MITOLOGIA MUTH

LA NASCITA DEL TUTTO:

TUTTO EBBE INIZIO CON DEZA'W, L'UNO LA FONTE DI
TUTTO IL CREATO. DOPO CHE CREO' IL TUTTO, NON C'ERA
NULLA CHE SODDISFAVA IL SUO CUORE. LE CREATURE
NON ERANO LIBERE E DIPENDEVANO IN TOTO DA DEZA'W,
ANCHE I FARBISOGNI QUOTIDIANI NON ERANO
AUTONOMI,QUINDI SI AVVOLSE DISTRUGGENDO CIO' CHE
AVEVA CREATO. LECRATURE SI DISPERSERO IN
FRAMMENTI NEL VUOTO E DAL LORO PRANA NACQUE
GHNAKHOR . ENTITÀ UMANOIDE CON SEI MANI CHE
FANNO RUOTARE UNA CORDA DAI PIU’ NODI, LA SUA
PARTE SOTTOSTANTE E’ SERPENTINA E QUELLA
SUPERIORE CON UN UNICO CORPO E TRE TESTE APUNTA
(FORMANO INSIEME IL TRIDENTE).LE TRE TESTE SONO
UNA BIANCA CHE È TAMAS AL LATO OPPOSTO UNA ROSSA
CHE È RAJIS E INFINE IN CENTRO CON LA PUNTA PIÙ
LUNGA QUELLA NERA CHIAMATA SATHUÄ CHE SONO LA
RAPPRESENTAZIONE DEL PRINCIPIO ATTIVO E
RESPONSABILE DELL'EVOLUZIONE DI TUTTO CIÒ CHE
NELL'UNIVERSO È MANIFESTO E PENSATO. DEZAW SI
CHIUSE DANDO VITA AD UN UOVO .L’UNIVERSALE INIZIO'
LA SUA DANZA\MOVIMENETO STRINGENDO TRA LE SUE
SPIRE L'UOVO FINCHE' CON TRE SCRICCHIOLII SI RUPPE
LA BUCCIA USCENDO DAL SUO INTERNO IL PRIMO
SUONO,L'<<AUM>> IL SUONO PRIMORDIALE. DAL SUONO
<<AUM AMIN>> NAQUERO DELLE CREATURE ,I PRAAKA
(ELEMENTALI).. <<AUM>> E L'UOVO FINI DI RUPPERSI
DIVIDENDOSI IN DUE PARTI UGUALI.<<AUM>> E PRESE
FORMA DUE ENTITA’ SERPENTINE DALLA TRIPLA TESTA,
APITRI' E A'KAS. I DEVTA APITRI' E AKAS PIENI DEL LORO
POTERE FRA GUERRE E CONFLITTI SCUOTEVANO
L'ESISTENZA CHE FLUTTUAVA INTORNO A SE CERCANDO DI
SOVRASTARSI, VOLENDO UNA DOMINARE L'ALTRO E
VICEVERSA. PER SECOLI GOVERNO' LA DISPUTA . <<AUM>>
E IN QUELLA LOTTA AKAS AUTOCONCEPI' GARMI' (ESTATE)
E SANDH (INVERNO) , <<AUM>> E MIPITRI' AUTOCONCEPI'
PAJAD (AUTUNNO) E VARANT (PRIMAVERA) CHE PRESERO
IL NOME COMUNE DI MOSA'M CHE COMBATTEVANO IN
QUEL CAOS IN NOME DEL CONFLITTO DEI DUE DEVTA.
DURANTE LA GUERRIGLIA LE ARMI DEI MOSA’M
COLPIRONO LE CORDE DI GHNAKHOR FACENDONE
FLUTTUARE DUE PARTI NEL COSMO. UN GIORNO MENTRE I
MOSA'M COMBATTEVANO LA MIPITRI' INIZIO' AD
OSSERVARE L'INFINITA DI AKAS E QUEST'ULTIMO
OSSERVAVA L'IIMMENSITA’ DI LEI. <<AUM>> E LA GUERRA
SI TRASFORMO' IN DANZA FLUTTUANTE , DAL GRANDE
FALLO DI LUI NE USCIRONO DEI CRISTALLI CHE OLTRE A
DISPERDERSI IN QULL'ASSOLUTO FLUTTUANTE E KAOTICO
ALCUNI FRAMMENTI SI INSERIRONO NELLA GRANDE
VAGINA DI MAPITRI <<AUM>>.PRESERO ENTRBI LA FORMA
BOVINA AFFINCHE’ CON LE LORO CORNA INIZIARONO AD
UNIRE LE DUE ESTREMITA' DI QUELL'UOVO.L DA
QUELL'INCONTRO NAQUERO GLI APACI CHE FLUTTUANTI SI
ATTACCARONO UNO AL SENO SX DELLA MADRE E L'ALTRA
AL DESTRO E FU GIORNO E NOTTE E I I DEVTA DIVENNERO
PITA (GENITORI) POI DIEDE ALLA LUCE I DEVA ADUNTE' E
ADINUTH E LA GRANDE VACCA IN QUELLA NUVA REALTA'
STABILE SI AGGRAPPO' ALL’ALBERO AHDIM (ALBERO
COSMICO) E NACQUE ABALUM CHE AIUTO' ALLA MADRE A
DARE ALLA LUCE GLI ALTRI DEVA . <<AUM>> E DALLA
SEPARAZIONE NACQUE L'UNIONE, <<AUM>> DALLA GURRA
LA PACE , <<AUM>> DAL CAOS DELLE DANZE NACQUE OGNI
FORMA.

Mahagarvhati (la gravidanza cosmica) e i devta divengono

pita:
ahum...l''unione di akas e mapitri' fu forte e potente tre
volte di più del loro conflitto. Si univano, si fondevano senza
che un* sovrastasse l'altr*. Dalla loro unione tutto restava
kaotico, informe, disconnesso. In quel nulla cosmico dove
c'era il tutto . i suoni cosmici fluttuavano inudibili finche' lo
stesso tutto fu interrotto, paralizzato dal muggito di apitri'
che disperdeva come quei liquidi cristallini che uscivano
dalla sua grande vagina, come quando akas nel vederla in
tutto il suo splendore esplose dal suo grande fallo la stessa
cristallizzazione che fino ad allora fluttuava nel cosmo. il
muggito della grande madre fece vibrare l'intero cosmo
lentamente fluttuava finche' dalla sua stessa vagina
nacquero la luce e l'oscurita di ogni cosa, gli apaci' uno
ridente e l'altra piangente fluttuarono immediatamente
verso i seni strasbondanti della madre. apiTri riprese a
muoversi e uscirono dalla sua vulva una creatura pimpante
che teneva stretto a se una creatura dormiente , uno legato
all'altro. Quando la creatura dorminente apri i suoi tre occhi
e sbadigliò all'improvviso tutto smise di fluttuare entrambi
osservavano il tutto e in modo armonico quel tutto sembro'
iniziarsi a muovere in un ritmo stabile e circolare. Con
quell'evento per la prima volta mapitrì poggiò le sue zampe
sul suolo appena creatosi e inizio' a danzare. Il suo grande
ventre si abbassava e si sollevava come se salutasse lo
stesso suolo solido, compatto che accoglieva i suoi sfrenati
ritmi con quel corpo che aveva trovato dimora. Mahapitri
con zampe divaricate si poggio' a quel pilastro che univa il
suolo alla vetta compatta e sferica dove akas aveva preso
dimora. DA QUELLA GRAVITA’ I DUE FRAMMENTI DI CORDA
CADDERO NELL’ACQUA PRIMORDIALE E PRESERO VITA LA
COPPIA NAGRAJA. All’appoggio di apitri a quel pilastro,
divenne un albero immenso dentro le acque primordiali.
mahapitri inchinandosi diede vita ad un'altra creatura dalle
corna caprine che accarezzo' il ventre della grande vacca e
guardandola con i suoi due occhi splendendi e luminosi che
vegliavano su quel cosmo ormai in piena vita. Gli stessi
occhi della creatura mentre erano li' ad osservare mapitri si
proiettavano allo stesso tempo li' nelle vette di akas. LA
CREATURA CAPRINA PRESE CIO’ CHE ERANO I FLUIDI DEI SUOI
GENITORI E LI RACCHIUSE IN UNA KUMBH E LA
CONSEGNO’ AI NAGRAJA LA E APRENDO IL MUSO E
PRONUNCIO' <<APA' MAHADEVTA>> E LA INVITÒ A SOFFIARE. IL
GRANDE UOVO SI ERA UNITO CONTENENDO AL SUO INTERNO IL TUTTO
E IL MUGGITO DELLA GRANDE VACCA, L'ARIA CHE USCIVA DALLE
NARICI DEL GRANDE TORO, COME GLI STESSI SUONI PRIMORDIALI
INIZIARONO A FARSI CHIARI, STATICI, MONOTONI. I PRAHAKE SI
MISERO ALL'ESTREMITA' DI QUELLA SFERICITA' CHE UNIVA IL CIELO E
LA TERRA ,A CUI AVEVANO TROVATO DIMORA , AVHA, L'ARIA
GOVERNAVA L'EST, MAPAN, L'ACQUA AD OVEST. IFIP, LA TERRA A
NORD E A GOVERNARE A SUD NAAG IL FUOCO GARANTENDO LA
PROTEZIONE DI QUELLO CHE ERA DIVENTATO FORMA IN MOVIMENTO
STABILE. LA CREATURA CAPRINA, A'BALUM PRONUNCIO'
<<AMIN>>
QUEI SUONI CONCRETI, COME MAI SENTITI FINO A QUELL'ISTANTE,
ERARO SCANDITI, DONI ALLE ORECCHIE CHE MUTAVANO, COME SE SI
FOSSERO APERTE PERCEPENDONE PIENAMENTE LE VIBRAZIONI DEL
SUONO. GIA' AL PRIMO SUONO SCANDITO CHE A'BALUM PRONUNCIÒ
LA VAGINA DELLA GRANDE MADRE SI DILATÒ DEFINITIVAMENTE DANDO
VITA E AD OGNI CREATURA E TUTTO PRENDEVA UNA FORMA VITALE
STATICA NELLA FORMA E IN CONTINUO MOVIMENTO CIRCOLARE COME
LE DANZE CHE AKAS FACEVA NEL VEDERE APITRI' DONARE QUELLE
CREATURE CHE LORO GIA' AMAVANO PERDUTAMENTE.. DA LI
NACQUERO I DEVA CHE DANZANDO INTORNO ALLA CREAZIONE
SEGUIRONO IL GRANDE CAPRONE NEL PRONUNCIARE <<APA
MAHAPITA>> E IL CIELO E LA TERRA DIVENNERO GENITORI DI QUELLA
STESSA CREAZIONE E LE CORNA DELLA MADRE TERRA SI CONGIUNSERO
CON QUELLE DEL PADRE CIELO. PITA AKAS E MAPITRI' SI GUARDARONO
NEGLI OCCHI E SIGILLARONO IL LORO AMORE. E.T.E.N.E.M AHUM...

LA NASCITA JAANHAVA, DEI MUTH E DI PARUN:

A'BALUM STAVA GIOCANDO CON LA PIOGGIA E LA TERRA E
DALL'UNIONE DI QUESTI DUE ELEMENTI NE DIEDE DELLE
FORME. MA LA SUA IMPAZIENZA NON GLI PERMETTEVA DI
ASPETTARE CHE LE FORME SI
ASCIUGASSERO ,COSI' ,INIZIO' A SOFFIARGLI SOPRA.
QUESTE FIGURE INIZIARONO A PRENDERE VITA CREANDO
IN LUI GRANDE STUPORE E GIOIA DANDO IL NOME A
QUESTE CREATURE GLI JAANHAVA (ANIMALI). ERA NOTTE
E ANDO' NELLA CAVERNA E NE CREO' UNO DA UNA SOLA
GAMBA, DAL CORPO RICOPERTO DA SANKET E MENTRE
UNA STELLA ILLUMINAVA IL CIELO CON UNA SCIA.
A’BALUM DECISE CHE NON POTEVA CUSTODIRE SOLO CON
SE QUESTO DONO QUINDI LASCIO' IL SUO FETICCIO NELLA
CAVERNA E INDISTURBATO CREO' ALTRE FORME DIVERSE
E SENZA ASCIUGARLI LI PORTO' DAGLI ALTRI DEVA. I DEVA
NEL VEDERE QUEI FETICCI INIZIARONO AD AFFERRARLI
VIOLENTEMENTE ROMPENDOLI IN TRE PARTI, BRACCIA E
TESTA SI SEPARARONO DAL RESTO DEL CORPO, FACEDO
PIANGERE A'BALUM. I DEVTA CHIESERO COSA STESSE
SUCCEDENDO E IL FIGLIO SPIEGO' L'ACCADUTO. LA MADRE
RECUPERO' I PEZZI E INSIEME AD A'BALUM LI
RIASSEMBLO'. SOLLEVATO, A'BALUM SPIEGA AI GENITORI
COSA FOSSERO QUEI FETICCI E CHE COSA AVEVA
SCOPERTO. IL PADRE ASCOLTO' E SOFFIO' SU QUEI FETICCI
CHE PRESERO VITA , CAUSANDO LO STUPORE DI TUTTI.
FURONO COSI' CREATI UMANI, CHE VENNERO PORTATI,
PRIMA CHE APRISSERO GLI OCCHI IN UN LUOGO LONTANO
DAL KAILASAH DOVE VIVEVANO SPARPAGLI E DENOMINATI
DAGLI STESSI DEVA MUTH ( LIBERI). I DETVA PROIBIRONO
AI SUOI FIGLI DI CREARNE DI ALTRI E INFINE ORDINARONO
AI DEVA CHE MALDESTRAMENTE AVEVANO ROTTO I
FETICCI DI PRENDERSI IN GRUPPO DI TRE CURA DI OGNI
SINGOLO ESSERE UMANO SENZA MOSTRARSI A LORO.
A'BALUM AVEVA TENUTO PER SE IL PRIMO FETICCIO CHE A
DIFFERENZA DEGLI ALTRI ERA INCOMPLETO E SENZA
SESSO, MA LUI NON AMAVA L'INGANNO E SENTIVA DI AVER
TRADITO I GENITORI. ALLORA SI PRESENTO' AL LORO
COSPETTO PORTANDO IL SUO FETICCIO SCUSANDOSI, I
DEVTA AMMIRARONO IL CUORE ONESTO DEL FIGLIO
DECISERO DI DARE VITA A QUELLA CRETURA. E GLI
SOFFIARONO CHIEDENDO AD A'BALUM DI DARGLI UN
NOME...PENSO' TROPPO A COME CHIAMARLO FINCHE'
DECISE IL NOME PARUN MA IL FETICCIO APRI' GLI OCCHI E
VENNE IMMEDIATAMENTE ACCECATO DALLA VISTA DEL
PRANA DEGLI ATMA. I NUMI DONARONO UN OCCHIO
PIUMATO ALL'AMORFA CREATURE E LA MISERO SULLA SUA
TESTA AFFINCHE' AVESSE LA VISTA DIVINA E DECISERO DI
FARGLI PRENDERE CURA DA A'BALUM DELLA SUA
CREATURA EGLI INSEGNO’ I MISTERI DEL COSMO PARUN.
LA CATENA MONTUOSA DOVE ABITAVA LA CREATURA GLI
FU DATO IL NOME PAROPAMISO IN ONORE DI PARUN CHE
SIGNIFICAVA VOCE DEL PAROPAMISO.

il tempo si scandisce e il moto e lo stasi si divisero:

adinath e adunte' nacquero gemelli siamesi. I due in giovane
eta' si ritrovarono a condividere gli stessi identici spaci ed
esperienze. aduntè si ritrovava spesso a dover portare il
peso del fratello dormiente che attraverso il sogno ispirava il
fratello costantemente in movimento. Il moto di adunte' non
gli permetteva di conoscere il mondo onirico nonche'
sconosceva l'arte della meditazione, dello yoga, della mente
zen creazioni di adinath ma al contrario aduntè aveva dato
vita alla meditazione dinamica, alla danza e alla mente
creativa che il fratello con fatica riusciva a far sue. Il loro
amore li portava uno a rispettare il temperamento e la
metodica dell'altro divenendo in siete una forza che la
natura stessa ammirava. Un giorno mentre i due fratelli
giocavano si introdusse nel gioco abit. I tre iniziarono a
giocare insieme finche' erroneamente tra un gioco e un altro
abit divise con la sua falce divise i due fratelli fino a quel
momento uno dipendente dall'altro. Il dolore lacerante fece
scoppiare i due fratelli in lacrime, un dolore non soltanto
fisico ma anche causato dal terrore di vivere in uno stato a
loro totalmente sconosciuto. Abit scappo' disperato, supero'
boschi, vallate finche non si butto' dalla cascata e si lascio'
trascinare dalle acque che lo spinse fino ad un luogo
lontano dove lacqua divenne stagnante. Fu proprio li che
incontro una creatura che sembrasse fosse sua sorella
akori' se non fosse per la doppia coda che questa creatura
aveva a posto di gambe, zambe o quel che sia. Si avvicino'
ad essa finche' trovatosi dinanzi a lei fu certo che fosse la
sorella che ignara del dolore che il fratello aveva subito
scoppio' in lacrime e lo strinse forte a se mettendo lui in
secondo piano la sua sofferenza ormai attutita
dall'abbraccio di colei che lui amava perdutamente. Akori'
bacio' il fratello e sprofondo nelle acquue permettendo a
quest'ultimo di respirare attraverso lei e i loro corpi si
introdussero in una cavita' che stava nelle profondità di
quelle acue paludosi fino a scomparire. Nel frattempo
aduntè ando' alla ricerca di chi potesse risolvere la
questione finche' furono i devta che convocandoli gli
mostrarono ad essi gli aspetti positivi di quella divisione che
li avrebbe permesso di viversi pienamente se stessi e l'altro
in una totale armonia. Ma adunte' e adunath si amavano a
tal punto da non dividersi ma ognuno dono' all'altro la
conoscenza del proprio dono ed entrambi divennero guide
dell'intera creazione che imapara e assimilava il movimento
e la staticita' che sta dentro ogni cosa. Il tempo fu scandito
in una nuova esperienza che avrebbe arricchito l'intera
creazione attraverso l'armonia.

Le differenze danno vita all'egualità:

i due deva aduntè e adunath erano visti dai loro fratelli e
sorelle come figure sagge. Come se fossero loro discepoli si
radunavano spesso intorno ai due e osservavano le loro due
forme differenti ma allo stesso tempo complementari.
aduntè dagli occhi spalancati dall'estasi che si mostrava nel
suo volto che emanava pace danzava, si muoveva con il suo
corpo agile, elastico, armonioso. La sua bellezza era
imparagonabile se non alla sua stessa eleganza di
movimento che travolgeva le passioni dei \delle deva che lo
desideravano perdutamente. adunath apparentemente
immobile proiettava con il suo terzo occhio i misteri della
staticita' creativa (meditazione\yoga statica. Proiettava il
mistero che stava dietro la posizione che lentamente il suo
splendente corpo prendeva paralizzandosi morbidamente. I
suoi occhi chiusi emanavano una forza che scuoteva e
faceva vibrare il corpo dei\delle partecipanti persi in lui e
nella sua indiscussa bellezza. Entrambi identici in aspetto
ma diversi nelle espressioni davano ad ognuno un carismo
tutto suo inuguagliabile ma entrambi manifestazione di tale
splendore. Questa bellezza non era merce' per nessun deva
esistente. Adinath e aduntè donavano l'amore l'uno all'altro.
Ogni qualvolta che restavano soli aduntè prendeva sulla sua
schiena il fratello e volando sopra il dorso di goraksha (il
falco gigante di aduntè) gli mostrava le meraviglie del
mondo e appena si fermavano adunath mostrava al fratello
la bellezza che si era perso durante il volo attraverso il suo
terzo ochhio. Una notte mentre adunath proiettava per
donare al fratello il sollievo del riposo aduntè riempiva di
teneri baci il corpo steso del fratello. Ne segnava
percorrendone con le sue mani l'intero corpo mentre il
fratello aprendo gli occhi osservava il suo sguardo sempre
vigile e mostrava ad esso la sua stessa bellezza della sua
forma che adunath amava perdutamente. Quella stessa
notte dentro il crocchio che abalum gli aveva donato ad
adunath i due giaquero insieme. Aduntè baciava, stringeva a
se il corpo del fratello che si donava armoniosamente i loro
baci si perdevano nella notte finche' l'estasi pervase il corpo
in movimento di aduntè che fu paralizzato dal piacere
inumidendo il corpo di adunath che sussulto' dall'immenso
piacere il suo corpo caldo . I due liquidi sacri si unirono
dando vita alle loro 4 creature ermafrodite Anaq, Tawaz, Yuj
e Turiya manifestazione stessa della loro bellezza armonica

adinath divenne pietra e tutto scorreva veloce:

quando i due fratelli furono separati dalla falce di abit
aduntè si mise subito in moto e spiccando e salendo nel
dorso del falco goraksha andò alla ricerca di chi potesse
risolvere la questione. Volava veloce senza il peso del
fratello ma cio' non alleggeriva il suo cuore ma al contrario
lo faceva sprofondare nell'assoluta malinconia. Ogni deva
prendeva il suo tempo per riflettere sulla questione e dava il
suo contributo. Ma il tempo passava e adinath resto' troppo
tempo immobile senza il fratello che gli permetteva di
muoversi e il suo corpo fino ad allora morbido e caldo
diveniva sempre più duro, rigido e gelido. Il viaggio di
aduntè durò moltissimo o quantomeno la distanza dal
fratello gli faceva apparire quel tempo infinito finchè prese
tutte le possibili soluzioni prese dai consigli dei suoi fratelli
e delle sue sorelle deva. Al suo ritorno trovo' il corpo del
fratello inerte divenuto una roccia. Nonostante la sua forza
non riuscì a smuovere quello che ormai era divenuto un
masso. In preda alla disperazione ando' da a'balum'ain a cui
fino a quel momento non si era consultato in quanto
assente. a'balum'ain provo' con le sue infinite corna a
scalfire la pietra, sotto il suo consiglio chiamarono akfistes
che con la sua arte iniziò a picchiettare sulla pietra che
prendeva forma ma dovette fermarsi per evitare di andare in
profondità e causare male al malcapitato. Nel frattempo a
guardare l'accaduto c'era atunxeus che ad un certo punto
spalancò le sue immense ali che sbattendo causarono tuoni
e lampi. Un fulmine cadde sopra la pietra che sgretolandosi
liberò il fratello che subito riscaldato dall'amore del fratello
gemello aduntè felice di poterlo stringere a se. A'balum'ain
in onore dell'accaduto e per esorcizzare le vecchie amarezze
fece come dono ai due un cocchio che da quel momento
avrebbe permesso ad adinath di muoversi insieme al fratello
gemello senza disturbare il dono dei suoi sogni utili
all'intero cosmo che veniva trainato da kima (emanodonte)
fedele animale di adinath.

aduntè e adinuth ricevono il loro mahadharma.

Quando aduntè e adinuth nacquero l'esistenza intera si equilibro' nel
movimento e nello stasi permettendo all'intera esistenza di prendere
una forma non piu' astratta e fluttuante. Ad aiutare alla pita mapitri' a
partorire i\le restanti deva e' stato abalum ricevendo dai devta
gratitudine e meriti. Il deva del movimento alla vista di tale
gratidudine iniziò a danzare infuriato e i cicli si susseguirono
vorticosamente. Forti stati di calore di contrastavano al freddo
glagiale che tutto congelava. la terra tremava mentre le acque
sembravano non avere pace straripando e bagnarono violentemente
punti di terra che dovevano restare asciutti. La rabbia del fratello
disturboò il sonno del suo siamese . La sofferenza del deva dello stasi
si esprimeva attraverso le immagini che proiettava il suo terzo occhio
ormai lacrimante. Terre fertili divennero desertiche, i venti, le acque in
quelle zone sambravano inesistenti mostrando zone di terra
totalmente paralizzate. I devta guardando i due figli con severo
dispiacere riuscirono a fermare il disastro riportando l'armonia.
Appena i deva tornarono tranquilli i deva gli diede ad ognuno dei due
un nome <<aduntè>> al deva del movimento e <<adinath) al deva dello
stasi invitandoli alla riflessione che gli avrebbe mostrato la bellezza
del loro prana e cio' che esso aveva dato in dono all'esistenza.
Adinuth riprese sereno il suo sonno tra le braccia strette del fratello
aduntè che aveva delicatamente preso a danzare e tutto riprese il suo
naturale posto. Da quel di aduntè e adinath avevano mantenuto il suo
equilibrio che di rado si squoteva ma cio' non eliminò le ripicche verso
il fratello che spesso veniva deriso da loro in quanto nato senza
gemell* a differenza di tutt* le\i deva. Adinuth proiettava con il suo
occhio dhomuna mentre sduntè con ladanza si prendeva gioco
di a'balum mimando il suo cavallo a due teste e poi a'balum
solo scaturendo in lui inizialmente indifferenza. Questo
gioco si prolungò nel tempo finchè abalum da indifferente
cadde in una sofferenza tale da sfuggire.

A'BALUM E LA SUA FUGA NELLE VETTE DEL KAILASAH :

A'BALUM GUARDIANO DEGLI DEI E CUSTODE DI PARUN
SVOLGEVA CON CAPARBIA IL SUOI COMPITI. GLI UMANI
LASCIAVANO OFFERTE CHE GLI DEVA SI SPARTIVANO TRA
LORO DIMENTICANDOSI DI A'BALUM CHE ESSENDO SEMPRE
IN MOVIMENTO PER LA QUANTITA' DI RICHIESTE NON
GODEVA DELLE OFFERTE. UN GIORNO LA SUA
STANCHEZZA ARRIVO' AL CULMINE E SCAPPO' CON
DHOMUNA (CAVALLO DALLA DOPPIA TESTA) ANADOSI A
NASCONDERE PRESSO LE CAVERNE DEL MONTE KAILASAH.
NESSUNA OFFERTA SOSTENEVA PIU' IL PRANA DEGLI DEVA
CHE ANDARONO A CHIEDERE SPIEGAZIONI AI GENITORI. FU
ALLORA CHE FU' COINVOCATO PARUN CHE SPIEGO'
L'ACCADUTO E IL MOTIVO DI TALE DECISIONE. GLI DEVA
ACREPITI, AHEREM E AERES RISPOSERO DI NON AVER
BISOGNO DEL FRATELLO E CHE LORO CONOSCEVANO I
MONDI MEGLIO DI LUI E QUINDI POTEVANO BENISSIMO
SOSTITUIRE IL SUO PRESTIGIOSO RUOLO. NONOSTANTE LE
LORO CAPACITA' QUEL PRANA NON GLI APPARTENEVA E
QUINDI FALLIRONO NELL'IMPRESA LASCIANDO
AMAREGGIATI I DEVA CHE PERDEVANO LE FORZE IN
QUANTO NON RICEVEVANO PIU' OFFERTE E INIZIAVANO
GLI UMANI A SOFFRIRE DIVENENDO CICNICI VERSO
L'ESISTENZA, SI CREARONO IN LORO UN VUOTO, DA MUTH
INIZIARONO A PRETENDERE SENZA FARE NULLA
FIMENTICANDO LA PROVENIENZA PRANICA, CIO' ADDENSO'
IL SOFFIO VITALE CHE DA FORMA ETEREA (ANIMA) SI FECE
SOLIDA (PERLA) DIVENENDO MANAV /SPIRITI) . NESSUNO
TROVAVA A'BALUM DA NESSUNA PARTE FINCHE' I DEVTA
TROVARONO BALUM SENZA LE SUE CORNA, NEL MONTE
KAILASAH E LO INVITARONO A RITORNARE E LUI RISPOSE
<<IMMENSI DEVTA NON HO MAI NEGATO IL MIO PRANA MA
HO DATO PROVA DELLA SUA ASSENZA>> CONTINUO'
<<ANCHE DHOMUNA HA UNA GEMELLA IO INVECE SONO
NATO SENZA GEMELLI E QUINDI VOGLIO UNA COMPAGNA
SEMPRE ATTACCATA A ME CON CUI DIVIDERMI I COMPITI E
DA QUESTO MOMENTO SAREMO I PRIMI AD ESSERE
CONVOCATI E A RICEVERE LE OFFERTE PERCHE' COME
APRO O DATO PROVA CHE SO CHIUDERE>>. I DEVTA
ACCONSENTIRONO DICENDOGLI <<CIO' CHE CHIEDI TI E'
STATO APPENA CONSENTITO E TU NE SARAI LA PROVA
VIVENTE CHE CIO' CHE SI CHIEDE VIENE DATO, SE SEI
STATO CAPACE DA SOLO ADESSO CHE DIVIDERAI IL TUO
COMPITO CON AIN LO SARAI DI PIU'>> IN QUELL'ISTANTE
A'BALUM SI TRASFORMO' DIVENENDO PER META' DONNA. I
DEVTA CONVOCARONO TUTTI I DEVA MOSTRANDO IL
NUOVO A'BALUM DICENDO <<ECCO A'BALUM'AIN LORO
RICEVERANNO LE PRIME OFFERTE COME GUARDIANI DEI
MONDI>> FACENDO CENNO CON LE LORO MOLTEPLICI MANI
AHEREM, ACREPITI E AEREM IN SEGNO DI
QUELL'ACCADUTO IN CUI LORO VOLEVANO TOGLIERE AL
FRATELLO IL SUO PRANA E DISSERO << VOI NON SARETE
PIU' I CUSTODI DEI TRE MONDI MA DEI MANYAR
(MESSAGGERI) SOTTO IL PRANA DI A'BALUM'AIN A CUI
COMUNICHERETE IL TUTTO>>.

Danza e meditazione:
adinuth deva dello stasi stava l'ì dormiente a godersi la bellezza
dell'esistenza. Il suo corpo esile mostra le crepature della sua pelle
spessa quasi pietrificata mentre il suo volto mostra la morbidezza
della sua interiorità. I suoi occhi chiusi trasmettono serenità assoluta
e il suo terzo occhio sempre aperto in continua attività mostra le
immagini di cio' che il suo prana vive .Lui dormiente ma pieno di tutto
cio che esiste. Il suo stesso movimento è il suo amato\fratello aduntè.
Aduntè invece con gli occhi eternamente spalanzati danza
circolarmente, vortica mostrando il suo corpo esile, dalla pelle
ricoperta di piume che leggere si aprivano assecondando i movimenti.
La sua danza esprime la forza della vitalità che lo contraddistingueva
ma allo stesso tempo il suo corpo in movimento circolare sembra
fermo, stabile espandendo il mistero della fermezza del suo amato\
fratello adinuth.
I due inseparabili nonostante il corpo di uno ormai svincolato dall'altro
sono l'espressione della vitalità racchiusa nell'arte della scultura di
akfistes statica ma con all'interno il soffio vitale che le rende vive.
Dopo la loro separazione fisica il loro rapporto con a'balum'ain divenne
armonioso, stessa armonia che accompagnava con il potere dei
mantra recitate da a'abalum'ain la danza e la meditazione dei due
fratelli espandendo al massimo il potenziale del prana che tutto cio'
emana.

PARUN E LA MAHILA:
UNA NOTTE PARUN FUORI DALLA GROTTA INCONTRO' UNA
CREATURA UMANOIDE ...LA CREATURA SI AVVICINO' A
PARUN E GLI DISSE <<CON GRANDE ONORE HO IL PIACERE
DI RIVEDERTI SADH WAFAL>> PARUN CON STUPORE SI
RIVOLSE ALLA CREATURA <<CHI SEI TU CHE PORTI NEL
CAPO UNA GHIRLANDA DI FIORI? CONOSCO GLI DEVA MA A
TE NON HO MAI VISTO... SE FOSSI UNA CREATURA UMANA
NON POTREI VEDERTI IN QUANTO NON POSSIEDO LA
VISTA, MA UNA COSA E' CERTA NON SEI UN DEVA>>...
MAHILA GUARDANDO COSTANTEMENTE PARUN, SENZA
BATTER CIGLIO GLI RISPOSE <<NON SONO UN DEVA , MA
UN ATMA DELL' ADUYAN (GIARDINO DELLE STREGHE E DEI
SAGGI) LUOGO DA TE DIMENTICATO NEL NEKE... COME TE
NON SONO NE UOMO NE DONNA , NE MANAV E NEMMENO
DEVA...SONO LA MAHILA DI QUESTO CICLO LUNARE>>
PARUN FECE ACCOMODARE LA CREATURA NELLA SUA
GROTTA INVITANDOLA A NUTRIRSI DI CIO' DI CUI
DISPONEVA... FINCHE' PRIMA DI ANDARSENE MAHILA MISE
LE SUE MANI NELLA SUA VESTE NERA COME LA NOTTE,SI
AVVICINO' A PARUN E LE CONSEGNO' UN PUGNO DI
CONCHIGLIE DICENDOGLI <<PARUN CON QUESTE
CONCHIGLIE CREERAI UN COPRICAPO... UN GIORNO UNA
SADH TI AFFIANCHERA' E LA TUA SCELTA TI PORTERA'
FATICA TALE CHE QUESTRE STESSE CONCHIGLIE
SARANNO UN GRANDE SOLLIEVO, TE NE FACCIO DONO E
TU ME RIFARAI DONO SADH PARUN>>. LA CREATURA
SVANI' TRA LE STELLE E PARUN CREO' IL CIA'DAR.

Parun impara la pujaa:

A'balum'ain insegno' a parun la pujaa, rituale che
permetteva AI\ALLE MUTH viventi di vivere ricordando il
prana deL COSMO . A'balum rivolgendosi a parun gli disse:
<<Parun, indiscutibile SADH, quei gudija sono inerti e il
fuoco sacro e' stato violato, rendi ciò' degno dei Deva e Le
offerte che verranno donate dopo il rituale che ti sto per
insegnare diverranno Prasada, ovvero cibo sacro da
consumare tutti. Prosegui' dicendogli: Qualunque sia la
Divinità venerata, la pujaa è la stessa. Per prima cosa farai
un bagno purificatorio prima di una pujaa profumando il tuo
corpo e quello delle gudija di gandhdeva. A me destinerai la
prima offerta e inviterai i deva nella gudija, che da quel
momento sarà una forma materiale della divinità e non più
un oggetto ed e' in questo momento che si invita al deva di
sedersi di fronte e gli si lavano le zampe del deva CON
GANDHEVA che camminaNO NEI CORPI DEI DEVTA E
SPROFONDANO LE PROPRIE RADICI LASCIANDO AD OGNI
PASSAGGIO LA GANDHEVA DINANZI LA gudija, stessa cosa
con L'OBELLICO CHE RICEVE NUTRIMENTO E NUTRE CON
PETTO che RACCHIUDE L'ATMA , CON LE LABBRA CHE
PRONUNCIANO I SACRI SUONI E LA TESTA FONTE IN CUI SI
OSSERVA SENZA GIUDIZIO E SI ESPANDONO I RAMI DELLA
CONSAPEVOLEZZA. infine si fa un'offerta DI HOMA
VERSANDONE QUALCHE GOCCI SULLA TERRA PER ME E
AIN, POI volgendosi verso il muso dei deva , LE ORECCHIE
LE NARICI E GLI OCCHI E INFINE RIVERSARNE QUALCHE
GOCCIA SULLA TERRA.
Con la cenere sacra segnerai la pundra le gudija offrendo
ghirlande di fiori (O NELLA FASE STORICA SUCCESSIVA IL
MALA) che sono state CARICATE CON IL PRANA DEI
ELEMENTI. Prenderai i fiori (O IL MALA) e li porterai al tuo
petto, sulla tua bocca e sulla testa mentre i tuoi mantra
cantano i nomi dei deva lanciando i fiori dinanzi le nostre
gudija (O NE SGRANERAI I GRANI), infine accenderai
l'INCENSO, LA kamish, L'ACQUA E LA TERRA e tenuto di
fronte alle gudija tracciando un cerchio tre volte. Con il
fuoco rubato accenderai IN offerta UN FUOCO CHE
NUTRIRAI CON LA HOMA . PRESENTARE LA gudija DINANZI
AL SACRO e fatta ruotare intorno ad essa e sarà' qui che
donerai l'offerta di frutta e cibo e bevande che verranno
spruzzete CON LA HOMA E LA CENERE . ricevendo il nostro
prana diverrà' vostro cibo ma prima di appropriarvene vi
farete la pundra CON LA CENERE SACRA. <<Questo e' ciò'
che ti insegno Parun non dimenticando mai che tu sei un
Dom (ESSERE liber*). tu farai ciò affinché' si colmino di
prana e RICORDINO ESS* stess* de* Dom >>. Parun assimilo'
la nuova conoscenza e rispose <<Apa' AIN Da questo notte
VI NUTRIRO' E CI NUTRIREMO CON QUESTA PUUJA E
attraverso le GUDIJA POTRANNO ILE MUTH\DOM
VEDERVI>>.

L'ARRIVO DI KANDHA:

UN GIORNO A'BALUM'AIN DURANTE IL SUO RITORNO AL

MONTE SACRO SENTI' DEI PIANTI DI INNOCENTE...FIN
QUANDO CON IL SUO FIUTO E IL SUO GRANDE UDITO, SI
TROVO' DINANZI AD UN FAGOTTINO NERO DI UMILI STOFFE.
CON IL MUSO APRI' PIAN PIANO I TESSUTI E VI SCOPRI'
ALL'INTERNO UNA CANDIDA NEONATA; LA PRESE E LA
PORTO' A PARUN. QUEST'ULTIMO LA PRESE CON SE E LE
DIEDE IL NOME DI KANDHA (SOSTEGNO). SE NE PRESE
CURA PER LUNGO TEMPO E NUSSUNO RECLAMAVA LA SUA
SCOMPARSA. LA BAMBINA CRESCEVA E IMPARAVA PIAN
PIANO A PRENDERSI CURA DEL MANDIR E DEI DEVA, .
IMPARAVA TUTTI GLI INSEGNAMENTI CHE PARUN LE
IMPARTIVA VIVENDOGLI FEDELMENTE ACCANTO COME
SUA SAMAR. LA BELLEZZA DI KANDHA, CHE CRESCEVA E
DIVENIVA DONNA ERA INFINITA E NESSUNO DEGLI UMANI
RESTAVA INDIFFERENTE NEL VEDERLA. FRA TANTI AVEVA
COLPITO IN PARTICOLAR MODO, L'ATTENZIONE DI GADAR
(TRADITORE). IL RAGAZZO CERCO' IN TUTTI I MODI DI
AVERE LA SUA MANO, MA LEI NON AVEVA GENITORI E
QUESTI NON AVEVA A CHI RIVOLGERSI PER CHIEDERLA IN
SPOSA. DOPO TEMPO, PENSO' CHE LA COSA MIGLIORE DA
FARE ERA ANDARE ALLA GROTTA PER “CHIEDERE” LA
MANO DI KANDHA A PARUN. FU COSI' CHE SI PRESENTO'
DINANZI LA BOCCA DELLA GROTTA DI PARUN CON INFINITI
DONI. NON EBBE BUON ESITO, IN QUANTO PARUN RIFIUTO'
LA SUA PROPOSTA RISPONDENDOGLI <<NON POSSO
DECIDERE SULLA VITA DI NESSUNO NEMMENO DELLA
RAGAZZA IN QUANTO MUTH (LIBERA),>>QUEST'ULTIMA
RISPOSTA AMAREGGIO' L'ORGOGLIO DI GADAR, CHE CON
AMAREZZA LASCIO' IL MANDIR COME UN VOLGARE MANAV.

