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Dolori e Gioie di San Giuseppe

Illustrazioni: Patxi Velasco (Fano)

Testi: P. Salvador Gil Cantos

Anno di San Giuseppe 2021

Traduzione di Arnesano Katia


con la collaborazione di
Vanna Baldassarre

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Introduzione
“Andate da San Giuseppe”
(Beata Petra di San Giuseppe)

Ricordare la storia della nostra vita è fare memoria gradita al Signore di tutto ciò che ha
fatto per noi. E fare memoria è ritornare alle nostre radici. Dio ci guida attraverso le
persone, le esperienze, gli avvenimenti e le circostanze che costituiscono il nostro cammino.

Noi, Patxi Velasco Fano e Salvador Gil Canto, abbiamo avuto la fortuna di essere alunni della
scuola "Immacolata e San Giuseppe della montagna" a Ronda (Màlaga).
Quegli anni segnarono la nostra vita. La nostra e quella di molti altri che in diverse parti del
mondo continuano a vivere la fede e facendo il bene. Oggi Patxi marito e padre di tre figli,
direttore della scuola "Maria della O" nel quartiere Los Asperones, un laico di vocazione. Salva
è sacerdote nella Parrocchia di Santa Maria di Amargura e anima la pastorale giovanile.
Entrambi condividiamo la vita, la fede e il lavoro pastorale a Malaga. Il Signore dopo anni ci
ha riuniti nella Parrocchia di Amargura. Ringraziando Dio per quanto vissuto in quegli anni e
per tutte le persone con cui abbiamo condiviso quella tappa scolastica. Entrambi abbiamo
ricordato in più occasioni che qui abbiamo ricevuto la nostra prima chiamata del Signore.
Erano le <<quattro del pomeriggio>> (Gv 1,39) quando Gesù ci chiamò.
E in questa storia di vita e salvezza incontriamo le Madri degli indifesi che ci hanno aiutato a
conoscere il Signore, a vivere la vita cristiana e a mettere le prime fondamenta dell’ edificio
della nostra vocazione. Siamo quelli che siamo, grazie alle nostre famiglie, ma anche alla scuo-
la che ci ha educati, e alle Madri degli indifesi che hanno suscitato in noi il desiderio di donarci
e servire gli altri. Dietro questi disegni e riflessioni ci sono i nomi delle madri amorevoli degli
indifesi: bambini, giovani e anziani. Ci sono anche le madri che ci hanno dato la vita.
Ci sono esperienze indimenticabili nelle lezioni, negli incontri, nelle convivenze e nei campi.
Ci sono i volti concreti delle donne che continuano a logorare la loro vita per i poveri.
Alcune di esse servono ancora fra noi, altre beneficiano dell’ amore del Padre nel cielo.
Oggi ricordiamo con gratitudine quei religiosi che sono stati per noi segno, presenza e
testimonianza dell’ amore misericordioso di Dio <<che va incontro alle necessità del mondo
per porre rimedio>>. Questo è il carisma della Congregazione, per favore, non lo dimenticate
mai. Perché siete <<per carità misericordiosa, MADRI per gli indifesi, come lo sono le madri
per i loro figli per amore naturale>>
(Beata Petra).
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Nella scuola apprendiamo e interiorizziamo la devozione per San Giuseppe.
Nel corridoio, nella cappella, sulle scale, lui era lì. Con lo sguardo limpido, con Gesù tra le sue
braccia, con la verga di nardo e una grande corona. San Giuseppe ci ha accompagnato nella
nostra vita sin da piccoli. Proprio come Madre Petra.
Comprendiamo ora l’ insistenza di questa beata di Malaga nel rivolgersi a lui, nel diffondere
la sua figura e nell’ estendere a tutti il suo affetto e la sua devozione.
San Giuseppe non ci delude. Molti di noi sono cresciuti ai suoi piedi e bambini e giovani
continuano a farlo anche oggi . È uno dei grandi santi che abbiamo la fortuna di conoscere e
che ci insegna nella nostra vita cristiana che il cammino per seguire il Signore passa per
l’ umiltà e il silenzio, la semplicità, la tenerezza e la fiducia, confidando nella volontà di Dio.
L’ esercizio delle Sette domeniche dedicate a San Giuseppe in cui meditare e
contemplare i suoi Dolori e le sue Gioie, sono un ottimo strumento per accrescere il nostro
desiderio di essere santi. Perché di questo si tratta, di credere realmente che siamo
chiamati alla santità, come ci ricorda Papà Francesco nella Esortazione Gaudente et
esultate (cfr GE 2). San Giuseppe è uno di quei santi <<della porta accanto>> (GE 6).
Madre Petra si rivolgeva sempre a lui, specialmente per chiedere aiuto nelle situazioni difficili:
<<Ho ringraziato San Giuseppe, dicendo che, chi ha fatto di più farà anche di meno>>
(Cronache XX, 46). Pertanto, come non andare da lui?
Servono questi disegni, riflessioni e preghiere per suscitare in noi, attraverso la figura di
questo grande santo, il desiderio ardente di vivere con maggiore profondità, coerenza e
necessità la nostra vita cristiana e la nostra vocazione laicale, religiosa o sacerdotale.
Per essere più di Dio e più dei poveri e degli indifesi. Per superare ogni genere di superficialità,
mediocrità e mondanità spirituale che distraggono la nostra attenzione. Per consolidare il
proposito di vivere qui e ora questa chiamata alla santità con la grazia di Dio.
A distanza di tempo, offriamo questo piccolo lavoro che nasce dall’ affetto e dalla
gratitudine alla Madre degli indifesi e a tutta la Congregazione.
Lo abbiamo realizzato con il cuore sopraffatto dalla gratitudine e dall’ ammirazione.
Lo condividiamo con il desiderio di poterlo fare giungere a molte persone.
Vi invitiamo a contemplare i disegni affinché ci aiutino a pregare, e a pregare con la Parola di
Dio, con le riflessioni e le preghiere che qui sono raccolte. Questa idea nasce ai piedi del
Santo nel Santuario di Barcellona. Ringraziamo Dio. Siamo convinti che San Giuseppe
ci abbia ispirato. Per questo “VAI DA GIUSEPPE”, che ci porta da Gesù e da Maria.
A lui ci rivolgiamo: San Giuseppe, prega per noi .
Francisco Javier Velasco Fano, Salvador Gil Canto

