riso Et se le voli altramente cavale
solo a rubargli le ostriche per e rimestate. Quando il riso avrà assorbito l’olio versate il prosecco con generosi- fora di quella sua cortice, et
mangiarsele) che capirono su- tà. Se non siete conviti, aggiungetene un altro po’. Quando l’alcol sarà evapora- frigile un pochetto in l’olio, et
to iniziate ad aggiungere il brodo a mestolate un po’ per volta mescolando lenta-
bito i vantaggi dello spionag- mente. Mentre cuocete il risotto aprite le ostriche in ragione di due per commen- metterali di sopra dell’agre-
gio industriale, compresi quel- sale e tagliatele a piccoli pezzi con la forbice, lasciandole dentro il guscio; aiu- sto et de spetie forti». L’uma-
li di non dover andare né in Ci- tatevi nella concentrazione con alcuni bicchieri di prosecco. Se l’avete già fini- nista Bartolomeno Sacchi det-
to, aprite un’altra bottiglia. Dispone le coppie di ostriche in un piatto da portata
le né in Giappone. Come tan- colmo di ghiaccio e tenetele al gelo fino al momento in cui il risotto sarà pronto. to il Platina2 nel suo De hone-
ti pionieri Beto non ebbe fortu- Non appena il riso sarà molto al dente servitelo immediatamente, portando con sta voluptate et valetudine (il
na, fallì e si disfò dell’attività, voi le ostriche a brindelli disposte nel loro piatto di portata. la ricetta del Risotto piacere onesto e la buona salu-
al contrario del suo collega Pa- di Ostriche si compone in tavola: una volta servito rapidissimamente il risotto in te) stampato a Venezia nel 1475
ciascun piatto, il commensale vi aggiunge una o due ostriche con il loro liquido
teta che cominciò poco dopo e e un’abbondante macinata fresca di pepe nero. Non dimenticate di stappare su- e basato sugli insegnamen-
fece un sacco di soldi. Negli ul- bito un’altra bottiglia di prosecco rosè Bottega. ti pratici di Maestro Martino
pagina20ottobre/novembre2009anno3numero22 IL RIDOTTO venezia san marco 2674 campo san maurizio

consacra in versione colta la ri- re da luogo a luogo, se ben sia gia avvertendo che non si ha da bassi fondali del mare veniva
cetta: «si fanno cuocere sulle staccata, non ha senso ma se- lessare. Calda nel primo gra- condotta dagli ostreghèri, per
bracie: si estraggono falle val- condo il moto della Luna si ac- do, e umida nel secondo. È sa- mezzo dell’ostregàro (o ostre-
ve e poi si possono friggere in cresce, e di diminuisce. Si gode lutifera ne i tempi freddi, per i ghèr) così descritta da Giusep-
olio e condire spargendovi so- della peregrinazione, e d’esser giovani, per i colerici, e per quei pe Boerio: «detto ancora Caz-
pra specie e agresto». Il medi- portata in acque lontane, e par- che hanno lo stomaco molto za da ostreghe [...] (è una) rete
co bolognese Baldassarre Pisa- ticolarmente alle bocche di fiu- gagliardo». di filo canapino grosso e assai
nelli, nel suo Trattato della na- mi. E desiderata nelle tavole di La laguna di Venezia fu per forte, a maglie larghe, arma-
tura de’ cibi et del bere (prima Principi, e si trova in varij colo- secoli la culla delle migliori ta d’una lama pesante di ferro
edizione a Roma nel 1583, ri- ri. Nei mesi che non hanno la R, ostriche fino almeno a tutto il fatta a semicerchio, a foggia di
stampato in più di 25 edizioni non è buona, perché va in amo- Settecento: Giacomo Girola- sarchio, la quale calata nel fon-
fino a tutto il ‘700, qui nell’edi- re, e perde il sapore. L’Ostrega mo Casanova ne fu grandissi- do de’ canali della laguna, vie-
zione veneziana del 1611) così fu chiamata dagli antichi de- mo divoratore in sfrenati ban- ne strascinata e raccoglie tutte
la descrive: «L’Ostrega non ha litiosa e schiumosa. Le più lo- chetti e turbinosi giochi eroti- le ostriche nelle quali s’incon-

