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CULTURA EUROPEA

Le Politiche per le Professioni

Le professioni liberali
La professione di INGEGNERE

dr. Piero Ausonio BIANCO


La libera circolazione e Politica ambientale
Trattato Costituzionale
Art. I-4 Libertà fondamentali e non discriminazione
1. La libera circolazione delle persone, dei servizi, delle merci e
dei capitali e la libertà di stabilimento sono garantite
dall'Unione ed al suo interno in conformità della Costituzione.
MERCATO INTERNO Art. III-130
1. L'Unione adotta le misure destinate all'instaurazione o al
funzionamento del mercato interno,conformemente alle
disposizioni pertinenti della Costituzione.
2. Il mercato interno comporta uno spazio senza frontiere interne,
nel quale è assicurata la libera circolazione delle persone, dei
servizi, delle merci e dei capitali conformemente alla
Costituzione.
TEMI

• Il dibattito politico sulle professioni liberali

• Diventare ingegnere ed esercitare la professione in


Europa.
Le Professioni Liberali
• Le professioni liberali sono attività professionali per le
quali è richiesta un'apposita formazione di tipo
umanistico o scientifico, ad esempio le professioni di
avvocato, notaio, ingegnere, architetto, medico e
commercialista/ragioniere
• In genere il settore è oggetto di un'ampia
regolamentazione, adottata o dai governi nazionali o
dalle associazioni professionali sotto forma di regole di
autoregolamentazione.
Principi per la regolamentazione delle
Professioni Liberali
Principi OCSE per una regolamentazione di qualità.
a. i diritti esclusivi e le restrizioni alla libera concorrenza
dovrebbero essere limitati allo stretto minimo indispensabile;
b. i requisiti di accesso alla professione dovrebbero essere
chiaramente legati ai compiti fondamentali della professione
ed essere fissati da un'autorità pubblica;
c. mentre i piccoli consumatori e i consumatori occasionali
necessitano di una tutela particolare, lo stesso non si applica
alle operazioni tra imprese.
Regolamentazione delle
Professioni Liberali
Approccio dell’Unione Europea – alcune tappe
– (1993) I fornitori di servizi professionali sono imprese ai sensi delle regole
di concorrenza e quindi uno Stato membro viola i suoi obblighi allorché
imponeva per legge ad un'associazione professionale di adottare una
decisione in materia di tariffe fisse restrittiva della concorrenza (1993).
– Alcune categorie di disposizioni legislative e regolamentari (→ norme di
carattere “Deontologico”) debbono essere considerate inerenti alla
professione in oggetto, per cui, in linea di principio, esse non ricadono nel
divieto di accordi, decisioni o pratiche anticoncorrenziali
– Il Consiglio europeo di Lisbona del 2000 riconosce il ruolo dei servizi alle
imprese per il conseguimento degli obiettivi di Lisbona;
– Studio sulla regolamentazione delle attività professionali nei paesi
dell’Unione (2002);
– Direttiva 2005 /36/CE sulle qualifiche professionali
Indagine 2002
Indagine 2002:
la professione di ingegnere
Nei servizi di architettura e in particolari nei servizi ingegneristici la situazione
è piuttosto bipolare: per quanto riguarda l’accesso alla professione, alcuni
paesi presentano modelli di autorizzazione all’esercizio della professione
piuttosto restrittivi (in particolare l’Austria, la Germania, l’Italia e il
Lussemburgo); in altri paesi il modello standard è la certificazione senza o con
solo un numero limitato di attività esclusive il cui esercizio è riservato agli
esercenti la professione (ad esempio in Svezia, Regno Unito, Paesi Bassi,
Finlandia, Danimarca).

Nella maggior parte dei paesi la regolamentazione in materia di condotta per


gli architetti e gli ingegneri è meno restrittiva in rapporto ad altri gruppi
professionali, anche nei casi in cui si registra un elevato livello di
regolamentazione in materia di accesso alla professione.
(Iain Paterson, Marcel Fink, Anthony Ogus et al
“L’impatto economico della regolamentazione nel settore delle professioni liberali in diversi Stati membri –
La regolamentazione dei servizi professionali”
Studio realizzato per la Commissione Europea, DG Concorrenza* Gennaio 2003)
La Direttiva Bolkenstein:
la proposta originaria
c.d. Direttiva Bolkestein “relativa ai servizi nel mercato interno
(presentata dalla Commissione) [SEC(2003) 21]