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Dolori e Gioie di I dubbi di san Giuseppe sulla nascita del
San Giuseppe Figlio di Dio
Leggiamo la Parola di Dio Mt 1, 18-21

Ecco come avvenne la nascita di Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa
sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera
dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, che era giusto e non voleva ripudiarla, decise di
licenziarla in segreto. Mentre però stava pensando a queste cose, ecco che gli apparve
in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di
prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito
Santo. Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo
dai suoi peccati».

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Nella Bibbia appare spesso che Dio parli attraverso i sogni per comunicare o indicare una
missione. Il sogno ci rimanda alla notte e all’ oscurità. Anche in quella situazione Dio parla.
Giuseppe riceve in sogno la notizia che il bambino che Maria aspetta è opera dello Spirito
Santo. Dio fa le cose a modo suo e non smette mai di stupirci.
Giuseppe prova dolore, non riesce a capire perché Maria abbia agito in questo modo.
Sperimenta il dolore di essere stato ingannato, tradito. Sembra che l’ infedeltà vinca di
nuovo. Il suo dolore si trasforma in sofferenza perché deve decidere di rinnegare Maria anche
se lo fa con discrezione. Ma Dio, anche nella sua notte oscura, gli esce incontro.
E quel dolore si trasforma in gioia e beatitudine. A lui è affidato il compito di padre del
bambino che deve nascere: «Lo chiamerai Gesù». Dare il nome a Gesù significa che questo
bambino è sua proprietà, che deve prendersene cura, educarlo, accompagnarlo e allevarlo.
E ancora più gioia perché quel bambino salverà il suo popolo dal male. Sarà l’ Emmanuele,
il Dio-con-noi.

San Giuseppe, tu che sei un uomo giusto e umile, che vivi con fede i momenti più difficili da
comprendere, insegnaci ad avere fiducia e a metterci nelle mani di Dio, quando sopraggiunge
il buio, il dubbio o la tempesta.
San Giuseppe, tu che hai ricevuto l’ ordine di dare un nome al bambino che nascerà, fa che la
nostra gioia sia quella di donarci senza misura agli altri, affinché tutti i bambini del mondo
possano avere genitori, famiglia e casa.