GADAR E MAIRY:
GADAR VIVEVA GIORNO DOPO GIORNO CON L'ODIO VERSO
PARUN CHE NON GLI AVEVA CONCESSO LA MANO DELLA
BELLA KANDHA. QUEL RIFIUTO NON AVEVA SVEGLIATO IN
LUI UN ANIMO POSITIVO CHE GLI PERMETTEVA DI CREARE
I PRESUPPOSTI PER ARRIVARE AL SUO OBIETTIVO, MA AL
CONTRARIO LO AVEVA RESO CRUDO E DETESTEVOLE
ANCHE VERSO LA VITA STESSA. UNA SERA MENTRE STAVA
VICINO AL LAGO E METTEVA PAURA AGLI ANIMALI
RINCORRENDOLI E FACENDO VERSI PER ALLONTANADOLI A
SE, VENNE DISTORTO DA PASSI ACCOMPAGNATI AL SUONO
DI CYMBA (CAVIGLIERA-E). NASCOSCO DIETRO I CESPUGLI
OSSERVAVA I PASSI DECISI DI QUELLA FANCIULLA Dal
CIA'DAR ROSSO COME IL RESTO DEL SUO ABITO NON
PROVENIENTE DAL SUO POPOLO. FINCHE' DECISE DI
AVVICINARSI ALLA RAGAZZA E GUARDANDOLA NEI SUOI
OCCHI VERDI NE RESTO' FOLGORATO E GLI CHIESE
<< STRANIERA, COME TI CHIAMI?>>, LA RAGAZZA CON
FARE STIZZOSO DISSE DI CHIAMARSI MAIRY E DI ESSERE
UNA KALE' E CHE ERA STATO IL POTERE DELLA LUNA A
FARLI INCONTRARE . GADAR CHE ERA SORRETTO DALLA
DEA ATRANIMAIT ANNUI' INVITANDO INVITO' LA RAGAZZA
A RIPOSARE NELLA SUA CAPANNA IN QUANTO NEL SUO
POPOLO L'OSPITALITA' ERA BENVISTO DAGLI DEVA (MA IN
REALTA' ERA UN MODO PER POTER POSSEDERE LA
RAGAZZA) E MAIRY ACCETTO'. I DUE QUELLA NOTTE NON
TARDARONO A GIACERE INSIEME COME GADAR NON
TARDO' AD ESPORRE IL SUO ODIO NEI CONFRONTI DI
PARUN CHE NON GLI AVEVA CONCESSSO LA MANO DELLA
BELLA KANDHA AL MOMENTO CHE MAIRY GLI CHIESE SE IL
SUO CUORE ERA IMPEGNATO, SUSCITANDO IN LEI GELOSIA
E FASTIDIO. MAIRY CONVINSE GADAR A FARLE
CONOSCERE LA VALLE E I SUOI ABITANTI E SI FECE
PRESENTARE COME POTENTE DAEN AFFINCHE'
POTESSERO VENDICARSI DEL TORTO DI PARUN E VIVERE
COME DUE RAAJEN (RE\REGINA). GLI ABITANTI DELLA
VALLE CREDETTERO E NON TARDARONO A
COMMISSIONARGLI ALLA STRANIERA ATHAN DI OGNI
GENERE. FECE CONOSCERE DUDRA AL POPOLO CHE FU
ACCOLTO NELLA FAMIGLIA DEGLI DEVA MENTRE MAIRY
SUPERBA DISPREZZAVA TUTTO DI QUEL POPOLO E NON
ACCETTAVA NEMMENO GLI USI E COSTUMI. I SUOI ABITI
EVIDENZIAVANO LA SUA PROVENIENZA (INFATTI VENIVA
CHIAMATA DALLA VALLE “KALE' ”). AD OGNI ATHAN
SVOLTO INVITAVA GLI ABITANTI A FARE OFFERTE PER
DUDRA, DANDO A LUI I MERITI DELLE GIOIE DELLA VALLE,
MENTRE LE DISGRAZIE LE ATTRIBBUIVA AL DHEAR E AI
SUOI DEVA. PASSAVANO GLI ANNI E NEMMENO IL LORO
DIVENTARE PIU' VOLTE GENITORI NON AMMORBIDIVA IL
LORO CUORE, DIVENENDO SEMPRE PIU' AVARI ANCHE
NELLE OFFERTE DATE PER GLI ATHAN RICHIESTI.

PARUN DIVIENE UMANO:

PARUN AVEVA SVOLTO PER LUNGHISSIMO TEMPO IL SUO
COMPITO DI DEHAR; FURONO TANTE LE IMPRESE CHE LO
VEDEVANO PROTAGONISTA NONCHE' MOLTI I BUONI ESITI
OTTENUTI. NON CHIEDEVA MAI NULLA PER SE, FINO AD
ALLORA SI LIMITO' A FARE DA TRAMITE FRA GLI UMANI E I
DEVA. FINCHE' UN GIORNO CHIESE AD A'BALUM'AIN DI
VOLER CONOSCERE IL SENTIMENTO DELL'AMORE E POTER
AVERE UNA FAMIGLIA, IN POCHE PAROLE CHIDEVA AL
GRANDE DEVA DI DIVENTARE UN'ESSERE UMANO. CIO' CHE
SPINSE PARUN A TALE RICHIESTA, ERA IL PENSIERO DI
PERDERE KANDHA ATTRAVERSO LA MORTE. A'BALUM'AIN
COME SUO DOVUTO COMPITO PRESENTO' LA RICHIESTA AI
NUMI, COME OGNI RICHIESTA QUEST'ULTIMA FU
CONSENTITA CON UN VINCOLO CHE PREVEDEVA CHE LA
SUA SESSUALITA' SAREBBE DIPESA DAL SESSO DELLA
PRIMA PERSONA DI CUI AVREBBE PROVATO UN
SENTIMENTO D'AMORE, MA IN PIU' AGGIUNSERO UNA
RICOMPENSA PER PREMIARE L'IMPEGNO DI PARUN IN
TUTTO QUEL TEMPO. LA RICOMPENSA FU IL DONARGLI LA
VISTA. FU COSI' CHE AL RISVEGLIO PARUN FU TRAVOLTO
DALLA BELLEZZA DI CIO' CHE NON AVEVA MAI PROVATO, IL
VEDERE CIO' CHE LO CIRCONDAVA. INIZIO' A
CONTEMPLARE CIO' CHE AVEVA INTORNO, APPREZZANDO
ANCOR DI PIU' LA BELLEZZA DELL'ESISTENZA.
NELL'INCONTRARE KANDHA E NEL VEDERLA PER LA PRIMA
VOLTA SE NE INNAMORO' E FU DA LI CHE IL SUO CORPO
SUBI' UNA TRASFORMAZIONE DIVENENDO UN UOMO.
KANDHA SI TROVO' DINANZI A SE UN UOMO CHE
STRAVOLSE IL SUO CUORE, PROVANDO ANCHE LEI PER LA
PRIMA VOLTA UNA FORTE EMOZIONE, L'AMORE. MENTRE
PARUN COMPLETAVA IL TEBALDEVA, A'BALUM'AIN CHE
STAVA ENTRANDO NEL SUO VERO ASPETTO A PRENDERSI
CIO' CHE GLI SPETTAVA, SI DOVETTE SOFFERMARE AD
OSSERVARE PARUN...LE SUE ORECCHIE PER LA PRMA
VOLTA SENTIRONO IL BATTITO DEL CUORE DEL DEHAR E I
SUOI OCCHI VIDERO IL CALORE DEL SUO SANGUE. GLI SI
AVVICINO' E IL CORPO DI PARUN FU PERCOSSO DA
TREMORI CHE LO FECERO CADERE IN UNO STATO
ALTERATO, LA PRIMA DHUBI' (TRANCE) E INIZIO' A SENTIRE
LA VOCE DI A'BALUM'AIN CHE GLI DICEVA <<MIO SADH IL
TUO CUORE ORMAI UMANO, OLTRE A BATTERE PER NOI,
BATTE ANCHE PER LA BELLISSIMA KANDHA. ESSENDO
LEI,ALTRETTANTO INNAMORATA DI TE TI DO LA MIA
BENEDIZIONE,COME VI PRENDESTE CURA DI NOI CON LO
STESSO AMORE PRENDETEVI CURA L'UNO DELL'ALTRA >>.
PARUN DISSE <<GUARDIANO CHE MI DONASTI VITA,
PERCHE' IL MIO CORPO TREMA E CADE IN QUESTO STATO
DI INCOSCIENZA?>> E A'BALUM'AIN <<ORMAI UMANO MA
PUR SEMPRE DOM, NON PUOI REGGERE LA NOSTRA
POTENZA>>.
PARUN E KANDHA MIRIPATI':
PARUN E KANDHA ERANO UNITI DA SVARIATE
SIMILITUDINI; ENTRAMBI NON AVEVANO GENITORI,
AMAVANO ALLO STESSO MODO PRENDERSI CURA DEI DEVA
E DEGLI UMANI, NONCHE' UNITI DAL PURO
SENTIMENTO.UNA NOTTE MENTRE DORMIVANO, L'ATMA DI
PARUN E KANDHA SI DOVETTERO SEPARARE NEL CORPO.
SCESERO NEL NEKE ACCOMPAGNAT° DA A'BALUM'AIN PER
RAGGIUNGERE AMAKERIA E AKORI'. A FARE LUCE NEL
CAMMINO VERSO IL NEKE C'ERA MAKUTA CON IL FUOCO
SACRO DEL MANDIR. FU QUEL FUOCO STESSO CHE ACCESE
IL GHADEET (BRACERE) ED INTORNO AD ESSO, KANDHA
RACCONTAVA ALLE DEVA PRESENTI LA SUA STORIA CON
PARUN E COME AVVENNE IL LORO INNAMORAMENTO E
VICEVERSA FECE LUI MENTRE A'BALUM'AIN LE FACEVA I
SANKET SULLE MANI. L'ATMA DI PARUN E KHANDA SI
DIRESSERO SEPARATAMENTE VERSO DUE PUNTI DEL
FIUME E SI PURIFICARONO COME D'USANZA,
PROFUMANDO LA LORO PELLE DI GANDHEVA (BAGNO DI
PURIFICAZIONE). LA NOTTE ARRIVO' AL TERMINE,
ABALUM'AIN ACCOMPAGNO' PRIMA UN# E POI L’ALTR# AL
MONDO DI MEZZO,. UNA VOLTA INCONTRATI L'ATMA DI
PARUN E KANDHA CON I LORO NUDI PIEDI SI
AVVICINARONO ALL'ALTARE; LE DEVA SPARGEVANO DI
FIORI IL CORPO DELLA MADRE CHE AVVOLGEVA I PASSI DEI
FUTURI SPOSI, MENTRE I DEVA INNALZAVANO LE LORO
BRACCIA VERSO IL LORO PADRE CHE OSSERVAVA E
PROTEGGEVA IL PASSAGGIO DEGLI SPOSI. ARRIVATI
DINANZI L'ALTARE GLI ELEMENTARI DANZARONO INTORNO
AGLI SPOSI BENEDICENDOLI; LE DEVA
ADIMITRA,ATRERA,ABASODAIT,ATRANIMAIT E AKETINA
PORTARONO IN QUEL MOMENTO I LORO DONI, IN QUANTO
ASSENTI LA NOTTE DEL NEKE, COSPARGENDO DEI LORO
FIORI PREFERITI GLI SPOSI. ABALUM'AIN SIGGILLO' LE
NOZZE DONANDO AD UNO LA VITA DELL'ALTRA,
CONSEGNANDO IL DONO DELLE FIGLIE JADU' AGLI SPOSI E
UNI' LE LORO VITE ANNODANDO LE NAABHI (TRECCE)
L'UNO A L'ALTRO. LE MANI DI PARUN E KANDHA SI
STRINSERO, IL LORO SENTIMENTO DIEDE VITA FRA I LORO
PALMI UN'UOVO CANDIDO SIMBOLO DELLA LORO
INTEGRITA' .MAKUTA CINSE LA LORO TESTA CON CORONE
DI FIORI E PRIMA CHE GLI SPOSI SI SCAMBIASSERO LE
BENEDIZIONI IN SEGNO DI RISPETTO DEI CORRISPETTIVI
SIRDEVA (DEVA DI TESTA) MAKUTA GLI DISSE LORO <<NON
DIMENTICATE MAI DI ESSERE DEI DOM E DI AVERE I VALORI
DA MUT , CHE SIATE D'ESEMPIO PER IL VOSTRO POPOLO
LIBERO>>... DANZANDO INTORNO AL FUOCO
SIGGILLARONO LE LORO PROMESSE CON IL NETTARE
DEGLI DEVA. SVEGLIANDOSI KANDHA E PARUN ERANO
DIVENUTI MIRIPATI.

PARUN E LE GOLYVAK:
LA VITA ORMAI DA UMANO DI PARUN NON LO DISTOGLIEVA
DAL SUO COMPITO DI DEHAR, NONOSTANTE MOLTO
SPESSO NON GLI ERA FACILE REGGERE LA TRANCE. UN
GIORNO DOPO AVER ACCOLTO MOLTA GENTE DELLA VALLE
E AVER PREPARATO LE VERIE OFFERTE INERENTI ALLE
RICHIESTE DI QUEST'ULTIME, SI INCAMMINO PER
POSARLE. CON LE ERBE SACRE PREPARO' IL GHUDI
POSANDO LE OFFERTE DEI DEVA AL CENTRO INTONANDO
IL LORO MANTRA...IL SUO CORPO CADDE IN TRANCE E GLI
FU' SVELATO CIO CHE DOVEVA RIFERIRE ALLA SUA GENTE
COME SEMPRE, MA QUELLA VOLTA IL SUO CORPO NON
RESSE E CADDE', LA SUA TESTA SBATTE' CONTRO LA
TERRA E IL SUO CIA'DAR (CAPPELLO ) SI RUPPE
SPARGENDO PER TERRRA LE PERLINE E LE CONCHIGLIE
CHE LO ORNAVANO. IL SUO CORPO PESANTE NON
PRENDEVA COSCIENZA, FINCHE' A'BALUM'AIN NON GLI
VENNE IN AIUTO, CON IL SUO MUSO GLI SCUOTEVA IL VISO
MA PARUN NON DAVA SEGNI DI VITA. A'BALUM'AIN CHIAMO'
LE JADU', CHE BAGNARONO IL VISO DI PARUN CON
DELL'ACQUA INCANTATA E LO FECERO RIPRENDERE...
PARUN ANCORA CONFUSO E STONATO SI GUARDAVA
INTORNO TROVANDOSI CIRCONDATO DA SIGNORE ED UN
CAPRONE NERO. PIAN PIANO TUTTO DIVENTAVA PIU'
CHIARO RICONOSCENDO ATTRAVERSO IL LORO SEGNO
SULLA FRONTE LE JADU' NELLE VESTI DELLE ANZIANE
SIGNORE E NATURALMENTE LA DEVA A'BALUM'AIN. LE
DONNE RACCOLSERO IL SUO CIA'DAR, LE PERLINE E LE
CONCHIGLIE E INSIEME CHIESERO A PARUN << DEHAR, CHE
COSA TI E' SUCCESSO?>> IL LORO PARLARE INSIEME NON
AIUTAVANO DI CERTO LA RIPRESA DI PARUN,MA LUI
SEMPRE CON LA SUA GENTILEZZA RISPOSE << DA QUANDO
IL MIO CORPO E' AVVOLTO NELLA MORTALITA' LA
STANCHEZZA MI SOVRASTA NONOSTANTE LA MIA ANIMA
MI DA LA FORZA>> CONTINUO' <<L'IMMENSITA' DEL
VOSTRO POTERE DI DEVA E' INFINITA, MA IO ORMAI UMANO
NON REGGO IL CONFRONTO>>. A'BALUM'AIN DISSE
<<KANDHA E' UNA DEGNA DONNA E' SARA' COME LEI
STESSA DESIDERA LA TUA SPALLA PER SVOLGERE IL TUO
SACRO COMPITO>> CONTINUO' <<MA LE MIE FIGLIE
AVRANNO UN DONO PER TE E LA TUA MIRIPATI, CHE VI
POSSA ESSERE D'AUSILIO>>FU COSI' CHE DOPO UN CENNO
DELLA GRANDE DEVA LE JADU' GLI CONSEGNARONO LE
CONCHIGLIE RECUPERATE DAL CIA'DAR DI PARUN E
DONANDOGLIELE GLI DISSERO << DEHAR, PRENDI QUESTE
GODYVAK (CONCHIGLIE PARLANTI) DONATE DA MAHILA. TI
DARANNO IL SOLLIEVO DI CUI HAI BISOGNO IN QUANTO
SARANNO LORO A DARTI LE RISPOSTE QUANDO SARAI
CONSULTATO DAGLI ABITANTI DELLA VALLE>> PARUN
PRESE LE 17 GODYVAK DONATE DALLE JADU' E' IMPARO'
DA A'BALUM'AIN COME PARLARE CON LE GODYVAK.

PARUN E KANDHA TRA NASCITA E MORTE:

 GLI ABITANTI DELLA VALLE ANDAVANO DA PARUN E
KANDHA RIVOLGENDOSI A LORO PER AVERE LA
BENEDIZIONE DEI DEVA E PER CONSULTARE LE GODYVAK.
SOLO UNA PERSONA ANDAVA DA LORO PER LAMENTARSI
DEI DEVA ED ERA GADAR CHE MALGRADO PASSASSERO GLI
ANNI, IL SUO ASTIO CRESCEVA INVECE CHE PLACARSI,
NONOSTANTE IL SUO CUORE FOSSE IMPEGNATO. PARUN
COME SEMPRE LO ACCOLSE, E DOPO AVER SENTITO LE SUE
LAMENTELE E IL SUO ATTRIBUIRE I DANNI AGLI DEI,PRESE
LA SUA NAABY E DOPO AVERLA POSIZIONATA IN MODO
CIRCOLARE SUL PAVIMENTO, GETTO' ALL'INTERNO DEL
CERCHIO LE SUE GODYVAK PER CONSULTARLE IN MERITO
AL QUESITO... AD UN CERTO PUNTO ENTRA KANDHA, E
GADAR LA VIDE IN DOLCE ATTESA E SENZA PROFERIRE
PAROLA ED ATTENDERE L'ESITO DALLE GOLYVAK SI ALZO'
E SE NE ANDO'. PARUN PRESE LE GODYVAK E LE LAVO'
SOTTO L'ACQUA METTENDOLE IN CUSTODIA PER UN CICLO
DI PURIFICAZIONE.NON POTENDO UTILIZZARE LE GOLYVAK
PER UN CICLO SI DOVETTE CONSULTARE CON LE DEVA
BHAVISHYAVA CHE GLI CONFERMARONO LA SORTE CHE
LUI AVEVA DEDOTTO .IL VOLTO DI PARUN NON ERA
SERENO, IN QUANTO SI PREANNUNCIAVA IL TRAPASSO
NEL NEKE E CHE IL MANDIR NON POTEVA RESTARE
INCUSTODITO. PREPARO' LE OFFERTE ED INVOCO' LA
PRESENZA DI A'BALUM'AIN, CHE GLI DISSE <<QUESTA E' LA
CONSEGUENZA DELLA CATTIVERIA DELLA GENTE VINCOLA
ALL'ILLUSIONE DELLA VITA NON ETERNA FATTA DELLA
VITA, FATTA DI NASCITA, MORTE E RINASCITA
DIMENTICANDO>> CONTINUO' <<MA DIVERRAI UMANO TI
CHIEDERA' LEI STESSA DI DIVENIRE DHEAR ALLA FINE
DELLA PROVA GLI DONERAI COME SIMBOLO DEI\DELLE
DEHAR QUEST'OCCHIO PIUMATO. EFFETTUERAI SU DI LEI
UN ATHAN (RITO) CHE PRENDE IL NOME DI DIKSHADEVA
FACENDO CIO' CHE ADESSO TI INSEGNERO'>> .
A'BALUM'AIN INSEGNO' PASSO PER PASSO CHE COSA
AVREBBE FATTO AL MOMENTO OPPORTUNO. IL TEMPO
PASSAVA E' LA GRAVIDANZA ARRIVA A COMPIMENTO,
DANDO ALLA LUCE UNA BELLISSIMA BAMBINA QUALE
DIEDERO IL NOME DI PREERNA (ISPIRAZIONE). FU' SUBITO
PRESENTATA AI DEVA E AGLI APACI' LE DIEDERO IL
BENVENUTO IMMERGENDO LA CREATURA NEL LATTE E
NEL VINO E LE SAMAY LE CINSERO IL POLSO CON LE KUTY
(TRECCIA DI FILI DI LANA). LA BAMBINA CRESCEVA E
PASSAVANO ANNI E L'ARMONIA VENNE PIAN PIANO A
MANCARE NELLA VALLE,FINCHE' UN GIORNO IL SACRO
GALLO (AHEREM) BUSSO' ALLA PORTA DI PARUN,
FACENDOGLI LUCE SU CIO' CHE STAVA ACCADENDO NELLA
VALLE. GADAR E LA SUA CONSORTE MAIRY NEL
FRATTEMPO, PRESI DALLA GELOSIA VERSO KANDHA E
L'ODIO NEI CONFRONTI DI PARUN, IZZAVANO IL POPOLO
SOTTO IL LORO POTERE PORTANDOLI CON L'INGANNO
VERSO UNA VERA E PROPRIA RIVOLTA VERSO PARUN. I
DUE RUBAVANO LE SCORTE E DISTRUGGEVANO GLI
ATTREZZI DA LAVORO, FACENDO CREDERE ALLA GENTE
CHE ERA PARUN CHE DA QUANDO ERA DIVENUTO UMANO
AVEVA FATTO MANCARE LA BENEDIZIONE DEI DEVA NELLA
VALLE . LA GENTE SOFFERENTE E ACCECATA INIZIO' A
CREDERE E AD ESSECONDARE IL DIRE DI QUEST'ULTIMI.
UNA MATTINA PARUN E KANDHA SCESERO IN VALLE PER
BARATTARE A LORO SOLITO, LE RIMANENZE CON CIO' CHE
GLI SERVIVA PER I TEBALDEVA E PER LORO. LA GENTE
OSSERVAVA LA COPPIA DISCUSSA FINCHE' LA MALEFICA
COPPIA VENNE A SAPERE DEL LORO ESSERE IN
VALLE.RADUNATi I LORO SEGUACI, ANDARONO INCONTRO
AI DUE CON I VOLTI COPERTI DA MASCHERE E IL CORPO
RICOPERTO DA PELLI E PIUME. TROVATISI GLI UNI
DIFRONTE AGLI ALTRI ESPLOSERO NEL LORO ODIO,
RIVOLGENDOSI A PARUN E KANDHA CON INSULTI,
VOLGARITA' E STRANTONI, FINCHE' DIVISI IN DUE GRUPPI
PRESERO, IL GRUPPO GESTITO DA GADAR A PARUN E GLI
ALTRI IZZATI DA MAIRY A KANDHA E FURONO DISPOSTI
UNO DIFRONTE ALL'ALTRA, E STRETTI DA FUNI SOPRA UN
MUCCHIO DI PAGLIA E LEGNA FURONO BRUCIATI VIVI.

MALAK:

QUANDO PARUN E KANDHA MORIRONO GLI ASURA

CERCARONO DI BLOCCARE IL LORO PASSAGGIO NEI
GIARDINI, APPROFITTANDO DEL FATTO CHE IL POTENTE
A'BALUM FOSSE ANDATO VIA. FU ALLORA CHE NEL CIELO
VORTICAVA MALAK, ANIMALE SACRO AD ATRERA CHE
VEDENDO LA FINE DELLE DUE MAHATMA PIANSE FINO A
FAR SPEGNERE LE FIAMME CHE AVEVANO INCENERITO I
LORO UMILI CORPI. NOTANDO LA CACCIA ALLE DUE ANIME,
CHE NELLA LORO FORMA DI JAANHAVA STRISCIAVANO TRA
LE FOGLIE CHE OCCULTAVANO IL LORO PASSAGGIO,
VOLANDO SI DIRISSE VERSO LORO E LE AFFERRO' CON LA
BOCCA INGERENDOLI. GLI ASURA INSEGUIRONO
L'ANIMALE INFILATASI NELLO STAGNO SI TROVO' DINANZI I
CANCELLI CHIUSI DEL MONDO SI SOTTO , FU ALLORA CHE
DONO' IL GIOIELLO CHE CINGEVA LA SUA TESTA DONATA
DA ATRERA IN PEGNO. FU ALLORA CHE SI APRISERO I
CANCELLI E FECE ACCESSO NEL MONDO DEL NEKE.
DURANTE IL SUO VIAGGIO NEL NEKE COME TUTT+ QUELL*
CHE INTRAPRENDONO IL MISTICO VIAGGIO DELLA
TRASMUTAZIONE ALLA MORTE, ANCHE MALAK PERDEVA
PIANPIANO IL COLORE SPENDIDO DEL SUO PIUMAGGIO
CHE DIVENIVA BIANCO, COME IL COLORE DELLA MORTE,
DELLE OSSA. ARRIVATO, MALAK DINANZI IL COSPETTO DI
ABIT AVVOLTO NEL SUO NERO MANTELLO, AKORI'
CHE NUOTAVA NELLE SUE ACQUE MOSTRANDO I RIFLESSI
VERDI DELLE SUE COPE IN CONTRASTO CON IL NERO
DELLE SUE ACQUE E AMAKERIA E IL SUO MEZZO VISO
COPERTO DAL SUO VIOLACEO VELO. I DEVA ACCOLSERO
MALAK, NONOSTANTE NON COMPRENDESSERO LA SUA
PRESENZA LI M ASOPRATUTTO IL SUO BIANCORE DELLA
MORTE IN OPPOSIZIONE ALLA SUA IMMORTALITA'. FU LI
CHE IL PAVONE EMISE IL SUO CANTO, FACENDO USCIRE
DAL SUO BECCO PARUN E KANDHA. LA COPPIA
RINGRAZIARONO L'ANIMALE. PARUN PRESE DALSUO
COPRICAPO L'OCCHIO PIUMATO E GLI DISSE <<QUESTO
DONO I DEVTA MI FECERO QUANDO FUI CREATO E LO DONO
A TE AFFINCHE' SIA IL SIMBOLO DI QUESTA TUA EROICA
MISSIONE. TU SEI ETERNA ED E' PROPRIO PER L'ETERNITA'
CHE TUTT* I\LE DEHAR TI DONERANNO QUANDO LI
ACCOMPAGNERAI AL TRAPASSO IL LORO OCCHIO PIUMATO
CHE MOSTRERAI CON ELEGANZA E BELLEZZA , ATTRIBUTI
A TE SACRI>> . MALAK DOPO LA BENEDIZIONE DEI DEVA
DELL'OLTRETOMBA RITORNO' NEL MONDO DI MEZZO CON
LA SACRA PIUMA TRA I SUOI PIUMAGGI.

APORAMBRUT E UCHAR:
ACREPITI QUEL CICLO SOLARE CHE ERA LA SAALDEVA
(SIRI DELL'ANNO) NELLE VESTI DI UN'ANZIANA DONNA
NASCONDENDO LA SUA IDENTITA' VIDE MANAV CHE
UCCISERO PARUN E KANDHA. ANDO' SUBITO VERSO DI
LORO E LI SMASCHERO' NONOSTANTE AVESSERO IL VISO
NASCOSTO DA PITTURE LEI CONOSCEVA L'ANIMA DI
OGNUNO E RACCOLSE LE CENERI DEI DUE MALCAPITATI. SI
PRECIPITO' IMMEDIATAMENTE DAI DEVTA ED ESPOSE
L'ACCADUTO. DOPO CHE PREERNADEVA EFFETTUO' LA
CERIMONIA DELLA MORTE DEI GENITORI. CUCINO' PER
LORO LE PIETANZE A LORO GRADITE PER IL TERZO,
TREDICESIMO E VENTOTTESIMO GIORNO DELLA LORO
MORTE. CONCLUSE LE CERIMONIE, DI NOTTE MENTRE
DORMIVA LA VENNERO A TROVARE SOTTO RICHIESTA DI
ACREPITI MANYAR (MESSAGGERA) DELLA RAGAZZA,LE
KARANE CHE LE FECERO LE BAAKOR FRA I CAPELLI COME
SEGNO DELLA LORO BENEDIZIONE E GLI OFFUSCARONO I
RICORDI E LA PORTARONO LONTANA. A'BALUMAIN, AL SUO
RITORNO, DIVENUT° DEVA DEI MONDI CHIESE AS AKREPITI
DI SPARGERE LE LORO CENERI NELLA TERRA, AFFINCHE'
LA LORO MADRE, ATTRAVERSO IL PRANA DEL DHEAR E
DELLA SUA MIRIPATI NE FACESSE ENERGIA PER LA TERRA
STESSA E CHE LE LORO ANIME RITORNASSERO AL LORO
GIUSTO ALLOGGIO NEL NEKE SORVEGLIATO DALL'OCCHIO
DELLA SUA META' . IN ONORE DI ,PARUN E KANDHA, FU
CREATO NEL GIARDINO DEL NEKE ANANTUDIA (GIARDINO
DI TARI') DOVE AVREBBERO' ALLOGGIATO LE ANIME DI
LUCE CHE NON AVEVANO CEDUTO AGLI INGANNI DEI DUE
MALFATTORIE LI AVREBBERO ALLOGGIATO PRIMA DI
REINCARNARSI . QUEL LUOGO CHE DIVIDEVA CON IL
PODEROSO ALBERO DI MELOGRANO IL GIARDINO DI
ANANTUDIA DA QUELLO DI ADUYAN SORRETTO
DALL'OCCHIO DI AIN...ACREPITI NON SI LIMITO' AD
ACCOGLIERE LE ANIME DEI DEGNI PARUN E KANDHA. MA
FECE PUNIRE I COLPEVOLI FACENDOLI PERSEGUITARE
DALLE KIVAJA FINO ALLA MORTE CONDANNANDOLI A
VIVERE SENZA ALLOGGIO DELLA LORO ANIMA,
DEFINENDOLI APORAMBRUT (SPIRITI PERSI) FINCHE' GLI
UCHAR (ANIME ELEVATE) STESSI NON LI AVESSERO
LIBERATI DAL LORO STATO, MENTRE PER GADAR E MAIRY,
LA SORTE FU PIU' CRUENTE , IN QUANTO ASURA
SAREBBERO RIMASTI IN ETERNO APORAMBRUT NONCHE'
CIBO DEI ABORAMBRUT STESSI, SUOI COMPLICI E
RESPONSABILI DELLE LORO AZIONI.. INVECE
PREERNADEVA,NELLA VALLE AKEL (VALLE SOLITARIA) NEI
PRESSI DELL'ABITAZIONE DI DUE ANZIANI PASTORI FU
RITROVATA. CIAVAHA (PASTORE) TROVO' PREERNADEVA IN
STATO CONFUSIONALE E LA PORTO' DAI SUOI VECCHI
GENITORI. IL PADRE VINRAT (UMILTA') E LA MADRE BHALA
(BONTA') L'ACCOLSERO SUBITO,PRENDENDOLA SUBITO
COME UNA BENEDIZIONE DEI DEVA E CHE NE PORTAVA NEI
CAPELLI E NEI SANKET SUL VISO I SEGNI DECIDENDO DI
DARLE IL NOME DI MU'BARAK (LA BENEDETTA).
Il furto della kumbh:
gli apaci stavano confondendo con i loro giochi gli
aporambrut e tenevano sotto incanto con il loro canto e il
loro vorticare gli/le asura. Mentre l'urna era nel neke e gli
asura erano in stato catatonico i vermi della terra (khedè)
decisero di sottrarre l'urna che era in custodia degli nagraja
e la rubarono sotto il loro naso... Acrepi fu messa a
conoscenza del furto e convocò nell'immediato aherem e
haeres cercando in lungo e largo nel neke. I kadhe si
nascondevano girando intorno all'albero del neke. Ma
durante il trasporto caddero 4 gocce nel sottosuolo in 4
punti differenti dell'albero la prima goccia cadde ad Est è
divenne miele, la seconda cadde nella terra infuocata e
divenne candida manna, la terza ad Ovest cadde divenendo
latte ed infine la 4 nell'oscura terra del nord e divenne olio
dorato (nascita fisica dei 4 giardini ). I hadhè
furono in possesso dell’urna sacra e tutt* i/le deva
cercarono l'una mentre gli asura senza l'incanto degli apaci
erano nuovamente liber* e nell'intero creato regnava il caos
e la discordia con il loro sopravvento. i/le manav sotto invito
di una donna dal nome Shara (rosa delle acque) iniziarono a
dedicarsi all'havan affinché i/le deva potesero nutrirsi e allo
stesso tempo fare luce e permettere di ritrovare la khumbh,
havan che pianpiano si espansero ovunque . I devta con le
loro grandi corna reggevano la terra mentre deva e asura
lottando facevano tremare l'intero globo. Gli animali sacri
cercarono la kumbh finché Shani Ara (il corvo) con il suo
occhio acuto vide l'urna e inizió a mangiare più hadhè
possibili affinché liberasse la kumbh, il ragno tesseva la sua
ragnatela imprigionandoli, kundalini raccoglieva tra le sue
spire il nettare caduto affinché non venisse appropriato da*
Sabè...etc mukata vedendo il tutto colpi Shani Ara con
l'intento di vendicarsi e prendere con se l'urna . Shani con il
suo canto di lamento attirò l'attenzione dei messaggeri e dei
sacri animali che iniziarono a guerreggiare con mukata
finché un suono attirò l'attenzione dell'intero creato era
abalum che suonava il corno a galoppo. Scesce da cavallo
con uno sbalzo e le sue zampe schiacciarono gli hadhè
liberando la khumbh. Tutti gli esseri viventi che avevano
preso in custodia l’havan seguendo Shara si ripulirono il
corpo di cenere, si immersero nelle acque e si lasciarono
asciugare per poi vestirsi a festa onorat* della vittoria sugli
asura. i deva diedero la loro benedizione profumano di sacri
fiori l'intero creato nuovamente liber°.

La nascita di Adiguru:

in un villaggio viveva una coppia, Anadi (senza inizio) , che

era per il suo villaggio e per i deva il modello della purezza e
il suo miripati Anagha (senza peccato) un grande saggio.
entrambi erano famos# per la piena padronanza che avevano
delle ghana e avevano svolto innumerevoli Tepaas (pratiche
ascetiche) . Tra queste tepaas ci fu quella che aveva come
fine quella di avere delle creature dediti all’Universale .
questa tepaas fu quella in cui Anagha portò dinanzi al
cospetto de# triidevta delle piccole palle di ferro, della
misura di lenticchie, e le disse: “Per favore mahapita! Sono
qui per avere la vostra concessione a svolgere la mia tepaas
e vi chiedo umilmente, Per favore concedetemi di mangiare
queste piccole palle di ferro.” La triidevi allora intervenne e
disse: “O Amato! Perché mangiare quelle palle di ferro come
taapas?” proseguì “sappiamo che siete anime pronte, ma
visto che è per una richiesta personale il velo in quell’istante
vi potrebbe ettirare verso l’illusione e sarebbe per te la
morte “O MahaDevta! Vedete, vi dimotrerò che il velo non
potrà celarsi su di noi anche su una richiesta che ci riguarda
personalmente e quindi la farò cuocere da Anadi che come
sapete ha una fede che non vacilla . Allora andando da
Anasuya, sua miripati , le chiese di cuocere le lenticchie di
ferro. Anadi che aveva fede all’Universale mise le palline di
ferro in una padella, e meditò sulla forma della loro guida e
aggiunse poche gocce d’acqua che erano state usate per
lavare le pada pun e le cucinò. Le palline di ferro furono
cotte in un istante. Allora Anagha andò da# per darne in
dono anche a loro. La sacra coppia lodò la purezza e la
determinazione del prana di Anadi e quella la di Anagha e
quindi decisero di esaudire il desiderio della coppia di dare
alla luce una creatura che incarnasse tale potere e quindi gli
fecero dono di un toro , che la coppia con le urine sacre si
pulivano e di una vacca dal latte sacro divenuto loro unico
nutrimento . Ad ogni pasto il seno di Anadi si gonfiava di
latte con cui nutriva le creature orfane o senza cibo del
villaggio in cui viveva e le amava come se fossero stesse
sue creature. durante il furto della kumbh la sacra coppia, la
pura Anadi e del saggio Atri dovettero lasciare il villaggio
per dare vita alle loro creature. Si misero in viaggio sopra il
toro finchè potessero trovare un luogo sicuro, ma non c’era
luogo sicuro in quanto l’intera terra era nel kaos ..arrivò la
notte e Ain indicò alla coppia una caverna dove prima di
prenderne dimora munsero la vacca e fecero dono del sacro
latte che sarebbe stato il loro nutrimento e se ne privarono
per farne dono alla Deva che in segno di gratitudine ululando
mise in custodia della coppia i loro sacri animali. Durante la
notte Anadi diede alla luce la creautura. Arrivarono le luci
dell’alba e a fare loro visita venne a’balum e vedendo la
creatura dissero “Questa creatura è un’anima saggia e come
da vostro desiderio è dedit# a Dezaw. abalum
abbracciando la coppia e la creatura che divennero uno.
quella creatura giovane dalle tre teste, si sollevò e si chinò e
a’balum disse << il tuo nome è Adiguru (Guru primordiale) ed
essendo un’anima liberata non hai attributi, il tuo corpo è
uno e le tue tre teste sono la rettificazione della ghnakhor…
>>. Adiguru si precipitò subito da villaggio a villaggio per
confortare e dare il suo contributo. Da subito tutt*
riconobbero in ess* una guida e fu venerat* e da subit
seguit* da una grande moltitudine di genti.
AKHAL\ATURIXA’:

A'BALUM'AIN A DIFFERENTZA DE* RESTANTI DEVA NON

ERA NATO DA PARTO GEMELLARE E CON LA SUA
MALEDIZIONE NON POTEVA MAI CONGIUNGERSI CON LA
SUA COMPAGNA. IL SUO CUORE FU SEMPRE DESIDEROSO
DI CONGIUNGERSI CON QUELLA CHE ERA LA SUA META'.
MA COME INSEGNAVA AIN NULLA CHE VENIVA SIGILLATO
POTEVA ESSERE ROTTO, MOTIVO PER CUI NON POTEVA
USCIRE DALLA SUA STESSA MALEDIZIONE. UN GIORNO LA
TERRA INIZIO' A TREMARE E OGNI COSA CHE NE STAVA
SOPRA E SOTTO NE SENTI' LA POTENZA. ERA I LAMENTI
STRAZIANTI DELLA GRANDE VACCA. I\LE ASURA
APPROFITTARONO DI TALE EVENTO FINCHE C’ERA CHI
TIRAVA CHI DA UNA PARTE CHI DALL’ALTRA IL CORPO
DELLA COPPIA NAGRAJA. FURONO AHEREM, AHERES E
AKREPITI AD ANDARE IN SOCCORSO DELLA GRANDE
MAPITRI, MA NESSUNO DELLE TRE ANIME POTEVA
ALLEVIARE TALE DOLORE. LA GRANDE POTENZA DEL TORO
COSMICO NON FU' D'AIUTO E NEMMENO L’AMORE DEI\
DELLE DEVA PER LEI NE FU DI SOLLIEVO. LA STESSA AIN SI
PRECIPITO' DAI DEVTA, TROVANDO LI NABALDEVA,UCHAR
ETC) INTORNO ALLA GRANDE MAPITRI' IMMERSA NELLA
SUA SOFFERENZA CHE ASSOCIAVANO A CiO’ CHE STAVA
ACCADENDO AL MONDO. PASSO' TUTTA LA NOTTE, FINCHE'
AL CANTO DEL GALLO SI CHIUSERO GLI OCCHI DI AIN E SI
APRIRONO QUELLI DI A'BALUM, E FU IN QUEL FRANGENTE
CHE A'BALU COMPRESE CHE LA MADRE STAVA DANDO
ALLA VITA QUALCHE ALTRA CREATURA. MENTRE ERA
CIRCONDATA DALL'INTERA ESISTENZA PRANICA, <<AUM>>,
MIPITRI' DIEDE ALLA LUCE UNA CREATURA ADULTA CHE
CON LA SUA LAMA TAGLIO’ DINANZI A TUTT* LA TESTA DI
MUKATA E SI INIZIO’ AD IMMERGERSI NEL MOLIKPA’
IMMERGENDO ANCHE IL SUO CAPO CORNUTO COME
A'BALU'AIM. IL GRANDE BALUM SI INNAMORO’ ALL’ISTANTE
E I SUOI OCCHI SI RIEMPIRONO DI LACRIME MENTRE LEI LO
GURDAVA SENZA TREGUA USCì DALLE ACQUE PRIMA CHE
IL VELENO DE* NAGRAJA TOCCASSE L’ACQUA E SI
AVVICINO PIAN PIANO, PER NON PERDERSI NESSUN
DETTAGLIO ,LUI CHE ERA IN GINOCCHIO ALZO' ANCOR DI
Più LO SGUARDO FINO AD INCROCIARSI ENTAMBI GLI
SGURDI . TUTTO CIO’ AVVENUVA COME SE NULLA STESSE
SUCCEDENDO FINCHE’ LEI RIVOLGENDOSI A LUI GLI DISSE
<<COME TE VOGLIO LA PRIMA E L'ULTIMA OFFERTA>> A
SENTIRE CIO' TUTTI RIMASERO STUPITI, TRANNE A'BALU
CHE CONTINUAVA A GUARDARLA CON AMORE. SI RIVOLSE
AI DEVTA E GLI DISSE <<GRANDI DEVTA, A VOI CHE MI
AVETE GENERATO ,FACCIO LA MIA PRIMA RICHIESTA.
VOGLIO UN COMPAGNO SEMPRE ATTACCATO A ME, CHE
DORMA DURANTE IL GIORNO MENTRE IO VEGLIO E CHE
VEGLI DI NOTTE MENTRE IO DORMO>>. <<E DICCI , CON
QUALE NOME VUOI ESSERE CHIAMATA>> E LEI RISPOSE
<<AKHAL SARA' IL MIO NOME>>. COME POTEVA LA NUOVA
ARRIVATA CHIEDERE LE PRIME E LE ULTIME OFFERTE E
SOPRATTUTTO IN UN MOMENTO COME QUELLO,SI
CHIEDEVANO TUTTI I PARTECIPANTI. MA A'BALU'AIN
GUARDANDOLA GLI DISSE CON TONO GENTILE E
AGGRAZIATO <<PERCHE' DOVREI CONDIVIDERE CON TE LA
PRIMA E' L'ULTIMA OFFERTA?>> E LEI RISPOSE <<PERCHE'
SONO LA TUA GEMELLA, E SONO ARRIVATA IN QUESTA ERA
DI CONFLITTO PERCHE' IO SONO NECESSITA' E TU MI HAI
EVOCATA DESIDERANDO IL CAMBIAMENTO. DA QUANDO
NASCESTI TU RIMASI NEL VENTRE DELLA NOSTRA
POTENTE MADRE ASSORBENDO LE CONOSCENZE
TELURGICHE >> CONTINUO' <<TU CREASSI I MUTH,
AFFINCHE POTESSERO ESSERE LIBERI E COLMI DI PRANA,
E LI CREASSI CONSAPEVOLI, ED IO ALLO STESSO MODO
DIEDI VITA A ESSERI UMANOIDI E ADESSO COMPLETERO'
LA TUA OPERA>> I\LE MAHATMA IN DONO PORTARONO
STOFFE CHE POGIARONO SUL CORPO DI AKAL MENTRE I\LE
DEVTA ACCONSENTIVANO ALLA DEVA LA STESSA
MALEDIZIONE DEL GEMELLO A'BALU'AIN CHE FINALMENTE
AVREBBE AVUTO PER SEMPRE LA SUA COMPAGNA SEMPRE
AL SUO FIANCO CHE ERA LI PER SCACCIARE TUTTI GLI
APORAMBRUT E UCCIDERE TUTTI GLI ASURA. ARRIVO’ LA
NOTTE E ALLO SCHIUDERSI DEGLI OCCHI DI ABALUM E
AKHAL SI APRIRONO QUELLI DI AIN CHE SI TROVO’
DINANZI QUELLA FIGURA MASCHILE COME LEI DALL A
PELLE SCURA CANINA E LE PELLI AVVOLTE DA STOFFE
CHE LASCIAVANO SCOPERTO IL COLLO CHE ERA CINTO
DAI TESCHI DEI VECCHI TRADITORI DEI DEVA
(APORAMBRUT). QUESTA FIGURA TENEVA TRA LE MANI IL
CAPO SANGUINANTE DI MUKHATA, UNS CIOTOLA CON CUI
NE COGLIEVA IL SANGUE, MENTRE NELLA TERZA MANO
AVEVA LA PUDALI' (CHE IMPEDISCE IL MUOVERSI DEGLI
APORAMBRUT) E NELL'ALTRA LA CAHALA (FALCETTO)
SANGUINANTE CON CUI TAGLIA LE TESTE E SI AVVICINO’
AD AIN CHE PARALIZZATA OSSERVAVA FINCHE’ LUI PRESE
LA SUA COLLANA E CiO’ CHE TENEVA TRA LE MANI E GLI E
NE FECE SILENTEMENTE DONO E SI CHINO’ MA AIN A
QUELLA MOSSA GLI SALTO’ ADOSSO E LO STESE. LO
TENEVA FERMO CON LA SUA ZAMPA SINISTRA, ATURIXA’
CON AMORE GUARDAVA QUELLA ZAMPA INCISA DAI
SANKET E DECORATO DA MINILI E CIMBE, STAVA LI
STRAIATO , SENZA SENTIRSI SOTTOMESSO CONTEPLANDO
LA SUA POTENZA, FINCHE’ LEI SI VOLTO’ IN DIREZIONE
DELL’ADHIM E LUI LA SEGUI.

