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Sociologia generale.

Teorie, metodo,
concetti 3/ED 3rd Edition David Croteau
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edition-david-croteau/
David
Croteau

William
Hoynes

Sociologia
generale
Teorie, metodo, concetti
III edizione
Edizione italiana a cura di
Francesco Antonelli, Emanuele Rossi
David Croteau
William Hoynes

Sociologia generale
Teorie, metodo, concetti
Terza edizione

Edizione italiana a cura di


Francesco Antonelli, Università degli Studi “Roma Tre”
Emanuele Rossi, Università degli Studi “Roma Tre”
Experience Sociology, Fourth edition
Copyright © 2020, 2018, 2015, 2013 McGraw Hill

Adattamento Copyright © 2022, 2018, 2015 McGraw-Hill Education (Italy) S.r.l.


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Portfolio Manager: Barbara Ferrario


Traduzione: Roberto Merlini, Laura Santo, Laura Tasso (1a ed.); Fotocompos (2a ed.)
Realizzazione editoriale: Fotocompos, Gussago (BS)
Grafica di copertina: FeelItalia, Milano
Immagine di copertina: ©Kubko/Shutterstock

ISBN 9788838655982
Indice breve

Parte I La prospettiva sociologica 1

Capitolo 1 Introduzione. La sociologia nel mondo globale 3


Shutterstock

Capitolo 2 Le prospettive teoriche


©Boris15/

19

Capitolo 3 La sociologia come scienza empirica: la ricerca sociale 57

Parte II Le principali categorie dell’analisi sociologica 97

Capitolo 4 Cultura, istituzioni e processi culturali 99


©Lightspring/
Shutterstock

Capitolo 5 Potere, azione sociale e strutture 143

Capitolo 6 Interazioni sociali, gruppi e processi di socializzazione 189

Parte III Identità, differenze e disuguaglianze 237


©Harry Wedzinga/

Capitolo 7 Migrazioni ed etnie 239


Shutterstock

Capitolo 8 Genere e sessualità 267

Capitolo 9 Stratificazione e disuguaglianze nell’era della globalizzazione 311

Parte IV Istituzioni e processi sociali 349

Capitolo 10 Media e consumi 351

Capitolo 11 La devianza 387


©Vasin Lee/
Shutterstock

Capitolo 12 Mutamento, globalizzazione e movimenti sociali 411


Indice

Autori e curatori XI
Prefazione alla terza edizione italiana XIII
Ringraziamenti dell’Editore XVII
Guida alla lettura XIX

Parte I La prospettiva sociologica 1


Capitolo 1 Introduzione. La sociologia nel mondo globale 3
1.1 Cos’è la sociologia? 4
1.1.1 La prospettiva sociologica 4
1.1.2 Sociologia e buon senso 5
1.1.3 La sociologia come disciplina 6
1.2 Il contesto storico e sociale della sociologia 7
1.2.1 L’ascesa della modernità 8
1.2.2 Rivoluzione culturale: la scienza e l’Illuminismo 9
1.2.3 Rivoluzione politica: l’ascesa della democrazia 9
1.2.4 Rivoluzione economica e sociale: capitalismo industriale e urbanizzazione 10
1.3 Dalla società moderna a quella post-moderna 11
1.4 Le sfide e le speranze della sociologia 14
Riepilogo 17
Domande di riepilogo 17
Capitolo 2 Le prospettive teoriche 19
2.1 Fondamenti del pensiero sociologico 20
2.1.1 Definire l’ambito della sociologia: Comte e Spencer 20
2.1.2 I padri fondatori: Marx, Durkheim e Weber 21
2.2 Le diverse teorie della sociologia 28
2.2.1 Comprendere la teoria 28
2.2.2 Le dimensioni chiave 30
2.2.3 Teorie struttural-funzionaliste 31
2.2.4 Teorie del conflitto 33
2.2.5 L’interazionismo simbolico 34
2.2.6 Teorie femministe e di genere 35
2.2.7 Quattro sociologi chiave nel dibattito contemporaneo: Bauman, Beck, Touraine, Bourdieu 36
2.3 Il terreno comune della sociologia: cultura, struttura e potere 51
2.3.1 Cultura 52
2.3.2 Struttura 54
2.3.3 Potere 55
Riepilogo 56
Domande di riepilogo 56
VI Indice

Capitolo 3 La sociologia come scienza empirica: la ricerca sociale 57


3.1 Il processo della ricerca sociale 58
3.2 Teoria scientifica e metodo: cenni introduttivi 61
3.3 I principali approcci metodologici 62
3.3.1 Positivismo e neo-positivismo 63
3.3.2 Il campo dell’ermeneutica nelle scienze sociali 71
3.4 La ricerca sociale in pratica 76
3.4.1 Tecniche di ricerca quantitative 80
3.4.2 Tecniche di ricerca qualitative 84
3.4.3 Mixed Methods 87
3.5 Coordinate spazio-temporali della ricerca sociale 89
3.5.1 Ambito spaziale 89
3.5.2 Ambito temporale 90
Riepilogo 95
Domande di riepilogo 96

Parte II Le principali categorie dell’analisi sociologica 97


Capitolo 4 Cultura, istituzioni e processi culturali 99
4.1 Definire la cultura 100
4.2 Elementi della cultura 101
4.2.1 Valori, credenze, conoscenze e norme: le forme della cultura 102
4.2.2 Comunicare la cultura: simboli e linguaggio 110
4.2.3 Riprodurre la cultura: comportamenti 113
4.2.4 Oggetti: i manufatti della cultura 114
4.3 Cultura, ideologia e potere 115
4.4 Diversità culturale 116
4.4.1 Cultura dominante, subculture e sottoculture 117
4.4.2 Cultura alta e cultura popolare 120
4.4.3 La mercificazione della cultura 121
4.5 La sociologia della religione 122
4.5.1 Émile Durkheim: le forme elementari della vita religiosa 122
4.5.2 Karl Marx: la religione come oppio dei popoli 126
4.5.3 Max Weber: il disincanto del mondo 127
4.5.4 Peter Berger: la sacra volta 129
4.6 La religione nel contesto globale 129
4.6.1 La religione nel mondo 129
4.6.2 La tesi della secolarizzazione 129
4.6.3 Andare alla ricerca di Dio sul mercato religioso: il pluralismo religioso 133
4.6.4 I fondamentalismi religiosi 135
Riepilogo 141
Domande di riepilogo 141
Capitolo 5 Potere, azione sociale e strutture 143
5.1 Capire la struttura sociale 145
5.1.1 Osservare la struttura sociale 145
5.1.2 Costruire e modificare la struttura sociale 146
5.1.3 Status, ruoli e vita quotidiana 148
5.2 Interazione a livello microsociologico: l’etnometodologia 150
5.3 Struttura sociale a livello mesosociologico: le organizzazioni 152
5.4 Struttura sociale a livello macrosociologico: funzioni e interrelazioni tra istituzioni sociali 155
5.5 Come cambiano le strutture: l’azione sociale 157
5.5.1 Tipi di azione sociale 157
5.6 Il potere 161
5.7 Comprendere le diverse forme di potere 162
5.7.1 Definizione di potere 162
5.7.2 Obiettivi collettivi ed empowerment: il “potere di” 162
5.7.3 Il dominio: il “potere su” 164
5.7.4 Strategie finalizzate a superare un’opposizione: persuasione, ricompensa, coercizione 166
Indice VII

5.8 Il potere nella vita quotidiana 168


5.8.1 Il potere nei piccoli gruppi e nelle organizzazioni 168
5.8.2 Tattiche di potere 170
5.9 Potere e relazioni sociali 173
5.9.1 Tipi di autorità: tradizionale, razionale-legale e carismatica 173
5.9.2 Il ruolo dell’obbedienza 175
5.9.3 Il potere della disobbedienza 176
5.9.4 Potere e privilegio 178
5.10 Gli utilizzi economici, politici e culturali del potere 180
5.10.1 Il potere economico: allocare le risorse 180
5.10.2 Potere culturale: definire la realtà 180
5.10.3 Potere politico: fissare delle regole e prendere delle decisioni 182
5.11 Il potere e la politica 182
5.11.1 Le teorie del potere politico: pluralismo, élite e classe dominante 182
5.11.2 Differenze di classe nella partecipazione politica 184
5.11.3 Disuguaglianza, potere e politica 185
Riepilogo 187
Domande di riepilogo 188
Capitolo 6 Interazioni sociali, gruppi e processi di socializzazione 189
6.1 Cultura e interazione sociale 190
6.1.1 Interazione: giungere a un’interpretazione comune della realtà 191
6.1.2 La profezia che si auto-avvera e il teorema di Thomas 193
6.1.3 Tre passi per costruire la realtà sociale 196
6.1.4 Status sociali e ruoli 197
6.1.5 L’approccio drammaturgico: interpretare la vita sociale 199
6.1.6 Le reti sociali 201
6.2 Formalizzare la struttura: gruppi e organizzazioni 204
6.2.1 Gruppi primari e secondari 204
6.2.2 Gruppi di riferimento 205
6.2.3 Dimensioni del gruppo e relazioni sociali: diadi, triadi e oltre 206
6.2.4 I principali gruppi primari: le famiglie 207
6.2.5 I principali gruppi secondari: organizzazioni e burocrazia 211
6.3 Il potere nei gruppi e nelle organizzazioni 215
6.3.1 In-group e out-group 215
6.3.2 Conformismo 216
6.3.3 Leadership, oligarchia e potere 216
6.3.4 Gestione scientifica e controllo sul luogo di lavoro 218
6.4 La socializzazione e gli agenti di socializzazione 219
6.4.1 La famiglia 220
6.4.2 La scuola 221
6.4.3 I media 222
6.4.4 Il gruppo dei pari 223
6.4.5 Il luogo di lavoro 223
6.4.6 La religione 225
6.4.7 Le istituzioni totali 225
6.5 Socializzazione, potere e Sé sociale 227
6.5.1 “Umani senza cultura” 227
6.5.2 Riflessività: il Sé-specchio di Cooley 229
6.5.3 Spontaneità versus norme sociali: l’“io” e il “me” di Mead 230
6.5.4 Interazione sociale: sviluppare il Sé 232
Riepilogo 234
Domande di riepilogo 235

Parte III Identità, differenze e disuguaglianze 237


Capitolo 7 Migrazioni ed etnie 239
7.1 Movimenti migratori 240
7.1.1 Fattori di attrazione ed espulsione 241
VIII Indice

7.1.2 Le diaspore 242


7.1.3 Il fenomeno migratorio in Italia 242
7.2 Il ruolo della cultura: inventare l’etnia e la razza 245
7.2.1 Pseudoscienza e razza 247
7.2.2 Razza ed etnia nel tempo e nelle culture 250
7.3 Struttura e potere sociale nei gruppi razziali ed etnici 253
7.3.1 Gruppi minoritari e maggioritari 253
7.3.2 Modelli d’interazione tra maggioranza e minoranza 254
7.3.3 Reazioni dei gruppi minoritari alla discriminazione 255
7.4 Cultura, struttura sociale e potere: spiegare la disuguaglianza etnica e razziale 256
7.4.1 Atteggiamenti e comportamenti individuali: pregiudizio, discriminazione, etnocentrismo, xenofobia
e relativismo culturale 256
7.4.2 Discriminazione istituzionale: barriere strutturali all’uguaglianza 257
7.4.3 Teorie del pregiudizio e della discriminazione: cultura e interessi del gruppo 258
7.5 Multiculturalismo e interculturalità 260
7.5.1 Le critiche al multiculturalismo 261
7.5.2 L’interculturalità 263
Riepilogo 265
Domande di riepilogo 265
Capitolo 8 Genere e sessualità 267
8.1 Biologia e cultura: sesso e genere 268
8.1.1 Sesso e biologia 269
8.1.2 I limiti della biologia 269
8.1.3 Il genere come costrutto sociale 271
8.1.4 Identità di genere e persone transgender 272
8.1.5 Maschilità e ordine di genere 273
8.1.6 Distinzioni di genere e potere 275
8.2 Cultura, socializzazione e genere 275
8.2.1 Apprendere il genere: socializzazione e ruoli di genere 275
8.2.2 Costruzione dell’identità di genere: interazione sociale e potere 276
8.2.3 Il genere e la famiglia 278
8.2.4 Insegnare il genere a scuola 280
8.2.5 Lezioni di genere apprese dal gruppo dei pari 281
8.2.6 Media e genere 282
8.3 Cultura, potere e disuguaglianze di genere 283
8.3.1 Il sesso e l’origine del patriarcato 283
8.3.2 La cultura prevale sulla biologia 285
8.3.3 Lavoro e livelli di istruzione 285
8.3.4 Tempi di vita e tempi di lavoro: dalla conciliazione alla condivisione 290
8.3.5 Potere politico 291
8.3.6 La violenza sulle donne 292
8.3.7 Molestie sessuali sul lavoro 294
8.4 Sessualità 296
8.4.1 Biologia, cultura e sessualità 296
8.4.2 La sessualità come costrutto sociale 298
8.4.3 Identità sessuali 298
8.4.4 L’invenzione degli eterosessuali e degli omosessuali 299
8.4.5 Bisessualità e asessualità 301
8.4.6 Identità sessuali e disuguaglianza 301
8.5 Contrastare le disuguaglianze basate sul genere e sull’identità sessuale 303
8.5.1 Il genere in sociologia 304
8.5.2 L’attivismo delle donne 305
8.5.3 Attivismo a favore degli LGBT 307
Riepilogo 309
Domande di riepilogo 309
Capitolo 9 Stratificazione e disuguaglianze nell’era della globalizzazione 311
9.1 Le disuguaglianze strutturate: i sistemi di stratificazione 313
Indice IX

9.1.1 Risorse disuguali 314


9.1.2 Gruppi stratificati 315
9.1.3 Le ideologie che giustificano le disuguaglianze 315
9.2 I sistemi di stratificazione di origine pre-moderna 316
9.2.1 La schiavitù 316
9.2.2 Il patriarcato 317
9.2.3 Il sistema delle caste 318
9.2.4 Il sistema dei ceti 319
9.3 Sistemi di disuguaglianza nella modernità: le classi sociali 320
9.3.1 L’analisi di Karl Marx 321
9.3.2 Max Weber e le “chance di vita” 323
9.4 Vischiosità e fluidità delle strutture di classe 324
9.4.1 La stratificazione delle classi è funzionale? 325
9.4.2 La mobilità sociale 326
9.4.3 Povertà e deprivazione relativa 327
9.5 Lo Stato sociale 329
9.5.1 Politiche pubbliche e disuguaglianze 331
9.5.2 Welfare State 331
9.6 La struttura di classe nelle società contemporanee 334
9.6.1 L’approccio neo-marxiano 335
9.6.2 L’approccio neo-weberiano 335
9.6.3 La teoria della frammentazione 336
9.7 Potere e disuguaglianze globali 337
9.7.1 Classificare le economie nazionali 338
9.7.2 L’impatto delle disuguaglianze globali 338
9.7.3 La disuguaglianza interna ai Paesi 341
9.8 Spiegare le disuguaglianze globali 343
9.8.1 Cultura e disuguaglianze globali: la teoria della modernizzazione 343
9.8.2 Colonialismo e neo-colonialismo: la teoria della dipendenza 343
9.8.3 La World System Analysis 345
9.8.4 Istituzioni finanziarie globali 346
Riepilogo 348
Domande di riepilogo 348

