DIRITTO AMMINISTRATIVO
Professional
CORRUZIONE: IL MODELLO
ORGANIZZATIVO NELLE PUBBLICHE
AMMINISTRAZIONI CENTRALI DEFINITO
CON LA LEGGE 190/2012
Bruno Valensise
Cendon / Book
DIRITTO AMMINISTRATIVO
Professional
CORRUZIONE:
IL
MODELLO
ORGANIZZATIVO NELLE PUBBLICHE
AMMINISTRAZIONI
CENTRALI
DEFINITO CON LA LEGGE 190/2012
Bruno Valensise
L'autore
5
L'opera
INDICE GENERALE
Capitolo Primo
CORRUZIONE: INQUADRAMENTO CONCETTUALE, ASPETTI
Capitolo secondo
LE PREVENZIONE ANTICORRUZIONE: MISURE ORGANIZZATIVE E
Capitolo Terzo
UN APPROCCIO STRATEGICO (NUOVO?) PER COMBATTERE LA
CONCLUSIONI
BIGLIOGRAFIA
Capitolo Primo
penale, 2008.
2 Fiorino N. Galli E., La corruzione in Italia, 2013, p. 14 ss.
10
M,
A4), last but not least, un basso livello di accountability (A), ossia
di rendicontabilit, nelloperato degli agenti pubblici titolari delle
funzione di decisione, e ciche riflette da un lato la disponibilit
e la libera circolazione di informazioni sulla loro attivit,
dallaltro lefficacia di tutti i meccanismi di controllo penale,
contabile, disciplinare, amministrativo, sociale, politico sul
loro operato>>9.
A questa efficace ricostruzione pare utile a chi scrive aggiungere
ulteriori tasselli che hanno formato oggetto di ella riflessione
scientifica10 di autorevoli studiosi (Hinna Marcantoni, 2013, 10) del
fenomeno, cos da giungere a riscrivere, integrandola, la formula
appena esposta:
C= M+D+A+B+CE+CL+SG
(la precedente era C=M+D-T-A).
Questa nuova formula presenta ulteriori fattori, che sono: .
the fundamental principles of its legal system, censure the existense of a body or
bodies, as appropriate, that prevent corruption by such means as: a) implementing the
policies referred to in artiche 5 of this Convention and, where appropriate,
overseeing and coordinating the implementation of those policies; (b) increasing and
disseminating knowledge about the prevention of corruption. []>>
18 Che recitano, rispettivamente, <<Art. 20 Autorit specializzate. Ciascuna Parte
22 Procacci G., La corruzione: cenni storici, metodi di misurazione, costi ed effetti del
43 Ibidem.
44 Ibidem.
35
48Vigan F., La riforma dei delitti di corruzione, in Treccani Libro dellanno del diritto, Roma, 2013, p. 156.
38
48
Capitolo secondo
56 E in questa direzione che si muove il contributo scientifico di Di Cristina F., La prevenzione della
corruzione e dellillegalit nella pubblica amministrazione (legge n. 190 del 6 novembre 2012, in Studium
iuris, 2013, p. 662 ss.
50
transitorie,
ponendo
problemi
interpretativi
nellimmediato;
immancabilmente, allart. 2 stabilisce che dalla sua attuazione non possono derivare
nuovi oneri finanziari>>.
53
63 Si veda, anche, sulle scelte compiute dal legislatore nellassegnare alla ex CIVIT il
ruolo ed i compiti in materia di prevenzione della corruzione, le osservazioni critiche
di Hinna L. Marcantoni M., cit., 107.
54
superfluo
sottolineare
limportanza
dellindipendenza, del resto ampiamente riconosciuta in ambito
internazionale, rispetto alle amministrazioni e agli stessi vertici
64 Bene evidenziare che il Rapporto menzionato non sostituisce la Relazione al Parlamento prevista
dallart. 1, comma 2, lett.g. l. 190/2012. Come si legge, nel suo incipit Il Rapporto vuole offrire un
primo bilancio dello stato di attuazione della legge n. 190/2012 ad un anno dalla sua entrata in vigore,
richiamando sinteticamente i profili normativi essenziali, riportandone le prime concrete evidenze
attraverso lanalisi dellattivit dei soggetti coinvolti, evidenziandone luci e ombre e offrendo possibili
proposte di miglioramento in base allesperienza maturata. In considerazione dei ritardi occorsi
rispetto alle scadenze originariamente previste dalla legge, determinati, oltre che dai complessi
meccanismi di attuazione, anche dalla conclusione anticipata della XVI legislatura e dai tempi lunghi
nellavvio della XVII, lAutorit nazionale anticorruzione ha ritenuto opportuno analizzare lo stato
dellarte delle politiche di contrasto della corruzione quale momento preliminare rispetto alla
previsione dellart.1, c. 2, lett. g) della legge, in base alla quale lAutorit Nazionale Anticorruzione
riferisce al Parlamento, presentando una relazione entro il 31 dicembre di ciascun anno, sull'attivit di
contrasto della corruzione e dell'illegalit nella pubblica amministrazione e sull'efficacia delle
disposizioni vigenti in materia.
