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DI
GIOVANNI BOCCACCIO
COIUIETTE SU
I
TESTI A PENNA
EDIZIONE PRIMA
VOL
V.
^^
FIRENZE
PER
IL
MJ
II
E RI
MOCCCXXTIII.
Col "benigno Sovrano rescritto del d g Gigno iSzSffu conceduta ad Ignazio Moutier
laprivativaper anni otto della stampa del' le Opere volgari di Giovanni Boccaccio .
atv.
i^cixwton
DI
GIOVANNI BOCCACCIO
CORRETTO ED ILLUSTRATO
SSon
^xo
TOM.
F.
i8a8.
0I3D A330II
^^mJiiCdJl
I r. ri
a # ui^
r/FjrTTnAT?^
Tr rnT
OSSERVAZIONI ISTOfUCHE
SOPRA
IL
DECAMERON
DI
GIOVANNI BOCCACCIO
HO KM IO
JLi oyriLj
I.
Un
cavaliere
il
Il re
Alfonso
del
Manni
il
vi-
anno
Sansovano ,
ma
bens
Alfonso XI. il quale sal al trono l* anno 1 3o8 j mosse l'armi contro i Mori } presso iljiume Salato
vinse
il
re di
Granata
e quello di Bellamarina
1
DECAM. T. V.
6
no
3 3 2 istitu
OSSERVAZIONI
,
e quindi verso
r ordine
militare della
.
V anBanda
.
Novella II. Ghino di Tacco Di questo Ghino di Tacco parla Dante al sesto del Purgatorio :
Quivi era
1'
Costui , dice
il
che fu que-
Roma da Bonifazio Vili, papa , and con uomini armati , gli tagli la testa ,
tribuno di
mentre
vi
era giudice.
volo
,
quod
scias
quod
,
iste
Ghinus non
ita iafarais
ut aliqui scribunt
.
quod
Iste
,
Tacchi
magaus
,
membratus
ni,
fortissimus
ut Scaeva laevissimus
.
Fuit de nobl,
Senarum
,
qui, expulsus
viribus
Cotnitum de
S.
Flora
Girolamo Gigli
se,
nese
ci
e valente
il
ISTORICI! E
Ntrifeiltt
dri
re
,
ni. Mitridanes. Nelle vite dei ss. Patomo II, ove si parla di Giovanm Elemosinio
detto di un peregrino,
c/ie
in varie
fomw
vestito ebffo
elemosina
che cercava
vertitone
il
peregrino , e
patriarca sem-
vedendo
il
a ciedere ,
mio
Cristo
che
in iapezie di po>
.
Se il Mattni
creduto che
il
non
ini
par
Novella
all'
Mcsser
Getitile
l/n caso
simile
do del Migliore
1
Amieri gentildonna
sa n' usc fuora
,
primo
La
sepoltura
dove
duomo presso
uile
,
al campanile
la strada
si
per do^*e
nome
e si disse
.
si
Il
OSSERVAZIONI
Alberto Caccianimicl fosse quattro o cinque volte podest di Modena dal 1264 sino al 1270, e die
nel 1273 vi fosse capitano di quel popolo Frenetico
Caccianimico
ma
.
fa
ri-
menzione alcuna
Novella
Tritemio ,
tal
V^.
Madonna Dianora
Il
Manni
nell'
anao 876 un
alla
presenza
un
orto amenissimo
il
con alberi e
fiori
come
il
Ne-
gromante
Manni
riporti
r argomento
Di
questo re Carlo
lib.
il
VII, cap.
conte
XV.
di
delle
sue Istorie
forte
il
quale
mand
Guido
,
Mon-
e giunse in
Firenze
di di pasqua di Risorresso
i
11
anni di Cristo
notte
1267: e sentendo
Migliore
Villani nel
lib.
di Cicilia
questi
nomi
tutti autentica-
mente
verificati
verit al
ri-
Questo re Carlo
IH. papa
di questa famiglia.
ISTORICHE
Novela
ni
lib.
FU.
Jl re Piero.
Giovanni f 'Ulani
ritti
10
Palermo,
e da* Pnlerinitnni fu ricevuto a grand* onore e pnx^eKsioni conio loro signore ec.
fatto re, salvo
a grido di popolo
l'ii
arri vesco-
vo
di
Monreale , come
costumava per li
,
altri re,
per-
ma
roronollo
.
vescovo di Cefui
una picciola
terra di Cicilia
doro Ugurgieri
ta
come d buon poeta sulla testimonianza del Boccaccio f dando a questa novella fede intera
d' istoria
,
IV.
Uh. al titolo
De
Bruto
fuggendo da Modana , sentendo che gli emissarii erano stati mandati da yintonio per ammazzarlo^ rifugiatosi in una caverna , Terenzio a quegli
emissarii
s offerse
,
Da
il
Alan ni
incli-
ni a credere avere
tolta
Novella IX.
cio
Il
Saladino
lib. intitolato
,
il
Il fatto
IO
OSSERVAZIONI
,
succeduto
si
.
cese intitolato
Le parement
des dames
de
la
bi-
bliothque de
verso
vivesse
r anno
o25
.ro.r
^NISCB
LA NONA GIORNATA
DEL DECAMEROi^:
INCOMlNCid
LA DECIMA, E ULTIMA.
Nella quale
ragiona di
sotto
citi
il
reggimento di Panfilo
si
certi
nuvoletti
nell' occi-
solari
li
ferieno,
quando
Panfilo levatosi
le
Donne
,
e'suoi
Compagni
fece chia-
mare
venuti
tutti
si
tutti gli
altri
appresso seguendogli
e molte
e rispondendo
s'
andaron dipor-
tando
cominciando
il
GIORNATA DECIMA
,
al
palagio
fatti
,
si
ritornarono
risciacquare
ombre
andarono sollazzando
dormito,,
come
,
Re
piacque sira-
gunarono
il
e quivi
,
Re
a Neifile
la
rr
. ,
NOVELLA
Un
T.
esser guiderdonato
per che
il
re con esperien"
,
za certissima
gli mostra
non
ma
altamente do-
nandogli poi
Vjrrandissima grnxla
onorabili
Donne
reputar
mi debbo che
,
il
nostro
Re me
,
a tanta cosa
come
,
La quale come
,
il
sole di tutto
namento
chiarezza e
lume
leggiadra
al
mio parere
la
in
qua sono
il
stati nella
no-
stra cittk
fu
un
di quegli
e forse
.
pi da bene
Il
quale essendo e
animo
e de'
,
canumi
di
Toscana
egli,
in quella
dimorando
,
valor dimostrare
po
essere appresso
ad Aufonso re di Spagna,
un temla fama
E assai
onorevolmente in arme
gna
e graziosamente fu
dal re ricevuto
Quivi
a-
'i4
GIORNATA DECIMA
fatti d'
vivendo e in
assai tosto
si
arme maravigliose
alle
cose faccendo,
Ed essendovi
gi
maniere del re
riguardando
gli
tm
poco
discretamente
si
,
come dandole
perciocch a lui
fama sua
ngli
la
e al re do,
mand commiato
una
pi bella
, ,
Il re gliele
(2) concedette
si
e do-
delle miglior
la
cavalcasse e
quale
cammino che
.
fare avea
sto
Appresso que,
commise
Re
che
che miglior
gli
paresse
s'
inge-
che
egli
raccogliesse
che ridire
gli
gliele sa-
pesse
1'
comandasse eh e
cosi assai
,
ac-
lui si fu
accompagnato
Italia
.
dandogli a
la
mula
una cosa
,
essendo vicino
ad ora
di terza
disse
ben
fattot)he
stal-
noi diamo
-fi^j
stalla a
fiffoiri)
'lnm
il
Bocc, ed
mollo bello.
t Gliel,
la
Iia
espressione, che
la
che pienamente
la
rappresenti
NOVFXLA
iti
,
I.
t6
tutte l'altre
fuor che la
,
mula
stallarono (i).
vennero ad un fiume,
,
la
mula
stall nel
:
Il
ti
disse
deh
il
dolente
Dio
ti
bestia
.
che tu
se' fatta
come
signore che a
rcolse
:
me
,
don
11
camminando
tutto
il
di seco
se
la
non
in
somma lode dd
mon,
re
dir ne gli ud
per che
mattina seguente
tati a
cavallo
il
famigliare
gli fece
comandamento
del re
per lo
E
il
avendo gi
aveva detto
rcevelle e
il
re
mula
a\csse
fattolsi
(s) chiamare
con
sua
lieto viso
lui alla
lui
.
mula
Messer Ruggieri
,
gli disse:
,
signor
mio per
ci ve
si
1*
as-
perclx^
si
come
voi donate
dove non
,
con-
viene
si s
dove
cos ella
si
dove
dove non
il
convenia,
Allora disse
,
il
non avervi
donato
come
fatto
ho
a molti
,
li
quali a comparaio
non abbia
Iella
CruK,
eoa etti
lo
il
Meoanon
gio,
il
Scaligoro
la
fanno meoiione
non
,
del pisciare.
,
Tore stal-
perciocch
come
cavalli e
giamrnli giungono
soglion pisciare.
Non
non par
(a)
(3}
i Fattosela
stampa del a 7.
>i
t Non
isiall, te
doe
edii.
. ,
6
gno
GIORNATA DECIMA
d' ogni gran
dono
,
ma
la vostra
fortuna
,
che
io
j
.
la-
sciato
in ci ha peccato
vi
non
che
io dica vero
io
il
mosterr manifestamente
:
signor
mio
,
io
non mi
non aver
perciocch io
del
ma
mia
vir-
nondimeno
,
io
ho
la vostra
onesta
tunque
Menollo adun-
que
il
re in
sala
dove
si
come
egli
da-
due gran
forzieri
serrati
e In presenzia di molti
iieir
gli disse:
messer Ruggieri,
,
uno
'1
di questi forzieri la
mia corona
la
,
verga
reale e
gli
,
pomo
ferm-
ho
L' altro
pieno di terra
prendete adunque
si sia
1'
uno ; e quello
vostro
tuna
al re
Messer Ruggieri
prese
1'
uno
il
quale
re
comand che
fosse
Laonde
na
il
re ridendo disse:
Ruggieri
;
ma
certo
m'opponga
alle
sue forze
Io so
non
vi voglio
,
qua donare n
la
citt
ma
quel forziere
lei
che
fortuna vi
,
quello in dispetto di
Ecco un
nitro
(1) "f
esempio
dell'ellissi di
altri.
Pomo
'
NOVEIXA
con
la
I.
17
meritamente
Mer
er Ruggieri presolo
al
si
so
ne
ritorn in Toscana
NOVELLA
II.
Ghino di Tacco pigia V abate di Clign (^t") e medicalo del male dello stomaco e poi il lascia.
Jl anale tornato in corte di
cilia
Homa,
lui ricon-
spedale (a)
stata la
quando
il
re
al
Don-
ne
1'
un
re magnifico
l'
avere la sua
non
si
pu
non
sia.
Ma
avesse,
(1)
(3)
Clign), Giugni.
t
la
,t
rlie lloi^
git
cotte e
o>te
|H-r
meUfon
,
usalo qui
i
lai
Boccaccio in ve>
i'
ce
<li
perch alloggia
di
|>ovcri
. Coa
Alunno.
emeotl* "
(3^ A.
inimicato, e
aenu
tale
sivae
il
t8
certo
GIORNATA DECIMA
non
altro se
re fosse virt e
conci
sia cosa
che
essi
quantundelle
cherici
predichino e
quantunque
la
remission
gli
delle offese
altri
La qual
nella
cosa
cio
come un
Ghino
berie
mia seguente
Tacco per
assai
la
,
le
sue ru-
uomo
famoso
nimico
Fiore
la chiesa di
Roma
e in
quel dimorando
chiun([ne
a'
per
le
rubar faceva
suoi
masnadieri.
ottavo in Ro,
ma
venne a corte
il
quale
si
crede essere
un
mondo ^
bagni di Siena
e guerirebbe
il
la
papa
con gran
pompa
entr in
te-
some e
di
di cavalli e di famiglia
cammino. Ghino
se le reti e
te
,
Tacco sentendo
la
sua venuta,
1'
senza perderne
un
sol ragazzetto,
aba-
con
uno
strct-
(i) Avverti
die
lice pi.
ciocch
(lice il Riisr.,
si
niun
rome
se
non pienamente
prima giornata
onorato e glorioso
(a)
DI questo Abate
fa
menzione
nella
nella aoTella di
Bergamino.
, ,
NOVELLA
.
IL
,
19
un de'
allo
gli
to
luogo rnccliiuse
,
questo
fatto
uoi,
il
pi
,
saccente
abate
al
amorevolmente
diasecbc
no al
Il
tutto furioso
,
rispose
che
egli
non ne voleva
niente
si
come
Ghino
1'
ma che egU
gli vie*
andar
Al quale
messere
,
disse
dove
dalla
,
forza di
Dio
in fuori
di niente ci
si
dove
le
scomunicazioni e
i
g' interdetti
sono scomuni-
cati tutti
com-
piacere a
Ghino
,
di questo
il
Era
gi
mentre queste
parole erano
tutto
per che
forte
t
1'
disdegnoso
il
;
con
castello
e smonin
messo
una
assai
uomo
secondo
la
i
bene adagiato, e
arnese messo ia
,
questo fatto
,
se
n'and Gliiuo
all'
abate e dissegli
,
messere
Ghino
vi piac-
vi
ne
L' abnle
,
gi
{tosta
gli signiiic
,
udito questo
si
parli
e pensossi di
volerlo guerire
senza bagno
re
non torn a
lui In-
'20
GIORNATA DECIMA
gli
bianchissima
un
medesimo
messere
quando Ghino
maco
esser miglior
egli vi far
il
della
cominciamento,
,
che mag-
con isdegno
il
facesse, si
mangi
il
pane e bevve
la ver-
domand
assai
seguente di
con
altrettanto
il
pane
con
al-
trettanta
vernaccia: e cosi
s'
che
egli
accorse
1'
aveva e lasciate
per
la
il
domand da
.
parte di
Ghino come
l'
Al quale
altro
abate rispose
me
^
parrebbe
star
bene se
niun
mani
e appresso questo
,
ben
m' hanno
Ghino adunque
e alla sua famiglia
e fatto apparecchia-
re
un gran
convito
al
si
dice a posta, a
btlla pa-
tta,
a Lello studio.
, ,
fttclli)
a lui se n*
,
and
o per
la lunttiun
seguente e dMCgli
,
messere
poich voi
}
ben
la
vi scutitc
tempo A
,
man
;
presolo
nella
n
il
lasciatolo, a far
che
quhnto
loro
,
ricre
e (junl fosse
la
Ma
1*
ora del
mangiar venuta
te e di
1'
abatee
di
ordinatamen-
buone vivande e
buoni
all'
vini serviti
furonoy
.
senza lasciarsi
Ghino ancora
abate conoscere
Mi
sala tutti
li
suoi aniesi
tutti
come
star gli
.
pareva
l'
cui
abate
stomaco ben
guerito
mani
la
di
Ghiuo Men
.
allora
Ghino
l'
dove erano
fattolo
tutti
i
donde
l'
egli
poteva
,
disse
messer
abate
voi
uomo
e cacciato di
la
sua nodi
e
,
non malvagit
il
animo
condotto
Ghino
Tacco
quale io sono
stra-
de (i) e uimico
(l)
della corte di
Roma; ma
magjjot noliill
perciocch
ruUJi
d aetbtr la
tor
(Ielle slraJt*.
tU^eaJa
fliiuO
ftcAM.
T. Y.
aa
voi
GIORNATA DECIMA
,
, ,
mi parete valente signore avendovi io dello stomaco guerito come io ho non intendo di trattarvi come un altro farei a cui quando nelle mie mani fosse come voi siete quella parte delle sue cose mi farei che mi paresse ma io intendo che voi a me il mio bisogno considerato quella parte delle vostre cose
, ,
,
facciate
te
e perci e la
,
parte e
il
tutto
come
l'
vi piace
prendete
e da questa
-vostro
,
ora innanzi
sia e
1'
Maravigliossi
ser parole
si
abate che in
un rubator
molto
di strada fos,
libere; e piacendogli
subitamente
la sua ira e lo
tatisi
,
sdegno caduti
anzi in benlvolenza
,
mu-
col cuore
,
amico
;
di
Ghino divenuto
Dio che
fatto
il
corse ad
abbracciar
dicendo
io giuro a
per dover
io
guadagnpT
1'
uomo
come omai
giudico che tu
giore
ingiuria
mag-
m'
che tu
s
Maladetta
ti
sia la
.
fortuna
la
quale a
questo
,
danuevole mestier
costrigne
E
,
appresso
fatto delle
,
tune prendere
lasciategli tutte
altre
Roma
se
ne torn
Aveva
il
papa
saputa
la
veggendolo
pr
, .
il
Al quale
io
abate sorridendo
,
ri-
spose
sauto padre
trovai pi -vicino
le traversie a
rubare
le
passeggieri,
della
Anversa
(g, a. n.
8)
che
sa
lu
sosleiieie
ingiuiie
NOVELLA
gni
in'
,
IL
a3
un
valente mctlico,
;
il
ha (i)
1'
e cuiugli
il
modo ;
il
di
che
il
papa
,
rM?
Al quale
fico
abnle M'guitando
suo parlare
grafia.
,
da magnipapa, cre-
Il
dendo
lihrranientc oiTerse
:
di far ci che
domandasse
san-
to
io intendo di
domandarvi che
di
Ghino
egli
Tacco mio
medico
molto
,
perciocch tra
io accontai
il
gli altri
uomini valorosi e da
,
che
;
(a) mai
quale
il
p'.r
certo
un
se
de' pi
e quel male
egli fa io
,
reputo molto
:
maggior peccato
della fortuna
che suo
,
la
qual
donde
,
egli
possa
secondo lo
stato
suo vivere
mutate
io
non dubito
punto che
che a
in
poco di
Il
^mpo
me
ne pare.
si
come
uomi-
animo
se
da tanto fosse
come
(l)
Jcllo
In
QumU
lieta
(li
guatreilel male
medica
metodo pi giadiiioau
di
{r un
tal
male
Mart.
(a)
che
ai
pu credere,
note.
In
att. tigni/i
Lai. invenire.
Che
io ac-
mi occontai).
ioteipunsione
(la
Sccuiiilo ijuetta
quale
ai
UoTa in
il
tutte
le
con viene
a cadere sopra
,
grrundiu</<Tn-
dogli;
ma non aTcndo
il
un
altro luogo ai
gerundio coai
youa
voi
che quanto
,
dire:
e;
24
diceva
,
GIORNATA DECIMA
e che egli
11
Venclie
ne adunque Ghino
cque
egli
,
(l), come
allo
abate pia^
a corte
il
gli
don una
gran prioria di quelle dello spedale, di quello avendol fatto far cavaliere
.
La quale
egli
amico e
,
servi-
tenne
mentre
visse
NOVELLA
IIL
dando per ucciderlo , senza conoscerlo capita a lui } e da lui stesso informato del modo , il truova in un boschetto , come ordinato avea
le
,
:
il
qua-
riconoscendolo
.
si
vergogna
e suo
amico
diviene
Oimil
udito
,
tutti
avere
cio che
un
;
te avesse operata
ma
riposandosene gi
il
ragionare
delle Donne
se
.
comand il Re a
Il
Nobili
,
Donne
grande fu
e forse
di Cli'
vi parr
giammai quella
dell'
abate
mg
forse
udire che
uno
il
te a dargliele si
disponesse
e fatto
1'
avrebbe, se colui
(1)
Fidalo:
NOVELLA
prender
leiia
1'
UI.
io in uiia
25
mia novel-
avesse voluto
si
come
intendo di dimostrarvi
si
pu dare
alle
(
in
Genovesi e
stati
d* altri
uomini che
contrade
sono ) che
di
nelle
taio
fu gi
un uomo
,
Icgnaggio nobile
e ricco
.
senza comparazione
(piale
per
Il
per
la
Levante in
e avendo
V animo grande e
liberale e disi,
quivi
avendo
fare
tempo
un
che
,
mai
uomini ricevere
fece
ottimamente fornire.
E avendo
festa
.
gran-
chiun-
ricevere e onorare
,
in
che
gih
Levante
ma
quasi tutto
il
Ponente
conoscea.
d'anni pieno,
,
avven-
ne che
la
ne chiamato Mitridanes
lontano
.
di paese
m)n guari
al
suo
Il
,
meno
ricco che
Nain-
tan fosse
vidioso
,
6<}C0
(i) "t
Coli l'eJU.
i
(lei
gc avendo ricetto e
26
annullare
simile
a quello di
cortesie
Natan
cominci a fare
le
pi smisurate
e sanza
.
divenne famoso
il
dimorando
lagio, una
ti
domand
limosina ed ebbela: e
,
ancora
l'
eb:
be
la
duodecima
:
disse Mitridanes
buona
femmina, tu
e
nondimeno
ie fece
limosina
La
vecchierella, udita
sae'
tu
maravigliosa
palagio
,
che ha
il
suo
li-
si
come questo
lui
,
entrata e domandatagli
mosina
mai da
,
che
ebbi
non
se
fui
sempre
tredici
,
1'
e qui
non per
.
e riconosciuta e proverbiata
,
stata
ti
.
cos
dicendo
,
senza pi ritornarvi
si
Mitridanes
come
fama
,
di
mento
in rabbiosa ira
me quando
!
aggiugner io
,
trapassi
gli
non che io il come io cerco, quando nelle piccolissime io non posso avvicinare ? Veramente io mi fatico invano ,
gran cose di Natan
;
la
,
qual cosa
poscia che la
mie mani.
(i)
Porte.
NOVELLA
levatosi
,
111.
7
dopo
a'
il
senzA comunicare
il
terzo
F.
compagni
Ini
di conoscerlo
e che di stanza
}
,
si
procacciassero in-
e solo rimaso
al
il
cui egli
sapesse
fi-
insognar
gli
in questa contrada
,
che meglio di
,
me cotesto
piaccia
gli
,
ti
sappia mostrare
li
e perci
quando
ti
io vi
mener
Il
ma
egli
esser
veduto n conosciuto
,
Al qual Natan
piace
.
poich
ti
mise
in-
un
il
g'
impose che
mente con
tulli
Ma
camera
al
se
non que-
che egli
sommamencompaancora che in
te
faccendolo onorare
.
gnia
reverenzia
el fosse
.
come padre
1'
avesse,
pur
;
lo
domand chi
io
sono un picciol
servidor d Natan,
GIORNATA DECIMA
invecchiato
trasse:
si
,
mi sono vegghi mi
lui
,
n mai ad
altro
che tu mi
per che,
,
come che
ogni akro
uomo
io
moko
di kii
lodi
io
me
effet-
Il
cortesemente
domand
portasse
,
per quindi
il
offerendo
si
il
suo consiglio e
.
il
potesse
;
Mitridanes (i)
e ultimamente di-
consiglio e
aiuto
mos-
Natan udendo
con
il
ragio-
nare e
si
il
fiero
,
proponimento
,
di Mitridanes, in s tutto
,
cambi
fu
si
ma
forte
,
animo
Mitridanes
nobile uo-
mo
re
,
alta
impresa avendo
,
fatta
come
hai
fossero assai,
mondo, che
buon
diverrebbe
Il
dubbio
glio
sar occulto
al
quale questo.
vi-
Tu
forse
un mezzo miglio
cin di qui
un
boschetto
nel quale
trovarlo e farne
il
tuo
(i)
t Allora Mitridanes,
la
NOVFXLA
impedimento
III.
,
->
%^
non per
,
qadU tU
donde tu qui
sinistra uscir
ma
per quella
,
che tu vedi a
j
n' andrai
perciocch
,
fincora
che un |H)C0
,
piil ealvotica
(i)
sia
ella piCi
,
ricevuta la informazione
tito
,
cautamente
a'
suoi
compagni
che similmente
il
l
il
dovessero
Ma, poich
il
nuovo
d fu venuto, Natan,
al consiglio
,
dato a Mitrdanes
solo se n'
and
al
suo arco e
la
sua spada
,
che
al
altra
e montato a cavallo
n'
and
boschetto
e di lonta-
no vide Natin
quello
:
tutto soletto
,
e diliberato
di volerlo
corse
ver
,
lui
e presolo
:
per
la
benda
se'
la
disse
vegliar-
do (a), tu
Natan
,
se
non
,
dunque
l'
ho
io meritato. Mitrdanes,
,
udita la voce
subitamente
1'
ri-
conobbe
che benignamente
avea rice-
gli
.
cadde
il
furore
egli
,
e la
sua
ira si converti in
,
vergogna
Laonde
gittata
via la spada
la qiial gii
,
da cavai dismonUto
e disse
:
piagnendo corse
,
pi di
Natan
,
manifestamente conosco
lingua,
carissimo padre
la
(i)
la
quantuaque
aia
toc fati*
da selva.
(a)
Feginrdo^ co
il
Rute.
ai di
dice
e moli
dice vecchiaecio.
3o
GIORNATA DECIMA
venu,
darmi
il
niu-
na ragione avendo
stra'mi (i);
io stesso
gli
,
a voi
medesimo
disideroso
mo-
ma
li
quali misera
invidia
to stato siete a
compiacermi
tanto pi
mi cognosco
mo
errore
prendete adun-
que
di
me quella
.
mio peccato
gli disse
figliuol
mio
re
alla tua
la vogli
chiama-
o malvagia o altrimenti
,
non bisogna
di
domandar
la
.
n di dar perdono
guivi
,
se-
ma
di
Vivi
al-
adunque
tro
me
il
sicuro
uom
all'
vive,
quale
te
do
altezza dello
,
animo tuo
1
il
quale non ad
,
am-
massar denari
gli
come
se'
miseri fanno
.
ma
ad ispender
ammassati
dato
ti
me
re
ne maravigli
sommi imperadori
altra arte,
grandissimi
che d'uccidere,
,
come
tu volevi fare
citt
,
ma
,
infiniti
li
.
e per conseguente la
farti
fama loro
Per che
,
per
pi
famoso
me
non
raiaravi.
gliosa cosa
n nuova facevi
.
ma
molto usata
Mitri-
(a)
Mostraimi
DD.
lesser
llrove in simili
modi e tempi
de' verbi.
A mi
Oostrai, R. mostraimi
NOVELLA m.
dancs non iscnsando
il
U
ma com,
mendando
1'
ad esso
ragionando pervenne
modo maravigliarsi
disse; Milri-
come
dargli
a ciA
si
fosse (
modo
,
e consiglio
Al quale Natan
dancs
io
mia disposizione
nel
maravigli
perciocch
poich io
mio
mede
niun fu
che mai
mia
capitasse,
lui
:
che
fu
io noi contentassi a
mio potere
vago
,
di ci
che da
mi
domandato
,
Venistivi tu
della
mia
vita
per che
scntendolati
domandare
ac-
ciocch tu non
fossi solo
diman-
da di qui
si
partisse,
1'
e acciocch tu
credetti
la tua;
avessi
ti
quel consiglio
ti
diedi che io
che buon
fosse
ti
ad aver
la
e perci ancora
la
s'
ella
ti
piace, che tu
cia
:
prenda e
io la
medesimo ne
soddisfac.
io
non so come
mi
Io
r ho adoperata
e so che , seguendo
come
che
io
gli altri
uomini fanno e gc
ornai piccol
neralmente tutte
le cose, ella
mi pu
tem-
po
io
quella donare,
ti
come
ho sempre
e spesi
che
ella
mi
sia
o otto che
adunque, se
(i]
e SclTat.
albitrio. Mannelli
(a)
eJilori drl
^7 e qne'del 7S:
e Salviati.
, ,
34
ella
t'
GIORNATA DECIMA
aggrada
ci
,
io te
ne priego
perciocch ,
mentr
vivuto
1'
sono
abbia
n so quando trovar
me
.
ne possa veruno, se
se
pure avvenis-
anzi
.
che
ella
divenga pi vile
,
prendila
,
io te
:
ne priego
Mitridanes
vergognandosi forte
,
disse
tolga Iddio
,
che
come
la
la vostra vita
,
non che
io
da voi dividendola
prenda
:
ma pur
la disideri, co-
me poco
miei (i).
avanti faceva
,
alla
ma
,
io
1'
cui prestamente
Natan
disse: e, se tu
puoi
Yuo'nele tu aggiugnere
e farai a
me
fare verso di te
,
cio delle
?
che mai
dell' altrui
.
non
,
pigliai
S,
Adunque
disse
,
Natan,
Tu rimarrai giovane come tu se', qui nella mia casa e avrai nome Natan, e io me n'ancome io ti
dir
.
dr nella tua e farommi sempre chiamar Mitridanes. Allora Mitridanes rispose: se io sapessi cos bene operare co-
me voi sapete e
mi
diminuimento
fama di Natan
che in
,
non intendo
non
so accon-
me
ciare
noi prender
Questi
ragionamenti
tan piacque
,
stati tra
insieme verso
palagio se ne tornarono
(i)
t Ve' mei,
se io potessi;
il
lesto Jel
27.
NOVELLA
e
lui
in.
'"
3S
con ogn i
grande proponimento
ben
fatto conoscere
,
avanzare
il
licenzi
NOVELLA
Messer Gentil de* Carisendi
trae della sepoltura
IV.
venuto
da Modona,
lui
,
U figliuolo
restituisce
/et
a Niccoluccio Cacciar
.
nimico marito di
(i)
M,
iprio
Mn
,
ne fu
il
Re
(i)
t Qursto argomento
il
noa
s
noTclla narra
i*i
danno
e
si fa
alle
persone
nomi,
si
coM
avvenuta a Napoli,
abiti stearf
intenrenire
convito anche
la
donna,
vestita degli
(a) "t
Sono
questo grande
ai
scrit-
modo
in eUl
pronome
tfuella
e questa
l'autor
ni-l
|en-
ero,
ad essa
egli riferisce
il
detto
pronome.
.
:
"^
>
34
GIORNATA DECIMA
ella dicesse
, :
per in
Giovani
racconnoi,
Donne magnifiche cose e belle sono state le tate j n mi pare che alcuna cosa lestata sia a
abbiamo a
dire
,
che
per
la
mo
son tutte
contate occupate
amore
gi
non
per
mettessimo
mano
ci
dee prininna-
cipalmente indiicere
morato
fatta
mi piace
,
La quale
ogni
cosa considerata
non
che alcuna
ri si
delle mostrate
,
teso-
donino
le inimicizie si
,
dimentichino
e pongasi
,
la propria vita
1'
onore e
la
fama
eh' molto pi
in mille pericoli
per potere
la cosa
amata possedere
citt di
Fu
bardia
adunque
in
Bologna nobilissima
Lom-
un
ragguardevole
til
il
Carisendi.
Il
mata madonna Catalina (1), moglie d'un Niccoluccio Caccianimico s'innamorj e perch male dello
,
amor
della
donna era
,
quasi disperatosene
podest
chiamato di Modona
v'
essen-
dosi
andata a stare
avven-
ne che subitamente un
il
spense ogni
(l)
Catalinu
, alla
]>olognese,
Cutarina o Celerina,
NOVELLA
segno di
ta
IV.
35
congiunte paessere ancora
la
,
vitA,
giudicata fu
e perciocch le sue
pii!i
da
lei
non
di tanto
tempo gravida
,
creatura
iu
uno avello
una chiesa
.
ivi
vicina
to la seppellirono
suo amico fu
Ci
,
significata a
11
si
dolse molto
ecco
ma-
donna Catalina,
mentre che
vivesti
mai un
non
potei
per che
non
ti
morta come tu
,
se'
alcun bascio
,
ti
tolga
tjuesto detto
ristare colh
la
era la
donna
e aperta
,
sepoltura
in quella di,
ligentemente entr
viso a quello della
te
il
suo
donna accost e pi
il
con mol>
noi reg-
lagrime piagnendo
1'
basci.
Ma
si
come
giamo
tento,
ma sempre
non
io
istarvi
te quello degli
amanti
,
di pi
disse
le tocco io la
polche
son qui
un poco
mai pi
le
petto
f
.
io
non
debbo
inai pi toccare n
la toccai
Vinto adunque
,
da questo appetito
sa (i) battere
mise
,
la
gli
mano
Il
in seno
e per al-
cuore a costei
quale
poich ogni
(l)
Notisi
36
do, trov
GIORNATA DECIMA
s,
quantun-
quanto pi pot
del
,
monimento
la trasse
se-
Bologna
Era
la qual,
udita
da pletk miossa
La
,
quale
come
:
rivenne
,
un gran
cui la va-
sospiro
lente
e disse
oim
donna
buon
,
luogo.
Costei in s tornata
e dintorno guardandosi
ella fosse
,
non be-
ne conoscendo dove
messer Gentile
,
e veggendosi davanti
piena di maraviglia la
ella
madre
di
lui
preg per
quello amore
tesia di lui
il
quale egli
1'
non
ricevesse cosa
,
che
fosse
il
come
na
madontempi
chente che
,
il
mio
desiderio
si sia
stato ne'
passati
zi (
io
non intendo
al presente,
jnorte a vita
mi v' ha
l'
amo-
li)
1:
La slampa
del
27 ha
la
cos la
donna
gitt:
ma
essendovi prima
la quale, questo
nome
donna
\i tiiluoda.
NOVELLA
n altrove mi non come cara
beueficio
,
IV.
3;
ma
,
questo mio
merita alcuu
guiderdone, e perci
te
una
i;raa la ({ualc io vi
domander
AI quale
la
,
donna benignamente
solo che ella potesse e onesta fosse . Messer Gentile allora disse
:
madonna
<>
la (|uale
madre
percioccittadial
sarh tosto.
,
la
ch
im caro
vostro marito
La donna conoscendosi
oh*
bligata e che la
domanda
era onesta,
quantunque m^li
suoi parenti,
domandava;
promise
ap^)ena erano
il
sua risposta
iinite,
che
ella senti
tempo
stan-
madre
non molto
in molti
doppi moltiplic
la letizia di
e di
lei
le cose
opportime
se
se
tutte vi fossero
(i)
Non
molto tanle;
PECAM, T. V,
3^
ne torn
.
GIORNATA DECIMA
Quivi fornito
11
tempo
,
e a
di molti e gentili
uomi-
ni di Bologna, tra'quali
fu Niccoluccio Gaecianimico,
un grande e bel
tato e
avendo similmente
,
la
donna
figlioi
ritrovata pi bella e
letto star forestieri
il
suo
bene
suoi
de magnificamente
sua
fi^ne il
servire.
,
Ed
mangiare
avendo
egli
,
prima
e
alla
lei
donna
con
ordinato
modo che
dovesse tenere
cos
cominci a parlare:
signori, io
sia essere,
mi
secondo
mio
giudicio,
onorare
il
suo amico
moglie o amica o
egli
o che che
si sia
) la
quale
ha pi cara
questo
affermando che, se
mostra
,
come
il
gli
molto pi volentieri
io intendo di
mosterria
cuor suo.
.