Padre mio, San Giuseppe, mi congratulo con te per la felicità, per l’ onore,
per la gloria che viene dall’ essere lo sposo della Madre di Dio,
della Regina del cielo e della terra, degli angeli e degli uomini.
Fammi partecipare alla tua grande gioia e felicità in questa vita e nella prossima.

San Giuseppe prega per noi.

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Dolori e Gioie di La nascita di Gesù nella povertà
San Giuseppe Leggiamo la Parola di Dio: Lc 2,4-7

Anche Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide, dalla città di Nazaret e
dalla Galilea salì in Giudea alla città di Davide, chiamata Betlemme, per farsi regi-
strare insieme con Maria sua sposa, che era incinta. Ella diede alla luce il suo Figlio
primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c’ era posto
per loro nell’ albergo.

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La vita di San Giuseppe non può essere compresa senza la vita della Vergine Maria.
Entrambi arrivano a Betlemme dove nascerà Gesù. Betlemme significa "casa del pane".
Gesù nasce in una mangiatoia povera e semplice. Nascendo a Betlemme, nasce nel Pane.
La povertà della mangiatoia Gesù la trasforma in ricchezza perché Betlemme è una casa di
pane. Così agisce Dio, fa nascere suo Figlio nel luogo più povero e umile che si possa trovare,
ma lo trasforma in un luogo di ricchezza, dove tutti possiamo nutrirci del suo pane.
Nella mangiatoia c’ è Gesù alla nascita, nel Pane dell’ Eucaristia sarà alla fine
dei suoi giorni.
Giuseppe prova dolore quando vede che Maria partorisce Gesù nell’ estrema povertà di una
mangiatoia nella città di Betlemme. È lo stesso dolore che provano oggi tanti genitori che
non hanno quello che serve perché i propri figli nascano e crescano con dignità.
Ma il loro dolore si trasforma in gioia perché colui che nasce è il Figlio di Dio, il Messia,
il Signore che porta il cibo necessario perché tutti i poveri della terra possano
essere saziati

San Giuseppe, tu che sei un uomo giusto e fedele. aiutaci a vivere con semplicità e sobrietà,
e fa che scopriamo giorno per giorno che le cose materiali non portano la felicità.
San Giuseppe, che hai vissuto nella povertà e nell'umiltà, donaci un cuore generoso per
condividere ciò che siamo e abbiamo con i più poveri, che riempiamo la nostra povertà con il
Pane che Gesù ci dona.

Padre mio San Giuseppe, mi congratulo con te per la felicità, per l’ onore,
per la gloria che viene dall’ essere lo sposo della Madre di Dio,
della Regina del cielo e della terra, degli angeli e degli uomini.
Fammi partecipare alla tua grande gioia e felicità in questa vita e nella prossima.

San Giuseppe prega per noi.

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Dolori e Gioie di la circoncisione di Gesù Bambino

San Giuseppe
Leggiamo la Parola di Dio: Lc 2, 21

Quando furono passati gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo
nome Gesù, come era stato chiamato dall’ angelo prima di essere concepito ...

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Giuseppe rispetta la tradizione della religione ebraica e conduce, insieme a Maria,
Gesù al tempio per compiere il rito della circoncisione.
Con questo rito si cominciava ad appartenere al popolo di Dio, al popolo dell’ Alleanza.
Dio mantiene le sue promesse e nel suo Figlio Gesù ci rende membri della sua famiglia.
Gesù è figlio di Giuseppe e di Maria ma appartiene interamente a Dio, è il Figlio di sua
proprietà. Anche noi, quando siamo stati battezzati, abbiamo ricevuto il dono di
essere figli di Dio. Ci hanno segnato con il sigillo per essere cristiani e siamo
stati consacrati per appartenere alla famiglia di Dio che è la Chiesa.
Giuseppe sente dolore perché nella circoncisione il bambino piangerà. È il primo sangue
versato da Gesù, che sarà consumato con il dono della sua vita sulla croce.
Prima, nell’ ultima cena, Gesù aveva detto "questo è il mio sangue che è versato per voi".
Il sangue nella vita di Gesù è all’ inizio e alla fine dei suoi giorni, è il segno più visibile del suo
amore e della sua dedizione. Ma Giuseppe prova gioia e pace. Lo chiamerà Gesù che significa
Dio salva. È la gioia di sapere che questo Bambino è venuto a portarci salvezza, pienezza di
vita e felicità.