satratna e la nascita dei veleni (santran-mintran):

Kanyasma e bashkapadma diedero alla luce 7 creature che
presero il nome di ashnaga formata da naga Vasuk , Mama,
Gulik, Sash, Khapala, Shaka
e Kataka e vivevano nel giardino di cristallo. Ma dopo il
primo furto della kumbh gli asura fortificati dai
comportamenti umani e dalla bassa vibrazione emessa , e
della sofferenza della Grande Madre ,decisero ti trovare con
astuzia il modo di approfittare di quel momento favorevole e
avere per se quel nettare che li\le avrebbe res* invincibili. Fu
così che gli Asura, sempre in conflitto gerarchico tra di loro
decisero per una volta di allearsi per far ribollire l’acqua
cosmica affinchè ne uscisse il nettare.
Per raggiungere il loro obiettivo approfittarono delle
condizioni del momento e attaccarono tra loro le code d*
Kundalini che al momento del loro avvolgersi all’adim si
trovarono incatenat* e gli\le afferrarono entramb* dal lato
delle teste e iniziarono a tirare da una parte all'altra facendo
ruotare in questo modo Kurma , la tartaruga che reggeva
l’albero, che immerso nelle profondità del Molikpà (acqua
cosmica) si elevarono onde gigantesche. La terra era in
subbuglio e i\le mahatma si trovavano a prendersi cura di
Pitamapitrì. Lasciando le loro creature nel giardino di
cristallo , i\le Nagraja salirono in superfice e vedendo ciò
che stava accadendo si diressero verso gli\le asura ,finchè
una creatura a loro sconosciuta, akhal, tagliò la testa di
makuta mentre gli\le altri lasciarono la presa . nagraja
attaccarono altr* asura ma il parte del loro veleno cadde
nelle acque . allora L’ahdim fu tenuto da* Deva che
afferrarono la coda di una de* due kundalini in modo che
l’albero non cadesse mentre gli\le asura si riprendevano
possesso della sua testa serpentina che iniziava a sputare
fuoco. Arrivò la notte e mentre gli asura continuavano a
tirare e le deva tenevano la stretta, ululati fecero cadere il
silenzio. Erano ain e il nuovo arrivato, aturixà, che iniziarono
a succhiare il veleno caduto nell’oceano senza ingoiarlo e fu
così che le loro lingue ne furono paralizzate. Nello scuotere
le testa alcune delle gocce di saliva e il veleno caddero sulla
terra divenendo diverse piante e animali velenosi. Dal
ribollore delle acque primordiali iniziarono a galleggiare la
kumbh con il nettare e delle meravigliose Ratnam mai viste.
Fu in quell’istante che gli\le asura lasciarono la presa e
combatterono contro gli\le deva per prendere in possesso la
kumbh , in quel momento ain in cima all’ahdim , ululando
diede segnale di una nuova era chiamando l’attenzione di
tutt* affinchè si unissero alla lotta . i\le nagraja scesero nel
mondo sotterraneo fino al giardino di cristallalo per mettere
in custodia la kumbh e i gioielli emersi, trovandosi Adiguru
in stato di profondo samadhi e l’anima di Shara che in
conteplazione l* osservava mentre allattava dal suo seno
mai divenuto materno i\le ashnaga. Nel frattempo il
combattimento proseguiva e rimasero li per diversi giorni
finchè Shara sussurrò all’orecchio di Adiguru che aprì gli
occhi e senza dire nulla salì in supervicie seguit* da Shara.
Shara raccolse manti che trovava per terra e arrivat* dinanzi
la Molikpa’ li poggiò sulle acque su cui camminarono fino
all’adhim in cui Adiguru mise intorno il mala e sedendosi
sopra le spire delle ashatma iniziò a recitare i sacri mantra
mentre con la loro cupola proteggevano la sua testa dagli
schizzi di sudore e bava della brama degli\delle asura. Sotto
invito di Shara si unirono ad Adiguru sempre più anime
mentre lei nutriva e custodiva l’Havan, tutto ciò proseguì
per dieci notti e 10 giorni. La vibrazione portava
consapevolezze che mettevano in fuga gli\le asura così
all’alba del 10 giorno si immersero tutt* nell’acqua
primordiale ritornata pura. i\le tridevta si avvicinarono
amorevolmente Kanyasma e
Bashkapadma consegnandogli i ratnam e dinanzi i loro occhi
fieri misero una ratnam ad ogni Ashnaga. La kumbh fu
messa e tra le gambe di Adiguru che aprendo gli occhi fece
splendere i 7 gioielli rivenuti satratna (gioielli di
consapevolezza) e prese in un patto silente in custodia la
kumbh dando con il nettare la sua benedizione a Shara che
prese il nome di Sarkal (virtù mostrata in una situazione
oscura).

Adiguru e il Re:
Una volta, mentre Adiguru vagava felicemente in una
foresta, incontrò un Re,, che, vedendol# così felice, gli
chiese il segreto della Sua felicità e chi fosse la sua Guida.
La creatura rispose che la sua guida era la creazione e,
inoltre, che aveva imparato la saggezza dall’esistenza e che
ess# pertanto erano le sue Guide.
Disse <<dalla TERRA ho imparato la pazienza e a fare del
bene agli\alle altr#, perché essa sopporta ogni offesa che
l’uomo commette sulla sua superfice e tuttavia gli fa del
bene producendo i raccolti, gli alberi ecc
Dall’ACQUA ho imparato la qualità della purezza. Così come
l’acqua pura pulisce gli altri, così l’anima saggia, che è pura
ed è libera da egoismo, lussuria, egocentrismo, ira, avidità
ecc., purifica tutt# coloro con cui entra in contatto.
L’ARIA si muove sempre tra i vari oggetti, ma non si attacca
mai ad alcuno di essi; così ho imparato dall’aria a non aver
alcun attaccamento, benché mi muova tra molte persone nel
mondo.
Così come il FUOCO arde luminoso, così l’anima saggia
dovrebbe brillare della luce della sua conoscenza e delle sue
Tepaas.
L’aria, le stelle, le nuvole ecc. sono tutte lassù nel cielo, ma
il cielo non entra in contatto con alcuno di loro. Ho imparato
dal cielo stesso che l’Universale pervade tutto, eppure non
ha nessun contatto con alcun oggetto.
La LUNA in sé è sempre completa, ma apparentemente
cresce e decresce a causa dell’ombra variabile che la Terra
proietta sulla Luna. Da ciò ho imparato che l’Atma è sempre
perfetta e immutabile e che sono solo gli attributi limitanti, a
proiettare ombra su di esso.
Come il SOLE che si riflette in tanti vasi pieni di acqua
appare come se fossero tanti riflessi diversi, così
l’Universale appare divers# a causa dell’illusione causate
dal riflesso attraverso la mente. Questa è la lezione che ho
imparato dal Sole.
Ti dico in verità <<Una volta vidi una coppia di piccioni con i
loro piccoli. Un uccellatore distese la rete e catturò i giovani
uccelli. La madre era molto attaccata ai suoi piccoli. Non le
interessava vivere, così cadde nella rete e fu catturata. Il
piccione maschio era attaccato alla femmina, così anche lui
cadde nella rete e fu catturato. Da ciò ho capito che la
cattiveria può trovare appiglio dove esiste l’attaccamento
che è la causa della schiavitù. Io sono un’anima Naga e sono
come la sacra coppia Nagraja che non vanno in giro a
cercare il suo cibo. ma sono soddisfatt# di quello che gli
viene loro donato. Da ciò ho imparato ad essere incurante
del senso di fame e di essere content# con qualsiasi cosa
che trovo da mangiare.>> proseguì <<Come l’oceano rimane
impassibile anche se centinaia di fiumi vi entrano dentro,
così l’anima saggia dovrebbe rimanere impassibile tra i tanti
tipi di tentazioni, difficoltà e problemi. Questa è la lezione
che ho imparato dall’oceano.
Come la falena che crede di essere innamorata della
brillantezza del fuoco, vi cade dentro e si brucia, così i
manav in preda alla passionalità è destinato a soffrire.
Controllare il senso della vista e fissare la mente sul Sé è la
lezione che ho imparato dalla falena.
Come l’ape succhia il miele da diversi fiori e non da un solo
fiore, anche io prendo solo un po’ di cibo da una casa e un
po’ da un’altra e soddisfo la mia fame e non sono un peso
per i\le padrone di casa.
Le api raccolgono il miele con tanta fatica, ma la\il raccogli#
di miele arriva e lo porta via facilmente. Analogamente, le
persone accumulano ricchezze ed altro con gran difficoltà,
ma in un attimo devono lasciare tutto e andarsene quando il
Amakeria li afferra per portarli nel Neke. Da questo ho
imparato la lezione che è inutile accumulare le cose.
L’elefante, accecato dalla lussuria, cade in una buca
coperta d’erba persino alla vista di un’elefante fatta di carta.
Viene catturato, incatenato e torturato dal pungolo. Allo
stesso modo l’essere umano passionale cade nelle trappole
della seduzione e trova il dolore. Per questo bisognerebbe
distruggere la lussuria. Questa è la lezione che ho imparato
dall’elefante.
Il cerbiatto viene adescato e catturato dal cacciatore a
causa del suo amore per la musica. Analogamente, l’essere
umano è attratto dalla musica della seduzione e dalla
sinfonia licenziosa ed condotto alla distruzione. Non si
dovrebbero mai ascoltare canzoni lascive. Questa è la
lezione che ho imparato dal cerbiatto.
Come il pesce che è avido di cibo diventa facilmente vittima
dell’esca, così l’essere umano avido di cibo, che permette al
suo senso del gusto di prendere il sopravvento, perde la sua
indipendenza e si rovina facilmente. Pertanto l’avidità per il
cibo va distrutta. È la lezione che ho imparato dal pesce. Ti
racconto una storia,
C’era una volta un delfino che viveva nelle acque dolci. Una
sera era stanca di gli donasse cibo. Perse ogni speranza.
Così si accontentò di quello che aveva e quindi dormì
profondamente. Ho imparato da quel delfino che l’abbandono
della speranza conduce all’appagamento.
Un rapace una volta raccolse un pezzo di carne. Fu inseguito
e picchiato dagli altri uccelli. Abbandonò il pezzo di carne e
conseguì pace e riposo. Da questo ho imparato la lezione
che un essere umano nel mondo è sottoposto a ogni genere
di problemi e di miserie quando corre dietro ai piaceri, e che
diventa felice come l’uccello quando abbandona quegli
stessi piaceri.
La creatura che succhia il latte è libero da ogni
preoccupazione e da ogni ansia ed è sempre allegr#. Ho
imparato la virtù dell’allegria dalla piccola creatura.
Una volta I genitori di una ragazza erano andati a cercare
uno sposo adatto a lei. La ragazza era sola a casa. Durante
l’assenza dei genitori arrivarono delle persone per vedere la
ragazza riguardo a una offerta di matrimonio. Lei stessa
ricevette il gruppo di persone. Entrò per battere il riso.
Mentre lo faceva i bracciali su entrambi i polsi battevano
emettendo un forte tintinnio. La ragazza saggiamente pensò:
“Dal rumore dei bracciali queste persone capiranno che sto
battendo il riso da me e che la mia famiglia è troppo povera
per pagare qualcuno per fare il lavoro. Spezzerò tutti i
bracciali eccetto due per ogni mano. Quindi ruppe tutti i
bracciali eccetto due per ogni mano. Ma anche questi due
bracciali facevano molto rumore. Ruppe un altro bracciale
per ogni mano. Non ci fu più alcun rumore anche se
continuava a battere. Dall’esperienza di questa ragazza ho
imparato queste cose: vivere in mezzo a tanta gente crea
discordia, disturbo, dispute e litigi. Anche tra due sole
persone potrebbero esserci parole in eccesso o conflitti.
L’anima sceta, il\la sadh, dovrebbe restare in solitudine.
Il serpente non scava la sua tana. Vive nelle tane scavate da
altr#. Allo stesso modo, l’asceta, la\il Sadh, non dovrebbe
costruire case per se stess#. Dovrebbe vivere in luoghi
costruiti dagli altri o in natura. Questa è la lezione che ho
imparato dal serpente.
La mente di un’artigian# una volta era completamente
assorta nel compito del suo operato. Mentre era così
impegnat#, passò un re davanti la sua bottega, con tutto il
suo seguito. Dopo un po’ un’altr# andò dall’artigian# e gli
chiese se il re era passato davanti al suo negozio.
L’artigian# rispose che non aveva notato nulla. Il fatto è che
la mente dell’artigian# era interamente assorbita dal suo
lavoro e non notava ciò che accadeva fuori dalla sua
bottega. Dall’artigian# ho imparato la qualità dell’intensa
concentrazione della mente.
Con la bocca il ragno produce dei lunghi fili che vengono
intrecciati per formare la ragnatela e rimane impigliato nella
rete che esso stesso ha costruito. Allo stesso modo, l’essere
umano costruisce una rete con le sue idee e vi rimane
intrappolat#. Pertanto l’anima saggia dovrebbe abbandonare
tutti i pensieri terreni e pensare soltanto all’Universale.
Questa è la lezione che ho imparato dal ragno.
Lo scarabeo cattura un verme, lo mette nel suo nido e lo
punzecchia. Il verme, temendo sempre il ritorno dello
scarabeo e della puntura, pensa costantemente ad esso, e
così diventa un scarabeo esso stesso. Qualsiasi forma sia
costantemente nella mente di un essere umano, nel corso
della vita egli assumerà quella forma. Si diventa ciò che si
pensa. Ho imparato dallo scarabeo e dal verme a diventare
io stesso Atma, contemplando costantemente la sua
essenza e così abbandonare tutti gli attaccamenti al corpo
per conseguire la Liberazione.”

Il re rimase molto impressionato dagli insegnamenti e

abbandonò il mondo del potere a cui apparteneva e praticò
una vita umile con una costante meditazione sul Sé. Un
giorno anche lui incontrò un essere umano che gli chiese chi
era la guida e lui rispose che era Adiguru e che la sua guida
era assolutamente un anima libera dall’attaccamento .
trasmise che la sua guida Imparava la saggezza da
qualsiasi fonte provenisse e trasmise la stessa storia che lui
ricevette e concluse dicendo <<Tutte le anime che cercano
la Saggezza dovrebbero seguire il suo esempio>>. E fu così
che quell’anima abbandono l’attaccamento e seguì una vita
di rinuncia all’illusione…

Kalya e Adiguru:
C'era una volta in un villaggio un luogo colmo di prosperità
della terra e della sua bellezza ma un serpente minaccioso
ne impediva l'accesso. Un giorno Adiguru mentre si
incamminava fu fermat* da dei ragazzino che gli
consigliavano di non procedere in quanto quella strada l*
avrebbe portat* verso "il giardino del serpente". Ma Adiguru
rispose <<se avete paura affidatevi al mala e al mantra di
una saggia Guida, io ho con me l'Universale quindi nn ho
nulla da temere>> e prosegui.
Varcato il luogo temuto il serpente si fiondó verso i piedi di
Adiguru ma invece di mordere cadde gradevolmente dinanzi
quei piedi e disse <<si la mia guida e fammi tu* discepol*>>
e l'Anima Adiguru rispose <<da oggi sei mi* discepol* motivo
per cui non ucciderai piu>> e andò via. Il serpente in stato
d'estasy d'amore per Adiguru , sua Guida e Guru fu
attaccat* dai ragazzetti che non lo avevano visto mai in
quello stato. Preso dalla cosa fu ripetutamente sbattuto a
terra ma il suo stato d'estasi era tale che fu creduto morto,
e quindi abbandonato al suolo. Quando il serpente prese
"coscienza" dolorante entrò nella sua tana. Passarono giorni
finché il suo corpo iniziò a brontolare per la fame e uscì a
procacciarsi del cibo per sfamarsi. Passò più di un anno e
venne un giorno in cui, il serpente, trascinato da un forte
amore uscì dalla tana velocemente e si ritrovò ai piedi di
Adiguru che gli disse <<kalya (nome del serpente) come mai
sei così smagrito>> e kalya rispose <<sarà perché mi sono
nutrito di ciò che la Madre terra ha da donare mi* amat*
portando avanti il mio giuramento di non uccidere >>
Adiguru rispose <<ciò non può danneggiare il tuo corpo in
quanto mia volontà nonché una nobile scelta, cos'altro è
accaduto?>> kalya pensava e ripensava finché disse
<<amat* ho riflettuto ma nulla è accaduto che mi ha causato
malessere. Quando andasti via i ragazzi del villaggio mi
sbatterono nel suolo ma non ho provato nessun risentimento
né nulla in quanto ero immerso nella tua Grazia.>> Adiguru
rispose <<fu proprio ciò a causare il tuo dimagrimento in
quanto io ti feci giurare di non uccidere. tu sei un serpente e
sai bene come mostrare i tuoi denti, conosci le movenze
della tua natura che impaurisce la gente etc ed io non ti ho
mai detto di non essere ciò che sei ne di rinnegare la tua
natura, quindi non dovevi uccidere ma ERA TUO DOVERE
DIFENDERTI e attraverso LA TUA NATURA impaurire per
mettersi in salvo e portare avanti ciò che ti ho trasmesso
come obbiettivi per la realizzazione /liberazione>>.

DIKSHADEVA DI PREERNA:
LA BAMBINA, DIVENNE UNA RAGAZZA E INIZIO' A SEGUIRE
I SUOI GENITORI CHIEDENDO LORO DI VOLER DIVENIRE
UNA DEHAR E FU COSI' CHE SI AVVICINAVA IL MOMENTO
CHE PARUN FACESSE SU PREERNA LA DIKSHADEVA.
PRONTI TUTTI I PREPARATIVI INIZIARONO I TRE GIORNI DI
PURIFICAZIONE SIA DI PARUN CHE DI PREERNA E DEL
MANDIR CHE FU PULITO CON LA JHEDU' E IL LATTE
D'ASINA. IL GIORNO DEL RITO PREERNA FU LAVATA CON IL
GHANDEVA E FU INVITATA A SEDERE AL CENTRO DEL
TEMPIO SOPRA IL GHUDI DI A'BALUM'AIN E CON IL SUONO
PRIMORDIALE FU BENEDETTA CON IL DHOONE,IL BITAR, IL
MUSAL E IL BARNA ...PARUN ACCESE IL BARNA PER
A'BALU'AIN E INVOCO' IL SUO POTERE SUONANDO PR LUI
LA GHANTE', PARUN CADDE IN TRANCE E CAVALCATO DAL
GRANDE GUARDIANO CINSE LE BRACCIA E LE GAMBE
DELLA RAGAZZA CON LE SAMUNDREE LA SEGNO' CON IL
RANG, APPENA CON IL FIATO SI AVVICINO ALLA TESTA
DELLA RAGAZZA , ANCHE IL CORPO DI LEI FU RIPERCOSSO
DA TREMORI.E FU IN QUEL MOMENTO CHE PARUN
CAVALCATO DA A'BALUM'AIN ENTRO' IN DHUBI' (TRANCE)
GLI DONO' LA SUA PRIMA HAARDEVA GLI FECE IL NISHAN
NELLA TESTA E LA COPRI' CON IL CIA'DAR, BENEDICENDO
LE SUE BRACCIA CHE AVREBBERO TOCCATO LE OFFERTE
DEI DEVA E LE GAMBE CHE AVREBBERO CAMMINATO NEL
MANDIR E LA CONSACRO' CON IL KAMISH ATTIVANDO LA
GHARDEVA DI A'BALUM'AIN. PARUN PRESE COSCIENZA E
MENTRE LA RAGAZZA ERA ANCORA IN STATO
CONFUSIONALE LA ADAGIO' SU UN LETTO DI PAGLIA E
FOGLIE. LA RAGAZZA PASSO' LA NOTTE INFLUENZATA DAL
POTERE DELLA GHARDEVA DI A'BALUM'AIN CHE GLI
MOSTRAVA IL SUO ASPETTO E LE PARLAVA. AL RISVEGLIO
PARUN CON IL CHAAK GLI TAGLIO' LE SAMUDREE E GLI
BENDO' GLI OCCHI E LA PRESENTO' AL COSPETTO DEI
PRAAKA FU SEGNATA DAI NISHAN GLI E GLI FECE NELLA
FRONTE LA PUNDRA BIANCA E FU INVOCATA LA
GHARDEVA DI ABASODAIT CHE PRESENZIO' CAVALCANDO
IL SUO CORPO CHE DANZO' FRENETICAMENTE IL PADRE
INTONO' PER LA BELLA DEVA IL SUO MANTRA E IL DHARMA
DELLA FIGLIA CHE DA ALLORA PREERNA IL NOME DI
PREERNADEVA (ISPIRATA DAGLI DEVA) FINITA LE DANZE IL
SUO CORPO FU MISURATO E CINTO DAL NAABHI BIANCA
SEGNATE DAI MILDEVA E LE CONSEGNO' LA GHARDEVA E
L'HAARDEVA DI ABASODAIT. PRERNADEVA OGNI GIORNO
ANDAVA PRESSO IL SUO JAMPI, UN BELLISSIMO ALBERO DI
MANGO CINTO CON LE CATENE DEL SUO PASSATO E I
SEGNI DEL SUO PRESENTE , CONOSCENDO OGNI GIORNO
DI PIU' IL DONO DELLA SUA ABASODAIT CHE L'AVEVA
SEGNATA FIN DALLA NASCITA DI ELEGANZA E BELLEZZA.
DA ALLORA PASSO' UN CICLO SOLARE E FESTEGGIANDO
GLI ADHARDEVA E I PEYA PREERNADEVA CRESCEVA NELLA
PUUJA, FIN QUANDO GIUNSE UN'ALTRA TAPPA DELLA SUA
CRESCITA E DIVENIRE TARAMITA'. DOPO LE OFFERTE AI
DEVA PREERNADEVA FU PURIFICATA CON
GANDHDEVA...INSIEME AL PADRE VESTITA CON IL SAFED
COME IN TUTTE LE TAPPE DEL DIKSHADEVA SI
INCAMMINARONO VERSO IL LAGO. FU LI CHE PARUN
IMMERSE NELLE ACQUE L'INTERO CORPO DI PREERNADEVA
FIN QUANDO IN APNEA LEI FU' RIPERCOSSA DAI BRIVIDI
PRE MORTE QUINDI IL PADRE LA USCI' DALL'ACQUA E LA
FECE BENEDIRE DAI MAULIK SEGNANDO IL CORPO DI LEI
CON LA RANG E SEGNATA LA FRONTE CON LA PUNDRA
GIALLA. INVOCO' I VAPASDEVA DI LEI CON LE GHARDEVA E
LE HAARDEVA DI AHEREM E ATRERA CHE LA BENEDIRONO
CON UNA DHUBI'. PREERNADEVA CON MOLTA FACILITA'
IMPARO' A INVOCARE I DEVA, A NUTRIRLI, OGNI GIORNO
PREPARAVA IL TEBALDEVA E IMPARAVA A COMUNICARE
CON I DEVA ATTRAVERSO LE GOLYVAK CONSULTATE DAL
POPOLO, RIEMPENDO DI ORGOGLIO I SUOI GENITORI.
PARUN OLTRE CHE COME PADRE SI PRENDEVA CURA DI
PREERNA COME SADH, FACENDOLA CRESCERE NELLA
PUUJA E NELLA DIGNITA' DI DOM RENDENDOLA COMPLETA
NELLE SUE CONOSCENZE E PRATICHE, FIN QUANDO
AVVENNE IL GIORNO DELLE PREPARAZIONI PER IL BAHAR
(GRANDE RITO). IL MANDIR PROFUMAVA DI KAMISH E
PREERNADEVA PURIFICATA CON IL GANDHDEVA FU
RIVESTITA CON IL SAFED E BENDATA. FECE
INGINOCCHIARE PREERNADEVA DINANZI AL VEDE' CON
TUTTE LE GHARDEVA. PARUN INVOCO' I PRAAKA E I DEVA E
PREERNADEVA ENTRO' IN STATO DI DHUBI'. PASSATI TRE
GIORNI E TRE NOTTI NEL TEMPIO BENDATA PREERNADEVA
IN COSTANTE STATO DI DHUBI' RAPPORTANDOSI
DIRETTAMENTE CON I DEVA, CONOBBE IL NEKE (MONDO DI
SOTTO) IL DYAM (MONDO DI MEZZO) E IL CHATAR (MONDO
DI SOPRA). SUPERATA QUESTA COMPLESSA PROVA DEL
DIKSHADEVA PARUN GLI DONO' L'OCCHIO PIUMATO E LA
SBENDO' GLI CINSE IL CINTO CON LA NAABHI ROSSA GLI
FECE NELLA FRONTE LA PUNDRA ROSSA E LE DIEDE I
CINQUE CHUMBADEVA E LE CONSEGNO' LE GHARDEVA E
HAARDEVA DI TUTTI I DEVA. GLI INSEGNAMENTI DI PARUN
CONTINUARONO A FAR CRESCERE PREERNA CHE IMPARO'
ANCHE LEI CIO' CHE IL PADRE GLI AVEVA FATTO NEI VARI
PASSAGGI DELLA DIKSHADEVA.

LA NUOVA VITA DI MU'BARAK E LA SUA RICERCA DELL'IO:

LA RAGAZZA CRESCEVA NELL'UMILTA' DELLA FAMIGLIA
CHE L'ACCOLSE. ERANO FIERI DEL RITROVAMENTO DELLA
RAGAZZA, CHE SECONDO LORO NON RICORDAVA NULLA IN
QUANTO ERA FIGLIA DEGLI ATMA (SPIRITI), CHE FU LA
LORO DEFUNTA FIGLIA AD AVERLA MESSA NEL LORO
CAMMINO COME BENEDIZIONE. IN PIU' MU'BARAK ERA DI
GRANDE SOSTEGNO PRATICO PER LA FAMIGLIA IN QUANTO
SI PRENDEVA CURA INSIEME AL FRATELLO CIAVAHA DELLA
PASTORIZIA E DELLA CASA, ALLEVIANDO GLI IMPEGNI
DEGLI ANZIANI GENITORI. CIAVAHA E MU'BARAK
ANDAVAMO MOLTO DACCORDO E PASSAVANO BEN
VOLENTIERI IL LORO TEMPO INSIEME. IL FRATELLO CHE
PROVAVA EMOZIONI MU'BARAK ,CERCAVA DI ESSERLE
D'AIUTO A RICORDARE DA DOVE VENIVA E CHI FOSSE
VERAMENTE PUR DI RENDERLA FELICE. A GALOPPO DEL
LORO SOMARO ANDAVANO IN GIRO PER LA VALLE DOVE
ABITAVANO NELLA SPERANZA CHE LEI RICORDASSE
QUALCOSA O CHE QUALCUNO RICONOSCENDOLA POTEVA
FARE LUCE ALL'ARCANO. MA NULLA DI CIO' AVVENNE.
FINCHE' ANDARONO NELLA VALLE DENOMINATA DALLE
DAEN ARAAJENKATA E CONSULTARONO LA PIU' ANZIANA
DAEN DELLE RAAJENNKAVADI CHE SI CHIAMAVA SHAKTI
(LA POTENTE) A CUI MU'BARAK RACCONTO' LA PERDITA
DELLA SUA MEMORIA E GLI MOSTRO' LA SUA BAAKOR. LA
DAEN FECE ACCOMODARE LA RAGAZZA NEL RETRO DELLA
SUA CAPANNA PER EFFETTUARE SU DI LEI UN ATHAN
(RITUALE) PER RISVEGLIARE LE SUE MEMORIE. I FUMI
DEGLI INCENSI IPREGNAVANO LA STANZA E APPENA LA
DAEN INIZIO' A MORMORARE I SUOI MANTRA MAGICI
MU'BARAK FU RIPERCORSA DA FORTISSIMI TREMORI FINO
ALLA FINE DEL RITO. SHAKTI RICONOBBE GLI SANKET CHE
MU'BARAK AVEVA NEL VENTRE E LA LORO POTENZA
MOTIVO PER CUI LA INVITO' A RITORNARE. IL GIORNO
PRIMA DELLA DAAVAT DI PURNIM (LUNA PIENA) SHAKTI
COMPLETO' IL RITO DELLA MEMORIA SU MU'BARAK.
SEMBRAVA CHE TUTTO RESTASSE IMMUTABILE. FINCHE'
UNA NOTTE, MENTRE MU'BARAK DORMIVA FU AVVICINATA
DALLA SAPANA CHE IN SOGNO LE DONO' SQUARCI DI
RICORDI CON LA PRESENZA COSTANTE DI DUE FIGURE UN
UOMO E UNA DONNA. DA QUELLA NOTTE IN POI IN SOGNO
RIAFFIORAVANO NUOVE MEMORIE ANCHE SE ERANO MUTE
E CAOTICHE. OGNI MEMORIA VENIVA RACCONTATA A
SHAKTI, CHE LE CONSIGLIO' DI FARE UN'OFFERTA AD
A'BALUM'AIN, ALLE JADU' E ALLE SAMAY UNA NOTTE
DELLA DAAVAT DI NAYA (LUNA NUOVA) DICENDOLE
<<QUELLA NOTTE MENTRE NOI DAEN CI UNIREMO TU
NELLA SOLITUDINE DELLA NOTTE FARAI CIO' CHE TI HO
DETTO>>. ARRIVATA LA NOTTE DI NAYA, MU'BARAK ,
PORTO' AL CENTRO DELL'INCONTRO DI DUE STRADE LE
OFFERTE PER A'BALUM'AIN E LE SAMAY, SI INCAMMINO'
FINO AD UN LUOGO RACCOLTO FRA LA NATURA E ACCESE
UN PICCOLO FUOCO. FIN QUANDO IL SUO CORPO FU
RIPERCOSSO DA TREMORI CHE LE FECERO PERDERE I
SENSI. DINANZI A LEI SI PRESENTARONO QUELLE DUE
FIGURE PROTAGONISTE DEI SUOI SOGNI CHE
SUSCITARONO IN MU'BARAK UN PIANTO
IRREFRENABILE...CON LE SUE STESSE LACRIME SI FORMO'
UN FIUME DOVE LEI STESSA NUOTAVA ,VEDENDO AL
POSTO DELLE GAMBE LA CODA DI PESCE. ACCANTO A LEI
NON C'ERANO PIU' QUELLE DUE FIGURE MA UNA
CREATURA ARGENTEA META' DONNA E META' PESCE CHE
TENEVA FRA LE MANI UNO SPECCHIO, LA PERLA, IL
TRIDENTE IL PETTINE. ERA ABASODAIT CHE SCOPRI' DI
ESSERE SUA SIRDEVA.CHE LE DISSE <<MIA DOLCE
RAGAZZA IO SONO LA TUA SIRDEVA E IL TUO NOME E'
PREERNADEVA , QUEGLI UCHAR CHE TU VEDI SONO IL TUO
KHOR SONO STATI DEI DOM DELLA VALLE DEI MUTH
QUANDO ERANO I TUOI GENITORI. PARUN IL GRANDE
DHEAR FU TUO PADRE E KANDHA DEGNA SAMAR TUA
MADRE>> CONTINUO' << TU FOSTI CONSACRATA A
A'BALUM'AIN E A TUTTI GLI DEVA COME DHEAR>>. TUTTO
SVANI' E PIAN PIANO PRESE COSCIENZA.

M'UBARAK DIVIENE DAEN:

M'UBARAK PERIODICAMENTE ANDAVA A TROVARE LA
DAEN CHE AVEVA DECISO DI INSEGNARLE LA DEVHANDE
(STREGONERIA). INIZIO' A CONOSCERE I SEGRETI DELLE
ERBE RACCOGLIENDOLE INSIEME CON IL DARANTI
(BOLLINE) E GLI INSEGNAVA COME INCANTARLE MENTRE
LE SMINUZZAVA NEL MUSAL (MORTAIO E PESTELLO). LA
SPECIALITA' DI M'UBARAK ERA PREPARARE LE BUT
(BAMBOLE) CHE VENIVANO POI INCANTATE DA SHAKTY
DURANTE LE DAAVAT. FINCHE' UN GIORNO SHAKTI TROVO'
UNA DAAYANKAL E COMPRESE FOSSE DI MU'BARAK.
DURANTE IL TOTALE CICLO SOLARE FURONO PREPARATI
GLI ATHAM DI PASSAGGIO PER MU'BARAK DIVENIRE DAEN
E GLI FURONO INSEGNATE LE JAADUTONE. ARRIVATA LA
NOTTE DELL'ATHAM DI PASSAGGIO SHAKTY E MU'BARAK
ANDARONO NELL'OSCURITA' SILENZIOSA DEI BOSCHI E FU'
FATTO IL CERCHIO DI PIETRE E DOPO SEGNO' LA SUA
FRONTE CON LA PUNDRA NERA SIMBOLO DI TUTTE E TUTTI
I DAEN. DURANTE IL RITO LE FU CONSEGNATA LA DAYAN DI
CUI LE DAEN SI PRENDONO CURA E GLI DISSE <<(IL
METALLO DI QUESTA DAYAN RAPPRESENTA LA FORZA DEL
TUO CORPO E LA FREDDEZZA DEL TUO ANIMO...IL TUO
CUORE COME QUESTA DAAYANKAL SARA' DURO E IL FORO
INDICA LA TUA MORTE AVVENUTA QUESTA NOTTE CHE
PERMETTE DI COLLABORARE CON GLI ATMA...DI ACQUA
PROFUMATA LA NUTRIRAI AFFICHE' TU SIA SEMPRE
CARISMATICA E MAGNETICA E IL COPERCHIO COPRIRA' IL
TUTTO NELL'USCURITA' COME GLI ABITI DELLA NOTTE CHE
PORTI ADDOSSO...SETTE SONO LE DINDEVA CHE
ETERNAMENTE SI DANNO IL CAMBIO COME TU
ETERNAMENTE TRA LUCE E OSCURITA' TI TRASFORMERAI
MANTENDO LA TUA NATURA DI DAEN PER L'ETERNITA'>>
OGNI QUARTO DI LUNA IN ONORE DELL'OCCHIO DI AIN
ACCENDERAI UN FUOCO SOPRA LA DAYAN E
RINFRESCHERAI LA DAAYANKAL CON ACQUA PROFUMATA
AFFINCHE' TU RICEVA IL PRANA DEI NEBALDEVA >>.
TENNE LA PUNDRA E GLI ABITI GIORNO E NOTTE FINO AL
CICLO TOTALE DI NAYA. PIANPIANO, DA NAYA A NAYA,
PREERNADEVA SI PROCURO' TUTTO CIO' CHE LE SERVIVA
PER GLI ATHAN DI DAEN, IMPARANDO NUOVE NOZIONI.

PREERNADEVA E LA SUA NUOVA VITA:

MU'BARAK VIVEVA CON PIU' CONSAPEVOLEZZA LA SUA
VITA E INIZIO' AD ESSERE CHIAMATA DALLA SUA FAMIGLIA
E DALLE DAEN CON IL SUO VERO NOME PREERNADEVA. MA
L'ANZIANA SHAKTI ARRIVO' ALLA FINE DELLA SUA
ESISTENZA NEL PIANO DEI MANAV, FELICE DI AVER
INSEGNATO A PREERNADEVA TUTTE LE SUE CONOSCENZE
LASCIANDOLA COME SUA EREDE DOPO LA DIKSHAKALI
DELLA RAGAZZA. CONCLUSE LE CERIMONIE DELLA MORTE
DI SHAKTI, PREERNADEVA PRESE IL SUO POSTO
DIVENENDO OLTRE CHE DAEN, DEHAR DEI
RAAJENNKAVADI, IL SUO POTERE DI DAEN CRESCEVA
COME LA SUA FAMA ALL'INTERNO DELLA VALLE E LE
OFFERTE A LEI DONATE ABBONDAVANO FACENDO VIVEVE
IN MANIERA DEGNA LA SUA FAMIGLIA ADOTTIVA. ERA
MOLTO RISPETTATA DALLE DAEN CHE INCONTRAVA
DURANTE LE DAAVAT. E FU PROPRIO DURANTE UNA DI
QUEI RADUNI CHE IL MAHILA DEL DAAVAT VENNE
CAVALCATO DA UNA JARNI' CHE AVVICINANDOSI A
PREERNADEVA LE DISSE <<PREERNADEVA I TUOI IMPEGNI
NON TI FANNO NOTARE IL SENTIMENTO CHE CIAVAHA
PROVA PER TE. E' SARA' PROPRIO LUI IL MEZZO CON CUI
AVRAI TRE FIGLI MASCHI. SARANNO DEI FIGLI SPECIALI, IN
QUANTO UCHAR DELL'ADUYAN (GIARDINO DELLE STREGHE
E DEI SAGGI) REINCARNAZIONI DI PERSONE A TE VICINE E
LI CONSACRERAI AI DEVA COME TU FOSSI CONSACRATA A
LORO>> COMPLETO' DICENDO <<PERCHE' TU PRIMA DI
ESSERE UNA DAEN SEI STATA E SEI UNA DEHAR>>. DA
ALLORA AD OGNI DAAVAT LE MAHILA CAVALCATE DAI
NABALDEVA GLI COMPLETARONO I SUOI RICORDI
SVEGLIANDOLI TOTALMENTE.PASSARONO SETTE CICLI
SOLARI DAL BAHAR MENTRE PREERNADEVA ERA NELLA
DIMORA DI SHAKTI CHE COMPIEVA I SUOI RITI FU PRESA
DA UN MALESSERE CHE DURO' PER TUTTO UN CICLO
DELLE NEBALDEVA DINDEVA. DURANTE QUEL TEMPO
RIMASE SOLA CON LE SUE VISIONI CHE GLI INSEGNARONO
COME CREARSI CON IL COCCO LE SUE
GHARDEVA ,HAARDEVA LE NAABI ETC E INVITANDOLA A
FAR DIVENTARE QUELLA CAPANNA IL MANDIR DELLA
VALLE. COME AL PADRE GLI VENNERO IMPARTITE LE
CONOSCENZE E LE PRATICHE. LA CAPANNA DI SHAKTI
DIVENNE IL MAHANDHE DOVE DAEN E MANAV TROVAVANO
RIFUGIO, I\LE PICA CRESCEVANO SEREN* , LE DONNE
PARTORIVANO, VENIVANO TENUTE LE CONSERVE DELLA
VALLE, LE DONNE VIVEVANO SERENAMENTE IL LORO
MAASIK E LA VALLE SI RADUNAVA. MOLT* RICEVETTERO
DA PREERNA LA DIKSHADEVA E SI CONSULTAVANO CON
LEI PER LA VITA NELLA PUUJA. PREERNADEVA PORTAVA
SULLA FRONTE LA PUNDRA NERA DA DAEN E LA PUNDRA
MARRONE DA DEHARSHYTA (SAGGIA) E COMPIEVA CON
DEVOZIONE E UMILTA' I SUOI COMPITI E LA VALLE NE
GODEVA I BENEFICI DEL PRANA.