56
trasparenza
delle
amministrazioni
pubbliche
(A.N.AC.),
aumentandone il numero dei componenti e prevedendo anche la
decadenza anticipata degli attuali componenti prima della scadenza
naturale del loro mandato. Indipendentemente da ogni valutazione
sulla compatibilit tra le scelte operate in sede di decretazione
durgenza e la materia dellorganizzazione amministrativa, tanto pi
quando sono in gioco questioni riguardanti lindipendenza,
pacificamente riconosciuta anche a livello legislativo allAutorit, non
si pu non segnalare che questo stato di cose rischia di minare
lautorevolezza dellAutorit stessa, requisito essenziale per
lefficacia del suo operato, e rischia di compromettere alcuni dei
fondamenti delle recenti riforme, primo fra tutti quello
dellindipendenza. In questa prospettiva, va anche ribadita la
sproporzione tra gli obiettivi assegnati dal legislatore allAutorit e i
mezzi a sua disposizione, come pi volte segnalato in diverse sedi
istituzionali. In particolare, in presenza di unattivit in costante
crescita, la limitata dotazione di risorse umane e la mancanza di un
ruolo organico, peraltro previsto per la quasi totalit delle Autorit
indipendenti, pone notevoli problemi legati, tra laltro, al frequente
ricambio di personale e allimpossibilit di garantire continuit alla
struttura operativa, anche ad invarianza di spesa>>.
Le questioni sul tappeto sono molte e lasciarle cadere nel silenzio
vuol dire anche svolgere unanalisi parziale delle scelte compiute dal
legislatore. ; nNe isoliamo, quindi, alcune: a) quanto necessario
che lAutorit nazionale anticorruzione sia indipendente dal potere
esecutivo?; b) come possibile misurare lindipendenza e la sua
ampiezza rileva, effettivamente, la sua estensione?; c) il quadro
normativo oggi vigente sufficiente a garantire autorevolezza
allorgano ed ai suoi componenti?.
Riguardo la prima occorre, qui solo sinteticamente, ricordare che nel
dibattito italiano sulle autorit amministrative indipendenti v una
costante rappresentata proprio dalla verifica del grado di autonomia
ed indipendenza di quelle entit amministrative che sono chiamate
ad esercitare poteri di regolazione, vigilanza e controllo al fine di far
funzionare le regole del libero mercato in settori prima soggetti a
situazioni di monopolio pubblico o comunque scarsamente aperti alla
concorrenza. Quando si parla di autorit amministrative indipendenti
si guarda ad un fenomeno particolare, specie per il nostro Paese
dove sono iniziate a svilupparsi, come in Francia, a partire dagli anni
90 del XX secolo. <<In altri paesi, come gli Stati Uniti dAmerica,
dove non si affermato il principio della cosiddetta
responsabilit ministeriale e dove il potere governativo stato
sempre separato dal potere amministrativo, invece, il sistema
58
per autorit
agencies,
Si
v.,
anche
sul
punto,
Vitello
V.,
Lautorit
nazionale anticorruzione.
62
sindacali o che abbiano rivestito tali incarichi e cariche nei tre anni precedenti la nomina e, in ogni caso,
non devono avere interessi di qualsiasi natura in conflitto con le funzioni dell'Autorit. I componenti
sono nominati per un periodo di sei anni e non possono essere confermati nella carica. >>.
73 Amato G., La legge Antitrust ventanni dopo, in Riv.trim.dir.pubbl., 2010, 04, p.924.
63
Si
v.,
anche
sul
punto,
Vitello
V.,
Lautorit
nazionale anticorruzione.
69
Corruzione: strategie di contrasto, cit., p. 33, il quale racconta che Jagdisg Sharma, << dopo aver
ottenuto e reso pubblici documenti che rivelavano una frode locale ai danni di pensionati, stato
investito dallauto del suo capo villaggio, direttamente coinvolto nello scandalo []. Pochi mesi prima,
Amit Jetwa, un avvocato di 38 anni che investigava su un caso di corruzione riguardante il leader del
BJP dello stato del Gujarat, viene ucciso da un commando di sicari dopo aver avviato unazione legale
fondata su documenti acquisiti ricorrendo al RTI Act. [] >>; Sul tema, anche, Canaparo P., Il decreto
legislativo 14 marzo 2013, n. 33: i nuovi confini della trasparenza pubblica e il diritto alla conoscibilit
dellazione amministrativa, in Giustamm, 2013, p. 27 ss.; Mattarella B.G., cit., p. 127 ss.; Lamanuzzi C.,
La trasparenza dellazione amministrativa come strumento di prevenzione della corruzione, in La
corruzione [], cit., p. 197 ss.; Sarcone V., La trasparenza amministrativa: da principio a diritto, in Il
contrasto al fenomeno della corruzione nelle amministrazioni pubbliche, cit., p. 65 ss.
davvero tutti gli ambiti rilevanti dellazione pubblica, resta il rischio di una
legislazione sulla trasparenza fatta di pieni e di vuoti accentui la prevedibile
tendenza delle amministrazioni a intendere in modo restrittivo e formalistico gli
specifici obblighi di pubblicazione, in modo da ricavare, negli interstizi tra un obbligo
e laltro, nuove zone franche di opacit[] nulla impedisce al legislatore di ritrattare il
suo impegno a promuovere la trasparenza, sopprimendo gli obblighi di pubblicazione
meno graditi al potere politico o a reti di corruzione particolarmente influenti >>.
