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RIVISTA ITALIANA DI DIALETTOLOGIA


lingue dialetti società
RIVISTA ITALIANA DI DIALETTOLOGIA. Lingue dialetti società

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Direttore responsabile: Lorenzo Coveri

Finito di stampare nel mese di giugno 2020 a cura di NW presso LegoDigit s.r.l. - Lavis (TN)
RIVISTA ITALIANA DI DIALETTOLOGIA
Lingue dialetti società

Anno XLIII (2019), numero unico [= RID 43]

INDICE

RID/MONOGRAFICA
Sociolinguistica delle varietà II, a cura di Massimo Cerruti e Giuliana Fiorentino

9 Presentazione

11 Alessandro Vietti (Università degli Studi di Torino), La varietà di lingua


come insieme di tratti coerenti: verso una caratterizzazione empirica
33 Giovanna Alfonzetti (Università degli Studi di Catania), ‘I LOST YOU !!
(ti pessi): il dialetto nella ricerca sociolinguistica in Italia
57 Paolo D’Achille, Kevin De Vecchis (Università degli Studi Roma Tre),
Aspetti del romanesco periferico tra diastratia, diafasia e diatopia
77 Neri Binazzi (Università degli Studi di Firenze), Questioni teoriche alla
luce di uno studio specifico: ‘diagnostica’dell’italiano dei semicolti
101 Elena Pistolesi (Università per Stranieri di Perugia), Problemi e prospettive
della sociolinguistica nel web: le comunità online
123 Immacolata Tempesta (Università del Salento-Lecce), Lingua, emozioni,
immagini sociali. Le nuove identità dell’italiano
145 Francesco Avolio (Università dell’Aquila), La sociolinguistica storica fra
area anglo-americana e Italia: somiglianze, differenze, casi concreti di ri-
cerca

RID/RICERCA

Saggi e studi

163 Margherita Di Salvo (Università degli Studi ‘Federico II’ di Napoli), Mo-
bilità transnazionale, variazione linguistica e cambiamento: il caso di due
gruppi di dialettofoni tra Irpinia e Gran Bretagna
191 Ruth Videsott (Libera Università di Bolzano-Bozen), Ilaria Fiorentini
(Università degli Studi di Pavia), Il ladino dolomitico nel mondo digitale:
tra norma e uso
223 Serenella Baggio (Università degli Studi di Trento), Correggere l’Itaglia
sbaliata. L’italiano di Gianni Rodari
255 Maurizio Barbi (Università degli Studi di Belgrado), Il ‘prestito interno’
nel vocabolario Zingarelli: un confronto tra la Decima edizione e la ris-
tampa 2019 della Dodicesima edizione

Note rassegne discussioni

277 Sandro Cergna (Università degli Studi di Pola), Italiano popolare d’Istria:
itinerario di un fuggiasco della Grande Guerra
285 Salvatore Claudio Sgroi (Università degli Studi di Catania), L’articolo de-
terminativo del siciliano e il morfo zero
297 Elia Pizzolato (Università degli studi di Padova), Ceste. La deriva seman-
tica di una voce del gergo giovanile vicentino

RID/SCHEDARIO

309 Generalità, a cura di Immacolata Tempesta (Università di Lecce)


327 6. Ladinia dolomitica. Alto Adige/Südtrol, a cura di Roland Bauer (Uni-
versität Salzburg)
361 15. Lazio, a cura di Paolo D’Achille (Università di Roma Tre)
409 22. Sicilia, a cura di Vito Matranga (Università di Palermo)

457 Notizie sui Collaboratori


461 Istruzioni per i Collaboratori
464 Elenco dei Corrispondenti di RID/Schedario
Rivista Italiana di Dialettologia. Lingue dialetti società a. XLIII (2019), PENDRAGON Bologna

6. LADINIA DOLOMITICA, ALTO ADIGE/SÜDTIROL

a cura di Roland Bauer (Salisburgo)


Si ringrazia Maria Portale-Bauer (Università di Innsbruck) per l’attento lavoro di rilettura.

Sommario:
[1-38 → RID 3; 39-82 → RID 9; 83-120 → RID 20; 121-159 → RID 21; 160-228
→ RID 22; 229-287 → RID 24; 288-318 → RID 25; 319-363 → RID 27; 364-386
→ RID 28; 387-434 → RID 29; 435-491 → RID 31; 492-532 → RID 32; 533-615
→ RID 34; 616-664 → RID 37; 665-728 → RID 40] A. Ladinia Dolomitica: 0.
Generalità (729-756). 1. Val Badia - Marebbe/Mareo (757-760). 2. Val
Gardena/Gherdëina (761-765). 3. Val di Fassa/Val de Fascia (766-773). 4. Livinal-
longo/Fodom (774). 5. Ampezzo/Anpezo (775-776). 6. Agordino-Cadore-Comelico
(777-778). B. Alto Adige/Südtirol: 0. Generalità (779-785). 1. Isole linguistiche
tedesche/di origine germanica (786-793).

A. Ladinia Dolomitica Il numero XL di Ladinia contiene sei contributi,


di cui uno, molto lungo, su temi storico-econo-
mici (Werner Pescota, “Dalla secolare tradizione
0. Generalità agricola agli albori dello sviluppo turistico nelle
Dolomiti. Jakob Kastlunger da Ruon, un ignoto
729. Ladinia XL. Revista scientifica dl pioniere della Val Badia”, 15-118) e cinque su ar-
Istitut Ladin Micurá de Rü, San Martin gomenti linguistici.
de Tor, Istitut Ladin Micurá de Rü, Beat Fux, Benjamin Gröschl e Ruth Abramowski
(“Schließungskämpfe und Usurpationsstrategien.
2016, pp. 400. Zum Sprachwechsel von Rätoromanen im Kon-
text gesellschaftlicher Entwicklungstrends”, 119-
Quarant’anni di Ladinia significano quarant’anni 189) offrono uno studio sociologico sulla feno-
di lavori intensi e impegnati a favore dell’area al- menologia di cambi di lingua e il futuro plurilin-
pina più movimentata nel corso della storia, e guismo nei Grigoni (romancio, Schwyzerdütsch e
della preistoria; area di intensi contatti e, per lo tedesco standard), partendo da osservazioni fatte
più, di pacifica convivenza di vari gruppi sociali, in due comuni di lingua romancia, cioè l’espri-
linguistici ed etnici ma anche di dominazioni po- mersi in / il servirsi di tre codici linguistici a se-
litiche ed ecclesastiche. È, senz’altro, un grande conda delle varie situazioni communicative. La
merito della rivista di focalizzare la regione delle domanda che si pone in base a tali osservazioni è
Alpi Centrali e di attirare l’attenzione non solo di se si può parlare “überhaupt von ‘Rätoroma-
studiosi, su argomenti e lavori di carattere lette- nisch’” (120), sensibilizza il linguista ‘tipofilo’
rario, culturale e musicale, linguistico, etnogra- quanto il sociolinguista, e apre la via verso l’ana-
fico e archeologico, svoltisi durante gli ultimi lisi, teoricamente e metodicamente riflessa sino
quattro decenni. La grande mole di studi apparsi nei dettagli di varie comunità, della comunità
durante questo periodo è ampiamente documen- identitaria in quanto “sprachkulturelle Identität”.
tata da Roland Bauer (→ scheda 730) in maniera Partendo dal concetto di ‘chiusura sociale’ del
sistematica e cronologica. grande sociologo Max Weber, gli AA. sviluppano
328 RID/Schedario

degli strumenti statistici per poter descrivere le marsi”) accenna alle non poche difficoltà che
complessità di cambi di lingua (“Sprachwechsel”) l’etimologo incontra nella individuazione di lat.
in prospettiva longitudinale, basandosi su dati di ĭn- e ĭnde nei verbi considerati nelle summenzio-
censimenti della confederazione elvetica tra gli nate varietà.
anni 1970 e il 2000, nonché su dati biografici di Thomas Krefeld e Stephan Lücke (“22 Monate –
singoli parlanti. Lo strumento di Record Linkage Arbeitsbericht des Projekts VerbaAlpina
(123) permette così una descrizione dei processi (31.07.2016)”, 295-272) danno un resoconto dei
dell’uso dei tre codici, del ruolo dei parametri (in- lavori svolti sin dal 1° ottobre del 2014 nell’am-
cludenti) età e scolarizzazione, di urbanità e rura- bito del progetto Verba Alpina. La strutturazione
lità nonché di mobilità spaziale e sociale. Un ul- del progetto comprende documentazione, coope-
teriore fattore rilevante consiste nella coltivazione razione, pubblicazione, “crowd sourcing” e labo-
delle varietà romance, ivi inclusa anche la koinè ratorio di ricerca. Metodi e risultati sono visualiz-
Rumantsch Grischun, anche nel mondo politico e zati con due carte geolinguistiche (ad es. “burro”)
accademico. della zona alpina nonché con due grafici (ad es. il
Numerosi grafici e carte illustrano (gli altrettanto) frame “malga”). Il “crowd sourcing” permette la
numerosi aspetti del comportamento linguistico, partecipazione attiva di informatori provenienti
in quanto comportamento sociale, nel canton Gri- dalle regioni alpine.
gioni. Emerge dalle analisi condotte che il roman- Il volume chiude con quattro recensioni, due su
cio, caratterizzato dall’UNESCO come “defini- argomenti ladini, due su temi friulani: Luca Mel-
tely endangered” (121), perde il ruolo dominante chior (Ladinia. Ausstellung Tiroler Volkskunstmu-
della mobilità nell’insieme del processo di chiu- seum, Lana 2011); Matteo Venier (I travagli
sura, e ne emerge la possibilità di continuità del d’amore, Udine 2015); Federico Vicario (Nuovo
romancio nell’insieme di un quadro plurilingue e Liruti. Dizionario biografico dei friulani, Udine
diafasicamente differenziato. 2006, 2009, 2011); Marco Dibona (Tradizioni
Chiara Meluzzi (“Per un’analisi della varietà di nelle vallate ladine dolomitiche. Feste e riti del
italiano parlato al Bolzano: il corpus CItaBol”, ciclo annuale. Atlante etnografico, San Martino
191-210) presenta alcuni tratti della sua tesi di in Badia 2015). [Gerald Bernhard]
laurea pionieristica sull’italiano del capoluogo al-
toatesino. Dopo un cenno storico sulla situazione
particolare della presenza dell’italiano a Bolzano, 730. Roland Bauer, “Ladinia I (1977) –
introduce ai due fondamenti principali del suo XL (2016). Index nominum. Index lo-
corpus di 44 parlanti (CITaBol): l’analisi socio-
fonetica (con variabili vocaliche e consonantiche) corum. Index rerum”, Ladinia XL,
e la conversazione libera con il metodo “map- 2016, 273-358.
task”, quest’ultimo per ottenere enunciati sponta-
nei e autentici. Oltre alla presenza di fenomeni, L’A. presenta un indice esaustivo intorno ai qua-
anche lessicali, tipici dello “slang di Bolzano”, lo rant’anni della rivista Ladinia. Figurano nomi,
studio rivela l’importanza della dimensione dia- luoghi e cose. Sulle pp. 281-320 si trova una cro-
cronica, apparente nelle dinamiche dell’italiano nologia di tutti gli articoli (581) apparsi in Ladinia
di Bolzano. tra il 1977 e il 2016.
Wolfgang Eichenhofer (“Auf den Spuren von lat. L’indice dei nomi comprende, in ordine alfabe-
ĬNDE ‘davon’”, 211-228), ormai una “costante” tico, i nomi di tutti i contributori con riferimento
etimologica della rivista, prende in esame gli svi- al numero delle pubblicazioni annoverate nella
luppi di ĬNDE, e di de ab ĭnde, nelle varietà ro- prima parte dell’indice. Le cifre in grassetto ri-
manze dei Grigioni e nel ladino dolomitico. Oltre mandano ad articoli contenenti i cognomi elen-
ai numerosi esempi riportati secondo criteri fono- cati.
logici e morfosintattici nonché semantici (verba L’indice di luoghi contiene, oltre alla carta della
movendi, ad es. engartar “beccare, sorprendere”, “Ladinia scientifica” secondo Th. Gartner 1883
engular “rubare”; verba sentiendi, ad es. sursil- (334-335), una concordanza dei toponimi in lin-
vano endriescher, engadinese indreschir “infor- gua ladina, tedesca e italiana (336-337), seguito
6. Ladinia dolomitica, Alto Adige/Südtirol 329

da una lista di toponimi riportati in Ladinia, che 39-52) è dedicato a un manoscritto conservato
va, in ordine alfabetico, da Baviera fino a Russia. presso la biblioteca del monastero di
L’index rerum è presentato in versione tedesca Disentis/Mustér (Surselva, Grigioni). Si tratta di
(345-350) e italiana (353-358); uno strumento bi- una relazione di viaggio di G.C. Collenberg, re-
bliografico molto utile, il quale si riferisce a varia, datto in dialetto sursilvano, all’isola di Maurizio
linguistica, letteratura, etnologia/antropologia cul- (all’epoca Île de France, isla de Fronscha nel rap-
turale, storia, archeologia, arte, geografia/demo- porto di Collenberg) negli anni 1765-1766. Nel
grafia e musica. Le ben 80 pp. di indici sono un quadro del suo progetto di tesi di laurea, l’A. si è
grande guadagno per la ricerca nell’ambito la- proposto di analizzare dei contatti franco-sursil-
dino-friulano-romancio. [Gerald Bernhard] vani, eventuali fenomeni di “code-switching”, ol-
tre a una edizione critica.
L’arte dello scampanare sta al centro dell’articolo
731. Leander Moroder, Roland Bauer (a lessicologico di David Bizjak (“Il cjamp semantic
de art di scamponotâ tal furlan e tal sloven”, 109-
cura di), Contribuc / Tagungsakten / Atti
129), redatto in lingua friulana. Oltre all’analisi
VII Colloquium Retoromanistich, vol. I, del campo lessicale intorno all’arte di suonare le
San Martin de Tor, Istitut Ladin Micurá campane (della chiesa), l’A., che si basa sul dia-
de Rü, 2017, (= Ladinia XLI), pp. 280. letto goriziano, ha anche delle intenzioni di
stampo etnografico-pratico e didattico, perché il
I volumi 41 e 42 di Ladinia presentano gli atti del mestiere dello “scampanotadôr” possa sopravvi-
VII Colloquium Retoromanistich tenutosi a San vere nell’area plurilingue intorno a Gorizia/Go-
Martino in Badia e a Bressanone nel mese di giu- rica, un mestiere con il suo lessico specialistico,
gno del 2017. La tradizione dei colloqui segue anch’esso indizio e risultato di stretti contatti lin-
così lo stretto legame tra i convegni delle varietà guistici durante una storia comune. Ciò viene evi-
(reto)romance, ladine e friulane che ebbe il suo denziato in un glossario trilingue (friulano, ita-
punto di partenza nel primo colloquio di Rau- liano, sloveno) nell’appendice.
ischholzhausen/Gießen (nell’Assia, Germania, Il corpus annotato della lingua friulana (Sandri
marzo 1996). Carrozzo/Franz Feregot/Teresa Sunol Ribas, “Il
Il volume 41 apre, dopo la premessa (R. Bauer), corpus etichetât de lenghe furlane: risultâts e pro-
come sempre in ladino, tedesco e italiano, con spetivis”, 131-142) può essere, senz’altro, consi-
Ruth Videsott e L. Moroder che presentano il col- derato un grande passo in avanti per una lingua
loquio con ampio materiale fotografico delle per- minoritaria come il friulano, visto che dizionari e
sone coinvolte e del programma del convegno. grammatiche non riescono del tutto (nonostante
I 12 contributi scientifici, tutti incentrati su mate- la loro basilare importanza sia per linguisti che
rie filologico-linguistiche (per i cinque articoli la- per non-esperti) a presentare il panorama delle at-
dinistici si vedano le schede 732-734, 765, 767), tività testuali svoltesi nella regione. Gli AA. spo-
sono preceduti da un necrologio su Tullio de gliano testi letterari (poetici e drammatici), setto-
Mauro (Marco Forni, “In ricordo di Tullio De riali e prosaici del friulano. Lo scopo è quello di
Mauro. Un Maestro di rara gentilezza”, 27-38) arrivare a un indice di 500 mila parole “centrali”
che ci ha lasciati il 5 gennaio del 2017 all’età di e di ampliarlo per poter arrivare a (forse) 2,5 mi-
84 anni. Il maestro ha influenzato il pensiero lin- lioni di parole, nonché a un traduttore automatico
guistico sia italianistico che generale del XX se- italiano-friulano. Buon lavoro!
colo in maniera – mi sia permesso l’uso della pa- Un bell’esempio di consapevolezze linguistiche
rola – “sostenibile”, ciò non solo per il lato scien- variabili nel tempo è presentato nell’articolo di
tifico, ma anche per quello sociale; Tullio era Renata Coray (“Zählt Rätoromanisch? Sprachkri-
un’“anima gentile”, profondamente convinto dei tik als Kristallisationspunkt politischer und ideo-
valori umani, umanistici e democratici. logischer Debatten”, 161-179). Il plurilinguismo
Il contributo di Michele Luigi Badilatti (“Gion svizzero, concepito come composto di aree “teo-
Casper Collenbergs Viadi en l’Isla de Fronscha ricamente” monolingui nell’anno 1850 (principio
(1766) – Ausblick auf ein Dissertationsprojekt”, territoriale) contrasta il concetto dell’ultimo cen-
330 RID/Schedario