Parte IV Istituzioni e processi sociali 349


Capitolo 10 Media e consumi 351
10.1 Un approccio sociologico allo studio dei media 352
10.1.1 Cosa sono i media? 353
10.1.2 Caratteristiche dei mass media e dei media digitali 353
10.2 La struttura dei media 356
10.2.1 I contenuti mediatici 356
10.3 La crescita esplosiva dei media 360
10.3.1 Crescita e saturazione dei media 360
10.3.2 Convergenza dei media e uso del tempo 361
10.3.3 User-generated content 363
10.3.4 Funzioni dei media 364
10.4 Potere e media 366
10.4.1 L’effetto delle disuguaglianze sociali sull’utilizzo dei media 366
10.4.2 Media globali e imperialismo culturale 368
10.5 L’impatto della tecnologia sulla società 369
10.5.1 Media digitali e individualizzazione 369
10.5.2 Il capitalismo delle piattaforme 370
10.6 La cultura consumistica 372
10.6.1 L’ascesa della cultura consumistica 373
10.6.2 Alienazione della manodopera e feticismo delle merci 374
10.6.3 Consumo e identità 375
10.6.4 Promuovere il consumo 377
X Indice

10.6.5 Impatto sociale della cultura consumistica 379


Riepilogo 384
Domande di riepilogo 385
Capitolo 11 La devianza 387
11.1 Definire la devianza 388
11.1.1 Devianza e contesto sociale 389
11.1.2 Teoria dell’etichettamento: definire il comportamento deviante 390
11.1.3 Essere considerati devianti: gli effetti dell’etichettamento 391
11.2 Il ruolo della devianza nelle strutture sociali 392
11.2.1 Definire i confini del gruppo 392
11.2.2 Creare solidarietà sociale 393
11.2.3 Fornire una fonte d’innovazione 394
11.3 Spiegare la devianza 394
11.3.1 La devianza come immoralità 395
11.3.2 La devianza come malattia: medicalizzazione 395
11.3.3 La devianza come scelta razionale 397
11.3.4 Devianza e socializzazione: la teoria dell’associazione differenziale 397
11.3.5 Devianza e struttura: la teoria della tensione di Merton 399
11.4 Cultura e devianza: i corpi devianti 402
11.5 Potere e devianza 402
11.6 Controllo sociale e devianza 404
11.6.1 Influenze interne: socializzazione 405
11.6.2 Influenze esterne: teoria del controllo 408
Riepilogo 410
Domande di riepilogo 410
Capitolo 12 Mutamento, globalizzazione e movimenti sociali 411
12.1 La natura del mutamento strutturale e culturale 412
12.1.1 La natura continua e parziale del mutamento 412
12.1.2 Cause del mutamento sociale 414
12.1.3 I fattori materiali di mutamento: materialismo storico e tecnologia 414
12.1.4 Le idee come fattori di mutamento: l’etica e l’ideologia 416
12.1.5 Il contesto del mutamento e gli effetti emergenti delle azioni sociali 416
12.1.6 Generazioni e mutamento sociale 418
12.2 La globalizzazione come mutamento sociale 419
12.2.1 Globalizzazione: integrare le società 420
12.2.2 Origini coloniali della prima globalizzazione 421
12.2.3 Le molteplici dimensioni della globalizzazione contemporanea 423
12.2.4 L’impatto della globalizzazione su cultura, struttura e potere 425
12.2.5 I limiti della globalizzazione: società post-pandemica e transizione ecologica 429
12.3 Un particolare tipo d’integrazione sovranazionale: l’Unione Europea e il processo di europeizzazione 431
12.3.1 La società europea e il suo dualismo 433
12.3.2 Oltre il dualismo: la prospettiva cosmopolita 434
12.3.3 L’opposizione al processo di europeizzazione: l’anti-europeismo e la sua crisi 435
12.4 Il potere dei movimenti sociali 436
12.4.1 Comprendere i movimenti sociali 436
12.4.2 Definire i movimenti sociali 437
12.4.3 Potere, conflitto e movimenti sociali 439
12.4.4 I protagonisti dei movimenti 441
12.4.5 I repertori di protesta 442
12.4.6 Successo dei movimenti: messaggio, risorse e opportunità 442
12.4.7 Le trasformazioni dei movimenti sociali 444
12.4.8 L’impatto dei movimenti sociali su cultura, struttura e potere 445
Riepilogo 449
Domande di riepilogo 449
Bibliografia 451
Indice analitico 483
Autori e curatori

David Croteau si è laureato in Sociologia alla Brandeis University e ha con-


seguito il dottorato di ricerca in Sociologia al Boston College. Ha insegnato
Sociologia generale al Boston College, alla Clark University, al Keene State
College e alla University of Mary Washington. È professore emerito associato
alla Virgina Commenwealth University e ha tenuto corsi su teorie, metodi,
stratificazioni, movimenti e media. Ha anche lavorato come esperto di for-
mazione digitale presso il VCU’s Academic Learning Transformation Lab (ALT
Lab) aiutando la facoltà a sviluppare corsi online. Ha pubblicato, oltre a nu-
merosi articoli scientifici e capitoli in diversi libri, Politics and the class divide,
finalista sia al C. Wright Mills Award della Society for the Study of Social
Problems, sia al premio Transformational Politics Book Award, promosso dalla
American Political Science Association.

William Hoynes si è laureato in Storia e Scienze politiche alla Tufts Uni-


versity e ha conseguito il dottorato di ricerca in Sociologia al Boston College.
È professore in Sociologia al Vassar College dove insegna Sociologia generale
e ha tenuto corsi su teorie, metodi, stratificazioni, movimenti e media. Du-
rante i suoi oltre 25 anni di insegnamento al Vassar College è stato direttore
del Dipartimento di Sociologia e dei programmi di Media Studies e dell’Ame-
rican Culture. Ha scritto Public television for sales: media, the market, and the
public sphere, premiato col Goldsmith Book Prize del Shorenstein Center on
Media, Politics and Public Policy presso la Harvard University’s John Kennedy
School of Governement.

I curatori dell’Edizione italiana

Francesco Antonelli è Professore di Sociologia generale presso il Diparti-


mento di Scienze politiche dell’Università degli Studi Roma Tre dove insegna
anche “Radicalizzazione e violenza politica”. È segretario della sezione “Teorie
Sociologiche e Trasformazioni Sociali” dell’Associazione Italiana di Sociologia
(AIS). È membro fondatore ed è stato segretario della sezione “Studi di Ge-
XII Autori e curatori

nere” dell’AIS. Coordina il Progetto Horizon2020 “PARTICIPATION. Analysing


and Preventing Extremism Via Participation” (Grant Agreement 962547)
(2020-2023) ed è stato Work Package Leader nel Progetto Horizon2020 “TRI-
VALENT. Terrorism pReventIon Via rAdicaLisation countEr-NarraTive”
(2017-2020). È stato Visiting Professor presso l’École des hautes études en
sciences sociales (EHESS) di Parigi, l’Universidade de São Paulo, l’Universidade
do Minho di Braga, il GESIS-EUROLAB di Colonia e a La Trobe University
di Melbourne. Tra i suoi ultimi libri: Technocracy. Technique, Experts and De-
mocracy in the Global World, London, Routledge (in press); Radicalizzazione,
Milano, Mondadori, 2021; Tecnocrazia e democrazia. L’egemonia ai tempi della
società digitale, Roma, L’Asino d’Oro, 2019.

Emanuele Rossi insegna Sociologia generale presso il Dipartimento di


Scienze politiche dell’Università degli Studi di Roma Tre, dove è ricercatore
confermato nel settore disciplinare SPS/07 - Sociologia Generale. È direttore
scientifico con Maria Cristina Marchetti della collana Sociologia, politica e
società di Bulzoni Editore. Dirige con Marieli Ruini la collana di socio-an-
tropologia Cronotopi di Edizioni Nuova Cultura. È membro del comitato
scientifico delle collane: Contemporanea. Sfide sociologiche e ricerca sociale di
CEDAM, Motus. Studi sulla società di Meltemi e Societas di Nuova Cultura. È
inoltre autore di numerosi contributi in volumi collettanei e in riviste scien-
tifiche. Tra le sue pubblicazioni: Tra gli uomini e le cose. Siegfried Kracauer
e la sociologia del materiale, Roma, Edizioni Nuova Cultura, 2015; In disparte.
Appunti per una sociologia del margine, Roma, Armando Editore, 2012; Un
anno per cambiare. Il servizio civile in Legacoop, Roma, Armando Editore, 2011;
Le forme dello spazio nella tarda modernità, Milano, Franco Angeli, 2006.
Prefazione
alla terza edizione italiana

Georg Simmel, annoverato tra i maestri del pensiero sociologico, sosteneva


che tra i compiti principali della sociologia vi è quello di ricercare ciò che
nella “società è realmente la società”, vale a dire la necessità di penetrare il
reale da diverse prospettive cogliendo in esso la sua mutevolezza e dinami-
cità. Il testo di David Croteau e William Hoynes Experience Sociology appare
felicemente ispirato da questo principio di fondo. Privilegiando un dialogo
costante tra la teoria sociologica, la ricerca empirica e le complesse dinamiche
del mondo reale, gli autori dimostrano quanto il “pensare sociologicamente”
sia parte integrante della nostra esperienza di esseri umani e quanto riesca
a orientarci all’interno di una realtà complessa e instabile, come quella con-
temporanea. Da questa consapevolezza e dalla nostra esperienza didattica
nasce la versione italiana del volume.
La terza edizione italiana presenta, unica nel suo genere nel panorama
nazionale, tutti i principali aspetti della sociologia, dalle teorie classiche e
contemporanee alle tecniche di indagine empirica, ai concetti fondamentali
di questa affascinante disciplina. Il volume è pensato come manuale di base,
adattandosi alle esigenze degli studenti e delle studentesse di diversi corsi
di laurea e di tutti coloro i quali vogliono acquisire gli strumenti fondamentali
per comprendere e analizzare il complesso mondo sociale di oggi. Un ma-
nuale la cui struttura si adatta alle esigenze degli studenti che per la prima
volta entrano in contatto con la “conoscenza sociologica” e ciò grazie a
cinque caratteristiche principali.
▮ La prima è la capacità del testo di elaborare un percorso di analisi critico
partendo dai pilastri della teoria sociologica e cioè il potere, la cultura e la
struttura, a cui ogni fenomeno sociale viene raffrontato e fatto interagire al
fine di valutarne di volta in volta gli effetti e le criticità.
▮ La seconda è rappresentata dall’inserimento di un intero capitolo dedicato
alla metodologia delle scienze sociali con l’intento di mostrare come il sapere
sociologico si costruisca attraverso una stretta interazione tra teoria e ricerca
empirica.
▮ La terza riguarda la particolare attenzione dedicata alle tematiche di genere,
anche in questo caso in discontinuità con il tradizionale panorama della ma-
XIV Prefazione alla terza edizione italiana

nualistica sociologica. Nel libro non solo è presente un capitolo che tratta
specificatamente del genere e della sessualità, ma la prospettiva di genere,
assunta come una delle chiavi di lettura più importanti per decodificare le
società contemporanee, attraversa trasversalmente tutti gli argomenti affron-
tati nel libro. Una caratteristica già presente nell’edizione americana ma che
abbiamo voluto rafforzare nell’edizione italiana, con l’aggiunta ulteriore di
esempi e osservazioni.
▮ La quarta è la grande varietà di strumenti didattici presenti all’interno del
volume. A tal proposito, ogni capitolo si apre con un caso reale che mostra
l’importanza della prospettiva sociologica per la comprensione della realtà
sociale nei suoi vari aspetti, da quelli inerenti alla vita quotidiana ai più vasti
fenomeni che caratterizzano il mondo globale. Tutto ciò è corredato da una
serie di esempi e di domande di verifica per favorire l’apprendimento e la
comprensione dello studente, accompagnandolo lungo il percorso di lettura
e di studio. Inoltre, il volume è dotato di un ricco apparato di immagini, ta-
belle di dati, mappe geografiche e box dedicati all’approfondimento di te-
matiche particolarmente rilevanti e attuali.
▮ La quinta caratteristica è che il manuale cartaceo è affiancato da strumenti
digitali di apprendimento e verifica. Infatti, i lettori possono accedere a un
sito web corredato per gli studenti del glossario e per i docenti di slide in
formato PowerPoint liberamente scaricabili e modificabili. Inoltre, è dispo-
nibile la piattaforma Connect, un sistema web-based con oltre 250 domande
a risposta multipla in italiano (curate con la collaborazione di Giada Sarra)
con un sistema di autocorrezione che permette ai docenti di monitorare
passo dopo passo i risultati dell’apprendimento.

