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La Condizione Della Donna Ind *

Ananda K. Coomaraswamy

I
Nel Mahabharata riportata una conversazione tra Uma e Shiva. Il Grande Dio le chiede di descrivere i doveri della donna, indirizzandosi a lei in termini che tengono conto del grado di saggezza da lei raggiunto, il pi alto possibile per un essere umano o una divinit termini di cui ben difficile trovare un equivalente nella letteratura occidentale. Cos Egli le si rivolse: Tu che conosci il S ed il non-S, esperta in ogni lavoro, dotata di autocontrollo e di perfetta equanimit verso ogni creatura: libera dal senso dellio e del mio, la tua forza e la tua energia uguagliano la mia, e ti sei esercitata nella pi severa disciplina. O figlia dellHimalaya, dalle stupende sopracciglia e dai bellissimi riccioli, esponimi a fondo i doveri della donna. Allora ella, che Regina del Cielo e ciononostante cos dolcemente umana, rispose: I doveri della donna sono creati nei riti del matrimonio quando in presenza del fuoco nuziale ella diventa la compagna del suo signore, per ladempimento di tutte le azioni conformi allordine. Ella deve farsi bella ed essere gentile, considerare suo marito come la sua divinit e servirlo come tale nella buona e nella cattiva sorte, nella salute o nella malattia; ed essere obbediente anche se richiesta di eseguire azioni non conformi allordine, o far cose che possano condurre alla sua stessa distruzione. Ella si deve alzare presto il mattino, rendere il culto alle divinit, tenere sempre la sua casa pulita, avendo cura del fuoco sacro domestico, e mangiare solo dopo che gli dei, gli ospiti ed i servi siano stati soddisfatti; deve essere devota a suo padre e sua madre, ed ai genitori di suo marito. La devozione al suo signore costituisce lonore della donna, il suo eterno paradiso. E aggiunse, cedendo al pianto Maheshvara, io non desidero neppure il Paradiso se tu noi sei soddisfatto di me!. Tale dunque una vera moglie che riempie di letizia il cuore del marito! commenta Rajashekara nel Karpura manjari. Il seguente brano invece estratto dalle Leggi di Manu: Un marito, anche se privo di ogni virt, anche se ricerca il suo piacere altrove, deve essere sempre rispettato dalla moglie devota... Se una moglie ubbidisce al marito, ella per questa sola ragione verr innalzata in Cielo. La generazione dei figli, lallevarli, la cura quotidiana del proprio uomo rappresentano manifestamente le funzioni a cui la donna chiamata. Colei che controllando i suoi pensieri, le sue parole ed i suoi atti non viene meno ai suoi doveri verso il suo signore, dimorer con lui in Cielo, ed in questo mondo giudicata una moglie devota dagli uomini retti. Citazioni di questo genere sono facilmente reperibili in una gran variet di testi ind. Tali sono i doveri della donna, e a questa sono riservati onori corrispondenti, ed ella esercita una notevole influenza sulla comunit. Questo potere e questa influenza non appartengono tanto alle giovani ed alle belle, e neppure alle ricche, quanto a quelle che hanno vissuto virtuosamente, siano esse madri e nonne, o che seguono una disciplina tradizionale, vedove o monache che siano. Sempre secondo Manu, Un maestro vale 10 tutori nel diritto agli onori, ed il padre vale 100 maestri; ma la madre vale 1000 padri nel diritto al rispetto e nella sua funzione di insegnamento. Quando Rama accett di andare in esilio per ordine di Kaikeyi 1, lo fece perch la madre deve essere rispettata dal figlio, non meno di quanto lo sia il padre. Anche oggi non si pu fare a meno di riconoscere linfluenza delle madri ind, non solo sui loro figli giovani ed in tutte le questioni familiari, ma anche sui figli adulti, per i quali la loro parola legge: in India, sono soltanto coloro che hanno ricevuto una educazione di tipo anglosassone a non rispettare pi i loro padri e le loro madri.
* 1

Da The Dance of Shiva, Sagar Publications, New Delhi, 1968. Kaikeyi era una delle mogli di Dasaratha, re dei Kosala e padre di Rama. Allorquando il vecchio re decise di associarsi Rama al trono, Kaikeyi, istigata dalla gobba e perfida ancella Manthra, si present a lui dichiarandogli che era giunto il momento di adempiere la promessa fattale un tempo, di concederle due doni, qualsiasi fossero: chiese quindi che fosse consacrato erede al trono il figlio di lei Bharata, e Rama fosse mandato in esilio per quattordici anni. (N.d.T.)

