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Dopo circa quattro anni, una domenica mattina questo mio amico mi
disse che al suo maestro avevano parlato di me e voleva conoscermi,
così la domenica successiva gli venni presentato.
Era una persona esile, capelli rossi, elegante nell’aspetto e nel
muoversi, corretto nel parlare e occhi furbi.
Mi fece alcune domande e mi acconsentì di partecipare alle sue
lezioni che si svolgevano il sabato (spunta o non spunta il sole) e di
domenica. Oltre alla tirata di bastone e coltello, c’erano altre cose a
me sconosciute, come per esempio prima di iniziare si doveva
“purificare” il posto dove ci si riuniva, prima di andare alla tirata
(combattimento) si faceva il saluto e c’erano delle gerarchie da
rispettare. Dopo qualche tempo il mio amico che aveva facoltà di
partecipare alle riunioni più importanti con delle persone più alte in
grado, mi disse che qualche domenica mi avrebbero messo
“ in grazia” visto che ero risultato degno e meritevole.
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Purtroppo non potei ottenere ciò per motivi di lavoro essendo dovuto
partire all’estero.
Al ritorno sono andato a cercare i vecchi amici, da cui sono stato ben
accolto ed ho continuato ad allenarmi sia con l’arte che con la
cultura incontrando gente di altre città ognuno con il proprio stile.
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era bravo nella scherma del coltello e siccome avevano simpatizzato
Trimigno gli aveva insegnato il maneggio del coltello con tutte le sue
“regole”, i “trucchi”, il modo di camminare e le regole di umiltà.
Dopo qualche tempo mi confidò che lui era ancora a contatto con zio
Michele ed i fratelli di Manfredonia e poteva farmeli conoscere.
Così un bel giorno siamo partiti per Manfredonia e quando siamo
arrivati siamo stati accolti con festosità ed ho conosciuto zio Michele
maestro di vita e coltello. Dopo aver fatto le presentazioni siamo
andati in palestra dove si allenavano i figli carnali di Zio Michele con
gli allievi e insieme a loro ci siamo allenati ed abbiamo appreso altre
tecniche che comprendevano tanti calci sia per disarmare
l’avversario che per colpirlo. Quindi ho avuto modo di arricchire
l’arte siracusana del maestro De Simone (Angelo U Rais) e del
Maestro Violante.
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Dopo alcuni anni il Maestro Michele Trimigno, il Maestro Violante ed
il Maestro De Simone ed altri vecchi tiratori di Bastone come Duco
Luigi, Turidduzzu, Mummu, Cicciu Funtana sono venuti a mancare
ed allora a Siracusa si è affievolita la pratica del Bastone così ho
dovuto chiudere la palestra e un po’ sono andati persi anche i contatti
con le puglie.
Non appena mi dicevano che a tal punto c’era qualcuno che tirava di
Bastone e Coltello, lo andavo a trovare e con umiltà gli chiedevo per
uno scambio di tecniche. Poi andavo in campagna all’alba, lì
elaboravo ed estraevo il meglio di quella tecnica e la mettevo insieme
alle altre, nel mio bagaglio di esperienze.
P.S.
Riflessione: il mio Primo Maestro è stato Giuseppe T., il maestro di
Giuseppe T. è stato Angelo D., il maestro di Angelo D. è stato Cosimo
M. che hanno studiato all’Università (casanza) di Vibo Valentia, dopo
sono venute tutte le altre esperienze che sono sopradescritte.
Raffaele Irmino
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Questo quando ho cercato e trovato…
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Nel seguire la tradizione, sia nella scelta del bastone sia ne’’eseguire
le varie tecniche.
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Una spiegazione di fantasia sulla nascita della paranza, ovvero
l’uguaglianza del coltello e del bastone.
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Questo per esaltare la Sicilia e i siciliani, con un piccolo cenno di
storia tratto dai vespri siciliani.