La quale
Voi
to
la
, ,
la vostra
il
mio convideb-
mostrandovi
o che
io
abbia nel
mondo
Ma prima
che
sentite d'
un dubbio
il
tV altra
lena,
ma
i parlanilo oggi
(2)
dice.
quello che
il
La
vostra
merc
parlar
comune
d'oj^gi dice
per
f Che mi diciate,
la
NOVELLA IV.
quale io
y\
39
,
movere
la <[uale
il
ha
le
il
in casu
uu suo buono
:
fcHleIiaiuto servidore
qua*
inferma gravemenlo
Cini:
questo cotale
il
scn/.a allenJei'e
fa
portare nel
mezzo
della
uno
strano, e me-
con ispe&i
,
il
teaendulsi e usando
a
,
suoi
senigi
il
suo signore
si
pu
se, egli
roddomandando,
I gentili
uomini
fra s avuti
varil ragionamenti, e
tutti in
do
a Niccoluccio Caccianimico
perciocch bello e
la risposta
.
Costui,
,
commendata primieramente
s con
il
1'
usanza di Persia
disse
,
gli altri
ch
vidore, poich in
fatto
donato,
ma
gittato
Tavea
e che, per
lui
li
il
beocGcii del
servidore di,
venuto
perch tenendolo
al
v'
niuua noia
.
niuna forza
altri tutti
primiero
Gli
che
tutti
erano ( che
insieme dissero (2) s tener (3) quello che da Niccoluco era slato risposto (4)
.
11
cavaliere conlcato
(1)
buona equit
hi ditsoa
tutti
,
insieme
la
Olio
igKuuIe
Jii
margino
Jll' ilri
lutoo
tlel
Maualli
|NiroU
Jisson
|3)
altra iiiauo.
Si
tener
yn
credere
el
twttr
per Jenna
niollo
ileila
Duatn
t L'aulure
a^iuote
il
mtImiuu Ual-
>
,. ,
4o
d
tal risposta
,
GIORNATA DECIMA
e che Niccoluccio
1'
avesse fatta
,
af-
ferm
disse:
ri
.
e appresso
tempo
ornai
che io secondo
la
mand alla
donna,
egregiamente avea
fatta vestire e
gentili
uomini
il
La
qual
preso in braccio
figliolin
suo bellissimo
,
come
al cavalier
piacque
appresso ad
:
un valente uo,
mo
si
signori
questa
quella cosa
che
.
io
ho
pi.
che alcun'
bia ragione
altra
.
Guardate
I gentili
,
datala molto
veva avere
la
cominciarono
riguardare
e assai ve
,
se lei
Ma sopra
tutti la riguar-
dava Niccoluccio
il
Il
quale
cavaliere,
,
come
la fosse
la
domand
se Bolo-
gne-fe fosse
La donna
sentendosi al suo
jnarito
domandare
,
con
l'
fatica di risponder si
.
tenne
ma pur
to
elle
per servare
il
Alcun
contiene
costume di Persia e
trova in
Onoratola: A. R.
'1
MS. onoratala.
il
Altre volte
al
il
Boccaccio
genere mascolino
ccntigue onorato e
j Onoratola
lati
:
commendata commendatala
l'ediz. del
Rolli.
leggono anclie
il
Manm
Xi
Depij
il
Salviati e
il
Ciocarelli onoratala e
commendatala
(a)
i Postole,
27.
, ,
NOVELLA
Uro
la
IV.
figlioletto
,
4i
e alcuno
domand
ae
maniera
sua parente
Ma soprav,
disse
messere
i
ma
ella
ne
par mutola
tile
,
ella cosi
vSignori
disse
messcr Gen-
il
non avere
dcll.n
non piccolo
,
argomento
t colui
,
sua virt
segui-
cavaliere
questo far io
volentieri
io dica
,
sol
tanto che io
non ho
la
mia novella
finita
Al quale
mcsser Gentile
,
allato alla
donna sedendo
dis-
signori
dimanda
la
quale
e cos
come
,
vile e pi
non
nel
mezzo
da
me
fu
ricolta
la tras-
colla
mia
:
sollicitudinc e opera
delle
mani
si alla
morte
,
e Iddio alla
dando
1'
di
.
me
ha
fatta
Ma
.
diate
come
questo avvenuto
mi
sia
brievemente vel
lei
far chiaro
E cominciatosi
e poi soggiun-
per
le quali cose
,
se
da poco in qua
e Niccoluccio spezialmente
,
(juesia
titolo
me la
tutti
puraddomandare.
degU
A questo
che
v'
re
Niccoluccio
altri
erano e la donna
,
4i
GIORNATA DECIMA
.
di compassion lagrimavano
Ma
,
messer Gentile
il
le*
picciol fan-
ciullino e la
donna per
:
la
,
mano
i
coluccio
disse
leva su
,
compare
io
non
ti
rendo
la
quale
rono via
ma
te
io
li
mia
il
e nomina'lo Gentile
nella
e priegoti che
,
mia casa
non
ti
sia
men
fosse
ella
cara ^ che io
che forse
gi di lei
,
mio amore
,
si
come
stato
cagion della
la
sua salute
che
madre o con
teco pi one-
che
.
ella
appresso di mia
,
madre
ha
fatto nella
mia
:
casa
questo detto
si
rivolse alla
donna e
tami
disse
madonna,
,
io v' assolvo
rimessa la donna e
luccio
,
si
torn a sedere
Niccoluccio dlsiderosamente
ricevette la sua
donna
pi
lieto
quanpot e
come meglio
che
gli altri,
il
tutti di
com-
commendaron molto, passion lagrimavano, di questo e commendato fu da chiunque l'ud. La donna con maravigliosa festa fu in casa sua ricevuta, e, quasi risuscitata,
s^
e messer Gentile
sempre amico
visse di
Niccoluccio
Che adunque
qui, benigne
Donna, direte?
[i]
"i
La
tua,
il
lesto
ilei
27.
NOVKIJA
nato un re lo scettro e
la
IV.
,
43
uno aba te senza
al
corona
papa
o
ni-
la
sua gola
al
coltello del
fatto di
da agguagliare
al
messer
Gentile
ipialc
giovane e ardente,
la
e giusto titolo
va gittato via ed
ricolto
,
egli
per
la
non
solo
temper onestamente
suo
con
fuoco,
tutto
,
ma
il
avendolo
re-
mi
NOVELLA
V.
messer Ansaldo
un giardino di gennaio bello come di maggio Messer Ansaldo con V obbligarsi ad uno nigromante gliele d Il marito le concede che ella
.
faccia
il
piacere di messer
Ansaldo ,
,
il
quale
l*
assolve della
promessa
il
,
Ansaldo
(3)
Jtr
er ciascuno della
lieta
ser Gentile
con
somme
(1) {) (3]
un vecchio,
le rdig. del
97.
argomenlo
<li
il
Boccaccio trattalo
la
VrggHsi nrl
liliro
quartnque*
lune, dove
Mcoedon
lurdcsinio aftniiuiu-
44
quando
il
GIORNATA DECIMA
Re impose ad Emilia
:
dir messer
ma
il
voler
fia
si
possa
il
il
una
mia
novelletta di raccontarvi
,
In Frioli
belle
paese
,
quantunque freddo
lieto di
,
montagne
una
terra
chiamata Udine
nella quale fu gi
una
,
bella e nobile
donna
uomo nominato
aria
.
Gilberto
buona
d' essere
,
amata sommamente da
un
il
quale aveva
nome mes,
sere
Ansaldo Gradense
uomo
,
quale
per lui
si
e a ci spessi
invano
fatica-
va
Ed essendo
,
alla
donna gravi
,
le
soUicitazioni del
ella
cavaliere
e veggendo che
per negare
d'
ogni cosa
solli-
da
lui
amarla n di
to, ed osservisi
un
abile 'precettore
quale
si
desse
le
il
suoi
alunni, intorno
al
modo
di limare e rendere
pi perfetti
propri
compo-
nimenti
(i)
A. emend
.
ma
in voler, ed io leggerei
costruzione
Rolli.
(2)
U allo
grado.
NOVELLA V.
citarla si ilraaneva
45
al
(1)
uo giu-
dicio impossibil
da dosso
spesse volle
domanda si pens di volerlosi torre ad una femmina che a lei da parte di lui veniva disse un di (2) cosi bnona fem, , :
mina
Ansaldo sopra
doni
si
m' ama
,
e maraviglio
ni' hai
li
rimangano a
lui
mar
n a compiacergli mi recherei
e se io potessi
d,
esser certa
che
egli cotanto
m'amasse quanto tu
senza fallo io
mi
:
recherei ad
amar
lui e a
far quello
che
egli volesse
e perci
domander
mandamenti
quello
,
presta
,
Disse la buona
femmina che
:
madonna
la
el faccia ?
.
Rispose
donna
Io
di gennaio
che viene
appresso di
questa terra
un giardino pieno
non altrimenti
che se
(i)
ptrticella
non qui, o ne
il
iinanii a cC
amarla afriano
reao pi chiaro
e meli tluro
(a)
periodo. Rolli.
li
un Jt ha indi
di
hanno rilenula
ti,
Livorno e que'
Milano).
Ma
*i
Depula
m<^
do credettero bene
perch ia
un
le
(Ti,
ti
loro parole)
vada dietro e
gli corrisponda
ti
e qui
sia
Soggiuiiaero
potrebbe in qualche
modo
difendete
e aoatenere anche coti fatta lesione con preiupporre che qurtlo indi
una nuo%'a
e al suo giudioimpouibil
.
domanda
(3)
si
6
di
GIORNATA DECIMA
fosse
,
maggio
altri
il
n te
se pi
al
mi mamio
,
rito
a'
cosi
dolen-
domene
donna
di levarlomi daddosso
m'
ingegnerel II
cavaliere
,
udita la
domanda
dover fare
paresse
e conoscesse per
,
niun' altra
se
donna addomandato
,
non per
tentare
quantunque
fare se
e in pi parti
per lo
se in ci
:
alcun
si
tro-
e vennegli
,
uno
mani
quale
dove ben
salariato fosse
per arte
lieto aspett
1
il
tempo
postogli
Il
qual venudi
essendo
neve e di ghiaccio
il
valente
uomo
in
un
s
bellissimo
,
la notte
quale
,
il
apparve
vedevan (i)
testi-
moniavano
cun
un
mai per
al-
fosse stato
veduto
frutti d'
ogni maniera
quale
,
do
lietissimo
ebbe veduto
fatto
de' pi
quegli occul-
tamente
vedere
(i)
f presentare alla
sua donna
e lei invitare a
,
il
giardino da
lei
addomandato
.
acciocch per
Vedevano .G. di' el
C/ie'Z vendevan
.
A. che^lvidono
.
JK.clC el
vdono
MS.
chffl
vede,<ano
MetavigliomL come
DD.
conseivasser
Vtndevano
Rolli
NOVELLA
(juel potesse lui
V.
,
47
e ricordarsi della
amarla conoscere
donna
i
come La donna ^^
veduti,
fiori e* frutti,
iucominciiV a pentcre
il
Ma
con
tutto
,
pentimento
ti
come vaga
ne dulia
di veder cose
nuove
citt
and
il
giardino a vedere
,
e non senza
altra
pi
,
clic
fem-
se
n torn
a quel pensando m
il
apparendo,
il
marito di
lei
se n'accorgesse,.
lei di
il
La
tai'(]ue
mollo
ultimamente
.
Gilber-
to primieramente ci
siderata la
udendo m turb
con miglior
consiglio
ira
dis^e:
donna
d' ascoltare
fatte
la
sua
Le
parole per
gli
prima ad ascol-
ma
perciocch io conosco
rli
animo tuo
quello
,
per solv(
la
promessa
ti
tro
gromante (i)
al
se tu
il
(ij
Da
ai vetie
il
'4^
beffassi, far ci
GIORNATA DECIMA
farebbe dolenti
.
Voglio
io
che tu
Itti
vada e ,
se
per
modo
,
potesse
gli
per questa
volta
il
ma non
marito
. ,
1'
animo
concedi.
La dondonna
,
na
udendo
da
zia voler
lui
,
Gilberto
quantunque
fosse.
la
il
negasse molto
ta la
Per che
,
venu-
seguente mattina
,
in su
1'
aurora
senza troppo
ornarsi
meriera appresso
saldo
ta
,
.
n'
and
la
la
Il
quale udendo
,
si
maravigli forte
gli disse
:
e levatosi e fatto
te chiamare,
io voglio
m' ha
fatto acquistare
incon-
e in
una
,
belfatto
se n'entrar lutti j e
,
disse
madonna
io vi priego
se
il
lungo amore
aprirmi
la vera cagio-
ne che qui
cotal
le
v'
ha
fatta venire
;
con
compagnia
La donna vergognosa
occhi rispose
:
e quasi con
,
lagrime sopra
io vi porti
gli
messere
n amor
,
che
il
ma
che
comandamento
mio marito
il
quale
avuto pi
,
amore
',
mi
ci
ha
fatta venire
e per co-
mandamento
ad
scioccheria dei negromanti avea in quei tempi harbari fallo anche nelle
meati
degli
uomini pi
sensati
Mact.
NOVFXLA
ogni vostro
piacere
.
V.
,
49
se
s'
Messere Ansaldo
In
,
prima
maravigliava udendo
ci a maraviglinrc
:
donna molto pi
incomin-
mosao
biare
,
il
cam,
e disse
a
,
guasta-
hn compassione
,
mio amore ;
,
quanto
,
vi piacerh
non
al-
quando a grado
,
liberamente
al
vi potrete partire
veramente
quanta
la
che voi
sua stata
crederete
,
me
sempre per
che mai)
lo
.
per
fratello e
,
per servidore
lieta
,
La donna
disse
:
udendo
mai
che
pi
far credere
avendo riguardo
costumi<)
,
altro
mi
che
di
,
che io
vi sar
sempre obbligata
te
e preso
commiato
,
onorevolmen-
accompngnnla
si
:
torn a Gilberto
di
e raccontgli ci
che
Il
nigromante
al
messer Ansaldo
donna
disse
gih
poich io ho ve-
amore, che
;
io
similmente non
mio guiderdone
star
bene
cavaliere
si
ver-
gogn e ingeguossi ( i )
(i)
fargli
la
'^
dere
j
GIORNATA DECIMA
ma
,
poich invano
il
si
faticava
il
avendo
il
nigro,
mante dopo
to del cuore
suo giardino
a
piacendogli di partirsi
il
il
comand (i)
rimase.
la
Dio
la
e spen-
concupiscibile
carit si
?
amore verso
donna
acceso d'onesta
amorevoli Donne
e
il
preporremo
gi rattiepidito
amore per
la spossata
speranza a
e quasi
e nelle sue
mani tenente
comparar
la
Sciocca cosa
mi parrebbe
liberalit a questa
potesse
KOYELLA
VI.
d'
una giovinet-
ta innamoratosi
marita
|hi
varii ra-
gionamenti
Donne
stati
Ansaldo o
?
il
nigroman-
madonna Dianora
il
troppo sareb-
he lungo
conceduto
Ma
,
poich
Re
alla
incominci
(l)
j;
Notisi
comandare
buon
nel
senso
accomandate
Trovasi anche
in
altii
auturi del
secolo.
nNrOVELLA
sempre
tra
,
VI.
,
5i
in opinioac
come
,
la
no-
ti
che
la trop-
Il
che molto
piCi si
,
convie>
le juali
,
ne nelle scuole
che
tra noi
.
perci io
,
che
in
forse avca
,
veg-
gendovi per
tare, e
alla
mischia
(jucUa lascier
di
una ne dir
d*
poco
affa-
re
ma
un valoroso
quello
suo
onore
primo
perla cui
ma-
gniGca impresa
del re Manfredi
ti ,
furon di Firenze
i
ghibellin
caccia-
e ritornaronvi
,
un
cava-
lier
con
,
tutta la
non
si
che
Carlo riducefinire in
a Castello
da mare di Distabia
se
n'and; e
ivi forse
una
,
comper una
nel
sopra la quale
un
un
dilettevole giardino
mcz-
(i) Si
tetto
Mannelli
ti
legge
ictilto ila
altra niano,
mancando
di colui
mu^
(cusu
ili
ce
Sa un
GIORNATA DECIMA
modo
.
avendo
,
d*
acqua vva
fece
e quello di
molto
at,
pii
bello
il
suo giardino
alquanto
a Castello a
mar
se a' a
nd
,
Dove udita
percioc,
dlsider di ve,
derlo
E avendo
pens che
il
ch di parte avversa
miliarmente con
sua era
cavaliere
pi
fa-
(i), e mandgli a
la
.
compagni chetamente
seguente
Il
che a
e magnficamente
avendo
ordinato
dovesse
come pi lietamente
.
pot e sep,
pe
il
il
Il
qual
poiven-
ch
duta e commendata
\ivaio, ad
al conte
una
di quelle
di
lavato
,
si
1'
mise a sedei-e
Guido
Monforte
che
un
de'
compagni
e mesr
era,
comand che
dall'
,
un de'
e ad altri tre
venuti
sto
comand che servissero secondo l'ordine poda messer Neri Le vivande vi v ennero dilicate
, .
l'
ordine bello e
.
che
il
re
commend
molto.
mangiando
,
egli lieta-
mente
(i)
e nel giar-
Pi familiarmente con
convenirsi
pi
'
NOVEF.T.A VI.
foi'se
fila
53
di quindici
una
bionde cumo
in.inellnti
di provlncn (i)
e nelli lor
,
visi
rcvan
ed eran
vestite d'
un vestimento
,
insule carni
il
un padiglione
quella che
di
,
un paio
altra
vane nel-
man tenea
L'
che veniva
sinistra
una padella e
legne e
medesimo un
fascetto di
nella
mano un
treppiede, e nell'altra
.
d' olio e
Le
quali
re
veden-
do
si
maravigli
.
e sospeso
attese quello
che questo
volesse dire
Le
,
e vergognose
fecero reverenria
s'
,
e appresso
quella
,
Ih
entrava
che
la
'
postala gi
l'
preso
il
baston che
altra portava
amendunc
nel
(i)
Sorla Terb*
il
la. Volfotieri
orna
il
ch'rgli JetcriTC.
Anche
con
leggiadrvtta ghirlanda di
(a)
provinea coperta
di cete
la
Fiingaiuola , spole
|>escarr.
)
(3)
t Utello
il
[cie in
-"
elio invetrialo
Crede
otre.
Che otrelh
I'
otrelh
caKoe e
l'olio si
spane
DECAM. T. V,
54
vivaio
,
GIORNATA DECIMA
1'
al
petto aggiu-
gnea
se n' entrarono
Uno
fuoco
e posta la pa,
cominci
pesce
ad
aspettax'e
che
1'
giovani
gli
glttasser del
Delle quali
una frugando
si
in quelle parti
,
dove sapevangaiuole
,
va che
pesci
,
nascondevano
1'
altra le
pai'ando
del re
che ci
attentamente guardava
presero pesce assai; e
vivi nella padella gli
in piccolo spazio di
tempo
al
famigliar glttatlne
,
che quasi
metteva
a
si
come ammaestrate
belli
erano state
cominciarono
prendere de' pi
Gui-
do e
vano
al
,
padre
la
mensa guizza,
di che
egli
11
e similcortese-
mente
prendendo
alle giovani
mente
che
famigliare quello
Il
ebbe
tramettere (a)
fu messo davanti al
Le
fanciulle veggendo
,
il
sai pescato
tile
essendosi tutto
il
bianco vestimento e
sot-
dilicato lor
corpo celando
e cia-
scuna
le cose recate
al re vergo.
Il
re e
*1
(i)
e giuocare, e
la
uon solamente
in
parole,
(a)
come
f Inlrameliere , nome,
un
servito e
altro:
trainesso
li
V enlreinels
de' Francesi e
NOVELLA
conte e
gli Itti
VI.
f)5
vinclle considfrale
lo-
p*r
ma
si
no
al re pinciute. 11
quale
del corpo
1*
loro
aveva considerata
1'
acqua
avesse punto
,
non
si
sareb-
be
si
sentito
e pi a loro ripensando
fossero n
come,
si
senti nel
per lo ([uale
,
assai
ben
ne
se guardia
non
si
se
due
fosse
si
1'
una
do-
simiglicvole (i)
all' altra
Ma
mand
ri
cui messer
Ne-
mie Ggliuole ad un
ima ha nome Gi.
medesimo parlo
nevra
Io
la
nate
1*
delle quali
l'
bella e
altra Isotta la
,
bionda
cui
.
il
re
commend molto
,
confortandolo a maritarle
,
Dal
si
,
scus
in
restando a dar
vennero
due
giovinette in
due giubbe
piattelli
(3)
d* argento in
mano
,
stagion portava
ft)
(a)
KiocchezM erracerecoliuperlaUvo
f^oeab,
in
e diminuir
|toi la
voce.
.
f Anche
Taulore
l'
le |)ose
mano un gran
quale
56
pra
si
,
la tavola
le cui pa-
role
cominciano
,,
Amore
,,
,,
Non si
,,
piacevolmente
,
che
al re,
che
con
le
diletto le
riguardava e ascoltava
cantare.
Il
pure in
e
il
diede. Finita
adunque la cena
e d' altra
il
re co' suoi
compa,
ragio-
nando
d'
.
una cosa
al reale ostiere se
ne
tor,
narono
Quivi tenendo
affare
n per grande
menticar
Leila, per
la
che sopravvenisse
potendo dila
amor
ra
amava,
altx'O
s nell*
amorose panie
s*
ad
e assai sovente
la
il
per vedere
Ginevra
gi
non potendo, ed
nel pen-
essendogli^
sier
non sappiendo
altro
modo vedere,
1'
una
ma amenla
,
.
dime
padre torre
il
suo amore e
Il
quale
uomo
era
gli disse
monsignore
t Suono qui
f Gerarcia
il
vai
nel
m;JesintQ
luslQ
MaDuelli
NOVFXLA
ne
1'
VI.
57
ho maggiore che un
avere
vostri
altro
mi par meglio
sto d
altro
.
costumi conosciuti
che alcun
nella vostra
giovanezza
nella <|uale
va
aver
tal
passion conosciuta
m'
desse
si
voi per
amon; amiate
se a
me
io
di
ci ca-
riprendervi
bene ci che
siete
ve ne direi
1'
con
,
arme
in-
tra
nazion
di
tradimenti, n
nS
e intra
amore.
pusil-
Questo non
atto di re
.
magnanimo
,
anzi d*
un
lanimo giovinetto
E
,
oltre a questo
due
figliuole
til
povero cavaliere
v'
il
poter
suo
ha onorato e
v'
per pi onorarvi
quelle quasi
ignude
sia la
ha dimostrate,
quanta
e che esso
.
fermamente
evvi cos
Ora
memoria caduto
l'
le violenze fatte
da Man?
fredi avervi
entrata aperta in
questo regno
Qnal
etemo
tradimento
supplicio,
togliate
il
si
d*
la
la
sua consola-
zione? che
faceste?
Voi
forse
(i) Nolia
per
enere innamoruio.
58
GIORNATA DECIMA
il
dire: io
il
feci
trattino
Io vi ricordo
re
,
Manfredi
^
ma
molto maggiore
,
medesimo vincere
correggere
raffrenate
, ,
e perci voi
che avete
e
gli altri
vincete voi
medesimo
questo appetito
fatta
macchia ci che
amaramente punsero
flissero
,
1'
animo del
le
re, e tanto pi
,
1'
af-
quanto pi vere
conoscea
nimico
sia al
bene am-
medesimo
appetito
ma quantunque
,
l'affanno
sia
grande e
come
me medesimo soprastare
(j)
(3)
Sujficiente
Mann,
Salv.: so/ficiente,
ckl
27
del 73.
(a)
nel
numero
dei
pi.
La
questa
della
giustizia
vorrebbe
del re, che coloro che nelle sue braccia ricorrono,,, ovvero, come che coloro che nelle lor il Dionisi,,, della giustizia de' re, braccia,, ecc.
Ad
ogni
modo
da considerarsi che
nome non
duale,
ma
in
qualche
la
modo
collettivo, e
com[)rende sotto
tutti i
quel
nel
nome
lesti
quali meritano
modo.
Monforle Simone
della
Di questo conte
di
NOVELLA
poli
,
VI.
,
r>9
il
tomnto
re a
Naal-
per torre a
s)
S(>
cuna cosa e
]K>r
,
preminre
ricevuto da lui
quanlun<iue duro
fare aijKir
che
egli
sommamente
r
le
disiderava
nondimen
,
si
due giovani
e non
come
messer Neri,
ma
come sue
mente dotatele
feo da Pn lizzi
della M.igiia
,
Ginevra
la
la bella
e Isotta
e loro assegnatele
se n'
Puglia
and
il
(i) ma-
cer
rose catene
tal
libero rimase da
passione
cosa essere ad
te; e io
la
il
un
re
1'
consentir
ma
dir
se
abbia fntto
colei
maritando cui
egli
amava
senza
Cosi adunque
il
magnifico re oper
,
il
nobile
cavaliere altamente
premiando
V amate
giovinette
Todella
cliirsa
di Vilerl>o
amo
saWo
il
in
Maremma
al
come
tVfooforle in
rendclta
on
fratello,
Il re
che
gli
nansi.
7 gennaio 1^84 in Napoli. IVfarl. (1) Tanto e s, cio^, tanto e talmente: arvertilo |ier raro dotto.
(9)
Carlo mori
Duo,
il
testo
Mannelli.
re (sensi
la
(3)
Se diremo un
paclicola che),
il
letto
Mannelli.
6o
GIORNATA DECIMA
NOVELLA VIL
// re Piero
,
sentito il fervente
amore portatogli
appresso
lei conforta, e
ad
un gentil gioitane la marita , e lei nella fronte basciata, sempre poi si dice suo cavaliere .
V.enuta era
la
,
la
Fiamnietta
al fin della
sua novel-
commendala
quantunque alcuna
che quivi
commendar
il
PamNiun
pinea, avendogliele
discreto
,
Re
imposto, incominci.
,
ragguardevoli
non co-
che
gli
ma
perciocch a
me
va per la
memoria una
cosa
quella
Nel tempo
ciati
,
che
era in
qua-
senza pi
.
figliiiola
bellissima e gi da marito
Ed
essendo
,
re Pietro di
Raona (i)
faceva in Pa-
lermo maravigliosa
(i)
Raona: Aragona,
NOVELLA
festa
Vn.
,
tff
la
armeggiando
avvenne che
,
figliuola di
finestra
,
Bernardo
il
cui
nome
era Lisa
, il
da una
,
dove
,
ella era
si
con
altre
donne
le
,
vide
cor-
rendo
egli
maravigliosamente
riguardandolo
piacque
che
una
di lui
fervente-
mente s'innamor.
padre staudosi
,
E cessata
la festa
ed
non
a (jucsto suo
magnGco e
alto
amore
il
quello
cognoscimento
il
appena
Gne
ma non
,
per
tanto da
amare
il
re indietro
,
si
voleva tirare; e
per
paura
di
maggior noia
a manifestar
non V
si
ardiva. Il
;
re di questa cosa
non
che
.
s'
era accorto n
curava
di
in-
che
oltre a quello
si
tollcrnbilc dolore
Per
la
cre-
scendo in
lei
amor continuamente
,
e una malinconia
giovane , pi non
la bella
no come
e
la
la
neve
al sole si
consumava
11
,
padre di
lei
madre
con conforti
si
po,
r atavano (i)
del suo
ma
niente era
,
perciocch ella
come
amore
.
disperata
aveva eletto di
pii
il
offerendole
le
venne in pensiero
il
se acconciamente potesse
di volere
suo amore e
il
suo proponimento
tire
j
fare al re sen-
e perci
un
preg che
Era
in que' tempi
Minuccio
te-
(i)
Alttvanot aiuUTaM.
6i
GIORNATA DECIMA
.
Il
la
:
Lisa
per
era
,
che
fattogliele dire
lei
egli
che piacevole
:
uomo
incontanente a
venne
e
1'
ebbe
vi-
vuola (i) dolcemente son alcuna stampita (2) e cant appresso alcuna canzone
.
Le
l
quali allo
amor
della
dove
egli la
credea
ciascun altro
te
Minuccio
io
ho
,
eletto
speran,
se
non a
debbi
colui che io
,
ti
dir
e appresso
possa tu
mi
,
a iulare
cos
,
ti
priego
Minuccio mio
che
il
giorno che
nostro signor re
esaltazione
,
mei
venne , armeggiando
che dello amor di
lui
egli
in
s'
si
forte
punto veduto,
nell' ani;
mi
accese
un fuoco
ma
che
al partito
m' ha
recata
il
che tu mi vedi
e core
,
noscendo
convenga
io
,
quanto male
mio amore ad un
,
si
non potendolo
non che
cacciare
ma
,
modo
grave a
com-
ho per minor
.
e cosi far
il
vero che
(1)
Vwuola'. Stampita
viola
:
-f
Pi
sotto
vedremo
scritto viuoa.
(2)
i"
Redi e
il
Menagio, venutaci
dalia
glos-
lingua provenzale.
sario
Stampda
un vecchio
MS.
citato dal
Menagio,
musicali strumenti.
NOVELLA VII.
solata so
6*
fargli sentire
prima
ogli
mia disposizion
te
,
pi
:
a te
commettere
,
la voglio
rifiuti
di farlo
,
quando
fatto
r avrai
assapcre
,
mei
facci
acciocch io consolata
morendo
mi
si
piagnendo
tezza dell'
tacque
animo
di costei e
fiero
proponinell' ani,
mento e increbbenegli
forte
e subitamente
la
mo
corsogli
:
come onestamente
io
t'
poteva servire
le
disse
Lisa
obbligo
la
mia
ti
sicura che
e appresso
commendandoti
impresa
t'
mo
rare
oflfero
il
ti
quale io spero
,
dove tu confortar
passi
il
vogli
si
adope-
terzo giorno
li
ti
credo re,
sommamente
,
saran care
per
.
La
disse
che
s'
Minuccio
dicitore
ritrov
(juei
un Mico da Siena
,
buon
rima a
tempi
Muovili
Amore
e vattene a messere
:
il
mio
volere
ti
Merzede
Amore
man
l
giunte
chiamo,
dove dimora
ed
Di che sovente
lui disio
amo
,
Si dolcemente lo cor
m' innamora
. ,
, ,
d4'
GIORNATA DECIMA
Temo
Ch'
i'
morire
e gi
s
l'
ora
parta da
La qual sostegno per lui disiando Temendo e vergognando Deh il mal mio per Dio fagli assapcre
Poich di
lui
,
Amor
fu*
innamorata
Non mi
Che io potessi sola una fiata Lo mio voler dimostrare in parvenza (2) A quegli (I) che mi tien tanto affannala
Cosi morendo
il
gli saria
quanta pena
sento
S' a
me
dato ardimento
fargli
Avesse in
mio
ti
stato sapere
fu
Amore
,
Ch' a
me
,
Merc
(1)
(a)
(3)
la
Parvenza: ippareoza.
f Noliii quegli nel terzo cago del minor numero conlra
la
rego-
meno
obliqui,
ma
losi osservatori.
,,
Anche Dante
118):
Poscia ch'i'
clihi rotta la
persona
D due punte
e
e.
i3]; La
radice sua
(4)
Gravenia
gravezza
cio per segai
lei
(5)
O per sembianza,
tal
Tolto
mio, ed
agli
occhi,
caso favellano,
NOVELLA VIL
Che
Con
vadi a lui
,
^
*
e donagli
io
il
mcmbranxa
scudo e lanxa
:
?tdi a
altri cavalieri
arme portare
'1
'
Presilo a riguardare
Innamorata
si
che
Le
quali parole
un
ri-
si
come
la
materia di quelle
,
il
terzo d se n'
and a corte
.
essendo
fu detto
ancora
il
re Pietro a
mangiare
Dal quale
la
gli
Laonde
egli
cominci
,
si
questo suono
erano p ataciti
si tutti
stavano
il
gli
avendo Minuccio
il
re
domand donde
non sono ancora
suono (4)
,
le
e'
'1
tra giorni
,
che
il
le parole
si
fecero e
Il
quale
avendo
re
,
domandato per
cui
rispose
io
non
1'
oso scovrir
se
non a
,
voi
Il
levate le tavole
nella
camera
venire.
gii
udita
Dove Minuccio ordinatamente ogni cosa raccont. Di clie il re fece gran festa ecom
giovane assai
,
mend
vane
ai
la
e disse che di
si
valorosa gio-
(i)
re Ji quei
tempi lenertno
il
eotluae ilein
quando mangiava
DO. Mart.
{2)
(3)
(4)
(5)
t Qui tuono vai le note muiicali; ora diremrou C aria. Volert (lor dovete o convenire, infinite volle uaato dal Boec
66
da sua parte a
GIORNATA DECIMA
lei e la
senza ristare
con
la
sua viuola
n'
and
e con
lei sola
parlando
Di
che
giovane tanto
lieta
e tanto contenta
e con desiderio
senza
fosse,
si
cominci ad aspettare
veder dovea
era
,
il
il
suo signor
11 re, il
da
Mlnuccio
sua bellezza
e quivi fatto
doman,
fosse
,
un
bellissimo giardino
il
in quello
smont
dopo
al,
l'avesse.
,
Rispose Bernardo;
anzi stata ed anella
monsignore
ella
non maritata
j
il
maravigliosamente migliorata
Il
re intese presta,
in
buona
s
fosse
mondo
.
bella cosa
visitare
(i)
Pervenire, pi yolenlieti
;
clie
si
"i"
eoa ragioue
riva
. ,
NOVELLA
nardo nella camera di
e,,
lei
VIL
&j
come
entro fu
man
?
prese
dicendo
madonna
Noi
vi
sto
Voi
siete
giovane e dovreste
1'
male
amor
che voi
La giovane
ella
si
sentendosi toc-
quale
amava
come
clic ella
alquanto
vergognasse, pur
animo
quanto
se stata fos-
come
volere io le
pesi
t'oi
,
m'
vostra
il
buona merc
il
tosto
libera
mi vedrete
stesso
Solo
re intendeva
la
da pi ogni ora
reputava
pii!i
volte seco
l'
ninlndissc la fortuna
che di
tale
uomo
.
aveva
fatta fi,
gliuola
lei
dimorato
pi ancora confortatala
re fu
si
parti
commendata
assai, e in
,
rimase
quanta (i)
altra
(i) Si Tverla
ben
li
t Leggono
lia roti
gl'i
editori del
27
quali
come
che
anche in
altri libri a
|)enoa
Anai
io credo
che a qiieato
modo
stampa
cosi
.
Ha
tanto... .quanto
na del sec.
aiticura
il
XV
eaittente nella
pubblica libreria di
GutcpprDjmldi;
65
giammai
',
GIORNATA DECIMA
e da migliore speranza aiutata
,
,
in pochi
.
giorni guerita
Ma
poich guerita fu
avendo
il
le volesse
rendere
,
mona
casa
,
un
di a cavallo
and
e in questo
venuta
la reina
,
ricevuta
cominciarono maravigliosa
i\
dopo
alquanto
le disse
re insieme
cou
la reina
,
chiamala
la Lisa,
il
re : valorosa giovane
il
amor
,
1*
onore questo
slate
,
che
voi da marito
intendendo sempre
,
non
gio-
senza pi
.
amor
un
sol bascio
La
vane
paiglia
faccendo suo
:
il
piacer del re
>
cosi rispose
signor
mio
se
ne
dei
la
le
slampe
1573
(il
due che
do
il
si
ma
non
Salviati correit
una
di
la
che quale
ai
1'
una,
me che
in colai
maniera
Non
ai
gruan/w
la
figura
pronome per
l'avverbio,
una
delle
alUa
'
NOVELLA
egli
si
VII.
fosi, la
69
pi
sapesse che
io di voi
innamorata mi
,
della genie
che
io a
me ne repulen.*bl>e malia credendo forse me medesima fossi uscita di mente (1), e che
oltre a questo In vostra
sa,
io la
mia condizione e
;
non co-
Doscessi
tali
ma come
,
Iddio
rho solo
vede, io
nel!'
mi
1'
nobbi voi
e male a
esser re e
me
,
figliuola di
s
Bernardo speziale,
ardore dello
me
>
convenirsi in
.
alto
luogo
animo
dirizzare
Ma
l'
si
me
conoscete
inna-
mora
ma
appetito e
il
legge pi volte
opposero
le forze
me
e pi
non
vero
,
potendo, v'amai e
amo
amer sempre.