87
97 Ibidem
90
100 Si
legge, infatti, p. 13, che << il concetto di corruzione che viene preso a
riferimento ha unaccezione ampia. Esso comprensivo della varie situazioni in cui, nel
corso dellattivit amministrativa, si riscontri labuso da parte di un soggetto del
potere a lui affidato al fine di ottenere vantaggi privati. La situazioni rilevanti sono
pi ampie della fattispecie penalistica, infatti vi sono (parte nostra) anche le
situazioni in cui a prescindere dalla rilevanza penale venga in evidenza un
malfunzionamento dellamministrazione a causa delluso a fini privati delle funzioni
attribuite ovvero linquinamento dellazione amministrativa ab externo, sia che tale
azione abbia successo sia nel caso in cui rimanga a livello di tentativo>>
93
Il dipendente
si
astiene
coinvolgere interessi propri, ovvero di suoi parenti, affini entro il secondo grado, del coniuge o di
conviventi, oppure di persone con le quali abbia rapporti di frequentazione abituale, ovvero, di
soggetti od organizzazioni con cui egli o il coniuge abbia causa pendente o grave inimicizia o
rapporti di credito o debito significativi,
curatore, procuratore o agente, ovvero di enti, associazioni anche non riconosciute, comitati,
societ o stabilimenti di cui sia amministratore o gerente o dirigente. Il dipendente si astiene in
ogni altro caso in cui esistano gravi ragioni di convenienza. Sull'astensione decide il responsabile
dell'ufficio di appartenenza>>; il successivo art. 10 Comportamento nei rapporti privati che recita << 1.
Nei rapporti privati, comprese le relazioni extralavorative con pubblici ufficiali nell'esercizio delle loro
funzioni, il dipendente non sfrutta, ne' menziona la posizione che ricopre nell'amministrazione per
97
2.7. Il whistleblowing
Se Nnell nostro Paese la figura del whistleblowing di recente
introduzione, ma esso molto diffusoa in altri Paesi del mondo, in
specie in ambito anglosassone. Sia il Regno Unito, con il Public
Interest Disclosure Act del 1998, che gli USA, con il Serbanes
Oxley Act, hanno introdotto serie discipline per assicurare la tutela
e la protezione da comportamenti discriminatori del dipendente che
espone con denuncie comportamenti illeciti di cui ha avuto contezza
nellambito lavorativo di appartenenza.
Come spesso, purtroppo, accade lItalia il nostro Paese statoa
decisamente attivao sul fronte internazionale, contribuendo alla
redazione di testi convenzionali aventi ad oggetto isul tema della
corruzione e sugli strumenti per fronteggiarla efficacemente, salvo
ottenere utilit che non gli spettino e non assume nessun altro comportamento che possa nuocere
all'immagine dell'amministrazione.>>.
98
100
101
105
Capitolo Terzo
SOMMARIO 3. La disciplina delle lobbies - 3.1. Il conflitto di interessi 3.2. I collegamenti interistituzionali e le altre misure organizzative e
di scopo (accesso a banche dati, partnerniship pubblico privato)
3.3. Una proposta particolare: rafforzare il ruolo e lattivit
dellintelligence istituzionale e privata nella prevenzione ai fenomeni
corruttivi - 3.4. Dalla macroorganizzazione (lapproccio di sistema)
alla microorganizzazione (interventi sulla cultura della legalit e sulla
formazione): il change management
vengono
mostrati
gli
intimi
rapporti
tra
lobbisti
professionisti
rappresentanti politici, al governo e nel parlamento, non viene fatta alcuna differenza
tra le attivit oscure di ambigui faccendieri e soggetti investiti di pubbliche funzioni
e coloro che a questultimi rappresentano gli interessi di gruppi o categorie
106
che ci porta fuori strada quando affrontiamo il tema della rappresentanza degli
interessi>>.
107
109
biennale della democrazia, 2011; Panebianco S., Il lobbying europeo, 2000; Antonucci
M.C., Rappresentanza degli interessi oggi. Il lobbying nelle istituzioni politiche
partiti su temi importanti, ma mai su tutti i temi politicamente rilevanti; in ogni caso i
programmi dei partiti non sono mai completamente riducibili alle pressioni dei gruppi>> .
Per qualche riferimento comparatistico, con particolare riguardo all'esperienza
normativa statunitense, si v. KAISER J.H., La rappresentanza degli interessi
amministrazione, Giuffr, Milano, 1966, p. 116 rappresentata dal << complesso degli
uffici, quali strumenti predisposti dall'ordinamento per la cura degli interessi generali
di una comunit>>.
127 E' stato affermato, in maniera molto corretta, che << chi voglia sapere come
disciplinata l'amministrazione nella nostra Costituzione non deve leggere due soli
articoli, ma l'intera costituzione>>: l'espressione, molto significativa, di ESPOSITO
C,
approfondimento
sulle
disposizioni
Cedam,
Padova,
costituzionali
che
1954,
p.
governano
249;
la
per
un
pubblica
amministrazione si rinvia, fra gli altri, a ALLEGRETTI U., voce Imparzialit e buon
.
E questo introduce Ma occorre rispondere ad un altro interrogativo:
quale modello prendere come riferimento? Ce ne sono tre in
particolare che possibile prendere in considerazione: .
1. Il primo quello degli incentivi: che opera sullidea che
occorre premiare chi fa una determinata scelta. Lidea di
base quella di prevedere un registro dei rappresentanti di
interessi. Alla registrazione dei diretti interessati che in
genere facoltativa seguono una serie di doveri (il rispetto
di obblighi di trasparenza, la rendicontazione periodica
dellattivit svolta e, talvolta, la sottoscrizione di un codice
deontologico). Tutto ci in cambio, appunto, per il soggetto
accreditato, di una posizione di privilegio che consiste nella
possibilit di accesso prioritario, direttamente nelle sedi
istituzionali, per incontrare i titolari delle cariche dinteresse.
E chiaro che chi, nella libert di scelta, ha deciso di non
iscriversi nel registro dei lobbisti, non gode di queste
particolari prerogative, sebbene possa continuare ad
assolvere ai propri oneri professionali 129.