PREERNADEVA E I SUOI FIGLI:

L'UNIONE TRA PREERNA E CIAVAHA PRENDEVA FORMA.
ALLA MORTE DEI LORO GENITORI SI TRASFERIRONO AL
MAHANDHE COSI' CHE NON SI DIVIDESSERO PIU'. CIAVAHA
CONTINUAVA LA SUA VITA DA PASTORE MENTRE
PREERNADEVA SI PRENDEVA CURA DEL MAHANDHE.
FINCHE' DIEDERO ALLA LUCE IL PRIMO GENITO
BUDHIMATHA (SAGGIO). FU DURANTE IL RITO DI SARADUTA
CON L'AIUTO DELLA DAEN KALASHA (LIBERA) CHE
PREERNADEVA DIEDE ALLA LUCE IL FIGLIO. ANNI PIU'
TARDI DOPO UN PARTO DIFFICILE NACQUE UPHAR (DONO).
ED INFINE PRAHASA (LUCE) NATO DOPO LA FESTA DELLA
PEYA UCHAO CON L'AIUTO DELLA FEDELE DAEN KALASHA.
I TRE FIGLI AIUTAVANO IL PADRE NELLA PASTORIZIA E
VENNERO ISTRUITI ALLA CONOSCENZA DELLA PUUJA
DALLA MADRE E DALLA LORO ALLEVATRICE KALASHA.
ALL'ETA' DI PASSAGGIO RICEVETTERO LA DIKSHADEVA E
IL LORO DHARMA. UPHAR SI CHIAMO' BIRI (BERIR)
PRAHASA RUKMU (RUMBUR) E BUDHIMATHA MUMURET
(BUMBURET) . I FIGLI PIU' GRANDI MUMURET E BIRI
RICEVETTERO IL BAHAR GODENDO DELLA FAMA DI
PREERNADEVA.
MURMURET E SUNDH:
MURMURET MOLTO SPESSO SI ISOLAVA PER DARE VITA
ALLE SUE CREAZIONI DISTANTE DALLA VALLE... FU
PROPRIO IN UNO DI QUESTI GIORNI CHE MENTRE STAVA
DEFINENDO UNA SUA SCULTURA IN ONORE DI A'BALUM’AIN
CHE FU DISTRATTO DALLA VISTA DI UN GIOVANE CHE SI
BAGNAVA NEL FIUME. LA BELLEZZA DI QUEL RAGAZZO gli
RIMASE IMPRESSA NELLA MENTE E DA ALLORA ANDAVA
QUOTIDIANAMENTE IN QUEL LUOGO SPERANZOSO DI
RIVEDERE QUEL RAGAZZO NON APPARTENENTE ALLA SUA
VALLE. UNO DI QUEI GIORNI ARRIVATO AL FIUME
MURMURET CI TROVO' QUEL RAGAZZO DALLA PELLE
CHIARA E I CAPELLI SCURI CHE NUOTAVA NEL
FIUME...NONOSTANTE IL SUO ESSERE RISERVATO E
TIMIDO, DECISE DI DENUDARSI E TUFFARSI NEL FIUME. IL
RAGAZZO SI AVVICINO' E GUADANDOLO CON I SUOI
GRANDI OCCHI VERDI E SI PRESENTO' CON IL NOME DI
SUNDH( AGGRAZIATO)... DA ALLORA QUOTIDIANAMENTE SI
RITROVAVANO IN QUEL LUOGO NASCENDO UN FORTISSIMO
SENTIMENTO. SUNDH AMAVA GUARDARE MURMURET
MENTRE SCOLPIVA LE SUE OPERE IN ONORE DEI DEVA E
ADORAVA IL MODO IN CUI RACCONTAVA I MISTERI DEI
DEVA. MURMURET PRESENTO' IL SUO AMATO ALLA
FAMIGLIA CHE LO ACCOLSE CON CALORE ...DURANTE LA
FREQUENZA CON LA FAMIGLIA PREERNADEVA NOTO' LA
PREDISPOSIZIONE CHE SUNDH AVEVA SULLA JADUTONA
ESSENDO CHE TROVO' DUE PIETRE BUCATE DECISE DI
INSEGNARGLIENE L'ARTE .

SUNDH E MOHAK:
SUNDH E MOHAK IMPARAVANO L'ARTE DELLA DEVHANDE
CON MOLTA FACILITA' ACCRESCENDO IL LORO POTERE E
LA LORO CONOSCENZA IN QUEST'ARTE. SUNDH ERA UN
BRAVISSIMO DAEN NELL'ARTE DELLA PURIFICAZIONE E
NEGLI ATHAN DI GUARIGIONE, MENTRE MOHAK
NONOSTANTE SI PRESENTASSE COME CANDIDA E PURA
ERA PORTATA PER L'ARTE DELLA DISTRUZIONE E DELLA
PUNIZIONE. MOHAK NON VEDEVA DI BUON OCCHIO SUNDH
PROVANDO VERSO DI LUI UNA FORTISSIMA GELOSIA, MA
INTORNO A LEI NESSUNO LO AVREBBE MAI DETTO, LO
COINVOLGEVA AD OGNI OCCASIONE E LO RIEMPIVA DI
ATTENZIONI E AFFETTO. OGNI VOLTA CHE GLI SI
PRESENTAVA LA POSSIBILITA' PRENDEVA COSE CHE
APPARTENEVANO A SUNDH CONSERVANDOLE
GELOSAMENTE. FINCHE' UNA NOTTE DI DAAVAT NAYA (CON
L'INTENTO DI NON ESSERE SCOPERTA) PREPARO' UN
FETICCIO CON TUTTO CIO' CHE APPARTENEVA A SUNDH
EFFETTUANDO UN'ATHAN DI MALATTIA CHE NONOSTANTE
LE PURIFICAZIONI PORTO' ALLA GRAVE MORTE DI SUNDH.
IL DOLORE CADDE NELLA CASA DI PREERNADEVA,
CHIUDENDO DEL TUTTO IL CARATTERE DI MURMURET.

MUMURET DIVIENE SADH:

MUMURET AVEVA UN CARATTERE MOLTO RISERVATO
MA DA QUANDO ERA MORTO IL SUO AMATO SUNDH
(AGGRAZIATO) PREFERIVA ISOLARSI QUANDO NON
VENIVA CONSULTATO E NON DOVEVA PRENDERSI
CURA DEL MAHANDHE. COME IL SUO SIRDEVA
AKFISTES ATTRAVERSO L'ARTIGIANATO E IL CREARE
SCULTURE CHE RAPPRESENTASSERO I DEVA TENEVA
A BADA IL SUO DOLORE , TENENDOSI LONTANO DALLA
VITA SOCIALE. PASSATI I SETTE CICLI SOLARI DAL
BAHAR PREERNA GLI AVEVA INSEGNATO TUTTO AL
FIGLIO, CHE ERA UN'ESPERTO DEHAR, CHE CON
AMORE SI PRENDEVA CURA DEI SUOI INIZIATI. FINCHE'
ARRIVO' IL MOMENTO DI ISOLARSI PER SETTE GIORNI
NELLA VECCHIA DIMORA DEI NONNI. DOPO AVERLA
PURIFICATA E NUTRITA INIZIO' IL SUO ISOLAMENTO
RITUALISTICO. PREERNADEVA OGNI GIORNO LASCIAVA
DIETRO LA SOGLIA DEL CIBO SENZA DISTURBARLO.
QUELLO STESSO CIBO LUI LI CONDIVIDEVA CON LE
 GUDIJA CHE AVEVA CREATO DURANTE QUEGLI ANNI.
ARRIVO' IL SETTIMO GIORNO E LA MADRE SI
PRESENTO' E LO CINSE CON LA NAABHI KALI E GLI
SEGNO' LA FRONTE CON LA PUNDRA MARRONE
RIPARTENDO PER LA LORO CASA. MUMERET
NONOSTANTE IL GRANDE AMORE PER LA FAMIGLIA
INIZIAVA A SOFFRIRE IL CONTINUO VIA E VAI DI
GENTE CHE VENIVA PRESSO L'ABITAZIONE DELLA
MADRE. PREERNADEVA SAPEVA CHE IL FIGLIO STAVA
SOFFRENDO, FINCHE' DECISE DI PARLARGLI . IL FIGLIO
SI SENTI' SOLLEVATO ED ESPRESSE IL DESIDERIO DI
VOLER ANDARE A VIVERE NELLA CAPANNA DOVE LA
MADRE ERA CRESCIUTA, IN QUEL LUOGO DISTACCATO
E AVVOLTO NELLA SERENITA'. MUMURET PREPARO' LE
SUE OFFERTE PER CHIEDERE AD A'BALUM'AIN COSA
FOSSE LA COSA GIUSTA PER LUI. QUELLA STESSA
NOTTE A'BALUM'AIN SI MOSTRO' NEL SUO SOGNO E
GLI DISSE <<MUMURET, IL TUO CUORE E PURO COME
QUELLO DELLA FAMIGLIA DA CUI PROVIENI E SO CHE
CIO' CHE MI HAI CHIESTO NON E' DETTATO DA UN
CUORE ARROGANTE ED EGOISTA MA DA VERO MUT
CHE DOPO AVER VISSUTO CON IL TUO KHOR (GLOBO)
SUNDH VUOI ISOLARTI NEL SILENZIO, PREPARA CIO'
CHE SERVE PER IL DIKSHADEVA DI TUO PADRE, CHE E'
DEGNO DI SEGUIRE TUA MADRE. E' FU COSI' CHE
MUMURET INIZIO' SUO PADRE AL PUUJA CHE PRESE IL
NOME DI RAAJAN E SI ISOLO' DISTANTE DALLA VALLE,
LI' DOVE I SUOI GENITORI VISSERO ANNI PRIMA.

RUMBUR E DAHE:
RUMBUR IL PIU' GIOVANDE DEI TRE FIGLI, ERA MOLTO
BELLO E ATTIRAVA L'ATTENZIONE DELLE RAGAZZE DELLA
VALLE. FINCHE' UNA RAGAZZA DELLA VALLE CHE SI
CHIAMAVA DAHE (INVIDIA), RIUSCI' A CONQUISTARE IL
RAGAZZO. LA LORO UNIONE FU BEN ACCETTA DALLA
FAMIGLIA DI RUMBUR CHE PER RENDERLO FELICE
AVREBBERO FATTO DI TUTTO, LA FAMIGLIA DI LEI
ALTRETTANDO CONSENZIENTE MA NON PER SENTIMENTO
PURO, MA PER MOTIVI OVVI. RUMBUR ERA FIGLIO DI
PREERNADEVA, LA DHEAR DELLA VALLE RISPETTATA E BEN
VOLUTA DA TUTTI, COSA POTEVANO PRETENTERE DI
MEGLIO PER LA FIGLIA DAHE?. QUELL'UNIONE BLOCCO'
RUMBUR NEL COMPITO DI TARAMITA, NON CRESCENDO
NELLA SUA PUUJA. LEI ALLONTANAVA PIU' CHE POTEVA
RUMBUR DA PREERNA E DALLA FAMIGLIA E LUI NON
RIBATTEVA IN QUANTO L'AVEVA SCELTO COME SUA SPOSA.
CI FU UN GIORNO IN CUI, TROVATOSI CON LA MADRE A
PREPARARE IL TABALDEVA, PREERNADEVA LO GUARDO'
NEGLI OCCHI E GLI SORRISE DICENDOGLI <<MIO AMATO
FIGLIO, NON ESSERE AMAREGGIATO E PORTA AVANTI CIO'
CHE HAI SCELTO CHE TI RENDE DEGNO AGLI OCCHI DELLA
TUA SIRDEVA ATRERA>> , ED ENTRAMBI SORRISERO CON
UN GRANDE AMORE NEGLI OCCHI.

BIRI E MOHAK:
BIRI NONOSTANTE IL SUO RUOLO DI DEHAR NON
RINUNCIAVA AL SUO AMORE PER LA PASTORIZIA. LA
MATTINA SI SVEGLIAVA PRIMA DELL'ALBA E SI PRENDEVA
CURA DEI SUOI ANIMALI, DANDONGLI DA MANGIARE PER
POI FARLI PASCOLARE. FINITO DI ANDARE A SPASSO CON I
SUOI ANIMALI TORNAVA AL MAHANDHE E SE NE PRENDEVA
CURA. NONCHE'
ERA UN DEGNO DEHAR. NELLA VALLE ERA FAMOSO PER LE
SUE CAPACITA' PROFETICHE, DONO DATOSI DAL SUO
SIRDEVA AXONI. TUTTI ANDAVANO A CONSULTARSI CON
BIRI.LE DAEN SE LO CONTENDEVANO MA SAPEVANO CHE
ANCHE VOLENDO SU DI LUI NON POTEVANO AGIRE .
FINQUANDO UN GIORNO MENTRE STAVA FACENDO BERE
NEL FIUME I SUOI ANIMALI, LA SUA ATTENZIONE FU
RAPITA DA UN RAGAZZA CHE ERA LI A PULIRE I PANNI IL
SUO NOME ERA MOHAK (SEDUCENTE). LA RAGAZZA NON
ERA DELLA SUA VALLE, MA NONOSTANTE TUTTO SAPEVA
BENE CHI ERA IL GIOVANE.OGNI DI ALLO STESSO ORARIO I
DUE SI RITROVAVANO IN QUEL LUOGO, MOHAK CON IL SUO
FARE SEDUCENTE ACCECAVA LA VISTA SUPERIORE DI BIRI
FACENDO CRESCERE L'INTERESSE DI LUI PER SE. FINCHE'
BIRI E MOHAK DECISERO DI VIVERE INSIEME,
ANNULLANDO LE POSSIBILI ASPETTATIVE DELLE DAEN. MA
MOHAK SI MOSTRAVA CON UN CARATTERE GENTILE E
ATTRASSE A SE LA BENEVOLEZZA DI PREERNADEVA CHE
LA TRATTAVA DA FIGLIA FACENDOLE CONOSCERE LE DAEN,
CHE DA ALLORA GLI INSEGNARONO INSIEME A
PREERNADEVA E SUNDH L'ARTE DELLA JADU'TONA.

BIRI E IL KAVAJI:
UN RAGAZZO DAL NOME DHARMAPADA ANDAVA SPESSO
AL MAHANDHE PER PRENDERSENE CURA NONCHE' DA
TARAMITA SI CONSULTAVA CON IL DEHAR BIRI IN QUANTO
STAVA AMPLIANDO LA SUA CONOSCENZA DELLA PUUJA E I
MISTERI DEI DEVA . L'ANIMO DEL RAGAZZO ERA UMILE E
DEVOTO VERSO LA VITA E RIEMPIVA DI ORGOGLIO BIRI.
FINCHE' UN GIORNO MENTRE BIRI STAVA RACCOGLIENDO
LE ERBE PER PURIFICARE DHAMMAPADA FU INTEROTTO
DA UNA DUBHI' DI A'BALUM'AIN CHE GLI DISSE:
<<SPLENDENTE DEHAR IL RAGAZZO CHE STAI
PREPARANDO HA SUPERATO LE PROVE DEL NEBALDEVA
KARMA ED E' GIUNTO IL MOMENTO CHE DIVENGA UN
UCHAR E FARAI COME IO TI INSEGNO>> CONTINUO'
<<FATTI CONSEGNARE TUTTE LE SUE GHARDEVA DI
METALLO, PERCHE' DIVERRA UN KAVAJI (GUARITORE) E
VIVRA' PER GLI ALTRI .AVVOLGI IL SUO CORPO CON DELLA
STOFFA PURA E BIANCA E SEPPELLISCI IL SUO CORPO
FINO ALLA TESTA E COPRI IL SUO VISO SON UN CHADAR E
SU DI LUI FAI IL GUDHI DI TUTTI I DEVA E INVOCALI CON I
MANTRA FINCHE' CON LA SUA URINA NON CANCELLERAI IL
TUTTO. QUELLA STESSA STOFFA VERRA' USATA PER FARE
ACCOMODARE LE PERSONE CHE DEVE GUARIRE E VERRA'
RICONOSCIUTO DA TRECCE DI RAFIA CHE PORTERA'
NELLE BRACCIA, NELLE GAMBE E NEL COLLO A POSTO
DELLE COLLANE. E QUANDO IL SUO TEMPO IN QUESTA
TERRA ARRIVERA' AL TERMINE SARA' UN UCHAR.

PREERNADEVA E LA PROFEZIA:
UNA NOTTE DI DAVAAT PREERNA DIVENNE LA MAHILA.
APPENA MESSA LA GHIRLANDA DI FIORI SULLA SUA TESTA
ENTRO' IN UN FORTISSIMO STATO DI DHUBI' . DINANZI A
LEI C'ERA IL NEBALDEVA BHAVISHIAVA CHE GLI DISSE
<<COME TI FU DETTO ANNI PRIMA DA UNA JARNI', RAAJAN
SAREBBE STATO UN MEZZO PER FAR NASCERE I TUOI
FIGLI,REINCARNAZIONE DI TRE UCHAR. MUMURET ERA LA
TUA DAEN SHAKTI, IL TUO SECONDO GENITO BIRI ERA IL
GRANDE PARUN E IL GIOVANE RUMBUR ERA LA FEDELE
KANDHA>>. CONTINUO' <<TU VERRAI TRADITA COME FU
TRADITO SUNDH MOTIVO PER CUI PROPRIO I TUOI FIGLI
CHE DARANNO VITA AD UNA NUOVA VALLE LONTANO DA
QUI>>. BHAVISHIAVA SCOMPARVE DANDO SPAZIO AD
A'BALUM'AIN CHE LE DISSE <<PREERNADEVA MAESTOSA
DEHAR, IO IL PRIMO GIORNO DEL CICLO SOLARE, LANCERO'
NEL CIELO TRE FRECCE, SARANNO DI TRE COLORI
GIALLA,ROSSA E MARRONE COME SIMBOLO DELLA LORO
DIKSHADEVA . ACCOMPAGNATI DALLE DAEN KALASHA CHE
GLI FARA' DA GUIDA I TUOI FIGLI LE ANDRANNO A
CERCARE DELLE VALLI. LE VALLI PRENDERANNO IL NOME
DEI TUOI TRE FIGLI . LI' VIVRANNO LIBERI E IN PACE
BENEDETTI DAI DEVA, RESTANDO SEMPRE MUT,DOM E
RAAJANKAVATI >>. LA DEHAR SI SVEGLIO' SCONVOLTA
FINITO IL DAVAAT TORNO' AL MAHANDHE

IL TRADIMENTO DI DAHE:
PREERNADEVA DISSE AI FIGLI CIO' CHE ACCADDE LA
NOTTE DEL DAEN OMETTENDO IL TRADIMENTO E LA
PUNIZIONE DI QUELLA VALLE. I FIGLI SI PREPARARONO
PER VIAGGIARE CON LA LORO FAMIGLIA E I LORO ANIMALI.
ERA ARRIVATO IL MOMENTO DI AFFRONTARE IL LUNGO
VIAGGIO. DHAE QUELLA MATTINA AVEVA CHIESTO A
RUMBUR DI VOLER PASSARE DALLA FAMIGLIA DI LUI, PER
AVERE LA BENEDIZIONE DI PREERNADEVA PRIMA DI
AFFRONTARE IL LUNGO VIAGGIO. RUMBUR NON CREBBE
ALLE SUE ORECCHIE E FELICE DELLA RICHIESTA LA PORTO
PRESSO L'ABITAZIONE DEI GENITORI. DAHE MOSTRO' LA
SUA GRATITUDINE DINANZI A RAAJAN E PREERNA E
CONSEGNO' NELLE MANI DI PREERNADEVA IL LATTE CHE
AVEVA MUNTO LA STESSA MATTINA DALLA SUA PIU' BELLA
CAPRA E PER LA PRIMA VOLTA LI ABBRACCIO'
CALDAMENTE. PREERNADEVA COME AVEVA FATTO GIORNI
PRIMA CON GLI ALTRI SUOI FIGLI DIEDE LA SUA
BENEDIZIONE E OFFRI' UNA PARTE DI QUEL LATTE AL
GUARDIANO, E FU ALLORA CHE LA COPPIA ANDO' VERSO IL
LORO DESTINO. PREEERNADEVA PREPARO' IL RUT (PANE)
CON CUI MANGIARONO IL LATTE OFFERTOGLI DA DAHE... E
FU QUEL LATTE, CHE ERA STATO AVVELENATO A DARE
FINE A QUELL'ESISTENZA DELLA COPPIA CHE PER SEMPRE
SI SEPARO' IN QUANTO PREERNA FU ACCOLTO NEL
GIARDINO ADUYAN E RAAJAN NEL GIARDINO DI
ANANTUDIA .

IL LUNGO VIAGGIO VERSO LA RICERCA DELLE TRE FRECCE:

FU LUNGO IL VIAGGIO CHE AFFRONTARONO BIRI,RUMBUR,

MUMURET,KALASHA,DAHE E MOHAK.. UNA NOTTE MENTRE
ERANO FERMI IN ATTESA DEL NUOVO GIORNO, DAHE
VENNE DISTRURBATA NEL SONNO DAL PIANTO DELLA
PROPRIA CAPRETTA...NEL BUIO DELLA NOTTE ANDO' ALLA
SUA RICERCA, FINCHE' SENTI' LA CAPRETTA BELARE
VERSO UN PRECIPIZIO. SI AVVICINO' PER VEDERE DOV'ERA
FINITA E MENTRE LA CHIAMAVA CHINATA VERSO IL
BURRONE, IL CAPRONE DITRO DI LEI LA INCORNO'
FACENDOLA PRECIPITARE NEL VUOTO. AL CANTO DEI
GALLI APPENA SVEGLI TUTTI ANDARONO ALLA RICERCA DI
DAHE CHE ERA TOTALMENTE SPARITA...PASSARONO TRE
GIORNI E TRE NOTTI NELL'ATTESA DEL SUO RITORNO CHE
NON AVVENNE MOTIVO PER CUI IL QUARTO GIORNO
RIPARTIRONO...IL VIAGGIO RIPRESE VERSO LA RICERCA
DELLE FRECCE LANCIATE DA ABALUM'AIN... FINCHE' UN
GIORNO MOHAK ERA IN PREDA AL MALESSERE...
PASSAVANO GIORNI E GLI ATAM PREPARATI PER LEI E LE
OFFERTE PER LA NEBALDEVA KITSA FURONO INUTILI...IL
MALESSERE PEGGIORAVA FINCHE' MOHAK VENNE PRESA
DEFINITIVAMENTE DALLO STRAZIO DI HINSAK
MORENDO...KARMA AVEVA SVOLTO IL SUO COMPITO
PESANDO L'ATMA DELLE DUE DONNE. IL VIAGGIO NON SI
CONCLUSE MA DOPO I 28 GIORNI E FINITE LE CERIMONIE IL
VIAGGIO RIPRESE... FREDDO, SCARSITA' DI CIBO, PERDITE
E LUTTI NON FERMARONO IL COMPITO CHE BIRI,RUMBUR,
MUMURET AVEVANO... PASSAVANO VALLI E VILLAGGI MA
NESSUNA TRACCIA DELLE FRECCE FINCHE' UNA MATTINA
MENTRE KALASHA SI LAVAVA AL FIUME FU PRESA DA UNO
STATO DI DHUBì,JILSAY, SUCHI,GHADI, GIOCAVANO CON
LEI FINCHE' SI PRESENTARANO ALLA DONNA LE
BHAVISHIAVA CHE LE DISSERO <<KALASHA, BEN
ARRIVATA...SIETE VICINI ALLE VALLI DOVE FORMERETE IL
NUOVO POPOLO. ENTRO IL CALARE DELL'OSCURITA'
TROVERETE DUE VALLI DOVE GIA' VIVONO MANAV CHE
SANNO DEL VOSTRO ARRIVO ATTRAVERSO UNA DAEN
COME TE, SONO PERSONE SEMPLICI E GENTILI VI
ACCOGLIERANNO E DA VOI INPARERANNO A VIVERE NELLA
PUUJA, MENTRE UNA VALLE E' TOTALMENTE ISOLATA E LI
TROVERA' LA FRECCIA MURMURET E CREERA' IL
MANDIR>>...USCITA DALLO STATO DI DUBI' KALASHA
CORSE VERSO BIRI,RUMBUR, MUMURET PER AVVISARLI DI
CIO' CHE LE ERA ACCADUTO E GUIDARLI. PRIMA DI
RIPARTIRE FECERO LE OFFERTE PER A'BALUM'AIN E I
DEVA. DURANTE IL TRAGITTO RUMBUR SENTI' DI ANDARE
AL DI LA' DELLA SCHIERA DI GINEPRI VI TROVO' UNA
FRECCIA GIALLA... LA GENTE DELLA VALLE CHE LI
ACCOLSE COME UNA FAMIGLIA E QUELLA VALLE PRESE IL
NOME DI RUMBUR... BIRI STESSA COSA VENNE ATTRATTO
DA UN LUOGO AL DI LA DEL FIUME E ANCHE LUI VI TROVO'
UNA FRECCIA ROSSA E ABITANTI CHE LO ACCOLSERO
CHIAMANDO LA PROPRIA VALLE CON IL SUO NOME E
INFINE MURMURET SI INCAMMINO' VERSO UN LUOGO
SOLITARIO E CIRCONDATO DAL NULLA SE NON DA ANIMALI
E PIANTE VI TROVO' LA SUA FRECCIA MARRONE E QUEL
LUOGO PRESE IL NOME DI MURMURET. IL SOLE AVEVA
COMPLETATO IL SUO CICLO COMPLETO E IN ONORE DI
A'BALUM'AIN FURONO FATTE OFFERTE.

IL PRIMO MADIR DELLA VALLI KALASH:

GLI ABITANTI DELLE VALLI INIZIARONO A COLLABORARE
L'UNO CON L'ALTRA AIUTANDO MURMURET ALLA
COSTRUZIONE DEL MANDIR E CONCLUSA, VENNERO FATTE
LE OFFERTE AI DEVA RITROVANDOSI TUTTI IN UN PRANA
DI GIOIA CON SUONI E CANTI FINCHE' MENTRE MURMURET
STAVA PER ACCENDENDO IL PRIMO FUOCO PER I DEVA
VENNE PRESO DA UNA DUBI' DI A'BALUM'AIN...IL DEVA
BENEDI' GLI ABITANTI DELLA VALLE E DISSE <<IL PRANA
DEI DEVA E' IN MEZZO A VOI, CHE SIETE STATI D'ANIMO
GENTILE E LIBERO. IMPARERETE LE LEGGI DELLA NATURA
E VIVRETE CON ESSA IN PIENA ARMONIA, LE TRE VALLI
CHE HANNO PRESO IL NOME DEI TRE INIZIATI CHE
STAVATE ASPETTANDO, DA ORA IN POI NON SARETE
SEPARATI MA UN'UNICA FAMIGLIA E VI CHIAMERETE
KALASH (LIBERI) IN QUANTO NON VI DOVRETE MAI FARE
OPPRIMERE DA NESSUNO...IL NOME DA ONORE ALLA
DHAEN ALLIEVA DELLA GRANDE DHEAR PREERNADEVA
CHE INCISE A TUTTI LORO I SANKET CHE PORTANO NELLA
CARNE E IN KALASHA DIEDE ASSOLUTA FIDUCIA PER FAR
ACCOMPAGNARE FIN QUI DA VOI BIRI,RUMBUR, MUMURET
>> A'BULUM'AIN LASCIO' SPAZIO ALLA DEVA MAKUTA CHE
AVVICINATASI AD UNA DONNA E LE CONSEGNO' IL FUOCO
E LE DISSE <<BENVENUTA PRAANID DI QUESTO NUOVO
CICLO DEDITO ALLA DEVA AKUVARE', MIA MADRE>>
CONTINUO'<<IDA,LE TUE DUE SORELLE RICEVERANNO LA
DIKSHADEVA DAL DEHAR BIRI TUA SORELLA MAGGIORE
PRENDERA' IL DHARMA PARAMATA E TUA SORELLA MINORE
LA DAEN SUVAN. TU E SUVAN CHE AVETE IL CUORE
IMPEGNATO VI DEDICHERETE TU AL TUO MIRIPATI E LEI
ALLA SUA DONNA PER SEMPRE , MENTRE PARAMATA CHE
NON CONOSCE AMORE SARA' CASTA COME PATTO CON
AKUVARE' E ME. E UNA VOLTA AL MESE VI SEPARERETE
DAGLI UOMINI E CON QUESTO FUOCO CHE TI CONSEGNO
CHE SARA' IL PRANA A CUI VI DEDICHERETE DA
SADHVISUDH (“VESTALE”) IN ONORE MIO MA SOPRATUTTO
DELLA TUA SIRDEVA E DELLA LORO KANDEVA AKUVARE'
>>.

IDA E IL SUO KHOR:

DALLA BENEDIZIONE DI AIN LA VITA DI IDA NON FU PIU' LA
STESSA...SI DEDICAVA CON INDISCUTIBILE DEVOZIONE
ALLA FAMIGLIA E AL FUOCO SACRO. LE TRE SORELLE
UNITE COME NON MAI PORTAVANO ALLA VALLE LA
BENEDIZIONE DI MAKUTA E AKUVARE'. IL PANE SACRO
RENDEVA ABBONDANTE LE CASE DEI KALASH E IL PRANA
SI ESPANDEVA VIVENDO IN EQUILIBRIO E NESSUNO
RECAVA DANNO ALL'ALTRO IN QUANTO OGNUNO AVEVA IL
PRANA DEI DEVA. IDA DEDICANDOSI AL SUO NUOVO
DHARMA DISTOLSE LA SUA ATTENZIONE DALLA VECCHIA
ANGOSCIA DI NON AVERE FIGLI. OGNI VOLTA CHE IL CICLO
PORTAVA A LEI LA RESPONSABILITA' DEL FUOCO VENIVA
ACCOMPAGNATA ALLE PORTE DEL MANDIR DAL SUO AMATO
VIRESHA. UN GIORNO AIUTATA DAL SUO MIRIPATI VISTA
L'ASSENZA MOMENTANEA DEI\DELLE TARAMITA PULI' IL
TEMPIO, LO PURIFICARONO E SI DEDICARONO AI DEVTA.
ENTRAMBI SI POSIZIONARONO DINANZI L'ALTARE E
INNALZARONO I MANTRA. APPENA FINIRONO IL LORO
CORPO ERA CARICO DI PRANA E SI SENTIRONO UNO
SPINTO VERSO L'ALTRA... I LORO CORPI SI
AVVINGHIARONO E PIAN PIANO SI ACCENDEVA IN
EROTISMO E PIACERE SACRO. I MOVIMENTI MORBIDI E
SINUOSI DIVENNERO SEMPRE PIU' CALZANTI E FRENETICI
GODENDONE IL PIACERE CHE UNO PROVAVA PER L'ALTRA
ALL'UNISONO.FINCHE' RAGGIUNSERO L'ORGASMO, SACRO
SUONO DIVINI, DAGLI ODORI COSMICI
DELL'UNIONE...CALDO FUOCO CHE UNISCE LE ACQUE DEI
DUE CORPI SOLIDI. QUELL'UNIONE SACRA NEL TEMPIO
DIEDE IN DONO IL LORO KHOR DEVAGRAH (DONO DEL
TEMPIO).

AKUVARE' E A'BALUM (LA NASCITA DELLE SAMAY E DEL

DESTINO DEI MANAV):
IL FUOCO SACRO RESTAVA SEMPRE ACCESO NEL MANDIR
IN ONORE DI AKUVARE'... A'BALUM SI RECAVA SPESSO NEL
TEMPIO PER PORTARE LE OFFERTE DEGLI UMANI
DESTINATI AI DEVA. AD ACCOGLIERLO C'ERA SUA SORELLA
AKUVARE' CHE FACENDOLO ACCOMODARE ACCANTO AL
FUOCO SI FACEVA RACCONTARE LE SUE IMPRESE. ESSA
FANTASTICAVA NEL SENTIR RACCONTARE LE VICENDE
VISUALIZZANDO I VARI ACCADUTI CHE A'BALUM GLI
RACCONTAVA. ED ERA SEMPRE INTORNO A QUEL FUOCO
CHE I DUE DEVA SI SCAMBIAVANO RACCONTI CHE
CAUSAVANO RISA O AGITAZIONI. UN GIORNO A'BALUM
PRESENTANDOSI AL TEMPIO, COME SUO SOLITO, CON ALLA
SCHIENA LE OFFERTE DEL CHAUMOS, NONOSTANTE LA
SUA FORZA DA STALLONE LA SUA STANCHEZZA ERA
VISIBILE AD AKUVARE', NONOSTANTE LEI DA FORTE
SOMARO CHE ERA NON POTEVA ESSERE D'AIUTO AL
FRATELLO IN QUANTO DOPO LA VICENDA DI ATERIS NON
POTEVA LASCIARE IL FUOCO INCUSTODITO. A'BALUM QUEL
GIORNO FINALMENTE FINI DI CARICARSI LE OFFERTE E LA
SORELLA LO ALLEVIO' CON UN BAGNO FATTO DEL SUO
CALDO LATTE, GLI ACCAREZZAVA LA CRINIERA E GLI
CANTAVA DOLCI MANTRA FINQUANDO I DUE GIAQUERO
INSIEMEIN TENERA PASSIONE. E' FU PROPRIO DA QUELLA
PASSIONE CHE DOPO 13 MESI E 9 GIORNI CHE NAQUERO LE
TRE SAMAY. A'BALUM SI PRENDEVA POCO CURA DELLE
PICCOLE IN QUANTO ERA SEMPRE IMPEGNATO NEL SUO
COMPITO DI CUSTODE E COME DISPENSATORE DI
RICHIESTE E DONI. AKUVARE' INVECE SI PRENDEVA CURA
CON AMORE DELLE FIGLIE AIUTATA SPESSO DALLA
SORELLA AKETINA, CHE DOPO LE SUE LOTTE ANDAVA A
RILASSARSI NEL MANDIR PER TESSERE IN COMPAGNIA DI
AKUVARE'. L A SACRA CIVETTA TENEVA IMPEGNATE LE
PICCOLE SAMAY INSEGNANDOGLI L'ARTE DELLA
TESSITURA, CHE NELLE LORO MANI DAVANO VITA AL
DESTINO DEI MANAV (UMANI) FORMANDO LE VICENDE DI
QUEST'ULTIMI. CON LE LORO MANI SPORCHE DI CENERE LE
TRE SORELLE SI DIVIDEVANO I COMPITI. ATIT
RACCOGLIEVA I FILI SPARSI, YED TENDEVA IL FILO E
BAVIJA SCIOGLIEVA O TAGLIAVA I FILI ANNODATI. FU
GRAZIE A QUESTO DONO CHE LE SAMAY TESSEVANO I
RACCONTI DEL PADRE SULLA VITA DEGLI UMANI E LE
CONSEGUENZE.

LA NASCITA DELLA DEVISUDH MAKUTA:

AKUVARE' DOPO LA PASSIONE CON A'BALUM CONOBBE IL
VERO AMORE VERSO LA SUA GEMELLA ADIMITRA. GIA' DA
PRIMA MOLTO LEGATE DIVENNERO INSEPARABILI...LA
LORO UNIONE RESE IL MANDIR SEMPRE ABBONDANTE.
UNA NOTTE DI DAAVAT NAYA, ENTRAMBE FURONO PRESE
DAL FERVORE DELLA LORO PASSIONE , I LORO CORPI SI
STRINSERO COME NON MAI, FINENDO PER GIACERE
INSIEME. QUEL RITMO IRREFRENABILE RENDEVA I LORO
CORPI CALDI, IL LORO RESPIRO AFFANNOSO...PER LA
PRIMA VOLTA AKUVARE' DISTOLSE LA SUA ATTENZIONE
VERSO IL FUOCO, ERA TOTALMENTE DEVOTA ALLA SUA
AMATA, AL SUO CORPO, AL SUO SGUARDO, AI SUI
BACI...DALL'ESPLOSIONE DI QUEL PIACERE D'AMORE SI
FORMO' UN NUOVO PRANA...ERA UNA BAMBINA DALLE
GAMBE “EQUINE” E DAI RAMI ALLA TESTA COLOR TERRA,
NEGLI OCCHII LUCCICAVA IL COLORE DI QUEL FUOCO
SACRO E CON VOCE GENTILE SI RIVOLSE ALLE SUE MADRI
<<MI INCHINO A VOI CHE MI AVETE DATO VITA, MI INCHINO
ALLA VOSTRA IMMENSITA' E MI INCHINO DINANZI AL
SACRO FUOCO CHE MANTIERE VIVA L'ATMA DEL MANDIR>>
CONTINUO' << MIA DOLCE MADRE AKUVARE' TI DEDICASTI
AL SACRO FUOCO DONATA DALLA POSSENTE VACCA
MAPITRI' CON DEVOZIONE COME OGGI TI DEDICHI CON LA
STESSA POTENZA ALL'AMORE VERSO MIA MADRE
ADIMITRA, IO NON CONOSCO AMORE E NON LO
CONOSCERO', NON CONOSCERO' SGUARDO ALTRO SE NON
QUELLO CHE MI HA DATO VITA E MI PRENDERO' INSIEME A
TE CURA DEL SACRO FUOCO DIVENENDO TUA DEVOTA
DEVISUDH (DEVA VESTALE) ...IO NON CONOSCERO' DEVA,
NE NEBALDEVA CHE MI POSSANO DISTOGLIERE NEMMENO
FISICAMENTE DA QUESTO FUOCO FINCHE' NON RITORNI
ALLA SUA POTENZA PRIMORDIALE COME LO E' IL VOSTRO
AMORE E IL TUO AMORE PER L'ANANT (FUOCO SACRO)>>.

