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DOMENICA 22 OTTOBRE 2023 CORRIERE DELLA SERA LA LETTURA 53

(
Un altro «Calamus»
Rivelerò io cosa dire di me è il titolo con cui Leaves of Grass (1860). A Parallel Text
Marcos y Marcos propone la «nuova versione (1955). Di Foglie d’erba, il libro di Whitman sul

Percorsi Avventure
integrale» di Calamus di Walt Whitman curata quale si fonda la poesia americana, Calamus
e tradotta da Diego Bertelli sull’edizione di è una sezione chiave, nella quale Bertelli
Fredson Bowers, Whitman’s Manuscripts: sottolinea gli aspetti di «fluidità» sessuale.

Ogni epoca cerca la sua traduzione esemplare di Omero, anche a costo di


esperimenti fallimentari (vedi Cesare Pavese). Ora tocca a Daniele Ventre

L’uomo ricco di astuzie raccontami, o Musa, che a lungo


Odissea errò dopo ch'ebbe distrutto la rocca sacra di Troia;
I primi dieci versi di molti uomini le città vide e conobbe la mente,
molti dolori patì in cuore sul mare,
lottando per la sua vita e pel ritorno dei suoi.
Ma non li salvò, benché tanto volesse,
per loro propria follìa si perdettero, pazzi!,
che mangiarono i bovi del Sole Iperione,
e il Sole distrusse il giorno del loro ritorno.
Anche a noi di' qualcosa di queste avventure, o dea, figlia di Zeus.
(Rosa Calzecchi Onesti, 1963)
© 1970, 1995, 2005 e 2014 Giulio Einaudi Editore s.p.a., Torino

Musa, quell’uom di multiforme ingegno


Dimmi, che molto errò, poich’ebbe a terra
Gittate d’Ilïòn le sacre torri;
Che città vide molte, e delle genti Musa, l’eroe dalle vie molteplici dimmi, che molto
peregrinò, rovesciata la sacra fortezza di Troia;
L’indol conobbe; che sovr’esso il mare

i
Molti dentro del cor sofferse affanni, di molti uomini vide città, ne conobbe la mente,
Mentre a guardar la cara vita intende, molti dolori sul mare patì dentro l’animo suo,
E i suoi compagni a ricondur: ma indarno mentre cercava a sé vita e ritorno per i compagni.
Ricondur desïava i suoi compagni, Non li ha salvati i compagni, però, contro il suo desiderio:
Ché delle colpe lor tutti periro. già, per le proprie stesse insipienze si sono perduti,
Stolti! che osaro vïolare i sacri stolti, che li consumavano i buoi d’Iperione, del Sole,
Al Sole Iperïon candidi buoi nel divorarli, e per loro il dio tolse luce al ritorno.
Con empio dente, ed irritâro il nume, Da dove vuoi, o dea figlia di Zeus, tu racconta anche a noi.
Che del ritorno il dì lor non addusse. (Daniele Ventre, 2023)
Deh! parte almen di sì ammirande cose © Adriano Salani Editore, Milano
Narra anco a noi, di Giove figlia e diva.
(Ippolito Pindemonte, 1822)

Corriere della Sera

Una lingua nuova


OMERO
Odissea
Traduzione e cura
di Daniele Ventre
PONTE ALLE GRAZIE
Pagine 1.310, e 49

per inseguire l’Odissea


In libreria dal 27 ottobre

Il poema
L’Odissea narra le vicende
dell’eroe Ulisse, il suo ritorno
dalla guerra di Troia all’isola
di Itaca della quale era
sovrano e la riconquista del
trono. Si ritiene che l’Odissea
sia più recente dell’Iliade e la di ALESSIO TORINO