Il lavoro che qui presentiamo è il risultato di un complesso processo di adat-


tamento dei contenuti, inclusi esempi e dati, della versione americana del
libro alla realtà italiana ed europea, nonché di integrazione di parti comple-
tamente originali da noi svolto nel corso degli anni. In particolare, seguendo
la numerazione di capitoli e paragrafi di allora, nella prima edizione sono
stati scritti da Francesco Antonelli il Capitolo 2 “La ricerca sociale”, i Para-
grafi 6.5 “Politiche pubbliche, disuguaglianze e Welfare State” e 6.6 “La strut-
tura di classe nelle società contemporanee”; da Emanuele Rossi i Paragra-
fi 6.2.1 “La schiavitù”, 6.4.3 “La mobilità sociale”, 7.3 “Il fenomeno migratorio
in Italia” e 7.6 “I movimenti migratori”.
Nella seconda edizione, oltre all’ulteriore revisione del linguaggio e al-
l’aggiornamento dei dati, alcuni capitoli sono stati parzialmente rinumerati
e ridenominati (l’ex Capitolo 2, sempre a cura di Francesco Antonelli, è stato
rivisto ed è divenuto il nuovo Capitolo 3 con il titolo “La sociologia come
scienza empirica: la ricerca sociale”). Inoltre i capitoli sono stati suddivisi in
4 parti: Parte I “La prospettiva sociologica” che comprende un’introduzione
alla sociologia, una presentazione delle principali teorie e metodologie della
ricerca sociale; Parte II “Le principali categorie dell’analisi sociologica” che
approfondisce i processi culturali e le dinamiche della socializzazione e le
strutture del potere; Parte III “Identità, differenze e disuguaglianze” che si
Prefazione alla terza edizione italiana XV

focalizza sulle principali dimensioni della stratificazione e della differenzia-


zione sociale, con particolare riferimento al mondo contemporaneo; Parte IV
“Istituzioni e processi sociali” dedicata all’approfondimento di aspetti sociali
particolarmente significativi nell’era della globalizzazione. Infine, a cura di
Francesco Antonelli sono stati introdotti nuovi paragrafi: seguendo la nu-
merazione della seconda edizione, 8.5 “La maschilità e l’ordine di genere” e
13.3 “Un particolare processo di integrazione sovranazionale: l’Unione euro-
pea e il processo di europeizzazione”.
Nella terza edizione abbiamo aggiornato ulteriormente i dati, svolto una
revisione linguistica, inserito nuovi termini chiave e modificato i seguenti
contenuti: i Paragrafi 4.6.1 e 4.6.2 sono stati profondamente rivisti; il Capi-
tolo 12 “Politica ed economia” della seconda edizione è stato eliminato e il
Paragrafo 12.3 “Il potere e la politica”, spostato nel Capitolo 5, diventa il
nuovo Paragrafo 5.11; tutto il Capitolo 8 è stato profondamente rivisto, so-
prattutto nelle statistiche riportate; il Paragrafo 13.3.4 è stato rinominato
“L’opposizione al processo di europeizzazione: l’anti-europeismo e la sua crisi”
e rivisto. Inoltre, sono stati inseriti nuovi argomenti: Emanuele Rossi ha scritto
il box di approfondimento “Dalla società in Rete al Capitalismo delle Piatta-
forme” nel Capitolo 1; i capoversi su Zygmunt Bauman e Ulrich Beck nel Pa-
ragrafo 2.2.7; il box di approfondimento “Gli immigrati di seconda generazione
in Italia” nel Capitolo 7; il Paragrafo 9.4.3 “Povertà e deprivazione relativa”; il
Paragrafo 12.1.6 “Generazioni e mutamento sociale”. Francesco Antonelli ha
invece scritto i capoversi su Alain Touraine e Pierre Bourdieu nel Paragra-
fo 2.2.7; il Paragrafo 3.3.3 “Mixed Methods”; il Paragrafo 4.6.3 “La tesi del
post-secolarismo”; il Paragrafo 7.5.2 “L’interculturalità”; il Paragrafo 10.5.2 “Il
capitalismo delle piattaforme”; il Paragrafo 12.2.5 “I limiti della globalizzazione:
società post-pandemica e transizione ecologica”.
Vogliamo infine dedicare anche quest’ultima edizione del manuale ai
nostri figli Jacopo e Gabriele, già entrati nel mondo di domani.

Francesco Antonelli
Emanuele Rossi
Ringraziamenti
dell’Editore

L’Editore ringrazia i docenti che hanno partecipato alla review e che con le
loro preziose indicazioni, hanno contribuito alla realizzazione della terza edi-
zione del manuale di Sociologia generale:

Sebastiano Benasso, Università degli Studi di Genova


Maria Grazia Ferrari, Università degli Studi di Parma
Nicola Ferrigni, Università degli Studi Link Campus University, Roma
Francesca Guarino, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna
Gaetano Gucciardo, Università degli Studi di Palermo
Lidia Lo Schiavo, Università degli Studi di Messina
Giuseppe Masullo, Università degli Studi di Salerno
Marta Scocco, Università degli Studi di Macerata
Emanuela Susca, Università degli Studi di Urbino Carlo Bo
Guida alla lettura

2
Capitolo
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Le prospettivhe
teoric
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Gli Obiettivi di capitolo


ni/Getty
©DeAgosti

propongono quesiti che


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XX Guida alla lettura

teoriche rmania
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bene com stata una altri merit
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in modo
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come sti
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Marx sos contribuir e scoppiar
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110
Cap
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Guida alla lettura XXI

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si cultur
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Capitolo

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Come ve
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I simboli
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affrontano con maggior
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soprattu nificati issione di
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lo è forte,
un simbo conflitto.
sim
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XXII Guida alla lettura

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Parte I
La prospettiva
sociologica

Capitolo 1 Introduzione. La sociologia nel mondo globale

Capitolo 2 Le prospettive teoriche

Capitolo 3 La sociologia come scienza empirica: la ricerca sociale


©Boris15/Shutterstock
Capitolo 1

©Buena Vista Images/DigitalVision/Getty Images


Introduzione.
La sociologia
nel mondo globale
Obiettivi di apprendimento
▮ Come può la sociologia aiutarvi a comprendere la società e il vostro
ruolo all’interno di essa?
▮ Come può la sociologia aiutarvi a comprendere i rapidi mutamenti
del mondo globale?

Quando si è laureata al Keene State College, New Hampshire, nel 2005, Jen-
nifer DeCarolis ha accettato un lavoro come maestra d’asilo e si è trasferita
dai nonni. Considerata la paga molto modesta, l’unico modo per poter iniziare
a restituire i quasi 40 000 dollari di debito accumulato per gli studi era vivere
con i nonni per poter risparmiare. “Se non avessi avuto loro, non so dove sarei
ora”, ha affermato. In seguito Jennifer ha ripreso l’università per un corso di
perfezionamento e, una decina d’anni dopo la laurea triennale, è riuscita fi-
nalmente a estinguere l’ultima parte del suo debito (Eisenstadter, 2015).
Louis Moe Christoffersen è uno studente universitario che non si preoccupa
di eventuali debiti (Noack, 2015). Questo perché è danese e vive in una società
con un sistema di pagamento dei college molto diverso. In Danimarca vi sono
imposte sul reddito molto più alte di quelle statunitensi, ma i suoi cittadini in
cambio ricevono un’ampia gamma di servizi pubblici gratuiti o a basso costo
compresa un’istruzione superiore a costo zero. Fa notare Christoffersen: “I cit-
tadini danesi non devono pagare alcuna retta universitaria. Anche gli alloggi
sono davvero economici. Di fatto, per frequentare un’università veniamo sov-
venzionati dal governo. È come se qualcuno ti stesse dando uno stipendio per
il fatto che vai a lezione” (Noack, 2015).
Le esperienze personali di Jennifer e Louis in materia di istruzione superiore
sono state decisamente diverse a causa delle ampie diversità tra i loro Paesi: la
politica pubblica in ambito educativo e i valori culturali in rapporto alle tasse
sono due delle differenze tra la società statunitense e quella danese. Quelle dif-
ferenze hanno contribuito a formare l’esperienza degli studenti universitari di en-
trambi i Paesi. La percezione del ruolo del governo nella fornitura di servizi pubblici
insieme alla responsabilità di pagare tasse più alte in futuro sono qualcosa che
Louis possiede in comune con la maggioranza dei suoi concittadini. Le difficoltà
4 Capitolo 1 ▮ Introduzione. La sociologia nel mondo globale

di Jennifer di fronte al debito, invece, sono condivise a vari livelli da milioni di


studenti universitari statunitensi. La sua esperienza personale fa parte di una que-
stione pubblica più ampia che è stata al centro del dibattito degli ultimi anni. ▮

La prevedibilità della nostra quotidianità è un semplice esempio volto a ri-


cordarci che la vita umana è largamente regolata da modelli di comporta-
mento relativamente stabili nel tempo e nello spazio. Le persone, interagendo
fra loro, sviluppano delle routine che, nel loro complesso, creano e reggono
la società. Andiamo a scuola, al lavoro o a fare shopping, usciamo per un ap-
puntamento, alleviamo i figli, votiamo. Sono queste azioni prevedibili a te-
nere in piedi le istituzioni sociali – famiglia, scuola, economia, governo ecc.
– che, a loro volta, forgiano la nostra vita.
Gli esseri umani, tuttavia, hanno anche la capacità di modificare il proprio
comportamento e, pertanto, di cambiare la società. Gli interessi della socio-
logia, infatti, includono: i modi in cui forgiamo il nostro mondo sociale e
manteniamo un’apparenza di ordine nel mezzo di mutamenti costanti; come
la cultura, la struttura e le relazioni di potere che caratterizzano il nostro
mondo ci aiutino a modellare la nostra vita; come alcune persone spezzino
una routine prevedibile e cambino il mondo.
Questo capitolo è un’introduzione alla sociologia, al suo modo di guar-
dare il mondo sociale e ai suoi sviluppi come disciplina.

1.1 Cos’è la sociologia?

Sociologia. Studio La sociologia è lo studio sistematico del rapporto fra


sistematico dei rapporti fra individui e società. L’approccio sociologico può essere
individui e società. ritenuto una prospettiva, un modo di osservare il mon-
do. Assumere una prospettiva sociologica significa
Prospettiva sociologica. riconoscere e comprendere i collegamenti fra gli in-
Visione del mondo sociale dedicata
a scoprire e comprendere i
dividui e i più vasti contesti sociali nei quali essi vi-
collegamenti fra gli individui e il vono. Potrete capire la vostra vita – comprese le forze
più vasto contesto sociale nel quale che hanno plasmato la vostra routine quotidiana e le
vivono. C. Wright Mills la definiva opzioni che avete per il futuro – solo prendendo in
immaginazione sociologica. considerazione il più ampio contesto sociale nel quale
vivete. La vostra identità (che include tra le altre cose, l’appartenenza di
classe, il genere e la nazionalità) e il vostro ambiente sociale (che include fa-
miglia, quartiere, nazione, cultura, periodo storico ecc.) influenzano chi siete
e chi potete essere. Il cuore della prospettiva sociologica risiede proprio nella
comprensione di questi collegamenti.

1.1.1 La prospettiva sociologica

Nel 1959, il sociologo americano C. Wright Mills fornì quella che, probabil-
mente, è la più nota descrizione della prospettiva sociologica, o meglio, come
lui stesso la definì, dell’immaginazione sociologica. Secondo Mills: “L’immagi-
Capitolo 1 ▮ Introduzione. La sociologia nel mondo globale 5

nazione sociologica ci consente di afferrare biografia e storia e il loro mutuo


rapporto nell’ambito della società” (p. 16). In altre parole, la nostra condizione
di individui (ciò che Mills chiama “biografia”) dipende in parte da forze più
ampie all’interno della società (la “storia”).
La società in cui vivete è prospera, pacifica e gode di libertà democra-
tiche, oppure la sopravvivenza è una sfida, la violenza una minaccia costante
e i diritti fondamentali delle persone sono soppressi? I vostri genitori sono
commessi in un negozio, operai, insegnanti, ingegneri, militari, dirigenti
d’azienda o disoccupati? Siete uomini, donne o transgender? Siete gay o ete-
rosessuali? Vivete in una comunità rurale, in periferia o in una grande città?
La vostra educazione è stata cristiana, ebraica, musulmana o atea? Anche se
spesso amiamo considerarci responsabili della nostra vita, le caratteristiche
e le circostanze sopra esposte influenzano chi siamo e le opzioni che abbiamo
a disposizione. Come rileva Mills (1959), con il mutare delle condizioni
sociali cambia anche la nostra vita personale:
In una società che si industrializza il contadino diventa operaio, il feu-
datario o scompare o si trasforma in uomo d’affari. A seconda che salga
o scenda questa o quella classe sociale, c’è chi trova un impiego e chi
lo perde; se il rendimento del suo investimento cresce, l’uomo si rallegra;
se diminuisce, si scoraggia. Scoppia la guerra e l’assicuratore diviene un
soldato, il magazziniere un manovratore di radar; la moglie rimane sola
e il figlio cresce senza padre. Non si può comprendere la vita dei singoli
se non si comprende quella della società, e viceversa. (p. 13)
È sufficiente considerare la crisi economica degli ultimi anni, le guerre in
Iraq, Afghanistan e Siria, i rapidi progressi tecnologici e gli sviluppi sociali
che hanno accompagnato tali fattori per capire che le osservazioni di Mills
hanno oggi la stessa rilevanza di mezzo secolo fa.
Mills e altri sociologi, tuttavia, non ritengono che le persone siano sem-
plicemente soggetti passivi. La prospettiva sociologica, anzi, rivela che esiste
un’interazione fra le condizioni sociali che plasmano la nostra vita e le azioni
che compiamo in quanto individui. Non abbiamo la possibilità di scegliere
le condizioni in cui viviamo, le opportunità che abbiamo o le difficoltà che
dobbiamo affrontare, ma possiamo decidere come rispondere a queste cir-
costanze, sia come persone sia come collettività. Entrare nell’esercito, avere
figli, iscriversi all’università o trasferirsi in un’altra città sono alcune fra le
molte decisioni che una persona può prendere e che hanno una forte in-
fluenza sul suo futuro. Lo stesso Mills era un accanito sostenitore dell’azione
collettiva per rafforzare la democrazia e aiutare a cambiare le condizioni dif-
ficili, e spesso inique, che le persone devono affrontare nella società.

1.1.2 Sociologia e buon senso

Non è necessario essere un sociologo di professione per osservare il mondo


da una prospettiva sociologica. A dire il vero, molte espressioni oggi in voga
6 Capitolo 1 ▮ Introduzione. La sociologia nel mondo globale

riflettono una sorta di saggezza popolare in prospettiva sociologica. Avrete


probabilmente già sentito una delle versioni dell’espressione “Nella vita bi-
sogna giocarsi bene le proprie carte”. La metafora del gioco a carte rende
benissimo l’idea che, fin dall’inizio, le opzioni che abbiamo nella vita vengono
determinate da condizioni sociali che non abbiamo potuto scegliere. Si tratta
di fattori che possono notevolmente influenzare le opportunità che le per-
sone hanno di godere di buona salute, accedere all’istruzione, agli agi mate-
riali e a un benessere generale.
D’altro canto, se non abbiamo la possibilità di “scegliere le nostre carte”,
possiamo comunque decidere come giocarle. Per esempio, senza dubbio ave-
te scelto di iscrivervi all’università nella speranza che gli studi influenzino
positivamente il vostro futuro, mentre altri, pur avendone la possibilità, han-
no scelto di non farlo. Moltissimi, poi, questa occasione non l’hanno mai
avuta e la vita ha servito loro “una mano diversa di carte”.
L’idea che si debbano giocare le carte che la vita ci presenta è coerente
con la prospettiva sociologica. Tuttavia, affidarsi alla saggezza popolare per
comprendere il mondo può presentare dei problemi: essa, infatti, per quanto
penetrante sotto alcuni aspetti, rischia di produrre una serie sconcertante
di affermazioni incoerenti. La massima sopra citata sembrerebbe contraddire
un altro detto popolare: “Ognuno è artefice del proprio destino”, un sug-
gerimento secondo il quale le persone hanno il completo controllo della
propria vita. O, forse, potreste essere d’accordo con il detto “La mela non
cade lontano dall’albero”, inteso a indicare che il nostro carattere è in gran
parte determinato dalle origini sociali. In mancanza di un sistema per ve-
rificarne l’accuratezza, tali affermazioni non ci forniscono quindi alcuna in-
dicazione utile.
Inoltre, una comprensione del mondo basata unicamente sulla nostra
esperienza individuale potrebbe non esserci d’aiuto in circostanze poco fa-
miliari; ciò appare particolarmente vero in un mondo come l’attuale, in cui
comunicazioni, media, immigrazione e viaggi internazionali stanno unendo
come mai prima persone di origini diverse. Per operare in una società così
complessa abbiamo bisogno di capire non solo il modo in cui noi percepiamo
e concepiamo il mondo, ma anche come lo vedono gli altri.
Se vogliamo intendere in maniera più approfondita il nostro legame
con la società al di là della nostra limitata esperienza, abbiamo bisogno di
un metodo più sistematico per indagare i modelli di comportamento e i
processi che strutturano la vita sociale. Insomma, ci serve una prospettiva
sociologica.

