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[87-88] 18 OTTOBRE — 29 NOVEMBRE 1602.

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consequenza considero la mattina : onde non è da credere, come dice la madr ,
e
che il padre arrivasse a casa a sesta ; et essendo anco non mercore, ma doine-
20 nica, credo che, ingannandosi in un conto, s inganni
’ anco nel resto.
Habbiamo qui nuova certa della presa di Buda col castello, con bottino ine-
stimabile, ricuperatione del governatore et altri schiavi fatti ad Alba Regale :
nuova che ha fatto stupir ogn’ uno, poiché s’ accamparonó gli Imperiali a 2 , et
a 9 hanno preso ogni cosa, dicesi con vie sotteranee.
Il Cl.mo Yeniero è fuori ; al suo ritorno si far à il servit ù) : ma ad un modo
all* altro, Y. S. Ecc.ma stia sicura. E per fine li baccio la mano.
In V.a, a 18 Ottobre 1602.
Di V. S. Ecc.ma Desid.m 0 di servirla
Gio. F. Sag.
30 Fuori : Al molto Mag.co et Ecc mo S. .
-
Il S.‘ Galileo Galilei.
Pad.a

88. •

GALILEO a GUIDOBALDO DEL MONTE [in Montebaroccio].


Padova, 29 novembre 1602.

. —
Bibl . Naz. Fir. Mss. Gal., P VI, T. VI, car. 10. Copia di mano del secolo XIX, trascrit

ta quando fu
messa insieme la raccolta Palatina dei Mss. Galileiani, e derivata da copia che dall originalo
aveva
tratto di sua mano. VINCENZIO VIVIANI, Alla copia moderna ò promossa la seguonte indicazione, elio
*

certamente fu riprodotta dalla copia, di pugno del VIVIANI : « Copia di lettera del Sig.r Galileo,
dova li 29 Novembre 1602, al Sig.r Marchese Guid’ Ubaldo dal Monte, a Monto
da Pa
Baroccio, cavata da
-
mo dall’ originale mandatomi da Pesaro dal Sig.r Dottor Costanzo Pompei con
sua lettera del primo
Gennaio 1667 ab Ine ."* o da esso trovata in un sacco di vario scritturo attenen
ti all’ eredità di dotto
Sig.r Guid’ Ubaldo, esistente oggi in Posaro appresso ...».

Ul.mo Sig.e e P.ron Col.mo


V. S. IU.ma scusi la mia importunità , se persisto in voler persua-
derle vera la proposizione de i moti fatti jn tempi uguali nella me-
desima quarta del cerchio (1 * ; perchè, essendomi parsa sempre mira-
bile, hora viepiù mi pare, che da V. S. Ill.ma vien reputata come
impossibile : onde io stimerei grand 5 errore e mancamento il mio, s io

permettessi che essa venisse repudiata dalla di lei speculazione, come
quella che fusse falsa , non meritando lei questa nota, n è tampoco
d 5 esser bandita dall 5 intelletto di V. S. Ill.ma, che più d 5 ogn 5 altro la
.
19 Prima aveva scritto alla tema , e poi corresse a sesta ,

. . . .
0 > Cfr Voi II, pag 259

X.
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98 29 NOVEMBRE 1602; [88]
-
potr à più presto ritrarre dall’ esilio delle nostre menti. E perchè V espe io

