Copyright: Sri Sathya Sai Books and Publications Trust, Prasanthi Nilayam, India.
Mettere in pratica
i Valori Umani
L’uomo moderno è molto orgoglioso di pa- to in cinque lingue diverse.
droneggiare molte branche del sapere e di “Chiunque mi porti la risposta entro doma-
aver studiato numerosi testi. Ciononostante, ni mattina verrà adeguatamente ricompen-
non cerca di comprendere l’essenza del- sato”, dichiarò il re.
l’istruzione. LE ATTUALI CONOSCENZE SONO Poiché la sua casa era molto lontana, Tenali
LIMITATE SOLO AGLI ASPETTI FISICI DEL MON- Ramakrishna decise di passare la notte in
DO, MENTRE GLI ASPETTI MORALI, ETICI E quella di suo cognato. Gli fu preparato un
SPIRITUALI VENGONO IGNORATI. OGGI, I GE- comodo letto, ma egli si rifiutò di dormirvi e
NITORI FANNO ENORMI SACRIFICI PER PROV- disse: “Entro domani mattina devo pensare
VEDERE ALL’ISTRUZIONE DEI FIGLI, MA NES- a rispondere a una domanda che il re mi ha
SUNO CERCA DI COMPRENDERE IL VERO SIGNI- posto. Un letto come questo mi farebbe
FICATO DELL’ISTRUZIONE. La gente pensa certamente addormentare in brevissimo
che, chi sa parlare con eloquenza e ha stu- tempo. Quindi, preparatemi un giaciglio nella
diato numerosi libri, sia persona altamente stalla.”
istruita; di fatto, però, le sue conoscenze si Mentre era lì coricato, all’una di notte una
limitano all’alfabeto e nulla più. La sempli- delle mucche diede alla luce un vitellino.
ce conoscenza dell’alfabeto non può esse- Ramakrishna, allora, chiamò forte il cognato
re chiamata istruzione. Oltre a conoscere per informarlo dell’evento. Il cognato gli
le lettere, si deve conoscere il significato chiese quale delle mucche avesse partori-
delle parole e delle frasi che con queste si to, perché egli, a ogni singola mucca, ave-
possono costruire. va dato un nome diverso, come Lak¹mî,
Sarasvatî, Râdhâ ecc. Chiese quindi a
Un enigmista abile…e astuto Ramakrishna: “Ye âv ra bava” (“O cogna-
Avendo compreso questa verità, il re to, qual è la mucca?”). Quando
K©¹²adevaraya convocò una grande as- Ramakrishna udì ciò, la sua gioia fu
semblea, poi rivolse una domanda a tutti i incontenibile, perché in quel preciso mo-
poeti e agli eruditi ivi convenuti. All’assem- mento aveva trovato la risposta alla doman-
blea erano anche presenti otto poeti della da del re. Così (per non scordarla) ripeté la
sua corte molto conosciuti, noti come A¹ºa frase più volte. Il cognato pensò che lo stra-
Diggaja. Essi erano: Allasani Peddana, no comportamento di Ramakrishna fosse
Nandi Thimmana, Madayyagari Mallana, dovuto alla mancanza di sonno.
Dhurjati, Ayyalaraju Ramabhadrudu, Pingali La mattina successiva, Ramakrishna si
Surana, Ramarajabhushanudu e Tenali recò alla corte reale e vide subito che nes-
Ramakrishna. K©¹²adevaraya voleva sco- sun altro aveva una risposta da proporre.
prire chi, tra essi, fosse il migliore. Chiese Tutti gli altri avevano concluso che non si
quindi loro di comporre una frase di senso poteva comporre una simile frase. “Ye âv
compiuto composta di cinque parole, cia- ra ba va: questa è la risposta”, egli disse.
scuna delle quali avesse lo stesso significa- Tutti erano incuriositi e allora egli spiegò
Zoom
L’invisibile presenza di Sai a Sundaram è un’esperienza che molti possono garantire.
Ci sono persone che lo hanno addirittura visto seduto sul trono! E non ci si deve mera-
vigliare che qui accadano così tanti miracoli!
E il cancro sparì!
“Alle 6 del mattino del 29 settembre 2005, mi stavo occupando del “Sacrificio del
Fuoco” (Homam), che doveva proseguire per 81 giorni consecutivi, in occasione dell’80°
Compleanno di Bhagavân Baba. In quel momento avevo nel cuore una richiesta spe-
ciale per Baba: Gli chiedevo di aiutare mia cognata Gita che era nel pieno di un intenso
trattamento a seguito di un raro tipo di cancro. Quel giorno era il compleanno di Gita e
io volli affidarla alle cure del Divino Bhagavân, pregando affinché nella Sua misericor-
dia cancellasse quel cancro, così come aveva fatto per molti devoti in passato.
