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Breve biografia di

Śrīla Bhaktisiddhānta Sarasvatī Prabhupāda

Il 6 febbraio 1874 a Jagannātha Purī, nella casa del magistrato Kedāranātha Datta (popolarmente
conosciuto come Śrīla Bhaktivinoda Ṭhākura) apparve un gioioso raggio divino dagli occhi
ingioiellati di Śrīmatī Rādhārānī. Per informarci della divinità del neonato egli apparve con il
cordone ombelicale intorno al corpo, come fosse un filo da brāhmaṇa, yajña upavīta. Il padre
Kedāranātha Datta e la madre Bhāgavatī Devī diedero al neonato il nome Bimala Prasāda
(misericordia immacolata/pura). Molti astrologi vennero a vedere il neonato e la previsione
unanime fu che Bimala Prasāda, come predetto da Vedavyāsa nel Padma Purāṇa, hy utkale
puruṣottamāt “avrebbe diffuso le glorie del Signore Jagannātha in tutto il mondo.
In accordo alla tradizione, ai sei mesi si fece la cerimonia, saṁskāra, dell’annaprāśana
(letteralmente “mangiare riso cotto”) durante la quale si offre all’infante del cibo diverso dal latte.
Questa cerimonia fu fatta durante il festival dei carri, il famoso ratha-yātrā di Jagannātha che si
tiene a Purī, durante il quale partecipano centinaia di migliaia di persone. “Miracolosamente” il
carro del Signore Jagannātha si fermò dinanzi alla casa di Kedāranātha Datta, e tutti gli sforzi dei
sacerdoti e della folla di spingere oltre il carro si dimostrano vani. Passarono così due giorni. Al
terzo giorno erano ancora tutti incapaci di muovere il carro. Quel giorno Bhāgavatī Devī si affacciò
sulla strada col bambino di sei mesi in braccio per guardare il Signore Jagannātha. In quello una
ghirlanda cadde dal collo del Signore Jagannātha. Un sacerdote prese quella ghirlanda e la offrì a
Bimala Prasāda. A questo punto il carro del Signore Jagannātha cominciò a muoversi di nuovo.
Sembrava come se il Signore Jagannātha volesse dare il benvenuto al Suo intimo devoto che
avrebbe di lì a poco diffuso le Sue glorie.    

