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ambientale ed ecomafie
Cosa sono, cosa fanno, da chi sono composte
Indice
Criminalità ambientale ed
ecomafie: premesse teoriche
e criticità
Ecomafie ‘21: i dati
Le navi dei veleni: una
ricerca
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Ma prima… perché parlare di criminalità
ambientale in un corso sulla criminalità
economica?
• «Economie sporche» (Ruggiero 1996) e crimini di potere associato: i criminali erogano un servizio
illegale su delega di attori legali con un accordo tra pari con le parti che si promuovono l’un l’altra in
termini di attività e profitti (Ruggiero 2008). Nel caso dei rifiuti abbiamo:
• Un prodotto legale
• Movimentato in modo legale o illegale
• Smaltito in modo illegale
• «L’incontro tra economie lecite e illecite, infatti, può prendere la forma della mutua promozione
imprenditoriale, ma può anche consistere nell’erogazione reciproca di specifici servizi» (Ruggiero
1996).
• «La motivazione sottostante il comportamento criminale è prevalentemente quella economica»
(Germani et al., 2017)
• Ecomafie è il «punto di incrocio tra tre diverse forme di criminalità: organizzata, economica e
ambientale» (Fontana 1996; Realacci-Fontana 1998)
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Illegalità ambientale,
criminalità ambientale,
ecomafie
Illegalità ambientale: comportamenti individuali e collettivi che
oltrepassano il prospetto normativo; fenomeno diffuso su scala
globale; illegalità diffusa. (OPAL 1994)
Criminalità ambientale: imprenditori o amministratori che
svolgono attività strutturate così da poter generare profitto
illecito senza connessioni con associazioni criminali (Troiano
2011); «un fertilissimo humus» per le ecomafie (Fontana-
Miracle 1995).
Ecomafie: «Gruppi della criminalità organizzata che basano
buona parte della loro attività (e delle loro entrate) in azioni che
causano in maniera deliberata o meno il degrado del territorio e
dell’ambiente» (OPAL 1994). «Avviene in territori in cui vi è un
controllo militare da parte delle cosche mafiose» (Cardella
2009)
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Criminalità ambientale
ed ecomafie: problemi
definitori (White 2013)
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Ecomafie
«Paradossalmente, l’espansione di questo servizio illegale procede in sintonia con l'ascesa della coscienza
ambientale: quest'ultima, infatti, sollecita il governo a incrementare i costi dello scarico di sostanze tossiche,
il che a sua volta incoraggia gli imprenditori a trovare soluzioni più a buon mercato.» (Ruggiero 1996) 7
Rifiuti
• “I rifiuti sono gli escrementi
della civiltà. (…) In quanto tali,
non sono uno stock ma un
flusso che si genera di
continuo”. Le mafie rivolgono i
loro interessi verso ciò che è
“flusso” perché garantisce
una sorta di “costanza” negli
affari. (Massarutto 2009)
• Produrre merce implica,
inevitabilmente, produrre
scarti
• Il traffico di rifiuti apre spiragli
per altri traffici (o li utilizza)
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La storia (dimenticata) di Charles e Jack Colbert
(Moyers 1991)
• New Jersey, inizi anni ’70: stoccaggio di rifiuti tossici; incendio doloso dei magazzini;
traffici via mare
• Giugno ’86: condannati a 13 anni di reclusione per truffa ai danni della CMC di
Harare (Zimbabwe)
• Marzo ’90, intervista: «Eravamo, in un certo senso, innovatori, in anticipo sui tempi
perché quello che avevi era un vuoto definitorio nell'area ambientale. (…)
Fondamentalmente siamo dei pionieri nel business della chimica in eccedenza».
«Eravamo in un’area grigia, all’interno di un’area di cui la società ha bisogno»
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Tema:
Traffico internazionale di rifiuti «pericolosi» e radioattivi
italiani
Rapporto Nord-Sud del Mondo
Politica estera italiana e rapporti diplomatici
Storia dell’ambiente (italiano e internazionale)
Criminalità organizzata
Interrogativi:
In quale contesto si inseriscono i traffici internazionali
in questione?
Quali i meccanismi e quali gli attori di questi traffici?
Vi furono interazioni con la criminalità organizzata
lungo l’una e l’altra sponda dei traffici? In caso di
risposta affermativa, quale ruolo ebbe la ‘ndrangheta?
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Fonti documentarie edite;
Fonti documentarie inedite (giudiziarie):
• Archivio Procura di Asti;
• Archivio Procura di Matera;
• Archivio Generale Tribunale di Milano;
• Archivio Procura Paola.
Fonti documentarie inedite (diplomatiche):
• Archivio Centrale dello Stato, Roma:
o Fondo Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ufficio del
Consigliere Diplomatico;
o Fondo IRI;
o Fondo Ministero dell’Interno, Dipartimento Pubblica Sicurezza,
Ufficio ordine pubblico;
• Archivio Storico della Camera dei Deputati, Roma:
o Rifiuti;
o Alpi-Hrovatin;
o Politica di cooperazione con i Paesi in via di sviluppo.