simento elvetico del 2010. La “nuova” confede- l’A. indaga sulla percezione e la realizzazione del
razione del 1848 ebbe come conseguenza l’in- friulano, insieme all’apprendimento dell’italiano
staurazione del “Eidgenössisches statistisches Bu- (L2). Emerge dal sondaggio che il friulano gioca
reau” nel 1850, seguito dal “Bundesamt für Sta- un ruolo importante nell’immersione linguistica
tistik” (BFS) nel 1860. Dapprima si rivelano le spontanea, accanto all’italiano appreso in maniera
lingue dei comuni, poi delle “case” (“Hausspra- per lo più guidata. Fusco sottolinea il ruolo so-
chen”) per arrivare a un procedimento più diffe- ciale delle varietà friulane, specie in provincia,
renziato che oggi comprende il bi-/plurilinguismo per l’integrazione dei neo-parlanti immigrati.
individuale sebbene le ultime statistiche si basino [Gerald Bernhard]
solo su campioni scelti. Oltre ai cambiamenti dei
metodi, l’A. mette in evidenza le premesse teori-
che della “costruzione del mondo” linguistico da 732. Benedetta Baldi, Leonardo Maria
parte delle istituzioni svizzere, spesso non idonee Savoia, “Le vocali toniche nelle varietà
a gettar luce sulle realtà storiche e quelle vissute
oggi nei Grigioni. friulane, ladine e romanze”, Ladinia
Elisabetta Ermacora (“Colore, colori, vocabolari XLI, 2017, 53-80.
cromatici: il caso del friulano”, 201-214) si oc-
cupa dei cromonimi friulani sia in prospettiva sto- B. Baldi e L. M. Savoia analizzano, con metodi
rica e lessicografica sia alla luce della linguistica della fonologia generativa, le quantità vocaliche
cognitiva. Allo spettro di un milione di sfumature nel settentrione italiano. Lo sviluppo delle strut-
cromatiche percettibili dal cervello umano corri- ture sillabiche del latino parlato presenta general-
spondono, seguendo la “natura” delle denomina- mente dei nuclei vocalici lunghi se seguiti da con-
zioni di colori, pochi elementi lessicali “immoti- sonante finale. Oltre ai metodi della fonologia au-
vati”, basic color terms in termini di Berlin & tosegmentale, si prendono in esame anche degli
Kay. Un fatto sorprendente si riscontra proprio effetti di realizzazioni vocaliche sull’interpreta-
nella mancanza di termini di base come rosso, zione da parte del sistema senso-motorio, dato il
giallo, verde e blu nel primo dizionario friulano ‘merger’ di lunghezze etimologiche e quello della
di Pirona (1871). Nel Nuovo Pirona (19351) que- degeminazione in epoca protoromanza. Puntando
sti termini appaiono; l’A. presenta un confronto sul ruolo delle consonanti e quello della F1 (la
di dati ricavati dall’ASLEF, risultato di indagini prima formante del segnale acustico) delle vocali,
in vari punti dell’atlante friulano. gli AA. mettono a confronto varietà italiane set-
Sette lingue romanze possiedono una traduzione tentrionali, friulane, ladine e romance, e arrivano
dell’opera esemplare di M. de Cervantes. Joan a risultati anche geolinguistici: gli esiti/le realiz-
Fontana i Tous (“Ducj i ‘Pedros’ no son com- zazioni di VC < geminata (V) e di VC < geminata
pagns. Proverbi di Don Chisciotte e Sancio Panza V separano le varietà italiane da quelle retoro-
nella prima parte della non-traduzione friulana del manze. [Gerald Bernhard]
Quijote”, 215-234) mette a confronto delle stra-
tegie traduttive per il friulano, soprattutto le equi-
valenze “ad sensum” e “ad litteram”, esemplifi- 733. Roland Bauer, Jan Casalicchio,
cate con 50 proverbi e modi di dire, per lo più “ad “Morphologie und Syntax im Projekt
sensum”: un lavoro minuzioso e … divertente. ALD-DM”, Ladinia XLI, 2017, 81-
Fabiana Fusco (“Le voci della città. Plurilingui-
smo e immigrazione in Friuli”, 265-278) dà uno 108.
sguardo alla situazione linguistica di immigrati in
vari centri italiani e presenta una sua ricerca sulle Un tema centrale sia del colloquio sia della Ladi-
dinamiche socio-linguistiche a Udine e dintorni, nia è il progetto dialettometrico ALD-DM.
dunque in una regione bilingue. Visto che ad es. L’atlante ladino ALD (→ RID 40, 6: 681) ha già
a Torino, Bologna, Palermo le varietà regionali o suscitato varie analisi dialettometriche, anche
dialettali godono di un certo prestigio “nascosto” quella di R. Bauer del 2009 (→ RID 34, 6: 561).
tra gli immigrati, specie in situazioni informali, Nel presente lavoro gli AA. si dedicano a tre fe-
6. Ladinia dolomitica, Alto Adige/Südtirol 331

nomeni dell’ALD-II (2012), il quale tratta, tra 735. Leander Moroder, Roland Bauer (a
l’altro, la morfologia ladina: a. la desinenza -òn cura di), Contribuc / Tagungsakten / Atti
(< *umus) della 1° persona del plurale, b. l’omo-
morfia della 3a singolare e della 3a del plurale (la
VII Colloquium Retoromanistich, vol. II,
cianta “ella canta”, les cianta “elle cantano”), e San Martin de Tor, Istitut Ladin Micurá
c. la conservazione della -s della 2a del plurale de Rü, 2018, (= Ladinia XLII), pp. 264.
(ciantëis “cantate”). Tutti e tre i fenomeni sono
tratti del dialetto gardenese, arcaico, e rappresen- Il volume 42 di Ladinia, la seconda parte degli
tano tre epoche della storia linguistica (conserva- Atti del VII Colloquium Retoromanistich (giugno
zione in a. e c., espansione in b.) con varie distri- 2017, San Martin de Tor/San Martino in Badia e
buzioni nell’area dell’ALD. Per ciascuna delle Persenon/Bressanone), comprende 14 contributi
summenzionate variabili, Bauer & Casalicchio di interesse filologico e linguistico (per i cinque
scelgono dei punti di misurazione tra Grigioni e articoli che trattano il ladino dolomitico → schede
Friuli (da ovest a est) e le zone prealpine italoro- 736-738, 759, 776).
manze (da nord a sud). Oltre ai punti dell’ALD Matthias Grünert dedica il suo contributo (“Die
sono stati introdotti i punti “virtuali” del francese, Konstituentenfolge im bündnerromanischen Ne-
dell’italiano standard e del ladin dolomitan per bensatz”, 23-39) ad alcuni fenomeni sintattici del
poter misurare le somiglianze e le distanze delle romancio finora poco esplorati: le sequenze delle
varietà in questione rispetto alle varietà codifi- costituenti nei vari tipi di frasi subordinate nel
cate. A livello morfologico, i risultati dialettome- sursilvano e nell’engadinese. L’A. ricorre a due
trici rivelano una distanza dell’intera area retoro- corpora digitali (Crestomazia Digitale Retoroma-
manza/ladina dai dialetti italo-settentrionali, un nica, archivio del giornale La Quotidiana) per la
fatto che è in contrasto con le analisi lessicali che sua analisi strutturale e diacronica. Per primo
mostrano una maggiore similarità tra friulano e mette in evidenza le posizioni di tema e rema in
italiano standard. [Gerald Bernhard] varie frasi esemplari nonché il ruolo della foca-
lizzazione. Oltre a differenze tra le varietà princi-
pali romance, entra in gioco anche l’eventuale
734. Atsushi Dohi, “La grammaticaliz- ruolo di contatti linguistici tra romancio e tedesco
(svizzero, alemannico) per quanto riguarda le
zazione della particella pa in alcune va-
frasi subordinate scisse. I primi risultati riguar-
rietà ladine dolomitiche”, Ladinia XLI, dano l’esistenza di una più grande gamma di va-
2017, 181-199. rianti nell’engadinese (influssi italiani?) e il ruolo
del tedesco, ovviamente meno rilevante di quanto
A. Dohi prende in esame diacronico la presenza si sia creduto finora.
della diffusa particella pa/po in frasi interrogative Una “trouvaille” nell’università di Magonza diede
di quattro varietà ladine: ampezzano e fodom, fas- origine al contributo di Johannes Kramer e Sylvia
sano, badiotto e gardenese. La particella, la cui Thiele (“Schlachtfest in Bergün – Herausforde-
origine non è chiara, svolge delle funzioni in parte rungen und Perspektiven rund um eine Schellack-
diverse nelle quattro varietà prese in esame, spe- platte von 1926”, 41-52). Si tratta di un disco in
cie riguardo a domande wh e domande sì/no. gommalacca del 17 settembre 1926, accompa-
Sull’asse diacronico l’A. constata una perdita del gnato da una trascrizione del testo registrato con
valore modale in tutti e quattro gli esempi; il gar- l’informatore tetralingue Jost Juvalta, sull’argo-
denese vede una crescita generale dell’uso di pa, mento del maiale macellato, all’osteria “Weißes
il badiotto solo nel caso delle domande wh, men- Kreuz/Crusch Alva”. Una raccolta più ampia di
tre il fassano rimane più o meno stabile, benché dialetti romanci si trova oggi presso il Phono-
po sia fortemente dominante nelle domande wh. grammarchiv Zürich. I due AA. colgono l’occa-
Per studi futuri, auspicati dall’A., si potrebbe pen- sione del disco (ri)trovato (durata 3 minuti ca.)
sare a fattori pragmatici e, eventualmente, a con- per confrontare le registrazioni (scritte) di A.
tatti con il tedesco, ricco di particelle discorsive. Schorta nell’anno 1929 con dati attuali su Bra-
[Gerald Bernhard] vougn/Bergün. Seguono osservazioni su possibili
332 RID/Schedario

implementazioni del romancio in ambito didattico vazioni della linguista udinese evidenziano, al-
universitario, e sono prese in considerazione la l’interno del dialetto del comune, delle forti dina-
variazione linguistica e quella extralinguistica, ad miche foniche e morfologiche nonché lessicali,
es. religiosa, specie in condizioni odierne, carat- tra arcaismi (friulani) e “innovazioni” (veneziane
terizzate da classi scolastiche plurilingui. soprattutto) che non seguono, però, ruoli di pre-
Ricarda Liver (“Aspekte bündnerromanischer stigio o meno, ma appaiono a seconda delle scelte
Wortbildung”, 53-63) discute due suffissi nomi- diafasiche individuali.
nali espressivi nell’insieme della formazione delle Bianca Mertens (“Was die gemeinromanische
parole nella varietà sursilvana del romancio. L’A. Etymologie uns über das Ladinische sagen kann:
riporta 27 esempi di formazione con -auner e 16 der Beitrag des DÉRom zur idioromanischen Ety-
del suffisso -anaglia. Oltre a discussioni etimolo- mologie”, 125-138) offre un argomento della sua
giche intorno ai due suffissi in questione, viene tesi di dottorato (2018), che si concentra sulle re-
preso in considerazione anche il peso di contatti lazioni dell’impostazione etimologica “panro-
linguistici, sempre da considerare nel caso del ro- manza” e su quella “idioromanza”. Si tratta dun-
mancio per cui sarebbe auspicabile una descri- que di un contributo sui ruoli metodologici di
zione esaustiva della formazione delle parole, pa- “universalità” e “particolarità”. Innanzitutto, l’A.
ragonabile a quella dell’italiano più che a quella presenta l’impostazione metodica del nuovo Dic-
francese. tionnaire Etymologique Roman curato da Eva Bu-
Florentin Lutz (“Der apostrophierte Junktor <d’> chi e Wolfgang Schweickard; di seguito si illu-
vor nachfolgendem Konsonant. Asyndetische strano apporti del ladino all’etimologia romanza
Substantiv-Verbindungen im Bündnerromani- comune e, vice versa, quelli dell’etimologia pan-
schen”, 65-103) discute una parte centrale della romanza alle ricerche ladine. Tali procedimenti
sua tesi di dottorato del 2006, attualmente in corso reciproci si rivelano molto fertili per la ricostru-
di stampa, riguardo alla formazione di composti zione di cambiamenti fonetici, morfologici e se-
nominali nel romancio. Vengono messi a con- mantici.
fronto dei pattern sintattici, con o senza l’ele- Fabiana Savorgnan Cergneu di Brazzà (“Le ra-
mento d, da, de ecc., nelle tre varietà principali gioni di una scrittura. La lingua friulana di Carlo
dei Grigioni, l’engadinese (putèr e vallàder), il Sgorlon”, 157-166) si occupa delle scelte lingui-
sutsilvano e il sursilvano. L’A. evidenzia le diffe- stiche dell’autore friulano Carlo Sgorlon, nato vi-
renze, a volte (in 11/22 esempi riportati) nette, tra cino a Udine nel 1930, e importante autore di una
italiano e romancio, e rivela, così, realizzazioni serie di romanzi scritti in italiano durante gli anni
morfosintattiche variabili di concetti semantici 1970-80. Accanto alle sue opere in lingua nazio-
costanti. La frequenza relativamente alta di com- nale, Sgorlon, cresciuto con il veneto udinese,
posti o anche sintagmi “liberi” asindetici – ad es. l’italiano e il friulano, scopre l’idioma delle sue
stad s. Martin “estate di San Martino” o amur Diu origini per descrivere l’anima delle lingue, ad es.
“amor di Dio”; ün plat schoppa “un piatto di mi- nel suo romanzo Ombris tal infinit, apparso nel
nestra” – ha suscitato varie ipotesi fonetiche, mor- 2010, un anno dopo la morte dell’autore.
fofonetiche ed extralinguistiche, ad es. gli influssi Federico Vicario (“Studi di etimologia friulana”,
dell’ambito religioso (latino) o di contatti lingui- 199-210) discute il problema della ricerca etimo-
stici con il tedesco. Quest’ultimi si rivelano, se- logica nell’ambito friulano sullo sfondo della sua
condo Lutz, deboli, per motivi diacronici, che a storia. Una storia con molti “vicoli cechi” verifi-
loro volta giacciono nello sviluppo lento del latino catisi tra il dizionario Il Nuovo Pirona (1935) e
volgare nelle regioni periferiche, come dimostra nuovi progetti come Il Grant dizionari bilengâl
l’ampia documentazione con 164 esempi, base talian furlan, curato da A. Ceschia (2011). L’REW
principale delle analisi. suscitò, specie dal 1935 in poi, una serie di studi
Il comune di Concordia nel Portogruarese, situato etimilogici, di U. Pellis e di G.B. Pellegrini, con
nella zona di transizione friulano-veneta, a ovest un progretto di un dizionario che portò all’esclu-
del fiume Tagliamento, sta alla base del contri- sione dell’area friulana dal LEI. Vicario, nella sua
buto di Carla Marcato (“Ai margini della friula- documentazione critica, si rifà alla tesi di laurea
nità: la varietà concordiese”, 115-124). Le osser- (1944-45) di E. Bortoloni, allievo C. Tagliavini,
6. Ladinia dolomitica, Alto Adige/Südtirol 333

per delineare e per riordinare le vicende etimolo- Nachtrag zu seiner Biographie”, Ladi-
giche friulane che tuttora aspettano una discus- nia XLII, 2018, 181-198.
sione scientifica definitiva.
Gabriele Zanello (“Sul Pater noster nella Gori-
I lavori di registrazione nell’archivio parrocchiale
tianorum et Foroiuliensium lingua (e oltre)”,
di Mareo hanno portato alla luce due lettere di
233-249) dedica le sue riflessioni all’umanista
Micurá de Rü/Nikolaus Bacher (del 20 dicembre
svevo H. Megiser le cui vicende professionali e
1836 e del 7 aprile 1837). I due manoscritti, indi-
private lo misero in contatto con il friulano, il cui
rizzati al decano marebbano J. B. Althon, gettano
glottonimo si rispecchia negli (epi)toponimi am-
luce su aspetti biografici, finora sconosciuti, di N.
ministrativi goritianorum e foroiuliensium. Gli
Bacher che trascorse la seconda metà della sua
interessi linguistici di Megiser portano al “de-
vita a Milano. Tolloi presenta una bella edizione
stino” del paternoster come base di confronto
delle due lettere e le inserisce nelle già note vi-
linguistico prima che fosse completato e sosti-
cende biografiche di Bacher (cf. Ladinia XVIII,
tuito dalla Parabola del Figliol Prodigo. Le re-
1994, 5-133). [Gerald Bernhard]
gistrazioni dello studioso stoccardese rivelarono
già nel ’600 la variazione delle varietà friulane
ed ebbero gran successo, anche fuori dell’area
“ladina”, fino al tardo ’800. Sia le osservazioni 738. Ruth Videsott, “Verso un approc-
biografiche di Zanello [la data 1955, p. 243, non cio plurilingue nell’apprendimento
si spiega in questo contesto] che i risultati lingui- della grammatica del ladino L1”, Ladi-
stici gettano luce sulla storia del friulano. [Gerald nia XLII, 2018, 211-232.
Bernhard]
L’attuale sistema scolastico paritetico dell’Alto
Adige/Südtirol prevede due ore settimanali di le-
736. Heidi Siller-Runggaldier, “Benen- zione per l’insegnamento (guidato) del ladino. R.
nungsstrategien im Ladinischen”, Ladi- Videsott discute il peso dell’italiano e del tedesco
nia XLII, 2018, 167-180. che, oltre alla “necessità” dell’inglese (due ore),
lasciano così poco spazio alla elaborazione sco-
lastica della lingua madre, spesso (purtroppo) non
Con le regole che sottostanno alla composizione ritenuta necessaria nemmeno tra gli stessi native
ladina‚ ma non solo, l’A. sottolinea l’autonomia speakers nelle Valli di Badia e Gardena. Sulla
e la creatività del ladino rispetto all’italiano. Con base della situazione sociolinguistica che vede
numerosi esempi si evidenzia che i sintagmi/les- una ladinità nettamente più forte in Val Badia,
semi nominali mantengono una certa libertà sin- l’A. discute la possibilità di rafforzare l’uso scritto
tattica, la quale contrasta il modello molto com- del ladino nelle scuole. La mancante self-confi-
patto del tedesco ad es., semanticamente meno dence (meta)linguistica ladina (cf. anche l’arti-
chiaro, come dimostrano gli esempi cunflit danter colo di H. Siller-Runggaldier, → scheda 736) si
generazions, “Generationenkonflikt”, paza da potrebbe affrontare con approcci didattici che in-
mans “Handtuch”. Il termine centrale è la concet- tegrano una visione inter-/plurilinguistica invece
tualizzazione, cioè un necessario allontanarsi da della separazione normativa. [Gerald Bernhard]
un concetto di “lessema” troppo (stereo)tipico. Il
contributo ha anche un valore didattico in quanto
dimostra che il ladino non è povero di denomina-
zioni, come spesso si sente dire. [Gerald Bern- 739. Mondo Ladino 40. Boletin de
hard] l’Istitut Cultural Ladin, Vich/Vigo di
Fassa, Istitut Cultural Ladin “Majon di
Fascegn”, 2016, pp. 247.
737. Philipp Tolloi, “Zwei unbekannte
Briefe von Micurá de Rü / Nikolaus La 40a annata del bollettino fassano consta di tre
Bacher aus den Jahren 1836/37. Ein parti. La prima sezione si dedica agli atti dell’in-
334 RID/Schedario

contro-dibattito L Guant te Fascia, angern e an- e una rubrica letteraria (= Ousc Ladines) che si
ché (“Il ‘Guant’ in Val di Fassa fra tradizione e in- compone di dieci racconti di p. Frumenzio Ghetta
novazione”, Vich/Vigo di Fassa, 4.12.2015). Se- e de “La Storia del Sudà” (cioè: del soldato), di
gue la sezione Contribuc e Documenc con vari ar- Igor Stravinskij, tradotta in fassano da Vigile Iori.
ticoli che hanno come tema il principe vescovo In “Le fave dei morti” (13-105; estratto di una tesi
Daniel Zen (il cui ritratto ufficiale è stato recupe- di laurea in sociologia, Urbino 2011-2012), Mara
rato, restaurato ed esposto nel Museo Ladin de Vadagnini riferisce degli usi funebri presenti in
Fascia) nonché i lavori di riordine degli archivi Val di Fassa fra la fine dell’800 e il primo ‘900,
storico-letterari dell’Istituto. Nelle Ousc Ladines prendendo spunto da una lettera trascritta da
troviamo, infine, due prediche/omelie (1978, Hugo de Rossi e trovata nel suo lascito. Questa
1986) e qualche inedito “pensiero sulla lingua” lettera narra di una credenza ovvero di uno scon-
(1976) di padre Frumenzio Ghetta (alla cui me- giuro popolare secondo il quale non si dovrebbe
moria era stata dedicata l’intera edizione di mai stare affamati accanto a un morto perché si
Mondo ladino del 2014, → RID 40, 6: 706), con rischierebbe di essere divorati.
una breve introduzione di Fabio Chiocchetti dal Tre contributi si occupano degli archivi storici e
titolo “Doi pardice e doi pensieres su la lenga”. letterari di due grandi fassani: Daniele Verra, “Pa-
[R.B.] dre Frumenzio Ghetta: l’eredità in un inventario”
(145-179), id., “L’Archivio di Hugo de Rossi, un
lascito fassano in valigia” (181-203), F. Chioc-
740. Mondo Ladino 41. Boletin de chetti, “Due lettere in ladino nel lascito di Hugo
de Rossi” (205-226).
l’Istitut Cultural Ladin, Vich/Vigo di
La rubrica Recenjions (227-244) apre con la de-
Fassa, Istitut Cultural Ladin “Majon di scrizione di un recipiente in legno policromo del
Fascegn”, 2017, pp. 222. 1915, proveniente da Penia (Canazei), che sul
fondo reca la scritta “ögi sentuto un Segnale ale
Nella sezione Contribuc, l’annata 2017 di Mondo ore 11. di giorno. 28.12.15 Come un Marsin ge-
Ladino offre quattro articoli di linguistica (che sa- wer [< ted. Maschinengewehr “mitragliatrice”].
ranno presentati nel §3. Val di Fassa/Val de Fascia pun. pun. più volte”. – Seguono la recensione di
del presente schedario, → schede 768-771). La una tesi di laurea discussa a Innsbruck nel 2017
rubrica Recenjions consta di due recensioni, una col tema “L’identità ladina tra ‘questione nazio-
di linguistica (Oronimi del Friuli) e una di lette- nale’ e ‘Schutzvereine’ nel Tirolo asburgico”, la
ratura (Poets from Ladinia). Segue, infine, la se- reazione di un lettore all’articolo pubblicato da A.
zione Ousc ladines con “La contìa dei doi amisc” Chiocchetti in ML 2017 (→ scheda 768) nonché
di Luigi Piccoljori, accompagnata da una tradu- una recensione di Ats (“atti”) pubblicati, nel 2018,
zione in italiano (“La storia dei due amici”) di riguardo alla legge regionale friulana 29/2007
Monica Lorenz e da un Post scriptum di Cesare (“Norme di tutela […] della lingua friulana”).
Poppi. Il lettore interessato può anche accedere a [R.B.]
una versione audio della contìa, collegandosi alla
Mediateca dell’Istituto Ladino (sito <http://me-
diateca.ladintal.it>). [R.B.] 742. Nadia Chiocchetti, Vittorio Del-
l’Aquila, Siegfried Irsara, Erwin Valen-
741. Mondo Ladino 42. Boletin de tini, Enjonta al Dizionar dl Ladin Stan-
l’Istitut Cultural Ladin, Vich/Vigo di dard. Stude lessicologich sun n corpus
Fassa, Istitut Cultural Ladin “Majon di de tesć scric per Ladin Standard, s.l.
Fascegn”, 2018, pp. 304. [Bolzano], Union Scritours Ladins
Agacins, s.d. [2010], pp. 87.
La 43a edizione della rivista fassana offre cinque
articoli (= sezione Contribuc e documenc), quat- L’opuscolo rappresenta un supplemento al Dizio-
tro testi di carattere “variopinto” (= Recenjions) nar dl Ladin Standard (DLS) del 2002-2003 (→
6. Ladinia dolomitica, Alto Adige/Südtirol 335