Gradualmente Bimala Prasāda crebbe e cominciò a eseguire delle significative attività. Un giorno il
padre portò a casa dei manghi da offrire alle sue divinità. Bimala Prasāda prese un mango maturo e
cominciò a mangiarlo. Vedendolo, il padre gli disse: “Dapprima dobbiamo offrire ogni cosa al
Signore. Se mangiamo qualcosa senza averlo prima offerto ciò sarà considerato come un furto e una
mancanza di rispetto verso il Signore.”
A queste parole il bambino decise che per il resto della sua vita non avrebbe mai più mangiato un
mango maturo, un voto che di fatto rispettò, dimostrando così una grande determinazione. Il suo
esempio ci può insegnare che bisogna essere determinati se si vuole raggiungere qualsiasi meta.
Ai sette anni Bimala Prasāda fu iniziato da suo padre al canto del mahā-mantra Hare Kṛṣṇa sul
japa-mālā di Tulasī e ricevette anche il mantra di Nṛsiṁha. A quell’età aveva anche completato
l’ascolto dell’intero Caitanya-śikṣāmṛta, scritto e letto dal padre. Bimala Prasāda fu poi iniziato nel
mantra di Kūrma e nell’adorazione della divinità di Kūrma trovata durante gli scavi per le
fondamenta della casa del padre a Calcutta, Bhakti Bhavana.
Bimala Prasāda mostrò fin dall’inizio delle stupefacenti qualità di apprendimento. A nove anni
aveva memorizzato tutti i 745 versi della Bhagavad-gītā. Cominciò la sua istruzione in una scuola
di lingua inglese a Rāṇāghāṭa e poi proseguì nel Seminario Orientale di Calcutta. La sua
affilatissima intelligenza e il suo potere mnemonico erano indescrivibili; poteva ricordare versi e
passaggi, parola per parola, di qualsiasi libro che aveva letto una sola volta. Componeva poesie in
sanscrito fin dall’infanzia.
Già dagli 11 anni si associava con i principali Vaiṣṇava bengali che facevano parte della Viśva
Vaiṣṇava Rāja Sabhā fondata da Kedāranātha Datta. Questa associazione ispirò Bimala Prasāda a
studiare a fondo i testi Vaiṣṇava che erano parte della nuova Biblioteca-Magazzino Vaiṣṇava e
stampatrice situati nella residenza di Calcutta, la Bhakti Bhavana.
All’età di 12 anni correggeva le bozze degli articoli, delle poesie, dei libri, delle riviste ecc. che
erano pubblicati come parte della rivista di suo padre, Sajjana Toṣaṇ.
A 13 anni entrò nel Vidyāsāgara College (conosciuto allora come Calcutta Metropolitan
Institution), dove ottenne un’istruzione moderna. I suoi studi includevano sanscrito, matematica e
astronomia, e dovuto alla sua vasta comprensione e competenza in astronomia gli fu dato il titolo di
‘Siddhānta Sarasvatī’. I suoi insegnanti erano meravigliati dal suo alto livello d’intelligenza in ogni
soggetto.
A 18 anni Bimala Prasāda fu ammesso nel ‘Sanskrit College’ che era l’istituto di studi principale di
Calcutta. Lì studiò a fondo i Veda, invece di seguire un curriculum mondano di studio. Mostrò
sempre un grande interesse nello studiare le opere letterarie di suo padre, Prārthanā e Prema-
bhakti-candrikā di Narottama Dāsa Ṭhākura e altre opere simili. Sebbene avesse studiato a fondo i
testi di grammatica sanscrita come il Siddhānta-kaumudī sotto la direzione di esperti eruditi, egli
disse ai suoi professori che la vita è intesa per adorare il Signore Supremo a non per il solo
proposito di studiare le radici dei verbi a la grammatica. Egli scrisse: “Se continuo a studiare
all’università la mia famiglia mi tormenterà inevitabilmente affinché mi sposi. D’altro lato se mi
presento come un inutile scemetto nessuno cercherà di farmi interessare a quel tipo di vita.” Così
lasciò ben presto il ‘Sanskrit College’ e decise di trovare un mezzo di sostentamento col minimo
sforzo per poter dedicare il massimo del tempo alla devozione a Kṛṣṇa.
A 21 anni divenne il segretario e lo storico di Bir Candra Māṇikya, il re di Tripura, e in seguito fece
l’insegnante privato dei principi al palazzo.
All’età di 24 anni Siddhānta Sarasvatī aprì la scuola ‘Sarasvata Catuṣpāṭhī Sanskrit’ alla Bhakti
Bhavana, dove molti importanti eruditi andarono a studiare astronomia. Con suo padre visitò anche
molti luoghi di pellegrinaggio dal nord al sud dell’India. Studiò a fondo gli insegnamenti di
Rāmānujācārya e Madhvācārya e si fece portare libri nelle quattro lingue del sud dell’India. Suo
padre, vedendo il profondo interesse di Bimala Prasāda negli studi Vaiṣṇava aggiunse al suo nome
il prefisso ‘bhakti’, facendolo diventare ‘Bhaktisiddhānta Sarasvatī’.
Bimala Prasāda non era un uomo
ordinario. La seguente storia ne è un
esempio. Kedāranātha Datta aveva otto
figli e cinque figlie: Annāda Prasāda,
Rādhikā Prasāda, Virāja Prasāda, Kamala
Prasāda, Bimala Prasāda, Varada Prasāda,
Lalita Prasāda, Śailajā Prasāda e
Soudāminī Devī, Kādambinī Devī, Kṛṣṇa-
vinodinī Devī, Śyāma-sarojinī Devī, Hari
Pramodinī Devī. Una volta Annāda
Prasāda era seriamente ammalato e nessun
trattamento medico, nessun esorcismo ecc.
era in grado di curarlo con successo.
Kedāranātha Datta e Bhāgavatī Devī
stavano cercando una soluzione.
Improvvisamente Annāda Prasāda ebbe una rivelazione nel cuore che nella sua precedente vita era
un devoto della Rāmānuja saṁpradāya. Egli disse a suo padre che in quel tempo aveva in qualche
modo commesso un’offesa nei confronti di Bimala Prasāda e che quella era la ragione per la quale
soffriva ora. Il padre gli consigliò di andare a chiedere scusa al fratello. Non appena Annāda
Prasāda ebbe spiegato tutto a Bimala Prasāda questi gli rispose con grande rispetto: “Mio caro
fratello maggiore, non so quale offesa tu abbia commesso, ma io perdono tutte le tue offese.” Dopo
aver ascoltato queste parole di Bimala Prasāda, Annāda Prasāda fu miracolosamente curato.
Nel 1901, all’età di 27 anni e su ordine di suo padre, Annāda Prasāda accettò mahābhāgavata
Gaura Kiśora Dāsa Bābājī Mahārāja come suo guru in Godrumadvīpa e ricevette il nome
Vārṣabhāṇavī-devī-dayita Dāsa.