Mentre il fuoco dell’Homam divampava, le vibrazioni erano molto intense e io stavo lì
seduta con gli occhi chiusi. In quel momento sentii la presenza di Baba. Dopo che le
procedure dell’Homam furono terminate, mi fu data della vibhûti da spedire a Gita che
vive a New York. Il giorno seguente spedii la vibhûti per pacco postale e Gita la
D. - Om ›rî Sai Ram. Benvenuto a Radio Sai Global Harmony, dottor Neelam
Desai. Attualmente lei fa parte dello staff medico dell’Istituto all’interno del Di-
partimento di Chirurgia Toracica e Cardiovascolare; è una persona molto impe-
gnata, quindi. Perciò la ringrazio di aver accettato il nostro invito e di aver
sottratto del tempo ai suoi numerosi impegni per essere con noi oggi. Prima di
tutto, perché non racconta ai nostri ascoltatori di come è arrivato a Bhagavân?
R. - Inchinandomi ai Divini Piedi di loto di Bhagavân, voglio innanzitutto dire che da
bambino ero uno studente Bâl Vikâs e venni a sapere di Bhagavân all’età di dieci anni.
Ci eravamo trasferiti a Mumbai, dove erano organizzate classi Bal Vikas che io comin-
ciai a frequentare, interessandomi sempre più alle attività dell’Organizzazione Sai. Len-
tamente anche la mia famiglia prese a impegnarvisi. In seguito divenni insegnante
coordinatore Bâl Vikâs, ma dovetti interrompere la mia partecipazione attiva perché
l’aver intrapreso gli studi medici non mi consentiva di impegnarmi molto nell’Organiz-
zazione. Ma in fondo alla mente avevo la sensazione che in qualche modo avrei ripreso
i contatti. In occasione del Suo 65° Compleanno, Swami disse che avrebbe avviato un
Ospedale di Alta Specializzazione. Questo avvenne nel 1990. Avevo un profondo desi-
derio di venire a lavorare qui. Perciò nello stesso anno cominciai la specializzazione in
Chirurgia Toracica e Cardiovascolare e nel 1992 terminai gli esami. Nel febbraio del
1993 entrai a far parte di questo ospedale. Ecco come sono arrivato a questa struttura,
che aveva già cominciato a funzionare nel novembre del 1991.
D. – Abbiamo saputo che Sai Baba era solito fare frequenti visite all’ospedale
appena aperto e all’inizio del suo funzionamento. La prego di raccontare ai nostri
ascoltatori com’è una tipica visita di Bhagavan.
R. – Swami, nei primi tempi, era solito recarsi in ogni reparto e chiedere ai pazienti
dell’ambulatorio come si chiamavano. Poi domandava: “Da dove vieni?” e vedevamo
molta gioia sui loro volti, il tocco personale che Swami dava a ciascuno di loro. Quando
arrivava nell’area postoperatoria, andava all’ICU, letto per letto, e chiedeva al paziente:
“Sei tranquillo?” Molto del Suo tocco personale; si poteva vedere il paziente illuminarsi di
immensa gioia. E se il paziente dormiva, Swami diceva: “Non svegliatelo, non disturbatelo.”
Sai Ram.
Il servizio disinteressato
alla società è vera sâdhanâ
Ekam sat viprâ bahudhâ vadanti Le differenze nella società sono create
La Verità è Una, ma i saggi si riferiscono dall’uomo
a essa con nomi diversi. L’uomo è dotato dei pañcaprâ²â (i cin-
que soffi vitali), dei pañcendriya (i cinque
Ekâtma sarva bhûtântarâtma sensi) e dei pañcabhûta (i cinque elemen-
L’unico Âtma è la Realtà interiore ti). Questi ultimi sono presenti nell’uomo
di tutti gli esseri. sotto forma di sensi: µabda (suono), sparµa
muove il karma (le conseguenze delle azioni passate - N.d.T.) e sa¼bhâ¹an ri-
muove le difficoltà (sa¾kaºa). In realtà tutti e tre - peccati, karma cattivo e difficoltà
- sono un’unica cosa. Non c’è distinzione.
I Piedi di loto
Tutto questo è senza dubbio vero, ma che cosa è successo mentre non c’erano Avatâr
in giro, per esempio nel periodo che va da K©¹²a a ›irdi Baba? Ragionando su questo
tema venni sopraffatto da molti pensieri, e questo articolo ne è il risultato.