L’ottocentesco ristorante Parc aux Huitres, a Cancale, in Bretagna (da Le Grand Dictionnaire de Cuisine d’Alexandre Dumas )

testa, ma nelle parte di sopra date erano quelle dal lago Lu- ci fin dall’adolescenza: «…per tra, non meno che qualche pe-
ha il meato, per il qual manda crino». Secondo Pisanelli. «Ha puro caso, un’ostrica che stavo sce, come rombi, passerine e si-
fuora gli escrementi, non è ma- un certo succo salato, che mo- per mettere in bocca ad Emi- mili che riposano sul fondo» e
schio, ne femina, da ma una so- ve il corpo più gagliardamente lia sdrucciolò fuori dal guscio il pescato veniva esportato in
la banda produce un Ovo, don- di tutti gli altri testati (vedi no- e le cadde sul seno. La ragaz- tutta Europa. È molto proba-
de esce un humor prolifico, e ta 3), risveglia l’appetito, e ac- za fece il gesto di raccoglier- bile che il nome italiano ostri-
fecondo, in forma di late. Nasce cresce il coito, ma poco nutrice. la con le dita, ma io glielo im- ca derivi dal veneziano ostrega
nel fango, ch’incomincia a pu- È un poco difficile da digerir- pedii, reclamando il diritto di (dal greco ostraka όστρακον),
trefarsi, overo nella schiuma, si, e la sua carne ne i stomachi sbottonarle il corpetto per rac- visto che il latino ostrea (dal
che lungamente si ferma at- freddi accresce la flemma , e ci coglierla con le labbra nel fon- greco ostreon, όστρεον con-
torno ai navilij. Non può vive- fa ostruttione. (Si può rimedia- do in cui era caduta… Lettore chiglia3) non ha la terminazio-
re fuori dell’acqua, quantun- re) Apparecchiandosi con Pe- voluttuoso, prova poi a dirmi ne in -ica. Fino ad anni recenti,
que non riceva in se aria, ò al- pe, oglio, e succo di Aranci ace- se non è quello il nettare degli nonostante molti tentativi, per
tro humore; non si può muove- tosi, dopo che è cotta su la bra- dei!». La pesca in laguna e nei varie ragioni tra cui il pes-
1. Sergio Orata (in latino: C. Sergius Ora- le (91 a.C.). Si distingueva per la grande sto era noto già nell’antica Grecia, si ritie- cismo (votazione per cacciare qualcuno,
ta; Lucrino, 140 a.C. circa – 90 a.C. circa) ricchezza, l’amore per il lusso e la raffina- ne che l’invenzione di Orata dovesse con- occorrevano almeno 6000 voti) si usava-
secondo alcuni era così cognominato per tezza e possedeva un carattere estroverso sistere nell’introduzione del bagno a va- no pezzi di coccio: per gli antichi greci tut-
la sua passione per le orate (Sparus aura- e piacevole. In un frammento di Cicero- pore. Fu nonno di Lucio Sergio Catilina, to ciò che ha un guscio duro che si rompe
ta), secondo altri per l’abitudine di indos- ne, tramandatoci da Sant’Agostino, Ora- l’arcinemico del sunnominato Cicerone. a pezzi o cocci apparteneva alla stessa fa-
sare due anelli d’oro molto grandi. Sergio ta è definito uomo «ditissimus, amoenis- 2. Bibliotecario vaticano e appassionato di miglia di parole: vasi di terracotta, gusci,
Orata fu contemporaneo e amico dell’ora- simus, deliciosissimus» (ricchissimo, di- libri e di stampa tipografica era detto Pla- conchiglie, scaglie, croste e crostacei. Co-
tore Lucio Licinio Crasso (140-91 a.C.) vertentissimo, deliziosissimo). A Sergio tina dal nome del piano mobile di pressio- me nell’italiano antico testacei (dal latino
che lo difese dalle accuse di appropriarsi Orata è inoltre attribuita l’invenzione dei ne del torchio per la stampa. testus, vaso di terracotta) indicava i mol-
dell’acqua pubblica per coltivare le pro- «pensiles balneae», ossia l’ideazione del 3. Se stavate pensando, come molti han- luschi mono o bivalvi.
prie ostriche, ed era ancora vivo poco tem- riscaldamento a ipocausto nelle terme. no fatto, che i greci usassero le ostriche per
po prima dello scoppio della guerra socia- Poiché tuttavia il riscaldamento a ipocau- votare, vi sbagliate; per il famoso ostra-
venezia san marco 2674 campo san maurizio IL RIDOTTO ottobre/novembre2009anno3numero22pagina21