AKUVARE' E LA NISHTEJA:
TEJA ERA UNA DELLE TRE SADHVISUDH INSIEME A DINKA
E VIKAS. LA GIOVANE RAGAZZA PER MOLTO TEMPO AVEVA
DATO IL PANE SACRO IN CAMBIO DI ALTRO FINCHE' VENNE
SCOPERTA...LA RAGAZZA SI GIUSTIFICO' IMMEDIATAMENTE
DI NON ESSERE A CONOSCENZA DEL FATTO CHE IL PANE
SACRO NON POTESSERE ESSERE BARATTATO E QUINDI
VENNE “GIUSTIFICATA”...UNA DELLE SUE GRANDI PASSIONI
ERA ANDARE SPESSO AL MERCATO ANCHE PER PRENDERE
CIO' CHE LE ERA UTILE PER LA SUA PUUJA E IL SUO ANIMO
ESPANZIVO LA PORTAVA A CHIACCHIERARE CON CHI CHE
SIA...FINCHE' PIU' VOLTE SI RITROVO' A PARLARE CON UN
GIOVANE VENDITORE DI FAVE DELL'ISOLA CHE LAVORAVA
NEL MERCATO. I DUE SI APRIRONO SEMPRE DI PIU'... E
TEJA FIDANDOSI DEL RAGAZZO GLI RACCONTAVA TUTTO.
FINCHE' PER SPAVALDERIA O PER INNOCENZA MISE IL
GIOVANE A CONOSCENZA DEL SUO RUOLO DA SADHVISUDH
E DELLA SUA PUUJA. TRA SORRISI E CHIACCHIERE I DUE SI
DAVANO COMPAGNIA E PER QUESTO PIU' VOLTE TEJA
VENNE RIPRESA DALLE DUE SADHVISUDH. VENNE IL
GIORNO DEL SUO TURNO, PER PRENDERSI CURA DEL
FUOCO E SI FECE ACCOMPAGNARE DAL RAGAZZO NEI
PARAGGI DEL CASOLARE DOVE DOVEVA ACCENDERE IL
SACRO FUOCO...IN QUEL LUOGO FRA LE CAMPAGNE
ISOLATE VENIVA ACCESO IL FUOCO IN ONORE DI AKUVARE'
E PREPARATO IL SACRO PANE...FINCHE' QUEL GIORNO LA
PORTA FU SPALANCATA DA DEGLI UOMINI CHE
OLTREGGIARONO IL LUOGO E IL CORPO DELLA RAGAZZA
FU PRESO E RINCHIUSO PER PRATICHE NON
CONSENTITE ;STESSA CONDANNA PER LE ALTRE
SADHVISUD E LE LORO VISUDH DI CUI AVEVA FATTO NOMI
AL RAGAZZO. DURANTE LA NOTTE IN QUEI LUOGHI
FETICI,BUI E UMIDI DOVE DORMIVA LA RAGAZZA FU
VISITATA DALL'ATMA DI AKUVARE' CHE IN SILENZIO SI
AVVICINO' ALLA RAGAZZA. TEJA NEL VEDERLA SCOPPIO'
IN LACRIME E TENTO' DI GIUSTIFICARE “L'INNOCENZA
DELLE SUE AZIONI” MA AKUVARE' CON TONO SEVERO SI
RIVOLSE A LEI E DISSE <<SE SEI INNOCENTE RACCOGLI
TUTTE LE LACRIME IN QUESTO SETACCIO>> TEJA PRESE IL
SETACCIO MA LE LACRIME LO OLTREPASSAVANO IN
QUANTO BUCATO E AKUVARE' AGGIUNSE <<LE TUE
PAROLE SONO COME QUESTO SETACCIO CHE NON PUO'
CONTENERE LE TUE LACRIME COME LE TUE
GIUSTIFICAZIONI NON CORRISPONDONO AL VERO, IL TUO
CUORE COME AVEVI PROMESSO NON DOVEVA PROVARE
AMORE,DESIDERIO,SGUARDI,PENSIERI PER ALTRI SE NON
PER IL TUO RUOLO DI SADHVISUDH>> CONCLUSE << DAL
FUOCO NASCESTI E DAL FUOCO MORIRARI E COME AVEVI
PROMESSO ETERNA FEDELTA' IN ETERNO SARAI FEDELE AL
TUO RUOLO DI APORAMBRUT PRENDENDO IL NOME DI
NISHTEJA (ASSENZA DI FUOCO)>>. LA RAGAZZA COME LE
SADHVISUDH E LE ALTRE VISUDH FU BRUCIATA AL ROGO
MA LEI, PUNITA, VAGO' PER SEMPRE NEL MONDO DI MEZZO
DA ANIMA DISPERSA.

SADHU:
SADHU AVEVA PERSO CON L'UCCISIONE DELLA
SADHVISUDH E DELLE VISUDH LA FIGLIA E LA COMPAGNA.
IL SUO ANIMO BRUCIAVA COME QUEL TEMPIO ARDENTE
CHE VIDE DISTRUGGERSI, PIEGARSI E INCENERIRSI
DINANZI I SUOI OCCHI E NE RACCOLSE UNA FIAMMA CHE
TENNE SEMPRE ACCESA COME IL SUO DOLORE
STRAZIANTE ERA ETERNO, MA SILENTE, COME IL FUOCO
SOTTO LE CENERI. CON LA MORTE DEL SUO KHOR SADHU
AVEVA PERSO TUTTO,NON GLI RESTAVA CHE QUELLA
PICCOLA FIAMMELLA CHE RIPORTAVA IN LUI LA MEMORIA
DI COME NELLA SUA VITA CHE DAL FUOCO TUTTO ERA
NATO E DAL FUOCO TUTTO VENNE DISTRUTTO. UNA NOTTE
MENTRE L'OSCURITA' LO INGHIOTTIVA CON I SUOI ABITI
NERI E IL SUO VISO COPERTO INIZIO' A VAGARE
FACENDOSI LUCE CON QUELLA PICCOLA FIAMMA, PICCOLA
COME LA SUA UMILTA', TREMANTE COME LE SUE GLACILI
GAMBE, SOTTILE COME IL SUO CORPO ESILE MA PROTETTO
COME L'AMORE VERSO IL SUO ETERNO KHOR. IL SUO
VIAGGIO D'EREMITAGGIO DURO' TANTO QUANTO PER
PORTARLO A SCONOSCERE LA VITA DEL VILLAGGIO E
DIMENTICARE IL VOLTO DEI SUOI SIMILI SE NON QUELLO
DELLE SUE AMATE DONNE. UNA NOTTE MENTRE
RACCOGLIEVA L'ACQUA AL FIUME FU RIPERCORSO DA
TREMORI CHE CERCAVANO INVANO DI FAR CEDERE IL SUO
CORPO CHE SI OPPONEVA NEL NON VOLER MOLLARE
QUELL'AMPOLLA CONTENENTE QUELLA FIAMMA, UNICA
COSA CHE ORMAI POSSEDEVA OLTRE LA VITA. FINCHE'
L'ULTIMO STRANTONE GLI FECE CADERE DINANZI IL VISO
IL TURBANTE CHE AVEVA NEI CAPELLI CHE GLI OSCURO'
LA VISTA. IN QUELL'ISTANTE I TREMORI CESSARONO E
UNA VOCE ANDROGENA GLI DISSE <<LA TUA COSTANZA,
FORZA E DIGNITA' TENGONO SOLIDA LA TUA ATMA
D'UCHAR. TI SEI OPPOSTO ALLA DUBHI PUR DI
PROTEGGERE IL FUOCO A TE SACRO E QUESTO TI FA SOLO
ONORE SADH>> CONTINUO' << CONOSCI LA RINUNCIA
COME DA TUO DHARMA. UMILTA', SAGGEZZA E COSTANTA
SONO ATTRIBUTI CHE TI RENDONO DEGNO AI MIEI
OCCHI>> CON LE SUE CORNA LA CREATURA GLI SCOPRI' IL
VISO E CONTINUO' <<AKUVARE' DEVA MADRE DEL TUO
KHOR STA USCENDO DAL NEKE PER VAGARE COME TE,
SENZA TEMPIO, DIMORA NE LUOGO FISSO . DA QUANTO LE
TUE CREATURE SONO STATE BRUCIATE NON HAI SMESSO
DI IMPLORARE IL RITORNO DELLA VIRTUOSA DEVA>>
CONTINUO' <<SE LO DESIDERI, PORTERAI QUESTA LUCE
OVUNQUE ILLUMINANDO ANCHE LA NOTTE PIU' OSCURA.
PORTERAI LUCE TRA I POPOLI AFFINCHE' RICORDINO
L'IMPORTANZA DEL CALORE E DELLA COMUNITA'.
ILLUMINERAI IL CAMMINO DOVE AKUVARE' POSERA' IL SUO
PRANA AFFICHE' POSSA TROVARNE SADH CHE VOGLIONO
DEDICARSI AL SACRO FUOCO. TU ILLUMINERI IL MIO
OCCHIO OSCURO CHE TI VEGLIERA' E LORO DARANNO
CALORE AL MIO OCCHIO NASCENTE PORTANDO
ABBONDANZA NEI POPOLI DOVE AKUVARE' PRESIDERA'.>>
LA CREATURA MISE NELLA MANO SINISTRA DI SADHU LE
CENERI DEL SUO AMATO KHOR E DELL'ULTIMO FUOCO
SACRO. SADHU LE PRESE E DISSE <<APATMADEVA
A'BALUM'AIN CHE TU POSSA GUIDARE IL CAMMINO CHE
STO INTRAPRENDENDO>>.

SUKTA E AVAKOJ:
NELLA VALLE NACQUE UNA BAMBINA SHATNA
(ANDROGINA). GIA DALLA NASCITA NON AVEVA EMESSO
SUONO. UN GIORNO DURANTE IL SOLSTIZIO D'AUTUNNO
LA PICCOLA CADDE IN STATO DI DHUBÌ DE* EDHUT E
INIZIO' A CANTARE IN ONORE DEL COSMO. LA DEHAR
AVAKOJ (COLEI CHE CERCA LA VOCE) SI AVVICINO' ALLA
PICCOLA, CHE COMUNICAVA FACENDO DA TRAMITE TRA
EDHUT E LE\I PARTECIPANTI E LA PRESE TRA LE SUE
BRACCIA. LA PICCOLA SI AVVICINO' ALL'ORECCHIO,
SOFFIO' Al SUO INTERNO E GLI DISSE CON VOCE TRIPLA
<<ECCO QUI IL TUO NUOVO DHARMA PAZIENTE AVAKOJ. LA
TUA PAZIENZA A COGLIERE TUTTE LE FORME DI
COMUNICAZIONE TI HANNO PORTATO FIN QUI IN QUESTA
TERRA PER ASCOLTARE LA VOCE DI CHI NON NE AVEVA
VOCE DI CHI AL MOMENTO CHE DECIDERA' DI ACCEDERE
ALLA DIKSHA PRENDERA' IL NOME DI SUKTA (INNO ALLA
VITA)>>. LA DEHAR IN LACRIME BACIO' LE PICCOLE
LABBRA DI QUELLA BELLA CREATURA E LE DISSE <<ANCHE
IO VORREI SENTIRE UNA CREATURA COMPLETA E
ILLUMINATA COME TE CRESCERMI DENTRO, MA NE
RINUNCIO FINCHE IO POSSA DARLE VITA DENTRO UNA
TERRA FATTA DI MAHAATMA >> E RIPRESE IL SUO VIAGGIO.
DA QUEL MOMENTO LA PICCOLA PRESE A PARLARE, MA
QUELLO CHE AMAVA DI PIU' ERA CANTARE E INFATTI
NELLA VALLE ERA CHIAMATA BHAJAN . UN POMERIGGIO
D'ESTATE MENTRE LA PICCOLA BHAJAN CANTAVA AI PIEDI
DEL RUSCELLO SENTI' DEI PASSI E ALLE SUE SPALLE C'ERA
UNA DONNA CHE CON GLI OCCHI COLMI DI EMOZIONE LA
OSSERVAVA. ERA AVAKOJ, LA DEHAR DI CUI TUTT* GLI
RACCONTAVANO. BHAJAN E AVAKOJ MANO NELLA MANO SI
AVVICINARONO ALLA VALLE E SI RACCONTAVANO. GLI\LE
ABITANTI DELLA VALLE ACCOLSERO IN FESTA LA DEHAR
CHE ALLEGRAMENTE DANZAVA MENTRE LA PICCOLA
BHAJAN CANTAVA E OGNUNO PORTAVA LA SUA ARMONIA
MUSICALE. LA PICCOLA BHAJAN SI AVVICINO A AVAKOJ E
AI\ALLE DEHAR E CANTANDO DOLCEMENTE COMUNICO'
LORO CHE VOLEVA RICEVERE LA DIKSHA IL GIORNO DEL
SUO PRIMO MAASIK, FU LI CHE TUTTO FIVENNE UNO
STRUMENTO INCALZANTE DI MUSICA PRANICA IN SEGNO
DI FESTEGGIAMENTO. I\LE DEHAR FECERO PRENDERE
CURA A AVAKOJ DELLA PICCOLA CHE CRESCEVA GIORNO
PER GIORNO. UNA NOTTE LA PICCOLA CORSE DALLA
DEHAR CHE IN STATO DI DHUBì STAVA PREPARANDO
CIO'CHE SAREBBE SERVITO ALLA DIKSHA. LA PICCOLA
RIMASE LI DINANZI A LEI SERENAMENTE PARALIZZATA AD
OSSERVARLA FINCHE LAVANDOLA LA BENDO' E LA INIZIO'
AI\ALLE DEVA PRENDENDO IL NOME DI SUKTA. ALLA
MATTINA DEL TERZO DIN (GIORNO) LA DEHAR SI
PREPARAVA PER ANDARE VIA FINCHE' FU BLOCCATA DALLA
PICCOLA, CHE AVVOLGO IL SUO VENTRE TRA LE SUE
BRACCIA AVVICINO' LE SUE LABBRA A QUELLE DELLA
DEHAR E GLI SOSPIRO' UN CANTO DOLCE BACIANDOLA.
AVAKOJ OSSRVAVA QUEI OCCHI MAGNETICI PERDENDOSI
NEL SUO CANTO E LE DISSE <<IO NON VAGO MA CERCO.
CERCO LUOGHI OFFESI DALLA VOLGARITA' DEI MANAV E
SCHIAVIZZATI DAGLI APORAMBRUT AFFINCHE' LA TERRA
POSSA ENTRARE NUOVAMENTE NELLA CONSAPEVOLEZZA
CHE A'BALUM'AIN CHIAMA NUOVA TERRA>>. E
BACIANDOLA RIPRESE IL SUO VIAGGIO.

SUKTA E KOLAAHAL:
SUKTA DA QUANDO AVAKOJ ERA ANDATA VIA DECISE DI
VIVERE NELLA RINUNCIA VIVENDO DENTRO IL MANDIR
DONANDO AI DEVA INNI MENTRE I\LE TARAMITA SI
PRENDEVANO CURA DEL MANDIR. I SUOI CANTI ERANO
POESIE CHE PARLAVANO DI UNA TERRA NUOVA IN ONORE
DELLA DEHAR E DI QUELLO CHE GLI AVEVA TRASMESSO,
NONOSTANTE IGNARA DI COSA PARLASSE LA DEHAR, MA IL
SUO CUORE , LA SUA ANIMA SI SENTIVA FELICE OGNI
VOLTA CHE NEI SUOI CANTI RACCONTAVANO DELLA
YUGAIN. LA BELLEZZA DELLA SUA VOCE E LA SUA
POTENZA PRANICA DIVENNE MOTIVO DI PELLEGRINAGGI
DA OGNI DOVE. UOMINI E DONNE SI RITIRAVANO,
CULLANDOSI NELLA MELODIA COME SEGNO DI PREGHIERA,
RACCOGLIMENTO, OFFERTA. SUKTA SI NUTRIVA DI SOGNI E
DI QUELLO CHE LE GENTI GLI OFFRIVA AMOROSAMENTE.
UN GIORNO MENTRE SUKTA DONAVA IL SUO CANTO FU
ACCOMPAGNATA DA UNA VOCE A LEI SCONOSCIUTA. ERA
UN UOMO DALLA VOCE CELESTIALE CHE USCIVA DA QUEL
CORPO ROTONDO, INGOMBRANTE. LE LORO VOCI SI
UNIVANO , LA VOCE DI LUI PLASMAVA QUELLA DI LEI.
NUOVE TONALITA' , NUOVI RITMI PIAN PIANO, GIORNO PER
GIORNO PRENDEVANO IL POSTO DI QUELLE VECCHIE.
PASSAVA IL TEMPO E QUELL'UOMO RESTAVA LI NELLA
VALLE A DONARE LA SUA VOCE. UOMINI E DONNE SI
FECERO GUIDARE DA QUEI RITMI CHE QUELL'UOMO
INSEGNAVA. OGNUN* A PROPRIO MODO E CON I PROPRI
STRUMENTI SI DIVERTIVANO A MUSICARE DIVENENDO
GRATI VERSO QUELL'UOMO SI CHIAMAVA KOLAAHAL. IL
POPOLO RICAMBIAVA CON OFFERTE I SERVIGI DELL'UOMO
MA LUI RIFIUTAVA DICENDO <<FRATELLI E SORELLE NON E'
LA MATERIA CHE MI COLMA MA IL VOSTRO SCOPRIRE LA
BELLEZZA DELLA MUCICALITA' E NON CE' MIGLIORE
OFFERTA DI VEDERE GENTE CANTARE, SUONARE, RITMARE
CHE A SUA VOLTA TRASMETTE>>. SUKTA ORMAI ASSENTE
ALLA VITA DELLA VALLE RESTAVA LI A DONARE LA SUA
VOCE IN ATTESA DI UN SEGNALE CHE TARDAVA AD
ARRIVARE. IL SUO CUORE COLMO DI SOGNI, DI DESIDERIO,
DI FORZA CRETIVA DIVENNE MALINCONICO. IL SUO CANTO
COSTANTETE SOVRASTATO DA KOLAAHAL SI TRASFORMO'
SENZA CHE SE NE ACCORGESSE LA NATURA DEL SUO
CANTO E DEL SUO ANIMO. UNA NOTTE IN PREDA AL
DELIRIO, ALLA FAME E ALLA RABBIA INTONO' UN CANTO
FORTE, AGGUERRITO COME IL FUOCO DINANZI A LEI E
PRETENZIOSA DI RISPOSTE E DI RISVOLTI INCALZAVA IL
CANTO FINCHE' CADDE IN UNO STATO SCONVOLGENTE DI
DHUBI' E SUKTI SI TROVO' IN UNA REALTA' PARALLELA. IN
QUELLA VISIONE C'ERA UNA TERRA CHE EMANAVA
SERENITA' E DIFRONTE A SE, AVAKOJ CON IL VENTRE
PIENO DI VITA CON INTORNO UCHAR E DEVA. TUTTO ERA
PERFETTAMENTE SERENO FINCHE' IN LONTANANZA VIDE
UNA SAGOMA DIETRO TUTT* CHE DIVENIVA SEMPRE PIU'
GRANDE FINO A AVVOLGERE TUTTO NEL SUO IMMENSO
STOMACO. QUELLA SAGOMA ORMAI DIVENUTA MATERIA
INGORDA MOSTRO' LA SUA FORMA, ERA KOLAAHAL.
USCITA DALLO STATO DI DHUBI', SCONVOLTA SVENNE. AL
RISVEGLIO, IL SUO CORPO SIFILITICO ERA LI INERTE E
DISTURBATO DAL SUONO CHE VENIVA DALLA VALLE.
SCESE CON LE FORZE CHE AVEVA RACCOLTO FINO A DOVE
ARRIVAVA QUEI SUONI. NON SAPEVA COSA FARE, MA
SENTIVA IL PRANA DI CIO' CHE GLI AVEVA DETTO LA SUA
AMATA DEHAR PRIMA DI PARTIRE. CHIUSE GLI OCCHI E SI
COLLEGO' AL SUO RICORDO, AL SUO VISO, ALLE LABBRA
CHE L'AVEVANO BACIATA IL GIORNO CHE PRESE A
PARLARE. SI CONCETRO' SU CIO' CHE GLI AVEVA
TRASMESSO PARLANDO DI UNA TERRA CONSAPEVOLE E
DEL MOTIVO PER CUI AVEVA DONATO IL CANTO ALLA VITA.
E FU LI CHE IL SUO CUORE E LA SUA AURA SI ESPANSE IN
CANTI DOLCI, FORTI, VIOLENTI COME A DARE AD OGNI VITA
LA SUA VOCE. TUTT* SI VOLTARONO AMMUTOLITENDOSI
DINANZI A TANTO SACRO PRANA, LEI SENZA SMETTERE DI
CANTARE SI AVVICINO A KOLAAHAL E SMETTENDO DI
CANTARE SI TRAFISSE LA LINGUA E SI VOLTO' ANDANDO
VIA. ALCUNE PERSONE RINUNCIARONO ALLA PROPRIA
QUOTIDIANIT' LA SEGUIRONO FEDELMENTE DIVENNEDO
SADH E LE TENEVANO COMPAGNIA CON LA MUSICALITA'
CHE NON SENTI' PIU LA SUA VOCE ORMAI DALLA BOCCA
SERRATA CHE AVREBBE EMESSO SUONO SOLO DENTRO LA
NUOVA TERRA FATTA DI ANIME CONSAPEVOLI ED OGNI
COSA ANIMATA E NON NEL COSMO AVREBBE RIPRESO LA
SUA ARMONIOSA SONORITA'. VILLAGGIO IN VILLAGGIO I\LE
SADH IN COMPAGNIA DI SUKTA DANZAVANO,CANTAVANO E
SUONAVANO IN ONORE DEL COSMO E FURONO DEFINIT#
BAHUL (FOLLIA DIVINA).LA SILENTE SUKTA NON MANCO’
AL SUO VOTO DI MUNAMDHI' (VOTO DEL SILENZIO).

AKUVARE' E LA SUA “DISCESA”:

L'AVVENIMENTO DI TEJA AVEVA OLTREGGIATO IL PRANA DI
AKUVARE'...LA DEVA PRESA DALL'IRA FECE PRENDERE
FUOCO L'ULTIMO CASOLARE DOVE VENIVA ACCESO IL
FUOCO A LEI DEDICATO MENTRE LA RAGAZZA SUA
SADHVISUDH VENIVA ARSA AL FUOCO E SPARI' NEL NEKE
E SI NASCOSE FINCHE' AKFISTES CON L'AIUTO DI
AMAKERIA NON LA TROVO'. AKFISTES CERCAVA IN TUTTI I
MODI DI RINCUORARE L'ANIMO DISPERATO DI AKUVARE',
FINCHE' UN GIORNO DECISE DI FARLE UN DONO. DAI LEGNI
RICAVATI DAL MANDIR A CUI AKUVARE' AVEVA DATO
FUOCO COSTRUI' UN PICCOLO TEMPIO DOVE POTERE
ALLOGGIARE E GLI E NE FECE DONO. MA ANCHE
QUELL'ULTIMO DONO NON RINCUORAVA AKUVARE' MA
AUMENTAVA LE SUE LACRIME. ANCHE L'ANIMO
SCIMMIESCO DI AHEREM CHE L'ANDAVA A TROVARE NON
RUBAVA NESSUN SORRISO ALLA DEVA CHE CONTINUAVA A
GUARDARE IL DONO DI AKFISTES IN LACRIME. AHEREM
PRESO DALLA SUA INVENTIVA DONO AL PICCOLO TEMPIO
DELLE RUOTE E SE NE ANDO'.

AKUVARE' VAGANTE:

AKUVARE' NON DISTOGLIEVA MAI IL SUO SGUARDO DA

QUEL PICCOLO DONO. FINCHE' IL SUO ANIMO SEVERO E
NON PIU' IROSO DECISE DI SALIRE SUL PICCOLO TEMPIO...
AKFISTES NELL'ANDARE A TROVARE AKUVARE' NON LA
TROVO' DISTESA NEL FREDDO SUOLO, MA SEDUTA
REGALMENTE NEL PICCOLO TEMPIO ENTRMBI SI
GUARDARONO E SORRISERO SILENTI... FINCHE' AKFISTES
SI RIVOLSE AI DEVTA CHE DECISERO DI AIUTARE AKUVARE'
E DI SGRAVARE ATERIS NELL'AVERGLI RUBATO IL SACRO
FUOCO. ATERIS CON LA SUA IMMENSA FORZA, SENZA FAR
SCOMODARE AKUVARE' PRESE IL TEMPIO E LO PORTO'
FUORI DAL NEKE E SI RIVOLSE ALLA DEVA CHIEDENDOLE
<<SORELLA SAGGIA QUESTO E' UN PICCOLO PEGNO PER IL
TORTO FATTOVI, DESIDERI CHE IO FACCIA ALTRO PER TE?
>> AKUVARE' RISPOSE <<CHE TU POSSA ACCOMPAGNARMI
NEL MIO VAGARE AFFINCHE' IO POSSA PORTARE IL SACRO
FUOCO DOVE DESIDERO SENZA FISSA DIMORA>>. ATERIS SI
MUTO' IN CORVO E TRAINO' IL TEMPIO E INIZIARONO IL
LUNGO VIAGGIO. PASSAVANO GIORNI E NOTTI E IL FUOCO
MANCANTE SI FACEVA SENTIRE NELL'INTERO MONDO SE
NON IN PICCOLI LUOGHI DOVE AKUVARE' E ATERIS
SOSTAVANO PER POCO... UNA NOTTE I DUE FRATELLI NEL
LORO CAMMINO. IN UN DESERTO INCONTRARONO LA
PODEROSA ATRERA. ATRERA PROVAVA UNA GRANDE STIMA
PER LA SORELLA AKUVARE' CHE NON AVEVA MAI CEDUTO
ALLE LUSINGHE DEL SUO AMATO ATUNXEUS, FINCHE'
DECISE DI ALLEVIARE I DUE E DI SPINGERE IL TEMPIO CON
IL SUO POTENTE SOFFIO. ATERIS PRESE IL VOLO E SI
POSIZIONO' SOPRA IL TEMPIO OSSERVAVA LA ROTTA,
MENTRE AKUVARE' NON SMETTEVA DI MOSTRARE IL
SETACCIO IN SEGNO DELL'OFFESA RICEVUTA.

MAASIK:
I CUORI DEGLI UMANI Si iNDURIRONO. L'ASSENZA DI
PARUN E CIO' CHE AVEVA CONDIVISO PER VIVERE
SECONDO IL RISPETTO DELLA NATURA,DEI SUOI CICLI E
DEL RISPETTO DI TUTTE LE CREATURE VIVENTI E NON
DIVENTAVA DA CICLO A CICLO UN RICORDO LONTANO. MA
FINCHE' IL CUORE DEBOLE DEI DIVENUTI SEGUACI DI
PEPPEYA E DIVENENDO MANAV GLI FECE PERDERE IL
CONTROLLO. PER PRIMA COSA INIZIARONO A FARSI
GUERRA TRA DI LORO, ISTIGATI DAI NABALDEVA SANGHA
(GUERRA) E YUD (CONFLITTO). QUEST'ULTIMI
AUMENTAVANO DI PRANA EMANATA DALL'ODIO DI GUERRA
E DAL CONFLITTO DEI MANAV. LA GUERRA INOLTRE
RIEMPIVA DI SANGUE LA TERRA,OFFENDENDO LA GRANDE
DEVTA CHE DIVENIVA SEMPRE PIU' STERILE PORTANDO LA
PESTILENZA. HINSAK (MORTE VIOLENTA) RIEMPIVA
SEMPRE DI PIU' LA SUA COLLANA DI TESCHI, NUTRENDOSI
DEL SANGUE DELLE VITTIME. MA PURTROPPO TUTTO CIO'
NON SI FERMO' SOLO A QUESTO. LA FAME LOGORAVA LO
STOMACO DEGLI UMANI CHE INIZIARONO A NUTRIRSI
DELLA CARNE DEGLI ANIMALI CHE TROVARONO NEL
BOSCO TRAFITTI DA FRECCE ARGENTATE COME QUELLE
DELLA DEVA ATRANIMAIT. MA ANCHE QUEI DONI FINIRONO,
ED INIZIARONO A PRATICARE L'ARTE DELLA CACCIA IN
ONORE DI ATRANIMAIT. MA IN VALLE NON TUTTI ERANO
SANGUINARI MA C'ERA CHI AVEVA L'ANIMO GENTILE COME
MAASIK, UNA DONNA DAL BELL'ASPETTO,
CARATTERIZZATA DALLA PELLE CHIARA, GLI OCCHI VERDI
E CAPELLI CORVINO. MAASIK NON ACCETTAVA IL
CAMBIAMENTO CHE STAVA AVVENENDO NELLA SUA VALLE.
FINCHE' UN GIORNO DECISE LEI STESSA DI SALIRE PRESSO
IL MONTE PARUN PER RIVOLGERSI AGLI DEVTA. PORTO'
CON SE LE OFFERTE E COME INSEGNATOLE DAL GRANDE
DEHAR PARUN LE OFFRI' INTONANDO I CANTI IN ONORE
DEI DEVA. SCESE DALLA VALLE E TORNO' ALLA SUA VITA
QUOTIDIANA, ANCHE SE DA QUEL GIORNO LA SUA VITA
CAMBIO'. IN FASI ALTERNE LEI PASSAVA LE NOTTI O IN
PREDA ALLA NABALDEVA BURASAPNA (INCUBO) CHE
TORMENTAVA IL SUO SONNO SENTENDO LA SOFFERENZA E
IL LAMENTO DELLA TERRA E DELLE SUE CREATURE
OPPURE VEGLIATA DAL NABALDEVA ANIDRA (INSONNIA)
RESTAVA SVEGLIA TUTTA LA NOTTE A RIFLETTERE SU CIO'
CHE STAVA ACCADENDO NELLA SUA AMATA VALLE E AI
SUOI ABITANTI. MOLTO PIU' SPESSO SI RECAVA NEL
TEMPIO O AL MONTE PER FARE LE SUE OFFERTE
SPERANDO NEL CAMBIAMENTO E NELLA PACE. MA
PURTROPPO NULLA DI CIO' AVVENIVA E IL SANGUE
CONTINUAVA A SCORRERE. IN UNA DEI SUOI
PELLEGRINAGGI UNA JADU' LA SEGUI FINO ALLA PORTA
DEL TEMPIO E MENTRE LA DONNA INTONAVA I CANTI, DI
NASCOSTO LA JADU’ MISE ACCANTO A LEI UNA PIETRA
FORATA CHE AVEVA INCANTATO.FINITI I CANTI LA DONNA
VIDE LA PIETRA E LA INDOSSO' CAPENDO CHE ERA STATA
FINALMENTE BENEDETTA. QUELLA NOTTE DOPO TANTO
NON FU PIU' TORMENTATA DA BURASAPNA E ANIDRA MA IL
SUO SOGNO FU' CULLATO DALLA NABALDEVA SAPANA. NEL
SOGNO LEI ERA CIRCONDATA DALLE DONNE DELLA VALLE
E INTORNO A LORO, I COLORI DELLA FESTA DEL JOSHI. SI
SVEGLIO' CON IL CUORE COLMO DI GIOIA E INIZIO' A
RADUNARE LE DONNE DELLA SUA VALLE. MOLTE DI LORO
COME LEI NON TOLLERAVANO PIU' QUESTO SCEMPIO E
CREDEVANO ANCORA AL POTERE DEI DEVA E NELLA
POSSIBILITA' CHE TUTTO CIO' POTESSE CESSARE. SEMPRE
PIU' DONNE SI TROVARONO COSTRETTE A CUCINARE PER I
LORO UOMINI LA CARNE DEI CORPI INERTI E NON PIU'
LIBERI DEGLI ANIMALI UCCISI. UNA COSA ERA CERTA, LE
DONNE DEL POPOLO SI TROVARONO UNITE DALLA
DISAPPROVAZIONE. IL GIORNO DEL JOSHI LE DONNE
INIZIARONO A PREPARARE LE GHIRLANDE E LE CESTE DEI
FIORI E PRONTE SALIRONO TUTTE INSIEME NELLA VALLE
PRESSO IL MANDIR PARUN. GLI UOMINI A DIFFERENZA
DEGLI ALTRI ANNI NON SI RICORDARONO DI ONORARE LA
STAGIONE MA CONTINUARONO NELLE LORO IMPRESE DI
CONFLITTO FINCHE' TORNATI NON TROVARONO NELLE
LORO ABITAZIONI LE LORO DONNE, MADRI,SORELLE ETC.
ALL'INIZIO SI INCOLPARONO L'UNO CON L'ALTRO FIN
QUANDO DALLA VALLE INIZIARONO A SENTIRE
L’INNALZARE DI CANTI . ERANO LE LORO DONNE E IL
CANTO PROVENIVA DA LI' IN ALTO, NEL TEMPIO.
QUEST’ULTIMI SI DIRESSERO VERSO LE PORTE DEL
MANDIR, MA LO TROVARONO CHIUSO. COLPI E URLA
INVITAVANO LE DONNE AD APRIRE, FIN QUANDO AD ALLA
PORTA SPUNTA MAASIK, CHE DISSE LORO << NOI NON
VOGLIAMO MANCARVI DI RISPETTO NE DI ONORI, MA
QUESTO SANGUE VI STA DISTOGLIENDO DAI CICLI DELLA
VITA, DIMENTICANDO, IL CONCETTO DI LIBERTA' E LE
SACRE STAGIONI E TUTTO' CIO' STA RENDENDO CIECHI I
DEVA VERSO DI NOI E NOI VERSO NOI STESSI>> CONTINUO'
<< ABBIAMO SEMPRE AVUTO MOMENTI DIFFICILI, MA
ABBIAMO SEMPRE SUPERATO TUTTO CON CANTI,DANZE E
GIOIE INNALZATE PER I NOSTRI DEVA, INVECE ADESSO GLI
STIAMO DONANDO SOLO SANGUE E ODIO DIMENTICANDOCI
DI LORO E DELLA NOSTRA CRESCITA>> . FRA GLI UOMINI SI
AVVICINO' HEEDAK (ARROGANZA) SUO PADRE, PASSATOGLI
IL CHAATU DI PEPPEYA LO POGGIO' ALLA GOLA DELLA
FIGLIA GLI DISSE << CHI SEI TU, PER RITENERCI LA CAUSA
DI TUTTI QUESTI MALI! TU CHE VIVI CON LA PAURA NEL
CUORE VUOI INSEGNARE A NOI COME VIVERE D'ONORE E
CONTEMPLARE I DEVA?>>. LA DONNA AVVICINANDO
DELICATAMENTE LA MANO VERSO QUELLA DEL PADRE CHE
SI AMMORBIDIRONO E GLI PRESE IL CHAATU E
AVVICINANDOLO AL SUO PETTO INSIEME ALLE MANI DEL
PADRE GLI DISSE << NOI NON ABBIAMO NULLA DI CUI
AVER PAURA IN QUANTO SIAMO UN POPOLO LIBERO E IL
NOSTRO AMORE PER I DEVA CI FA VIVERE IN PIENA
FIDUCIA>>CONTINUO' <<MA NON POSSIAMO CONTINUARE
A VEDERE IL SANGUE INNOCENTE SCORRERE NE
TANTOMENO NUTRIRCI DELLE LORO CARNI>> TUTTE LE
DONNE APPOGGIAVANO MAASIK CHE CONCLUSE DICENDO
<<PIUTTOSTO SONO DISPOSTA A SACRIFICARE ME STESSA
PER SALVARE LA VITA DI QUESTI INNOCENTI E VI DICO O
LA LIBERTA' O MEGLIO LA MORTE>>E SI CONFICCO' LA
LAMA NEL CUORE. PROPRIO IN QUELL'ISTANTE TUTTE LE
DONNE INIZIARONO A SANGUINARE MA L'UNICA AD AVER
PERSO LA VITA ERA MAASIK ,\ UCHAR RISPETTATO E
VENERATO PRESSO L'ALBERO DI FICO SUO JAMPI'. MENTRE
LE DONNE DA QUEL MOMENTO OGNI 28 GIORNI IN SEGNO
DI QUEL SACRIFICIO MOSTRAVANO IL LORO SANGUE CHE
RICORDAVA AGLI UOMINI LA GRANDE FORZA CHE MAASIK
AVEVA DIMOSTRATO DINANZI A TUTTI PER DIFENDERE LA
LIBERTA' E LA TUTELA DI TUTTE LE CREATURE. E' FU
PROPRIO IL NOME MAASIK CHE FU DATO A QUEL CICLO
CHE CARATTERIZZAVA LE DONNE, UN SANGUE SENZA
MORTE MA CHE RIGENERA COME IL PRANA DEGLI DEVA.

HEEDAK DIVIENE LADAN:

HEEDAK DA QUANDO VIDE LA FIGLIA MORIRE DINANZI I
SUOI OCCHI NON TOCCO' PIU' ARMA E INIZIO' A
PRATICARE LA PUUJA PRENDENDO IL DHARMA DI LADAN
(DONARSI). UN GIORNO LADAN ERA NEL TEMPIO PER LA
PUUJA FINCHE' ARRIVO' L'ATMA DI MAASIK CHE GLI
SORRIDEVA CON ORGOGLIO MA LUI SCONVOLTO NEL
VEDERE LA FIGLIA MORIRE DINANZI I SUOI OCCHI SCAPPO'
VERSO LA SUA ABITAZIONE E SI SDRAIO' A TERRA, FINCHE'
UN FORZA PRANICA GLI LEGO' LE MANI DIETRO LA
SCHIENE E GLI MISE DINANZI IL SUO VISO UN
CONTENITORE DI FERRO E LA LAMA CON CUI LA FIGLIA SI
ERA SACRIFICA. GLI MOSTRO' DELLA TERRA E NE MISE
DENTRO IL CONTENITORE DIECI PUGNI. PRESE IL
COLTELLO E GLI E LO MISE NELLE LABBRA. IN TUTTO QUEL
FRANGENTE LADAN NON POTEVA MUOVERSI FINCHE
SENTI DEI TAGLI SUI SUOI RENIE CON I DENTI STRINSE LA
LAMA CHE GLI FU TOLTA E INUMIDITA DEL SUO STESSO
SANGUE CHE USCIVA DA QUEI TAGLI. LA CREATURA GLI
SPEZZO' LE CORDE CHE GLI TENEVANO LE MANI CON LA
SUA STESSA LAMA E GLI E LA RICONSEGNO' E USCI'
DALLA CASA. LADAN MISE DENTRO IL CONTENITORE LA
LAMA E INIZIO' AD OSSERVARE LA SUA ABITAZIONE
FINCHE' SENTI' IL SUONO DI UN CORNO DA GUERRA USCI'
ED ERA LA CREATURA CHE SUONAVA UN TURAHE (CORNO
DI ARIETE) E TENEVA TRA LE MANI UNA FIACCOLA. I DUE SI
GUARDARONO E COME IN ACCORDO SILENTE LADAN PRESE
LA FIACCOLA E DIEDE FUOCO ALLA CASA, ENTRAMBI
GUARDAVANO I SUOI BENI DIVENTARE CARBONE. LA
CREATURA ERA NUOVAMENTE SPARITA PER RICOMPARIRE
AL DI LA DELLE FIAMME E OSSERVAVA LADAN CHE SPINTO
DA UN CORAGGIO E UNA FORZA A LUI SCONOSCIUTA
CAMMINO' SU QUEI CARBONI FINO A RAGGIUNGERLO E FU
LI CHE LA GLI RIEMPI' DI NISHAN ROSSI LE MANI E I PIEDI
E SPARI'...LASCIANDO LA VALLE INIZIO' A VAGARE,DI RADO
INCONTRAVA UN ALBERO DI FICO E SI SOFFERMAVA
GIORNI INTERI E FACEVA DONI IN ONORE DEL SACRIFICIO
DI MAASIK E AL DECIMO ALBERO INCONTRATO E ALLA SUA
DECIMA OFFERTA LADAN MORI' NON PIU' TORMENTATO E
PIENO DI PRANA.