RID 34, 6: 557-559). Nella premessa trilingue, il di valutare le difficoltà risultanti dalle differenze
gruppo di lavoro (composto dai quattro AA. indi- e dai tranelli posti da falsi amici.
cati sopra) spiega il lavoro lessicologico “speri- Nel volume sulle proposizioni complesse, la sin-
mentale” (25) svolto sin dal 2005 per arricchire il tassi delle quattro varietà viene descritta in modo
lessico dello standard tramite l’integrazione di ter- semplice: a una breve introduzione dei fenomeni
mini tecnici, scientifici e amministrativi nuovi, ri- seguono esempi nelle singole varietà con la sigla
trovati in un corpus di 676 testi scritti, tutti dispo- dell’apposita lingua D (per Deutsch, “tedesco”),
nibili in formato elettronico e pubblicati, per la G (gardenese), B (badiotto) e I (italiano). Se i due
maggior parte, sul settimanale Usc di Ladins o su idiomi ladini sono identici, ci sta una L (ladino).
vari siti internet. Il supplemento contiene oltre Siccome gli esempi quasi sempre parlano per sé
1.700 lemmi che fanno parte del patrimonio les- stessi solo raramente c’è bisogno di ulteriori note
sicale ladino o che rappresentano neologismi e esplicative.
prestiti. In una sezione a parte, gli AA. illustrano Un aspetto interessante che si evince dalla lettura
anche alcune differenze tra l’uso effettivo dello di centinaia di frasi (di tutti i tipi) nelle tre lingue
standard (come risulta dall’analisi del corpus) e è che il ladino, fino a poco tempo prima conside-
le regole di normazione previste dallo standard rato una varietà puramente orale, anche da tanti
secondo il DLS, tra cui aspetti che riguardano la parlanti stessi, riesca ad esprimere i concetti più
formazione del plurale (/-i/ vs. /-s/) oppure l’uso complessi in modo adeguato. Altrettanto interes-
improprio degli affissi (infisso /-ei-/, prefisso lat. sante ci sembra il fatto che le strutture ladine non
IN- > en- vs. in-). [R.B.] sempre seguano quelle delle lingue romanze, ma
che invece ogni tanto sembrino abbastanza vicine
alla sintassi del tedesco.
743. Peter Gallmann, Heidi Siller- Il volume sulle proposizioni complesse contiene
i seguenti capitoli: nozioni di base, la classifica-
Runggaldier, Horst Sitta, Sprachen im
zione delle proposizioni secondarie, la frase rela-
Vergleich. Deutsch–Ladinisch–Italie- tiva, le frasi di complemento, le frasi avverbiali.
nisch: Der komplexe Satz, Bozen, Inno- Oltre una consistente bibliografia il volume con-
vation und Beratung im Ladinischen tiene, come già quello precedente sulla proposi-
Bildungs- und Kulturressort, 2018, pp. zione semplice, un indice analitico nonché un in-
dice per parola e per ciascuna delle quattro va-
320.
rietà.
Nonostante il fatto che la grammatica sia stata
Con la descrizione della proposizione complessa
concepita per le scuole ladine, non c’è dubbio che
si è giunti al quarto volume di questa grammatica
ne possano trarre vantaggio gli insegnanti di lin-
comparativa per le scuole ladine in Alto Adige
gua seconda o lingua straniera anche nelle scuole
(per i primi tre volumi, “Das Verb”, 2008, “De-
fuori della Ladinia. Il confronto con le lingue vi-
terminanten und Pronomen”, 2010, “Der einfache
cine talvolta ci permette di vedere nuovi aspetti
Satz”, 2013 → RID 32, 6: 514, RID 37, 6: 630,
nella struttura della nostra lingua. Siccome ven-
RID 40, 6: 684). Si tratta di un progetto partito 15
gono messe a confronto anche le due lingue mag-
anni fa per creare un sussidio didattico per gli in-
gioritarie della provincia, cioè il tedesco e l’ita-
segnanti di lingue nelle scuole delle valli ladine
liano, gli insegnanti di queste lingue potrebbero
Gardena e Badia. La grammatica, scritta in tede-
trovare centinaia di frasi per elaborare la rispettiva
sco, lingua che tutti gli utenti padroneggiano,
sintassi. Inoltre, innumerevoli prove di sposta-
mette a confronto le due varietà ladine, gardenese
mento e di sostituzione e gli elenchi di congiun-
e badiotto, con le due lingue di maggioranza, te-
zioni introducenti le proposizioni secondarie per-
desco e italiano. È la prima volta che per una
mettono di concepire unità didattiche per tutte le
scuola in cui gli alunni vengono alfabetizzati in
varietà in questione.
tre lingue e nella quale i docenti, per forza, de-
Gli AA., H. Sitta (Zurigo), P. Gallmann (Jena) e
vono essere plurilingui, gli viene data in mano
H. Siller-Runggaldier (Innsbruck), sottolineano
una grammatica che non descrive le lingue in que-
che non si tratta di libri scolastici, ma di un’opera
stione isolatamente, ma che permette agli utenti
336 RID/Schedario

che contiene quello che gli insegnanti delle scuole Nel secondo cap. Herwig Prinoth illustra le Do-
plurilingui di queste valli devono prendere in con- lomiti come Patrimonio Naturale dell’Umanità
siderazione. Il volume è reperibile al Reparto In- Unesco di cui fanno parte sin dal 2009. L’A. ri-
novazione e Consulenza del Dipartimento Istru- produce l’orogenesi delle Dolomiti con immagini
zione, Formazione e Cultura Ladina (via Bottai che mostrano le diverse stratificazioni e tipi di se-
29, I–39100 Bolzano). [Franz Lanthaler] dimenti.
Il terzo cap., di Franziska Hack, è dedicato alla
744a. Tobia Moroder (a cura di), I La- lingua ladina. L’A. tratta le sue origini, il termine
retoromanzo e le zone in cui si parla tutt’oggi la-
dini delle Dolomiti. Uomo, natura, cul-
dino. Alla descrizione di alcune caratteristiche
tura, Vienna-Bolzano / San Martino in morfologiche (flessione) e fonetiche (pronuncia)
Badia, Folio / Istitut Ladin Micurá de del retoromanzo segue una parte dedicata a pro-
Rü, 2016, pp. 120. blemi d’indebolimento della lingua, legati soprat-
tutto alla suddivisione amministrativa della Ladi-
nia e all’influenza dell’italiano e del tedesco. Allo
744b. Tobia Moroder (a cura di), Die
stesso tempo però, l’A. approva anche le varie ini-
Dolomitenladiner. Mensch, Landschaft, ziative per la conservazione della lingua.
Kultur, Wien-Bozen / St. Martin in Il quarto cap. ha come tema la scuola. Roland
Thurn, Folio / Istitut Ladin Micurá de Verra spiega il quesito dell’introduzione del la-
Rü, 2016, pp. 120. dino nelle scuole dopo la Seconda guerra mon-
diale. Oggigiorno le scuole ladine tengono alla
formazione plurilingue, composta di ladino, tede-
744c. Tobia Moroder (a cura di), The sco, italiano e inglese. L’A. rileva l’importanza di
Ladins of the Dolomites. People, lan- tali principi didattici per la conservazione della
dscape, culture, Vienna-Bolzano / San lingua ladina, allo stesso tempo però, deplora le
Martino in Badia, Folio / Istitut Ladin poche ore riservate al ladino nonché l’esclusione
del ladino dall’insegnamento in alcune aree della
Micurá de Rü, 2016, pp. 120.
Ladinia.
Nel quinto cap. Werner Pescosta espone la storia
Questa guida in tre lingue (italiano, tedesco, in- e l’identità ladina. Ritrae l’influenza di romani e
glese) descrive i paesi ladini, più particolarmente di germani, la tripartizione dell’area ladina sotto
la gente, la natura e la cultura. Le tre edizioni Napoleone, le guerre mondiali, il tempo della co-
della guida sono strutturate in maniera identica. siddetta opzione e gli statuti d’autonomia. Questi
Si parte con un’introduzione in cui il curatore cir- ultimi sono importanti per il riconoscimento del
coscrive i vari paesi ladini, situati nelle Dolomiti, ladino e del tedesco come lingue (ufficiali) in Alto
che possono essere riuniti sotto il termine Ladi- Adige. Considerevoli sono anche tutte le inizia-
nia. Moroder rileva la particolarità della terra in tive per promuovere la lingua ladina che l’A. rias-
questione, soprattutto perché i ladini sono stati in sume sotto il termine “primavera ladina”.
grado di mantenere le loro tradizioni, la loro lin- Nel cap. che segue, Elfriede Perathoner esplora la
gua e i loro valori nel corso degli anni. potenza economica della Ladinia che per secoli è
Nel primo cap. Christine Wanker descrive geo- stata dominata dall’agricoltura. Nel corso degli
grafia e natura della Ladinia. Oggi, le quattro val- anni si svilupparono delle vie di comunicazione
late (Gardena, Badia, Livinallongo e Fassa) si di- tra i paesi ladini e verso altre valli, contribuendo
stribuiscono su tre province e due regioni. Per anche al sorgere del turismo (oggi soprattutto in-
questo motivo il ladino è anche sottoposto a in- vernale).
fluenze da parte di altre lingue. In seguito l’A. de- Nei tre capp. successivi, il curatore parla di arti-
linea il paesaggio culturale (modificato in seguito gianato, arte e architettura nelle zone ladine. Poi-
alle trasformazioni delle strutture economiche del ché la sola agricoltura non bastava a guadagnarsi
XX secolo) e termina con la descrizione di alcune la vita, gli abitanti delle valli ladine cominciarono
caratteristiche particolari dei paesi ladini. a dedicarsi anche ad attività artigianali. In ogni
6. Ladinia dolomitica, Alto Adige/Südtirol 337

valle si sviluppò un artigianato proprio, oggi sem- 745. Roland Bauer, “Lingua”, in: Tobia
pre più sostituito dall’industria turistica. L’A. Moroder (a cura di), I Ladini delle Do-
pone l’accento sull’influenza della scena artistica
di Cortina d’Ampezzo con collezioni d’arte e gal-
lomiti. Uomo, natura, cultura, Vienna-
lerie esclusive. Per quanto riguarda l’architettura, Bolzano / San Martino in Badia, Folio /
Moroder vanta la cura del dettaglio e l’imitazione Istitut Ladin Micurá de Rü, 20192, 28-
di uno stile tirolese, soprattutto nelle case rurali. 35.
Segue un cap. di Cesare Poppi sulla cultura tradi-
zionale, spesso legata alla questione identitaria. Nel (nuovo) capitolo “Lingua” della seconda edi-
L’A. descrive alcune feste e manifestazioni pub- zione della guida di T. Moroder, l’A. posa uno
bliche con particolare attenzione ai pellegrinaggi, sguardo approfondito sugli aspetti intra- ed extra-
ai costumi folclorici tradizionali, alle presenta- linguistici. Principia con una descrizione della lin-
zioni in maschera invernali e ai matrimoni. gua ladina, trattandone le origini e la delimita-
Il cap. successivo è dedicato alle leggende. L’A., zione nei confronti di altri due gruppi linguistici,
Ulrike Kindl, penetra nel mondo delle “leggende il romancio e il friulano, che nella loro trinità co-
tedesche” con la Lusor di Luna, la figlia della stituiscono la famiglia retoromanza. Segue un’il-
luna, la Soreghina, sua sorella gemella e anche lustrazione più specifica degli albori della lingua
“figlia del sole”, il Regno dei Fanes, fondato da ladina e del suo sviluppo fino ai nostri giorni.
una fanciulla-marmotta, e svela in tal modo “il Inoltre, l’A. tratta la situazione del ladino in una
mistero dell’antico legame tra l’uomo e la sua prospettiva politica ed elenca alcune date impor-
terra” (90). tanti per il riconoscimento e per lo status della lin-
Le leggende delle Dolomiti fanno parte della let- gua. L’A. dà una visione generale delle aree in cui
teratura della Ladinia come spiega Roland Verra si parla il ladino e dei vari idiomi presenti in valli
nel cap. su autori importanti di testi lirici e prosa differenti. Una parte del capitolo è dedicata ai ca-
in lingua ladina. Il grande problema della lettera- ratteri linguistici del ladino. L’A. enumera alcune
tura ladina è – secondo l’A. – la sua diffusione, delle caratteristiche fonetiche salienti, rapportan-
giacché non esiste un proprio mercato dei libri la- dole all’italiano settentrionale, e accenna a parti-
dini. Resta da sperare che in futuro gli autori la- colarità lessicali dovute al contatto con il tedesco
dini trovino altri modi di comunicazione per tra- e il dialetto tirolese, ma anche con l’italiano – so-
smettere le loro idee e per raccontare le loro sto- prattutto nelle varianti ladine meridionali. Il capi-
rie. tolo si conclude con riflessioni sulla tutela e sul-
Nel penultimo cap., Eduard Demetz tratta il l’elaborazione della lingua ladina. Per quanto ri-
mondo musicale ladino attraverso la descrizione guarda la tutela, si esaminano processi di standar-
dei suoi cori e delle sue bande, delle origini della dizzazione, progetti linguistici e attività
tradizione musicale ladina, e della musica ladina istituzionali. In quanto all’elaborazione sono da
odierna con il compositore e produttore famoso considerare la redazione di dizionari e grammati-
Giorgio Moroder, come anche con il trio Ganes. che, la pubblicazione di riviste scientifiche e
Manca la cucina ladina, illustrata dal curatore nel- dell’Atlante linguistico del ladino dolomitico
l’ultimo cap. e descritta come cucina tradizionale (ALD). L’A. chiude con una visione pragmatica
che si accontenta di prodotti semplici, coltivati al sul gruppo linguistico dei ladini, affermando che
maso. Chi vuole degustare un piatto tipico ladino, esso si distingue per la propria “capacità plurilin-
deve recarsi in uno degli agriturismi in Val Badia guistica”. [Monika Messner]
che continuano a mantenere le tradizioni della cu-
cina ladina.
Il libretto chiude con un piccolo vocabolario la- 746. Sylvia Thiele, “Les frontières lin-
dino: partendo da una parola italiana, si danno le
traduzioni nei cinque idiomi locali del ladino.
guistiques du ladin dolomitique”, in:
[Monika Messner] Otto Winkelmann, Christina Ossenkop
(a cura di), Manuel des frontières lin-
guistiques dans la Romania,
338 RID/Schedario

Berlin/Boston, De Gruyter, 2018, 260- Laura Vanelli (a cura di), In ricordo di


279. Alberto Zamboni, Padova, Università di
Padova – Dipartimento di Discipline
Questo articolo mira a descrivere la frontiera lin-
Linguistiche, Comunicative e dello
guistica tra i dialetti ladini e non-ladini, basandosi
sull’osservazione di un certo numero di tratti lin- Spettacolo, s.d. [2012], 49-58.
guistici estratti dall’Atlant linguistich dl ladin do-
lomitich y di dialec vejins (ALD). Se è semplice Richiamati i comuni interessi di ricerca, la forma-
tracciare il confine tra le varietà di ladino e di te- zione alla scuola patavina di Giovan Battista Pel-
desco, la delimitazione del ladino rispetto ai dia- legrini, la lunga amicizia e la condivisione di vari
letti italiani è spesso una questione difficile e de- progetti scientifici, l’A. illustra il contributo di Al-
licata (anche politicamente), nel contesto generale berto Zamboni agli studi ladini, in particolare nei
della questione ladina. due principali filoni dell’etimologia e della posi-
La prima parte del testo fornisce una descrizione zione del ladino, in senso ascoliano o gartneriano,
geografica di quella che viene tradizionalmente nel seno della Romània – della trentina di titoli
considerata come la zona dei dialetti ladini. Si sull’arco alpino centro-orientale censiti nella bi-
prosegue con un riassunto della letteratura esi- bliografia di Enzo Croatto una buona metà, co-
stente sul ladino, seguito da una panoramica sto- munque, è dedicata al friulano. Per quanto ri-
rica e socioculturale sulla lingua. Il cuore dell’ar- guarda gli studi di etimologia alpina, campo nel
ticolo consiste nell’enumerazione dei tratti lingui- quale Zamboni è stato autorità indiscussa, si se-
stici che caratterizzano i dialetti ladini (ad es. il gnalano tutta una serie di lavori ricchissimi di ri-
cambiamento /u/→/ü/, la 2. ps. sg. in -s). Vengono ferimenti alle varietà della Cisalpina e contenenti
anche citati tratti comuni dovuti all’influenza diverse proposte originali per casi anche molto di-
delle varietà tedescofone (ad es. una singola pa- battuti in letteratura. Dopo questi lavori, che par-
rola per ‘domani’ e ‘mattino’), e lessemi tipica- tono dall’esame del latino regionale della Decima
mente ladini (ad es. aŋšúda per ‘primavera’). Si Regio, si considera con attenzione il secondo
prende dunque posizione a favore di un’unità lin- tema che ha impegnato, negli anni, la riflessione
guistica ladina indipendente dagli altri dialetti ro- di Zamboni: la controversa questione ladina. La
manzi della zona, anche se i dialetti ladini e quelli posizione di Zamboni, fin dagli anni Settanta, è
italiani del nord condividono ovviamente anche sempre stata vicina a quella dei suoi maestri, a
un certo numero di tratti linguistici. L’A. si dice partire da Carlo Battisti e dallo stesso Giovan Bat-
inoltre a favore dell’appartenenza del ladino ad tista Pellegrini. In varie occasioni ha sostenuto –
un antico continuum dialettale che sarebbe stato mantenendo toni sempre moderati e non polemici,
ridotto e diviso in parecchie parti dall’immigra- dice l’A. – la sostanziale solidarietà delle parlate
zione multilaterale di popolazioni italiane, slave ladine con quelle delle regioni italiane contermini,
e tedescofone. attribuendo, da storico, particolare rilievo alla
L’articolo sembra essere stato redatto a fini innan- prospettiva diacronica nella valutazione di quei
zitutto informativi e descrittivi, piuttosto che per fenomeni che, un tempo effettivamente condivisi,
dimostrare un’ipotesi attraverso uno studio quan- hanno portato in seguito al consolidarsi dell’indi-
titativo o un’argomentazione metodica. Il testo si vidualità e della “particolare combinazione” del
distacca a tratti del linguaggio scientifico ogget- geotipo ladino. [Federico Vicario]
tivo e spassionato, muovendosi verso un linguag-
gio più soggettivo (ad es. “le ladin écrit montre
des aspects émotionnels, une estime, une 748. Carlo Schirru, “Alberto Zamboni
conscience (…)”, p. 274). [Joachim Kokkelmans] e vocalismi ladini: sintesi di una colla-
borazione”, in: GianLuigi Borgato,
Laura Vanelli (a cura di), In ricordo di
747. Giovanni Frau, “Alberto Zamboni Alberto Zamboni, Padova, Università di
e il ladino”, in: GianLuigi Borgato, Padova – Dipartimento di Discipline
6. Ladinia dolomitica, Alto Adige/Südtirol 339

