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1
Ma quando arriva il Regno? L y C E U M
Quaderni Vicentini 3
Gli Americani di Parise:
A G O R lunico originale in Bertoliana
Dario Borso 113
Zonin e i suoi complici Verso il sistema elettorale
Tutti i vip colpevoli dellhorror proporzionale? Non arriveranno
Pino Dato 5 le cavallette
Due miliardi di euro Luigi Poletto 127
per 32 signori Il caso Dal Molin
Quaderni Vicentini 14 Giovanni Sala 138
Borgo Berga e il recupero fallito Ovidio, la poesia
Ciro Asproso 17 Augusto, il potere
Le nequizie che lUnesco Roberto Pellizzaro 146
rimprovera a Variati Ivan Della Mea
Ciro Asproso 22 ventanni dopo lultimo incontro
Pedemontana Veneta: i 90 Km Gianni Sartori 153
pi cari e assurdi del mondo Quella malattia che James
Pino Dato 25 Parkinson scopr 200 anni fa
Pedemontana Veneta: le obiezioni Sandro Dal Fior 164
della Corte dei Conti Che cos il marchio CE e in che
Quaderni Vicentini 32 termini attesta la qualit
Di nuovo Goldin a Vicenza Francesca Sanson 172
Basilica sotto sequestro per 6 mesi
Pino Dato 47
Goldinfinger e la Basilica R A D I C I
del Palladio La strage di Kos: italiani trucidati
Tomaso Montanari 54 senza giustizia n memoria
Il caso Treviso: lo sfruttamento Sonia Residori 183
del Museo di Santa Caterina Il diritto di Decima: liniqua
Lucio Panozzo 56 imposta agricolo-religiosa
Specchietto per allodole elettorali? Giordano Franchini 197
Giovanni Bertacche 77 Barbara Kistler e Andrea Wolf:
Gli enomi costi della Chiesa morire per il Kurdistan
cattolica Gianni Sartori 206
Lucio Panozzo 80
Il caso Ilaria Capua
Simone Dato 90 M N E M O S I N E
Scusi, sa dov la storica libreria
Do Rode? Working Title Film Festival
Quaderni Vicentini 93 Marina Resta 211
Vicenza in armi. Un mercato Anna Netrebko:
bellicista nella nuova Fiera Lultima Traviata
Daniele Bernardini 95 Alberto Milesi 216
Perch un nuovo inutile ospedale Giovanni Bellini: il pittore
a Montecchio Maggiore? del pappagallo
Carmelo Rigobello 102 Filippo Mario Fasulo 224
Due capolavori: smantellato La pala di Castelfranco
lasilo, degradato il convento del grande Giorgione
Quaderni Vicentini 108 Giangiacomo Gabin 230
My old heart di Rino Gentile
LA LETTERA Toto Cacciato 238
Freda, il libro della moglie
e le bombe vicentine TEATRO- Atto unico
(risponde Giorgio Marenghi) 110 Mansarda con gelsomini e belve
Toto Cacciato 241
Quaderni Vicentini
2 Rivista bimestrale 1/2017. Numero di Gennaio Febbraio 2017
Registrazione del Tribunale di Vicenza n. 2154/13 del 9 settembre 2013
Stampa: ATENA NET - Grisignano (Vicenza).
Numero uscite per anno: 6 (sei).
Scadenze: 20 marzo (gennaio/febbraio), 20 maggio (marzo/aprile),
20 luglio (maggio/giugno), 20 settembre (luglio/agosto), 20 novembre
(settembre/ottobre), 20 gennaio (novembre/dicembre).
Prezzo di un fascicolo (Iva assolta): 12 (dodici) Euro.
Numeri arretrati il doppio.
Abbonamento annuale (6 numeri): 50 (cinquanta) Euro.
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(specificare causale: Abbonamento Quaderni Vicentini). L'abbonamento partir
dal primo numero successivo al versamento. Specificare il proprio indirizzo.
Informazioni su abbonamenti con spedizione postale: telefono 3355483041,
email: redazione@quadernivicentini.it oppure pinodato@gmail.com
Distribuzione: librerie e principali edicole.
Editore: Dedalus Libri, contr Vittorio Veneto, 13 - 36100 Vicenza.
Direttore Responsabile: Pino Dato
Vice Direttore: Lucio Panozzo
Comitato tecnico-scientifico: Ciro ASPROSO, Daniele BERNARDINI,
Giovanni BERTACCHE, Adriano CANCELLARI, Carmelo CONTI,
Emilio FRANZINA, Giangiacomo GABIN, Roberto PELLIZZARO,
Fulvio REBESANI
Autori e Collaboratori
Franca ARDI Giovanni BALDISSEROTTO Elena BARBIERI Federico BAUCE
Sara BELPINATI Giuseppe BERNARDINI Giuseppe BERTONCIN Dario
BORSO Valentina BOSCAGLIA Vittorio CABE Toto CACCIATO Renato
CAMURRI Gianfranco CANDIOLLO Keti CANDOTTI Beppe CAROLLO
Carmine CARRISI Fiorenza CONTI Pino CONTIN Federica COSTA Sonia
DADAM Sandro DAL FIOR Franco DALLA POZZA Simone DATO Stefano
DATO Giuseppe DELIA Simona DE SIMONI Valentina DOVIGO Stefano
FERRIO Mario FIORIN Giordano FRANCHINI Rino GENTILE Claudio
GIRARDI Elisa LO MONACO Antonio MANCINI Giorgio MARENGHI Paolo
MARINELLO Alberto MILESI Mario MIRRI Tomaso MONTANARI Matteo
NICOLIN P. Sergio M. PACHERA Gianni PADRIN Gaetano PALERMO
Virgilio PANOZZO Mario PAVAN Luigi POLETTO Carla PONCINA Giu-
seppe PUPILLO Roberto RECH Sonia RESIDORI Marina RESTA Carmelo
RIGOBELLO Claudio RIGON Giovanni SALA Sereno SALION Francesca
SANSON Gianni SARTORI Amanda SEPE Maria A. SERRA Giorgio SPIL-
LER P. Giorgio M. VASINA Gualtiero VECELLIO Antonio VIGO Andrea
Progetto grafico: Dedalus Libri
Fotografie: Dedalus
4
eccezionale adepto. Come Luca, appunto, che un bel giorno and in Giudea
e, secondo una ricostruzione testuale, avrebbe incontrato la madre di Ges,
ormai molto anziana, intorno allanno 50.
Ma di episodi comparativi interessanti sia per chi ha i favori della fede,
sia per chi non li ha o non li ha pi il libro pieno. Ma perch cito questo
testo di Carrre oggi, qualche giorno dopo la Pasqua del 2017?
C
PINO DATO
7
della banca vicentina
8
Tuttavia, chi era gi ab origine tecnicamente carente ed era l solo perch
aveva un bel cognome, non ugualmente giustificato. Le sue responsabilit,
come consigliere della banca e del dux, sono identiche a chi conosceva la
ragioneria, la tecnica bancaria, la Bce, il diritto tributario e quello civile. E
la societ, i soci, i cittadini, danneggiati, hanno diritto a chiedergli conto. A
metterlo con le spalle al muro. A esercitare nei suoi confronti unazione di
responsabilit. E, di conseguenza, a chiedergli i danni.
Per i sindaci il problema del dubbio non si pone. I sindaci, per legge, devono
sapere. Non possono accampare scuse di sorta. Non solo: devono controllare
che gli amministratori facciano i bravi ragazzi. Devono controllare che la
cassa corrisponda a quella che sta scritta sui libri. Devono essere compe-
tenti. Noi di Quaderni Vicentini lo abbiamo scritto subito dopo quel 22
settembre 2015 e dopo che Zonin ha dovuto lasciare la nave in naufragio
come un qualsiasi Schettino. I sindaci, ci siamo pi volte chiesti, doverano?
Non avevano il dovere di controllare le procedure di aumento di capitale?
Le famose baciate? E per i fidi elargiti generosamente a questo e quello, e
senza garanzie, non avevano obiezioni? Non sapevano perch erano idioti
scolaretti che stanno nellultimo banco a fare gli asini, o erano obbligati a
informarsi per sapere?
La loro responsabilit pari a quella degli amministratori, se non moral-
mente superiore.
9
capo della Procura
vicentina
10
cato i tempi lunghi della sua azione inquirente e accusatoria. Ora ha davanti
agli occhi un dossier, di parte la stessa banca, gli attuali amministratori
ma ricco di dati, di rilievi e di episodi. Con date, cifre, comportamenti,
documenti a supporto.
Da questa massa di dati pu ricavare elementi di carattere penale a iosa. I
dati gli arrivano da chi ha competenza. Di parte, ma competenza. Cosa c
di meglio per avviare finalmente unoperazione di giustizia che, al di l degli
effetti pratici (non proprio ottimistici per il recupero del danno) potrebbe
offrire alla citt di Vicenza un po di respiro etico?
La citt, colpita al cuore da una vicenda fallimentare che nasce lontano,
oggi una citt senza risorse, senza appigli autorevoli, e sta vivendo, per la
rilevante perdita di miliardi di euro di risparmi subita, una fase depressiva.
Prima, ai tempi dello Zonin in gran spolvero, aveva il petto in fuori (forse
troppo). I vicentini brava gente sono stati derubati. Sono pi poveri. A parte
laspetto economico, oggi non sanno che fare. Una tornata di vera giustizia
ridarebbe loro almeno un po di aria da respirare.
12
Lincredibile pastrocchio dellhotel di Cortina
Le macerie continuano.
Gli esempi si moltiplicano. Parliamo solo di qualche esemplare di decine,
centinai di fatti simili o uguali. Il castello delle accuse impressionan-
te. Aveva ragione Alessandro Penati: horror la parola giusta.
Prendiamo i fratelli Ravazzolo di Torri di Quartesolo, titolari della Cofrav
spa, unazienda di confezioni. Sono stati affidati da Zonin e compagni per
100 milioni di euro, utilizzati per unottantina di milioni per comprare
azioni BpV. Garanzie? Pochissime, largamente inferiori al fido. Ma prima di
arrivare alla fine, stiamo al principio. La Cofrav ha un fatturato che sta
fra i 6 e i 10 milioni di euro. Come pu una banca dare a questo soggetto un
13
fido per 100 milioni? Se lo fa, compie evidentemente un illecito amministra-
tivo. Va contro la legge bancaria ma anche contro letica pubblica e privata.
I soci semplici, quelli che vanno dal ragioniere al primo piano, proprietari
delle azioni della banca, non sono danneggiati da una simile dissennatezza?
Ancora: risultano prestiti, per baciate e non solo, a Zeta srl di Giuseppe Zi-
gliotto, presidente di Confindustria Vicenza e consigliere di amministrazione
della banca. Un evidente conflitto di interessi. Poi Zigliotto stato liquidato
per le azioni BpV, in dispregio alla precedenza di altri soci che chiedevano
il rimborso: a parte la scorrettezza delloperazione non c un altro evidente
conflitto di interessi?
Ancora. Risultano prestiti concessi alle societ di famiglia di Gianni Zonin:
alla Masseria Altamura, allActa, alla Mobiliare Montebello, alla
Rocca Montemassi. Profili di rischio alto o molto alto. Qui non c solo
un evidente conflitto di interessi (pu un presidente di banca dare fidi a
propri soggetti privati? Non pu). Di fronte a questo tipo di accuse cosa dir
lavvocato Ambrosetti? Speriamo di sentirlo presto, perch a babbo morto
non lo sentir pi nessuno.
Non parliamo poi del cognato di Zonin, lottimo Gianfranco Pavan:
riuscito a liquidare nel 2015 le sue azioni (ma la richiesta risaliva al 2014
ha detto addolorato); non solo, era presidente di una delle societ pi im-
portanti del gruppo BpV (se non ricordo male, forse era lImmobiliare
Stampa), una societ che ha operato anche a nome della casa madre (vedi
Cortina) e che ha, fra i suoi graziosi adepti, altri commercialisti, altri vip
(sindaci e quantaltro), ed ha ricevuto anche finanziamenti per la Castello
del Poggio, impresa di propriet. Familismo esasperato o no? E la banca,
intanto, crolla.
I fondi lussemburghesi
16
(dal 2003 al 2010) Nosiglia
CIRO ASPROSO
A tal scopo vengono previsti degli incentivi (premi di edificabilit e/o destina-
zioni duso pi remunerative) che incoraggino i Privati ad investire nellarea
oggetto di trasformazione, in modo tale che costoro ne traggano un beneficio
economico detto anche plus-valore. Questo, verr in parte restituito grazie
alla realizzazione di opere pubbliche a beneficio della collettivit.
Loperazione Borgo Berga rientra a pieno titolo nel novero di tali strumenti
urbanistici e pi specificamente nel varo della L.R. del Veneto 23/99, che
istituisce i Programmi Integrati di Riqualificazione Urbanistica Edilizia
ed Ambientale (PIRUEA). Tant che nel marzo 2003 la Giunta Hllweck
sottoscrise con FIN.VI (proprietaria dellarea) il Protocollo dIntesa per la
19
Volumi e altezze da + 40
(un bel regalo ai privati di due piani di fabbricato)
In tutti e due i casi il vulnus nella Delibera approvata dal Consiglio co-
munale e come sostengono i consulenti della difesa non sar facile dimostrare
la lottizzazione abusiva. Infatti qui non si tratta di un Piano di Lottizzazione
in area verde, bens del Programma di Recupero di unarea dismessa.
Tanto per intenderci, in quegli stessi anni Comuni ben pi grandi del nostro,
come Padova, o anche pi piccoli, come Altavilla (pure a guida centrodestra),
si preoccuparono per tempo di definire in maniera chiara e trasparente i
criteri perequativi da attribuire alla contrattazione urbanistica, utilizzando
le risorse ricavate per realizzare opere dinteresse collettivo.