A due mesi dalla ven-


demmia in costume
settecentesco ecco il
battesimo! E inevitabilmente
ecco I Antichi come padrini, e
Al battesimo del Prosecco doc Bottega duzione di Prosecco Doc con
le uve raccolte nella provincia
di Treviso, secondo i dettami
del nuovo disciplinare. A par-
tire dal primo agosto 2009, tut-
madrine, del lietissimo e com- to il Prosecco è stato protetto a
movente evento. I ragazzi e le livello comunitario ed interna-
ragazze della Distilleria Botte- zionale come Denominazio-
ga hanno lavorato tantissimo ne di Origine Protetta. Nel det-
e, magnifici e stupendi, primi taglio sono nate una Doc per
in assoluto nel mondo, i fratelli il Prosecco prodotto nelle pro-
Sandro e Stefano Bottega han- vince di Treviso, Trieste, Gori-
no stappato il 30 ottobre la pri- zia, Belluno, Padova, Venezia,
ma bottiglia di Prosecco Doc: Vicenza, Udine e Pordenone.
un imponente Mathusalem Tra queste province solo i no-
da 6 litri, per festeggiare a pie- mi di Treviso e Trieste posso-
no titolo l’ingresso del Prosec- no essere riportati in etichetta.

co nel gotha delle bollicine dal Toronto, Hong Kong, Hanoi, vello e del Beaujolais Nouveau, Sono state inoltre istituite due
pedigree di razza. Lo sbotti- New Delhi e Nairobi. Non solo: per inaugurare un’annata eno- Docg, Conegliano Valdobbia-
gliamento è avvenuto contem- quest’anno il Prosecco Botte- logica formidabile, le cui glo- dene e Asolo o Colli Asolani,
poraneamente in ogni angolo ga è arrivato sul mercato qual- rie narreremo. Si è trattato di per la piena tutela a queste due
del globo terracqueo: Mosca, che giorno prima del Vino No- una data storica: la prima pro- storiche zone di produzione. ◉