San Giuseppe, tu che fosti uomo pio e fedele, che tenesti Gesù tra le tue braccia, concedici
la grazia di amare come tu amasti il Signore.
San Giuseppe, tu che hai trasmesso la fede a Gesù, che gli hai insegnato a pregare e
a parlare con Dio Padre, rendici sempre persone di preghiera e di contemplazione.

Padre mio San Giuseppe, mi congratulo con te per la felicità, per l’ onore,
per la gloria che viene dall’ essere lo sposo della Madre di Dio,
della Regina del cielo e della terra, degli angeli e degli uomini.
Fammi partecipare alla tua grande gioia e felicità in questa vita e nella prossima.

San Giuseppe prega per noi.

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Dolori e Gioie di La presentazione di Gesù al tempio
San Giuseppe Leggiamo la Parola di Dio: Lc 2,22-26

Quando poi furono compiuti i giorni della purificazione di lei secondo la legge di
Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore, com’ è
scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà chiamato santo al
Signore», e per offrire in sacrificio, come è detto nella legge del Signore, un paio di
tortore o due giovani colombi. Or ecco, vi era a Gerusalemme un uomo chiamato
Simeone; quest’ uomo era giusto e pio e aspettava la consolazione d’ Israele; e lo
Spirito Santo era su di lui. E gli era stato divinamente rivelato dallo Spirito Santo,
che non sarebbe morto prima di aver visto il Cristo del Signore.

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Diamo un'occhiata a questa scena. Gesù è presentato nel tempio. Giuseppe non
rivendica alcun ruolo. Giuseppe è lì, accompagna, compie la legge di Mosè e presenta Gesù,
perché sia consacrato come ogni primogenito.. Aveva già meditato nel suo cuore che questo
bambino sarebbe stato grande e per questo lo offre a Dio.
Simeone, uomo dello Spirito, attende che si compia la promessa accogliendo tra le sue
braccia Gesù. Inoltre, poiché come Giuseppe è un uomo giusto e pio, Dio stesso gli aveva
concesso di non morire senza prima aver visto il Salvatore.
Giuseppe prova dolore perché questo bambino sarà uno scandalo per molti nella sua città,
e segno di contraddizione per chi non lo ha accolto nella propria vita. Gesù sarebbe stato
accolto da alcuni, mentre sarebbe stato rifiutato da altri.
Insieme al dolore scopriamo la gioia profonda di Giuseppe che porta Gesù al tempio per
essere consacrato a Dio. Gioia di accompagnare anche Maria per la sua purificazione.
È la gioia di chi sa tacere, in secondo piano. È la gioia di chi sa accompagnare.

San Giuseppe, tu che sei uomo di preghiera, che vivi nel silenzio la tua vocazione di padre,
donaci la capacità di saper accompagnare quanti soffrono al nostro fianco
e hanno bisogno della nostra presenza.
San Giuseppe, uomo discreto e attento, concedici di servire senza far rumore,
senza cercare di primeggiare, in questo modo potremo imitarti.

Padre mio San Giuseppe, mi congratulo con te per la felicità, per l’ onore,
per la gloria che viene dall’ essere lo sposo della Madre di Dio,
della Regina del cielo e della terra, degli angeli e degli uomini.
Fammi partecipare alla tua grande gioia e felicità in questa vita e nella prossima.

San Giuseppe prega per noi.

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Dolori e Gioie di La fuga in Egitto
San Giuseppe Leggiamo la Parola di Dio: Mt 2, 13-15

"Quando i magi se ne furono andati, un angelo del Signore apparve in sogno a


Giuseppe e gli disse: «Alzati, prendi il bambino e sua madre e fuggi in Egitto, e rimani
là finché io non ti avvertirò, perché Erode cercherà il bambino per farlo morire».
Egli dunque, destatosi, prese il bambino e sua madre di notte, e si rifugiò in Egitto.
Là rimase fino alla morte di Erode, affinché si adempisse quello che fu detto dal
Signore per mezzo del profeta: “Chiamai mio figlio fuori dall’ Egitto”.