Linguistiche, Comunicative e dello Marco’, ‘fascia del Signore’ o ‘cintura di San Gio-
Spettacolo, s.d. [2012], 89-96. vanni’. Il confronto con i dati degli atlanti meno
recenti mostra un netto avanzamento del tipo ‘ar-
Nel volume che colleghi e amici hanno dedicato cobaleno’, che in alcuni casi viene adattato fone-
ad Alberto Zamboni, illustre glottologo della ticamente al dialetto e in altri è mantenuto come
scuola patavina scomparso nel gennaio del 2010, tale. Resistono a quest’avanzata soprattutto le due
l’A. presenta qui una comunicazione a proposito aree retoromanze dell’Engadina (con la Val Mo-
di un progetto che si poneva l’obiettivo di valutare nastero) e della Ladinia dolomitica, dove la base
lo sviluppo fonetico di /e/ neolatina in area cis- ‘arcobaleno’ è attestata solo nel Livinallongo.
alpina, sviluppo caratterizzato da fenomeni di ab- L’area del Friuli occidentale compresa nell’ALD,
bassamento e di centralizzazione. I dati di invece, si mostra più permeabile a questo italia-
partenza, in particolare, sono ricavati dall’ampia nismo. Il tipo prevalente nell’area dolomitica de-
raccolta dell’ALD-I, che permette un accesso alla riva da ARCUS *BIBANDO, attestato in tutta l’area
registrazione vocale dei materiali presentati nel- con eccezione di Marebbe, che ha invece il ter-
l’imponente repertorio, e quindi al loro utilizzo mine anterbanch (INTER + *BANK). L’uso del ge-
per specifiche indagini di carattere fonetico. Lo rundio *BIBANDO in un sintagma nominale testi-
studio ha permesso di evidenziare ampie oscil- monia che il gerundio in passato poteva anche es-
lazioni nelle singole realizzazioni, all’interno del- sere usato come participio presente, un uso che
l’area investigata, attribuibili principalmente a sopravvive nei costrutti percettivi del ladino set-
distinzioni nel grado di apertura sillabica e a sen- tentrionale.
sibili variazioni di lunghezza della vocale in sill- L’articolo, che illustra chiaramente le singole de-
aba aperta. [Federico Vicario] signazioni e la loro estensione passata e presente,
è corredato da due tabelle che riassumono tutte le
forme attestate e da una mappa a colori. [Jan Ca-
salicchio]
749. Roland Bauer, “Die Bezeichnun-
gen des Regenbogens im romanischen
Alpenraum”, in: Annette Gerstenberg, 750. Franco Finco, “Gli esiti di EU
Judith Kittler, Luca Lorenzetti, Gian- nelle varietà ladine e friulane: dittonga-
carlo Schirru (a cura di), Romanice lo- zioni e apparenti metatonie”, in: Franz
qui. Festschrift Gerald Bernhard, Tü- Rainer, Michela Russo, Fernando Sán-
bingen, Stauffenburg, 2017, 115-135. chez Miret (a cura di), Actes du XXVIIe
Congrès international de linguistique et
Le designazioni dell’arcobaleno nelle lingue eu-
ropee sono il risultato dell’intreccio tra lo svi- de philologie romanes. Section 3: Pho-
luppo di forme locali e la diffusione di immagini nétique, phonologie, morphophonolo-
che superano i confini linguistici. In questo con- gie et morphologie, Nancy, ATILF,
tributo R. Bauer analizza le diverse designazioni 2016, 45-51.
utilizzate nell’area coperta dall’Atlante del La-
dino Dolomitico (ALD). Le attestazioni docu- L’A. traccia un sintetico quadro degli esiti del dit-
mentate nell’ALD vengono poi confrontate con i tongo latino tonico eu in ladino dolomitico e, so-
dati dell’AIS e dell’ASLEF, aggiungendo così prattutto, in friulano (→ RID 42, 8: Friuli), osser-
una dimensione diacronica all’analisi principal- vando lo sviluppo di dittonghi rispettivamente di-
mente sincronica. scendenti e ascendenti, con eventuali successive
Nell’ALD compaiono 12 diverse basi per la desi- evoluzioni, esiti prima interpretati, pur con diffi-
gnazione dell’arcobaleno. Il termine più diffuso è coltà, come fenomeni di metatonia. [Federico Vi-
l’italianismo ‘arcobaleno’, che compare in 174 cario]
punti. Altri termini attestati sono basati per esem-
pio su ‘arco di San Martino’ o ‘arco di San
340 RID/Schedario

751. Ilaria Fiorentini, “Segnali discor- stico del ladino dolomitico e dei dialetti limitrofi
sivi e contatto linguistico: italiano e la- (→ RID 40, 6: 681), di una discussione generale
sulle novità nell’ambito della geografia lingui-
dino nelle valli del Trentino-Alto stica, tenuto conto che, recentemente, l’attenzione
Adige”, in: Raffaella Bombi, Vincenzo per la morfologia e la sintassi è aumentata. L’A.
Orioles (a cura di), Lingue in contatto / prende in esame, a parte i volumi cartacei del-
Contact Linguistics, Roma, Bulzoni, l’ALD-II (cinque voll. di cartine, due di indici), i
2016, 415-430. numerosi materiali aggiuntivi disponibili online
sul sito internet <ald2.sbg.ac.at/>, tra cui spicca
L’A. presenta i risultati di uno studio condotto su la banca dati sonora, secondo l’A. finora unica
parlanti ladino delle tre Valli di Fassa, Gardena e nell’ambito della geografia linguistica della Ro-
Badia per verificare l’effetto della pressione delle mània, perché mette a disposizione tutti i file au-
altre lingue del territorio, italiano e tedesco, dio raccolti durante le inchieste. Inoltre l’A. fa no-
sull’utilizzo dei segnali discorsivi – con valori in- tare che con il software “Sound-Datenbank” è
terazionali, metatestuali e cognitivi. I dati raccolti possibile l’accesso anche ai dati audio dell’ALD-
confermano, anche per questo particolare aspetto, I. Un punto criticato dall’A. è l’utilizzo di un si-
il diverso atteggiamento e orientamento dei par- stema di trascrizione diverso dall’IPA. Conside-
lanti ladino rispetto alle altre lingue del reperto- rando però la facilità di accesso ai dati, secondo
rio, dove sono i fassani ad essere generalmente me, per un non esperto potrebbe essere più adatto
più disponibili ad accogliere elementi esterni e il sistema usato nell’ALD.
segnatamente italiani. Così, per i fassani, i seg- Per reperire più facilmente tutte le forme verbali
nali discorsivi di marca italiana risultano raccolte di un determinato verbo – visto che
prevalenti per i valori interazionali e forti anche l’ALD non contiene tabelle con paradigmi verbali
per i valori metatestuali, mentre restano meno – l’A. propone la creazione di un indice digitale
forti per quelli cognitivi; per i gardenesi e i ba- generale delle due parti dell’ALD. Passando ai
diotti, invece, i segnali discorsivi prevalenti pronomi, l’A. nota la quantità di forme e costru-
restano quelli ladini, pur notandosi un “principio zioni sintattiche presenti e ne osserva l’assenza di
di penetrazione” dell’italiano per i valori inter- alcune. In un ulteriore paragrafo, dà un confronto
azionali. La divisione dell’area ladina non sor- di cinque dialetti in base al materiale ALD-II ri-
prende, possiamo aggiungere, dal momento che guardo a fenomeni di sincretismo e suppletivismo
il ruolo e quindi la forza dell’italiano, per le Valli nei pronomi oggetto (pro-)clitici risulta che
di Gardena e Badia, non è certo pari a quello che un’analisi del genere è possibile, ma con certe li-
esso manifesta in Val di Fassa, dove è ancora il mitazioni a causa dell’assenza di determinate
tedesco a svolgere, nelle prime due, le funzioni forme o costruzioni. Infine, per le grandi opere
di lingua di comunicazione sovralocale e l’ital- atlantistiche in ambito sintattico, si suggerisce la
iano ha, quindi, un peso decisamente minore. collaborazione di più ricercatori con posizioni
[Federico Vicario] teoriche differenti, per garantire al progetto una
base di fenomeni sintattici generali, compresi e
trattati in tutte le teorie sintattiche, il che, secondo
Hinzelin, è infatti un punto debole dell’ALD-II.
752. Marc-Olivier Hinzelin, “Moderne [Brigitte Rührlinger]
Sprachatlanten und ihre Darstellung
von Morphologie und Syntax. Überle-
gungen anlässlich des Erscheinens des
ALD-II”, Romanische Forschungen
126, 2014, 204-217.

Si tratta, oltre che di una recensione molto appro-


fondita sulla seconda parte dell’Atlante lingui-
6. Ladinia dolomitica, Alto Adige/Südtirol 341

753. Franziska Hack, Georg Kaiser, 754. Ruth Videsott, “Casi di grammati-
“Language change in comparison: the cation e di lexication nel ladino dolo-
(special) case of Raeto-Romance”, in: mitico. Esempi dalla traduzione della
Jürg Fleischer, Horst Simon (a cura di), Bibbia in Ladin Dolomitan”, in: Raffa-
Comparing Diachronies / Sprachwan- ella Bombi, Vincenzo Orioles (a cura
delvergleich, Berlin, de Gruyter, 2013, di), Lingue in contatto / Contact Lin-
75-99. guistics, Roma, Bulzoni, 2016, 179-
198.
Questo contributo prende in esame tre caratteri-
stiche delle varietà retoromanze che sono state Il contributo discute la traduzione della Bibbia in
spesso considerate come il risultato di un possi- Ladin Dolomitan (LD) per esemplificare le diffi-
bile influsso di contatto con il tedesco (dallo stan- coltà che si affrontano quando si crea una lingua
dard e dalle varietà altotedesche circostanti). Per standard. Ad oggi, il LD è solo parzialmente nor-
ogni fenomeno, gli AA. considerano il modo in mato: l’elaborazione si è concentrata su fonologia
cui si è sviluppato nelle varietà retoromanze e lo e morfologia, mentre il lessico e soprattutto la sin-
confrontano con il tedesco, giungendo alla con- tassi sono stati regolati solo in piccola parte. Per-
clusione che in questi tre casi non si può parlare ciò la traduzione della Bibbia costituisce un banco
di fenomeni di contatto tout court: il quadro infatti di prova importante e si offre come fonte preziosa
è più composito, e il contatto è solo uno dei fattori per i futuri lavori in e sul LD.
in gioco. L’A. discute cinque problemi sorti durante la tra-
L’articolo si apre con una presentazione generale duzione, due di tipo lessicale e tre sintattici. A li-
delle varietà dolomitiche e delle diverse situazioni vello lessicale, le traduzioni di “uomo” e di “figlio
di contatto in cui si trovano. Segue la discussione dell’uomo” hanno richiesto delle considerazioni
dei tre fenomeni oggetto del contributo, che specifiche, perché in gran parte delle varietà la-
hanno una distribuzione divergente: la regola del dine il termine derivato dal lat. HOMO ha oggi il
verbo secondo (V2; in romancio e nel ladino set- significato specifico di “marito”. I problemi sin-
tentrionale), l’obbligatorietà dell’uso dei pronomi tattici toccati nell’articolo sono di vario tipo: l’uso
soggetto (in tutta l’area, ma con alcune peculiarità dei tempi del passato, delle preposizioni da e de
diverse da valle a valle) e la mancanza di pronomi e delle frasi scisse; quest’ultimo punto è partico-
clitici di oggetto diretto (solo in surselvano). larmente interessante perché in ladino sembra
Dopo aver presentato i dati, gli AA. offrono un avere delle connotazioni pragmatiche e sintattiche
paragone non solo con la situazione delle varietà assenti nelle altre lingue romanze.
tedesche, ma anche con quella di altre lingue ro- Tradurre un testo fondamentale per la cultura eu-
manze che hanno delle caratteristiche in parte si- ropea come la Bibbia è un lavoro che richiede
mili, come il portoghese brasiliano. Inoltre, l’ana- grande sensibilità linguistica, e merita il nostro
lisi diacronica mostra che alcuni dei fenomeni apprezzamento. Tuttavia, due punti andrebbero
erano già presenti nelle fasi di più antica docu- secondo noi ripensati: innanzitutto, la traduzione
mentazione (per esempio il V2), mentre altri sono della Bibbia si basa solo su edizioni latine, tede-
più recenti (è il caso della perdita dei clitici og- sche e italiane, ma ignora le lingue di partenza dei
getto in surselvano). Gli AA. ne concludono che testi: sarebbe auspicabile che si riuscisse a tener
l’interpretazione di questi fenomeni richiede una conto almeno del greco nel NT. Anche la scelta di
trattazione dettagliata e diversificata caso per generalizzare da come introduttore di tutte le frasi
caso, perché non può essere ridotta a un processo all’infinito non convince del tutto: in questo modo
uniforme in cui il contatto è l’unica causa. Piut- si isola il LD rispetto a tutte le altre lingue ro-
tosto, il contatto va considerato nel suo rapporto manze (in cui si usano a, di/de e un introduttore
con tendenze diacroniche generali e con processi zero, ma mai da), e si impone alla lingua standard
di altra natura. [Jan Casalicchio] un germanismo sintattico esclusivo del badiotto.
[Jan Casalicchio]
342 RID/Schedario

755. Andre Klump, “Das Dolomitenla- 756. Heidi Siller-Runggaldier, “Wort-


dinische als Amts- und Wissenschafts- bildung in Kleinsprachen: zwischen
sprache”, in: Ulrich Hoinkes (a cura di), Konvention und Trasgression. Eine
Die kleineren Sprachen in der Ro- Fallstudie am Beispiel des Ladini-
mania. Verbreitung, Nutzung und Aus- schen”, in: Joachim Born, Wolfgang
bau, Frankfurt am Main, Lang, 2013, Pöckl (a cura di), “Wenn die Ränder ins
173-189. Zentrum drängen …” Außenseiter in
der Wortbildungsforschung, Berlin,
Breve e generico contributo sulla funzione del la- Frank & Timme, 2013, 117-145.
dino come lingua scientifica e sugli strumenti lin-
guistici – intesi da una parte come processi mor- Il saggio è dedicato alla formazione delle parole
fologici, dall’altra come glossari e altri materiali come elemento fondamentale per garantire la so-
specialistici – a disposizione a tal fine. L’A. parte pravvivenza di una lingua – in questo caso il gar-
dal presupposto che il ladino, come tutte le altre denese –, in quanto strumento che consente di
lingue, minori o maggiori, debba far fronte con creare nuove denominazioni. Dopo una caratte-
flessibilità e capacità di adattamento linguistiche rizzazione del ladino come gruppo, seguono ac-
alla globalizzazione, tecnologizzazione e scienti- cenni ai processi di elaborazione e alle misure di
fizzazione del mondo contemporaneo. Segue una politica linguistica cui sottostanno le varietà
breve caratterizzazione della lingua della scienza, dell’Alto Adige. L’analisi si concentra sul ladino
nella quale l’A. differenzia tra la dominanza del- elaborato, formale; l’A. considera il progetto del
l’inglese nelle scienze naturali e la pluralità di lin- ladin dolomitan come sostanzialmente fallito, sot-
gue che invece caratterizza la ricerca umanistica tolinea il maggior coordinamento nei processi di
e culturale. Vi è poi una breve descrizione della lessicalizzazione delle diverse varietà.
situazione dialettale ladina e della lealtà lingui- Parola cruciale è trasgressione: la formazione
stica sulla base di inchieste dei tardi anni ’90. A delle parole infatti trasgredisce alle abitudini dei
questa segue un’elencazione degli istituti culturali parlanti, che invece spontaneamente ricorrono a
ladini e un conciso sunto delle misure di politica prestiti (più o meno acclimatati, che nell’oralità
linguistica, focalizzato soprattutto sul tentativo di restano vitali), con risultati che possono sembrare
introduzione del ladin dolomitan a cavallo tra gli inusuali, anche se regolari. La formazione delle
anni ’80 e ’90 del secolo scorso. Si illustrano poi parole è trasgressiva anche perché sottostà alla
le funzioni del ladino nell’amministrazione e creatività, che talora fa uso di processi considerati
nella scuola. Infine, nel quarto capitolo, si passa altrimenti periferici nel sistema. L’analisi avviene
alla trattazione del ladino come lingua della sulla base di una lista di neologismi fornita dal
scienza, mostrando quali meccanismi di forma- lessicografo Marco Forni, protagonista nella les-
zione delle parole stiano a disposizione per la for- sicalizzazione del ladino da una parte, dei neolo-
mazione di neologismi tecnici, per poi proporre gismi trovati in una pubblicazione della scrittrice
una piccola rassegna di glossari e altre opere spe- Frida Piazza, dall’altra. La prima lista mostra un
cialistiche negli ambiti dell’amministrazione, bio- prevalere di composti endocentrici e poliremati-
logia, pedagogia e linguistica, senza peraltro in- che, talora con doppioni come grùpa de Consei e
dagarsi sulla natura testuale e sulle tradizioni di- grùpa conseliéra (133), la prima più aderente a
scorsive che si formano in tali ambiti. Le conclu- modelli ladini, la seconda (con aggettivo relazio-
sioni presentano brevi riflessioni di personalità nale) più vicina all’italiano. Piazza fa invece un
della cultura ladina sulle possibilità del ladino uso più creativo dei modelli di derivazione a sua
come lingua scientifica e sui presupposti neces- disposizione, con una grande varietà di processi
sari affinché le misure di elaborazione trovino ac- e relativi risultati. In questo senso sono da inter-
cettanza tra i parlanti. [Luca Melchior] pretare le parole dell’A. quando dice che il rap-
porto centro-periferia nei modelli di formazione
delle parole (oggetto del volume) nelle lingue
6. Ladinia dolomitica, Alto Adige/Südtirol 343