Cominciamo dal periodo intercorrente fra K©¹²a e ›irdi Baba. Se prendiamo le os-
servazioni di Swami su darµan, sparµa² e sa¼bhâ¹an in senso letterale, questo signi-
fica forse che durante quel lungo periodo di cinquemila anni la gente era condannata
alla dannazione eterna? Che era tagliata fuori dalla grazia di Dio? Che i problemi delle
persone non potevano avere soluzione? Ovviamente questo non può essere vero.
Allora è Swami a sbagliare? Anche questo non può che essere escluso! Come possiamo
conciliare questa contraddizione?
Cominciamo dalla parola “darµan”. Tutti noi la colleghiamo soltanto al darµan del
nostro amato Swami. Comunque, se poteste chiederne il significato a qualcuno che ha
vissuto in India, diciamo nel diciassettesimo secolo, vi risponderebbe che darµan signi-
fica andare al tempio a visitare l’idolo della Divinità che si trova in quel luogo. Infatti,
in India, anche oggi per milioni di persone che non sono devote di Swami, questo è il
significato di tale parola.
Pensate a Mîrâ, per esempio. Cominciò adorando una statua di K©¹²a, cosa che l’aiu-
Come è il vostro sentimento, così diventate: se sentite che una statua non è una statua, ma
Dio, allora essa è Dio. Perciò, vedete, non dobbiamo interpretare il darµan in modo
limitato. Attenzione, non sto cercando di dire che la visione di Swami non sia unica e
grandiosa. Al contrario: la gioia di vedere il Suo Volto e il Suo Sorriso divini rimarrà
sempre una benedizione senza pari. Niente sulla terra può eguagliare una cosa del gene-
re. Solo l’Avatâr eguaglia l’Avatâr. Di questo potete essere ben certi. Allora, che cosa
sto cercando di dirvi? Solo questo: le benedizioni conferite dal darµan fisico di Swami
erano disponibili per i devoti anche quando Swami non era incarnato in questa presente
Forma fisica, e quelle benedizioni provengono dalla fede. Dopo tutto, Swami non ci ricor-
da così spesso che Dio è dappertutto ed è presente in ogni luogo? Tutti possono avere il
darµan di Dio in ogni momento e in qualunque posto si trovino. Chi vuole può vederLo in
un tramonto, in una montagna... ovunque. Questo è il motivo per cui gli antichi Indiani
adoravano quasi tutto, dalla formica alla montagna, inclusi i serpenti! A questo punto forse
è pertinente ricordare brevemente la storia di Râmak©¹²a Paramaha¼sa e di un giovane
ricercatore di nome Narendranath, che più tardi sarebbe diventato Swami Vivekânanda.
Al tempo di questa storia, Narendra amava moltissimo Râmak©¹²a, ma era scettico per
quanto riguardava i suoi ultimi insegnamenti. Quando chiese a Râmak©¹²a se egli avesse
mai visto Dio, Râmak©¹²a replicò in senso affermativo, dicendo: “Vedo Dio altrettanto
chiaramente di come vedo te.” Râmak©¹²a non solo vedeva la Madre nella statua di Kali,
ma Le parlava regolarmente. In altre parole, non aveva solo darµan, ma anche sa¼bhâ¹an,
e nessuno dei due era riferito a un Avatâr. Sono certo che avrete da protestare e dire:
“Ma guarda, questa è una cosa diversa. Non puoi fare un paragone fra questi due.” Così
potrebbe sembrare a voi e a me, ma dobbiamo ricordare che, per chi è pronto a vedere
Dio ovunque, ogni esperienza in comunione con Dio è molto speciale! In altre parole, una
tale persona da ogni cosa che si trova sotto il sole ricaverà altrettanta gioia di quanta noi
ne traiamo da Swami. E questo è esattamente ciò che Swami si attende da noi: che non
limitiamo Dio a una sola forma, ma che Lo vediamo nel cosmo e in tutti gli esseri. Questa
è vera Advaitam o Unità universale e, come spesso dice Swami, Conoscenza Suprema e
Ultima (“Advaita darµana¼ jñâna¼”). Sono d’accordo che la maggior parte di noi non
Quando ci rifiutiamo, significa che vogliamo restare alla scuola elementare, mentre il
nostro caro Signore e Maestro ci vuole far passare a una classe superiore. Possiamo
definire il Suo un “rifiuto”? Mi è stata appena ricordata una conversazione da me avuta
molti anni fa con l’allora anziano signor Ahluwalia, che lavorava nell’ufficio del vicerettore.