1.1.3 La sociologia come disciplina

I sociologi abbinano alla prospettiva sociologica una grande varietà di stra-


tegie di ricerca (che verranno discusse nel Capitolo 3), volte a studiare in
maniera sistematica i modi in cui le nostre azioni plasmano le più ampie
Capitolo 1 ▮ Introduzione. La sociologia nel mondo globale 7

forze sociali e quelli in cui ne vengono a loro volta plasmate. Poiché la pro-
spettiva sociologica può essere applicata a qualsiasi aspetto della vita delle
persone e a qualsiasi problema sociale, la sociologia abbraccia una vastissima
serie di argomenti, come vedremo nel corso di questo volume.
La sociologia fa parte delle scienze sociali, un gruppo di discipline basate
sulla ricerca empirica che raccolgono e valutano dati al fine di studiare la
società umana. È questo aspetto a distinguere le scienze sociali dalle scienze
naturali che, al contrario, si concentrano sugli aspetti fisici della natura. Le
scienze sociali, oltre alla sociologia, comprendono la scienza politica, l’eco-
nomia, la psicologia e l’antropologia culturale, discipline che si occupano di
aspetti diversi della vita sociale.
Prendiamo come esempio il crimine. Dal punto di vista della scienza
politica si potrebbe studiare come i politici utilizzano il problema della
criminalità in campagna elettorale, mentre gli economisti potrebbero esa-
minare l’impatto finanziario del crimine sulla società e gli psicologi le sin-
gole caratteristiche dei criminali, eventualmente suggerendo che alcuni
tratti della personalità possano essere associati a determinate tipologie di
comportamento criminale; gli antropologi potrebbero confrontare e analiz-
zare la definizione di crimine nelle diverse società, mentre i sociologi sot-
tolineerebbero il rapporto reciproco fra gli individui e le più vaste forze
sociali, nonché le interazioni fra le diverse istituzioni sociali, come governo,
economia, media, scuole e famiglia. I sociologi analizzerebbero i motivi
della variazione del tasso di criminalità nel corso del tempo e perché esso
sia spesso associato a particolari tendenze della società come, per esempio,
il cambiamento di età nella popolazione (tra i più giovani, infatti, il tasso
di criminalità è più elevato che tra gli anziani). Potrebbero poi esaminare
il ruolo dei media nella percezione del crimine e del sistema di giustizia
penale, attraverso l’analisi dei notiziari e delle produzioni di prosa; infine,
potrebbero analizzare l’efficacia degli sforzi compiuti dai governi per ri-
durre il crimine. Tutti questi argomenti illustrano bene l’ampiezza della
ricerca sociologica.
I sociologi hanno molti interessi e, nel suo complesso, questa disciplina
presenta diverse aree di specializzazione, come: la sociologia della salute, la
sociologia della famiglia, la sociologia della religione, la sociologia delle mi-
grazioni, la sociologia del lavoro, la sociologia del genere, la sociologia dei
media e la sociologia dei movimenti sociali. Di conseguenza, un corso di so-
ciologia generale può fornire una base per studi più approfonditi in uno
qualsiasi di questi campi.

1.2 Il contesto storico e sociale della sociologia

Immaginiamo un contesto in cui le scoperte scientifiche ci forniscano un


numero sempre maggiore di informazioni sul mondo, i disordini politici in-
neschino rivendicazioni di cambiamenti sociali, mentre le crisi economiche
8 Capitolo 1 ▮ Introduzione. La sociologia nel mondo globale

e le nuove tecnologie trasformino continuamente la vita quotidiana. Si po-


trebbe pensare che si tratti della descrizione del mondo d’oggi, ma cose di
questo genere hanno caratterizzato la storia dell’Europa del XIX secolo ed è
proprio in questo ambito che la sociologia ha visto la luce.

1.2.1 L’ascesa della modernità

Modernità. Fase storica Nel Settecento la società europea entrò in un nuovo


che ha inizio nel Settecento, periodo storico, la modernità, caratterizzato dalla
caratterizzata dalla crescita della crescita della democrazia e della libertà personale,
democrazia e della libertà da una dipendenza sempre maggiore dalla ragione e
personale, da un’accresciuta
dalle scienze per spiegare il mondo naturale e quello
fiducia nella ragione e nella
scienza per spiegare il mondo sociale, e dalla diffusione di un’economia industriale
naturale e quello sociale, nonché urbana. In precedenza, nel corso del Medioevo (400-
da uno spostamento verso 1400 d.C. circa), la vita intellettuale era dominata da
un’economia industriale urbana. spiegazioni religiose del mondo naturale e di quello
sociale, la vita politica dagli aristocratici proprietari
terrieri e dall’élite clericale e l’economia poggiavano su basi rurali e agricole
(le romantiche immagini di re nei castelli e di cavalieri in battaglia nascono
proprio in quest’epoca). Nei periodi transitori del Rinascimento e della Prima
Era Moderna, più o meno fra il Quattrocento e il Seicento, i filosofi posero
le basi della scienza moderna con opere pionieristiche in astronomia, ana-
tomia e in altri campi dello scibile. Nuovi movimenti sociali e politici sfi-
darono le autorità tradizionali, e i progressi tecnologici migliorarono la pro-
duzione agricola.
L’ascesa della modernità nel XVIII e nel XIX secolo si contraddistinse per
alcuni cambiamenti rivoluzionari in ambito culturale, politico, economico e
sociale (Tabella 1.1). Il passaggio dall’economia rurale e agricola all’economia
industriale urbana trasformò l’ordine sociale europeo; nello stesso tempo, la
nuova enfasi posta su ragione e scienza pose le condizioni necessarie alla
nascita della sociologia. I primi sociologi cercarono di comprendere i notevoli

Tabella 1.1 Sociologia e rivoluzione: la sociologia è nata in un contesto


di cambiamenti rivoluzionari
Rivoluzione culturale Rivoluzione politica Rivoluzione economica
e sociale
Ascesa del pensiero Rivoluzione Americana Industrializzazione
scientifico e Rivoluzione Francese
Declino dell’influenza Moti del 1848 Società dei consumi
della religione
Età dell’Illuminismo Ascesa della democrazia Capitalismo
e dei diritti individuali
Urbanizzazione
Capitolo 1 ▮ Introduzione. La sociologia nel mondo globale 9

cambiamenti cui stavano assistendo e di suggerire soluzioni per affrontare i


problemi sociali che ne derivarono.

1.2.2 Rivoluzione culturale: la scienza e l’Illuminismo

Nel corso del Medioevo, la Chiesa e il clero dominavano la vita intellettuale


europea controllando il limitato numero di libri dell’epoca, le biblioteche e
le scuole. Poiché la dottrina religiosa costituiva la base di un pensiero sociale
accettabile, gli eretici, contrari alla dottrina della Chiesa, venivano spesso
perseguitati, e persino uccisi, per aver messo in discussione l’ordine costi-
tuito. Un clima intellettuale di questo genere era il
Scienza. Metodo di meno adeguato per le indagini della scienza, che si
indagine che utilizza la logica e la avvale della logica e della raccolta sistematica di pro-
raccolta sistematica di prove per ve per supportare le proprie affermazioni.
supportare affermazioni di
conoscenza. A poco a poco, il dominio della Chiesa declinò,
mentre la ricerca scientifica rivelava i limiti delle
spiegazioni del mondo naturale fornite dalla religione. Per esempio, la prova
che il nostro pianeta ruota intorno al Sole contraddiceva la dottrina della
Chiesa che voleva il nostro pianeta al centro dell’universo. Scrittori e filosofi
promossero questi progressi nelle scienze naturali dando vita all’Illuminismo,
un movimento intellettuale del XVIII secolo che univa alla fede nella libertà
individuale e al rispetto per i diritti dei singoli la logica delle scienze naturali.
Gli illuministi, che furono fra i primi intellettuali indipendenti dalla Chiesa,
affermavano infatti che non si dovevano accettare per fede né il mondo fisico
né il mondo sociale; entrambi, anzi, andavano esaminati alla luce della ra-
gione. Qualsiasi affermazione sul mondo doveva essere soggetta a verifiche
compiute raccogliendo prove concrete, e le spiegazioni dovevano basarsi su
cause ed eventi naturali. Il filosofo tedesco Immanuel Kant riassunse questo
rivoluzionario modo di pensare nel motto Sapere aude, “Abbia il coraggio di
servirti della tua propria intelligenza” (1784/2014).

1.2.3 Rivoluzione politica: l’ascesa della democrazia

Gli illuministi ritenevano che un dibattito delle idee più aperto avrebbe
promosso la tolleranza, i diritti individuali, l’uguaglianza e la democrazia.
Essi suggerirono, inoltre, che applicando ragione e scienza ai problemi di
rilevanza sociale si sarebbero favoriti il progresso dei diritti individuali e la
libertà. Le idee illuministe furono il supporto intellettuale sia della Rivolu-
zione Americana (1775-1783) sia della Rivoluzione Francese (1789-1799),
ma anche di una serie di sollevazioni che divamparono in Europa nel 1848,
sfidando i governi tradizionali e promuovendo gli ideali democratici. Tali
rivoluzioni promossero un grande interesse per la realizzazione di una so-
cietà più equa e per il miglioramento delle condizioni di vita, ma attirarono
la condanna dei reazionari, che le consideravano una minaccia alla stabilità,
10 Capitolo 1 ▮ Introduzione. La sociologia nel mondo globale

ai valori tradizionali e all’ordine. Pertanto, i primi problemi affrontati dai


sociologi includevano le controversie sulla natura dell’ordine sociale e sui
cambiamenti sociali.

1.2.4 Rivoluzione economica e sociale: capitalismo


industriale e urbanizzazione

La locuzione “Rivoluzione industriale” si riferisce a una serie di importanti


sviluppi che trasformarono le società rurali e agricole in società urbane in-
dustriali. Questo processo ebbe inizio in Gran Bretagna nel XIX secolo, dif-
fondendosi poi in tutta Europa e negli Stati Uniti.
L’applicazione pratica del progresso scientifico, come, per esempio, la
creazione della macchina a vapore, segnò l’inizio
Industrializzazione. dell’industrializzazione, vale a dire l’utilizzo di
Utilizzo di grandi macchinari per grandi macchinari alimentati da fonti di energia ina-
la produzione in serie di beni di
nimate per la produzione in serie di beni di consu-
consumo.
mo. L’industrializzazione richiese importanti inve-
stimenti in fabbriche e stabilimenti dotati di macchinari complessi, come
il telaio meccanizzato, nonché l’impiego di cospicue somme di denaro che
spesso andavano molto al di là delle possibilità di un singolo individuo.
L’industrializzazione, quindi, andò di pari passo con l’ascesa dei capitalisti,
attori economici che miravano al profitto attraverso investimenti e acqui-
sizioni di aziende. La produzione in serie si basava su un nuovo tipo di
rapporto fra lavoratori e proprietari: i lavoratori vendevano la propria ma-
nodopera in cambio di un salario e utilizzavano poi i guadagni per acqui-
stare cibo, abiti e un luogo in cui vivere, a differenza dei contadini, che
producevano in proprio gran parte dei beni mate-
Consumismo. Sistema di riali e coltivavano la terra per soddisfare le necessità
vita che dipende dall'acquisto e primarie. Ne derivò quindi la nascita del lavoro sa-
dall'utilizzo di beni e servizi messi
in commercio.
lariato e del consumismo, un sistema di vita che
dipende dall’acquisto e dall’utilizzo di beni e servizi
Capitalismo. Sistema messi in commercio. Tali sviluppi alimentarono la
economico in cui i macchinari per rapida espansione del capitalismo, un sistema eco-
la produzione sono di proprietà nomico nel quale le macchine utilizzate per la pro-
privata, i lavoratori ricevono un
duzione sono di proprietà privata, i lavoratori rice-
salario e i commercianti mediano
lo scambio di beni e servizi. vono un salario e i commercianti mediano lo scam-
bio di beni e servizi.
Tali cambiamenti economici apportarono importanti mutamenti nella vi-
ta sociale: nell’economia agraria, i contadini vivevano e lavoravano nelle zone
rurali, mentre con l’economia industriale i lavoratori si concentrarono nelle
zone urbane maggiormente industrializzate. Le produzioni in serie avvenivano
in fabbriche e stabilimenti che, spesso, sorgevano lungo le rive di un fiume
per imbrigliare la forza dell’acqua. Con l’affermarsi della Rivoluzione indu-
striale, molte persone abbandonarono le case nelle campagne e si trasferirono
nelle città in cerca di un lavoro, sperando che ciò avrebbe portato loro una
Capitolo 1 ▮ Introduzione. La sociologia nel mondo globale 11

Urbanizzazione. Crescita vita migliore. Questi movimenti migratori contribui-


delle città. rono all’urbanizzazione ovvero la crescita delle cit-
tà: prima dell’Ottocento oltre il 90% della popolazione europea viveva in zone
rurali; già negli anni Novanta del XIX secolo oltre la metà viveva nelle città.
La vita urbana cambiò notevolmente il modo di vivere delle persone.
Nell’economia agricola del Medioevo i contadini lavoravano nei campi e vi-
vevano in piccoli villaggi rurali fra persone che più o meno erano della loro
stessa condizione. I bambini si aspettavano di crescere e vivere nello stesso
villaggio in cui erano nati e di fare lo stesso lavoro dei genitori e dei nonni.
L’economia industriale, invece, richiedeva che i salariati lavorassero alle mac-
chine in fabbriche ubicate nelle città in rapida espansione, caratterizzate da
una notevole diversità e da rapidi cambiamenti che, in alcuni casi, contri-
buirono a crescenti problemi sociali.
Ai suoi albori, il capitalismo era estremamente produttivo, ma creò anche
grandi disuguaglianze: pochi imprenditori accumularono enormi profitti, in
gran parte derivanti dallo sfruttamento di molti operai sottopagati. Nelle
grandi città si propagarono malattie a causa delle pessime condizioni igie-
niche, le abitazioni erano sovraffollate e insicure, i trasporti inadeguati e il
crimine sempre più diffuso. Molti intellettuali dell’epoca, preoccupati per
l’eccessiva disuguaglianza e i crescenti problemi sociali, chiesero cambia-
menti decisivi e promossero nuovi movimenti rivoluzionari.
L’avvento della modernità produsse mutamenti rapidi e immediatamente
visibili, che dimostrarono come i tradizionali modi di vivere non fossero ine-
luttabili; se il destino degli individui appariva sempre più legato a vasti cam-
biamenti sociali che erano al di là del loro controllo, ci si accorse anche che
l’operato degli esseri umani poteva trasformare il mondo con nuove idee, ri-
forme politiche e innovazioni tecnologiche. Dovendo affrontare la sfida di
comprendere queste drastiche trasformazioni, i filosofi sociali cominciarono
ad applicare sistematicamente la ragione e i metodi scientifici allo studio
della vita sociale e a suggerire come migliorarla. Le idee che ne derivarono
posero le basi della sociologia.