2. Il secondo modello quello della gabbia: che modulato
sulle caratteristiche del primo, con limportanzate differenza
che la condizione di privilegio che assiste il lobbista
garantita dalla obbligatoria iscrizione nel registro alluopo
istituito: ergo, nel primo schema si pu dire che il sistema
scoraggia ma non impedisce lesercizio della professione al
di fuori del regime di trasparenza e di rendicontazione; nel
secondo, invece, non ammessa la possibilit di
rappresentare interessi privati presso le istituzioni se non si
preventivamente aderito a quel regime di regole.
3. Il terzo modello, infine, quello della inclusione. In questo
vengono ad incontrarsi due esigenze: da una parte, la tutela
dei professionisti della rappresentanza degli interessi privati;
dallaltra, la condivisione dei contenuti delle politiche
pubbliche con cittadini ed associazioni. In buona sostanza,
con esso vengono definiti meglio i percorsi decisionali delle
amministrazioni pubbliche, che diventano cos sempre pi
partecipati.
E stato notato, per, che il modello presenta dei rischi:
<<laccorpamento di obiettivi ed interessi molto diversi
allinterno dello stesso contesto comporta due rischi. Il primo
quello di fagocitare linterazione professionale tra listituzione
e le imprese entro le dinamiche della democrazia partecipativa,
dimenticando che le due forme di interazione, bench parte di
129 Paper no. 2014-13: Lobby. La rappresentanza di interessi, cit., p. 30.
114
130 Ibidem.
131 Il Comitato dei saggi nominato dal Presidente della Repubblica con il compito di
preparare proposte di riforma della Costituzione italiana ha presentato, nellaprile
2013, una proposta per disciplinare il fenomeno delle lobbies indicando il modello del
Parlamento europeo e quello degli Stati Uniti dAmerica: esso presenta tre caratteri
fondamentali: a) listituzione di un albo presso la Camera dei deputati, il Senato della
Repubblica e presso le assemblee regionali; b) il riconoscimento, per gli iscritti, del
diritto ad essere ascoltati nella istruttoria relativa a provvedimenti che incidono su
interessi da loro rappresentati; c) lobbligo, per il decisore, di rendere esplicite nella
relazione al provvedimento le ragioni della propria scelta, evitando ogni possibile
situazione di potenziale o attuale conflitto di interessi.
115
del Parlamento (in specie quelli presentati negli ultimi anni) che c
lassoluta necessit di professionalizzazione della categoria.
Altro aspetto importante chi debba controllare ed esercitare i
connessi poteri, anche sanzionatori. Un riferimento, in qualche
proposta, collegato al ruolo ed alla posizione dellANACa CIVIT, il
che vorrebbe dire oggi lautorit nazionale anticorruzione.
Comunque, ritornando ai modelli a cui abbiamo dedicato prima la
nostra riflessione, va sottolineato come via sia una tendenza verso la
convergenza, cio verso la realizzazione di una legislazione
allinterno della quale vi sono elementi di ciascuno di essi. In pratica,
si tratterebbe di un modello ibrido, in grado di sommare pi elementi
in uno stesso quadro di norme. Nel lavoro a cui abbiamo
costantemente fatto riferimento nello svolgere le riflessioni sin qui
esposte, si legge che <<n la convergenza n libridismo offrono uno
scenario ideale. Nel primo caso perch luniformit costa la perdita di
alcune peculiarit invocate a pi voci per le peculiarit del nostro
Paese. Si pensi al caso dellobbligatoriet del registro: le soluzioni
ibride potrebbero muovere in direzione della facoltativit, frustando
obiettivi come la trasparenza e la lotta alla corruzione. Nellipotesi
dellibridismo, del resto, il rischio lo stesso che offre il modello
dellinclusione. In due parole: la scarsa efficacia delle norme per i
professionisti della rappresentanza>>132.
Noi siamo convinti in ogni caso che una disciplina dei gruppi di
pressione sia non solo fondamentale, ma utile. Qualche tempo
fagiorno fa, nel corso di un Seminario dedicato alla legge
anticorruzione ad un anno dalla sua approvazione si levata una
voce contro tale prospettazione, quella di un : lex sottosegretario alla
Presidenza del Consiglio dei ministri Patroni Griffiche ha , infatti,
espresso ribadito lale sue perplessit sulla possibile efficace
regolamentazione del fenomeno affermando che anche lesperienza
europea alla quale abbiamo fatto cenno attesterebbe il valore
puramente formale della scelta di istituire un registro con lelenco dei
lobbisti.
Lappunto non condivisibile: Non siamo daccordo: la trasparenza
ha sempre un pregio fondamentale nei sistemi democratici,- che
prevale su ogni difetto: e cio di far conoscere pi e meglio ai mass
media ed ai cittadini lesistenza di organizzazioni e pratiche capaci di
influenzare i processi decisionali pubblici. Non ci sembra poco,
soprattutto se si confronta ci con lopacit, se non la vera e propria
clandestinit (corruzione anche questa, a nostro giudizio), con cui
oggi si sviluppano i rapporti tra questi soggetti ed i detentori del
potere amministrativo.