MAASIK E ANJEE:
DOPO CHE MAASIK TROVO' LA PIETRA BUCATA (DONATOGLI
DALLE JADU') E IL SOGNO CHE LA INVITAVA AD UNIRE LE
DONNE DELLA VALLE, DECISE DI ANDARE A TROVARE LA
POTENTE DAEN DELLA VALLE , ANJEE. GLI RACCONTO' IL
SOGNO E GLI MOSTRO' LA PIETRA FORATA. ANJEE APPENA
VIDE LA PIETRA SORRISE E GLI SPIEGO' CHE FU
BENEDETTA DALLE JADU' E CHE ERA SIMBOLO CHE LEI ERA
UNA DAEN E CHE SAREBBE STATA CONSACRATA A TALE
ARTE, MAASIK E ANJEE SI VIDERO SEMPRE PIU' SPESSO E
LA RAGAZZA IMPARO' L'ARTE DELLA JADUTONA FINCHE'
ARRIVO' LA NOTTE DEL SUO PASSAGGIO.
ERA UNA NOTTE SCURA E VENTOSA CHE FACEVA
OSCILLARE I RAMI DEI PODEROSI ALBERI CHE EMANAVANO
SUONI...IL FIUME IN PIENA CANTAVA E LA NOTTE ERA
TESTIMONE DI CIO' CHE STAVA AVVENENDO...ANJEE NELLA
SUA VESTE NERA CHE LA FACEVA DIVENTARE UN
TUTT'UNO CON LA NOTTE FECE UN CERCHIO DI PIETRE E
AL SUO CENTRO CREO' UN'ALTARE RIVOLTO VERSO I
CANCELLI DELL'ETERNO BUIO PER AIN LE JADU', LE
SAMHAY E I NEBALDEVA A LORO AFFINI. INVOCO' I
POTENTI PRAAKA E POSO' I DONI PER I NEBALDEVA E
MENTRE PRONUNCIAVA IL MANTRA <<DAEN AP KAR RAHE
HAIB AUR AYHAAN APA'>> CADDE IN UNO STATO DI FORTE
DUBI' SI AVVICINO' ALLA RAGAZZA CHE STAVA FUORI DAL
CERCHIO DI PIETRE E DAL SUO INTERNO PUNTO' IL CHATU
NEL CUORE DI MAASIK E CON VOCE STRIDULA LE DISSE
<<TU MAASIK STELLA,FIGLIA DEL CIELO E DELLA TERRA.
TU CHE VENISTI ACCOMPAGNATA DAL VENTO CULLATA
DALLE ACQUE PLASMATA DALLA TERRA E DAL FUOCO
FOSTI FORGIATA. STAI PER ENTRARE NEL CERCHIO CHE
STA TRA I MONDI SENZA NE TEMPO E NE SPAZIO COME IL
GIARDINO DA CUI PROVENIAMO...HAI LA FORZA DI
PORTARE LE VESTI DELLA NOTTE ? DA BUONA SORELLA TI
DICO “SE IL TUO CUORE VACILLA MEGLIO CORRERE
CONTRO QUESTA LAMA E MORIRNE SUBITO CHE ENTRARE
IN QUESTO CERCHIO...TU COME ENTRI?>>. MAASIK
STETTE IN SILENZIO E ASCOLTO' IL SUO CUORE E LE
RISPOSE << ENTRO IN PIENO AMORE E PIENA FIDUCIA E
CON IL CUORE SALDO COME IL FERRO>> E BACIO' LA
FRONTE DELLA DONNA CHE RICAMBIO' E LE SEGNO' LA
FRONTE CON LA PUNDRA NERA E LA FECE ENTRARE IN
QUEL MISTICO SPAZIO APPOSITAMENTE CREATO
DICENDOLE <<CHE LA TUA MENTE E IL TUO ANIMO SIA
LIBERO DA OGNI OPPRESSIONE>>. MAASIK VENNE
PRESENTATA AI PRAAKA E AI NEBALDEVA. LE FU
CONSEGNATA LA DAAN GLI DISSE <<(IL METALLO DI
QUESTA DAAN RAPPRESENTA LA FORZA E LA FREDDEZZA
DEL TUO ANIMO...IL TUO CUORE COME QUESTA
DAAYANKAL SARA' DURO...DECIDENDO DI ACCEDERE AL
CERCHIO FU FORATO CAUSANDOTI TUA MORTE AVVENUTA
QUESTA NOTTE CHE TI PERMETTERA' DI COLLABORARE
CON GLI ATMA...COME TE LEI SI NUTRE DI ACQUA
PROFUMATA AFFICHE' TU SIA SEMPRE CARISMATICA E
MAGHETICA...LA CUSTODIRAI E LA COPRIRAI
NELL'USCURITA' COME GLI ABITI DELLA NOTTE CHE PORTI
ADDOSSO... MENTRE INTRECCIAVA I CAPELLI SCIOLTI LE
DISSE <<SETTE SONO LE DINDEVA CHE ETERNAMENTE SI
DANNO IL CAMBIO COME TU ETERNAMENTE TRA LUCE E
OSCURITA' TI TRASFORMERAI MANTENDO LA TUA NATURA
DI DAEN PER L'ETERNITA'>>. IL CORPO DI ANJEE RIPRESE
A TREMARE PER DARE SPAZIO AD AIN CHE LE DISSE <<
ALLA TERZA NOTTE SCIOGLIERAI I TUOI CAPELLI E QUESTI
9 COLORI LI ANNODERAI ALLA DAAN>> PROSEGUI' <<OGNI
QUARTO DI LUNA TI LAVERAI CON L'ACQUA DELLA TUA
DAAN E LA RINFRESCHERAI CON ALTRA ACQUA
PROFUMATA E IN ONORE DEL MIO OCCHIO ACCENDERAI
UN FUOCO SOPRA LA DAAN SCOPERTA AFFINCHE' IO
POSSA DARLE IL MIO PRANA E IL MIO CONSENSO ALLA
BENEDIZIONE DEGLI ATMA >> DOPO AIN CONSACRO' CON
L'ACQUA DELLA DAAN LA TESTA LE LABBRA E LE MANI DI
MAASIK CONCLUSE DICENDOGLI <<PER UN CICLO TOTALE
DI LUNA PORTERAI GLI ABITI DELLA NOTTE E LA PUNDRA
AFFINCHE' IL POPOLO TI RICONOSCA>> CONTINUO'
<<COME DAL TUO SOGNO DELLE DONNE SI
AVVICINERANNO PERCHE' COME TE NON TOLLERANO
L'OFFESA ALLA LIBERTA', TU LE GUIDERAI E CONSACRERAI
A ME E IL TUO SACRIFICIO' CHE DIVERRA' IN ETERNO UN
SIMBOLO MANIFESTO>>.

AKFISTES E LA NASCITA DEI VULCANI:

AKFISTES E' IL DEVA CHE CREA CIO' CHE LA MENTE
CONCEPISCE ATTRAVERSO LA MANUALITA'. GRAZIE AL
DONO RICEVUTO DALLA SORELLA AKUVARE' (IL FUOCO)
INIZIO' A CREARE ORNAMENTI PER LE SUE SORELLE E I
SUOI FRATELLI E ARNESI PER GLI UMANI. QUESTA SUA
ARTE PORTAVA IN LUI MOLTA FATICA CHE
SURRISCALDAVA IL SUO CORPO CHE TRASUDAVA. TUTTE
LE VOLTE CHE LA SORELLA AMAKERIA LO ANDAVA A
TROVARE ,PRESSO LA GROTTA DOVE QUEST'ULTIMO SI
ISOLAVA, PROVAVA UN GRANDE SOLLIEVO AKISTES IN
QUANTO LA SORELLA ERA PORTATRICE DI FRESCHEZZA IN
QUANTO DEVA DELL'UMIDITA'. LEI BELLISSIMA E MOLTO
CURIOSA DANZAVA INTORNO AL FRATELLO CURIOSANTO
CON IL SUO SGUARDO ATTENDO LE OPERE DI AKFISTES. LE
VISITE DI AMAKERIA ERANO MOLTO FREQUENTI
AMMORBIDENDO IL CORPO RUDE DI AKFISTES E IL SUO
ANIMO SOLITARIO. FIN QUANDO PASSARONO GIORNI,
NOTTI, SETTIMANE ETC...E DI AMAKERIA NESSUNA VISITA.
AL RITORNO, A'BALUM'AIN FECE NOTARE AD AKFISTESS
L'ASSENZA DI OMBRA IN TUTTO IL CREATO SIA DI GIORNO
CHE DI NOTTE . AKFISTES PRESE COSCIENZA DI CIO' CHE
LA SAGGEZZA DI A'BALUM'AIN ESPONEVA E ANCORA CON
GLI ARNESI DI LAVORO FRA LE MANI ANDO' IN LUNGO E
LARGO A CERCARE LA SORELLA E IL SUO PRANA
(L'OMBRA). LA SUA RICERCA LO FECE SCENDERE FINO
ALLE VISCERE DELLA TERRA, FINCHE' STRAZIATO SBATTE'
IL SUO MARTELLO CONTRO LA CROSTA TERRESTRE. FU IL
BATTERE DI QUEL MARTELLO CHE LESIONO' LA TERRA
FACENDONE USCIRE LA SUA IRA, IL SUO DOLORE, LA SUA
FORZA INGESTITA IL MAGMA CHE INIZIO' A FUORIUSCIRE
DAL MONTE CREANDO DISTRUZIONE E TERRORE INTORNO
A SE.

AXONI E ATRANIMAIT:
IL RAPPORTO TRA AXONI E ATRANIMAIT E' SEMPRE STATO
CONFLITTUALE NONOSTANTE IL FORTE SENTIMENTO CHE
UNO PROVAVA PER L'ALTRA E VICEVERSA. SI
RINCORREVANO SOLO PER FUGGIRSI E SFUGGIVANO SOLO
PER ESSERE RINCORSI IN UN ETERNO GIOCO DI LUCI
(ECLISSI). IL LORO GIOCO NON SI LIMITAVA SOLO A
RINCORRERSI, QUEST'ULTIMO ERA SEMPRE
ACCOMPAGNATO DA URLA DI GUERRA E\O URLA DI
TRIONFO CHE L'INTERA CREAZIONE SENTIVA. UNA VOLTA
A DIFFERENZA DELLE ALTRE QUESTE URLA SCOSSERO
L'ANIMO DI UNA DEVA. AMAKERIA COME SPESSO FACEVA,
ERA ANDATA A TROVARE IL FRATELLO AKFISTES E MENTRE
DANZAVA ASCIUGANDO IL SUDORE DEL FRATELLO, LA SUA
SERENITA' SU INTERROTTA DALLE URLA DEI FRATELLI
AXONI E ATRANIMAIT CHE PRENDENDO SEMBIANZE
ANIMALESCHI SI RINCORREVANO LANCIANDOSI FRECCE E
LANCE. FINCHE' PRESA DA UN FORTE FREMITO CHE LA
SPINE AD USCIRE, MENTRE I FRATELLI SI FACEVANO
VIOLENTEMENTE GUERRA, SI MISE DI MEZZO PER EVITARE
IL PEGGIO. IL FRATELLO AXONI MENTRE ERA RINCORSO
DALLA SORELLA ATRANIMAIT SI GIRO' E LA VIDE ALLE SUE
CALCAGNE , ENTRAMBI PRESERO LE ARMI PER COLPIRSI
FINCHE' LE LORO ARMI SI INFIZZARONO NEL CORPO DI
AMAKERIA. AXONI SI FERMO' DI COLMO NEL VEDERE IL
CORPO DELLA SORELLA AMAKERIA CADERE NELLA NUDA
TERRA, INVETE ATRANIMAIT ACCECATA DAL DESIDERIO DI
CONQUISTA NON NOTO' L'ACCADUTO USCENDO
TRIONFANTE SUL FRATELLO CHE INERTE OSSERVAVA IL
PRANA DI AMAKERIA USCIRE DAL SUO INVOLUCRO PER
AFFRONTARE IL VIAGGIO VERSO L'UTERO DELLA MADRE
CHE GLI AVREBBE RIDATO VITA.

AMAKERIA KALI E LA NASCITA DELL'ADUNIA NICI:

AKORI' DOPO AVER OFFESO LA SORELLA ABASODAIT,
MALEDETTA DA QUEST'ULTIMA INIZIO' A VAGARE NELLE
VISCERE DELLA TERRA SVOLGENDO NASCOSTA
NELL'OSCURITA' IL SUO RUOLO DI DEVA DEL GERMOGLIO
INSIEME A SUO FRATELLO ABIT CHE NE SCANDIVA IL
TEMPO. UNO GIORNO DURANTE UN'ECLISSI LUNARE IL SUO
LAVORO FU INTERROTTO DALLA BELLEZZA DI UNA LUCE,
UNA SFERA LUMINOSA CHE RUBO' LA SUA ATTENZIONE
MENTRE SCENDEVA E AKORI' LA AFFERRO'. AKORI' CORSE
DAL FRATELLO ABIT E MOSTRO' LA BELLEZZA DI QUEL
POTENTE PRANA FINCHE' DECISE DI INGLOBARLA NEL SUO
SESSO. DA QUEL GIORNO IL PRANA DI AKORI' CRESCEVA A
DISMISURA E CIO' PERMISE DI CREARE UN MONDO NELLE
VISCERE DELLA TERRA SOTTO IL DORSO DELLA MADRE,
DOVE ENTRAMBI GIOCAVANO A REGNARLO. NEL
FRATTEMPO NEL MONDO DI MEZZO REGNAVA SOLO LA
LUCE DELLA NOTTE, IN QUANTO ATRANIMAIT DOPO AVER
AFFERRATO IL FRATELLO NON INTENDEVA MOLLARLO. AL
RITORNO DI A'BALUM'AIN, CHE RADUNO' I DEVTA E I DEVA,
MA ALL'APPELLO MANCAVA AMAKERIA. AFISTES ANDO'
VANO A CERCARE LA SORELLA. IL VENTRE DELLA DEVA
AKORI' CRESCEVA E ALLO STESSO MODO CRESCEVA IL
PESO DELLA SUA COSCENZA, CHE NONOSTANTE FACEVA
L'IGNARA DELL'ACCADUTO,M DENTRO DI SE SAPEVA BENE
CIO' CHE STAVA ACCADENDO. FINCHE' DECISE DI ANDARE
DAI DEVTA PER DIRE CIO' CHE LEI STESSA STAVA
CAUSANDO. I DEVTA CHIAMARONO LA PRESENZA DI TUTTI
I DEVA PER FAR LUCE ALLA QUESTIONE. DINANZI
ALL'ACCADUTO ATRANIMAIT E AXONI INIZIARONO A
COLPEVOLIZZARSI A VICENDO CAUSANDO L'ENNESIMA
RISSA TRA I DUE. FINCHE' I DEVTA PLACARONO GLI ANIMI
E DECISERO CHE DA QUEL MOMENTO AMAKERIA AVREBBE
VISSUTO PER META' CICLO SOLARE CON AKORI' E ABIT NEL
NUOVO MONDO CHE PRESE IL NOME DI ADUNIA NICI',
LUOGO CHE AVREBBE DATO ALLOGGIO ALLE ANIME DEI
MANAV ORMAI MORTALI. NEI SEI MESI NELL'ADUNIALA
MANA' AMAKERIA AVREBBE RACCOLTO LE ANIME MORTE
DURANTE IL SUO ALLOGGIO NEL NEKE PER
ACCOMPAGNARLI AL SUO RITORNO . PER QUANTO
RIGUARDA AXONI E ATRANIMAIT FU DATO IL COMPITO DI
INSEGNARE A AMAKERIA L'ARTE DELLE ERBE PER
GUARIRE DALLE AFFLIZIONI DELLA VITA DURANTE LA SUA
SALITA NELL'ADUNIA BARE'.

ADUNIA NICI E LO SCORRERE DELLA CLESSIDRA :

DOPO CHE A'BALUM ANDO' VIA, I MANAV PERSERO FIDUCIA
NELL'INTERO CREATO, DIMENTICANDO LA LORO STESSA
ESSENZA DIVINA. CIO' RESE SOLIDO IL SOFFIO CHE LO
STESSO A'BALUM AVEVA DATO AL LORO INTERNO. I MANAV
DA ALLORA COME TUTTO CIO' CHE ERA MATERIA (ESSENDO
L'ETERE DEL PRANA DIVENUTO SOLIDO) INIZIARONO AD
ESSERE VINCOLATI DAL RITMO DEL TEMPO E QUINDI
DELLA MORTE E DELLA RINASCITA. I DEVA ABIT, AKORI' E
AMAKERIA OLTRE AD ESSWERE VENERATI DAI MANAV
VENNERO ANCHE TEMUTI IN QUANTO AI MANAV FINO AD
ALLORA ERA INESISTENTE IL CICLO DELLA MORTE. PIAN
PIANO LA CLESSIDRA DELLA VITA PER MOLTI ARRIVAVA
ALL'ULTIMO GRANELLO E AUMENTANDO LA MORTALITA'
L'ADUNIA NICI' SI FACEVA SEMPRE PIU' “AFFOLLATO”. ABIT
SIGNORE DEL TEMPO VEDEVA LE ANIME RIVOLGERSI ALLA
SUA AMATA SORELLA CHE MOSTRAVA CON IL SUO MAGICO
SPECCHIO LA VITA VISSUTA DI OGNUNO. OGNI ATMA
AVEVA IL LUOGO PIU' ADATTO PER RIVIVERE CIO' CHE
FECE INDURIRE IL LORO PRANA PER RAGGIUNGERNE LA
CONSAPEVOLEZZA. SOLO ALLORA AKORI' RICONSEGNAVA
LO SCRIGNO CONTENENTE QUEL PRANA CHE PERMETTEVA
AI MANAV DI RINASCERE E SPERIMENTARE NELL'ADUNIA
MANA CIO' CHE AVEVANO IMPARATO E FAR SI CHE QUELLO
SCRIGNO SI APRISSE (KHARMA). QUEST'IMMENSO LAVORO,
IMPEGNO E CRESCITA DELL'ADUNIA NICI DISTOGLIEVA
L'ATTENZIONE DI ABIT E AKORI' NEI CONFRONTI DEL
TEMPO CHE SCORREVA. AKORI' AMAVA LA SUA PICCOLA
SORELLA AMAKERIA E GLI DONO' IL PRIMO GIARDINO CHE
AVEVA CRATO QUANO LA INGLOBO' . QUEL GIARDINO DOVE
AVEVA INSERITO I SEMI DEL FRUTTO DEL SUO ATTO
SESSUALE CHE DIVENNE UN ALBERO MAESTOSO DI
MELOGRANI BIANCHI, CON GRANDI RADICI CHE VENIVANO
NUTRITI CON LE ACQUE DEL NEKE DOVE LA PICCOLA
AMAKERIA E AKORI' GIOCAVANO AMOREVOLMENTE. UN
GIORNO MENTRE AMAKERIA,ABIT E AKORI' ERANO
INSIEME AI PIEDI DEL MELOGRANO IL VISO DI AMAKERIA
PER META' SCHELETRICO (IN MEMORIA DELLA SUA MEZZA
MORTE) SI RIEMPI', MOSTRANDO IL SUO VISO IN PIENA
BELLEZZA. CIO' RIEMPI' DI GIOIA GLI ANIMI DI ABIT E
AKORI' FINCHE' IL CORPO DI AMAKERIA DIVENIVA
TRASPARENTE TRASFORMANDOSI IN SFERA DI LUCE, LA
STESSA SFERA CHE AKORI' SI ERA INGLOBATA,
FLUTTUANDO VERSO L'ALTO FINO ALL'USCITA DEL NEKE.
L'INCANTESIMO DI AKORI' SI RUPPE ALL'IMPROVVISO
METTENDO ALLA LUCE IL PATTO FATTO CON I DEVTA E
STRAZIATA DAL DOLORE CORSE VERSO IL PRANA DI
AMAKERIA CHE ANDAVA VIA, FINCHE' FU AFFERRATA DA
ABIT, IMPEDENDO CHE QUEST'ULTIMA CADESSE IN UNA
PUNIZIONE PIU' GRANDE, OLTREGGIANDO LA PAROLA
DATA. DURANTE IL SUO CICLO DI SAPHI, AMAKERIA CON IL
SUO STRUMENTO CHIAMA A SE LE ANIME, MENTRE LA
SORELLA AKORI' STRAZIATA DAL DOLORE RENDE ARIDA LA
TERRA NON SVOLGENDO IL SUO LAVORO DI GERMOGLIO.

ATERIS E LA SUA CADUTA:

IL CARATTERE DI ATERIS LO METTEVA SPESSO IN
CONFLITTO CON GLI ALTRI DEVA O LO FACEVANO FINIRE
NEI GUAI.ATERIS AMAVA RIFUGIARSI TRA GLI UMANI
PRENDENDO LA LORO FORMA ED AMAVA IL LORO
TEMPERAMENTO. FINO AD ALLORA I MANAV AVEVANO
COME PUNTO DI RIFERIMENTO PARUN, CHE ATTRAVERSO
IL CONTATTO CON I DEVA LI FACEVA VIVERE
NELL'ABBONDANZA E NELL'ARMONIAMA. UN GIORNO
ATERIS NELLE SEMBIANZE DI UN UOMO FECE CREDERE AI
MANAV DI ESSERE L'AMATO DEHAR. LA SUA FREQUENZA
CON GLI UMANI GLI PERMISE DI CONOSCERE IL LORO
ANIMO FACENDOLO SENTIRE A CASA. DA UNA PARTE
C'ERANO I DEVA CHE LO RITENEVANO UN COMBINA GUAI
ED IMPULSIVO E DALL'ALTRA GLI UMANI LO VEDEVANO
SAGGIO E DAL CUORE GRANDE. I MANAV LA NOTTE
RESTAVANO SOLI CON LE LORO PAURE NUTRENDO ATHANK
(TERRORE), NESSUNA FONTE DI LUCE SCALDAVA LE LORO
DIMORE VIVENDO NEL BUIO. FU QUESTA OSCURITA' CHE
SPINSE ATERIS A TROVARE UNA SOLUZIONE. I DEVA
ERANO A BANCHETTARE E ATERIS SFRUTTO' QUEL
MOMENTOTRASFORMATO IN CORVO PER ENTRARE NELLE
FAUCI DEL VULCANO DOVE VIVEVA IL FRATELLO AKFISTER
IN QUEL MOMENTO ASSENTE. ENTRATO RUBO' UN
FRAMMENTO DI FUOCO AL FRATELLO. NEL TRAGITTO DI
RITORNO LE SUE BIANCHE PIUME INIZIARONO PIAN PIANO
AD ANNERIRSI. ARRIVATO ALLA VALLE RIPRESE LE
SEMBIANZE DEL DEHAR E CHIAMO' L'ATTENZIONE DEI
MANAV, CHE INIZIALMENTE PROVAVANO PAURA AD
AVVICINARSI A QUEL FUOCO CHE ERA PROIBITO
L'UTILIZZO DAGLI DEVA. FIN QUANDO MUKHATA
(IMPULSIVITA') CHE IL L'INPULSO GLI ERA
CARATTERISTICO SI AVVVICINO' CON IL SUO BASTONE. LA
VIOLACEA FIAMMA ETEREA AL CONTATTO DEL BASTONE
DIVENNE ROSSA COME I SUOI CAPELLI. MUKHATA AVEVA
RINNEGATO IL COSMO E I SUOI EQUILIBRI. DOPO AVER
RAGGRUPPATO LEGNO E PAGLIA, MUKHATA LI DIVAMPO' .
ATERIS AVVICINO' LA FOLLA INTORNO AL FUOCO DICENDO
LORO CHE QUEL FUOCO ERA DONO DEL DEVA ATERIS. A
MUKHATA E LA SUA SPECE FU INSEGNATO COME
ACCENDERE IL FUOCO ATTRAVERSO LE PIETRE FOCAIE
RUBARE ALLA SORELLA AKUVARE' E CIO LI RESE
ARROGANTI, LI FECE LITIGARE TRA LORO E IGNARI DELLA
LIBERTA' DIVENNERO MANAV . FU' COSI' CHE ATERIS
DIVENNE IL DEVA PIU' VENERATO DALLA VALLE. ATERIS
ERA IL SIRDEVA DI MUKHATA CHE RACCOGLIEVA I DONI
PER LUI BRUCIANDOLI COME RICHIESTO DAL FINTO PARUN
FRA LE FIAMME DIVENENDO PORTAVOCE DEL DEVA. MA LE
COSE NON ANDAVANO BENISSIMO NE NELLA VALLE CHE
NEL MONTE. NEL MONTE C'ERANO I DEVA IRRITATI DEL
FATTO CHE NON ARRIVASSERO PIU' OFFERTE
LAMENTANDOSENE FINCHE' AHEREM NON ANDO' A
CONTROLLARE. DALL'ALTRA PARTE GLI UMANI SI
SENTIRONO ABBANDONATI DAGLI DEVA E INGANNATI DA
PARUN PERDENDO LA LORO LIBERTA' E DIVENENDO
MANAV. AHEREM PRESO ATTO DI CIO' CHE STAVA
ACCADENDO, SI RECO' AL COSPETTO DEI NUMI CHE
AMAREGGIATI RIPUDIARONO ATERIS DAL MONTE SACRO IN
QUANTO AVEVA OFFESO I DEVA DONANDO AGLI UMANI IL
SACRO FUOCO CHE FU UTILIZZATO INOLTRE PER
UCCIDERE PARUN E KANDHA.ATERIS AVREBBE MANGIATO
CON IL SUO BECCO IL FEGATO DI MUKHATA CHE ERA
DIVENUTO SENZA ATMA PRESE IL NOME DI ASURA. ATERIS
SPORCANDOSI LE SUE NERE PIUME PER PUNIZIONE FU
ALLONTANATO. MENTRE PER QUANTO RIGUARDA MUKHATA
AVREBBE VISSUTO IN ETERNO CON IL DOLORE IN QUANTO
IL SUO FEGATO MANGIATO SI SAREBBE RIGENERETO,
MALEDICENDOLO IN UN CICLO ETERNO.
ATERIS E L'ARRIVO DEI KULDIVA:
LA CARESTIA PERSISTEVA FRA GLI UMANI, CHE ACCECATI
DALL'IRA SI FACEVANO GUERRA NUTRENDO I NABALDEVA
SANGHA E YUD.LA SACRA SCIMMIA AHEREM ANDAVA
SPESSO A PRENDERSI BEFFA DELLE CONDIZIONI DEL
FRATELLO ATERIS FIN QUANDO DECISE DI PRENDERSENE
GIOCO CALCANDO UN PO LA MANO. AVVICINANDOSI AD
ATERIS LO INVITO' A TROVARE UNA SOLUZIONE PER
RIENTRARE AL COSPETTO DEI DEVA, RACCONTANDO AL
SUO MODO LA CARESTIA CHE AFFLIGGEVA QUELLA TERRA.
ATERIS CONDANNATO AL SUO ETERNO ED ORRIDO
BANCHETTO CERCAVA DI TROVARE UN MODO PER
USCIRSENE. AHEREM AMAVA VEDERE IL FRATELLO
IMPOSSIBILITATO NELLA SUA MALEDIZIONE E SI FACEVA
DA PORTAVOCE NEL RACCONTARE CIO' CHE ACCADEVA
FACENDO TAGLIO E CUCITO DELLE STORIE REALMENTE
ACCADUTE. FINCHE' UN GIORNO GLI RACCONTO' RIDENDO,
IL FATTO CHE ATRANIMAIT RUBASSE I GIOIELLI DEL
NARCISO AXONI E SI PAVONEGGIASE NELL'INDOSSARLI E
DI COME AXONI LA RINCORREVA PER RIPRENDERSELI.
NELLE SVARIATE TRASFORMAZIONI AXONI E ATRANIMAIT
SIMULAVANO DI UCCIDERSI SOTTO SEMBIANZE DI
ANIMALI, UNO COLPIVA L'ALTRA CON LA SUA LANCIA E LEI
RISPONDEVA CON LE SUE FRECCE. ATERIS SAPEVA
QUANTO FOSSE GELOSO AXONI DEL SUO ORO, COME
ATRANIMAIT DELLE SUE FRECCIE, MA RIMASE STUPITO
NEL SAPERE CHE ATRANIMAIT MENTRE SCAPPAVA CON I
GIOIELLI RUBATI CHE PIAN PIANO PERDEVA LASCIAVA
INCUSTODITE LE SUE AMATE FRECCE. FU PROPRIO IL
DETTAGLIO DI QUELL'ULTIMA STORIA ,CHE NELLA MENTE
DI ATERIS SI SVEGLIO' UNA POSSIBILE SOLUZIONE ALLA
CARESTIA E AL SUO RITORNO FRA GLI DEVA. AHEREM
CONOSCEVA ATERIS E SAPEVA BENISSIMO CHE NE
AVREBBE COMBINATA UNA DELLE SUE. ATERIS
SVINCOLANDOSI DALLA SUA MALEDIZIONE, ANDO' A
RUBARE ALLA DEVA ATRANIMAIT LE SUE ARGENTEE
FRECCE E COME LEI “SIMULAVA” L'UCCISIONE DEL
FRATELLO CON LE FRECCE ,ATERIS INIZIO' A RINCORRERE
GLI ANIMALI DEL BOSCO E COLPENDOLI CON LE FRECCE LI
UCCISE AFFINCHE' TUTTI SE NE POTESSERO NUTRIRE.
ACREPITI NOTO' IL SOVRAFFOLAMNETO DELLE ANIME
DEGLI ANIMALI NEL SUO MONDO, MENTRE AERES ERA
STATA CONVOCATA PER L'ODORE DI SANGUE CHE
PREGNAVA L'ARIA. ANDANDO NEL MONDO DI MEZZO PER
VISIONARE, NOTARONO I CORPI INERTI DEGLI ANIMALI
TRAFITTI DALLE FRECCE DI ATRANIMAIT. PROPRIO
QUEST'ULTIMA FU CHIAMATA AL COSPETTO DEI DEVTA MA
ERA IGNARA DELL'ACCADUTO. NESSUNO ERA TESTIMONE
DI CIO', ALLORA I DETVA FECERO CHIAMARE LE JARNI' CHE
ATTRAVERSO LE LORO ARTI FECERO LUCE
SULL'ACCADUTO. FU ALLORA CHE I DEVTA DECISERO CHE
ATRANIMAIT SI SAREBBE PRESA CURA DI PROTEGGERE GLI
ANIMALI E LE ANIME DEGLI ANIMALI UCCISI SAREBBERO
STATI KULDIVA (TOTEM) E ATERIS AVREBBE PULITO LE
PELLI DEGLI ANIMALI STESSI.

PEPPEYA E IL SANGUE INNOCENTE:

PEPPEYA ERA UN UOMO DELLA VALLE PARUN CHE VIVEVA
IGNORANDO LA VITA. UNA PERSONA ARROGANTE,
INCIVILE, MALEDUCATA, SPORCA NEI COMPORTAMENTI E
NELLE PAROLE. UN GIORNO MENTRE PASSEGGIAVA NEI
BOSCHI TAGLIANDO RAMI A CASACCIO, IGNORANDONE LA
VITALITA'\SACRALITA' VIDE UN CORPO INERTE CON DELLE
FRECCE CONFICCATE NEL CORPO. INIZIALMENTE SI PRESE
GIOCO DI QUEL CORPO, MARTORIANDOLO. TORNO' NELLA
VALLE E CHIAMO' L'ATTENZIONE DI ALCUNI UOMINI DALLA
CREDIBILITA' FACILE IN QUANTO MANAV , CHE LO
SEGUIRONO. LUI MOSTRO' LORO L CORPO INERTE
DELL'ANIMALE SOTENENDO CHE ERA UN DONO CHIARO DI
ATRANUMAIL. FU LI CHE GLI STESSI UOMINI FECERO UN
FUOCO E NE CUCINARONO LE CARNI CHE PEPPEYA
TAGLIAVA CON IL SUO CHATU.. LORO ORMAI MANAV
DIVULGARONO LA NOTIZIA DANDO L'INTERO MERITO A
PEPPEYA CHE DA INIZIO ALLA CACCIA . SEMPRE PIU'
UOMINI SI UNIRONO , FINCHE' LA VECCHIA ARMONIA SI
TRASFORMO' IN COMPETIZIONE , LA COMPETIZIONE IN
CONFLITTTI E I CONFLITTI I GUERRIGLIE SPIETATE. TUTTO
CIO' PORTO ALLA MORTE DI MAASIK... LA GRANDE ATMA
PERSEGUITO' PEPPAYA E I CACCIATORI CHE LEI STESSA,
POTENTE DAEN AVEVA MALEDETTO FINCHE' PEPPEYA
MUORE UCCISO IN CRISI EPILETTICHE SOTTO UN FICO
DALLA STESSA LAMA CON CUI MAASIK AVEVA PERSO LA
VITA TERRENA NONCHE' DALLE MANI DI CHI GLI ERA
STATO COMPLICE, MA TUTTI DIVENNERO CIECHI E SCHIAVI
PERDENDO IL LORO PRANA. ALLA MORTE DI PEPPEYA ,
ESSO FU ASSALITO DAGLI ZOCCOLI DI BALUM CHE LO
COSTRINSE ESSENDO DIVENUTO ASURA A STRISCIARE PER
PERMETTERE ALLO STESSO DEVA DI MUOVERSI MENTRE
DANZA AI RITMI DEL SUONO DI TABLA.

ATERIS E TABLA
ATERIS NON AVEVA RAGGIUNTO IL COSPETTO DEGLI DEVA
MA ALMENO NON ERA PIU' LUI A BECCARE IL FEGATO DI
MUKHATA, MA UN COMUNE CORVO. CON LA SUA SCIABOLA
PULIVA LE PELLI DEGLI INFINITI ANIMALI CHE LUI STESSO
AVEVA UCCISO. AERES TEMEVA UN'ALTRO POSSIBILE
COLPO DI TESTA DEL FRATELLO ATERIS E QUINDI DI VOLTA
IN VOLTA LO ANDAVA A TROVARE CONTROLLANDO IL SUO
LAVORO. STAVA LI, SOTTO IL SOLE CUOCENTE A LAVORARE
LE PELLI, IN COMPAGNIA DI UN'ARIETE CHE LUI STESSO
AVEVA CHIAMATO TABLA. UN GIORNO MENTRE IL SUO
CORPO DI ATERIS TRASUDAVA DALLA FATICA ARRIVO'
AERES CHE GLI AVEVA PORTATO UN CIA'DAR PRODOTTO
DALLA PELLE DELLE SUE STESSE SQUAME E MENTRE
ATERIS LAVORAVA LE PELLI GLIEL'CCOSTO' ALLA TESTA
PROVANDO UN FORTE SOLLIEVO. ATERIS NON ERA MAI
SOLO AVEVA TABLA CHE GLI STAVA FEDELMENTE VICINO.
AERES NON ERA L'UNICA AD ANDARE A TROVARE ATERIS
ANCHE LE PRERA (MUSE) DAVANO COMPAGNI AL DEVA,
CHE ACCOMPAGNATI DAL SUONO DELLE CORDE DI
ATRANIMAIT GLI DANZAVANO INTORNO E GLI TENEVANO
COMPAGNIA CON L'ARMONIA DELLA DANZA E DELLA
MUSICA. LE LORO PICCOLE MANI GLI SFIORAVANO LA
PELLE RIGGIDA E SPESSITA. CERTAMENTE ATERIS GODEVA
DI BUONE COMPAGNIE DURANTE IL SUO COMPITO. DA UNA
PARTE C'ERA TABLA SEMPRE AL SUO FIANCO E
DALL'ALTRA AERES CHE RIEMPIVA L'ARIA DI PRANA
ILLUMINANTE E LE PRERA CHE INONDAVANO IL CORPO E
LA MENTE DI ATERIS DI PRANA ISPIRATRICE...FINCHE' UN
GIORNO TABLA GUARDANDOLO NEGLI OCCHI DIEDE
L'ULTIMO SOSPIRO E MORI'. ATERIS NON AVEVA MAI
PROVATO TANTO DOLORE E MENTRE I SUOI OCCHI ROSSI
PER LA PRIMA VOLTA LACRIMARONO E DIEDE ATTENZIONE
AD ALTRO CHE NON ERA LUI STESSO AVVENNE UNA
FUSIONE ALCHEMICA DI QUESTI PRANA CHE DIEDERO AD
ATERIS IL LUME DI DARE VITA CON LA PELLE DI TABLA UNO
STRANO OGGETTO A CUI DIEDE IL NOME DELL'AMATO
ANIMALE. APPENA CONCLUSO INIZIO' CON FORZA A
PICCHIARE QUELLO STRANO OGGETTO CHE EMANAVA UNA
MUSICA CALZANTE ED ENERGICA, DANDO IL SUO ULTIMO
SALUTO ALL'ARIETE DICENDOGLI << CHE LA TUA ATMA
POSSA REINCARNARSI FORTE COME IL PRANA CHE TI
DONO>> E FU IN QUELL'ISTANTE CHE UN URLO
ACCOMPAGNO' IL RITMO DELLA TABLA, MA NON ERA
L'URLO DI ATERIS MA DI UN'ATMA CHE USCI' DAL CORPO
DELL'ARIETE. UNA DONNA FORTE E AGGUERRITA DAI
CAPELLI CORVINI, OCCHI GRIGI COME IL FERRO E PELLE
OLIVASTRA APPENA COPERTA DA PELLI E METALLI, TABLA
SI INCHINO' DINANZI IL DEVA DICENDOGLI <<SONO FIERA
DI ESSERE COLMA DEL TUO PRANA E CHE IL TUO DOLORE
ABBIA DATO VITA ALL'ARMONIA DEL SUONO DEGNI DI TE
CHE LO HAI CREATO>>. FU IL PRIMO TAMBURO.
PRESENTATO AI DEVTA ESSI SI RIEMPIRONO DI ORGOGLIO
RIAMMETTENDO ATERIS AL SUO RANGO DI DEVA E FU LUI
STESSO A SUONARE AL RITORNO DI A'BALUM'AIN
ACCOMPAGNANDO I SUOI PASSI.

La morte prevede non prende:

UNA NOTTE ABIT, IL DEVA RESPONSABILE DEL TEMPO E QUINDI DELLA
CONSERVAZIONE DELL'ORDINE COSMICO, SI RECÒ IN VISITA AI DEVTA
LASCIANDO ALL'INGRESSO AHEREM, IL DEVA METÀ UOMO E METÀ
SCIMMIA. AHEREM SI SEDETTE FUORI DA SOLO, BEANDOSI DELLE
BELLEZZE NATURALI DEL POSTO. IMPAZIENTITO INIZIO' A SALTELLARE
QUI E LI, INIZIO' A GIOCARE CON LE PIETRE TIRANDOLE QUI E LI
FINCHE' COLPENDO TRA LE FOGLIE VIDE CADERE QUALCOSA NELLE
ACUQ DELLA CASCATA, DIMORA DI AXADAIT. AXADAID USCI' DALLE
USE ACQUE E UN TRATTO LO SGUARDO GLI CADDE SU UNA BELLA
CREATURINA, UN UCCELLINO CHE ERA CADUTO NELL'ACQUA, CON
DELICATEZZA LO AFFERRO' E MOSTRANDOLO AD AHEREM GLI DISSE:
«VISTO QUANTO È MERAVIGLIOSA QUESTA CREAZIONE! BALUM CHE
VIVE IN QUESTI MONDI CREATI DAI NOSTRI GENITORI HA CREATO
ANCHE QUESTO UCCELLINO PICCOLISSIMO, ED ENTRAMBI SEMBRANO
UGUALMENTE MERAVIGLIOSI».
PROPRIO IN QUEL MOMENTO, , IL ABIT IL DEVA DELLA MORTE, PASSÒ DI
LÌ POICHÉ AVEVA SENTITO IL CHIASSO CHE AHEREM STAVA FACENDO
PASSANDO SOTTO L'ARCO DEGLI ALBERI INTENDO A SGRIDARE IL
FRATELLO INVECE IL SUO SGUARDO SI POSÒ SULL'UCCELLINO E LUI
ALZÒ LE SOPRACCIGLIA CON ESPRESSIONE SORPRESA. POI DISTOLSE
LA VISTA DALL'UCCELLINO E RITORNO' ALL'INTERNO. AXADAIT, CHE
AVEVA OSSERVATO LA SCENA, PENSÒ TRA SÉ E SÉ: «ABIT CHE
GUARDA ATTENTO L'UCCELLINO PUÒ SIGNIFICARE UNA COSA
SOLTANTO: CHE IL TEMPO DI QUESTA CREATURA È FINITO. FORSE
QUANDO USCIRÀ LO PORTERÀ VIA CON SÉ». IL CUORE GLI SI COLMÒ DI
COMPASSIONE PER L'UCCELLINO INDIFESO, CHE STAVA LÀ IGNARO
DELLA SUA SORTE INCOMBENTE. ALLORA AXADAIT INVITO' AHEREM
CHE E' VELOCE E CONOSCE OGNI ANGOLO DEL MONDO DI SALVARE
DALLE GRINFIE DELLA MORTE IL BELLISSIMO UCCELLINO: AHEREM
CON SGUARDO LANGUIDO LO AFFERRÒ, E SALTANDO DA UN ALBERO
ALL'ALTRO RAPIDAMENTE FINO A UNA FORESTA LONTANA MIGLIAIA DI
MIGLIA LO POSÒ DELICATAMENTE SU UNA ROCCIA A LATO DI UN'ALTRA
CASCATA AFFINCCHE' LA CREATURA SI POTESSE DISSETARE
DLL'ACQUA DEL DEVA CHE NE AVEVA CONTEMPLATO LA BELLEZZA E
CHE LO HA VOLTUTO SALVARE DALLA MORTE. RITORNÒ RAPIDAMENTE
AL MONTE FECE CENNO AD AXADAIT CHE ERA COLMO DI GIOIA E
RIPRESE POSIZIONE ACCANTO ALLA PORTA D'INGRESSO AD
ASPETTARE ABIT. POCO DOPO ABIT USCÌ E FECE A AHEREM UN CENNO
D'INTESA. AHEREM SALUTÒ IL DIO DELLA MORTE E INCURIOSITO GLI
CHIESE: «POSSO FARVI UNA DOMANDA? MENTRE ANDAVATE DENTRO,
AVETE VISTO L'UCCELLINO E PER UN MOMENTO SIETE SEMBRATO
STUPITO: PERCHÉ?».
ABIT RISPOSE: «BEH, QUANDO I MIEI OCCHI SONO CADUTI SU
QUELL'UCCELLINO, HO VISTO CHE SAREBBE DOVUTO MORIRE DI LÌ A
POCHI MINUTI, INGOIATO DA UN PITONE, MOLTO LONTANO DI QUI IN
UNA FORESTA PRESSO A UNA CASCATA. MI DOMANDAVO COME
AVREBBE FATTO QUELLA CREATURA COSÌ PICCOLA A SUPERARE LE
MIGLIAIA DI MIGLIA CHE LA SEPARAVANO DAL SUO DESTINO IN COSÌ
POCO TEMPO. POI MI È PASSATO DI MENTE. MA CERTAMENTE IN
QUALCHE MODO DEV'ESSERE AVVENUTO».
DICENDO QUESTO, ABIT SORRISE AMAREGGIATO E SE NE ANDÒ.