Vedo di spiegarmi con un esempio:
Se il Comune, attraverso un Protocollo dIntesa col Privato, concede per
22 EGREGIO VARIATI
LEGGA CHE BELLE NEQUIZIE
LE RIMPROVERA LUNESCO
PER BORGO BERGA
1. Il Comune di Vicenza non ha tenuto conto che linsediamento li-
mitrofo alla core zone e alla buffer zone e che dista 500 metri
dalla Rotonda del Palladio;
I due sindaci felici e contenti inaugurano insieme il nuovo tribunale, loro comune
delitto di lesa vicentinit
Area commerciale?
Prendetene pure quanta volete
Un altro aspetto che solitamente non viene mai considerato, che allepoca
del dibattito sul PIRUEA le Associazioni di categoria del settore commercio
assunsero una posizione nettamente contraria. Infatti, con i suoi 12 mila
mq di superficie utile commerciale Borgo Berga sopravanza ampiamente
la superficie di vendita dellAuchan e configura larea come un nuovo e
impattante polo mercantile. Tale scelta non ha mai trovato la condivisione
degli operatori economici, non mai stata oggetto di un pubblico dibattito,
n stata inserita in un qualche Piano di programmazione urbanistica. Fu
semplicemente calata dallalto.
Un Programma di recupero attuato senza dialogo con la citt pressoch
impossibile che riesca nel suo intento.
Lerrore di Hllweck aggravato da Variati
Q
PINO DATO
Su queste basi le uniche parole serie e certe sono venute dalla Corte
dei Conti, che ha avuto tutto il tempo di valutare lo stato dellarte,
ovvero lultima convenzione, valutarne gli aspetti finanziari, gli iter
proposti, e soprattutto i conti attendibili e reali.
Il nocciolo della questione, quello che avrebbe fatto saltare il banco,
sarebbe da individuare nella drastica modifica del traffico atteso
negli anni successivi al primo utilizzo (dal 2020 se tutto va bene, ma
lecito dubitarne).
I pedaggi che avrebbero dovuto essere incassati tutti dal privato (la
SIS) sono stati rivisti al ribasso. Mentre secondo il primo calcolo
avrebbero dovuto essere 18 miliardi in 36 anni di concessione, se-
condo un calcolo successivo, diventavano poco pi di 12.
Bene, allora si cambia convenzione. Mentre prima la Regione avrebbe
garantito alla SIS la differenza fra i pedaggi reali e quelli attesi, con
il cambio saltano le garanzie ma la regione paga un canone annuo 31
che, moltiplicato per gli anni della concessione fa circa 12 miliardi
di euro. Fissi.
Dunque, rispetto ai calcoli iniziali la SIS disposta a rinunciare a
pi di 6 miliardi di euro, pur di essere certa di averne dodici. E la
Regione Veneto? La Regione, ovvero Zaia, convinta di incassarne,
secondo gli ultimi calcoli, 13. Sottratti i 12 di canone fisso a SIS fa un
miliardo di utile in 36 anni. Che ri-bellezza!
33
e delle opere compensative richieste dagli enti locali. Inoltre, parte della viabilit di
raccordo con lopera non inclusa nel costo e a ci dovr provvedersi con ulteriori
fondi pubblici.
La convenzione presenta condizioni di notevole convenienza per il concessionario,
ricadendo molti rischi sul concedente; incombe, pertanto, lalea di un potenziale debito
sulla regione, dal momento che il rischio di mercato risulta sbilanciato a sfavore della
parte pubblica.
Costante risultato, nel tempo, laumento del contributo pubblico. Peraltro,
nonostante le assicurazioni, il perfezionamento dei finanziamenti di parte privata non
si ancora realizzato, con la conseguenza che lavanzamento dei lavori, finora, stato
reso possibile soprattutto attraverso il contributo pubblico, in contraddizione con le
finalit del ricorso al partenariato pubblico-privato.
Modesta risulta lattivit di controllo e di monitoraggio dellopera, anche a causa
della direzione dei lavori affidata, per disposizione legislativa, allesecutore stesso.
Il collaudo stato affidato allesterno della stazione appaltante ed intuitu
personae. Il pagamento dei collaudatori a carico del concessionario contrario al
principio del buon andamento amministrativo, dal momento che la loro posizione
quali contraddittori dellesecutore non tollera condizionamenti.
34
Pedemontana - Estratti dalle obiezioni della Corte
38
glio, mentre il nuovo sistema delle esenzioni per il traffico residente locale divenne pi
restrittivo rispetto alla primitiva formulazione.
Nel nuovo piano economico-finanziario, linvestimento a carico del concessionario -
che, nel piano del 2007, era di 1.609 milioni, di cui 365 di capitale proprio ed il resto
reperibile con due finanziamenti a medio-lungo termine - prevede un aumento a
500 milioni del capitale, la soppressione del debito junior ed una ristrutturazione di
quello senior, con oneri finanziari capitalizzati aumentati, a causa dellincremento del
valore, della minore durata del debito e dellincremento del costo del finanziamento,
da 259.570.000 a 354.243.000 euro. Secondo il commissario, lincremento degli oneri
capitalizzati pi consistente rispetto allaumento del valore delle opere, in quanto i
tassi di interessi bancari complessivi (cio comprensivi di spread) sono aumentati dal
2007 al 2013, a seguito della crisi economica iniziata nel 2009.
Non risulta prevista alcuna copertura del rischio finanziario.
Lonere di costruzione, al netto di Iva, da 1.828.824.000 arrivato a 2.258.000.000
di euro, con un incremento del 23,47 per cento, mentre la quota di capitale privato
- mezzi del concessionario, finanziamenti e finanziamento Iva - da 1.901.006.000 a
2.280.133.000 euro, con un aumento del 19,94 per cento.
39
La struttura commissariale () si avvale, in tale continua, complessa ed articolata
attivit, della collaborazione dei due consulenti () e del Comitato tecnico scientifico.
Tuttavia, dai verbali di accertamento, ad eccezione di quello del 10 febbraio 2015, non
risultano formulate osservazioni, se non che le opere realizzate, ad una analisi visiva,
sembrano coerenti con quanto indicato nel s.a.l.
Dai contratti di affidamento della direzione lavori, si rilevata una disparit nei
compensi. Nel corso dellistruttoria, sono stati individuati due contratti stipulati qua-
si contemporaneamente, che hanno duplicato alcune figure, quali quelle di direttore
operativo ed ispettore di cantiere.
2. Le carenza nella rendicontazione
Linoltro dei rendiconti della contabilit speciale al Ministero delleconomia e delle
finanze avvenuto solo dopo linizio dellattivit istruttoria della Corte dei conti, senza
che, per linadempimento, il ministero controllore abbia mai sollecitato il commissario.
La Ragioneria territoriale dello Stato di Venezia segnala, peraltro, irregolarit. Bench
il commissario affermi non essere pervenuta alcuna comunicazione in tal senso da
parte della Ragioneria territoriale di Venezia, questultima riferisce, al contrario, di
aver richiesto chiarimenti il 4 settembre 2015, di non avere avuto ancora risposta e di
aver, pertanto, sollecitato il commissario.
3. I controlli della regione
Per le attivit di verifica e di controllo di sua pertinenza, la regione procede, nella fase
di liquidazione ed erogazione degli acconti in corso dopera, alle verifiche previste dalla
legge, esaminando la documentazione posta a fondamento dellemissione del certificato
di pagamento. Tali verifiche vengono effettuate, anche a campione, sulla contabilit tra
lemissione di uno stato di avanzamento lavori ed il successivo.
4. Lassenza di monitoraggio del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti
La Struttura tecnica di missione presso il Ministero delle infrastrutture ha segnalato di
non essere mai stata destinataria di alcuna relazione periodica da parte del commissario.
5. Il monitoraggio ambientale
Le attivit di monitoraggio ambientale sono a carico del concessionario, che, peraltro,
remunera lente regionale che le pone in essere.
Pedemontana - Estratti dalle obiezioni della Corte
Il collaudo stato affidato allesterno della stazione appaltante. La scelta si discosta dal
canone di buona amministrazione per cui laggiudicatore nomina i collaudatori
scegliendoli allinterno delle proprie strutture. In termini di efficienza, efficacia ed
economicit, non pu non sottolinearsi che sarebbe stato auspicabile lintervento del
concedente nella delicata fase della presa in carico dellopera. N, a compensare tale
svuotamento di ruolo e di funzione, pu bastare il coordinamento e lalta sorveglianza
sugli interventi.
Gli incarichi di collaudo, formalizzati a partire dal 2013, sono stati affidati senza alcuna
forma di pubblicit, seppur remunerati in base alla tariffa professionale, a dipendenti
di altre amministrazioni aggiudicatrici.
Lonere finanziario definito applicando le tariffe degli ingegneri e degli architetti. Lim-
porto determinato sullo stato finale dei lavori, al lordo di eventuali ribassi e maggiorato
dellimporto delle riserve dellappaltatore diverse da quelle iscritte a titolo risarcitorio.
Allatto della nomina, in maniera non trasparente, lammontare del compenso non
viene stabilito, ma demandato al concessionario. Secondo il commissario, gli atti di
nomina delle commissioni di collaudo tecnico-amministrativo non demandano alla
discrezionalit del concessionario lammontare del compenso, ma fanno salve le dispo-
sizioni in materia (), sia a livello nazionale che regionale, che, ovviamente, restano
applicabili. Nondimeno, per la determinazione dellemolumento per il collaudo statico,
si fa riferimento ad una trattativa privata fra il concessionario-contraente generale e
il singolo professionista.
Gli emolumenti da corrispondere ai collaudatori sono integralmente posti a carico del
concessionario. Su tale prassi, la Corte dei conti ha espresso una severa critica.
Laffidamento di pi collaudi alle stesse persone si pone in violazione del principio della
rotazione, normativamente previsto.
Nella tabella seguente (tab. n. 8), sono riportati i contratti finora stipulati per il collaudo
statico, con il loro onere economico.
42
originariamente previsto in ulteriori tre trimestri, si sono, invece, protratti per un pe-
riodo maggiore e, cio, sino al dicembre 2013, principalmente a causa della necessit di
recepire le prescrizioni dettate con il decreto di approvazione del progetto definitivo, che,
in due casi, ha comportato la necessit di attivazione di nuove procedure di valutazione
di impatto ambientale (lotto 2B e 3F). Si resa, pertanto, necessaria la redazione di
progetti definitivi aggiornati e relativi studi di impatto ambientale, cui seguita la fase
di pubblicazione, istruttoria ed approvazione, previo parere della Commissione Via del
Ministero dellambiente e della tutela del territorio e del mare; tale articolata procedura
di approvazione si complessivamente protratta per un periodo di circa ventun mesi
ed ha consentito, quindi, il perfezionamento della progettazione esecutiva solo alla fine
del 2013. Il tempo previsto per lesecuzione complessiva dei lavori , invece, rimasto
inalterato, essendo solamente traslato a causa del citato scostamento nellapprovazione
della progettazione esecutiva.
Al 12 dicembre 2015, la percentuale di avanzamento risulta del 16,41 per cento per i
lavori e del 16,65 per cento per limporto complessivo delle attivit.
43
aggiuntivo alla convenzione, sono, tuttavia, stati inseriti specifici allegati per meglio
disciplinare i livelli di qualit della gestione dellopera e le procedure per leventuale
applicazione di sanzioni e penali da parte del concedente, in caso di mancato rispetto,
da parte del concessionario, dei propri obblighi, compresi quelli nella fase di esercizio.
Tali procedure prevedono, nel periodo di esercizio dellopera, lapplicazione di sanzioni
e penali ed, in caso di grave e reiterato inadempimento da parte del concessionario,
giungono a prevedere persino la sospensione o la decadenza della concessione.
d) Il piano economico-finanziario si discosta parzialmente dalle prescrizioni richieste
dalla delibera Cipe 27 maggio 2004, n. 11, con la quale fu approvato lo schema di piano,
ai sensi dellart. 4, c. 140, della l. n. 350/2003.
44
adottate (direttiva 2004/52/Ce e 2009/750/Ce), che prevedono lelevata automazione
nelle procedure di riscossione dei pedaggi e di effettuazione delle transazioni. In par-
ticolare, per ogni progetto esecutivo relativo alle singole tratte, il progettista ha fornito
una specifica dichiarazione con la quale dichiara che il sistema di esazione proposto
conforme alla direttiva europea 2004/52/Ce del Parlamento europeo e del Consiglio del
29 aprile 2002 in materia di telepedaggio stradale nella comunit. Si segnala, tuttavia,
che tale direttiva non ha ancora trovato piena attuazione a livello comunitario. In ogni
caso, ove tecnicamente e funzionalmente possibile, si cercato, in sede di progettazione
esecutiva, di contenere, per quanto possibile, loccupazione complessiva delle opere.
f) Nellaudizione del comandante regionale del Veneto del Corpo forestale dello Stato
del 28 ottobre 2014 presso la Commissione parlamentare dinchiesta sulle attivit illecite
connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad essi correlati, lo stesso paventa una
forte preoccupazione per le implicazioni dellopera, prevedendosi una movimentazione
di milioni di metri cubi che passano, lambiscono, attraversano un territorio molto indu-
strializzato, quindi, per sua stessa natura, produttore di rifiuti. () Non ritengo che i
sistemi attuali di controllo siano sufficienti. () Credo che, a fianco di grandi cantieri,
come () la Pedemontana, debba essere istituito un organo controllore a parte speciale
() che si occupi, specificatamente, di questo. Vedo gli organi ordinari poco efficaci.