simo governo delle acque, l’al- che del Portogallo già dall’ini- co discendente dei sopravvis- bafo: cotte brevemente (fin-
levamento delle ostriche a Ve- zio dell’era cristiana parti- suti. Da lì l’ostrica portoghe- ché non si aprono) in un fon-
nezia e nel nord dell’Adriatico colarmente alla foce del Ta- se si è diffusa verso sud e verso do d’acqua e vino bianco secco;
non si è mai sviluppato a suf- go il grande fiume che sfocia nord fino al Tamigi quasi fino a gratinadas: cotte come prima,
ficienza e i bivalvi che trovia- a Lisbona. È arrivata in Fran- Londra, dove però ha difficoltà quindi ricoperte di salse bian-
mo sono importati dalla Fran- cia nel 1866 quando, a seguito a riprodursi a causa della tem- che a piacere (dalla besciamel-
cia, in cui il culto per l’ostrica è dell’impoverimento dei banchi peratura troppo bassa. Attor- la al formaggio catupiri) e pas-
noto a tal punto che qui non ne dell’Ostrea Edulis troppo sfrut- no al 1916 l’ostrica portoghese sate al forno per la gratinatu-
parleremo. Secondo un studio tati, il governo francese auto- viene introdotta nel Mediter- ra. Di tutte le variazioni di cot-
recente (e agghiacciante, del rizzò l’importazione di ostri- raneo, mentre l’ostrica giappo- tura delle ostriche provate (e
2006) l’Ostrea edulis sarebbe che portoghesi più prolifiche e nese apparve per la prima vol- che sono state una piacevolis-
quasi scomparsa dalla nostra resistenti per sostenere l’atti- ta lungo le coste francesi negli sima sorpresa) spicca per me-
laguna, sostituita dalla Cras- vità. Una nave giunta dal Por- anni ’60, dopo che una malat- raviglia la versione ao bafo al-
sostrea Angulata (detta an- togallo per creare un alleva- tia aveva ridotto drasticamen- ho e óleo: cottura breve al vapo-
che ostrica portoghese, o con- mento nel bacino di Arcachon, te le coltivazione di portoghese re con abbondante irrorazione
cava, o allugata, o longa) che è il maggiore centro di ostricol- e i banchi di Ostrea edulis era- finale di abbondantissimo bat-
la variante atlantica pressoché tura francese, fu costretta dal no ormai allo stremo. Le prime tuto d’aglio saltato nell’olio di
identica e indistinguibile dalla maltempo a riparare nel fiu- segnalazioni nell’alto Adriati- oliva. Provare per credere.
Crassostrea Gigas (detta anche me Garonna, risalendo fino a co risalgono al 1964, nel 1966 la Se andate a Florianopolis, po-
ostrica giapponese). Quest’ul- Bordeaux. Nell’attesa il carico Crassostrea Gigas veniva in- tete mangiare le ostriche ovun-
tima per la grandezza, la resi- si decompose e le autorità sani- trodotta anche in Laguna, do- que, ma non perdetevi il Box
stenza alle malattie (quelle del- tarie imposero al comandan- ve però era già stata segnalata 32 nell’appunto centralissi-
le ostriche, non quelle degli uo- te di riprendere il mare aperto; da alcuni anni, probabilmente mo Mercato Centrale (ci van-
mini) e la facilità di coltivazio- ma le ostriche furono scaricate trasportata dalle navi. no anche tutti i vips del Brasile)
ne, è stata introdotta negli alle- (fatalità) nel delta della Giron- A Florianopolis si usano tre e l’incredibile tempio kitsch di
vamenti di tutto il mondo. La da (l’estuario comune dei fiu- tipi generali di piatti d’ostriche, Ostradamus nell’antico paesi-
Crassostrea (che è sessuata) è mi Garonna e Dordogna), do- oltre a moltissime varianti: ao no di Ribeirão da Ilha, dove i ca-
presente lungo le coste atlanti- ve esiste ancora un grosso ban- natural: aperte e mangiate; ao merieri vestono da marinai. ◉
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romanzo d’appendice: decima puntata