All’età di 31 anni Bimala Prasāda cominciò a risiedere a Māyāpura e fece un voto di recitare un
miliardo di santi nomi. Recitava un minimo giornaliero di 300.000 nomi (192 giri su un rosario di
108 perline), osservò i voti di Cāturmāsya, come mangiare riso
bollito e dāl da terra, senza usare le mani, e praticò completa
austerità. Durante questo voto, nel 1914, suo padre Bhaktivinoda
Ṭhākura lasciò questo mondo, e nel 1915 il suo guru Gaura Kiśora
Dāsa Bābājī Mahārāja lo seguì. In un umore di grande dolore e
separazione Vārṣabhāṇavī-devī-dayita Dāsa pensò di abbandonare
la missione di predica poiché aveva perso entrambi i suoi rifugi
spirituali e di dedicare invece il resto della sua vita solamente alla
recitazione dei santi nomi.
Un giorno, nelle prime ore del mattino, ebbe una visione nella
quale Gaura Kiśora Dāsa Bābājī, Bhaktivinoda Ṭhākura, i sei
Gosvāmī (Rūpa, Sanātana, Raghunātha dāsa, Raghunātha Bhaṭṭa,
Gopāla Bhaṭṭa, Jīva), Śrī Caitanya Mahāprabhu, Śrī Nityānanda
Prabhu, Śrī Advaita Ācārya, Śrī Gadādhara Paṇḍita, Śrī Śrīvāsa
Ṭhākura gli apparvero tutti assieme e gli dissero:
“Bimala Prasāda, abbandona la tua idea di passare il resto della tua
vita nella recitazione solitaria. Tu devi diffondere i santi nomi.”
Bimala Prasāda rispose con gli occhi pieni di lacrime:
“ Come predicherò? Voi siete tutti scomparsi ed io non ho nessuna risorsa umana che mi possa
aiutare a diffondere l’amore divino attraverso i santi nomi.”
Tutte quelle divine personalità lo rassicurarono:
“Ci impegniamo personalmente a mandarti le persone e le risorse richieste. Non ti preoccupare. Vai
e predica il messaggio del divino amore.”
Bimala Prasāda riprese i suoi sensi esterni e ritornò al suo voto di recitare un miliardo di santi nomi
fino a terminarlo.

Il giorno di Gaura Pūrṇimā del 1918, all’età di 44 anni, accettò il voto di


tridaṇḍī sannyāsa secondo le norme che aveva imparato dai paṇḍita della
linea di Rāmānujācārya. Fu da allora conosciuto come Bhaktisiddhānta
Sarasvatī Gosvāmī.
Istituì la Śrī Caitanya Maṭha a Śrīdhāma Māyāpura, distretto di Nadia, come
suo primo centro di predica (questo e i seguenti furono comunemente
denominati Gauḍīya Maṭha).
Nello stesso anno l’associazione degli eruditi Vaiṣṇava vide la sua
determinazione e la sua purezza nel portare avanti la missione del Signore
Caitanya Mahāprabhu e gli conferì il titolo di Prabhupāda e la gente
cominciò a chiamarlo semplicemente Śrīla Prabhupāda.

Gradualmente molti giganti intellettuali di rinomate famiglie si unirono alla sua missione. In questo

modo cominciò i suoi vasti sforzi di predica sia a livello nazionale che internazionale: predicò in
tutta l’India e nel 1933 inviò 4 dei suoi discepoli in Europa come primi predicatori del messaggio
del Signor Caitanya in occidente. Diede anche l’ordine a Abhaya Caraṇaravinda Prabhu (in seguito
conosciuto come Śrīla Bhaktivedānta Svāmī Mahārāja) di predicare il messaggio del Signore
Caitanya in lingua inglese.
Per 18 anni, dal 1918 al 1936, Śrīla Prabhupāda diffuse in modo massiccio l’amorevole missione
del Signore Caitanya e stabilì 64 centri di predica tra India, Europa e Asia sud orientale.
Śrīla Prabhupāda era conosciuto come un’enciclopedia universale vivente. Non passava neanche un
momento al di fuori del servizio al Signore. Persino durante le sue passeggiate mattutine aveva
l’abitudine di dettare a tre diverse persone su tre temi diversi. Durante la sua presenza fisica i suoi
associati potevano pubblicare bollettini e notiziari quotidiani, settimanali, quindicinali e mensili.
Potevano pubblicare anche molti libri, come il commento di Śrīla Prabhupāda sul Caitanya-
bhāgavata, chiamato il Gauḍīya Bhāṣya, il suo commento sul Caitanya-caritāmṛta chiamato
Aṇubhāṣya, lo Śrīmad Bhāgavatam, tutti i libri di Bhaktivinoda Ṭhākura, molta letteratura lasciata
dai Gosvāmī.
Alle 5:30 del 1 gennaio 1937 Śrīla Prabhupāda se ne andò da questo mondo. Tutti gli orologi negli
edifici della Bag Bazar Gauḍīya Maṭha si bloccarono al momento della sua dipartita.

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