Tali preoccupazioni non sono condivise dal commissario delegato. Infatti, nellambito
delle attivit di monitoraggio ambientale e di controllo (audit) delle attivit poste in
essere dal concessionario, un ruolo fondamentale sostenuto dallArpav, organo istitu-
zionalmente deputato ad attivit di verifica e controllo in materia ambientale e profondo
conoscitore dellambiente e del territorio attraversato. Arpav svolge, infatti, su incarico
del concessionario, attivit di audit per lintera estensione dellopera e per lintero
periodo di realizzazione della stessa, oltre, ovviamente, a svolgere, autonomamente, la
propria funzione istituzionale di controllo. Si precisa, inoltre, che il concessionario ha
nominato, ai sensi di quanto previsto dalle linee guida per il progetto di monitoraggio
ambientale delle opere di cui alla legge obiettivo redatte dalla Commissione speciale di
valutazione dimpatto ambientale del Ministero dellambiente e della tutela del terri-
torio e del mare, il responsabile ambientale per lintera opera () e che, nel bilancio
complessivo dei volumi di sterro e riporto di materiale, vi un notevole esubero di
materiale proveniente dagli scavi, dellordine di alcuni milioni di metri cubi, del tutto
idoneo alla realizzazione di rilevati e sottofondi stradali, per cui appare poco verosimile
si debba ricorrere a materiale con provenienza esterna al cantiere della superstrada. In
ogni caso, si confida nelle attivit di controllo da parte di tutte le autorit preposte, fra
cui lo stesso Corpo forestale dello Stato, assicurando, sin dora, da parte di questufficio,
la massima attenzione e collaborazione.
Peculiarit sullaffidamento dei lavori
Come gi accennato, costituita la societ di progetto Superstrada Pedemontana veneta
s.r.l. - subentrante nella convenzione allassociazione temporanea di imprese con man-
dataria il consorzio Sis - i lavori sono stati riaffidati allo stesso consorzio, in qualit
di contraente generale, con contratto del 7 marzo 2011, integrato il 19 dicembre 2013.
Singolare risulta linterscambio degli stessi soggetti come sottoscrittori per luno o per
laltro ente. Secondo il commissario delegato, i soggetti indicati dispongono dei neces-
sari poteri di firma per intervenire quali rappresentanti legali nella sottoscrizione degli
atti. () Daltra parte, la circostanza che i medesimi soggetti possano essere investiti
di poteri di rappresentanza sia della Superstrada Pedemontana veneta che del socio
affidatario conseguenza diretta della previsione di cui allart. 156 del codice contratti.
La societ di progetto ha affidato, peraltro, un numero rilevante di subappalti (all. n. 7),
per i quali sono state seguite le procedure previste dal protocollo di legalit sottoscritto
con le Prefetture di Vicenza e Treviso il 23 luglio 2010.
Pedemontana - Estratti dalle obiezioni della Corte
b) Sul commissariamento
Il commissariamento ha permesso la deroga alla legislazione vigente, inclusa la legge
obiettivo, che gi rappresenta una modalit eccezionale e semplificata di realizzazione
delle opere, trasformando listituto in mezzo ordinario di soluzione dei problemi or-
ganizzativi dellapparato amministrativo, nella convinzione del legislatore e dellam-
ministrazione che solo attraverso misure straordinarie e ricorrendo alla deroga delle
norme si possano garantire lefficienza e lefficacia degli interventi. La deroga reiterata
e pluriennale alle ordinarie competenze - derivata dalla presunta inefficienza delle
amministrazioni - tanto pi singolare in quanto il commissariamento stato solleci-
tato dalla Regione Veneto, esautorata nelle sue funzioni amministrative e di gestione.
Peraltro, tale surrogazione solo apparente, dal momento che la scelta del commissario
caduta su un funzionario della stessa regione.
Le procedure durgenza e le conseguenti modalit operative hanno prodotto una serie di
ricorsi giurisdizionali, con un appesantimento delle attivit, cosicch la via giudiziaria si
trasformata in una sede per manifestare le preoccupazioni delle popolazioni rappresentate
dagli enti e dalle istituzioni locali, che hanno, poi, accettato, compensazioni da cui sono
derivati ulteriori incrementi nel costo dellopera. E mancato un confronto fra i soggetti
coinvolti su un progetto ben definito che delineasse, in modo compiuto, anche la viabilit di
raccordo. La struttura commissariale presenta costi rilevanti che si aggiungono a quelli degli
organi ordinariamente preposti alle attivit ad essa delegate. Peraltro, a causa dei vasti poteri
attribuitile ed alla sua non adeguata composizione, stato necessario il ricorso a consulenze
esterne. I controlli dei ministeri competenti e della regione sono risultati carenti.
c) Sulla progettazione
Il progetto dellopera risultato carente, tanto da essere oggetto di continue rielabo-
razioni gi immediatamente dopo lapprovazione del preliminare da parte del Cipe.
46
Il commissario riconosce loriginaria debolezza progettuale, dal momento che le nu-
merose richieste dei comuni accolte dallo stesso hanno comportato un significativo
miglioramento in termini di inserimento dellopera nel contesto territoriale, ambientale
e paesaggistico dellarea pedemontana veneta. Anche alcuni enti locali hanno conte-
stato lo scarso approfondimento tecnico del progetto. Talune rimodulazioni - che hanno
comportato, fra laltro, due nuove procedure di valutazione di impatto ambientale - si
sarebbero potute evitare con una previa, pi puntuale e rigorosa attivit progettuale.
Appare incerta la sostenibilit finanziaria dellopera, viste le previsioni ottimistiche sui
volumi di traffico ed il conseguente rischio che gli insufficienti flussi di cassa generati
possano produrre ulteriori esborsi pubblici; alla perdita di strade a libera circolazione si
potrebbe, pertanto, aggiungere un ulteriore onere collettivo, attraverso la socializzazione
delle eventuali perdite.
d) Sui costi
Il costo di realizzazione, nel corso degli anni, cresciuto notevolmente. Nello studio di
fattibilit del 2003 - seppur con riferimento ad una soluzione progettuale diversa, senza
oneri capitalizzati ed Iva - veniva valutato sotto il miliardo di euro; oggi ha superato,
con gli oneri capitalizzati, i 3 miliardi, anche a causa del necessario, continuo miglio-
ramento progettuale e delle opere compensative richieste dagli enti locali. Queste ultime
avrebbero dovuto essere preventivamente definite nella loro - seppure approssimativa
- entit in sede di progetto preliminare, ammettendo solo quelle generate direttamente
dallimpatto dellinfrastruttura sul territorio e destinate alla mitigazione dei suoi effetti
sullambiente e sulla collettivit interessate, con puntuale definizione dellonere econo-
mico. Parte della viabilit di raccordo con lopera non inclusa nel costo dellopera e a
ci dovr provvedersi con ulteriori fondi pubblici.
f) Sui controlli
Modesta risulta lattivit di controllo e di monitoraggio dellopera, anche a causa della
direzione dei lavori affidata, peraltro per disposizione legislativa, allesecutore stesso.
Ci imporrebbe, pertanto, una rigorosa attivit di vigilanza e di alta sorveglianza da
parte del commissario delegato. Va rilevata anche lassenza di attivit in tal senso
esercitate dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. Scarsi sono anche i controlli
del Ministero delleconomia e delle finanze sulla contabilit speciale.
Il collaudo stato affidato allesterno della stazione appaltante, intuitu personae ed
applicando la tariffa professionale a pubblici dipendenti; il pagamento dei collaudatori
a carico del concessionario contrario al principio del buon andamento amministra-
tivo, dal momento che la loro posizione quali contraddittori dellesecutore non tollera
condizionamenti.
DI NUOVO GOLDIN 47
LA BASILICA PALLADIANA
6 MESI SOTTO SEQUESTRO
PORTA IL VAN GOGH
DEI DISEGNI DI OTTERLO
Le chiamano mostre Blockbuster, ma ai sindaci tipo Variati
e ai vice sindaci tipo Bulgarini piacciono da morire. Sono
convinti (in buona fede?) che siano portatrici di cultura vera
e sono anche convinti (in buona fede?) che per la citt siano
un affare. Eppure Variati aveva detto che con le tre mostre
gi fatte era da considerare chiusa lera Goldin.
Promesse da sindaco? Ma la mostra una fotocopia
di unaltra mostra su Van Gogh. Fatta a Brescia, museo di
Santa Giulia, 9 anni fa. Cambia (in parte) il nome.
E senzaltro la giacca di Goldin alla presentazione
PINO DATO
48
sua mostra sugli impressionisti e che ne ha caratterizzato il ritorno nella
citt natia dopo anni di assenza (in seguito a polemiche feroci sempre sullo
stesso tema: la mostra goldiniana blockbuster e lui che con la sua Linea
dOmbra fa la parte del leone), il suo rapporto con le citt (oggi di nuovo
Vicenza, spesso Treviso, un tempo Brescia, che ultimamente lo ha respinto)
problematico e altalenante.
(...) In quella che sar la prima, ampia ed organica mostra mai dedicata in
Italia a questa parte dellattivit di Van Gogh, Goldin riunir tutti i periodi del
suo lavoro. Da quello iniziale nella regione mineraria del Borinage, a Bruxelles
e poi Etten, al fondamentale tempo trascorso allAia e poi brevemente nel Dren-
the fino al meraviglioso e copiosissimo periodo di Nuenen, dove il rapporto con
la pittura comincia a diventare pi intenso, fino a una scelta di alcuni fogli del
periodo francese. Ma soprattutto sul tempo olandese, insuperato per il disegno
nella sua autenticit e drammaticit, che lesposizione bresciana si concentra.
(...) Ottantacinque opere disegnate, oltre come detto a venti quadri, per dare
vita ad un affascinante diario dellanima che porter a conoscere, in una
dimensione affatto nuova, certo meno abusata, il grande piccolo uomo che il
27 luglio del 1890 decise di chiudere la sua esistenza con un colpo di pistola.
(...) La caratteristica della mostra sar che tutte le opere proverranno dal Krller-
Mller Museum di Otterlo, in Olanda. Il museo di Otterlo, unitamente al Van
Gogh Museum di Amsterdam, conserva una grande parte dellintera produzione
di Van Gogh, ed quindi occasione felicissima questa di Brescia. Ben si sa infatti
come il disegno non sia mai esposto in permanenza e occorra invece attendere le
rarissime occasioni legate alle mostre. Costituita soprattutto nei primi ventanni
del XX secolo da Helene Krller-Mller, la sua raccolta vangoghiana fu seconda
solo a quella appartenente ai discendenti di Vincent, e assomma circa duecento
disegni e circa cento dipinti. Nel 1938 venne aperto il museo a lei intitolato nel
grande parco nazionale olandese di Hoge Veluwe, a unora e mezza dalla capitale.
(in questo piccolo estratto, in corsivo parole lette anche in questi giorni per
presentare la mostra dellottobre vicentino 2017)
Il book, sempre a firma Marco
Goldin, della mostra al Museo Santa
51
Giulia di Brescia nel 2008
52
allo studio Gherardi, che sta predisponendo con me lallestimento, sfrut-
teremo la navata della Basilica prevedendo unandata e un ritorno. In un
semplice periodo, con sole due subordinate, ci stanno alcuni seri dubbi, che
mi sembra giusto trasferire ai due amministratori vicentini Variati e Bul-
garini, la grande coppia di questi anni di mostre. Ma c anche una certezza
ed nella principale dotata del verbo sfrutteremo. Che Goldin e Gherardi,
per i loro onesti e giusti obiettivi di espositori, sfrutteranno la navata della
Basilica non ci sono dubbi. Gli crediamo sulla parola. Ma che stiano attenti:
anche questo va detto loro. Stiano attenti. Dopo lunica certezza, il primo
dubbio: landata e il ritorno. Doppia corsia. Doppi cassoni. Che bellezza. Il
secondo dubbio nel soggetto sussidiario (Assieme allo studio Gherardi).
Chi pagher Gherardi? Goldin o Bulgarini? Goldin o i vicentini? Oggi non
si sa. Consiglio al ragioniere capo del Comune: se arriva in qualche ufficio
una fattura intestata a Gherardi, giratela a Goldin. Perch Variati ha detto
che lallestimento sar a suo carico. Terzo dubbio: le spese di allestimento
saranno a carico di Linea dOmbra. Ma il contratto precisa a carico di chi
saranno le strutture, cio i doppi cassoni andata e ritorno? In teoria, am-
mettiamolo: essendo struttura di lungo utilizzo (teorico) dovrebbero essere
a carico del comune. Basta che in occasione della prossima mostra di Goldin
non siano tolti, buttati al macero, e sostituiti con altri cassoni. Se sono a
perdere, devono essere pagati da Goldin. Se sono stabili, dal comune. Per
la cosa va precisata. Lo faranno prima del 7 ottobre? Questa la madre di
tutti i dubbi.
10. SEI MESI. Dare la basilica gratis per far vedere la stessa mostra a pi
visitatori possibile in modo che lunico proprietario dei biglietti, cio Gol-
din Marco, amministratore unico e socio unico di Linea dOmbra, ne possa
vendere il numero pi alto possibile, non solo unassurda indecenza, una
patente mancanza di rispetto nei confronti dei vicentini. Una mostra lunga
sei mesi non esiste in nessun museo al mondo.
53
gli sprovveduti ma logico
che venda la merce che ha
deciso di vendere.
nelle regole del gioco.
Ma quando dichiara di
ammirare Marco Goldin,
parole testuali (vedi GdV
del 19 marzo 2017) perch
con coraggio si accolla
il rischio di impresa il
sindaco ha letteralmente
superato se stesso.
Rischio dimpresa? Sei
mesi di biglietteria tutta sua? Nessun costo daffitto? Sponsor comunque
presenti. Sapete perch Variati ha detto questa enorme sciocchezza? Perch,
stavolta, non ci sono i milioni della Cariverona. Certo, quelli, quando cerano,
erano surplus gioioso allo stato puro.
Tutto questo incredibile. E la cosa pi incredibile di tutte che n Goldin,
n Variati, n Gian Marco Mancassola del Giornale di Vicenza in ben due pa-
gine di illustrazioni piene di rapimento estatico, abbiano detto onestamente
e chiaramente che questa, con qualche variante eccezionale (due filmini di 7
o 8 minuti?) la stessa mostra su Van Gogh fatta al Santa Giulia di Brescia
dal 18 ottobre 2008 al 25 gennaio 2009 dal titolo Van Gogh. Disegni e
dipinti. Capolavori dal Kroller-Muller Museum.
