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13 gennaio 2024, sabato

Mese Gauḍīya vaiṣṇava: Nārāyaṇa


Mese Pūrṇimānta: Pauṣa
gaura o śuklā pakṣa Tṛtīyā tithi
RICORRENZA Locana Dāsa Ṭhākura – tirobhāva scomparsa

jagadīśa paṇḍita haya jagat-pāvana


kṛṣṇa-premāmṛta varṣe, yena varṣā ghana
(Caitanya-caritāmṛta Ādi 11.30)

“Jagadīśa Paṇḍita, il quindicesimo ramo dei devoti del Signore Nityānanda, era il liberatore del
mondo intero. L’amore devozionale di Kṛṣṇa grondava da lui come torrenti di pioggia.”

Śrīla Bhaktisiddhānta Sarasvatī Ṭhākura scrive nel suo Anubhāṣya:


“Descrizioni di Jagadīśa Paṇḍita sono disponibili nel Caitanya-bhāgavata, Ādi-khaṇḍa, capitolo sei,
e nel Caitanya-caritāmṛta, Ādi-līlā, capitolo quattordici. Egli era del villaggio di Yaśaḍā-grāma, nel
distretto di Nadia, vicino alla stazione ferroviaria di Cākadaha. Suo padre, il figlio di Bhaṭṭa
Nārāyaṇa, era chiamato Kamalākṣa. Sia il padre che la madre erano grandi devoti del Signore
Viṣṇu, e dopo la loro scomparsa, Jagadīśa, con la moglie Duḥkhinī e il fratello Maheśa, lasciò il suo
luogo di nascita e si trasferì a Śrī Māyāpur per vivere in compagnia di Jagannātha Miśra e altri
Vaiṣṇava. Il Signore Caitanya chiese a Jagadīśa di andare a Jagannātha Purī a predicare il
movimento del hari-nāma-saṅkīrtana. Ritornando da Jagannātha Purī, su ordine del Signore
Jagannātha, egli stabilì la Divinità di Jagannātha nel villaggio di Yaśaḍā-grāma. È detto che quando
Jagadīśa Paṇḍita portò la Divinità di Jagannātha a Yaśaḍā-grāma, egli legò la pesante Divinità a un
bastone e così la portò al villaggio. I sacerdoti del tempio mostrano ancora il bastone usato da
Jagadīśa Paṇḍita per portare la Divinità di Jagannātha.”

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āsīd vraje chandrahāso nartako rasa-kovidaḥ|


so’yam nṛtya-vinodī śrī-jagadīśakhya paṇḍitaḥ||

(Gaura-ganoddeśa-dīpikā 143)

“In Vraja c’era un danzatore chiamato Candrahāsa, che era molto esperto nel gustare il rasa. Nei
līlā di Caitanya è diventato Jagadīśa Paṇḍita, che anche lui provava gran piacere nel danzare per il
Signore.”

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jagadīśa paṇḍita, āra hiraṇya mahāśaya


yāre kṛpā kaila bālye prabhu dayāmaya
(Caitanya-caritāmṛta Ādi 10.70)

“Il trentunesimo ramo del Signore Caitanya era Jagadīśa Paṇḍita, e il trentaduesimo era Hiraṇya
Mahāśaya, ai quali il Signore Caitanya, nella sua fanciullezza, mostrò la Sua misericordia senza
causa.”
vyādhi-chale jagadīśa-hiraṇya-sadane
viṣṇu-naivedya khāila ekādaśī-dine
(Caitanya-caritāmṛta Ādi 14.39)

“FingendoSi malato, il Signore chiese del cibo dalla casa di Hiraṇya e Jagadīśa nel giorno di
Ekādaśī.”

Caitanya-bhāgavata, Ādi-khaṇḍa, capitolo sei, descrive completamente come il Signore Caitanya


accettò viṣṇu-prasādam nel giorno di Ekādaśī da Jagadīśa e Hiraṇya. Anche se il digiuno è
raccomandato per i devoti, non è raccomandato per il Signore Viṣṇu. Una volta, in Ekādaśī, nella
casa di Jagadīśa e Hiraṇya Paṇḍita c’erano dei preparativi per un prasādam speciale per il Signore
Viṣṇu, e il Signore Caitanya chiese a Suo padre di andare là a chiedere il viṣṇu-prasādam perché Si
sentiva male. La casa di Jagadīśa e Hiraṇya Paṇḍita era a circa tre chilometri, perciò quando
Jagannātha Miśra si presentò là a chiedere il prasādam, Jagadīśa e Hiraṇya si mostrarono stupiti.
Come faceva il bambino a sapere che era stato preparato uno speciale prasādam per il Signore
Viṣṇu? Essi conclusero che il piccolo Nimāi doveva avere dei poteri mistici soprannaturali, e Gli
mandarono ben volentieri il cibo attraverso il padre. Nimāi si sentiva male, ma immediatamente
dopo aver mangiato il viṣṇu-prasādam si sentì curato e ne distribuì anche ai suoi compagni di
giochi.

apare yajña-patnyau śrī-jagadīśa-hiraṇyakau |


ekādaśyāṁ yayor annaṁ prārthayitvā’ghasat prabhuḥ ||

(Gaura-ganoddeśa-dīpikā 192)

“Le mogli dei brāhmaṇa che eseguivano gli yajña, le cerimonie sacrificali, in Vraja, presero nascita
come Jagadīśa e Hiraṇya. Caitanya Mahāprabhu chiese e mangiò il loro prasāda nel giorno di
Ekādaśī.”

