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A)

travlcello

scemplato di pianelle

B)

scempiato di tavole

C)

Fig. 14.18 - Sezioni di vecchie strutture di tetti; A) il tipo classico con puntone, terzera, scempiato di pianelle e te­
goli curvi; B) tegole marsigliesi su listelli; C) tegole su tavolato.

Esaminando con attenzione un particolare Le terzere (o arcarecci), i puntoni (o falsi


del tetto in legno troviamo (fig. 14.18): puntoni), le capriate (o incavallature) costi­
- il manto di cotto (tegole piane, te­ tuiscono la grossa armatura, che viene distri­
gole curve); buita in base alla pianta dei muri sotto­
- uno scempiato di cotto (pianeIle o tetto ed alla forma da dare alla copertura~
tavelle da tetto), o un tavolato o una serie sfruttando gli appoggi dei muri perimetrali
di listelli a sostegno dei tegoli; e dei muri di spina dove è possibile.
- travicelli o correntini, a sostegno del­
lo scempiato; Dove ci sono solo muri perimetrali in
- terzere o arcarecci, a sostegno dei grado di sopportare il peso della copertura,
travicelli; si utilizzano le capriate.
- puntoni o falsi puntoni, l a sostegno Se ad esempio si ha una pianta del tipo
delle terze re. di fig. 14.19 con un muro di spina centrale,
ia copertura può essere economicamente rea­
Lo scempiato di tavole di legno (fig. lizzata in due modi, considerati ormai clas­
14.18 c) non è molto razionale, perché l'umi­ sici:
dità trasmessa dal materiale di copertura,
in breve tempo determina la marcescenza alla piemontese, con prevalenza di
delle tavole stesse. puntoni e senza terzere (fig. 14.19 A);
Il tipo più comune di copertura è quello - alla lombarda, con prevalenza di ter­
indicato in fig. 14.20, con manto di tegoli zere e pochi puntoni fig. (14.19 B).
e supporto di pianelle o di tavelline. Nel primo caso i puntoni sono molto
I travicelli costituiscono l'orditura minu­ ravvicinati fra loro e costituiscono gli ap­
ta; essi sono tutti uguali e di sezione q ua­ poggi dei travicelli, sui quali è impostato
drata (le misure correnti sono di cm 6 x 6, le scempiato; nel secondo caso i puntoni
7 x 7 e 8 x 8); la distanza degli appoggi
(siano terzere o puntoni) varia da circa
1 Si chiamano comunemente puntoni le grosse
m /,20 a m 1,80, a seconda delle dimen­ travi inclinate del tetto, che in effetti sono invece
sioni del travicello e della resistenza del falsi-puntoni, in quanto i puntoni propriamente
tipo di legno impiegato. detti sono quelli che compongono le capriate.

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~ -
TETTO ALLA PIEMONTESE ALLA LOMBARDA

Fig . 14.21 - Particolari della grossa e piccola orditura


dei tetti alla piemontese ed alla lombarda.

Fig. 14.19 - Particolari di esecuzione dei letti alla pie­


montese ed alla lombarda, su edificio con muro di spina
centrale.

sono a distanza di 3 -=- 4 m fra loro e servono


di appoggio alle terzere, sulle quali appog­
giano a loro volta i travicelli. AllA PIEMONTESE
Fra i due sistemi, forse risulta più econo­
mico quello alla 10mbarda, per il quale travicelli
necessita un minor numero di travi di grossa
sezione e di notevole lunghezza.
In assenza di muri di spina centrali si
ricorre alle capriate (fig. 14.21).
Dal punto di vista statico, si può osser­
vare che la grossa armatura alla piemontese
distribuisce il carico della copertura in ma­
niera più uniforme sui muri perimetrali
(fig. 14.22), mentre quella alla lombarda li terzere
concentra in pochi punti del muro; i falsi
puntoni esercitano anche una spinta in fuori ALLA LOM BARDA

Fig. 14.20 - Sezione assonometrica degli elementi che Fig . 14.22 - Comportamento statico del tetto alla lombar­
compongono un tetto in legno. da ed alla piemontese .

alla lombarda
\

" "

..
"

!llL~lemontese / 251
DI AGRAMMI

Momento

Taglio

SCHEMA STATICO S.Norma/e


Fig. 14.23 - Il puntone del tetto è sottoposto a sollecitazione di flessione, tag lio e sforzo normale contemporaneamente.