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Anche Maria e Gesù non sono risparmiati dalla persecuzione. Devono fuggire, devono
emigrare. Sono più che mai intere famiglie che lasciano le loro terre per cercare migliori
condizioni di vita. E fuggono da ogni tipo di persecuzione dovuta alle ingiustizie. La famiglia
di Nazareth va in Egitto. Là ricorderanno che il Popolo di Israele fu sottoposto alla
schiavitù. Oggi ricordiamo tante famiglie che non sono arrivate alla loro destinazione finale,
ma anzi morti nel tentativo. La lotta per il potere fa uscire dall’ uomo i suoi peggiori istinti.
Se devi uccidere, uccidi e tutto è giustificato. Gesù fugge da quel potere. Ha un altro
potere. Il suo potere è quello dell’ amore. Il potere di Gesù, che ha imparato da Giuseppe e
Maria, è non avere potere. Giuseppe sente un profondo dolore nel dover prendere Maria e
Gesù e portarli in Egitto, in un luogo sicuro, lontano dalla loro terra. È l’ unico modo per
salvare il bambino. È lo stesso dolore di tanti padri e madri dei nostri giorni che devono
emigrare e lasciare famiglie, case e terre. Ma prova anche una gioia profonda, sapendo che
Gesù sarebbe stato fuori dal pericolo di morte, fuori dal potere che uccide i bambini
innocenti. Dio farà uscire suo Figlio dall’ Egitto. Dall’ Egitto Dio chiamò il suo popolo
per liberarlo dalla schiavitù e condurlo alla Terra Promessa.

San Giuseppe, tu che fuggisti in Egitto con Maria e Gesù, e hai scoperto cos’ è la
persecuzione, fa che si trovino soluzioni al dramma dell’ immigrazione .
San Giuseppe, tu che custodisci la Sacra Famiglia, proteggi e custodisci tutti coloro che
lasciano i loro paesi, che nessuno debba morire quando quello che chiedono è solo vivere.
Rafforza e conforta coloro che sono perseguitati perché difendono e testimoniano di essere
figli di Dio e seguaci di Gesù.

Padre mio, San Giuseppe, mi congratulo con te per la felicità, per l’ onore,
per la gloria che viene dall’ essere lo sposo della Madre di Dio,
della Regina del cielo e della terra, degli angeli e degli uomini.
Fammi partecipare alla tua grande gioia e felicità in questa vita e nella prossima.

San Giuseppe prega per noi.

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Dolori e Gioie di Ritorno a Nazaret e paura del re Archelao

San Giuseppe Leggiamo la Parola di Dio: Mt 2, 19-23

"Morto Erode, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in Egitto e gli disse:
«Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e và nel paese d’ Israele; perché sono
morti coloro che insidiavano la vita del bambino». Egli, alzatosi, prese con sé il bambino
e sua madre, ed entrò nel paese d’ Israele. Avendo però saputo che era re della Giudea
Archelào al posto di suo padre Erode, ebbe paura di andarvi. Avvertito poi in sogno, si
ritirò nelle regioni della Galilea e, appena giunto, andò ad abitare in una città
chiamata Nazaret, perché si adempisse ciò che era stato detto dai
profeti: «Sarà chiamato Nazareno».

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Di nuovo Dio comunica in sogno a San Giuseppe tramite un angelo. La missione che ora gli
affida è tornare nella sua terra, dalla quale partirono fuggendo. Fare il viaggio di ritorno
significa ancora una volta fidarsi dei piani del Signore. E Giuseppe risponde con prontezza.
Giuseppe ci insegna di nuovo a metterci in cammino per raggiungere l’ origine della nostra
storia personale di incontro con Dio. Un tempo nuovo si apre nelle nostre vite quando
torniamo al primo amore. Quell’ amore che ha fatto nascere il Signore seducendoci,
chiamandoci e mostrandoci ciò che vuole da ognuno di noi.
Giuseppe prova dolore e teme che Archelào, che regnava in Giudea, voglia uccidere il
bambino. Il dolore e la paura di sapere che Gesù durante tutta la sua infanzia, come per
tutta la sua vita, sarà perseguitato e vessato dai potenti del mondo.
Ma allo stesso tempo prova una grande gioia perché torneranno in patria, nella città
di Nazaret, da dove proveniva Maria. A Nazaret si stabiliranno, vivranno come una umile
famiglia. Giuseppe e Maria vedranno insieme crescere il Figlio di Dio.