Per illustrare la posizione della madre ind come maestra per i propri figli nessuna storia pi appropriata di quella di Madalasa e del suo figlio Vikranta. Il Markandeya Purana riferisce come Madalasa insegnasse al suo piccolo Vikranta la conoscenza del S curandolo ed assistendolo quando questi cadde malato; ritornategli le forze, cominci a risplendere in lui il cuore di suo padre, ed ottenne la conoscenza del S proprio per mezzo delle parole di sua madre. Queste sono le parole che Madalasa rivolse al bambino che piangeva tra le sue braccia: Bambino mio, tu sei senza nome e forma, ed solo in fantasia che ti stato dato un nome. Questo tuo corpo, costituito dai cinque elementi non tuo in realt, n tu sei parte di esso. Perch piangi? O, forse, tu non piangi; ed un suono nato da s che viene dal figlio del Re... Nel corpo abita un altro s, ma con esso non dimora il pensiero Questo mio, che appartiene soltanto alla carne. una vergogna per luomo che egli sia cos illuso. Persino nei tempi recenti, in famiglie dove gli uomini hanno ricevuto un educazione anglosassone, priva di ogni collegamento con il pensiero e la vita ind, leredit dei modi di pensiero e dei sentimenti ind principalmente mantenuta dalle donne; infatti una ben definita filosofia della vita legata ai riti domestici, alle regole tradizionali di comportamento ed anche alle espressioni usate nelle ninne-nanne, nelle favole e nelle poesie popolari ed anche in quei racconti epici (Purana) che costituiscono la Bibbia della famiglia ind. In queste condizioni capita spesso che la donna ind, con tutti i suoi possibili difetti e la sua apparente ignoranza, sia rimasta la fedele guardiana di una cultura spirituale che vale assai pi dell efficienza e dellerudizione della gente istruita. conforme allinsegnamento di alcuni testi tantrici dedicati al culto della Madre del Mondo, che siano proprio le donne, le quali condividono la Sua natura pi essenzialmente di altri esseri viventi, a ricevere particolari onori: la donna pu infatti essere un maestro spirituale ( guru), e liniziazione di un figlio da parte della madre offre pi vantaggi di ogni altra. Ci si potrebbe tuttavia chiedere se ci abbia una applicazione universale, se si pensa, come Paracelso, che la donna, pi delluomo, sia vicina al mondo, la cui realt, dal suo particolare punto di vista, le appare pi evidente. Ma nulla impossibile a donne come Madalasa. Lasserzione delle monache buddiste: Come potrebbe ostacolarci la nostra natura femminile? non ha mai ricevuto in India una sistematica risposta negativa. Sarebbe stato contrario allo spirito della cultura indiana negare alla donna lopportunit di una ascesi o di una conoscenza, negando laccesso alle rispettive scuole, un po come si verific per le Accademie occidentali del XIX secolo. Daltra parte, poich lequilibrio sociale assicurato dal matrimonio e dalla vita di famiglia, pu essere solo in casi e circostanze eccezionali che la donna si dedichi esclusivamente alla Divinit, come Auvvai, Mira Bai o le monache buddiste, o alla scienza, come Lilavati, o allarte della guerra, come Chand Bibi o la Rani di Jhansi. Quelle cui concesso di coltivare lapprofondimento della conoscenza, o di seguire con incrollabile fedelt la tradizione o una qualsiasi arte, sono le sannyasini o devote, le vedove e le cortigiane. La maggioranza delle donne ha sempre e naturalmente preferito il matrimonio e la maternit agli altri modi di vita. Ma quelle che sentirono il richiamo della tradizione, quelle a cui la morte del marito tolse il fulcro della vita e quelle che si dedicarono a unarte fin dallinfanzia, hanno sempre mantenuta viva una grande tradizione in varie attivit, quali linsegnamento, lassistenza dei bisognosi, la pratica delle arti, fra le quali la musica. per doveroso osservare che i sociologi ind hanno sempre considerato alcune di queste specializzazioni come pi o meno incompatibili con la vita di moglie e di madre: la vita troppo breve per poter portare a termine tante attivit diverse. Il culto dellio non trova giustificazione nella tradizione ind; al contrario, essa mira coerentemente allottenimento della libert spirituale. Coloro che sono sempre pi coscienti della loro vita interiore divengono quanto mai indifferenti alle espressioni esteriori della propria e di qualsiasi altra mutevole individualit. Lo scopo ultimo delle norme sociali ind che gli uomini integrino la loro individualit in una vita pi ampia e profonda di quella individuale, che svolgano specifiche funzioni indipendentemente dal loro successo o insuccesso, distinguano limmutabile dalle sue forme mutevoli e fuggano dalla troppo angusta prigione dellio e del mio. Lanonimato quindi in accordo con la Verit e costituisce una delle caratteristiche salienti della tradizione ind. I nomi degli autori epici non sono che ombre, e nei tempi antichi era duso presso gli scrittori di attribuire le loro opere ad un poeta mitico o famoso, onde ottenere maggiore attenzione in quanto la verit da essi trasmessa era stata in effetti solo udita e non inventata. Parimenti raro che un pittore od uno scultore ind sia conosciuto per nome, tanto che lintera produzione letteraria sanscrita non dispone di alcuna autobiografia e solo di modesti riferimenti storici. Perch le

donne avrebbero dovuto cercare dei modi di affermazione che non lusingavano neppure gli uomini? Il concetto dominante delletica ind la vocazione (dharma); il pi alto merito consiste nelladempimento del proprio dharma, cio nel dedicarsi a ci cui si chiamati. La societ ind era altamente organizzata e laddove era considerato errato per un uomo svolgere la funzione di un altro uomo, quanto pi doveva apparire non conforme allordine una confusione tra le funzioni delluomo e della donna, la cui differenza di natura ancor pi evidente. Nella Legge di Manu scritto: Le donne furono create per essere madri, gli uomini furono creati per essere padri; perci i riti decretati nei Veda dovranno essere osservati dal marito unitamente alla moglie. La concezione orientale del matrimonio, che sarebbe stata perfettamente comprensibile nel Medio Evo, prima che la donna occidentale divenisse un parassita economico, e che ben poco si discosta dalla concezione del Cristianesimo latino e greco, non facilmente comprensibile dalla mentalit democratica ed industriale degli Europei e degli Americani. Luomo occidentale molto pi interessato ai diritti che ai doveri e desidera pi di ogni altra cosa di essere sollevato da ogni responsabilit, considerando tale stato una liberazione. Del resto le idee dei riformatori occidentali non farebbero che scontentare le donne orientali, poich dal punto di vista spirituale laffermazione dellio non rappresenta di certo la via per la realizzazione del S. La mentalit industriale innanzitutto sentimentale ed quindi incapace di esprimere chiari giudizi sullamore e sul matrimonio; al contrario, la concezione orientale del matrimonio si fonda su considerazioni filosofiche, religiose e pratiche. Le attuali concezioni occidentali fanno del matrimonio una questione damore romantico e di libera scelta; pertanto esso dipende dalleventualit di innamorarsi, e coloro che non sono corrisposti o che non amano non dovrebbero sposarsi. Questa concezione individualista logicamente sostenibile solo nella misura in cui si riconosca che il non esser pi innamorati debba por termine al matrimonio. in nome di un ideale religioso superiore che si giustificano le relazioni sessuali quali manifestazioni esteriori di un amore pi profondo, e si considerano come essenzialmente immorali i rapporti intimi continuati o iniziati per puro piacere fisico, o per convenienza o anche per dovere. Tale ideale stato anche sostenuto da singoli individui e da gruppi e pu darsi che questa massima espressione di un certo individualismo idealista possa tendere alla sua realizzazione. Non dobbiamo comunque lasciarci ingannare dal fatto che, essendo il matrimonio occidentale basato nominalmente su una libera scelta, esso debba necessariamente assicurare una unione permanente sul piano fisico e spirituale. Al contrario, nella maggioranza dei casi, esso tiene uniti coloro che non si amano pi; abitudini, considerazioni di convenienza e, se ci sono figli, il senso del dovere spesso inducono a continuare senza ardore un matrimonio per il cui inizio lamore romantico fu considerato come una conditio sine qua non. E sta di fatto che gli sposi che oggi vivono a fianco a fianco uniti da un comune affetto e da comuni interessi non si sarebbero sposati soltanto sulla base di questi. Se vale la pena di preservare la famiglia nelle moderne condizioni desistenza ed in India in ogni modo la famiglia ancora lelemento centrale dellorganizzazione sociale allora forse la migliore soluzione consiste in quel genere di compromesso che un matrimonio pi o meno indissolubile; per quanto una maggiore tolleranza di quella in uso oggi debba essere accordata in casi deccezione, al di sopra ed al di sotto della norma. Ma, a questo punto bene domandarci quali sono le basi indispensabili per un matrimonio normale. Per i sociologi ind il matrimonio una relazione sociale ed etica, e la procreazione dei figli, il pagamento di un debito. Lamore romantico viene giudicato come una sorta di passeggera esperienza di libert atemporale, essenzialmente religiosa ed estatica, in se stessa puramente antisociale dacch ogni barlume di Unione rappresenta una negazione del relativo. vero che lincanto di questa esperienza pu persistere per settimane e mesi, allorch lintera vita illuminata dalla parziale fusione delle coscienze di chi ama e di chi amato; ma presto o tardi in ogni caso vi un ritorno al mondo dellirrealt e quella intuizione che aveva dotato lamato di innumerevoli perfezioni sbiadisce alla luce della vita di tutti i giorni. Gli innamorati sono fortunati se rimane loro una base di comuni interessi e di comuni doveri, oltre che una intesa nel temperamento tale da permettere amicizia, affetto e reciproca tolleranza. Su tali fortunose circostanze si fonda la possibilit di una certa felicit per la maggior parte delle unioni coniugali. Il matrimonio ind si differenzia da quello a base sentimentale dellOccidente proprio perch antepone queste ultime considerazioni a tutte le altre. Qui come altrove, la felicit dipende molto pi dal sapere seguire la propria vocazione che dal porsi come scopo primario soddisfazioni immediate e puramente individuali. Ho usato di proposito il termine vocazione; infatti in Oriente il matrimonio, cos come larte teatrale, implica sempre

