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Annali Di Scienze Matematiche e Fisiche
Annali Di Scienze Matematiche e Fisiche
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A 56937 4
Library oftheUniversityofMichigan
Ford -Messer .
Bequest
EFFABER
Mathen
.AG
ANNALI
DI
1855
LICKE
A
ANNALI
DI SCIENZE
MATEMATICHE E FISICHE
COMPILATI
DA
BARNABA TORTOLINI
TOMO SESTO
ROMA
a
a On J Oa
1 2
-roq edo insismitee of
appartenenti a un Gruppo G; se la equazione simbolica
amaid(2)
t
136240
( 8 )
comprese nella espressione NO NIDO
3150 3510 520 15210
= jó Arab yai)
q iqqung orisipiob Apauliip om
Onde chiamando geil Gruppo cui appartengono le sostituzioni
inoisizoqib ibigoismin
αν ollsh supuulaup cam
OSING CIACO
avremo
GG
PLS9G.
OG J5880
OSM SM180
Chiameremo Gruppo complesso un Gruppo , quando i sim-
boli delle sue disposizioni possono dividersi in più sistemi
composti di uno stesso numero di simboli differenti, in modo
Gg. 、 ན་
Esempio :
( 012345 031425
G = 120453 T= {304152f
201534 031425
012345
T= J= 143290
G - 142503
345012 '
345012 250314
G 453120 2503142acq
534201 g == { 523041
r = gG T = Gg
avremo
1
m V-2 m
2 ソー
SP ST S
O ~ ?1 - S² = { $
e ponendo
IMS V-t 12186)
SP = S, ;
I De 7
anche
t
m in lni opisanpe alla
I 2 V
(3) S , ' S, ² S3
S' = S₁ : Sage in Hong
04 62 15 73
G₁ 40 26 51 37
(0 ,
G₁: ( 26
26 04
04:37
37 15
15 pr5
apa fat
62 40.73 31
( 15 73 26 04
G. = 151 37 62 40
G
nilne " i ab Daniloda (37) 1540226
ib inolev 194 G 73 51/04 62
in plasiloe onosen nib oils in sube 15
e quindi
12 12. m m m
St IS 2 S'
(6) 2
G₁ = 9
i+ 1 , i; 1 , 0 ; i²+i + 1 , i²+i ; i²+1 , i²
T=
GE +1; i²+¿ 4 ¿² + i+15 0,1 ; i , i+1
+1 , ¿² ; ¿² +i+1 , i² +i ; 1 , 0 ; i +1 , i
G2
h+ m, + mi + h+H
s
h
ponendo
j__ Hm, + m₂i.. Hm¡ ¿'-}.
Ora per ciò che abbiamo dimostrato , H si può esprimere
linearmente " per k k₂ ... k,; cioé si può porre per p
(9) IN
Le decomposizioni in Gruppi primi sono identiche, quando
( 15 ) )
si ottengono prendendo per k‚ik) . ……. k, i due sistemi di
vatorium,nos al onslibbce Hlaup i oy olor) q > orADI
ky is ky ohnsup ( 7) 97898il
.0
Osnik () n₂kg Fa nyky 0 = 3
dove non₂ • • • ?,, sono numeri qualunque . Infatti i sim-1
boli che appartengono a un sistema di ordine qualunque t
nel 1.º caso, sono i pt che differiscono solo per il valore
della espressione
jbkjbom i supmot
inolov jeb 93376
Ora i valori dati dalle due espressioni ( 10) " ( 11 ) sono
eguali quando siano presi in ordine differente, ossia serven-
dosi di una locuzione del Sig. Sylvester , sono disgiuntiva-
1
mente eguali; dunque le corrispondenti divisióniin sistemi, }
e quindi le rispettive decomposizioni¿in Gruppi , primi, sono i
identichesncibdues casîth thou (ob otomas H 45.ZA OUT
93 Per ottenere una decomposizione non si potrà prendere
per nessuna delle radicis kyk ( 3.9kun valore = 0; perchè
altrimenti sarebbe soddisfatta una congruenza lineare stra le
k ={
medesime. Così, se fosse k, 0 , sarebbe verificata la (7 ),
quando si ponesse u = 1 , u₁I = 0 , u₂ = 0 ... u, = 0 .
Onde per k, si potranno prendere p' 1 , valori differenti ,
LICID
questi a p - a p 1 hanno dei rapporti numerici e
quindi danno decomposizioni identiche. Dunque per la dif-
holev Tvillogat
ferenza dei valori di k si hanno p -1 modi diversi di de-,
1715
I
composizione,,
1900 1 igars iledena ih imati ai invi-
pr 1
Con ciascuno dei *། valori di k₁ , non si potranno pren- -
p
dere che p - p valori per k₂ poichè १ đại p — 1 si deb-
( 16 ) --
bono escludere i p1 dati, dá k₂ = mk , a dove) mnélun
numero < p escluso zero , i quali soddisfanno la congruenza
lineare (7), quando in essa si faccia A
u= m, u₁I = 1 , u₂0 . u, = 0 .
Per ciascuno di questi pp valori disk , se ne hanno
p²p che danno decomposizioni eguali ; e sono quelli cơm™!
presi nella formave cuela d . qi cucs 0-59 I ba
mk₂ + nk, onoizzompo allob
- 1
nel caso precedente tutte le divisioni in sistemi di
p -1
2.° ordine, corrispondenti a una delle divisioni in sistemi di
1.° ordine.
0, 1; i, i+1 ; i² , i² + 1 ; i² + 1 , ¿² + i + 1 ;
o anche
0 17; i i³; i² i6; i4 15
0 i ; i² 14; 1³ 17; 15 16
0 i²; i³ 15; i4 i ; i6 i7
(
) i³; i4 ¿6; i5 i²; i7 i
Prendiamo orà
¿¹³-¹_1= 0 e t
1
Lascerò al lettore la dimostrazione di questo teorema, che
è molto semplice .
2.° Caso. Se il numero N dei simboli è il prodotto di v
( 20 )
potenze di numeri primi differenti, tutte le potenze di una
sostituzione circolare di ordine N, sono il prodotto di v po-
tenze di sostituzioni di ordini rispettivamente eguali alle
potenze dei numeri primi differenti, che sono fattori di N.
Sia αI α dz α
2 ע
N = P₁ P₂2 P.3 • • p, ' ;
0, 1 , 2, 1 , • • N ―― 2 " N --- 1
SN= 1
avremo
m N m N mN
I 2 บ
++ +
α α α
2 Y
P. P2
S' S
m N m N m
I 2 ע
α α α
1 2 ע
P
= •
m m m
I
(13) = S • • S
2
Poiché
αt
Pt
S₁ = 1 ,
i+15 i
S₁ = ( +19) , a G₂2 le S₂2 =( (+10), a G3 le S3 =(1 +6 ) .
0 15 6 21 12 27 18 3 24 9
10 25 16 27 22 7 28 13 4 19
20 5 26 11 2 17 8 23 14 29
C = G3 G₂ G₁
20 26 2 8 14 5 11 17 23 29 :
2 G3 ·
C = G, G , G₂ = G₂G¸G , = G¸G3G₂ == G₂G,
differenti, non può ammettere per fattori altro che un solo siste-
α1 α a
ma di Gruppi , i gradi dei quali siano p p . ·P บ
forma (i
( ++ )
) , devono essere intransitive rispetto ai mede-
simi.
Due simboli di uno qualunque dei primi sistemi non po-
tranno essere eguali a due di uno dei secondi , senza che
tutti i primi sistemi non siano identici coi secondi . Poichè,
supponiamo
mN
h + = h, + m'a (mod.N)
α
I
P₁'
nN
h +
α = h , + n'a:
I
P
sottraendo avremo
( 24 )
N
- n')α,
(m — n) α (m'
I
ed essendo I
s(m'nn')') = 1 (mod . N)
si otterrà
N
a = s(m — n) α
I
Pi '
mN mN mN a
h₁ + α " h, + a -+ α, ... h₁ + α + (p²²I²i -1)a
I
Pi Pi
".
e se questi non li esauriscono tutti, altri p, ' della stessa for-
ma, e cosi discorrendo ; onde il numero totale dei sistemi
α
dovrebbe esser multiplo di p¹ , ed essendo ciascuno compo-
α
I
sto di p¹ simboli differenti , i simboli dovrebbero essere
20
I
un numero N divisibile per p、 9 mentre la più alta poten-
N
S₁ = α
t
Pt
( 25 )
се 0
e quindi un sol sistema di Gruppi di grado p₁ ' , p229 ... Py
P == ( (4) ) ;
poichè
s' =
1 = ( +1) 8" = ( + ),
e quindi ponendo
A₁I + A₂2 + • • + A, = k、
V-1
A¸¿ + A₂¿¹³ + • • · + Ayip = k₂
ソーⅠ
A¸¿ »-¹ + ¿¿(³−1)» + ... + A( -1 ); = ky ,
avremo
k₁ = m + m‚¿ + m₂ï² +- · .. -+
- My-s 29-1
h₂ = m ' + m ; i + m, i² + • + my_、
(20)
(x-1) U₁)-1 =0
m₁u + m} u、 + + mi
m mi II m( -1)
II • • · m( -1 )
m, m} m
1
D= 0
II
m -1 m , m • m(x-1 )
s =(/
{2
^)
H, gH , g³H . . . . g³-2H ,
dove Hé una radice della ( 5 ) . La sostituzione S convertirà
questi simboli negli altri
hạch , h3 • · h ર
( 32 ) 1
2 h'3
h' , h'₂ k' α
piI
M = M , M,- , . . . M,M ,,
ANNUO CONFRONTO
DI DUE OROLOGI A PENDOLO
E DI UN CRONOMETRO.
NOTA
DEL SIG PROF. GIUSEPPE BIANCHI
TAVOLA I.
+27.57,63 + 45,74
+0, 10+1. -0, 84
1. 4,57
+0, 02
57,94 1.43,22 1. 4,50
+0, 39 -1 , 84 +0, 09
59,48 1.35,88 1. 4,16
-0, 08 -2 , 45 +0, 05
59,23 1.28,52 1. 4,00
+0, 20 -1 , 70 +0, 18
59,62 1.25,12 1. 3,65
+0, 18 -1 , 41 +0, 48
59,97 1.22,30 1. 2,69
-0, 03 -1 , 41 +0, 26
59,88 1.18,08 1. 1,91
-0, 52 -2, 83 -0, 57
58,33 1.12,60 1. 3,61
58,42
+0, 05 -0, 16 1. 3,02 +0, 30
1.12,29 0
-0, 32 -0 , 43 3,89- , 29
57,47 1.11,02 1.
-0, 53 + 0,05 -0, 221
( 46 )
SEGUE LA TAVOLA II .
Continuazione (*) .
PARTE TERZA .
pressioni avute sono state più forti al centro che agli orli : ma io mi
sono astenuto dal pubblicare nulla su di ciò perchè io stimo tale pro-
va poco decisiva. In fatti l'immagine non può avere eguale intensità
in tutto il campo del cannocchiale attesa l'obliquità de'varii pennelli
che la formano . Non è qui come nelle esperienze termelettriche che
la pila restando invariata rapporto all'asse delle lenti, tale obliquità
non esisteva affatto, o esisteva eguale per tutti i punti del disco che
si facevano raggiare su di essa . Credo dovere avvertire questo per-
chè trovo delle esperienze fotografiche date recentemente come prova
della winor intensità di luce agli orli che al centro, è facile che esse
siano soggette alla eccezione che io ho trovato nelle mie.
( 67 )
sto può esser vero, ma perchè si avrà sempre alle 94 della
sera tale condensazione ? le curve igronometriche dei varii
mesi mostrano almeno una variabilità nelle ore dei massimi
secondo le stagioni . Tuttavia potrebbe trovarsi una ipotesi
conciliatrice dei varii fatti , ed è che le vicende atmosferi-
che possono generare elettricità , ma che la direzione della
corrente, che da se sarebbe indeterminata può venire deter-
minata dall'azione magnetica solare. Ma il più espandersi in
ipotesi è cosa oggidì prematura . Solo diremo non essere im-
probabile che il globo terrestre sia soggetto in un modo a
noi incognito all'azione magnetica solare, e ora che vediamo
i fenomeni magnetici svilupparsi sotto tanti aspetti , dobbiamo
sperare che presto verrà la soluzione di queste misteriose
azioni . Non il solo magnetismo potrebbe avervi azione ma
anche il diamagnetismo, e molto più le correnti indotte, che
ai corpi di ogni specie si estendono. Due cose sole voglio
accennare. La prima è questa : il valore che Gauss assegna
al magnetismo di un metro cubo del globo terrestre é tale (1 )
da far credere che tutta la massa terrestre è veramente ma-
gnetica, e che questa forza risulta non solo da materie fer-
ruginose ma da tutto il globo stesso . Egli prova infatti che
un ottavo di metro cubo terrestre ha un momento magne-
tico eguale a quello che può avere una sbarra di acciaio
del peso di una libra , e lunga 30 centimetri . Egli osserva
giustamente che un tal risultato deve sorprendere i fisici , e
che solo 8464 trillioni di tali sbarre potrebbero nello spazio
rappresentare la forza magnetica terrestre ! L'altra è che l'
azione magnetica può agire in un modo affatto sorprendente
sui corpi , e dal quale siamo ben lungi dal formarci una idea
prima di vederne gli effetti . La maravigliosa esperienza che
si eseguisce nell'apparato di Rumkorff in cui un cubo di ra-
1 1
x Sudz
sΔη
=
log( 1 + Au)
e ne dedusse oltre alla serie riportata in questi Annali , pag.
151 , 1854 la seguente :
X 1 1 1
log ·
X- n - 1 XC - 2 x n
1 1 1 1
+ αι +ec .
Х X - n x(x+ 1 ) (x —n) (x— n + 1 )
Ora se in questa si fa
1 1
n =x - 1 , C = α₁ 29
2 аз
3
B₁ = α3 + αx Or 9 B₂ = α4 + αα3 + A2A2 i
B3 = α5 + A;α₁₂ + α₂α3 + AzAz , ecc.g
si ottiene
1 1
+ α , + α₂∞ + azw² + ...
log(1 + w)
e quindi
1 1
ო dx = AzW + Xzw² + c;w³ + ;
log(1 + w)
И
Judx = Eu + 2/
1+
1 1 1
+ VI
(1 +4) log(1+4)
(1 +4) Llog(1-+
[ log( 1 A) A
1
= Σu+ u
Judx 2
1 1 1 1
+ vnr
(1 + 4) * log(1 +4) [ log (1 + 4) 2
supposto
( 73 )
du
Ax = 1 " v = "
dx
1
И " Σu = u. vn = (1 +A)" v,
fudr = log(1 +4) A
du
2 = dx <
= log(1 + ▲)u .
1 1 1
si dovrà ag-
dopo il termine proporzionale a Ai-1
α a
- -
( 1 – n 21 )( 1 n+ )
2/2 - x- )
(1-2)x (x -
e per denominatore
x x
1+ 1+
(1
(1 + n
2++11) ( 1 + n
- -—-
+32)... (1
) + n+;)
—; ) × (x+2)(x+n ),
ƒ(x + y ) −ƒ(x) R,
У
onde
( 75 )
( x + y) =f(x ) + yR :
f
Af
(x + y) = hR + (y + h)AR ,
Af(x + y ) = 2hAR + (y + 2h) ▲ ²R,
▲³f(x + y ) = 3hA³R + (y + 3h) ▲³R ,
У -
(x+y)−ƒ(x) = ½
ƒ / \ƒ(x +y ) — y1.2.h2
(y +h) ( x + y)
f
h
-
y(y +h)(y +2h ) ... (y +ih h)
- (-1) . Aif(x + y)
1.3.3 ... i.hi
1 1
h df(x) -
dx = ^
/( x) — —— AF(x) +
2 3 ^ ? x) — ...
—
1
— ( −1 )' —— A'f
'(x) + ( —1 )' hR¸ ‚
du
h = log(1 + A) u.
dx
α a(α -1)
f(x + ha) = ƒ( 3) + — Aƒ(3) +
1 1.2
a(α - 1) .. (α- i)
+ -A'R ,
1.2... i
1 3+h
(z + ha)da = —S * "ƒ(t) di ,
ƒ`ƒ
S
= 1/1 Δ
= — A fi fue) di ;
R f( + ha ) - f( )
hx
'
+(— 1)'A'uf ' ' A‚ + A'Rda;
ƒ
"O ' A‚da— ( —1)'(i +1 )
( 79 )
se invece moltiplichiamo nuovamente per da , e integriamo
quindi da α = 0 ad a = 1 , troviamo
α
-ha- Au
S'daS ƒ
"(z — ha— nh) du = 1 u— suf" daf™A, da
α
+-A²u
A da ... da
I
ƒ" daf"“ A, + ,A'Rd∞ .
——— 1)'( + 1 )
--
ha - nhị da
( —ha
"(z
S z— ha — nh)da — ƒ das f
¹ƒƒ
I
-Au
=▲uf' (§ —a)A
, ‚ da—▲³uƒ ' ( § —a) ▲¸da + …
t)dt = F(z) ,
S"f(
ossia
dF(z)
f(x) = dz
u diverrà f(z + nh) , R diverrà
- --- ha + h)
fiz + nh )—f
- 1)
h(a + n
-
e f(z — ha— nh ) diverrà f(z — ha + h); inoltre posto
1
hath= t , da = dt,
h
( 80 )
si avrà
S'ƒ\ = —ha
S'fls- ha + h Sh
+ h)da = — = == AF (z) ,
ƒ(1) de = /
h
1 1
S®Az —ha + h) da = +St***Ae)de ==h F(z + h)— — F«),
a 1
S " daƒ ƒ(z ―hx + h) da == 1S da [ F(x+ h )− F(t) ]
1
= --
= h)
F( x + 4) — h2ƒ F( t) de ,
e perciò
I
S A= —ha + h)da f(z
-S' da S^ ƒ(z-— ha + h) da
1 1 1
= AF(z)-- — F( x + h) + F (t)dt
2h h h2.
1 1 1
F (z) - 2hAF(z).
= }+ S
h2 s.
S Z*o F(e)de h
1 1 1
F(t) dt = ΣF (z) +
h2S h 2h·F(z) +p¸u —p‚Au +p₂A³u —...
(a + n - 1)
·1 ) ( a + n) (a + n + m
= ·( ½ — a) da,
Pm
1.2... (m +1)
+ n 1)(x + n) ... (a + n + i 1)
R;i = ― a)A'Rda.
=S"! 1.2 ... i
▲if
(x +y) = ihAi-¹ R + (y + ih)A'R ,
e ponendo
1
· q(y) .A'ƒ(x + y ) =Ap (y ) .A¹¹R + q(y +h) .A'R = A[q(y ).A¹¹R ] ,
У
donde
(y )
p(y) .Ai-¹R = -Aif(x + y ).
y y
y (y + h) ... (y + ih)
(—1)'. A'R
1.2... i.hi
possiamo sostituire
dx
-(1 —-x²-1 ) = log.p ,
S 1
log-
x
X
dx 1 хр
-
1 (P = p log pp ;
S• 1
log- x log
OC
dx 1 1 1
C=
=S. 1 1
log- x log
( 83 )
dx 1 1 1
-
4ª(p) =ƒ¨
S* 1
108-
20 log- x
log (p) == C + (p -p +
) logp — → µ (p).
1 1
-
2 + 2
2z ex π ++ 4π² + 972- 1672+ 2
+
dz
e moltiplicati i suoi membri per 9 s'integrino da z = 0
a ∞ si otterrà
1 1 dz 1 1 1
= 1 - --
Z 12( 2 3 4 + ...)
= log 2 ,
1
donde, posto z=½ log si dedurrà
x
I dx 1 x-
1( 1 = log 2.
S lo
g x log
Ꮖ X
C = log (2π) .
dz 1 1 1
- (1 —z)p-¹ ;
μερ
1x (p) = S. z log(1-
log(1- [2
essendo
- z)p-1 = (1 — z)p+n- 1 . ( 1 -
(1 — — z) " ,
(1 - z)-n 1 1
2 % log(1
log(1___ =
)[
poichè
W
S' (1 + w)«d« = log(1 + w)
Osservando che
2
W
ω. =
w.ƒ* So (1 + w)ªda
O daĻ log(1 +w) log(1 + w)'
da
w².ƒ" daƒ" daƒ. " (1 + w)= dx = ( log(1
\log( + 0))
1 + w) "
O
2
W
I w. ec.
log( 1 + w ) log( 1 + w)
si vedrà che dalla stessa equazione con due successive in-
( 85 )
.....
Sf
(z)dz', S'Az )dz² , S'Az )ds³ ,
1 ro(12)
udx" = [ log(1 +4)] " .u. (*)
hn
ƒ “ƒ
\2) dz" — F(2) ,
onde f(z) = F(" )(z ) , abbiamo
d"F(z + ha)
= h"F(")(x
(z + ha) = h "f(z + ha) ,
dan
e perciò
... + Zn-1a²−x ,
F(z + ha)= h"S" ƒ(% + ha)da” + Z+Z¸« +
dove Z , Z. , · • • Zn-1 denotano n funzioni diz : dunque
1
mula (A) sarà 4 °F (4) , ossia 14- (z)dz" .Si conchiuda
"f
kn AF(z), ossia
A
1.
h" s "
√"A= ) d= " ==(108 (1 + 4)
==( log(1 +4 ) *
'
ƒ(x) ,
( 87 )
a=0 si trovano pei valori delle successive derivate
log(1 + w) , [log(1 + w) ] , [ log(1 + w) ] ³ , ... ,
donde apparisce che se si svolge [ log(1 + w) ]" per le po-
tenze di , il coefficiente della potenza " sarà il valore di
d" Am
corrispondente ad α = 0 , supponendo
da"
a(x − 1 ) ..... ( α — m + 1) ·
Am=
1.2.. • m
dru
h” . = [log(1 + 4) ]" u.
dx"
1. 1 1
-
W 11
2
( 1 + w)" log(1 + w) [log(1 + w)
svolta per le potenze di w , se si svolga (1 + )-- + con la
ossia
1 n 1
AS
" ""
udz " = (log( 1 + A) u, posto Af(z ) = u.
A))"
1
e ponendo w = se ne deduce
XC
1
JC - αι - α2 log( 1 +
ΣΕ 1 )]
1 +
'log ( ' х
1 1 — *») +- 1 1
02 - α2
= (α3
.+ Σ 3 Σx3
x = 1 , 2, 3 , .... ∞ ,
1- 1 1
le somme dei valori di divengono nu-
2 x3 x4
Σ[ log( 1 + 1
C )]
x =1
i(i + 1)
+ a₁i + œlog(i + 1) ;
2
di più α = ½ : dunque
x=i
1
Σ + i + alog(i + 1)
x=1
= log( 1 + 1)
1 1 1
+ G ---- az + S + ?) 04
( d ) s a) s (i + 1)3
1
X5 + - ec.,
α ) S (i + 1)4
1 1
Σ 2 = S
e quindi differenziando ,
1 1 1 1
Σ S Σ S ec.
