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by Davide di Parma
Ci siamo subito lasciati andare, dopo un paio di canne - che per l’occasione
qualcuno ha portato con sé per dare la giusta svolta al nostro bivacco: e
mentre gli occhi si son fatti rossi - e la disinibizione si è fatta largo in noi -
abbiamo iniziato a corteggiarci meglio le une con gli altri. Così, io mi son
accorto bene di quanto fosse in realtà figa la nuova arrivata Monica, con
quel suo culetto sodo e tondo al punto giusto per regalare sensazioni
uniche. Così, l’ho abbracciata e stretta tra le mie braccia, proprio perché mi
son accorto che un po’ era infreddolita – nonostante non fosse molto
freddo – e, poi, Monica si è appoggiata a me con la testa sulla mia spalla
destra, raccontandomi di come si è trovata da subito bene nella classe e,
inoltre, come le sono subito stato simpatico, con quel mio modo di fare
disinibito e originale, da ribelle musicista amante delle migliori fantasie
artistiche.
2
Scorrendo la sua pancia liscia, mi son subito trovato di fronte alla sua
splendida fighetta, che non ho esitato e leccare dolcemente, stringendo le
sue labbra tra le mie, sentendola godere delle mie attenzioni e, soprattutto,
desiderando che giocassi di più con lei: e così, ho preso a stimolarla
intensamente con le dita, giocando con il suo clitoride e, ancora,
penetrandola continuamente senza sosta, sentendola godere a fondo.
3
Monica mi ha quindi detto di scoparla a dovere, e io, spingendolo dentro e
fuori, l’ho fatta ansimare un paio di volte, con la figa sempre più bagnata e
che mi è sembrata quasi pronta a squirtare dal piacere… in un paio di
minuti, mi ha fatto venire e, con il cazzo ancora duro e il goldone pieno di
sborra, le ho chiesto di rifarlo in un’altra posizione: lei si è messa a
pecorina e, allargandosi le gambe, mi ha pregato di infilarlo nella sua
fighetta. Di fronte a quello spettacolo, mi son sentito sempre più preso e
incapace di resistere, e ho preso a trombarla più intensamente, sentendola
godere sottovoce, per non farsi sentire dai nostri compagni di classe, poco
distanti: l’ho quindi pregata di mettersi lei a trombarmi il cazzo e, senza
farselo dire due volte, ha preso a fottermi l’uccello in punta e pian piano
fino in fondo, facendomi eccitare e quasi perdere il controllo dal piacere.