Abasodait e akori':
abasodait nonostante pica aveva un forte prana di
seduzione, tutti i deva ne ammiravano il carisma. Akori'
assomigliava molto alla sorella ma le mancava quel prana,
quindi appariva poco allo sguardo dei deva se non di quello
di abit. Un giorno abasodait trovo' akori' abbronciata sotto
l'ombra di un immenso albero di mele e le si avvicino' e
mentre gli inumidiva e acconciava la chioma le chiese cosa
avesse e la sorella le spiego' il motivo del suo incupamento.
Abasodait le pose lo specchio per mostrarle il suo bel
riflesso ma non felice akori' lo anneri' scoppiando in
lacrime. Abasodait decise allora di condividere con lei il
prana della seduzione e del carisma insegnandogli l'arte.
Akori' apprendeva in modo famelico e usava le conoscenze
fin da subito sui gli altri deva . Da allora indossava sempre i
monili di abasodait e si lavava ogni giorno nelle sue acque
nascondendo con un diadema la chioma nera. Finche' un
giorno ateris, ando' nel fiume per adare a trovare la
seducente abasodait che a lui tanto piaceva. Si trovo'
dinanzi ad akori' che ingioiellata nuovana nell'acqua e le
disse <<bellissima sirena, bella fra i deva, inconfrontabile
sorella abasodait onorami della tua compagnia>> akorì
rimase impietrita e approfitto' dell'essere stata confusa per
la bella abasodait inizio' il suo losco gioco.
Dopo essersi riempita di lusinghe , accetto anche i baci di
ateris che la prese tra le sue braccia e la pose sotto il
poderoso albero di mele (frutto amato da abasodait) e
giacque con lei. Dal sesso di akori' ne usci' un prana nero
che venne assorbito dall'abero di melo divenendo il primo
melograno.

Akori' sirena dalla doppia coda:

ateris fu il primo a scoprire il piacere della sessualita' e in
più era fiero di essere stato il primo ad essere riuscito a
sedurre la bella abasodait. Il suo carattere impulsivo' non
pote' tenere per se la notizia che lo rendeva orgoglioso. La
notizia non tardo' ad arrivare a tutti tranne che
all'interessata che veniva guardata con sguardi maliziosi e
beffardi. Qualcosa stava succedendo, il suo albero era stato
trasformato, i deva non la guardavano piu' come prima e
akori' era sparita. Finche un giorno nel suo percorso
incontro' aherem che ridendo le fece scoprire cio' che gli
altri sapevano alle sue spalle. Infuriata abasodait ando' nel
suo fiume e vi trovo' Akorì che nuotava nel suo fiume con i
suoi monili e il suo diadema e che si specchiava nel suo
specchio mentre mangiava quel misterioso frutto comparse
in sostituzione delle sue amate mele. La sua rabbia esplose
e prendendo la sua sciabola si taglio i capelli e mentre li
intrecciava maledi' akori' dicendole

<<di me neanche il riflesso

infatti lo specchio non e' piu' lo stesso
nero pece i tuoi capelli come lo specchio tra le tue mani
le tue gambe code saranno nuotando in paludi e stagni
infinita la tua sorte per ogni cosa che mi rubavi
mentre infinitivamente bella io saro' tra deva e umani>>.
Mentre i gioielli cadevano nell'acqua le gambe di akori' si
trasformarono in due code di pesce che nuotarono lontane
nascondendosi nelle viscere della terra sola con il suo
specchio e il melograno.
ABASODAIT E ABALUM:
UN GIORNO MENTRE ABASODAIT ERA NEL SUO FIUME IN
COMPAGNIA DI AHEREM CHE GLI SMIMMIOTTAVA INTORNO
CHE GLI LA LUSINGAVA DICENDOGLI: <<SPENDIDA SIRENA,
IO TENGO LE CHIAVI DI QUESTO MONDO CHE POTREBBE
DIVENTARE TUO SE SOLO DIVENTASSI MIA MIRIPATI
>> E ABASODAIT LE RISPONDEVA <<FURBO AHEREM, SAI
BENE CHE NON POTREMMO MAI ESSERE MAI MIRIPATI IN
QUANTO SOLO COLORO CHE BRILANO ALL'UNISONO SONO
VERAMENTE GEMELLI D'ANIMA E QUINDI MIRIPATI, MA SE
VUOI PUOI DONARMI LE CHIAVI DI QUESTO MONDO CHE TI
CUSTIDIRO' FINCHE NON INCONTRA L'ATMA MIRIPATI>>
SCOPPIANDO ENTRAMBI IN UNA FORTE RISA...MENTRE I
DUE GIOCAVANO NEL RISPONDERSI OSSERVATI DA
ABALUM. ABASODAIT NON LASCIO' INDIFFERENTE ALLA
SUA BELLEZZA E AI SUOI MODI INSINUOSI NEMMENO
A'BALUM, CHE AVEVA GIACIUTO CON TUTTI I DEVA MA
NESSUNO EQUIVALEVA AL SUO PRANA E DISSE TRA SE E
SE <<NON PUO' CHE ESSERE LA BELLA SIRENA IL MIO
KHOR, GRANDE IN ELEGANZA, FORZA E PONDEROSITA'>>.
APPENA AHEREM SALUTO' CON I TRE BACI SACRI
ABASODAIT E LASCIO' IL FIUME ABALUM MESSE IN
MOSTRA LE SUE PODEROSE CORNA E CON INDIFFERENZA
ANDO' A BERE NELLA SORGENTE DI LEI. ABASODAIT
LASCIO' TRANQUILLAMENTE FARE MENTRE PETTINAVA I
SUOI CONTEMPLANDO L'IMMENSITA' DEL CIELO ATTRARSO
IL SUO AMATO SPECCHIO. A'BALUM NON SCATURI' IN LEI
NESSUNA REAZIONE NE UNA PAROLA, ALLORA DECISE DI
FARSI AVANTI E DI INIZIARE IL SUO
CORTEGGIMENTO...SULLE DUE ZAMPE DANZANTI ,
SALTELLAVA FORGIANDO LE SUE GRANDI CORNA CHE
MOSTRAVANO IL SUO IMMENSO POTERE NON LEVANDO
MAI DA DOSSO I SUOI PENETRANTI OCCHI SU ABASODAIT
FINCHE' I DUE GIACERO INSIEME. DURANTE L'ATTO IL
PRANA NON ARRIVAVA AL MASSIMO DEL SUO POTERE
INTESTADDENDO A'BALUM CHE CON FERVORE AFFERRAVA
IL CORPO DI ABASODAIT, BACIAVA LA SUA PELLE
PROFUMATA, ACCAREZZAVA LA SUA AUREA LASCIANDO IN
TOTALE INDIFFERENZA IL PRANA IMMUTABILE ALLORA
ABASODAI CAPI' E GLI DISSE <<POTENTE A'BALUM STAI
OTTREGGIANDO PER CASO IL MIO PRANA PER UNA TUA
EGOISTICA RICERCA>> CONTINUO' <<SE IL TUO INTENTO
E' APPROFITTARE DEL MIO SESSO PER COLMARE UN TUO
VUOTO SIA MALEDETTO NELLA TUA RICERCA, SE INVECE E'
SOLO UN UGUAL PIACERE PER ENTRAMBI CHE I TUOI
ORGANI SIANO SACRI E SIMBOLO DI POTENZA ENIMICA>> E
GLI BACIO' IL FALLO. DA QUEL BACIO NACQUERO BASAL
(GRANDE FALLO) E BAGHA (GRANDE VAGINA) SIMBOLO
DELL'INDECENZA.
ABALUM CON LE LACRIME AGLI OCCHI GUARDO'
ABASODAIT CHE ERA LI FREDDA AD OSSERVARLA COME LE
ROCCE CHE CIRCONDANO IL SUO FIUME CHE GLI DISSE <<
LA NASCITA DI QUESTI NEBALDEVA E' GIA' UNA
RISPOSTA>> E BALUM INGINOCHIANDOSI DI NAZI LA CODA
DI ABASODAIT GLI RISPOSE <<CERCAVO SOLO DI TROVARE
IL MIO KHOR MA A QUANTO FARE I NOSTRI IMMENSI
GENITORI NON HANNO VOLUTO CONCEPIRE>> CONTINUO'
<< ALTRO CHE IL POTENTE, MIE CORNA NON
RISPECCHIANO LA MIA IMMENSITA' IN QUANTO SOLO SOLO
UNO SPICCIOLO MESSAGGERO SERVO DEGLI DEVA>> SI
TAGLIO' LE CORNA E LE MISE NEL CAPO DI ABASODAIT
DICENDOGLI <<TU SEI POTENTE NON IO>>MA ABASODAIT
NON BETTE' CIGLIO E RIMASE FERMA E ABALUM SFUGGI'.

ABASODAIT E IL PEGNO DEI CAPELLI:

LA BELLA SIRENA STAVA GRAN PARTE DEL SUO TEMPO
NEL FIUME A SPECCHIARSI E A PETTINARSI. QUEL FIUME
CHE FU TESTIMONE DELLE SUE SVARIATE AVVENTURE
DIVENNE IMPROVVISAMENTE TESTIMONE DELLA SUA
SVENTURA. SIA DEVA CHE UMANI ANDAVANO A
RINFRESCARSI NELLE SUE ACQUE. SIA UOMINI CHE DONNE
PORTAVANO OFFERTE PER ESSERE SODDISFATI NELLE
LORO RICHIESTE D'AMORE, MENTRE I DEVA ANDAVANO AD
IMMERGERSI NELLE SUE ACQUE PER MANTENERE
L'ETERNA VERGINITA'. UNA NOTTE MENTRE ABASODAIT SI
IMMERGEVA NELLE SUE ACQUE VENIVA OSSERVATA DA
SUO FIGLIO BASAL DAL GRANDE FALLO. FIN QUANDO
ABASODAIT LO INVITO' AD ENTRARE . ABASODAIT
SPRUZZAVA SUL FIGLIO LA SUA FREDDA ACQUA MENTRE
GLI NUOTAVA INTORNO. LEI AMAVA IL SUO REGNO, LA
FACEVA SENTIRE SICURA E PROTETTA. AL FIGLIO QUEL
NUOTARE E GIOCARE NELLE ACQUE LO FECE ESPLODERE
DI DESIDERIO VERSO LA MADRE. MA LEI IGNARA DI CIO'
CHE STESSE PER ACCADERE CONTINUAVA AD AVVICINARSI
AL FIGLIO. FIN QUANDO LUI L'AFFERRO' E ABUSO' DI LEI.
NELLA NOTTE NESSUNO LE ERA TESTIMONE
DELL'ACCADUTO. I SUI URLI NON VENNERO SENTITI DA
NESSUNO. NONOSTANTE IL DOLORE DELLA MADRE, BASAL
CONTINUAVA AD OFFENDERE IL SUO CORPO FINO A
CONCLUDERE DANDO VITA A QUALCOSA DI OSCURO CHE
LO FECE FUGGIRE. ABASODAIT RIMASE LI INERTE
SCHIACCIATA DALLA SUA SOFFERENZA, IN QUEL MOMENTO
NEMMENO LE ACQUE GLI DONAVANO SOLLIEVO. SI
GUARDAVA INTORNO E TUTTO GLI SEMBRAVA
SCONOSCIUTO, IL SUO REGNO ERA IMPROVVISAMENTE
OSCURO PER LEI, ASSORDANTE... FINCHE' NUOTO'
LONTANO. SCESE SEMPRE DI PIU' NEGLI ABISSI DELLE
ACQUE, ARRIVANDO FINO AL LAGO DI AKORI' SPINGENDOSI
ALL'ENTRATA DEL NEKE. CON SE' NON AVEVA PEGNO DA
LASCIARE PER VARCARE LA SOGLIA, TUTTI I SUOI GIOIELLI
E QUALSIASI COSA POSSEDEVA L'AVEVA LASCIATI
INCUSTODITI NELLA GROTTA DEL SUO FIUME. FINCHE
PRENDENDO UNA PIETRA AFFILATA SI TAGLIO' I CAPELLI E
LE LASCIO' IN PEGNO. ENTRATA NEL NEKE NON POTEVA
CERTO CHIEDERE SOSTEGNO AI DEVA DEL NEKE IN
QUANTO DA SEMPRE NEMICA DI AKORI', REGINA DI QUEL
MONDO. IL NEKE ERA IMMENSO E TUTTO GOVERNATO
DALLE ACQUE, MA LEI DOVETTE STARE LI IN QUELLO
SPAZIO ALLE SOGLIE DEL NEKE DA NESSUNO VIOLATO SE
NON DA ABIT. IN QUEL LUOGO CHIAMATO NEKKALI
(OSCURITA' NERA). LI' VI ERA SOLO UNA PICCOLA FONTE
D'ACQUA, UN LAGO OSCURO E TORBIDO E FU PROPRIO DAI
RIFLESSI DI QUEL TORBIDO LAGO CHE VIDE RIFLESSA
L'IMMAGINE NERA DI SE STESSA SENZA I SUOI AMATI
CAPELLI RISPROFONDANDO NELLE LACRIME, NON PIU' DI
SOFFERENZA MA DI RABBIA NERA.

ABIT E ABASODAIT:
ABIT ERA COSTANTEMENTE ALLA RICERCA DI CHIAMARE A
SE L'ATTENZIONE DELLA REGINA DEGLI INFERI. MA LEI
TROPPO PRESA DA SE STESSA E DAL SUO AMORE PER
AMAKERIA IGNORAVA SUO FRATELLO ABIT. QUANDO IL
CUORE DI QUEST'ULTIMO TOCCAVA L'APICE DEL DOLORE
ERANO DUE LE SUE POSSIBILI REAZIONI: O
RICOMPENSAVA STANDO IN COMPAGNIA DI ACREPITI O SI
RIFUGIAVA NEL NEKKALI SICURO DI NON ESSERE
DISTURBATO NE TROVATO DA NESSUNO. MA NON FU' PER
SEMPRE COSI'. INFATTI UNA VOLTA VI TROVO' UNA DEVA
CHE OSSESSIVAMENTE PULIVA LA SUA NERA PELLE.
PENSO' DA SUBITO CHE ERA UNA CREATURA, FIGLIA DELLE
AVVENTURE DELLA REGINA UNA DELLE SIRENE AVUTA
CON A'BALUMAIN. LUI OSSERVAVA NEL BUIO QUELLA DEVA
SENZA CAPELLI, FINCHE' SI ACCORSE CHE QUEST'ULTIMA
AVEVA SOLO UNA CODA, QUINDI BOCCIO' LA SUA
SUPPOSIZIONE. SPINTO DALLA CURIOSITA' E DALLA
VOGLIA DI SAPERE CHI FOSSE, SI AVVICINO'. LA DONNA
CON GLI OCCHI ROSSI E LACRIMANTI NEL VEDERLO,
STENTO' INVANO DI COPRIRE IL SUO CORPO E
NASCONDERLO ALLA VISTA DEL DIO. ABIT SI AVVICINAVA
PIAN PIANO RASSICURANDO LA NERA CREATURA, FIN
QUANDO LEI GLI DISSE <<GRANDE ABIT, VI CHIEDO SOLO
DI NON ENTRARE NELL'ACQUA PIENA DEL MIO PRANA DI
ODIO>> CONTINUO' <<QUESTE ACQUE NON MI RIDONANO
LA VERGINITA' E NON ALLEVIANO IL MIO CUORE, MA
CONTINUANO A NUTRIRE I MIEI TORBIDI PENSIERI. ABIT SI
RIVOLSE A LEI CON GENTILEZZA E CON LA SUA VOCE
CAVERNOSA GLI CHIESE << COME PUO' TALE BELLEZZA
VIVERE IN QUESTO PUNTO DEL NEKE AL CONFINE TRA
MORTE E VITA MA NON E' NE UNA NE L'ALTRA? COSE' CHE
TI SPINGE A STARE QUI? QUAL'E' IL TUO NOME?>>
ABASODAIT RACCONTO CON VERGOGNA E DOLORE CIO'
CHE GLI ACCADDE OMETTENDO LA SUA IDENTITA'. ABIT
CON RISPETTO LASCIO' LA BELLA CREATURA IN QUEL
LUOGO DI RIFUGIO CHE AVEVA SCELTO MANDANDO DI
TANTO IN TANTO ACREPITI A PRENDERSI CURA DI LEI.
QUELLA CREATURA OSSESSIONAVA ABIT QUASI
DIMENTICANDO IL SUO AMORE PER AKORI'. ANDAVA
SEMPRE PIU' SPESSO A TROVARE QUELLA CREATURA CHE
NON DICHIARAVA LA SUA IDENTITA'. CIO' NUTRIVA SEMPRE
DI PIU' L'INTERESSE DI ABIT CHE SI PERDEVA NEL
GUARDARLA. FIN QUANDO UN GIORNO L'OSSESSIONE DI
SOFFERENZA DI LEI NEL RITROVARE LA VERGINITA' E
L'OSSESSIONE DI LUI VERSO QUELLA DONNA ,NON RIUSCI'
A TRATTENERSI E CADDERO SU QUEL TORBIDO LAGO
GOCCE DEL SUO SEME CHE UNITOSI AL PRANA DI
ABASODAIT DIEDE VITA ALLA NABALDEVA JUNU
(OSSESSIONE), CRETURA ERMAFRODITA DALLA PELLE
NERA E DALLA CODA SERPENTINA.

VISHAVRATI E IL PRIMO VISHALEK:

LE NABALDEVA SHAARA, SIBA'RIHA E KASHI NOTARONO
L'ASSENZA DELLA MADRE E INIZIARONO A RUBARE I DONI
CHE VENIVANO PORTATI IN SUO ONORE. SI
INTRUFOLAVANO NELLA SUA GROTTA PRENDENDO I SUOI
MONILI. UN GIORNO MENTRE SI PRENDEVANO BEFFA
DELLA MADRE E SIMULAVANO LA DEVA INDOSSANDO I
SUOI GIOIELLI FURONO INTERROTTI DAL LAMENTO DI UNA
RAGAZZA. QUEST'ULTIMA MENTRE PIANGEVA POSAVA
NELLE ACQUE LE OFFERTE PER LA DEVA ABASODAIT
CHIEDENDO DI ESSERE AMATA E DI ESSERE PIACENTE
COME LEI. SHAAVA NELLE SEMBIANZE DI UN RAGAZZO DAL
BELL'ASPETTO SI AVVICINO ALLA RAGAZZA E GLI DISSE
<<PERCHE' PIANGI GIOVANE FANCIULLA, QUAL'E' IL TUO
NOME?>> LA RAGAZZA RISPOSE CHE IL SUO NOME ERA
VISHAVRATI E CHE PIANGEVA PERCHE' IL SUO CUORE NON
TROVAVA CHI LO DESIDERASSE. IL NABALDEVA FECE
CREDERE ALLA RAGAZZA DI ESSERE UN TARI' E CHE
L'AVREBBE POTUTA METTERE IN CONTATTO CON LA DEVA
ABASODAIT. POGIANDO I FIORI NELL'ACQUA FECE FINTA DI
RIVOLGERSI AD ABASODAIT DICENDO <<ABASODAIT NEL
POTERE DI GRANDE TARI' TI CHIEDO DI FAR SENTIRE LA
TUA PRESENZA A VISHAVRATI TUA UMILE DEVOTA E DI
DARE SOLLIEVO AL SUO CUORE>> . AD UN CERTO PUNTO
DALLA GROTTA SI INIZIO' A VEDERE UN LUCCICHIO CHE
RAPI' L'ATTENZIONE DELLA RAGAZZA CHE SUBITO SI
INCHINO' IN SEGNO DI RISPETTO. E SHAARA CONTINUO'
DICENDO << MIA GRANDE DEVA CHE MOSTRI UN
FRAMMENTO DEL TUO LUCCICHIO INCOMPARABILE,
RISPONDI AL MIO QUESITO E FACCI DONO DELLA TUA
VOCE>>. IL LUCCICHIO NATURALMENTE NON PROVENIVA
DA ABASODAIT MA DA SIBA'RIHA CHE SI PRENDEVA GIOCO
DELLA RAGAZZA. ALLA RICHIESTA DEL FRATELLO IL
NEBALDEVA KASHI USANDO PER CAMUFFARE LA VOCE
USO' LA CAVITA' DI UNA CONCHIGLIA DICENDO
<<POTENTE TARI', COME POTREI NON RISPONDERE AL TUO
RICHIAMO>> CONTINUO' << VISHAVRATI E' UNA DEVOTA
DEGNA DI ATTENZIONE NON SOLO DI UN UOMO MA DI
TUTTA LA VALLE E OLTRE, PROPRIO PER QUESTO USERAI
LA TUA DIMORA CHE PRENDERA' IL NOME DI VISHALEK
PER GIACERE CON TUTTI GLI UMANI IN MIO ONORE, MA
PER PRIMA COSA DOVRAi GIACERE COME PRIMO UOMO
CON TE RISPETTOSO UCHAR E OSSERVANDOLA NEI SUOI
ATTI SESSUALI LE SCOLPIRAI NELLE PIETRE
TRASMETTENDO IL MIO POTENTE PRANA>>. LA RAGAZZA
GIAQUE CON SHAARA CREDENDO DI ESSERE DIVENUTA
UNA DEHAR DELLA DEVA ABASODAIT DONANDO NELLE
ACQUE UNA DELLE SUE CAVIGLIERE E I NEBALDEVA
CONCLUSERO <<I TUOI PASSI SARANNO PER SEMPRE
ACCOMPAGNATI DA UN UNICO SUONO SI CHIMBA PER
ESSERE RICONOSCIUTA TU E I FIGLI SPIRITUALI >>
SCATENANDOSI IN RISA. LA SUA DIMORA INIZIO' AD
ESSERE FREQUENTATA DA MOLTI UOMINI E DONNE E TUTTI
LA RICONOSCEVANO NEI SUOI PASSI ACCOMPAGNATI DA
UN MONOSUONO. CHI GIACEVA CON LEI LASCIAVA SOTTO
SUA RICHIESTA LE OFFERTE PER LA DEVA ABASODAIT.
QUESTE OFFERTE VENIVANO PORTATE AL FIUME DALLA
STESSA VISHAVRATI ARRICHHENDO DI DONI I TRE ATMA.

ABASODAIT SCOPERTA DA AKORI':

IL TEMPO PASSAVA E ABASODAIT NON RITORNO' MAI PIU'
NELLA LUCE, MA RIMASE CON GLI OCCHI SEMPRE
LACRIMANTI A NUTRIRE DAL SUO SENO LA FIGLIA JUNU.
SOLO ABIT LE DONAVA FRAMMENTI DI DISTRAZIONE.
QUEST'ULTIMO INIZIAVA AD IGNORARE AKORI' STANDO
PIU' SPESSO IN COMPAGNIA DI QUELLA CREATURA SENZA
NOME CHE CHIAMAVA LA KALI (LA NERA). INSIEME SI
PRENDEVANO CURA DELLA NABALDEVA ,UNICO MOMENTO
IN CUI ABASODAIT CONCEDEVA AL DIO DI ENTRARE NELLE
ACQUE DEL LEGHETTO. MA ABASODAIT NONOSTANTE LA
SOFFERENZA NEL CUORE NON POTEVA NEGARE A SE
STESSA IL PIACERE CHE PROVAVA NELLO STARE CON ABIT.
LUI CONTINUAVA A PROVARE UN FORTE DESIDERIO PER
LEI. FINALMENTE QUESTO DESIDERIO FU APPAGATO
GIACENDO INSIEME. DA QUEL RAPPORTO NACQUE
MAHAMA (NABALDEVA DEL SESSO). IL NABALDEVA AVEVA I
CAPELLI RAME E LA CODA DI SIRENA DELLA MADRE E GLI
OCCHI VERDI DEL PADRE E LA SUA PELLE ERA CANDIDA E
PROFUMATA . AKORI' MALEDETTA NELLA PERDINA
SIMULTANEA DELLA DEVA MAKARIA, SI RITROVO' SOLA
NEL SUO DOLORE, SENZA LE ATTENZIONI DEL DEVA ABIT.
NOTAVA IL SUO CONTINUO IGNORARLA E LA SUA
CONTINUA ASSENZA. FIN QUANDO DECISE DI SEGUIRLO.
SCENDENDO SEMPRE PIU' IN PROFONDITA' NEL PEDINARLO
SI RITROVO' IN UN LUOGO OSCURO E STRILE, E NON
CAPIVA PERCHE' CON TANTA BELLEZZA CHE C'ERA NEL
NEKE, CON I SUOI GIRDINI E I SUOI LAGHI ABIT SCENDEVA
IN QUEL LUOGO?. LE SUE DOMANDE EBBERO RISPOSTA E
VIDE ABIT CHE ENTRATO NELL'ACQUA SI UNIVA AD UNA
CREATUA. FINCHE' DECISE DI IRROMPERE. APPENA VIDE
IN VISO DELLA CREATURA RICONOBBE IMMEDIATAMENTE
LA SUA RIVALE ABASODAIT SCACCIANDOLA DAL NEKE.
SOLO IN QUELL'ISTANTE ABIT SCOPRI' CON CHI FINO AD
ALLORA AVEVA GIACIUTO, PROVANDO UN GRANDE
PIACERE NELL'ESSERE STATO CON LA DEVA DELLA
BELLEZZA.

ABASODAIT ESCE DAL NEKE:

MENTRE ABASODAI FUGGIVA DAL NEKE IL PRANA D'IRA DI
AKORI' CHE ERA STATA OFFESA NEL SUO REGNO
ESPLODEVA... FINCHE' INIZIO' A FAR CRESCERE ROVI CHE
RESERO MINACCIOSA L'USCITA DEL NEKE, ABASODAIT
CONTINUAVA A SCAPPARE ALLONTANADO CON LE SUE
MANI I ROVI CHE LA FERIVANO. LA CARNE DELLE MANI
VENIVA STRAPPATA DALLE SPINE MA NON LA FERMARONO
E TRASFORMANDOSI IN COBRA RIUSCI' STRISCIANDO AD
USCIRE DAL NEKE. ABASODAI STRISCIAVA VERSO IL SUO
FIUME E VI TROVO' LI AXONI CHE SUONAVA UNO STRANO
STRUMENTO A FIATO E SI AVVICINO'. APRI' LA SUA TESTA
SERPENTINA E INIZIO' A SEGUIRE IL RITMO DI QUELLA
MUSICA E IL MUOVERE DI QUELLO STRUMENTO, AXONI
CONTINUO' OSSERVANDO LA CREATURA FINCHE' SI FERMO
E DISSE << TU NON PUOI ESSSERE UN JAANHAVA, IN TE
TROPPA ELEGANZA E BELLEZZA>> CONTINUO' <<IL TUO
PRANA E DIVINO, COME UN TEMPO LO ERANO LE ACQUE
DOLCI COLMI DI PRANA DELLA BELLA ABASODAIT CHE NON
E' PIU' NEL NOSTRO MONDO>> . IL COBRA STAVA LI AD
OSSERVARLO CON ATTEGGIAMENTO REGALE E LUI LE
RACCONTO' <<LE ACQUE DONAVA L'ETERNA VERGINITA'
(PUREZZA), MA DA QUANDO NOSTRA SORELLA SVANI'
SONO LA TRISTEZZA REGNA IN QUESTO LUOGO
OLTREGGIATO DALL'OSCENITA' E DAI DONI DI QUESTI
ULTIMI>> CONCLUSE <<OGNI DI VENGO INUTILMENTE IN
QUESTO LUOGO PER SUONARE AFFINCHE CON IL PRANA
POSSANO SCALDARSI QUESTE ACQUE ORMAI STERILI E
DOPO TANTO TEMPO TU SEI LA PRIMA CREATURE
STUPENDA PARI AD ABASODAIT CHE INCONTRO>>
SVESTENDOSI E TRASFORMANDOSI ANCHE LUI IN
SERPENTE SI ACCOPPIO' CON LA CREATURA DANDO VITA A
TRE BELLISSIME NEBALDEVA LALITYA (eleganza)
SAAMANYA (armonia) E KISHA (educazione).LE SPIRE DEL
COBRA LASCIORONO LE PRESA DA AXONI E AVVOLSE LE
FANGIULLE RIPRENDENDO LE SUE FORME DA DEVA
MENTRE ABBRACCIAVA LE SUE CREATURE APPENA NATE.
LE MANI DI ABASODAIT ERANO FERITE E SANGUINATI
ALLORA LE NEBALDEVA PRESERO LE BENDE CHE C'ERANO
PER TERRA DEL PADRE AXONI E LE IMMERSERO NELLE
ACQUE DEL FIUME. AXONI RIPRESE LE SUE FORME INIZIO'
A SUONARE E LE RAGAZZE IN DOLCE DANZA AVVOLSERO
LE MANI DELL'AMATA DEVA CHE INIZIO' A CANTARE I
MANTRA IN ONORE DEL COSMO MENTRE LE RAGAZZE PER
LEI NE SIMULAVANO I MUDRA CHE LA MADRE ERA
INPOSSIBILITATA A FARE E NELLE SUE ACQUE RITORNO' IL
PRANA>>

Mahama e kama:
la nebaldeva mahama fu catturata dal prana della
perversione che emanava un luogo sconosciuto vicino il
fiume della madre. In sembianze umane si trovo' in un luogo
dalle sculture sessuali, ragazzi e ragazze che facevano
sfruttare il tempio del corpo in un luogo muto e incolore.
Finche' fu avvicinata da
una ragazza che le chiese senza luce negli occhi <<bella
ragazza, sei qui per consacrare il tuo corpo alla potente
deva abasodait o sempre attraverso il corpo donarle una
puuja?>> la nebaldeva non credette alle sue orecchie e
chiese alla ragazza se poteva accompagnarla al fiume.
Arrivate alle sponde mise un velo nel suo viso, si infilo' pian
piano nelle acque prendendo le sue sembianze divine. La
ragazza si inchino' immediatamente e con ansia chiese se
ancora stava dando troppo poco alla deva abasodait allora
mahama le rispose <<mia madre abasodait non vorrebbe mai
questo scempio, ne vorrebbe doni che vengono da cio'>>
continuo' << tutto cio' offende il suo prana d'emozione e
seduzione. La ragazza stupita ribatte' <<abasodait mi chiese
tutto cio' divenendo sua sacerdotessa. Uomini e donne
stanno conoscendo il piacere innalzando il prana e la puuja
in onore di vostra madre>>. Mahama si avvicino' alla ragazza
e accarezzando le sue caviglie gli rispose <<quello che si
innalza e il prana della perversione no del piacere, voi siete
dom non dei dasi (schiavi). Il tuo cuore e sincero quindi ti
insegno io cosa fare>> e fece denudare la ragazza per
entrare nelle acque del fiume. Innalzando il mandra della
madre accompagnava le mani alla ragazza. Con delicatezza
le miani della ragazza toccavano il suo stesso corpo, le sue
labbra,il suo corpo, i suoi seni, il suo ventre, fino a toccarsi
il sesso imparando il piacere che pianpiano si inalzo'
espandendo il vero prana del piacere e le disse <<adesso
apri gli occhi e vedi cosa hai creato>> la ragazza apri' gli
occhi e vide una luce immensa e il suo viso finalmente
piacente riflettersi nel viso e mahama le sussurro <<ecco,
questo e prana, questa energia e' vero piacere, non puoi mai
dimenticare il tuo corpo ne farne abusare con queste acque
contro le pietre fredde e senza emozioni>>.mahama le fece
le ultime raccomandazioni <<dove giacete non devono mai
mancare le pietre calde che emanano profumo con cui
infumerete il vostro sesso prima di ogni tantra e
massaggerete i vostri corpi con oli profumati e i vostri
capelli saranno inebrianti, non dimenticando che solo
attraverso il vostro piacere che canalizza quello dell'altro
puo' diventare prana di luce>>. Gli insegno' l'arte del corpo,
della bellezza, della seduzione dandole il nome di kama. Il
tempio da allora divenne un vero luogo di prana, pieno di
colori e suoni.

DAAYAN E LA BENEDIZIONE DI UNA JADU':

MENTRE ACREPITI SI PRENDEVA CURA DEL NEKE, ALLE

SUE FIGLIE JADU', PIACEVA STARE NEL MONDO DI MEZZO.
UN GIORNO MENTRE FACEVANOO FRACASSO NELLE COSTE
DEL LAGO SACRO ALLA DEVA AKORI', FURONO
INTERROTTE DAL PIANTO DI UNA DONNA. INCURIOSITE
INIZIARONO AD AVVICINARSI PER VEDERE COSA STESSE
SUCCEDENDO; IMPROVVISAMENTE LA RAGAZZA SI TROVO'
AD ESSERE SCRUTATA DA PICCOLE CAPRETTE NERE,
FINCHE' IN MEZZO A LORO APPARVE UNA VECCHIA
SIGNORA. LA RAGAZZA, NEL VEDERE L'ANZIANA DONNA, SI
ASCIUGO' IN FRETTA IL VISO DALLE LACRIME E IN SEGNO
DI RISPETTO LA SALUTO'. LA VECCHIA SIGNORA ALLORA
GLI CHIESE <<QUAL'E' IL TUO NOME BELLA GIOVANE?>> E
LA RAGAZZA GLI RISPOSE CHE IL SUO NOME ERA DAAYAN
E ALLORA LA VECCHIA DONNA CONTINUO' DICENDOLE <<E
PERCHE' PIANGI?>>. DA LI' LA RAGAZZA SI APRI' CON
L'ANZIANA DONNA E LE RACCONTO' CHE ERA MAL
TRATTATA E VISTA DI CATTIVO OCCHIO DALLE ALTRE
RAGAZZE DEL VILLAGGIO. L'ANZIANA RACCOLSE UNA
PIETRA FORATA, LA DONO' ALLA GIOVANE DONNA E LE
CONSIGLIO' DI PORTARLA SEMPRE CON SE. DAAYAN
SALUTO' LA DONNA DONANDOLE I TRE BACI E PORTO' CON
SE LA PIETRA, NON SAPENDO CHE LA VECCHIA SIGNORA
ERA UNA JADU'. POCO MENO DI TRE LUNAZIONI
PASSARONO DA QUELL'INCONTRO E DAAYAN ANDO' ALLA
RICERCA DI QUELLA DONNA. OGNI GIORNO ANDAVA ALLE
RIVE DEL LAGO MA DI QUEST'ULTIMA NESSUNA TRACCIA.
FINCHE' UN GIORNO RIAPPARVE LA VECCHIA SIGNORA, LA
RAGAZZA NEL VEDERLA SI RIEMPI' DI GIOIA E DOPO
AVERLA CALDAMENTE SALUTATA, LE INIZIO' A
RACCONTARE CHE STAVA PER SPOSARSI E CHE LE
RAGAZZE DEL VILLAGGIO ADESSO LA RISPETTAVANO E
TEMEVANO ALLO STESSO TEMPO. FINALMENTE IL
VILLAGGIO IN CUI VIVEVA, ERA DIVENUTO UN LUOGO DOVE
POTER STARE SERENA. MENTRE RACCONTAVA LA SUA
STORIA DAAYAN, NOTO' FRA LE SOPRACIGLIA DELLA
DONNA UNA MACCHIA A FORMA DI LUNA SULLA FRONTE E
QUINDI LE CHIESE <<ANZIANA DONNA, MA LEI E' UNA
DAEN?>> LA DONNA SORRISE E LE DISSE >>COSA IMPORTA
SE SONO UNA DAEN O SE CIO' CHE HAI OTTENUTO E'
OPERA DI UNA JADUTONA?>> CONCLUSE << FAI UNA COSA,
PRENDI IL LATTE DI UNA BUONA CAPRA E FAI CUOCERE IN
ESSO IL RISO, AGGIUNGI IL MELOGRANO E IL
MIELE...DOPOO AVER OMAGGIATO A'BALUM'AIN E
ACREPITI, PORTA CIO' CHE TI STO DICENDO DI NOTTE IN
ONORE DELLE JADU'>>. ASCOLTO' CIO' CHE GLI DISSE E
DAAYN SALUTO' LA DONNA FINCHE' SENTI' DIRSI
<<INSIEME ALLE OFFERTE , POSA LA PIETRA CHE TI DONAI
CHE PRENDERA' IL NOME DI DAAYANKAL, FINCHE' ALTRI NE
POSSANO USUFRUIRE>> MA VOLTANDOSI DELLA VECCHIA
SIGNORA NEMMENO L'OMBRA. DAAYAN FECE COME DETTO
DALLA DONNA, MA NON EBBE MAI PIU' NELLA SUA LUNGA
E FELICE VITA IL PIACERE DI RINCONTRARLA.

AGHNÃSVARÁ E IL SACRIFICIO FINALE:

DALLA NASCITA DI AKHAL E ATURIXA’ PER IL COSMO INIZIO'

UNA NUOVA ERA, LA YUGAGH. DEVA, NEBALDEVA,ATMA, UCHAR
MUTH, DOM, ARAJENKAVATI, SAMUTH ETC OGNUNO SUL
PROPRIO PIANO IN COLLABORAZIONE PRANICA CON I
RESTANTI PIANI LOTTAVA CONTRO GLI ASURA E GLI
APORAMBRUT. UNA VERA E PROPRIA GUERRA ANIMICA MOLTO
SPESSO FALLITA PER CAURA DI STESSI UCHAR DIVENUTI SABE'
(I\LE NON LIBERI\E) ED INFINE APPESANTITI DAL KARMA COME
MANAV (VOLGARI UMANI). AD OGNI FALLIMENTO AGHNÃSVARÁ
RITORNAVA NELLA SUA “MALEDIZIONE” E LE TESTE FINO AD
ALLORA TAGLIATE DEGLI APORAMBRUT E DEI LORO CAPO
STIRPE ASURA RITORNAVANO NELLE LORO MEMBRA PER
RIPRENDERE A CONSUMARE L'ESISTENZA NELLA NON
ESISTENZA. DURANTE LO SHAAVATI I\LE DEVA STAVANO
DANZANDO ARMONIOSAMENTE. LA LORO DANZA FACEVA
GIOIRE L'INTERA ESISTENZA CHE IN EQUILIBRIO DANZAVA
LIBERA NELLA VITA DI TUTTI I GIORNI. PROFUMI INEBRIAVANO
IL CIELO, LA TERRA ABBONDAVA . AD UN CERTO PUNTO LA
DANZA SI FECE SEMPRE PIU' FRENETICA E TUTTO
VORTICOSAMENTE GIRAVA, NONOSTANTE I MONDI FOSSERO
SEPARATI TUTTO DANZAVA INSIEME IN PIENA FIDUCIA E AMORE
FINCHE' L'INTERA ESISTENZA CADDE IN CATALESSI, IN UNA
VISIONE PRANICA, IN UN DUBI' BRAHAMAN (TRANCE
DELL'INTERO COSMO). L'INTERO BRAHAMAN SI RITROVO' NELLA
STESSA VISIONE DOVE OGNI DEVA AVEVA IL\LA SUA GEMELLA
IN MIRIPATI, GLI UCHAR CONGIUNTI CON IL\LA PROPRIA KHOR
E DANZAVANO ANCHE NELLA VISIONE. LA DANZA ERA
FRENETICA E DOLCE, EROTICA E PURA, LUMINOSA E OSCURA
ALLO STESSO TEMPO. LA LUCE DEL SADIVHAL ILLUMINAVA E
SCALDAVA L'INTERO GLOBO MENTRE LE COSTELLAZIONI
ILLUMINAVANO L'INTERO UNIVERSO ANCHE LORO IN DANZA
ARMONICA. TUTTI GLI ASURA E GLI APORAMBRUT NON
ESISTEVANO, ERANO UN RICORDO LONTANO E L'INTERA
ESISTENZA VIVEVA ARMONIOSAMENTE. FINCHE' IN QUELLA
VISIONE AGHNÃSVARÁ CHE STAVA DANZANDO CON IL\LA SU°
MIRIPATI E AIL GIORNO E LA NOTTE SCORREVANO
FRENETICAMENTE FINCHE' AGHNÃSVARÁ SPALANCO' I SUOI
OCCHI E GUARDANDOSI INTORNO VIDE CHE TUTTI ERANO
ASURA... SI DISTACCO' DAL° SU° MIRIPATI E LANCIO' UN URLO
IMPUGNANDO LA PUDALI' INIZIO' AD OSCILLARLA E CON LA SUA
LAMA INIZIO' A DECAPITARE CHIUNQUE INCONTRASSE (DEVA,
NEBALDEVA, UCHAR) FINCHE' UCCISE TUTTI TRANNE IL\LA SU°
MIRIPATI CHE DINANZI ALLA SUA PRESENZA SI INGINOCCHIO
GUARDANDOL° MENTRE L° DECAPITAVA. DINANZI A
AGHNÃSVARÁ SPUNTARONO MAYA (ILLUSIONE) E DHOKHA
(INGANNO) LE DUE ASURA CHE ERANO SFUGGITE
ALL'ELIMINAZIONE DELLA NON ESISTENZA . LE DUE ASURA
DERIDENDO VOLGALMENTE DELL'AZIONE DI AGHNÃSVARÁ
RACCOGLIEVANO LE TESTE DELL'INTERA ESISTENZA ORMAI
MORTA E COME AGHNÃSVARÁ SE NE DECORAVANO IL LORO
CORPO NUDO COME COLLANE. GLI UNICI AD ESSERE
SOPRAVVISUTI ERANO I DEVTA CHE OSSERVAVANO SENZA
NESSUN CENNO. AGHNÃSVARÁ GUARDO' I\LE SUOI PICA POSO'
LA PUDALI' E PRESE DALLA MANO DEL° SU° MIRIPATI ORMAI
MORT° LA SUA LAMA E AVVICINANDOSI ALLE DUE ASURA E SI
AUTO DECAPITO' . IL SUO SANGUE SGORGO' FINO ALLE BOCCHE
DELLE DUE ASURA CHE INGERENDONE IL PRANA DI VITA NE
FURONO AVVELENATE. MAPITRI' E A'KAS SI UNIRONO E
GUARDANDOSI CON PIENO AMORE SI CONGIUNSERO
EROTICAMENTE . QUANDO IL PIACERE ARRIVO' AL CULMINE
EMANARONO IL CANTO AUM. IL PRANA DI TUTTE LE CREATURE
UCCISE SI CONGIUNSERO NUOVAMENTE FRA LORO (UOVO) E
RIPRESERO VITA E COME SE NON FOSSE SUCCESSO NULLA
DANZAVANO , DANZAVANO FELICEMENTE OGNI DEVA CON IL\LA
SUA GEMELLA, OGNI UCHAR CON IL SUO KHOR... AGHNÃSVARÁ
SI GUARDO' INTORNO E MENTRE DANZAVA CON IL\LA SU°
MIRIPATI INSIEME CON LACRIME DI GOIA INTONARONO IL
TERMINE YUGANDHA (ERA DI DEZA'W\UOVO COSMICO) .
L'INTERA CREAZIONE ERA IN FESTA. TUTTI AVEVANO
CONTRIBUITO ALL'ELEVAZIONE DEL PRANA E I MONDI SI
CONGIUNSERO VIVENDO TUTTI IN PIENA ARMONIA SENZA PIU'
IL VELO CHE SEPARAVA I PIANI DELL'ESISTENZA. UN ETERNO
SHAAVATI DI ATMA CONSAPEVOLI E QUINDI ETERNI. DEVA E
UCHAR SI SVEGLIARONO DALLA VISIONE E IMPUGNARONO LE
LORO ARMI E MENTRE DANZAVANO INTONAVANO LA YUGAGH
CON IL DESIDERIO DI RAGGIUNGERE QUELLO STATO DI ETERNA
VITA CHE DEZA'W AVEVA PREANNUNCIATO PRIMA DEL CAOS.