3.1. Il conflitto di interessi
132 Ibidem, 39.
116
conflitti
di
interesse,
sebbene
attribuisca
un
peso
consistente
alle
costumi pubblici, lo spirito pubblico siano in uno stato pericoloso e che il governo abbia
contribuito e contribuisca in modo gravissimo ad accrescere questo pericolo []. Se io
getto, o signori, uno sguardo attento alla classe che governa e poi su quella che
governata, ci che avviene nell'una e nell'altra mi colpisce e mi inquieta []. Ci che
vedo nella classe che governa posso esprimerlo in una parola: i costumi pubblici si
alterano, vi sono gi profondamente alterati; vanno alterandosi sempre pi ogni giorno;
sempre pi, alle opinioni, ai sentimenti, alle idee comuni, succedono interessi, opinioni
118
particolari, punti di vista derivanti dalla vita e dall'interesse privato []". Una
definizione ed una descrizione del fenomeno del mutamento del costume della classe
politica governante che sembra, in effetti, descrivere il fenomeno attuale!
135 COLAVITTI G., Il trattamento normativo del conflitto di interessi tra
verbale". Egli cita le ipotesi normativamente previste nel codice civile che illustrano i
casi di conflitto di interessi, dimostrando che con questa espressione la dottrina
giuridica solita designare fattispecie peculiari del diritto privato, il che porta a
considerare il problema in una prospettiva diversa.
136 BETTI E., voce Interesse (teoria generale), in Novissimo Digesto italiano, vol.
VIII, Utet, Torino, 1957 fa notare che il concetto si colloca tra il diritto e le scienze
sociologiche e psicologiche e ci, di per s, costituisce ragione di alcuni errori
d'impostazione; una completa ed esaustiva ricostruzione del differente uso del
119
che,
storicizzandolo
ovvero
analiticamente
contestualizzandolo,
intenderebbero fissarne una volta per tutte la struttura non deteriorabile o (almeno)
gli elementi minimi di una definizione la pi possibile univoca" .
137 Cos si esprime PERTICI A., cit., p. 14 che riprende espressamente l'elaborazione
di GASPARRI P., Gli interessi umani e il diritto, Zuffi, Bologna, 1951, p. 12. Si tratta di
una nozione largamente condivisa dalla pi autorevole dottrina: si pu vedere, ad
esempio, CRISAFULLI V., Lezioni di diritto costituzionale, vol. I, Cedam. Padova,
1962, p. 9 che identifica l'interesse come << il rapporto tra un uomo ed una cosa, utile
giustificare
l'adozione
dei
pi
svariati
comportamenti
139
amministrativi .
Dopo la breve premessa svolta in ordine all'individuazione del
significato di interesse occorre indirizzare la ricerca verso la
definizione del concetto di <<pubblico>>:I in aggiunta ai problemi
definitori del sostantivo, infatti, occorre affrontare la maggiore
complessit inerente l'individuazione del significato dell'aggettivo. E'
stato fatto notare che una definizione in termini positivi e di
immediata percezione dell'espressione "interesse pubblico" non
semplice; <<anzi forse impossibile. In effetti per natura e ampiezza
non pu essere compreso e compresso in una formula esaustiva che
soddisfi le esigenze di chiarezza, univocit e rigore richiesti da
un'impostazione dogmatica []. I pur virtuosi tentativi [] non
approderebbero ad apprezzabili risultati pratici>> 140.
Diversi, a ben vedere, secondo questa teoriaautorevole dottrina,
sarebbero gli interrogativi su cui riflettere: <<"pubblico" equivale a
"generale"? Tale qualificazione implica il bene di tutti i consociati in
139 SPASIANO M. R., Interesse pubblico - interesse privato: la crisi della <<grande
dicotomia>>, in Legalit e giustizia, 1995, p. 551 ss., il quale fa notare che " l'inerenza
pressoch esclusiva di questo interesse rispetto al soggetto Stato, prima, e anche ad
altri
soggetti
pubblici,
poi,
ha
determinato
una
sostanziale
carenza
di
esclusivo" delle funzioni (di governo) nella societ liberale, Testo dattiloscritto della
lezione svolta al Seminario di studi e ricerche parlamentari, Firenze, 25 marzo 2002,
p. 1.
121
141 Ibidem.
142 Il riconoscimento della validit della tesi sulla concezione c.d. organica del popolo
porta con s la possibilit di esprimere soddisfazione per l'individuazione
dell'interesse pubblico come interesse di categoria, purch con esso si indichi
l'interesse degli appartenenti attuali e futuri ad una collettivit che si data una
organizzazione coincidente con quella statale. In questo senso si esprime GASPARRI
P., Gli interessi umani e il diritto, cit., p. 23. Ci sembra, a ben vedere, pi convincente
la tesi sostenuta da PERTICI A., cit., p. 21, il quale propende per una nozione di popolo
espressamente definita "a base individualistica in prospettiva organica" . Con essa, in
effetti, l'autore supera il problematico nodo rappresentato dall'attribuzione in capo
ad un soggetto determinato del potere di decifrare l'interesse pubblico, con il rischio
che tale processo non si svolga sulla base di una effettiva e valida interpretazione dei
bisogni di questa entit chiamata popolo, come concettualizzato dalla c.d. teoria
organica. Perch ci avvenga necessario che la prospettiva futura porti al sacrificio
"sopportabile e condiviso sulla base dei valori dominanti, di esigenze immediate, per la
143
Da
questa
ricostruzione
va
escluso,
come
sostiene
MIGLIORINI
L.,
Considerazioni per un'analisi degli interessi pubblici, in Riv. Trim. dir. pubbl., 1968, p.