I vicerettori vanno e vengono, incluso me stesso, ma il signor Ahluwalia rimase in quel-
l’ufficio stabilmente e vide sei vicerettori avvicendarglisi davanti! Un giorno mi disse:
“Signore, io ho avuto molti, molti Pâdanamaskâr.” Questa affermazione mi confuse,
perché non avevo mai visto Swami dare a questo venerabile signore tutti quei
Pâdanamaskâr. Mentre pensavo ai miei dubbi, il signor Ahluwalia chiarì la sua afferma-
zione dicendo: “Ho una foto dei Piedi di Swami, e non solo mi ci prostro davanti
ripetutamente, ma tengo anche i Suoi Piedi sulla mia testa!” Il signor Ahluwalia era asso-
lutamente sicuro che ciò che faceva equivalesse al Pâdanamaskâr.
“Come è il sentimento, tale è il risultato”, dice spesso Swami. E certamente era vero per
questo signore. Se parliamo di Pâdanamaskâr, non devo dimenticare di ricordarvi del
brigadiere Bose, padre del colonnello Bose, che si prende cura del Caitanya Jyoti. Il
brigadiere Bose e io, molti anni fa, stavamo sempre seduti vicini durante il darµan e in
quei tempi, quando Swami passava davanti a noi, Bose non cercava mai di toccarGli i
Piedi come facevano tutti gli altri, spesso disturbando e importunando Swami. A loro non
interessava che cosa provasse Swami. Sentivano di avere il diritto di toccarLo e, se a
Bhagavân questo non piaceva, era un Suo problema! E Bose?
Dopo che Swami era passato, accarezzava il terreno su cui aveva camminato e poi con
quella stessa mano si strofinava la testa. Questo era il suo modo di prendere la benedizio-
ne. Mi aveva detto che molto tempo prima anche lui era dipendente da quell’attaccarsi ai
Piedi di Swami fino a quando, un giorno, Swami gli aveva detto: “Pensi di ottenere la
liberazione per il semplice fatto di toccarMi i Piedi? Se fosse così semplice, tutte le mo-
sche che si appoggiano sui Miei Piedi verrebbero liberate!” Bose mi disse che questo
commento lo aveva guarito per sempre! Ora facciamo una sintesi di quanto detto finora.
Sì, Swami ha indicato i vantaggi dei meriti del darµan ecc. È indubbiamente vero, ma la
parte non esplicita di quelle affermazioni è che esse sono valide solo per i principianti.
Non possiamo aspettarci di rimanere dei principianti a vita. Ci si deve muovere e salire
per la scala dell’evoluzione spirituale. Salire implica, fra le altre cose, interpretare le
parole darµan , sparµa² e sa¼bh â ¹an in senso più ampio, come da me spiegato
antecedentemente. In ultima analisi si deve anelare all’advaitam, cancellando la diffe-
E ora alcune parole sulla seconda parte della domanda. Il nostro amico afferma che il
karma negativo e le difficoltà (sa¾kaºa) coincidono, che non c’è distinzione. È così? Non
ne sarei tanto sicuro. Come la vedo io, in tutt’e tre c’è una causa e un effetto.
Il peccato è la causa e la difficoltà è l’effetto. Personalmente non userei la parola “pec-
cato”, bensì “impurità” o meglio ancora “attaccamento” , invece che “peccato”, perché è
l’attaccamento quello che porta alla disperazione: niente attaccamento, niente disperazio-
ne. Il Signore chiarisce molto bene questo concetto nella Gîtâvâhinî. Bene, e allora che
cosa accade quando non c’è attaccamento? Swami ci spiega anche questo. Ci ricorda
ciò che Egli disse ad Arjuna mentre era incarnato come K©¹²a: “L’attaccamento produce
la schiavitù nei confronti del ciclo delle nascite e delle morti e questa schiavitù è il karma,
che può essere buono o cattivo.”
In altre parole, la causa delle difficoltà risiede nell’attaccamento. È per questo motivo che
Swami ci esorta continuamente a elevarci e ad andare al di là della coscienza del corpo.
Senza coscienza corporea non ci sono né attaccamento, né karma, né difficoltà. In via di
principio è estremamente semplice, ma in pratica ci riesce difficile perché non siamo
preparati a dedicare molto tempo a una pratica spirituale seria. Intimamente, potreste
notare che un distacco perfetto conferisce gli stessi benefìci di darµan, sparµa² e
sa¼bhâ¹an. Quando il Signore non era manifesto in Forma umana come è oggi, i devoti
dovevano ricorrere alla sâdhanâ (pratica spirituale). Infatti questo triplo beneficio è
un’“offerta speciale” (dei nostri giorni) e non ci si può aspettare che duri a lungo! Ecco
perché Swami sta cominciando a levarci ciò che prima ci dava liberamente: vuole che
diventiamo maturi. Le Sue azioni non possono esser catalogate come “rifiuto”. Dio non
rifiuta mai niente; solo gli esseri umani lo fanno. Per concretizzare questo concetto, con-
cluderò questo mio intervento ricordandovi una piccola storia che Swami spesso racconta.
