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23 gennaio 2024, martedì

Mese Gauḍīya vaiṣṇava: Nārāyaṇa


Mese Pūrṇimānta: Pauṣa
gaura o śuklā pakṣa Trayodaśī tithi
RICORRENZA Śrīla Bhakti Kumuda Santa Mahārāja – tirobhāva scomparsa

Śrīla Bhakti Kumuda Santa Gosvāmī Mahārāja apparve nel villaggio di Narmā, nel distretto di
Medinīpura, Bengala Occidentale, la zona legata all’apparizione di Śrīla Śyamānanda e Śrīla
Rasikānanda, il secondo giorno del mese Vaiśakha, che corrispondeva al 15 aprile del 1914, il
mattino presto prima del sorgere del sole. Gli fu dato il nome di Rādhā-Ramaṇa dāsa, come le
divinità che adoravano a casa sua, Śrī Śrī Rādhā-Ramaṇa. Il padre, Vaikuṇṭhanātha Rāya, era un
proprietario terriero, jamindār, un astrologo praticante e un dottore ayurvedico. Essendo rimasto
positivamente impressionato dal suo primo incontro con i predicatori della Gauḍīya Maṭha, egli li
invitò a stare qualche giorno a casa sua. Dopo aver regolarmente esteso questo invito,
Vaikuṇṭhanātha Rāya divenne familiarizzato con la Gauḍīya Maṭha, e i predicatori che visitavano la
sua città erano regolarmente ospitati a casa sua.
In un’occasione Śrīla Bhakti Hṛdaya Vana Mahārāja e Praṇavānanda Brahmacārī (poi conosciuto
come Śrīla Bhakti Pramoda Purī Mahārāja) che erano andati a raccogliere fondi per il Śrī
Navadvīpa-dhāma parikramā organizzato dalla Śrī Caitanya Maṭha rimasero per cinque giorni a
casa sua.
Praṇavānanda Brahmacārī notò che il figlio del signore che li ospitava passava la maggior parte
del suo tempo sedendo pacificamente nella sala del tempio, ascoltando hari-kathā o eseguendo
kīrtana
Un giorno, dopo che Praṇavānanda Brahmacārī aveva cantato la canzone Jīva Jāgo Jīva Jāgo
(svegliati anima, che dormi tra le braccia dell’illusione), rimase a discutere col ragazzo il significato
del kīrtana e fu meravigliato nel vedere un ardente amore per hari-kathā e kīrtana in un ragazzo di
11 anni. Allora chiese a Vaikuṇṭhanātha Rāya di portarselo alla maṭha dove oltre ad una regolare
istruzione avrebbe potuto avere anche un’istruzione spirituale. Il padre lasciò una tale decisione al
figlio, che immediatamente disse di si.
Ratna-mayī devī, la devota madre, lo abbracciò e tra le lacrime gli disse: “Il tuo proposito è
nobile. Fai che sia l’unico scopo della tua vita.”
Il padre accompagnò il figlio a Calcutta, ebbe il darśana di Śrīla Bhaktisiddhanta Prabhupāda e gli
parlò del figlio.
Śrīla Bhaktisiddhanta Prabhupāda chiese a Rādhā-ramaṇa dāsa: “Sarai capace di stare qui?”
“Si, si,” disse lui, “Sarò certamente capace di stare.”
Fu iscritto alla New Indian High School e passava il suo tempo tra gli studi e il servizio: lavare i
vestiti dei sannyāsī e dei brahmacārī, pulire le loro stanze e la sala del tempio. Aveva una voce
molto dolce, quindi era ricercato nei kīrtana. Finiti gli studi primari fu di
nuovo consultato dal padre per vedere se volesse proseguire nei suoi studi.
L’ormai Rādhā-ramaṇa Brahmacārī disse: “Ho sentito dire da Śrīla
Bhaktisiddhānta Prabhupāda ‘jaḍa-vidyā jato māyāra vaibhava la conoscenza
materiale è semplicemente l’opulenta manifestazione della potenza illusoria di
Bhagavān.’ Ṭhākura Bhaktivinoda ha affermato nel Śaraṇāgati, ‘vidyāra
gaurave bhrami’ deśe deśe dhana upārjana kori inorgoglito dall’aver
accumulato conoscenza materiale, ho semplicemente vagato da una nazione
all’altra accumulando ricchezza materiale.’ Inoltre, il Caitanya-bhāgavata
(Ādi-khaṇḍa 12.49) menziona:

paḓe kene loka? kṛṣṇa-bhakti jānibāre


se jadi nahilo, tabe vidyāya ki kare?
“Perché studia la gente? Allo scopo di conoscere la kṛṣṇa-bhakti.
Ma a che serve acquisire conoscenza se quella devozione non si
manifesta?”
Rimase nella maṭha e fu mandato a studiare sanscrito a Māyāpura
sotto la guida di Gaura dāsa Paṇḍita.
A soli 16 anni, nel 1930, gli fu affidato l’incarico di dirigere una
enorme esibizione spirituale di 45 giorni a Māyāpura. In
quell’occasione, lui e tutta la sua famiglia ricevettero l’iniziazione
harināma da Śrīla Bhaktisiddhānta Prabhupāda. Nel 1933 fu
invece mandato a Ḍhākā, Dacca, per un’altra esibizione. Śrīla
Prabhupāda lo mandò anche a Burma e in Pākistān.
Il titolo di Raga Kumuda, (letteralmente raga “colore, passione,
un tipo di musica” kumuda “gioia della terra, un fiore di loto”)
fiore di loto dall’amore spontaneo, gli fu dato personalmente da
Śrīla Bhaktisiddhānta Prabhupāda avendo visto la sua carismatica
attitudine di servizio e il suo melodioso talento nel cantare.
Nel 1934, alla Bāgbāzār Gauḍīya Maṭha in Kolkata, Śrīla Bhaktisiddhānta Prabhupāda diede a
Rādhā-ramaṇa brahmacārī l’iniziazione mantra-dīkṣā.

Una volta Rādhā-ramaṇa Brahmacārī chiese a Śrīla Bhaktisiddhānta Prabhupāda perché i


confratelli si riferiscono l’un l’altro col titolo di “Prabhu”, e questa fu la risposta:
“È detto ‘gurura sevaka haya mānya āpanāra – il servitore del proprio guru dev’essere riverito.’
In accordo a questa nozione, noi ci dirigiamo a tutti i nostri confratelli, che siano più anziani o più
giovani, come ‘Prabhu’ cosicché noi possiamo coltivare un senso di essere più umili di un filo
d’erba. Se qualcuno si considera un Vaiṣṇava e considera
gli altri come più giovani o meno avanzati, nutre solo l’egoismo mondano. Nel campo della
spiritualità, se ci vediamo l’un l’altro come i servitori del nostro guru, la nozione che qualcuno sia
inferiore o meno qualificato di noi non entrerà mai nei nostri cuori. Allora non avremo l’opportunità
di sentire astio o disprezzo per gli altri.
“Questo è il segreto di indirizzarci l’un l’altro come ‘Prabhu’. Se si desidera liberarsi
dall’egoismo grossolano e diventare un servitore di śrī gurudeva, non si deve considerare i servitori
di śrī gurudeva in termini di più anziani e più giovani. Come affermano le scritture:

tad bhṛtya bhṛtya bhṛtasya bhṛtyam iti māṁ smara lokanātha

‘O Signore dell’universo, desidero ricordare sempre che io non sono altro che il servitore del
servitore del servitore del tuo servitore.’

“Dobbiamo profondamente interiorizzare questo concetto. In questo modo, le scritture ordinano


che i servitori di śrī guru e di fatto tutti i Vaiṣṇava debbano essere indirizzati come ‘Prabhu’.”
Dopo la sua scomparsa Śrīla Bhaktisiddhānta Prabhupāda apparve a Rādhā-ramaṇa Brahmacārī in
un sogno e gli ordinò di accettare l’ordine di rinuncia e di predicare
diffusamente gli insegnamenti di Śrī Caitanya Mahāprabhu, ordine
che soddisfece nel 1942 a Remunā ricevendo il nome di Śrīla
Bhakti Kumuda Santa Gosvāmī Mahārāja. In seguito egli fondò il
Śrī Caitanya āśrama che ha parecchie filiali in India.