“minori” è diverso: anche processi al margine del mato grande (30 x 30 x 1,5cm), che invitano a
sistema possono conoscere una grande vitalità in sfogliare e a scoprire. Su 60 doppie pp., il lessico
una formazione delle parole creativa e “trasgres- di complessivamente 1.000 parole è raggruppato
siva”. [Luca Melchior] in ordine tematico attorno ad illustrazioni realiz-
zate con affetto. Gli argomenti delle pagine vanno
dal corpo umano e dalle emozioni, tramite i me-
1. Val Badia - Marebbe/Mareo stieri, le stagioni, le piante, gli animali o le sta-
gioni fino a tematiche importanti per i bambini
757. Sara Moling, “Dizionario Italiano– come: l’asilo, la scuola, il parco giochi o il circo.
Non mancano campi legati al mondo della Ladi-
Ladino Val Badia, Dizionar Ladin Val nia con il rispettivo lessico, come: la casa, il co-
Badia–Talian. Versione cartacea e digi- stume, le leggende tradizionali.
tale online”, Ladinia XL, 2016, 229- Sulle doppie pagine tematiche, la denominazione
258. dei referenti disegnati avviene in ladino. A fianco
si trova una tabella nella quale sono messi accanto
L’A. presenta il nuovo dizionario, apparso nel i traducenti nelle altre tre lingue. Si tratta soprat-
2016 in forma cartacea e in una versione online tutto di nomi, con l’articolo determinato come in-
presso l’Istitut Ladin Micurá de Rü, 11 anni dopo dicazione grammaticale, ma anche di verbi e di
il dizionario tedesco-gardenese. I due volumi del combinazioni fisse. La sezione “Il dì”, per fare un
nuovo dizionario qui presentato comprendono più esempio, presenta le espressioni il dì, lis cuatri
di 30.000 lemmi in ambedue le lingue. L’A., allo mancul cinc, lis undis e cinc, lis dodis, la buinore,
stesso tempo redattrice principale dell’opera, de- il dopomisdì, il gjal, lâ tal jet, i zûcs di fûr, il libri,
linea la storia della lessicografia ladina bilingue, la lune, jevâ, il gustâ, il misdì ecc. Il ladino, in
ivi incluse le attività lessicografiche basilari questa edizione, è quello della Val Badia, mentre
dell‘Istitut Ladin Micurá de Rü. Le finalità del per il lessico italiano sembra sia stato scelto uno
nuovo dizionario sono la consultazione del par- standard settentrionale (ad es. matita e non lapis;
lante interessato e lo “scopo documentaristico” anguria, non cocomero). Il tedesco, in alcuni casi,
(236). L’articolo contiene, e visualizza con molti riflette del suo uso in Ladinia (Marille al posto di
grafici, le macro- e micro-strutture del vocabola- Aprikose “albicocca”, ma Kleiderschrank, non
rio, il quale può essere completato e corretto nella Kasten “armadio”).
versione elettronica. [Gerald Bernhard] Il libro chiude con un indice in ordine alfabetico
di tutti i lessemi ladini presentati.
Ci si può immaginare che i bambini piccoli guar-
758. Sara Moling, Gabi Mutschlechner, deranno volentieri Mies prömes parores insieme
ai genitori o i nonni, sostenuti così nell’acquisi-
Mies prömes parores. Ladin (dla Val zione naturale della lingua. Il libro può essere un
Badia)–Italiano–Deutsch–English, San appoggio per le famiglie miste e per quei genitori
Linert / San Martin de Tor, Uniun La- che non sanno il ladino o una delle altre lingue
dins Val Badia / Istitut Ladin Micurá de parlate sul territorio. I bambini più grandi che già
Rü, 20142, pp. 131. sanno leggere possono usarlo anche da soli per
ampliare il lessico nella/nelle loro L1 e L2. Grazie
Mies prömes parores di S. Moling, con disegni di al confronto delle parole illustrate nelle quattro
G. Mutschlechner, è un dizionario illustrato qua- lingue, nella tabella è possibile organizzare pro-
drilingue per bambini. La lingua centrale e di par- getti scolastici per far scoprire ai bambini, in ma-
tenza è il ladino nella sua varietà della Val Badia, niera autonoma e giocosa, le affinità nonché le
al quale sono affiancati l’italiano, il tedesco e l’in- differenze tra le singole lingue.
glese ovvero le lingue parlate nella Ladinia più la Di seguito, grazie alla collaborazione tra i vari
lingua franca moderna, che al giorno d’oggi viene istituti ladini di cultura, sono state create edizioni
studiata già dai più piccoli in età di asilo. con il ladino della Val Gardena, il ladino fassano,
Il dizionario si presenta con colori caldi e in for- il ladino di Livinallongo e il ladino ampezzano
344 RID/Schedario

(→ schede 761, 766, 774 e 775), che, a parte la tion.org/icphs-proceedings/


varietà del ladino, presentano solo delle diffe- ICPhS2015/Papers/ICPHS0647.pdf >.
renze minime. Di recente si sono aggiunte edi-
zioni con il friulano e il mòcheno. Questo studio confronta le realizzazioni delle
Oltre al dizionario stampato, è a disposizione ostruenti palatali /c ɟ/ e delle affricate palatoalveo-
dell’utente interessato una versione elettronica lari /t͡ʃ d͡ʒ/ in due varietà retoromanze di gruppi di-
dell’opera, accessibile gratuitamente all’indirizzo versi (rumantsch e ladino). Si pone la domanda se
<www.parores.it>. Sul sito è possibile aprire le il contrasto /c - t͡ʃ/ si mantenga nelle due varietà,
singole pagine tematiche e, cliccando sulle parole una domanda rilevante visto l’incapacità a contra-
nelle varie lingue, ascoltarne la pronuncia. L’of- stare le sibilanti palatali e palatoalveolari in una
ferta è completata da un’applicazione giocosa per stessa lingua predetta nella letteratura (cf. Tracy
abbinare ai disegni dei referenti la loro denomi- A. Hall, “The historical development of retroflex
nazione in ladino. [Anne-Kathrin Gärtig-Bressan] consonants in Indo-Aryan”, Lingua 102, 1997,
205). Viene anche posta la domanda se il risultato
della fusione sia [c] o [t͡ʃ], cosa che permetterebbe
759. Leander Moroder, Ulrike Frenade- di verificare se il membro più marcato (qui, [c])
mez, “Strumenti linguistici normativi di sia quello che scompare, come predetto nella let-
consultazione: il dizionario ladino Val teratura. Dalle misurazioni di “Centre of Gravity”
(CoG) risulta che il contrasto è neutralizzato in
Badia–italiano”, Ladinia XLII, 2018,
Jauer (rumantsch) mentre si mantiene (debol-
139-156. mente) in Maréo (ladino). Il contrasto è anche pre-
servato meglio tra i parlanti più anziani, un segnale
Si presentano i nuovi strumenti di lavoro e di con- che è suscettibile di scomparire in un breve pe-
sultazione per chi parla o vuole parlare il ladino riodo. Si rilevano i seguenti difetti dello studio:
della Val Badia. Gli AA. ribadiscono il ruolo fon- 1. La domanda se la fusione risulti in [c] o in [t͡ʃ],
damentale per le lingue minoritarie, come ap- contro ogni aspettativa, non ottiene una risposta
punto il ladino, di dizionari, grammatiche e della nell’articolo. Gli AA. avrebbero ad es. potuto cal-
consulenza linguistica sia in forma tradizionale colare se c’è una correlazione tra una minima dif-
sia in formato digitale. Un gruppo di cinque col- ferenza di CoG e un CoG più alto o più basso per
laboratori mette a disposizione gli strumenti mo- capire se la fusione risulti in [c] o in [t͡ʃ].
derni e dimostra, oltre a promuovere la/una 2. La letteratura ha dimostrato che il CoG non è
norma, quanto sia importante la guida da parte di l’indizio più efficace per catturare contrasti tra le
esperti, soprattutto per le lingue minoritarie che ostruenti palatali e le sibilanti postalveolari mag-
non fanno parte di tradizioni linguistiche e sociali giormente posteriori (cf. Fang Hu, “The three si-
comuni, che sono, quindi, senza retroterra lingui- bilants in Standard Chinese”. In: Proceedings of
stico. [Gerald Bernhard] the 8th International Seminar on Speech Produc-
tion, Strasbourg 2008, 105-108; Paweł M.
Nowak, “The role of vowel transitions and frica-
760. Stefan Schmid, Stefano Negrinelli, tion noise in the perception of Polish sibilants”,
“Palatal Obstruents in two Rhaeto-Ro- Journal of phonetics 34/2, 2006, 139-152); calco-
mance Varieties: Acoustic Analysis of a lare l’energia di F2 è più efficace. Lo studio ana-
lizza solo il CoG e presuppone, a torto, che il CoG
Sound Change in Progress”, in: The
delle palatali sarà più basso e il luogo di articola-
Scottish Consortium for ICPhS (a cura zione più arretrato, mentre i propri risultati e la
di), Proceedings of the 18th Interna- letteratura mostrano che è l’inverso (cf. Véroni-
tional Congress of Phonetic Sciences, que Bukmaier, Jonathan Harrington, “The articu-
Glasgow, UK: the University of Glas- latory and acoustic characteristics of Polish sibi-
lants and their consequences for diachronic
gow, 2015, paper number 647;
change”, Journal of the International Phonetic
<www.internationalphoneticassocia- Association 46/03, 2016, 311-329).
6. Ladinia dolomitica, Alto Adige/Südtirol 345

3. Si osserva uno squilibrio di età nella riparti- Istitut Ladin Micurá de Rü/ Lia per Na-
zione dei parlanti: in tutte le località gli uomini tura y Usanzes, 2017.
sono più giovani delle donne di quasi una gene-
razione (18,54 anni di differenza media; t-test si- L’Istituto Ladino Micurá de Rü (= ILMdR) ha
gnificativo, p = 0,023). Questo disequilibrio di età completato la raccolta di toponimi ladini in Pro-
tra i generi può aver avuto un impatto sui risultati, vincia di Bolzano: ora, a distanza di pochi anni
considerando l’influenza sociolinguistica del ge- dalla pubblicazione delle cartine di tutti i Comuni
nere e dell’età. della Val Badia, si è giunti al completamento della
Lo studio pone delle domande interessanti sia per ricerca anche in Val Gardena. Sono così reperibili
la fonetica che per la fonologia, e offre un’analisi in un unico cofanetto le carte del Comune di
acustica rilevante per chi studia ad es. l’evolu- Santa Cristina, di Selva, di Ortisei con le zone di
zione dei prodotti della palatalizzazione. [Joa- Sureghes, Runcadic, Bula e Mont Sëuc (Alpe di
chim Kokkelmans] Siusi). I toponimi stampati sono:
Selva – carta 1:10.000: 1.288 toponimi, carta
1:500: 910 toponimi; Santa Cristina – carta
2. Val Gardena/Gherdëina 1:10.000: 784 toponimi, carta 1:500: 166 topo-
nimi; Ortisei – carta 1:10.000: 867 toponimi,
1:5.000: 490 toponimi; Alpe di Siusi – carta
761. Sara Moling, Gabi Mutschlechner,
1:8.500: 628 toponimi.
Mi prima paroles. Ladin (de Gher- Il progetto di raccolta è durato diversi anni, ha
dëina)–Italiano–Deutsch–English, San coinvolto numerose persone, come ad es. i volon-
Martin de Tor, Istitut Ladin Micurá de tari per la raccolta e registrazione dei nomi, i te-
Rü, 2013, pp. 135. stimoni anziani, gli addetti tecnici dell’ILMdR e
la ditta Eigis di Badia per la digitalizzazione e la
Edizione in ladino gardenese di Moling/Mut- stampa delle cartine. Ognuno ha dato il proprio
schlechner 20142 (→ scheda 758). [Anne-Kathrin contributo basato su competenze specifiche. Per
Gärtig-Bressan] quanto riguarda la produzione cartografica si sono
scelte le forme ortofoto e topografica in scala
1:10.000 e 1:5.000. La carta ortofoto dell’Alpe di
Siusi ha una scala di 1:8.500.
762. Istitut Ladin Micurá de Rü, Cherta
La cartina del Comune di Santa Cristina è stata la
topografica / Cherta ortofoto cun i to- prima ad essere stampata nel 2005, in collabora-
ponims ladins: Chemun de Santa zione con il Cunsëi de Furmazion. Per ciò che ri-
Cristina, San Martin de Tor, Istitut La- guarda la pubblicazione delle cartine del Comune
din Micurá de Rü – Santa Cristina, di Selva (2017), il gruppo di lavoro formato da
Josef Mussner, Otto Mussner, Paul Senoner, An-
Cunsëi de Furmazion, 2005.
ton Senoner è stato coordinato da Karin Comploj
dell’ILMdR e si è avvalso dell’aiuto di molte per-
763. Istitut Ladin Micurá de Rü, sone, tra cui le guide alpine e le guardie forestali,
Chertes ortofoto cun i toponims ladins: principalmente Georg Prinoth. In una prima fase,
Chemun de Sëlva, San Martin de Tor, molti anni prima della stampa, il sindaco Her-
mann Senoner e la Lia dal Guant dala Gherdëina
Istitut Ladin Micurá de Rü – Lia Cul-
di Selva avevano già messo le basi per una prima
tura y Usanzes, 2017. raccolta di nomi di luoghi. Per la realizzazione
della cartina del Comune di Ortisei (2017) i co-
764. Istitut Ladin Micurá de Rü, Cher- ordinatori del progetto Leander Moroder e Ale-
tes ortofoto cun i toponims ladins: Che- xander Prinoth (ILMdR) hanno basato le loro ri-
cerche sulle seguenti cartine: “Cherta dl Chemun
mun de Urtijëi. Sureghes Runcadic,
de Urtijëi cun i inuemes ladins” (di Meinrad De-
Bula, Mont Sëuc, San Martin de Tor, metz, Albert Moroder e Siegfried Comploj) e
346 RID/Schedario

“Seiser Alm/Mont Sëuc/Alpe di Siusi” (di Edgar Questa stessa radice etimologica si trova nel co-
Moroder), pubblicate dalla Lia per Natura y gnome Runggaldier (e anche nel cognome ita-
Usanzes. Inoltre hanno usufruito della banca dati liano Roncalli) e nei toponimi Runcadic, Runcata,
del progetto “Die Flurnamen Südtirols. Inoms di Runcac. Anche in Val Badia ci sono nomi simili
posć de Südtirol”, 2016. che ricordano quest’attività: Runcac, Runch, Le
La ricerca riguardante i toponimi è di grande im- Runcé.
portanza per l’ILMdR, che da anni mette il pro- Il progetto, nato in collaborazione con l’Univer-
getto delle cartine tra le sue priorità. Questo per- sità di Innsbruck, è andato anche a completare
ché i toponimi sono espressione di identità cultu- l’importante ricerca fatta dalla Provincia Auto-
rale, danno informazioni sulla storia e la lingua di noma di Bolzano, incaricata di raccogliere tutti i
una popolazione, sulla morfologia di un territorio, toponimi dell’Alto Adige-Südtirol. [Silvia Liotto]
sulla flora e la fauna e anche sui mestieri di un
tempo o le credenze popolari. Siccome i toponimi
sono perlopiù legati a una trasmissione orale, si è 765. Marco Forni, “Grammatica ladina
voluta documentare la situazione attuale affinché gardenese cartacea, interattiva online e
essi non vadano persi. Dopo essere stati raccolti
e registrati in una banca dati, i nomi sono stati su dispositivi mobili”, Ladinia XLI,
georeferenziati, ovvero collegati a delle coordi- 2017, 235-263.
nate geografiche su cartine digitali. La banca dati
ha permesso di inserire tutti i toponimi, anche i M. Forni delinea lo sviluppo di grammatiche
microtoponimi, che rappresentano un grande pa- scientifiche e, soprattutto, didattiche del ladino
trimonio culturale, proprio perché conosciuti solo gardenese, che ebbe inizio nel 1806 ca. Oltre ad
dai contadini e perché non compaiono sulle carte argomenti riguardanti soluzioni grafiche (quella
geografiche comuni. Mettendo a confronto i dati scolastica venne riconosciuta ufficialmente da
raccolti nei vari paesi, sia della Val Badia che Roma nel 1950), le opere hanno, soprattutto in
della Val Gardena, si possono riscontrare caratte- tempi più recenti, scopi didattici per il manteni-
ristiche comuni. mento del ladino (La rujeneda dl’oma, 1991).
Così, per es., si troveranno un po’ ovunque nelle Specie i progetti più recenti si avvalgono di stru-
due valli nomi praticamente uguali come Ciamp menti dei media interattivi, anche a livello lessi-
Turont (gardenese) – Ciamp Toronn (ladino Val cale, per poter sottolineare il ruolo culturale e
Badia) = “campo rotondo”, Tlesura (gardenese) identificatorio del ladino in tempi “moderni”.
– Tlisöra (ladino Val Badia) = “recinto”, Turna- [Gerald Bernhard]
dëcia (gardenese) – Tornarëcia (ladino Val Badia)
= “tornio”, Mulin (gardenese) – Morin (ladino Val
Badia) = “molino” oppure La Sia (gardenese) – 3. Val di Fassa/Val de Fascia
La Siëia (ladino Val Badia) = “la segheria”. Altri,
invece, sono tipici solo di una o l’altra variante 766. Sara Moling, Gabi Mutschlechner,
idiomatica come ad es. Canssla (= “pulpito”), pa-
rola gardenese che non esiste in Val Badia. Un to- Mia prima paroles. Ladin (fascian)–Ita-
ponimo della Val Badia che invece non esiste in liano–Deutsch–English, San Martin de
Val Gardena è, per es., Lovara che significa Tor, Uniun Ladins Val Badia / Istitut
“luogo dove ci sono lupi”, dal lat. LÚPUS ÁREA. Si Ladin Micurá de Rü / Union di Ladins
trovano però vari toponimi gardenesi che conten- de Fascia, 2014, pp. 131.
gono la parola lëuf = “lupo” e che quindi sono la
dimostrazione che questo animale era presente in Edizione in ladino fassano di Moling/Mutschle-
tutta la zona (Col dal Lëuf = “colle del lupo”, Buja chner 20142 (→ scheda 758). [Anne-Kathrin Gär-
dl Lëuf = “buca del lupo”). Un altro esempio in- tig-Bressan]
teressante è il toponimo gardenese Runcaudie,
che deriva da RONCÁRE = “estirpare con la ronca”,
in genere per mettere a coltivazione un terreno.
6. Ladinia dolomitica, Alto Adige/Südtirol 347