23 x3 x4 204
h du d³u d5u
=k es = k + k³ dx3 + k5
2π dx dx5
d28
e avrà per somma 29 onde si dedurrà
dx2
du d2s
k - =s k2 "
dx dx2
e successivamente
dans
Adunque per la convergenza della serie il prodotto kan
dx2n
tenderà verso zero mentre n cresce indefinitamente; e a vi-
cenda se si determina una funzione s che adempia questa
con dizione , l'equazione
du d2s
k -- 2
dx dx²
darà
น = x
4Jade - k d x
x x x
s= e ek dx
2 14 dx dr.
4. S dude - 4 foi du
du d2u
น + k• + k³ + · ·
dx dx²
o meglio all'altra
JC
du d'u
S=e น + k + k² · .).
dx dx²
XC
1
S= s +
- ( +4Sodz).
Ora ponendo
1 x
e * udx ,
k xo
x d'u
- du dr-¹u
k u + k dx + k² + ... + kn-1
y= :( dx² dx -1
хо d2u
du
u
น.。 +k + k² + + kn-1
dx2 (17") ]
x
1 X dru
- e k.kn .dx ,
SХо dan
W 2 W3 64
= 1 + B. — + B , 1.2+ B₂ 1.2.3+ B3 +...;
ew-1 1 1.2.3.4
Ax = h , Σf(x) = F (x) ,
e perciò
( 96 )
-
-S
−S
. " (ha + h − x) " D« + ¹ f(x + z) dz,
e perciò
Cha
Ax -
She
s. cha z)" Dn + ¹ƒ(x + z ) dz
•ha
·· z ) " D² + ¹ ƒ(x + z) dz
SheCha
(ha + - %)12
- Σα D +if
(x + z )dz .
St 1.2 •
D'altra parte si ha
21
d"u h
A = DR+1f(x + z)dz ,
dx"
(ha + z)"
Σa 1. 2. • n
1 n
Σα(2α + 1)"
1.2 . n 2
1 h n
-
1. 2 ... 7 ( 1 ) * [ 2Σa " — Σ (2α )*] ,
• •
ossia a
2" -2 hn
- Bn-1. ·
2n 1.2
Di più, per essere
d.(ha++ x)
== n( ha + z)x− 1 ,
dz
( 99 )
si avrà
dZn
= Zn-x:
dz
h2m dp(z)
8(3) = Zam B₂m-i 2m-I 9
1. 2... 2m ? dz
eaw ala - 1)
Σ3 ράω + C + C₁a + C₂29, ec.
(ew — 1 )3 1.2
a²
pel coefficiente di in Σe , risulta pel cocffi-
1.2 )³
03
ciente di in Σοραω
³ , ecc.; onde si trarrà che in gene-
1.2.3
wm 12
rale il coefficiente di nella potenza de-
1.2. · m W
( 102 )
nito di ciascun termine rispetto ad a, ne dedurremo che nel-
l'integrale (hz)" il coefficiente di a equivale al poli-
nomio
1 1 1
z" - A.z + A².z" --- ... +(- 1)" ·A".
col
2 n+1
-S V -1 2π
e α -1
facendo
q(x) =√(x + x) , a➡ Axh
si ha
/ −1 ) = 4xƒ(x + z√ ~1 ) ,
p(a + x√ —1 ) — p( % \
❤(a — z√ —1 ) — ❤ ( ~ z√ −1 ) = Axƒ(x — z√ —1 ) ,
S® p(z)dx = Af*f
(x)dx ,
2f(x) + Af(x)
Ax
S®Ax)dx
xo = h 2
∞ dz
ƒ(x + %√ —-1 ) —ƒ( x — z√ —1 )
V -1 27
eh -1
garitmica di Stirling.
11. Ma la formula citata del Barone Plana può condurre ,
a risultamenti esatti, anche quando le condizioni esposte non
si trovino adempite, e ne provengono integrali definiti , il cui
valore sia infinito o indeterminato, se per mezzo di oppor-
tune trasformazioni si giunga ad eliminare questi integrali
dal calcolo in modo che resti un'equazione tra quantità tutte
finite e determinate. Si giustificherà e si renderà pienamente
rigorosa e chiara una tal forma di procedere, introducendo
secondo un artificio assai noto un fattor conveniente , che
alla fine si riduce all'unità .
0
Offre un esempio di questa singolarità l'applicazione falla
nella stessa Nota alla teorica dei residui quadratici , poichè
}
la funzione
mx 2 rx
n n }
e
e più generalmente di
∞
1 1
ρπι2V-1 gardt ,
2ηπε -- 1 ρεπε - 1
1
p(a) +4(0)
4
p(a) + (0)
4
facendo ancora
4(z) = √(x + z) ,
p(x) a = Ax = h ,
si avrà
p(z)dz f(t)dt
= Ax
S 27 •Af xo 27
+ -V-I # -(t−x) V- 1
e a - 1 e -1
ƒ(x + z√ −1 ) dz
9.
-S hv -1 2π
eh 1
( 107 )
f(t)dt 1
x)
(2) = SC 2π
-(1-x)V-1
1-
8
f( x — x√ — 1 ) dz
-S . hV -1 2π
2
h - 1
- 2π 2
h
f(x+z√ − 1 )
- 27
h ƒ(x— z)√ — 1) .
f( x —z√ −1 )
dz.
27 27
፡
h --
( 108 )
13. Nel tomo III dei Novi Comm . Acad. Petropol. , Eulero
applicò l'integrazione delle equazioni differenziali d'un ordine
infinito alla ricerca del termine sommatorio delle serie finite .
Chiamato X il termine generale corrispondente all'indice x ,
e y la somma della serie continuata sino a questo termine ,
in modo che si ha
y = X + ΣΧ , Δι = 1 ,
r=8-
2 2r+-1 2r+1
У Σ ( -1) [sen 2h TxJXdx cos ( 2h
r=1
2r+1 2r +1
- COS
2h R ) ].
2h Rx ) / Xdesen( 2+
cos (2+
( 110 )
e dovrà pure annoverarsi tra le formule sommatorie, poiché
facendo
Ax = 2h , X = F(x) ,
si avrà
2F(x + h) = 2y + Ay ,
e quindi integrando
XC
y = 2( —1)²hΣ( −1)˜¯ ½π F(x + h).
Ax = 2 , F(x) = X ,
anche la formula
ΣF(x + 1 ) = } ƒXdx
818
+ Σ(-1 ) (cos2rææƒXdx cos2гx +sen2rяxƒXdæ sen2rëx ).
r=1
7=8 επι
V-
a
9(t) = ΣA
r= 0
ne conchiude
m= 2rπV -1 ,
m n
1 +
(1 2n
p(x + 1 ) − q(x) == 0 ,
q(t + a) — q(t − a) = 0,
col prendere
t= x + 1 , a = } .
1 2 2гπ(x- x)
=
4Sa f( x)dx + h Σfaf
(x) dz cos h
dy d²y d³y
X=y + + +
dx dx2 dx3
dX
Aex cos 0
y =X-
dx ΣACT cos cos (x sen + q) ,
1. 2... n = e-² zn dz ,
=√
e supponendo adempite le necessarie condizioni di convergen-
za, si dedurrà
kz du k2z² d²u k3z3 d³u
x=S e-z (2u + 2 --
x
1 d + 1.2 dx² 1.2.3 dx3
x =f e-²f(x + kz) dz ,
du d³u 15 ,,
s == k = + k³ dx³ + k5 +
dx dx5
-e
S ç¯* ƒ
{x)dx = kS® e [ e˜^^
\x,+ki) ~ *f(x + kz)]dz.
( 115 )
1 Pag. 28, 29 , 39 , 41 , 42 , 52 .
2 Pag. 25, 27 , 33 , 36 , 54.
3 Pag. 49-51 .
4 Pag. 3-17 .
( 117 )
valse ad ogni modo bisognerà riconoscere che a Leonardo
Pisano è dovuta la lode dal Montucla attribuita al Viète d'
aver per primo ottenuta la risoluzione approssimata di equa-
zioni complete superiori al secondo grado .
Il terzo scritto é , come dicemmo, il liber quadratorum, e
dobbiamo dolerei che non sia intero , terminando in tronco
l'ultima carta a mezzo d' un problema : tuttavia è da cre-
dere che poco manchi al compimento , da che nella parte che
possediamo troviamo sciolte tutte le questioni da Luca Pa-
cioli indicate siccome estratte da questo libro . Comincia Leo-
nardo con una bella proprietà della serie de ' numeri impa-
ri , dimostrando che la loro somma é sempre un quadra-
to , e ne deduce due regole particolari per formar un
quadrato eguale alla somma di altri due , le quali sono le
medesime che il Sig. Biot osservò in un frammento del ro-
mano gromatico Nipso , e riferi nei Comptes rendus e nel
Journal des Savants (aprile e maggio 1849) . Insegna quindi
altre più generali regole, tra cui quella stessa che fu data
nelle opere tanto posteriori di Bacheto e Frénicle; ma è no-
tabile come d'una di queste regole o formole generali Leo-
nardo aggiunga 3 che essa si ritrova nel X. libro d'Euclide,
mentre fin qui si è creduto che i Greci non conoscessero se
non le regole molto limitate di Platone e Pitagora pei nu-
meri interi, e quelle di Diofanto pei numeri razionali . E non-
dimeno si trova veramente nel decimo libro d'Euclide la so-
luzione più generale che sia possibile di ottenere con numeri
interi, ed è esposta nel primo dei due lemmi che precedono
in quel libro la proposizione XXX (*) .
1 Pag . 56.
2 Pag. 73.
3 Pag. 61 .
(*) Siano p, q , r, & quattro numeri proporzionali , e poniamo
x = pr, y = qsxey saranno di que'numeri che Euclide chiama
piani simili, e il cui prodotto è un quadrato, com'egli dimostra nel
lib. IX , prop. 1. Ora se suppongansi æ e y ambedue pari o ambedue
impari , e xy , e se facciasi xyz2 , la regola insegnate nel
( 118 )
Leonardo dimostra nel medesimo trattato la formola ele-
gante di cui le antecedenti , possono risguardarsi come casi
speciali, e che porge due maniere di spezzare in due qua-
drati il prodotto di due numeri ciascuno composto di due
quadrati, e ne desume qualche teorema per determinare
quanti spezzamenti ammetta un numero in due quadrati: ri-
cerca proseguita più tardi, e condotta a termine dal Fermat .
Insegna pure, quando sia dato uno spezzamento, a trovarne
altri. Poi a sommare ogni serie di quadrati le cui radici
siano i termini d'una progressione aritmetica; poi scioglie pa-
recchie duplici , triplici e quadruplici egualità assai scabrose .
2
Tra queste noteremo la questione ricordata dal Cossali e
dal Libri, di trovar un quadrato che accresciuto e diminuito
d'uno stesso numero prefisso rimanga quadrato ; la soluzio-
ne ingegnosissima che ne dà Leonardo per via di numeri ra-
zionali , sebbene indiretta , non è particolare come stimarono
i mentovati istorici: essa é generale e collima perfettamente
con quella che, per mezzo di calcoli complicati anzi che no ,
ottenne Eulero nella sua Algebra, tomo II , Cap. XIV , art.
225, 226 ; e anco alcuni degli esempi numerici d'Eulero s'
accordano a puntino con quelli di Leonardo. Questa specu-
lazione lo guidò a considerare il prodotto che ha per fat-
tori due numeri interi quali si vogliano , la loro somma e
la loro differenza : un tal prodotto o il suo quadruplo rap-
ΝΟΤΑ
DEL PROF. PAOLO VOLPICELLI.
(µ + 1)(a + 1 ) . · · (t + 1 )
ՊՆ 1
2
2(a + 1 )(8 + 1) . . . (t + 1 )
;
2 .
(a + 1)(ẞ + 1) . . . (t + 1 ) + 1
2
´(µ + 1 ) ( a + 1 ) (ß + 1 ) ... (t + 1 ) -- 1
N2 - -1 =
2
( 123 )
dalla
(a + 1 )(8 + 1) • • (T + 1) + 1
;
(a + 1 )(8 + 1 ) . · • (t + 1 ) 1
(5) V₁ 2
45 = 2k- 1 (*) ;
peró la medesima può dimostrarsi direttamente nel modo che
siegue. Abbiamo
k(k - 1) k(k ― 1)
21 + k +: + + k +1 ,
2 2
# (k-1)
(6) 2k- ¹ — 1 + k + k + U ,
2
essendo
k +3
-- 2 ) .
k(h — 1) (k
2
U
k
1. 2. 3 ...
se k sia impari; ed
(*) Questa formula fu riportata dal sig. Poinsot nei Comptes Ren-
dusy mai 1849 , T. XXVIII , p . 582 ; e precedentemente fu data da Le-
gendre, Théorie des nombres. T. I. Paris 1830 , p. 8. i
( 125 )
k+ 2
k(k - 1)(k · ― 2 )
2
U
2 x 1.2.3..
2
se k sia pari.
Il secondo membro della (6) esprime il numero di tutte
le combinazioni , 0 a 0 , 1 ad 1 , 2 a 2 , • · •
k-1 k-1 k k
a - a se k sia pari, dei
se k sia impari, e
2 2 2 2'
k fattori primi di c ; ma questo numero eguaglia evidente-'
mente quello , dei diversi modi, nei quali si può un pro-
dotto e di k fattori primi , decomporre in due fattori primi
fra loro , compresa fra questi l'unità ; dunque 2*-¹ esprime
siffatto numero .
´x² — y² = c ,
le
√3 = v , v₁₁ = v" :
14
y² 1+ 3 + 5 · + 2y 1 ,
c = 1 + 3 + 5 + ... + 2 / c - 1.
ESEMPIO
Abbiasi
c960 26. 3. 5,
sarà
µ = 6, a = 1 , B= 1 ,
qnindi
= 10 ,
e perciò
laonde
e finalmente
479 481 ,
3+ 5+ 7+ 9 + + 61 ,
960-
87 + 89 +91 + 93 + · +105 9
29 + 31 + 33+ 35 + + 67 "
17+ 19+ 21 + 23 + + 63 ,
1 ,
• • • +991
6971 + 73+ 75 +
155157 +159 + 161+ 163 + 165 .
( 129 )
oppure
m = 5p² , n = 2q² ,
r== 512
5t² * , s = u² , q² = 25t¹ — u¹ ,
oppure
r = t² , s = 5u² , qª = t4 — 25u4 ,
q² ≈ 9 , 43.
x = r² + s² = 41 m = 40 n 9,
2 2mn X 41 1
= = 144 , y = 12 , = 3+
5 y 12 4 6
soluzione di Leonardo .
Il metodo come apparisce non è il più semplice , ma è il
solo con cui si possa giudicare sicuramente se il problema
riceva o no una soluzione . Si dimostra cón esso che il pro-
blema è impossibile quando hè quadrato bellissimo teore-
ma di Leonardo che il Pacioli ha malamente riferito nella
0
sua Somma, Dist. 1. Tratt . 4. art. 7.° ( Tusculano 1523 ,
p. 13 ) dicendo ; « E tali congruenti il più delle volte nou
( 132 )
>> sono quadrati , ma li congrui ut plurimum sono quadrati »♪
Il Sig. Woepcke trova incompleta la dimostrazione di Leo-
nardo, e tale pare anche a me, ma deve notarsi che Leonardo
non la espone per disteso, anzi accenna soltanto il principio
sul quale egli la fonda (pag. 98 , lin . 7) , onde non possia-
mo affermare che sia erronea. Io ho voluto cercare se potessi
completare questa dimostrazione , diversa da quella di Fer-
mat, ma i miei sforzi furono vani, e dirò qui per incidenza
che tali ricerche furono tra i motivi del mio ritardo' a scri-
vere un articolo intorno i tre scritti di Leonardo. Col mc-
todo di Fermat si dimostra pure che il problema è impos-
sibile per h = 10, questione proposta nel Khelasat di Beha-
Eddin (Terquem , Nouv . Ann. de Math., 1846 , tom. V. , pag.
313 ) : ma non voglio tacere che questo arabo , del rima-
nente molto posteriore a Leonardo , dichiara soltanto assai
difficile la questione indicata , e le altre sei enunciate nello
stesso luogo tra cui (al n .° 4. °) si trova lo spezzamento d'un
cubo in due altri cubi, non le dichiara assolutamente impos-
sibili, come dice il traduttore Sig. A. Marre (ivi p. 323) ,
onde la gloria d'aver conosciuta alcuna delle proposizioni ne-
gative di Fermat, gloria che è dovuta a Leonardo , non si
può attribuire agli Arabi . Aggiungo che non tutte quelle
sette questioni sono impossibili ; la settima, cioè la duplice
egualità
+
£
x² + x + 2 y² , x² x -X =
x² + h = 'y² , x² — h = y²
e. bizih
condurrebbe a scioglier l'equazione di terzo grado 1
98
64933
( 135 )
NOTA id megación
DI BALDASSARRE BONCOMPAGNI
x = ± (m² + n²)
(B)
-- n²) )
y = ± (2mn + (m²
K.
(1) Pacioli (Fra Luca) Summa de Arithmetica Geometria Fropor-
tioni et Proportionalità ( Con spisa e diligentia E opifitio del pru-
dente homo Paganino de-Paganini da Brescia. Nella excelsa cita de vi-
negia. cō gra del suo excelso Dominio che per anni X.proximi nullal-
tro in quello la possi restapare ne altroue stapata in quello portarle
sotto pena in ditta gratia contenuta. Neglianni de nostra Salute M.
eccc. lxliiij, adi 10. de nouembre) , in fog. Parte prima, Distinctio prima,
Tractatus tertius, articulus septimus, prima numerazione , carla 19,ª nu-
merata 15, verso, lin. 48-57.- Tutto ciò che si legge nelle linee 24-
29 di questa pagina 136 dalle parole - Con spesa fino alla parola nouembre
trovasi nel recto della carta numerata 76 (lin. 12-16 ) della seconda nu-
merazione della edizione fatta nel 1494 e testè citata dell'anzidetta Summa
di Fra Luca Pacioli.
(2) Codice Ambrosiano E. 75, Parte superiore, carta 31 , verso, lin.
22-29 .-Tre scritti inediti di Leonardo Pisano, pag. 98 , line 11-24.2
( 137 )
tres fiant quadrati, ut si ponamus 9 et 16, qui sunt quadrati, et
coniunctus ex eis scilicet 25 est quadratus , et aufferatur (sic ) 9 de
16, remanent 7 , qui 7 potest esse congruum, multiplicatio qui-
dem dupli de 9 in duplum de 16 facit quadratum numerum, sci-
licet 576, qui si multiplicetur per 25 , faciet iterum quadra-
tum numerum, qui si ducatur per 7, faciet congruum , ergo 7ma
eius pars erit quadrata.
Cioè: « Siano h,, g due numeri razionali . Se si ha
1h
>> - q² "
h₁
h
>> 2 h、
q 3
( E)
x У Z
41
T q q
>> dividendo le equazioni (A) per q² si ha:
2
>>> x²₁
A + h₁ = y² 1.9.1
(F)
»)) x² - h =
» e le equazioni ( B) , (E ) danno :
4mn(m + n) m — n)
>> h₁ 2
q
(m² + n²).
>> xi
q
(G)
± (2mn +(m² → n²))
Уг
q
2 2
(2mn-(m -- n²))
q
( 138 )
La seconda, la terza , e la quarta di queste equazioni danno:
2 (m² + n²)²
X1
m² + n² 337 97
>> XI = 2+
q 120 120
(J) 2mn +(m -n 463 103
>> Yı 3+ 9
9 120 120
2
2mn - (m² n²) 113
I >>
q 120
( 139 )
Fra Luca Pacioli nella sua opera intitolata Summa de Ari-
thmetica Geometria Proportioni et Proportionalità éc . scrive (1 ):
⠀⠀≫ Trouame vn numero quadrato che giontoei.6 . ; facia
» quadrato etrattone .6 . ancora remanghi quadrato . Dico
» che disposti li numeri congruenti quanti piu tanto meglio:
>> vada prouando comenzando dal primo: seuine veruno che
>> partito per .6 . neuenga numero quadrato. Unde tu sai che
» .24. e il primo congruente partito per Li 6. neuen.4. che
» ene numero quadrato. Ora dico che tu tolga il numero
>> quadrato congruo di quel congruente che sai per le vie
anteditte ene 25. Or questo dico che parta per quello
1
» auenimento cioe per 4. neuen 6 e questo ene lo
'1 4. 4 11
» adimandato numero : cioe .6 4 quale e quadrato che
1 1 1
» la sua Rene. .2 Gionto adonca..6.a fa.12
2 1t 4
T
>> che anche ene quadrato lacuie .3 2 ‚' e'caŭà .6.
1 "
» dele..66- resta ancor quadrato che la sua R
4.
1
» e.
20 siche in questo modo ticonuien regerte a simili che
>> ancora ne porro vnaltra, P.a 16
- > TRouame vn numero quadrato che giontoui 30. la sum-
ma simelmente sia quadrata etrattone 30, ancora el re-
>> manente sia numero quadrato. Questa farai commo o ditto
>> nella precedente cerca fra li numeri congruent i per vno che
» partito per 30. neuenga numero quadrato. E trouerai chel
» sira el secondo numero congruente: cioe .120 . che partito in
(1 ) Si ha
= 4.2.1.3.14.6 == 22.6 = 24 ,
4= 22 , H
9 =2,
m² + n² = 2² + 1² 5,
(m² + n²)² = 5² = 25 ,
>>> - 7² = 49 ,
(2mn + (m² —— n²) )² =
5
>> X1
2 12
(M)
7 1
ས
Yr 3 +
2 2
1
>
»
> /h q³hs = 4mn(m ++ n)(m - N) = 4.3.2(3 + 2)(3—2)
» q² =4 = 22 q 2
m² + n² = 3² +229 + 4 = 13 ,
>> 7,
13 1
>> XI 6
2 2
(P) 17 1
У1 8 +
2
72
3+
2
( 144 )
» e le equazioni (H) danno
2 169 1
= 42 +
4 4
289
» y², = 72 +
-4
49 1
= 12+
4 4
2 2 2
=9
n² = 92 81 . m 162 = 256 ,
>>> n² == 256 +81 - 337 ,
m² + n
>>
( R) 33721135
(m² + n²)² = 3372 == 69 ,
>>
16.9 = 144 ,
mn = 16.
>>
m + n = 16 + 9 = 25 ,
>> 4mn(m + n) = 4. 25. 144 4.3600 14400 ,
= 7.
mn = h₁ =
* 4mn(m + n)( m n)
q³ = 4mn(m + n) .
h₁
Se adunque nella
prima delle equazioni ( H) și sostituisce
2
Amn(mn ) in vece di q si ha
2 (m² + n²) ²
1 2 4mn(m
+ n)
2
cioè il valore di x, dato dall'ultima delle equazioni (R) .