V
sua redazione, salvo
interpolazioni successive, erso la fine degli anni Quaranta, Cesare Pavese romana della Camena e altre finezze messe in luce da «i deschi», eccetera. Nelle figure retoriche smaccate «na-
risalga probabilmente si cimenta nella traduzione dell’XI libro del- Scevola Mariotti in Livio Andronico e la traduzione arti- ve azzurra di prora», «tenebra cupa di nebbie». Nell’epi-
agli inizi del VII secolo a. C. l’Odissea, il libro dell’evocazione delle anime stica (Università di Urbino, 1952, 1986), saggio che sareb- teto di una patina montaliana per «Atena dagli occhi di
Composta in esametri, dall’Ade. Si tratta soprattutto di un esperimen- be utile anche a chi si occupa di teoria della traduzione. strige». Nella libertà che a volte scompiglia l’ordine con-
l’Odissea conta 12.007 versi to. Pavese applica infatti un metodo consape- Ogni epoca insegue dunque Omero, pur nella consa- sueto delle parole: «Fecero i giovani intorno corona di vi-
ed è divisa in 24 libri: volmente «folle» e fallimentare in partenza, cioè tradurre pevolezza che l’inseguimento sarà sempre fallimentare. no ai crateri», e così via.
ai primi 4 dedicati al figlio il greco antico cercando di mantenere lo stesso ordine Di conseguenza i lettori italiani dispongono di molte tra- Eppure, questi esempi, così isolati, non ci direbbero
Telemaco (la Telemachia), delle parole in italiano, impresa di fatto impossibile con- duzioni anche recenti. Molte e variegate, da quella cali- nulla del modo in cui in realtà funzionano nel loro conte-
seguono una seconda parte siderata la diversità del sistema sintattico delle due lin- bratissima di Giuseppe Aurelio Privitera, a quella di Ma- sto. Grazie infatti al ritmo che Ventre ha saputo impri-
sui viaggi di Ulisse (libri V- gue. «Non me la morte consolare, illustre Odisseo:/ vor- ria Grazia Ciani che, in prosa, e proprio perché in prosa, mervi, la lingua della sua Odissea ha una ragion d’essere
XII) e una terza sul ritorno rei campagnolo essendo servire a un altro/ uomo presso ci restituisce l’Odissea nell’ottica di una grande madre fondata. Traduzione colta per un pubblico colto, questo è
a Itaca e sulla lotta povero, cui non cibo molto fosse,/ piuttosto che a tutti o del romanzo moderno. Ora alla schiera si aggiunge feli- sicuro, ma pienamente coerente. Coerenza che, verso do-
contro i Proci usurpatori morti defunti regnare». Così parla l’anima di Achille nella cemente la versione di Daniele Ventre edita da Ponte alle po verso, con il ritmo che piega la lingua, ci trasporta in
Il curatore versione di Pavese. Ma ancora è niente. Le volte in cui Pa- Grazie, rielaborazione di una Odissea già tradotta nel una dimensione di formularità straniante che appaga —
Daniele Ventre (Napoli, vese non trova soluzioni soddisfacenti in italiano, fa ri- 2014, corredata di un’ampia introduzione su cui gli spe- per dirla con Franco Battiato-Manlio Sgalambro — la no-
1974) è dottore di ricerca in corso ad altre lingue come per completare le tessere cialisti di Omero potranno dire la loro. stra (eventuale) voglia di arditezze.
Filologia classica presso mancanti di un mosaico. La più frequente è il suo caro in-
l’Università Federico II di Certo, viene da chiedersi se il traduttore sia mai stato
glese: «Conobbe subito me quello, poiché bevve il san- abitato da un dubbio o, meglio, da un rimorso. Se collo-
Napoli e insegna Latino e gue nero:/ si lagnò egli loud abbondante lacrima versan-
Greco nei licei. Ha tradotto cando cioè l’Odissea in cima a un sentiero impervio non
do». Ma anche il francese: «Madre mia, necessità me Emblematico di questo lavoro è già il modo in cui il l’abbia allontanata troppo dal common reader. Proprio
tra gli altri Euripide, spinse chez l’Ade.» E persino il latino per cavarsela con traduttore ha scelto di rendere il nome del protagonista,