Sembra che, quando K©¹²a era molto giovane, un giorno stesse giocando vicino alla madre
Yaµodâ che riempiva una brocca d’acqua a una fonte. Non appena la brocca fu piena, ella
chiamò K©¹²a e Gli chiese di aiutarla a mettersi la brocca sulla testa. Ma K©¹²a si limitò a
ridere e corse via.
Yaµodâ si lamentò del fatto che il Figlioletto non fosse mai disposto ad aiutarla e si avviò
verso casa. Arrivata alla soglia di casa, Egli con un grande sorriso l’aiutò a metter giù la
brocca, sebbene questa volta ella non Gli avesse chiesto niente.
La felicità è santità
“Il Signore K©¹²a fece ai cinque elementi finché dura il corpo, ma,
questa divina dichiarazione: una volta che questo sia stato abbandona-
‘Mamaivâ¼µo jîvaloke to, non ha niente a che fare neanche con
jîvabhûta sanâtanah’ uno di essi. Questi elementi sono presenti
(‘In tutti gli esseri, l’eterno Âtma nell’uomo nella forma dei sensi dell’udito,
è una parte della Mia Essenza’). della vista, del tatto, del gusto e dell’odora-
Quindi, non pensate to. I nostri sensi sono responsabili del bene
di essere diversi da Dio. e del male, del merito e del peccato. Il bene
Dio risiede in voi. e il male non sono dati da Dio; sono la con-
In effetti, voi siete Dio.” seguenza delle nostre azioni. A VOLTE PEN-
SATE CHE DIO VI ABBIA DATO DELLA SOFFE-
Niente è permanente in questo mondo RENZA E A VOLTE CHE SIA RESPONSABILE DEL-
Voi pensate di essere una creatura umana LA VOSTRA CONTENTEZZA, MA DIO NON DÀ NÉ
perché siete dotati di un corpo umano, ma GIOIA NÉ DOLORE; QUESTA È SOLO UMANA IL-
l’Âtma che risiede in tutti manifesta la vo- LUSIONE. L’uomo soffre a causa delle sue
stra Divinità. Migliaia di lampadine sono qualità malvagie come la gelosia, l’odio, l’ira
state attaccate come decorazione; il loro e la boria. Da dove viene l’ira? Viene da
colore e voltaggio possono differire, ma la dentro di noi a causa del cibo sbagliato e
corrente elettrica che in esse scorre è la dei pensieri malvagi. Il desiderio sorge per
stessa. Come la corrente, che fa brillare colpa della vostra natura avida. Kâma,
tutte le lampadine, l’Âtma presente in tutti krodha, lobha, moha, mada e mâtsarya
gli esseri umani fa sì che essi vedano, oda- (desiderio, ira, avidità, attaccamento, orgo-
no e lavorino, ma oggi l’uomo è preso da glio e gelosia) nascono tutti da noi stessi.
faccende terrene e ignora la spiritualità. SE Voi pensate che Dio abbia una forma, ma
AVETE LA VISIONE SPIRITUALE, SAPRETE CHE Egli ne è privo. Dio è positivo e l’uomo è
LO STESSO DIO È PRESENTE DOVUNQUE; TUT- negativo. Il negativo viene e va, mentre il
TO, DALLA TERRA AL CIELO, NON È ALTRO CHE positivo è permanente; riponete la vostra
DIO. ANCHE QUESTO FIORE, QUESTO BIC- fiducia nel positivo e non nel negativo. Ogni
CHIERE, QUESTO MICROFONO E LA TOVAGLIA cosa di questo mondo viene e va come una
CHE VEDETE QUI SONO ASPETTI DELLA DIVI- nuvola passeggera. Un ragazzo sposa una
NITÀ. La Divinità pervade ogni singola cosa ragazza; prima del matrimonio, dov’era il
di questo universo, ma voi vedete delle dif- ragazzo e dov’era la ragazza? Questa re-
ferenze a causa della vostra visione errata. lazione nasce soltanto dopo il matrimonio e
Il divenire è la natura dei cinque elementi, anch’essa non è permanente. NELLA VITA
non quella di Dio. Nell’universo ci sono UMANA NON C’È NIENTE DI PERMANENTE; TUT-
soltanto cinque elementi, non ce n’è un se- TO È TEMPORANEO, VIENE E VA. SE L’UOMO
sto ed essi compongono e sostengono la VUOL DIVENTARE ETERNO, DEVE SVILUPPARE
nostra forma umana. L’uomo è connesso ÂTMA VIµVÂSA (FIDUCIA NEL SÉ). VOI POTE-
D. - Swami, stiamo facendo progressi nelle scienze e nella tecnologia. Tuttavia, i nostri
giovani d’oggi non sono capaci di affrontare i problemi della vita con coraggio. Si sen-
tono abbattuti a ogni minima difficoltà. Sono incapaci di sopportare il dolore con pazien-
“Non c’è malattia peggiore dell’avidità, Dio era presente ovunque Prahlâda cercas-
non c’è peggior nemico dell’ira, se. Come gli accadeva una tale esperien-
non c’è sofferenza più grande za? Suo padre, Hira²yakaµipu, gli portò dei
della povertà, serpenti velenosi e lo fece mordere. Ma
non c’è felicità più grande Prahlâda ripeté: “Om Namo Nârâya²âya,
della Saggezza.” Om Namo Nârâya²âya”, e i serpenti si tra-
sformarono in ghirlande di fiori.
