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4) Il verso 89 del Purgatorio della Divina Commedia di Dante Alighieri menziona l'imperatore
Giustiniano. Nel canto VI del Purgatorio, Dante incontra Marco Lombardo, un'anima che sta
espiando la sua negligenza spirituale. Marco Lombardo discute del libero arbitrio e dell'influenza
degli astri sulle azioni umane, menzionando l'esempio dell'Imperatore Giustiniano, il quale fu
ritenuto governato dagli astri favorevoli nel suo governo. Dante fa riferimento a Giustiniano come
a colui "che farebbe / al pravo de' regnanti esser di manto", indicando la giusta gestione
dell'Imperatore nella sua vita terrena.

5) Nel Canto VI del Purgatorio della Divina Commedia di Dante Alighieri, il cesare menzionato nei
versi 92 e 114 è Cesare Augusto, l'imperatore romano. In questi versi, Dante fa riferimento a
Cesare Augusto come colui che "al mondo feo di Cristo sì devoto" (verso 92) e che "feo libero il
primo / papa che di quel vangelo aperse / lo volto" (verso 114). Cesare Augusto viene lodato da
Dante per aver favorito la diffusione del cristianesimo e per essere stato coinvolto nella nascita del
papato, rappresentato qui dal "primo papa" che apre il volto al Vangelo, probabilmente facendo
riferimento a San Pietro.

6) Nel Canto VI del Purgatorio della Divina Commedia, Dante menziona "Alberto Tedesco" nel
verso 97. Questo Alberto Tedesco è identificato come Alberto da Brescia, un giurista medievale
italiano. Nel testo, Dante pone Alberto tra coloro che sono condannati a penitenza perché hanno
trascurato gli studi spirituali e religiosi mentre erano in vita. L'uso del termine "Tedescos"
(tedeschi) potrebbe riferirsi al fatto che Alberto fosse di origini germaniche o che avesse studiato in
Germania.

7) L'apostrofe è una figura retorica che consiste nell'interrompere il flusso del discorso per
rivolgersi direttamente a una persona, un oggetto o un concetto, anche se non è presente fisicamente
o non può rispondere. Si tratta di un'esclamazione o di un invito diretto, spesso accompagnato
dall'uso di termini affettuosi o enfatici.

13) Nel Canto VI del Purgatorio della Divina Commedia di Dante Alighieri, l'anima di Marco
Lombardo, un personaggio incontrato da Dante durante il suo viaggio attraverso il Purgatorio,
rivolge delle accuse all'Imperatore Giustiniano. Marco Lombardo critica Giustiniano per la
corruzione dell'Impero romano e per aver introdotto leggi ingiuste, sostenendo che l'imperatore
avrebbe dovuto concentrarsi sulla difesa della giustizia e della virtù, invece di perseguire interessi
egoistici.
Nel verso 79-90, Marco Lombardo afferma che Giustiniano, al momento di ascesa al trono, era
stato chiamato a proteggere il gregge (il popolo) e a difendere la giustizia, ma aveva fallito in
questo compito. Gli rimprovera di aver messo da parte la giustizia a favore del proprio desiderio di
potere, portando così alla corruzione dell'Impero.
Dante, attraverso il personaggio di Marco Lombardo, critica Giustiniano per le sue azioni durante il
suo regno, cercando di far emergere temi morali e politici attraverso la struttura allegorica della sua
opera.
14) Nel Canto VI del Purgatorio della Divina Commedia, Dante affronta le colpe degli ecclesiastici,
in particolare dei membri del clero corrotto. Nel Canto, Marco Lombardo critica la corruzione
presente nella Chiesa e accusa i membri del clero di abbandonare il loro dovere spirituale per
perseguire interessi mondani e materiali. Egli sostiene che molti ecclesiastici hanno distorto la loro
missione, trascurando la cura delle anime e prediligendo il perseguimento di ricchezza e potere.
Marco Lombardo rimprovera i membri del clero per il loro comportamento inappropriato e per aver
tradito la fiducia del popolo. Questa critica riflette la preoccupazione di Dante per la corruzione
nella Chiesa del suo tempo, un tema che è presente in vari passaggi della Divina Commedia.
15) Nel Canto VI del Purgatorio della Divina Commedia, Dante evidenzia un'opposizione e una
contraddizione di fondo tra la giustizia divina e l'abuso del libero arbitrio da parte degli esseri
umani. Questa opposizione è incarnata nelle accuse mosse da Marco Lombardo, un'anima penitente
incontrata da Dante nel Purgatorio.
Marco Lombardo critica l'abuso del libero arbitrio da parte degli uomini, sostenendo che molti si
allontanano dalla giusta via per inseguire i propri desideri egoistici e mondani. Questo abuso del
libero arbitrio, secondo Marco, è la causa della corruzione nella società e nella Chiesa.
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