ladesione ad uno schema tradizionale indipendentemente dalla propria sensibilit individuale. Lo scopo di essere un uomo come Rama e una sposa come Sita, piuttosto che esprimere se stessi. Esistendo gi un modello, sia il marito che la moglie hanno delle parti da svolgere; pu essere cos meglio compreso il significato della Legge di Manu per cui una moglie deve vedere nel suo marito una divinit, indipendentemente dai suoi meriti o demeriti. Per la donna ind sarebbe un venir meno alla propria dignit il deviare dalle norme che regolano il suo stato solo perch il marito pu averla delusa. La vita deve essere in armonia con leterna unit di Purusha e Prakriti, nellinteresse stesso della donna e dellintera comunit piuttosto che per il solo vantaggio del marito. A fronte delle estremamente libere possibilit dellindividualismo occidentale, abbiamo una societ come quella ind, fondata su di una morale che vuole soprattutto garantire il bene della comunit. pur vero che non questa unetica assoluta valida per tutte le classi; ma allinterno di una data classe, la libert individuale subordinata allinteresse comune: il concetto di dovere sovrano. Un esempio di quanto questo concetto di dovere condizioni la libert individuale offerto dallepisodio della ripudiazione di Sita da parte di Rama, avvenuta dopo la vittoria di Lanka e lincoronazione ad Ayodhya: bench convinto della perfetta fedelt di Sita, Rama, che rappresenta nellepica ind il modello delletica sociale, decide di bandire la moglie allorquando il popolo mormora contro di lei. Infatti, se il re avesse riaccolto la propria moglie, che aveva vissuto nella casa di un altro uomo pur conservandosi fedele, la moralit popolare sarebbe stata messa in pericolo, poich altri, mossi da amore o da parzialit, avrebbero poi potuto acconsentire ad unanaloga riabilitazione, ma con minori o nessuna giustificazione. Cos avvenne, perch lordine sociale vien prima della felicit dellindividuo, sia esso uomo o donna. Questa la ragione della maggior stabilit che distingue il matrimonio combinato in uso in Oriente dal matrimonio occidentale basato unicamente sulla libera scelta. Dove non v illusione, non vi pu essere disillusione. E poich le condizioni su cui si basato sono immutabili, logico che il matrimonio ind debba essere indissolubile. Solo quando i doveri sociali sono stati soddisfatti e si pagato il proprio debito verso la societ, permesso al capofamiglia di abbandonare i diritti ed i doveri connessi alla sua funzione sociale. anche logico che quando un matrimonio senza prole sia concesso di avere una seconda moglie con il consenso e spesso anche per desiderio della prima.

II

Ci si chiede talvolta: quali opportunit sono offerte alla donna orientale? Come pu esprimersi? La risposta che il modo di vivere in Oriente congegnato in modo tale da darle lopportunit di essere donna o in altre parole, di realizzare, piuttosto che di esprimere se stessa. probabile che lEuropa moderna faccia un errore nella direzione opposta. Si deve infatti rilevare che molto di ci che passa per educazione oggigiorno, superficiale e spesso risulta essere poco pi di una banalit. Non vi quindi nessun vantaggio nel comunicare tali principi educativi allAsia dove ho udito dei moderni genitori desiderare che la propria figlia imparasse un po di francese e un po di violino. Nella misura in cui in India le arti sono professionali e rispondono ad una vocazione esse richiedono una costante dedizione; nulla quindi insegnato al dilettante per una realizzazione solamente sociale in una cornice mondana. La donna rappresenta la continuit della vita della razza, una energia questa che non pu essere suddivisa o dispersa senza una corrispondente caduta di livello della vitalit della razza stessa. La donna non pu quindi desiderare che essere se stessa, altrimenti i Vaishya (mercanti) potrebbero desiderare di essere Kshatriya (casta guerriera e aristocratica) e gli Kshatriya dessere Brahmani (casta sacerdotale). stato dimostrato che circa il 75% delle donne laureate occidentali non si sposano. Inoltre, se vero che cinque sesti delle tendenze e delle attivit del bambino sono gi determinate prima che egli raggiunga let scolare, quando molte abitudini sono ormai radicate e non possono essere molto modificate, se vero che tutto ci dipende dallinfluenza ricevuta mentre gli istinti del bambino sono ancora potenziali, possiamo noi esser certi che le donne che si dedicano ad attivit extrafamiliari, per scopi di carriera o per