E
j
il
senti 'prendere
cosi
mi
ci
disposi di far
,
e per-
non che
io faccia
ma-
mi
che
stato sarh
ma
se voi diceste
mi
sarebbe
to
Aver voi
,
quan;
mi
il
si
conviene
,
e perci pi a ci
non rispondo
,
bascio
senza
li-
cenza di
madama
dimeno
per
me
,
quanta
,
la
vo-
stra e quella di
madama
la reina
che qui
,
Iddio
me
vi
:
ch
io
da render
non r ho
re
tacque
,
la risposta delia
l'
giovaue
.
come
il
aveva detto
Il
re fece
chiamare
il
padre della
ili
f^ sarti
per
me
cunce
DECAM. T. V.
rjo
GIORNATA DECIMA
,
giovane e la madre
fare intendeva
,
si
fece
chiamare un giovane ,
il
quale
era gentile
uomo ma
,
nome
,
Perdico-
ne
mano
.
a lui
non recu-
sante di farlo
nente
il
re
oltre a
die
egli e la
gli
^" - buonissime
ti
dicendo
queste
della
donna
Quello
tu
tei
vedrai nel
tempo avvenire
disse
:
questo detto
vostro
duni
e
'1
le
capo
le basci la fronte
Perdicone
padre e
madre
della Lisa
liete
ed
nozze
secondo
il
vane
s'
il
convenente
n mai in alcun
fatto
d'arme
and
che
egli altra
fosse.
Cosi adunque
operando
si
fame (2) eterne s'acquiAlla qual cosa oggi pochi o ninno ha l' arco
,
essendo
li
pi de'signori divenuti
crudeli e tiranni
(1) Si
le
sono
staiti-
(2)
degno
d'
eaempio
della \oce
/urna adope-
NOVELLA
Sofronia
,
Vili.
moglie di Tito Quinzio Fulvo , e con lui se ne va a Ronia , dove Gisippo in povero stato arri'
va
e credendo
da Tito
ucciso
,
esser disprezzato
s
.
Tito riconosciutolo
,
il
che colui
che fatto
:
V avca ,
d a
vedendo ,
s stesso manifesta
tutti
da Ottaviano
sono liberati
e Tito
Re
essendo
Pampinea
pnrlar
risiati
e gih
avendo ciascuna
ihe
la
Mia
ijuotta no*.,
Irailuurn
Roberto Nobili
ct(lintle di
Montepulciano e
l3
anni, e
le
lUeJe
|)er titolo;
il
tratta
ammiraaione
di
aniiciaia, provvidenaa.
Mart.
mia Prcfasione
al
primo Tolume
del
Le$ Ilolient,
soni
penser
ifu'
demi;
el les
. . .
devenus
combattere
gli
prende
difendere
Ma
Mari.)
la
cui lingua,
come si
cole
ti,
i
Dan-
slotia, lapulilica,
la filosofa e
come
lettole
72
GIORNATA DECIMA
il
commendato
r
altre
,
re Pietro
.
e pi la
gliibelllna
che
li
Incominci
,
re poter
quando vogliono
magnifico
lui
s'
fa quello se
che a
appartiene
fa
,
bene
ma non
il
ne dee
1'
uomo
tanto maravigliare
n alto con
somme
.
lode levarlo
,
come un
altro
si
converria che
si
facesse
a cui per
,
richiedesse
perci
se voi
con
debbian
commendate
quando sono
:
mag,
giori (3)
usata tra
due
amici
ho proposto
in
una no-
vella di raccontarvi
triumvirato lo imperio
chiamato
in
Roma
,
un
gentile
uomo
il
(i;
linijiia
(2)
t De'
re
l't<lizioni del
27
e del
73: del re
LivornO
leslo
di
Munn.
le
Milano.
s'
No
deesi intender
nt'lla
qui, dice
l'I
favellalo
precedente novella,
ma
ed in genere.
l'
(3)
Boccaccio
irror
comune
di
esaltare
una medesima
virli
praticata da
un
re o altro gran
personag-
quindo
ella praticala
da
un
privato.
La
ragio-
ne
re,
si
un
si fa
quando non vi
princi|>i a operare se
non grandeinen-
come
quelli che
hanno
nelle
mani
tulli
Mari.
NOVELLA VUL
nominato
losofia
il
,
73
ad imprender
fiil
mand ad Alene
e qiianlunciue pi pot,
compagnia d*un
e sotto la dottrina
,
un
filosofo
chiamato Aristippo
posti
e Tito e Gisippo
.
ad imprendere
,
venendo
rono
i
tanti
si
trova-
che una
tra
fratellan,
za e una amicizia
grande ne nacque
loro
che
.
mai poi da
to erano
altro caso
insieme
mnravlgliosa laude
piacer di Cremete
E
,
in colai
vita
1'
che quasi
un pi che
altro
tigliuolo
si
come
,
gi vecchio
,
di questa vita
si
come
di
cugli
mun
padre
portarono
li
si
amici n per
parenti di
Cremete qual pi
fosse [tvt
.
due
Av-
gii
amici di Gisip|)o o
il
confor-
ma-
fi]
ilei
27
si
ilKcinca
u \tt
gli
amici ni
e coa
ma
la parliii-ilk
ilavanti a
74'
GIORNATA DECIMA
parenti discesa e
,
cittadina d'
Atene
il
cui
.
nome
era Sofronia
il
d' et
forse di quindici
anni
,
E
,
appressandosi
termine
Gisippio
con
vea.
E nella casa
di lei venuti,
zo d' amenduni, Tito, quasi consideratore della bellezza della sposa del suo
amico
,
la
cominci
attentis-
simamente a riguardare
tamente piacendogli
,
mente lodava
mostrarne
di
,
fortemente
s'
di lei
s'
amante
al-
donna
accendesse giammai
Ma
,
poich
se
quanto con
tornarono
tratosene
re
si
, , .
lei stati
furono
partitisi
a casa
ne
nella sua
camera en-
tanto pi accendendosi
.
quanto
,
pii
nel pensier
caldi so-
slendea
Di che accorgendosi
dire; ahi
1'
dopo molti
spiri seco
cominci a
misera la
e
1'
animo
si
amore
e la speran-
Or non
te
conosci tu
per
si
,
li
ricevuti
onori da
Cremete e
la
per
la intera amicizia
,
quale tra
(3) e Gisippo
(1)
f Notisi quelle
\ Alla particola
,
nel maggior
numero, comech
si riferisca
ogni
si,
non
quanto
Ila
come,
le
Osservinsi
tuttavia
mes3<?
in
corrispondenza
particelle
sempi
(5)
Le
parole tra
te e
sono
testo
Mannelli, n
ben
si
mano.
NOVELLA
clic
VIU.
75
tare
sorella ? Che duuquc an ? dove li lasci trasporallo ingannevole amore ? dove alla lusinghevole
?
speranza
Apri
,
gli
te
medesi-
mo
o misero
il
riconosci
Da' luogo
alla
ragione, raf-
frena
sani e
noa
ad
tiiui [lensiori
contrasta in que-
medesi-
mo mentre
seguir
( che
dassi
li
s
,
conviene
a
che tu vuogli
questo
che tu
disponi
uon se') tu
che
dovresti fuggire
se quello riguar-
e che
tu dei
Che
che
si
conviene
poi di Sofro-
dannava, dicendo
le leggi d'
:
amore sono
Quante
di
magha
?
elle
.
amislb
ma
le
divine
?
il
padre
la Ggliuola
il
amala
fratello la
sorella
la
matrigna
figliastro? cose
amico amar
le.
la
moglie
dell' altro
giovanezza
,
amorose
,
leggi.
Quello adunque
me
a'
appartengono
pi maturi
.
Io non posso
volere se
La
bellezza di
;
se io
amo che
te
riprendere
io
uou
1'
(1)
tu
testo
<1rl
ritfrai. I
Dcpul. e
Salriali
ir^ono lascerai.
y&
se
1'
.
GIORNATA DECIMA
1'
amerei di chmique
Qui pecca
la
se ella
la
sua
dolo
che io
,
ami
io
che un
altro.
E
,
da questo ra-
gionamento
in sul contrario
e di questo in quello
e di quello ia
consum,
Gisippo
e ora
il
ma
pi
,
altri
intanto che
il
ciba e
'1
sonno
.
perdutone (i)
,
il
qu?l pi di
vedeva infermo
ne doleva forte
lui
con
,
mai da
,
non partendosi
ingegnava di confortarlo
mandandolo
ferni Ita
.
Ma
risposta
e Gisippo avendole
,
sentendosi
gli
ri-
sospiri
se agi' Iddi
fosse piail
a
,
me
pi
in
vivere
pensando che
fortuna
mia
virt
mi
sia
convenuto
pruova,
me
truovi vin-
ma
mi
si
(i)
t Nola perdere
sarellie
il
la voglia.
Forse senz'
altra
Sgiunta
ma
sonno
si
dice pro-
sonno
la
inter|)ostavi serve
come
di
legamento
due e
impropriet.
Da
sonno e
'Z
cibo perdutone ,
come
il
no perdutone
NOVELLA VOI.
conviene
,
77
fia
cio la
morte
la
qual mi
della
pi cara
vilt
,
che
il
vivere con
,
,
rimembranza
mia
la
quale
celare
tosi
percioccli a te
COM
(1)
scoprir.
K comincia-
da capo
la
e' pensieri
la
la vittoria
s>
per
1*
amor
scoperse
affermando che
sconvenisse
di
,
conoscendo
egli
quanto
il
.
questo
ler
gli si
,
to-
morire
che
capo
Gi-
prima sopra
so stette
come
monte
dello
era preso
Ma
E
ri-
gli
spose piangendo
Tito
se tu
non
fossi di
conforto bi-
sognoso,
si
come tu se', io di te a te medesimo mi dorrei, come d'uomo il quale hai la nostra amicizia vio,
lata
tenendomi
.
si
lungamente
la
sione nascosa
E
,
come che
,
onesto non
se
paresse
1'
noa
da
son perci
celare
all'
le disoneste cose
non come
oneste ,
amico
l'
come
delle
oneste con
s'
cosi le
non oneste
;
ma
rista-
rommene
Sofronia a
(a)
al presente
mag-
Se tu ardentemente ami
,
me
sposata
io
non me ne maraviglio
ti'
ma
(i)
^fel'*
slampa del
manca
e la battaglia di quegli.
ili
Kistitrommene , cio
mi
dorrei,
ma
78
GIORNATA DECIMA
non
fosse
,
conosce,
do
animo tuo
atta
quanto tu ragionevolmenti
ami Sofronia
,
duoli
che a
me con,
ceduta
abbia
parendoti
,
il
se
ma
,
se tu se' savio
,
come
suoli
di
cui tu pi
1'
che
d' averla a
me
egli
conceduta
Qualunque
tosto
altro avuta
Y
,
avesse
l'
quan-
tunque
il
avrebbe
amata pi
che a
io
:
te
^ il
,
che di
me
se
cosi
,
mi
tieni
amico come
che
.
ti
sono
io
non
e la cagione questa
che
non mi ricordo
poich
amici
fummo
io
Il
fosse tua
ti
come mia
che
avan-
farei
,
come
che di
dell'
ma
ella
,
ancora in
si fatti
5
termini
e cosi far
perciocch io
non
,
mia amista
ti
una cosa
puote
non
con
,
sapessi d'
uu mio
le
Egli
fronia
mia sposa
e che io
1'
amava molto
:
gran festa
s
come molto pi
ma me
,
perciocch tu
con pi fervor
come
ella
vivi sicuro
.
che non
perci
mia ma
(1) t
(2)
mia camera
tosto che.
Ecco un
i
fecero anche
(3j Osservisi
NOVELLA
il
VUT.
,
79
ricliiama la
,
pensiero
,
cnccia la mnlincnnin
il
conforto e
i
1'
allogrexza
e da qne-
lieto aspetta
il
raeriti del
tuo molto pi
mio non
era
quanto
la lusinghevole
la
,
quello
gli
debita ragion
recava vergogna
mostrandogli che
,
quanto pi era
di Gisippo la lil)cralith
la
sconvenevolezza maggiore
,
piagnere
con
Gisippo
la tua
chiaro
.
mi mostra
Tolga
quello
che
alla
mia
s'
appartenga di fare
via Iddio
che mai
colei, la io
quale egli
si
cornea pi degno ha a te
donata, che
duto che a
me si
n tu n
avesse.
altri
dee
1*
Usa adunil
que
il
discreto consiglio e
le quali egli
,
suo
dono
me
,
nelle lagrime
,
si
come ad
,
m' ha apparecchiate
Consu,
mar
disse
lascia
le quali
esse
me vinceranno
:
Al quale Gisippo
Tito
se la nostra
,
amisth
tanto di licenzia
sforzi
fa
,
che
io a seguire
questo
quello in che io
sommamente
con
dee far
che Sofronia
forze d'
fa
,
tua
amore
presso
e so che elle
non una
volta
ma. molte
hanno ad
gio te
si
infelice
,
morte
gli
tresti le
lagrime
ma
8o
al
GIORNATA DECIMA
non
t'
amassi
m'
cara
vita tua
altra
,
Sar adunque
ti
cb di leggiere
:
che cos
piaces-
non
troveresti
e io
il
me
,
non
sarei
o con
mogli
,
si
trovasser
che
si
truovan
amici
e perci
,
tra
moglie trovare
ma
non
altro
nanzi ( non
dola a te
,
lei,
che non
la
perder dan-
ma
ad un
altro
,
me
trasmuter di bene in
te
.
meglio ) trasmutarla
che perder
te
i
E
,
perci, se alio
ti
prieghi miei
,
prlego
me
ti
disponghi a pigliar
Come
che
si
vergognasse
e per
a,
tirandolo da
una parte
more
disse
:
e d' altra
ecco
Gisippo
pi o
il
io
non so quale
il
io
,
mi
dica
che
io faccia
mio piacere o
tuo
faccendo
piace
:
mi
di
ti
poich
la
mia debita
vergogna
e io
il
far
ma
di questo
rendi certo
te
che
io noi fo
ricever
la vita
non solamente
donna amata^
ma
con quella
mia
Facciano
te
Iddi, se esser
ti
io
quanto a grado mi
toso di
sia ci
che tu verso
,
me
.
pi pie-
me
che
io
medesimo
adoperi
Appresso
NOVFXLAVin.
(juesie parole disse
8i
in questa cosa
Iciiero
,
Gisippo
nhbla
,
Tilo
volere
via
ti
.
che
cficllo
mi par da
questa
Come
;
tu sai
dopo lungo
,
trattato de'miei
paren-
e di quei di Sofronia
essa divenuta
mia
sjosa:
perci
che
io
la volessi
berci
di
ma
il
io
suoi
temo non
,
che
parenti
qual
forse
non
io
sarai desso tu
lo
che
non
perci
mi pare
dove tu
ciato
sii
contonto
che
,
io
si
ho
seguiti avanti
come mia me
meni a
si
casa e faccia le
nozze
,
e tu poi occultamente,
lei s
come
ti
con
come con
siarh
tua moglie
il
fatto:
bene
se
non piacerk
sar
pur
fallo
non potendo
Piacque a Tito
il
(i)
Se,
ilice
il
S.iWitti
(Af^ert.
i.,
in
Gisippo
all'
l'acquistarla
?
al
testi
Boccaccio per
smili-
tuiline
de' concetti
dire e cos io
egli semlira
avr pentiito
E certo
.
il
gegnos*mente che
Ecco
sue parole
Tito
avra
|ter
,
ispennia e
sposo
gliel
,
prr
Rrqiiist.irla
doven di sposa
farla
imprudenM
le
8a
sua casa
disposto
j
GIORNATA DECIMA
la ricevette
,
come
nuta
lasciar le
,
donne
.
la
suo
marito
e andar via
Era
,
camera
di Tito a
quella
di Gisippo congiunta
e dell'
una
si
andare
gli disse
andasse a co,
vinto da vergogna
.
si
Volle pentere
e recusava l'andata
,
Ma
Gisippo, che
suo piacere
come con
le parole, al
come
come
sippo
lo le
sollazzando
chetamente la domand
.
se sua
Ella
credendo lui
esser
Gi-
rispose di
si
ond' egli
?
un
il
,
e io
voglio
esser tuo
marito.
E
s'
quinci consumato
lei
matrimonio, lungo
senza che ella
,
o
,
al-
mai
accorgesse che
.
altri
che Gisippo
gia-
il
madi
per
la
che
tor-
i fatti
Roma
se
ne
menarne Sofronia
diliber
con Gisippo
,
Il
la cosa stesse
far non
si
Laonde un
d nella
camera chiamatala
dimostrarono
stati
,
interamente
come
il
fatto stava le
e di ci Tito per
la
fece chiara
La
(i)
Tendone
NOVELLA VIU.
qual
,
83
uti
guatato
di rutta meato
cominci a piagnere
s dello
di ci faceaae
and
a cnsn
il
padre suo
il
madre
narr V inganno
quale
ella
ed eglino da Gisippo
e non di Gisippo
come
essi
credevano
Questo fu
al
e cia-
ne
mn
Ma
aver
fatta
affermava
avendola a miglior di
con
e conoscendo costume
esser de'
le
minacce
desse
,
e allora
,
ma
vilissimi di-
venire
animo romano
i
e senno ateniese
con
assai
acconcio
modo
parenti di
ragimare
che ci che
1
s*
im-
(i)
Rammaricar .
ti
AfTotti quetlo
il
modo
>llta
Tolu non
UoTrti in lutto
Boccaccio.
od
tetto
esj>uuUs le
Ivlttrre
e d.
H
vogliono alcuni
far
necessit
GIORNATA DECIMA
,
che
,
ci si fa
sieno
che questa
.
fatto solamente
liC
vedr che
,
il
ri])render cosa
possa
non
noi
che gV Iddii,
li
quae sen-
operazioni ripiglia,
assai
leggermente
potete vedere
,
meritino
ardire
te
.
che tanto in ci
,
De' quali
,
secondo
mio giudicio
io intendo
voi sie-
tutti
che
voi
dove
lei
a Gisippo
di-
come per
'1
effetto si
al presente
ma mia, Ma per, ,
ciocch
duro e grave
di
comprendere
fatto s'
presupponendo che
cino
,
f;ssi
ninno nostro
impac-
mi
:
piace di condiscendere
,
a' cousigli
degli uo-
mini
mi converr
.
far
fia
due cose
alquanto
molto
L' una
o avvilire
nell'
una n
e la presente mate,
richiede
il
pur far
I vostri rammarlcliil
,
pili
incitati
NOVELLA
ri!
,
VIIL
,
85
anzi romori
,
vitiip<?rnno
mordono dannano
Gisippo
moghc
col
,
suo consiglio
che voi a
avavate data
laddove
io
,
mendare
gli
e-
ha
fnllo quello
1*
altra
per-
ch
egli
,
Quello
1'
che
altro faccia
,
di spiegare al presente
to
il
legame
della
parentado
conci
sia cosa
>
che
gli
fortuna (i)
vita
perci
se Gisippo
,
am
pi
la
mia
che
io
la vostra
benivolenza
,
come
mi tengo
alla
si
ninno
se
u dee maravigliare
,
Ma
vegnamo
seconda ragione
nella quale
lui
con pi
iustanzia vi
convien dimostrare
pi essere stato
non
siete
conci
sia
mi pare che
gli elTelti
Dico
vostro avvedimento
il
gio-
vane e
quell^di Gisippo
la
diede a giovane
,
e filosofo
Il
quel di Gisippo a
Romano
11
vostro ad
un
.
gentil gio-
vane
Il
vosti*oad
.
un
ricco giovane
Il vostro
ad un giovane
il
(i)Nou.M.
UECAM. T. V.
m
r amava
che
sia
,
GIORNATA DECIMA
ma
appena
,
la
conosceva
quel di Gisippo
felicit e
ad un giovane
la
il
pi
propria vita
,
amava
io dico
vero
e pi
,
fatto avavate
Che
io giogli
vane e
sludii
,
filosofo
come Gisippo
il
viso
,
mio e
il
possono di,
chiarare
Una medesima
pari passo
ed. io
romano. Se
che
della gloria
disputer
io dir
na di tutto '1
mondo
che
ed egli di
citt
obbediente alla
mia
io dir
arme
non potr
,
la
sua se non
studii
commendare
mi
Oltre a questo
assai
quantunque
,
veggiate
umile
io
non son
case
Roma Le mie
.
luoghi pubblichi di
Roma
,
gli
tro-
trionfi
romano
capltolio
mai
,
me
Io nii taccio
nella
ones^ povert
sia antico e
Roma
La quale
commendati
tesori
io
ne sono
,
ma come
amato
dalla fortuna
abbondante
assai
conosco che
egli v'era
ma io non vi debbo per alcuna cagione meno essere a Roma caro, considerando
Gisippo
NOVELIA
che
(li
VI.
87
me
la
come
sigli
CWi dunque
,
lasciata
i
stai* la
\olunth
pia
vostri
?
concer-
commendcrh
.
che
([uegli del
mio Gisippo
to
niuno
Quinzio Fulvo
nobile
Ro-
ma
si
e amico di Gisippo
,
si
duole o
rammarica non
si
fa
egli
lersi
fa
Saraimo
ma
,
mo-
do
moglie divenuta
nascosamente,
.
di furio
hanno
mariti presi
e quelle che
si
sono
state
con
li
loro
che mogli
co' parli
hanno
matrimonii
palesati,
che con
;
la lin-
gua
od
aggradire
quello che
di Sofronia
non avvenuto
ctii
di mari-
tarla
e feuuuinili
^'oti
usa ora la fortuna di nuovo varie vie e istrumenti nuovi a recare lecose agli effetti diterminati. Che ho io a curare, se
il
calzolaio pi tosto
il
che
il
filosofo avr
d uu mio
occulto
fatto
secondo
,
in
o in palese
(i)
se
il
buono
al
Pmlrmu
88
dare
,
GIORNATA DECIMA
se
il
calzolaio
,
non
discreto
che
.
egli
pi non
lia
ne pos>a fare
Se Gisippo
andarsi del
.
modo dolendo
una
stultizia superflua
,
non
vi confidate
,
ne possa
e di questa
ringraziate.
n con
all'
onest e alla
:
quantunque
,
io
sa
io
n come nimico
il
men che
onestamente avere
ma
ferventemente aclei
^
co-
noscendo, se con quello ordine che voi forse volete dire cercata
voi
,
1'
molto amata da
1'
Roma
,
menala non ne
1'
av
,
essi,
avuta non
avrei
Usai adunque
e feci
,
arte occulta
che
,
Gisippo a quello
consentire in
1'
che
egli di fare
non
,
era disposto
mio
nome;
si
,
e appresso
quantunque ardentemente
amas-
ma come
marito
suoi conlei
,
giugnimenti cercai
s
come
essa
medesima pu con
con
verit testimoniare
1'
che
anello
l'
ebbi spo-
sata,
domandandola
di s.
se ella
me
le
,
ella rispose
Se esser
,
non
io
ne son da riprender
ma
ella
che
il
me non domand
,
adunque
gran male
il
gran
peccato
il
da
me amante,
sia
divenuta
lacerate, minac-
olftte
e insidiate
,
89
,
se
l'
egli
ad un villano nd un
se
J 7
ril)<'ildo,
ad uu servo data
,
aves-
quali
caleiiL', (|ual
carcero
no
Ma
il
teui'
p
re
(|ual(> io
cio clic
mio
ho
padre
;
sia
morto
e che a
me
conviene a
Roma
,
tornav'
por che
meco volendone
Sofronia menare
ciocclu>
se
ingannare o oltraggiare
la
v' avessi
voluto
schernita
v('
poteva lasciare
ma
questo
sa
che in romano
.
giammai
Ella
adunque
umane
mia amorosa
ventura
pii\
,
astuzia
mia
La qual
gli idtri
uomini
savi
tenendovi
iose
me
no-
mostra
che
voi danniate
,
che mi piaccia
il
alcuna
al
.
altra
trattar
,
Gisippo,
qua-
meritamente obbligali
siete
come nimico
JNelle
non intendo
al
presente di pi aprirvi
re (3) che
(1)
ma come
gli
amici vi consigliai
si
pongano giuso
il
sdegni vostri e
le
cruo-
t faresti hanno
ili
tetto
Mannelli,
due alampe
:
allegate nel
Vocaliolario, l'viliaione
ni del
fareste l'rdisiotolte
97
e del 73.
,
(|ua le
aciitera
fatti
queste novelle
t Nel
tetto
mia amorosa
astuzia te.
yi
consigliare, R. consigliarvi
MS.
vi va' eonsigliare
Rolli.
90^
ci presi si
GIORNATA DECIMA
lascino tutti
,
e che Sofronia
mi
sia
restitui-
ta
mi
parta e
\iva vostro
sicuri di questo
io vi torr
Gisippo
e senza fallo
se a
Roma
mal
quanto lo
animi possa
sempre nimicandovi
vi
far per
esperienza conoscere
levatosi
])er
(0
in
,
preso Gisippo
mano mostrando
s'
poco
tempio
ciando
minac-
usci
Quegli
che
al
te dalle ragioni di
Tito
parentado e
amist
,
indotti e in parte spaventati dall' ultime sue parole di pari concordia diliberarono essere
il
migliore d'aver
e Tito
ritro-
Per
la
che Sofronia
e fattasi parentevole e
gli
amichevole
rimandaro-
insieme
si
si
dipartirono e Sofronia
no
La quale,
come
savia
(1)
i
Qui
il
Boccaccio
fa
romano, poich
vendicalT
sue,
ma
le
paternas inimicitias
summa cam
laude persecuius
est.
Cic. in
vita Luculli.
(2)
vilo
f Sehhene, quando a'verhi andare e venire si fa seguitar d'un atiro verbo, si soglia preinellere a questo il segno del
l'in-
terzo
caso,
come
il
si
un nome, nientedimeno
qui l'autore
.
si
pu
omiuetterc
detto segno,
come ha
fatto
NOVFJXAVm.
tu
1*
,
91.
,
amoro
il
prpRtaninilr
ilov(?r<)ii
rivolse a l'ilo, e
vow
lui se
11*
aiuia llonia,
dopo non
tutti
briglie cittadine
con
cpio-
meschino fu
.
d'
Atene
cac'iato
e dannato ad
po
ma
mendico
come pot
vivo
lo
,
men male
Tito
i
Roma se
:
fHJre se di lui
,
si
ricordasse
esser
e a lutti
Romani
si
dinanzi ad esso
.
mise a
la
ne
Al quale
egli
,
per
non
ma
farglisi
vedere,
:
facesse
chiamare
che
veduto
1'
ricordandosi di ci che
Ed essendo gi notte ed
za sapere dove
disideroso,
la citlhj
s' s'
andasse
in
avvenne
un luogo molto
si
grotta, e in quella
,
(u)
per
ra e
mise
e sopra
la
nuda
ter-
male
.
ment
la
notte andati
ad imbolare
:
andarono
,
in sul mattutino
e a quiston venuti
l'uno
che era
(1)
Otaeifiai lettere
pitale .
(a)
ecc.,
del 37.
c^
do Gisippo
GIORNATA DECIMA
sentita e
,
veduta
gli
parve
alla
morte mol,
to da lui dislderata
aver
trovata via
i
e perci
,
senza partirsi
gi
il
che
fatto
aveva sentito
vi
vennero ( i ) e Gisippo furiosamente ne menarono preso Il quale esaminato confess s averlo ucciso n
.
mai poi
cosa
il
per la qual
,
pretore
comand che
lor
s'
fosse fatto
come
al-
usava.
al pretorio,
misero conil
dennato
e avendo udito
,
perch
subitamente
e mai-avigliossi della
:
sua
e ardentis-
simamente disiderando
d' aiutarlo,
n veggendo alcuna
non
lui
prestamente
il
si
Marco Varro-
ne, richiama
povero uomo,
uccidendo colui
il
quale
,
tuoi sergenti
ox*a
senza volex^e
.
con
si
morte
d'
un
,
Varrone
1'
maravigli
udito
;
e dolsegli che
tutto
il
pretorio
avesse
ritrarsi di far
Gisippo
si folle
e in presenzia di Tito
,
gli disse
,
come
fost
che
tu confessassi
la vi-
quello che tu
ta
?
non
facesti
giammai
il
andandone
(i)
Venne,
venne
il
testo
M.
testo sta lo
ritocco
. ,
NOVELLA
ucciso
egli
1'
Vin.
93
l'
ma
erti
1m ucciso
e nssai
s)
Tito
Iute
bea conobbe
come
Varrone, veramenle
uccisi
e In piet\ di
Tuo
,
min
salute
omat
come
costui forestiere
,
e senza
la
arme fu
trovato
air ucciso
e veder puoi
3
e perci liberalo, e
me, che
V ho meritato
punisci
re esser colpevole
e pensando al
modo
un giovane, chiamato Poblio Ambusto di perduta speranza e a tutti i Romani notissimo ladrone , il quale veramente V omicidio aveva
commesso, e conoscendo ninno
di (juello che ciascun
s'
de'
,
due
esser colpevole
accusava
la
Utnta fu la tenerez-
gli
venne per
innocenzia di questi
di-
e disse
pretore
miei
fati
mi
:
e infesta a dover-
me-
mo
uccisi
,
istamane in sul di
Ih vid' io
e questo
cattivello
io
i
che qui
che
si
Tito non
,
la
non
essere
uomo
di tal condizione
adunque
libe-
g^'
ragli,
GIORNATA DECIMA
e di
me
.
quella
pena
piglia ( i )
che
le leggi
sen-
fattiglisi tutti
condannato
la
no
innocenti, e
il
il
terzo per
amor
preso
za e diffidenzia ripresolo
grime
Il
men l dove Sofronia con pietose laricevette come fratello E ricreatolo alquanta
, .
chiamata Fulvia
:
gli die
per moglie
il
e quindi
gli disse
Gisippo
a te sta
,
omai o
volerti
qui appresso di
me
1'
dimorare
Gisippo, costrignencitt
,
esilio
amore
il
accord.
Dove con
sempre in
se pi
potevano essere
divenendo amici
,
Santissima cosa
adunque
1'
amist (a)
non
sola-
mente
di singular reverenzia
degna
si
ma
d' essere
con
come
discretissima
ma-
or
Sifj ot
avrebbe dello
,
me danna a
NOVFXLA Vm.
e di carit
,
g5
,
sempre
in
effetti
veggono
due
mortali
qual solo
alla
propria
utilit
riguai-dando
ha
perpetuo relegata ()
sentire,
che
amata
costei T
da
lui
avesse
leggi
,
divenir di Tito
,
se
non
le
Quali
quali minacce
qual paura
,
giovanili
forse
stati
,
talvolta
invi-
se
non
costei
(a)
Quali
qua' meriti,
di pei^
non curar
fe e degli
per soddisfare
amico
se
non
costei
stes-
suo
al
quale
la for-
lesto
Maan.
Quali
aUto k
(a)
nelli
(3)
non
si
leg^
nel
tetto
Man
Qui onestamente
vale
aeeonciamente , deslramenU
96
tuna
il
GIORNATA DECIMA
suo aveva tolto
,
se
non
costei ?
Chi avrebbe
a Gisippo (i),
il
verissimo
se
non
costei
Disiderino adunque
sorti
uomini
la
,
(2)
le turbe
,
de' fratelli
de' figliuoli
numero
,
de' servis'
dori
1'
s'
accrescano
di questi
,
non guardino
qualunque
uno
ogni
minimo suo
pericolo pi temei
padre o del
trario far
.1
fratello
o del signore
dove
con-
si
vede
all'
amico
(1) i"
La
a Gisippo,
il
lesto del
27.
(2) Il Ruscelli
sorti. Il
cosa.
(3)
"t
La stampa
del
27
e quasi tutti
testi
hanno gradi,
e cos
pure
l'edizione fattasi in
Lucca dell'ottimo
testo.
essi,,,
,.
n perch'
e'
tornasse a dir
come
non avendo
grandi
lo
ha ottimo,,.
quelle parole
perico-
grandi
intendi per/coZi)-
qtn
medesimo,
bella e giudiziosa
molto.
*TM>1
07
NOVELLA
fi
IX.
Saladino informa di mercatante onorato da messcr Torello Fassi il passaggio Mcsser To.
rollo
si
:
d ui
preso
A
notizia del Soldano
sbjatto riconoscere
,
quale
riconosciuto
.
sommamente l'onora MeS' ser Torello inferma , e per arte magica in tuia notte n' e recato a Pavia , e alle nozze che det" la rimaritata sua moglie si facevano , da lei
,
riconosciuto
con
lei
vcva
alle
da
il
tutti
parimente era
deretano (a)
Ke
il
cosi
cominci a parlare.
fallo
'1
Filomena
in
ci
dolse
se noi
,
qui
reggere
difetti
simo,
io seguiterei
ma
perciocch ad altro
nell'
nostro fine
me
caistoria
duto
assai
animo
,
di dimostrarvi forse
con una
delle
lunga
ma
una
magni-
acciocch per
le cose
che nella
mia
(i)
(lampa
lil
27.
{a}
e vale ultimo.
9
no non
diletto
s
GIORNATA DECIMA
pu per
li
almeno
,
prendiamo del
,
servire
sperando che
.
quando
che
sia
di ci merito ci
,
debba seguire
tempo
mo,
a racqui-
fece per
il
li
cristiani
,
un
general
si-
passaggio
La qual
cosa
Saladino
,
valentissimo
alquanto dinanzi
quel pas-
jBagglo
ordinato in
d'
sembiante faccendo
andare in
uomini e con
mercatante
si
solamente
in
forma di
mise in cammino.
,
avendo cerche
do per passare
oltre a'
,
monti
avvenne che
,
andando
scontra-
da Melano a Pavia
rono in un gentile
rello d' Istria
ed essendo gi vespro
il
si
uomo ,
,
cui
nome
era messer
To-
da Pavia
il
se n'
andava a dimorare ad un
'1
quale sopra
vide
,
Per che
do-
mandando
il
Saladino
un
quanto
e se
ad ora giugner
non lasci
:
rispondere al famigliavoi
re
ma
rispose egli
signori
Adun-
que, disse
il
ch stranier slamo
NOVELLA
IX.