767. Fabio Chiocchetti, “Spigolature (specie dei parlanti giovani) si nota una perdita
lessicali e questioni di metodo. Note a della differenziazione fra singolare e plurale in
parole terminanti in -s. [R.B.]
proposito del Vocabolario Ladino Fas-
sano”, Ladinia XLI, 2017, 143-160.
769. Martina Volcan, “L’immagine
Nel suo progetto di un “thesaurus” fassano, F.
Chiocchetti mira a uno spoglio esaustivo di tutti i della lingua ladina nei giovani della Val
testi fassani reperibili tra il primo ‘800 ad oggi, di Fassa”, Mondo ladino 41, 2017, 93-
all’integrazione degli elementi finora conservati 118.
nella lessicografia della Valle nonché delle inno-
vazioni lessicali osservati non solo oggi, ma an- Anche il saggio di M. Volcan risale a una tesi di
che nella storia. Le sue “spigolature” portano a laurea, discussa dall’A. a Padova nell’anno acca-
una ampia e fertile discussione di quattro lessemi demico 2009-2010. L’indagine svolta tramite un
della Val di Fassa, e delle valli adiacenti, dell’am- questionario con 21 domande ha coinvolto 64 gio-
bito rurale: frelir “bastone più corto del correg- vani fassani di età compresa tra gli 11 e i 30 anni.
giato”, tornacion “zangola rotatoria”, zel, crujel La prima parte dello studio concerne qualche do-
(hapax?) “crogiuolo” e gli arcaismi aur “oro” e manda su utilità, prestigio e familiarità del ladino,
melaur “fortuna”, che rappresentano un’anomalia la seconda parte opera con il differenziale seman-
fonetica (conservazione del dittongo latino). In- tico proponendo 30 scale di aggettivi polari (come
sieme a un elenco di corrispondenze lessicali tra ad es. “gradevole” vs. “sgradevole”) in base ai
le Valli di Fassa, Gardena e Badia, l’A. è in grado quali si valuta l’immagine dei quattro sistemi lin-
di dire al momento che il fassano era, in passato, guistici (teoricamente) a disposizione dei fassani,
lessicalmente più vicino alle altre due varietà e cioè: ladino fassano, ladino standard, italiano e
summenzionate. [Gerald Bernhard] dialetto trentino.
Tra i giovani, il ladino (moenat, brach o cazet)
sembra godere non solo di un alto prestigio ma
768. Armin Chiocchetti, “Mutamenti anche di una funzione identitaria ben precisa: tre
fonetici e fonematici nel ladino fassano quarti dei soggetti si sentono, infatti, prima di
tutto ladini (e non trentini o italiani), e oltre l’83%
dagli anni ’60 ad oggi”, Mondo ladino afferma di parlare “sempre” il ladino. Il 95% vede
41, 2017, 13-91. dei vantaggi nella comunicazione in ladino, anche
se l’italiano è ritenuto (leggermente) più utile. Dal
In un estratto della sua tesi di laurea (Uppsala differenziale semantico emerge l’aspetto “grade-
2016), l’A. analizza i cambiamenti intralinguistici vole” e “prestigioso” del ladino fassano, conside-
avvenuti nelle varianti fassane (brach e cazet) ne- rato “nostro” dalla maggior parte dei soggetti,
gli ultimi 50 anni. A tale scopo, si confrontano al- mentre al dialetto trentino (poco parlato in Val di
cune registrazioni degli anni 1960 e i dati pubbli- Fassa) si associa l’attributo “loro”. Il trentino è,
cati nell’Atlante linguistico ladino (ALD-I) da un inoltre, considerato un dialetto senza prestigio,
lato, con materiale audio più attuale, raccolto più “brutto”, più “facile”, meno “utile” e più “de-
dall’A. nel 2016, dall’altro. L’articolo è corredato bole” delle altre lingue a disposizione. [R.B.]
di due trascrizioni dei materiali analizzati, una or-
tografica e un’altra fonetica. I rispettivi docu-
menti audio sono accessibili alla Mediateca del-
770. Fabio Chiocchetti, “‘Parole
l’Istitut Cultural Ladin (cf. sito <http://media-
teca.ladintal.it/oujes/>). strane’. Una raccolta anonima di voca-
Tra i risultati fonetici si trova la perdita di vari al- boli in ladino cazet (ca. 1910)”, Mondo
lofoni, come [ɑ] e [ɔ] oppure [ŋ] in fine di parola, ladino 41, 2017, 119-161.
attribuita all’influsso dell’italiano. A livello fono-
logico si osserva una riduzione dei fonemi (sibi- L’A. commenta e presenta un documento ano-
lanti retroflesse), mentre nel sistema morfologico nimo e inedito dell’inizio del Novecento conte-
348 RID/Schedario

nente circa 200 voci ladine nella variante cazet battaglione vs. moen. batalion). Tra le strategie
(dell’alta valle). Nell’appendice, i lemmi sono linguistiche adoperate dall’autore per eludere la
elencati in ordine alfabetico. Oltre a un commento censura, si trova l’inversione delle lettere di al-
sull’uso e sull’eventuale documentazione della cune parole sensibili (come le località di destina-
parola nella lessicografia ladina, la micro-strut- zione) oppure l’uso improprio del plurale sigma-
tura degli articoli comprende voci parallele di altri tico (diz “giorno” al posto di dì). A volte, l’autore
idiomi ladini nonché (a volte) equivalenze in ita- si esprime anche in maniera esplicita in merito
liano e/o in tedesco e indicazioni fonetiche per fa- alla “trasparenza” dei messaggi. È così quando
cilitare la pronuncia. Lo studio fa parte delle ri- scrive al fratello: “Se avete qualcosa da dir, che
cerche lessicologiche svolte nel quadro del pro- no ge völ che zaeze l’universo, mette cater righe
getto VoLF (“Vocabolario Ladino Fassano”) che ten pach” (“Se avete qualcosa da dire, che non oc-
ha come scopo la raccolta e la documentazione corre sappia l’universo, mettete quattro righe in
del patrimonio lessicale tradizionale. [R.B.] un pacco”, 131). [R.B.]

771. Nives Iori, Fabio Chiocchetti, “Cu- 773. Ermenegildo Bidese, Jan Casalic-
riositèdes en cont del nef Vocabolèr la- chio, Patrizia Cordin, “Il ruolo del con-
din-fascian (VoLF)”, Mondo ladino 41, tatto tra varietà tedesche e romanze
2017, 163-198. nella costruzione «verbo più locativo»”,
Vox Romanica 75, 2016, 116-142.
Il contributo raccoglie una serie di articoli divul-
gativi, scritti in ladino, firmati o fch (i.e. Fabio Il saggio propone alcune riflessioni su un argo-
Chiocchetti) o Nives de Berghin (i.e. Nives Iori) mento, la costruzione “verbo più locativo” (cioè
e apparsi nel settimanale La Usc di Ladins (tra di un indicatore di direzione, che si accompagna
aprile e dicembre 2016) per illustrare alcune spe- in primo luogo ai verbi di moto), che ha prodotto
cificità riscontrate durante l’elaborazione del pro- numerosi lavori soprattutto negli ultimi 20 anni.
getto VoLF (di cui sopra, → schede 767 e 770). Il Si tratta di verificare, in particolare, in quale
lavoro lessicografico si basa sullo spoglio siste- misura la fortuna di queste costruzioni binarie
matico dei testi ladini disponibili dall’Ottocento (altrimenti detti “verbi analitici” o “verbi sintag-
fino agli anni 1970. [R.B.] matici”), presenti in modo massiccio nelle varietà
romanze, soprattutto della Cisalpina, possa
dipendere dal contatto con le parlate tedesche
772. Fabio Chiocchetti, “Ladino nelle alpine, al di là di possibili occasioni di calco se-
scritture di guerra. Le lettere dal fronte mantico. Dal punto di vista tipologico non c’è
di Simone Chiocchetti (1915-16)”, dubbio che lo sviluppo dei verbi romanzi con
Mondo ladino 42, 2018, 107-143. locativo sia coerente con la più generale riorga-
nizzazione del verbo latino, quindi con lo sposta-
Nel suo saggio, F. Chiocchetti analizza un episto- mento da sinistra a destra dell’elemento modifi-
lario composto di 194 missive. Tutte le lettere e catore rispetto alla testa, ma certamente un
cartoline, mandate dal fronte austro-russo negli sostegno a tale tendenza può venire anche, come
anni 1915-1916, sono scritte dal Kaiserjäger Si- si diceva, dall’analoga strategia di organiz-
mone Chiocchetti di Moena, prevalentemente in zazione binaria dell’informazione presente nelle
italiano, ma anche in ladino centrale. Dallo spo- varietà germaniche contermini. Nel lavoro si il-
glio emerge che il corpus ladino ammonta a circa lustra, in una prima parte, lo stato dell’arte della
200 righe di testo (ivi comprese due lettere e nove questione – rilevando tra l’altro quanto in italiano
cartoline redatte interamente in ladino), rappre- tali costruzioni siano ancora ai margini della
sentando una delle prime attestazioni scritte del norma, mentre molto più usuali risultino nei di-
moenat. A livello ortografico si nota un certo in- aletti trentini – per passare poi a qualche osser-
flusso dell’italiano scritto (ad es. battaglion < ital. vazione sul ladino, dove l’uso dei verbi separabili
6. Ladinia dolomitica, Alto Adige/Südtirol 349

è più largo rispetto al trentino (p.es. lad. l ven da 5. Ampezzo/Anpezo


Trent sù, come il ted. er kommt von Trient herauf,
ma trent. *el ven da Trent su). Se il ladino occupa
o assume, comunque, una posizione “ponte”
775. Sara Moling, Gabi Mutschlechner,
rispetto alle varietà tedesche di contatto, perme- Ra mè prima paroles. Ladin (anpezan)–
ttendo un uso più massiccio delle nostre Italiano–Deutsch–English, San Martin
costruzioni binarie – dove i valori aspettuali delle de Tor, Uniun Ladins Val Badia / Istitut
stesse sono, in ogni caso, comuni anche al friu- Ladin Micurá de Rü, 2014, pp. 131.
lano e ad altre varietà –, lo stesso possiamo dire,
a parti invertite, per il cimbro, dove si osservano
Edizione in ladino ampezzano di Moling/
nel dialetto germanico calchi di verbi prepo-
Mutschlechner 20142 (→ scheda 758). [Anne-Ka-
sizionali da analoghe costruzioni romanze. Di
thrin Gärtig-Bressan]
grande interesse resta l’ipotesi, proposta dagli
AA., che l’uso di due ordini diversi nell’organiz-
zazione dell’elemento binario, nel ladino
odierno, dipenda dall’intreccio di fattori di con- 776. Ernesto Majoni, “Bruno Apollonio
servazione e di innovazione, dove si avrebbe una Nèrt e la prima ‘Grammatica del dia-
specializzazione semantica tra un ordine più an- letto ampezzano’”, Ladinia XLII, 2018,
tico, presente già nelle lingue romanze tardome- 105-113.
dievali, e un ordine più moderno, sostenuto dal
forte sviluppo della strategia composizionale con L’A. presenta un’opera basilare sul dialetto am-
indicatore di direzione. Da questo punto di vista, pezzano, riscoperta da J. Kramer nel 1986 e sot-
decisamente stimolante, per la prospettiva di tratta a una rielaborazione sin dal 1987. Bruno
ricerca che potrebbe aprire, è la ricognizione di Apollonio, membro della famiglia nobile dei
alcune fonti antiche di area italiana, che già da Nèrt, riceve una tarda commemorazione nella
un primo spoglio di documentazione presente Valle d’Ampezzo, anche se la situazione politica
nell’OVI (Opera del Vocabolario Italiano) per- della Grande Guerra e del fascismo hanno in-
mette di riconoscere la nostra costruzione binaria fluenzato il pensiero, italofilo, dell’A., maestro di
nei testi di uso pratico delle origini. [Federico Vi- professione, della prima grammatica ampezzana.
cario] [Gerald Bernhard]

4. Livinallongo/Fodom
6. Agordino-Cadore-Comelico
774. Sara Moling, Gabi Mutschlechner,
Mie prume parole. Ladin (fodom)–Ita- 777. Paola Barbierato, Maria Teresa Vi-
liano–Deutsch–English, San Martin de golo, Glossario del cadorino antico dai
Tor, Istitut Ladin Micurá de Rü / Uniun Laudi delle Regole (secc. XIII-XVIII)
Ladins Val Badia, 2014, pp. 131. con etimologie e forme toponomastiche,
Udine, Società Filologica Friulana
Edizione in ladino fodom di Moling/Mutschlech- “Graziadio Isaia Ascoli”, 2013.
ner 20142 (→ scheda 758). [Anne-Kathrin Gär-
tig-Bressan] Le due studiose padovane, M. T. Vigolo e P. Bar-
bierato, dedicano al cadorino antico un ricco vo-
lume, in cui discutono i lemmi principali di set-
tanta Laudi delle Regole cadorine. I Laudi delle
Regole erano dei documenti giuridici al pari degli
Statuti, ma che a differenza di questi ultimi face-
vano riferimento a comunità montane più ristrette.
350 RID/Schedario

Le norme locali raccolte nei Laudi erano di tipo trofe, e infine la discussione etimologica. Nel caso
consuetudinario e tramandate oralmente; furono di toponimi, si procede anche a una descrizione
poi messe per iscritto a partire dal XII secolo e fisica dell’oggetto geografico designato.
continuamente integrate e modificate fino alla In conclusione, grazie al trattamento minuzioso
fine del ’700. La lingua della maggioranza dei dedicato a ogni singolo lemma e all’ampio nu-
Laudi è il latino (talvolta con una successiva tra- mero di fonti spogliate, il presente volume si pre-
duzione in volgare); quelli più recenti sono scritti senta estremamente ricco. Di conseguenza,
in italiano. quest’opera costituirà senza dubbio uno stru-
Il glossario è preceduto da un’utile sezione intro- mento fondamentale per qualsiasi studio futuro
duttiva, relativamente ampia, che contiene non delle varietà cadorine. Non va infatti dimenticato
solo una discussione delle caratteristiche lingui- che anche i termini latini spesso presentano, a chi
stiche dei Laudi, ma anche un inquadramento sto- sa ben leggerli, molte informazioni preziose per
rico e giuridico. All’interno di questa sezione ricostruire le varietà parlate in quell’epoca. [Jan
spicca in particolare il contributo del compianto Casalicchio]
Giovan Battista Pellegrini, apparso nel 2002 in al-
tra sede e qui ripubblicato (con alcuni tagli) a mo’
di prefazione. Segue poi una presentazione delle 778. Maria Teresa Vigolo, Paola Bar-
AA., che illustra il ruolo dei Laudi nel sistema di bierato, “Escursioni idronimiche in Ca-
autogoverno del Cadore, e successivamente di-
scute le denominazioni dei vari incarichi previsti dore: i tipi rinus, rivus, *rogius”, in: Fe-
dalle Regole. derica Cugno, Laura Mantovani, Mat-
La parte più consistente del volume è costituita teo Rivoira, Maria Sabrina Specchia (a
dal repertorio, che si estende per ben 852 pp. Le cura di), Studi linguistici in onore di Lo-
voci provengono da tutta l’area cadorina, e i renzo Massobrio, Torino, Istituto del-
Laudi da cui sono tratte vanno dal ’200 al ’700. Il
repertorio raccoglie principalmente le forme del l’Atlante Linguistico Italiano, 2014,
lessico latino, sia quello comune che quello più 1085-1095.
tecnico, di tipo giuridico e istituzionale. Inoltre,
sono stati registrati anche numerosi toponimi e Il contributo presenta una consistente rassegna di
microtoponimi del Cadore, che in alcuni casi sono idronimi del Cadore, regione che le due AA.
sopravvissuti, mentre in altri hanno cambiato conoscono per intensa e proficua frequentazione
nome o non sono più identificabili. Sono anche scientifica, a partire da tre elementi primari indi-
registrati i termini in volgare particolarmente si- canti ‘ruscello, corso d’acqua’ variamente rapp-
gnificativi, a cui è stata dedicata un’apposita en- resentati, anche come voci di lessico comune,
trata (a titolo d’esempio: cao “capo, principio o nelle parlate dell’area. La documentazione con-
termine di un territorio”, forastiere e foresto “fo- sultata risulta davvero molto cospicua, a partire
restiere” con tutte le implicazioni a livello giuri- dai Laudi delle Regole, e numerosi sono i riferi-
dico-istituzionale che questo status comporta, ra- menti alla letteratura specialistica. Il tipo rin ‘rus-
vizza “erbe delle rape”, sesolin “piccola falce cello’ continua il noto gall. REINO / *RINO (REW
messoria”). 7327), alla base del tipo Reno in Emilia-Ro-
Le singole entrate sono strutturate secondo il se- magna, come anche del ted. Rhein, è decisamente
guente ordine: capolemma nella prima forma do- diffuso nell’area cadorina, a differenza dell’am-
cumentata, corpus delle attestazioni con citazione pezzano; si trova spesso da solo o combinato con
dei passi rilevanti e le eventuali traduzioni in vol- altri elementi, come p.es. Oltrarìn ‘oltre il rivo’,
gare contenute nelle integrazioni successive ai Longiarìn ‘lungo il rivo’, nonché con vari deter-
singoli Laudi. Seguono l’eventuale apparato cri- minanti come Rin alt, Rin bas, Rin da Borch, Rin
tico che mette a confronto versioni manoscritte e dal Lach etc. Anche il tipo lat. RĪUS, per il classico
trascrizioni successive, la definizione del lemma, RĪVUS (REW 7341), risulta molto frequente, in

la trattazione della voce con riferimenti alle forme tutta l’area, ancora una volta con varie combi-
attuali nei dialetti dell’area e anche in zone limi- nazioni e determinanti, p.es. Ru Secco, Ru Gran,
6. Ladinia dolomitica, Alto Adige/Südtirol 351

Ciamp da Ru, Pala da Ru etc. Il terzo idronimo compresi i comuni circostanti). Prima, tramite
considerato, un *ROGIUS continuatore di una voce un’intervista semistrutturata, si è mirato a rac-
prelat. ARRŬGIA (REW 678), presenta esiti popo- cogliere opinioni e atteggiamenti linguistici, e poi
lari come ruói, rói, soprattutto con il significato è stato fatto compilare un questionario contenente
di ‘rigagnolo, canale di scolo’, e numerosi de- 30 lemmi o espressioni tedesche tratti dalla
rivati, come roièl, roiàl, ruèl. [Federico Vicario] stampa sudtirolese. Questi ultimi sono stati scelti
in modo da stimolare delle reazioni (correzione,
valutazione) da parte degli informatori. Con le
B. Alto Adige/Südtirol trascrizioni di estratti delle interviste (conservate
con registrazioni audio), l’A. ci rende partecipi
delle riflessioni metalinguistiche degli intervistati,
0. Generalità relative al rapporto con gli italofoni, allo spazio
linguistico dei tedescofoni sudtirolesi e al tedesco
779. Simone Ciccolone, Lo standard te- standard in Sudtirolo, Austria e Germania.
desco in Alto Adige. L’orientamento Un ulteriore sottocap. si occupa di comporta-
mento correttivo e orientamento alla norma, e in
alla norma dei tedescofoni sudtirolesi,
esso vengono esposti i risultati delle interviste rel-
Milano, Edizioni Universitarie di Let- ativamente agli atteggiamenti linguistici verso le
tere Economia Diritto, 2010, pp. 158. varianti bundesdeutsch, austriache e sudtirolesi.
Dall’indagine emerge che dai tedescofoni
Il primo cap. di questo volume monografico è sudtirolesi il tedesco della Germania viene con-
dedicato alla definizione di “varietà standard”, la siderato, a livello consapevole, l’unico tedesco
cui marca distintiva, spiega l’A., è l’autonomia corretto, ma a livello inconscio è proprio il
rispetto alle varietà non standard, le quali invece tedesco bundesdeutsch ad essere percepito come
sono “coperte” (da una “lingua tetto”). La coper- un elemento estraneo, mentre il tedesco austriaco
tura, infatti, si esprime nel comportamento corret- viene sentito più vicino. Quanto al comporta-
tivo dei parlanti della varietà non standard. mento correttivo, risulta che le varianti sudtirolesi
Questo cap. tratta inoltre dello studio degli at- vengono usate per correggere sia le varianti della
teggiamenti linguistici e dell’orientamento alla Germania sia quelle austriache. Secondo l’A.,
norma, due aspetti importanti e strettamente col- quindi, si ha un risultato a livello pratico che si
legati tra di loro nell’ambito dell’argomento qui contrappone alle opinioni generali.
esaminato. Alcuni punti discussi a questo propos- L’ultimo cap., dedicato allo standard e alla piani-
ito sono: il fenomeno della polarizzazione, la ficazione linguistica, contiene le conclusioni in
lealtà linguistica, l’identità collettiva e le di- base ai risultati della ricerca. Un’attestazione im-
namiche identitarie. portante è che i germanofoni sudtirolesi
Segue, nel secondo cap., la descrizione della situ- preferiscono un tedesco comune, il più “globale”
azione del tedesco standard in Alto Adige. L’A. possibile e non sembrano sentire il bisogno di
fornisce dapprima un quadro sociolinguistico del specificità per affermare la propria identità. Tali
Sudtirolo, poi presenta gli agenti dello standard particolarità sono invece considerate, dai ger-
del tedesco in Alto Adige, e infine si occupa delle manofoni sudtirolesi, come un difetto. L’A. os-
varianti standard sudtirolesi. Per quanto riguarda serva, inoltre, che l’interferenza con l’italiano non
il tedesco standard di orientamento per i è più ritenuta una “minaccia” per il tedesco
sudtirolesi, è interessante il fatto che esso non è sudtirolese. Si arriva alla conclusione che la vari-
più lo standard austriaco di Vienna, ma lo stan- età standard sudtirolese è una varietà autonoma,
dard della Germania. di cui i parlanti non sono ancora completamente
Il terzo cap. presenta la ricerca svolta ed i suoi consapevoli. Chiudono il volume le appendici, tra
risultati. Sono state intervistate 78 persone, sud- cui una scheda di esempio del questionario, brevi
divise in sei fasce d’età, su quattro punti spiegazioni nonché i risultati dettagliati delle pro-
d’indagine. Si tratta di tedescofoni residenti a cedure statistiche effettuate sui dati del ques-
Bolzano, Merano, Silandro e Brunico (sempre tionario. [Brigitte Rührlinger]
352 RID/Schedario