aiutare il magro bilancio familiare, soddisfino i propri doveri verso la propria razza, o per dirla in altro modo, paghino il proprio debito verso gli antenati? Le moderne femministe sostengono che lo stato non ha alcun diritto di richiedere qualcosa alla donna, sia direttamente con vari allettamenti, sia indirettamente manovrando la pubblica opinione; esse non si considerano tenute ad alcun dovere in cambio della protezione che lo stato offre loro al solo scopo di assicurarsi la produzione dei suoi futuri cittadini. Ci sembra tuttavia che tale punto di vista sia difficilmente sostenibile quando ormai il diritto della societ alla coscrizione obbligatoria della popolazione maschile quasi universalmente accettato. vero che molti che non condividono gli scopi dello stato industriale moderno fanno resistenza alla coscrizione obbligatoria; daltra parte si va affermando lidea di un diverso genere di coscrizione, o piuttosto di cooperazione, basata sul concetto di servizio, e, sia sulla scorta delle teorie collettivistiche che di quelle individualistiche, dovrebbe esser chiaro che in mancanza delladempimento ad una specifica funzione non possono esistere diritti. Dal punto di vista cooperativistico, la societ ha il diritto assoluto di pretendere che i suoi membri svolgano le varie funzioni loro richieste; e solamente chi, come lanacoreta, rinuncia volontariamente e interamente ai vantaggi offerti dalla societ e alla protezione della legge ha il diritto di ignorare gli obblighi verso la societ. Dal punto di vista individualistico, ladempimento di una funzione visto invece come una attivit spontanea, cos come lo nel caso degli scrittori e degli artisti; ma anche lindividualista non si aspetta di ricevere qualche cosa senza corrispettivo ed costituzionalmente alieno dal pretendere un servizio dagli altri. Non credo si possa negare che la funzione o la natura delle donne, in generale e non necessariamente in ogni singolo caso individuale di essere madri sia in senso fisico che spirituale. Non si deve dunque sostenere che la donna libera di rinnegare il proprio dovere e diritto alla maternit, bens accordare a questa funzione una protezione e un rispetto maggiori di quelli che essa oggi riceve. Qui forse vi ancora qualcosa da apprendere dallAsia, dove la donna in stato interessante foriera di buon augurio e gode del massimo rispetto. In molte nazioni industriali dellOccidente, essa spesso oggetto di ridicolo e, vergognandosi di presentarsi in pubblico, cerca di nascondere la propria condizione, talvolta con mezzi che risultano dannosi per se stessa e per il nascituro. Che cos non fosse in una ben pi vitale epoca della civilt europea, dimostrato dalla letteratura e dallarte del Medioevo e, in particolare, dalla rappresentazione stessa della Vergine Maria, la cui Maternit fu cara al popolo forse ancor pi della sua Verginit. Per evitare malintesi, dir subito che, pur descrivendo la vita della donna ind quale realizzazione di un grande ideale, non intendo proporre la formula sociale ind come qualcosa che possa essere ripetuto o imitato. Ci sarebbe privo di senso come un ritorno allarte gotica in architettura, o come la riproduzione di un mobile antico, che qualcosa che non appartiene pi alla vita. Il matrimonio stato fatto per luomo e non luomo per il matrimonio. Probabilmente lEuropa accetter molto presto, e lAsia entro un certo tempo, il matrimonio temporaneo, il sussidio per la maternit, la successione matriarcale o qualsiasi altra forma che le necessit economiche e spirituali potranno determinare, non perch queste nuove istituzioni siano migliori di quelle ind o del Medioevo, ma perch esse sono quelle proprie di un certo tipo di civilt. Torniamo ora alla sati indiana e cerchiamo di capirla meglio. La radice di questa parola essenzialmente essere e noi labbiamo sino ad ora presa solo nel suo senso pi lato. Ma colei che rifiuta di vivere quando suo marito morto chiamata sati in un senso pi speciale ed solo in questa accezione che la parola sati o suttee ben conosciuta presso gli Europei. Questa estrema prova della perfetta unione del corpo e dellanima, questa devozione oltre la morte stata scelta da molti occidentali come motivo di critica delle nostre istituzioni. Noi proviamo per le nostre sati non un sentimento di piet, ma comprensione, rispetto e amore; lungi dal vergognarci di esse, ne siamo orgogliosi, e tale anche la relazione degli indiani pi progressisti. Questo sentimento molto simile alla tenerezza che i figli dei nostri figli potranno un giorno sentire per quelli della loro razza che sacrificarono la loro vita per la patria, giusti o sbagliati che fossero i suoi fini, anche se il movente potr allora sembrare pi la generosit che il giudizio equilibrato. La critica che possiamo fare allistituzione delle sati e alla loro cieca devozione alluomo simile al giudizio che noi diamo al patriottismo. Noi non disapproviamo, come i pragmatisti, la negazione del proprio ego per amore dellassoluto, n diamo una indebita importanza alla vita di per s; al contrario, vediamo chiaramente che il talvolta sconsiderato ed inutile sacrificio della sati e del patriota ha un significato spirituale, ed incontestabile ci appare la superiorit dellimprudente sacrificio rispetto a una

