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I “PADRI DELLA CHIESA”

NELLA “LITURGIA DELLE ORE”

Mons. Pietro Meloni


I “PADRI DELLA CHIESA”

NELLA “LITURGIA DELLE ORE”

“La Sacra Tradizione e la Sacra Scrittura dell’ Antico e Nuovo Testamento sono come uno
specchio nel quale la Chiesa, pellegrina sulla terra, contempla Dio, dal quale accoglie tutti i doni,
fino a quando giungerà a vederlo faccia a faccia, come Egli è” (Dei Verbum 7). Il Concilio
Ecumenico Vaticano TI ha invitato gli uomini di buona volontà ad abbeverarsi all’acqua viva della
Parola di Dio nella fonte della Sacra Scrittura e nel fiume della Sacra Tradizione, che attraversa la
storia della fede nella vita della Chiesa. Lo “Spirito Santo” donato da Gesù Risorto alla Chiesa sua
Sposa “con la forza del Vangelo ringiovanisce la Chiesa, la rinnova continuamente e la conduce alla
perfetta unione con il suo Sposo” (Lumen Gentium 4). L’ascolto che diviene preghiera è nella vita
terrestre una pregustazione della visione di Dio nella gloria eterna.
Gli uomini che nel giorno di Pentecoste avevano accolto la parola di San Pietro e il
Sacramento del Battesimo “erano assidui nell’ascolto della dottrina degli Apostoli, nella
comunione, nella frazione del pane e nelle preghiere” (Atti degli Apostoli 2,42). Da quel giorno
“Cristo è sempre presente nella sua Chiesa e in modo speciale nelle azioni liturgiche. È presente nel
Sacrificio della Messa ... È presente nei Sacramenti ... È presente nella sua Parola perché è Lui che
parla quando nella Chiesa si leggono le Sacre Scritture” (Sacrosanctum Concilium 7). Il Messia
“sommo sacerdote della nuova ed eterna alleanza” esercita “la sua missione sacerdotale per mezzo
della sua Chiesa, che loda il Signore incessantemente e intercede per la salvezza di tutta l’umanità,
sia nella celebrazione dell’ Eucaristia, sia in vari altri modi, specialmente nella preghiera dell’
Ufficio Divino” (Sacrosanctum Concilium 83).
La “Liturgia delle Ore” illumina di gioia la giornata dell’uomo: “Il Divino Ufficio, secondo
la tradizione cristiana, è ordinato a santificare tutto il corso del giorno e della notte per mezzo della
lode divina. Quando poi a celebrare ritualmente quel mirabile canto di lode sono i sacerdoti e altri
ministri istituiti a questo fine dalla Chiesa, ed anche i fedeli che pregano insieme con il sacerdote
nella forma approvata, allora è veramente la voce della Sposa che parla allo Sposo, anzi è la
preghiera che Cristo unito al suo Corpo eleva al Padre” (Sacrosanctum Concilium 84).
La “Liturgia delle Ore” scandisce il ritmo della vita e della santificazione dei sacerdoti, dei
diaconi, delle persone consacrate, ed anche delle famiglie cristiane e delle persone credenti. La
Chiesa invita anche i laici alla Preghiera del Mattino nelle Lodi e alla Preghiera della Sera nei
Vespri. Il Concilio Vaticano Il, accogliendo l’esortazione degli antichi Padri della Chiesa,
raccomanda ai credenti che la preghiera proclamata con la voce sgorghi dal profondo del cuore
mens concorde,’ voci! La “preghiera comunitaria della Chiesa” è “fonte di devozione” e
“nutrimento della preghiera personale”: proprio per questo è necessaria “una più profonda
conoscenza liturgica e biblica, soprattutto riguardo ai Salmi” (Sacrosanctum Concilium 90).
L’ascolto della “Parola di Dio” è presente in tutte le Ore dell’ Ufficio Divino attraverso una
lectio “breve”, e attraverso una lectio “prolungata” nell’ Ufficio delle Letture. La rinnovata
ricchezza del “Breviario” si esprime poi attraverso le letture dei Padri della Chiesa antica, e di altri