La mostra vicentina su Van Gogh cambia appena il titolo. Ci mette il
cielo e il grano. Ma la base della mostra sono gli 80 disegni di Van Gogh
presenti al Kroller-Muller Museum di Otterlo. Pi qualche dipinto. E allora
di che rapimento stiamo mai parlando?
dunque una mostra fotocopia. Gi vista. Gi descritta con le stesse paro-
le. Se andate a cercare su internet (ibs.it) troverete il catalogo con qualche
sconto della vecchia mostra sui disegni presenti a Otterlo di Van Gogh.
Autore Marco Goldin. Se non sbaglio, ho letto titoli dei molti giornali amici
di questo bravissimo commerciante di mostre di successo in cui si parlava
di segreti mai raccontati, di lettere mai viste. I segreti si sono gi scoperti
da tempo (neanche Brescia li aveva scoperti, ce nera stata unaltra di mo-
stra su Van Gogh, sempre a Brescia, sempre di Goldin, nel 2005). Anche l
cerano delle lettere.
La morale questa: bello rivedere Van Gogh. Ma non raccontateci frottole.
E soprattutto: se c stata unaltra mostra con gli stessi quadri, ditelo ai
visitatori, ai lettori, ai cittadini, ai clienti.
Ultima cosa, caro Variati, caro Bulgarini: tutto questo ambaradan, con la
cultura, non centra nulla.
Goldinfinger
54 e la Basilica Palladiana
TOMASO MONTANARI *
55
lapoteosi del marketing del capolavoro. Da gennaio la stessa accozzaglia
di opere sublimi si spost a Verona, ma con un altro imperdibile titolo:
Da Botticelli a Matisse.
Fin qui niente di particolare: notorio che Goldin (indimenticato produt-
tore de Gli Impressionisti e la neve, (la mostra che imprezios i Giochi
olimpici invernali di Torino) interpreta nel modo pi efficiente labuso
a ciclo continuo della storia dellarte che praticato anche in molti
altri luoghi (dalle Scuderie del Quirinale al Palazzo Reale di Milano). Quel
che invece davvero notevole la risposta che Goldin ha dato a coloro
che gli hanno mosso queste stesse critiche: Credo nelle emozioni, non
nella conoscenza per pochi sapienti. E ancora: Ho la convinzione che
le opere darte non debbano essere relegate alla sola fruizione elitaria
riservata ai sapienti.
Ecco lultima frontiera del tradimento della storia dellarte, ridotta
a strumento per opporre le emozioni alla conoscenza, e il popolo alllite.
la stessa retorica che usa Matteo Renzi quando difende dalle critiche
degli storici dellarte la bufala autopropagandistica della ricerca della
Battaglia di Anghiari dietro Vasari, o Silvano Vinceti quando dice di aver
trovato le ossa di Caravaggio o di Monna Lisa.
Questa retorica prevede che alle obiezioni scientifiche non si risponda
con argomenti razionali e verificabili, ma con lappello ad ineffabili e
incontrollabili emozioni.
Ed una retorica tre volte menzognera: mente una volta perch tenta
di ammantare di un anelito democratico il marketing della propria car-
riera politica o dei propri affari; mente una seconda volta, perch illude
di far godere dellarte senza nessuno sforzo di conoscenza; mente una
terza volta perch toglie ai cittadini lunico mezzo per costruire davvero
la democrazia: e cio la conoscenza, che si dipinge falsamente come in-
conciliabile con lemozione.
La storia dellarte una disciplina umanistica, cio utile a costruire quella
che i latini chiamavano humanitas: la vocazione di noi tutti a non vivere
come bruti, ma a seguire la conoscenza. Ma il Dio Mercato ha invece
bisogno di clienti, emozionati e ignoranti. Questo insanabile contrasto
oppone, per qualche mese, il senso ultimo della Basilica di Palladio a
quello del suo effimero contenuto.
56 IL CASO GOLDIN A TREVISO
IL SINDACO INNAMORATO
E LO SFRUTTAMENTO
DEL MUSEO DI S. CATERINA
UNA STORIA ESEMPLARE
La stella di Marco Goldin, mercante darte bravo a far
innamorare di s i sindaci (di destra e di sinistra), lieti di
costruire altrimenti inesistenti politiche culturali con la
grancassa mediatica delle Grandi Mostre, nata e si
fortemente sviluppata proprio a Treviso, la sua citt, partendo
dai generosi finanziamenti di Fondazione Cassamarca,
proprietaria della nota Casa dei Carraresi, per arrivare alle
affinit elettive con il sindaco Manildo, neo-fautore delle
Grandi Mostre. Ma a scapito, come raccontiamo in dettaglio
in questo servizio, della pi adeguata politica di conservazione
e sviluppo del patrimonio museale trevigiano a partire
dal delicato complesso di Santa Caterina
QUADERNI VICENTINI
I Musei di Treviso
58
getto di Studiomas Padova, con architetto Heinz Tesar -, che ha consentito
di riaprire il Museo il 29 ottobre 2015, con un allestimento completamente
rinnovato: il Bailo diventato il museo del tardo Ottocento e del Novecen-
to e il filo conduttore dellesposizione la nutrita collezione di opere dello
scultore Arturo Martini.
La riapertura al pubblico del Bailo stata salutata con entusiasmo dalla
cittadinanza - pur con una promozione quasi inesistente - e ha portato un
gran numero di visitatori nei primi mesi di attivit. Malgrado le ottime pre-
messe - la ricchezza e limportanza delle collezioni, la qualit del progetto di
recupero dello spazio e di riallestimento, lapprezzamento del pubblico - fin
da prima della riapertura sono emerse alcune criticit. Molto limitati, ad
esempio, sono gli ambienti destinanti ad alcune funzioni primarie per un
museo: non stata individuata una sala destinata a bookshop, se non un
generico espositore allingresso; non esiste unaula didattica e i laboratori
si svolgono in un ambiente polifunzionale, generalmente adibito a sala
conferenze; manca ancora, sebbene lo spazio sia stato predisposto, unarea
ristoro/caffetteria. Questi limiti sono dovuti anche al fatto che il recupero
ha riguardato solo il 60% della superficie dellex convento: rimane incerta
la sorte del rimanente 40%, per il cui completamento si sarebbe potuto ac-
cedere a un finanziamento regionale, poi richiesto per Santa Caterina. A pi
riprese, tra marzo e aprile 2016, lAmministrazione comunale ha annunciato
alla stampa lavvio di un crowdfunding per il Museo, di cui, per, non si
pi saputo nulla.
A un anno e mezzo dalla riapertura, il Bailo sembra sparito dallagenda
dellAmministrazione, oscurato dalla grande mostra sugli Impressionisti.
Dopo la chiusura del Museo Bailo nel 2003, le collezioni permanenti hanno
trovato una nuova sistemazione nel complesso di Santa Caterina, struttura
di origine trecentesca che comprende la Chiesa di Santa Caterina, il
convento e due chiostri, la cui destinazione a sede espositiva e museo fu
ipotizzata fin dalla riscoperta del corpus di affreschi tardogotici, svelati in
seguito al bombardamento alleato su Treviso dellaprile del 1944.
Al termine di una lunga serie di restauri - i cui progetti originali risalgono a
Carlo Scarpa, interrotti dalla morte in Giappone -, a partire dal 2003 Santa
Caterina ha progressivamente sostituito il Bailo come sede delle raccolte di
archeologia e arte: significativo stato il riallestimento, con finanziamento
statale, della collezione archeologica nel 2007.
Contestuale a uno degli interventi di recupero dello scorso decennio stata
la creazione ex novo di unampia sala sotterranea, la Sala Ipogea, di recente
intitolata allartista trevigiano Giovanni Barbisan e inaugurata nel 2006
per ospitare piccole mostre temporanee.
Nel corso degli anni anche la Pinacoteca ha occupato gli spazi dellex con-
vento, in particolare il lungo corridoio al primo piano, la cosiddetta manica
lunga, le sale attigue e larea delle ex Scuderie. Dopo la riapertura del
Bailo, il Museo di Santa Caterina comprende tre sezioni: larcheologica,
negli ambienti al piano terra e al piano interrato, la Chiesa con gli affreschi
staccati delle Storie di SantOrsola di Tommaso da Modena e la Pinacoteca,
con opere dal Trecento alla met dellOttocento tra cui vale la pena ricordare
almeno la Madonna con bambino di Giovanni Bellini, la Madonna con
60
bambino di Cima da Conegliano, il Ritratto di domenicano di Lorenzo
Lotto, il Ritratto di Sperone Speroni di Tiziano, il Ritratto di famiglia di
Hayez e unampia serie di opere di Paris Bordon, Jacopo Bassano e
Rosalba Carriera.
Ben prima della decisione di trasformare parte della struttura in sede per
grandi mostre temporanee, affidate a societ private, il Museo di Santa
Caterina presentava gravi carenze sia riguardo alle strutture - travi e tetti
- che allallestimento.
Se alcuni dei problemi sono stati affrontati nei recenti lavori - in particolare
la riparazione di tetti e travature -, altre questioni sono state completamente
trascurate. Vari ambienti delledificio conventuale presentano infiltrazioni
dacqua in condizioni di pioggia, come la Sala Ipogea, soggetta a infiltrazioni
anche dalla falda sottostante.
Mentre lallestimento della sezione archeologica stato seguito dalle So-
printendenze ai Beni Archeologici e ai Beni Architettonici, sulla base di un
progetto museologico e museografico, la Pinacoteca ha vissuto una storia
travagliata, segnata da continui spostamenti di opere e quindi da un piano
museologico approssimativo e da un allestimento improvvisato e vetusto: si
sono susseguite negli anni sistemazioni temporanee, spesso raffazzonate e
prive di logica, impoverite dalla mancanza di pannellistica e da un apparato
didascalico ridotto allosso.
Il complesso Ca da Noal - Ca Robegan - Casa Karwath, di origine
medioevale, acquisito dallAmministrazione comunale nel 1935, la terza
sede dei Musei Civici.
Adibita inizialmente a museo della Casa Trevigiana, Ca da Noal, a partire
dagli anni Settanta, ha ospitato importanti mostre darte, con allestimenti
progettati da Carlo Scarpa. Da alcuni anni chiusa in attesa di adeguamenti
per le normative di sicurezza. Gli ambienti di Ca Robegan - Casa Karwath,
restaurati nel 1995, sono sede di piccole esposizioni temporanee. Ricordiamo
che le collezioni dei Musei Civici di Treviso comprendono ricche e pregevoli
raccolte di arti applicate - in particolare ceramiche e stoffe -, conservate da anni
nei depositi, la cui naturale collocazione dovrebbe essere proprio Ca da Noal.
61
sito internet obsoleto e riporta scarne informazioni su opere e collezioni
permanenti; manca del tutto la promozione attraverso i social network, al
punto che non esiste una pagina facebook dei Musei Civici.
Malgrado siano edite molte opere sulle collezioni e sugli artisti pi rap-
presentativi dei Musei e risalga solo al 2015 la pubblicazione di due guide
tematiche, gli spazi destinati al bookshop sono residuali. pressoch assente
il merchandising di qualit - cartoline, poster, riproduzioni di opere, ecc. -,
sebbene i visitatori ne facciano richiesta.
62
architetto di fiducia di Goldin; ladeguamento impiantistico allingegnere
Carlo Chiodin.
A fronte dellimponente impegno di spesa, il Comune di Treviso a novembre
partecipa con il progetto di adeguamento di Santa Caterina, a un bando re-
gionale (Deliberazione Giunta Regionale del Veneto 2047) per interventi di
valorizzazione, conservazione e restauro di immobili sedi di musei, etc. che
prevede un contributo di 722.750 euro. Di fronte alle perplessit espresse
da molti sullammontare della cifra impegnata, 1.225.000 euro, e sul fatto
che il progetto di completamento del Bailo avrebbe invece avuto molte pi
chances di finanziamento, il sindaco Manildo rassicura pubblicamente sulla
certezza del finanziamento regionale: la maggior parte della somma investita
sarebbe rientrata senza gravare sulle casse del Comune. Questa scelta, come
vedremo, metter unipoteca sulle successive decisioni dellAmministrazione.
63
Il 6 febbraio 2015 il Comitato organizza unassemblea pubblica nella quale
viene dettagliatamente illustrato il progetto dellAmministrazione e sono
evidenziate le gravi e pericolose ricadute sul futuro del Museo. Allassemblea
sono presenti il sindaco, che difende strenuamente il progetto, alcuni asses-
sori, diversi consiglieri e lo stesso Goldin che mantiene uno stretto riserbo
e non interviene, nonostante venga chiamato esplicitamente in causa.
Nel frattempo Goldin, tramontati gli Impressionisti dal Museo di Detroit
per indisponibilit delle opere, a gennaio 2015 aveva annunciato il nuovo
ambizioso progetto: ottanta capolavori tra il 1500 e i primi del Novecento,
da una decina di musei, con il titolo molto impegnativo di Treviso e il
mondo, un progetto molto ampio e articolato che coinvolger ovvia-
mente Santa Caterina e anche il Bailo, dal 28 novembre 2015 all8 maggio
2016 (Il Gazzettino, 22/1/2015).
La penale di Goldin
64
La prosecuzione dei lavori: secondo progetto con variante
65
La mattina stessa del 5 settembre, alle ore 8.30, con delibera di Giunta
250 Mostre dArte a Santa Caterina, viene approvata la proposta di Linea
dOmbra. Il provvedimento non comporta, al momento, impegni di spesa
per il Comune.