780. Ilaria Riccioni, Bolzano, città di tavia, a questo proposito Riccioni evidenzia come
frontiera. Bilinguismo, appartenenza, Bolzano, pur rimanendo una città monocentrica,
stia anticipando la città policentrica, che vanifica
cittadinanza, Roma, Carocci, 2012, pp. la dialettica centro-periferia, aprendo “a uno svi-
232. luppo urbano contemporaneo plurale” (59). Par-
ticolarmente sentito anche dalla popolazione lo-
Il volume presenta i risultati di una ricerca socio- cale è il tema dell’immigrazione, in particolare
logica condotta da I. Riccioni come parte di un la- extra-comunitaria, che da un certo punto di vista,
voro di analisi richiesto dal Comune alla Libera ha riproposto in termini diversi gli storici contrasti
Università di Bolzano al fine di sviluppare un tra le due realtà identitarie più forti della regione,
piano sociale “Qualità della vita” orientato alle quella tedescofona e quella italofona (125). In-
esigenze della città e dei suoi abitanti. Si tratta di fine, a livello di istituzioni, permane la percezione
uno strumento di pianificazione per definire le di una distanza tra i bisogni del cittadino e le de-
misure d’intervento del Comune al fine di miglio- cisioni prese a livello burocratico-amministrativo:
rare la qualità di vita dei suoi cittadini su diversi al fine di favorire proprio la riduzione di questa
aspetti, dalla vivibilità dei diversi quartieri alla distanza e un maggiore legame tra cittadino e isti-
valorizzazione delle diverse identità linguistico- tuzione vengono presentate alla fine alcune linee
culturali della città. Accanto ai dati quantitativi guida operative, sviluppate sulla base delle inter-
elaborati periodicamente dall’ufficio provinciale viste condotte dalla ricercatrice.
di statistica (ASTAT), la ricerca di Riccioni pre- Il volume di Riccioni dunque presenta una inte-
senta invece i risultati di un’analisi di impatto più ressante panoramica storico-demografica e socio-
qualitativo, legata metodologicamente alla ricerca logica della città di Bolzano, enfatizzandone
sociale sul campo per mezzo dell’intervista bio- l’aspetto di “città delle differenze” (55), ma met-
grafica di profondità. tendo contemporaneamente l’accento sulle proble-
All’interno dell’analisi proposta nel volume si matiche ancora attuali dal punto di vista non solo
possono evidenziare almeno tre nuclei tematici di della vivibilità cittadina, ma soprattutto di integra-
particolare interesse, anche in ottica di future ri- zione linguistico-culturale tra i suoi abitanti, so-
cerche in ambito sociologico o sociolinguistico: prattutto alla luce delle forti ondate migratorie ex-
la differenziazione tra i diversi quartieri di Bol- tra-europee che hanno interessato anche il territo-
zano, le diverse presenze etniche e la percezione rio altoatesino negli ultimi anni. [Chiara Meluzzi]
dell’immigrazione extra-comunitaria, il legame
tra il cittadino e le istituzioni locali. Questi temi
sono variamente sviluppati in punti diversi del vo- 781. Siegfried Baur, Dietmar Larcher,
lume, inizialmente tramite una esposizione dei Fit für Europa: Erfahrungen mit Mehr-
dati storico-anagrafici o quantitativi e in seguito sprachigkeit in Südtirol. Studie zur sub-
entrando nel merito dei risultati della ricerca sul
jektiven Wahrnehmung sprachlicher
campo, con la citazione testuale dei passaggi più
significativi delle diverse interviste. A livello di Sozialisation von Absolventen und Ab-
quartieri, è interessante notare il permanere di un solventinnen höherer Schulen, Meran,
forte senso di appartenenza alla diversa realtà lo- Edizioni alphabeta, 2011, pp. 197.
cale, benché si delinei un cambiamento genera-
zionale, con la generazione più giovane che tende L’opera di Baur e Larcher è il prodotto di un pro-
a favorire luoghi di aggregazione più centrali, getto svolto in alcune scuole superiori dell’Alto
meno “delocalizzati” all’interno dello stesso quar- Adige (a Bolzano, Merano, Bressanone, Malles e
tiere (58). Permane anche nei giovani la sensa- Campo Tures) durante l’anno scolastico
zione che ogni quartiere sia una entità distaccata 2008/2009. Gli AA. hanno consultato 70 ragazzi
dalla “città”, termine con cui ancora si identifica – distribuiti su due gruppi linguistici, rispettiva-
il quartiere Centro; secondo l’A. questa perce- mente tedesco e italiano – sulle loro esperienze
zione sociale di distacco tra centro e periferia è nell’altra lingua e in merito alla cultura del bi- e
legata a una differenza di status e di struttura. Tut- plurilinguismo in Alto Adige.
6. Ladinia dolomitica, Alto Adige/Südtirol 353

Il libro è strutturato in sei capitoli. Nella prima e neanche di stabilire contatti con parlanti dell’al-
parte (primo e secondo cap.), gli AA. introducono tra lingua. Tirando le somme, è essenziale impe-
la problematica e l’interesse dello studio. Si pre- gnarsi anche fuori dalla scuola per la seconda lin-
figgono di scoprire se la scuola in Alto Adige gua. Un altro tema spesso affrontato è il dialetto
possa disporre delle condizioni favorevoli per tedesco in Alto Adige a causa del quale tanti gio-
prepararsi al plurilinguismo europeo. L’ipotesi vani italiani si sentono appesantiti. Se vogliono
della ricerca è che l’acquisizione del tedesco o entrare in contatto con giovani di madrelingua te-
dell’italiano come lingua seconda in Alto Adige desca, è indispensabile saper parlare il dialetto te-
sia sempre più delegata all’insegnamento scola- desco. Un ulteriore motivo che impedisce l’ap-
stico. L’obiettivo degli AA. è di mettere insieme, prendimento della lingua seconda è la paura di
in un primo passo, cosiddette biografie linguisti- fare errori. Alcuni ragazzi desidererebbero essere
che per poi, in un secondo momento, poter rico- buttati in un ambiente dove si parlasse solamente
struire l’apprendimento delle lingue. Inoltre, gli l’italiano o il tedesco, per esser così costretti a
AA. mirano a comprendere quale ruolo giochi parlare la lingua pur sbagliando. In conclusione,
l’ambiente sociale dei ragazzi, oltre alla scuola, gli AA. osservano che i giovani non riflettono in
nell’acquisizione delle lingue e nei rapporti con un modo vero e proprio sulla lingua: la socializ-
le lingue. Vengono utilizzate delle interviste nar- zazione e le esperienze formative non sono ac-
rative come strumento. Lo studio si basa dunque compagnate che da uno scarso discorso ragionato.
su esperienze soggettive, fatto che viene messo in Nel quinto cap., gli AA. si interessano alla do-
rilievo anche dagli AA. manda su come si diventi bilingue o si resti mo-
Nel terzo cap., gli AA. espongono i risultati delle nolingue in Alto Adige. Notano che tutti i giovani
interviste con i ragazzi. Un giovane di madrelin- intervistati sono interessati a imparare la seconda
gua italiana per es., descrive il tedesco come lingua provinciale e che considerano importante
“qualcosa di esterno” e spiega inoltre che in Alto anche l’apprendimento di una terza lingua come
Adige “ti senti come uno straniero, alla fine è di- l’inglese. Le opinioni dei giovani sui loro inse-
ventato così, anche se questa sia Italia.” I giovani gnanti di lingua seconda differiscono: mentre la
di madrelingua tedesca invece affermano di ve- gran parte dei giudizi è negativa, alcuni ragazzi si
nire a contatto con la lingua italiana soprattutto esprimono anche in modo positivo su di loro, so-
attraverso posizioni di lavoro nell’ambito del tu- prattutto su quelli provenienti dalla scuola ele-
rismo o della gastronomia. Dalle interviste risulta mentare e media. Gli AA. interpretano queste va-
in generale che i giovani cercano di entrare in lutazioni prevalentemente negative come addos-
contatto con l’altro gruppo linguistico, ma non samenti di tutte le colpe a certe persone, cioè agli
sempre funziona, perché le due etnie sono divise insegnanti. Aggiungono la critica che gli inse-
anche da un punto di vista istituzionale. In Alto gnanti a scuola si vedono di fronte al compito in-
Adige esistono strutture separate per gli italiani e solubile di rappresentare il “mondo degli altri” ad-
per i tedeschi: asili, centri per giovani, e persino densato in una sola persona e di provare che tutti
bar e pub dove ci si incontra. i pregiudizi negativi sono falsi. Inoltre criticano
Nel quarto cap., gli AA. raggruppano frammenti la divisione dei due gruppi linguistici e la descri-
delle interviste con i giovani altoatesini suddivise vono come controproducente per lo sviluppo di
in argomenti come famiglia, scuola, riflessione una cultura plurilingue. La soluzione degli AA.
sull’acquisizione di lingue/linguistica, esperienze, sarebbe di spezzare la costruzione sociale della
ecc. Una gran parte dei ragazzi rileva l’impor- diversità “naturale” delle due etnie e la rappresen-
tanza della propria famiglia, non solo nell’au- tazione della didattica come toccasana. Solo in
mento della motivazione, ma per l’intero processo tal modo sarebbe possibile – secondo gli AA. –
di apprendimento del tedesco o dell’italiano come sciogliere/liberare e sfruttare le energie positive
lingua seconda. Al contrario, esperienze scolasti- della convivenza delle due etnie.
che bilingui sono spesso mostrate in maniera ne- In un riassunto nel sesto cap., gli AA. rimandano
gativa, visto che – secondo i ragazzi – la scuola alle condizioni ideali per una socializzazione plu-
non è in grado di trasmettere le competenze ne- rilingue in Alto Adige. Rilevano che la provincia
cessarie per comunicare in una società bilingue, dedica molta attenzione alla mediazione plurilin-
354 RID/Schedario

gue, tuttavia essa non è ancora soddisfacente. Per L’analisi di questi dati procede poi all’interno di
questo motivo i giovani non si rallegrano del bi- un paradigma teorico di tipo generativista, dichia-
e/o plurilinguismo e non sono neanche consci dei ratamente afferente alla Optimality Theory, tra-
vantaggi che risulterebbero dalla convivenza delle mite il quale si evidenzia come la distribuzione
due etnie. Gli AA. terminano il loro studio con la della sonorità delle ostruenti nei diversi contesti
proposta di promuovere una cultura plurilingue e fonologici farebbe emergere una grammatica co-
un approccio del tipo lingue miste per le scuole. mune a tutte le varietà germaniche di area. All’in-
[Monika Messner] terno di questa grammatica si inserirebbero i due
constraints (SON-[-VC]-SON e IDENT(VC)-FRIC), i
quali sarebbero i soli necessari, unitamente a mi-
782. Birgit Alber, “Obstruent Systems nime specificazioni e riscritture, in particolare ri-
guardo la sonorità della fricativa, per spiegare an-
of Northern Italy”, L’Italia dialettale
che i fenomeni di microvariazione presentati in
LXXV, 2014, 13-36. precedenza. L’articolo procede poi a illustrare
l’applicazione di queste regole nelle varietà inda-
L’articolo analizza la distribuzione della sonorità gate per quanto riguarda la distribuzione di sono-
delle consonanti ostruenti nelle varietà germani- rità (e sordità) delle ostruenti, lasciando anche
che (e romanze) nella zona di confine tra Tren- spazio a ipotesi contattologiche per spiegare la
tino, Veneto e Alto Adige / Südtirol. I dati sono microvariazione individuata, che viene poi in ul-
stati raccolti tramite questionari sottoposti a pochi timo spiegata come conservazione di tratti arcaici
parlanti per le rispettive varietà, di età molto va- nel Mòcheno e nel Cimbro di Luserna. [Chiara
riabile, tra i 46 e i 97 anni. Ogni questionario con- Meluzzi]
teneva 300 parole con le ostruenti in tutti i conte-
sti fonologici rilevanti (iniziale di parola, in posi-
zione mediale intersonorantica, in finale di pa- 783. Silvia Dal Negro, “Dealing with
rola); i partecipanti dovevano tradurre ogni bilingual corpora: parts of speech dis-
stimolo da una varietà romanza alla loro varietà
germanica (e viceversa), onde evitare alcuna in- tribution and bilingual patterns”, Revue
fluenza della L1 del rilevatore. française de linguistique appliquée
Com’è noto, nelle varietà germaniche di que- XVIII/2, 2013, 15-28.
st’area è presente un contrasto in sonorità e non
in aspirazione, a differenza di altre varietà di te- Questo articolo presenta il corpus Kontatto, creato
desco, mentre il contrasto tra sorda e sonora è presso la Libera Università di Bolzano. Finalità
neutralizzato in posizione finale e, a volte, anche del corpus è supportare con dati quantitativi le
in posizione mediana. Anche nelle varietà inda- analisi dei fenomeni di bilinguismo, come la com-
gate si riscontra la presenza di desonorizzazione mutazione di codice o i prestiti. La comunità
finale, mentre dati più interessanti emergono per presa in esame appartiene al gruppo linguistico
quanto riguarda la desonorizzazione delle tedesco residente nell’area meridionale dell’Alto
ostruenti in posizione mediale (prevalentemente Adige, dove è più forte la presenza dell’italiano
intervocalica), che sembra essere influenzata dalla (e in misura minore del dialetto trentino).
quantità della vocale precedente: in particolare, L’utilizzo di un corpus annotato per studiare i fe-
l’A. riporta che le vocali brevi sono seguite solo nomeni di bilinguismo offre grandi possibilità, ma
da occlusive sorde. Vengono anche discussi feno- richiede anche delle valutazioni di tipo metodo-
meni interessanti di microvariazione a proposito logico, che l’A. affronta dettagliatamente. Una
del Mòcheno e del Cimbro di Luserna per le cui questione particolarmente importante è capire
varietà si segnala un processo di sonorizzazione quando i parlanti si trovano in “modalità” bilin-
della fricativa tra due sonoranti in posizione me- gue, quando in quella monolingue e quando in
diale (ad es. mocheno [ʃlo:vn] “dormire”); questa una versione per così dire intermedia. Stabilire la
sonorizzazione non si riscontra invece nelle va- modalità, infatti, è indispensabile non solo per co-
rietà cimbre di Giazza e Roana e nemmeno nelle gliere il quadro generale in cui si situano i singoli
varietà germaniche tirolesi. interventi dei parlanti, ma anche per interpretare
6. Ladinia dolomitica, Alto Adige/Südtirol 355

correttamente i singoli casi di inserzione di mate- vazione è sovrapponibile all’area di contatto. Se


riale proveniente da lingue diverse. A tal fine, l’A. questa investe invece un’area più ampia si tratta
attribuisce un ruolo chiave alla presenza di verbi generalmente di un fenomeno indipendente.
provenienti dall’italiano (o trentino): mentre in- Per illustrare i diversi casi teorizzati dal modello,
fatti nomi e marcatori di discorso italiani sono gli AA. scelgono tre fenomeni presenti nell’area
spesso utilizzati anche in modalità monolingue, i alpina centro-meridionale e appartenenti rispetti-
verbi sono meno frequenti nel corpus ed appaiono vamente a fonologia, morfologia e sintassi: il
soprattutto quando c’è una maggior presenza glo- primo è la desonorizzazione delle occlusive in
bale dell’italiano. Di conseguenza, un rapporto fine di morfema nelle varietà romanze. In questo
equilibrato tra nomi e verbi provenienti dall’ita- caso la distribuzione geografica mostra che non
liano è visto come caratteristico della modalità bi- si può considerare un fenomeno dovuto al con-
lingue. tatto. La seconda proprietà è di tipo morfologico,
Infine, l’A. individua un secondo indicatore della e riguarda il sincretismo dei pronomi di nomina-
modalità bilingue: se più del 6% dei tokens pro- tivo e accusativo alla terza persona nel cimbro di
viene dall’italiano o trentino, si può presumere Giazza. Nel modello proposto dagli AA. questo
che il parlante sia in modalità bilingue. Questa fenomeno risulta favorito, ma non causato, dal
percentuale è stata scelta perché corrisponde alla contatto. Infine, la posizione postnominale degli
media complessiva di tokens italiani/trentini nel- aggettivi a Giazza: essendo una posizione tipolo-
l’intero corpus. [Jan Casalicchio] gicamente marcata e generalmente assente in area
germanofona, gli AA. analizzano quest’innova-
zione come causata dal contatto. [Jan Casalic-
784. Birgit Alber, Stefan Rabanus, Ales- chio]
sandra Tomaselli, “Contatto Linguistico
nell’area alpina centro-meridionale”, in:
785. Chiara Meluzzi, “‘Zeta’ di fron-
Laura Colombo et al. (a cura di), La
tiera: confronto tra giovani bolzanini
sensibilità della ragione. Studi in omag-
italofoni e germanofoni”, Éducation et
gio a Franco Piva, Verona, Edizioni
Sociétés Plurilingues 39, 2015, 89-100.
Fiorini, 2012, 1-19.