San Giuseppe, tu che ascolti la chiamata di Dio nei sogni e rispondi prontamente per
compiere la sua volontà, concedici il dono del discernimento per conoscere ciò
che Dio ci chiede in ogni momento della nostra vita.
San Giuseppe, tu che non ti lasci vincere dalle difficoltà, fa che non ci abbattiamo di fronte
alle avversità. Abbi cura e proteggi coloro che, attraverso i sentieri della vita, cercano
di guidare il loro cuore a fare il bene.

Padre mio San Giuseppe, mi congratulo con te per la felicità, per l’ onore,
per la gloria che viene dall’ essere lo sposo della Madre di Dio,
della Regina del cielo e della terra, degli angeli e degli uomini.
Fammi partecipare alla tua grande gioia e felicità in questa vita e nella prossima.

San Giuseppe prega per noi.

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Dolori e Gioie di
Gesù smarrito a Gerusalemme e ritrovato nel tempio
San Giuseppe Leggiamo la Parola di Dio: Lc 2, 41-49

I suoi genitori si recavano tutti gli anni a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici
anni, vi salirono di nuovo secondo l’ usanza; ma trascorsi i giorni della festa, mentre riprendevano la via
del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero.
Credendolo nella carovana, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti
e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. Dopo tre giorni lo
trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai dottori, mentre li ascoltava e li interrogava.
E tutti quelli che l’ udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte.
Al vederlo restarono stupiti e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto così?
Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose: «Perché mi cercavate?
Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?».

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Quanti padri e madri hanno perso i loro figli piccoli. Alcuni li hanno ritrovati vivi, altri senza.
Anche Giuseppe ha perso Gesù. Può succedere a qualsiasi genitore. Di fronte allo smarri-
mento, sconvolti e preoccupati, Giuseppe e Maria cercano Gesù. Giuseppe ci insegna a
cercare sempre Gesù, ma soprattutto quando stiamo passando un brutto momento o
quando arriva il momento della malattia e del dolore.
Ma Giuseppe trova il bambino. Forse dove non poteva immaginare. Era nella casa di suo
Padre che è il tempio. Dopo averlo trovato, Giuseppe tace, contempla, tace e sicuramente lo
abbraccia. Questo bambino deve dedicarsi alle cose di suo Padre, Dio, anche se Giuseppe non
lo capisce. Per questo è venuto a realizzare il progetto di Dio in mezzo a noi.
Giuseppe prova un dolore che assume la forma di angoscia perché hanno perso Gesù
intorno a Gerusalemme. Questi sono momenti di tensione, nervi, ansia. È il dolore di sentire
che qualcuno nella tua vita non c’ è più. Ma vive anche una gioia intensa che si trasforma in
una gioia profonda quando la trova nel tempio. Gesù è nella sua casa e tutti quelli che lo
ascoltano rimangono stupiti. È la gioia traboccante che proviamo anche noi quando
incontriamo Gesù nella casa di Dio.

San Giuseppe, tu che non hai voluto separarti da Maria e da Gesù, e hai vissuto sempre
prendendoti cura di entrambi, conforta e rafforza le famiglie disgregate e afflitte che
soffrono qualche tipo di separazione.
San Giuseppe, tu che hai trovato Gesù nel tempio, aiutaci a scoprire la presenza di Dio
nella nostra vita per poterti servire nei poveri e in quanti soffrono, e donaci di riconoscere
Gesù vivo nella tua Parola e nella Eucaristia.

Padre mio, San Giuseppe, mi congratulo con te per la felicità, per l’ onore,
per la gloria che viene dall’ essere lo sposo della Madre di Dio,
della Regina del cielo e della terra, degli angeli e degli uomini.
Fammi partecipare alla tua grande gioia e felicità in questa vita e nella prossima.

San Giuseppe prega per noi.

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Catechisti
a 360˚
Katia Arnesano

Dolori e Gioie di San Giuseppe

Valencia

Anno di San Giuseppe 2020-2021

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