rienza , con che mi sono principalmente chiarito di tal verità, è tanto


certa, quanto da me confusamente stata esplicata nell’ altra mia, la
replicher ò più apertamente, onde ancora lei, facendola, possa accer-
tarsi di questa verit à.
Piglio dunque due fili sottili , lunghi ugualmente due o tre braccia
Fimo, e siano AB, EF, e gli appicco a due chiodetti A, E, e nell’ altre
estremità B, F lego
due palle di piom-
bo uguali (se ben
niente importa se 20
fussero disuguali),
rimuovendo poi
ciascuno de’ detti
G fili dal suo per-
pendicolo, ma uno
c assai , come saria
per 1’ arco CB, e 1’ altro pochissimo, come saria secondo 1’ arco IF ;
gli lascio poi nell’ istesso momento di tempo andar liberamente, e
1’ uno comincia a descrivere archi grandi , simili al BCD, e 1’ altro ne
descrive de’ piccoli, simili all’ FIG ; ma non però consuma più tempo so
il mobile B a passare tutto V arco BCD, che si faccia l’ altro mobile F
a passare 1’ arco FIG. Di che mi rendo sicurissimo così :
Il mobile B passa per il grand’ arco BCD, e ritorna per lo me-
desimo DCB, e poi ritorna verso D, e va per 500 e 1000 volte rei-
terando le sue reciprocazioni ; 1’ altro parimente va da F in G , e di
qui torna in F, e parimente far à molte reciprocazioni ; e nel tempo
eh’ io numero, verbi grazia, le prime cento grandi reciprocazioni BCD,
DCB etc., un altro osservatore numera cento altre reciprocazioni
per FIG piccolissime, e non ne numera pure una sola di più : segno
evidentissimo che ciascheduna particolare di esse grandissime BCD 40
consuma tanto tempo, quanto ogni una delle minime particolari FIG.
Or se tutta la BCD vien passata in tanto tempo in quanto la FIG,
ancora le loro metà, che sono le cadute per gli archi disuguali della
medesima quarta, saranno fatte in tempi uguali. Ma anco senza stare
a numerar altro, V ; S. Ill.ma vedrà che il mobile F non farà le sue
Lett. 88. 42. O ae tutta —
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piccolissime reciprocazioni pi ù frequenti che il mobile B le sue gran-
dissime, ma sempre anderanno insieme.
L’ esperienza, eh’ ella mi dice aver fatta nello scatolone, può es -
sere assai incerta, sì per non esser forse la sua superficie ben pulita ,
50 sì forse per non esser perfettamente circolare
, sì ancora per non si
potere in un solo passaggio così bene osservare il momento stesso
sul principio del moto : ma se V. S, IU. pur vuol pigliare questa
nm

superficie incavata, lasci andar da gran distanza, come saria dal


punto B, liberamente la palla B, la quale passer à in D, e farà nel
principio le sue reciprocazioni grandi d’ intervallo, e nel fine piccole ,
ma non per ò queste più frequenti di tempo di quelle.
Quanto poi al parere irragionevole che, pigliandosi una quarta
lunga 100 miglia, due mobili uguali possino passarla , uno tutta , e
1’ altro un palmo solo, in tempi uguali, dico esser vero che ha del -
60 1’ ammirando ; ma se consideriamo che pu ò esser
un piano tanto poco
declive, qual saria quello della superficie di un fiume che lentissima-
mente si muovesse, che in esso non haver à camminato un mobile na-
turalmente più d’ un palmo nel tempo che un altro sopra un piano
molto inclinato (ovvero congiunto con grandissimo impeto ricevuto ,
anco sopra una piccola inclinazione) haverà passato cento miglia : nè
questa proposizione ha seco per avventura più inverisimilitudine di
quello che si habbia che i triangoli tra le medesime parallele et in
basi uguali siano sempre uguali, potendone fare uno brevissimo e
1’ altro lungo mille miglia. Ma restando B
C
70 nella medesima materia, io credo haver
dimostrato questa conclusione, non meno D
dell’ altra inopinabile. E
Sia del cerchio BDA il diam etro BA ,

eretto all’ orizzonte, e dal punto A sino P


alla circonferenza tirate linee uteumque AF,
AE, AD, AC : dimostro, mobili uguali ca -
dere in tempi uguali e per la perpendico -
lare BA e per piani inclinati secondo le A
linee CA, DA, EA, FA ; sicché, partendosi nell’ istesso momento dalli
so punti B, C, D, E, F, arriveranno in uno stesso momento al termine A ,
e sia la linea FA piccola quant’ èsser si voglia.
59, l’ altra — 75. lince utrumque AF —
100 29 NOVEMBRE — 20 DICEMBRE 1602. [88-89]
E forse anco pi ù inopinabile parerà questo, pur da me dimostrato,
che essendo la linea SA non maggiore della corda d una qua , e

le linee SI, IA utcumgue, più presto fa il medesimo mobile
rta
il viag-
gio SIA , partendosi da S, che il viaggio solo IA, partendosi da .
I
Sin qui ho dimostrato senza trasgredire i termini mecanioi ma
;
non posso spuntare a dimostrare come gli archi SIA et IA
siano pas-
sati in tempi uguali : che è quello che cerco 11 .
'
Al Sig. Francesco mi far à grazia rendere il baciamano, dicendogli
r
che con un poco d’ ozio gli scriverò una esperienza, che gi à nii ven uo
ne
in fantasia, per misurare il momento della percossa « > :. perquanto al .

suo quesito, stimo benissimo detto quanto ne dice V. S. 111.UUL


e che )
quando cominciamo a concernere la materia, per la sua con
tingenza
si cominciano ad alterare le proposizioni in astratto dal geomet
ra
considerate ; delle quali così perturbate siccome non si può assegnare
certa scienza, così dalla loro speculazione è assoluto il matematico.
Sono stato troppo lungo e tedioso con V. S. Ill.ma : ini perdoni in
grazia, e mi ami come suo devotissimo servitore. E le bacio le inan
i
con ogni reverenza *
Di Padova, li 29 Novembre 1602.
,
100
Di Y. s. ni.®» Serv.re Obblig.mo
Galileo Galilei.