È stato il volo dei condor,
a guidarci fino al luogo del
massacro. Cavalcavamo
non so più da quanti giorni e da Le avventure del Marinaio Johnny: ahia!
vorrai dire, il narghilè lo fumano
gli arabi.
Io dico: – Come vuoi tu. Co-
munque non c’è neanche una
quante notti, laggiù nell’Arizona, freccia. E io non ho mai visto in-
e non avevamo incontrato nessu- di luca colo de fero colferai diani senza frecce.
no nel deserto infuocato, nean- Robert Blank dice: – Pellerossa,
che una chimera, figuriamoci ca- vorrai dire. Gli indiani, giusta-
pinere. Eravamo partiti da Tuc- Riassunto delle puntate precedenti mente, stanno in India.
son dopo aver perso l’ultimo tre- Il Corsaro Rosa dice: – Ma ti ha torturato quel manigoldo? È sempre così, con Robert
no per Yuma, e i nostri cavalli era- Il Principe Maurice risponde: – Sì, mi ha torturato, quel farabutto! Blank: vuole sempre avere l’ul-
no allo stremo. Anche noi. In boc- Il Corsaro Rosa dice: – E dove ti ha torturato quel mascalzone? tima parola. Come con l’ultimo
ca c’era solo polvere di deserto, Il Principe Maurice risponde: – Qui... qui... e qui. E anche qui. Quel treno per Yuma. Gliel’avevo det-
nel naso odore di cavallo stanco, gaglioffo! to che eravamo in ritardo. Ma lui
nel corpo una stanchezza morta- Il Corsaro Rosa dice: – Ma è orribile! Quel malfattore. E ti fa male? no: «abbiamo un’ora di tempo»,
le. Avrei venduto anche l’anima Il Principe Maurice risponde: – Tantissimo! Mi ha strappato anche continuava ripetere. È che in Ari-
per un goccio di whisky, ma nel- tutte le ciglia, le mie bellissime ciglia, una per una. Con una pinzetta zona non hanno l’ora legale, cor-
le borracce avevamo solo acqua arrugginita, quel pendaglio da forca! po di mille sputafuoco. Ed ecco-
stantia, nel tascapane una fetta Il Corsaro Rosa dice: – E se ti do un bacino sulla bua che ti ha fatto ci qui. In mezzo al deserto, ad an-
di pancetta rancida e un orribile quella canaglia, poi ti passa? nusare cadaveri torturati e puzza
caffè che ci avevano venduto co- E incominciano ad azzuffarsi: il Il Corsaro Rosa cerca di dare di penne di condor. In più c’è odo-
me «francese». E la cosa peggiore dei bacini al Principe Maurice, sulla bua, ma il Principe Maurice re di bruciato. Fortissimo. I car-
era che non avevamo la minima grida «ahia! ahia! mi fa male!». Il Corsaro Rosa insiste, e il Principe ri sono stati incendiati, e anche
idea di dove ci trovavamo. Pote- scappa. E si corrono dietro dentro il mio sommergibile Rapido ed qualche corpo. Non c’è più nien-
vamo essere ovunque, in quel pa- Invisibile, che non è grande abbastanza per tutti e tre, soprattutto te a parte pezzi carbonizzati di le-
esaggio d’incubo di roccia e sab- se due di noi incominciano a rincorrersi qua e là buttando all’aria la gno e pezzi contorti di ferro e pez-
bia. Per cui, quando vedemmo il mia collezione di pipe di schiuma e di bottiglie di cachaça Bebedera zi di carne bruciata, uno più nero
volo degli uccellacci, pensammo che mi ha regalato CucinoMichele (le ho tutte). In breve il frastuono dell’altro. Qualcosa attira la mia
che lì avremmo trovato qualco- è altissimo. attenzione. Scendo da cavallo,
sa, e qualcosa è sempre meglio di Il Marinaio Johnny (che sono io) dice: BASTA! BASTA! Ci possono piano, e mi inginocchio dolorosa-
niente. scopr... bzzz! bzzzzzzzzzz! scraccccccccccc... crec!!!! mente vicino ad un corpo irrico-
Salimmo su una cengia. Sot- noscibile. Tutt’intorno nella pol-
to di noi, nell’allucinante pano- vere del deserto ci sono cartucce
rama di terra rossa e arida scava- esplose e segni di lotta, tracce ne-
ta dal vento in milioni di anni, un re di sangue secco, penne e zam-
cerchio di carri contornava una pe di condor. Gli avvoltoi sono
quindicina di corpi seccati dal so- molto incazzosi quando sbrana-
le: il banchetto dei condor. no i loro pasti, e se qualcuno si av-
Scendemmo a fatica. I caval- vicina troppo ci rimette di sicuro
li facevano una fatica bestia una zampa. Ma sia loro sia quelli
per non ruzzolare sul terreno che sono passati prima non han-
accidentato. no lasciato granché. I primi han-
– Guarda! – disse Robert Blank. no rivoltato le tasche, strappato
La scena era pietosa. Sulla terra anelli e denti d’oro, portato via i
riarsa e rovente giacevano i mor- vestiti meno bucati dalle pallot-
ti, anneriti dal calore, spolpati dai tole; i pennuti hanno fatto il resto.
condor. Ma quello che era peg- Non si capiva se erano giovani o
gio, molto peggio, è che gli aveva- vecchi, donne o uomini, cercato-
no fatto qualcosa a quei corpi, pri- ri agricoltori missionari militari.
ma di abbandonarli al sole e agli Un bel guaio.
avvoltoi. Io dico: – Ehi Bob! Guarda qua!
Robert Blank dice: – Per me so- Robert Blank dice: – Ehi John-
no stati i Pellerossa: sono Iroche- ny! Ma è un berretto da Giacche
si del villaggio Ohrekionni. Ve- Blu!
di questo segno caratteristico Io dico: – Ecco. Sbaglio o l’Ari-
nell’incisione dello scalpo? zona è in mano ai Secessionisti?
Io dico: – No, non credo. E poi Robert Blank dice: – No, non
così ci farebbero qui gli Ohre- sbagli: al Texas per correttezza.
kionni di Grande Capo Aldo Io dico: – Che accidenti ci fa uno
Fumante, quelli se ne stanno su Yankee così a sud?
nell’Ohio a mangiare ghiande, Io lo guardo, lui mi guarda, ci
giocare a carte e fumare il nar- guardiamo. Io dico e lui dice: –
ghilè della pace. Cazzo, i Rinnegati di Charlie
Robert Blank dice: – Il calumet Bullock! continua ...
compagnia de calza «i antichi» venezia IL RIDOTTO – CALENDARIO 30124 san marco 2674 campo san maurizio