calcolata affermazione di diritti. Le critiche alla condizione della donna ind formulate dal femminismo militante ci lasciano quindi del tutto indifferenti, cos come un patriota rimarrebbe insensibile a interessi puramente individuali o a una dimostrazione dordine utilitaristico. Non abbiamo nulla da obiettare a che si muoia per unidea, com nel caso delle sati o dei patrioti; nondimeno riteniamo che esistono altri e superiori ideali che possono essere meglio realizzati continuando a mantenersi in vita. Si venuta formando la credenza che la sati sia una istituzione imposta alle donne dagli uomini per il proprio interesse, connessa a una forma di servilismo femminile, e che sia peculiare dellIndia. possibile invece dimostrare che tali concezioni sono storicamente inesatte. vero che nei circoli aristocratici la sati divenne in una certa misura una convenzione sociale e che veniva fatta pressione sulle donne recalcitranti, cos come i coscritti sono oggi costretti a soffrire o morire per idee a loro estranee; per cui non possiamo che essere contenti che tale istituzione sia stata proibita per legge nel 1829 su iniziativa del Raja Rammohun Roy. Ma ora che passato pi dun secolo, non dovrebbe essere difficile riesaminare la storia e il significato del sati pi spassionatamente di quanto non fosse possibile al tempo delle dispute e in unatmosfera di pregiudizi. Non si deve sorprendere che lidea della sati occupi un posto rilevante nella letteratura indiana. Parvati stessa, che non pot sopportare gli insulti lanciati da suo padre a suo marito, il prototipo di tutte le altre. Nelle antiche liriche in tamil si legge di una sposa che i Brahmani cercano di dissuadere dal sacrificio e ai quali essa risponde che essendo morto il suo Signore ormai indifferente sia alle fredde acque del lago che alle fiamme della pira funebre. In un altro racconto si narra di una donna rimasta vedova che chiede che venga fabbricata unurna funebre abbastanza grande affinch anche lei possa esservi contenuta. In un racconto depoca posteriore troviamo invece la risposta che la madre di Harsha, rimasta vedova, diede al figlio che non approvava il suo sacrificio: hai dimenticato forse che io sono la signora duna grande famiglia, che sono la leonessa dun grande spirito che, come un leone, si esalt in cento battaglie? Un uomo di ingegno eccezionale e di elevata spiritualit come Kabir considerava autentico limpulso al sati s da impiegarlo costantemente quale immagine della resa dellego a Dio. Non per nulla, nella letteratura sacra indiana, lamore della donna verso luomo considerato come un riflesso immediato dellesperienza spirituale; unindubbia testimonianza quella offerta dai numerosi racconti riguardanti lamore tra Radha e Krishna. Ricorderemo pure il bellissimo e interessante poema di Muhmmad Riza Nau i, scritto sotto il regno di Akbar, ispirato dal sati di una giovane ind il cui diletto sposo fu ucciso il giorno stesso delle nozze. Questo poeta musulmano, per il quale gli ind sono idolatri, non tratta largomento con spirito di intolleranza o con condiscendenza; egli semplicemente meravigliato che dopo la morte del suo uomo, la donna dia una dimostrazione della sua stupenda passione. Egli non colpito dalla crudelt degli uomini, bens dalla generosit delle donne: quanto egli distante dal critico moderno che, in un fenomeno sociale che va oltre la sua comprensione, non riesce a vedere nient altro che interessi egoistici! Ma veniamo alla vicenda: quando Akbar fu informato che la giovane sposa, rifiutando ogni conforto, non aspirava che a essere arsa sulla pira unitamente al cadavere del marito, fece condurre la giovane in sua presenza per offrirle protezione e ricchezze; ma ella rifiut quanto le veniva offerto e non volle parlare o sentir parlare che di fuoco. Sebbene riluttante, Akbar dovette dare il suo assenso al sacrificio; mise tuttavia al suo fianco il figlio Daniyal affinch cercasse di dissuaderla. Ma anche quando si trov tra le fiamme, la giovane continu a rifiutare ogni suo intervento. Ed il poeta non pu che esclamare: Coloro i cui cuori sono infiammati dal Fuoco dellAmore imparino il coraggio da questo puro bocciolo di biancospino! Insegnami, o Dio, la Via dellAmore e infiamma il mio cuore con il Fuoco di questa fanciulla! Ed infine egli cos prega: O Dio, esalta la personalit di questa eccezionale vergine la cui purezza superiore a quella delle Huri, O Dio, conducila al primo bacio del suo re ed accetta il suo sacrificio! Numerose notizie di sati in epoche pi recenti sono fornite da inglesi che ne furono testimoni. Un sati che ebbe luogo a Baroda nel 1825 descritto da R. Hartley Kennedy, il quale osserva che la vedova persisteva nel suo intento nonostante i numerosi tentativi per dissuaderla. Un altro caso, pi impressionante, quello descritto da Sir Frederick Halliday: la vedova, che resisteva ad ogni forma di

dissuasione, ad un certo punto, per dimostrare la propria determinazione, chiese una torcia e tenne un dito sulla fiamma finch fu interamente, bruciato e contorto come una penna doca bruciata; per tutto il tempo non diede segni di paura o di sofferenza. A Sir Frederick Halliday non rimase dunque che rispettare il suo desiderio, cos come fece Akbar tre secoli prima. stato talvolta sostenuto da alcuni scrittori apologisti indiani che in certe epoche e in certe parti dell India ad esempio tra i Buddisti e allepoca dei Maharata non vigesse luso del velo (purdah) per le donne o che alcune figure femminili della storia o dellepica ind non conducessero un vita segregata. Questultima affermazione sembra ignorare il fatto che vi sono altri modi di difesa dagli sguardi maschili oltre a quello offerto dai muri dun palazzo. Basta pensare che, sebbene Laksham, Rama e Sita vivessero per anni esiliati in una foresta conducendo vita in comune, Laksham non alz mai lo sguardo sulla moglie del fratello, tanto che non ne conobbe mai il volto. Venendo ai giorni nostri, ricorderemo che gli ind, quando devono rivolgersi a donne che non conoscono, impiegano lappellativo di madre, non importa quale sia let o il ceto della donna. Esistono cio muri invisibili ugualmente efficaci anche in mancanza delluso del purdah... Una delle conseguenze che le strade di qualsiasi citt indiana, di notte, sono ben pi sicure di quelle delle citt europee. I critici occidentali hanno sovente sostenuto che la donna orientale una specie di schiava e che cos per opera degli uomini. Come ind, replicher che noi non identifichiamo la libert con laffermazione della propria individualit e che la donna orientale quella che perch la nostra civilt le ha permesso di essere e di rimanere essenzialmente femminile; e non attribuiamo a noi stessi lonore e il vanto daver creato quel tipo di donna cos squisito descritto nella nostra arte e letteratura, come vorrebbero invece tali critici. Non pretendiamo che la donna orientale sia superiore alle altre donne nella sua natura pi profonda. Essa rappresenta forse un tipo di donna pi antico, pi puro, e certamente pi universale; ed proprio da questo tipo che differisce essenzialmente la donna dei paesi industrializzati. La nobilt delle donne non dipende dalla loro razza, bens dai loro ideali: una conseguenza di una certa visione della vita.