89*.
GI0VANFRANCESCO SAGREDO a GALILEO in Padova.
Venezia, 20 dicembre 1602.

.
Bibl. Est. in Modena . Raccolta Cauipori Autografi , B.» LXXXVIII, n. 35
° . — .
Autografa

Molto Mag.co et Ecc.mo S.r Hon.mo


t

Sebene Y . S. Ecc. ma per 1’ accidente della mia morte haveva sospeso il man-
darmi il declinatorio, non voglio però tanto risentirmene, che anco doppo morte
non vogli adoperarmi per lei, come ho sempre desiderato di poter fare. Onde,
havendo havuto gagliarda batteria dal CI.1110 Giustiniano per la sodisfattiòne della
sua lettera di cambio , per non lasciarlo mal sodisfatto et di lei et di me, mi
sono dato a cercare li danari : et così coji grandissima fatica ho tíovato Z. 30,
che sono d. li 300, sopra il CLmo S. r Sebastiano Veniero et me ; spero con tale
84 . le linee SI, IA uscumquc —
11 ) Cfr. Voi . Vili , pag . 221, 393.
‘s> Cfr . Voi . li , pag . 190.
[89-90] 20 DICEMBRE 1602 — 10 GENNAIO 1603.
avantaggio, che V. S. Eoe.irm haverá isparmiati incirca 11 d.li di interesse, i quali
101

io sono scorsi in questi 20 giorni doppo li pagamenti, perch è dove al principio del
mese si cambiava a d .a 329 per AiU 100, spero che dimani haveremo in ragion
(li d.« 133 3 4. È vero che il Cl;mo Giustiniano pretendeva
/ haver egli questo utile,
dicendo che non è il dovere, che havendo indugiato a ricever il pagamento, altri
havesse il benefitio del tempo. Quello che mi contarà li danari, non mi ha ancora
parlato ; ma di ragione dover à cambiare secondo il corso della piazza. Il sensale
aneli’ esso m’ ha detto, che dipendendo questo avantaggio dalla sua trattatone,•
ne dovrebbe haver buona parte. Io però credo non voler ceder ad alcuno. La
lettera è di d.li 287, s. 10, et non ho trovato alcuno che m’ habbia voluto ser-
vire di minor suma ; onde ini son contentato pigliar li 300 intieri , et così le in -
20 vier ò il rimanente. Tra tanto V. S. Ecc.ma potrà scriver ringratiando il Cl.mo Ve -
rnerò, il quale in questo servito ne ha havuta tanta parte quanta io stesso, e
.
piezò meco in solidum Et se in altro posso servirla, la mi comandi.
Le rendo molte grazie del declinatorio, il quale non ho per ancora posto in opera.
L’ Ecc. 0 Senato manda un suo secretaVio in Inghilterra , per negotio di par -
ticolari mercanti. Con questa occasione mi sono rissoluto scrivere ali’ autore del
magnete 05, per avere la sua amicitia. Mi far à gratia V . S. Ecc.,na scrivermi alcuna
cosa che ella si compiacesse che gli conferissimo, perchè per ora io non ho molte cose
degne, non havendo ben letto il suo libro ; ma non mi partir ò da alcuni generali et
dalle cose contenute nel primo libro, delle quali parmi havere qualche cognitione.
30 Et avendo hora molta fretta per esser notte, faccio fine et me le raccomando .
In V.tt, a xx Decembre 1602.
Di V. S. Ecc.n,a Desid.mo di servirla
Gio. Fr. Sag.
Fuori : Al molto Mag.co et Ecc.mo S.r Hon.nio
Il S.r Galileo Galilei, matliem .00
Padova.

90*.
FRANCESCO MOROSINI a GALILEO in Padova,
Venezia, 10 gennaio 1603.

. . .
Btyl . Naz. Eir. Mss Gal , P . I , T, VI , car 159 . — .
Autografa

Molto Mag.co et Ecc.ino S.r mio


Conoscendo io l’ amor che per sua gratia mi porta , era ben sicuro che per
1’ elettione mia al Saviato di Terra Ferma ella fosse per sentire consolatione
.
G ) GUGLIELMO GILBERT : cfr. n ° 83, lin 6 . .

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