287, quel complesso di interessi pubblici, " non valutati come tali dall'ordinamento
(perch
agiuridica)
non
vuol
dire
totale
indifferenza
da
parte
esigenze che esprime la realt socio - economica, sia influenzando le scelte degli
operatori giuridici i quali, se vero che operando all'interno dell'ordinamento
dovrebbero proporsi esclusivamente il perseguimento di quegli interessi pubblici che
come tali sono valutati dal medesimo, nella realt non possono pi o meno
consapevolmente sottrarsi alla considerazione di quegli interessi che per il loro rilievo
sociale condizionano i comportamenti umani di un determinato ambiente ".
144 Sullincidenza delle regole elettorali sul sistema politico, sul funzionamento della
forma di governo e sulla forma di Stato illuminante lopinione di autorevole dottrina
che ritiene che ladozione di un sistema elettorale maggioritario diventi un modo
sempre pi astratto di concepire la rappresentanza: v. CARLASSARE L., Politica e
ogni forma di democrazia apparente con eventuali cristallizzazioni del potere in gruppi
ed in lites, ancorch selezionati secondo procedure democratiche>> . Alla democrazia
permanente
si
sostituirebbe
la
democrazia
apparente
dal
momento
che
politica della maggioranza vittoriosa e non delle minoranze sconfitte le quali, tuttavia,
123
alla fine vengono anchesse da quelli rappresentate: da coloro, insomma, contro i quali
si erano espresse mediante il voto>>.
145 CARLASSARE L., cit., pp. 84 - 85.
146 MORBIDELLI G., Diritto amministrativo, (a cura di L. MAZZAROLLI - G. PERICU
- A. ROMANO - F.A. ROVERSI MONACO - F.G. SCOCA), Monduzzi Editore, Bologna,
1998, p. 1210.
124
147 Ibidem.
148 Ibidem.
149 Molto interessante sul punto la ricostruzione del rapporto tra Stato e servitore
dello Stato svolta da HEGEL G. W. F., Lineamenti di filosofia del diritto. Diritto
naturale e scienza dello statoo in compendio. a cura di G. Marini, Roma - Bari, Laterza,
1994, p. 235 ss., 291 ss.
125
funzionari burocratici amici o per disfarsi di funzionari nemici, era il fare o disfare
organi dello Stato>>.
126
etics, in Public administration Review, 1992, vol. 52, n. 3, p. 254 ss., il quale pi
correttamente rileva che pi della presenza di un reale conflitto di interessi, spesso
difficilmente percepibile dai cittadini, decisiva la percezione che gli stessi hanno del
modo di agire dei detentori del pubblico potere..
129
dopo, in www.astrid online.it, il quale rappresenta che sono << chiusi i pi importanti
giacimenti di informazioni pubbliche gestionali come le banche dati di RGS (in
particolare Siope e Sicoge), mentre necessario ampliare il novero delle informazioni
messe a disposizione in materia di gare e appalti dallAVCP. Infine, negli ultimi anni
abbiamo assistito alla diffusione di portali e banche dati che avrebbero dovuto
aumentare laccessibilit alle informazioni e ai dati pubblici. Oltre che al portale che
sta gradualmente avviando lANAC (che investe, per espressa volont normativa,
essenzialmente i documenti che riguardano il ciclo della performance) sono state
recentemente costituite la banca dati unitaria della amministrazione della RGS, il
Sistema informativo statistico delle amministrazioni dellIstat, il Portale della
trasparenza della AVCP, il Portale della trasparenza dei servizi per la salute e Perla
PA del DFP. Queste iniziative stanno procedendo in assenza di una regia complessiva,
spesso basandosi su anagrafi delle amministrazioni e degli enti pubblici differenti per
cui arduo per i cittadini integrare tra loro le (comunque ancora molto insufficienti)
informazioni fornite da ciascuna di esse>>.
156 DAngiolella R. - Sacco F.M., Big data, strategia anti corruzione, Il Sole 24 ore
del 6 aprile 2014, p. 12.
131
163 Ibidem
164 Massolo G., Intervento allinaugurazione dellanno accademico 2013- 2014 della
Scuola di formazione del Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica.
135
Due gli elementi che emergono e che non fanno apparire fuori fuoco
la riflessione che si sta conducendo: il primo, che una delle modalit
operative poste in essere dalla criminalit organizzata per conseguire
i propri scopi pagare per ottenere favori, provvedimenti
amministrativi, informazioni utili per vincere gare dappalto, per
mettere il silenziatore su vicende di rilievo penale, ecc. ed compito
delle agenzie dintelligence italiane contrastare il fenomeno criminale.
Il secondo aspetto che la tutela degli interessi economici e
finanziari del Paese (si sono visti nel primo capitolo alcuni dati che,
per quanto variegati, attestano su livelli imponenti il dato della
corruzione in Italia) porta con s il programma di ingaggiare la
battaglia contro ogni forma delinquenziale che abbia come risultato di
drenare risorse impiegabili a vantaggio dello sviluppo economico
della Nazione, del suo progresso, anche civile e culturale.
Unattenta riflessione ci illumina sul rapporto tra attivit criminale
mafiosa e la corruzione: <<[..] esse si realizzano in ambiti distinti ma
complementari. Si presentano, in altri termini, elementi sinergici che
favoriscono lintreccio di corruzione, infiltrazioni mafiose, regolazione
dei cartelli di imprese. Le organizzazioni mafiose vendono infatti
servizi di protezione privata in quei contesti nei quali la pressione
estorsiva, la sfiducia, la natura illegale o informale delle relazioni
generano una domanda di tutela dei precari diritti sulle risorse in
gioco. Tra i mercati illegali nei quali pu affiorare una domanda di
protezione e di informale regolazione particolare rilievo assumono
proprio quelli della corruzione e delle intese collusive. Esse
presentano unimportanza cruciale per le organizzazioni criminali per
un duplice ordine di motivi: in esse si presentano grandi opportunit
di profitto, dato lammontare di risorse allocate dagli enti pubblici
(appalti e forniture sono la pi rilevante attivit economica legale in
quei territori); essi forniscono lopportunit di tessere una tela di
relazioni con una gamma di attori strategici (amministratori politici e
burocratici, professionisti, imprenditori), capaci di garantire ai mafiosi
accesso a competenze, processi decisionali e informazioni riservate,
accrescendone tanto il prestigio sociale che le speranze dimpunit.