99
Io nel
mander
eoa voi
ed
egli vi
conducer
in parte
.
al
g'
prestamente,
come
si
pot
venne ad
nspetlargli
Il
fami,
gentili
,
uomini
di
diverse cose
gli trasvi
be
tutto a pi fat-
tosi loro
signori,
voi siate
beu venuti
s'
Il
Saladino
il
essi
invito
,
se
quando
gli
trov invi-
avesse
perci
con
lui
gli
aveva condotti
re re
,
-,
disse
messe-
se de' cortesi
uomini
1'
uom
,
si
potesse rammarii:a,
noi ci
dorremo
di voi
il
quale
lasciamo stare
avete
,
del nostro
ma,
vostra
benivolenza
si
.
a prender
alla cor-
come
la vosti*a
11
,
cavaliere
savio e
ben parlante
,
disse
signori
questa
che voi
conver-
ricevete da noi
si
rebbe
da
lia
ma
non potreste
se
:
che buon
la
fos-
(ler ci
non
vi sia gi*ave
V avere alquanto
via
?o
traversala
,
GIORNATA DECIMA
per
un poco mea
i
disagio avere
cosi
,
dicendo
la
come
smontati furono
i
cavalli adagiarono
alle
e messer
Torello
tre gentili
,
uomini men
apparecchiate
dove
vini, e in
ragionamenti piacegli
ritenne
Il
Sala-
dino
e'
compagni
e pareva
il
pi pia-
1
,
pi.
costumato
uomo
ragionasse
duto
dolca
che
di
gli
non
Laonde e'
:
gli
pens di volere
la seguente
mattina ristorare
e informato
,
un
,
de' suol
alla
sua donna
,
che
sa-
animo
nel
mand a Pasi
serra-
va
gentili
uomini nel
e'
giardino,
domand
chi
fossero,
cl-
Al quale
il
Saladino rispose
mo
a Parigi
piacesse a
cosi fatti
uomini
clienti io
tanti
commise
assai
e quivi
rono
bene e ordinatamente
guari do-
NOVELLA
, ,
IX.
,
loi
che
avviatodon
mewer
dormire.
ta alla
Il
mandato
a Pavia fc l'ambascia,
donna
la
ma con reale
fatti
lume
convito invitare
marito
, i
era stato
mandato a dire
si
Venuto
il
giorno
gen-
tili
uomini
levarono
mongiiaz*
.
suoi falconi, ad
un
zo vicin
gli
men
e mostr loro
come
essi
volassero
Ma
dimandando
il
migliore albergo
io sar desso
,
gli
trarono in
cammino Ed
.
citth pervenuti,
inviati
dove
gi
eran ve-
gentili
uomini,
a' quali
.
subitamente
cosa
il
furon dintorno
ladino
e'
a' freni
e alle staffe
,
La qual
s'
Sa-
compagni veggendo
,
troppo
avvisaron ( i )
ci che era
e dissono
ci
(i)
(9)
che noi
v'
lUmp*
di
lei
37.
rrgisira quesl vore
ilei
vamo
\*t tihbUtmo
Il Pistulet
non
ni
pur
tra le antiche e
diiUMle. L'eilii.
Gr^orio de'Gregori
i5i6
ha abbiamo.
DECM. T. V.
102
GIORNATA DECIMA
,
non
vogliamo
andare
spose
:
al cararain nostro
ri-
fu fatto so
io gra-
do
in
alla
cammino
:
alla
mia
pic-
cola casa
e con
meco insieme
,
questi gentili
uomini che
il
dintorno vi sono
a'
ne-
far lo potete
vinti
,
se voi
Il
Saladino
e'
compagni
smontarono, e
furono alle ca-
uomini lietamente
mere menati
le quali
no apparecchiate:
te era
da camminare
acqua
apparecchiato
vennero
data
1'
alle
mani
e a tavola messi
di molte vivande magnificamente furon serviti, intanto che, se lo iraperadore venuto vi fosse
,
non
si
il
sareb-
be pi potuto no
e'
quantunque
Saladi-
signori
si
e usi di
vedere
essi
grandissime cose
nondimeno
maravigliarono
,
molto di questo
avendo
era cittadino e
non signore
Finito
mangiare e
le ta-
essendo
i
il
caldo grande,
come
gentili
uomini
li
di Pavia tutti
andarono a riposare
ed esso con
entratosene
una camera
(i)
D\die,
il
testo
Mannelli e l'edizione
di
Milano.
NOVFXLAIX.
che
te essi
io3
si
veduta nonavc8c>ro,(itiivi
due suoi
figlioletti, clic
se
ne
levarono in pi
Ma
fu
ragionamenti entrata
messer Torello
essa piacevolmente
gli
donde
i
fossero e
donde andassero
ni cosi risposero
lora (i) la
gentili
uomiAlin
fatto.
adunque veggo
non
che
il
go che
mi
facciate di
il
rifiutare
vi far
il
n avere a
venire
:
quale io
ma
lor
danno
pi
al
buono animo
del
dh riguardando che
.
alla quantit<H
dono
il
prendiate (a)
di robe,
fattesi
V un
non
tre
miga
cittadine n
da mercatanti
lini
,
ma
da signore, e
:
disse
prendete que-
Alla quale. Tetto M. t con maofcsto rrrore. N*^l \t%\a Mannelli era,, pi al buon animo
alla qu<iiilt
di chi
lU rguar|>oalo
dando, che
riguardiate :
ma
nel
margine fu
da
mano
diTersa del
dono,
ti
il
37
e del 73.
E ve' E
ad
non renda
buon senso.
modo
il
al libro
ancor
egli al
., ,
o4
.
GIORNATA DECIMA
Io
ste
ho
delle robe
il
mio
signore
vestito
siete
con voi
L'
altre cose (
alle vostre
donne lontani
e la lunghezza del
,
cammin
i
fatto e
e che
mercatanti son
vaglian poco
si
,
uomini
)
.
ancor che
I gentili
elle
uomini
maraviglia-
rono
e dubita-
rono
veggendo
la nobilt delle
tesche, di
non
esser
ma
ma-
pure
alla
,
donaa
rispose 1'
,
un
donna
grandissime cose
,
e da
non dover
di
leggier
pigliare
alli
se
vostri prleghi a ci
non
ci strgnessero
quali dir di no
non
si
la
donna
accomanda-
Dio
da lor
si
si
part
quali a loro
gliari
.
convenieno
vestitisi le
andatisi a riposa-
come
il
giorno venne, su
si
levarono, e trovarono in
buo-
loro famigliari.
La qial
comn
uomo
A.
G.e
Non
si
trova
n pur
nell'eclia.
i5l6;
e veramente pare
che
sia di
solecchio: ad ogni
modo
NOVKIXA
li
IX.
re verso di so,
io5
chcntc
re crlslani son
,
cosi
al
fatti
costui A cnvnlcro
non che
veggiam
tanti
quan-
che s'apparec-
chiano:
mn
.
iMippiendo che
il
rinunziargli
non avrebbe
gran
pezza di via
accompagn fuor
il
della citt
quan-
tunque
al
Saladino
partirsi
vasse ( tanto gi
dolo
1*
andata
Il
,
qual
disse
vi
quantunque duro
signori
:
,
partirsi
da loro
,
io
il
ma
cosi
vo' dire
io
non so chi
,
n di saperlo,
pi che
siate
,
vi piaccia
addomando ma
e a
i
che voi
siate
credenza a
Il
me
questa volta
git
Dio
\i
comando (3)
:
Saladino avendo
da
,
tutti
compagni di messer
mes-
gli
rispose dicendo
egli potrh
per
la
quale noi
la
.
vostra
Partissi
credenza raOcrmercmo
e andatevi
con Dio
(i)
II
la
nell'originale. Eata
non
ti
na
ma
27
e in quella del
73.
Il
Salviati leavea
ma
neU' ernel
la
tolae via: e
1.
Decameron
(l.
1.
l, r.
8) rape
laaciaie
paaso aenaa
la
la
coti dee
leggerti
il
intende
lingua e
i Poich
e' vi
piace,
il
il
SaWiali
t K* accomando ,
lesto del
37.
i-oS'
GIORNATA DECIMA
il
adunque
Saladino
e'
animo
tava
,
noi disfacesse
di fare
,
che
molto e
e atti e
donna e
,
mendando
compagni
te
(2).
Ma
poich tutto
,
entrato in
:
mare
co' suoi
se
ne torn in Alessandria
dispose alla difesa
,
.
e pienamen-
informato
si
Messer Torello se
ne torn in Pavia
esser potessero
,
n mai
vero aggiunse n
,
s'
appres-
Venuto
t
II
il
tempo
del passaggio
e faccendosil'ap-
(1)
Mannelli not
i
nel
margine die
la
non
era; e
Deputali
ci
1'
l'altro testo
cke, dopo
ottimo, stimato da
il
essi
il
migliore; e quindi
minore
che
il
meno
alla stessa
A\
guisa
c^n.
peggio in
verso.
veggio
il
meglio ed
di
al
peggior m'appiglio,,,
in quell' altro
e migliore in luogo
meglio
Per
lo
migliore
Ma
che
io
la
ragioni. Primieramente da ci
e peggiore per peggio
non
altri dir
per lo
meno , come
comparativi pigliano
,
ia
forza di sustantivo
articolo avanti a s
come
si
voce minore
la
non n'ha n pu
onore o alcun' al-
parola
tosi
le
t In qualche antica stampa leggesi questo periodo cos:,. Parli' adunque il Saladino ecc., molto di lui e della sua donna e di tutte
atti e fatti
sue cose e
ragion,, ecc.
NOVELLA IX.
pareccHUiniento grnnde per
ostante
se
i
107
lagrime,
lutto,
pricglii delln
sua donna e
dispo-
ad andarvi del tutto : e avendo ogni appresto ( i ) ed essendo per cavalcare, disse
alla
fatto
sua donna, la
tu vedi,
ti
quale egli
io
vado
in questo passaggio
dell'
per salute
e
'1
anima
.
io
ti
raccomando
cose
nostro onore
venire
ninna certezza ho
,
voglio io che tu
mi
facci
una grazia
che che di
me s'
che tu m'
aspetti
un
anno
un mese e un
([iiesto di
,
do da
te
che
mi
parto
La dunna
,
che for-
piagneva
rispose
il
messcr Torello
io
non so come
io
mi comporter
;
mi
lasciale
ma, dove
la
mia
,
vita sia
che io
sua
,
morr moglie
.
memoria
donna
quanto in
j
te sar (3),
che questo
ma
la
tu se' giovane
la
donna
gran parentado, e
uomini
se
niente di
me si
a'
suspioherH
;
non
ti
addimandino
parenti
quantunque tu vuo-
La mia
ili
poro prima
ha dello: modo
(3)
molto bello.
Quanto in
le erti.
te
IHM
o8
,
GIORNATA DECIMA
non
ti
gli
potrai difendere
a' voler loro
,
e per forza
ti
converr
compiacere
non maggior
che
ti
dimando-
La donna disse:
detto V* ho^ e
,
io far ci
io potr di quello
che
quando pure
,
altro far
mi
convenisse
termini n voi n
,
me
un
do
to
Finite le parole
,
la
donna
e trattosi di dito
gliele
diede dicendo | se
io vi rivegga
,
egli
avviene che io
vedrete.
ad ogni
me quanEd egli presolo, mont a cavallo, e detuomo addio, and a suo viaggio: e pervenuricordivi di
in galea an-^
1'
to a
via, e in
al-
mano a man cominci una grandissima infermeria(i) e mortalit La qual durante qual che si fosse 1' arto
. ,
la fortuna del
Saladino
quasi tutto
il
rimaso degli
scampati
cristiani
da lui a
man
molte
citt divisi e
,
ser Torello fu
ne
farsi conoscere,
da necessit costretto
egli era
si
diede a conciare
,
uccelli ,
di
che
grandissimo maestro
:
e per di
laonde
egli
(i)
f Cos F oltlmo
testo, la
stampa
de'
Deputati e
le
due
citale nel
Vocabolario. In quella del 27 infermit. Trovasi infermeria per influenza di malattie anche in Gio. Villani e in
colo,
i
altri
autori del
buon
se-
quali da infermare
fecero infermeria
NOVELLA
dine non era chiamato (
il
IX.
egli
109
non rconoscevat
1'
quale
il
animo nvea
gli
era venato
{ter
ambasciadori
,
al Saladino por la
ricompera di
,
dovendosi partire
pens di scrivere
,
donna sua
,
come
e a
lei
l'
come pi
;
tosto potesse
tornerebbe
e che ella
attendesse
e cosi fece
alle
mani
dell'
il
pervenissero
,
in questi
avvenne
un giorno che
uccelli
,
ragionando con
lui
il
Saladino di suoi
uno
atto
con
la
bocca
il
quale
il
Saladino
essendo
Saladino torn
alla
fiso
per che
,
lasciato
il
primo ragionamento,
paese
rello
,
dimmi
cristiano, di
che
se' tu di
Ponente
io
chiamata Pavia,
il
povero
uomo
,
e di bassa condizione.
Come
Saladino
,
ud questo
lieto disse
:
fra s
tempo
la
di mostrare a co;
stui
quanto mi
grado
sua cortesia
e senza
suoi vestimenti ia
,
una camera
acconciare
vel
men
dentro
no
giammai
vide
quelle
,
che
al
Saladino
donate
fossero
ma non estim dover potere essere che desse ma tuttavia rispose signor mio niima ce
:
,
1 1
o
.
ne conosco
somigllarf
mercaianti
Allora
1' il
vestito
,
ne fui
Saladino pi non
:
potendo tenersi
teneramente
,
abbracci dicendo
1'
e io son
uno
de' tre
;
mercatanti
a'
e ora venuto
qual
sia la
credenza
nel partirmi
da
udendo cominci ad
,
esser lietissimo
vergo,
gnarsi;
ad
vuto
A
ma
cui
il
Saladin disse
messer Torello
poich
mi
v'
il
ha
mai
signore
E
il
sieme grande, di
reali vestimenti
i
f vestire
nel
,
comand che
,
da ciascun
rato fosse
che
cosi
ono-
come
quali
sua persona
,
Il
ma
molto pi che
stati
due
li
.
compagni erano
del Saladino in
,
casa sua
aella quale
messer Tore!
vide
alquanto
,
le
cose di
Lombardia
al
mente
le
massimamente perciocch
zio
sperava fermamente
pervenute
stiani
,
Era
nel
campo
il
di
morto e
,
seppellito
un
il
cui
cosa
nome
,
per
la
qual
chiunque ud dir
NOVELLA
mcaser Torello morto
d'Istria, e
,
IX.
Ili
credette di inesser
il
Tord
non
di
quel di Dignes; e
perdio multi
,
Italici
vella
tra'
st'i
di dire
sepol-
tura
La qual
,
di lui
ne
ma
sciuto
Lungo sarebbe
ti'islizia
e quanto
dolore e la
,
'1
donna
la
quale
men
minciato
LomIl
bardia domandaui
che
gato
costretta
i
alla
Gne
,
le
convenne
far quello
che
ella
vollero
suoi parenti
tanto
quanto
in
,
Mentre
Pa-
e gi
magli
sandria vide
un
uno
il
galea che a
,
Genova ne venia
per che
fattolsi
chiamare
il
do-
mand che
fosscr giunti
quando a Genova
signor mio, malin Greti sentii, l
Al quale
costui disse
,
si
,
come
dove
io rimasi
,
perciocch
Cicilia
si
12
GIORNATA DECIMA
,
n ne scamp t&
fratelli vi
due miei
perirono
fede
,
che
a e
e ricordandosi che
termine
ivi
,
alla
sua donna
Pavia
ritata
la
donna dovere
cadde
,
essere
,
ma-
(2)
che pen-
il mangiare e a giacer postosi diliber di moLa qual cosa come il Saladin senti, che sommamente 1' amava venuto da lui dopo molti prieghi e
dutone
rire
.
grandi
fattigli
sua infermit
aveva detto
e appresso
,
preg che
si
confortasse , af,
fermandogli che
egli
adopere,
rebbe
si
che
egli
.
dissegli
come
,
alle parole
del Saladino
s'
incominci a
si
confortare e a solllcitare
liberasse
.
Saladino che di ci
,
di-
Il
Saladino ad
un suo nigromante
,
la cui
impose che
egli vedesse
via
sopra
cui
il
un
letto in
una notte
ci sarla fatto
ma
che
egli
,
facesse
dormire
Ordinato questo
,
Saladino a mes-
ser Torello
(ij
"f
il
eie'
Latini, Notis-
simo
(2) Si avverla
si
legge maritata,
ma
che
stato coiretlo
ila
rimaritata
f Rimaritata
anche nella
, , ,
..NOVELLA
pure eMero in Pavia
e
,
IX.
,
ii3
e esser poteseo,
al
termine dato
non
potesse
,
a voler morire,
mes-
ser Torello
se voi affelluosaraente
amate
la
donna
,
sallo
Iddio
ella
cui costumi
st<ir
le
,
cui maniere e
cui abito
lasciamo
la bellezza
che
fior
caduco, pi mi
poich
,
la
man-
dato
che voi e
dobbiamo,
si-
che
io tengo
.
parimente
se
,
mi dovea
cader
esser
conceduto da Dio
,
dovendovi questo
al ter-
nell'
animo
,
o di morire o di ritrovarvi ,
,
mine
posto
in Pavia
sommamente
,
avrei disiderato
tempo
,
come
io posso
.
nella
forma
che detta
rello disse
v'
:
ho ve ne mander
no
ria
la
qual mai da
;
me
in
si
meritata
dolo
ma
(i) Si iTTerta
dopo
la
|>atola
care,
la
altra
mano, che di
ifuanle
donne
io vt^i
giammai
i Qu( sia giunta
i di opraccariro
.
al
1 1
GIORNATA DECIMA
partito
, ,
ho per
di fare
io vi priego
,
che quello
che mi dite
si
faccia tosto
di che io
debbo
essere
Il
Saladino disse
il
che ci senza
fallo era
seguente d
il
un
bellissimo e ricco
la loro
tutti
secondo
,
usanza
di
col-
velluti e di drappi
tre lavorata a certi
ad oro
una
la
e
.
questo fatto
comand
,
il
fosse
la
pi
che mai
fosse stata
veduta
sue
ora
per alcuno
lor guisa
.
una
delle
1'
Ed
essendo gi
il
mera
glisi a
and
e posto-
messer Torello
s'
l'
ora
appressa
e perciocch io
gnarvi n farvi accompagnare, per la qualit del cammino che a fare avete che noi sostiene qui in camera da voi mi convien prender commiato al qual
,
,
perci prima
che
io a
Dio
accomandi
vi priego
che di
me vi
ricordi, e, se
voi,
possibile
anzi che
nostri
le vostre cose di
Lombardia ^
(i)
NOVFXTAIX.
una
volta
ili
ii5
io
almeno
n veder
mi vegnate, acciocch
che ora per
possa
ral-
legralo
la
vostra fretta
mi convien commettere;
non
,
e infino che
questo avvenga
e di quelle cose
(l)
eoa
lettere
j
che vi piaceranno
richiedermi
In quella e
in quello', posti
TTetLialmente JenoUno
trn)i>o, e
il
Bembo
Ub, 3
(a)
pg. 343.
t
li ti
II
tetto
Mannelli
secondo
la
tUmpa
Lacca, ha diUtto^ e
rod anoora
motlo
nella
legga etiaitdio negli altri tetti a penna, de* quali, oltre all'otserfirot.o
i
timo,
Deputali e
il
con tuUo
tia er-
il
menomo cenno
il
di verun* altra.
Leggesi
anche
nftl
tetto a
penna
della Bililioteca di
Gregorio
de'
Gicgori,
avrel)l>e
veduto
clut
Niccol Delfno,
qual
loro
le
di
Non
m'accusi d'incoerensa
il
lellore te,
avendo
io altrove
hinimate
all'
una contro
il
autorit
divario tra
I'
correggere arhi-
ne.
alla
Quando
erronea, eviilentemenle
il
il
verso
testo dell'autore
fallo;
non
il
rrligioaili
ma
.
superstisione;
la
e te
la
lesto nella
gli
sua purit,
seil
errori
Poniamo che
egli
sarclilM
venuto
fatto inavvertilanicnte e
contra
la
sua io-
ienaione un'/ in luogo d'un'y, stante che Ji7r//o in questu luogo repugna
e ali* propriet della lingua ed
te dijetto
?
II'
al
senso, evi
si
richiede indispensabilmen-
prrcli
peana
dt
autore roetlesimo,
quale
manifesto P
1 ,
tari corresse
quel luogo
dell'
Aminl(att.
se.
Nuovi
ed Orffi
M facendo,. Nuovi Lini ed Orfei ( quantunque n tao originale del Tasso ) e n' eble lode.
ci fosse
'
**'
ii6
va
le far
GIORNATA DECIMA
uom
che
vile
che parole e
il
rispose, irapossibil
che mai
suoi benefici
gli uscissero,
,
comandava
Per che
;,
farebbe
dove tem-
po
se
il
Saladino teneramente
gli dis-
abbracciatolo e basciatolo
:
e della
camera
s*
s'
usci
e gli altri
,
baroni appresso
tutti
da
lui
accommiatarono
Ih
e col
dove
egli
aveva
il
letto
acconciare
Ma
essendo gi tardi, e
,
ni-
gromante aspettando
lo spaccio e affrettandolo
j
venne
un medico con u
beveraggio
fattogli
vedere (i)
,
di lui
gliele
dava
gliel fece
cosi dor-
mendo
fu portato per
,
comandamento
e
s la
del Saladino in
sopra
il
segn
che apertaalla
donna
mandata
Appresso mise in
uno
un carbuncolo
reva
,
un
si
,
il
poteva stimare
il
.
Quindi
to
sto
cui guemiraen-
non
si
oltre a
que-
un fermaglio (2) gli f davanti appiccare, nelqual erano perle mai simili non vedute con altre care pietre
(i)
tlalogli a
uialo.
(2)
Fermaglio
pendente che
si
porta con
catena
Yocah. ornamento, e
gioiello semplice.
NOVELLA
I8iai.
IX.
di lui
i7
due
,
lati
graudissiini
fc
porre
e molle reti di
,
le quali
lungo
sarebbe a raccontare,
sto fallo
,
gli fece
metter dattorno.
,
E que-
da capo basci uiesser Torello e al uigromante disse che si spedisse ; per cbe iucontaneote in presenza del Saladino il letto con tulio messer Torello fu tolto via
,
il
.
gionando
in
si
rimase
Era
,
gii
Piero
,
Ciellpro
di Pavia
si
sta
lo posato
sopraddetti gioielli
e ornamenti
il
e ancor
il
:
si
dormiva
quando, sonalo gi
matlutino
in
un
il
lume
mano
,
ricco letto
non solamente
,
maravigli
si
,
ma
avuta
11
grandissima paura
le
1'
indieUro fuggendo
torn.
si
qua-
abaie
e*
maravigliala dis-
Il
monaco
O
u
disse l'abate
se' in
si
non
se'
,
tu oggimai fanciul-
meute paventar
chi
t'
debbi
.
Ora andiam
nella
veggiamo
,
ha
fallo
baco (i)
i
r abate con
quello
timidi
tulli
suol
monaci
e sopra
cavalier che
dormiva
mentre dubitosi e
riguardavano
avvenne che
,
veraggio consumata
(i)
Fare baco
,
^ iMnibioi
(a)
copread(M
olio
, il
che
ti dice
A-venne cha
ecc.
due
pallici. Ile
die
I luliiu su|h:IIiiii.
A. loUvoe
ptima. RjU.
DIiCM.
T. V.
/
1 1
GIORNATA DECIMA
un graa
1'
gitt
sospiro
ro e
e gridando
Do-
mine, aiutaci
gli
tutti
conobbe manifesta;
mente
dove
al
la magnificenzia del
Saladin cono-
Non
monaci
nome a chia-
mar
ch
non
dubitasse, percioc-
ma dopo
,
gomenti rassicurato
il
sentendosi
pur chiamare
lui
.
fattosi
and a
,
Al qual mes?
o padre mio
,
Io
son vivo
la
,
mar
ritornato
,
L' abate
egli avesse la
,
barba grande
il
raffi-
gur
disse
e rassicuratosi tutto
figliuol
ti
il
prese per la
j
mano
e
:
mio
tu
sii il
ben tornato
e seguit
,
tu non
per-
creda
sii
ti
so dire
rimaritata
,
nuovo marito
(i)
f Contro suo
volere
la
NOVELLA
upparccchiato
ricco letto
fc3ta
,
.
IX.
H9
il
Meuer Torello
all'
levatosi d' iu su
e fatta
abate e
a'
monaci maravigliosa
con
al-
cun
che
egli
non avesse
fornita
Appresso
,
fosse
puuto raccont
,
abate
L' abaie
con
lui insieme
rend grazie
1'
a Dio
a-
nuovo marito
.
della sua
donna
:
L' aavanti
cui messer
Torci disse
si
sappia
io intendo di
veder che
sia
,
quella di
mia mogliere
in queste nozsia
e perci
le
persone
religiose
andare a cosi
conviti
io voglio
che per
amor
al
di
me
e,
come
il
giorno fu
fatto,
mand
che
Acu
gentile
uomo
1'
rispose
molto
re
,
gli
piaceva
Venula dunque
,
che era
,
con
1'
a-
con mara-
da chiunque
abate a
tutti
il
vedeva,
ma
riconosciuto
da nullo
l'
dor
Fu
appunto vimpetto
donna sua
,
la
quale
egli
cou
e nel viso
gli
pareva
guardava
lui
non
gih per
20
GIORNATA DECIMA
che
la
barba grande e
ella
lo strano abito, e
,
la ferma credenza
gliele toglievano
.
cTie
Ma
ricordasse
reca-
mano F
donato
lei
si
fece chiamare
,
un
giovinetto
che davanti a
alla
serviva
e dissegli
di
da mia parte
nelle
alcun forestiere
come
,
io son
mangia
,
al
convito
come
sia a
ella
mangiare
ella la
,
coppa
la {|ua-
con
le,
la
qual bee
il
gli
manda piena
la
di vino
con
poich
forestiere
gli
piace,
.
ricoperchiata la
giovinetto f
1'
coppa
sposa bee
il
rimanente
1 1
la quale, s co-
me costumala e
barbassoro
ta
,
,
per mostrare
grado
la
sua venu,
la
co-
mand che levata fosse ed empiuta di vino e portata al gentile uomo e cosi fu fatto. Messer Torello avendo,
ai
il
r anello di
lei
messo in bocca
si
fece che
bevendo
coppa
,
no d
poco vino
lasciatovi
quella ricoperchi e
,
man-
alla
donna
La
,
quale presala
scoperchiatala
,
acciocch
se la
l'
usanza
,
di lui compiesse
mise a bocca
,
e vide
1'
anello e
;
alquanto
il
riguard
presolo
e iso
il
qual forestiere
credeva e gi cono-
grid
questi
il
mio
si-
corsa alla
NOVFtXAIX.
tavolfl nlla
m
vero rlgiianlo
n'
.vrn/a
la
quanto
pott>,
che quivi
Torello non
sarebbe ancor
essendo
gih le
,
mai
per
e-
d'un
pregandone
ogni
uomo
st'^tte
cheto
ventilo
'
gli
che
al
gcn-
tile
uomo
la
il
quale
lui
donna
si
ritoglieva,
nuovo sposo,
qiian-
liberamente e
com
snella
amico
rispose
,
quel fame
e
lo
la
,
che pi
piacesse.
La donna e
si
l'
lasci, e
quel-
tratto
mise, e simile;
mente
no
e usciti della
pompa
lutti
quivi
,
gli sconsolati
amici e parenti e
il
cittadini
,
che
quasi per
lieta festa
vsue
un miracolo
riguardavano
con lunga e
,
racconsolarono. Messer
T orello
,
fatta delle
delle nozze, e
altri
e per pi d'un
messo
significala la
pi anni con
aa
.
GIORNATA DECIMA
il
fine
donna
.
il
guider-
Le
quali molti
(
i
si
mal
sanno
che prima
,
fanno
assai
pi com-
che
,
fatte l'abbiano:
per che,
non ne segue
essi
altri
maravi-
ne dee
NOVELLA
//
X.
a suo modo , piglia una figliuola d'un anllanOf della quale ha due figliuoli , li quali le fa veduto (2) d' uccidergli
.
Poi mostrando
lei
es-
moglie presa ,
a casa f accendasi ritornare la propria figliuola, come se sua moglie fosse lei avendo in cami,
scia cacciata
ad ogni
,
ziente, pi cara
i
ciesana
V onora e fa onorare
(3)
Re molto
,
a tutti nel
:
sembiante piaciuta
(1)
Dioneo ridendo
poterlo fare.
disse
il
buono
Di
che
cio
ii
modo da
(2)
Fa
(3) Il Petrarca,
questa novella
la
tradusse In
lati-
no
quisquis ex
me
quaeret an iaec
vera
sirit,
hoc
NOVELLA
uomo che
,
X.
ia3
abbas-
avrebbe dati
men
due denari
:
di tutte le lode
,
messer
Torello
il
e appresso
sappiendo che a
dire
incomiuciiN. Mansuete
,
che mi paia
soldani e a
e perci
un mar,
ma una
,
matta
bestialith
Gne . La quale io
Gi gran tempo
fu
tra'
marchesi di Saluzzo
,
il
il
(giiuoli
in
ninna
in uccellare e in al*
cacciare
n di prender moglie n
,
di
che
egli era
seilieet
da re putar molto
Ioannem j sii .HtW'i twntali
auelorem
meum
in vero furono questi del Petrarca e di tanti altri autori gratiiaimi, fatiche
rimangono
perch
il
dcirohlio restan
alla Tetiti
,
sepolte,
tra-
di quelle
duaioni nulla
diletto. I
Il
aira,anai
le
loro originale
prenda
commedianti
intitolarono
si
la
Le Myttre de
Marquise de Salace
co-
me
nel
Francese,
Tom.
Il
II.
stampalo io Amalctdam
1756.
Apostolo 2jeno ne fece
un dramma.
Manoi
ci dice di
possedere
pn
copia aello,
Illustrasioni.
la ateasa
Noi T abbiamo
letta
ci
pare
figura,
drammutiohe
mai
loilato
Mari.
0.
4
.
GIORNATA DECIMA
La qual
II
savio
volte
egli
cosa
a'
suoi uomini
non piacendo,
,
pia'
acciocch
,
senza erede n
offe-
fatto
padre e
madre
re
se
discesa
amici miei
voi
mi
non
far
mai, considerando
sia a
,
mi ben
la
si
,
convenga
e
copia
come dura
che a
il
s conveniente
abbatte
dire
vi crediate a'
le figliuole
tal
conoscere
,
donde argomentate
di
darlami
sia
che mi piacer
una sciocchezza
madri
di quelle
conci
n come
segreti delle
quantunque
pa-
le figliuole a'
,
madri
dissimili (2)
Ma
,
poich pure in
e io voglio esser
al-
contento
(i) (
Trovargliel ,
il
lesto
Mann,
1'
e<l!z.
ilei
27:
tro\>argliela
Depuf.: trovargliele,
(2)
le
due
ediz.
Questo contrario
al detto
d'Orazio.
:,
ma
molto conforme
al
sentimento
d'
Omero
il
figli consimili: e
il
Dante,
perch
li
rami
e questo vuole
lui si
Quei cbe
la
d, perch da
chiami.
NO\TXtAX.
trui
n5
ne Toglio
,
essere
trovntorc
nfTormandovi che
fia
cni che io
mS
tolga, se
da voi non
come donna
aver
sol
cbe
esso si recasse a prender moglie Erano a Gualtieri buona pezza piaciuti costumi d' ima povera giovineti
ta
gli
sua era
e pareodo-
ver
e perci
senza pi
:
avanti
il
cercare
costei
fattosi
si
che poverissimo
.
era,
con-
venne di
ri
torla
per moglie
tutti
:
suoi
cisse
loro
amici miei
che
io
.
mi
e io
mi
voi
vi
son disposto pi
io di maglie
mi
promettesle,cio
era-
po che
io
promessa
e Oe io
me
la serviate
lo
ho
trovata
un
gio-
vane secondo
il
cuor mio
assai presso di
qui
lacuale
menarlami frjqui a
pochi d a casa
nozze
sia bella
,
;
,
e perci pensate
e
come
la
fest;
delle
come
possiate
sion
chiamar contento
come
voi della
mia
vipolrete
(i)
ileilo;
ToMani ToMfooo
p*i.
in
ia6
chiamare
cer loro
,
.
GIORNATA DECIMA
I
buoni uomini
,
lieti tutti
,
risposero ci pia1'
e che
ssi
avrebber per
.
donna e onorerebbonla in
Appresso questo
grande e
lieta
tutti si
tutte cose si
come donna
misero in assetto di
il
far bella e
festa
mini e
far
dattorno
e oltre a questo
ap,
una
si
richiedea.
,
venuto
d che
alle
Gualtieri in su la
avendo
disse
:
signori
tempo
sposa
compagnia
lei
trovata (i)
lei
\ Cnfessarono
della jnciulla
,
za
ar-
rogaroE
come
fecero
il
Ruscelli
alcun
che secondo
minuzie gramaticali
peravTcnlura
spensitala libert,
(*).
vengono
buoni
scrittori,
ed
in ogningua,,
()
Mila
lecito,
come
mia opinione
senza darhalcuna importanza. Dispongo una parte del luogo sopra riferito cos:giunli a casa del
lei
.f
NOVELLA X.
tornava dalla fonte in gran iretta
altre
,
la;
fcmmiac
equa
ne a
torniva lUlla fonte in |;rn frcUa, per andar poi con altra fctomU
quale come Gualtieri tJc, ) la domand doTe il padre foiae. La mio aTviio, dall' aver fatto due pe-
un
me
prendeate
una qualchr^regolatiti.
dire che
i
quella
forma di
potremmo
Sermoni
te
chiamare
rllisai
di S. Agottino Fir.
173 j.
p.
56.
ai
trova:
o monaco, cura
Edia.
lieti
prima
te, tu
Boccaccio
nell'
Amelo Opere
si
Nap, V. 4topra
il
p.
n4'
La
tutti i
circunstanti ,
verde stra-
nella
G. 10 N.
8.
do
e
le
propoaiaioni incidenti
da
me
e leggendo.*
lei trovala,
come Gualtieri
della lingua,
il
la vide,
non
detto
ai
il
rio al
huon uso
come ha
il
vescovo
vero che
il
come
pronome,
ma
la
pi agevolmente
|>er
relaaione del
pronome
ha
ve
:
come fu
osservato altro-
veggasi ancora
ai
il
Lione l557. P' ^4* potrehbe anche leggere aensa pronome alcuno! elei
del
Ragionamento
Ridolfi,
come Gualtieri vide ec. ed allora lei assoluto, ma quarto caso ilei verbo vide.
il
pronome
la quale di
il
viene allora o
che
vy
pra. Nella G.
1.
N.
1. ai
trova;
il
il
Filoc
di
Dante
Fir.
1733.
p.
die in breve spazio di tempo comprese per isludio quello, die oppot-
a8
GlOnr^ ATA
DECIMA
,
La quale come
cio Griselda
ella
,
Gualtieri vide
domand dove
:
il
padre
fosse.
Al quale
egli
vergognosamente rispose
.
signor
mio
in
casa
uom
che
l'
aspettasse
nella povera
difficile
pe-
toglie
il
pronome
il
Nap. V.
5. p.
barba non
m''
ingannano, tu dovresti
avere
li
costumi del
mondo , fuor
un senso
ricavare
quel-
l'inutil la
quale mi sembrato
Il
tante tenebre.
giuslamenle
acciocch
ma
non
sole
tua et,
la
gli
luoi sludi.
Per
lo
che
il
periodo citato,
la tua et
abbandonando
pronome, verrehbe
a dire: e
primieramente
ec.