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Jagadīśa Paṇḍita è considerato, simultaneamente, sia un Caitanya-śākhā sia un Nityānanda-śākhā,


cioè un ramo di Caitanya e anche di Nityānanda nell’albero dei desideri della devozione.
Prima di prendere sannyāsa Mahāprabhu ordinò a Jagadīśa Paṇḍita di andare a Jagannātha Purī a
predicare Kṛṣṇa-bhakti e la pratica religiosa dell’era attuale, Harināma-saṅkīrtana.
Arrivato a Purī, Jagadīśa andò a prendere il darśana di Jagannātha e si sciolse dall’amore che provò
nel vederLo. Nel suo viaggio di ritorno, tuttavia, sentì un’estrema separazione da Jagannātha.
Sentire queste fitte di separazione è uno dei segni della misericordia di Jagannātha, altrimenti
significa che non è stata ricevuta la grazia del Signore.
Jagannātha vide Jagadīśa piangere disperatamente e così, misericordiosamente, gli apparve in un
sogno e gli disse di prendere la Sua vigraha (espansione, forma) e di servirLa.
Simultaneamente Egli apparve al Re dell’Orissa e gli ordinò che al momento del nava-kalevara,
quando la Divinità in legno di Jagannātha è cambiata, la forma uscente doveva essere data a
Jagadīśa Paṇḍita. Quando incontrò Jagadīśa il Mahārāja considerò che doveva essere un gran onore
dargli la forma uscente, conosciuta come samādhi-stha-vigraha.
Jagadīśa pregò Jagannātha, chiedendoGli come fosse possibile per lui trasportare la pesante figura
(ci vogliono varie persone per spostarla) fino in Bengala. Jagannātha gli rispose che sarebbe
diventato leggero come il sughero, Jagadīśa doveva semplicemente coprirLo con una stoffa nuova e
poi portarLo con l’aiuto di un bastone. Jagadīśa avrebbe dovuto fare delle sistemazioni permanenti
per stare ovunque Jagannātha fosse stato appoggiato al suolo. Jagadīśa ingaggiò due brāhmaṇa per
aiutarlo e facendo a turno per portare Jagannātha arrivarono fino al villaggio di Jaśora, sulle rive del
Gange, vicino alla città di Cākdaha. Jagadīśa lasciò Jagannātha con uno dei brāhmaṇa e andò a fare
il suo bagno nel Gange. All’improvviso il brāhmaṇa si rese conto che Jagannātha stava diventando
molto pesante e non era più capace di sostenerLo. Quando Jagadīśa fece ritorno dal suo bagno, vide
Jagannātha appoggiato a terra e realizzò che il Signore voleva rimanere in quel posto.
Cākdaha è un sito storico e un antico luogo sacro. Durante l’era Puranica era conosciuto come
Rathavarma. Alla fine del Dvāpara yuga, Pradyumna, un figlio di Kṛṣṇa, uccise il demone Śambara
in quel luogo, e perciò era conosciuto come Pradyumna-nagara. Ancor prima, quando Bhagīratha
stava portando giù sulla Terra il Gange per salvare la dinastia Sagara, egli interrò la ruota del suo
carro in quel posto. Perciò alla città fu assegnato anche il nome di Cakradaha, che col tempo è stato
trasformato in Cākdaha. Quando le persone del posto sentirono che la Divinità di Jagannātha da
Purī era venuta a stare in Jaśora si riversarono là a migliaia per avere il Suo darśana. Così Jagadīśa
decise di rimanere in Jaśora invece di tornare alla sua casa in Māyāpura.
Nityānanda Prabhu e Caitanya Mahāprabhu visitarono il tempio di Jagannātha in Jaśora in due
occasioni, attratti dalla devozione parentale di Jagadīśa Paṇḍita e di sua moglie. In entrambe le
occasioni ci fu saṅkīrtana e una gran festa. Mentre il Signore Caitanya stava per lasciare Jaśora per
andare a Purī, la moglie di Jagadīśa Paṇḍita, Duḥkhinī, cominciò a piangere così intensamente per
l’imminente separazione che il Signore accettò di rimanere nella forma di una Divinità di Gaura-
Gopāla.
Dapprima la Divinità di Jagannātha era tenuta sotto un albero baniano vicino al Gange, e in seguito
il re di Kṛṣṇanagara, Kṛṣṇacandra, Gli fece costruire un tempio. Attualmente il tempio di Jagadīśa
Paṇḍita è sotto la direzione della Śrī Caitanya Gauḍīya Maṭha.
Jagadīśa Paṇḍita ebbe un figlio chiamato Rāmabhadra Gosvāmī.

Bibliografia

- Caitanya-caritāmṛta, di Kṛṣṇadāsa Kavirāja Gosvāmī


- Anubhāṣya di Śrīla Bhaktisiddhānta Sarasvatī Ṭhākura
- Caitanya-bhāgavata di Vṛndāvana Dāsa Ṭhākura

Traduzione e Redazione
gopīnātha dāsa, dāsānudāsa

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