La Sicilia e i siciliani
N’angulu ri pararisu n’derra
na stidda a n’mezzu o mari
tuttu lu munnu invidia
li to biddizzi rari
fimmini beddi e omini i valuri
abitannu sta terra
vasata di lu suli
… no tempu ca sinnaghiutu
Quantu duluri avutu
quanti lacrimi a ittatu
…..populi putenti
vinniru a cunquistari
sta terra a n’mezzu o mari
… fu a ota re francisi
ca pigghiaru lu putiri
quantu ti ficiru soffriri e quantu
umiliazioni ai suppurtatu
finu a quannu ci fu u sbagghiu d’un surdatu
ca scaliava li pirsuni
se tinivunu cutedda o vastuni
… na coppia ri giovani avia appassari
e lu surdatu rirennu li vulia umiliari
… la manu no pettu a idda ci vosi nfilari
ma lu picciottu tuccatu nall’amuri
rapiu lu cuteddu e ci spaccò lu cori
dalla sicilia tutta insorgono i picciotti
dimustrannu lu valuri
pigghiannu lu nemicu e ri ittallu a mari.
Chista è storia vera e no di fantasia
n’Sicilia i picciotti comu all’epuchi passati
prisenti e futuri
sunnu genti di valuri. M.° Angelo Cirasa
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La Sicilia e i siciliani
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Arte del Bastone Siciliano
Metodo Siracusano del M° Raffaele Irmino
Cosa è il bastone
5) il simbolo dei capi es: il Papa, i faraoni, Mosè, i capi Tribù ecc. ecc.
10) unità di misura (in dialetto Siciliano pappagno) usato dai monaci
costruttori Templari
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PROGRAMMA TECNICO PER AVANZAMENTO DI GRADO
“Nella Maggiore”
“Nella Minore”
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Saluto – Cerimoniale
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Esercizi
Esercizi: individuali /applicazioni / contatto fisico / immagini
mentali / esempio / mente e cuore / mente e corpo
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dritta sul lato destro la sinistra vicino all'ascella destra fare girare la
mano sinistra all'interno senza lasciare l'impugnatura allungare il
braccio sinistro verso sinistra alzandolo il braccio destro basso in
modo di tirare il muscolo del braccio sinistro e ritornare in posizione
di riposo. Ripetere l'esercizio 5 volte a destra e 5 a sinistra.
8) Impugnare il bastone con una mano alla testa e una mano alla coda
gambe leggermente divaricate bastone all'altezza del petto,
gonfiare l'addome allungare le braccia in avanti espirando ritornare
verso il petto inspirando trattenere il fiato qualche secondo e
ripetere l'esercizio.
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Come esercitarsi per le parate e gli attacchi
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VELOCITA’/TEMPO/MISURA___________I COLPI_________________
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________________IL MODO DI CAMMINARE________________
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"bastone" prolungamento della mano, opportunità e armonia tra
bastone e il proprio corpo
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"modo di camminare" in armonia col giro del bastone e del
proprio corpo.
1) fiorata
2) a colpi d’assalto
3) a grande ventaglio
4) avanti, laterale sinistra, laterale destra.
5) indietro laterale sinistra e laterale destra
6) spostamenti del corpo in rotazione a sinistra e a destra.