III
Le nostre divine e umane eroine Savrit, Padmavati, Sita, Radha, Uma, Lilavati, Tara, si ritrovano sotto nomi diversi in tutte le altre tradizioni, non essendo che tanti aspetti della Madre. Chi pot essere pi devota di Alcests, pi paziente di Griselda, pi amante di Deirdre, pi guerriera di Giovanna d Arco, pi amazzone di Brunilde? Quando affond il Titanic, vi furono molte donne che pi o meno giustamente a seconda dei casi si rifiutarono di venir salvate senza i loro mariti, s che vennero strappate loro con la forza: drammatico esempio di come lamore-eroismo sia sempre e in ogni luogo lo stesso, non soltanto in India o nel passato, e tale da poter essere persino pi forte della morte. Non credo che questo ideale debba essere ritenuto lappannaggio di una particolare razza o la caratteristica esclusiva di una certa epoca, al contrario esso riappare dovunque la donna lasciata libera di essere veramente se stessa, cio laddove una cultura religiosa, eroica ed estetica le assicura la necessaria protezione. Anche la libert che la donna moderna cerca con lautoaffermazione che per quel che mi riguarda sarei propenso a concedere corrisponde in fondo a un concetto, anche se invertito, di protezione; e pu darsi che grazie a una maggiore libert essa riveli proprio quellaspetto della donna che abbiamo maggiormente apprezzato in donne che sembravano essere schiave. Il grido della sati indiana: Lasciatemi in pace! Lasciatemi in pace! Nessuno ha alcun diritto sulla vita di un altro; non capite che si tratta di una questione tutta mia? non una richiesta di protezione contro un destino non voluto; corrisponde invece a uno slancio personale ed proprio di ogni donna che segue il suo amato oltre la tomba. Deirdre rifiut ogni aiuto e protezione da parte di Conchubar e disse: non sono le terre, le ricchezze, l oro, largento e i cavalli che io voglio, ma il permesso di scendere nella tomba dove giacciono i figli di Usnach. Emer si rivolse con queste parole al marito Cuchullain morente: Amore della mia vita, mio amico e mio amante, unico uomo della mia vita, molte sono le donne nubili o sposate che mi hanno invidiato fino ad oggi, ma io non continuer a vivere senza di te!.

Le donne irlandesi erano libere; tuttavia le antiche donne teutoniche sono forse il miglior esempio del tipo umano femminile amazzone e libero. Non ritengo che Brunilde potesse essere obbligata dagli uomini ad agire contro la sua volont, n che fosse facilmente sottomessa; tuttavia, quando Sigfrido venne ucciso, essa divenne una sati. Le preghiere di Gunnar ebbero lo stesso effetto di quelle di Conchubar con Deirdre. Egli la strinse a s e la preg di continuare a vivere promettendole ricchezze e qualsiasi altra cosa che lavesse fatta desistere dal suo proposito; ma Brunilde lo allontan esclamando che nessuno aveva il diritto di intervenire in una decisione che dipendeva unicamente dalla sua volont. Laltra eroica figura femminile di cui si parla nella saga, la sposa di Sigfrido, pur non seguendolo poi nella morte, quando il marito venne tradito, esclam: Come una foglia sospinta dal vento che penetra nella foresta, ormai sono io, ora che il mio amato giace trafitto. Colei che danimo gentile detto nello Shacktafelsk ha il volto illuminato dalla timidezza; e non v bellezza fisica che eguagli lo splendore della timidezza. Questa teoria della perfetta gentilezza, della cortesia e della timidezza della donna corrente per tutto il periodo cavalleresco. Il mondo medioevale si volge rispettosamente verso questo timido modo di essere, pur sempre misterioso per luomo: Per primo riserva la tua dedizione a Dio dice Malory ma subito dopo viene la tua dama. Come Uma e Sita, la Vergine Maria limmagine di un essere perfetto, poich, come dice il poeta, nel piccolo spazio di questa rosa sono contenuti il Cielo e la Terra. E cos, ancora per un breve periodo, nella poesia e nelle arti plastiche del medioevo ci dato scorgere una idealizzazione della donna e del suo modo damare, che ricorda lelogio che vien fatto di Radha nelle canzoni di Chandidas e Vidyapati. Ma, ai nostri occhi, ancor pi significativa limmagine della donna che ci dato cogliere nei canti popolari e nelle leggende: unimmagine meno legata ai mutamenti e anche di grande rilievo per la sua ingenuit. Ci troviamo di fronte a un essere forte e sensibile, con una buona conoscenza della vita e in alcun modo un parassita economico. Un attento esame del linguaggio delle canzoni e dei racconti popolari di ogni parte del mondo ci rivelerebbe che la donna e non luomo ad essere il vero amante. Quando la sua timidezza glielo permette, lei che sollecita lamore delluomo, offrendogli una dedizione incondizionata. La civilt industriale ha invertito le relazioni facendo delluomo una sorta di supplicante e di servitore, collocandolo in una posizione del tutto innaturale. La donna del popolo incapace di nutrire rancore. Fair Helen, che ha seguito a piedi il suo amato Child Waters, d alla luce il suo bambino in una stalla e si mette a cantare: Dormi, mio caro bambino. Vorrei che tuo padre fosse un re, e che tua madre fosse gi morta! Essa ci ricorda unaltra donna, la bengalese Malanchamala, la quale, essendo stata abbandonata dal marito che aveva sposato una seconda moglie, cos si esprime: Anche se mi sento come morta, misera come un uccellino solitario o unaltra creatura ancor pi debole, cosa me ne importa ora che vedo il mio amato felice! Se la donna nella societ di tipo industriale insoddisfatta, luomo non lo certamente di meno, anzi quello che ha pi da perdervi; infatti la donna naturalmente colei che offre lamore e che dispensa la vita: Lunirsi a me rende lunga la vita. Quando minnamoro, io do le giovinezza 1. Se si lamenta non perch luomo domanda troppo, ma perch accetta troppo poco del suo amore: A lungo ho atteso larrivo del mio caro, ma sono tesa e preoccupata; penso che andr da lui per aprirgli il mio cuore. Ma se vado dal mio amato, egli mi dir di no; e se mostrer la mia arditezza, non mi amer pi 2. Il vero scopo della donna non infatti quello di ottenere qualcosa, ma di dare: Quando il tempo gelido e tempestoso e il vento soffia impetuoso, vorrei, oh mio caro, esserti vicino e servirti 3.