Finalmente un passo
coli'
pu
favorire l'emendazione
mia
un
solo.
di
Commento
tati
sopra
aaS.
Si patla
Pompeo. Essendo
a casa
vest imenli d
Pompeo
il
che, secondo clu alcuni scrivono, era avvenuto che sacrificando egli
Giulia gli
pronome
quali
della
i
al
pronome
gli,
il
periodo del
.
Commento
do
Novella da
lizie
vestimenli di
quali
temendo
maggiormenle pro-
babile
il
regolarit grammaticale.
NOVELLA
casa
,
X:
che avea
129
dove trov
,
il
:
padre di
io
lei,
nucole
e dissogli
da
ma prima
:
da
lei
presenzia
egli ]K>r
togliendola
,
moglie
,
s'
ingegnerebbe
egli dicesse
di
compiacergli
,
di ninna cosa
barsi
assai
,
che
o facesse
,
non
tur-
s'
ella
sarebbe obbediente
Allora
Gualtieri
presala per
mano,
la
men
e
,
fuori, e in prealtra
compagnia e
,
d' ogni
fattisi
per
fatti
aveva fare
i
prestamente
e sopra
com*
egli
erano
,
le fece
appresso questo
sta cosa
,
maravigliandosi ogni
,
uomo
di que-
disse
signori
costei colei la
,
sia
dove
,
ella
me
e poi a
lei rivolto
,
che
di so
:
medesima ver,
le disse
Griselda
vuo*mi
mio,
s.
A cui
.
Ed
senza di
spos
fattala
un
pallafren
la si
montare
.
men Quivi
non
di Francia
la festa
alti-amenti
.
che
del re
insieme
gi
1'
animo e
costumi mutasse
Ella era,
,
dicemmo,
e cos
come come
(:)
Jwenevole per
ti
nuvirllii
Mmo
Ifl
3o
GIORNATA DECIMA
,
vale e tanto costumata, che non figliuola di Giannucole e guardiana di pecore pareva stata
ma
d'
alcun
nobile signore
uom che
egli
si
prima conosciuta
avea .
oltre a
questo
,
che
teneva
:
il
pi contento e
il i
pi appagato
sudditi del
,
uomo
marito
n' era
del
mondo
e similmente verso
che niun ve
1'
l'
onorasse di
tutti
(dove
dir
so-
egli era
pi savio e
il
pi avve-
duto
tro
uomo che
egli
al
mondo
i
fosse j perciocch
l'
niun
al-
che
alta virt
1'
da
abito
vlllesco
sato
to
,
ma
tempo
seppe
ella si fare
che
ella fece
re
s'
era contra
'1
marito per
lei
quando
tieri
sposata
l'
avea
dimorata, che
fanciulla
,
ella ingravid,
e al tempo partor
festa
.
una
di
Ma
poco appresso
entratogli
cio di volere con lunga esperienzia e con cose intollerabili provare la pazienzia di lei
,
contentavano di
ma
lei
per
buono
,
aspetlo,
il
e quasi
im Jesiiuo che
pia-
cevole
NOVKLLAX.
la
i3i
vano che
portava figliuoli
,
e della figliuola
che
altro
yano
Le
quali parole
udendo
in
viso o
buon proponimento
,
alcuno atto
disse
si-
gnor mio
fa* di
me
onore e consolazion
si
che
come
io
colei
sono da
men
di loro,
e che
Questa
risposta fu
molto
altri (
) fatto
ge-
avesse
sudditi
non polevan
patir
quella fanciulla di
mand madonna
il
a
,
lei
il
se io
il
me conviene
far
quello che
dato che
io
e
il
e vedendo
imposto che
egli
l'
uccides*
la e benedettala
se
e dissegli
te*, fa'
t'
il
tuo e
mio signore
che
ti
ha imposto;
ma
non
la lasciar
,
per
modo
divorino
comandasse
Il
donna
ma"
(:)
i Altro,
il
Icslo
MauuelU.
13^
GIORNATA DECIMA
,
lu
con essa ne
mand
senza
mai
si fosse,
diligentemente
,
al-
Sopravvenne appresso
,
che
e al
tempo debito
avea
parto-
un
,
figliuol
maschio
il
Ma
to
con mag-
gior
donna
un
di le disse
facesti
,
,
maschio
son potuto
pote di
signore
si
duramente
me debba
,
rimaner lor
di che io
,
esser cacciato
io altra
mi dotto (3) se io non ci vorr che non mi convenga far di quelle che
,
volta feci
.
e prendere
La donna con
se
animo
,
1'
a-
n altro rispose
non
mio
pensa di
me non
molti
non quant'
io la
veggo a
Dopo non
di Gualtieri in quella
mand per
come
lo figliuolo
mand
.
a Bologna
la fanciulla
aveva
mandata
ce
,
di che Gualtieri
al-
6 maravigliava forte
(1)
G. e R. l'allevasse.
(a)
t Giannucolo
quantunque
jjcr
in questo
ili
le u'.iglori
edizioni,
(3)
so|>ra sia
Giannucoe
t Dottare
auticbi
NOVELLA
fare
,
X.
che
ella faceva
figliuoli,
f 3
tra
le
gli
Don
mentre
piacea
la
lei
pi non curarsene
cogoob-
be.
falli
I sudditi
i
suoi credendo
,
egli
uccidere avesse
Ggliuoli
,
il
dele
uomo
.
alla
sionc
La quale con
si
donne
lo quali
,
con
altro
condoleano
mai
non
disse
se
lei,
Ma
parendo tempo
a Gualtieri di
costei
,
fare
ullinia
con
pi soflcrir
quando
donna
assai
ri-
r aveva
col
presa
che un'
,
altra
prender potesse e
lasciar Griselda
.
di
che
egli
da
La donna
padre
core
come
altra volta
al
aveva
fatto
suo be,
forte in so
medesima (3)
dolca
ma pur come
.
ermo
(i)
(a)
viso
si
t NoU carnali! p*r amorevole, affetluoto. t Anche altre volte s' veduto usaui dal Bocc t fn
se
al
modo
de' Laliai
medesimo.
Il
letto
Maanclli e
1'
cJiaioue di
MtUu.
DBCAM. T. V.
i34
da
GIORNATA DECIMA
fece venire sue lettere
il
Roma
Per che
fattalasi venir
:
dinanzi
in presenza di
molti
,
le disse
donna
per
pi-
io posso altra
i
donna
e perciocch
stati
sempre
sia
,
lavoratori
io intendo
che tu
pii
ma
te
la
dote che tu
mi
recasti, e io poi
un' alce
me
,
ne
mener
I^a
non senza
grandissima fatica
ritenne le lagrime
,
femmine
io
e rispose; signor
mio
conobbi
sempre
alcun
la
e quello
che
,
io stala
son
con voi
da voi e da Dio
il
.
il
riconoscea
,
n mai come
l'
donatolmi mio
feci
o tenni
ma sempre
,
ebbi co-
me
prestatomi
Piacevi di rivolerlo
.
e a
me
dee pia-
Ecco
.
il
Comandatemi (2)
convenevole,
\n 8l;ini;)a del
27.
fatta lezione,
sconvenevolezza
fra
Griselda e
'1
mar-
chese,
vi sia
qualche conve-
nevolezza;
simili.
non essenda
possibile far
comparazione
fra
Noi per, soggiungon essi, leggiamo co' miglior libri tutti; un'altra che trovata ri' ho convenevole a me: che, come e' ceicava in
tutti
i
modi
eli
Irall^jigerla,
non
era
in luogo di 'mi
Non
si
su
ile
modo
imperativo.
NOVELLA X.
che
io quella dote
,
rt*
Io ci recai a
:
me
ne porti che
alla
n a voi pagatore n
,
me
bor$a bi&u-
gnerh n somiere
in'
Ael quale io
ho
portali figliuoli
da
me
,
n'
audr ignuvirginitii,
da
ma io
io ci
vi priego
che
recai e
non ne
la
porto
r.he
almeno una
io portar
mia
vi piaccia
che
ne possa
Gualiieri
,
disse
e
il
Quanti dintorno
le
v'
erano
pregavano che
veduta colei
era stata
,
,
egli
una roba
poveramente e
cos vitu|>ero.
samente uscire
come
Ma
in
pricghi
di che la
donna
,
in camicia e
accomandatili
me
Gian-
che Gualtieri
la figliuola
aveva
panni
tieri la
che
spogliati
:
s'
spos
paterna casa
si
diede,
il
come
far soleva
fiero assalt(^>
Come Gualtieri
suoi
,
cosi fece
veduto
a'
glinola d'
uno
de' conti
da Panngo
e facccndo fui^
(l)
Nota dolce
(lilto.
la
M.
lei
(a)
O pi,
eilisioae
tf.
36
GIORNATA DECIMA
,
maad per
:
Griselda,
io
meno
e tu
ac-
la
che
io
non ho
in casa
e perci tu
sai
,
altra
che da
far ci , e quelle
pare,
e ricevile
te
come
se
donna qui
Come
come a
cosi potuto
fatto
por gi
la
1'
amore che
,
portava
come
avea
buona fortuna
rispose
Ed
micia
cominci a spazzar
camere e ordinarle
,
e a
a fa-
re apprestare la cucina
ad ogni cosa
come
se
una
j
mani
mai
ristette
si
quanto
convenia
E appresso
questo
fatto
da parte
(1) "f
(2)
Che
io
ho,
la
lampa
del 27.
Osservisi la voce
romagnuolo
atloperata qui
;
ntivamente
e cosi fece
Boccaccio me-
grossi di
romauo/o : ed anche
a una aorla di
di
Romagna.
al-
(5) Capoletlo;
le
mura
(4)
Puncale; panno
cuopie
la
minci ad
nozze
,
iSy
il
giorno delle
in dosso,
,
come cbe
con
animo
che a
Gualtieri
allevare
in casa
figliuoli
fatti
de* conti da
Panngo ( essendo
,
dodici
il
anni
la
vedesse
mandato
gli
a Bologna al pa-
che
piacesse di dovere
con
menasse
Il
gentile
uomo,
fatto
secondo
che
il
marchese
il
pregava, entrato in
cammino, dopo
compagnia
dove
tutti
i
in su
I*
paesani e molti
dattorno trov,
.
La
le
e nella sala
,
dove erano
era
la
,
messe
si
le tavole
venuta
Griselda cos
:
come
ben venga
,
mia
^-
donna
I.e
ma
invano
che
la
Griselda
si stes-
una camera
o cbe
,
egli
sue erano
se
state le prestasse
a'
davanti
suoi
forestieri )
.
cominciate a servire
La
da
ogni
uomo
,
fatto
buon cambio
molto
e
lei
ma
suo
intra
gli altri
.
Griselda
,
la
lodava
il
firalellino
Gualtieri
al
qual pa-
i38
GIORNATA DECIMA
veduto quantunque dlsiderava
donna
ed essendo certo ci
,
perciocch savia
molto
dell'
la
conoscea
gli
amaritudine
la
forte
Per che
,
fattalasi
venire in pre*
:
uomo
?
sorridendo le disse
che
ti
par
signor
;,
mio
rispose Griselda, a
me
s cosi savia
come
ella bel-
che
'1
credo
lei
io
voi
non
dobbiate con
:
vivere
mondo ma quanto
ture
,
posso vi priego
che vostra fu
gi deste (i)
non
diate a questa
ella
le potesse sostenere, si
si
anco-
fermamente credeva
costei
mo,
men
tempo
omai
li
,
quali
me hanno
,
bestiale
conoscano che
ci,
che
io faceva
ad antive-
duto fine (3) operava vogliendo a te insegnar d' esser moglie, e a loro di saperla torre e tenere, e a me partorire
il
f t
All' altra
che voftra
Ju
g^ deste,
dice
le
Vocabolario.
(2]
Sta bene;
ma
chi
mi
ristora,
il
anni?
(3)
Avverti
il
bel
modo
di dire.
NOVELLA
che non
in quanti
io
X.
i39
modi
lu sai
li
punsi e
perocah
iu parola
n in fatto
aver di
te
dal
mio piacer
partita
ti sii
parendo a
,
me
ti
dMderava
io tra
intendo di rentolsi,
ti
dere a
te
molte
e eoa
diedi.
somma
clie tu
mia
sposa credi, e
Elssi
figliuoli.
sti-
sono quegli
io
crudelmente
uccider facessi, e io
altra cosa
t'
sono
cre-
tuo marito,
il
amo,
,
si
co-
moglier contentare.
E cosi
detto
la
dove
e abbrac-
che quivi erano, sgannarono. Le donne lietissime levate dalle tavole , con Griselda n' andarono in camera , e
con migliore agurio
nobile roba delle sue
,
trattile
suoi pannicelli
,
d'una
,
la rivestirono
come donna
,
la
quale
ri
pareva
nella sala la
menarono.
,
E quivi
fattaci
festa
essendo ogni
'1
uomo
il
sollazzo e
tirarono
,
come che
esperienze
1'
e sopra
savissima
tenner
11
conte da Panago
(l)
S U tuo/rateilo
manra
nel
mio
Mauntlli.
t><
4o
,
GIORNATA DECIMA
e Gualtieri
il
,
di a Bologna
tolto
lavorio
come suocero
pose in
si
che
egli
visse e fini la
la
sua
Ed
egli
sua
con Griselda
potea
,
lungamente e consolato
se
Che
si
potr
dir qui
piovono
come
Chi avrebbe
altri
ma
lie-
to sofferlre le rigide e
quando fuor
si
di casa
s'
avesse
ad un
pelliccione
una
bella roba
La
novella di
Dioneo era
finita
e assai le
Donne
chi d' una parte e chi d' altra tirando, chi biasimando
lina cosa
,
n' ave-
van
favellato,
quando
il
il
Re
cosi
levato
il
e vedendo che
cominci
a parlare
,
adorsen-
ne Donne
come
io
il
me-
le cose preterite
o conoscere
le presenti
ma
.
una
e per
l'
Noi
come
voi sapete
domane saranno
cessando
le
quindici di
malinconie
e'
do-
V angoscie
le quali
per
NOVELLAI.
mente poich questo
,
i4i
pestilcnzioso
di
tempo incominci
il
si
veggono
uscimmo
,
Firenze
che
secondo
il
mio
ch
,
giudlcio
se io
noi onestamente
no e
,
e sonato
COM
atto,
n dalla nostra
ho conosciuta da
,
eoa-
dimestichezza
in
mi
paruta vedere e
Il
e di
me m'
E perci
non ne potesse
e perch alcuno la
non potesse; e
avendo ciascun
me
ci
dimora, giudicherei,
fos-
quando piacer
se ornai
se voi
il
fosse di voi
tornarci Ih
onde
,
ben riguardate
la nostra brigata
gik
da
pi-
care
ci
la
,
ci
torrebbe
,
E perserver
,
se voi
mio
consglio approvate
io
mi
che
intendo che
rasse
,
domattina.
,
Ove voi
altramenti dilibe-
io
ho
gih pronto
.
bia incoronare
Donne
e tra' Giovani
il
ma
liberarono
come
egli
aveva ragionato
per
la
qual
, ,
,,
. ,,
, ,
4^
,
GIORNATA DECIMA
fattosi il siniscalco
cosa esso
chiamare
modo
parl
in pie
si
lev
Le Donne
l'
non
altra-
diletto e chi
,
ad
un altro
ora della cena venuta si diede. E mo piacere furono a quella, e dopo quella e
con som-
a cantare e
la
menando
comand
il
Re
alla
Fiammetta
assai
piacevolmente
S'
amor
Lieta
com'
io sarei
Se
gaia giovinezza
O leggiadrie compiute
I'
Essendo innamorata
Tutte
le
Ma
perciocch' io
altre
Che
l'
triemo di paura
,
E
Di
pur credendo
il
quello avviso en
Ch' a
me
1'
anima fura
,
cosi quel
che m'
somma
ventura
, .
,,
NOVELLA
Mi
Se
fa isconsulata
X.
i43
io sento valore
Ma
CU'
tanto se ne vede
sia
,
Pur die
i'
chi 'nviti
l'
amadore
gli
ho
tutti
per
,
rei
e volentier morrei
,
di
chiunque
il
guata
Donna
s'
attenti
Di farmi
o procuri
s'
io
il
risapraggio
Se
io
non
sia svisata
tal follia
Come
Dioneo
fareste
,
la
finita
cosi
,
che allato
era
ridendo disse
madonna voi
una gran
ne
Appresso que-
sta se
ne canlaron
,
piCi altre ,
che mezza
riposare
.
come al Re piacque tutti s' andarono a E come il nuovo giorno apparve levati
,
(l)
danno,
n$tipr.
i44
avendo
gik
il
GIORNATA DECIMA
siniscalco via ogni lor cosa
mandata
si
die-
Re verso
Firenze
ritorna-
rono
tre
Giovani
,
lasciate le sette
partiti
Donne in
s'
santa
Maria Novella
erano
da esse
do tempo
lor parve
se
ne tornarono
COxNCLUSIONE
DELL'AUTORE.
Neobilissime Giovani
I
cos
lunga
la
fatica
messo mi sono
,
io
mi credo
,
aiuli
tnntcmi
divina grazia
,
si
come
li
io avviso
per
non gi per
.
compiutamente aver
la presente
fornito
che
Per
la
qual
do da dare
,
alla
penna e
alla
man
,
faticata riposo
11
brievemente ad
altri
alcune cosette
le quali forse
sia casa
alcuna di voi o
po>
che a
me
speziai
anzi
mosse
di rispondere intendo
abbia
,
si
come
so ascoltare
cose
non
assai convenienti
n n dire n
io
nego;
disonesta n'
si
che
con onesti
il
disdica ad alcuno
che qui
\^S
mi pare
eoa voi ch
io
.
CONCLUSIONE
assai
fatto
Ma
presuppognamo che
,
piatir
che mi vincereste)
fatto
,
a rispondere per-
abbia ci
assai
ragioni
vengon prontis,
sime
Primieramente
hanno
richiesta
le quali se
ri-
forma
trar
non
,
contar non
poterle
,
E se forse
si
in quelle
alcuna paroletta
pili liberale
,
che forse
pi
le
conviene
le quali
s'
e pi d'apparer
si
ingegnano
che
d' esser
buone
dee a
me
si
es-
ser disdetto
averle scritte
alle
che generalmente
di-
sdica agli
glia e
uomini e
donne dir
mortaio e pestello e
salsiccia e
,
mortadello e tutalla
Senza che
mia pen,
meno
che
sia
il
sione
o almen giusta
il
e a san Giorgio
dragone dove
;
gli
place,
ma
egli fa Cristo
e a lui
mede-
simo
sopra
croce morire
i
do con due
Appresso
assai
,
ben
si
pu cognoscere queste
quantunque
le scritte
cose
non
nella chiesa
convien dire
fatte
,
menti
che
da
me ,
si
truovioo assai )
,
filosofanti
dove V onest
DELL'AUTORE
non meno, che
D
tra* cbcrici
,
147
alcun luogo
tra
ma
tra'
giardini
in
luogo di sollazzo
persone giovani
di so ern
onesti
non disdiccvolc
,
dette sono
Le
quali
,
cheuti che
s\
elle si sieno
e nuocere e giovar
altre cose
sa
,
possono
come possono
,
tutte
1'
avendo
vino ot-
Chi non
che
il
tima cosa
e
a'
vivenli
,
assai altri
Direm
noi
?
pcrciocch nuoce
che
sia
malvagio
Chi non
a'
sa
7
che
'1
necessario
mortali
Direm
,
L* ar-
me
similmente
la
eanche uccidon
di loro
gli
uo-
ma
di coloro
che malvagiamente
te intese
e cosi
come
le
one-
ste a quella
cosi quelle
ste
uou sono
se
non come
son pi
della
siuite
pi degne
7
pi reverende
si
divina scrittura
sono
,
s e altrui a perdi-
(1)
(a]
.,
27 qunto paMO
che ha
la
it
ni
irguent modo:
chi
non
a* vireol ronJ-i
Cinci|lioue, Scalalo
'
f.bbie nocifOM
'i48
CONCLUSIONE
essere
.
mie novelle
Chi
operain
zion trarre
s
1'
elle
,
se forse
.
hanno
e torte e
ad averlo
j
chi
utilit e frutto
ne vorr
elle noi
negheranno
n sar
,
si
.
leggeranno
per
o a fare
il
lascile stare:
farsi
elle
.
non correranno
le
di dietro a
leggere
Bench e
pinzochere
altresi
Concedasi
ma
io
^
scrivere se
,
non
le raccontate
che
le dissero
le
Ma
se
pur presupporre
e
l'
si
volesse
che
non
fui ), dico
che
,
io
tutte belle
si
non
fossero
per-
compiutamente
E
,
Carlo
Magno, che
oste (2)
fu
il
primo
,
non ne
Conviene
disi
ben cukivalo
o alcun
(i)
eii':
"i
ma non
quando, come
(3)
. .
DELL* ATJTOHE
pnino non
Senza
te
l'
,
'ifft
l'
si
trovfli
olnio ira
orbe ragUrf
clic,
ad avtx
il
come
voi
pi siete
CMiuisite
e gran cnra
j>orro
di
molto misuratamen-
te parlare.
star t|uulle
che pungono
ga
Esse
tutte
che
esse dentro
,
nascoso tengono
ancora
credo
follia
.
la a
sero
E come
da poichi;
al fine
io a scrver
non m* perci
uscito di
men-
me
avere questo
:
all' altre
e a
clii
mio affanno offerto alle oziose e uoit per tempo passar h'gge niuna cosa
,
ella
quel
si
fa,
i'
ado-
Le
cose brievi
li
studiami (
quali
il
ma
per
,
util-
mente adoperare
ne
,
tempo
Don-
tempo avanza
.
quanto negli
,
oltre a questo
per-
non va a studiare
,
pi.
distesamente prlar vi
si
conviene
hanno
gni assottigliati.
le
troppo piene e
(i)
t Cio:
se la eo$a ch'egli
ci eh* egli
s'
Ugge
gli fa
il
era |>rclMo
DECAM. T. V.
IO
i5o
CONCLUSIONE
,
di motti e di ciance
mal convenirsi ad un
.
uom
pe-
queste son
e rendo
percioccli
da
buon
zelo movendosi
Ma
Io confesso
e perci
affermo che
anzi son io
si
lieve che
le
e considerato
che
predigli
che
uomini,
scede (i)
non
la
istesser
male
mie novelle
.
scritte
,
Tuttavia
se
,
questo ridessero
del Salvatore
,
il
lamento di Geremia
della
il
rammarichio
Maddalena ne
chi
stai-
in pensiero che
non
si
alcun luogo
,
ver de'
,
frati
A
,
queste
che
cosi diranno
si
vuol perdonare
tra
,
muova
il
perciocch
1'
frati
disagio per
j
Dio
macinano a raccolta
tutti
e noi ridicono
amor di se non
che di
un poco viene
il
del caprino
.
troppo sareb-
be pi piacevole
cose di questo
piato loro
Confesso nondimeno le
,
mondo non
ma
{i)
Sceda
Iniil qui
XXIX
Ora
si
predicare
'1
e, purch ben
si
rida,
s
Gonfia
ca|>puccio, e pi
non
richiede,,.
DELL'AUTORE
sempre
essere in
j5i
mutamento
.
mia lingua
do
io al
essere intervenuto
La quale
disse
non creden-
mio
giudicio
,
il
nelle
mie cose
l'
non ha guari mi
la
una mia
vicina,
che
io
aveva
,
mondo:
seri-
e in verit
quando questo fu
egli
erano poche a
e perciocch animosa-
colali
duna e
dire e credere
,
come
col
le
pare
tempo
da por
,
colui
,
umilmente ringraziando
suo aiuto n'ha
al
che,
dopo
zia in
lunga fatica
disidemto
la
fine condotto.
voi
piacevoli
,
Donne, con
sua gra-
pace
vi
rimanete
di
me
1'
Qui
finisce la
libro cliiamato
Galeotto
ojigwt
otaJoq
oiflt
Ir,
oi
gls.^
^niri;>}/jeira &iiu
wb
tra hf.W^
fif^
qMl^vBc'
f)
1^
ojfiwbiail) Ib
-1^ Ila
xji
OD
,91
ijnoanii
Va4>
wSitWjI
xin'v\u
smv
IL
CORBACGIO
SECONDO LA LEZIONE
iDii SISIFI) atiiiiiriu^Lii*
OID0A8.KOD
COMINCU IL LIBRO
CHIAMATO
ORB AC CIO
COMPOSTO
PER L'ELOQUENTE
BOCCACCI
DA CERTALDO, POETA
ILLUSTRE.
V^ualunqiie persona
nasconde
,
tacendo
beneficii ricevuti
,
se-
condo
il
mio
dimo.
nomini
iK
1
il
il
del quale
acciocch niuno
mi
possa meritamentrat-
te
riprendere
tato seguente
rito
,
una
ma
che impetran-
eh' ella
medesima
nuovamente mi
fu conceduta
La qual
cosa faccendo,
ma
,
sen-
quella fare
divota-
perci
mente priego
colui
di
che io
,,
ir>6
debbo
natore
dire
,
e di tutti
,
come per
il
che
alla presente
fatta-
mente illumini
regga
,
mio
intelletto
.^i
e la
mano
scrivente
che per
me
quello
scriva
,
sia del
suo santissimo
di coloro
.
nome
li
e utilit e consolazione
dell'
anime
,
geranno
e altro no
mia camera,
la
testi-
monia
delle
mie lagrime,
de'sospiri e de'rammarichii,
siccome
avea
fatto,
m'avvenne eh'
io
fortissimamente sopra
gli accidenti
del carnale
amore
male da
propria vita
.
amava
reveriva
in ci
ricevere
da sdegno sospinto
dopo molti
minciai
,
sospiri
a
non
lagrimare solamente
,
ma
a piagnere
lit
dolendomi
do
meno
e
morte che
e quella con
:
sommo
desiderio
cominciai a chiamare
ta
,
dopo molto
,
averla chiama-
conoscendo
,
io
che
essa
dele
pi fugge chi pi
la desidera
meco immaginai
mondo
gi del
modo
nvcndo dilibcrato
e una compassion di
scolata di
me
stesso
a piggiorc
e io questo facessi
del tutto
che quasi
lagrime e
muhiplicai
al
,
primiero rammarichio
'1
in
esie
che
dalla paura
di ({urlia cacciato
volta:
,
via corno la
prima
e le lagrime ritornate
,
ma tolto a me in
dimorante
man'!ato
afllittn
sopravvenne un pensiero,
assai
pietosamente a rail
gionare
Deh
stollo
clic
quello a che
,
poco codiscaccia-
anzi pi tosto
il
mento
in te
di quella
t'
ti
conduce?
,
Or
sentii s
abbagliato
altrui
che tu non
avvegghi che
mentre tu estimi
se* colui
,
che
verso te incrudelisci
Quella donna
che tu
,
senza
guardar
come
tu
e nelle sue
pensieri
se' della
mani rimossa
cagione
:
gravi
ella
ti
se*
ingannato
tn
non
che tn V amassi
mostrami con
,
qiiali
armi
t'
ella
ti
abten-
ci
ga
tu noi
mi
potrai
mostrare
ella
perciocch' egli
io
1'
noa
conoscendo eh*
,
amc^f
e con
il
m*
,
di qtie-
noia cagione
e con questo
mi
ci
mena
questo
mi
ci tiene?
:
alcun valore
forse
come
vuo' ta
, ,
i58
che alcuno ami quello che non
tu
ti
gli
piace
dunque
se
se'
,
non
mal
,
te
ne viene
anzi tua
dunque
se
per
.
non
essere
amato
duoli
te
ne
se'
tu stsso cagione
simo
hai fatto e
ti
fai ?
grave penitenzia
ma
perciocch' ella
,
non quella
che
al
anzi sarebbe
uno aggiucer-
cando questa
giustizia;
,
ma
se tu in te stes-
so incrudelisci
fa,
fatto.
Ci che l'uomo
altrui
o per piacere a s
o per piacere ad
il
o per piacere a s e ad
trario
ti
.
altrui
fa
Ma
veggiamo
se quello a
che
.
Che
egli
,
non
sia
perciocch
,
piacesse tu
non
te
.
ne rammaricheresti
n ne
piangeresti
come
tu fai
Ned' altrui
o
ella
t'
ora da cercare
ti
se
la
non
d quella
donna
n
per cui tu a ci
conduci
t'
ama^ o
ella
ha
in odio
egli
non non
s'
l'uno n
la
l'altro.
Se
ella
tua afflizione
l'
noiosa e dispiacevole: or
acquista
?
si
mantiene amore
Non
se tu
Se
non
se'
i59
te, assai npertaraente
opaHHV^ei ninna
,
coaa poter
la
'I
fare
il
che pi
le piaccia,
.
dwlo E non
impiccarti per
vedi tu lutto
,
gola
gior-
no
per diradila
pro-
contra le leggi
,
umane
e di-
e di piacer pren-
dono
quanto di
in odio
.
tristizia
hanno
mica
Tu
dunque piangendo,
piacere
,
rammaricandoti
.
sommo
fai
i
se
non
bestiali
che a'ioro
t*
Se
ella
ama n
,
ha in odio
utili
n di
te
a che
sono
queste lagrime
?
questi sospiri
lei
questi dolori
,
cod cocenti
ch dunque
quale
ella
Tanto
l*
per
prendergli
li
quanto so
prendessi. Per?
affliggi ?
perch
la
,
morte desideri
secondoch tu
la
esti-
mi
non cerc
quando
n>
ben
che
amore
li
quali
tali ti
:
vengono
citi
procacci
ed
,
uomo,
di cacciargli
il
che degli
adunque
tito
,
te privare di
che
e a
non
chi
vita
ti
,
vuol male
e quella
. ,
sommamente
il
piacere
siati
cara la
quanto puoi
pi
t'
ingegna di pro,
lungare
Chi sa ae tu ancora
vivendo
potrai veder
i6o
cosa di costei
>
ti
tieni,
che som-
mamente
ti
,
far lieto
ninno
ma
,
certissimo
,
pu
od
es-
sere a tutti
altra
letizia di cosa
ciascuno
Vivi adunque
e
s'
come
morte
malvagiamente operando
tua vita
occhi della mente ogni oscurit levatami, in tanto la vista di quelli aguzzati rend chiara,
che a
me stesso maniri-
festamente scoprendosi
il
guardandolo
bita
me
ne vergognai,
mosso ne lagrimai, e
e da
meno
eh' io
e con,
la
il
quale della
faccia
,
della
secondo
,
la
se-
rena uscii
alle
e cercando
,
trovai
assai utile
,
mie
passioni
con
la
,
quale ritrovandomi
e in
antica
dilettevole
parte ricolti
secondo
la
nostra
usanza
della sciocchezza
il
di coloro
,
quali quella
con
tutto
desiderio abbracciano
,
e della pazzia
,
d' essi
medesimi
quali
le
e al maraviglioso
i6i
Oldoie e laud(>volc di quelle
,
tinto
meno da
tra
tutti
,
eoa
quanto pi
abitale
:
noi
aerati
le
reggiamo
,
e da rpieste pasle
sammo
estreme
dere
tali
:
,
allo divine
ni
delle quali
appena
parUcello
possono
<la'
e intomo a cosi
il
e cosi eccelsi
e cos
nobili
,
ragionamenti
da' quali
la
rimanente di quel di
consumammo
sopravvegnente notte
:
ci roslrinsc a
rima-
e ogni
mia
,
avendo cacciata
quasi dimenticata
consolato alla
mia
usitata
camera
mi
ridussi
ebbi preso
non potendo
la
tutti
,
meco
ripetenla
vincendo
na-
turale opporiunith
mio
piacere
dormentai
timenti
il
si
sonno
quanto pi
gli
.
avea
dolce pcn
sier trapassato di
tempo
,
tolto
Percii
essendo io in
non parendo
alla
mia nimica
mio
veggluare
ancora dormendo
s'
ingegn di noiarmi:
il
la
quale
avvenne che a
me
subita
,
in
uno
mio
senso pi
cevole
da
me
veduta
Il
,
fosse
non mi pa,
rea conoscere
po-
sciach dilettevole
sentia.
