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Bergson Istinto e Intelligenza
Bergson Istinto e Intelligenza
che praticamente utile, anche se sia sorta in vista dellutilit pratica. Un essere intelligente ha in s di che sorpassare se stesso. Tuttavia, esso riuscir a sorpassarsi meno di quanto vorrebbe, meno di quanto non creda. Lindole puramente formale dellintelligenza la priva della zavorra necessaria a che essa possa posarsi sugli oggetti di maggiore interesse speculativo. Per converso, listinto possiede, s, la materialit richiesta, ma incapace di andar a cercare il proprio oggetto cos lontano: esso non specula. Eccoci cos pervenuti al punto che offre, per la presente ricerca, il maggior interesse. La differenza tra lintelligenza e listinto che stiamo per segnalare quella che tutta la nostra analisi mirava a mettere in luce. Possiam formularla cos: ci sono cose che soltanto lintelligenza capace di cercare, ma che da s non trover mai; soltanto listinto potrebbe scoprirle, ma esso non le cercher mai. [...] Listinto simpatia. Se tale simpatia potesse allargare la sua sfera dazione e riflettere su se stessa ci darebbe la chiave delle operazioni della vita, allo stesso modo che lintelligenza, sviluppata e disciplinata, ci introduce nella materia. Giacch non lo ripeteremo mai abbastanza lintelligenza e listinto sono orientati in due direzioni opposte: luna verso la materia inerte, laltro verso la vita. Lintelligenza
per mezzo della scienza, che opera sua, ci rivela in modo sempre pi completo i segreti delle operazioni fisiche. Della vita ci d e pretende, del resto, di darci solo una traduzione in termini di inerzia. Essa le gira intorno, prendendo, dallesterno, il maggior numero possibile di istantanee su tale oggetto, che essa attrae a s, invece di penetrare in esso. Nellintimo stesso della vita potrebbe condurci, invece, lintuizione, cio listinto divenuto disinteressato, cosciente di s, capace di riflettere sul proprio oggetto e di ampliarlo indefinitamente. Che un tale assunto non sia inattuabile lo dimostra lesistenza, nelluomo, di una facolt estetica, accanto alla percezione normale. Il nostro occhio percepisce i tratti dellessere vivente, ma giustapposti gli uni agli altri, non fusi organicamente insieme: gli sfugge lintenzione della vita, il movimento indivisibile che corre attraverso le linee, collegandole le une con le altre e dando loro un significato. Tale intenzione , invece, ci che mira a cogliere lartista, ponendosi, in virt di un atto di simpatia, nellintimo stesso delloggetto e abbattendo, con uno sforzo dintuizione, la barriera che lo spazio pone tra lui e il modello. [da: Levoluzione creatrice, 149-154, 163-168]