sui muri perimetrali, dovuta alla compo­ che determinano rispettivamente una fles­
nente N del carico (si ricorda che i puntoni sione della trave secondo l'asse y e l'asse x
sono soggetti alla sollecitazione di presso­ (la terzera è quindi soggetta alla flessione
flessione e taglio, fig. 14.23). deviata); per la verifica statica delIa terzera
Molto spesso la pianta dei muri a quota si sommano i carichi unitari indotti dalle
di gronda è del tipo di fig. 14.24, cioè con sollecitazioni di flessione, secondo le due
muri di spina ad intervalli di 4 --;- 5 m; in direzioni principali.
tal caso può essere conveniente la copertura
alla lombarda, senza alcun puntone, ma con Fig. 14.25 - Per la sua posizione la terzera è soggetta
sole terzere, usufruendo degli appoggi sui alla flessione deviata.

muri esistenti.
La terzera è sempre disposta con l'asse
longitudinale della trave orizzontale mentre
gli assi della sezione trasversale risultano
inclinati di un angolo a rispetto alla verti­
cale pari a quello della falda.
Il carico P che agisce sulla terzera (fig.
14.25) si scompone in due parti, Q ed N,

Fig . 14.24 - Quando la disposizione dei muri lo permette, la c opertura più semplice ed economica è a capanna con sole
terzere .

terzere

assi delle terzer


+3,50 .;. 5,00 .;. 4,00

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9. 14.26 - Parti c olari di gronda nei vecch i tetti: all a fiorentina, con l'orditura in legno in vista e spesso decorata ;
a romana, con c ornicione in plano, co stituito da ossatura muraria.

Fig. 14.28 - Esem pi di capriate decorate (chiesa di


. Le ca priate. Chiusi).

bb iamo già visto l'u til ità delle capriate


incavallature per la esec uzione delle coper­
.ure, quando non si dispone di muri nella
posizi one prevista per gli appoggi della gros­
ti a rm atu ra del tetto.
La ca priata è utile anche quando ci sono
i muri di appoggio e si vuole però eli minare
l' spi nta orizzontale esercitata dai falsi pun­
toni (fi g. 14.27).
Le capriate sono state eseguite antica­
men te interamente in legno (bellissi mi gli
esempi delle coperture delle chiese roma­
niche. con la struttura in vista finemente
deco ra ta) (Fig. 14.28), poi in legno e ferro,
in so lo ferro ed infi ne in cemento armato.
Le capria te in legno possono essere rea-

Fi g. 14.27 - Capriata con c atena in ferro , per eli mina re


la spi nta dei puntoni.

eventuali saettoni

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lizzate nei seguenti tipi, a seconda della
I uce (fig. 14.29):

~ l) capriata semplice, per luci piccole di


4-:--5 m;
2) capriata con monaco, per luci di
2 5-:--7 m;
3) capriata con saettoni, per luci di
7 -:-- lO m;
4) capriata composta, per luci di

3~ 12-:- 15 m;
5) capriata composta alla palladiana,
per luci fino a 30 m;
4 6) capriata asimmetrica semplice, per
luci di 5 -:-- 7 m;
7) capriata asimmetrica composta, per
luci di circa lO m;
8) capriata senza catena, per luci fino
5 a lO m;
9) capriata per tetti a forte pendenza,
per luci di 5 ~ 7 m.

La capriata classica in legno è quella


costituita dai puntoni, catena, monaco e saet­
toni (fig. 14.30); i particolari costruttivi dei