Incarnazioni dell’Amore! Il padre allora ordinò di prendere il figlio e
Prema (Amore), Aha¼ (Io); Âtma e Io di tagliarlo a pezzi, ma, a ogni colpo di scia-
sono tutti termini che hanno lo stesso signi- bola, il bambino ripeté: “Om Namo
ficato. Ogni individuo utilizza la parola Nârâya²âya, Om Namo Nârâya²âya”, e
Aha¼, Aha¼: Io, io1, indicando di essere le sciabole a un tratto non furono più ta-
l’Âtma. glienti. Hira²yakaµipu disse: “Fategli bere
del veleno.” Poiché per Prahlâda non esi-
Tutto è Dio. steva altro che il Nome del Signore: “Om
Namo Nârâya²âya, Om Namo
Ovunque si guardi, ovunque ci si trovi, qua- Nârâya²âya”, il veleno si trasformò in net-
lunque cosa si sperimenti, dappertutto si tro- tare.
va quell’unico Dio. Anche il termine Suo padre, capendo che ogni sistema risul-
Brahman ha lo stesso significato di Aha¼. tava inefficace, ordinò, allora, che il bam-
Einstein affermò che al mondo non esiste bino venisse gettato in mare da una monta-
niente, né oggetti, né forme, né esperien- gna. Mentre precipitava, Prahlâda sorriden-
ze. È tutto solo µakti (energia), anch’essa do disse: “Om Namo Nârâya²âya, Om
priva di una forma specifica. L’energia è Namo Nârâya²âya”, e le acque del mare
energia. In questi tempi, influenzati dal Kali presero la forma di due braccia che lo ac-
Yuga, dopo aver eseguito moltissimi espe- colsero e delicatamente lo depositarono
rimenti, Einstein affermò: tutto è Dio. sulla spiaggia.
Qual è il significato di tutto questo? Il moti-
Prahlâda vo di tutto ciò è la fede, senza la quale, per
Tuttavia, migliaia di anni prima di lui, senza quanto si ripeta “Om Namo Nârâya²âya,
effettuare nessuna sperimentazione, un Om Namo Nârâya²âya”, tutto risulta inu-
bambino di 7 anni, Prahlâda2, disse: tile, poiché sarebbe solamente come far
funzionare un registratore.
“Mai avere il dubbio Per Prahlâda, invece, il Nome di Dio era
che Egli sia in questo e non in quello. un suono proveniente dall’ombelico. Il suo-
Dio è presente ovunque. no di Dio è presente ovunque nella sua tota-
Ovunque si guardi, Egli è là.” lità.
Voi siete l’Incarnazione dell’Amore Non c’è bisogno di andare da nessuna par-
I devoti stanno arrivando da tutte le nazioni te per cercare Dio. Egli si manifesta dove
per diffondere nel mondo la natura del c’è Verità. Nârâya²a si manifesta là. Ovun-
Buddha3. Ascoltate che cosa vien detto a que ci sia Verità, Nârâya²a si manifesta e,
riguardo e poi, almeno in parte, cercate di dove c’è Nârâya²a, c’è anche Lak¹mî (la
controllare la mente. Le persone control- Dea della ricchezza spirituale e mate-
lano ogni cosa tranne i desideri nella men- riale – N.d.T.).
te. Dovete controllare i desideri. Così fa- Come farà dunque Lak¹mî (il denaro) ad
cendo otterrete tantissima Pace. arrivare a voi? I soldi sono necessari. Da
DA DOVE VIENE LA PACE? QUANDO LO SCO- dove arriveranno? Dovrebbero arrivare da
PRIRETE, NE RIMARRETE SORPRESI. ESSA NON dentro di voi. Fate dunque sorgere Lak¹mî
CIRCOLA (NON SI TRASMETTE) DA UNA PERSO- dal vostro interno. Se tenete Nârâya²a nel
NA ALL’ALTRA, MA SORGE DALL’INTERNO DI vostro cuore, anche Lak¹mî Lo accompa-
SE STESSI. COLORO CHE SARANNO IN PACE, gnerà. Compite dunque azioni con senti-
OVUNQUE GUARDERANNO, VEDRANNO SOLO menti sacri, una ferma determinazione e
PACE, SOLO VERITÀ, SOLO AMORE. una costante contemplazione di Dio. Aiu-
tate il prossimo e fate in modo che non
Durante quella piacevole serata, Swami ha guardato un ragazzo: “Che classe fai?”