Nizami. Da Eastern Counties folk-song (Canti popolari delle contee dellInghilterra orientale). 3 Canto popolare del Somerset.
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La donna orientale forse non affatto orientale, ma semplicemente donna. Se la donna moderna potesse comprendere questa idea, forse troverebbe una nuova via di salvezza, non una fuga dall amore, bens una fuga dalla morsa della civilt industriale. Indubbiamente linfelicit della donna moderna ha una sua giustificazione: essa stata in fondo derubata di tutto. Lorganizzazione della societ basata sullo sfruttamento e sulla competitivit ha reso possibile per pochi, ma solo per pochi, il disporre di maggiori comodit e di una relativa sensazione di sicurezza. Ma anche questi pochi sono stati derubati del loro equilibrio interiore, del poter vivere in un ambiente naturale e di vestire liberamente, della possibilit di sposarsi in un modo sensato e desiderare dei figli, e del diritto di credere in un potere che non di questo mondo. Si cos passati dalla fede alla cieca fiducia nella potenza dei voti: quale discesa! A partire dal quattordicesimo secolo la donna ha visto la sua influenza ridursi gradualmente; essa era notevole nel dominio religioso, nella poesia, nella musica, nellarchitettura e nella vita di ogni giorno. Ma gli uomini, quando riformarono la Chiesa, insegnarono alle donne che lamore non gi in se stesso qualcosa di sacro; ridussero la musica a una questione di semplice temperamento; sostituirono la conoscenza con il sentimento e la saggezza con listruzione 4; chiesero poi alle donne di indossare scarpe e corsetti che le imprigionavano e le persuasero che era una raffinatezza e che il linguaggio dei poeti elisabettiani era disdicevole; per ultimo insegnarono alle donne come diventare imperialiste, abbandonarono la patria per colonizzare e civilizzare il resto del mondo e le lasciarono in Inghilterra senza niente di particolare da fare. Quanto alle donne che hanno ancora la possibilit di sposarsi, esse arrivano al matrimonio per lo pi con dieci o quindici anni di ritardo. Vi allora da stupirsi se le donne sono insoddisfatte e reclamano il diritto a unoccupazione non al solo scopo di guadagnarsi da vivere, ma per avere un loro proprio scopo nella vita? 5. E quante donne non hanno potuto dare uno scopo alla loro vita dal momento che le energie degli uomini sono state quasi sempre disperse in attivit di pura distruzione? Lottenimento dellemancipazione sarebbe una ben misera compensazione di tutte le loro sofferenze, poich quanto abbiamo visto sinora attuare dai governi democratici o dalla tirannia delle maggioranze pi che sufficiente per farci comprendere quanto essa sia illusoria. Meglio sarebbe che le donne, cos come gli uomini del resto, non ponessero uneccessiva fiducia nellazione dei governi e cominciassero a comprendere il valore dellazione diretta, accontentandosi di risolvere i loro propri problemi innanzitutto, senza pretendere di intervenire in quelli degli altri. Nessun uomo di valore ha veramente il tempo e la capacit necessari per compiere utilmente un lavoro oltre al suo proprio, e ci dovrebbe valere anche per le donne. A parte ogni considerazione di sete di potere o di lotta per i diritti, innumerevoli mali sono frutto della convinzione che Dio ci abbia dato lincarico di intervenire nella vita degli altri: le correnti teorie dellelevazione morale e della missione civilizzatrice delluomo bianco ne sono gli esempi pi vistosi; e non ha importanza che le intenzioni siano buone: non dobbiamo infatti scordare che la strada che conduce allinferno sovente lastricata di buone intenzioni. Ma il punto debole della propaganda in favore dellemancipazione che le sue argomentazioni si fondano su di una cieca accettazione di ideali tipicamente maschili. Le femministe sono in fondo schiave degli ideali maschili, cos come i nazionalisti indiani lo sono degli ideali provenienti dallEuropa. Imitando luomo, la donna moderna tiene in maggior considerazione unattivit in seno a una comunit industriale che un lavoro che le lasci momenti dozio; essa cerca in tutti i modi di vivere la sua vita al di fuori delle pareti domestiche, di ottenere il successo in professioni fino a poco tempo fa appannaggio degli uomini; finge di vergognarsi della sua vita sessuale e ritiene di essere freddamente logica, istruita e esperta come un uomo; e sono proprio i suoi migliori amici a darle man forte in questa sua pretesa. Ma proprio nella misura in cui perde la sua femminilit, anelando dessere qualcosa di diverso da se stessa, essa perde ogni autorit. Laspirazione della donna a cercare un profitto personale allineandosi alluomo industriale ci ricorda il comportamento di certi politicanti indiani... Ma sostenere che le donne possano fare quel che fanno gli uomini, cos come sostenere che gli Indiani possano essere preparati allautogoverno seguendo un corso accelerato di studi sulla democrazia, nasconde in un certo modo una profonda sfiducia in se stessi. Pretendere dessere par agli uomini, o agli Inglesi, quale onore! Che alcuni uomini, o gli Inglesi, avvallino tale pretesa, quale accondiscendenza!
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Cfr. The Great State, p. 127. Da un annuncio economico del Englishwomans Year Book, 1911.