desembre
mmix

i j
Sagittario Capricorno
22 novembre Joseph Mallord William Turner (1775 – 1851) San Giorgio Maggiore all’alba, 1819,acquarello, 224 x 287 mm, Tate Gallery, Londra 22 dicembre
21 dicembre 21 gennaio

luni marti mercore zioba venere sabo domenega

31 1
s. Ansano
a. 7.51 - t. 16.39
2
s. Bibiana , s. Savino
a. 7.52 - t. 16.38
3
s. Francesco Saverio
a. 7.52 - t. 16.38
4
s. Barbara, s. Giovanni
a. 7.53 - t. 16.38
5
s. Giulio M.
a. 7.54 - t. 16.38
6
I d’Avvento - s. Nicola
a. 7.55 - t. 16.38
03:08 +10 16:16 -36 03:49 +11 16:51 -39 04:31 +14 17:28 -39 00:17 +51 10:58 +66 01:03 +52 11:37 +60 01:54 +52 12:20 +51
09:12 +73 22:51 +48 09:46 +73 23:33 +50 10:21 +71 05:16 +17 18:07 -37 06:07 +19 18:47 -32 07:07 +22 19:31 -26

7
s. Ambrogio
a. 7.55 - t. 16.38
8
Immacolata Concezione
a. 7.56 - t. 16.38
9 s. Siro
a. 7.56 - t. 16.38
10 11 12 13
n.s. di Loreto
a. 7.57 - t. 16.38
s. Damaso
a. 7.58 - t. 16.38
s. Giovanna F.
a. 7.58 - t. 16.38
II d’Avvento - s. LuciaV.
a. 7.59 - t. 16.38
02:50 +52 13:12 +42 03:50 +54 14:25 +32 04:51 +55 16:18 +25 05:47 +58 18:20 +25 06:36 +61 19:50 +29 00:40 +09 14:33 -16 01:39 +13 15:10 -24
08:24 +23 20:19 -18 10:04 +21 21:15 -10 11:46 +13 22:21 -02 12:59 +03 23:32 +04 13:50 -07 07:19 +63 20:54 +34 07:57 +65 21:45 +40

