Metti a confronto l'opera di Friedrich "Viandante sul mare di nebbia" con il testo poetico “L’infinito” di Giacomo Leopardi, in particolare con i versi evidenziati in grassetto:
Sempre caro mi fu quest'ermo colle,
e questa siepe, che da tanta parte dell'ultimo orizzonte il guardo esclude. Ma sedendo e mirando, interminati spazi di là da quella, e sovrumani silenzi, e profondissima quïete io nel pensier mi fingo, ove per poco il cor non si spaura. E come 4 il vento odo stormir tra queste piante, io quello infinito silenzio a questa voce vo comparando: e mi sovvien l'eterno 5, e le morte stagioni, e la presente e viva, e il suon di lei. Così tra questa immensità s'annega il pensier mio: e il naufragar m'è dolce in questo mare.
Nell’opera di Friedrich la figura solitaria è al centro della prospettiva : La
posizione della figura e il modo in cui guarda l'orizzonte e come viene rappresentato con il suo vestito e l’equilibrio ci da la sensazione di avere un vuoto oltre a quelle roccie anche se il paesaggio è molto bello e il silenzio ci offre la sensazione di pace. Ma non sapendo quello che ci può offrire l’infinito cioè oltre a quei spazi da noi conosciuti ci da la sensazione di paura e di non sapere cosa fare dopo. E' l'infinito dello spazio che attira l'attenzione e spaventa nello stesso tempo, perché l'infinito è qualcosa di inimmaginabile.
Il punto centrale in entrambe le opere è rappresentato dalla piccolezza
dell’uomo di fronte alla sua natura, dalla sua impotenza, dall’impossibilita di andare oltre, di varcare la soglia dell’infinito. Nel Viandante è possibile vedere e sentire questa sensazione nel solo a guardare l’opera come descritto sopra.