Egli non tollerava la disattenzione. Se osservava che qualcuno –


che fosse un bramacārī, un sannyāsi, una signora, un bambino, o
chiunque fosse – fare qualsiasi altra cosa oltre ad ascoltare
sinceramente durante hari-kathā, lo rimproverava senza dargli una
possibilità di parlare, dicendo: “Per favore esci. Non conosci
l’etichetta di sedere in un’assemblea di Vaiṣṇava.”

Nel 1975 viaggiò in Gran Bretagna, Germania occidentale,


Svizzera, Austria, Olanda, Belgio.

Śrīla Bhaktivedānta Nārāyaṇa Mahārāja scriveva regolarmente a Śrīla Bhakti Kumuda Santa
Gosvāmī Mahārāja per informarlo della sua predica al di fuori dell’India, e lui rispondeva con
grande piacere offrendo sempre le sue copiose benedizioni.

Il contributo letterario di Śrīla Bhakti Kumuda Santa Gosvāmī Mahārāja comprende Saṁlapa
sikṣa, Pātre Upadeśa, Gītā Siddhānta sāra, Śānta vāṇī, Śrī Gauraṅga Mahāprabhu jivenī, Sādhanā
kana, Dāmodara vrata mahātmya, Bhakti gīti, Dikṣa, e alcuni libri tradotti in bengali tra i quali
Moha Mudagara e Moha Kuṭhāra.

Alcuni insegnamenti di Śrīla Bhakti Kumuda Santa Gosvāmī Mahārāja:

“Per gustare il bhakti-rasa due componenti sono indispensabili: un oratore realizzato e un


ascoltatore sinceramente inquisitivo. La nostra incapacità di sperimentare questo rasa è dovuta
solamente ad una assenza di uno di questi due requisiti. Una tale esperienza trascendentale genuina
non può mai essere conseguita attraverso un semplice atto di imitazione.”

“Se consideriamo profondamente il principio di śrī guru troviamo che la radice gu e ru in


sanscrito significano rispettivamente oscurità e ciò che distrugge o elimina. Perciò è evidente che
chi è incapace di rimuovere l’oscurità dell’ignoranza dal cuore degli esseri viventi non può essere
considerate un vero guru.”

“Vivere la nostra vita in questo mondo materiale è difficile e pericoloso, come camminare
sull’affilata lama di un rasoio. Inoltre, essere sprovvisti di conoscenza spirituale è una fonte di
grande sofferenza.”

“La vera istruzione comincia quando la propria capacità di imparare è diretta verso il servizio di
Śrī Hari. Molti studiano le scritture solo per esibire la loro raffazzonata conoscenza, ma una tale
ambizione è tassativamente proibita. La vera conoscenza è quella che ispira a cercare il servizio di
Bhagavān.”
Śrīla Bhakti Kumuda Santa Gosvāmī
Mahārāja è stato l’ultimo dei discepoli
sannyāsi di Śrīla Bhaktisiddhānta
Prabhupāda a lasciare questo mondo,
entrando nei nitya-līlā in trayodaśī śukla
pakṣa di Pauṣa nel 2012, alle 1:05 della
notte, dopo 87 anni di servizio al suo guru.
Il suo samādhi è nella Śrī Gauraṅga Maṭha
a Keśiyāri, distretto di Medinīpura, Bengala
occidentale.

È nostro dovere ricordare un Vaiṣṇava nel giorno della sua apparizione e della sua scomparsa.
Una negligenza a questa regola sarebbe certamente una aparādha. Dobbiamo definitivamente
pregarlo di continuare a conferirci la sua misericordia.

Bibliografia

Libri di Śrīla Bhakti Kumuda Santa Gosvāmī Mahārāja

- Saṁlapa sikṣa,
- Pātre Upadeśa,
- Gītā Siddhānta sāra,
- Śānta vāṇī,
- Śrī Gauraṅga Mahāprabhu jivenī,
- Sādhanā kana,
- Dāmodara vrata mahātmya,
- Bhakti gīti,
- Dikṣa,
- Moha Mudagara in bengali,
- Moha Kuṭhāra in bengali.

- My Beloved Masters di Śrīla Bhakti Vijñāna Bhāratī Gosvāmī Mahārāja

Traduzione e Redazione
gopīnātha dāsa, dāsānudāsa

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