Ed il
l62
avanti per esso andava
,
mi
la
porgesse
perch da quello
nissi
letizia
inestimabile e
.
mai da
Onde pareva
si
miei piedi
moveano a
correre
ma mi
parea che
mi
ali
fossero
,
da non
le
con
quali
il
mentre
me
mi parve
ora
sassi
cammino cambiar
fiori nell' entrata
e varii
ortiche
e triboli
e cardi
,
e simili cose
mi
parea
trovare
vidi a
senza che
s
indietro
folta
la
volgendomi
oscura
,
seguir
mi
una nebbia
si
quanto ninna
se ne vedesse
giammai :
il
tomi
non solamente
promesso bene
,
entrare del
cammino mi
rare
tessi
fece cadere
,
cos quivi
immobile e
po-
sospeso trovandomi
,
attorno
:
guardandomi
conoscere dov' io
mi
fossi
ma
,
comech
cielo per
conobbi
me
dal
di-
mio
una solitudine
e di bronchi
i
e intorla loro
niata da
che con
cielo
n per guardare
guisa alcuna
mi
fossi in
quella entrato
i6
n ancora
,
che pi mi spaventava
poteva discer,
e in pi di,
e oltre a questo
volgessi
,
mi parca
de' quali
io
mi
sentire muggliii
luogo
mi dava
assai certa
speranza e te.
stimonianza che
i)er tutto
ne dovesse essere
mi vennero
bocca
la
nell'
Laonde animo
.
sospiri e
rammarlchii
alla
gne
io dovessi
prendere
il
cammino per
partirmi di
mia
vita
,
che
,
la
morte o
aspri
fra gli
rare
lermi
mi
dovessi
o chiamare
,
soccorso di
Dio
mentre
che io in
catal guisa
,
abbandonato
tutto delle
ed ecco
dalla quale
nella
mi-
sera valle
sole
si
levava
venire verso
me
,
con lento
il
passo
quale,
,
per (juello
era
di statura grande
e di pelle e di pelo
gli
bruno
ben-
ch
li
in parte
anni, de'qua,
forse sessanta
,
o pi dimostrava
d' avere
asciutto e
:
nerboruto
e di
il
suo
e di colore ver*
^64
mglio
,
e comech
assai
pi vivo
il
i
mi
l
paresse
non
quaa
luogo
dov' io era
:
nostri maestri
il
come
,
detto
con
lenti
passi approssimandosi
,
me
in parte
;
mi
porse paura
,
e in parte
mi
rec spete-
ranza
paura mi porse
perciocch io cominciai a
a lui
fosse
alcuno altro
liari
,
le fiere del
luogo
siccome a
hii
fami-
me
incitasse, e
da queste mi
salute
speranza d'alcuna
mi
rec
in quanto pi facceudosi a
me
,
vicino,
e pi e
,
pi
riguardandolo
estimando
d' altra
,
volta
non
:
quivi,
ma
,
diceva
meco
1'
siccome
uomo
uso in queste
u,
contrade
scita
j
mi mostrer dove
,
sia di
questo luogo
e ancora
alcuno
infino a quello
benignamente mi mener
,
E
,
mentre
esso
senza an-
tanto
mi
s'
era avvicinato
,
ottimamente
chi egli
d' altro
,
fosse e
dove veduto
avessi
mi
ricordai
con
la
immaginando
chiedendoli
liarit
il
se io per quello
misericordia e aiuto
stretta
nominassi
quasi una pi
,
fami-
con maggiore e pi
dovesse muovere.
il
Ma
mio
di-
meutrech
io
,
non poteva
proprio
fortuna
esso
me
con voce
,
assai
soave per lo
:
nome chiamandomi
,
disse
l'
qual malvagia
ha nel presente
i6r
serio condotto
7
dove
il
f
dow
solevi
ral
la tua dl.screzionc
,
Se
tu hai sentimento,
quauto
morte
e perdimento d'
ci se'
?
anima
gio
Come
qui guidato
Io costui
udendo
pietoso
,
,
sembianti assai di
alla risposta
me
prima eh'
,
io
potessi
aver la voce
dirottamente
di
me
,
incre-
scendomi
cominciai a piangere:
ma
,
poicii alquanto
sfogata fu la
nuova passione
{ter le
lagriuie
raccolte
animo
,
in
:
uno
con
rotta
voce
,
,
il
|
risposi
siccome io penso
,
caduche cose
il
(piale pi savio
uou
prima che
io
m'accor-
dov' io
in.'
andassi
Ik
deve in
'
dappoich
io
mi
.
ci vidi
stato di notte
,
dimorato sono
credo
io
ti
,
Ma
poich
divina grazia
t'
siccome
ha innanzi parato,
priego
se colui se'
il
tu per quello a,
e appresso per
,
si
dee
;
e se in te
\
*
alcuna umauith
segni
che di
me
si
t'
incresca
e se sai, m'in-
com'
:
io del
mi
mi
possa
dalla quale gi
s'
pena conosco
allora
,
io
o vivo
che
egli
alquanto
delle
mie parole
fa
con seco
,
veramente mi
manifesto
,
qui vederti
le
del
1 I
vero
BOCCAC. T. V.
i66
sentimento essere uscito
,
e conoscere se vivo
ti
sii
o morto
il
ri-
la cui
luce
secondo
t' lia
il
vostro parlare,
,
t'
aperse
il
cammino
,
che qui
condotto
conoscendo quanto
fossero a
me
,
ma
:
veggendomi,
saresti
ingegnato di fuggire
t'
rimasa
jpresterrei
ma
mente
hai meritato
Ma
perciocch io
poich dalla
trasmutata
aiuto
.
non
va
quando
non
ma
la
l' ,
sua
ombra
cos
i
uno repente
freddo
mi
corse per
ossa, e tutti
peli
ciarono ad arricciare
se io avessi potuto
,
e perduta la voce
:
mi si cominmi parve
,
ma
siccome
mondo
muo-
vere
cos a
me
parvemi
che
le
gambe mi
.
tolte
e divenire
,
immobile
eh' io
E
il
nuova paura
si
forte facesse
mio sonno
tema
,
non
si
rom-
pesse
e per questa
,
mi parve la qual cosa veggendo lo spirito esso ridendo mi disse non dubitare, parla sicuramente meco e della mia compagnia prendi fi*
dere o dire
,
stare
(1.-1
ma
,
certi.
ma
questo luogo
11
se
fede intera
turiian-
preslerni alle
mie parole.
mi render
viso,
il
la sicurth parlila
e verso lui
aliando
'
il
avacciasse
:
prima che
no sopravvea dover
nisse
ed
far quello
che domandi
,
che tempo
perciocch^ tu
dvi sa[)ere
sia apertissimo a
con mattezza
faticoso
lez7.n
,
egli
non
riuscirne,
ma
di
le quali
1*
aver non
,
si
possono senza
1'
aiuto
colui che
aiuuS
quivi
p)icli
tem*
essere
p
la
n
ti
suhila
pu
nostra partita
ti
se grave
.
non
cune cose
rispose
:
domanderei
A che
ti
esso
benignamente
sicuramente ci che
piace
domanda
Io allora
pari
in,
con
voce
desiderio
,
mi
che
e perci in somjna
ti
e se a le
o se per
,
stesso
alcuno
facci
che
e*
e appresso
mi
qui venisti
cliia*
,
ma
bene
alcuni
il
chiamano
il
liaberinto d'
Amore
i68
altri la
il
Porcile di Venere, e
,
molti
questi
la
,
e oltre
ai
chi in uno modo e chi ia un altro il chiamano come meglio a ciascun pare N a me per a, . ,
bitazione dato
perciocch da potere
pii in
,
cosi
morte mi
tolse
alla
quale
tu corri
il
vero che
di
men dura
:
non ho
stiale
ma
meno
pericolo
ci
e dei sapere
,
che chi
cele-
cade, mal
se
lume
non nel
dissi
:
,
trae
uscir
non
ci
pu;
.
e allora,
com'io
io al-
gi
ti
Al quale
lora dissi
disii
deh ,
se colui
,
che pu
tuoi pi caldi
si
ponga
,
in pace
pro-
ceda
Tu
di'
,
ma meno
al nostro
?
ed
io gi
per
,
le
per
la
mia ricordanza
vivi
:
conosco che tu
monse'
do non
tu
za di redenzione e
te
,
s'
entra e
sia
si
dimora
se'
ti
in par-
speranza vera
,
prometta
salute
Se tu
se' nella
prigione eterna
sia
senza dubbio
;
ma come pu ella
se' in
eli'
essere
e se tu
parte che
ti
come pu
,
essere pi
Io sono
ri-
e in tanto di
si
pu peccare
,
perch
peggio temer
si
possa di pervenire
il
fa
essi
il
cag-
quale mai
divino
iGc)
lume con
gra/.in
o con misericordia
,
si
vede
,
ma
con
conlinuo
,
con grave
danno di chi
sentendo
la
il
conosce
,
si
vede acceso .
,
Ma
senza dubbio
mia stanza
com'
io gi^ dissi
ha
in tantoch, se lieta
si
che certa
di miglior vita vi
porta
non
aiutasse e
me
la
,
gli altri
che
vi
zientemente
poria dire
che
gii spiriti
.
ne morreb,
bono
E
,
sappi che
'1
fatto maravigliare
perciocci
si
convenga
un fuoco
cocente questo,
ogni
,
dalla divina
'1
arte
composto
,
si
fieramente
rispetto di
tanta forza
mai
non
vostri
e gi per la
:
mia
gola volgendosi
e di ci
insaziabile arvissi
,
V altra
maniere di
colei
della qual
della
mia dimora
si
nlin
,
che qui
sostiene
se
non
da comparare
,
Ma
da soddisfare
tu
a' tuoi
alla tua
seconda domanda
acciocch
impauriti
;
spiriti
,
interamente restituisca le
forze loro
e perci sappi
,
che colui
comandamento
vivono
che di
quale
e per lo quale e al
bene e
conoscendo
,
mio
peri-
io
mi
,
sentii
ve-
la
quale e
mio Signore
vilt
la sua eter-
na
me
conoscer
,
mi
fece
e appresso la
,
mia
la
mia
fragilit
e la
mia
ingratitudine
e le infinite offese
gi fatte verso
mio bisogno
mi
si
fatte
cose
mi
gli
bagnas-
ma
e
s
che
,
cuore
non
neve
sto
,
al sole
in acqua
si
risolvesse
perch
si
per que-
a tanti e
tacqui
,
mi
sentiva
mi
lo spirito la
cagion co,
noscesse
ma
ricomin-
ciai a parlare
ben avventurato
la
spirito
assai
bene
cognosco e discerno,
cando
ci
Dio
, ,
pii!i
abbiamo
li
elli
,
con
le
la
sua caritntiva
sempre ne va sollevando
(piellc
:
lezze mostrando, e a
come benignissimo
tuttavia
,
dre ne va chiamando
ma
,
siccome colui
che ancora
la
divina bont
mi porge
esso ora
:
sentendomi
aiutarmi
tu parli
il
io averlo ofleso
molto
come
ad
si
mosse
veramente
costume
che perfettissima, ed
come
j
voi
che
fate
nelle
menti
vendetta non
si
Ma
la
perciocch
commesse colpe
ti
dimostra do-
cile e attento
dovere essere
a'
futuri
ammaestramenti
mi
bont
mosse a dover
Egli
il
me mandare
,
ad aiutarti ne'tuoi
sentissi
affanni
vero
mi
fu fatta
si
,
non da
dee crequal che
umana
voce
ma
da angelica
,
la
quale non
che tu sempre
madre
es-
di grazia e di pietade
fsso
,
e in
lei
siccome in termine
:
avesti
la
qual cosa
voj^gendoti iu
modo
medesimo
uscito di
mente
fa sovente nelle
bisogne
desima
bisogno
tua
si
,
muove
veggendo
senza
domanda
,
aspettare
per
te al figliuolo
,
domand
io
il
grazia
alla
io venissi
ed
feci
te
mi
partir
,
e.
ar riposto
io
dove a
seguitarmi
Al quale
dopo
il
suo tacere
assai
bene m'hai
,
soddisfatto alle
mie domande:
e nel vero
come che
per pi
e disldero
vendetta da Dio
piacerli
,
un
di
nuovo
rifarti bello
,
pur
di te
compassion mi viene
^
sommamente
mia opera
il
se
potessi
me medesimo
dopo la tua pe-
mi
rallegro
,
ferno
ma
nitenza disposto.
lui
,
La
il
quale
t'
non
m'
l'
ora
nuova
pericoli
gi
me
ha
fatta
conoscere
,
quantunque
io di tanti beneficii
poco
adoperandomi:
ma
io
,
vuole
tolto
,
quelli conservi
servi,
dore essendo
pervenga
Ma
per lui
ti
priego
che
mi
soddisfaccia
la
persona
se quelli
non
fosser gi
, ,
tura
amor
,
avendo
lMifili
qui
li
manle
?
dasse
e in esilio
;
come
me
mandato
quali io
cui
elli
o posseg;onln
])ur
solamente
ho udite
mugghiare
sorridendo rispose
il
assai
la
,
ancora
])crvenuto al
qtiale
inG
ma
nale
1'
miseria
,
come
sia
molti
stolti
fanno
estimi
somma
fclicith
credendo che nel vostro concupiscibile e caralcuna parte di bene; e perci apri
ti
amore
dir
Questa misera
amore inretiti j
amore
le
boci de'quali
in
quanto di
cos fatto
favellano^
ninno
altro
suono hanno
bon
disposti
;
uomini
alle tue
e per dianzi
chiamai labernto
perch
uomini
riuscire
,
come
senza saper
di te
mai
s'
avviluppano
sia
Maravigliomi
,
che ne domandi
con ci
ma
quantunque
dimori
.
forse
ci
Io quasi di
do
la veritcH
me
ritornato, risposi:
,
veramente
lieta
ma
con pi
fortuna
secondo
il
1'
che per
lo
mio
senno
in diversi
il
modi or mi ricordo
la
ci
essere uscito,
ma
,
,
va.'
avea
,
dolor sostenuto e
stato
paura di
fossi
,
me
,
tratto
che
cosi
come mai
:
non
mi
ricordava
senza pi
174
aperta dimostrazione
fiere
gli
,
,
che faccia
gli
uomini divenir
,
atri
nomi da
te
il
non
Ornai adunque
ti si
cominpaura
e gi cessa
il
la
lume
apparisca
che
la via
da uscirci
manifesti
mi
piace di ragionare
,
pa,
tisse
io direi in servigio di te
ci
che stanco
ti
veggio
ponessimo,
in piede
.
ma
,
pu ragioniamo
sapessi
,
Io so
non
si
tue
parole
e ancora
,
io
t'
ho trovato
mei manifesta che tu se' fi.eramente nelle branche d' amore inviluppato j n m* pi celato che questo sia che di ci t' cagione e tu il dei nel mio ragio,
se di ci
ti
la
sere digiuno.
Ma
dico,
che
gna
io
,
non
voglio,
che tu da
,
me prenda
'1
alcuna vergo,
pi che
convenevole
mi
fosse
cara,
ma cosi sicuramente e
ragiona
,
meco
no
:
come
se
sempre
la
quale io por-
ti
priego
.
incappasti
mi
,
manifesti
:
Al quale
cacciato via
dirti
,
ogni rossore
risposi
,
il
priego tuo
mi
strigne a
fuori che a
un
fidato
compagno
f'
non
se:
dissi
e a
lei sola
pale-
non
me ne
assicu-
rasse,
da
te
mi dovrei pi che da un
altro vergogna-
re, n tu turbartene
vita
ti
perciocch
1
come
tu dalla nostra
dipartisti
,
secondo che
ecclesiastiche leggi
ne
mostrano
donna non fu pi
;
tua donna,
ma
perch ia
ninno
atto potresti
con
mi
.
fossi
la-
Ma
ci
ba,
,
che tu domandi
,
dico
che por
la
mia disavventura
,
che
io
con uno,
quale tu
nome or
mencome
sal-
non bisogna
tre
che noi
cosi
talvolta avviene
ta in
che V
uomo
il
d'
un ragionamento
un
altro,
che noi
primo
quale in magnanimit
quale in
condiscendemmo
che
moderne:
fra le quali
il
nume-
altre
gh fu tua
la
cosi
non r
che
avessi io
e di
lei,
non so da
;
nfl'ezione
mosso
stata
al
e al,
raccontando
,
le quali
per
rac-
non consumare
contare
.
tempo
lei
in novelle
non curo di
Appresso
di cosi
e di tanto
buon senno
fosse
qualunque ornato
,
clie
som-
mamente mi piacque
ziosa
e di
tutti
si
che in gran
gentildonna
he
quali
confesso che io
,
meco
gli
tacitamente dicea
I
felice colui
al
quale
la
fortuna
conceda
l'
amore
gi quasi
meco avendo
colui
diliberato
che degno di
e del-
nome di
lei
domandai
sua gentilezza
,
rasse
il
lasciasti
ed
pienamente mi
,
f palese
Perch poi
da
/| I
lui dipartitomi
de^ultp
dispo&i-di-volerla^ vedere;
io di lei
estlmaella
T,
di:
venisse
mia donna
come
si
mi
fu in ci la fortuna
mi
.
dovesse riuscire
non mi fu piacevole
che al mio
dirotti raaralei
io
alcuno indizio di
che solamente
tra
to che ella
ik
dove io prima
,
la vidi
come
il
suo
do-
subitamente avvisai
lei
percioc*
77
r?i* io portai
na a comunicare
se
quale,
mio
segreto fu pale-
non ardiva
:
domandar
fortima
,
se ci fosse
che mi pare-
va
ma
ancora
la
che
in
a (jucsto
mio
desiderio
mi dovea
come
nella
stata favorevole
cos
mi fu
in que-
seconda
che di dietro a
me
sentii
alcuna douna
che
colle sue
,
compagne
deh
guarda
come
e'
alla cotal
:
le
bende
bianche
panni neri
la
conoscea
con tanto
orecchi
,
me
che
la
dimand
sono
f
quale dessa di
colh
a cui la domandata
donna
rispose
panca
com-
e da quella ora a,
ho conosciuta
;
Io non mentir
come
io vidi
sua statura
,
{loi
riguardai
un poco
,
ebbi considerati,
io presumetli
ma
,
falsamente
re detto
il
vero
ma
subito
mi
si
sentii
come
movesse, corrermi
co
faccia su per le
,
fiamma
si
ileramente riscaldarmi
178
m'avesse riguardato nel viso
nifesto seguale; e
i
Io
n' avrebbe veduto macome che segni venuti nel viso per nuovo fuoco che come prima le parli superficiali
, ,
and leccando
vivo divenne
tro
,
se
ne partissono
.
mai
so
non den-
crescer le sentii
raccontato
ho
di lei
il
me
fu veduta
falsit
pre-
so fui
dandomi
non
senza
artificial
,
maestra
Lo
re
,
s])irIto
il
secondo
,
il
mio paresentendo
non senza
avea
:
gik
me
mi cominci a parlare assai bene m* hai dimostrato il come e la cagione del tuo esserti prima allacciato, e come tu medesimo ti vestisti la catena alla gola che ancor ti strigne. Ma non ti sia grave ancotacere, cosi
,
ra manifestarmi se
le palesasti
il
dirmi apt'
ac-
cendesse, che
te avesse fatto
quale io risposi
tei
perciocch
io
ma-
si
mi pare che tu
te
,
il
miei,
.
donde che tu
Egli
il
,
1'
abbi
ninna cosa
ne nasconder
,
vero
come
gi dissi
tanto va,
lorosa
mosso da
costui
lettera
cotale intenzione.
,
Se
costei
da quello che
mio amore, l'uua delle due cose ragionevolemente mi dee seguire o ella 1' avr caro per usarlo
:
,
e a ci
mi risponder
,
o ella
Y avr caro
ma non
volendolo usare
discretamente
79
asiiettaudo
,
quantunque
uno pi che
1*
altro
desiderassi
le
lellera piena di
quelle paro-
cos fatta
materia
dir
possono
il
mio ardente
questa
lettera seguit
qunntun(|ue
con
np<rte
,
pa-
al
mio amor
rispondesse
pure con
vano
1'
un
altro corto
mostrava di
pi
,
dirotti
eh' ella
una opinione
filosofica
quantunque
in
falsa
sia
d'
un uomo
in libro
un
altro trapassi
; il
che
alle
prediche
:
non
in scuola
son cer-
to eh' apprese
e in quella
me
a
,
somigliando
tare^
mostr di volere
conten-
e con queste
lettera
,
Per
la
quale
,
anzi
per lo
te
stile
assai
leggiermen-
compresi
o colui che
m'
lei
a-
naturai senno di
o averne voluto
,
ingannare.
IVfa
non pot
il
perci,
me ma
pure un poco
e avvisai
che ci che
scritto
m' avea
vere
la
,
ammaestramento e regola
in quelle
cose fare
le piacesse-
i8o
no
.
Delle quali
come
mi
sentissi,
e' era,
quantunque
fa ria j
il
buono animo
,
ci
fosse
la
non
ci
avea di che
nondimeno
secondo
la
ma
sua
possibilit, a
quale
io la
grazia meritassi
mi
so da
me
com'io seppi
meglio
la feci certa:
n poi
sentii io
n
di
amore non
,
stato
clie
cagione
ti
induceva
il
di trapassato
si
con tante
lagri-
me
disiderar di morire
Al quale
,
forse
che
il
ma non
potendolti nega-
domandi,
tei
m' aveano
dov' io al-
condotto
l'
una fu
il
ravvedermi
,
che
la
e certo questo
non
la
avendo
vita
riguardo che io
e poi
:
quando
1'
bisogno viene
il
tro-
altra fu
modo
tenuto da
lei fossi
innamo-
chiamai
mi
trovai io in pi
modi
come
e appresso per
,
quelle
d'
come
ne' lacciuoli
amore incapestrarmi
e nelle
,,
i8i
Inr Uf^SUk
otomiMigiiaUi sulea
viliiuima serva
t
cner
delle
donna
scmv/.b
Ci^ser
divenuU
altri
<|uali cose
u tu n
dir
che da dolersi no
,
secondo
che mi pare,
tnosttx) uolui
chiaramente
mentir per
la
gola che
si
ampiamente
distese: per-
meco parlando
ciucch
il
secondo ehe a
me
,
e' sia
il
ma
perch
li
pare essere,
,
secondo Ansalone
Tarlisi
da
lei
amato,
al
quale essa
,
per pi
cara
lia le
mie
lettere palesate
un bec pia-
cone schernito
favola, gi
me
,
iaccendo una
gli
come
,
10 son
qui
fu colui che
ti
i
mia
;
lettera
dis-
mi
foce fare
miei
m' ha
ella, sog,
ghignando
a pi aluc mostrato
come
egli
io avviso
'1
di:
7
I
mio vago
mi
donne
m' ha mostrato
il
sieno stale
ella,
e sieno oneste
io
altri
sappiamo: perch
il
suo amante
di
,
uomini
.
femmine
me
favo-
leggia
Ahi
che
uomo
ma
sempre-
mai
del
co' valenti
e delle cose
assai
,
cou-
venevolmenle informalo
BOCCAC. T. V.
sia
da uua femmina
a guisa
la
j8'2
d'
UQ matto ora
col
il
muso
all'
altre
femmine
vicino
mostrato! Io dir
lei
sai-ebbono state:
ma
me
ci faccende acquiste-
che a
lei,
da
tale
ma
molto turba-
to
mi ritenne, e a quella
che
tu
mi domandi m'
mostrando
,
indusse
Lo
spirito allora
le
nella
\ista
bene
,
colte
e V intenzione di quelle
do
si
dicesse
assai
soprastette pensoso
poi a
me
,
rivolto
con
:
voce
dicendo
la
come
tu
t'
'1
perch e
ca-
mi credo
dalle
non
ti
sia
,
medesima
ra-
salute
io teco
te
mi distendo a
,
gionare
primieramente da
cominciando
j
perch
e da questo
verremo a diredi
dola,
colei
della quale tu
mal conoscen-
tempo ne
prestato
che quasi
te
mente
,
E
,
cominciando da
che
assai cagio-
dico
me
a ogni altro
muovere
si
a dori-
ma
vadano
,
ricercando
per fare
ragionamento minore
:
due
,
sola
1'
una
la tua et
tuoi studi
i83
fl
,
amcnduc
per
in.niciiic
li
E
,
primieramente
tua eth
la
(|UiJe
le*
costumi del
,
mondo
anni ipiarantn
scere.
e gih veuticimpie
cominciatili a cono-
d'amore
nella tua
appressandoti, almeno
farti
ti
dovea aprire
occhi, e
conoscen;
ti
tando
te
La qnal cosa
uoI
.
se
sti
con estimazione
,
avessi riguardata
conosciuto avregli
mini giovani
lauo
,
non
(|ueHi
j
che verso
la v
ecchiezza c-
sono richiesti
e avresti veduto le
vane lusin,
ghe
sommamente
si
,
dalle
femmine
star
disiderate
.
ne' giosi
male
Come
il
con-
coid a
il
te
oggimai maturo
l'
carolare
cantare
,
giostrare e
armeggiare
cose di ninno
peso
ma sommamente
dirai
da lor gradile
te
non solamente
fanno
notte,
ch(!
che a
giovani che le
1'
Come
andar di
il
il
e non solamente in
meno
disdiccvole da te sarebessa
be
eletta
ma
in
quelle
che
medesima
a
forse
\CT
gloriarsi
d'avere imo
,
uomo maturo,
,
guisa
d'
un semplice garzone
?
legger
Come
bisogno
i84
il
richiedesse
gU
accidenti d'
amore
di pigliare
1'
arme
e la tua salute
?
donna difendere
,
Certo io cre^
a tutte pa-s
do
che
rimente risponderesti
ti
che male
quando
ci
non
paresse
me
e a ciascun altro
,
il
quale con pi
Male
ti
adunque
,
innamoramenla-?
dicevole
alla
quale
non
il
seguire le passioni o
sta
sciarsi a loro
sopravvegnenti vincere
,
bene
ma
il
vincer quelle
j
la tua
fama
alla
ampliassero
ottimo esem])lo
pi giovani
,
s'
appartiene.
Ma
,
\
!
la
non
in-
fa
amore disdicevole
.
se io
non m'
bene
ganno
cio
tuoi studi
Tu
se
il
io gi
intesi
cosi
essere
vero apertamente
arte
non imparasti
^
sempre
volte
ti
1'
di
che pi
,
se'
teco
medesimo
,
gloriato
a-
vendo riguardo
tuo ingegno
poco
atto a quelle
,
e d sendella qual
pi giovani
primo argomento
sapere
, ,
disposti
guadagni
o pure
:
pi volte avvenire
lad-
dove
essi
,
sanno
che quanti
ha dal fondaco o
dalla bot-
uomo che di
ci
i8S
d'
si
sapere se non o in
alla sacra
|
in
pi
assai
che
ti
piacquero^ 6 massima'
ma
tra l'al-
che cosa
le
femmine sono,
a te s'appartiene. Vedere
memoria ,
dis-
morte genitrice
della
uma-
na
llberl
O quante
i
da do-
savi
ma
storie e le cose
moderi
di
mine
ca-
stiita
tra
quali tu
il
medesimo avendo
mate Iddio, e
gni
li
conoscimento
giltato via
chia-
({uasi
come
la
orazioni
porgete
ricordo
se
,
da
te uscito forse
del
diritto
che tu
ingiuria
:
Dio e
e se le
a tuoi studii e
medesimo
fai
i86
dette cose esser vere la tua filosofia
non
,
ti
mostrasse
la
n a aie moria
ti
ritornasse la sperienza
quale di
mura
e arciere
e significa-
'1
d vi dimostrano.
,
Dovee
oltre a questo
,
li
mo-
strarono
se tu
,
mme
sono
chiamano
La femmina
le passioni spiacevoli
che
se gli
uomini riguar-
dnssono
a loro
,
come
che
all' altre
il
luogo
superfluo peso,
come
conistu,
cosi loro
fuggirehbono
quello
si
avendo
stora
,
fatto
perch
la deficiente
umana
gli
prole
ri-
siccome ancora in ci
gli
tutti
altri
animali
altro
meno
netto di lei:
non
il
porco, qualora
parti loro,
rlcerchinsi
luoghi segreti,
dosene, nascondono
tor via
i
gli orribili
quali a
Ma lasciamo
,
stare quel
la
quale
segreto loro
hanno
uomo
si fatta
che
1'
ama, che
le desidera,
o che le segue, e la
1B7
dere , che da
nssni stolti
,
che aolamcnto
]c crosti
:
di
fuori rgunrdnno,
sen-
za che di
di dire
(|uelll
eli' olla
lor
\
l'a-
rcbbono e fanno:
annoverati tra
case, o
tutto
gli
esst^rc
uomini.
H vegnamo
,
all'altre
loro
(junle tosto
,
per
<{ual
la
,
anzi
sempre accreldx;
difetto
,
consi-
con quella
maggiori: e primielacciuoli, s,
ramente
uomini tendono
oltre a quello
d'
che
la
pign(;ndo
e or con solfo e
lavo-
capelli neri
ila d'
oro fanno
reni
ora sparli su
j)or
li
omeri, ora
alla testa
ravvohij
con
balli, e lalor
i
ma
Ulor mostrandosi,
cattivelli
do
prendono senza
last'iare.
e di troppa
sa-
incontanente prendono
;
s|>er;inza,
aguzzano
e faccendosi umili
le
obbedienti e blando,
corone
cinturo
drappi
ad oro,
>aii
t88
varii, de' quali tutto di
seri mariti
si
il
impetrano
accorge
,
tutte
e vin-
Le
e
came-
re
reine
abbiano
,
veggiono
ornate
l'
subitamente dal-
compagne
la
loro signoria
e volendo
sin-
male arditamente
si
mettono
argomentando
che
sofferto
si-
alla serva
gnoreggiante
leggiadrie
primieramente
alle
,
non
pompe
si
danno, e
modi
le
nelle
piuviche
sono nella
citt
arrecare
che loro
tolti
non sieno da
li
quelle che
gli stolti
i
acciocch
git-
nelle dette
maniere
lascia-
no usare
vengano
quello strale
,
Come
esse
il
da questo
'1
miseri
sanno che
,
pruovano
esse
venute ad occupare
,
patriraonii
or qua
,
or l discorrendo
fanti, co' fattori
,
colle
me-
desimi stanno
quelli
,
dove
,
za che
109
hanno poca cura
la
,
mai ne'lor
trapassa
letti
non
si
dorme,
,
tutta
notte in
Ictigi
t
in quitlon
dicendo
:
ciascuna ni suo
rei cicca se io
ben
all'
sa-
non m'
ani-
mo
pi che
io.
Credi tu eh'
e eh' io
,
non sappia
e a cui tu tutto
ri
di fn velli?
.
Ben
ho miglio-
spie che tu
non credi
,
Misera
me
che cotanto
tempo eh' io ci venni eppure una volta ancora non mi dicesti, quando a letto mi vengo ; Amor mio, ben
sia
venuta
Ma
alla
croce di Dio
io far di
quelle a
io
te
che tu
fai
a me.
Or sono io
?
,
cosi sparuta?
sai
non sono
dico
.
cosi bella
come
la cotale
l'
Ma
che
ti
obi
gli
puta
Fatti
se
Dio m'
aiuti
tu
non mi
toccherai: va'die-
tro a quelle di
che tu
se'
fai
.
ben
di quel
che ta
Ma
1'
del fango
e Dio
il
sa, chcnli
che se
avrcbbon tenuto
in grazia d^
madonna d'ogni
mai pur
na
,
ci pote'esscr
don-
Basterebbe se io
E' fu bene
la
mia
la
vidi
prima ne
fece parola
con qneste
e con
molte simili e pi
ligittima
altre assai
tutta la notte
tormen-
tano chi
cattivelli
che cacciano
si
'1
padre
chi
divide,
e quali
la
madre n
padre a casa
si
voglioa ve>
19
dere
,
e lascia
il
campo
donna . Le
,
tutta la
.
volge
nianifesto
pi casta e pi onesta
due o
tre
ne bastassero
saria
qualche cosa
tre
due o
.
avanzassero
lussuria
mariti
La loro
il
non
patisce n
nume,
ro n elezione
il
fante,
,
il
lavoratore,
mugnaio
sol
e ancora
sa
.
il
che pos-
son certo
se
1'
uomo non
,
sapesse gi
lasciati
molte
non essendo
dormendo
,
mariti presenti
o quelli
nel letto
e di
quelli
.
ultimamente
che cosa
bestiale
ma non
?
sazie
si
mostrano timide e
,
paurose
e comandandolo
marito
quantunque
la
rebbono
tisce
j
in
mare
1'
non andrebbono
gli spiriti
te-
mono
anime e
la casa
,
le fantaslme.
Se sentono
e che
'1
vento
muova una
si
riscuoa
tono
e fugge loro
sangue e
la forza,
come se
un
ma esse
prestano fortis-
^9
dello case de' palagi e delle torri andate sono e
vangih
f
no
dfl'loro
amanti chiamate o
as^xttalef
'1
quanie
,
presumettMX) , e presumono
agli
tutto
giorno
o davanti
gli
sott) le
ceste
o nelle arche
]
*^c-/e
ma-
Dcrr?
tacitamente intrare
gli
e per ra<Ko
armati
e ancora per
mare
e per K
mariti
?
ne sono
assai,
lor piaceri
O t{uanti
parti in quelle
falli
p periscono! Per
altri alberi
,
che
gli
si
truova sempre
quantunque
parti
es-
se a ci
qfiesto
,
abbiano argomenti
infniii
Quanti
,
per
mal
lor
si
nelle braccia
della fortuna
ti
Quan-
il
matemale
a'
latte
abbiano
Quanti
ne concedono, e
agli uccelli
,
Tanti , e in
si fat-
maniere ne periscono
,
rata
il
minor peccato
ad ogni
in loro
la lussuria
peo
oltre
comparazione sospettoso
con amico
trattare, che, se
ad esse non
palese,
che
esse
j
non
si
che
altri
sempre op era
j
trui
di quelle
i
da
altrui
sempre temere
e per questo
.
sogliono
Tatti
193
i
pensieri delle
femmine,
1'
opere
credono
no
Da
questo
le
gli
astrolagi , li
negromanti
le
femmine maliose,
indovine sono da
abbondevolmenle
sovvenute e sustentate
fero-
ingegnano
il
quantunque
ver dicano
ma
si
leoni
serpenti
le
hanno pi
le quali,
femmine:
sia
rono
Quivi non amico non parente , non fratello non padre, non marito non alcuno de' suoi amanti
,
risparmiato
to
il
mondo
il
cielo
Iddio
e ci eh'
di sopra
confondere
1'
come
fatti
non du-
bito che tu
non
dicessi, essere
E oltre a
ci, questa
19^
ft*
mariti fanno
e le ruberie
le storsioni a quelli
piaccio-
riguardi-
a quanta viluH
.
si
sarh
il
cui elle
,
ri-
sentano cer-
tijMme infra
stui nel
vergognano
fatti
i
le
membra i
li
,
bel-
le
corone
,
ghirlande leggiadre
tanti
velluti
drappi
ad oro
tanta
e tanti ornamenti
tare alle
mani paraletiche,
alla
,
e fetida
se la glk
mancante natura
si n'
}
ha, se
non
non pu perci
il
altri
ventre
i
par-
sotto|)osti gli
danno
figliuoli
menare
i
Sole
le
indovine, le lisciatrici
,
le
mediche e
,
fnigntori
le
ma
prodighe
,
in quesiti
niuno riguardo
si
ninno
rispar.
mio n
bili tutte
trova
giammai
:
Mo
una or /^ H&n*i r vogliono e disvogliono una medesima cosa ben miV> /.. ^ Ct ^{f
e senza nlcuna
stAbilitk
sono
in
Sono generalmente
ogni cosa
tutte
presuntuose
cosa lor
si
e a so
convend' ogni
stia
lor
;t94
grandezza
sieri
degne
e sono ritrose e
una femmina
dere
irritrosire
una povera
elle
le cose loro
imposte tanto
fanno, quanto
o abbracciamenti guadagnare: da questo innanzi, sempre una redazione in servitudine l'essere obbedienti si
credono
,
e per questo
,
se
dall'ani.
mo
,
viene
E oltre
nel.
come
le
macchie
ma
i
scccatrici
sono
"J
freddi
digiuni e le vigilie,
*.
(i ^
<
'^
si
^^^
rate : queste
V^*^
.'*
^
^A
messa
g
il
si
dica
sanno come
vol-
fermamento
,
quante
grandi
il
qual
il
sia
il
come come
tuono,
baleno, l'arco,
si
grandine, e l'altre
il
:
creino
come
i
mare
e' intor-
come
la terra
produca
j
frutti
sanno ci che
fa in India
o in Ispagna
,
come
e dove nasca
il
Nilo
e se
'1
cristal-
cosa
la vicina
sua
gravida
.
e di che
mese dee
,
partorire^ e quanti
amachi la
vi-
e chi le cni
mando mand
l' 1
anello
7
{\^
'
^-
filare
una dodiclna
i
e in brieve ci
,
Troiani e
in
Greci o Romani
formate
j
d tutto
pienamente tornano
colla fornaia
,
col
'9^
1.1
altri
no
forte
turbamlobi
vero, che
ne fosse.
,
il
da questa loro
cusl
,
subita sapienza
e divinamen-
te in loro spirata
figliuole
mariti
,
dcltbiano ricevere
esse rispondere
,
dagli amanti
come ai come ad
,
in
ciie
,
malate
letto
,
madre
per uno per
o pi pudica
,
non
spergiuro
infnti,
Sallo Iddio
tengano
clie si
come
hanno. Bene
lasciarsi
provare
il
e spezialmente quel-
hanno
presto
il
tu
hai le traveggole
re
:
bei
?
meno
tu
non
sai
ove tu
ti
se'
se'
tu in
,
buoa
senno
e cotali
appuntale.
,
re
ia
,
contrario
converr che
,
si
se
non
le inimicizie mortali
saranno di
,
presente in campo.
E sono di
tanta audacia
che chi
:
punto
il
lor
le
, ,
196
Sibille
non furono
1'
savie
?