&~
nodi: puntone-catena, puntone-monaco, saet­
~~~ toni-monaco, puntone-saettone, sono illu­
----=
~-
~1i
-­ __ strati in fig. 14.30.
L'unione degli elementi in legno può na­
7 turalmente essere fatta in diversi modi, a
seconda degli usi tramandati dalle varie
scuole di carpenteria.
Se per esempio non si vuole intagliare il
8 legno (che riduce la sezione resistente della
trave) si può usare il gattello riportat o
(fig. 14.31).
Quindi il criterio generale da adottare pe r
l'unione dei diversi elementi della capri a t
è quello di non indebolire la struttura COl'
intagli eccessivi; nei casi necessari, si rico rr
a legature metalliche, a staffature in ferro.
bullonature ecc.; l'impiego delle staffatuf'
Fig. 14.29 - Tipi di capriate in legno. Nei fabbricati di metalliche è necessario per mantenere .;:
civile abitazione i più usati sono i n. 2 e 3, eccezional­
mente gli altri. elementi di legno nella giusta posizione.
Si ricorda, per la migliore comprensi
della struttura, che gli elementi della capr'
sono sollecitati come segue (fig. 14 .32 1.
i_puntoni a pressojlessiolle'
Il monaco è sottoposto a trazione solo quando
1
ci sono i saettoni; in caso contrario, il monaco il monaco a trazione; l
non lavora, ma serve solo come elemento di colle­
gamento dei puntoni. \= la catena a trazione;
i saettoni, a compressione.

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Fig. 14.30 - Capriata classica in legno con i particolari dei collegamenti fra i vari elementi.

Fig. 14.31 - Due modi di unire il saettone al puntone. L'elemento più importante della capriata
è il puntone; una volta dimensionato il pun­
tone, gli altri elementi, monaco, saettoni e
lio catena, sono legati alla sua dimensione di
larghezza, altrimenti i collegamenti sarebbero
poco funzionali (in effetti, sia la catena che
il monaco risultano sempre sopradimensio­
nati e per questo motivo possono consentire
gli intagli di unione, in quanto una riduzione
anche notevole di sezione resistente, non ne
pregiudica la stabilità).
L'appoggio della capriata sul muro an­
drebbe fatto sempre a mezzo di tavolone
o pietra di ripartizione del carico (dormiente);
spesso l'appoggio è eseguito con interposi­
zione di una mensola, che oltre la funzione
Fig. 14.32 - Schema statico della capriata con saettoni. di migliorare l'aspetto estetico ha anche
quello pratico di impedire il deterioramento
della capriata vera e propria.
Infatti il legname a contatto con murature
umide (il dormiente è bene che sia di legno
resistente anche all'umidità) dopo un certo
tempo si deteriora; in tal caso è più sem­

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zione, come la catena ed il monaco; poiché
il materiale migliore per assorbire tali sforzi
è il ferro, ecco che la capriata si avvale anche
di questo materiale, abbinandolo al legno.
La catena si riduce quindi ad un "esile asta
di ferro. collegata ai puntoni median te ap­
posite staffe metalliche o da semplici bu llo­
nature.
l tipi classici di capriate miste sono quell i
illustrati in fig. 14.34, dove nel primo esem­
Fig. 14.33 - Capriata con appoggio su mensola. pio solo la catena è in ferro, nel secondo
caso anche il monaco e nel terzo caso (ca­
plice ed economico sostItuIre una mensola priata Polonceau) restano di legno solo i
che una intera catena di capriata (fig. 14.33). puntoni.
Altra considerazione generale da fare per L' impiego del ferro permette un grande
tutte le strutture in legno eseguite a regola risparmio di legname e la possibilità di avere
d'arte, è la possibilità delfa sostituzione di capriate di facile esecuzione anche per la
uno qualsiasi degli elementi deteriorati , sen­ copertura di luci fino ai 20 .~. 25 m.
za dovere demolire e ricostituire altre parti l particolari dell a ill ustre capriata mista
importanti; ciò è essenziale in quanto il Polonceau, sono riportati nella fig. 14.35,
legno può essere attaccato da insetti e pa ras­ tratti da disegni deIrepoca.
siti e può facilmente deteriorarsi (vedi va l. I,
pago 196). 9. Capriate in ferro.
In effetti quasi tutte le grandi strutture
di legno, che sono giunte fino a noi daIran­ Per la copertura di edifici industriali di
tichità, non sono pi ù le originali, ma copie gra ndi luci, le capriate in ferro si sono dimo­
esatte delle originah, jn quanto i vari ele­ strate pratiche ed econo miche, per legge­
menti lignei, sono stati via via sostituiti, rezza e resistenza; i due tipi più com uni
anche più di una volta, nel corso dei secoli, sono ancora la Polonceau e quella inglese
nei vari lavori di manutenzione e resta uri. (fig. 14.36).
Per queste incavallature vengono usati l
8. Capriate miste - La Polonceau. normali profilati in ferro di serie, co llegati
fra loro mediante ch iodatura o saldat ura.
Si è già visto sopra che alcuni elementi come indicato nei particolari dei nodi (fig .
della capriata sono soggetti a sforzi di tra- 14.38 ).

Fig. 14.34 - Capriate miste in legno e ferro. Il metallo è util mente impiegato per gli elementi sottoposti a trazione.

1. 2.

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