Autori Sacri dei vari tempi della storia cristiana, uomini e donne di profonda ispirazione teologica e
mistica, fino ai recenti insegnamenti dei Sommi Pontefici e del Concilio Ecumenico Vaticano Il.
La voce della Chiesa dei primi secoli risuona quotidianamente nella Liturgia delle Ore. “I
Padri sono discesi nel silenzio di Gesù”, scrisse qualche anno fa il Cardinale Joseph Ratzinger
presentando il prezioso libretto: I Padri nella Liturgia delle Ore, curato da Gisella Codias, Roma
1996. La “teologia dei Padri”, frutto della loro “interpretazione della Scrittura”, è “vivace, fresca e
di maggior aiuto rispetto a ciò che la teologia puramente accademica è in grado di dire”. Il futuro
Papa confida ai sacerdoti: “La nostra predicazione diventa più ricca di tensione, di colore, di vita, se
ritorniamo a meditare la Scrittura con i Padri”.
Sant’ Agostino è al primo posto nella grande antologia patristica del Breviario, che contiene
oltre un centinaio di letture delle sue opere. Il suo maestro Sant’ Ambrogio lo segue con 43 letture,
poi San Giovanni Crisostomo con 32 letture, il Papa San Leone Magno con 31 letture, Sant’ Ireneo
con 25, Sant’ Ignazio di Antiochia e San Gregorio Magno con 24, San Cipriano e San Bernardo con
23, Sant’ Atanasio con 21, San Cirillo di Alessandria con 20 letture, e poi ancora San Clemente
Romano, Origene, Sant’ Ilario di Poitiers, San Cirillo di Gerusalemme, San Basilio Magno, San
Gregorio Nazianzeno, San Gregorio di Nissa, San Pietro Crisologo, San Fulgenzio di Ruspe, San
Benedetto e altri Padri della Chiesa, fino al sardo Sant’ Eusebio di Vercelli del quale è presente una
bellissima lettura nel giorno della sua festa il 2 agosto. È presente inoltre una miriade di santi, tra i
quali San Francesco di Assisi e Sant’Antonio di Padova, San Bonaventura e San Tommaso
d’Aquino, il martire laico San Tommaso Moro, il Curato d’ Ars San Giovanni Maria Vianney e le
donne esemplari nella santità: Sant’ Angela Merici, Santa Brigida, Santa Caterina da Siena, Santa
Chiara d’Assisi, Santa Geltrude, Santa Margherita Maria Alacoque, Santa Bernardetta Soubirous,
Santa Maria Maddalena dei Pazzi, Santa Rosa da Lima, Santa Teresa d’ Avila, Santa Teresa di Gesù
Bambino.
La Chiesa “ammaestrata dallo Spirito Santo si preoccupa di raggiungere una intelligenza
sempre più profonda delle Sacre Scritture per poter nutrire continuamente i suoi figli con le divine
parole: perciò a ragione favorisce anche lo studio dei Santi Padri dell’ Oriente e dell’ Occidente”; lo
afferma la Costituzione Conciliare sulla “Divina Rivelazione” (Dei Verbum 23), cui fa eco il Papa
Giovanni Paolo 11 spiegando il motivo per cui i predicatori antichi sono chiamati “Padri”: “Padri
della Chiesa perché da loro, mediante il Vangelo, la Chiesa ha ricevuto la vita” (Patres Ecclesiae, 2
gennaio 1980). Per conoscere meglio questi testimoni della fede è provvidenziale e illuminante la
“Istruzione”: Lo studio dei Padri della Chiesa nella formazione sacerdotale, emanata dalla
“Congregazione per l’Educazione Cattolica” il 10 novembre 1989. È un dono per i presbiteri e per
tutta la Chiesa.
I sacerdoti, in comunione con il Papa e con i Vescovi, sono i primi maestri della “Parola di
Dio” trasmessa dalla Bibbia e dai Padri, e hanno il compito di trasmettere al popolo credente la voce
degli antichi maestri, che “sono più vicini alla freschezza delle origini” e appaiono come “testimoni
privilegiati della Tradizione” per il fatto che hanno creato “le prime forme della liturgia” e “sono
stati così gli autori della prima grande catechesi cristiana” (Lo studio dei Padri, cc. 18-20). Il
Concilio Ecumenico Vaticano Il aveva tracciato chiaramente l’itinerario della preparazione al