Komboloi e i Rahesy:
komboloi era il re del suo regno e ricchezza onori non
mancavano per lui che si credeva potente finche' un giorno
Naaseb (destino) il famoso daen del villaggio da lui
consultatogli disse <<senti il vuoto che hai dentro? Sembra
che tu abbia tutto ma in realta' sei lontano dal vero
tutto...sei nato grande ma questa grandezza non sta in
questo potere illusorio da manav ma in quello divino>> su
tutte le furie il re fece rinchiudere il potente daen. Ma non
'passava giorno e notte che non avesse la voce del daen che
gli sussurrava all'orecchio quella profezia, finche decise di
anadarlo a trovare dov'era rinchiuso. Il daen senza rancore
ma con aria sorniona guardava il re negli occhi che gli disse
<< sono il tuo re, dimmi come posso trovare la completezza
e il mio potere>> e il daen rispose <<come ben sai sono un
daen quindi non ho nessun re e nessuna regina>> continuo'
<<ma mi stai chiedendo una profezia ed e' mio dovere come
giuramento che racchiudo in questi sanket rispondere con il
vero quindi ti dico: la tua vera completezza sta lontano da
qui. Togli tutte le pietre che ci sono nella tua corona tieni
con te solo una perla e conta le restanti pietre e prima di
partire offrile al popolo che non sara' piu' tuo e inizia a
viaggiare da solo senza nemmeno piu' il tuo nome, non ti
servira' in quanto non incontrerai nessuno. Ritroverai ad
ogni passo animico una pietra che sara' preziosa come
quella della tua corona e la porterai con te fino a triplicare il
numero delle pietre lasciate alla gente di questa valle, e
sara' proprio li che rincontrerai la tua corona. perche'
ricordati tutto cio' che si fa nel bene e nel male tre volte
vien riconpensato come triplicheranno le pietre che hai
precedentemente donato lasciando il popolo liberi senza re
ne regine>>. Il re lascio' le celle ancora piu' sconvolto di
prima fece liberare Naaseb e disse al popolo che l'indomani
il palazzo sarebbe stato di cucci e anche i suoi beni.Durante
la notte si alzò e guardandosi allo specchio si tolse
interamente capelli, barba, peli e unghia. Stacco' la perla e
mise in un contenitore di bronzo dove mise anche lo
specchio e dell'acqua. come da indicazioni stacco' tutte le
pietre e le conto', senza nemmeno dormire all'alba si lavo'
nel fiume e cosparse il suo corpo di pundra bianca e ad ogni
persona che incontrava donava una pietra della sua corona
alla sua gente che nemmeno lo riconosceva piu. Lascio' la
valle e Il viaggio ebbe inizio. la sua mente continuava a
frullare di pensieri e ad ogni giorno che passava senza
incontrare non solo nessuno ma nemmeno le famose pietre
iniziarono a creare dubbi nella sua mente, il suo aver vissuto
nel lusso non gli aveva fatto sviluppare l'istinto di
sopravvivenza e di autonomia, il suo corpo era debole e
affamato, non conosceva la natura e quindi rischiava di
morirne avvelenato. Dal dubbio passo' alla rabbia, dalla
rabbia alla rassegnazione e dalla rassegnazione passo' a
guardare il cielo con commozione mentre il suo corpo era
disteso nella nuda terra. piu'stava in quello stato piu' si
sentiva piacevolmente avvolto. Finche' non fu travolto da un
immenso prana che lo sconvolse in mille emozioni
smembrando ogni parte di se, in uno stato piacevole di
confusione sentiva dei mantra che lui stesso recito'
<<mahaan man>> e <<shaktisahita>> finche' comparve una grande
vacca che lo nutri' dalle sue mammelle , mentre un toro lo
bagnava rinfrescando il suo corpo. i giorni e le notte
passavano come se non ci fosse lo scandire del tempo e i
due sacri animali iniziarono la fase di corteggiamento ed
infine di accoppiamento, dal fallo di lui uscirono 3 pietre al
posto del seme altre tre furono partorite dalla mucca .al
risveglio strovo' ne contenitore dove aveva messo spechcio
e perla le sei pietre e Senza porsi domande continuo' il suo
viaggio dove ogni giorno trovo' una pietra. Aveva raggiunto il
triplo delle pietre da lui donate, intorno a lui il nulla , nessun
potere...passavano i giorni e recitava i vari mantra che le
tante creature strane aveva incontrato e che lo avevano
colmato di prana e dimenticava sempre di piu' la sua vita
precedentemente svolta, diventava sempre piu' distante da
sembrare una vita passata non appartenente a quella. Un
giorno mentre camminava sente una voce di donna che
cantava inni divini, si avvicina e vede quella che per i suoi
occhi era una bellissima creatura con un velo che le faceva
intravedere i capelli intrecciati con candidi nastri di seta e
gli si avvicino'. I due si guardarono senza dir nulla, la
ragazzza aveva nel volto i sanket e con un gesto lento e
sicuro mise le mani tra i veli e si tolse un nastro dai capelli e gli e' lo
dono', senza smettere di guardarla uni' pietra per pietra con il nastro di lei
e recitava <<samaji rahesy ciarad de ciarad >> unite tutte le pietre trovate
scoppiarono entrambi in un pianto di commozione e si abbracciarono, i loro
corpi si strinsero e giacquero insieme. L'amata che si chiamava pratiksha
(pazienza\attesa) porto' Komboloi dalla madre e dehar Sunito (colei che
guida/guidata giustamente) che appena vide l'uomo ripercossa da tremori
che la portarono in uno stato di dubi' e gli disse <<finalmente hai trovato te
stesso e il tuo vero dharma riportando i rahesy (misteri) che adesso
donerai nuovamente come donasti le 36 pietre>> e prendendogli il suo
contenitore di bronzo gli fece osservare le pietre che aveva trovato e che
lui aveva racchiuso in un cerchio con il nastro della sua amata continuo'
<<questa e' una corona e quelli che hai imparato durante il viaggio i suoi
triplici misteri che farai dono:

mahaan man (mipitri')

shaktisahita (pita akas)
amin (elementali)
anant vishram (le stagioni)
racnamak (a'balum)
deviprerana (aeres)
atakh yudha' (ateris)
mahavì (atrera)
anank batcian (apaci)
praciur matra mi bumì (adimitra)
pryanant (abasodait)
andriri jangli (atranimait)
sundarata (axoni)
anantpani' (axadait)
budhimanyudha (aketina)
jo bana e'(akfistes)
vahamitieh (akuvare')
bahanjik (atunxeus)
racnamak (abalum\ain)
kushal raja (akal\aturixa)
prarakshatty (aherem)
anant kapnà (nebaldeva)
ax avanyak (totem)
racnamak (abalum\ain)
kushal raja (akal\aturixa')
declelin devi (acrepiti)
vhan jala jata è (amakeria)
vhan paciues (abit)
pram kan è (akori')
nhem yfì (daen)
anantciamak (tari')
nanthan sanghash (haris)
pitru paksha (ambrut)
anantur divamat (numi)
amin (elementali)
om sadapura om (a'balum'ain\- akalaturixà= AGHNÃSVARÁ)

prendendo la perla che era appartenuta alla corona di

komboloi concluse <<io sono il khor tuo e della tua amata
che mi dara' alla luce e sono il primo atma che ha avuto
dimora nell'anatudia e quando nascerò completero' la tua
corona con la rahesy aadar prana sada>>.Komboloi
ricevette come la sua amata la dikshadeva prendendo il
dharma di Mala . Mala e pratiksha vissero nella rinuncia e nella
preghiera e dopo mesi dal loro incontro nacque la piccola con in mano la
perla della corona e il padre come l'ispirazione ricevuta dall'anima guida
recito' <<aadar prana sada...>> e aggiunse la perla alla corona di pietre
dicendo << samaji rahesy ciarad de ciarad>> .diedero alla bambina il nome
purna (completezza) divenendo in tenera eta' sadh come Mala e
Pratiksha .

Atrera e l'inganno amoroso:

il grande falco fin da piccola nutriva un grande sentimento
per la poderosa aquila Atunxeus. Lei volteggiava
elegantemente nel cielo con il suo sguardo fisso verso suo
fratello che corteggiava tutti i Deva suscitando l'ira della
irascibile Atrera che irritandosi dal suo muso scatenava
grandi soffiate di vento, suo grande prana. Atunxeus preso
da se, non notava il grande amore e l'enorme devozione che
la Deva Atrera nutriva per lui...ma fatto stava che ogni
qualvolta gli si avvicinasse qualcuno succedeva sempre
qualcosa di disastroso. Finché' un giorno credendo di avere
addosso una maledizione che creava tutto ciò', decise di
andare dalla potente Atrera, che era nota per le sue
capacita' di veggente, in quanto nulla sfuggiva al suo
sguardo, neanche il fato. Atrera quel giorno era nel fiume in
compagnia Abasodait...era li che si nutriva di miele e si
lavava le piume, mentre abasodait gli poggiava il suo
specchio affinché' Atrera si specchiasse per osservare la
sua perfetta bellezza. Fu proprio quel giorno in quel fiume,
dimora della sirena Abasodait che Atunxeus decise di
consultarsi con la bella Deva Atrera, sua gemella. Atunxeus
racconto' alla sorella le vicende che gli succedevano ogni
qual volta, decideva di donarsi a qualcuno di suo
gradimento... Atrera ascolto' e gli disse <<grande Atunxeus
il tuo potere e immenso e il tuo voler giacere con chi che sia
offende il tuo enorme prana, suscitando la cattiva sorte che
ti perseguita>> continuo' << per te in destino c'e' un volatile,
con i poteri del cielo come te, che ti uguaglia in potenza e
regalità' che ti sarà fedele e miripati>>. Atunxeus ascoltò
ciò che Atrera gli disse, non comprendendo a pieno il
senso... la ringraziò e prima di volare via gli donò una corona
di fiori di papavero,margherite e zafferano in cambio del
responso ricevuto. Andato via Abasodait scoppiò in una
chiassosa risata in quanto aveva compreso il gioco
dell'astuta sorella e in un silenzio di complicità sul fatto
avvenuto continuarono a farsi belle.

Il tornaconto di Acrepiti:
Acrepiti, grande Deva della magia e dei defunti nulla sfugge
in quanto e' colei che scopre le cose nascoste... venne un
giorno alla scoperta del responso che Atrera aveva fatto ad
Atunxeus. Quella scoperta la riempì di orgoglio in quanto
avrebbe fatto ricadere sulla vendicativa Atrera il torto che
lei e Akfistes avevano ricevuto, ripagandola con la sua
stessa moneta, la vendetta. Passo' prima dal giardino dei
tesori (Nekajaan), e prese dell'oro che i manav donano ai
defunti per pagarsi il trapasso e se lo portò con se nel
mondo di mezzo. Recatasi dal fratello Aherem gli fece dono
dell'oro in cambio di maggiori informazioni su ciò che era
accaduto in merito al responso di Atrera...avute le utili
informazioni si recò dal fratello Akfistes, raccontando cio' di
cui era venuta alla scoperta. Akfistes provò una grande pena
sia per Atunxeus che per Atrera rifiutandosi di commettere
tale vendetta e cercando di distogliere la sorella da tale
gesto... Acrepiti fece credere al Deva Akfistes di
comprendere il suo animo e se ne ando'... ma non torno' nel
Neke ma si precipitò nella dimora dei suoi genitori Devta che
ascoltarono la figlia, decidendo immediatamente di punire
Atrera e il suo gesto. Chiamarono immediatamente al loro
cospetto Apaeres ordinando di portare Atrera nel mondo di
sopra e di privarla della sua vista, coprendo la sua testa con
una sacca. Apaeres andò da Atrera e la invito' a presentarsi
al cospetto dei Devta. Arrivata li' trovo' in compagnia dei
genitori Acrepiti, che nonostante il velo che gli copriva il
viso si intravedeva i suoi occhi dritti verso quelli suoi
incorniciati da un ghigno. In quello stesso momento Atrera
comprese, che quello che gli aspettava non era qualcosa di
gradevole... arrivata dinanzi ai Devta si inchinò, loro fecero
un cenno inconsueto e fu in quel momento che Acrepiti si
avvicinò a lei e dalle spalle coprì il viso di Atrera con un fitto
sacco...i Devta imposero la punizione e fecero
accompagnare l'agitata Atrera da Apaeres che da quel
momento avrebbe sorvegliato la Deva punita.
Apaeres cercava il più possibile di alleviare la punizione di
Atrera, raccontando gli accadimenti e nutrendola con i cibi a
lei graditi, come le mele, la zucca, la cannella etc divenendo
grandi amiche oltre che sorelle.

Atrera e Atunxeus:
Dopo la lunga punizione di Atrera impartita dai Devta di
restare privata della sua vista, venne il giorno in cui questa
punizione arrivò al termine... i Devta, decisero che a levargli
la sacca sulla testa doveva essere proprio Atunxeus.
Nonostante l'inganno ricevuto il Deva, senza farsi sentire
dalla sorella punita, andava sempre a trovarla, provando
grande tenerezza per quest'ultima che pian piano si
trasformava in vero sentimento. Atunxeus fu felice della
decisione dei Devta e di essere lui stesso a dare fine alla
punizione stabilita. Accompagnato da Apaeres ando' dinanzi
ad Atrera e gli sollevo' pianpiano la sacca scoprendo solo il
becco. Prese del miele e lo uni' a fiori d'arancio e fiori di
limone e lo accostò al becco della sorella che ne assaggio'
ricordando il gusto della sua pietanza preferita. Atunxeus
guardava la sorella che si godeva il dono, finchè spinto dalla
passione prese e la baciò... inizialmente Atrera si indispose
del gesto, allontanando lo sconosciuto e disse << che tu sia
maledetto da me che sono una Deva. Le mie mie labbra, il
mio corpo, il mio amore appartiene solo al potente
Atunxeus>> concludendo <<che le sue folgori possano
bruciarti e i miei venti spazzarti via per l'eternita'>>.
Atunxeus sorrise e le tolse completamente il sacco
scoprendo gli occhi della Deva. Accecata dalla luce, non
vide chi aveva di fronte ,batte' le ali e stimolo' un fortissimo
vento che spazzo' tutto cio' che aveva vicino...Atunxeus e
Apaeres si misero in un luogo sicuro osservando il grande
potere della Deva. Atrera pian piano riprendeva la vista e
irritata urlava contro il nulla, chiedendo alla persona che si
era permessa di profanare il suo becco di farsi avanti... e fu
proprio in quel momento che Atunxeus si vece avanti,
mostrandosi in tutta la sua bellezza accompagnato da
Apaeres. Atrera volo' fra le ali del suo amato, i due furono
accompagnati da Apaeres nella dimora di Atunxeus. Mentre
i due giacevano insieme, Apaeres andò a comunicare ai
Devta l'amore dei due, divenendo testimone della loro
unione. Dalla loro unione furono dati alla luce quattro
gemelli: Purhava bella Nebaldeva del vento dell'est, Dakhava
poderoso e caldo vento del sud, Pashava umida Nebaldeva
del vento dell'owest e Uthava oscuro vento del nord.

Kayium e la profezia del nuovo popolo:

i suoni rimbombavano nella valle kalash quella notte di
chaumos di quell'anno e mentre il deharshyta kayium
(ETERNO) danzava il suo corpo fu ricoperto di
ripercussioni...fin quando totalmente denudato il suo corpo
ricoperto da sanket iniziò a danzare freneticamente
ricoprendo tutto lo spazio disponibile... benedicendo pian
piano tutti gli abitanti della valle che osservavano quelle
movenze a loro nuove. Fin quando il suono e i canti furono
interrotti dagli urli echeggianti del dhear <<ain kali>>. Dopo
anni di vuoto la deva kali era nuovamente tra di loro... con il
fuoco benedì il mandir e avvicinandosi alla sadhvisudh
(sacerdotessa della deva akuvare') fece la sua profezia...<<
a breve un grande uomo dal nome alexandro detto du alkar
entrerà nella nostra valle insieme alla sua miripati
vahkhshona accompagnata da ragazze sinti e la truppa di
guerrieri...porteranno grandi cose per il nostro popolo e
dopo la morte di costui quelli che si sono uniti a costoro.
Lancerò una freccia nel cielo e seguirete i guerrieri e le
sindhi verso una nuova terra abitata da servi dal Dio Sa e gli
donerete la libertà>>.

L'arrivo di alexandro:
non passò molto tempo dalla profezia della deva
Ain...all'alba gli abitanti della valle furono sorpresi dal suono
di un corno e il rumore degli zoccoli dei cavalli e andarono
immediatamente ad avvisare kayium. Il dhear fece subito gli
onori della valle ai nuovi arrivati certo che erano coloro che
la deva ain aveva preavvisato...guerrieri e sinti facendo
spazio facero passare un uomo dall'elmo dalle doppia corna
e una donna dal passo selvaggio , che si dirissero verso il
dhear. Togliendosi l'elmo quell'uomo guardò kayium e si
presentò il suo nome era alexandro du alkar... da li la valle
iniziò a festeggiare invitando gli stranieri ad unirsi a loro. La
festa durò fino alla sera giovani del villaggio si era unita ad
alcuni guerrieri e corteggiavano le nuove arrivate che
sfoggiavano danzando i sanket e loro abiti di altre terre. Le
musiche e le danze di questi popoli diversi si unirono
facendo accrescere il prana del villaggio. Finchè una daen
della valle, shalak (veleno) fu ripercossa da tremori che la
spinsero ad uno stato di dhubì. La ragazza continuava a
tremare fin quando si lasciò andare nella danza di
a'balum'ain che diede il benvenuto a vahkhshona dicendogli
<<apà raajanmarè sindhi>> (saluto te e il divino che c'è in te
nobile sinti) continuo' <<verra' un momento in cui ti
separerai da saha e verrai accompagnata da salaha che vi
guidera' nella puuja sotto il nome di Sindhi, lei tari'
incarnata, stara' con voi e nella terra del tuo amato dove vi
attende sua madre daen dei serpenti e ti aiutera' a dare alla
luce un figlio maschio>> poi si diresse verso Alexandro
chiedendo a quest'ultimo di insegnare al suo popolo i segreti
per fare la sua bevanda (il vino) <<in cambio ci sarà per voi
un giardino nel neke per i guerrieri e le guerriere chiamato
Naayak e verrete invocati con il termine haris>>. E
alexandro acconsentì sigillando il patto.

Shalak e la sua nuova vita:

dopo il suo dhubì, kayium si prese in custodia shalak,
nonostante dalla valle fosse temuta per i suoi grandi poteri
di daen, shalak era famosa per le due frecce che portava
sempre con se una bianca e una nera come simbolo della
sua versatilita' in tutte le forme di jadutona decise di farle
la dikshadeva e insegnargli tutto ciò che doveva imparare
dei deva prendendo il nome di saha (nuova terra). Dopo un
lungo percorso la face divenire sua samar per essere un
domani una degna dhear. Era una ragazza molto ribelle dal
temperamento pungente. Non era facile il compito della
samar dovuto all'incostanza, la superbia e l'egoismo di saha
. Finchè decise di fargli prendere cura degli stranieri e degli
uomini e delle donne kalash che si erano uniti a quest'ultimi.
Pianpiano imparava a portare a compimento i suoi impegni
finchè la sua fama si fece sempre più grande ricevendo la
stima di tutti e il timore che la valle aveva per lei si
trasformo' in rispetto. Alexandro e i suoi haris insegnavano a
saha i misteri dei loro Dei e l'arte del vino, divenendo
un'offerta sacra che i\le taramita offrivano ai deva kalash
come lo era per le divinità greche. Deva e Divinita' greche
convivevano...come un'unica famiglia.. Dopo il percorso di
samar saha non era più la stessa ragazzina...ma divenne
sempre più matura e meno impulsiva, fiera del suo dharma
che era saha (terra promessa) si faceva chiamare cosi' sia
dai kalash che dalle daen. Il dhear era fiero della crescita
della ragazza, che con impegno e devozione imparava e
metteva i pratica le conoscenze kalash. Era sempre
presente per le difficoltà della valle, definita da tutti oltre
un'esperta daen un'ottima consigliera e grande samar.

Il popolo sakalash:
dopo la morte del grande alexandro, come dalla profezia di
Akhal il popolo che si era unito ai guerrieri e alle sindhi
seguiti da quest'ultimi e dalla samar Saha che divenne con
mahadiksha dehar e dopo tre giorni e tre notti si
prepararono per il viaggio verso l'isola di Sa. La notte prima
di partire i villaggi guidati dal dehar Kayium prepararono una
festa in loro onore per dare la benedizione degli Deva...
come da tradizione canti, suoni e danze non potevano
mancare. Fin quando il dharshyta kayium andò in trance
della potente Akhal, che benedi' coloro che avrebbero
viaggiato e avvicinandosi a saha le diede il saluto dei dehar
e lanciando una freccia rossa nel cielo le disse <<piccola
Saha, il viaggio che ti aspetta e' molto lungo...quando
vedrete l'isola vi fermerete una notte intera fra le acque e tu
farai come ora ti dico... nessuno di voi guarderà fuori ma
staranno tutti intorno a te mentre farai la pujaa per tutte le
gudija prima del tramonto, preparerai il gudhi per tutti i deva
e intonerai il loro mantra finchè il gallo non canterà e
preparerai il tebaldeva...mangerete le rimanenze della pujaa
da quel momento potrete mettere piede sull'isola. E sarete
ben accetti dai popoli che erano sottomessi dal Dio Sa e vi
chiameranno sakalash ( liberi dall'oppressione)>>. Al canto
del gallo il dehar salutò saha con i cinque baci sacri e il
viaggio ebbe inizio. Il viaggio fu lungo e stremante, arrivati
dinanzi all'isola l'imbarcazione come da istruzioni di Akhal si
fermo' saha inizio' i rituali... durante i gudhi un tonfo
echeggio' su tutta l'imbarcazione che inizio' a oscillare
impaurendo tutti che furono subito tranquillizzati dalla
dehar. dopo la lunga notte carica di prana, tutti mangiarono i
resti della pujaa e ripresero il viaggio fino all'arrivo dell'isola
di Sa, fu li' che Saha raccolse la freccia e la uni' alle sue due
e si inchino' dinanzi la nuova terra.

Il conflitto tra Axoni e Sa:

una notte saha preparò per i deva la pujaa su
un'imbarcazione che galleggiava tra i flutti del mare in cui
abasodait e axadait diedero alla luce i frutti del loro
sentimento nato appena. Mentre i deva stavano mangiando
axoni cercava la sua gemella atranimait fin quando gli si
avvicino' la sacra scimmia aherem sussurro' all'orecchio.
Aherem sapeva dov'era atranimait e accompagno' ad axoni
fino a lei. La Deva stava li nelle sponde di quella nuova terra
a giocare con quelle acque novelle e salate in compagnia di
un Dio gigante con un solo occhio circondato da pecore che
accompagnava le movenze con il suono di uno strumento a
lei sconosciuto. Atranimait sorrideva allo sconosciuto e
continuava a mostrarsi nel giocare con l'acqua, cio' fece
scattare l'ira incontrollata di axoni. Il suo prana in eccesso
anneri' la sua pelle inondando tutto di luce...fu quella stessa
luce che acceco' l'occhio di quel Dio e con una delle sue
lance dorate fece volare lo strumento dalla bocca di quel
gigante che disse <<chi e' che offende la mia potenza? chi
osa irritare l'ira dell'invincibile dio Dio Sa?>> .Sa si sollevo'
lancio' alla cieca tutto cio' che le capitava per le mani non
colpendo Axoni, fin quando prendendo un masso enorme e
lanciandolo sfioro' l'imbarcazione cadendo nell'acqua..fu
quel rumore che attiro' l'attenzione delle Mahìle che
andarono verso quell'essere...pian piano la vista del dio Sa
tornava e dopo aver visto che nell'afferrare e lanciare aveva
ucciso alcune delle sue amate pecore la sua ira arrivo' al
culmine, afferro' axoni inizio' ad osservare con il suo unico
occhi i gialli occhi del Deva e inizio' a stritolarlo. Atranimait
in soccorso del suo gemello inizio' a lanciare le sue
argentee frecce contro il gigante, mentre le Mehyle appena
giunto li e Aherem, provavano invano di liberare Axoni dalla
presa che lo stringeva ma Sa con l'altra mano li fece volare,
fin quando una delle sorelle inizio' a strisciare lungo il corpo
del gigante e arrivato al capo si tolse il velo che le copriva il
viso apenna l'occhio nero di Sa si incrocio' con quelli della
Mahila lascio' la presa rimanendo pietrificato .

Vahkhshona e Salaha:
dopo la morte del consorte e le celebrazioni vahkhshona
affronto' il viaggio verso la nuova terra con i guerrieri, le
sinti e i kalash. Al suo fianco come da profezi le era sempre
accanto la graziosa donna, Salaha. La donna con tono
gentile placava l'irrascibilita inpulsiva di vahkhshona,
insegnando a lei le leggi cosmiche e facendo accrescere il
suo prana con mantra, yoga e dhyan. Arrivati alla nuova
terra dove i sakalash si fermarono, lei parte della truppa
ripartirono verso la terra del poderoso alexandro dove la
madre daen aspettava il loro arrivo. Salaha oltre che
maestra, fece a vahkhshona da madre e accompagnatrice,
aiutandola a compiere il ciclo della gravidanza che diede
alla luce un figlio maschio a cui vahkhshona diede il nome
del trapassato padre del piccolo, Alexandro. Salaha si
prendeva cura di quel popolo facendolo accrescere nella
puuja portando con orgoglio il nome di sindhi. Si prese cura
come una madre del piccolo fche crescendo divenne oltre
che principe, guida spirituale e abile guerriero. finche'
salaha, vahkhshona e alexandro desh furono avvelenati.

Ghumantu':
ghumantu' discendente della dehar saha era una stimata
dehar...nella nuova terra, Deva kalash e altri Siri vivevano in
un equilibrio totale...anche se molti abitanti dell'isola non
erano kalash si rivolgevano a quest'ultima per intercedere
con gli atma e migliorare la propria condizione di vita. Ma
nulla resta invariato e un giorno mentre Ghumantu'
preparava il tebaldeva venne ripercossa da tremori che la
portarono in un leggero stato di dhubi'... e fu acrepiti che
parlando con la dehar le disse <<dhear cara, il vostro vivere
da dom e muth potrebbe essere intaccata, in quanto i cuori
dei manav sono duri e pieni di interessi che non riguardano
l'atma ma rendono schiavi>> continuo' <<prima che tu e in
generale i manav come te che si interessano dell'atma
verrete perseguitati,dovrai vagare...fin quando troverai un
posto sicuro e li continuerete a vivere nell'atma ed ogni
volta che ce ne sara' bisogno vi risposterete>> ripresa dallo
stato di dubhi' Ghumantu' inizio' a riflettere. La stessa sera
si rivolse ai sakalash raccontando cio' che la deva acrepiti
le raccomando' e prendendo del mallo intinse
alternativamente gli otto raggi del carro e rivolgendosi a
loro gli disse <<al sorgere del sole il mio viaggio avra' inizio
entro tre giorni trovero' il luogo e terro' dinazi la soglia
questa ruota e saprete di trovarmi li>> l'indomani mattina la
dehar prese il viaggio...si guardava in torno e tutto sembrava
sereno ma non diffidava mai di quello che la Deva gli aveva
preannunciato...finche' il suo istinto gli consiglio' di fermarsi
in un luogo a lei sconosciuto in aperta campagna macchiata
da un rudere totalmente abbandonato entro' e mise la ruota
al suo esterno>>... i sakalash raggiunsero la dehar che
chiamo' quel popolo wokar (camminanti, coloro che si
muovono). I wokar iniziarono a nascondere le loro puuja ,
alcuni di loro divennero dehar ma tutto in totale silenzio e
oscurita'. Ma non passo' molto dalla profezia e la
persecuzione ebbe inizio e anche i loro continui
spostamenti.

Khaadhar e le ghardeva divengono quartare:

Le persecuzioni proseguirono per moltissimo tempo e cio'
faceva tremare il cuore dei sakalash e dei wokar ma mai
vacillare la loro puuja come i dehar avevano insegnato loro .
Una notte durante la daavat di purnim il piu' giovane dei
nuovi dehar fu cavalcato dal nebaldeva chyala e rivolgendosi
ai partecipanti disse loro << fino ad oggi vi siete tutelati ma
l'assalto diverra' sempre piu' sanguinario...ma Khaadhar
trovera' il modo per salvare voi e la vostra puuja>>. Quella
stessa notte mentre Khaadhar dormiva la sua atma si
ritrovo' sotto i piedi dell'ahdim finche' gli si avvicino'
aherem nel suo aspetto scimmia e gli disse <<giovane
dehar il tuo cuore e l'unico a non tremare...tu ti avvicinerai
agli oppressori conoscendo le loro puuja e li comprenderai
come potervi salvare>>. khaadhar ascoltando cio' che il suo
messaggero gli aveva detto, ritorno in citta' . Vedeva cio'
che accadeva e pian piano comprese come avvicinarsi a
questi uomini che avevano distrutto le statue dei Siri e i
templi. Astuto come aherem inizio' a lavorare come
trasportatore di vino stando a stretto contatto con i
romani...conobbe la loro religione e le loro pratiche ...e i
deva continuarono ad essere cultuati non con le ghardeva
metalliche ma furono trasferite dentro le quartare le naabhi
sparirono sotto gli abiti e le haardeva non cingevano piu'
collo dei sakalash che continuavano ad esistere ma con la
paura che tutto potesse perdersi. Proprio per questo di
nascosto la puuja veniva tramandata da generazione a
generazione senza che terzi potessero entrarvici o scoprirlo.
Questa nuova visione dei dom\muth prese il nome del furbo
khaadhar che sotto l'ahdim aveva scoperto come salvarli.

Dhanyda e i deva divengono santi:

Dhanyda la dhear del lignaggio di khaadhar insieme alla dhear
Sabaat mantenevano viva la sacralità degli Deva. Una notte
durante la pooja dhanyda entro' in contatto con la deva Atrera
che con gli occhi spalancati che invitava a dhanyda a conoscere
il credo dei nemici in quanto, dietro a quella religiosita' avrebbe
messo alla luce il prana dei Deva che si celava dietro quelli che
venivano definiti Santi . Dalla mattina seguente come fece
khaadhar, Dhanyda inizio' a frequentare i credenti di quella
religione studiandola inizio' a notere come quel credo era
centrato sul dolore. Un giorno mentre era stava pregando dinanzi
all'immagine di una santa invocando atrera, gli occhi strappati
della santa divenire gialli e dal piattino che li contenevano
iniziarono a levitare rientrando nelle orbite della santa, la sua
espressione di sottomissione si trasformo' in ira, dhanyda
osservo' la santa finche' esclamo <<Apa' Atrera>> che con
atteggiamento compiaciuto gli accarezzo' il viso con la foglia di
palma che teneva in mano e gli diede la sua benedizione
consegnandogli la foglia e una pietra. Con la disapprovazione
della dhear sabaat, dhanyda ricevette il sacramento di quel credo
e riportando alla sua cerchia i misteri dei deva che scopriva
dentro quella religiosita' che la stessa sabaat apprendeva senza
accertarne le pratiche mentre altri le fondevano nella pooja come
insegnatogli dalla dhear dhanyda portando ad una forte
separazione sulla visione cosmica, formando due e veri gruppi
paraleli e conviventi allo stesso tempo, uno seguito dalla dhear
sabaat con il lignaggio di khaadar e il suo simbolismo e chi
invece seguito dalla dhear dhanyda prendendo il nome di Barak
fondendo all'unisono la pooja alle pratiche dei Santi. I tempi
divenivano sempre piu' duri finche' uomini e donne vennero
condannate perche' non praticanti della cristianita'o perche'
ritenute praticanti della stregoneria ma nonostante cio' i due
cerchi procedevano chi nascondendo e chi fondendo i loro deva
nelle vesti dei Santi.
<<dall''albero sacro cadde una foglia che come seme fecondo' la
terra. Le sue nuove radici sprofondarono e le foglie in nuova vita
accarezzavano il volto del cielo cantando in onore del cosmo
eterni lodi>>

PICI' DEHAR DI UTOPIA E LA NUOVA PROFEZIA:

IL DEHAR PICI' DELLA TERRA SAHAKALASH IN UNO STATO
DI DUBI' SCRISSE:
NELLA GROTTA DELLE COLOMBINE AL 13° CICLO
COMPLETO DELLA TERRA NEL XX SECOLO IL SERPENTE
ENTRA NELLA GROTTA PER AFFRONTARE LA PROVA CHE
MUTERA' LA SUA MATERIA ED IL SUO ATMA DI DAEN NEL
CORPO DEL DHEAR DELLA NUOVA ERA POST UTOPICA. I
SUOI OCCHI SBENDATI E DONATI DI UNA NUOVA VISTA CHE
SARANNO CAPACI DI VEDERE TRA I MONDI OSSERVANO LE
TRE FRECCE. LE SUE MANI COME RAGGI SOLARI SONO
LIBERI DI AFFERRARE E VIVERE LE ESPERIENZE DELLA
VITA CHE MUTATE IN ARGILLA GLI DARA' LA FORMA PIU'
IDONEA PER LA GIUSTA CRESCITA DEI SAKALASH .TRECCE
CINGONO I SUOI FIANCHI REGALI E FEMMINILI COME
SIMBOLO SACRO DONATI DA ABASODAIT PER TENER
NASCOSTA LA CINTURA DA DAEN...LA RUOTA DEL CARRO
GIRA E IL CICLO CONTINUA IL SUO MOVIMENTO...E DOPO
LA TEMPESTA L'ARCOBALENO SPUNTA CON I SUOI COLORI
CHE SPICCANO NEL CIELO IN UNA RADIANTE LUCE
FINCHE' IL VULCANO NON INGOIERA' LA SUA FORMA
ETEREA PER FARLA SUA DI PER DI PER POI IN
UN'ERUZIONE DI FUOCO SACRO RIPORTARLA
FUORI...FORTE COME UNA PIETRA E PIU' INTUITIVA E
LUMINOSA COME IL FUOCO DONANDOGLI LA FORMA DEL
GUFO...E IL CICLO NON SI FERMA E LA VASTICA GIRA, GLI
ELEMENTI SI FORMANO E IL FUOCO RIILLUMINA IL
MANDIR...E LA RUOTA GIRA E CICLO CONTINUA...
PICI' E LA CANTILENA:
IL DEHAR PICI' AVEVA UN FORTE LEGAME CON SANT'ANNA,
CHE DONAVA ALLA SUA VITA FERTILITA' DIVENENDO PIU'
VOLTE PADRE E VIVENDO AGIATAMENTE...FINCHE' IL 26
LUGLIO DEL 1990 DURANTE LE OFFERTE A DEMETRA, UN
ATMA GLI RECITO' UNA CANTILENA CHE LUI ANNO PER
ANNO PER QUELLA DATA CANTAVA IN ONORE DI
SANT'ANNA, IN ATTESA DI COMPRENDERNE IL SIGNIFICATO
INTRINSECO. LA CANTILENA DICEVA:
SANT'ANNA E' A PATRUNA E DI FIMMINI SI A SIGNURA
A SIGNURA RA TIERRA
E RI FIMMINI A CHIU' BIADDA...
DEVISHITA HAIU R'ASPITTARI
E NO FRATTEMPU C'AFFARI?...
A DIMITRA CHE A MATRI AIU A CRIRIRI E PRIARI.
A DIMITRA CHE A CHIU' RANNI SIGNURA RA TIERRA
E A SIMENZA GLI E' SULU SORELLA.

Nebaldeva:
arake e adunte':
anaq: armonia GE
tawaz: equilibrio GE
yuj: unione GE
turiya: coscienza GE

ateris abasodait:
shaara (malizia) M
sibàriha (esuberanza) F
kashi (perversione) M

ateris aketina:
sangha (conflitto) F
yud (guerra) M
shaanti (pace) M
samaatha (equilibrio) GF

ateris akorì:
hankur (germoglio) F
vanha (flora) F

ateris adimitra:
pravadha (abbondanza) F

atrera atunxeus:
purhava (vento est) F
dakhava (vento sud) M
pashava (vento ovest) F
uthava (vento nord) M

atunxeus aketina:
jhake (medusa marina) F

atunxeus atranimait:
bija (lampo) E
bijat (tuono) E

atunxeus adimitra:
dhul (cenere) M

atunxeus akorì:
athank (terrore) M

axoni atranimait:
ghana (eclissi) E
surakali (sole nero) M
jarni' (sibille) GF
davha (asclepio) F
axoni aketina
preera (muse) GF

axoni abasodait:
lalitya (eleganza) GF
saamanya (galanteria) GF
kisha (educazione) GF

axadait akorì:
burasapna (incubo) F
anidra (insonnia) M

axadait adimitra:

kicha (fango) M

axadait abasodait:
shaamudray (stella del mare) F
saagar (oceano) M
samudra (mare) F
raasa (abisso) M
mothi (gioiello) E
laha (onda “anfitrite”) F

axadait atranimait:
kamjuaar (bassa marea) M
ukpani (alta marea) F

akfistes amakeria:
kitsa (guarigione) F
ghala (umidità) E
Peya (chakra minori) sono 21 E

abit aketina:
yhatna (tormento) F
abasodait abit:
mahama (sesso) E
junu (ossessione) E

abit atranimait:
char (ciclicità) F

abit adimitra:
kalish (nera terra) F
buakana (ciclo dei semi) F

abit akorì:
karma E
anantkali (eternita' infinita) G
a'balu'aim abasodait:
basal (indecenza “grande fallo”) bagha (indecenza “grande
vagina”)

ain\aturixa:
somvar (lunedì) mangalvar (martedì) budvar (mercoledì)
spatvar (giovedì) kravar (venerdì) shanivar (sabato) ravivar
(domenica) (nome comune dindeva) GF
rahu (nodo lunare sud) e ketu(nodo lunare nord) GF

abalum\akhal: Marte (mangla), mercurio (hadà), giove

(mastë), venere (zeglä), saturno (zeghil) (nome comune
Nsiary) GF

a'balu'aim aketina:
budhi (“ragno”intelligenza) F
chaala (astuzia) M
simti (centauri) G

a'balu'aim adimitra:
charaya (sempre feconda) F
beji (seme fertile) M

a'balu'aim atranimait:
adhamy (indomata) F
kadhae (selvaggio “pan”) M

a'balu'aim akuvare':
yed (passato) atit (presente) bavijha (futuro) (nome comune
samay) GF

a'balu'aim apaeres:
mehyle (gorgone) GF

a'balu'aim akorì:
jheelon (mostri laghi) G

acrepiti a'balu'aim:
karane (“donni ri fora”) G
jadu' (streghe) GF

abit acrepiti:
kivaja (“furie”)
hinsak (morte violenta) F
halki (dolce morte) F

apaermes akori':
jilsay ( sirene laghi) G

apaermes atranimait:
suchi (“fate”)

apaermes adimitra:
ghadi (“folletti”) G
apaermes abasodait:
josh (passione) F ashan (attrazione) M icha (desiderio) F
(nome comune lankat “cupidi”)

apaermes apaeres:
bhavijyava (profezie) G luna azzurra

apaermes acrepiti:
sapana (sogno) E