Ma lasciamo la parola al Gazzettino del giorno dopo, il 6 settembre: Il
ritorno di Marco Goldin a Treviso, annunciato ieri tra lo stupore generale,
sta tutto qui. Dimenticate le polemiche, gli attriti e il clamoroso strappo di
marzo, quando ruppe con lamministrazione e rinunci allorganizzazione
di una mostra che sembrava ormai sul punto di decollare. La trattativa
questa volta ha avuto solo due protagonisti: il sindaco e Goldin. Che hanno
badato al sodo. Prima cosa: tutti i costi delloperazione sono a carico di
Linea dOmbra e dei suoi sponsor. - Pi che sponsor sono amici - dice Goldin
- Unicredit, Generali, Segafredo Zanetti, Pinarello. Ci tengo a sottolineare
che per queste mostre non ci sar un solo euro di finanziamento pubblico.
Anzi per luso di Santa Caterina pagheremo un affitto. Sono poi contento
di arrivare per secondo. Prima di noi, a inaugurare Santa Caterina, ci
sar Arthemisia e la sua mostra. Ovviamente so gi che a qualcuno la
nostra proposta non piacer. Ma ho schiere di nemici in tutto il mondo,
ci sono abituato -. Il Comune metter a disposizione Santa Caterina alle
stesse condizioni, e con gli stessi spazi, previsti per la mostra del prossimo
ottobre di Escher: - In pi useremo solo la sala ipogea. Lallestiremo noi e,
alla fine, regaleremo lallestimento al Comune.
Linea dOmbra si impegna quindi a corrispondere al Comune 20.000 euro
per luso degli spazi espositivi, oltre che a sostenere le spese per allestimento
Ipogea, pulizie, estensione dellorario del Museo e servizio di biglietteria.
Modalit di bigliettazione: 14 euro per la visita a tre mostre, 16 euro cumulativi
per tre mostre + Pinacoteca . Tutti incassati interamente da Linea dOm-
bra, non infatti previsto nessun ristorno a favore del Comune di Treviso.
L8 settembre 2015, data significativa, viene firmata la concessione di
alcuni spazi della sede museale di Santa Caterina per la realizzazione di
Mostre dArte, che prevede il lancio di tre Mostre, dal 29 ottobre 2016 al 17
aprile 2017: Storia dellImpressionismo, Tiziano, Rubens, Rembrandt,
Da Guttuso a Vedova a Schifano.
66
il primo piano per destinarlo a sede espositiva per le collezioni permanenti;
ad adibire a spazi espositivi per mostre temporanee il piano terra delle ex
Scuderie e la Sala Ipogea risanata; a rimuovere parte degli interventi nelle
sale del primo piano, prima della sistemazione a Pinacoteca civica: quindi
via le grate metalliche sulle finestre interne del chiostro, su alcune porte
della manica lunga e sulle facciate del complesso.
Il 19 aprile Linea dOmbra richiede ulteriori spazi espositivi per le mostre in
programma e si dichiara disponibile a sostenere le spese per ladeguamento.
Il 20 aprile 2016, con delibera di Giunta Comunale 92, vengono prontamente
accolte la richiesta di Linea dOmbra di ampliamento della concessione di
spazi espositivi e la sua offerta di eseguire i lavori di sistemazione degli spazi,
assumendo a proprio carico ogni onere connesso alla redazione del progetto
e allesecuzione dei lavori medesimi per un importo di euro 640.000.
Si approva cos il progetto di ampliamento degli spazi concessi alla grande
mostra a tutte le sale della Pinacoteca - sale 7, 16, 17, 18, 19, 20, 21 -, che
viene, di fatto, sfrattata.
Il 26 aprile finalmente cominciano i lavori nel Museo.
68
del 20 maggio 2012 con epicentro in Emilia. Inoltre, secondo quanto pat-
tuito con Linea dOmbra nel contratto di concessione degli spazi museali
per mostre, sono state ritinteggiate le sale espositive; forniti e installati
serramenti blindati e porte tagliafuoco; riparati limpianto di riscaldamento
e la centralina antincendio.
In vista del riallestimento della Pinacoteca a inizio 2018, viene costituita
nel mese di novembre una Commissione incaricata di elaborare il progetto
museologico - cio scegliere con precisi criteri artistici e culturali le opere
da esporre - per la riapertura al pubblico della Galleria Permanente
del Museo di Santa Caterina. Del gruppo di lavoro fanno parte Andrea
Bellieni, Enrica Cozzi, Eugenio Manzato, Sergio Marinelli, insieme al Con-
servatore dei Musei e al Dirigente Lippi.
Mentre con delibera del Consiglio Comunale 43-492 del 30 settembre 2016,
si era approvato linserimento nellElenco degli Incarichi di un professioni-
sta per lindividuazione di soluzioni museografiche per lesposizione delle
raccolte di arte antica (secc. XIII-XIX) nel complesso di Santa Caterina. Il
professionista dovr lavorare in stretta collaborazione con la commissione
per la Galleria Permanente del Museo e stendere il progetto museografico
per il riallestimento della Pinacoteca.
Riallestimento Pinacoteca e restauro Sala Ipogea saranno il quarto progetto
per Santa Caterina. Ma, mentre per il restauro dellIpogea stata gi stanziata
la somma di 1.200.000, per i costi di lavori e materiali darredo necessari al
riallestimento della Pinacoteca non sono ancora state fatte cifre.
Lintera vicenda fin qui riassunta rivela due problemi di fondo per Santa
Caterina. Il primo linadeguatezza di un edificio fragile dal punto di vista
architettonico, con stanze piccole e direttamente comunicanti, a ospitare
eventi che possano richiamare un alto numero di visitatori in tempi molto
ridotti. Ma il problema pi grave la trasformazione di una sede museale in
uno spazio promiscuo, in cui le esigenze dellesposizione temporanea met-
tono in secondo piano la visibilit e la fruibilit delle collezioni permanenti.
Gli interventi dellAmministrazione nel Museo di Santa Caterina, tra 2015 e
2016, hanno marcato un sostanziale cambio di destinazione duso di alcune
sale, tolte alle attivit ordinarie del Museo e destinate a un uso improprio.
Lex-Chiesa di Santa Caterina - corpo integrante del Museo -, che conserva
importanti cicli di affreschi tardogotici e ospita gli affreschi staccati delle
Storie di SantOrsola di Tommaso da Modena, stata adibita da tempo ad
auditorium, destinazione che, oltre a mettere in pericolo lincolumit di opere
tanto fragili e preziose, ha reso difficoltosa la visita del sito in occasione di
conferenze, dibattiti, incontri che spesso nulla hanno a che fare con lambito
culturale del Museo.
Oltre a questo, da qualche tempo lAmministrazione ha individuato nella ex
Chiesa uno spazio per la celebrazione di matrimoni civili, dando la possibilit
69
di svolgere rinfreschi e banchetti nuziali nei due chiostri attigui.
La Chiesa e il Chiostro grande hanno spesso ospitato in passato, in orario
serale, piccoli concerti di musica classica con un numero di spettatori ri-
spettoso dei limiti di capienza - 350 spettatori il limite massimo sicurezza
consentito -, senza installazioni di strutture invasive e pericolose per il
patrimonio monumentale e artistico.
Da due anni, invece, la Chiesa ha ospitato eventi che potevano mettere a
rischio gli affreschi: nellagosto del 2015 stata sede della trasmissione
televisiva Parallelo Italia; mentre nel 2016, per tre luned successivi, 12,
19, 26 settembre, Marco Goldin vi ha tenuto le lezioni introduttive alla
mostra Storie dellImpressionismo, superando ogni volta le cinquecento
persone in sala, ma con lautorizzazione volante, direttamente in loco, del
sindaco Manildo che se ne assumeva la responsabilit - come dai resoconti
dei quotidiani Gazzettino e Tribuna del 14, 19 e 28 settembre. Tanto che
lex assessore alla Cultura Vittorio Zanini si sentito in dovere di inviare
unallarmata lettera pubblica al Sindaco - Tribuna del 7 ottobre - in cui
chiede perch stato consentito di superare il numero previsto e consen-
tito dai regolamenti del Museo, di spettatori in occasione delle tre serate
tenute da Marco Goldin e perch si mettono a rischio () gli affreschi di
Tommaso da Modena.
Gli spazi sono stati concessi anche per il Pinarello Festival, dal 29 al 31
ottobre 2016, in occasione del primo fine settimana di apertura della mo-
stra, per celebrare i Ventanni di Linea dOmbra. In queste giornate, ideate
a curate da Marco Goldin, si sono tenuti alcuni concerti di musica pop, tra
cui due di Franco Battiato.
Fino ai primi mesi del 2015, unampia sala della struttura conventuale, inti-
tolata alla storica dellarte Clara Rosso Coletti, era adibita a sala conferenze.
Durante la mostra Escher questo ambiente, privato delle pannellature che
preservavano le pareti ma consentivano la visione degli affreschi sopravvis-
suti, diventato sede del laboratorio didattico della mostra e, insieme, spo-
gliatoio per il personale di Arthemisia, oltre che sala microfonaggio gruppi.
Ora la sala Rosso Coletti passata a guardaroba per la mostra di
Linea dOmbra, con linserimento di arredi specifici e la copertura delle
pareti con nuove pannelli che hanno nascosto gli affreschi, contravvenendo
cos alle prescrizioni della Soprintendenza (16/6/2015). Da mesi non esiste
pi un guardaroba per i visitatori del Museo.
Fino a febbraio 2015 laula didattica era in unampia sala vicina al chiostro
piccolo, attigua allallora guardaroba e ai bagni, consentendo cos alle classi
di muoversi agevolmente e in sicurezza. Poi, con la mostra Escher, latti-
vit didattica stata trasferita nella Sala Ipogea, mentre lo spazio liberato
- senza alcun intervento migliorativo - stato adibito a bookshop per Escher.
Allapertura delle mostre di Goldin laula didattica stata nuovamente trasfe-
rita, questa volta in una stanza ricavata da un deposito interno al Museo, dal
momento che la Sala Ipogea ospita una delle tre mostre di Linea dOmbra,
Da Guttuso a Vedova a Schifano.
Fino allinizio del 2015, il vano a sinistra della porta dingresso al Museo era
70
usato come biglietteria e bookshop. Ora lo spazio diventato una control
room (sala di controllo) e il bookshop del Museo non esiste pi. Si possono
acquistare solo alcune pubblicazioni, esposte in un piccolo spazio nel boo-
kshop di Linea dOmbra. La biglietteria del Museo stata di fatto eliminata
e lemissione dei biglietti per la parte delle collezioni permanenti visibili
viene gestita direttamente dal personale di Linea dOmbra: i visitatori
interessati alle sole collezioni museali sono costretti a sottostare alle esigenze
della mostra, compresi i tempi di attesa alla cassa. La sezione archeologica,
al piano terra, non stata toccata, ma la fruizione degli spazi stata resa
difficile e disagevole, dal momento che i visitatori della mostra temporanea
raggiungono il guardaroba attraversando il settore archeologico.
Pur non disponendo, al momento, di tutti i dati per valutare appieno lim-
patto dei lavori e degli interventi legati alla mostra di Linea dOmbra sulla
realt museale cittadina, in base allesperienza della mostra Escher e a
quella fatta in oramai cinque mesi di Impressionisti, possibile tirare le
somme individuando alcuni elementi molto preoccupanti.
I lavori realizzati nel 2015 e nel 2016 a Santa Caterina hanno comportato
la perdita di arredi e pannellature in molti casi ancora in buono stato.
Gli interventi alle sale del primo piano, lungo la manica lunga, cio le
strutture in cartongesso sovrapposte ai muri, hanno ridotto i volumi delle
stanze, ma hanno soprattutto cancellato la realt architettonica delledi-
ficio storico, chiudendo anche le aperture verso lesterno, peraltro alterate
dallinserimento di griglie di sicurezza. Lungo lo scalone seicentesco stata
installata una porta a vetri, con parti in metallo inserite nella muratura, che
rompe senza necessit la continuit della scalinata ed quindi funzionale
alla sola grande mostra.
Lautorizzazione, da parte della Soprintendenza, a inserire alcuni elementi
- griglie alle finestre, inferriate con porte automatiche - legata alla reversi-
bilit degli interventi. Alla fine della mostra sar quindi necessario riportare
in luce le finestre, togliere le inferriate delle porte, ecc.: ma su chi rica-
dranno i costi dello smantellamento di queste strutture temporanee?
Sar lAmministrazione a doversi accollare le spese per eliminare le cose
in pi ereditate dalla Grande Mostra e ripristinare secondo le prescrizioni
della Soprintendenza? I costi di queste superfetazioni, legate alla mostra
temporanea, sono stati sostenuti in toto da Goldin o sono gravati anche
sullAmministrazione? Riuscire a districarsi tra le spese delluno e dellaltra
non sar semplice, ma a fine mostra per il sindaco sar un obbligo renderle
pubbliche, in nome della tanto sbandierata trasparenza amministrativa.
Tolte le griglie alle finestre del Museo, le inferriate delle porte di scorrimento,
i cartongessi che ostruiscono le finestre, alla fine cosa rimarr delle opere di
71
miglioria del Museo e quindi del dono di 640.000 euro di Goldin alla citt?
Dallinizio dei lavori, e in particolare dal mese di settembre 2015, la Pinaco-
teca non stata pi visibile nella sua interezza, restando per periodi anche
molto lunghi inaccessibile al pubblico. E lo rimarr, molto parzialmente
visibile o del tutto smobilitata, fino a dicembre 2017, cio per ben 26 mesi
complessivi. Consideriamo anche che a motivo dei lavori la collezione per-
manente stata smontata e riallestita pi volte, con evidenti rischi per lin-
tegrit delle opere e costi di spostamenti gravati in toto sulle casse comunali.
Durante la mostra Escher, 31 ottobre - 3 aprile 2016, soltanto una selezione
delle opere pi significative stata esposta, senza alcun apparente criterio
museologico, nella manica lunga e negli ambienti adiacenti, in molti casi
senza didascalie.