Una profonda intuizione delluomo del passato fu di aver ben chiaro che le caratteristiche degli uomini e delle donne sono tra loro incommensurabili. I due sessi sono come due composizioni diverse osserv Novalis luomo vuol sempre dare al sensibile una forma intellettuale e la donna si rappresenta con una forma sensibile ci che ha natura intellettuale. Non rassomigliano forse allInfinito, dacch impossibile ridurli a una misura unica, potendo essere confrontati soltanto per approssimazione? Il punto di vista ind non forse quello giusto? Esso non preconizza affatto che gli uomini e le donne tendino a una identit di temperamento e di funzioni e ritiene che la condizione per una vita pi ricca sia appunto la massima differenziazione dei sessi. Che cosa hanno sempre chiesto alle donne i grandi uomini, i poeti, i creatori, se non la Vita? Se vi una cosa cui essi non hanno mai dato eccessivo peso, il loro grado di cultura. Beatrice non ispir Dante grazie alla sua erudizione, e fu una lavandaia a ispirare Chandidas 6. Quando Cuchullain si spos scelse Emer, perch era in possesso dei sei doni della bellezza, della voce melodiosa, del dolce discorrere, dellabilit nel ricamo, della sapienza e della carit. Di Fair Helen sappiamo solo che era stranamente somigliante a qualche spirito immortale, in altre parole, era radiosa. Lo splendore di Radha rendeva il suolo che calpestava lucente come oro. Un antico poeta inglese scrisse di una donna a lei simile: Il suo amore splende come una lanterna nella notte (Her luve liht / as a launterne a nyht). questo splendore presente in certe donne che, pi dogni altra loro qualit spinge gli uomini a ogni forma di eroismo. Non v difficolt a comprendere leroismo del guerriero; non ci sorprende dunque lammirazione di Lady Hamilton per Nelson. Lattivit guerriera qualcosa di atavico; tuttavia un popolo altamente civile come quello cinese la tiene in dispregio. Pi difficile da comprendere leroismo dellartista, il quale conduce una costante battaglia per realizzare la padronanza di se stesso e su quanto lo circonda, lottando contro le varie opposizioni o contro lapatia e, in ogni caso, contro lintensa resistenza che la materia oppone alla forza plasmatrice delle idee, cio contro la componente tamasica delle cose. Lardente amore delle donne non mai una ricompensa troppo grande per coloro che sono fedeli a se stessi. Questo amore qualcosa di pi della ricompensa dellazione, lenergia senza la quale lazione stessa sarebbe impossibile. Puramente maschile, il Grande Dio inerte e la sua potenza sempre femminile ed essa a guidare gli abitanti del Cielo contro i demoni. Nel citare alcuni versi di canti e poesie popolari abbiamo fatto risaltare che ladorazione del suo uomo fa parte della natura pi profonda della donna. In un testo tradizionale ind, detto che il marito devessere per la moglie come una meta di pellegrinaggio, unoccasione per fare unelemosina sacra, per esaudire un voto, e che egli per lei eminentemente un maestro spirituale ci in conformit alla stessa dottrina per cui liniziazione conferita a un figlio dalla madre vale otto volte di pi di qualsiasi altra. Relazioni del genere sono indispensabili per una vita qualitativamente migliore. La tenerezza della donna necessaria alluomo ora come mai e pochi uomini possono compiere qualcosa di valido senza incorrere nel pericolo di uno sviluppo in una sola direzione, quasi sempre inevitabile quando viene a mancare la particolare atmosfera creata dalla tenerezza. La donna ha il potere di provocare lo sviluppo nelluomo delle qualit che lei desidera e ci costituisce un potere ben maggiore del possesso stesso di qualsiasi specifica qualit pi o meno acquisita. ben lungi da noi, tuttavia, suggerire un forzato sviluppo di questa eminente caratteristica femminile nella donna moderna: non si otterr nulla formando qualcosa su di un modello precostituito. Abbiamo invece cercato di spiegare che, sebbene il modello offerto dalla condizione della donna nella societ orientale possa anche corrispondere a una formula cristallizzata analogamente alle forme dellarte classica ridotte a imitazioni accademiche detto modello, anche se talvolta non coscientemente realizzato, rappresent e ancora essenzialmente rappresenta la pi alta espressione della natura stessa della donna. Non penso che attraverso una esasperazione dellindividualismo moderno sia possibile rinunciare a tutti i modelli e alla forma perch solo in Cielo che non esiste il problema di sposarsi o di dare in isposa una figlia ma anche se cos fosse e ogni individuo fosse completamente libero e si comportasse seguendo soltanto la propria natura, ebbene, anche questa naturale relazione tra la donna e luomo comporterebbe infine le stesse condizioni magiche proprie delle societ dellOriente o dellarte medioevale.
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Chandidas visse nel XIV sec. Brahmano di nascita, fu autore di canti damore ispirati alla concezione del sahaja. La donna chegli cant, la bellissima Rami, era una giovane lavandaia. (N.d.T.)

Sarebbe dunque bene che gli Occidentali andassero piano nellemancipare, cio nel riformare e industrializzare la donna orientale, perch essa sola conserva una tradizione di valore universale, in unepoca, come la nostra, presa da tuttaltri problemi. Se si riusciste a persuaderla a spendere tutte le sue energie al di fuori delle pareti domestiche, sar giunta allora lepoca in cui non si creder neppure pi che questo tipo di donna, cos come descritto dagli antichi poeti, sia veramente esistito, in cui si dimenticher che la donna fu un tempo disinteressata, sensuale e nello stesso tempo timida: Deirdre, Brunilde, Alcestis, Sita e Radha, saranno allora soltanto pi nomi senza significato. La rivoluzione industriale in India di origine straniera ed un fatto degli ultimi anni. Ancora vi esistono uomini ed ancora considerato un sacro dovere dei genitori combinare un matrimonio per ogni loro figlia; non vi conflitto alcuno tra la spiritualit e la sensualit; le donne ind non deformano i loro attributi femminili per seguire la moda; sono pi portate a parlare di doveri che di diritti; considerano la sterilit una disgrazia solo seconda alla vedovanza. In India, mai la donna stata giudicata secondo un modello maschile, n essa ha mai voluto uniformarsi a questo modello. Cosa potrebbe offrire il mondo occidentale a questo tipo di donna, se non qualcosa di non essenziale? Esso pu insegnarci molte cose sulla vita economica, ma ha tutto da reimparare per quel che riguarda la vita stessa. E quel che avremo ancora da dire cercheremo di non dimenticarlo, finch ci sar possibile. Ananda K. Coomaraswamy

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