Nel Liber quadratorum di Leonardo Pisano si legge (1 )
VOLO inuenire quadratum cui addito 5 , vel diminuto faciat qua-
dratum numerum . Adiaceat congruum cui (sic) quinta pars sit
quadrata, eritque 720, cuius quinta pars est 144, in quo diuide
quadratos congruentes eidem 720, quorum primus est 961 , se-
cundus est 1681 , tertius autem est 2401 , et est radix primi
quadrati 31 , secundi 41 , tertii 49, exibit pro primo quadrato
97 7
1446, cuius radix est 122 , qui prouenit ex diuisione 31 in
radicem de 144, hoc est in 12 , et pro secundo, hoc est pro que-
97 5
sito quadrato, ueniet 11 , cuius radix est 3, que pro-
144 12
12 = 144 , g = 12 ,
(S) » m² + n² = 5² + 4² = 25 +16 41 ,
= 40 + 25-16 = 49 ,
>>> 40 + 16 25 = 31 ;
720
h₁ = - 5,
144
41 5
Ꮖ. = 3+
>> 12 12
(T) 49 1
4+
>> Yi = 12'
12
31 7
>>> = 2+
12 12
}
( 447 )
4681 97
» x² = 11+
144 144
2401 97
» y², = 16+
144 144
961 '97
== = = 6+
144 144
4mn m + n)(m -- n)
h₁
h - mn(m + n)( m ― n) ,
l'equazione (U) dà
== 1/ 2² 11
9 == √ 4 = == 2 .
Per tal modo Fra Luca Pacioli nel passo soprarrecato della
sua Summa (2) ottiene un valore razionale di q nei casi di
h , == 6. , h, 30 .
abbia simultaneamente:
m - − n == h₁ ; = p² ; ´n
m ==
(V)
{ m + n == r² + s² ===
f
si ha :
4mn(m + n) ( m n)
= 4mn(m + n) = 4r's't ',
h
(U₁ ) 2rst.
Per tal modo Leonardo Pisano nel primo de'tre passi so-
prarrecati del suo Liber quadratorum (1), e Fra Luca Pacioli
nel passo della sua Summa riportato di sopra (2) , ottengono
un valore razionale di q nel caso di
h₁ = 7 ,
giacchè se
m = r² =16 = 42 , 32 ,
n = s² = 9 = 32
si ha anche
m- n169 = 7 = h 、,
m + n = i² = 16 + 9 = 25 = 52,
r == 4 , S 3, t = 5;
e però l'equazione ( U₁ ) dà :
q == 2. 4. 3.5 == 120,
(1) Vedi sopra, pag . 136 , lin . 19-22, 36-37 , pag. 137-138 .
(2 ) Vedi sopra, pag. 140 , lin . 27-31 , pág. 141 , lin. 1—4 , ' pag.
144, lin. 5-27.
( 149 )
abbia simultaneamente
m == n ==
(W) 2
m + n == t² m - n == u
1
si ha :
4mn (m + n) (mn )
=4n(m+ n) (m — n )—= 2² s² t² u²
h₁
quindi l'equazione ( U) dà :
12 (U₂) 9. == 2stu
Per tal modo Leonardo Pisano nel terzo de'tre passi def
suo Liber quadratorum riportati di sopra ( 1), ottiene un va-
lore razionale di q nel caso di
h₁ = 5 ,
giacche se
m = 5 = h₁ , n = 4 23,
si ba :
m + n = 5 + 2932 , m n– 5–2 = 1= 1 ,
S == 2 , t == 3 , น= 1g
(1) Vedi sopra , pag. 145, lin. 9-26 , pag 146, pag. 15 , lin . 1—3 .
(2) Origine , trasporto in Italia , primi progressi in essa dell'algebra .
Storia critica di nuove disquisizioni analitiche e metafisiche arricchita
di D. Pietro Cóssali C. R. Dalla Reale Tipografia Parmense , 1797-1799 ,
due volumi , in 4°, vol. I , pag. 131 , lin. 1—16 . Vedi sopra, pag. 137,
Tin. S- 23, pag, 138 , lin . 1-4 .
(3) Cossali, Origine, trasporto in Italia , primi progressi in essa
dell'algebra, vol. I , pag. 131 , lin . 17—30.
( 150 )
« L'esposto metodo però, oltre ad essere indiretto , era
>> eziandio presso Leonardo e gli altri che tennergli dietro
» tanto limitato, quanto limitata era presso di loro la Ta-
>> vola dei numeri congrui, e congruenti , ristretta a quelli
>> soli che generazione ricevono dai numeri razionali interi .
È avvertita questa imperfezione da Fra Luca . E fu dessa ,
>> che costrinse Leonardo, e gli analisti italiani succedutigli
>> per lo spazio di quasi tre secoli andar tentone in quei ca-
>> si, che al metodo si sottraevaño : con che però rinveniro-
>> no delle ingegnose regole particolari, da essi dette straor
» dinarie. Trascelgo la regola per il 7 , per il problema cioė
>> di trovar un numero quadrato , al quale aggiunto o de-
>> tratto il 7, provenga ed aggregato , e residuo quadrato .
( (7+2) 2+(2.7+ 2) 2 )²
>> Ecco in compendio la regola . Sarà 4(7-2)(2.7-2) (3.7 +4)
( (7+2)2+(2.7 +2 )2)2
>> il quadrato desidera to . Ed in vero- 7
4(7 + 2)(2.7+ 2)( 3.7++ 4)
(9² + 162)2 113569 113569 100800
+ 7= : nella qual
4. 9. 16. 25 14400 14400
>> frazione essendo manifestamente quadrato il denominatore
>> == 120² , non rimane a dimostrarsi , fuorchè esserlo pure in
>> ambedue i casi, del segno + , e del segno ― il nume-
>> ratore . E così è, essendo 113569+ 100800 214369
m == 2h, +2 ,
n == h, +2 9
(X)
m + n == 2h , + 2 + h ; + 2 = 3h , + 4 ,
m N == h₁ .
4mn(m + n)(m - n)
==4mn{m + n)=4(h, +2)( 2h , +2)(3h , +4)
h,
m 2h , + 2 = 2.7 +2 16 == 42 == r²2
n h₁ + 2 = 7 + 2 == 9 == 3² == s² ,
mn = 3h, + 43.7+ 4 25 = 5² = 12 ,
e quindi :
= 2² 32.4252 120. 1
» p = 41 , 9 12 ;
h₁ -5
h₁ = 7
( 1) Vedi sopra , pag.145 , lin . 9—26, pag. 146, e pag. 147,lin . 1—3 .
(2) Vedi sopra, pag. 136 , lin. 19—22, pag. 437—138.
(3 ) Vedi sopra, pag. 140 , lin . 27—31 , pag.141 , lin . 1—4, pag.144,
lin . 5-27.
( 155 )
x +- Аx™ -、 + Bæ™ -² + . . . . . + Px = Q
P + Qm + R√n + S√/ mn = 0 ,
( 157 )
il en résultera
P =0, Q = 0 , R = 0 , ས་ ་ S་ = 0 .
x = a + B√ m + WV n
Va + BVm ,
x³ + 2x² + 10x: 20 0
( 158 )
n'a pas de racine rationnelle ;
x6 + 16x420x - 4000
n'en a pas non plus, ainsi l'équation n'a pas de racine des
formes
a + BV m + WV m Va+ßVm+Wn.
P + Qvm = 0
donnerait m rationnel
Qj/ m + R↓ n = 0
donnerait
R
vm = Vn
Q
contre l'hypothèse. Si un seul coefficient est nal , en isolant
un radical et élevant au carré, on retombe sur le cas précé-
dent. Si aucun coefficient n'est nul on posera
{P + Q\ m }² = { R√n + S√
/ nm} ² ,
au lieu de
P + Qm + R√
/ n + S√mn = 0;
de là
L'élimination de n donne
PR = mQS
on obtient
P² = mnS² ,
d'où mn carré;
mn = U²,
d'où
mn² = nU²
donne
U
Vm =
n
contre l'hypothèse .
II. De x = a + BVm +y V n | a'= α² + mB² + ny² , a " a³ + 3α (mB² + ny.³)
on tire x²=ά +ß' Vm +y' Vn +8′ V mn|B'=2aß B”—ẞ(3a 2 +mẞ² +3ny³)
x3=α" +B" Vm +y" Vn+ 8" V mn y = 2ay > y" —y (3α² + ny²+3mẞ² )
| '=2By' , d =baßy
La substitution dans
x³ + Ax² + Bx + C = 0
donne
de là les équations
a + Áo + Ba + c = 0 , B + A ? + BB = 0 ,
B”y — By" = 0 ,
( 160 )
ou bien
2fy(mp² - ny²) = 0.
✓m 5Vn
BV m = √ (3a² + 2Aa + B) ,
ce qui réduit la 1.re à
-
(2x)³ + 2A(2a)² + ( A² + B ) 2 + AB — C ― 0 :
Or si l'on pose
- (A + 2a)
∞³ + Ax² , + Ba , + C = 0.
Ici les racines sont
a₁ , a + BVm , a - BV m.
IV . En passant de
x³ + Ax² + Bx + C = 0
à
117 2
x² +
' (2B — X²) x4 + (B² — 2AC) x² — C² = 0 ,
wulob 8
on a de suite la dernière proposition .
( 161 )
NOTE ANALITICHE
DI ANGELO GENOCCHI
I.
x³ + 2x² + 10x = 20 :
x(x + 2) ² + 6x = 20˚ ,
(a + vb)Vm + √n
V = √ (a + √ b)² (m + √´n) ,
a+ √b + √ m + V
non può formare un numero razionale (nel caso di m² n
non eguale ad un quadrato), ed altre simiglianti , nelle quali
si presentano anche linee di tre nomi, specie d'irrazionali su-
periore ai binomii considerati da Euclide.
Osserverò altresì che usando il medesimo raziocinio con
cui Leonardo dimostra non poter essere una frazione la ra-
1 Pag. 15 e 16 .
2 Comptes rendus, tom : XXXVII , pag. 555.
3 Pag. 11131
4 Pag. 15
5 Pag. 16.
( 164 )
dice dell'equazione da lui contemplata , egli avrebbe anche
potuto dimostrare il general teorema che nessuna equazione
ha per sua radice una frazione se il coefficiente della più
alta potenza dell'incognita è l'unità , e se gli altri coefficienti
sono numeri interi .
Similmente le ragioni per le quali
nega che x abbia la
forma Vab si applicano a qualsivoglia equazione cu-
bica formata con coefficienti razionali , ogni volta che ab
rappresenti il terzo o sesto binomio o reciso d'Euclide , e gui-
dano così ad altro teorema avvertito dal Cardano , il quale
in un'età posteriore ma pure assai lontana da noi istituì ac-
curate indagini intorno ai casi in cui ad un' equazione di
terzo grado può convenire una radice della forma a ±√b
y: =2+ "
10
1 Cossali, t . II , p . 316 .
2 Libri, Hist. des Sc . Math. t. II, pag. 290.
( 166 )
della risoluzione numerica delle equazioni ' , foggiò le sue
regole ad imitazione di quelle che servono per estrar le ra-
dici dei numeri .
Ecco ad ogni modo qual fosse il metodo del Cardano no-
minato da lui regola aurea, e applicato alle equazioni di terzo
e quarto grado. Data un'equazione
f(x) = 0 ,
siano a, b due valori già trovati , l'uno maggiore e l'altro
minore della cercata radice : si avrà un nuovo valore più
prossimo prendendo
f(a)
(b · a) ,
f(b)-f(a)
come risulterebbe dalla proporzione
f(b) ( a) : ba ::f(x) —ƒ
f ( a) : x — a ,
dove si farà f(x) = 0 ; poscia col mezzo di questo valore
e d'uno dei due primi se ne determinerà similmente un al-
tro, e così in progresso. Il Cardano avverte pure che la me-
desima regola vale per le cstrazioni delle radici .
Non credo tampoco inopportuno di mostrare come effetti-
vamente essa porga un'approssimazione sempre maggiore . Sia
ƒ(x) = x³ + px² + qx -- → r. ,
f(x)—ƒ(a)
F( x) = x² + ax + a² + p(x + a) + q:
xa
f(a) + (x — a) F(b)
1 Degua, Mém . Acad. des Sc. de Paris, 1741 , pag. 450; Montuela ,
Hist. des Math . , Pe. IV, L. II , art. XI, e L. III , art. VI ; Biogr. uni
vers. art.le Viète.
( 167 )
è negativa quando x = a, riducendosi allora aƒ(a), e poichè
supera sempre f(x) nel detto intervallo, dovrà esser positiva
quando x eguaglia la radice positiva z dell'equazione
f(x) = 0:
si conchiuda che dovrà esser nulla per un valore a, di x
compreso tra a ed a, onde sarà
f(a)
fa) + (a , a) F( b) = 0, a, = a "
F(6)
e il valore xa ,, che è dato appunto dalla regola aurea del
Cardano, sarà più di a prossimo alla radice a. Questa dimo-
strazione è suggerita da una teorica del Signor Cauchy di
cui fece una nitida sposizione il Signor Moigno ¹ , e si ap-
plica ad ogni equazione ƒ(x) = 0 , dove il termine cognito
abbia un segno contrario a quello di tutti gli altri : la qual
condizione è pur necessaria perché il metodo di Viête ( men
semplice del precedente) procuri un'approssimazione sicura ² .
E poi notabile nello stesso caso la perfetta identità del me-
todo di Cardano con quello che il Moigno dedusse per prima
ed immediata conseguenza dell' accennata teorica : il che si
riconosce facilmente avvertendo che allora tutti i termini di
XC f(a)
f'(b)
perciò la funzione
---
f(a) + (x — a)f'(b) -
che é negativa ef(a) per x = a, sarà positiva per x=a,
che annulla
2y 1 x У 5% У
+ + +
3 3 3 2 3 6-
) 6 6 1(2
3 + 3 + 1)·
6
3 t
x =t -- 2u , У z= - 9
2 2 5 5
7 7
t = x + y + z= t + 1-4u
10 10μ,
7 7
i= 4u + 7t = 47u.
10 10μ,
rie génér. des approx. numér. (2.º édit. Paris 1854 ) . Egli giunse a con-
chiusioni simili alle nostre mediante considerazioni geometriche ( V.
n.i 56, 79 e segg .)
1 Pag. 17 .
2 Pag. 18 .
( 170 )
e ne ricava
t = 47 , 2u = 33 ,
3 t 6
u= 13 , Z = u 1.
2 2 5 5
1 Pag. 20.
( 171 )
2
- 34x5-2x - 17 = 17 + x52x1 ,
3 (x3 + x4 +X5)
51 3
--- 3x,,
x3 + x4 +x5 = 2 + 2 -X5
51 3 17 1
--
x2=34 +x5 +2x, - 2
-X5 -- 3x,)==
2
X5;
2
34 8 34 11
x4 = 3+2x5 I
-x₁ — (X5 + x₁
3 x1 − (X5 + x1 )) = + X5
3 3 ".
%— "
5 4 34 5 4 119
-X 5 +
- -xI₁ + g 17 ., 9
6x5 9 6x5 + 9 9
8 238
X5-+ x1 =
15 15
( 172 )
onde
98 8 119 238 378 2023
1 x. +
33 , + 15 . 33 15 165 165
2023 1
X1 = 3
378 2
I Pag. 24 .
2 Pag. 25 .
( 173 )
dove t, x, x, sono le incognite da Leonardo chiamate bursa,
dragma, res, e da risguardarsi come principali . Egli ne de-
duce successivamente
1 1 1 1
X3 = + - X21
X2 X3 =
2 2
1 1 4 1 1.
x3 + x4 - ·t+ 29 x4 = X2 --
3 3 3 6
4 1
·x4 + x₁ + - t
3 2x1 6
3 1 4 1
t + x3 1 X2
21+ 2 (3 + 2 6 )
16 2
x₂2 + 2x₁ - t,
3 3
13 19 3 38 9
-x₂ + t= x₂ + Ꮖ ;
6 3 2 13 13
poscia
4 5. 1
t + x4 , = 2 + - 5x + 5x2 ,
3 6 2
5 11 11 22 33
-x2 + t=
21 , 5x2+ 5 19
6 3
22 33 1 1
x =1 , t = 5x25*1 = 11, X3 =
2
4 1 1
-
204 = 3 x2 + 2x1 t = 4.
6
t + x₁ = m(x₂2 + x3 ) , t + x₂ = (m + 1 )( x3 + x4 ) ,
1 Pag. 27.
2 Summa de arithmetica, geometria, Dist. 8ª, Tratt. 1 ° , art. ° 1.9
(Tusculano 1523 , t. 1 , f. 113) .
3 Op. cit. Vol. 1 , p . 283.
4 Pag. 28 .
( 175 )
si può prendece x, m + 2 ) x4 = x₁₂ , x3 = 1, x₁ = -1
debitum , e si formerà i aggiungendo ad 1 la somma de nu-
meri pari 4, 6, ... 2(m +1). Leonardo considera qui 1 come
la radice di t, e 2 come la radice di x2 1 perché da questi
numeri fissi nasce il valore delle stesse due incognite vario
per ogni questione ; usa quindi il vocabolo radice in un senso
diverso da quello che suol avere nell'algebra. Egli non reca
la dimostrazione di questa regola ingegnosa, ma risultandone
t = 1 + mm + 3),
x₂ = x4 = 6 t = 29.
Si ponga
a a' b'
1 = 1 2 1. 9-
α a' 72 q − p = q' ,'
B
α'β' a y) = d
r— p = r' , /
2/ (1
1
a'b'i+ a'c'
1 'q' =e d - 1 = 0,
2 b' c'
Infine si prenda
p +e
a
10
α
si avrà
a a' B'q'
=P
x= t - x, y = t
a b'
¹ Peg. 29.
( 176 )
Leonardo spiega questa regola sopra un esempio in cui
a 1 b 1 с 1
9 ,
α 3 β 4 Y 5' p= 14, q= 17, r= 19
ossia
c' a'y'
- x +y =
zł(x + y) = a'c' -뿔.
1 Pag. 30. 集
Annali di Scienze Mat. e Fis. T. VI. maggio 1855 . 12
( 178 )
scia insegnata dal Cardano, e che tanto s'approssima ai me-
todi della moderna Algebra 1 .
Ma importa altresì di notare, che questo stesso problema
era stato sciolto da Leonardo in due modi nel suo Abbaco
al cap. 13 De regula eloataym ( cioè delle false posizioni ) , e
ch'egli volle darne qui un'altra soluzione quia hujus solutio:
nis inventio placet mihi pre ceteris modis 2. Trasse questa so-
luzione ex modo suprascripto trium hominum 3, ossia dal me-
todo seguito nello scioglimento del problema primo e appli-
cato anche al secondo e terzo problema 4 , metodo da lui
detto alium nimis pulchrum modum che stimò di non dover
tralasciare sebbene eziandio di quel primo problema l'Abbaco
giá contenesse tre soluzioni 5. Nè crediamo s'ingannasse nel
fare un si gran conto della sua nuova invenzione , poiché qui
egli avea trovato un vero metodo di eliminazione, algebrico e
diretto, e l'avea sostituito al metodo aritmetico indiretto delle
false posizioni tale infatti è il modo di risoluzione usato
da Leonardo nei precedenti quesiti . Dove troviamo non po-
chi sottili artifizj e partiti, e quelle diverse forme di proce-
dimenti che il Cossali avvertì nei libri di Fra Luca e più
specialmente del Cardano 6, e che tuttodi sono in uso per
le equazioni di primo grado.
Noto infine sopra questo problema , che parlando di frazio-
ni Leonardo non adopera i vocaboli di numeratore e denomi-
natore, ma in luogo di numeratore dice il numero qui est su-
per virga, in luogo di denominatore il numero qui est sub
virga.
e sottraendone la seconda ,
2 1 3
= น - 2 , x +z + 1 = - 3;
3 (x + z + 1) 2
e si troverà
73 73
3(x +y +z +1) = น 12, x + y +z+1 = 72 u-4
24
1 1 37
C น — 4, x+ u= 4 - 33 ,
72 2 72
7 Pag. 33.
( 180 )
onde
37
-u = 37 , u = 72.
72
Allora l'equazione
1
x + 33
2
diventa
x + 36 = 33 ,
x = 36-33 = 3 , y + z + t -− x = 72 — 3 —
= 69 ;
di più , l'equazioni
3 2
x + -3 , x + y +t น -- 4 "
4 3.
5
x+ y + z= น 5
diverranno
z +t − x = 51 , y + t − x = 44 , y + z — x = 40,
e sottraendole dalla
y + z + tx = 69
si otterrà
y = 18 , z = 25 , -t = 29.
y ez , si troverebbe t anche col sottrarre y +7
Determinati У
dal numero 72 yzt: altro modo indicato dal no-
stro autore.
Soggiunge Leonardo che se ai numeri dati 33, 35, 36 , 37
1 Pag. 33.
2 Pag. 35-36. 1
( 181 )
siano sostituiti 181 , 183, 184, 185 , sarà
x= 1, y = 94 , z = 105 , t = 141.
9 1 47 47
t -s, 3% = -s + 3t = S,
80 80 240
1 154 77 1 89
2y- S +22 s, y = ・s, x= y +;20 S 240
S.
4 240 240
1 Pag. 36.
2
Pag. 38. Et si dictum fuerit.
( 182 )
Leonardo prende per incognite, res, successivamente x' ,
y', z' , e poiché fatto
x+ y +z + 1= s,
si ha
1
60x' = 240.x'
48,
e così è proporzionale a 240, pone ad libitum x' = 2 , e
ottiene s = 480 , poscia
1 1 1 1
y' = X S == 6 , X s = 24 ,
20
donde ricava facilmente x, y, z, t.
Indi insegna per questo problema due regole generali ,
che ridurremo in formule. Sia
x + y + z + 1 = $', x-- (m −1) (y + z + t) =' x',
s = x' + m(y + z
s + t) = y ' + n(x² + mx + mt)
y +z + x' + mz + mt
m n
S-
y' + nx" + mnt z ' + py' + npx'
р q
1 - 1 )s y'
(n
y= + (n --- 1) (x′ + m² + ms))= +
mn
m mn
-
4(n − 1)pq + 1 ,
— 1)s
p
(
z' + (p - 1) (y' + nx' + mnt)
mn mnp mnp
= 4(p - 1)g +1 9
1 (q 1)8
t = +
~ 1ì (z ' + py' + np.x') ) =
mnp(c' +
(q—
mnpq mnpq
- 1) + 1 .