[] Per quanto logicamente distinte, le attivit degli attori coinvolti
nella corruzione e negli scambi collusivi hanno un terreno
dintersezione, un mercato comune nel quale gli stessi
amministratori pubblici, i mafiosi e gli imprenditori collusi offrono e
domandano contestualmente garanzie di salvaguardia degli accordi
e delle pretese maturate nelle diverse arene di scambio. La
disponibilit dei servizi forniti in ciascuno di questi mercati, infatti,
incrementa i profitti attesi e riduce i costi di produzione negli altri.
proiezione operativo funzionale al di fuori del territorio nazionale.
137
Vannucci
A.,
in
La corruzione
170 La cui disciplina , in realt, precedente alla legge del 2007 con lart. 4 D.L. 144/2005,
convertito in legge con la 155 dello stesso anno, che viene disciplinata lattivit in discorso - ma trova in
essa, allart. 13, nel testo modificato con la legge 133/2012, il suo attuale completamento sistematico.
172 Ibidem.
173 <<3. Il DIS svolge i seguenti compiti: [] f) trasmette, su disposizione del Presidente del Consiglio
dei ministri, sentito il CISR, informazioni e analisi ad amministrazioni pubbliche o enti, anche ad
ordinamento autonomo, interessati all'acquisizione di informazioni per la sicurezza; [] >>; <<Art. 13.
(Collaborazione richiesta a pubbliche amministrazioni e a soggetti erogatori di servizi di pubblica
utilit) 1. Il DIS, l'AISE e l'AISI possono corrispondere con tutte le pubbliche amministrazioni e con i
soggetti che erogano, in regime di autorizzazione, concessione o convenzione, servizi di pubblica utilit
e chiedere ad essi la collaborazione, anche di ordine logistico, necessaria per l'adempimento delle loro
funzioni istituzionali; a tale fine possono in particolare stipulare convenzioni con i predetti soggetti,
nonche' con le universit e con gli enti di ricerca. 2. Con apposito regolamento, adottato previa
consultazione con le amministrazioni e i soggetti interessati, sono emanate le disposizioni necessarie ad
assicurare l'accesso del DIS, dell'AISE e dell'AISI agli archivi informatici delle pubbliche
amministrazioni e dei soggetti che erogano, in regime di autorizzazione, concessione o convenzione,
servizi di pubblica utilit, prevedendo in ogni caso le modalit tecniche che consentano la verifica,
anche successiva, dell'accesso a dati personali.>>
142
174 Caligiuri M., Introduzione, in Steele R. D., Intelligence. Spie e segreti in un mondo
2. Fermo restando quanto previsto dall'articolo 118-bis del codice di procedura penale,
introdotto dall'articolo 14 della presente legge, qualora le informazioni richieste alle Forze di polizia, ai
sensi delle lettere c) ed e) dell'articolo 4, comma 3, siano relative a indagini di polizia giudiziaria, le
stesse, se coperte dal segreto di cui all'articolo 329 del codice di procedura penale, possono essere
acquisite solo previo nulla osta della autorit giudiziaria competente. L'autorit giudiziaria puo'
trasmettere gli atti e le informazioni anche di propria iniziativa. 3. Il Comitato di analisi strategica
antiterrorismo, istituito presso il Ministero dell'interno, fornisce ogni possibile cooperazione al
Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica per lo svolgimento dei compiti a questo
affidati dalla presente legge.>>; <<Art. 23.(Esclusione della qualifica di ufficiale o di agente di polizia
giudiziaria e di pubblica sicurezza) [] 7. I direttori dei servizi di informazione per la sicurezza e il
direttore generale del DIS hanno l'obbligo di fornire ai competenti organi di polizia giudiziaria le
informazioni e gli elementi di prova relativamente a fatti configurabili come reati, di cui sia stata
acquisita conoscenza nell'ambito delle strutture che da essi rispettivamente dipendono. 8.
L'adempimento dell'obbligo di cui al comma 7 pu essere ritardato, su autorizzazione del Presidente
del Consiglio dei ministri, quando ci sia strettamente necessario al perseguimento delle finalit
istituzionali del Sistema di informazione per la sicurezza.>>
143
quelli che delli ordini vacchi fanno bene, et ha tepidi difensori tutti
quelli che delli ordini nuovi farebbono bene176.
Sin qui abbiamo sviluppato alcune considerazioni che hanno posto al
centro un approccio di sistema per completare, integrandolo ai pezzi
gi importanti, il disegno sviluppato con la l. 190 del 2012. Serve,
quindi, maggiore interazione tra le istituzioni e, come si detto,
riconoscere ad altri pezzi del sistema Paese un ruolo operativo
nella lotta alla corruzione tentacolare.
Diventa, tuttavia, fondamentale considerare anche la dimensione
microorganizzativa ed in questa prospettiva il change management
assume un ruolo decisivo.