1.3 Dalla società moderna a quella post-moderna

Post-modernità. Fase La modernità è stato un periodo caratterizzato dalla


storica che ha inizio a metà del XXcrescita di industrializzazione, democrazia e scienza.
secolo, caratterizzata dall’ascesa La post-modernità, invece, è un periodo storico che
di economie basate sulle
informazioni e dalla
ha avuto inizio intorno agli anni Settanta del XX se-
frammentazione delle ideologie colo, caratterizzato dall’ascesa di economie basate sul-
politiche e dei metodi di l’informazione e dalla frammentazione delle ideologie
conoscenza. politiche e dei metodi di conoscenza. Trovandoci nel
mezzo di questa transizione, è difficile riassumere in
modo chiaro come sarà il mondo post-moderno e quali effetti avrà nel lungo
termine. Possiamo comunque indicare alcune caratteristiche di questa fase
di passaggio (Tabella 1.2).
12 Capitolo 1 ▮ Introduzione. La sociologia nel mondo globale

Tabella 1.2 Caratteristiche chiave delle società pre-moderna, moderna e post-moderna


Pre-moderna Moderna Post-moderna
Economia Agricola Industriale Basata sull’informazione
Orientata ai servizi
Vita sociale Rurale Urbana Suburbana
Megalopoli
Politica Leader legittimati Democrazia Disimpegno
su base dinastica e religiosa Cinismo
Cultura Religione Razionalità Frammentata
dominante e scienza e multiculturale

I teorici classici si erano occupati dell’ascesa dell’economia industriale; i so-


ciologi odierni sono interessati al rapporto fra le cosiddette economie post-
industriali – nelle quali predominano i posti di lavoro basati sulle informazioni
e quelli nel settore dei servizi – e quelle industriali in fase di sviluppo, che
ora producono gran parte delle merci fabbricate in tutto il mondo. I sociologi
classici studiarono l’ascesa della vita urbana che ha accompagnato l’industria-
lizzazione; i sociologi contemporanei hanno esaminato la nascita della vita su-
burbana e la nuova realtà delle economie avanzate, documentando nello stesso
tempo la continua urbanizzazione nel mondo in via di sviluppo e la crescita
delle “megalopoli”. L’era moderna è stata contraddistinta da una grande fiducia
nei governi democratici, considerati la strada verso il progresso umano; in
epoca post-moderna, la diffidenza verso i governi e la perdita di fiducia nelle
ideologie politiche hanno spesso portato a un punto morto nei conflitti, al
disimpegno politico e a un diffuso cinismo. Infine, i teorici classici sottolinea-
rono il declino dell’influenza della religione, l’ascesa della scienza e la razio-
nalizzazione della vita moderna. I sociologi contemporanei si trovano di fronte
lo studio di una cultura estremamente frammentata, che comprende ogni
cosa, dall’ascesa del multiculturalismo associato al rifiuto delle verità universali
sino al ritorno delle religioni fondamentaliste che, al contrario, si basano sulla
riaffermazione di verità universali.
Oltre a questi grandi cambiamenti molti altri sviluppi significativi stanno
modificando il nostro modo di vivere. Tali modificazioni non sono universali,
ma riguardano soprattutto le società più ricche. In tutto il libro utilizzeremo
una prospettiva sociologica per meglio comprendere questi aspetti della società
post-moderna. Leggendo l’elenco di cambiamenti riportato qui di seguito, pro-
vate a considerare come hanno influenzato, o influenzeranno, la vostra vita.
1. Espansione dei media e della cultura del consumo. Nella società post-
moderna, le tecnologie dei media hanno avuto un’enorme espansione in tutti
gli aspetti della vita sociale, creando nuove opportunità di comunicazione
e nuovi dilemmi. I confini fra internet, televisione, smartphone, videogiochi
e altri media si fanno sempre più sfumati, creando un ambiente sociale più
commercializzato e totalizzante. La crescita senza precedenti della pubblicità
e della promozione dei consumi è strettamente legata a questa espansione
Capitolo 1 ▮ Introduzione. La sociologia nel mondo globale 13

(si veda in particolare il Capitolo 11). La saturazione della società da parte


dei media come influenza la vita sociale? Ogni quanto controllate o inviate
SMS ed e-mail? Quante pubblicità avete visto oggi?
2. Economia globale. Basta considerare tutta la strada che hanno percorso
gli ingredienti del nostro caffè del mattino – dalle piantagioni di Brasile, Co-
lombia o Vietnam fino al nostro bar o al nostro supermercato – per renderci
conto che siamo parte di un sistema globale di produzione e consumo. L’eco-
nomia globale sta trasformando le società di tutto il mondo e il dibattito
sulla natura di questo cambiamento è stato un argomento importante della
sociologia dei tempi recenti (si vedano i Capitoli 2, 9 e 13). In che modo
un’economia globale influenza le disuguaglianze fra nazioni ricche e povere?
In che modo la crescita dell’economia globale ha influenzato i modelli di
impiego, le necessità dell’istruzione e la vita familiare?
3. Invecchiamento della popolazione. Grazie ai progressi della medicina
e delle tecnologie mediche viviamo una vita più lunga e più sana. Adesso
la società si deve adeguare alla nuova realtà di una popolazione che invecchia.
L’ISTAT riferisce che al 1° gennaio 2021 l’età media degli italiani era di 46
anni mentre nel 2059 dovrebbe arrivare a circa 50 anni; il numero di ultra-
sessantacinquenni era pari a circa il 22% (13 milioni e mezzo) della popola-
zione mentre nel 2059 dovrebbe salire al 33% (si veda il Capitolo 12). In
che modo la necessità di occuparsi di genitori o nonni anziani influenzerà
le future famiglie? I servizi sociali e l’assistenza sanitaria come si porranno
di fronte a una popolazione che invecchia?
4. La famiglia che cambia. La diffusione dei metodi di contraccezione, il di-
vorzio, le famiglie allargate, le famiglie a doppio reddito, le famiglie con un
solo genitore, il matrimonio gay e la maternità surrogata hanno modificato
la definizione di famiglia e il suo ruolo nella società (si veda il Capitolo 6).
In che cosa le famiglie di oggi sono diverse da quelle di ieri? I recenti cam-
biamenti sociali in che modo ne hanno influenzato la natura e la funzione?
Che cosa riserva il futuro alla famiglia?
5. Istituzioni sociali in difficoltà. Oggi in molte parti del mondo la possi-
bilità che la democrazia sostituisca i regimi politici repressivi è una grande
speranza. Tuttavia, le democrazie già instauratesi da tempo sembrano spesso
avere problemi. Come mai alcune democrazie di lungo corso sembrano in
difficoltà? Quali sfide minacciano la vitalità delle nostre istituzioni democra-
tiche?
6. Crescente diversità e multiculturalismo. L’economia globale e la relativa
facilità con cui ci si sposta hanno cominciato a erodere i confini nazionali (si
vedano i Capitoli 7 e 12). La frammentazione e la giustapposizione di espe-
rienze culturali – nel campo della musica, del cibo, del cinema e in molti altri
– indicano la strada verso una nuova integrazione culturale? O, al contrario,
la presenza di questa diversità minaccia di frammentare ulteriormente le so-
cietà? In un mondo in cui i tratti culturali sono sempre più sfumati, possiamo
ancora parlare di identità culturali realmente distinte?
7. Violenza e guerra cambiano natura. I Paesi ricchi e potenti possiedono
armi avanzate in grado di distruggere l’umanità senza fatica. Alcune nazioni
14 Capitolo 1 ▮ Introduzione. La sociologia nel mondo globale

più piccole e diversi attori che non sono entità statali hanno sviluppato tat-
tiche e armi letali a bassa tecnologia. Ne deriva un mondo che pullula di
armi, minacciato dalla violenza e bloccato in situazioni di stallo politico e
militare (si veda il Capitolo 13). Come possono le società ridurre la violenza?
Quali fattori hanno contribuito alla recente recrudescenza dell’attività ter-
roristica? Qual è il “futuro” della pace e della guerra?
8. Ruolo mutevole della religione. In misura diversa, le nazioni ricche e
industrializzate del mondo sono divenute sempre più secolari, ovvero nella
vita pubblica e nel quotidiano la religione ha un ruolo sempre meno signi-
ficativo rispetto al passato. In altre parti del mondo, tuttavia, le credenze re-
ligiose continuano a permeare e a guidare molti aspetti della vita sociale. A
causa del crescente contatto fra le culture, le differenze di fede religiosa sca-
tenano al giorno d’oggi alcuni dei maggiori conflitti nel mondo e, all’interno
dei Paesi, alcuni fra i contrasti politici più aspri (si veda il Capitolo 4). Negli
anni a venire la secolarizzazione continuerà a espandersi oppure si verificherà
un ritorno alla religione? Le diverse culture possono coesistere malgrado le
sostanziali differenze religiose?

1.4 Le sfide e le speranze della sociologia

La sociologia ha in serbo grandi promesse. Come fece rilevare C. Wright


Mills, la sociologia può aiutarci a comprendere i collegamenti fra noi stessi
e il mondo sociale. Studiando la società impariamo qualcosa di più su noi
stessi come persone, sul perché affrontiamo determinati problemi e su come
siamo legati agli altri. La sociologia promuove la comprensione del mondo
sociale e del posto che occupiamo in esso e ci suggerisce come migliorare
la nostra vita, la nostra comunità e il nostro mondo.
La sociologia, però, lancia anche alcune sfide. Prendendo in considera-
zione i difficili problemi che la società deve affrontare, può portarci a sco-
perte inquietanti sulla società e su noi stessi. Non è facile pensare a come
occuparsi di una popolazione che invecchia, affrontare la persistente povertà,
combattere razzismo e sessismo, rispondere alla violenza estremista e favo-
rire la diversità nella società, ma questi sono problemi importanti, che vanno
affrontati. A volte considerare le nostre esperienze all’interno di un più vasto
contesto sociale può risultare sconcertante e rivelarci i nostri privilegi o la
loro mancanza, come effetto dell’appartenenza di classe, del genere, del-
l’orientamento sessuale o della nazionalità. Comprendere meglio quale posto
occupiamo nella stratificazione mondiale della ricchezza e del potere può
essere illuminante ma anche inquietante.
Come potrete vedere in tutto il volume, la sociologia può obbligarci a
uscire dalla nostra comfort zone e sfidarci a considerare in modo nuovo af-
fermazioni che davamo per scontate. Se viviamo in un relativo benessere e
in libertà, potremmo trovare facile ignorare i problemi collettivi che la società
deve affrontare, sperando che non ci tocchino personalmente. Se lottiamo
per tirare avanti, potremmo preferire concentrarci unicamente sulla nostra
Capitolo 1 ▮ Introduzione. La sociologia nel mondo globale 15

Approfondimento
Dalla società in rete al capitalismo delle piattaforme

Se è vero – come ha affermato il sociologo francese Michel Maffesoli – che “niente


è costante tranne il cambiamento” (Maffesoli, 2009) ciò è maggiormente vero per
quanto riguarda la società contemporanea che, nel giro di pochissimo tempo, ha as-
sistito a una serie di rapide trasformazioni dovute all’espansione dei media, allo svi-
luppo della tecnologia, alla rivoluzione informatica e alla nascita di nuovi strumenti
comunicativi che hanno determinato grandi cambiamenti nella vita quotidiana. Pen-
siamo, per esempio, alla diffusione di internet, allo sviluppo dei social network, all’uso
delle tecnologie portatili come smartphone e tablet che tendono sempre più a unire
il mondo online con quello offline, sfumando i confini tra il mondo fisico e quello vir-
tuale, influenzando la natura e lo spessore delle relazioni sociali (Bauman, 2014). Di
fronte alla difficoltà dei classici modelli interpretativi nel comprendere la portata di
queste trasformazioni, a partire dal nuovo millennio prende forma un nuovo para-
digma di analisi definito società in rete o network society, introdotto nel dibattito
sociologico da Jan van Dijk e, successivamente, sviluppato da Manuel Castells (Pac-
cagnella, 2020, p. 193). Con questo termine, van Dijk descrive le caratteristiche di
una società “che organizza sempre più le sue relazioni a partire da reti di media de-
stinate gradualmente a integrare le reti sociali della comunicazione faccia a faccia”
(van Dijk, 2002, p. 273). È proprio da questa interconnessione e da questo intreccio
sempre più stretto tra media, nuove tecnologie e reti sociali che prende forma la “so-
cietà in rete”, ovvero una società che – secondo Castells – si “sposta dall’impostazione
sostanzialmente verticale delle burocrazie che hanno governato l’umanità per mil-
lenni – eserciti, Stati, grandi aziende – per andare invece verso un’organizzazione a
rete” e cioè un nuovo assetto sociale sempre più orizzontale e flessibile, composto
da una pluralità di nodi interconnessi tra di loro dove all’interno si muovono flussi di
capitale, di informazioni, di tecnologia, di immagini, di suoni, di simboli e di potere.
Nell’ottica di Castells e di van Dijk, l’organizzazione della “società reticolare”
coinvolge ogni aspetto della vita sociale come quello economico, culturale, politico
e finanche quello della socialità, che diventa una “socialità in rete” (Drusian, 2018,
p. 42). A tal proposito, alcuni studiosi ritengono che con lo sviluppo dei social media
stia emergendo un nuovo tipo di socialità che recentemente il sociologo canadese
Berry Wellman ha descritto utilizzando il termine di network individualism. Secondo
questa prospettiva teorica “sempre più spesso siamo noi a scegliere le reti di cui
facciamo parte: reti di amici, di colleghi, di appassionati di particolari temi o sport.
Possiamo entrare e uscire con relativa semplicità da ognuna di queste reti, nelle
quali la dimensione online e quella offline si intersecano” (Paccagnella, 2020, p.
196). Per Wellman, quindi, lo sviluppo dei media digitali offre un mezzo ulteriore
per entrare in contatto con altre persone superando i vincoli dell’appartenenza a
un luogo, i limiti della relazione face to face e la distinzione tra reale e virtuale.
È chiaro da queste affermazioni che la rete rappresenta la struttura portante
della società e determina sempre più la natura delle relazioni umane e sociali. Ne
deriva che la difficoltà e l’impossibilità di accedere a tale modello organizzativo
rappresenti un vero pericolo di esclusione (Bentivegna, 2009, p. IX).
16 Capitolo 1 ▮ Introduzione. La sociologia nel mondo globale