4(g
= - -
* − (1 − 1 ) +1 , y− (1 − n/m
-
z=
- (1-4) +11 ,t = (1-4 ) +1 ,
α β γ
a b с d
ab
== ab (e + 3 (y -
+ c) ) = a [ aße+ ( 1 --
위이
Leonardo applica queste formule ossia le regole ch' esse
esprimono al suo problema, in cui
α 5 β 1 10
2+ 1 3+
a 2 2 b 3 3
1 17
4+
C 4 4
e trova
S = 2550 , x = 1554 , y = 738 , % = 258;
2
vedendo poi che questi numeri hanno il divisor comune 6 ,
li divide tutti per 6, e ne trae una soluzione con numeri
più piccoli
=8
425 , x = 259 , y = 123 , Z = 43.
I Pag. 42.
2
Pag. 43 .
( 185 )
2
Noto che dovendo prender di 1845 , accenna le due
5
maniere di operare, cioè moltiplicare 1845 per 2 e dividere
il prodotto per 5 , oppure moltiplicare per 2 la quinta parte
di 1845, e questa seconda maniera dichiara la migliore: quod
est pulchrius.
(Saranno continuate .)
1
}
I
( 186 )
I.
BRANO DI LETTERA
IN DATA DEI 2 DI MAGGIO 1855,
L'equazione
x² a
y² ― b
che si riduce a
(a + b) x² = ay² + bz²
x₁ = (a + b)x , B = a( a + b ) , A =_b(a + b) ,
essa diviene
2
x²- By² = Az² ,
n = a +b , k = A' = 1 , x₁ = ny —
- Ay',
x = y — by' ,
e poi
x' =
— A'k³y — ny ' — y — (a + b )y' ,
e otterremo
- By¹² = x².
x¹² —
In sostanza si porrà
x = y -— by'
( 187 )
nell'equazione
(a + b)x² = ay² + bz² ,
che diverrà
- 26(a + b)yy ' + b² (a + b)y ″² = bz² ,
by³ —
ossia
y¹ — 2(a + b)yy ' + b (a + b)y'² — z² ;
y = x + (a + b)y' ,
e ne risulterà
12
2012 - a(a + b)y¹² = x² ,
supposto
a(a + b) = aß ,
onde si avrå
ap² + Bq²
y=x ' +(a +b)y' = + (a + b)pq ,
2
2
- xp²+ßq²
x = y — by' = x' + ay' := + apq ,
2
ap = m , aqn ,
x = am² + (a + b ) n² + 2amn ,
Z = am² (a + b)n².
At² + B = u³ ,
t = h, u= k ,
(a + b) x² = ay² + bz2
si riduce alla forma
At² + B = u² ,
facendo
(a +b)x y
=u " = t, a(a + b) = A , b (a + b) == B ,
Z
X == У 1,
che dà
t = 1 , u= + b,
e quindi
h = 1 k = a + b:
» 1774224 × 3600,
( 191 )
» e si avrà per somma un numero
180625
> = 1774224 X
49
6 31968 25 × 33 × 37
4566 + "
7 7 7
1 79920 24 x33 x 5 x 37
11417 X
7 7 7
79920 24x33x5x37 ,
(1295)² ,
ossia di
52 × 72 × 372
eguaglia
24 × 34 × 372,
che è il quadrato di
2² x 32 x 37
25.33.37
=
(2².3².
(2 37²)²+
" -3 "-37 ( 2-3-37) " - ( 2-37.37)
") " + ( + (23.3) ²)
7" +
-)"* ((7²
22. 32. 37
= (2337) . 54,
22.32.37
(27-337) (5.13) 9 ཀེང ཞང་ ཟ
2
.5.13)
( 2.37.37.5.13 ) + (24 . 33. 5.37)*
2
- (2.39.37 3. 5.
(5. 13)² + (2². 3.
)[15. = ( 22-337 ) (5.17) " .
7) ] =
5. 7)²
(22.3.5.7)² = 176400 ,
p = a, = b, r c, s = d,
t = e, y = f› 9,
1:1
saranno soddisfatte anche da questi valori moltiplicati per
qualsivoglia numero m, onde nella prima equazione si potrà
fare C
y = mf , z = mg , 1 t = me , p = ma
ossia , facendo :
e + f + 9 = h ,
Nell'esempio precedente si ha
X LT
a= 7, f= 23.3 = 24 , 22.3.5 60 ,
e per ciò
h - 504772
504 jos al 3 otangas od
oppure
m' ― x = 1, m' + x = 71.73 = 5183 .
II.
BRANO DI LETTERA
>> si troverà
9
152981559
49
( 196 )
» che è pure un quadrato ed ha per radice
4
>>> 12368
7
X₂ = α₂ , u₁ =
= b₁ u₂ = b2 , x3 = az , uz = b3, ..
un- ₁ = bn- i i bn
xnan , un =
24 , as 60 ing nga
b₁ = 7', ' a₂
+499 ,cualdong ol 1. Hor 6 6
pei quali leONsomme
TEMP ad solus la ob 9. eTGEL '
2 2
3% ev
C +
per ottenerne
b2 - b² + s²
28 28
a2 a3 , • an , 2,
b₂ b3 , bn
3A
saranno
b2 I - 1 + s²,
b²; 62,2
a2 b₂ , a3
2$1 281 282
2
2 2 b²n-1 -s²n-1 b³n-1 +s²n-x
9 Ban bn و تبـ
232 2sn-1 2sn-1
x² + x + ma = m² b²;
b、, a₂ , az , • · • an i
a₂ + aз + · · an = α,
a₂ =4, a3 = 12,
( 200 )
e la condizione di a₂ + az divisibile per b , non é , soddi-
sfatta, essendo
a₂ az 16
b₁ 3
Preso
b₁ = 5,
abbiamo:
192 193 96 1
a₂ = 12 " az 84 ;
b, 5
7, B
risulta
Al2 = 24 ,
a3 312 ,
che sebbene dia
* D d
t(t -1)
m= X1 = mb, -t ;
(2t- 1)b , - α'
( 202 )
in questo caso prende il numero 13 e lo spezza in due parti:
t= 7
e
t- 1 = 6,
ed avendosi
b₁ = 7 , a₂ = 24 , a360 , a 84 .
!
ne deduce
a 6.7 .
= 12 m= I 6,
br 7(1312)
8 8
2 64,
24 — 64, x3 = 60 160 .
༢་
3 3.
t(t- 1)
aaazaz 504 , 72 , m=
b₁ 7(2t—1—72)*
elposto !
2t1-72 = 1
“,、, ་་་
risulterà
2t - 1 = 73 ;
( 203 )
quindi si assumerà il numero 73, e spezzatolo in due parti
t - 1 = 36, t = 37
si avrà
36.37 1332
m=
7 7
1332 1 1332 6
x₁ = .7-37-1295, x = '.24 = 4566
4566--7 ecc .
7 = ד־
a₂ = 4, b₂ = 5 , a3 = 12 , b3 = 13,
b₁ = 5,
avremo
a₂ = 12 , b₂ =·13
13 , 384 , 6385 ; 7
a4 = 17.12 ,
a' = 12.5
è pari e rende
a'(a' + 2) = 12.5.62
( 204 )
divisibile ancora per 5 , sicché tutte le condizioni richieste
saranno adempiute . Prenderemo dunque
b₁ = 5 , a₂ = 12 , a3 = 84 , a4 - 204, a'=60 ,
e ne dedurremo
l'equazione
x² 1 + x₁ + mx = m²b²,
L
immediatamente somministra
" α
m
5,
13
per cui abbiam trovato
a = 12. 25 ,
α
m=
b = 12 , x₂ = 12. 12 = 144 ,
HI.
BRANO DI LETTERA
IN DATA DEI 7 DI MAGGIO 1855.
་ ་ 722
e i valori corrispondenti
- y= 4m'n'(m¹² - n¹²),
y = 4mn(m² — n²) ,
(2m¹² - m² · n²)²
n²) ² = [ 2(m²² — m²) + (m² ——— n²)] ²
e quindi ::
4m²(m¹² - m²)²(m² + n² — m²)
?༔ { { m² + 12²
n² , m²² + n'²
i termini resterà
4m'²(m'² — m²) (m² +n² —m'²) +4(m² — n²\ (m² +n² — m'²)m"²
ossia
2mn = 2m¹2 - m² T n² :
donde
man
2m12 — m² + n² ± 2mn ——— (m + n)² , m'
2
Adunque m' sarebbe irrazionale.
2. Dato ad y un valor intero h della forma
1 4mn(m² ·n²),'
( 208 )
quanti valori interi diversi si avranno per x ? V. S. osserva
che ciò equivale al chiedere quanti possono formarsi trian-
h
goli rettangoli d'un'area data , e che Fermat giudicava
4
possibile di farne infiniti; ma convien avvertire che Fermat
intendeva parlare delle soluzioni con numeri razionali , siano
o no interi, Ife nel luogo da V.
1 S. citato (Diofanto, Lib. V ,
quest. 8, pag. 220 ) indica un metodo per dedurre da un
triangolo dato un secondo di 1 egual area, da questo un terzo,
e così in infinito. Un altro metodo per lo stesso fine fu espo-
sto dal Billy nel suo Inventum novum ( ivi, pag. 11 , n.º 38 ):
inoltre si potrebbero usar le formole date da Eulero nell'
Algebra (tom . 2. ° Ch . IX, art. 138, pag. 162) per dedurre
da una soluzione nota altre soluzioni dell'equazione
a + ex4 - Z2
4mn(m² --·n²) ,9 .
Sieno u 0 , v =0 , W
w0== le equazioni di tre rette;
una conica inscritta nel triangolo determinato da esse potrà
rappresentarsi colla :
u² + v² + w² --- 2vw -- 2uw 2uv = 0 :
Supponiamo :
u = a₁r + b₁s + c₁t
v = a₂r + b₂s + c₂t
w = azr + bзs + c3t
P = r² + s² + t2ts2tr -
p 2rs.
lr ms ni
r s =t
(3) λ = μ = ν.
λu + pv + vw = λr + µs + vt
si otterrà per questo caso particolare :
(4) u+ v + w = r + s + t
r S t
μ + ν +λλ μ
( 213 )
per conseguenza :
Teor. 1. Se i triangoli (uvw ) e quindi l ' (rst ) circoscritti
alla conica =0 , sono anche inscritti in una medesima co-
R= r- s- t, S - rs- t, T= -r-- s + t.
al + ßm cn = 0
nelle quali si è posto :
22+1 2p.+1 2v +1
α= b c= 2
22-1 2μ -1 ' 2,
μ +ν +入 入 人
α= 2 B =2 7=2
22-1' 2μ -1' 2-1
(1 2 3 4 5 6)
sono situati sulla retta rappresentata dall'equazione
w₁I = al + ßm + yn = 0 ;
( 214 )
così quelle dei lati opposti dell' esagono ( 1 4 3 6 5 2 ) sulla
retta :
0 I, -- al + bm cn = 0 ,
(a — a)l + (ẞ — b) m + (y — c) n = 0.
Queste tre rette concorrono come é noto , ad uno stesso
punto.
Se supponesi λ == si hanno le
a=b = c , B = :y;
a= В
quindi le tre rette superiori coincidono colla :
l + m + n = 0,
mutazione coincidono .
(1
2 35)
Teorema 3.º Se supponiamo che uno di questi triangoli ,
per es. il secondo , si muova mantenendosi circoscritto alla
prima conica ed inscritto nella seconda , ed indichiamo con
y, x, z i punti di contatto per una posizione qualsivoglia ;
tutte le rette di Pascal corrispondenti alla permutazione
(154263) ― Aj= 0
3
---
(234651 ) w4 = ubw , + ny (aß —- ab) = 0
(214356) 04 = aß9 , + nc(ab a³) = 0
(264153) 4-94 =
— 0.
aßy , abces, 0.
Ora seμy questa equazione riducesi alla :
1 + m + n = r + s + t ==0;
1 1
x + y + z = 30 , x + y + 2z = 30 ,
3 2
y + 10% = 120 :
1 Pag. 44.
2 Pag. 114.
3 Pag. 44.
( 219 )
stituire tante tortori e colombe che l'aumento della spesa
consumi i 20 denari restanti : ora sostituendo ad una pas-
sera una tortore , la spesa cresce di
1 1 1
―- -
2 3 6
1 2 10
2 - 1-
+
3 3 6
y + 10% = 120
y +z30 :
% = 10 ,
si avrebbe
y = 120 - 10020 , e y + z = 30 ;
inoltre si ha
y = 10 (12 - z),
10 ,,
y = 10(12 — :) == 10 x == 30 - У - 9,
y + z29 :
conchiusioni alle quali Leonardo giunge con un raziocinio simile
al precedente. Qui z deve superare 8, senza di che y riusci-
rebbe > 36; nè può essere
%=
giacchè si avrebbe
y = 1169026 , y + z = 35 ;
x y
x + y + z = 15 , auf . + 2% = : 15 ,
3 2
e per ciò
y + 10% = 60
60 , y + z < 15 :
1 Pag. 45.
2 Pag. 46.
( 221 )
Leonardo dimostra che non è possibile una soluzione con nu-
meri interi. Imperocchè se si prende
z= 5 ,
si ha
y = 10 " y + z = 15 ,
se si prende
A
ovvero
% <4
si ba
y= 20,
ovvero
y > 20 ,
e d'altra parte z dev'essere
< 6.
y + 10% = 66 , y + z < 15 ;
y + 10% > 70 ,
Pag. 47.
( 222 )
e sarà maggior di 5 giacchè altrimenti y non sarebbe infe-
riore a 16 quindi si farà
%=
e ne risulterà
y = 66 10% == 6 , x = 15 -— y - z = 3.
60 8z
z=5 , -- y― z=21.
y= 4, x = 30
5
1 Pag. 47.
2 Pag. 48.
( 223 )
2y + 27% + 42t
z= 8,
si avrebbe
2y + 42t288 -- 27% Add 72 ,
t = 1,
e quindi
72 - 42t
15 , y + z + 1 = 24 .
y =
2
Parimente se fosse
= 6 ,
pe seguirebbe
→ - 27% = 126, - 63 ,
2y + 421 288 У + 21t
t= 4 , y = 90 — 21 x 4 = 6 , x = 24 −y — z — t= 10 ;
la seconda ipotesi
z=2
dà
y + 21t = 117;
t = 5, y - 117-21x512 , x = 24 - yz - t = 5 .
Afferma egli che nello stesso modo , da lui scelto come il più
eccellente ed utile , non solum similes questiones solvuntur, verum
2
et omnes diversitates consolaminum monetarum 9 e promette di
e
Noterò qui l'abbreviatura usata (pag. 48, lin. 17 e 21 ) per
15
significar quindecime, parti quindicesime . - Si trovano problemi si-
mili ai precedenti nell'Algebra d'Eulero , tom. II , cap. I , II . art. 4, 5 ,
9 , 25 , 26 , 28, 29 (pag. 5 , 6 , 11 , 31 , 32 , 35 , 37) .
2 Pag. 44.
3 Pag. 49.
( 225 )
a due incognite . Nondimeno è da avvertire che gli Arabi ,
dai quali imparò il Fibonacci, ignorarono per quanto si crede
questa parte dell'algebra indiana 2. Checchè ne sia , nella spo-
sizione de'problemi antecedenti ho voluto mostrare come si
risolvano facilmente col mezzo di pochi tentativi e di razio-
cinii semplicissimi della natura di quelli dei quali Leonardo
stesso diede un esempio nel problema 3 ° ; ma pure non la-
scerò di notare l'ingegnosa maniera di tradurre i problemi
in equazione , la precisa considerazione di tutte le condizioni
esplicite od implicite , e l'esattezza colla quale per ciascun
problema determina se abbia soluzioni intere, se ne comporti
più d'una e quante, il che Bacheto asseriva da niuno essere
stato fatto prima di lui ³ . Le questioni che abbiam riferite
sono del genere di quella che è proposta in un antico epi-
gramma citato da Bachet; le altre accennate sopra le com-
posizioni o leghe di metalli ( consolamina monetarum et bizan-
tiorum) sono pur mentovate da Bachet , ai tempi del quale
erano sciolte dal comuue degli aritmetici con una regola d'
alligazione desunta dalle proporzioni , imperfetta e particolare,
e furono da lui trattate coi metodi dell'algebra indetermina-
ta . Vediamo per tanto essere conosciuta e additata da Leo-
nardo Pisano anche quest'applicazione, per la quale il ricordato
francese si acquistò lodi dal Wallis 4 , ed egli stesso, compia-
cendosene , chiudeva con queste enfatiche parole : Haec di-
xisse sufficiat ne pulcherrimum utilissimumque inventum poste-
ris invidisse videamur.
Dopo gli esposti problemi, troviamo nello scritto di Leo-
b
(a — x)
a
1 Pag. 49.
2 Origine, trasporto in Italia , primi progressi in essa dell' Algebra,
tom. II, pag. 426.
( 227 )
computandola dalla perpendicolare al termine più vicino . Inol
tre le distanze fra i termini della base e i vertici del penta-
gono posti nella stessa base sono manifestamente eguali a
"1
b
2
x a x) ,
ossia
X
2
Leonardo suppone
10 , 26 12 .
e per ciò
h == 8 ,
128
x +
7 =V/ 1280
7 +(125)*
ossją
11
x + ( 18+
( 18 + 2)= √ 517 + 49
prossimamente
22. 44'. 33". 15"" . 7¹v,
e finalmente
x = 4. 27' . 24" . 40"" . 50¹y.
11
✓517+49 =22,74256999141 ... 22.44'. 33". 15" . 71.09;
d'altra parte è
b c
x₁ + -X₂ = M , X₂ + -X 3 x4 = p ,
α В x3 = n , x3 + 7
d e
x4 + X5 = q , x5
x5 + = x₁ = r .
+ Pag. 51 .
2 Pag. 52.
( 229 )
Dalle due prime ricaviamo
απι am απι b am
+ X2 1 n = n' ,
a a a β a
ав Bn'
x1 - X3
ab b
e sottraendo la quarta
* Pag. 54.
( 230 )
« méthode ( il metodo di Vieta ) fournit dans tous le cas des
<< solutions générales où l'ancienne n'en donnoit que des par-
<< ticulières 1. >>>
Eulero sciolse nella sua Algebra 2 alcuni casi del proble-
ma antecedente con due, tre e quattro incognite , supponen-
do sempre uguali i secondi membri m , n , p , ... , e pel caso
di quattro incognite diede formole generali dove si vede il
cambiamento di segno indicato da Leonardo Pisano , e che
del resto collimano colla regola di quest'ultimo.
Leonardo non dimostra questo suo pulchrum modum , ma
prometteva mandarne la dimostrazione se gli fosse chiesta , e
accenna che altre soluzioni sono spiegate nel suo Abbaco.
Modifica poscia il problema 3 supponendo che ad ogni in-
cognita si aggiunga in vece d'una parte dell'incognita seguente
una parte della somma delle altre quattro allora fatto
8 = X + X2 + x3 + X4 X5 ,
si hanno le equazioni
4 1
(s x₁ ) = 12 , X 2 -+ (s x2) = 15,
2 3
1 1
263 + X3) - 18, x4 + (s " x4) = 20 ,
4 5
1 23.,
X5 + (s -- X5) w
6
Hist. des Math . P.ie III , Liv . III. art. VI (Paris 1758, tom. I.er
pag. 448).
2
Tomo I, pag. 506 , 507 , 510 ( Lyon , an . 3) Sect. IV. Chap . IV.
art. 618 , 619, 621 .
3 Pag. 54 .
( 231 )
indi
97
- 13
x₁ = 24 197 )
45-8 1 100 1 50
7+
x2 = 3+
197) = 3 + 2 + 197
2 2
72--S 99
X3 = 11 +
31 197
100 1 100 1 25
15+
4 4 (62+ 197 2 197
138- 100 20
x5 = = = 20 +
5 5 ( 100+ 197)
1/1 7
19 ).
Risulta adunque x, negativo, il che spiega Leonardo come
già si è visto in altri esempi, dicendo che x, non potrà es-
sere se non un debito, e che in questo caso il debito sarà
97
13 mentre le altre incognite esprimeranno averi. Ondo
197,
a torto affermava il Montucla: « C'est à Descartes, nous le
» répéterons ici, qu'est due la connaissance de la nature et
» de l'usage des racines négatives ' . »
L'espressione di xz
1 148
3,
2 197
2
che trovasi nel testo si deve intendere equivalente a
148 1
3 + +
197 2 197
1 Pag. 3 , e 55.
2 Cossali , Storia delll'Algebra , vol . 1 , pag. 157 e 166 .
3 Pag. 56.
( 235 )
2
In secondo luogo si prenda un quadrato pari z²2 : sarà
2
a² a²
un numero pari , - 1 e
2 2 +1, saranno impari , e le pro-
1+ 3 + 5 +
(2 3)
3),.
1 + 3 + 5 + ... +( ~* ~ 3) + ( a − 1)+ (~
~ + 1)
1
Tal è l'ingegnoso ed elegante procedimento di Leonardo
Pisano, e se osserviamo che
2 2
2 a 1
c2 :
b² = (ª²₂¹
2 )", c² = (ª²+
2 ¹) ,
2
-
@” = (~" − 1)' , 2
7 = (a + 1) ,
1 Comptes rendus etc. , tom. XXVIII , pag. 576 ; Libri , Hist. des
Sc. Mathém . tom. 1 , Note IV, pag. 206 ; Chasles , Aperçu historique ,
pag. 426 e 461 ; Terquem e Gerono , Nouv. Annales de Math ., tom. XI ,
pag. 13-16.
2 Pag. 58. Vel accipiam quadratum. Nel margine laterale ester-
no ed inferiore del rovescio della carta 19 del Codice Ambrosiano E.
75, Parte superiore si legge un passo intitolato Ad inveniendum plures
( 236 )
cipio. Indichiamo con (3a)² un quadrato impari divisibile per
3, e si considerino le due progressioni di numeri impari
Qui si trova
2
3a² - 3 2
b2 = c² =
2
" (3a² +3) * "
2mp² , 2mq ;
r+ 1 , r +3 , r + 5 , . . . r + s-
− 1 ,
-1 , r - 3 , r 5 " • • s + 1 ,
-
1 + 3 + 5 + . . . + (r — s − 1 ) ,
1+ 3 + 5 +...+ (r + s --− 1 ) ,
a² + ß² = y² ,
e se si sostituiscano i valori
r- s
α = 2mpq , B = mp² — mq² ,
2
r+ s
γ = mp² + mq² ,
2
Se poi supponiamo
a = b +1 , b= c+ 1 ,
avremo similmente
a² --
— b² =
= a+ b , b² — c"
•² =
= b + c ‚ ..
onde
a² --· c² = a + 2b + c = 46 :
a² = c² + d² ,
(x + y ) ² = x² + y (y + 2x ),
se ne dedurrà egualmente
a² — b² = a + b (*).