Apollonio Rodio e Virgilio, l’Odissea che — per la sua intrinseca natura di opera fi-
alcune formule di passaggio piuttosto sfuggenti: «Tum «Odìsseo», segnalando graficamente la variante colta del glia di una cultura dove l’oralità ha un peso determinante
vincendo nel 2021 il Premio vero poi ai compagni stimolando comandai / le pecore, nome, con l’accento sulla terzultima sillaba, pronunciato
nazionale speciale per la — si presta nelle sue sfaccettature a essere anche opera
che giacevano sgozzate dallo spietato bronzo, scuoiate dunque alla latina. La scelta ci dà la misura di quanto sia popolare per eccellenza. La risposta, probabilmente, è
traduzione del ministero bruciare, e supplicare agli dei». importante per il traduttore creare una lingua «altra»,
della Cultura. L’Odissea no. Ma se questo sia avvenuto per una fiducia estrema nel
La traduzione di Pavese non era destinata alla pubbli- l’unica con cui ritiene che possa rivivere la dizione epica.
pubblicata da Ponte alle lettore o per un’altrettanto estrema indifferenza nei suoi
cazione, ma è stata recuperata dai quaderni dello scritto- Tutto ciò, del resto, è chiaramente espresso nella dichia-
Grazie con testo a fronte è confronti, è una di quelle forme di ambivalenza in cui gli
re da Eleonora Cavallini (La Nekyia omerica nella tradu- razione di intenti premessa alla traduzione, dove Ventre
una versione «interamente opposti convivono fino a confondersi.
zione di Cesare Pavese, Edizioni dell’Orso, 2015) ed è ora prende le distanze non soltanto dalle soluzioni in prosa
rivista» della traduzione un documento prezioso del suo «sforzo furioso di imme- che comportano la «perdita di riconoscibilità del testo Per quanti si chiederanno invece a che pro una nuova
edita da Mesogea nel 2014 desimazione», stando alla definizione — in chiave non poetico», ma persino da quelle in endecasillabi, verso traduzione dell’Odissea, visto il gran numero delle esi-
lusinghiera — che Fausto Codino dava delle sue tradu- considerato in definitiva troppo «orecchiato». «Uniche stenti, la risposta è certa. L’ha già data Cesare Pavese che
zioni dal greco. Sforzo furioso di immedesimazione che opzioni rimanenti per un traduttore di Omero — scrive negli stessi anni in cui scriveva Dialoghi con Leucò, fatica-
potremmo fare risalire a circa duemila anni prima, quan- — che voglia fare il suo lavoro con coscienza senza vio- va a tradurre per sé Omero con il vocabolario e incaricava
do Livio Andronico traduce l’Odissea in latino. Della lentare il testo sono il verso libero o il riecheggiamento poi dell’impresa Rosa Calzecchi Onesti, raccomandando-
Odusia ci restano pochi ma significativi frammenti, in diretto dell’esametro, o al più il rigo di prosa dattilica- si di non trasformare la voce dell’Iliade e dell’Odissea in
particolare il verso d’apertura: «Virum mihi, Camena, in- mente ritmato in clausola». quella di un classico italiano minore. Scrittura, traduzio-
sece versutum» («L’uomo a me, o Camena, canta astu- Quasi a ogni riga potremmo trovare un esempio di ne, committenza editoriale. Sforzi furiosi di immedesi-
to»), con cui Livio Andronico fa specchiare Omero nella questa lingua altra. Nelle scelte lessicali: «nave nerigna», mazione che da punti differenti convergono verso la stes-
lingua dei Romani. Stesso ordine delle parole dell’incipit «Odìsseo longanime», «eran seduti sui cuoi dei bovi che sa meta e che ci dicono che non si potrà mai smettere di
omerico con sostantivo e aggettivo separati agli estremi avevano uccisi», «in copia tagliavano carni», le forme ar- inseguire Omero.
del verso, sostituzione della Musa con la divinità arcaica caiche «ove», «ella» per dove, lei, «empire» per riempire, © RIPRODUZIONE RISERVATA

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