Nonostante la presenza di tecnologie e di strumenti comunicativi sempre più sofi-


sticati, la società contemporanea non riesce a garantire a tutti l’effettiva disponi-
bilità di connessione alla rete internet, generando nuove forme di disuguaglianza.
Prende forma il cosiddetto digital divide, ovvero il divario tra coloro che hanno ac-
cesso alle nuove tecnologie e all’informazione e coloro che invece ne sono esclusi.
Il digital divide rappresenta, quindi, un nuovo tipo di disuguaglianza che può assu-
mere diverse forme: globale, sociale e democratico (Sartori, 2006, p. 37). Quello
globale si riferisce alle differenze di accesso che esistono tra Paesi più o meno svi-
luppati; quello sociale fa riferimento alle diseguaglianze di accesso che esistono al-
l’interno di un singolo Paese; quello democratico, invece, riguarda la partecipazione
alla vita politica e sociale ed è legato all’utilizzo o meno delle nuove tecnologie
(ivi, p. 38). È interessante notare come in Italia, per esempio, l’emergenza sanitaria,
dovuta alla pandemia di Covid-19, abbia accentuato il divario digitale creando enor-
mi disagi, soprattutto nel settore dell’educazione e della scuola, per la mancanza
di connessioni stabili e infrastrutture adeguate. È evidente che accanto alle oppor-
tunità che il modello della network society è in grado di offrire, possono presentarsi
nuove problematiche come, per esempio, il digital divide, il diffondersi delle fake
news, l’impatto dirompente degli algoritmi sulla nostra esistenza, la digitalizzazione
dell’informazione, lo sviluppo dei processi di disintermediazione (Paccagnella, 2020,
p. 216), la capillare raccolta dati (big data) e il monitoraggio costante dei compor-
tamenti e delle abitudini degli individui (Zuboff, 2020).
In questo scenario in continua evoluzione, in cui le logiche della comunicazione,
della produzione e del consumo si intessono tra di loro, prende forma un nuovo tipo
di capitalismo definito come capitalismo delle piattaforme (Vecchi, 2007). Si tratta
di infrastrutture digitali come Facebook, Twitter, Amazon, Netflix, Google, Uber,
che offrono “luoghi online” che consentono a due o più gruppi di interagire (Ritzer,
2020). “Al loro interno è possibile fruire di grandi vantaggi in termini economici e
di efficienza: si possono creare attività commerciali, scambiare beni e informazioni
online, in modo rapido e apparentemente a costi molto limitati, bypassando varie
tipologie di intermediari” (Degli Esposti, 2020, p. 8). Dopo una prima fase in cui
venivano enfatizzati i vantaggi e le opportunità offerti da questi “nuovi intermediari”
protagonisti della “new economy”, della “sharing economy”, della “gig economy”,
si è compreso che le piattaforme producono “valore a partire dall’elaborazione dei
dati estratti dal comportamento degli utenti, di cui le piattaforme stesse si appro-
priano” (Paccagnella, 2020, p. 218) e, soprattutto, che esse non riflettono il sociale,
ma producono le strutture sociali nelle quali viviamo (van Dijk, de Waal e Pell, 2019,
p. 24). La tecnologia digitale propone piattaforme e logiche che impongono com-
portamenti che vanno ineluttabilmente nella direzione del prosumerismo (Antonelli,
2019). Il termine è una crasi tra le parole “produzione” e “consumo”. I prosumer
altro non sono che dei consumatori che si trovano a dover svolgere “a titolo gratuito
un lavoro di cui prima era incaricato un dipendente” (Ritzer, 2017, p. 33). Essi sono
coinvolti contemporaneamente nella produzione e nel consumo di beni e servizi
così come di informazione e conoscenza. E così, casse automatiche, lettori ottici,
home banking e l’uso massiccio delle tecnologie in ogni ambito della nostra vita
quotidiana, ci proiettano in una sorta di “mondo fai da te” che ci impone non solo
di consumare, ma anche di produrre da noi stessi i prodotti che stiamo acquistando
(Ferrera, 2019, p. 51).
Capitolo 1 ▮ Introduzione. La sociologia nel mondo globale 17

vita privata, nella speranza di isolarci dal caos economico, dal crimine e da
altre difficoltà sociali. La sociologia, però, ci rammenta che, qualunque sia la
nostra posizione sociale, contribuiamo a riprodurre la società in cui viviamo,
con tutti i suoi problemi. Possiamo rendercene conto o meno ma, che ci
piaccia o no, apparteniamo a un più vasto mondo sociale.
A fronte di un mondo in cambiamento, la sociologia offre una prospet-
tiva. Non si tratta della timorosa speranza di riuscire in qualche modo a sfug-
gire ai problemi del mondo come individui; al contrario, consiste nel rendersi
conto che le società – e i problemi che devono affrontare – sono in gran
parte create dagli esseri umani. Ciò significa che, quando collaborano, le per-
sone hanno anche la capacità di cambiare e migliorare tanto quelle società,
quanto la loro vita. Vi invitiamo a raccogliere la sfida di utilizzare la sociologia
per meglio comprendere il mondo e il posto che voi occupate. E speriamo
che questa comprensione vi ispiri, dandovi gli strumenti migliori per agire
nel modo che riterrete più opportuno, così da apportare un cambiamento
positivo nella vostra vita e nel nostro mondo in rapido cambiamento.

Riepilogo
1. La prospettiva sociologica è un modo di guardare al mondo che si focalizza sulle
relazioni fra gli individui e le più ampie forze sociali. La sociologia come disciplina
fonda questa prospettiva sullo studio sistematico e sulla ricerca empirica.
2. La sociologia nacque verso la fine dell’Ottocento, in parte come risposta ai notevoli
cambiamenti economici, politici, culturali e sociali avvenuti nel mondo moderno.
3. I sociologi di oggi studiano i cambiamenti sociali provocati dal passaggio dalla
modernità alla post-modernità. Sotto molti aspetti, il mondo post-moderno è de-
cisamente diverso da quello studiato dai sociologi classici; tuttavia, i concetti chia-
ve – affiancati da teorie e idee nuove – possono ancora aiutarci a capire la società
contemporanea.

Domande di riepilogo
1. Che cos’è la sociologia? Come si applica alla vostra vita la prospettiva sociolo-
gica?
2. Quali sono, secondo voi, alcuni dei vantaggi e quali gli svantaggi dell’ascesa
della modernità?
3. Fra i cambiamenti della società contemporanea elencati in questo capitolo,
quale ritenete sia il più significativo?
4. Secondo la vostra opinione, come cambierà il rapporto tra tecnologie digitali
e società?
Capitolo 2

Le prospettive
teoriche
©DeAgostini/Getty Images

Obiettivi di apprendimento
▮ Come possono le teorie sociologiche aiutarvi a comprendere il mon-
do sociale?
▮ Come possono cultura, struttura e potere, i tre concetti fondamentali
della sociologia, aiutarvi a comprendere la realtà?

Ogni volta che accendete un cellulare, fate o ricevete una telefonata, mandate
un SMS oppure navigate su internet, collegandovi a un ripetitore, lasciate un’im-
pronta elettronica che comunica alla compagnia telefonica dove siete, che ora
è e con chi, oppure a cosa, vi state collegando. Gli scienziati sociali hanno esa-
minato questi dati per studiare i movimenti quotidiani di 50 000 individui per tre
mesi (per motivi di privacy, i dati non contengono informazioni che permettano
di risalire a persone specifiche).
Il risultato? A quanto sembra siamo tutti creature abitudinarie, molto più
prevedibili e meno spontanee di quanto ci piacerebbe pensare. I ricercatori hanno
scoperto che – indipendentemente da età, sesso, lingua madre e luogo di resi-
denza – sapendo dove una persona è stata, è possibile prevedere con una certa
accuratezza dove si troverà in futuro, mediamente, per il 93% del tempo. Abi-
tualmente dormiamo a casa, seguiamo una certa routine quando ci prepariamo
a uscire per recarci a scuola o al lavoro, ci fermiamo sempre allo stesso bar
lungo la strada e passiamo la giornata al lavoro oppure in classe. “Gli individui
spontanei”, ha concluso uno dei ricercatori, “sono in massima parte assenti dalla
popolazione” (Barabási, 2010).
Foursquare – una rete sociale che fornisce annunci pubblicitari mirati –
è stata una delle prime aziende che ha sfruttato il potenziale commerciale
di dati come questi per fare marketing diretto. Gli studi che portano a pre-
vedere i movimenti delle persone, però, possono essere utilizzati anche a fini
di pubblica utilità, come prevedere la diffusione di una malattia, progettare
sistemi efficienti di trasporto pubblico e pianificare un utilizzo proficuo del-
l’energia.
Nel rivelare ulteriormente “la regolarità insita nel comportamento umano”
(Song et al., 2010, p. 1021), i risultati dello studio citato confermano un’ipotesi
20 Capitolo 2 ▮ Le prospettive teoriche

cruciale nel campo della sociologia: viviamo la nostra vita immersi in strutture
sociali che, ne siamo coscienti o meno, plasmano le nostre attività quotidiane. ▮

2.1 Fondamenti del pensiero sociologico

La sociologia moderna affonda le radici nelle idee sviluppate dai primi sociologi
oltre un secolo e mezzo fa. Alcuni di questi intellettuali, tuttora molto letti
e studiati, si posero domande di grande rilevanza (Calhoun, 2007; Ritzer, 2007);
le loro opere su un mondo in rapido cambiamento, come quello del tardo
XVIII e del primo XIX secolo, contribuiscono ancora oggi alla comprensione del
mondo sociale.

2.1.1 Definire l’ambito della sociologia: Comte e Spencer

Auguste Comte (1798-1857) e Herbert Spencer (1820-1903) contribuirono


a diffondere l’idea che il mondo sociale potesse essere oggetto di indagini
sistematiche e scientifiche.

Auguste Comte: stabilità e cambiamento Auguste Comte, intellettuale


francese dai molteplici interessi, coniò nella prima metà del XIX secolo il ter-
mine “sociologia”. Comte cercò di costruire le basi della sociologia intenden-
dola come rigorosa scienza della società, cioè modellata sulle scienze naturali
e volta a individuare le leggi che governano il comportamento umano.
Il fulcro del nuovo campo di studi fondato da Comte furono due domande
fondamentali sulla vita sociale: “Come e perché le società cambiano?” (dinamica
sociale) e “Su cosa si fonda la stabilità sociale in un determinato momento
storico?” (statica sociale). Il suo interesse era rivolto a come la società si fosse svi-
luppata dai primi, sparuti gruppi di cacciatori-raccoglitori fino alla società eu-
ropea del XIX secolo nella quale lui stesso viveva. Secondo la sua teoria, nel
corso della storia le società avevano progredito passando attraverso diversi stadi:
Positivismo. Orientamento quello teologico, retto dalla religione, quello metafisico,
filosofico del XIX secolo, secondo il retto dalla filosofia, e quello positivista, retto dalla scien-
quale una conoscenza accurata può za. Per Comte il positivismo, la convinzione che una
basarsi solo sul metodo scientifico. conoscenza esatta debba basarsi sul metodo scientifico
(si veda anche il Capitolo 3), permetteva di comprendere in modo più profondo
la vita umana ed era la chiave per risolvere i persistenti problemi sociali.
Nonostante gli sforzi di Comte di costruire una scienza della società,
poche delle sue idee hanno retto alla prova del tempo, ma il nucleo dei suoi
studi – la natura della stabilità e del cambiamento sociale – continua a co-
stituire uno dei maggiori interessi della sociologia.

Herbert Spencer: la società come organismo sociale L’intellettuale


inglese Herbert Spencer fu tra i primi ad adottare il termine “sociologia” pro-
posto da Comte. Seguendo l’esempio delle scienze biologiche, Spencer af-
Capitolo 2 ▮ Le prospettive teoriche 21

fermò che la società è un “organismo sociale” simile a quello umano; egli


teorizzò che, analogamente al suo equivalente biologico, la società è costi-
tuita da parti separate, ognuna avente una propria funzione unica, che ope-
rano insieme per mantenere in vita l’organismo nel suo complesso. La teoria
di Spencer, dunque, metteva in risalto la struttura globale della società, le
funzioni dei diversi elementi che la compongono e le loro interazioni. Spen-
cer, inoltre, teorizzò che con l’evolversi della società cambiano anche le parti
che la compongono – così come le funzioni che esse adempiono.
Spencer riteneva che l’evoluzione “spontanea” della società realizzasse
sempre un più alto grado di progresso; per questa ragione, egli pensava che
il governo dovesse limitare il più possibile i propri interventi, specie in
campo economico. A fronte della crescente disuguaglianza creata da un ca-
pitalismo industriale privo di regolamentazione, Spencer credeva nella “so-
pravvivenza del più forte” (una frase coniata da Spencer prima della pubbli-
cazione dell’opera di Charles Darwin) piuttosto che nell’intervento diretto
tramite riforme. Oggi la teoria di Spencer della sopravvivenza del più forte
nella società umana è nota come darwinismo sociale. In seguito Spencer ri-
trattò alcune delle sue idee più estreme, ma in anni recenti coloro che vor-
rebbero ridurre l’intervento dei governi nelle questioni sociali ed economi-
che (neo-liberismo) hanno ripreso alcune delle sue idee originarie.

2.1.2 I padri fondatori: Marx, Durkheim e Weber

Spencer e Comte aiutarono a definire il campo della sociologia ai suoi albori,


ma gli studiosi che sono quasi unanimemente considerati i fondatori della
sociologia, e che fissarono il programma della teoria sociologica per il secolo
successivo, furono Karl Marx, Émile Durkheim e Max Weber (Tabella 2.1).

Karl Marx: gli effetti del capitalismo Karl Marx (1818-1883), tedesco
di nascita, fu scrittore e attivista politico, e trascorse gran parte della vita
cercando di sfuggire alla repressione politica. A causa dei suoi scritti, Marx

Tabella 2.1 I padri fondatori della sociologia


Karl Marx Émile Durkheim Max Weber
Biografia 1818-1883 1858-1917 1864-1920
Tedesco Francese Tedesco
Scrittore e attivista Accademico Accademico
Problemi trattati Natura Natura Declino della tradizione
e opere principali del capitalismo dell’integrazione
sociale
Conflitto Valori condivisi Razionalizzazione
e disuguaglianza e morale della società
Il capitale Il suicidio L’etica protestante e lo
spirito del capitalismo
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majority are fluviatile, one group (Neritodryas) actually occurring in
the Philippines on trees of some height, at a distance of a quarter of
a mile from any water. Navicella is a still further modified form of
Neritina, occurring only on wet rocks, branches, etc., in non-tidal
streams (Fig. 13).