2
Anzi si dimostra il teorema più generale
a² — b² -
= (a —b)( a + b)
prendendo
a = x + y, b = x
e per ciò
yab , y + 2x = a + b.
x² + y² = z² ,
a+ b a-
9
2 2
onde l'equazione
p² + q² = r²
diverrà
2 2
a- b
2 ')" ,
2 ') = (" +
p² + (“' —
p² :- ab .
x² + y² = a² ,
x= m, y = n:
2
si trovino altri due quadrati p², q² , la somma de'quali faccia
un quadrato r². Ora se
r= a,
up aq
x = m' = y = n' =
a = 13 , m= 5, n = 12 ,
e supponendo
p= 8, q = 15 , r = 17
trova
2 8
x =m'= 6 + 9 y = n′ = 11 +
17 17
Supponendo
p = 3 , q = 4 , r = 5,
egli trova
4 2
x= m = 7+ y = n' = 10 + 5 ·
5 '
y² + yz = xy ,
x² = xy + xz ,
quindi
x² + y² + yz = 2xy + xz ,
x² + y² = 2xy + (x − y )z = 2xy + ( x − y )² ,
ovvero
x² + y² = 2xy + (xy )² ,
e per ciò
a³g² + b³d² = 2agbd bd - ag)²,
a<b, g < d.
In fatti se fosse
a : b :: g : d ,
il quadrato
(bg — ad)²
si annullerebbe , ed uno dei due spezzamenti mancherebbe;
avendosi poi
ag < bd ,
il quadrato
(bdag) ² ,
non si annullerà e sussisterà così anche il secondo spezza-
mento. Ad una simil proposizione giunse anche il Bachet nel
luogo citato.
Si avrà un terzo spezzamento se uno dei fattori
2
a² + b² 9 g² + d²
g² + d² : ag + bd : g :a
quindi
2
´a² + b² : ag' + bd : : ag + bd : g² + đ² ;
(a² + b²) (g² + d²) (ag +- bd)².
(bd — ag) 2
non si annulla , e la seconda delle accennate formole sommi-
nistra
(ag + bd)² = (ad + bg)² + (bd — ag )².
T
( 247 )
formola generale de'triangoli rettangoli , e che nell' articolo
già ricordato (Annali ecc., t. V. pag. 497) avvertii nel Bachet
un modo simigliante di procedere ¹ .
Se in fine 2 si suppone
g= α
e per ciò
d= b, 1
la formola trovata diviene
a:b: gd ,
p q
Vi : Vc :: pic = ร Vive : :q : y
c ::
f
L'autore prende per esempio
q = 4, d= 5 , c == 41 , a =3 , b= 4 , f= 5 :
p = 32 , q = 1 ,
il che somministra
2 1
x =6 + y
5 5,
ovvero
p = 31 , q=8
e quindi
1 3
6+ " y=1+ 5 •
5
p:
pq/p + q) = np (n + p) + 6p² ,
np(n + p) := mn(m + n) + 6n² •
1 , 2, 3, · •
si ha
e da ultimo
I
Questa proprietà si estende pure alla serie de'numeri pa-
ri, e più generalmente , se si considera la progressione
k, 2k, 3k,. · , q,
; (a + bij² ,
IV.
BRANO DI LETTERA
IN DATA DEI 14 DI MAGGIO 1855 .
x³ — h = t², x² + hu²
x =
Pościa si porrà:
12 12 12 12
p¹² — hq¹² = r¹² , p¹² + hq¹² = s'² ,
e facendo
x
q
Proseguendo nello stesso modo si troveranno indefinitamente
altre soluzioni
p plv
x = x= ecc.
q" qlv?
h = 7.
4mn(m² - n²)
t = u = 1.
Ponendo
t 1, u = 2,
si avrà
14 + 4u465 ,
h = 65 ;
in fine ponendo
t= 1, น = 3
si avrà
14 + 4u432513 52,
h = 13 ,
pel quale si farà
v 5.
( 254 )
V.
BRANI DI LETTERA
IN DATA DEI 17 DI MAGGIO 1855 .
m, n, m + n, m n9
VI.
BRANO DI LETTERA
IN DATA DEI 21 DI MAGGIO .
p44q4 ,
o pure
p494
non è mai un quadrato, e la dimostrazione di questi ultimi
teoremi presenta la stessa difficoltà che quella del teorema
di Leonardo Pisano. Se poi ricorriamo all'equazione
k² = n² + 4n ,
2
p
e supponiamo k un quadrato 2 9 ne dedurremo
q²
p4 + 4q4 = q¹ (n + 2)² ,
p4 + 4q4
non può essere un quadrato .
Aggiungerò che nel citato articolo del Sig. Terquem non
è del tutto esatta la dimostrazione dell'impossibilità della
x4 —- y4 = x²
(2)
(a) (α)
(૪) ૧
q I q(a)
2 q(a)
3 α
(3)
•
α α a α
i).
α
ciascuno dei quali si deduce dal precedente per mezzo delle con-
gruenze
( 262 )
(a) gole)
p(x+1 ) = g'ae) ple) + q2 2 + + 9a(c)
ove
2 q″ 2 +
g'2(+ 1) = r{') q" , + r's) • + pel que
α) gloe),
(e+x) = g( e) g'α)+ ple) glad +... + ple
gα
I '
2
"1 " "
(7)
wla wa wa α
( 264 )
dove chiamando D il determinante di cui sono elementi le quan
tità (2) nell'ordine con cui sono scritte, si ha
ᏧᎠ
(8) Das) = (mod . p.).
· dg($)
ht-1h , kh .
α
Poiché ku- 1 , avremo
α
kt- 1 h μ -2 kth
α
-2
ed essendo μ -2 primo con μ -1 , anche k² sarà ra-
dice primitiva della (5), e i coefficienti di k¹h saranno dati
per quelli di kh per mezzo delle congruenze
gi(e)=
g(e) ŵ₁ gle +x )+ w₂ g.(c+ 1 )
= ws +... + Wu plets)
"
+ ...
gi(e)= @" g(e+x) + @""2, golete) -Wa gle+1)
(9)
gole
)
= @(a) gele+x)+ @(a) gle+z +. .+ (a)ple+x) ;
(10)
( + ) dD dD ..(c+1) dD
Dr(t) go(6+1) •
a I 2 a
dq(«) dg(«j + . dq( )
I α
R₂ = ( R , ) , R3 =◊ ( R₂ ) , ... R α& - (R α ) , R₁ = 0 ( R α );
μ. -1 μ -2 μετι
2 + ... + maka
m₁ + m₂ k₂
(12)
m, k₁ + m₂ i + + Mu ja-1 (
m + r(t) m
1 2 2 x απ
( 13) R := X- I
{ m +m i+...+ m i
I 2 α
Siano
k₁ = a', a'₂2 i + ... + a'a j'α-x
(15)
e poniamo
m, a', -+ m₂ a" : + · + ma a M,
m₁ a'½2 + m₂ a'½
2 + + ma a.2 M₂
(16)
m, a'ɑ Ma·.
α + m₂ a " ɑ + ... + m。 a (a)= M。
m + ··· + (t) m
I 1 α aX
(17)
M₁ + M, i + ... + Mα ¿¤−1 (
(18)
(a). (a) (a),
ma = p₁I M₁ +p₂2 M₂ + • · + Pa Ma
α
μ -1) m +... tr.α( -1)
= Σρ 1 m
VR α ax
m +m i + ... + m i
1 2 α
x α- 19
n +ni+ ... + ni
I 2 α
r -"-1
"
-r (m = n -r(t)(m - n -r (m ·- n )
= α α α =
P Р 0,
si ricava
( 270 )
α
t= μ -1 n- ... - r n μ
I I α α
(19) x α- Ι + Р VR
n +ni + ... +n i
1 2 α t= 1
kh
(20)
(21 )
( *) (*)
(24)
+ mog(
maga Ma ,
M
m , q(a) +m, gla) a)
si avrà
M₂ +
m₁1 = ☎, M , + ☎ '2, M₂ + ... + J₂ M.
" "I
M₁ + ☎ 2, M₂2 + ... + wa
m₂2 = ☎ I, M, α Ma
(25)
avremo
( +1 ) (1+1)
Τι M, + ... fra Ma
Σ x
´M₁ + м₁i + ... + M¿¿α-1 ) =R₁+1.
སློབ་པ་
( 272 )
Le sostituzioni (21 ) equivarranno anch'esse ad a potenze
di una sostituzione sulle R, ; poiché ogni sostituzione (12 ) ese-
guita sulle corrisponde a una dello stesso ordine sulle R,.
Da ciò si deduce che le funzioni razionali delle R, inva-
riabili per le sostituzioni (22), e per le a equivalenti alle
(21 ) (le stesse R,t non cangiando valore per le (11 ) ) , saran-
no invariabili per le (11) , (20) e (21 ) , e quindi dovranno
esser funzioni razionali di a, b , c, ..... , e il Gruppo della
equazione di grado μ- 1 che ha per radici le R, dovrà
essere il prodotto di un Gruppo a cui appartengono le µª—1
potenze della sostituzione circolare (22) , per un Gruppo cui ap-
partengono soltanto le a potenze della sostituzione corrispon-
dente alle (21 ). Dunque per la Teoria del Galois che io ho
svolta nella mia Memoria sulla risoluzione delle equazioni al-
gebriche (Parte II), aggiungendo le radici di una eqnazione
Abeliana di grado a (*) la equazione di grado μ -1 che
ha per radici le R, dovrà divenire una equazione Abeliana,
e richiamando la forma delle sostituzioni circolari ( 22) si
dedurrà che fra le radici R,,
t dovranno aver luogo le equa-
zioni
R, = 5(R , ) , R3 = 0 (R₂ ) . . . R₁ = (R α ) ,
μ. -1
¹ Pag, 82,
2 Pag. 82. Et si unus.
3 Comptes rendus, t. XL, p. 777 e 779, Annali di scienze mat. e
fisiche, t. VI, p. 119.
4 Annali del Gergonne, t. XXI , p. 98 ; Comptes rendus, t. XXVIII,
p. 758,
5 Pag. 82: Si circa aliquem numerum.
( 275 )
giori di un numero dato h, ed altrettanti minori , e siano gli
uni
h + k₁ , h + k₂ , h + kз , ... h + k₂129,
gli altri
K3 , · .. h - kn :
— k₁ , h - k2₂ , h
h --
ossja
s(a - b) t (a + b) , m < q ;
di più v contiene m numeri eguali a q, e perciò secondo il
teorema del num . preced . contiene m numeri impari consecu-
tivi equidistanti a due a due da g ; similmente u contiene
n numeri impari consecutivi equidistanti a due a due da p ,
onde il numero degli impari componenti ve il numero de-
gl'impari componenti u stanno
:: mn : st :: a ; b .
m + n = pq , q + m =p — n;
1 Pag. 89. Sed sit proportio: caso di ab pari. -- Pag. 91. Sed
sit proportio caso di ab imparí.
( 278 )
pm = (st) ( a + b ) = (s + 1)(a — b ) = g + n,
-
q + m = p −n , v = st(a + b)(a - - b) = u .
Tutto il resto starà come nella prima ipotesi, e si conchiu-
derà egualmente
y = v = u , ecc.
Il valore di y è in ambi i casi
st(a + b)(a - 8),
y = 24 , ecc.;
4.º ponendo
a=5 , b = 2 ,
trova
y = 840 , x = 1 , x = 29 , x3 = 41 ;
■ Pag. 88, 89 , 91 , 92 .
( 279 )
5.º ponendo
a = 7 , b = 5 ,
trova ancora
y = 840 ,
e si ha poi
x₁ = 23 , x₂ = 37 , x347 .
Il valore 24 che riceve y nel secondo e terzo esempio, è il 4
primo e più piccolo congruo che possa formarsi supponendo
x1 , x2 , ex interi , poiché ogni congruo così formato é
divisibile per 24 (num. 11 ).
Generalmente, essendo
sb ta ,
si troverà
- -
q m == [ t(a + b) — s(a — b) ] = (2ta - sa - tb),
-
I + m = t(a + b ) + s(a - b) = sa + tb 5
se ab è impari , essendo
s = 2a , t = 2b,
si avrà
p² + azq² = r² , p² + bzq² = s²
trova i seguenti valori :
k² + (2k)² + (3k)² + . . . 、
gh´g + h) == 6kg² ,
e perciò
2g3 + 3kg² + k³g = 6kg² ,
ossia
g² 3 9 1 9 3 9 1
= =
k² 2 k 2 k V 16 2
k
onde risultano per g soltanto i due valori ke ; adun-
2
que le sole progressioni aritmetiche per cui vale il teorema
del numero 10 sono
1 3 5
k, 2k, 3k , · • k, k, k · ·
2 2 2
( 283 )
e si formano moltiplicando per k la serie de'numeri naturali,
1
o per quella de'numeri impari .
2
h
倍)
( , 倍) ,
( h
(
完)
Pi + P3 P3 -PI
r3 =
2 2
4m²ab(a² - b²) ,
Histoire des Sc. mathém. en Italie, tom. III, Note XXVIII , pag .
283 .
2 Summa de arithmetica ecc., Tusculano 1523. Nella Distinz. 1ª,
Tratt. 4º, Art. 7.º (car. 13 , verso , della prima numerazione ) defini-
sce i congrui e i congruenti , e dopo aver date regole particolari per
formarli, all'art . 8.º (car. 14, verso) promette di esporne fra le specie
dell'algorismo un'altra generalissima al medesimo effetto avvenga che
per altre parole, con una Tavola dei detti numeri. Questa regola più
generale e la Tavola si trovano nella Distinz. 2. , Tratt. 6°, Art.º 5º,
car. 46.
( 287 )
per compilare la quale sembra .
aver usate le formule
a= 2 , b= 1 , m = 3. (**)
I Forse (ciò che torna poi allo stesso) il Pacioli fece uso del teo-
rema, giusta il quale, moltiplicando un congruo per un quadrato, si
forma un congruo .
(*) Nella Tavola del Pacioli si trova per errore di stampa 1512.
(**) V. Cossali , Origine , trasporto in Italia , primi progressi in
essa dell'Algebra, vol. I da pag. 125 a pag. 131 (Cap. V , Quadro II ,
Parte III) .
( 288 )
16. Trovare un congruo la cui quinta parte sia un quadrato ¹.
Si prenda a 5 : se può determinarsi b in modo che
b, a + b , ab
a² — b² — h³k² , a² = b² + (hk)² ,
e però
a = a² + ß², b = a² — ß² ,
Ovvero
b = 2αß.
Sarà dunque
g² = (a + B)(a — B),
Ovvero
g² Σαβ :
nel primo caso si farà
a + B = p² , a — ß = s² ,
a = r² , В = 2s² ,
B
e risulterà
r4 + 484
b = 4r² s² 9 a = r4 + 4s4 , n=
f
y = : 16nf² r² s²(r4 + 4s4 )² , x₂ = n²ft + 16r4 s4 .
34 + 1 = 2. 41 , 54 + 1 2.313 , 1+ 4 = 5 ,
1+ 4.1665 , 1 +-4.34 = 13. 52 , 34 485
¹ Ivi , pag. 96 .
Annali di Scienze Mai . e Fis. T. VI. agosto 1855 . 19
( 290 )
a= 5 , b = 4 , m = 1 , q 12 ,
P₁ = 31 , p₂ = 41 , p3 = 49 ,
e quindi il numero cercato x sarà il valor corrispondente di
X21 ossia
P2 41 5
=3
q 12 12
P2 p
= x,
q
oppure
b 9
= xX, = 2,
a 2ma2
1 Vedi il 20° dei problemi posti da Bachet dopo la quest. 26, Li-
bro VI, di Diofanto (Ediz. di Tolosa 1670, pag. 338 ).
2 Vedi lo Scolio del detto problema, ivi , pag. 339.
3 Pag. 96. Si duo quilibet quadrati numeri . Evidentemente la pa-
rola quadrati deve qui togliersi.
( 293 )
eguali ad a eb nel caso di ab pari , e doppi di questi
nel caso contrario; posto come nel num. 13
m = s(a ― b), n == t(a · b); p = s(a + b) ,
q = t(a + b) , v = mg , u = np ,
Ma inoltre sarà
stab : a - b,
e perciò
s(a - b) = t(a + b) , m == q ,
onde e per conseguenza u sarà un quadrato. Ora u è la
compresi tra i due numeri pari
somma di tutti gl ' impari
2
p — ne p + n , mentre v ossia m² è la somma degl'impari
compresi da 1 fino a 2m , ossia da 1 fino a p— n , perchè
Ρ - n = q + m = 2m ;
1 Pag. 98.
( 294 )
senza una parola per provarla o illustrarla mentre dimostra
con tanta cura ed esattezza altre proposizioni come sono
quelle del num . prec. 18 e del num . 11 , e ciò farebbe so-
spettare una lacuna nel manoscritto ' . Checchè ne sia , esporrò
una maniera che mi sembra abbastanza semplice di provare
rigorosamente l'indicata proposizione sussidiaria.
Potendosi (num . 15) ogni congruo dedurre dalle formule
del num . 13 , sol che siano moltiplicate pel quadrato d'un
numero razionale, basterà occuparsi dei congrui ivi conside-
rati . Sia dunque, ritenendone le convenzioni e denominazio-
ni, un quadrato il congruo vmq : possiamo inoltre sup-
porre (num. 15) che i numeri a, b siano primi tra sè, l'uno
pari e l'altro impari . Ora se si ammette mq, ne risulterà
immediatamente la proporzione
s : 1 :: a + b : a b,
ossia
a : b :: a b :a b
I Non posso però tacere che le due traduzioni del Liber quadra-
torum esistenti nella Biblioteca pubblica comunale di Siena e nella I. e
R. Palatina di Firenze sono in questo luogo pienamente conformi al
Codice Ambrosiano. Debbo la comunicazione dei passi corrispondenti
di quelle traduzioni alla squisita cortesia del Principe Boncompagni che
le scoprí.
( 295 )
agli stessi valori corrispondano anche
x29 , =h :
X3 =
sarà dunque ƒ l'unico o il minor valore di x, che in quelle
due " equazioni possa corrispondere ad y quadrato . Ma sarà
k² = mq ,
1 1
e -m, q saranno primi tra sè¹I 9 onde avendosi la
2 2
proporzione continua
1 1 1 1
-m : k
2k 2
1 1
saranno m e 9 due quadrati ² ; essendo
2 2
a(ab) , e b(a + b)
due quadrati, dimostreremo in egual modo che
a, ab , e b, a + b
a − b = f² , a = g" , a +
+ b = h'² ,,
= h¹² b = k" ,
otterremo
g¹² --
— k'² = f¹² , g'² + k'² = h'².
Adunque le precedenti equazioni ammettono anche la solu-
zione
x₁ = f' , x₂ = g ' , x3 = h' , y = k'².
Di più si avrà
f² -
= g² — k² = (gk) (gk), ga² + b² ,
e perciò
f
° > a² + b² > (a — b)² ,
ossia
f > 14 ,
e con maggior ragione
f>f.
√x + Vy ,
ossia
m
(1 + c)
Sia dunque
1 + t² = mu² .
x=
u
m = p² ." n = 5q ,
onde
t² == p4 + 25q4 .
2(4k + 3).
u = pq = 2pt'u' ,
e però
u' < u .
Continuando si troverebbe
x4 + x²y² + y4 — z² ,
3y4 =
= 4z² — (2 x² + y²) ² = (2z +2x² +y³) (2z — 2x² —y³) ,
e fatto
y = pq,
risulterà
2(8k + 1 ),
e il secondo la forma diversa
16/ -2;
y' < y ,
( 308 )
onde pel principio già ricordato al problema 2. ° si conclu-
derà che anche questo è impossibile .
7.° Equazioni simultanee
x² + x + 2 = y² , x² - x -
— 2 — z² .
Posto
y = p + q, z = p - ¶,
si troverà
x² = p² + q² , x + 2 = 2pq,
e perciò 2
p² + q² = 4(pq — 1)² ,
ossia
2
(4p² - 1)q" - 8pq = p² -4.
(4p2-1)q28pq ,
onde q = 0 , oppure
8p 16
-
q 2
4p² -1 15
il valore q = 0 produce
2,
l'altro somministra
34
x== 2(pq — 1) =
15
k² = 4ab(a + b)(a b) ,
e a, b sarebbero due numeri interi primi tra sè l'uno pari , e
l'altro impari (num . 13 e 15) , onde si dedurrebbe
ag2 , b = k'² a + b = h'² , α - b = f¹² ,
a
e quindi
12 12
g¹² — k¹² = f¹² , g¹² + k'² = h'2
talchè ne risulterebbe contro all'ipotesi un altro congruo qua-
2-
drato k'² , assai minore del primo k a causa di
k² = 4ab(a + b)(a b) 4f¹² g¹² . k¹² (k¹² + g³).
¹ Théorie des nombres, 3.º édit. 1830 , tome II, pag. 1. All' in-
contro non mi pare del tutto preciso il modo con cui il metodo di
Fermat venne esposto da Eulero e Lagrange , poichè suppongono che
sia necessario di sperimentare con effettive sostituzioni di numeri pic-
coli se per questi la proposizione si verifichi : Eulero infatti vuole che
si facciano quelques essais con numeri piccolissimi (Algebra, t . II , art.
210, pag. 259; Vedi anche pag. 244 , 302, 351 , 359) ; Lagrange vuole
che siano successivamente esaminati les premiers nombres de la suite na-
turelle (Mém. Acad. de Berlin, 1777, p. 140) .
2 V. Tiraboschi, Storia della letteratura italiana, tom. IV, Lib. II,
Cap. II. Il commento del Campano fu stampato per la prima volta a
Venezia nel 1482.
( 307 )
numeri quorum alter altero minor est, quod est impossibile in nu-
meris ; e secondo il Clavio: numerus non diminuitur infinite."
Anzi nella versione commentata dal Campano sono poste in
principio del libro VII quattro petizioni, o postulati , riportate
anche nel volgarizzamento italiano del Tartaglia, e l'ultima
contiene il medesimo principio : Nullum numerum in infinitum
posse diminui 3; questa petizione è poi richiamata nella propos .
30 del Campauo e 32 del Tartaglia che corrispondono alla 33
testė citata 4. Ora se Euclide si servi del mentovato princi-
pio per una proposizione affermativa e molto elementare della
teorica dei numeri, il Campano l'applicò ad una proposizione
d'ordine più elevato e negativa, dimostrata da Euclide in al-
tro modo, e recentemente riprodotta come nuova nei francesi
Annali di matematica , cioè che nessun numero si può razio-
nalmente dividere in media ed estrema ragione . Egli la espri-
me come segue nell'ultimo de' 13 teoremi (Campani additio- ·
nes) da lui aggiunti dopo la prop. 16 del libro IX : Numerum
aliquem ita dividere ut quod sub toto et una eius portione con-
tinetur aequum sit quadrato alterius, est impossibile 5. Ecco la
bella dimostrazione del Campano.
Sia diviso un numero in media ed estrema ragione, e si
chiamino x, x' le due parti di esso, in modo che si abbia
x + x : x :: x : x'.