Riprendendo qualche importante considerazione sulle caratteristiche
della burocrazia e sulla complessit e loggettiva difficolt di gestire
cambiamenti rilevanti ci pare rilevante isolare alcuni aspetti quali:
148
CONCLUSIONI
Un viaggio di mille miglia deve cominciare con un solo passo: inizio,
cos, le riflessioni conclusive perch sono convinto che quanto ho
riportato nel mio lavoro costituir la base da cui dovremo partire per
successivi approfondimenti. In effetti, mi ero fortemente persuaso
che, come avviene classicamente, avrei condotto ogni sforzo di
esegesi della legge 190 del 2012 nel tentativo di distinguere le scelte
ottimali gi compiute dal lavoro ancora da svolgere. Concludiamo il
percorso con maggiore ottimismo rispetto al momento di partenza:
proprio negli ultimi tempi il nostro Paese ha attraversato un
significativo cambiamento, dal momento che, per la prima volta, la
lotta alla corruzione e gli strumenti per combatterla sono diventati
argomenti trattati lontano dalle cronache giudiziarie, finanche dal
Presidente del Consiglio dei ministri. Non poco, considerando che
la spinta pi forte ad intervenire sul tema della corruzione proveniva
dallambito internazionale: siamo certi, sulla base di quanto appena
detto, che i prossimi mesi dovranno essere oggetto di attenzione da
parte di coloro che ritengono che la sfida che si deve combattere
richieda uno sforzo senza precedenti. Qualcosa si muove nella
direzione giusta, sperando stavolta di non ricorrere allaforisma:
povera terra che ha bisogno di eroi!
Certo, nel corso dellesame abbiamo toccato molte questioni che
meritano di ricevere cittadinanza nel nostro ordinamento giuridico: il
termine di prescrizione dei reati di corruzione, oggi troppo brevi; il
falso in bilancio e lautoriciclaggio, quali fattispecie di reato spesso
prodromiche rispetto ai reati di corruzione. Ci si riferisce, a ben
vedere, al fronte repressivo su cui, pure, lintervento del Parlamento
stato sviluppato nella direzione richiesta da molti atti internazionali
sottoscritti dal nostro Paese: a titolo esemplificativo, basti ricordare
lintroduzione di una sanzione penale a carico di chi partecipa al
reato di concussione per induzione.
Ma se vero che mai si potr prescindere da un sistema penale e
processuale efficiente per affrontare in maniera adeguata la lotta al
fenomeno della corruzione, il fil rouge che unisce il lavoro senza
dubbio rappresentato dal riconoscimento della svolta culturale e
giuridica compiuta con la l. 190/2012 che ha posto al centro del
sistema lattivit di prevenzione del fenomeno.
Chi scrive fermamente convinto della bont della scelta operata:
stato in modo particolare sottolineato lapproccio di sistema, a rete,
149
con il quale i diversi tasselli sono stati composti. Dal punto di vista
organizzativo e funzionale merita di essere evidenziata la centralit
che assumono alcune decisioni normative: listituzione di unautorit
nazionale anticorruzione, lA.N.AC., che ha le caratteristiche
giuridiche delle autorit amministrative indipendenti, tratto costitutivo
fondamentale per assicurare lesercizio delle delicate e complesse
funzioni assegnategli, senza il condizionamento politico che
contraddistingue, di contro, loperato delle tradizionali strutture
ministeriali. Non mancata, tuttavia, una riflessione sulla pochezza
della struttura organizzativa, posto che il personale che vi opera
tratto, con comandi e distacchi, da altre amministrazioni statali il che
produce (unitamente allassenza di differenze retributive pi
favorevoli), secondo le pi conosciute teorie sullanalisi della
motivazione dei dipendenti pubblici, la difficolt ad individuare un
possibile, serio, commitment (affettivo, normativo, di continuit) del
dipendente precario: limpegno in questa prospettiva devessere
autentico, affinch lAutorit possa attendere le sue funzioni
istituzionali in maniera efficace. E su questo punto occorre lavorare
convintamente: lapproccio del nuovo Commissario anticorruzione,
Raffaele Cantone, quello corretto come testimoniato dal fatto che
sin da subito (La Repubblica del 20 aprile 2014, p. 11) ha
sottolineato limprescindibile esigenza che la politica completi il
puzzle della composizione dellorgano e renda lAutority pi efficace
e pi incisiva.
Anche lobbligatoriet della individuazione e nomina di un
Responsabile anticorruzione in ogni amministrazione un segnale
importante: un organo ben preciso, con compiti e responsabilit
altrettanto delineati. Certo, non pu essere pretermessa una
constatazione: il singolo dirigente preposto a siffatto incarico
devessere nella piena condizione di operare, disponendo di
strumenti e risorse adeguate; in caso contrario avremmo una
situazione da grida manzoniane! Molto buono ci sembra il sistema di
risk management introdotto dal legislatore della riforma: al centro, il
Piano nazionale anticorruzione (predisposto dal Dipartimento della
funzione pubblica e approvato dallA.N.AC.), in periferia, a livello di
ogni singola amministrazione, i Piani triennali per la prevenzione
della corruzione costituiscono strumenti innovativi per la pubblica
amministrazione perch consentono di definire previamente i pericoli
ed i correlati presidi organizzativi per prevenirli.
Chi scrive, peraltro, nel corso del lavoro ha posto in grande rilievo le
misure adottate sul piano della trasparenza e pubblicit (d.lgs.
33/2013): fuori da ogni enfasi, tenendo a mente che non ci si
comunque spinti (eccesso di prudenza?) sino allelaborazione di uno
150
153
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