Questo saggio, dedicato a F. Piva, ha come argo- Questo studio analizza la realizzazione delle af-
mento il contatto linguistico, e in particolare af- fricate dentali /ts, dz/ nell’italiano di Bolzano,
fronta la questione di come distinguere il cambia- nella pronuncia di parlanti nativi italofoni e di
mento dovuto al contatto da quello avvenuto per parlanti tedescofoni. L’approccio sociolinguistico
cause interne. In molti casi, infatti, non è facile adottato ha come scopo di individuare l’effetto del
individuare le cause esatte di un’innovazione, né contatto linguistico sulla realizzazione fonetica di
decidere se la presenza di una proprietà simile in queste affricate, in particolare sulla loro sonorità.
due lingue parlate in territori adiacenti sia dovuta I partecipanti sono suddivisi in quattro tedesco-
al contatto oppure sia uno sviluppo parallelo in- foni e quattro italofoni bolzanini, con parità di ge-
dipendente. nere tra i gruppi, età tra i 19 e i 31 anni e un livello
Per individuare il ruolo del contatto in una deter- di istruzione alto.
minata innovazione, gli AA. propongono un mo- Dallo studio risulta che i parlanti tedescofoni
dello basato su due fattori: la marcatezza e la di- hanno più spesso una realizzazione sorda, qual-
stribuzione geografica. Solo se l’innovazione siasi sia il contesto fonotattico, rivelando dunque
porta ad un aumento di marcatezza si può ipotiz- l’effetto della propria L1 (che non possiede sibi-
zare un cambiamento dovuto a contatto. Per i lanti sonore). Nei casi in cui hanno una pronuncia
cambiamenti che portano a una diminuzione di sonora questo rispecchia l’uso L1 dell’italiano
marcatezza, invece, si può ipotizzare che il cam- settentrionale, ed è dunque una probabile conse-
biamento sia stato favorito (ma non causato) dal guenza del contatto linguistico. Viene inoltre con-
contatto se la distribuzione geografica dell’inno- statato che la durata delle affricate sorde è più
356 RID/Schedario

lunga tra gli italofoni, senza che l’A. menzioni Queste diverse varietà sono tutte rappresentate nel-
tuttavia la maggiore presenza di geminate in ita- l’analisi, che si articola su più livelli: quello fono-
liano rispetto al tirolese come spiegazione per logico (con un’osservazione dettagliata dei contra-
questo fenomeno. Per quanto riguarda il luogo di sti laringali delle occlusive sia nelle varietà germa-
articolazione, l’A. riconosce a ragione l’influenza niche che nel trentino), quello morfologico (in cui
dei dialetti trentini nel fatto che le affricate siano si osserva in particolare il paradigma del pronome
più dentali (o dentalizzate) tra gli italofoni. personale di terza persona singolare, sempre con-
Visto che i casi di semi-sonorità dell’affricata pre- frontando varietà germaniche e romanze) e quello
sentati nell’articolo hanno in comune la presenza sintattico (sulla posizione prenominale o postno-
di una /n/ prima della affricata, si potrebbe vedere minale dell’aggettivo e su quella del verbo flesso).
qui un parallelo con il processo fonologico di so- L’articolo riunisce interessanti riflessioni sui si-
norizzazione delle fricative post-nasali nei dialetti stemi linguistici a contatto già avviate in prece-
trentini (ad es. senso pronunciato [sɛnzo]). denti lavori degli stessi AA. e riprese in pubbli-
Lo scritto pone e risponde a domande pertinenti, cazioni successive; qui le osservazioni sui vari li-
mostrando con uno studio quantitativo metodico velli di analisi e sui diversi sistemi a contatto ven-
i diversi effetti della lingua madre sulla pronuncia gono efficacemente integrate in una visione
di queste affricate. – Errata: Il riassunto franco- complessiva dell’area, arrivando a concludere che
fono contiene “Tyrol septentrional” piuttosto che il contatto tra germanico e romanzo mostra segni
“du sud/méridional”. Si noti inoltre che la fig. 4 e più evidenti nell’ambito della morfologia e della
la tab. 2 sono la stessa tabella, ripetuta ridondan- sintassi (non nei sistemi fonologici), come evi-
temente. [Joachim Kokkelmans] denziano l’introduzione della posizione postno-
minale per gli aggettivi attributivi e la perdita di
strutture OV e V2. Tutti questi effetti, però, non
1. Isole linguistiche tedesche/di ori- sarebbero esito di un “prestito strutturale diretto”,
quanto di un’accelerazione di dinamiche di cam-
gine germanica
biamento “interne”, già presenti in forma latente
nelle varietà di origine. [Simone Ciccolone]
786. Birgit Alber, Stefan Rabanus, Ales-
sandra Tomaselli, “Continuum lingui-
stico e contatto fra varietà germaniche 787. Birgit Alber, “Die deutschen
e romanze”, in: Francesca Dalle Pezze, Sprachinseln der Zimbern und Fersen-
Matteo De Beni, Renzo Miotti (a cura taler in Norditalien. Konservativität, In-
di), Quien lengua ha a Roma va. Studi novation und Kontakt im Lautsystem”,
di lingua e traduzione per Carmen Na- in: Rainer Schlösser (a cura di), Spra-
varro, Mantova, Universitas Studiorum, chen im Abseits. Regional- und Minder-
2014, 9-36. heitensprachen in Europa, München,
AVM.edition, 2015, 19-45.
In questo contributo alla collettanea in onore di
Carmen Navarro, i tre AA. presentano un’analisi Questo articolo compara le consonanti ostruenti
dettagliata del continuum linguistico e degli effetti nei dialetti germanici parlati in Italia nelle isole
del contatto in un’area di confine tra varietà ger- linguistiche dei cimbri e dei mòcheni, nel Trentino
maniche e varietà romanze, quella del Trentino- e nel Veneto. Tali varietà sono state in contatto per
Alto Adige. L’area, com’è noto, comprende più secoli con i dialetti italiani senza essere connesse
situazioni di contatto e una notevole ricchezza di geograficamente ai dialetti germanici. Vengono
varietà specifiche, sia sul versante germanico (con analizzati i contrasti di sonorizzazione presenti in
i dialetti bavaresi dell’Alto Adige, il cimbro e il queste varietà in relazione al loro contesto fono-
mòcheno) sia sul versante romanzo (con ladino, tattico, per poi rispondere alla domanda se questi
varietà dei dialetti veneti e dialetti veneto-lom- contrasti si possano spiegare come un tratto con-
bardi del Trentino). servativo o innovativo, e quale sia stato il ruolo
6. Ladinia dolomitica, Alto Adige/Südtirol 357

del contatto linguistico con i dialetti italiani nel fa- un’ostruente sorda – e opzionalmente con i nessi
vorire tale conservatività o innovazione. [sC] – non si osserva nessun cambiamento a li-
Dopo un riassunto della situazione geografica, vello superficiale (paizn-pisn “mordere-morso”).
storica e sociolinguistica del cimbro e del mò- In questo contributo si propone che le diverse
cheno, viene osservato che queste varietà hanno strategie siano dovute a un’allomorfia suppletiva
conservato e regolarizzato un processo di leni- condizionata a livello fonologico. Non si avrebbe
zione del tedesco medievale che rende sonore le dunque un unico morfema soggiacente per tutti i
fricative in contesti presonoranti. Le eccezioni verbi (come invece succede per esempio nel caso
vengono spiegate con la presenza di una gemi- degli allomorfi del plurale inglese, tutti ricondu-
nata. L’A. conclude mostrando che la desonoriz- cibili a /-z/), ma due allomorfi, uno caratterizzato
zazione finale non è il risultato del contatto tra va- come prefisso ga- e l’altro come fascio di tratti
rietà germaniche e romanze. Nonostante la descri- sottosegmentali [–cont, –sonoro]. Quest’ultimo
zione chiara dei dialetti analizzati e l’argomenta- può dare come risultato un’affricata, se il primo
zione convincente rispetto ai loro processi fonema è una fricativa; risulta invece in una coa-
fonologici, si rilevano due aspetti migliorabili: lescenza quando la radice inizia in ostruente
L’A. precisa solo all’ottava p. dell’articolo che sorda, un processo che appare come assenza di
oggetto di ricerca saranno specificamente le modifiche superficiali della radice verbale.
ostruenti nelle varietà analizzate; sarebbe stato Per spiegare la distribuzione dei due allomorfi,
preferibile esporre l’oggetto nel titolo dell’arti- l’A. propone un approccio basato sulla Teoria del-
colo o nell’introduzione. – La scelta di analizzare l’ottimalità, in cui la selezione dipende da una li-
le fricative labiali e coronali ma non quelle dorsali sta di restrizioni di marcatezza e di fedeltà, elen-
non viene esplicitamente legittimata, anche se si cate in un ordine preciso (ranking). L’uso dell’al-
può supporre che essa sia dovuta all’assenza di lomorfo [–cont, –sonoro], che è interpretato come
fricative dorsali nelle varietà italiane. Non viene il default, è dovuto alla restrizione *[+SONORO],
chiarito dunque se le fricative dorsali si compor- posta ai vertici della lista: la sua applicazione ri-
tino come le altre fricative o meno (ad es. diven- chiede delle forme che inizino per consonante
tando sonore in contesti sonori). sorda. Nei casi in cui si utilizza ga-, invece, pos-
L’articolo propone un’analisi basata su argomenti sono prevalere tre possibili restrizioni; il tipo di
nuovi e convincenti, permettendo di predire la so- restrizione dipende dal contesto.
norità delle fricative in queste varietà. [Joachim Un fattore che rende l’analisi proposta dall’A.
Kokkelmans] particolarmente interessante è che – come osser-
vato nelle conclusioni – i ranking utilizzati nella
selezione dell’allomorfo non sono creati ad hoc,
788. Birgit Alber, “Past Participles in ma rispecchiano quelli riscontrabili anche in altri
ambiti della grammatica del mòcheno. [Jan Ca-
Mòcheno: Allomorphy, Alignment and
salicchio]
the distribution of Obstruents”, in:
Michael T. Putnam (a cura di), Studies
on German-Language Islands, Amster- 789. Federica Cognola, “‘Io l’ho vist
dam, John Benjamins, 2011, 33-63. dal pontesel giò’. Sull’acquisizione del
mòcheno nella scuola dell’infanzia”, in:
In mòcheno esistono tre strategie di prefissazione Patrizia Cordin (a cura di), Didattica di
per formare i participi passati. La prima è l’uso lingue locali. Esperienze di ladino, mò-
del prefisso ga- (cf. il tedesco standard ge-): si ap-
plica con le radici verbali che iniziano per cheno e cimbro nella scuola e nell’uni-
ostruente sonora, sonorante e [h] (per es. bisn-ga- versità, Milano, FrancoAngeli, 2011,
bist “sapere-saputo”). La seconda strategia coin- 39-64.
volge le fricative, che passano alla corrispondente
affricata sorda (viern-pfiert “condurre-condotto”). In questo contributo F. Cognola discute alcuni ri-
Infine, quando la radice verbale inizia con sultati di un’indagine svolta nella scuola d’infan-
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zia della valle dei Mòcheni. In una prima parte operatori che lavorano – o che si stanno formando
l’A. descrive la situazione linguistica che ha po- per lavorare – nei territori in cui si parla mòcheno
tuto osservare nella scuola, mentre le pagine suc- o cimbro.
cessive sono dedicate a considerazioni sulla pro- Le diverse attività didattiche avevano una durata
duzione linguistica dei bambini bilingui mòcheno complessiva di 80 ore ed erano raggruppate in tre
– italiano/trentino. ambiti: l’ambito linguistico prevedeva lezioni di
La scuola d’infanzia della valle dei Mòcheni è ge- linguistica del cimbro o mòcheno (a seconda della
stita in italiano, ma prevede alcuni momenti de- lingua del partecipante), di ortografia e gramma-
dicati al mòcheno. Questi corrispondono a delle tica di cimbro/mòcheno e infine lezioni sul con-
attività rituali (per es. il saluto mattutino con l’in- tatto linguistico. L’ambito glottodidattico inclu-
dicazione del giorno della settimana), oppure a deva lezioni di acquisizione linguistica e di glot-
delle attività isolate in cui si stimola la produzione todidattica del mòcheno e cimbro. Infine, l’am-
dei bambini attraverso filastrocche o canzoni. I ri- bito culturale e antropologico prevedeva lezioni
sultati però dimostrano che il mòcheno rimane ai di antropologia alpina e sul patrimonio culturale
margini delle interazioni concrete: la lingua di co- materiale e immateriale (inclusa la toponoma-
municazione usata dai bambini nella quotidianità stica). Per l’accreditamento finale i partecipanti
è esclusivamente l’italiano. L’A. a questo propo- dovevano presentare un certificato di conoscenza
sito propone di rafforzare la presenza del mò- del mòcheno o cimbro a livello B2.
cheno attraverso il racconto di storie e l’uso di Il corso ha suscitato un grande interesse, e il nu-
materiale diversificato in mòcheno, per far sì che mero dei partecipanti (quasi 50 tra partecipanti e
questa lingua venga usata nei momenti più vari uditori) ha superato ogni aspettativa. Una buona
della giornata. notizia, alla luce dell’importanza che rivolge la
Per quanto riguarda la produzione in mòcheno dei formazione di insegnanti e operatori per la salva-
bambini bilingui, l’A. si concentra sui casi di guardia delle lingue di minoranza del Trentino.
code-mixing nei test di produzione, che possono [Jan Casalicchio]
riguardare sia l’inserzione di singole parole, sia
di sintagmi interi (solo nei casi dei bambini con
competenza più bassa). Inoltre, discute la regola 791. Ermenegildo Bidese, “Linguistica
del verbo secondo e la conseguente inversione delle lingue locali: il caso del cimbro e
“verbo-soggetto”, una regola che in mòcheno di- del mòcheno all’Università di Trento”,
pende da fattori pragmatici e contestuali. Nella in: Patrizia Cordin (a cura di), Didattica
produzione dei bambini non si osservano frasi
di lingue locali. Esperienze di ladino,
agrammaticali, ma processi di generalizzazione
che “semplificano” le regole: i soggetti nominali mòcheno e cimbro nella scuola e nel-
vengono sempre anteposti al verbo, e inoltre i l’università, Milano, FrancoAngeli,
bambini più deboli evitano di utilizzare i pronomi 2011, 115-132.
clitici soggetto che richiedono obbligatoriamente
l’enclisi. [Jan Casalicchio] Benché nei decenni passati le province del Tren-
tino e dell’Alto Adige abbiano sostenuto in vario
modo la tutela delle minoranze linguistiche stori-
790. Patrizia Cordin, “Insegnare e ap- che insediate sul loro territorio, e benché, allo
prendere lingue di minoranza”, LEM stesso tempo, il numero di studi scientifici che si
occupano di vari fenomeni in queste lingue sia au-
XI/22, 2017, 10-11. mentato notevolmente, è raro che tematiche legate
alle minoranze linguistiche vengano trattate nel
Questo breve articolo, apparso sulla rivista del- contesto della formazione universitaria.
l’Istituto Culturale Mòcheno, presenta il corso In- Una interessante eccezione è il progetto “Alta for-
segnare e apprendere le lingue di minoranza, or- mazione in materia di minoranze linguistiche”, ri-
ganizzato dal Dipartimento di Lettere e Filosofia sultato di una cooperazione fra la Regione Tren-
dell’Università di Trento e rivolto a insegnanti e tino Alto Adige/Südtirol e l’Università degli Studi
6. Ladinia dolomitica, Alto Adige/Südtirol 359

di Trento, attivato nell’anno accademico 2008/09 rozzo/Vlarotz, Frassilongo/Garait e Palù del Fer-
presso la Facoltà di Lettere dell’Università di sina/Palai en Bersntol. Nel censimento 2011,
Trento. Nel suo articolo, E. Bidese, uno dei pro- l’89,2% (868 su 973) degli abitanti di questi co-
motori insieme alla direttrice del progetto, P. Cor- muni si dichiarano “mòcheni”, indicando che il
din, ce ne offre un resoconto dettagliato. senso di appartenenza alla comunità mòchena re-
Il progetto si articola in due moduli di lezioni, uno sta forte, sul territorio. Per quanto riguarda la
che riguarda la minoranza linguistica cimbra, l’al- competenza linguistica, il 70,9% delle persone
tro quella mòchena, ciascuno a sua volta diviso in censite nella fascia d’età fra gli 11-24 anni di-
una serie di lezioni che hanno come oggetto tre chiara di parlare il mòcheno, una percentuale che
aree tematiche: a) la storia delle lingue trattate, b) purtroppo ha subìto una flessione rispetto al cen-
la loro struttura grammaticale e c) la loro didattica simento del 2001, quando l’81,5% si dichiaravano
e rivitalizzazione. Le lezioni si rivolgono sia agli parlanti, nella stessa fascia d’età. La percentuale
studenti della Facoltà di Lettere che ai parlanti è più alta nelle fasce d’età più avanzate, fino a
delle lingue di minoranza e sono comunque aperte raggiungere l’89% nei parlanti di 65 anni e oltre,
al pubblico. Sono tenute sia da docenti dell’Uni- ma la flessione rispetto al 2001 riguarda un po’
versità di Trento che da riconosciuti studiosi della tutte le fasce d’età. La percentuale più alta di par-
lingua cimbra e mòchena. lanti si riscontra nel comune di Palai, seguito da
Bidese sottolinea i risultati positivi ottenuti a con- quello di Garait, mentre quella più bassa è nel co-
clusione del progetto, come la presenza a lezione mune di Vlarotz. Curiosamente, rispetto al 2001,
non solo di studenti, ma anche di parlanti delle risulta in netto calo il numero di persone che di-
lingue di minoranza e, in generale, il contributo chiarano di saper scrivere il mòcheno (intorno al
dato dal corso all’aumento di visibilità e di pre- 50%, nel censimento del 2011). Questo, secondo
stigio delle lingue di minoranza, anche a livello Toller, è però l’espressione di una maggiore con-
accademico. Non nasconde tuttavia anche aspetti sapevolezza nella popolazione che la scrittura ri-
critici, come p.es. l’estraneità degli studenti uni- chiede una specifica formazione. Infatti, il decen-
versitari agli studi linguistici legati alle lingue mi- nio fra i due censimenti ha visto lo sviluppo di
noritarie, dovuta probabilmente al fatto che du- un’ortografia standard per il mòcheno, una lingua
rante i loro studi di germanistica vengono esposti che fino ad allora era stata usata prevalentemente
quasi esclusivamente alle strutture della lingua te- in forma orale, oltre che l’offerta di numerose ini-
desca standard. Come osserva l’A., gli argomenti ziative, organizzate per lo più dall’Istituto Cultu-
di didattica delle lingue di minoranza e del lan- rale Mòcheno e dall’Università di Trento, per pro-
guage planning meriterebbero più attenzione. Un muoverne l’uso scritto. Infine, l’introduzione di
primo passo in questa direzione sarebbe lo svi- un esame di mòcheno (il cosiddetto “patentino”),
luppo di materiali didattici basati sui risultati delle che conferisce un titolo di precedenza nei con-
ricerche teoriche, rese però fruibili agli operatori corsi pubblici presso gli enti locali, ha contribuito
linguistici in loco. [Birgit Alber] alla rivalutazione del mòcheno scritto, ma forse
anche alla diffusione, fra i parlanti, della sensa-
zione di non possedere una competenza scritta
792. Leo Toller, “La conoscenza della nella propria lingua. L’A. conclude che anche se
continua ad essere forte il senso di appartenenza,
lingua mòchena. I dati del censimento
i dati sul calo della competenza linguistica sono
linguistico del 2011”, LEM X/19, 2016, preoccupanti, soprattutto alla luce del fatto che è
10-17. la lingua a caratterizzare maggiormente la comu-
nità mòchena. [Birgit Alber]
Nel suo articolo sulla rivista LEM, edita dall’Isti-
tuto Culturale Mòcheno, L. Toller riassume e
commenta i risultati del censimento 2011 per i 793. Dieter Kattenbusch, “Zu Besuch
questiti che riguardano l’appartenenza alla comu-
nità mòchena e la competenza linguistica dichia- bei den letzten Zimbern im Veneto”, in:
rate dagli abitanti dei comuni mòcheni di Fie- Paul Danler, Christine Konecny (a cura
360 RID/Schedario

di), Dall’architettura della lingua ita- dinali a partire da “5”, per cui si ricorre spesso ad
liana all’architettura linguistica del- un italianismo (sinque “5”) o a una perifrasi (vire
un andere tsvòa “quattro e altri due”, “6”). Se-
l’Italia. Saggi in omaggio a Heidi Sil- condo lo studio, il lessico cimbro è inoltre carat-
ler-Runggaldier, Frankfurt am Main, terizzato da una serie di venetismi come ad es.
Peter Lang, 2014, 563-569. barba “zio” o peskarn “pescare” (con assimila-
zione morfologica della forma dell’infinito in -n).
Breve saggio su una visita degli “ultimi cimbri” [R.B.]
del Veneto, più precisamente a Giazza/Ljétzan
(prov. di Verona), dove l’A. si è recato per ese- Nota:
guire un’inchiesta dialettale nel quadro del pro- Per il prossimo schedario “ladino/sudtirolese” si
getto geolinguistico VIVALDI, un atlante lingui- vedano gli elenchi dei titoli disponibili per recen-
stico sonoro dell’Italia (<https://www2.hu-ber- sione sui siti <http://ald.sbg.ac.at/rid/> e/o
lin.de/vivaldi/>). La drastica situazione dei pochi <https://www.sbg.ac.at/rom/rid/> che verranno
dialettofoni viene esemplificata tramite una serie regolarmente aggiornati.
di lacune lessicali: mancano, ad es., le cifre car- [Roland.Bauer@sbg.ac.at]

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