Nei mesi successivi alla mostra Escher (aprile-giugno 2016) stato neces-
sario un nuovo disallestimento per lavorare negli ambienti contigui alla
manica lunga: alcune opere sono state spostate nelle sale delle ex Scuderie,
invisibili al pubblico fino allestate per problemi organizzativi del Museo,
altre sono state collocate nei depositi, altre ancora sono state esiliate in
alcuni ambienti dellarea Mezzanini al terzo piano, stanze molto piccole
riattate per loccasione e precedentemente deposito di vario materiale del
museo, visitabili solo dopo laboriose richieste.
Le opere nellarea ex Scuderie, piccola selezione ordinata in base a criteri
tematici, sono state esposte a luglio ma a fine agosto 2016 sono state tolte,
per consentire nuovi lavori in vista della Grande Mostra.
Nei mesi di settembre e ottobre 2016 la Pinacoteca stata chiusa definitiva-
mente e sono rimaste disponibili per il pubblico solo la sezione archeologica,
i Mezzanini e la Chiesa con gli affreschi staccati di Tommaso da Modena.
Una selezione della permanente, trenta opere, stata ricollocata
nella manica lunga, entrando dunque a far parte del percorso espositivo di
Linea dOmbra e visibile solo con il biglietto degli Impressionisti. Il pubblico
interessato alle sole collezioni del Museo, oltre alla sezione archeologica,
pu vedere appena una piccola selezione della permanente, nei Mezzanini.
Da maggio a dicembre 2017, per otto mesi la Pinacoteca rester chiusa al
pubblico per il parziale smantellamento di strutture e arredi installati per
lesposizione temporanea, in modo da poter metter mano alla risistemazione
delle sale e al riallestimento delle opere della collezione permanente, secondo
un nuovo piano museologico e museografico.
Gli spazi per le attivit specifiche del Museo - aula didattica, bookshop,
guardaroba - sono stati ridotti al minimo o eliminati, con evidente disagio
per il pubblico interessato alle sole collezioni di Santa Caterina o a svolgere
le attivit didattico-educative incentrate sul patrimonio cittadino.
Il pubblico di Storie dellImpressionismo, con il biglietto della
mostra ha potuto vedere trenta tra le pi prestigiose opere della collezione
museale, senza che Linea dOmbra abbia corrisposto un solo euro del bi-
glietto al Comune di Treviso.
Le lamentele dei visitatori
72 Anche per la mostra sugli Impressionisti, come per Escher, lalto afflusso
di visitatori - in particolare nei fine settimana e nellultimo mese di aper-
tura - ha creato disagi non solo allingresso e nella biglietteria, inadeguati
a sostenere limpatto di centinaia di visitatori in tempi molto ristretti, ma
anche le sale sono risultate troppo anguste per una visione adeguata delle
opere, con varie lamentele riportate apertamente sui social.
Alcuni importanti ambienti espositivi, come la Chiesa e la sezione arche-
ologica, sono in questi mesi sede sia delle attivit ordinarie del Museo che
corridoi di passaggio per i visitatori della mostra.
Da met al 27 ottobre 2016, per consentire lallestimento della mostra, il
Museo di Santa Caterina stato chiuso al pubblico e sono state interrotte
tutte le attivit: di fatto uninterruzione di servizio di dieci giorni per con-
sentire a un privato di movimentare le opere della sua mostra.
La volont di trasformare Santa Caterina in uno spazio per grandi esposizio-
ni temporanee, mettendo in secondo piano la primaria funzione di Museo
Civico, ha avuto importanti ripercussioni anche sulle altre sedi museali
cittadine, in particolare sul nuovo Bailo.
A pi riprese, come si accennato, lAmministrazione ha sottolineato la
necessit di trovare finanziamenti per completare il restauro della seconda
parte di questo Museo, anche attraverso un crowdfunding di cui per non
ha mai fornito dettagli e modalit operative. Come gi ricordato, si sarebbe
tuttavia potuto ottenere parte dei fondi proprio attraverso il bando regionale
DGR Veneto 2047 del 3/11/2013, con buone possibilit di riuscita presen-
tando il progetto di completamento del Bailo, il cui primo stralcio aveva gi
goduto di un finanziamento europeo.
Se ci si chiede come tutto ci sia stato possibile e perch non ci siano stati
interventi risoluti da parte della Soprintendenza - autorit e arbitro in ma-
teria - nello sbrogliare limbarazzante groviglio Museo di Santa Caterina,
basta scorrere le dichiarazioni raccolte dalla giornalista Veronica Rodenigo
per Il giornale dellarte on line, del 3 ottobre 2016, da cui appare chiaro il
ruolo ondivago della Soprintendenza, che si fa scavalcare dallincalzare dei
lavori e detta prescrizioni a futura memoria: non si fa, ma, se ormai si
fatto, tutto reversibile al 100%.
Gli architetti Andrea Alberti, dirigente, e Giuseppe Rallo, funzionario, della
Soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per larea metropolitana
di Venezia e le province di Belluno, Padova e Treviso, Luca Maioli, storico
dellarte della stessa Soprintendenza, interpellati su Santa Caterina da Ro-
denigo, rilasciano dichiarazioni che non chiedono commenti.
Luca Maioli: Non stato consegnato un piano museologico definitivo bens
parziale, e a mostre concluse, il museo sar oggetto di riallestimento se-
Casa dei
Carraresi,
73
Treviso.
A lungo fu anche
casa di Marco
Goldin, finch
dur lidillio
con il padrone
di Fondazione
Cassamarca,
De Poli.
Questa scelta culturale, tuttavia, ha vincolato per molti anni a venire, insieme
a ingenti risorse economiche, anche le pi importanti decisioni di politica
culturale per la citt. Su questa scelta hanno pesato ragioni squisitamente
politiche che poco, per, hanno a che fare con una progettualit culturale
degna di questo nome, ben definita e trasparente in linee dindirizzo, obiettivi
e prospettive sul futuro dei Musei Civici.
Si badato invece a marcare il distacco da un lascito prestigioso - il re-
stauro del Bailo - maturato, per, nel corso del lungo ventennio di governo
gentiliniano-leghista. Si rendeva necessario bilanciare il Bailo rinnovato con
75
linaugurazione di una grande mostra, da celebrare nellautunno 2015,
proprio in concomitanza con la riapertura del Museo rimesso a nuovo.
Oltre che assecondare la pressione dei commercianti del centro di Treviso,
desiderosi di rinverdire i fasti goldiniani a Ca dei Carraresi.
Su questo sfondo entrano in scena le Grandi Mostre e il loro massimo
officiante, Goldin, imprenditore dellarte, dotato di non comuni capacit
organizzative, abile nellaccontentare e mettere daccordo commercianti e
politici, suscitando, con robusti investimenti, clamori mediatici capaci di
emozionare lopinione pubblica e nascondere la mancanza di progettualit
della Giunta.
Non si poteva usare Ca dei Carraresi di Fondazione Cassamarca, sede
storica a Treviso per questo genere di esposizioni temporanee, a causa di
vecchie ruggini tra il Presidente di Fondazione Dino De Poli e il curatore
Goldin - nate in occasione dellultima mostra di Linea dOmbra a Treviso,
tra ottobre 2003 e marzo 2004, Loro e lazzurro. Da Cezanne a Bonnard - e
allora si individua come sede alternativa lincolpevole Santa Caterina.
LAmministrazione comunale, contro ogni buon senso, mette mano al
progetto pi improbabile e costoso, dando il via, nei due anni a seguire, a
una vera e propria sarabanda di lavori e delibere, che vedr avvicendarsi
curatori di mostre - da Goldin ad Arthemisia, poi di nuovo Goldin - e fiori-
re diversi progetti di adeguamento strutturale - ben tre - con conseguenti
disallestimenti e riallestimenti, pi o meno improvvisati, della Pinacoteca.
Un lavorio inesausto e dal futuro incerto, degno della Fabbrica di san Pietro.
76
spazi per mostre temporanee, quelli s adeguati agli standard internazionali e
adatti a ospitare esposizioni di alto livello. Il Museo completato poteva essere il
cardine per la ridefinizione dellintero sistema museale cittadino.
Era e, ancor pi oggi, necessario recuperare il ruolo e la figura del direttore
dei Musei nella pianta organica dei dipendenti del Comune, per colmare
lattuale grave lacuna di competenze tecnico-scientifiche e riprendere in
mano una sorvegliata gestione dei Musei Civici. Mai come in questi mesi si
fatta sentire la mancanza di una figura istituzionale investita dellautorit
capace di arginare lingombrante invadenza di politici e privati.
Una mostra? 77
O uno specchietto
per allodole (elettorali)?
GIOVANNI BERTACCHE
79
attecchire. Ma almeno si cogliesse loccasione dellafflusso di turisti, che
nonostante tutto ci si augura numerosi, per programmare la visita a palazzi
e ville palladiane, e non solo.
A partire dalla stessa Basilica, alla Loggia del Capitanio, al Chiericati, Valma-
rana, Braga, Teatro Olimpico; alle ville, a cominciare da quella pi famosa e
imitata La Rotonda, alle tante sparse sul territorio provinciale. Non minor
cura per far conoscere la Vicenza romana coi suoi numerosi siti sparsi in
citt ed evidenziati da appositi pannelli; lacquedotto romano rintracciabile a
partire dalle risorgive della Motta di Costabissara, le 5 arcate e una ventina di
pilastri (tutti in pessime condizioni) alla Lobia. Ed ancora le tante strutture
museali sparse nella provincia, i monumenti della grande guerra (nel primo
centenario); le fabbriche e le minuscole strutture di creativit artigianale
che dialogano con tutto il mondo, facendo del vicentino un ambasciatore
dingegno, di conoscenze e di economia.
Una mostra a Vicenza, al di l dellevento in s, o una vetrina delle bellezze
e delle risorse del suo territorio oppure costituisce una meschina operazio-
ne di sfruttamento, senza alcuna utile e duratura conseguenza. Per questo
la logistica anzitutto, pressoch assente o distratta, deve essere tarata per
questo scopo. A cominciare dallinformazione, confinata in un unico uffi-
cietto allestremit opposta dellitinerario anzich allarrivo in citt (stazione
ferroviaria, stazione degli autopullman, nei pressi dei parcheggi) e meglio
ancora se itinerante, coinvolgendo enti e associazioni che pi traggono
vantaggi dalla rete dinformazione. Quindi i trasporti pubblici, comodi
ed economici, per gli spostamenti frequenti, dentro e fuori citt. Le visite
programmate con guide gratuite, a illustrare luoghi, opere, monumenti. La
mostra unoccasione per ri-pensare il territorio e le sue potenzialit non
un punto di arrivo, cessato il quale tutto torna come prima.
Non sarebbe feconda n utile e non lascerebbe segno.
80 GLI ENORMI COSTI
DELLA CHIESA CATTOLICA
(per cattolici, Laici,
ATEI, PERFINO fedeli
DI ALTRE CHIESE)
Dal costo dell8 per mille con quelle storiche incredibili ambi-
guit mai risolte, all8 per cento sugli oneri di urbanizzazione
degli enti locali, misterioso e sfuggente, allipocrita finanzia-
mento fiscale delle scuole private, allinsegnamento monopo-
listico della religione nelle scuole di uno Stato che si professa
laico, al privilegio incomprensibile dei cappellani militari,
al monopolio dellassistenza spirituale nei nosocomi,
al mancato pagamento dellIMU per la gran parte
del patrimonio immobiliare di propriet, il Vaticano, alias la
Chiesa cattolica, riceve dagli italiani un mare incontrollabile
e inquantificabile di denaro (non solo pulito...). Lo Stato, in
questo senso, subisce passivo. In una parola: non esiste
LUCIO PANOZZO
Benedetto XVI
sciti a stabilire una vera e propria tassazione sulla carne viva del popolo
italiano, anche se da quel concordato lItalia uscita come repubblica laica,
avendo eliminato nellaccordo il concetto di religione di stato. Sia detto
di passaggio: mentre in occasione del primo Concordato-Trattato (1929) la
ratifica parlamentare aveva avuto modo di essere votata con il valido aiuto
del partito comunista, col secondo concordato sono convinto che le diffe-
renze furono poche, tanto vero che vinse chi doveva vincere, perch cos
era stato deciso dai padroni dellItalia. In questo articolo nostra intenzione
presentare un excursus, ancorch incompleto, almeno paradigmatico della
situazione attuale, sconosciuta ai pi perch ogni decisione presa sulla pelle
del contribuente perde, per ordini superiori, il diritto di menzione sui mass
media, nessuno escluso. Ogni tanto qualcosa si riesce a leggere tra le righe,
ma non sufficiente. La stampa specializzata in questo senso insufficiente
al massimo. Faccio solo un esempio: LATEO, organo ufficiale dellUNIO-
NE ATEI E AGNOSTICI RAZIONALISTI, Associazione dai cui studi traggo
parte di quanto vado scrivendo, entra in circa 4000 case (parlo dellintera
Italia), dove abitano famiglie che gi conoscono largomento, quindi, a
parte i concetti donchisciotteschi che ci contraddistinguono, solo fatica
sprecata. Non per questo dobbiamo eliminare lAssociazione (riconosciuta
come associazione di promozione sociale dal competente ministero), anzi
faremo di tutto per migliorarla e vieppi diffonderla, stiano certi di questo
coloro che la vorrebbero affossare.
82
- Prima parte (documentabile): contributi alla Chiesa cattolica
da parte dello Stato italiano
Come si legge in questa tabella della Corte dei Conti alla Chiesa Cattolica sono stati
elargiti dallo Stato in 24 anni a titolo di 8 per mille ben oltre 18 miliardi di euro.
Citt del Vaticano. La mole un po inquietante della sede dello IOR, la banca vaticana.