Sarà xx' , e ne risulterà
x: x'x' : x - x′ ,
ossia
x' + x'' : x' :: x' : x" ,
4(8m2) , 4(32n + 5) ,
1 3
b < = √ n;
I T. II. p. 290.
2 Novi comm., t . XÍX , p. 125 , Acta , t. II , pars II, pag . 101 .
3 Op. cit. T. I, pag. 126 .
4 Summa, Dist. 2ª, Tratt. 6º , art. 5° (Toscolano 1523 , pag. 46
verso).
( 312 )
e con maggior ragione
n
a < 1+
2
per essere
n 1 1
+ +
16 4 Vn
8
e quindi
4 / 3n1/ 3
8a¹ > 3n√3, a >✓ (³¹¹³).
8
a = 16, b = 9 ,, a +b = 25, a ―― b = 7 .
Se poi supponiamo
a= f², b = g², a + b = h² , a — b = nk² ,
onde
f² + g² = h² , nk ,
f² — g² — nk²
saranno egi cateti d'un triangolo rettangolo, e però l'ul-
tima equazione darà
Parimente, ponendo
-
a = f² , b = g² , a + b = nh² , a — b = k² ,
si ottiene
f² + g² = nh² , f² — g² = k² ,
e quindi
(x² + s²)² + (r² — s² ) ² = nh² ,
cioé
2r4 + 2s4 - nh² "
oppure
(r² + s²)² + (2rs)² = nh² ,
cioè
r4 + 6r²s² + st nh2.
Convien notare che in ambedue i casi res saranno l'uno
a = p, b = ng, a + b= i , a – b = k,
ma ne discendono le equazioni
f² + ng² =- h³ , f — ng² = k²
che esprimono soltanto dover n essere congruo, e non pos-
sono aiutare alla soluzione del problema . Si può per altro
prescindere da questo caso ; anzi se n è un numero primo
e non si trovi compreso in alcuno dei casi precedenti , do-
vrassi conchiudere ch'esso non è congruo, risultando da que-
sta ipotesi che nessun congruo vale n volte un quadrato. In
fatti sia se è possibile
2
ng² = 4ab(a + b)(a — b)
il minimo congruo di quadrati congruenti interi eguale ad n
volte un quadrato : non ammettendosi alcuno dei casi pre-
cedenti, ed essendo n numero primo, dovrà dividere b, e si
avrà quindi come dianzi
r4 +84 , r4 + 484 ,
né di
( 315 )
r4 + 6r² s² + s¹ = (r² + s²) ² + (2rs)² ,
quanto a
± (r4 - 6r²s² + s¹ ) ,
avendosi
r4 — 6r²s² + 84 = (p² — 3s²) 2 — 2 (2s² ) ² ,
6r2s2 дову - s̀t === (x² + s²)² 2(r² - s²)² ,
quella espressione della forma t2u avrà tutti i suoi di-
visori della stessa forma, e però i suoi divisori primi avranno
una della forme 8m 1 e non la forma 8m +3 . Quindi
Il valore n = 7 corrisponde ad r = 1 , s = 2 , k = 1 .
Quanto all'equazione
r4 + 6r²s² + s4 = nh² ,
p4₂2 — n²q4 = p² ,
le formule de'triangoli rettangoli danno
p²2
p == 1(giả sử ) , 8²)
ngỉ = u (g ? –s ) ,,
e quindi
11
´`np²2 q² = µ²(r4 -— 84) ;
onde fatta astrazione da un fattore quadrato, ogni congruo
n è la differenza di due biquadrati r4s4 , e così può an-
( 316 )
che determinarsi per mezzo d'una Tavola , quale si trova
nell'Algebra d'Eulero ¹ , di tali differenze , che offrono se non
erro la più semplice espressione algebrica de'congrui . Posto
r + 8 = α, r— s =ß ;
si ha
4(r4s4) = 2aß(a² + ẞ²) ,
2aß(a² + ß³) .
Si vede pertanto che non solo l'area d'un triangolo rettangolo ,
ma eziandio il prodotto dell' ipotenusa per un cateto è un
congruo. Dal quale principio desumeremo, che nessuna delle
formule
Sia p
2 una prima soluzione dell'equazioni
q
2
x²₂2 - n = x² I , x²₂ + n = x²3 ,
e si faccia
2
p² --- nq² = r² , p² + ng² = s² :
sarà 44nq l'area d'un triangolo rettangolo , di cui
str
Ξα , =ß , p = y
2
Σαβγ a4 + 6a²ß² + B4
==
a' B' = 2 =
27 α 2ɣ(a² - B²)
a', B', y' saranno i cateti e l'ipotenusa d'un nuovo triangolo
rettangolo d'area eguale a quella del primo, onde si avrà una
Y
' p'
nuova soluzione x2 - " ossia x2 ponendo
9 q
2
p' = a4 + 6x²ß² + ß4 = p¹ + n³q4 ,
q' = 2qy(α² — ẞ²) = 2pqrs.
I Con esse accordansi pure quelle che il signor Lebesgue ha date per
una questione più generale nel Journal de Mathématiques, tom. XVIII ,
pag. 85 (1853).
0
2 Doctrinae analyticae inventum novum, parte 1ª, n." 38 (Diofan-
to, ediz. cit. pag. 11 ) . Si pone 3 un cateto, 4+ N l'altro , 5+ Nt l'i-
3
potenusa, e dovendo render un quadrato il sesto dell'area (4 + N) ,
2
se ne deduce 4t4 - 1013 10t 4 u ; quindi si sostituisce il va-
( 320 )
Si possono anche usar le formule date da Eulero 1 per
l'equazione
a + ex4 = x².
applicandole alle equazioni ( num . 17)
2
= x² " x4 + 4n² == z² .
x4 -- n² -
Se ricorresi all' equazione (stesso num . 17)
x³ — x =
23 nz" ,
= nz²
e si suppone nota una soluzione x =p , =q , facendo
x = py si otterrà
nq² + (3p² — 1 ) y + 3py + y³ = nz² ,
indi po nendo
z = q + ay + By²,
sostituendo e annullando i coefficienti di y e y , si deter-
mineranno a eß e si troverà una nuova soluzione .
Nella question precedente è compresa la risoluzione delle
equazioni
pq(p2 -q =rs(r² -s²), A4 - D4 —B4 — C4 , pr(p² +r²) =qs(q² +s³|
che furono pur trattate da Eulero ; e allo stesso genere di
problemi appartengono quello di Fermat ed Eulero sopra i
triangoli rettangoli le cui aree devono avere una ragione
data 3 , e l'altro , sciolto da Fermat 4 , di trovar due trian-
goli rettangoli in modo che il prodotto dell'ipotenusa per un
cateto dell'uno sia in ragione data al prodotto corrispondente
dell'altro . (Continua . )
١٥٢ کو
204
953111 301310
2
12 (7 11
( 323 )
Cette figure est répétée trois fois: Dans la première , le
chiffre 2 du nombre 12, écrit d'abord à l'encre rouge, a été
chargé à l'encre noire , de manière à présenter la forme qu'on
lui voit dans les chiffres 1024 et 224 décalqués ci- dessus .
Le 2 du nombre 20 dans les trois reproductions de la figu-
re, et celui du nombre 12 dans la seconde et la troisième ,
sont tous formés comme dans la figure ci-dessus .
Dans la seconde reproduction il manque la partie marquée
du chiffre 10.
C'est sur la troisième reproduction qu'a été pris le fac-
simile que l'on vient de donner.
Enfin je dois mentionner qu'on trouve , fol . 85 v.º et 86 r.º
du même manuscrit, une table donnant pour les nombres
impairs i, depuis 3 ' jusqu'à 19, les valeurs des expressions
suivantes :
i=a+b , a et b , (a + b) . (a - b) , 2. a. b , a² + b²,
(u² + b²)² ; 4. a. b. (a + b) . (a - b) ,
(a²+b²) ² +4.a.b . (a +b) . (a− b) = [( a +b) . ( a − b) -+ 2. a . b]²
2
(a² +b²) ² - 4.a.b . (a +b) . ( a — b) = [ ( a + b) . ( u — b ) —2. a . b] ² .
Toutes ces valeurs sont écrites en chiffres. Le traité qui
renferme cette table n'est pas suivi d'une date de copie ;
mais l'écriture est la même que celle des traités portant les
post-scriptum ci- dessus mentionnés, et je n'ai aucune raison
de douter que cette table ait été écrite, comme ceux-ci, par .
Alsidjzi à Chirâz en 969 ou 970 de notre ère.
En somme il me paraît résulter de l'examen du manu-
scrit en question , qu'au commencement de la seconde moi-
tié du X. siècle de notre ère, des géomètres arabes de l'O-
rient (particulièrement à Chîrâz) se servaient déjà des chif-
fres indiens avec valeur de position et emploi d'un signe pour
zéro; que, sans employer ces chiffres exclusivement, on pa-
rait alors en avoir fait usage surtout pour écrire de grands
nombres, et qu'à l'époque et à l'endroit indiqués, on donnait
au zéro et aux neuf chiffres la forme suivante :
01 2 3 4 & 4 V19
( 324 )
NOTA
DI FRANCESCO PISTOLESI
1
( 328 )
3 a 2
ᎠᎪ-
1+p ac - b2
2(ae-b')x = bead + VA
3 a
Da 4 -
2
P ac b2
e
Р una radice cubica dall'unità negativa .
Ricorrendo per l'equazione di 4° grado
c d e
essa si può mettere sotto la forma
Ax4 + Bx² + C = 0,
la ( 2 ) si trasformerà nella
ponendo
m
λ μπ
n n
-
-27.92³µ²(λµ -
—λ—. μe).
Discriminante = 124 -
— 1152 Ig
4112. I2
12
si avrà
3 IO
(8)
3 12 10
2 1 3
-
(9) 18 = I , [ Ι
F。 12 + 1114 18 112
1₁₂ 54 8
(z, +1 )5 -- ( 2 + 1)5
λto =0
- 752
essa ammetterà una sola radice reale . Infatti per tali condi-
14 = a4 Σ
Σα 3)² (3 — y )³ (y — d ) ³ (d
(α — ( (♪ — ε) ²lε — œ)²
a +56 + 10 c .
sen(ng - 9)
pm-n
sen(mp - 0)
NOTA
DEL CAV . F. FAA' DI BRUNO
Capitano onorario dello Stato maggiore Sardo,
g g2
Σί1 53
P2 3
P
dei coefficienti tale che il più alto grado dei suoi termini
sarà uguale al più grande esponente di cui saranno affette
le radici nella espressione R, e che gli indici e gli esponenti
di ciascun termine soddisferanno alla relazione
91 + 29₂ + 3g3 + • = n,
P₁= Σα , P2 - Σαβ , P3
-=
Σαβγ ,. ·
Σα Σαβγ Σαβγό
C = ― 2 , 27A + 3B + 9C6 , D + 4C - 4
B= 1 , C2 , D = 4,
x³ + 3x² + 3x + 1 = 0 , x³ --
— x² — x + 1 = 0 ,
x42x² + 10 , x42x3 + 2x - 1 = 0 ,
x4 + 4x5 + 6x² + 4x + 1 = 0 ,
x6 - 3x43x² - 10 , x84x6 6x44x²+ 1 =0
ec. ec. ec.
9D + 271 + 3M = 6
Ꭰ -- I - U= 2
N = 8
3H + 27K + 9N = — 24
16H166K + 36N + P = 48
16D + 4G + N = 0
ec., ec.
Σια
Σ(ah)³ (ẞ — h) = h4 — h³ Σ(3x + B)
+ h²Σ(3a² + 3αß) + ....
e P1 , P2, P3 , P4 si cambieranno in
Pi + 4h
P₂ + 3p¸h + 6h²
96A16B + D + 36C = 12
30A + 3B + 9C = 9
16A + 8B + 12C + D - 6
(a² + b²)²
x=
4ab(a² —b²)
ed è questa appunto la soluzione che trovò Eulero nei Novi
Commentarii dell'Accademia di Pietroburgo 2. Dividendo le
1
urrà
proposte equazioni per x² , e ponendo x' = х , si rid
u = t² -
− 1, x² + x = t²x² = (1 + u)x² ,
1
onde x= e rendendo poi un quadrato la espressione
น
2 1 น
x - 2
น
ossia il numeratore 1 G 2
u = 2 — t² 9 la qual cosa può ese-
guirsi per mezzo del lemma della quest. 12 dello stesso li-
bro 3. Trovasi anche in Diofanto un problema affine , ed è
z² — y² = 8+ y² — x² .
Poichè essendo
У X == 2, z ― y = 2,
ne segue (num . 3)
2 - b.
z2 - y² ·(y² - x²) .
a
Ho parlato altrove 3 di questo problema. Aggiungo che
oltre alla soluzione particolare data nel lib . II , quest. 20 ,
Diofanto usa un metodo più generale nel lib . IV quest. 45
per un'equazione della forma
x² -- y² = m(x² - c²),
Si potrà prendere
a+ b
y = × 2, x = y ― 2, z= y + 2 ,
4
2.
poichè y ossia (2n )2 sarà il termine n.esimo nella progres-
sione de'quadrati pari, x² e z² i due termini collaterali , e
quindi z² — y² varrà (2n +1 ) × 4 , y² —x² varrà ( 2n - 1 ) × 4 .
Più generalmente si prenderà
a +b
y = × k, x = y - k , = y + k,
4
e perciò 2 2 2
m² : n2 : : x² : y² : : y² : z² : : y²
y² : z² : : y² — x² ; z² — y² .
4.º Se nessuna si adempia delle riferite ipotesi , terrassi
la via seguente 2. Poichè il quadrato impari ( 2a + 1 ) ² su-
pera di 8a quello che immediatamente lo precede , si cerchi
un quadrato impari che superi (2a + 1 )² di 8b , al qual fine
converrà si possa determinare n in modo da rendere eguale
a b la somma della progressione
a+1 , a +2 , a + 3" • • a + n:
così, supposto a = 11 , b =
= 43 , si potrà prendere
43-11 43 11
n = 16 , k 8
2 4
valori usati da Leonardo Pisano . Questi spiega il suo me-
todo con esempi numerici senza dare esplicitamente la re-
2
gola generale tuttavia si riconosce ch' esso consiste nel
cercar di spezzare in due parti equimultiplici di a e b una
progressione di numeri interi consecutivi . Siano m + n in-
1 Pag. 111-112.
2
Tale almeno è il concetto che mi sembra risultare naturalmen-
te dal testo (V. a pag. 111 : ad extremum octuplicavi ecc.) : il signor
Woepcke lo ha interpretato in un senso alquanto più ampio ( Journal
de mathématiques, février 1855) .
( 352 )
teri consecutivi
h + 1 , h + 2, ... h + m , h + m + 1 , h + m + n,
m(m + 1 ) n(n + 1 )
hm + = ka, (h + m)n + = kb ?
2 2
onde
mn(m + n) 2amn + an² + bm²
2k 2h +1 =
bm --- an bm - an .
1 Pag. 110: Solvuntur etiam. Pag. 112: que etiam proportio inve-
nietur.
( 353 )
sebbene x, y , z non riescano numeri interi. Si giunge dun-
que in questa guisa alla soluzione generale già nota ¹ .
27. Render 2 eguali a numeri quadrati le n- 1 somme
2 2 2
x² , + x²2 , x²1 + x²₂2 + x² 3 , ... , x² 1 + x¾½2 + ... + x²n.
Dato ad x, un valor particolare u ,, si avranno n- 1 equa-
zioni della forma :
2 2
u² , + x²₂2 = u²₂ , u22 + x²3 = u² 3 , ...· u³n−
u³½ u² 1 + x²n n
ognuna delle quali presenterà successivamente un triangolo
rettangolo con un catelo noto, onde il problema riducesi a co-
strurre con numeri interi un triangolo rettangolo di cui si
conosce un cateto, e si può sciogliere mediante le formule del
num . 1. Ora nel manoscritto del Liber quadratorum si trova
in una nota marginale 3 un modo di risoluzione desunto
dalla formula di Pitagora
2 - 2 2
+
a² + = ',
1)
2
cosicché preso per u, un numero impari, si prosegue ponendo
u2I 1 u²,I +1 u²2 -- 1
X2 9 u₂2 = x3 =
2 2 2
u²₂ +1
uz > ecc.
2
Questa soluzione particolare è la sola che sia riferita dal Pa-
cioli 4 e quindi dal Cossali 5 , e il primo espressamente av-
verte che si tenga a mente di cominciar sempre da un qua-
drato che sia dispari perchè sopra altri non serve la regola.
Ma il metodo che qui Leonardo insegna 6 è più generale, e
2+ (デ) =( )
ossia
2 - 2 2 2
mq² mq³
(mpq)² + ( 2 mq" _ ) " —(mp" +
(· mp" — 2 mq
'"')" ,
e ponendo
p = p' + q' , q = p' — q',
se ne deduce anche la formula consueta
7212 12
(mp¹² --
— mq'²)² + (2mp'q')² = (mp¹² + mq¹²) ".
Così risolvendo in fattori il dato cateto a o il suo qua-
drato , e formando con essi i numeri r e s, si determinerà
il quadrato dell'altro cateto col sommare la progressione
1+ 3 + 5 + ... + ( r -— s — 1).
Ma quanto alle due prime incognite x, e x₂ , si potranno
( 355 )
prendere pei loro valori i cateti d'un triangolo rettangolo
(in numeri interi) qualsivoglia , e sceglierli anche primi tra
sè, riservando alla fine dell'operazione il moltiplicare , se oc-
correrà, per 2, 3 od altro numero i valori trovati di
X1 , X2 , · • Xn •
p = 5 , q = m = 1 , r = 25 , s = 1,
e quindi
x²3 = 1 + 3 + 5 + . + (25 -- 11) - 144 ,
p = 13 , q= m = 1 , r = 169 , S = = 1,
onde
x²¾₁4 = 1
1 +
+ 3
3 +
+ 5 + . .. + (169 —- 1 —
5 + — 1) — 84” ,
2
u²4 = 169 + 84 = 7225 , u 85.
p = 85 , q = m = 1 ,
•
ed è la sola che si ottenga dalla regola del Pacioli ; l'altra ad -
m= 5, p = 17 , q = 1 ,
onde
m = 17 , p= 5 , q 1,
e però
r = 425 , s = 17 ,
onde risulta
x²
5= 1 + 3 + 5 + ... + ( 25 – 17 ✔– 1) = 204 .
Prendendo
x₁ = 7 9 X2 = 24 ,
si ha u₂ = 25 , e se si fa
a = 25 , m= 5, p= 5 , q =1 ,
si trova
¹
Questa soluzione data da Leonardo non si deduce dalla
regola del Pacioli.
Ma è da osservarsi che i valori di x3 , x4 , • · xn di-
pendendo dalla risoluzione de'numeri u,, uz , .. • nei loro
l'Autore prende
t = 6 , y = 8, z = 24 ,
e sostituendo nella prima ottiene
x² + x + 32 = 36 ,
t = 6m , У =8m , z = 24m,
si avrà
x² + x + 32m 36m² ,
i(i + 1) i(i + 1 )
p 2i + 1-λ ' (2i + 1)ẞ — a
e bisognerà che sia 2i +1 > λ : si potrà quindi in infiniti
modi determinare i, allora si avranno p ed m, e posto
2
p² - λp = μ ,
si troverà un valor razionale di x risolvendo l'equazione
x² + x = μ .
16
Nel riferito esempio è λ = e prendendo coll'Autore
3
2i + 1 = 7 ,
si trova
36 6 48 144 16
p m= У= x=
5 5, y 5 5 5
( 359 )
29. Lemmi che occorrono per la soluzione della question pre-
cedente . 1. Se r è un numero razionale , la somma
1
r(r + 1) +
4
pq + i(i + 1 ) + 4 pq + ( i +
p= q + i +
si trova
2 2
pq + ( i + 1 (9 + i +
2 ) = (1 1 )" .
dunque
--
p² —— k = (q + i)(q + i + 1 ) ,
che si riduce ad r(r + 1), preso
- (i + 1 ).
r=q + i = p —
30. Con una diversa determinazione di t, y, z, Leonardo
2
Pisano trova altre due soluzioni del problema del num . 28 ,
la prima con numeri interi , la seconda con numeri sol ra-
zionali . Stende poscia 3 il medesimo problema a quattro in-
cognite, ed esprime i valori razionali che lo risolvono ; ma
di ciò tutto ho parlato ampiamente altra volta 4 , riempiendo
le poche lacune del testo e supplendo la verificazione dei
valori assegnati alle quattro incognite, che sola mancava al
compimento della soluzione. Ho pure ampliata la questione
ad un numero qualsivoglia d'incognite , ed ho mostrato come
per mezzo di pochi e facili tentativi si ottenga nel caso di
tre incognite la soluzione con numeri interi data dall'Autore ,
e un'altra soluzione pur con numeri interi che soddisfa inol-
tre alla condizione di render un quadrato anche x +y + ,
e come similmente si ottenga una soluzione con numeri in-
teri eziandio nel caso di quattro incognite.
m + 1
3.º x² - m = y² : soluzione 4 x=
2
2 2
4.° x² + m =t² , y²— m = u² : soluzione 5 x== n, y = n + 1 ,
supponendo m = 2n + 1 .
a+b+12
5.º x- a= y², x + b=z : soluzione 6 x= -.b .
2
1
6. ° x- n - y³ , x +n =z2 : soluzione 7 X n² + 1 .
4
7.° x — m = y² , x + n = z² , supposto m = n ± 1 : so-
2
m + n- 1
luzione 8 x= + m, donde nel caso di
2
m = n + 1 il Cossali ha ricavato xn²+n + 1 .
2 m-1
9.º x² + y² =z² , x² +y² +m=t² : si prende Z= 9
2
2
e si spezza il quadrato in due quadrati di numeri
1 Pacioli , Dist. 2ª, Tratt. 6º, Art. 5º , car. 46 , verso ; Cossali , pag.
121 .
2
Pacioli, Dist. 1ª, Tratt. 4º, Art. 9°, 7ª, car. 17, recto; Cossali ,
pag . 123 .
3 Tom. II. , Ch. XIV , art. 216–221 , pag. 267-276 . Al medesimo
problema equivale in sostanza anche la quest. 12 del Lib . V di Diofan-
to (Tolosa 1670, pag. 223).
4 Pacioli, loc. cit., 4ª, car. 17, recto; Cossali , pag. 145-146 e 154 .
( 363 )
NOTA
=0
+ M, u, + A(1,2) U3 + A( 1,3 ) U3 .... + A(1,r) U, =
(1)
+ M₂u₂ + A(2,1 ) U1 + A(2,3) U3 · · · . + A(2 ,r) u, = 0
dr.ur
dr. Uy + a(r , 2) dr.uz d" ..
+mr din + a(r,1) den dtn
r-
…….. ✈ α(r , x-1)
din
(3) F(K") = 0
(4)
si ha in generale
ི་
(i) dt
k
ec. ec .