Fig. 13.—Illustrating the development of the fresh-water genus


Navicella, through the brackish-water Neritina, from the marine
Nerita, with corresponding changes in the operculum. 1.
Nerita; 2, 3. Neritina; 4. Neritina, intermediate form; 5, 6.
Navicella.
The great family of the Melaniidae, which occurs in the rivers of
warm countries all over the world, and that of the Pleuroceridae,
which is confined to North America, are, in all probability, derived
from some form or forms of Cerithium. The origin of the Paludinidae,
Valvatidae, and Ampullariidae is more doubtful. Their migration from
the sea was probably of an early date, since the first traces of all
three appear in the lower Cretaceous, while Melaniidae are not
known until Tertiary times. Ampullaria, however, shows distinct signs
of relationship to Natica, while the affinities of Paludina and Valvata
cannot as yet be approximately affirmed.
(2) Pulmonata.—Intermediate between the essentially fresh-water
and the essentially marine species come the group sometimes
known as Gehydrophila, consisting of the two families Auriculidae
and Otinidae. These may be regarded as Mollusca which, though
definitely removed from all marine species by the development of a
true lung or lung cavity in the place of a gill, have yet never become,
in respect of habitat, genuine fresh-water species. Like Potamides,
they haunt salt marshes, mangrove swamps, and the region about
high-water mark. In some cases (Otina, Melampus, Pedipes) they
live on rocks which are moistened, or even bathed by the spray, in
others (Cassidula, Auricula) they are immersed in some depth of
brackish water at high tide, in others again (Scarabus) they are more
definitely terrestrial, and live under dead leaves in woods at some
little distance from water. Indeed one genus of diminutive size
(Carychium) has completely abandoned the neighbourhood of the
sea, and inhabits swampy ground almost all over the world.
Fig. 14.—Examples of the Auriculidae: A,
Auricula Judae Lam., Borneo; B, Scarabus
Lessoni Blainv., E. Indies; C, Cassidula
mustelina Desh., N. Zealand; D, Melampus
castaneus Mühlf., S. Pacific; E, Pedipes
quadridens Pfr., Jamaica.
Fig. 15.—An example of
Amphibola (avellana
Chem.), the only true
Pulmonate which
possesses an
operculum.
To this same section Gehydrophila have been assigned two
remarkable forms of air-breathing “limpet,” Siphonaria and Gadinia
(see page 151), and the aberrant Amphibola, a unique instance of a
true operculated pulmonate. Siphonaria possesses a pulmonary
cavity as well as a gill, while Gadinia and Amphibola are exclusively
air-breathing. Siphonaria lives on rocks at or above high-water mark,
Gadinia between tide marks, Amphibola (Fig. 15) in brackish water
at the estuaries of rivers, half buried in the sand. There can be little
doubt that all these are marine forms which are gradually becoming
accustomed to a terrestrial existence. In Gadinia and Amphibola the
process is so far complete that they have exchanged gills for a
pulmonary cavity, while in Siphonaria we have an intermediate stage
in which both organs exist together. A curious parallel to this is found
in the case of Ampullaria, which is furnished with two gills and a
pulmonary chamber, and breathes indifferently air and water. It is a
little remarkable that Siphonaria, which lives at a higher tide level
than Gadinia, should retain the gill, while Gadinia has lost it.
The ultimate affinities of the essentially fresh-water groups,
Limnaea, Physa, Chilina, cannot be precisely affirmed. The form of
shell in Latia, Gundlachia, and perhaps Ancylus, may suggest to
some a connexion with the Otinidae, and in Chilina, a similar
connexion with the Auriculidae. But, in a question of derivation,
similarities of shell alone are of little value. It is not a little
remarkable, for instance, that we should find a simple patelliform
shell in genera so completely distinct from one another in all
anatomical essentials as Ancylus, Patella, Siphonaria, Propilidium,
Hipponyx, Cocculina, and Umbrella.
Some recent authors, on grounds of general organisation, regard
the Limnaeidae and their allies as Opisthobranchs adapted to an
aerial life. It is held[24] that the Nudibranchiate Opisthobranchs have
given birth to the Pulmonata Stylommatophora or land snails, and
the Tectibranchiate Opisthobranchs to the Pulmonata
Basommatophora or fresh-water snails. Such a view seems at first
sight open to some objection from other views than those which deal
simply with anatomy. The Opisthobranchiata are not, to any marked
extent, littoral genera, nor do they specially haunt the mouths of
rivers. On the contrary, they inhabit, as a rule, only the very lowest
part of the littoral zone, and are seldom found, except where the
water is purely salt. In other cases, when the derivation of land or
fresh-water genera is fairly well established, intermediate forms
persist, which indicate, with more or less clearness, the lines along
which modification has proceeded. It has, however, recently been
shown that Siphonaria[25] and Gadinia,[26] which have, as has been
already mentioned, hitherto been classified as Pulmonata, are in
reality modified forms of Opisthobranchiata, which are in process of
adaptation to a life partly marine, partly on land. They may therefore
be regarded as supplying the link, hitherto missing, between the land
Pulmonata and the marine groups from one or other of which the
latter must have been derived. The general consensus of recent
opinion inclines towards accepting these views, some writers[27]
being content to regard the Pulmonata, as a whole, as derived from
the Tectibranchiate Opisthobranchs, while others[28] go further and
regard the Stylommatophora as derived directly from the
Basommatophora.

Origin of the Land Fauna


Gasteropoda.—(1) Operculate. On a priori grounds, one might
predict a double origin for land operculates. Marine species might be
imagined to accustom themselves to a terrestrial existence, after a
period, more or less prolonged, of littoral probation. Or again, fresh-
water species, themselves ultimately derived from the sea, might
submit to a similar transformation, after a preliminary or intermediate
stage of life on mudbanks, wet swamps, branches overhanging the
water, etc. Two great families in this group, and two only, seem to
have undergone these transformations, the Littorinidae and the
Neritidae. The derivation of almost all existing land operculates may
be referred to one or other of these groups.

Fig. 16.—Two rows of the radula of Littorina littorea L., × 72.


The power of the Littorinidae to live for days or even weeks
without being moistened by the sea may be verified by the most
casual observer. In the tropics this power seems even greater than
on our own shores. I have seen, in various parts of Jamaica, Littorina
muricata living at the top of low cliffs among grass and herbage. At
Panama I have taken three large species of Littorina (varia, fasciata,
pulchra), on trees at and above high-water mark. Cases have been
recorded in which a number of L. muricata, collected and put aside,
have lived for three months, and L. irrorata for four months.[29]
These facts are significant, when we know that the land operculates
almost certainly originated in a tropical climate.
The Cyclophoridae, Cyclostomatidae, and Aciculidae, which, as
contrasted with the other land operculates, form one group, have
very close relations, particularly in the length and formation of the
radula, or lingual ribbon, with the Littorinidae.

Fig. 17.—Two rows of the radula of Cyclophorus sp., India, ×


40.
On the other hand, the Helicinidae, Hydrocenidae, and
Proserpinidae are equally closely related to Neritina. The
Proserpinidae (restricted to the Greater Antilles, Central America and
Venezuela) may perhaps be regarded as the ultimate term of the
series. They have lost the characteristic operculum, which in their
case is replaced by a number of folds or lamellae in the interior of
the shell. It has already been noticed how one group of Neritina
(Neritodryas) occurs normally out of the water. This group furnishes
a link between the fresh-water and land forms. It is interesting to
notice that here we have the most perfect sequence of derivatives;
Nerita in the main a purely marine form, with certain species
occurring also in brackish water; Neritina in the main fresh-water, but
some species occurring on the muddy shore, others on dry land;
Helicina the developed land form; and finally Proserpina, an aberrant
derivative which has lost the operculum.[30]
Fig. 18.—A, Neritina reticularis Sowb., Calcutta (brackish
water); B, Helicina neritella Lam., Jamaica (land); C,
Proserpina (Ceres) eolina Ducl., Central America (land).
Gasteropoda.—(2) Pulmonata. The origin of these, the bulk of
the land fauna, must at present be regarded as a problem not yet
finally solved. Some authorities, as we have seen, regard them as
derived from the Nudibranchiate, others, probably more correctly,
from the Tectibranchiate Opisthobranchs.
The first known members of the land Pulmonata (Pupa [?],
Hyalinia) are from the Carboniferous of North America. Similar but
new forms appear in the Cretaceous, from which time to the present
we have an unbroken series. The characteristically modern forms,
according to Simroth,[31] are Helices with thick shells. According to
the same author, Vitrina and Hyalinia are ancestral types, which give
origin not only to many modern genera with shells, but to many shell-
less genera also, e.g. Testacella is probably derived through
Daudebardia from Hyalinia, while from Vitrina came Limax and
Amalia. A consideration of the radulae of the genera concerned
certainly tends in favour of these views.
Godwin-Austen, speaking generally, considers[32] genera of land
Pulmonata with strongly developed mantle-lobes and rudimentary
shell as more advanced in development than genera in which the
shell is large and covers all or nearly all the animal.
CHAPTER II
LAND AND FRESH-WATER MOLLUSCA, THEIR HABITS AND GENERAL
ECONOMY

The majority of the Land Mollusca are probably more sensitive


than is usually believed. The humidity of the air must affect the
surface of their skin to a considerable extent. Every one has noticed
how the snails ‘come out’ on a damp evening, especially after rain.
As a rule, they wait till rain is over, probably objecting to the patter of
the drops upon their delicate tentacles. Snails kept in captivity under
a bell-glass are acutely sensitive of a damp atmosphere, and will
bestir themselves after rain just as if they were in the open air.
Certain Helices which are accustomed to live in moist places, will
find their way to water, if removed from their usual haunts. A case is
recorded[33] of a specimen of H. arbustorum, kept in a kitchen, which
used to find its way directly under the cold water tap, and appeared
to enjoy the luxury of a douche. How delicately the conditions of life
are balanced in some of these creatures is seen in the case of
Omalonyx, a genus akin to Succinea, which is found in Brazil and
the northern parts of South America. It lives creeping on plants which
overhang the margin of water, but perishes equally, if placed in the
water itself, or removed to a distance from it for any length of time.
[34]

Endurance of Heat and Cold.—The Mollusca are capable, at


least as far as some species are concerned, of enduring severe
extremes both of cold and heat. The most northern pulmonate yet
observed is a fresh-water species, Physa (Aplecta) hypnorum L. This
hardy mollusc, whose shell is so fragile as to need most careful
handling, has been noticed on the peninsula of Taimyr, North Siberia,
in 73° 30’ N. lat, a region whose mean annual temperature is below
10° F. with a range of from 40° F. in July to -30° F. in January.
It is well known that the Limnaeidae, and probably most fresh-
water Mollusca of sub-temperate regions, can continue to live not
merely under, but enveloped in ice, and themselves frozen hard.
Garnier relates[35] that, during the winter of 1829–30, some large
Limnaea auricularia, which had been placed in a small basin, were
frozen into a solid mass, experiencing a cold of -2° F. He supposed
they were dead, but, to his surprise, when the basin thawed, the
Limnaea gradually revived. Paludina vivipara and Anodonta anatina
have been known to resist a temperature of 23° F., and the former
has produced young shortly after being thawed out of the ice.[36] As
far north as Bodø in Norway (67° 37’ N. lat., well within the Arctic
circle) there are found no less than fourteen species of terrestrial
Mollusca, among them being Balea perversa and Clausilia rugosa.
[37]