85
e non meno paradossali: gli insegnanti di religione cattolica vengono sapori-
tamente pagati dallo Stato, mentre gli stessi insegnanti vengono scelti
dal vescovo di riferimento, cio il presule della diocesi sotto la quale
ricadono il/i provveditorato/i (province e diocesi non corrispondono, come
ben si sa). Altri piccoli privilegi: lo stipendio degli insegnanti di religione
cattolica sono un po pi pesanti di quelli dei colleghi di altre materie; gli
insegnanti di religione cattolica possono emigrare negli elenchi dei provvedi-
torati (esempio: un professore di matematica che non riesce a trovare posto
si propone come professore di I. R. C. per poi, raggiunto il ruolo, emigrare
negli elenchi dei provveditorati con diritto di avere subito un posto di ruolo).
Ma il privilegio gigantesco questo: solo la religione cattolica ha diritto a
insegnare nelle scuole la materia denominata religione cattolica. Tutte le
altre religioni, tra cui quelle che hanno trattati e/o concordati con lo Stato
italiano, se vogliono insegnare religione, devono costituirsi in scuola privata,
ma, si badi bene, scuola privata che non avr mai lo status di scuola paritaria.
Il calcolo sul costo dellinsegnamento I. R. C. viene dedotto da varielementi,
in quanto il ministero competente non crede opportuno pubblicarlo sul suo
sito. Viene stimato in 1.250 milioni di euro/anno. Riporto il link nel quale
chi lo vuole pu andare a leggersi con un po di pazienza la serie incredibile
di privilegi e prevaricazioni annessi e connessi, tipo gli esoneri, sempre
difficili da ottenere. Si pu tranquillamente asserire che anche nella scuola
comandano loro, come dappertutto, del resto.
https://www.uaar.it/laicita/ora-di-religione/#07
CAPPELLANI MILITARI.
Per questo argomento vale quanto detto sui privilegi della scuola: i cappellani
militari sono esclusivamente cattolici a fronte di una popolazione che
di anno in anno diventa sempre pi internazionale e multiculturale e dove
i non credenti stanno superando i 10.000.000 su una popolazione di 60.
Credo di poter dire che nel caso in esame la Chiesa abbia superato se stessa
in quanto a privilegi, mentre lo Stato italiano diventa una trottola nelle mani
del Vaticano, che la fa girare quando vuole e come vuole.
Se non basta il paragone, possiamo parlare di abilissimi burattinai che
tirano i fili attaccati al collo dei nostri politici. Il bello che i grossi/grassi
cardinali, mentre tirano i fili e fanno ballare le marionette, si fanno anche
delle grosse/grasse risate. Veramente non si capisce come i nostri politici
non abbiano un rigurgito dorgoglio nazionale mentre si fanno dirigere e
deridere in questo modo dalla Chiesa cattolica quando questultima, a suon
di costituzione, dovrebbe essere solo tollerata e non dovrebbe partecipare
alla grande mangiatoia, come invece le permesso di fare dagli imbelli
governanti di uno stato burletta.
Voglio aggiungere: come fa lEuropa ad accettare questa situazione quando
ci sanziona per stupidaggini ben pi piccole? Vorrei capire anche come fa
la Corte europea dei Diritti dellUomo a tollerare questa ingiustizia,
ma anche l stato dimostrato che i diritti sono di volta in volta esaltati o
86
calpestati, come qualche anno fa nei confronti della denuncia di una signora
finlandese abitante ad Abano Terme (Pd) che si era rivolta alla Corte per pro-
testare contro lesposizione del crocifisso nelle aule scolastiche frequentate
dai figli. Credo che una figura barbina come quella della Grande Chambre in
quelloccasione sia difficile trovarla da qualche altra parte: la Chiesa catto-
lica trionf anche in quel caso (per quello che a volte viene chiamata chiesa
trionfante). Una straordinaria offesa, un clamoroso autogol da parte di un
ente che dovrebbe vigilare sui diritti fondamentali e al quale, lo confesso,
credevo ciecamente.
Ma veniamo allargomento.
Riporto, tanto per cominciare, quello che mi sembra un altro dei tanti
privilegi. Dalle righe sotto riportate da Wikipedia si evince subito la prima
mostruosit. Per parlare dei poteri dellOrdinariato viene usata la parola
giurisdizione. Non dobbiamo prendere sottogamba luso delle parole da
parte di quelli che per definizione ne sono maestri. Giurisdizione una
parola che ha il suo bravo significato, una mostruosit se usata a sproposi-
to. E mi sembra proprio che qui sia stata usata in tal senso. Daltra parte,
per chi si crede padrone del mondo, questo anche poco. Prego il lettore
di leggere attentamente queste poche righe, meditare e rileggere pi volte,
finch lassurdit del significato balzer agli occhi anche dei meno attenti.
87
tutti gli ospedali di personale consacrato per lassistenza spirituale ai de-
genti. Questo si accompagna alla presenza nauseante di cappelle, capitelli,
immagini sacre, candele accese, santi e crocifissi appesi dappertutto. Anche
se mi ripeto, lo faccio per una buona causa: il tutto solo ed esclusivamente
di matrice cattolica. Non capisco perch le altre religioni non protestino con
forza il loro diritto a partecipare. Forse sar perch sanno gi che sarebbe
fatica sprecata, in quanto questo tipo di apostolato profumatamente pagato,
e lo Stato italiano, lo sappiamo, non pagherebbe mai personale consacrato
appartenente ad altre religioni, anche se queste religioni hanno stipulato
fior di patti e concordati.
Fornisco una prova di ci che sto dicendo: lUAAR, dopo vari tentativi,
riuscita ad entrare nel programma di assistenza spirituale, in quanto ha di-
mostrato la presenza di circa 10.000.000 di persone non credenti in Italia.
Dopo varie difficolt, lo Stato non ha potuto esimersi da un atto di giustizia,
e lUAAR ha potuto organizzarsi in modo da partecipare al programma,
ovviamente limitata dalla carenza di personale proprio adatto alla bisogna.
Piccolo particolare: lUAAR fornisce personale seriamente addestrato esclu-
sivamente volontario, che cio non percepisce nessun compenso, a differenza
del personale cattolico che (dati di qualche anno fa) percepisce uno stipendio
di circa 1.500 euro netti al mese, con diritto di vitto e alloggio negli ospedali.
Siccome di sacerdoti ne vedo pochi in corsia, indagher su quelle che sono
abitudini inveterate in seno alla chiesa cattolica, cio il subappalto delle
prebende. Mi spiego: dal vescovo che in tempi antichi aveva la nomina in
diocesi lontane e scomode, che offriva a chi era meno ricco la possibilit di
sostituirlo previo compenso che a volte non raggiungeva la met della pre-
benda (si chiamava e si chiama tuttora cresta), ai parroci che operavano lo
stesso scambio per quanto riguardava le parrocchie. Mi capitato di vedere
qualche frate in corsia, cos ho fatto due pi due. Si sa per certo che i frati
sono pi poveri dei secolari, specialmente quelli appartenenti agli ordini
poveri per antonomasia. Che poi non sono neanchessi poveri sul serio
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le quali non avranno proprio le grandi ricchezze, ma tutte assieme fanno i
grandi numeri. Scuole (viste pi su), ospedali, case di riposo, case di cura,
arrivano a decine di migliaia di unit. Seminari e simili possono essere di
propriet delle diocesi, ma anche propriet diretta del Vaticano-Chiesa
Cattolica.
Che la legge italiana riservi particolari concessioni nel caso dellIMU (chia-
miamola cos, lICI il passato), pu essere anche giusto, un trattamento
riservato anche a realt italiane. Che la Chiesa non debba pagare per quanto
riguarda gli edifici religiosi o meno che godono dellextraterritorialit (es.
SantAntonio di Padova), passi, ma che non vogliano pagare su niente, que-
sto non accettabile. Se il lettore fa mente locale a quanto pu ammontare
lentrata totale dellIMU e divide per tre la cifra risultante, questo terzo
corrisponde a grandi linee al quarto che lo stato perde a causa di questo
rifiuto a compiere il proprio dovere da parte della Chiesa.
Se si pu ipotizzare, e da varie fonti viene anche confermato, una cifra totale
di 25 miliardi di entrate IMU e lo si divide per tre, il risultato d 8,6 miliar-
di. Moltiplichiamo 8,6 per quattro, e avremo il totale che lo stato dovrebbe
incassare se non ci fosse questo privilegio mai concesso, ma del quale la
chiesa si appropriata con la prepotenza: 34,4 miliardi.
Piccolo ragionamento: basandomi su studi e statistiche rintracciabili in In-
ternet, ipotizzo che lo Stato italiano versi in varie forme sei miliardi lanno
alla Chiesa cattolica. Mi riferivo a questo quando, allinizio dellarticolo, ho
parlato di spese documentabili. Sicuramente questa cifra comprende anche
una parte degli 8,6 miliardi di cui sopra, ma credo che quando ci occuperemo
di spese non documentate o documentate per ipotesi, dovremo aggiungere
qualcosa proprio in riferimento allIMU mancata. Invito i lettori a cliccare
su questo link, per avere ragguagli sulla cifra totale riservata dallo Stato alla
Chiesa cattolica:
http://www.icostidellachiesa.it/
89
romana, a va sans dire. Per si deve accennare al fatto che altre religioni
hanno stipulato i loro bravi trattati con la Repubblica Italiana: di essi, 8 sono
confessioni cristiane, 3 sono religioni diverse. Esistono altre intese firmate
in attesa di ratifica o perfezionamento legislativo da parte di altre realt.
Non credo di dover spiegare che non ho accesso alle cifre con le virgole,
quindi si potrebbe dire che i miei conti fanno acqua, ma assicuro il lettore
che quei circa che ho disseminato nel testo stanno a significare variazioni
minimissime. Gli ordini di grandezza sono rispettati.
Consip, Renzi, Travaglio e il tritacarne mediatico
senza che nulla di tutto ci che aveva portato la Capua a essere riconosciu-
ta mente rivoluzionaria da una nota rivista scientifica, avesse il bench
minimo peso.
Ma al di l della vicenda specifica, ci sarebbe da chiedersi che cosa rimasto,
nel cittadino medio - quello che avr letto il titolo di un qualsiasi giornale, o
il post di un qualsiasi contatto su Facebook - rispetto allo svolgersi dei fatti?
Probabilmente la stragrande maggioranza di quelli che allepoca vennero
almeno sfiorati dalla notizia, tuttora convinta che Ilaria Capua fosse una
profittatrice, una mascalzona che utilizzava i contatti con le case farmaceu-
tiche per arricchirsi.
Cos come, tornando allinizio, la maggior parte della popolazione minima-
mente acculturata, e sicuramente molto ideologizzata, rester comunque
persuasa del coinvolgimento di Tiziano Renzi nella vicenda del CONSIP.
Ma lo sar a tal punto che, anche ove fosse messa davanti a fatti dimostranti
il contrario, troverebbe una propria personale spiegazione, un proprio
personale accomodamento di questultimi alla tesi iniziale, attraverso con-
siderazioni di tipo complottista. Come se ne esce, dunque?
La gente si informa sempre meno, e in maniera estremamente superficiale:
il tempo allapprofondimento tempo perso, si preferisce saperne, o credere
di saperne, di tutto un po, piuttosto che focalizzarsi su taluni argomenti.
I giornali, da parte loro, nelle varie declinazioni, si appiattiscono e non
fanno nulla per invertire la tendenza, soffocati tra la necessit di
rincorrere altri mezzi dinformazione pi rapidi e penetranti, e perenni
sofferenze finanziarie.
Chi tuttavia riconosce lattuale deriva, e desidera combatterla, deve attivarsi
per ripristinare e cominciare a far crescere nuovamente la cultura dellin-
formazione, da un lato non incorrendo negli stessi errori, anche quando
se ne sarebbe solleticati per vicinanza ideologica, dallaltro sforzandosi
di creare piccole zone di terreno fertile, attraverso il confronto giorno per
giorno con chi si ha vicino, eludendo e combattendo le semplificazioni, le
banalizzazioni. E poi, soprattutto, aborrendo senza se e senza ma i processi
mediatici, sia che largomento ci tocchi, sia che ci sia relativamente distante.
LUOGHI STORICI DI UNA CITT
CHE NON C PI 93
Scusi, sa dov la storica
Libreria Do Rode?
I l dialogo reale. Il viaggiatore, un uomo di Pesaro, di una
sessantina danni, mi ferma davanti alla targa in marmo posta in contr
Do Rode, in centro a Vicenza, proprio accanto lentrata di quella che era
la storica Libreria di Virgilio Scapin. Il viaggiatore conosce Scapin, ha
letto i suoi libri.
La targa, sinceramente,
bella (a parte lerroneo ita-
liano Due Ruote). Rappre-
senta il vecchio caro Virgilio
benissimo. Lautore Nereo
Quagliato, indimenticabile
scultore vicentino, morto
suicida, a Longare, nel 2012.
La targa stata concepita
e commissionata dallAm-
ministrazione Comunale
di Vicenza. Dice: Qui nella
Libreria Due Ruote dal 1962
al 2002 fece casa e bottega
darte, incontro di amici e
di scrittori, Virgilio Scapin
autore di rara e radicata
vicentinit 1932-2006.
In quella libreria, nel maggio
1963, a inaugurarla vennero
due grandi amici di Virgilio
Scapin, Goffredo Parise e
Guido Piovene, per presen-
tare un romanzo appena
uscito di questultimo, Le Furie.
- Bella la targa, mi fa il signore di Pesaro, ma la libreria dov?
La libreria non c pi. Al suo posto c Casa della Calza.
E gli indico lentrata del negozio, proprio accanto alla targa, con le vetrine,
le calze esposte, un po di pubblicit.
- La libreria non
c pi, gli dico.
94
- Ma l c scritto
qui nella Libreria
Due Ruote...