7) piede schiaccia piede
8) camminare restando fermi
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"posizioni di guardia"
1) bastone al petto (una mano alla testa e una alla coda) "sotto puntata"
2) con le mani indietro alla coda--"sotto puntata"
3) in rettifica "palma di santa lucia"
4) di sventagliata a sinistra
5) di sventagliata a destra
6) posizione di puntata al viso e sventagliata con cambio di mano
7) posizione col bastone dietro la schiena con due mani, una alla testa
e una alla coda ( bastone trasversale)
8) posizione col bastone dietro la schiena presa con due mani alla coda
( bastone posizione verticale)
9) san michele ( dietro la schiena con una mano alla coda )
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______ _LA FORMA E TECNICA EDUCATIVA________
"la forma"
3) dal colpo al fianco passare spostando il peso del corpo sulla gamba
sinistra alla puntata con le mani in coda passando dall'avambraccio
sinistro tenendo sotto controllo l'avversario stesso senza fermare il
movimento del corpo girare i piedi e il corpo all'indietro (in senso
orario) ed effettuare una parata alta con la destra alla coda e la
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mano sinistra alla testa. Con la gamba destra avanti effettuare un
calcio col piede sinistro e mentre il piede ritorna effettuare un
colpo n"sutta sotto l’ascella poi scendere di muline e andando
indietro dare un colpo alle gambe girando il corpo a destra finendo
con il colpo in testa, portare il bastone al petto quindi girare verso
sinistra portando una puntata al petto e piede destro in avanti.
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riprendere il bastone e passare ad una posizione di sfida (in
puntata), tenendo le mani con il palmo in giù portando il piede
sinistro in avanti e dando più spalla all'avversario (invito ad
attaccare) si finge una puntata e si effettua una sventagliata al viso
facendo una piroetta in senso orario, si continua con il muline
n"supra continuando fino ad arrivare con il piede sinistro avanti
quindi passare in rettifica.
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Esercizi per rafforzare gli arti inferiori
ed aumentare l’elasticità muscolare
tratti dal Libro Garzanti
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Maestro Raffaele Irmino
L’arte della
Scherma di coltello
Maggio 2012
“ L’arte è l’espressione pura di uno stato d’animo”
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La scherma ( siracusana ) di Raffaele Irminio è come una danza
e come nelle danze ogni movimento ha uno scopo
ed ogni gesto ha un significato.
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Metodo di scherma
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Forme:
“Esecuzione delle forme” classica per tutti in modo da educare il
corpo alla tecnica della forma
Verificare se il corpo ha compreso ripetendo la forma lentamente e poi
veloce
Unificare mente cuore e corpo con la concentrazione ed il duro
allenamento
Applicazioni:
Estrarre dalla forma parate e colpi ed eseguirli, prima piano e man
mano veloci, da fermo e poi in movimento, dopo con ritmo
Inganno:
Rottura del ritmo
Attacchi / Contrattacchi:
Uno attacca l’altro si difende. L’attacco, il contrattacco è come un
batter d’occhio
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1° Forma, Colpo di taglio: Svolazzo all’addome, mano al fianco,
gamba destro avanti a sinistra.
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10° Forma, Duecalci: Passare dal tacco alla punta spostando il
bacino avanti, effettuare un calcio col sinistro e poi col destro,
contemporaneamente una fiorettata media.
11° Forma, Falso: Spostare il piede destro dietro il sinistro,
bilanciare il corpo in avanti, coltello in linea con la fronte
contemporaneamente a braccio teso effettuare un fendente
rovescio.
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17° Forma, Galeotta: Cambio di mano dalla destra alla sinistra,
uscire portando la gamba destra avanti, ferro a sinistra, punta del
ferro in alto, effettuare tre colpi dal basso verso l’alto iniziando
con la gamba destra. (zumpata)
20° Forma, “Falso 2” dopo i tre assalti col destro avanti ruotare
il corpo su se stesso in senso antiorario portando la gamba
sinistra verso l’avversario incrociandola con la destra
nascondendo la mano armata, preoccupandosi di fare l’anello
con la sinistra (per un eventuale attacco) (Rottura della forma)
Continuare la rotazione del corpo accompagnato dalle gambe
con rotazione dei piedi. Nascondendo la mano armata, cioè la
destra ha con l’impugnatura anche della sinistra, allungare la
gamba destra facendo la molla col piede destro (per essere
veloce) verso l’avversario ferro dall’alto verso il basso, finito la
corsa del ferro girare il ferro con la punta in alto ed il manico al
ginocchio destro. (passare alla tecnica il salto del sarago)
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sopra la testa come per pararla. Al terzo assalto allungare anche
il braccio sinistro.
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