14 15 16 17 18 19 20
s. Giovanni, s. Pompeo
a. 7.59 - t. 16.38
s.Valeriano
a. 8.00 - t. 16.39
s. Albina
a. 8.01 - t. 16.39
s. Lazzaro
a. 8.01 - t. 16.40
s. Graziano
a. 8.01 - t. 16.40
s. Fausta , s. Dario
a. 8.02 - t. 16.40
III d’Avvento - s. Liberato
a. 8.02 - t. 16.40
02:29 +15 15:45 -30 03:14 +18 16:18 -33 03:54 +20 16:49 -35 04:31 +22 17:20 -35 00:20 +49 10:34 +60 00:53 +49 11:04 +56 01:26 +49 11:34 +51
08:32 +66 22:29 +44 09:05 +66 23:09 +46 09:36 +65 23:46 +48 10:05 +63 05:08 +23 17:49 -33 05:45 +24 18:17 -29 06:26 +24 18:46 -25

21 22 23 24 25 26 27
s. Pietro Canisio
a. 8.02 - t. 16.40
s. Francesca Cabrini
a. 8.03 - t. 16.41
s. Giovanni, s.Vittoria
a. 8.03 - t. 16.41
s. Delfino
a. 8.04 - t. 16.41
Natale del Signore
a. 8.04 - t. 16.42
s. Stefano
a. 8.04 - t. 16.42
s. Giovanni Ap.
a. 8.04 - t. 16.43
02:00 +50 12:07 +45 02:35 +50 12:46 +37 03:15 +51 13:39 +29 04:01 +52 15:13 +21 04:53 +54 17:50 +18 05:47 +57 19:53 +23 06:40 +60 20:58 +30
07:14 +24 19:15 -19 08:14 +23 19:46 -12 09:36 +21 20:21 -05 11:17 +15 21:05 +03 12:41 +06 22:09 +10 13:36 -05 23:38 +16 14:19 -15

28 29 30 31
ss. Innocenti Martiri
a. 8.04 - t. 16.43
s.Tommaso Becket
a. 8.05 - t. 16.44
s. Eugenio , s. Ruggero
a. 8.05 - t. 16.44
s. Silvestro
a. 8.05 - t. 16.45
1 2 3
01:03 +19 14:57 -24 02:11 +19 15:34 -32 03:07 +18 16:10 -38 03:57 +16 16:46 -41
07:29 +63 21:43 +38 08:15 +66 22:22 +45 08:58 +68 22:59 +51 09:40 +69 23:35 +56
pagina24ottobre/novembre2009anno3numero22 IL RIDOTTO venezia san marco 2674 campo san maurizio

Gli «Spermolini» divagazione


educativa sessuale per le scuole sono effetti de «il ridotto»sul lettore
offerti da Laura Dolcetta

Calembour...ente Calembour...ano
Il fetente Tenente Clemente SilvANO, capitANO d’aeroplANO, italiANO,
paesANO dell’ortolANO e nANO GiuliANO,
di recente il fetente Tenente Clemente ( ex combattente di coltivavANO grANO,
Ponente ) dà un sorprendente, pungente e tagliente fen- ma invANO tentavANO con:
dente con il tridente, all’incompetente dirigente dell’En- un banANO africANO,
te e suo parente, perché aderente al possente Presidente, un melogrANO indiANO,
prepotente e impertinente componente, appartenente alla e dello ZafferANO egiziANO.
sorgente della tangente. Nel pantANO malsANO,
Volente o nolente, dà al sofferente, inco- MariANO ed il villANO SebastiANO,
sciente e morente conoscente, suffi- allevavANO un fagiANO, un gabbiANO,
ciente ed eccellente fondente come ec- un germANO, ed un pellicANO.
cipiente assorbente del divertente, LuciANO, il veterANO di MilANO,
godente e demente: fetente Tenente con TiziANO il brasiliANO vegetariANO,
Clemente. saltavANO, correvANO e ballavANO.
IvANO, sANO ed umANO, con LoredANO,
Vostra Mary Rose gitANO ANOressico ed ANOrmale,
leggevANO piANO sul divANO un brANO
malesiANO di un’uragANO ANOmalo messicANO.
MANO nella mANO cantavANO CelentANO,
bevevANO americANO, fumavANO strANO ,
mangiavANO parmigiANO
si baciavANO e si......
amavANO per l’ANO.
L’Inconsolabile Console.

contatori
geiger
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