• Archivio Giulio Andreotti, Roma:
o Pratica «Energia nucleare»;
o Pratica «Somalia 1950-2007».
Fonti orali:
• Nucleo investigativo di Brescia, Corpo Forestale dello Stato (1993-1995);
• Magistrati.
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Due fenomeni • Navi dei veleni (focus:
diversi… Libano, Nigeria e Somalia)
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Perché le navi dei veleni? In quale contesto?
Le origini del fenomeno
1. Aumento produzione (prima
domanda-offerta metà anni ’80 in Usa, seconda
metà in Europa);
2. Normativa differente a seconda
dei paesi:
1. In loco: - Conteggio;
- Sottoclassificazione; - Classificazione;
- Giro-bolla; 3. Disuguaglianza ambientale;
2. All’estero: 4. Fine anni ‘70-metà anni ’80
prime norme rifiuti nei paesi
- Via terra;
- Via mare. industrializzati:
- Regolamentazione del ciclo;
Ricerca di soluzioni - Differenziazione di impianti
più a buon mercato per tipologia di rifiuti da
trattare;
- Riduzione, in valore
assoluto, di luoghi di
smaltimento; 14
- Aumento costi smaltimento;
Gli attori
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Gli imprenditori? Erano consapevoli?
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E la ‘ndrangheta?
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In conclusione
• Navi dei veleni: si è trattato di criminalità ambientale o di ecomafie? Questioni definitorie da rivedere;
• Concentrare le attenzioni sull’attore mafioso rischia di portarci fuori strada e di non farci comprendere gli effettivi
meccanismi;
• Il fenomeno delle «navi dei veleni» modifica la storia ambientale italiana e i rapporti diplomatici con i paesi indagati;
• Al socchiudersi (momentaneo) delle rotte transfrontaliere, si ampliarono le vie dei traffici in Italia 18
Bibliografia
Clara Cardella, “Energie pulite ed economie sporche: nuovi scenari dell’ecomafia” in Alessandra Dino (a cura di), Criminalità dei potenti e metodo mafioso, Milano-Udine, Mimesis, 2009.
pp.311-333.
Anna Rita Germani, Antonio Pergolizzi, Filippo Reganati, “Le determinanti del traffico organizzato di rifiuti in Italia: un’analisi empirica a livello regionale” in Rivista economica del
Mezzogiorno, Fascicolo 1-2, gennaio-giugno 2017.
Enrico Fontana, “Le ecomafie" in Luciano Violante, (a cura di), Mafie e antimafia. Rapporto ’96, Roma-Bari, Laterza 1996, pp.197-205,
Enrico Fontana, Lorenzo Miracle, “Convegno internazionale "Crimini contro l'ambiente: una risposta globale” Ecomafia: analisi del fenomeno e proposte d'intervento,” Per Aspera Ad
Veritatem, anno 1995, n.8
Vittorio Martone, “Mafie, ecomafie e (dis)economie ambientali: Attori e contesti di operatività pp.67-81 in Diego Scarabelli (a cura di), Mafie tossiche, Anzio, Crim.Int. Editore, 2019, pp.67-
81
Monica Massari, Paola Monzini, “Dirty Businesses in Italy: A Case-study of Illegal Trafficking in Hazardous Waste”, Global Crime, Vol. 6 n. 3-4, August-November 2004, pp.285-304.
Antonio Massarutto, I rifiuti, Bologna, Il Mulino, 2009
Bill Moyers, Global Dumping Ground. The International Traffic in Hazardous Waste, Cambridge, The Lutterworth Press, 1991.
Osservatorio permanente su ambiente e legalità (OPAL), Le “ecomafie. Il ruolo della criminalità organizzata nell’illegalità ambientale, Roma, dicembre 1994.
Ermete Realacci, Enrico Fontana, Questione ambientale ed ecomafia, «Per Aspera Ad Veritatem», anno 1998, n. 11.
Vincenzo Ruggiero, Economie sporche. L’impresa criminale in Europa, Torino, Bollate Boringhieri, 1996;
Vincenzo Ruggiero, “«E’ l’economia, stupido!». Una classificazione dei crimini di potere”, in Alessandra Dino, Livio Pepino, (a cura di), Sistemi criminali e metodo mafioso, Milano, Franco
Angeli, 2008, pp. 188-208;
Isaia Sales, Simona Melorio, Storia dell’Italia corrotta, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2019.
Rob White, “The Conceptual Contours of Green Criminology” in Reace Walters, Diane Solomon Westerhuis, Tanya Wyatt, (a cura di) Emerging Issues in Green Criminology, New York,
Palgrave Macmillan, 2013, pp.17-33 19
Grazie per l’attenzione
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