( 367 )
la formola (6) diventa
0
29-1 α2(2n-29+1 ) i) d².
Pλ(*) Για Σ m.p
(7) uλ = Σ
n Σ (i) dt2
(1)
k2
Σm.p²
O
α(2-1)(21-29+ 1) (i) dn- ' . u
+ • Σm . p
dt"-1
(i)
ku- 1
(i) o (i) 2
Σm. pu +Σ pu. dm
dr² Р
(i) dt2
k
0.
du du
Ση +Σ dm
dt dt
Σmu +-ΣJudm
N ; P
Σm + Σfdm Σm + K fdm
(14)
R- น
dr -1.ů
Ση +Σ dm
dt"-1 dt -1
U
Σm + Σfdm
ec. ec.
n=2 ed α = V −1 ,
(2)
(i) (i) 0 (i) o
Ρ
е Em.pu + pudm
(17) u=Σ (2) (i) S
Em.p + Σfp.dm
NOTA
Se n è un numero intero, si ha
--
(A) (n (n − 1) + 1 ) + (n ( n − 1 ) + 3 ) 4 + . . . .
+ (n (n - - 1) = n³ .
− 1) + 2n —
(a, α, bз ß3 c₂ 8½)
(α₂ α₂ b₁I ß , c3 83 )
(аз аз в2 В2 ст 7,)
6. Indicando con T, U due terne di rette conjugate , e
con T , U, i gruppi rispettivamente opposti ad esse, i quali
costituiscano due terne di rette pure conjugate ; si troverà
che ciascuna delle rette delle terna T sega due delle rette
della terna U₁ ; e che ciascuna delle rette della terna U sega
due della terna T,. Ciò verificasi facilmente nell'esempio su-
periore (§. 5. ) . Ê quindi evidente che da uno degli esagoni
formati colle terne T , U si potrà ottenere un altro esagono
sostituendo opportunamente ad una retta della terna T una
retta della terna T ,; e ad una retta della terna U una retta
della terna U. Questo esagono si chiamerà derivato dal pri-
mo rispetto alle terne T,, U,; ed è chiaro che un esagono
qualsivoglia avrà tre esagoni derivati rispetto a due terne
conjugate. P. e . l'esagono ( a, α , bз ẞз c₂ ½) avrà rispetto
alle terne conjugate 22 , ß ,, 73 ; a₂ , b₁ , c3 i seguenti esa-
goni derivati :
(a, α, B, B , c₂ a₂)
(a, b I, bз ß₂2 ɣ3 Y2)
(α₂ α₁ bз c3 c2 Y2).
a3 , B₂ , 71 ; az , b₂ , c、
i quali compiono il numero degli esagoni derivati che am-
mettono l'esagono (a , a, b3 B3 C2 Y2) ed i suoi conjugati
sono i seguenti :
93 B₂2 72)
(α, aз b3 B3 (α3 B3 bз b₂2 c₂ α ₁ ) (α ₁ Y 2 Y₁ α1I C₂ c₁ )
2 C2 Y2 )
(7₁ α , b3 b₂ C1 )
(α , B3 B₂ Y₂ c₂ c₁ (α , az bз α₁
21 αз3 ẞ3)
៖
e quindi :
Р
,
S
essendo a una costante.
Le rette :
1, + rl₂ = 0 _____ l' + arl" = 0
1₁ + rl₂ = 0 , l'arl" = 0
si chiameranno corrispondenti .
Teorema 3.º Il luogo geometrico delle comuni intersezioni
di due fasci di coniche che si corrispondono è una linea del
quarto ordine che passa per i quattro punti comuni alle co-
niche di un fascio, e pei quattro punti comuni alle coniche
dell'altro fascio .
Infatti eliminando r dalle equazioni superiori si ottiene :
do do do do do do d² d²
29
dx dy ' dz ' da dy ' dz² ' dydz ' dxdz ' dxdy '
P² + Q² + R²
d2 -
X² + Y² + Z²
f= (pu)² + (9 --- v) ² + ( r — w )² — k² = 0
√ (X² + Y² + Z²)
(2) cos e = Aα , α + Bb₁ß + C cy ,
k
+ 2Ha , c , + 2Ka , b ,
\/ (X²+Y²+Z²)
Aa² + BB² + Cy² + 2Gßy + 2Hyα + 2K xß
0 X Y Z
ossia
1 cos²e sen²e
+
k² R, R₂
1 1
R₁ k
tang.. tang.9, =
1 1
k R2
(p — u) ² + (q — v) ² + ( r — w)² — k² = 0
ux ka - y = = kb
v — พ z= kc.
kh
t=
√ (h² + k¹²)
·
t² k'
x₁ = x + ka - (x + ka)'
h2 k
t2 k'
Yi = y + kb - (y + kb)'
h² k
12 k
'
+ kc (z + kc)'
h² k
purchè sia
2
h²=k²
— — q'cosa ) +(R
[(' — p'coss ) ( q'coss — Ꭱ 2,
ossia
h² = k²s¹² (X² + ( v)
µv)
essendo
1 1 1 1 1 1
λ= ―
k T R₁ R.2
( 387 )
Quindi i coseni degli angoli che la tangente alla caratteri-
stica medesima nel punto di coordinate x, y, z , comune ad
essa ed alla linea (a), fa cogli assi , saranno
epperò 12 12
12
p¹³ + q'" + p¹² = s'²₁ = d³h².
onde
ks'
·(4' --`'w ')
h²
-- -w')
ks'( ' με
s'. = s'
h +
(*) Vedi l'eccellente Nota del prof. Brioschi intorno ad alcune pro-
prietà di una linea tracciata sopra una superficie, inserita in questi
Annali di scienze matematiche e fisiche giugno 1854.
( 388 )
Teorema. Se si ha una serie di sfere tangenti una super-
ficie qualsivoglia lungo una sua linea di curvatura, quelle
sfere sono osculatrici della linea medesima in ogni suo punto .
Essendo e l'angolo delle tangenti sfero- coniugate, avremo
a₁ b₁I c₁
k
COS a b c
h
a' b' c'
ovvero
k με
cos e = (Ÿ' ~ w') 2
h w') = √ ( λ +μν
k s' λ
sen e -
h k p'cosw) =
√ (2²+μv)
I coseni degli angoli, che la caratteristica della superficie
sviluppabile tangente la data lungo la linea ( a ) fa cogli as-
si , sono
bc' b'c ca'- c'a ab' a'b
Š S'
Pongansi le denominazioni
1 1 1 1 1 1
- - m= - n =
R2 9 R₁I k k R2
Ꭱ.
μ cos20 =
sen20 =
44
essendo inoltre
0-0 , =e
Ө
ne seguono le equazioni
m² 2
n²
sen20, = cos20, = μ
τ λ + με 7 λ + μν
epperò
m
tang 9 tang 0,
n
come si è già trovato altrimenti.
Avremo inoltre
s'mn μ
μεv
-_w's =
2
s', pn
q' , cos w₁ == = ( m²
r₂ R2
7(λ²+ µ »)³¹ R¸
2
12 vm² μητ
=
-- 2 R2 2
( 390 )
In questo modo si sono formati i valori delle quantità
', -w' , ' , cosw ,, ' , relative alla linea (6) in funzioni di
tang. tang. 0, 1
1 1 1 1
= +
ri rz R₁ Ꭱ,
ed inoltre
sen.e 1
1 1 1 1
------
R₁ R₂
T2 1
ri , sen²e
r₁rr2 R , R,
+ R₂ ;
r₁ + r₂ = R , → =
(r₂ — r₁)² (R₂2 - R₁ )²
dunque
Teorema. La somma de'raggi di curvatura di due sezioni
normali a tangenti sfero-coniugate; e il prodotto di questi
raggi moltiplicato pel quadrato del seno dell' angolo com-
preso dalle tangenti sfero-coniugate e diviso pel quadrato
della differenza de' raggi medesimi , sono due quantità co-
stanti per uno stesso punto della superficie.
Pavia il 3 settembre 1855.
( 393 )
a² b2 =2;
P
S
=SSdady V (1 ++ 64) .
Facciasi inoltre
XC Y
" 9 dx = a²du , dy = b²dv
a² 62
ne troveremo
er dudv(1 + u² + 0²)
I
S = a²b²
S √do
Salu ( (1 1+ u² + v²)
Questa espressione vuol'essere integrata tra i limiti
y²
x == 0 , ed x= + 2h-
( 24
√(
= + V )
ossia tra i seguenti
V2h b2v2
u=0 ed น= == A√ (1 — m²v²)
a V
se si ponga
V2h b2
Α m² =
2h
5: A2m² 1
√ (1 +A²) = B ,
1+A2
del
otterremo
del S (1+v²) A√(1 —m²v²) +B\
/( 1-n²v²
(3) = dv log
a²b²
√ ( 1 +v²)
著
AB√
2 / (1 —n³v³)dv.
√ (1 —m³o³) √
( 408 )
I limiti entro i quali dovrà eseguirsi la seconda integra-
zione rispetto a v saranno
y = 0 /// 29th
ed y = + V
ossia
= V2h 1
v =0 e = = •
b m
A² - B2-
-1 , A2m² - B²n² = 1 ,
sarâ
S 1,3
V(m³ —
- n³)
gB
a2f2 6 m + m3 ) o
m33)l
√ (m² + 1 )
AB vdv
+ (m² +
2 2
3 /(1 + v³)/ (1- m²v³ ) √ (1 —n³v³)
AB m
+ ´√ (1 —m²v²³) √ (1— n²v²) dv
2 0
1
sen
m
( 409 )
1
quando v = 0 sarà = 0, e quando v = 9
m
n
per cui posto c = avremo
m
√ (2h(b³-a³))
c= <1 ,
b√ (2h +a²)
S
1 / 3m² + 1
(5) logB + E(c)
'a²b² 3m 2m² ✓ (m² +1) 3m
AB AB
+ 3m (m² n²)F(c) — 25 c).
-(m² —n²) II mma,
3m (
II
( c)
seno cose
(7) I (cot20, c) = A(b,, )F(c)tang
[
, 0) L2
A(b ,,
-
+ F (c )F(b ,, 0) — E(c) F (b1 , 0) — F(c)E (b . , 0) ]
F (b ,, 0) , ed E (b ,, 9 )
( 411 )
hanno b₁ per modulo e per ampiezza l'angolo determinato
√(m² +1)
a= B=
p=q, a b ,,
=b c= 0, n = 0 , m
e nella (7)
b₁ = 1 , 4 = cos9
per cui
π
II(cot❜0, 0) = sen 0.
Ma dalla (6 ) si ha
a m
sen@ =
√(2h+a³) √ (m²+1 )
dunque
π m
П (cot'0 , 0 ) = 2 √( +1 )
2
S AB π / (m² + 1 )√ (m² +1 ) — m³、
a4 3m 2 ↓/ (m² + 1)
2
(8) 4S παι ((2h + a ' (2h +a ) -
— a) .
=-
3
In questo caso
( 412 )
π π
22
2 1 Π
cos²y do = =
2 2 S* sen³p do 11
2 2
do m² do de
2 2 +
S 1 2j´ (m² + 1) 0 (m² + 1 ) +cosp (m² +1)-cosp
¿2 sen²
m
m π
=
✓(m²+ 1 ) 2
d'onde nuovamente
S AB - m³
π ¡ (m² + 1 )√
/ (m²+1 )
a4 3m 2 √ (m² +1 )
DI UN'EQUAZIONE
NOTA
do
+(m + 1- ・i)α -1 dai = 0
( 413 )
supponendo che l'equazione proposta sia della forma
dę do do
ma。 dai + (m ―
та 2)α2 Jaz
1)a,Jas + (m
do do
+ na'O d++ (n -
− 1) a' , + • 0.
a's da'2
di una equazione.
Le equazioni
ax² + 2bx + c = 0
1 ; b2--ac.
L ; M² — 1152N ;
MB - AC , essendo
( 415 )
ax² + bx² + cx + d = 0
px³ + qx² + rx + s = 0
si avrà
Ra³s³ - - b³dpr²
— p³d³ + ac³q's —
+ cd'p'q - a brs²
+ ab2qs² - bd2pq2
2
+3(ad❜p's - a³dps")
+ bcdpqrabcqrs
+ pqsacd - abdprs
R = + 6a²e²p2t2
+ 10abdepqst
+ a¹¹ + p¹e¹
+ b4p²t² → q4ae³
- de³p³q + st³a³b
( 417 )
- |ad²epq't + ab²eps't |+ | b4pt³ + ae³q4 +d4p³t +a³es4
- + \ b³c³pr³+ac³q³t² +a²d²r³t+p²s³c³e
ade²p²qt +a bepst²
+ 3abceps3pqrtad³acdeq³t- b³eprst
2
+3bcd2p²sta deqrs +b cdpqt +abe q²rs
-
· 16(ac — b²) (df — e³) .
(*) Extrait des Comptes rendus des séances de l'Académie des Scien-
ces, tome XLI, séance de lundi 8 octobre 1855 .
(**) Pour la première Lettre, voir Comptes rendus (séance du 29
janvier 1855), t. XL, p. 246. et Annali di Scienze mat. e fis. Ro-
ma 1855. T. VI. pag. 34.
(1) Comptes rendus (séance du 24 juillet 1854), t. XXXIX, p . 480 .
( 421 )
duction eût été négative, le rapprochement ou l'éloignement
d'un corps de l'induisant aurait développé dans l'induit, déjà
privé de tension, quelque peu d'électricité positive dans le
premier cas, et négative dans le second .
Le gâteau de résine d'un électrophore ayant été électrisé ,
et mis sous le disque , celui - ci fut ensuite privé de toute
tension , puis on le fit communiquer avec le condensateur
associé l'électroscope de Bohnenberg , association toujours
utilement pratiquée dans de telles recherches. Une surface
métallique non isolée fut rapprochée , et éloignée successive-
ment de l'électrophore un certain nombre de fois lorsque
le disque communiquait avec le condensateur dans les rap-
prochements, et avec le sol dans les éloignements , on re-
cueillait le positif, et, dans le cas contraire, le négatif.
Ayant chargé une bouteille de Leyde, on la plaça sur un
appui isolé , on fit disparaître la tension dans une de ses
armatures, qu'on mit en communication avec le condensateur
associé à l'électroscope . En raprochant, ou en éloignant de
l'armature la lame indiquée , l'électricité de l'armature com-
muniquant avec le condensateur fut, pour les rapprochements ,
négative; et pour les éloignements positive, la bouteille étant
chargée dans l'intérieur du fluide positif.
Qu'on charge par induction l'électrométre à pailles, puis
sans varier la distance entre son bouton et le corps indui-
sant, qu'on approche ou qu'on éloigne de celui-ci un corps
conducteur non isolé, les pailles augmenteront leur diver-
gence , tant pour les rapprochement que pour les éloignements.
Cependant dans le premier cas, l'effet est dû à l'abandon
d'une partie de l'électricité dans les pailles, tandis que dans
le second on le doit à l'induction augmentée suivie de l'a
bandon correspondant d'électricité contraire. Je dois faire
observer que dans ces expériences , comme dans beaucoup
d'utres, j'ai employé avec assez d'avantage l'électromètre a
pailles, privé de la cloche de verre; c'est- à - dire en fixant à
( 422 )
l'extrémité d'un bâton de cire d'Espagne son bouton avec
les seules pailles annexées. Par ce moyen très-simple, qu'on
peut étendre même à l'électromètre condensateur, la diver-
gence des pailles est toujours plus grande et plus durable ,
sourtout dans les journées bumides, parce que la dispersion
est de beaucoup diminuée.
Nous appelons électricité abandonnée ou d'abandon , celle
que manifeste l'induit, quand on approche ou l'on éloigne
de l'induisant un autre corps , comme cela a lieu dans les
quatre expériences précitées Les conséquences auxquelles
peut conduire l'étude de cette électricité sont nombreuses ;
nous nous bornerons aux suivantes :
1.° Si l'életricité libre dans l'induit n'est pas dissipée dans
le sol , un rapprochement quelconque dans l'induisant , ne
pourra jamais produire assez d'électricité d'abandon, pour
neutraliser la première : ce qui s'accorde avec le caractère
de l'affinité chimique .
2.° Quelle que soit la nature de la surface rapprochée
ou éloignée de l'induisant, toujours on aura un sensible
abandon du fluide électrique. Toutefois , dans des circon-
stances égales, les effets sont plus grands pour les substan-
ces conductrices , et moindres pour les isolantes ; mais pour
ces dernières, ils ne sont jamais nuls . Donc même les sub-
stances insolantes subissent les effets de l'Inductions ; ainsi
l'affinité de la matière pour l'électricité est manifestement
une propriété générale des corps, tandis que l'affinité chimi-
que en est une propriété particulière.
3. Il y a une distance au delà de laquelle les rappro-
chements et les éloignements de l'induisant ne donnent pas
d'électricité sensible d' abandon. La connaissance exacte de
cette limite supérieure, peut être utile en plusienrs expé-
riences.
Sia
dz
(I) a = Q(x, X1 , X2 ... *n , P1 , P2 -- Pn) , (Pr = dx,
dp, dps
(3) =
dx, dx,
dp. dpn
bo ,o Pr + bo , x • + bo
on ao,r
dx, dx,
dpI dpn
+ • b₁₁n
+ b₁ ,n dxr a1,7
b1,0 Pr + b1,1
dx,
dp, dpn
bno Pr + bn. + bn.n. an,r
dxr dx,
essendosi posto :
si ottengono le :
dpr
(4) -Δ = a ,s Bor + aus Birt • + ans Bn.r
dxs
dps
-Δ or Bo,s + a₁r ßi , s +. + an , r
dxr
e per la (3) :
... +
aoss Boir + ... ans ẞn ,r = aoor Boss +. .. + an‚r ẞn‚s .
+ an,s
n n
-
+ ßniran Aprbs,o .
, abs , +...+ Bnir Σa, ,ibs.t
(5) Aasr=Poir Σ
dx, dp dp,I do do
R = -R = + Pi
dz dpi dz dx, dz
dx₂ do dp, do do
R -R 2 dz
+ P₂
dz dp2 dz dx₂
drn do do
do dpn
R -R
dz dpn dz dxn + Pn dz
n
da, do
=0 R= Pi
dz P₁ dpi
A, A 2 =- h₂ A2n-1 = h₂n-s
si avrà
a₁ = Y₁ (A ,, A₂ . .`. A2n-1 )
ed evidentemente saranno :
Y½(A1 , A₂ •
a₂ = 42(A1 A2n-1)
27-1
ann(A1 , A2 ... A₂n -1 )
a0
SOPRA UNA NUOVA PROPRIETA' DEGLI INTEGRALI
DI UN PROBLEMA DI DINAMICA
NOTA
--
Lemma 1. Indicando con A il determinante :
Σ( α1,1
I,I 2,2 ... a₂n, 2n)
si ha : P
0 11,2 41,3 . • • 11,2n
(1) n=t
11,2 = 13,4 = ... = l2n-11, 22n
e tutte le altre quantità 1,,, sieno nulle si ha :
A = t"
ed
A2r,25th- α₂r- 11
1 25-1 A₂r 28-1 t -1 a2r-1 , 25
Si avranno le equazioni :
dqs dqr
A2rs 25-1
" A2r-1, 25-1 dar
dß,
n
da ; dßi da; dßi
M2r-1 , 25-1 -- 0
Σ
I \dq, dqs dqs dqr
n
d :
da; dßi da dßi
M2r,25 0
dp, dps dps dp,
n
da ; dßi dai di
M₂r-1 , 25 = 0
dq, dps dp, dqr
MEMORIA
DI BARNABA TORTOLINI,
ofa
1.° I geometri moderni hanno da qualche tempo rivolto
la loro attenzione allà teorica delle forme omogenee , ed in
f'x(x, y) = 0 , f',(x, y ) = 0
ax² + 2bx + c = 0
ax + by = 0 , bx + cy = 0
è chiaro che l'eliminazione di x, y riprodurrà il determinante
( 435 )
b2 -ac. Se si chiamino x', x" le radici dell'equazione di 2."
༣:?
✓(b² ~~ ac)
x' ·x' =
S 14
-- -
a²
determinante b² -ac.
3. Prendiamo in considerazione la forma omogenea di
bz² + 2cz + d = 0
ad--bc c²-bd
2= z2
2(b² -ac) b2 - ac
d'onde
(ad — bc) ²— 4(b² — ac)(c² —- bd) = 0
u = (ad— bc)² -
— 4(b² — ac) (c² — bd)
Ciò posto Eisenstein nel tom. 23 del giornale del Sig. Crelle
pag. 105 ha trovato, che fra le quattro quantità a, b, c, d,
e le relative A, B, C, D , sussiste la relazione rimarcabile
3
8
( 437 )
Le quantità A, B, C, D sono determinate dai valori
B² — AC = u(b² - ac) , AD
-
BC = u(ad — bc)
1 C² — BD =
u(c² -
— bd)
aB + 26C CD
si trae
Ba² + 2Cab + Db²
b2 - ac
D
ed in fine dalla prima delle tre ultime equazioni
x3 - 3hx2 - 3(uv -
— h²)x h³
13 — u³ ³ +3uvh = 0
h = -p
p, q J · (uv — h²) , r= 3uvh—h³ —u³ — v³.
(r+2p³ - 3pq)
2 - √ ((r +2p³ —3pq) *— 4(p *—9) ³)
x" = - p + aU + a²V
x " = - pa²U ÷ aV
æ³ = 1 , a4 = α , 1 + a + a² = 0 , a6 = 1
27z′ = (x' +xx '" + a²x")³ (x! " + αx² + a²x ′)³
b d
p q r=
a a α
si trovera
(a'd + 263-3abc)
2a3
+27 -
=0
· 27 ( (r + 3p³ — 3pq)³ —— 4 (p² — q) ³) —
ossia
( x′ — x' ')² (x' — x' ' ,² (x" — x" )² = 4.27 (x' — z'')²
2n + 1 (2n +1 ).2n
a。x²n+1 + a, 2n y + A₂ x² -1 y²
1 1.2
+ · • + a₂n+1 y²n+ i
1 dF
= bx³ + 3cx²y + 3dxy² + ey³ .
4 dy
x = h + u + v + w.
drato si avrà
Quindi otterremo
2
h= p, - (u² + v² + w²) = 3q
3h² — :
(u² + v² + w²)h -- h3 Quvw = r
- 2
— 4(u²v² + u³w² + v³w²) = s.
Chiamando pertanto x', x' , x'" , x¹V le quattro radici della pro-
posta, le potremo classificare sotto la forma seguente
√½"" —√ z" ~ V z
ac" == - p-+
√2
XIV p+
√2
8z" = (x -x + x" -
(x'' -- xIV -
— XIV) ² = (x" — x' + x¹v — x" )²
8%' =(x ' ― -- -
x'' + x¹v - x"" ) = (x" — x ′ + x"" — XIV)²
8%'" (x ' -- Ꮖ"" + x" - · XIV) ² = (x" - x' + xiv - x" )" ,
x
R= 2(3pq2p³r)²
essa diverrà
z³+ 3P%² + 3Qz + R = 0
Le due radici ', " trovansi connesse con le z', z", z '', co-
me già si è veduto nello stesso parag. 5. Sostituiamoci orą
i valori di P, Q , si otterrà
+1024(2p³ - 3pq + r) ² = 0.