“Swami, la terza media.”
Sotto la Veranda
“Perché non sei andato a casa?” gli ha chiesto Baba.
“Perché avrei dovuto, Swami?”
“Tuo padre ha avuto un incidente: perché non sei andato a casa?”
“Tu non mi hai chiesto di andarci; perciò sono rimasto qui”, ha risposto il ragazzo.
Swami ha sorriso: “Grazie alla tua fede, ti posso garantire che non gli è successo
niente. È stato solo un piccolo incidente. Non preoccuparti. Questo pomeriggio hai
ricevuto una telefonata da tua madre che ti diceva di non preoccuparti.”
“Sì, Swami.”
“Lo so, lo so. So bene che cosa tua madre ti ha detto al telefono.”
È stato sorprendente per tutti vedere come Swami sapesse ogni cosa, inclusa la
conversazione telefonica. Poi Baba ha aggiunto: ”Poiché hai così tanta fede, vuoi
una catena da Me?”
“Swami...ehmmm..... sì, la voglio”, ha risposto il ragazzo. (Risate).
“Ehi! Chiedila a tua suocera! Te la darà lei. Perché dovrei dartela Io?”
“No, no! Non la voglio dalla suocera o da qualcun altro. Sei Tu che doni le cose.
Bhagavân è il Donatore. La voglio solo da Te.”
“Oh, capisco!” ha risposto Swami e, roteando la Mano, ha creato una catena d’oro
per lui. Tutti erano estremamente felici.
Bhagavân poi ci ha detto: “Non mendicate da nessuno. Non siate mendicanti. Non
chiedete niente. Le cose verranno a voi da sole. Se il vostro atteggiamento è altruista,
se il vostro scopo è altruista e le vostre attività sono cariche d’Amore, avrete tutto
senza dover chiedere niente. Bisogna mantenere il rispetto di se stessi; la stima in se
stessi è molto importante. Guardate Me: non ho mai chiesto niente, non ho mai teso la
Mano per prendere qualcosa, ma le cose vengono a Me. Perché? Sono altruista, sono
pieno d’Amore. Se anche voi sarete come Me, vivrete una vita perfetta, in condizioni
perfette.” Poi ha continuato: “Non siate esibizionisti, non correte dietro alla pubblicità,
alla fama, alla gloria. Non elogiate voi stessi.” E ha fatto un esempio: Baba tempo fa
andò a Delhi. Una volta arrivato, all’aeroporto c’era il Presidente indiano ad attenderLo
su una lussuosissima automobile. Il Presidente pregò Swami di utilizzare quell’auto-
mobile per i Suoi spostamenti. Sapete invece che cosa disse Bhagavân? “Niente da
fare! Questa è l’automobile del Governo; quest’auto appartiene al Governo: voi non
avete dunque l’autorità di farmela usare. Non ci salirò.” E poi ci ha raccontato: “Ho
invece utilizzato una piccola utilitaria Morris, vecchio modello. Perché? Perché il ri-
spetto di se stessi è molto più importante di tutte le automobili lussuose.” Questa è una
grande lezione per tutti noi. Rivolgendosi poi a qualcuno, Baba ha detto: “C’è un
ragazzo seduto sotto la veranda. Lui e suo fratello sono entrambi ingegneri. Si sono
stabiliti qui per servire Swami, mentre i loro genitori sono da soli a Bombay. I due
GRUPPI BHAJAN
SAI RAM
Mother Sai Publications
(EDIZIONI MOTHER SAI)
e-mail:msp@mothersaipublications.it
Sito Web: www.mothersaipublications.it
(Collana Vahini)
Aforismi Vedici (Sûtrâ Vâhinî) [SV]
La Conoscenza (Jñâna Vâhinî) [JV]
La Scienza di Dio (Vidyâ Vâhinî) [VV]
La Storia di Râma (Râmakata Rasavâhinî), I° vol. [RV-I]
La Storia di Râma (Râmakata Rasavâhinî), II° vol. [RV-II]
Domande e Risposte (Prashnottara Vâhinî) [PUV]
Il Fiume delle Upanishad (Upanishad Vâhinî) [UV]
Il Gioco di Dio (Lîlâ Kaivalya Vâhinî) [LKV]
La Pace Suprema (Prashânti Vâhinî) [PSV]
La Via della Meditazione (Dhyâna Vâhinî) [DV]
La Verità di Sai (Sathya Sai Vâhinî) [SSV]
La Legge Morale (Dharma Vâhinî) [DhV]
Storie Gloriose del Signore (Bhagavatha Vâhinî) [BhV]
Gli Insegnamenti di Dio (Gîtâ Vâhinî) [GV]
L’Amore di Dio (Prema Vâhinî) [PV]
Dissolvere i Dubbi Spirituali (Sandeha Nivarini) [SN]
Collana Biografie)
(Collana Biografie)La Vita di Sai Baba (N. Kasturi)
La Vita di Sai Baba (Satyam Shivam Sundaram), I vol.