Principio cardine
Principio del paese d'origine: il prestatore è sottoposto
unicamente alla legislazione del paese in cui è stabilito e gli Stati
membri non devono imporre restrizioni ai servizi forniti da un
prestatore stabilito in un altro Stato membro.
La Direttiva Bolkenstein:
la proposta modificata
IL DIBATTITO
– Opposizione al principio del paese di origine in quanto causa di “dumping
sociale”.
L’ “idraulico polacco”: timore che la scarsa protezione sociale dei nuovi
stati membri distrugga gli equilibri del mercato del lavoro francese;
Casop Vaxholm: una ditta lettone, che aveva vinto un appalto di
costruzione nella città svedese di Vaxhlom, aveva applicato, in base
alla direttiva 96/71/CE, il salario lettone.
– Preoccupazioni per la tutela dell’ambiente e dei consumatori.
LE MODIFICHE
– Distinzione tra l’accesso ai mercati europei, il più possibile libero e de-
regolamentato, e l’esercizio delle attività di servizi, che devono essere
quelle del paese di destinazione per non interferire con gli equilibri dei
mercati locali.
DIVENTARE INGEGNERI IN EUROPA
Ogni cittadino UE ha il diritto di studiare in un altro
paese europeo.
– L’università o l’istituto nel paese UE in cui desideri studiare deve
accettare lo studente alle stesse condizioni dei cittadini di tale paese e
non può chiedere di pagare tasse scolastiche più elevate
Programmi UE
– Leonardo da Vinci: collocamento e scambi nel settore della
formazione professionale.
– Socrates: mira a sviluppare la dimensione europea dell’istruzione
durante tutta la vita; sono attuati i seguenti programmi specifici:
• Erasmus, per studenti e docenti universitari;
• Comenius, per allievi e insegnanti di scuola;
• Lingua, per insegnanti di lingue;
• Grundtvig, corsi per adulti ed altre strade all’istruzione.
Programma ERASMUS
Obiettivo:
migliorare la qualità e rafforzare la dimensione europea dell'istruzione
superiore incoraggiando la cooperazione transnazionale tra università,
promuovendo la mobilità nonché la trasparenza e il pieno riconoscimento
accademico degli studi e delle qualifiche su tutto il territorio dell'Unione.
A chi è rivolta:
istituzioni di istruzione superiore, ai loro studenti e al loro personale in tutti
e 25 gli Stati membri dell'Unione europea, nei tre paesi dell'SEE (Islanda,
Liechtenstein e Norvegia) e nei tre paesi candidati (Bulgaria, Romania e
Turchia).
Le “dimensioni”
Attualmente 2199 istituzioni di istruzione superiore di 31 paesi partecipano
a ERASMUS. Dal 1987, anno di avvio di ERASMUS, 1,2 milioni di studenti
hanno usufruito di un periodo di studi all'estero nell'ambito di ERASMUS.
Il bilancio di ERASMUS (2004) supera i 187,5 milioni di euro.
Il riconoscimento del titolo di “Ingegnere”
La professione d’ingegnere rientra nell’ambito d’applicazione del
“Sistema generale di riconoscimento dei diplomi”.
Confronto delle qualifiche accademiche conferite dai diversi paesi:
– equivalenza: confronto dettagliato dei singoli elementi che costituiscono il
programma di un corso di studi;
– riconoscimento: si occupa soprattutto dell’istruzione (laurea – diploma) di
uno studente nel suo complesso. Più dell’equivalenza, il riconoscimento
guarda alla funzione e al livello complessivo dello studio accademico per i fini
dell’ammissione a ulteriori studi o al lavoro. Si possono considerare tre livelli
principali di riconoscimento, unitamente agli strumenti che vi si
accompagnano:
• riconoscimento delle qualifiche (inclusi studi ed esperienze lavorative) per
accedere o riaccedere all’istruzione superiore;
• riconoscimento di brevi periodi di studio in relazione alla mobilità degli studenti.
Lo strumento relativo è il sistema ECTS (crediti trasferibili);
• riconoscimento degli studi completati. Lo strumento relativo è il supplemento ai
diplomi.
Le Direttive per le professioni
regolamentate

Normativa ancora in vigore:


- Direttiva 89/48/CEE riguarda tutte quelle professioni per il cui
accesso è prevista una formazione di livello universitario o
superiore di almeno tre anni
- Direttiva 92/51/CEE, che riguarda formazione universitaria
inferiore a tre anni o formazione non universitaria.
- Altre Direttive riguardanti le professioni regolamentate
Normativa in vigore dal 2007:
Direttiva 2005/36/CE del 7 settembre 2005 relativa al
riconoscimento delle qualifiche professionali
Le Direttive per le professioni
regolamentate
Caratteristiche del quadro attuale:
• Le Direttive si applicano a tutte le professioni regolamentate che non
rientrano in una direttiva specifica;
• il riconoscimento è fondato sul principio della reciproca fiducia; uno Stato
membro non può rifiutare l'accesso a una professione regolamentata ad un
professionista proveniente da un altro Stato membro in possesso dei requisiti
richiesti. Viene superato il problema dell'armonizzazione delle formazioni;
• il riconoscimento è accordato ad un "prodotto finito" ( = “Diploma”)e cioè ad
un professionista qualificato che ha già ricevuto la formazione professionale
richiesta per esercitare la sua professione nello Stato membro di origine o
provenienza;
• nel caso in cui si presentino differenze sostanziali nelle materie di
formazione, nella struttura e nella durata della formazione o nei campi di
attività, le direttive prevedono meccanismi di compensazione che si
concretizzano in una prova attitudinale o in un tirocinio di adattamento o in
una esperienza professionale complementare.

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