.
debbia essere
undecima
mon-
do fu
fatto
intra tanta
sesso
quella del
femmineo
femmina pare
una di
tra
si
gli
uomini
cogliono levare
U^
'
femmine
le stelle
le
Muse
se
le virt
le
se
non che
,
disonesto
sarebbe,
egli cosi
l'f^
nuli' altro
si
vorrebbe rispondere
non
gloriano
rac-
chiuse
Y unica
1'
universo
vergine innanzi
parto
e che
,
dopo
il
parto rimase
,
vergine
con alquante
altre
della
immaginano dovere
essere riguardate,
argomentane
che in niuna
questo non
sposa
virsi
cosa
la
somigliano
se
,
non
in
una
Ma
da dover consentire
tuosa tanto
monda
e piena di grazia
e del tutto
,
che a
ma
d'
una
'97
^
! Mere
]iia)e
il
volendo per
incantare
i>cr
non
femmine moderne
essere
ab eterno
se la prepar
to e cotale re.
stata M>parnta
non
mostrerebbono: e similmente la
artificiata,
sua bellezza
la
quale non
non dipinta n
colorata fuj ed tanta, che fa nel beato regno agli angioli e a' beati spiriti^ se dir si
membra
il
mortali
riguardata, che
le
contrario
giore; perciocch
il
concupie
commuove
maravigliosamen-
accendea
disponeano
e di questo in
non vanagloria
necre-
ma
incomter>
ella fu
madre. L'altre po
che che
a'
veramente donna
ingegnarono con
le
forza di somigliare
non so-
lamente
seguirono,
dipinsero
ma
|>er
le
fttpigirono
sommo
studio
si
pi
bt
Ile
ma
SOCCAC. T. V.
198
le bellezze loro dalla le celestiali
natura prestate
.
si
disprezzarono
aspettando
lu luogo d'
,
ira e di la
superbia
e
1'
rabbiosa furia
astinenza mirabile
domarono
alle
e vinsero
temporali avversit e
1'
martini
,
servata
nir
anima loro
im maculata meritarono
di dive-
compagne a
E se
potesse accusar
natura
maestra del-
le cose, io direi
ne peccato avesse
sottoponendo e nascondendo
cos
memso-
vii sesso
come
si
il
femmineo j perch
numero
1'
di quelle
vogliono mescolare e in
si
vedr
mal
confarsi
una con
1'
altra
.
r una
Tacciasi
,
adunque questa
il
generazionejgrava e a dultera
degli altrui meriti adornare
j
n voglia
suo petto
le simili le
a quelle -j^die-^liitte
fenici
:
abbiamo ,
delle quali
uomo, quan.
sua vittoria
il
miracolo maggiore
Ma
io
li
non
suoi
bisognasse
d'entrare,
prima spero
,
si
che
nostri successori di
:
percioc-
la reina degli
angioli segui-
e le nostre
femmine
dgra-
'99
dando hanno
gi
il
cammino
smarrito
j
n vorrebbero
,
cho
e s pure nlcjino
pre-
dicando
se
ne
sue parole
gli
orecchi
al
suono
dell' incantatoDe
Ora
io
jHrvcrsa
mol-
le (piali
molto pi e pi spiacevoli
,
che
al
le
n intendo
la
presente
storia;
ma
ho
dei tu assai
,
ben
1*
comprendere
e in
sotto
cagione. Pare
me
molto certo
che
se
verr
all'
loro difetti da
me
,
dimostrati
che
esse incontanente
al-
non
a riconoscersi
trui conosciute
migliori
come dovrebbono
rifuggiranno
ma come
,
ranno
me
come
veritiero
ma
come uomo
quale
Ma
volesse Iddio
che non
mi
pia-
cque
esse
mi
fossero piaciute
giammai
perciocch
dieas-
io avrei assai
tempo
,
tro
sai
ad esse perdei
e nel
mondo
altro.
Ih
dove
io
sono
io
minor tormento
soflerrei
sogli
il
stengo.
Ma vegnamo
ad
Dovevanti ancora
sii
,
medesimo
(piando
, ,
aoo
naturai conoscimento non te
l'
avesse mostrato
ri-
uomo
fatto
alla
im-
magine
La
il
1'
avea creato
met-
tendogli tutti gli altri animali dinanzi e facendogli noniare,e alla sua signoria sopponendolijil simigliante ap-
femmina ch'era
al
mondo, la
mondo
e
mi
ne' principati
tutti
generalmente in
altre
maestrali e sacerdozii
gli
,
e nelle
uomini
in loro
.
solamente e non
femmine preponendo
altri e
commettendo
il
governo degli
di
quelle
La
dell'
uomo
,
ecceda
assai
quella della
femmina
animale
si
pu o dee
anche
pigliare
che
pri-
ampio
s'
conceduto
intender
menomi
'1
mine
do,
com-
prender
il
pi vile e
pli
non
sia
prevalere a quella
femmina
in
uomo,
il
se
il
miaore
uomo
ha
la cut virt
ad alcuna ec,
il
quale
sacri studii
t
filosofa
ha dalla meccanica
de' quali tu
turba separato
del
numero
per tuo
dio
la
faccia
degno
domandandola,
giori
negata,
se'
uscito,
:
conosci tu
cosi
come
,
cosi
t'
avvilisci
poco caro
insensatamente di
le
piacque
ti
vada a sottomettere
;
Io
non
me
ne
e quanto pi yi
te
penso
pi ne divengo turbato
'1
A
i
s'appartiene
e
,
so che tu
conosci
pi d' usare
solitari
altri
,
luoghi
che
le
pubblici
luoglii
e quivi stando
operando
e versificando esercitar
nir migliore
,
la
fama tua
,
che appresso
ciascuno che
fine della
il
qual
il
tua
lunga sollecitudine
ne' remoti luoghi
te
,
Mentre che tu
le
Ninfe caslalide,
si
que*
malvage femmine
l abbandoneranno giammai
la bellezza
delle quali,
siccome
le tu
il
io
ho
inteso
non
se' schifato
n schernito
ma
e
loro a grado
tu
io
come
che
mcdefo.
siiuo sai
le conosci
non
202
elle
non
ti
ta
se
clie
'1
romagnuolo
,
forno
la fornaia scaldato
,
e la
meno
II
pane lievitare
clie
da provvela
der
sia
casa
si
spazzi;
sata
non
ti
la notte pas-
monna
eli'
cotale e
monna
al
altrettale^
n quanti paters'
nostri
abbia detti
predicare, n
le gale
egli
il
meglio
:
alla cotale
ti
roba mutar
lasciarle
liscio
stare
non
n per bossoli
ti
narreranno
mondo
i
stale
fiori
inCmo a questo
e le dilettevoli
le
giorno
e sopra
1'
erba e sopra
,
ombre
teco sedendo
cui ulti-
me onde non si
videro giammai,
mostreranno le ca-
nutrichi
li ,
e insieme faccia
1'
donde piovano
anime
1'
essere
la divina
bont eterna e
,
infinita
si
ad
essa
si
',
salga
ti arie
e teco
Omero
La
il
di
,
Virgilio e
i
tuoi
menon
,
desimi
ti
se tu vorrai
canteranno.
,
lor bellezza
anzi
caccer via
lor costumi
opere
che dunque
potendo cosi
,
fatta
compagnia
vogli
,
e quanto tu la
vai
cercando sotto
dove leggiermente
che
ti
putireb-
9o3
^*ttAiie donne, se dal loro bellissimo coro te, siccome
non degno
cacdassono
alle
femmine
no
1'
np{)ctlto dirizzi
,
tra loro
che purissime
so-
ti
vai a rimescolare
!
non vergognandoti
non
te
della tua
e'
bestialit
E certo
se tu
ne rimani,
mi pa* hanno
bene
ne
si
il
loro sdegno
,
cosi
come
:
chiamano
ti
non essendo
,
e quale ver,
gogna questo
sia
tu medeperciocch
puoi
Ma
mi pare
parteneva di considerare
quando follemente
il
collo
sottomettesti
non creda
eh' io
ti
oltre
a quello
me-
cui mani
za
t'
tuo peccato e
.
la tua
nvcano condotto
La prima
liamo
,
notizia di questa
femmina,
la <]unle
potrei
chiamare, mi dicdono
io
me era
venuta
e di cui io mollo
meno mi
polca scontentare
che
di questa,
'1
non
so se per lo
,
forze che
si
facesse
fui ricongiunlo: la
sendo
bene gi
ao4
nare avendo appresa
\rsai
,
costume
in guisa d'
e acciocch io o,
ella
non vide
prima tempo
serbate
X
,
all'
occulte insidie
,
e forse lungamente
poter discoprire
:
eli'
ella di
colomba subitaavvidi la
,
di che io
m^
mia
mansuetudine
d' ogni
troppo
rimessamente usata
.
essere
mio male
certissima cagione
Io dir
il
vero
io tentai
animale;
il
ma
gi tanto s'era
mal
radicato
.
che pi
tosto
si
potea
intorno a ci
facea
non
aggiugnere
,
fiamme
e le
piegai
nella fortuna e in
Dio
me
mie cose
rimettendo . Costei adunque con romori e con minacce e con battere alcuna volta la mia famiglia
la casa ta
, ,
corsa
quantunque
io
come
ta
non pienamente
fatta avessi;
o non
gnifica dimostranlesi
le
,
come
di
se io stato fossi
,
da Capal-
ed
Soave
cos la nobilt e la
come
se a
me non
furono o
certissimo
bench'
io
sia
,
che
essa
ninna cosa ne
sa
come
va-
na
se
gli
e dalla vecchiezza di
s
argomenta
tra'
essere nobile
,
suoi passati
e ancor
%o9
pia
.
Ma
se per dieci
cattivi
pi
cvventurata in crescere ia
in valore
numero
,
d'
uomioi
che
o in onore alcuno
fosse stato
un
solo scula
di quelli
a'
per
cui
ne e
la sella
cosi
,
convenientemente
,
stette
come
al
poroot
cattivi centinaia
l)c
de' cavalieri
bestiali
,
tra'
quali ella
uno
leofante
,
foderati di vaio
,
e nella spada
ti
le
un pezzo
la
ano
appiccare
consista la cavalleria
(juale
si
chiamano, e non
vero lontani
,
in altro:
il
ma
quanto
essi
sicnu dal
colui
sa
alle quali
il
sono pi nimicichc
conosce
maggioranza e
arroganza incominciando
tun(jue io
1'
armi poste )
,
che
essa alcuna
volta
riconoscer
,
si
dovesse
pervenne
a tanto
tranquillith
mi credea avere in
e
casa recate
conoscenv'
avea
cominciai a desiderare
citt
,
e ciascun pi di
litigi
qual che
si
fosse
e di quistioni pieno
to e
m' incominci
la
a parer pi quie-
pi riposato che
mia
casa
e cosi veggendo
206
veair la notte, che al tornare
contristava
te
,
mi
vi
costrlgnea
mi
come so uno
noioso prigioniere e
possen-
m'avesse
Costei
del tutto e di
la natura
me
il
e delle
mie cose
al
avrebbe voluto
to
ma come
,
richiedeva
ordi-
non
ma
faccendosi
avea
desse
il
governo
e
i
essa conveniva
che
la ragion
riveil
frutti
parer suoj e in
cosi tosto
tit
somma ininguria
ella
recandosi, perch io
come
mia
tesoriera
e guardiana
non la
uomo
simamente verso di
to
mi rimprover
ella
infiuo a tan,
desiderava
,
s d' al-
tra parte di
Fabrizio
e
.
a qualunque
altro leale
uomo
stato
commendando
,
non vonon
in
cose infinite
,
mi
si
pose
,
al contrario
se
vincitore
pose gi
,
l'
arme
ed
io
misero
e male in
l'
ci avveduto goscia e
to
1'
an-
affanno
il
pi tiepido che
l'
usato divenuil
seguiva
vesti,
come
gi dissi
ora
ma
pi davanti
ed io servidor divenuto
non
cominci a mostrare e
7
a mettere in opera Taltc virt che
te di lei
il
tuo amico
.
tan-
con
cotanta solennit
le
ti
,
raccont
Ma
io
,
noi
mani
come ebbi
.
mi
acciocch io
all'ormo per lo
tosto
dolce
mondo che io
duto
,
nspctto
e se
citth
clli
mi
sia
conce-
n fu n o sark don,
ch diremo me-
non V avanzas1'
Per
la cjual
aver ben
natiche
avendo
forse udito
,
in niuna cosa
in
lei
me,
chetalor dise
Primieramente
grossi
capponi
si
trovavano
formaggio parmigia,
no similmente
catino
giava,
,
le quali
non
,
in iscodella
cosi
u bramosamente manin
fosse dellatte, le starne,
ma
come
la torre della
i
fame
Le vitelle di
,
fagiani
,
tordi grassi
le tortole
le
suppe lombar-x
i
de
le
lasagne maritalo
,
le friltelleile
,
sanibucalc,
mi-
gliacci bianchi
bramanger
faceva
non
o
di
altre corpacciaie
poponi
villani
.
quando ad
gelatine
la
essi
s*
avvengono
non curo
d dirti
Le
, ,
ao8
cosa acetosa o agra
,
perch
.
si
Son
che
s'
io
ti
del
come eli' era solenne bevitrice e invesligatriee buon vin cotto della vernaccia da Corniglia del
, ,
-vino
morbido e
ti
accostante,
mi
crederesti
perch impossibile
.
parrebbe
le
a credere di Cinciglione
Ma se
mi
tu avessi
un poco
r avessi
udita, forse
tanto senza le
di
lei
te
pienamente di divenire
venne
per
fatto.
Non
1'
so io se ella, per
1'
molti digiuni
la
fatti
la salute
;
mia, se
ha smenoin
sul
mate dopo
viso
,
mia morte
cosi te
avess"" ella
e io
ti
vedessi
io,
che con
io
non potei
tenere
la
ma
egli
N era
na
assai
solamente
ma
le volea lucenti e
,
chiare
come
se
una
alla
quale
essendo
per maritarsi
poca dota
la
appres-
so la cura del
e del vesti-
re,
sommamente
nelli, e di
lembacchi
e di pentolini
:
e d" ampolle, e
spe-
io
non avea
in Firenze
ortolano
09
clic infacccncinto
non foMo
foli,
mato
a purgar
verderame
ae
non a
Ini :
gromma
di vino marrarotlo
come
spesse volte
avvenne che
,
non guardandomene
e baciandola
me-
che con
gli
occhi sentendo,
di cibo
.
preso
io
li
ma
appena
gli spiriti
Or s'
disi
cessi d
alcuno meno, tu
ti
maraviglieresli, e viepi se io
si
li
di-
dare
alla stufa
come
spesso
lei lavala
dover tornare, ed
.
ella
non
delle quali
per
sono
assai
che fanno
femmine
cia
sottigliando le gole
,
o
te
tre
,
non
se
ne fossono con
lei
come che altri trattati spesse volte lenessono come quelle che oltre a quella loro arte sotto
,
sic-
titolo
;
I'
e le
sensali a fare
,
bruna
.
gh non
verrebbe a ca^K) in
, ,
aio
otto di di raccontare tutte le cose eh' ella a cosi
fat-
to fine adoperava
ta bellezza
,
A conservazion
s'
maggiore industria
1'
adoperava
,
perciocch
il
il
sole
aere
il
di
la notte
il
,
sereno
fiera-
nuvolo
se
modo
,
mente r offendeano
avea
ella in
finiti
, ,
la
polvere
tratta
,
il
vento
il
i
fummo
odio a spada
quando
lavamenti
erano
se per sciagura le
s
si
sul viso
questo era
,
grande scandalezzo
si
grande
turbazione
che
perdere Acri
un
diletto
.
e dirottene
una pazzia
1'
forse
mai pi non
una mosca
una nuo,
udita
si
pose
,
avendo
la
ella
va maniera di
liscio
,
adoperata
volte
s'
,
quale essa
fiera-
mente turbata pi
mano
ma
quella presta
:
si
levava
come tu sai
e ritornava
d' ira
,
ferirla
tutta accesa
qua
:
or
and seguitando
che
non
avesse
o quella
,
to esser quella
ella
piata
Che
mani
le fosse
Per certo
:
ella si sareb?
be messa con
avveniva
re
:
lei alla
si
schermaglia
poteva con
che pi
Questo
il
di che
meno
noia sostenesi
ma
se
fosse
,
per
la casa udita
'1
si
,
fosse stata di
notte
convenia che
glia si levasse
e tutta
1'
altra
famiali
lumi
in
mano si metteano
in-
31
ripoao e del
buono e dcT
doono
che
tomasfiono, coavena
la preseiitassono
davanti a colei
,
e appi?
postando di guastare
Che
s'
accon-
ciava la testa
za
con quanta
si
in quello
Elssa
le leggi
profeti
pri-
forse
,
non
cos
buona abbaciner
l'
li
dicesse ven,
totto fatti
lasciamo star
e
il
aprile e
sei
,
'1
maggio
ma
il
dicembre
verdi
,
gennaio, di
fiori
maniere
d' erbette
ella se
li
o d' altrettante di
donde eh'
duzze composte
fante levare
,
levata per
s'
tempissimo
era
il
e fatta la
'1
poich molto
viso e la gola e
,
e quelli vesti,
all'
animo
1'
erano
a sedere
camera , primiera,
mente
si
e talor
due
vedere
men che
vera la sua
si
faceva
e dall' altra
,
e vetro
sottile
e orochicco
poich diligentemente
tisi i
seta
il
si
poneva
e quel-
!
l'
con una
fermate ,
fattosi
acconce ghirlande e
fion'porgere
quelle primietutto
,
ramente in capo
partendo
,
postesi,
andando per
ne dipignea
fiori
comn
cos
il
capo
se
come
talvolta
,
ninno ne fermava
chiedesse consglio
Ma
,
poich
1'
et
venne
troppo
di-
parendosi
venire,
capelli
quantunque molti
i
d se ne facesse cava-
re
richiedeano
,
veli
prendere
letti s'
cosi di
,
e
il
fiori
soleva
petto di spilsi
empieva
:
con
l'
comincia-
va a velare
ogni volta
alla
:
quale
credo
clicca
questo velo
quest' altro
manda
mi cuopre
sotto
fa'
l'
la fronte
orecchie posto
stretta
e ponlo pi in la
pi
'1
piega a quello
to
mento;
togli
quel vetro
che ho
nella gota di
,
quali cose
se
una
sola
,
meno che
se'
a suo
,
modo
cen-
to volte
cacciandola
la
bestemmiava
dicendo: va'
:
via
tu
non
va',
chiamami monna
ordine
si
la
qual venuta
tutto questo
,
tulta in
rimetteva.
,
dopo
le dita
,
con
la lngua bagnatesi
or qua
or l
si
lisciava
or questo capello
;
e di quinci
e or
da
guardava, e
si
pena da quello
, , .
ali
fi^^
bene
spicci ru
nondimeno
,
si
na donna riguardare
slesse
,
se
non nltrimcnii
che
se la sua
fama o
E poich
alle
andava davanti
.
Ben
so
non
;
non che a
dico per
ma nell' altre donne e certo io non la nuova ma per vi'<&iosa e spiacevole o cattiva,
lei
, ,
altre
resultava di (jucsti
tosto
.
modi
quando
tei
dir
che sani
Chi
con
,
tanta sollecitudiue
domandata
1'
avesse
prestamente
rispondea
il
facea;
ella tanlasciassi
mi
piacesse
eh' io lei
non
per
zambracche e
alle
vili
e alle cattive
la gola
,
femmine
io
Ma
di ci mentia ella
alle
ben per
,
ch n
andava dietro
zambracche
sic-
com'
io
che dinanzi
il
odov'
ella fosse,
si
non
altrimenti
falcone tratto di
cappello
ella
,
rifk
tutto e
sopra s
toma
che faceva
;
sommaturbava
mente desiderosa
in
si>
e cos
si
medesima
alcuno
se guntiua,
come se una
|)cr
se
avventura
avendola riguardala
la
CBOC.VC.
T. V.
\\
2l4
sua bellezza commendata avesse
udito
, ,
da
lei
fosse stato
questa era
altra
si
gran
festa e s
grande allegrezza,
:
che niun'
mai
a questa ne fu simigliante
n le
non
l'
avesse
potendo
fatta
pi che volentieri e
l'
tosto: e cosi
aves.
se
1'
altra,
lunque
fosse colei,
astio di
qua-
della quale
avrebbe voluto
altra cosa
il
parendole di quello e
altra
d' ogni
esser
degna
dica
,
E
e
dico
,
gli ornati
e laudevoli co-
stumi
il
la
maravigliosa eloquenzia
che
ti
di costei
ragionava
somma
grande
avea
eli'
fortezza dell'
animo
di costei
questo era
quali genliH
la
come aver debbono quelle donne le sono, come ella vuole esser tenuta, e per
tra le valorose
quale meritamente
antiche, di loro
m agnifcenzia,
,
fu assomigliata
.
non do-
chiamar
dee
il
e ornarsi
come
quelle
,
che ad
a piacere
es-
donnesca non
si
richiedea
ai5
nrqiiistall
;
il(*'
come
,
di chi
corre
al palio
il
quale ha
al
uno
de' molli
au de' molli
pervennero moki
cacciava
si
.
termine
disialo, si
,
come
non che
solo, o
oltre a
me, ma
molli
:
ad attutarne una
sola favilluzza
l'
non erano
sutlcienli
ho
n intendo distesamente
parlare
conoscen-
do
io
1'
amist delle
femmine desiderano pi
speranza prendono
,
focose le sentono
pi di
mento aggiungono
adunque
,
loro
amoro
Sommariamente
ti
me che
che
io gih
ne
sospicciassi
tal cavaliere
per lo
mondo
,
per lo passato pi
suo
al
cos la sua
,
dimestichezza usava
come
il
non
solamente
essa
,
il
so medesima concedendoli
le bastava,
ma
,
come
1'
amico tuo
ti
,
disse
non
del suo,
,
ma
,
una
volta e altra
,
e poscia pi
,
quando per un
in
vallo
e talvolta fu
gran-
di
buona quantith
di danari
sovvenne
che
dove
tesoriera aver
mi
credea
N ancoes-
n quello eh'
avea
disfare
tal
le io pi d'
me
d'
onore
2l6
come che
acqua
io
,
e ciascuno di questi
otta per
vicenda
,
stretto
ricongiunse
e di pi altri
quali ella
assai
fatte
,
giu-
In queste cosi
,
cose
porgendo
a ciascuno
mano donando
,
a ruffiane
la
spen-
dendo donna
usava
tua nuova
a divedere
volendo
va e
secondo
una
due
,
servigi far
ti
perciocch mentre
ti
racconte,
r quello
olla
lei
mostrer
come
intender
si
dee
come
che
le
piace
forse
da
te
inteso
ciocch
se
la mafifnlficenzia
intende che
via
;
s'
usi nelle
co-
donandole o gittandole
la cortesia
intende
di si di-
di s
medesima
non
usarsi
quando liberamente
cortese,
ma
de' quali
sono
suti
che
quantunque
,
ella
nell' aspetto
paruta
rriolto
imperiosa
.
non
si
sono per
peritati,
rispet-
al
quale
1'
prestamente seguito
effetto
,
perci merita-
mente dice
noi seppe
piacerle la cortesia
richiesta stata
In
mai
disdir
lei
cos ornai
che
..
317
converrh richiedere
se
. ,
niuno vorrebbe
cie
,
'1
disdiceti
Fi
veramenle di
te io
mi
ninrnviglio
comu
aia
altro
ami,
dovevi
come
,
l'
inferno fuggire
perci se
al-
la
test inteso di
qual
parla
le savie
persone
sai
,
come
scrive, gradirle
Ma come
,
tu
gli
uomini e
Alcuni sono
ottimamente
la
ed ec-
clesiastiche
siccome mollo
in
legge e
in
ducretali
al-
perciocch nel
,
pratichi
1'
e seguire
utili
,
quando
bisogno viene
tenuti
fondachi
,
le
loro mnrcatanzie e
loro
fatti
di casa
e se-
condo
mutamenti
De'((uali
modi e
,
d* altri assai^
potrebbono
savia
,
io
divina scrittura
n di
mento pubblico o
ciocch
,
peril
se cosi intendessi
ti
non
intenderesti betie
senno di che
tra
scrve
che
si
,
diletta.
maniera
di savia gente
la
2l8
sti
mai
IsJ
quale
si
chiama
la
mati
socratici
,
tonici
nuova
da una
la
fii
ne,
donne
discrete e perconclusione
posto:
e saimo
modo
ri-
cime
le le piace e
aggrada
sue consorte
s'
mente
poich
monna
monna Diana
le ella
debbia
la cattedra
Questo
quel
uomo
male
o appararlo
e perci sgannati
se
avessi inteso,
Farmi
esser certo
perversamente intendevi
sii
caduto in errore
dilettata
oltremodo di vedere
di gagliardia
se
,
',
uomini
pieni
di prodezza
o desiderasse o
vedere
gli
uomini
,
o nel,
ai9
com])altcnJo
le citlh
e le castella
:
o con
:
spade in
mano
da
,
insieme uccidersi
non
,
cosi
non
coftci cosi
ta cres*
ucci-
dano
del sangue
che , morendo
V uomo
sto
,
vermiglio
i
si
versa
La sua
le
che
vivi
ninno
la
sa
me
cam,
n su per
le
mura
,
n
;
con baciuclti
ella
s'
in testa
ne'
letti
negli altri
dove senza
alle gio-
rame
a pian passo
celolto
prodezza
ci
si
la
la
o per
otto
o per dic-
aringhi
dirizzi
.
non
si
Questi cosi
falli
se eglino avessono gi
il
viso fatto
come
,
il
sarnciii della
piazza
e questi colali
menda
ni
e oltremodo le piacciono
Peixh
,
se gli an-
non
t'
hanno
lolla
1'
usala virt
non
ti
dovevi per
,
facesti
credendo
d'Irlan,
A maroldo
:
da
la
quale
che antica
le piace
in che io
t'
ac-
cerio che,
vero
secondo
dimostrazioni falle
,
ella
abbia
si
il
suo
piacer dimostralo
in quello ella
non
sa
che
dire,
che cosa
sia
n donde proceda
320
ba
gentile
,
n chi no
se
in ci vola,
to mostrare
e per
:
come
la
gentile
ama
ed
tanta
sua vanagloria e
gentilezza
di Francia
,
pompa che
altri
ella
fa
di questa sua
a' reali
o qnakinque
se altri
ne sono anti,
chi
sarebbe so-
perchio
Ma
:
ben doveva
de' quali
s'
ella
voleva mostrare
don-
ella
potr
sia^
oggimai
o donna
strar
tori
,
o gentil
.
non
che
mo-
mai
Scriveti
sia
piacciono
grandi
favella-
conci
e dicoti che
pi.
'1
suo cinguet-
non facevano
me
V
E
:
femmine dicendo
, ,
quelli di casa
;
e gli
antichi miei
miei consorti
,
che
le
pare troppo
si
e tutta gongola
:
quando
vede be,
ne ascoltare
e odesi dire
.
monna
Ma
si
ella in
brevissimo spazio di
il
tempo
o no
ti
dir ci
che
i
fa in
Francia e ordina
re
,
d'Inghilterra; se
;
Ciciliani
i
avranno buona
ricolta
se
Genovesi o
ria di
Levante, e quanta
se la reina
j
Gio vanna
i
gia-
cque
quello che
:
Fiorentini
le
dispongano dello
potrebbe essere
genti
si
bench questo
altrimenti che
assai agevole
,
se
stropicciasse
li
quali
non
931
paniere
ti
il
vnglio
1*
acqn
,
tengono
loro
oltre a (jucslc
tlirh
che
maravigliosa
gl.
oom
,
a pensare
donde
quale
,
E per
,
certo
se qaello vero
cono
che
cjuello
'1
membro ,
il
animai bruto
e r uccello e
al
pesce pi esercita
sia
,
pi piacevole
gusto
ninno boccone
la
,
lin-
gua
d lei
la
rsth
,
mai
non molla
mai non
dalla mat-
e la notte
la
io dico
dormendo ,
,
non
sa ristare
chi non
conoscesse
udendola
una santa e
di legnaggio reale
e cosi secon-
in contrario, a ?hi
da volta
recer
e talora la prima
un
firli
venir voglia di
favole e le bualtra
P anima.
,
il
non consentirle
le
gie sue
che
femmina
con
piena
se
non un
volersi
lei nzzuflfnre
la
siccome colei
alla
o Fcbus
gib assai
stata
millantnndosi
ha
detto,
che
se
uomo
r arebbc dato
bello
.
il
ma
il
compi
orsa
dendo
Se
o pure
il
le
e*
non
ci
basterebbe
tempo :
e se tu cosi hai
l'
ingegno acuto,
rome
io credo, assai
pur per
sieno
i
le udite
suoi costumi
222
magnificenzia e
'1
senno e
1'
te
Per-
tornando a ragionare
,
di quello che tu
e di che per
cio del-
le quali
,
per
palesarono
cosi
l'
non
fossero elle
ti
mai a me
.
palesate
voglio che
ascol-
tarmi non
dica,
ti
rincresca
Ma
io
to hai
o avere potresti
nell'
.
animo
una
Tu
:
medevoca-
simo detto
o potresti dire
;
chente
il
modo,
o convengons' elle
,
a ni uno
passi
,
non che a
verso
uomo
eterna
onesto
gloria
il
quale ha
li
diritti
sofisticando
to
risposta
,
la
che
non
,
so-
lamente buona
ma
ottima
sempre
,
perciocch assai
noi patiscono
lute
si
,
sono e di quelli e di
qu.elle
,
che
se a sa-
vorranno conducere
e alcuna n'
che con
cotali
vogliono
Il
mal
concet-
amore
dell'
uomo
una
di quelle:
perciocch
intelletto
sdegnoso adopera
e oneste per,
suasioni
non
di
e se niuno
mai martiro fu
aa3
questa noccnzia putrida e villana
,
dubbio desso
voluto
,
Perch
io
il
quale
la tua
come
ri
il
altri
ha
do
il
ai
pi pronti
medi sono
tuo disor,
ricorso e ricorro
e perci<^ ad addolcire
dinato nppctito
alcuna cosa
parlar
mi conviene ;
quali
si
sono
pruni e
gii sconvolti
bronchi
che a non
ti
lasciarti
.
la via
da
sono assiepati
i
Queste pai
role
cosi dette,
gli alti
sono
martelli
picconi
gli
ti
bolcioni,
quali
monti,
le
dure rocche,
,
strabocchevoli
facciano
, ,
balzi convieu
la ({uale
che rompano
,
la via
per
da tanto male
da tanta ingiuria
da tanto
come
tire
.
questa valle
Sostieni
senza impedimento
ti
possi par,
adunque pazientemente
d' udirle
Immagina queste
quale per
avere
mie parole
cosi
amaro
il
l'
tuo gusto
infermit
ruttibili
il
discreto
medico
5
t'
ha donato
e pensa
se per sanare
corsi
corpi quelle
,
sostengono
ma
vi si fa di volonti
si
.
incontro l'infermo,
sostenere
Io
mi credo
ti
assai
bene
potesse aver
messo
in
dubbio
modo
2^4
o de' vocaboli del tnio parlare
proposito
,
:
e perci tornando
,
al
nuova posse-
pai'titamente parlate
re
che a
non poterono
essere note
perciocch fuggito
hai
Primieramente mi piace di quella bellezza incominciare, la qual, tanto le sue arti valsono,
che
te
non
sola-
mente,
bagli
,
ma molti altri,
che meno di
te
e simile
altri
,
;ille
con teco
molti
altri stolti
come
avesse
me
quando
la
che posto
fattibello
leggiermente
,
il
vostro
e oggi pi che
sia
quando
,
la
maltinto
d'
un colore
di
fumo
mudano
in tanto
contraria a quello che parca poich avuto avea spazio di leccarsi, che
il
potesse cre-
dere
volte
avesse
la
come
vid' io gi mille
,
chi
non
sa
che
,
mura
affuramicate
la
non
,
che
visi delle
femmine
,
ponendovi su
biacca
di-
ventano bianche
bianco
e chi non sa
insensibile
,
che per Io
ri
menare
la pasta,
,
che cosa
,
non che
,
le carni vive
?
gonfia
si
e dove
mucida parca
tanto
,
diviene rilevata
Ella
stropicciava
,
e tanto
si
dipigneva
si
faceva la buccia
la
quale per
levarsi
,
la
ri-
avea iu prima
tu,
una
il
altana maraviglia
me ne
,
facea
e se
1'
come
con
la
io
pi
veduta
avessi
cappel,
come
,
ora
dissi
e col mantel-
lo foderato
covare
il
fuoco
in su le calcagna seden-
dosi
Ioni
che
tutte le
namorare
non
cano
t'
Quale
ella
dovesse
caval-
essere
,
quando
all'
asta
con
la testa
,
la
doglia al capo
il
apponendo
salti tu
.
dove
male, penfatta
che
,
se veduta cosi
di'
li
r
la
avessi
,
la vedessi
che
le
ti
dove
che, vedendocorsero
,
al
fiamme
come
ti
fanno
se
unte, che
fos>
fatto
incontro una
,
soma di
,
o un monte
le spiace,
di letame
voli cose
girai
,
come per
si fa ,
e ancor fuggiresti
:
e fug-
la
mia
verith
immaginando
ma
da procedere
pi avanti
sa
:
ci resta.
Tu
,
la vedesti
grande e compres-
parmi
esser certo
come
,
io
ne che per
suo
,
me
il
s'
aspetta
che riguardando
petto
ti-
cosi
senza vedere
bariglioni ca-
che
le
ma
di
:
grau
e co-
lunga di lungi
me che molti li potessero al mio dire vera tosiimonianza rendere siccome esperti a me che forse pi luugu, ,
aa6
inente
voglio
,
non potendo
altro fare
creda
vedi
,
In quello
gonfiato
che tu sopra
la cintura
,
to eh' egli
non
v'
stoppa
n altro ripieno
,
che
,
la
che gi forse
,
acerbi
sirail-
pomi
li
e a vedere
taente
come che
recasse dal
la cagione,
l'esser trop-
po
il
se cascare le lasciasse
che
rebbono
non
una
vescica sgonfiata
e certo, se di quelle,
,
come
de' cap-
pucci
s'
usa a Parigi
a Firenze
s'
E che pi
cotanto
,
o meno,
alle
gote
,
dalle
bianche bende
tirate
risponde
,
la ventraia
la
quale
,
come sono
guisa
li
le torce
non
d' altra
pendente che
bue
pende dal
pet-
to al
mento
,
e per avventura
gli altri
panni
quando
se-
condo
o
,
1'
secondo
dilettevole
infornare
il
malagTiida
1
Nuove
or-
quanto meno
intelletto
raccoglierai
come che nel vero io non sappia da qual parte io mi debbia cominciare a
infermit:
bene
ragionare
iki7
del golfo di SeUilia nella vallo d' Acheronte
otto gli oscuri boschi di quella
si
li
,
,
riposto
e d' una
gromma
di
,
nuova qualit
ripieni
ma
pure
,
il
dir.