La Vita di Sai Baba (Satyam Shivam Sundaram), II vol.
La Vita di Sai Baba (Satyam Shivam Sundaram), III vol.
La Vita di Sai Baba (Satyam Shivam Sundaram), IV vol.
(Collana Educazione)
Educazione)Discorsi agli Studenti
Corso Estivo 1972 [CE72]
Corso Estivo 1978 [CE78]
Corso Estivo 1990 [CE90]
Corso Estivo 1993 [CE93]
Periodici
Mother Sai, bimestrale + Crescere Insieme
Altre Pubblicazioni Disponibili:
Colloqui [CQ]
Mother Sai Speciale (6° Conferenza Mondiale)
Diario Spirituale 1 [DS1]
Diario Spirituale 2 [DS2]
Diario Spirituale 3 [DS3]
Dhyâna: la Meditazione secondo gli insegnamenti di Sai Baba
Canti devozionali (Libro dei bhajan, Testi).
Canti devozionali (Libro dei bhajan, Accordi).
Canti devozionali (Libro dei bhajan, Esercizi).
Atti del I° Convegno dei Responsabili dei Centri Sai Mondiali
Sadhana
Guida all’ashram di Prashanti Nilayam
Racconti e Parabole Vol. I (Chinna Katha vol I)
Racconti e Parabole Vol. II (Chinna Katha vol II)
Pensiero del Giorno (365+1 pensieri, per ogni giorno dell’anno)
Altri Autori
A Spasso con Dio
Grazie Swami
Messaggio d’Amore
Sai Baba, l’Uomo dei Miracoli
Visione del Divino.
Sai Baba Fiamma d’Amore
L’Eterno Miraggio
Alla Scoperta della Verità
Sai Baba: la Rivelazione continua
Ho visto la Luce
Purificare il Cuore (Purifying the Heart)
Sathya Sai Baba e l’Educazione dei Figli (Sathya Sai Parenting)
Sathya Sai Baba: Colui che Dimora nel Cuore (Hrudaya Nivasini)
Sâitrî – I tre Sai Gâyatrî Mantra
Incontrare Dio
Pensando a Sai Baba Sai (Sai Smaran)
Gemme di Saggezza
Viaggio con Sai (Sri Sathya Sai Anandadayi)
Sri Sathya Sai Gita -Tutto sulla Spiritualità – Domande e Risposte
Audiovisivi:
Shivarathri Sandesh (VHS) Le Percussioni, parte I (VHS)
Shivarathri Sandesh(VHS) Le Percussioni, parte II (VHS)
Video Story (VHS) Il Medico Divino (VHS)
Tecnica di Canto (Audiocass.) Gâyatrî Mantra (Audiocass.)
Embodiment of Love Vol I(CD musicale) Embodiment of Love Vol II (CD musicale)
Bhajanam (CD musicale) Sâitrî – I tre Sai Gâyatrî Mantra(CD musicale)
Dyâna, la Meditazione negli Insegnamenti di Sri Sathya Sai Baba (CD musicale)
Scuola Bhajan Interattiva (N°2 CD ROM) Gâyatrî Mantra (CD musicale)
Avo Sai (CD musicale)
Le sue Opere nel Sociale (DVD Video) Conferenza di Roma 17/18 Aprile 2004 (DVD Video)
Alla Scoperta della Verità (DVD Video) La Creazione (DVD Video)
Sai Gange (DVD Video) Compleanno 2005 (DVD Video)
Shivarathri 2002/2003/2004 (CD video) Guru Purnima 2002/2003/2004 (CD video)
Compleanno 2002/2003/2004 (CD video) Brahmanandam (CD video)
Natale 2002/2003/2004 (CD video)
In Preparazione:
La Vita di Sai Baba (Satyam Shivam Sundaram), V vol.
SAI RAM