Vitrina is one of our most hardy molluscs, and may be observed


crawling on bright mornings over the frost-covered leaves of a wood
or copse. V. glacialis is said by Charpentier to live in the Alps at a
height where the stones are covered with snow from nine to ten
months of the year. Many of the Hyaliniae are very hardy. Arion, in
spite of having no external shell to protect it, is apparently less
affected by the cold than Helix, and does not commence hibernation
till a later period in the autumn. The operculate land Mollusca, in
spite of the protection which their operculum may be supposed to
afford, are exceedingly sensitive to cold, and the whole group is
without doubt a product of tropical or semi-tropical regions (see map
at frontispiece). A species of Helicina which inhabits the southern
States of North America has been known to be almost exterminated
from certain districts by the occurrence of an unusually severe
winter.
One of the highest altitudes at which a land shell is known to live
appears to be the Liti Pass (Himalayas, 14,000 ft.). At this enormous
altitude, two species of Buliminus (arcuatus Hutt. and nivicola Bens.)
live on juniper bushes among patches of snow. An Anadenus is said
to have been found in a similar locality at 15,000 ft., while Limnaea
Hookeri has been taken from over 16,400 ft. in Landour. In the
Andes of Peru and Bolivia, five species of Bulimulus, one of Pupa,
and one of Limax occur at an elevation of 10,500 to 15,000 ft.
Several fresh-water Mollusca inhabit Lake Titicaca, which stands at a
height of 12,550 ft. in the Bolivian table-land.
In certain parts of the desert of Algeria, where there is not a trace
of vegetation to be seen, and the temperature at mid-day is 110° F.,
the ground is sometimes so covered with Helix lactea as to appear
perfectly white. Dr. F. H. H. Guillemard has told me that he noticed,
in somewhat similar surroundings between Fez and Tangier, H.
pisana in such extraordinary abundance that they hung from the low
scrub in bunches the size of a man’s two fists. It is singular that
Mollusca should live, and not only live, but flourish, in localities
apparently so unpromising. Shells which occur in the Algerian
Sahara are actually larger and altogether finer than the ordinary
European form of the same species. In order to protect themselves
to some extent against the scorching heat and consequent
evaporation, desert species are frequently modified in one of two
ways; the shell becomes either white or a light dusky brown, as in
the familiar Helix desertorum, or else it gains immensely in
thickness. Specimens of H. pomatia, recently procured from Fez, are
of extraordinary thickness as compared with forms from our own
chalk downs of Kent and Surrey.
Fresh-water Mollusca are frequently found inhabiting hot springs.
Thus Neritina fluviatilis lives at Bagnères de Bigorre in water at about
68° F. In another hot spring in the eastern Pyrenees a Bithynia lives
at a temperature of over 73° F.; while Blainville mentions another
case of a Bithynia living in water at 122° F.
Hibernation and Aestivation.—As autumn begins to draw on,
and the first frosts to nip vegetation, terrestrial species retire beneath
stones, into cracks in old walls, holes in tree trunks, deep fissures in
rocks, and nooks and crannies of every kind, or else bury
themselves deeply in the earth or in moss and heaps of leaves. They
thus commence their period of hibernation, which varies in length
according to the duration of winter. Frequently masses of Helices
may be found attached to one another, probably not so much for the
sake of warmth, for their temperature is but low, as to share the
comforts of a cosy retreat in common. Slugs generally hibernate
alone, excavating a sort of nest in the earth, in which they encyst
themselves, contracting their bodies until they are almost round, and
secreting a covering of their own slime. The Helices usually close up
the mouth of their shell by the formation of a membranous or chalky
epiphragm, which will be further described below. Both snails and
slugs take care to be in good condition at the time their winter sleep
begins, and for this reason the former are said to be most esteemed
by foreign epicures if captured just at this period.[38]
During hibernation, the action of the heart in land Pulmonata
ceases almost entirely. This appears to be directly due to the effect
of cold. Mr. C. Ashford has related[39] some interesting experiments
made upon H. hortensis and Hyal. cellaria, with the view of
ascertaining the effect of cold upon their pulsations. His observations
may be tabulated as follows:—
Number of pulsations per minute
Helix hortensis Hyal. cellaria At degrees Fahr.
22 21 52°
14 12 44°
10 11 38°
4 9 30°
At low temperatures the character, as well as the number of the
pulsations changed; they became imperfect and intermittent,
although exceptionally at 31° F. a H. rufescens gave five or six
pulsations a minute, very full and deliberate. The result of taking the
Hyalinia suddenly into the heat of a greenhouse was to bring on
palpitations. Further experiments resulted in evidence of a similar
kind. Hyal. radiatula, placed upon a deal table in a room, showed 52
pulsations per minute at 62° F. Placed upon the palm of the hand,
the action soon rose to 108. Hyal. alliaria, similarly treated, rose from
72 pulsations to 110. Floated upon water, the action of the heart of
the latter suddenly fell to 29.
Fresh-water Pulmonata do not appear to hibernate. Unio and
Anodonta, however, bury themselves more deeply in the mud, and
Dreissensia casts off its byssus and retires under the mud in deeper
water.[40] Limnaea and Planorbis have often been noticed to crawl
about under the lower surface of a thick coating of ice. In periods of
prolonged drought, when the water in the ponds dries up, the
majority of genera bury themselves in the mud. I have known
Limnaea peregra bury itself three inches deep, when surprised by a
sudden fall of the water in the ditch on Coe Fen, behind Peterhouse,
Cambridge. Physa hypnorum frequents by preference ditches which
dry up in summer, as does also Planorbis spirorbis, the latter often
forming a sort of epiphragm against evaporation. Ancylus has been
observed to spend the whole winter out of water, and P. spirorbis has
been noticed alive after four months’ desiccation.[41]
True aestivation, however, occurs mainly in the tropics, where
there is no winter, but only a period when it is not quite so hot as the
rest of the year, or on a coast like the Mediterranean, which is
subject to sudden and severe heat. This period is usually rainless,
and the heat is therefore a dry heat. At this season, which may last
for three or four months, most of the land Mollusca enter upon a
period of inaction, either burying themselves deeply in the ground, or
else permanently attaching themselves to the stalks of grass and
other herbage, or the under sides of rocks. For instance, the large
and beautifully painted Orthalicus, Corona, and Porphyrobaphe,
which inhabit Brazil, Ecuador, and eastern Peru, bury themselves
deeply in the ground during the dry season, while in the rains they
climb to the topmost branches of the great forest trees.[42] Thus it
may well happen that a visitor to a tropical island, Ceylon for
instance, or one of the Greater Antilles, if he times his visit to
coincide with the rainless season, may be grievously disappointed at
what seems its unaccountable poverty in land Mollusca. But as soon
as the weather breaks, and the moisture penetrates their retreats,
every bush and every stone, in favoured localities, will be alive with
interesting species.
The Epiphragm.—A considerable number of the land Pulmonata
(and a very few of the fresh-water) possess the power of closing the
aperture of their shell by means of what is known as an epiphragm
or covering of hardened mucus. This epiphragm is habitually formed
by certain species during hibernation or aestivation, or even during
shorter periods of inactivity and retirement, the object being, either to
check evaporation of the moisture of the body, or to secure the
animal against the cold by retaining a thin layer of slightly warm air
immediately within the aperture of the shell.
The epiphragm differs widely in character in different species,
sometimes (Clausilia, Pupa, Planorbis) consisting of the merest
pellicle of transparent membrane, while at others (Helix aperta, H.
pomatia) it is a thick chalky substance, with a considerable
admixture of carbonate of lime, with the consistency of a hardened
layer of plaster of Paris. Within these extremes every variety of
thickness, solidity, and transparency occurs. During long hibernation
several epiphragms are not unfrequently formed by the same
individual snail, one within the other, at gradually lessening
distances. The epiphragm thus performs, to a certain extent, the part
of an operculum, but it must be remembered that it differs radically
from an operculum physiologically, in being only a temporary
secretion, while the operculum is actually a living part of the animal.
The actual mode of formation of the epiphragm would seem to
differ in different species. According to Fischer,[43] the mollusc
withdraws into its shell, completely blocking all passage of air into
the interior, and closing the pulmonary orifice. Then, from the middle
part of the foot, which is held exactly at the same plane as the
aperture, is slowly secreted a transparent pellicle, which gradually
thickens, and in certain species becomes calcareous. Dr. Binney,
who kept a large number of Helix hortensis in confinement, had
frequently an opportunity of noticing the manner in which the
epiphragm was formed.[44] The aperture of the shell being upward,
and the collar of the animal having been brought to a level with it, a
quantity of gelatinous matter is thrown out [? where from]. The
pulmonary orifice is then opened, and a portion of the air within
suddenly ejected, with such force as to separate the viscid matter
from the collar, and to project it, like a bubble of air, from the
aperture. The animal then quickly withdraws farther into the shell,
and the pressure of the external air forces back the vesicle to a level
with the aperture, when it hardens and forms the epiphragm. In
some of the European species in which the gelatinous secretion
contains more carbonate of lime, solidification seems to take place at
the moment when the air is expelled, and the epiphragm in these is
in consequence strongly convex.
Thread-spinning.—A considerable number of fresh-water
Mollusca possess the power of stretching a thread, which is no more
than an exceedingly elongated piece of mucus, to the surface of the
water, and of using it as a means of locomotion. This thread bears
no analogy whatever to the fibrous byssus of certain bivalves, being
formed in an entirely different manner, without the need of a special
gland.
The threads are ‘spun’ by several species of Limnaea, Physa, and
Planorbis, by Bithynia tentaculata, and several of the Cycladidae.
They are anchored to the surface by a minute concavity at the upper
end, which appears to act like a small boat in keeping the thread
steady. The longest threads are those of the Physae, which have
been noticed to attain a length, in confinement, of 14 inches. They
are always spun in the ascent, and as a rule, when the animal
descends, it rolls the thread up and carries it down as it goes. A
single thread is never spun on the descent, but occasionally, when a
thread has become more or less of a permanence, it becomes
stronger by the addition of more mucus each time it is used, whether
for ascending or descending purposes. Cyclas cornea appears to be
an exception to the rule that threads are only spun on the ascent.
This species, which is particularly fond of crawling along the under
surface of the water, has been noticed to spin a thread half an inch in
length while on the surface, and to hang suspended from it for a
considerable time.
What the exact use of the thread may be, must to a certain extent
be matter of conjecture. The Limnaeidae are, in the great majority of
cases, compelled to make periodic visits to the surface in order to
inspire oxygen. It is also a favourite habit with them to float just
under the surface, or crawl about on its under side, perhaps in
pursuit of tiny vegetable organisms. Whatever may be the object of
an excursion to the surface, a taut thread will obviously be a nearer
way up than any other which is likely to present itself; indeed, without
this thread-spinning power, which insures a tolerably rapid arrival at
the surface, the animal might find itself asphyxiated, or at least
seriously inconvenienced, before it could succeed in taking in the
desired supply of oxygen. With the Cycladidae, which do not breathe
air, such an explanation is out of place; in their case the thread
seems to be a convenient means of resting in one position in the
intervals of the periods of active exercise to which several of the
species are so much addicted.
The power of suspension by a thread is also possessed by certain
of the Cyclostomatidae, by some Cerithidea, several Rissoa and
other marine genera, prominent among which is Litiopa bombyx,
whose name expresses its power of anchoring itself to the Sargasso
weed by a silken thread of mucus. Several species of slugs are
known to be able to let themselves down by threads from the
branches of trees. Limax arborum is especially noted for this
property, and has been observed suspended in pairs during the
breeding time. According to Binney, all the American species of
Limax, besides those of Tebennophorus, possess this singular
property. Limax arborum appears to be the only slug which has been
noticed to ascend, as well as descend, its thread. It has also been
observed[45] that when this species is gorged with food, its slime is
thin and watery, and unable to sustain its weight, but that after the
process of digestion has been performed, the mucus again becomes
thick and tenacious. It appears therefore that when the animal is
hungry and most in need of the power of making distant excursions
in search of food, its condition enables it to do so, but that when no
such necessity is pressing, the thread-forming mucus is not
secreted, or is perhaps held in suspense while the glands assist in
lubricating the food before digestion.[46]
Food of Land and Fresh-water Mollusca.—Arion ater, the great
black slug, although normally frugivorous, is unquestionably
carnivorous as well, feeding on all sorts of animal matter, whether
decaying, freshly killed, or even in a living state. It is frequently
noticed feeding on earthworms; kept in captivity, it will eat raw beef;
it does not disdain the carcases of its own dead brethren. An old
man near Berwick-on-Tweed, going out one morning to mow grass,
found a black slug devouring, as he supposed, a dead mouse. Being
of an inquisitive turn, and wishing to ascertain if it were really thus
engaged, he drew the mouse a little back. When he returned in the
evening, the mouse was reduced almost to a skeleton, and the slug
was still there.[47] Indeed it would seem almost difficult to name
anything which Arion ater will not eat. Dr. Gray mentions[48] a case
of a specimen which devoured sand recently taken from the beach,
which contained just enough animal matter to render it luminous
when trodden on in the dark; after a little time the faeces of the slug
were composed of pure sand, united together by a little mucus. A
specimen kept two days in captivity was turned out on a newspaper,
and commenced at once to devour it. The same specimen ate dead
bodies of five other species of slugs, a dead Unio, pupae of
Adimonia tanaceti, part of the abdomen of a dragon-fly, and Pears’
soap, the latter reluctantly.[49]
According to Simroth[50] and Scharff[51] the food of several of our
British slugs, e.g. Limax maximus, L. flavus, Arion subfuscus, A.
intermedius, consists of non-chlorophyllaceous substances only,
while anything containing chlorophyll is as a rule refused. On the
other hand L. agrestis and Amalia carinata feed almost entirely on
green food, and are most destructive in gardens. The latter species
lives several inches under ground during the day, and comes to the
surface only at night. It is largely responsible for the disappearance
of bulbs, to which it is extremely partial. L. marginatus (= arborum
Bouch.) feeds exclusively on lichens, and in captivity absolutely
refuses green leaves and a flesh diet. It follows therefore, if these
observations are correct, that the popular notions about slugs must
be revised, and that while we continue to exterminate from our
gardens those species which have a taste for chlorophyll, we ought
to spare, if not encourage those whose tastes lie in the opposite
direction.
Limax agrestis has been seen devouring the crushed remains of
Arion ater. Five specimens of the same species were once noticed
busily devouring a May-fly each, and this in the middle of a large
meadow, where it may be presumed there was no lack of green
food. The capture and eating of insects by Mollusca seems very
remarkable, but this story does not stand alone. Mr. T. Vernon
Wollaston once enclosed in a bottle at least three dozen specimens
of Coleoptera together with 4 Helix cantiana, 5 H. hispida, and 1 H.
virgata, together with an abundant supply of fresh leaves and grass.
About a fortnight afterwards, on the bottle being opened, it was
found that every single specimen of the Coleoptera had been
devoured by the snails.[52] Amalia marginata in captivity has been
fed upon the larvae of Euchelia jacobaeae, eating three in two hours.
[53]

Limax maximus (Fig. 19) has been seen frequently to make its
way into a dairy and feed on raw beef.[54] Individuals kept in
confinement are guilty of cannibalism. Mr. W. A. Gain kept three
specimens in a box together, and found one of them two-thirds
eaten, “the tail left clean cut off, reminding one of that portion of a
fish on a fishmonger’s stall.” That starvation did not prompt the crime
was proved by the fact that during the preceding night the slug had
been supplied with, and had eaten, a considerable quantity of its
favourite food. On two other occasions the same observer found one
of his slugs deprived of its slime and a portion of its skin, and in a
dying condition.[55] An adult L. maximus, kept for thirty-three days in
captivity with a young Arion ater, attacked it frequently, denuded it of
its slime, and gnawed numerous small pieces of skin off the body
and mantle.[56] The present writer has found no better bait for this
species on a warm summer night than the bodies of its brethren
which were slain on the night preceding; it will also devour dead
Helix aspersa. Mr. Gain considers it a very dainty feeder, preferring
fungi to all other foods, and apparently doing no harm in the garden.
Fig. 19.—Limax maximus L. PO, pulmonary
orifice: × ⅔.
Limax flavus, which is fond of inhabiting the vicinity of cellars,
makes its presence most disagreeable by attacking articles of food,
and especially by insinuating itself into vessels containing meal and
flour.[57] It is particularly partial to cream.
Slugs will sometimes bite their captor’s hands. Mr. Kew relates
that a Limax agrestis, on being stopped with the finger, while
endeavouring to escape from the attack of a large Arion, attempted
to bite fiercely, the rasping action of its radula being plainly felt.
According to the same authority, probably all the slugs will rasp the
skin of the finger, if it is held out to them, and continue to do so for a
considerable time, without however actually drawing blood.[58] While
Mr. Gain was handling a large Arion ater, it at once seized one of the
folds of skin between the fingers of the hand on which it was placed;
after the action of the radula had been allowed to continue for about
a minute, the skin was seen to be abraded.[59] Another specimen of
Arion ater, carried in the hand for a long time enclosed in a dock leaf,
began to rasp the skin. The operation was permitted until it became
too painful to bear. Examination with a lens showed the skin almost
rasped away, and the place remained tender and sore, like a slight
burn, for several days.[60]
Helix pisana, if freshly caught, and placed in a box with other
species, will set to work and devour them within twenty-four hours.
The present writer has noticed it, in this position, attack and kill large
specimens of H. ericetorum, cleaning them completely out, and
inserting its elongated body into the top whorls of its unfortunate
victims in a most remarkable manner. Amongst a large number of
species bred in captivity by Miss F. M. Hele,[61] was Hyalinia
Draparnaldi. In the first summer the young offspring were fed on
cabbage, coltsfoot, and broadleafed docks. They would not
hibernate even in the severest frosts, and, no outdoor food being
available, were fed on chopped beef. This, Miss Hele thinks, must
have degenerated their appetites, for in the following spring and
summer they constantly devoured each other.
Zonites algirus feeds on decayed fruit and vegetables, and on
stinking flesh.[62] Achatina panthera has been known to eat meat,
other snails (when dead), vegetables, and paper.[63] The common
Stenogyra decollata of the South of Europe has a very bad character
for flesh-eating habits, when kept in captivity. Mr. Binney[64] kept a
number for a long time as scavengers, to clean the shells of other
snails. As soon as a living Helix was placed in a box with them, one
would attack it, introduce itself into the upper whorls, and completely
remove the animal. One day a number of Succinea ovalis were left
with them for a short time, and disappeared entirely! The Stenogyra
had eaten shell as well as animal. This view of Stenogyra is quite
confirmed by Miss Hele, who has bred them in thousands. “I can
keep,” she writes,[65] “no small Helix or Bulimus with them, for they
at once kill and eat them. They will also eat raw meat.”
Even the common Limnaea stagnalis, which is usually regarded
as strictly herbivorous, will sometimes betake itself, apparently by
preference, to a diet of flesh. Karl Semper frequently observed the
Limnaeae in his aquarium suddenly attack healthy living specimens
of the common large water newt (Triton taeniatus), overcome them,
and devour them, although there was plenty of their favourite
vegetable food growing within easy reach.[66] The same species has
also been noticed to devour its own ova, and the larvae of Dytiscus.

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