sacerdozio: “Alla luce della fede ... si curi la formazione degli alunni con lo studio della Sacra
Scrittura ... poi si illustri agli alunni il contributo dei Padri della Chiesa Orientale e Occidentale,
nella fedele trasmissione ed enucleazione delle singole verità rivelate” (Optatam totius 16).
“L’esempio dei Padri può insegnare agli esegeti moderni un approccio veramente religioso
della Sacra Scrittura, come anche un’interpretazione che si attiene costantemente al criterio di
comunione con l’esperienza della Chiesa, la quale cammina attraverso la storia sotto al guida della
Spirito Santo ... La Sacra Scrittura era per i Padri oggetto di incondizionata venerazione,
fondamento della fede, argomento costante della predicazione, alimento della pietà, anima della
teologia” (Lo studio dei Padri, c. 26). Ai Padri può ispirarsi la teologia di oggi per la loro capacità
“di abbracciare la totalità del mistero” e ai Padri deve ispirarsi la Chiesa per il loro “vivo senso della
comunione ecclesiale” (c. 27). Nel dialogo con il mondo contemporaneo ogni credente può ispirarsi
ai Padri per la loro capacità di “discernimento dei valori e dei limiti nascosti nelle varie forme di
cultura antica”, con il quale inaugurarono “la grande opera di inculturazione cristiana” (e. 32). I
Padri divennero “l’esempio di un incontro fecondo tra fede e cultura, tra fede e ragione”,
mantenendo sempre intatta “la verginità della fede” (cc. 32 e 37).
La lettura spirituale dei Padri nella “Liturgia delle Ore” è uno dei doni più preziosi della
Chiesa ai cristiani del nostro tempo. I Padri, con il loro “vivo senso della comunione ecclesiale” e
con la loro “grande umiltà di fronte al mistero di Dio contenuto nelle Scritture”, hanno svelato
anche il grande valore civile e spirituale della “cultura greca e romana”, e sempre “imprimendo
all’antica humanitas classica il sigillo cristiano, sono stati i primi a gettare il ponte tra il Vangelo e
la cultura profana, tracciando per la Chiesa un ricco e impegnativo programma culturale, che ha
profondamente influenzato i secoli successivi” (cc. 27. 38. 43).
È da accogliere con entusiasmo e gratitudine il “Servizio alla Parola” dei Padri della Chiesa,
che potrà raggiungere tante persone credenti assetate dell’acqua viva di Cristo e della Chiesa, e
risvegliare dal letargo pastorale molte comunità cristiane, infondendo lo spirito delle comunità dei
martiri che respiravano la gioia della risurrezione.
L’umanità sente oggi la fame di un “pane” essenziale e sostanziale per riaccendere la
speranza della pace e per gustare la bellezza della vita. La spiritualità dei primi cristiani, infiammati
dallo Spirito della Pentecoste, è un balsamo vivificante per i cristiani e per i credenti di tutte le fedi
religiose, ed anche per gli uomini che pensano di non essere credenti. I Padri sentivano una grande
gioia al vedere la bellezza di Dio Creatore nelle meraviglie della natura e nelle persone umane
create a immagine di Dio. La freschezza del loro annunzio potrà guidare gli uomini d’oggi a
edificare l’amore nella famiglia e la giustizia nella società, con uno sguardo preferenziale verso gli
uomini che Madre Teresa chiamava “i più poveri tra i poveri”.
Il “Breviario dei Padri” potrà accompagnare sacerdoti e laici, genitori e figli, persone
consacrate al Signore e persone votate al bene comune, nell’impegno a costruire il futuro del mondo
alimentandosi alle radici della cultura cristiana, che guida all’autentica civiltà dell’ amore.

+ Pietro Meloni
Vescovo di Nuoro

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