Le nuove radici y' , y", y"" saranno legate con le radici z', z" ,
z" mediante le relazioni
Da qui ne segue, che i valori delle quattro radici x' , x'' , x'' ,
XIV, diverranno
- -
Vy"" Vy" Vy'
xc" p +
4
- Vy' - Vy""
x" = − p + Vy " — v ' —vy"
4
- -
XIV - Vy' — Vy" — Vy"
p+
4
si trae, ehe esse come si è veduto alla fine del parag. 9, sono
dipendenti dalle quattro radici x' , x" , x" , x¹v della propo-
sta per mezzo dell'equazioni
e cosi delle altre y' , y'" . Ciò posto richiamiamo che i coef-
ficienti 4p, 6q dell'equazione di quarto grado nelle potenze x³,
x², sono espressi per
Facendo nello stesso modo con le altre due radici y' , y"" 9
giungeremo egualmente nei secondi membri al quadruplo
delle altre due combinazioni binarie
ed una qualunque delle quattro x' , x'', x' " , x¹v sarà espressa
per le u' , u' , u'" per mezzo del valore
6q = x'x " + x'x' " + x'x¹v + x " x" + x" x¹³ + x'"xv
4r = (x'x " x""' + x'x " x¹¹ + x'x'" 'x¹ + x" x" x¹¹ ),
Nella stessa guisa per le radici u' , u' , u' " della ridotta , si
avrà per esse
ove z' , z", " sono le radici della ridotta (2) nel medesimo
parag. 9. elevandolo al quadrato e chiamato D, verrà
(ae -- 4bd3c²) = 0 ,
ace2bcdad² - b²e - c³ = 0
dU dU
=0 , = 0.
dx dy
x y
-
Ciò posto pongasi nella forma quadratica non omogenea
Z Z
invece di x , y , come già hanno fatto in altre ricerche di
geometria i chiarissimi geometri Sig. Plucher di Berlino, ed
Otto Hesse di Koenigsberg; in questa guisa la funzione diverrà
omogenea a tre indeterminate , e scriveremo
il che somministra
Ax + By + Dz = 0 , Bx + Cy + Ez = 0,
Dx + Ey + Fz = 0
Ax + By + Dzu , Bx + Cy + Ez ― v ,
Dx + Ey + Fz = w
ove ε, ' , e", sone gli angoli degli assi. Ciò posto siano
X Mz y = nz
K
( 459 )
si troverà l'equazione
x = a cosy , y = b sen
si avrà
ax cos + by seny = a²cos² + b²sen²p .
bY
D 9 E = a² aX ,
2
——-(9a³ (2b³ —a³ )x²+ 9b² (2a² —b²)y ”—4(a² +b² )(2a²--b³) (26 "--a ”))"
si formi l'integrale
seno do dy
V =
Ј R2
seng do do
V=
2
G
=SS€ + G'u² + G"v² + G'" w²
Ora il Jacobi trova, che se una qualunque delle quattro quan-
tità G, —G' , —G" , -G"" si denoti per la x ciascuna sarà
una radice dell'equazione di quarto grado
u² + v² + w² = 1 ,
B' = B" = B = 0
"¥ | "。
+
xau , y = bv , z = cw ,
ove al solito
2 cose sene de dy
X
< = bcf"St R
ed ove
2
R² = = λ² + µ² + v² — 2(λau + µbv + vw)
2
+ a²u² + b²v² + c²10²
Ed i limiti sono
9 = 0 , 0 =л, 40 , 4 = 2″.
a² + x - Ꮖ ; X, c² + x →→→ X
2
invece di a², b², c², si vedrà subito, che i termini λ²+µ²+v²
si elidono, e l'equazione resta divisibile per x , e si avrà
infine
22 fiz
+ + 1
a² + x b2+x c²+x
V
√ (G'cos'p + G'sen'p cos'y + G'sen'p sen² )
ove si fece in antecedenza G= 0: aggiungiamo che la ritro-
vata equazione di terzo grado rappresenta le tre confocali
superficie di secondo grado dotate di centro. Noi potremmo
certamente più oltre spingere le indicate teoriche ad altri
problemi specialmente di Geometria Superiore, ma per non
allungare di troppo questo scritto rimandiamo i nostri lettori
per una maggiore estensione alle classiche Memorie dei cele-
bri Analisti Sig. Cayley, Sylvester, Boole, Salmon , ed inserite
per la maggior parte nelle transazioni filosofiche di Londra ,
nel giornale del Sig . Crelle, nel giornale di Dublino, e di
Cambridge del Sig . Thomson e alla dotta Opera del Sig. Sal-
mon Sopra le curve di grado superiore al secondo . Citerò egual-
mente nel giornale di Thomson , ed in quello del Sig. Crelle
le Memorie del Sig. Hermite pel Calcolo delle forme omo-
genee , quelle del Sig. Prof. O. Hesse di Koenigsberg pel cal-
alcolo delle funzioni omogenee , e per l'uso dei determinanti .
Infine per altre ricerche specialmente sugl'Invarianti,sulle fun-
zioni simmetriche, sull'eliminazione si possono consultare le
recenti Memorie del Sig. Prof. F. Brioschi , e del Sig. Cav.
F. Faà di Bruno, ed inserite in questi Annali nei fascicoli di
giugno e novembre 1854 , ed agosto , settembre, e ottobre
1855. Al citato poi Sig. F. Fàà di Bruno si dee il calcolo di
tutti i termini che si ottengono dall'eliminazione della x in
due equazioni complete di quarto grado . La risultante così ot-
tenuta potrà convenientemente modificata , somministrare il
discriminante di una forma omogenea di quinto grado. Que-
sta medesima risultante era stata già calcolata dal Canterzani
nelle Memorie della Società Italiana, e più recentemente dal
Sig. G. Salmon ( Higher plane curves Dublin 1852. )
( 467 )
LETTERA
DEL PROF. MATTIA AZZARELLI
Capitano d'artiglieria Pontificia
AL COMPILATORE.
1
x = x' b, p= c b², q =- (d + 263 3bc)
2
si avrà l'equazione
x'3 + 3px' + 2q = 0.
my + n
(1 ) x =
9 +1
+ 6mp + 3mp
+3mp + 3pn 0
(2)
+ 3pn + 6pn
+2q + 6q + 6q + 2q
( 469 )
Ora per assegnare med n pongansi le condizioni
P = 0
Р
my + n
x=
y+1
mutandosi in
ny + m
Х
y +1
1
ne fa vedere che posto in luogo della y si ha la identica
y
(1 ) il che dimostra risultare reciproci i valori della y e con-
servarsi i medesimi quelli della x. Posta la coesistenza delle
(3) dalla (2) abbiamo
n³ + 3pn + 2q
y3
m³ + 3pm + 2q
√ (q² + p³) + 9
(5) y3 1
✓ (q² + p³) -
— q
1
da cui designando per 0, le radici cubiche dell' unità si
Ө
ha :
3
√ (√ (q² + p³) +
+1) " + q)
√ (√ (8²+p )
Yi Y2
3 3
- -
V (V(q² + p³) − q) © √ (√ (q² +p³) − q)
3
•√
V ((√
√ (9² + p³) + q1)
)
Y3
3
3 3
== V
√ (−2+V(q² + p³))+ V (−q—V( q² + p³))
3 3
X3 =
= 0V (−q +V (q² + p³)) +6³ V (−q−√(q² +p³))
√ ( √ (q² + p )' − q )
y,
✓ (q² + p³) — q
(V´(q² +p³) ·9 )√ − q) —
(√ (q² + p³) − − p²
(6) x
b = 0 , a = 1 , c = p , d = 2q.
x =x- b
avremo
x = - b -- -
·↓ ( r −
√ @² + p³» ) − V (a +V(q° +p ') )
X2 b-02 0
X3 b 92
_d↓( 1−V(4
° +p) )— 8°↓ (1+V(9° +p³))
( 472 )
e per la (6) essendo
1
a²d + 263 - 3abc) , pac — · b²
q = 2(a²
avremo
3 3
-
ax₁ = − b − ✓ (q − r ) − V(g + r)
3
-
(7) ar, ——b — ·0³√ {q − r) — OV (q + r)
ax3 = - -
©√ (q − r) — 0³√ (9 + r)
= -
Se però nella formola xxb sostituiamo il valore da-
toci dalla espressione (6), conservando per comodo la deno-
minazione
q² + p³ = r² ,
avremo
-
(r — q — bp)v (r -− q) + bq — p² — br
20
3
pV (r− q) + r — q
Se qui si sostituiscono i valori di p, qe dire si pongono
le denominazioni del Sig. Cockle, corrispondenti ad a= 1 , cioè
1
q² + p³ = 6bcd- 4b3d + 36²c² - d² +4c3 --- -M,
[ c³] =
q + bp = z (d — bc)
( 473 )
avremo
2q
p= 0
p
-36
0
1 + 0 + 0² 0
C2 == =
G
X3 =
( 474 )
Però coi soli principii dell'analisi elementare quei valori di
x2 , x3 si trova che rappresentano le radici dell'equazione di
secondo grado .
ad --- 3bc
C =
2
e poichè
2
r³ —: q² + p³,
si avrà 3
+ OV (q + r) + 0³ỷ (q
X₂2 ==- [ b
a − r)] .
3
-
ان
X م
9-r-63 a
e posto
9 + r = 43 -
q — u‚³‚
r = u₁³,
sarà ancora
= 0
Essendo per a =
2
u² = u²₁ = b²,
9+r- b3
C + VA ,
a
9-r-63
= C - VA
<
a
sarà
1
X2 [С(0 + 0³ ) + V´A(0—0²)] ,
362
e perchè
0 + 0² - -1 , - 0² = √ -
0 — ~3
si ottiene
1
[ − C + √ −3A] ,
362
ma avendosi
3bc b
C=- √ —3A = V (9c² - 12bd) ,
2
sarà finalmente
3c + (9c212bd)
X3 = 66
3bx² + 3cx + d = 0.
R= +br-cq +bs- dq
+bs-dq es— dr
а。 xm + α , xm-1 + α₂ x³ -2 + . • + am -x x + am = 0
Pongasi
A¡ =
— a¸ b¡ — a¡ b。 , Am+ia; bm - am bi
e siano
B
B₁ .... B -2 , B' . ... · 'm-2 etc.
A, A₂ A3 A4 Am-1 Am
A, A3 A4 A5 Am Am+1
A3 A4 A5 A6 Am+1 Am+ 2
au-pf av-pg cv -r
bv-qg cv- rgg dv- sg
at-pe bt -qe
+ bu-qf cu- rf du- sf
-ct- re dt- -se
ae -bd
ad- bc be --cd
3
+3(bd - c²)
ae-bd
be - cd ce --d²
3
e pel 5º grado
4(ac- b³) 6(ad— bc) 4( ac- bd) af-be
6(ad - le) 4(ae + 5bd-- 6c²) af+ 15be- 16cd 4(bf- ce)
4(ae-- bd) af+15be -16cd 4(bf+5ce - 6d²) 6(cf- de )
(-1)* D2¹ ¢
-1 )(n − 2)
4( ) -1 4
' (n - 1)4" q 1.2 ~f(n- 2)q (n − 1 )4(" ~¹)Q
(n- 2)(n— 3)
4-1 0-1 .... -4( 2-3)p ( n - 2 ) 4( 2-2)
1.2
14" 0 0 0 -1 4'9
14'0 0 0 0 0 -1
A B
3° ; $
3 3
A B C
>>> 4° ;
4
A В C
5° ; =
5 VB
10 VV
10 B5
5
A B C D ΤΕ
» 6°° ; = = = با/// 1/5 -
4
6 20 15 6
(4 = 7 , 44 = 2401 )
7) = + 14 , 0021854 ..
(√ (2404) ± 7)
y == (√
=- 0, 0021854 .. •
( (-49,0306026)... 7)
2,0
-
В, fn + рq = C_ed_fp=D .
y³ + (р + π)у² + (f + рñ)у + πf = 0 :
ed avremo
В = f + рî ; C = πf ;
A
+
2 ± √ [( 4) − B + /] ;
4
I.
π = + 15 ± √ (225 + 90 + 200)
√515 = 22, 693 ...
.. foto + 735, 86
To = + 37 , 693 ... Po P.
p= 538 , 51
7,693 ..
+ 215 , 35
600
R, 384, 65
( 485 )
f2 = 26, 3614 .. •
92 =53, 1079
79, 4693 ..
- 83 = 0 , 003306
73 = R3 R4 = 8 , 5114 ....
f = 26, 52550
94 =52, 77940
79, 30490
( 486 )
2
= 18, 7283655 ... ; =350, 7509 ;
(품)
2
- = ― -52, 7794
297, 7915
2
2/0
p
= 3,7283655 ... ; = 13 , 90075
2
- 26 , 5255 ...
– ƒ——
12, 62455..
1, 466526
PROBLEMA DI TRIGONOMETRIA.
Fig. 1.
quindi
Ponendo
a = 7,0 , b = 2, 0 , h = 9, 0
— B—— 36 , ( 金) =4 fo = -4 , % = 49 ;
( 488 )
Πο = + 5 , 6055 .... fo π. 22, 422... f₁ = — 3,5
=- 1, 6055 ....• P% Po =
Pi 78, 6695 9₁ = + 56,0
ន - 101 , 0915
Πι
π₁ = 6, 5272... f₁₁I = -22, 846 ... f₂ = -3, 25715...
Pi 2 , 5272 ... P₁₁ = -141,551 ... +60, 176...
164,397
- 195, 93064
R= 0, 06936
y3 + 3, 78480 ... = AC
III.
π。 = + 3 ± √ ( 9 + 166 , 25-160) ;
( 489 )
P₁ = 160, 00 fi = 11, 5687 ;
f₁
= 0, 4313 ;
56,7502.... 87
R, = 30,2498....
2.° ₁ = + 3 + (9+171,5687-160);
-148,492 ) 87
R,2 = 61,492 )
2= 91,7418
d = 0,128234
f2= 11,871766
P₂ +155,9160 ....
86,8274... 87
--- 0,1726...
R3
22= 30;0772
0,00073588
f3= 11,871030
93= 155,92580 ...
( 490 )
4. ° π3= +3 ± √ ( 9 +167,79683–160)
√ (16,79683) = 4 , 098393 ....
― 87,00266...
R4 = + 0,002 ..
66 .
Y(1,2) —— 3 , 549196.5 ± √ (−143, 3290).... ;
Y(3,4) = + 0,549196.5 (-11,570413)
IV.
x³ + 2x² + 10x = 20 ; fo = 16 , fi = 15 ;
8 = 1 ; f₁
2
B= - 1
· 10 , 2)
(金
дв
π о = −1 + √ (1 + 16 — 10) ;
π₁ = −1 ± √ (1 + 15 -
— 10)
√7 = 2, 6457 ... ✓
/ 6 = 2,4494...
To = 1,6457 π₁ = 1 , 4494
To fo = 26,331.. π₁I f₁ = 21 , 741.,
RI=
6,331 .. R₂ = 1 , 741 .. y, = 4,590 ..
d₁ = 0,379..
f2= 14,621 ..
π₂= - 1 + √ ( 1 + 14,621 ... 10)
R3 = 0,04342... d₂ = 0,0097...
( 491 )
π3 = 1,368818 ... 3/3 = 20,00021... fa 14,6113...
R4 = 0,00021 ...
73 = 0,04321 ....
π41,368808272
754 14 = 20,000001 ... d3= 0,0000471 ..
112528 ..
14 = 14,6
x + 1, 3688082 ...
(2,3) -1, 6844041 ... ±√ (-11 , 774037...)
V.
Sia
1 6
y3 + 3y² + 7 11y -1-0
11 .
f = 8 ; d =1 0,2 f₁
fi:= 7, 8 ;
6
1,545454 ... = 1
11
1,545454... f2=7,731349...
( 492 )
π2 - 1,5+ (2,890440)= 0,200129... ;
Taf2 = 1,547267...
-
—R3 = 0,001813 ...
VI.
a : b : c : (a + b + c) ;
ovvero
1 : y : y² : ( 1 + y + y²) ;
si avrà :
2
y3
y³ = y² + y + 1
y³ — y² — y y -
— 11 =0 0
A 2
—B= +1 ; ( — ) == 0, 25 ; f
0, 25; f. =
=11 ,, 75 d = 1 , f₁ = 0, 75;
75 ;; ô,
πofo =3,9060889
R, 2,9060889
π¸ = 0,5 + √ ( 0,25 +0,75 +1 )= 2,91421356 ...
T₁fi =1,43566017
R₂= 0,43566017
Y₁ =2,47043
d₁1 =0,175136
f₂ =0,574864
( 493 )
π2=0,5 + (0,25 +0,574864 + 1 ) = 1 , 850875...
T₂f2=1,0640063 ...
R3=0,0640063...
72= 0,371654 .....
d²=0,0301618
f3=0,54477022
π3 = 0,5+ (0,25 +0,5447022 + 1 ) = 1 , 839665 ...
π3f3=1,002070 ...
√ (1,7936890)= 1,33 92867... R4 0,002070...
Y3=0,061936
d3=0,0010131.9 ...
-1, 8392867... f4= 0,5436890.1 ...
1
- = 0,5436890 ...
f4 = Taf 1,000009 ...
y
Fig. 2. a
ს
( 494 )
Dico che prendendo il cateto minore (bc) per l'unità , sa-
rà l'ipotenusa (ab) la mediana del terzo grado.
Sia bead 1 ; cd = d ; ab = y; gli angoli abd = bdc;
onde
1
1 : y = d: 1 ; d =
y
e dunque
2
2 1
1) = 1 + 1 +
y² = 1 +(1+ — )² =
У
Ovvero
2 1
y2 2+ - -
У y²
Ora se abbiamo (VII) :
y³ — y² — y — 1 = 0 ;
deve essere ancora :
y4 — y³ — y² — y = 0 ;
2 2 1
y² 2 - -
2 0.
У y
e gli angoli
a = 32°, 56′ , 6" , 43...
b = 57 , 3 , 53, 56 ...
( 495 )
VIII.
1
-- = 1 : (y − 1 ) ;
y
1
-- " R, (y - 1 ),
У
vi è
1
1 = +
+ y² — 2y + 1 ;
ovvero
1
y2 2y + 2 -0;
y4 — y³ ——— y² — y = 0
farà ancora :
- 2y³ +1
y4 — 0
- y - 1 =0
y³ — y² —
y³ —
1, 000
1
= 0, 54368901 ...
y
( 496 )
y - 1 = 0, 839286755....
1
1 -- = 0, 45631098 ...
y
e gli angoli
a = 28°, 31', 56", 78...
ẞ = 32 , 56, 6 , 43 ...
IX.
Fig. 3.
90°-B = 1
Tang. dbc Tang. = 0,54368901...
2 y
cotang.ß = 1 , 54368901...
sen.8 = 0 , 54368901 ... } ß = 32º , 56′ 6 ″ , 43 ...
X.
M' K
M 1+ y Fig.4.
1
KL = MP = 1+
4-1
y 9
ed in conseguenza
2
2 1
y² =(1 +
- 1 )* 1 =2 + +
y
ovvero
2
y² ― 2 =0 ;
y У
= 1 : 1 , 83928675 ....
ყნ
1
113
1
13
1
13
1
1
1
0, 543 689 012 68.2 • • •
y
•
y521 , 049 763 337 226 .
XI.
y 4 — y³ — y² — y −1 = 0 ;
—B =+ 1 ;( ^ )* =0,25 ; f。 =+ 0,67033
... (log= 9,8262894
0,0000202
R4 +0,0000202
XII.
A + B + D = C + E
B + C + ED + F
C + D + FE + G
Delle due mediane del quarto grado che furono trovate nell'
ultima proposizione , quella che serve al caso presente è la
negativa, (y2) ma presa per positiva.
( 502 )
Essendo
+0, 7748 .
XIII.
Sia
BIBLIOGRAFIA.
picelli. · • » 120
Brano di una lettera diretta dal sig. A. Genocchi a D.
Buldassarre Boncompagni in data dei 18 di Aprile 1855. »
Intorno alla risoluzione dell'equazioni simultanee x²+h= y²,
y2hz². Nota di B. Boncompagni. • » 135
Sur un problème traité par Léonard de Pise dans son
Flos, et relatif à une équation de troisième degré. Ex-
trait d'une lettre adressée par M." Lebesgue Professeur
à la faculté de Bordeaux à M." Balthasar Boncompagni. »
Sopra tre scritti inediti di Leonardo Pisano pubblicati da
B. Boncompagni. Note analitiche di Angelo Genocchi. » 161
Intorno ad alcuni problemi trattati da Leonardo Pisano
nel suo Liber Quadratoram. Brani di lettere dirette dal
( 508 )
sig. A. Genocchi a D. Baldassare Boncompagni. I. Brano
di Lettera in data dei 2. maggio 1855 . » 186
II. Brano di lettera di A. Genocchi a D. B. Boncompa-
gni in data dei 4. di Maggio 1855 . · » 195
III. Brano di lettera di A. Genocchi a D. B. Boncompa-
gni in data di 7. di Maggio 1855 . • » 206
Intorno ad alcune quistioni della geometria di posizione.
Nota di Francesco Brioschi. • » 209
Sopra tre scritti inediti di Leonardo Pisano pubblicati da
B. Boncompagni. Note analitiche di A. Genocchi. (Con-
tinuazione).• » 218
IV. Brano di lettera di A. Genocchi a D. B. Boncom-
pagni in data dei 14. di Maggio 1855 . · » 251
V. Brano di lettera di A. Genocchi a D. B. Boncompa-
gni in data dei 17 di Maggio 1855. · » 254
VI. Brano di lettera di A. Genocchi a D. B. Boncom-
pagni in data dei 21. di Maggio 1855. • » 257
H
( 509 )
Sopra una teorica analitica dalla quale si deducono le
leggi generali di varii ordini di fenomeni, che dipendo no
da equazioni differenziali lineali fra i quali quelli delle
vibrazioni e della propagazione del calore ne'corpi solidi
Nota di L. F. Ménabrea . » 363
Intorno ad una proprieià dei numeri. Nota di B. Bon-
compagni · » 371
Intorno ad alcune proprietà delle superficie del terz' or-
dine. Nota di F. Brioschi · · » 374
Sulle costruzioni del Sig. Chasles per le linee del terzo, e
quarto ordine. Nota di F. Brioschi » 380
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Fr. A. Ligi Bussi Ord. Min . Conv. Episc. Icon.
Vicesgerens.
1685
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