La boo
ca
s'
entra
quantunq ne
navigasse,
mio
non fu giammai
,
qualunque ora
,
1'
acque
furono minori
di nulla, a
senza sconciarmi
all)cro
?
di
me navigalo
,
fatto
luogo
Deh che
,
dico io
L' armala
re
maggio,
ti-
rare in
timone
:
a grandissimo agio vi
,
potrebbe
essere entrata
ed mirabil cosa
vi perisse,
,
v*entnS, che
non
non ne
Cariddi
fosse gittato
si
siccome in Cicilia
,
la
dice
l'
che fnnno
che
l'
una
tranghiotlisce
le navi, e
quel gol-
fo
allora si riempiereb,
be o sazierebbe
legne
.
che
il
mare
d'
acqua
il
fuoco di
Io
mi
tacer de'
Gumi
al
talvolta
,
non meno
spiacevoli
perciocch ad altro
mi
tira
il
preso
stile
Che
volta
za,
ti
dir
adunque pi avanti
del borgo di
,
mal per-
tugio
posto tra
due
rilevali
monti
e quando sen-
di mongibello, spira
,
un fumo
la
sulfureo
spiacevole
?
che
tutta
contra-
da attorno appuzzola
die quando
che
vi
stetti
pi che
assai volte
da
cos
328
feso
,
mi
credetti altra
morte
fare
che di cristiano
,
il
quale
corpo-
quando da caldo
che con
quando da
e spira
fatica tutta la
^
geme
l'
si
fanno
il
meno
;
perch se tu e
,
gli altri
che
le
comperando
nete ingannati
per
viso
come
gli
altri,
pi
diritto alla
apparenza che
,
me-
no
ga
se'
,
da riprendere
quantunque a
conven-
che a molti
altri,
pi la verit che
opinion del,
le cose seguire : la
e dalla
bestia
,
opinione non
ti
rimovessi
porti
,
oltre
ad ogni
altra
saresti
da riprendere: e io
io
mi
avendo
rispetto al
molto che
t'
pu
dire
,
, si
aper-
ta
t'
ho
la verit,
ti
che forse
,
era nascosa
che se dal
altra
rimovessi
oltre
ad ogni
bestia
al
quale
ti
ieri
t'
avea
di-
tua follia
e acciocch io
,
possa
ben
mostrare
come
tu eri folle
,
aggiugnendo
le cose
vec-
cominciare
Mostrato
ho
in assai cose
quanta e qua,
animo
di costri
i'
suoi
costumi
te
,
avrei det-
s'
io
avessi
per
si
smemorato
:
non
ti
,
gli avessi
compresi
t'
che
la tua
concupiscenza non
meno
tirava
ad
a-
maria
dio facesse
I*
animo
della
la
la
falsa
opinione presa
Ora
uelln morte e
narti
,
dopo
me e
a te
nando
si
(iaiiinia nella
per
li
modi
suui, e a te,
lei delle
cose meritat'
lei
a vile avendo,
ap-
mina ogni giorno pi multiplicando nel far delle cose male a lei convenienti d'oprare e a me di sostenere, n
in ci le mie riprensioni alcuna cosa vaglicudo,
non
con-
sappiendo
sit^do
,
al
utile
in si fatto
,
mi misero che
e
pi che
il
come
nascoso era
,
il
dolore
si
il
la
infermiUi
non prima
parve, che
corrotto angue,
occupato subitamente
in
tai
cuore
me
quasi del
mondo
sciolta
uno
stante rapi.
,
N prima
corpo
eh' io
non
solca
vidi e
nimo
di questa iniqua
femmina:
che della
mia morte
posciach
la
,
appresso
siccome tu udirai
.
chiaramente dimostr
tutUvia
,
Ma
siccome colei
23o
mie cose occultamente
messi e che
assai trasfugate
,
e di
quelli
miei
figliuoli
rimaner doveano
li
non
e
miei
fatti
n avendo spazio
di
lo subito
sopravvenuto caso
chele piacque,
le finte
con altissimo
:
lagrime
3
il
che meglio
femmina
,
ella sa
la
fare
in
molto pianto
multiplicando
con
e s a
chiamar mise-
m'era durata, e
.
s oltre
ad ogni
altra
reputava avventurata
stato
,
veramente egli
non sarebbe
udita
1'
uomo
che
n donna alcuna
lei
che
avesse
veramente
sonavano
ma
me
dee bastare
le conosce
insieme con
no
secondo
rende
gli
,
guiderdoni
tutti
ufici funerali
poich
'1
mio corpo
terra divenuto
pi scapestratamente
la
non
1'
di quello
sua dota
apparecchiava
volle,
ma
s volere in alcuna
vicina ad alcuna
i3i
riduccrs, acciocch quivi, vetlova usoln, in orazioni! e
in usarli In cIicsa
il
;jnacslrcvol mente
le persone
s
il
seppe dire.clic
furono di quel-
scMnplici,
dovesse addivenire
prima
la conoscesti,
non
che
giammai,
ma
massimamen,
le
sue
al-
acciocch
i
dove ogn'
uomo
non
le
venisse
meno,
frati,
che santissimi e
misericordiosi iu)mini
ve,
le venissero
do
si
scontra
ma
,
pure
ora
se
bene
v'
ora
quello apre
il
richiude,
j
gi
si
tira le
mano
,
fuori
del mantello
e mas,
simamente sopra
nero
cosi
nella chiesa
ma non
vorrei
che
o per adorare
ma
savi
,
come
le
piacciono
pigliare
i
di quella ha fatto
gli
uno
e&-
cato
come per
colombi fanno
uccellato-
, ,
23^
ri
^
e perciocch ciascuno
1'
noa vede
la
serpe
che
;
sta
sotto
erba nascosa
ma
non
si
diletta
dopo molto
ritorna
;
sazia
due o
:
tre
presti
non si rmau' ella perci d' uccellare e se io di questo mento , o dico il vero tu '1 sai che parendoti bene
, ,
senza
sapertene guardare
nelle
panie incappasti
/
.,'
gli
,
occhi chiunque
v'
a faticare
una dolente
nell' altra
,
paternostri
t,
or dall'una
mano
,
e dall' al-
*V
tra
nell'
una trasmutandoli
la
uno
ora
TU
-^t
^ft
siccome colei
f^r
e d sufolare
,
e cos d^ ascol-
grave le paia
sapere dire a
tutto quel
si
bene
le
par
lei
e in questo
tempo che
consuma
si
la
qual cosa
non
punto vera
,
perciocch chi
sere ingannato
io
j
altra menti
s'
credendo che'l
ella
sentirei,
non
cos
ne posso
che
essere ingannato
la fresca
acqua sopra
a quelli la
mia
Ma che
^
dico
io
forse sono
altrui
ad
nome:
bene
a33
go tempo passato, cUe del Tostro mondo
s
parti
uno
che con
Ma
i
io rosi fidatamente
,
ne favellava,
sue orazioni
le
pcrciocch saper
mi pareva
e so
che
le
e paternostri sono
romanzi Franceschi e
canzoni
e le loro prodezze e
le
tomiament e
,
sem-
blee
Ella tutta
si
stritola
quando legge
le loro
,
Lancelotto
nelle caalla
,
donne
mere segretamente
e soli raunarsi
siccome colei
coella
la
me
di loro
si
immagina
cos farebbe
avvegnach
.
faccia
Legge
di Florio
e di
non intende
a guisa
una
fanciulletta
si
lasciva
stulla,
con
certi animaletti
all'
che
in casa
tiene
tra-
infmo
lo e
che con
lei si
congiunga.
sai
acciocch tu alcu-
t*
afTermo io
,
che dopo ha
ella
morte mia
il
oltre agli
altri
suoi divoti
,
per amante
secondo Anti
salone
di cui
dissi
,
assai
malconvenicntc
il
quale
come cho
falla
gli
dovesse da cosi
di ci cho
imha
mal conoscente
messo
;
Dio
pur
vi s'
oiTesa:
perciocch se nel
mondo
,
nel quale io
dimo,
ro non
egli
si
mente
n non mi pare
e per suo
il
ha della moglie un
tal figliuolo,
nu-
34
e allieva
,
irlca
f'
che
gli
il
apparilen
,
Giuseppe a Cristo;
,
quale
cresciuto
,
ogni
mia
ingiuria
di lui
:
se ingiuria
dir
,
debbo
vendicher contra
crede
,
n per esente
il
come
egli si
dal vol-
gar proverbio,
d in parete
ra
,
tale riceve
lavocos
e'
suoi
buona
adunque e
,
cosi santa
ma mio tormenta
,
fu mentre
vissi
,
cosi laiidevole
quale udisti
lei
,
fu
dilett
ed esercit
eh' io
dissi;
qual io brievemenil
te te la
disegno
tuo poco
senno
il
ne abbagliato
tua libert o
afflizione
l'
anima tua
la
il
e in
incomportabile
condotto
e qui
di
ultimamente in que-
potrei di riprenderli.
della nostra
Ma
,
da venire
ultima parte
promessa
,
sa attristandoti
meriti pi tosto
,
perdono e
la tua
;
salute
Tu
misero
le schernito reputi
fossi
,
da costei
il
a negare
n
:
io
farei
tu
perch' io
facessi
il
crederesti
ma non
,
era da
cos
il
facesti
se cosi chi
j
come
si
acciocch tu conosca
lei
in questa cosa
non avere
che
mente
mi
piace
come
a3S
quale in pnrtc quello che
ci i fa
racconln
ma
doii'
il
da Dio
venire di
<|iin
alcuna volta
o nin.sininnivnle
a'
o {mt
quali dee di
come
(|unBto per lo
,
quale
io
sono a
te
venuto
e avvenne
che
io
<iuelU
visitali
pi luoghi,
la
tirato
ma
ancora
nimiti
ci ci
amare,
col entrai
prese
e ogui
,
pane
riguardando
ti
avvenne che
,
di
die tu
rammarichi
sentii novelle.
,
quando
,
enU'ato in quella
camera
casa
dorme
,
e quella
come
1'
altra
riguardata tutta
vidi in essa
una lampana
na
,
poco dn
lei
che
la
vi
tiene
,
faticata
gii
e verso
,
il
letto
mirando duv'
,
ella
,
giaceva
non
sola
come
;
io sperava
la vidi
ma
,
in grandissima festa
dissi
con quelper-
lo
amante
di cui
poco avanti
volli
alcuna cosa
ch ancora arrestato
festa significare
;
la loro
n guari
sletti
che
alla richiesta di
un
torchietto
for-
col
lume
il
in
mano
1'
e con
al
letto si
ritorn.
Quivi
lume
uno tenendo e
l'altro la let,
guardandola
ti
sentii
risa
schernire, e le
tr
goc-
or mellone
se quasi
diiamaado,
, ,
a36
baciavano
e parole tra
se
baci mescolando
si
dimanche
davano insieme,
eri desto
,
o se sognavi
1'
e talvolta dicevano
?
parti
costui abbia
arco lungo
granchio
1'
ha cavalcata
egli
di
;
domine
i
dagli
il
malanno
e lasci slare le
gentildonne
Che
dirai
arestii
mai
creduto
Deh quante
li si
bastonate
gli si
vorrebbono far
dare
anxi
per
le gote tanto,
quanto
!
il
Ahi
cattivello a te
Come
!
t'
le
parole
versata
dopo
le tre
come v'eri per meno che l'acqua Le tue Muse da te amate e com,
e ogni
che per
te
Aristotile
Tullio
quel eh'
io
,
creda
co-
me
fango
peggio
e in
avviliti:
medesimo esaltando
le pietre
per stomacaggine
girsi
,
saltare
muro
m'
e fug-
soli s esser
;
dicevano l'onore e
la gloria di
que-
sto
mondo
'1
avvidi
che
il
cibo e
desiderio di compiacere
,
uno
all'
altro
schernen-
doti
di s
gli
mai
avea
Con
con molte
passarono
vere
,
,
altre schernevoli
ed
essi di
poter di
te ridere e schernirti
quivi
a37
Ita loro ordinarotu) la risposta
che
ricevesti, alla
quale
tu
altrettanto
l'
avessono detto
il
e se
non
fosse
si
che
'1
drudo novello
temeo non
alro
,
troppo scrivere
potesse convertire ia
cando
avessi avuta la
mante
e dove
amore e
credevi
La qual
di te
,
cosa veggendo
e udendo io
sai
non
ti
gih per
amor
bene non
conosceva,
ma
assai
mal contento
non
me ma
,
,
por
.
lei
mi
,
partii
pieno di sdegno e di
le
gravosa noia
Questo
secondo che
nano
non
,
sapesti tu
da singular persona
che ci
ti
narrasse
se
ma
non
troppa savia
udite
ep-
disperazione
la
avresti detto,
,
quando
men-
se
eoA ordinata-
mente
sarvi
,
Sono
ma
vorrebln?
t'
il
a-
non
caduto e scampato,
Ma se
t'
cotale avessi la
,
mento avuta e
l' intel-
sano
come dovevi
ho
,
eh' io detto
che tu per
li
ma
Si
38
sarebbe stato mostrato avendo voluto riguardare
,
ti
liso te
ne avresti
veggendo
lei
dalla
il
general natura
test teco
dell' altre
femmine non
il fai
,
deviare:
che forse
'1
medesimo
e fai saviamente, se
fai
quello
Che
se tu
teco
medesimo riguardare
femmine
di
quello
ti
saresti
ricordato che
sommamente
d'esser
tenute belle, e,
vegglono riguardare, pi
al loro
fede al
me-
disca-
esse di
contente sono
femmine
massimamente
te
che
se'
da
tutti
un gran
co-
forme di femmine reputato j perch lei non in biasimostrarti avresti veduto in onor di te
noscitor di
,
mo
to a
le
da
,
lei
al-
tro dire
contrarlo
Dio
che piacer
,
abbandonata
vedete
salute
:
te
a dito aves-
se mostrato
dicendo
alla
il
to
s'
oppone
mia
non seguire
le quali
altri
o
al
forse
avea
suo amante
mostrate
direbbe no
a 39
clic
n r uno'nSTaltro
1'
n>
por
1*
altra fatto
avesse,
ma
ben dire
le
pare
essendole venuta
,
meno
la
materia di
te
dimostrava
Ma
qual che
fosse
cio ninna
femmina
non posiccome
,
ter
saviamente adoperare
,
e se riprensione in ci ca-
deva
lei in
natura n forse
gastiga,
cio
che
se
>
Tu
n a
lei
cagione
ne
fosti
Ma lasciamo
le
stare
1'
essere le
femmine cosi
,
come rico>
dato
l'
hanno
mie parole
l'
cos iernniente
palesata, e te per
altra
qualunque delle
voglia, avere a
al
dette cagioni
o per qualunque
femmine
vegnamo
focoso
amore che
fosse ci
portavi a costei,
.
dcuicnzia in quello
lo voglio presupporre
che vero
ti
costei
ragio*
farai
,
n;
il
che
che
fosse
mai non mi
crederi'
che
in lei libidinoso
amore
avessi posto
sic-
come
seguente
fatto in
essendo esse in
lei
sicch
a4o
non quelle ad amark
per certo
ranza
il
5
ti
tifarono
ma
ti
la sua format
mise in ispe.
Ma
che
furouti
si gli
tu non vedesti
vecchia
e gi stomachevole
,
e noiosa a riguardare
e oltre a ci
t'
nimo
quelli della
la
mente
avea adombrati
che
Gessando
Qual
miseria
te
memoria
tratto
che
1'
venendoti
meno
ti
costei
tu
altro
mondo
mo-
rire
se'
tu cosi pusil-
fitte
se' cosi
da ogni
per
,
uomo
riti
del
mondo
discacciato
che tu
costei
unico che
se
Qual
lei
,
piati
mai
da
avesti
da
fu
promesso
za )
il
( se
non
ti
quale poi
ti
lei
la
tua speran-
za che cosa
poteva da
giustamente promettere?
certo niuna, se
non
membra
fallo
,
se saputo avessi
mercato
il
il
fa
come
ora sai
,
sarebbe stato
desiderio minore
,
Forse speravi
do
di-
come
eri
fu gi
,
il
cavaliere
Tu
ingannato
perciocch
;
ella
oggi dei
i4^
saoi parundolo spendere
,
non
t'
le trovassi
troppo
p'h stretta la
mano che
tu
,
non
del-
avvisi.
EgH
la
amico tuo
la
commendava. Eie
li
poteva ella
molto valere
re
gih
?
Potevati costei
si
forse di quelli
ad altrui no scem
;
ma
s'
io
qn^
per
e giugnere
non
ne poteva
.
appartien questo
sai
,
Potevaf
che tu non
insegnare
si
forse delle
:
malvage perciocch gi ad
,
altrui
ne in:
scen
ma
io
dell' altre
mostrare non
sa
.
potea
perciocch aiuna
tu
,
buona ne
beatiicare
Potevati costei ,
forse
, ,
morendo
o vivendo
,
? si
se quella beatitudine
,
che
essa
col suo
amante
te
scherueudo ditcrminava
:
percioc-
ch giocosi n'ha
poich alquanto
assai beatificati
ma
ma
io
non credo,
,
la
luce
t'
che tu
tormento
del-
la vera
eterno supplicio
per
.
li
carnali diletti
ti
gi s medesi
ma
ha condannata
Che dunque
,
co-
o potessi conoscere
,
Forse
t'
avrebbe potusi
desidera
ma
io
non
so
vedere
il
come rammentan,
domi
vostri
se-
Ma
ella
bea
Su
potresi dire
ti
si
potrebbe
come
.,
te
ma
questo
io
mi pare
creda
,
clie
,
sarebbe impossibile
che
non che
lauti
ma un
come
i
tu divenisti
signori
,
,
Deh
li,
misera
la vita
li
tua
Quanti sono
li
li
qua-
se io per
loro
titoli te
,
nominassi
in tuo
te
danno
se'
te
ne vanaglorieresti
ne
vo-
luto
rammemorare
,
Quanti
mini
alli
quali
volendo tu
e per
,
il
quale in te
ninno
t'
accosti
,
e se
pure ad alcuno
poco con
lui
puoi sostenere
dovresti fare
die tu ad esso
i
non si
tuoi costu-
mi ed
,
esserti
i
arrendevole
dine dovresti
come
desideravi
non
ti
partivi
ti
come
possono
fatto
,
avresti
costei
e faresti da quelli
che esaltar
rebbe
,
dove
sempre
ti
deprimela
ma
chiamavi
la
qual
che
1'
anima tua
?
s'
era dechinata
e a che utilit
e a
cui sottomessa
na
pasto
pi da
guardare
Deh
quello che tu
acquistato
,
di grafia
da Dio hai
vegnamo
;
a quello solo
ra
t'
stato conceduto
ti
e questo veduto
gnoso come
non
ti
d' essere
stato schernito
come
forse
,
ti
fai
tu
piagnerai e
lamentera'ti,
ma
d'averli
modo che un
nibbio
la-
..
a43
scinto adescare o pigli.'iro alle bavMTchic. Haiti In na-
die tu
si
se' iiuiiiu
duvc colei
.
femmina
1'
per cui
miseramente piuogevi
E
la
(|(ini)tu
uomo
s'
pi degna
cum
sia
che femmina
parte
hniinu davanti le
Appre&jo,
ella di persona
,
mem-
NiN dlfettuoso
gli
veggio
n ha
uomini
,
meo
tuir
suo
tra le
femmine
con
altret-
o non mai,
pur con
ncqua chiara
,
ti
lavi:
^li
mollo pi bello
fai betie
:
quantuncpie tu poco
ne curi Jtftb
sommamente
fatta
,
agli
uomini
la
il
disdice.
Una
grazia
1'
ha
per ion-
no a qui
inganna
se
non mi
la
mio giudicio
,
quantunque tu abbi
,
barba
le
molto
liorlla
;
e di nere
ella
se'
y
tempie tue
ed
molti pi
gli
abbia
bene
adopi'rat
non
Io
guagliando molto
glio di lei
,
la
prima cosa,
,
meche
nella quale
pare
mezzo del
pari,
dico
che
cosi tosto
,
dovrebbe
tro a te
ad amarti
come
tu
ti
incontro a
lei
lezza consumarti
lui
pi da
perde
dove tu ne guadagni
se
..
a44
ben porrai mente a
ogiii
cosa
,
Ma
della qual
pare avere
molto disavvantaggio da
lei,
che quella
sia la
cagione per
,
la
quale tu schifato
sia
,
sii,
che
;
ella
il
gentildonna
dove a
non pare
,
essere cos
fosse
non perci
saresti lasciato
,
se guardi a chi il
,
secondo Ansalone
che
e
in
guardando verrai
e gravemente
il
;
Ma
1'
ci
mi pare che
in ci
tu erri
,
primieraopi-
mente
che tu
lasciando
il
vero
seguiti
quale sempre pi
alle cose
gli
ap-
occhi
Ma
non
?
sai
tu qual
sai tu
sia la
falsa
Non
?
che cosa
sia
1'
uo-
mo
gentile, e
quale
si
faccia
Certo
eh' io so che tu
n niuno
si
,
gio-
vinetto nelle
filosofiche scuole
noi
i
avere
1'
anime
tutte eguali
fa
1'
e da
un medesimo
,
crea-
n niuna cosa
,
uomo
gentile
1'
altro vilil
lano
se
libero
piacesse
colui
che
la virt seguit
,
fu detto gentile
i
gli
altri
per
contrario
tati
:
seguendo
vizi,
dunque da
virt venne
i
suoi
e in
uomini
gentili
vir-
ti j
nrcit|>Ato
quello
loro vicini
cevole a Dio e al
meno poM4*nti, che vizio spiamondo gli foce gih ricchi e dallo
,
ricchezze in.Miperhiti
gl'i
solcano
nobili fare
nei
altri
so
medesimi e
.
vaii e
gli
ornamenti vituj>orarono
Qnal
gloriosa cosa,
la prvaU),
:
alcuno di
fu
giammai
certo
non ninna
adune ra-
que
il
for/,a
pina e superbia
pianta.
ser
assai
buone
che
l'es-
ma
,
pure
se stato
?
ve ne
fos-
se alcun valoroso
che
cos itene te
altro si
e qualiuupie
lasciare jkt
La
gentilezza
non
che
pu
eredit,
non come
se j ciascun conviene
aver
rizza
la
vuole.
Ma
gli
ti
che che
stato
di-
un poco
o nel
riguarda
S* io
lei
non
errai
vivendo
ella
la
ha tanto di vizio
che
ella
ne
li
brutterebbe
corona imperiale
lei esser gittata al
?
Che
,
gentilezza
pu dunque da
rata
volto
o rimprove-
non
gentilezza
In
veritl
,
se
che
io lusingarti volessi
ti
assai
gioni vere
^jA]a non
non
si
quantunque
degli scudi
veggano per
le chiese appiccati:
ma
cosi
ti
vo'
BOCCAC. T. V.
16
a46
dire, elle se
la avessi
punto di gentilezza
il
nell'
che gi ebbe
Ora
altre
che ho detto
ad
assai
pi
cose procedere
e con pi lungo
sermone e con
femmina che
dette sono
ti
tua
follia
e alla
colpa da te commessa)
bastino
,
ma
ter
il
loro
ottimamen-
benedetto spirito
alla
mia
convenia
e in spozlalt
,
la vilt di costei
la
quale
,
il
mio
falso giudicio
per
donna
della
)
eletta avea
suoi costumi e
,
con molte
'1
altre cose
e con parlare
m.io peccato
non merigli
,
me
uomini naturalmente
e chi io in particulare
so e tutte insieme
femmine eccedono
Le
s
hanno
in diritto rivolta la
,
mia
essenzia
e
,
il
no dubbio
il
di ci
:
contrario
quantunque piissima
sia
co,
lei li cui
prieghi la
tua venuta a
me
s
impetrarono
appena che
io possa sperar
ella la
quantunque
spiacevole
il
mi prometta
:
mi par grave e
,
mio peccato
e perci
a
s
mia
converta
le
in
stanza
e gravi
catene clie
il
mi tonoano
ma pure
,
non cola
noscendo
io era
n ancora
mia
ornai
vllti
quello con
.
e la paura diverr in
si
che mi uccidete,
stare
,
che,
se
ma-
mi parca davanti
.
ora
,
mi parrh
star pes-
simamente
Lo
spirito allora
,
no
di
compassione
,
riguardandomi
,
disse;
non dune)
bitare
sta'
sicuramente
,
quale
al
presente se'
La
divi'ia
bon-
th s fatta e tale,
solo
che
il
,
buona e vera
toglie via
contrizione abbia
peccatore
tutto
e lava della
perdona liberalmente.
e per ignoranza
,
Tu
meno
d' offesa
ti
ri>
cordar
egli
abbia con
,
lavati
e oltre a ci beatificali
coloro, che gi
perio
,
come
peccarono
io
se
non m'in,
ganno
si
te
compunto veggio
j
che
gih
perdono della
offesa hai
s>'
meritato
e certissimo
di
satisfare in quello
che
te si
ti
potrk
dell* offesa
commessa
posso
,
alla
qual cosa io
conforto quanto pi
a4B
niuno pu poi
rilevarsi.
Al quale
io allora
dissi
,
Dio y
che solo
sa se io
come con
l'
gli
occhi:
ma che
per con-
meni
avendo
io gi
una, carissimo
mi mi sarebbe d'ess'
me
appartenesse
altra.
Al quale esso
commessi
che
satisfare
interamente
il
si
;
conviene a quello
fatto hai
operare
contrario
ma
questo
ti
si
vuole
conviene
t'
avere in odio
eri
contrario
che tu odio
ti
male Intendendo
parole da
me ben
dette
non
t'ingannassi.
Tu
ti
la
to di peccare
fu cagione , o essere
ro
in
'
anima
la credevi
da
lei
tu pren-
da vendetta
tifera
.
la
Se
io
ho
vero gi
ciascu-
no che
che tu
in quello
sai
s'
dilettato di studiare
,
si diletta,
,
ottiniamente
si
eziandio mentendo
sa cui li
uomini che
,
chiunque
ascolta
lui e
cieli esli-
t49
mano
tener la pianta de* piedi
.*
o cosi in conlrario
uno che
caggia
eoa pa-
role
profondo di niaier>
no
ce
,
il
nascondete
come
cosi
ad avvilirla
ti
e a parvificarla
fatto,
disponi
il
il
che agevolmente
verri
perciocch dirai
lei
:
vero.
E in (pianto
,
puoi Cs'cbc
lei
medesima
perciocch
mostri, e similemeu-
te la
mostri ad altrui
dove
,
1*
averla glo-
rificata tu avresti
mentito per
,
la gola
e fatto contro
a quello che
ti
,
si
dee
menti di mollei
che come tu
fosti
sono creduli
avresti
in
non lesa
cosi
lei
che
for-
dunsi
,
que, incomincia
paia
;
come
pi tosto puoi
e fa'
si,
che
tanto
to
,
sia assai
Al quale
io allora risposi
per cer-
labcrinto
tisfare
mi vegga
fuori,
;
di sa,
m' ingegner
ninno confurto pi
1*
niun
animo mio
'
me
.
venpos-
'
tempo mi
rime
la <{uale
o concordar
o distender
i
prose
I^
'
vendetta daddovero
questa lascer
mio
signore
Dio
il
*a5o
fatta cosa lasci
impunita
nel vero
tolto
se
tempo da
con
troppo
affrettala
io la far
tanto cruccio di
sua bestialit
mostrandole che
scherniti
ad
un modo
d'
che
ella
come
muta
io
abbia desiderato o
.
Ora
io
non
so, se
animo non
si
un
altro
petuo verso testimonianza delle sue malvage e disoneste opere lasciare a' futuri.
ed esso
altres si
taceva
perch
tu.
pena che
.
aspetti
ti
priego a
,
Menun
che
mio
mai
desiderio soddisfacci
,
lo non
mi
ricordo
,
mondo
dimorasti
teco
lo avessi
giammai, e parmi
esser certo,
mia
salute alcuno
dovea venire
perch pi
fatica
;
tosto a te
imposta
domanda
lo spirito rispose
nel
mondo
chezza
guarda In alcuno
ciascheduno
possa
_,
purch
si
.
prontissimo
e senza ninno
dubbio
il
sto servigio e
ti
che di
;
ne sono
sarebbono
stati
pi di
me
,
suf-
iclenti
parimente
tutti di carit
ardiamo che
roso
x>sa
mn
pertnnto a
me
me
tocc la tolui
la
,
perch
dir che io
tua alate a
riprendere in pnrtc a
sn stnin
rome
di co>
,
mia
che
di <|uclla tu
ti
dovevi pi da
me
vergognare che da
qual {Mrcva che
,
alcun altro
siccome di colui
al
meno che
di dirti
onestamente desiderandolo:
scun altro
si
snrchbe pi vergognato di
me
quello delle mie cose che era da dirne che non so-
no
io
nS
intomo a ci
si
(juanta a
piena-
che
me
male ,
.
si
si
sogliono
fosse
,
A cui
io allora dissi
piai
che
la
cagione
,
quel cre-
do che
pre mi
<piella
conosco obbligato
[>erch io
*
priego pec
,
aspetta
con ci
mostrarmi di tanto e
che se per
me
,
operar
alcuna cosa
si
puote
debba
essere
della pena
qual tu
soffer
che ta
}
avanti che io da te
mi
parta la
si
m' imponghi
,
sicu-
ro
che
<(tianto
il
mio
potere
stendcrh
:
senza fallo
sarh fornita.
la
malvagia fem-
mina
ne data
come
che
a rieonlarsi di
1'
me
elk
che
piccolclU sono
ho che
di
me
. ,
a Sa
mettano cura
lo de' pupilli da
me
lasciati
ti
profferta
imporr che
piaccia,
,
quando
1'
di questo
che con
aiuto di
Dio
che
tu, a consolazione di
,
me e
si
1'
ad
alleggia,
mento
della
mia pena
e facci
,
prieghi
questo mi baster
diliberazone
s'
,
Ma
s'
;
io
non erro
avvicina
e perci
dirizza
occhi
verso oriente
levarsi
:
e riguarda alla
la
Mentre
a
,
me
che ottimamente
suo desiderio
,
l'icolto
avea
parve
poco
poco
di sopra alle
lieva nel-
il
quantit
il
cielo
,
ne grandissimo
solamente cgi.
talvolta
il
che
rO!ggi
,
suo i
in
vegglamo
tra
sole
in terra fare
una lunga
cosi
f ece
una
via
lum inos a
:
e chiara^
la
non
guai no n
pri ma sopra
me
ebbi,
mi
si
me,
al
,
quasenza
esser parca
saper di che,
incontanente parere
leggerissimo
!i53
(Lapcdllo, e aver licenzia di
^SBbSkt't^^
:
se
tempo
ti
pares-
io
tiamo, perciocch a
me soU
tornate le perdute
ine e il
buon
volere
cui
mi piace) muoviti,
tu
e andiamo tosto
ma
che davanti
uscissi
li
non
luogo pieno
pigliassero
,
nuova
fatica
ti
bisogne-
rebbe a trartcne
oltre a
o n
Al quale mi parea
,
dere
e questa cautela
sicuramente
non mi potrebbono
piCk
il
so
mi traggono
e per lo
passi suoi
il
al-
cielo toccasse
,
nando,
si
delle quali
poich pervenuti
fummo ,
quivi
fiori
per le camnoia
alle*
le
il
afflitto riconfortarono
legrezza.
Laonde
254
volsi indietro
'
riguardare
il
luogo donde
tratto
mi
avea
e parvetni
non
valle ,
ma un
me
con dolorosi
rammarichii.
ter di
sentii
,
E avendomi
mio senno
detto,
,
me
fare a
che vogliendotneli
a'
esso e
'1
mio sonno ad
una ora
partir
vandomi
ticati
,
non
al tramenti
che sieno
corp o
la
gli
uomini
fa-
monta ;na
salit a
avessi
forte
,
salire,
maravigliatomi
j
andava
vero,
ed
il
come
non
fili
ne credetti verissime,
allora conoscere
come che
che per
me
^ potei, da altrui poi informatomene, essere non meno vere che 1' altre trovai. Per la qual cosa non altramenti
dovere con
effetto della
misera
mi
disposi: e
veggendo
,
gi
il
vato sopra
le
la terra,
levatomi
agli
li
quali otti-
particella del
tutti
,
sogno
nel-
concorrere
e
si
gli tro-
vai
perch
si
per
li
loro conforti
per lo conosci-
mento che
al
in parte
dipartirdal nefario
disposi
.
mi
divina gra-
zia si favorevole
la
perduta libert
racquistaij e
come io mi soleva
cos sono
mio
grazie
i5$
e lode n' abbia colui cbe fatto
se
V ha
pero
E
,
aeiUM illo,
tempo mi
,
fia
conceduto,
io
ti
con parole pt
altrui icImi^
stigar colei
mai
lettera
non ido>
che mandala
le sia,
me
y'
ricordi
e TOi
venuto
il
re
omai riposo
alla
mano;
(piali
con
gli
occhi chiusi
per
non
si
sicuri luoghi
troppo
da
me
testimoni.'.
Ma
ti
re alle
mani
delle
te di colei
ch tu
saresti Ih
mal ricevuta ed
,
ella
da pugner
porti
tosto a
pugncrla
non temendo
le si
faccia in-
contro.
Fon
r" \
INDICE
DEtLE NOVELLE
CONTBNUTB
IIBb
QUINTO
?ULUME.
O
si
ultima
,
reggimento di PjitFtio
o%^vero
mat f
amore o
MOT ELLA
Un cavaliere
male
esser
serve al re di
,
Spagna
porgli
re con
il
colpa di lui
ma
tuna
Ghino di Tacco piglia l'abate di CIigni e medicalo del male dello stomaco e poi il
a 58
DELLE NOVELLE
.
lascia
Roma,
e fallo
l'j
papa
NOVELLA
III.
andando per
ucciderlo
senza conoscerlo
capita a lui ; e
da
il
lui stesso
informato del
,
modo
si
il
truova in un boschetto
:
come
or-
dinato ave^^a
quale
riconoscendolo f
vergogna
e suo
amico diviene
ly.
....
NOVELLA
3fesser Gentil de' Carisendi, venuto da Modona j trae della sepoltura una donna , amata da lui , seppellita per morta : la
quale riconfortata partorisce un figliuol
m,aschio; e messer Gentile lei e
restituisce rito di lei
'l figliuolo
33
NOVELLA
V.
messer jn-
Messer insaldo con V obbliad uno nigromante gliele d. Il maconcede che ella faccia
il
rito le
piacere
li-
di messer
insaldo
il
il
quale y udita la
messa , e
ni gromante
INDICE
KOVBLLA
VI.
s59
volmente marita
HOYELLA TU.
// re Piero y sentito
5o
il
lei
conforta
espresso e
lei
ad un
60
Sofronia
poy
lui se
Roma , dove
Gisippo in po^
morire , afferma
iscamparlo
colui
,
,
il
che
chefatto
:
V avea , vedendo
,
sh stesso
manifesta
tutti
sono liberati
d a Gisippo
la
suo bene
irOVELLA tx.
//
jt
il
passaggio.
^>^
a6o
DELLE NOVELLE
Messer Torello d un termine alla donna sua a rimaritarsi : e preso , e per acconciare uccelli 'viene in notizia del
Soldano ^
il
sommamente V onora. Messer Torello inferma , e per arte magica in una notte n
recato a Pavia
,
e alle nozze
si
che della
,
facevano
da lei
.
97
NOVELLA
X.
uomini costretto di pigliar moglie, per prenderla a suo modo, piglia una figliuola
d' un villano
uoli
,
,
li
quali le
fa veduto
d' uccidergli
Voi mostrando lei essergli rincresciuta e avere altra moglie presa , a casa faccendosi
ritornare la propria figliuola
,
come
Si?
sua
cac-
moglie fosse
ciata
te,
i
,
lei
avendo in camiscia
come
.
marcliesana
// Corbaccio
.
onora e fa onorare
laa i53
^66
Al
l8^7 V.5
PLEASE
DO NOT REMOVE
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CARDS OR
SLIPS
UNIVERSITY
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