- Bisognerebbe
cambiare, lei
dice, giusto? Per
esempio: in quel-
la che fu la Libre-
ria Do Rode, fece
casa e bottega ec-
cetera...Giusto?
- S, mi dice il si-
gnore di Pesaro,
cos disorien-
tante...Ma am-
metto anche che mettere una targa su una bottega che non c pi e che anzi
ha trasformato il suo oggetto - dai libri alle calze - anche in modo piuttosto
drastico, non il massimo. Disorienta pi o meno allo stesso modo.
- Ha ragione. Dobbiamo allora trasferire le nostre perplessit altrove. Verso il
Comune. Perch il Comune, vista limportanza del luogo al punto da metterci
una targa, non ha pensato di prenderlo in affitto, il locale, mantenendone
la vocazione culturale?
- Ma i Comuni, si sa, non hanno soldi, oggi. O li hanno solo per certe gran-
casse.
- Ha proprio ragione - gli dico.
Ma ci consoliamo con un pensiero non poi peregrino. Conoscendo Virgilio
- lui per averlo letto, io per averlo letto e frequentato - conveniamo con un
sorriso che Virgilio, dal cielo dei poeti, a veder al posto della sua libreria
una casa della calza non pu non averci riso su. La sua radicata vicentinit,
anzi, lo avr fatto ridere a crepapelle.
VICENZA...IN ARMI 95
UN MERCATO BELLICISTA
NELLA NUOVA FIERA
Il mercato delle armi condiziona pesantemente
la possibilit di una convivenza pacifica nel mondo.
Negli spazi della Fiera a Vicenza si ripetuta questanno
unesposizione di armi aperta anche ai minori,
unica nel suo genere. Il Comune di Vicenza ha perso gran
parte della possibilit di controllo sui programmi fieristici
dopo lincorporazione della Fiera in quella riminese e la sua
richiesta di negare la visita ai minori non stata tenuta
in alcun conto dai nuovi organizzatori
DANIELE BERNARDINI
Esposizione di
96 pistole allHIT
Show di Vicenza
(Italian Exhibition
Group)
Il mercato mondiale
delle armi
non va in crisi
Il mercato mondiale degli
armamenti, dopo un periodo
in cui sembrava aver subito
un rallentamento, dal 2003
tornato a crescere, alla faccia
dellincipiente crisi economi-
ca. A fine 2006 la produzione
mondiale di armi cresciuta del 50% rispetto al 2002. USA ed Europa oc-
cupano la fetta pi grossa di questo mercato. Nel 2006 gli USA coprivano il
63% del mercato mondiale, con 41 industrie e oltre 200 miliardi di dollari
di fatturato: le prime due aziende produttrici a livello mondiale erano le
americane Boeing e Lockeed (rispettivamente per 30 e 28 miliardi di
dollari), seguite al terzo posto dalla britannica BAE Systems con 24 mld.
Nel 2007 lItalia (che ripudia la guerra per Costituzione - v. articolo 11) era
al settimo posto nel mondo come produttrice di armi.
Tale posizione era (ed ) ottenuta attraverso industrie partecipate dallo Sta-
to: Finmeccanica, ad esempio, partecipata dal Ministero dellEconomia
per il 32,45%, con un giro di 9 miliardi di dollari di vendite. Questo colosso
industriale al quinto posto mondiale e al primo in Europa per profitti legati
al settore militare (1,3 mld di dollari).
La partecipazione statale alla produzione di armi non notoriamente solo
un problema italiano. In Francia, per fare un esempio, il Thales Group (7
produttore a livello mondiale) vede la partecipazione del governo al 31%.
I maggiori esportatori di armi nel modo (sommando i dati dal 2000 al 2007)
sono nellordine: USA al 32%, Russia al 26%, Francia al 9%, Germania
all8%, Inghilterra al 5%, Olanda al 3%, Svezia, Cina e Italia al 2% a testa
Nel 2015 lexport italiano nel mondo triplicato rispetto al 2014: da 2,9
97
a 8,2 miliardi di euro nel 2015 (come si evince dalla relazione della
Presidenza del Consiglio Ministri alle Camere del 18 aprile 2016).
Se consideriamo limitatamente la produzione di armi leggere, lItalia era
nel 2014 al primo posto nel mondo.
Pur non esistendo una definizione condivisa accettata internazionalmente,
potremmo definire leggere quelle armi utilizzabili e trasportabili da una
sola persona, grazie alle dimensioni ed i pesi contenuti. Il Segretario Gene-
rale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, le ha cos inquadrate: Disponibili
senza difficolt e facili da usare, le armi leggere e di piccolo calibro sono
stati i principali strumenti di violenza e, talvolta, le sole usate in quasi tutti
i recenti conflitti di cui si sono occupate le Nazioni Unite. Nelle mani delle
truppe irregolari che operano con scarso rispetto del diritto internazionale
ed umanitario, tali armi hanno portato ad un grave sacrificio di vite umane.
Il commercio di queste armi sta attraversando un momento doro.
Il tipo di guerre che oggi si combatte in molti terreni e contesti si giova pi
di armamenti facilmente trasportabili che di grandi strumentazioni: la ri-
chiesta quindi altissima e, in ossequio al dio-profitto, non importa se chi
la fa sia un bandito, uno sgozzatore, un dittatore Tra i massimi acquirenti
di armi di ogni tipo spiccano infatti gli Emirati Arabi, che non brillano per
democrazia e sono sospettati di fare da sponda per larrivo di armi a gruppi
terroristici (ISIS inclusa). Pecunia non olet.
98
1959) stato un presbitero, scritto-
re e partigiano italiano.
Fu una delle pi significative figure
del cattolicesimo italiano nella
prima met del Novecento. Il suo
pensiero anticip alcune delle
istanze dottrinarie e pastorali del
Concilio Vaticano II
duzione e commercializzazione.
Le armi e il diritto
di difesa personale
In questa breccia della moralit
pubblica si infilano gli interessi
di chi produce armi, anche perch
si torna a parlare del diritto alla
difesa armata personale, argomento tab in Italia da almeno 70 anni. Col
favore di una certa parte politica, pronta a sfruttare in questo senso ogni
occasione di cronaca (come il fatto del benzinaio armato di fucile nostro
conterraneo) questa mentalit sta guadagnando proseliti.
Gli Stati Uniti in questo campo sono molto pi avanti di noi, anche se avanti
non parrebbe la parola pi adatta. Trump, tra le sue prime dichiarazioni,
ha promesso di liberalizzare il possesso di armi da parte della popolazione
civile ancor pi di quanto gi non lo sia negli USA, ventilando anche la can-
cellazione delle zone dove finora era vietato portare armi (Gun Free Zone).
Ad ascoltare le sue parole, negli USA si potr legittimamente entrare armati
nelle scuole, nei tribunali, negli ospedali
Qualche decisione in tale direzione gi stata presa, visto che, nel recente
febbraio, il parlamento USA ha abolito la norma, che Obama aveva timida-
mente fatto approvare, che contrastava lacquisto di armi da parte di soggetti
con problemi psichiatrici.
Che mentalit pu costruirsi un giovane che si stia formando in un clima
come questo?
99
pagg 13-26). Italian Exhibition group S.p.A. il nome del nuovo gruppo
nato dalla fusione: in esso Rimini contava per l81%, Vicenza solo per il 19%
(per la precisione 6% al Comune, 6% alla Provincia e 6% alla Camera del
Commercio di Vicenza). La percentuale complessiva di propriet vicentina,
poi, di recente ulteriormente calata (12%) dopo lacquisizione, da parte
di IEG, della Fiera di Arezzo. Questo per dire che le possibilit di controllo
da parte delle istituzioni vicentine sugli spazi espositivi nel territorio berico
sono decisamente crollate.
Questa manifestazione fieristica ha esposto armi per la caccia, lo sport (e fin
qui la cosa potrebbe essere accettabile) e la difesa personale (escluse solo
le armi da guerra). La cosa, come era prevedibile, ha suscitato fin dalledizione
2016 perplessit e decisa avversit in quella parte della societ civile che vede
in questo tipo di esposizioni un pericolo, soprattutto dal punto di vista etico,
educativo. stato pubblicizzato un documento di dissenso alla manifestazione
con le firme di 28 associazioni, tra le quali Rete Italiana per il disarmo, Osserva-
torio permanente sulle armi leggere, ACLI, Azione Cattolica, Beati i costruttori
di pace, CGIL, CISL, Commissione diocesana per la pastorale sociale, Donne in
rete, Loma Santa, Pax Christi Molte critiche erano comprensibilmente motivate
anche dal fatto che lesposizione era aperta anche ai minorenni, bastava
che fossero accompagnati. Da questultimo punto di vista la manifestazione si
presentava come unica nel suo genere in Europa.
Anche la Chiesa vicentina nel 2016 ha fatto sentire il suo dissenso, divulgando
un documento nel quale si leggeva: una mostra di questo tipo, promuo-
vendo una serie di sport e giochi di guerra, di fatto finisce per ingenerare
confusione,rischiando di legittimare una cultura della violenza;
quello che ci preoccupa che la mostrasar aperta anche ai minori,
seppure accompagnati; sembra prevalere una logica di mercato che
giustifica il business senza alcuna preoccupazione etica. I minori
di oggi sono potenziali acquirenti di domani: questo insegnano le regole
delle pubblicit. Come cittadini, genitori, educatori ci chiediamo: questo
che vogliamo proporre alle future generazioni? vogliamo davvero formare i
nostri ragazzi proponendo loro unidentit che vedeil possesso di unar-
ma come forma di sicurezza e di difesa?
100
che ha incorporato la
Fiera di Vicenza. Il 19%
accreditato alla triade
vicentina (Comune,
Provincia, Camera di
Commercio) al momento
della sua costituzione
diventato poco pi del
12% dopo lacquisizione
di Arezzo. Il Comune di
Vicenza titolare di un
terzo di questo 12%
101
in calce al discorso di Hullweck per linaugurazione del teatro di Vicenza).
Un clima generale che privilegi il bene comune nei confronti degli interessi
privati, che valorizzi la presa di posizione coraggiosa rispetto allindifferen-
za, in un contesto urbano, fondamentale per formare dei cittadini attenti,
solidali e attivi. A Vicenza, evidentemente, a complicare la gi balbettante
immagine che la citt offre ai suoi giovani in formazione, non bastavano le
due basi militari americane, gli sgorbi urbanistici ci mancava anche questo
tipo di manifestazioni. Vicenza ha bisogno di aria nuova e tutti i vicentini che
vogliono crescere i loro figli in un ambiente sereno, pacifico, solidale e co-
struttivo devono far sentire la loro voce in tutti i modi ed i contesti possibili.
PS - Finch scrivo, si viene a sapere che Trump vuol rivedere gli accordi
anti-atomici firmati nel recente passato e fomenta la sua opinione pubblica
verso il ritorno ad una America leader nucleare del mondo. Mala tempora
currunt !
Bibliografia
Per saperne di pi:
- Istituto di ricerche Internazionali ARCHIVIO PER IL DISARMO: Il commercio
internazionale di armi.
www.archiviodisarmo.it
- Primo Mazzolari: Tu non uccidere, Ed San Paolo 1991
102 GRANDI INUTILI OPERE
CRESCONO: PERCH
UN NUOVO OSPEDALE
A MONTECCHIO MAGGIORE?
Razionalizzazione dellesistente e risparmio dovrebbero
giustificare una nuova opera pubblica. Sempre.
Sono, questi, obiettivi raggiungibili dal progettato nuovo
ospedale di Montecchio Maggiore? Con i dati oggi disponibili,
le perplessit non mancano
CARMELO RIGOBELLO
105
TURA OSPEDALIERA ARZIGNANO E MONTECCHIO MAGGIORE
Ecco le domande che vogliono fare da sintesi a questo articolo per con-
figurare un quadro completo dellargomento sul prossimo numero.
partamenti (almeno per ora), e il derni avevamo raccontato con dovizia di particolari il percorso seguito, con
lostinazione che gli usuale, dal sindaco di Vicenza, Achille Variati, per
111
Se volesse approfondire questi temi mi permetto di consigliare la lettura del
romanzoNon ci sono innocentiscritto da Anna K. Valerio e Silvia Valerio,
pubblicato dalle Edizioni Ar, casa editrice di cui fondatore Franco Freda.
Interessante perch rappresenta una ricostruzione degli eventi provenien-
te da persone molto vicine alleditore padovano, le autrici sono infatti la
moglie e la cognata, ed illumina su circostanze che gli accusati non hanno
avuto certo linteresse ad approfondire in sede giudiziaria.
Personalmente ritengo lopera apprezzabile dal punto di vista letterario
ma significativa soprattutto per i riferimenti presenti nel libro a molti
personaggi, sia pur citati con pseudonimi, di cui non difficile cogliere
lalter-ego reale. Scrivono infatti le autrici nel risvolto di copertina: la
storia vera di Freda, di Ventura e dei membri dei loro gruppi tra il 67 e il
69. Rilevanti, solo per fare un esempio, sono le circostanze e le persone
intervenute alla fantomatica riunione di Padova del 18 aprile 1969 o la
ricostruzione dellattentato allo studio del rettore dellUniversit di Pado-
va, Enrico Opocher avvenuto 3 giorni prima. Tenuto conto dei riferimenti
anche a personaggi e avvenimenti vicentini il libro meriterebbe forse una
recensione per la sua testata.
Confidando nella pubblicazione della presente, resto a disposizione per
chiarire anche di persona quanto sopra riportato.
Cordiali saluti
Roberto Fontana - Vicenza
112
Roma-Venezia e mettere una bomba su un altro treno diretto a Milano non
ho riferito una sciocchezzuola.
Massari stato assolto? Buon per lui. Ma aggiungerei un piccolo particolare:
la frase stata raccontata perch cos appare nei verbali di interrogatorio.
Vogliamo cancellare i verbali dello Stato? Per il diritto alloblio? La frase
entrata nella storia parallela e giornalistica dei processi alla cellula