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Zenone

Zenone fu discepolo e amico di Parmenide e suo


successore alla scuola eleatica. Egli fu un grande
sostenitore delle teorie di Parmenide, mostrando la
contraddittorietà e l'insostenibilità delle dottrine che
ammettono la molteplicità e il mutamento. Il metodo
utilizzato da Zenone per le sue dimostrazioni è un
metodo confutatorio, detto di riduzione all'assurdo,
che consiste nel dimostrare la falsità della tesi
contraria alla propria, riducendo al paradosso la posizione dell'avversario.
Le obiezioni di Zenone si fondano tutte sul paradosso della continuità dello spazio
e del tempo. Sappiamo tutti, infatti, che un segmento è per definizione la linea che
unisce due punti. Esso è finito e misurabile. Tuttavia è costituito da un insieme
infinito di punti, poiché, dato un segmento, possiamo dividerlo a metà e poi ancora a
metà e ancora a metà all'infinito: perciò, dati due punti, ne esisterà sempre un'infinità
in mezzo.

Achille e la tartaruga
Un argomento d'effetto è detto paradosso di Achille e della tartaruga. In una gara
di velocità se Achille partisse dopo la tartaruga, la distanza tra loro sarebbe
incolmabile. Achille non solo non potrebbe mai superare la tartaruga, ma nemmeno
raggiungerla! Perché lo spazio che lo separa dalla tartaruga è divisibile all'infinito.
Senza considerare che mano mano che Achille lo colma la tartaruga si è già spostata.

La freccia
Il paradosso della freccia, più che confutare, spiega in che senso il movimento è
un'illusione. Zenone sostiene infatti che la freccia che si vede scoccare da un arco
non si muove mai per davvero, ma rimane immobile, perché in ogni istante del suo
volo essa occupa una porzione di spazio identico, pari alla sua lunghezza. Ma anche
in questo caso il movimento risulta impossibile, poiché da una somma di istanti
indivisibili e posizioni immobili non può risultare in qualcosa di diverso, cioè il
movimento.

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