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teologia/fonti
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Titolo originale
Traduzione
Indice
Mater Ecclesia
Donato Perron
1944
Verlagsanstalt Benziger & Co. AG.,
Einsiedeln
1972
Coop. Edizioni Jaca Book, Milano
Prefazione
11
Introduzione
41
Canto iniziale
Signora dell'universo - Liturgia ambrosiana
43
I.
I. Eva e la Chiesa - Ambrogio di Milano
II. Il nuovo Paradiso - Gottschalk di Limburg
III. Madre mistica - Clemente di Alessandria
IV. La santa ancella - Paolino da Nola
49 V. Il giglio nel terreno della valle - Ambrogio di Milano
50 VI. Chi lo sposo? - Quodvultdeus di Cartagine
IL
5 9 Chiesa dei dofori
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Prefazione
Indice
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III.
113
Regina etema
115
119
131
135
Canto finale
Il nuovo canto - Metodio di Filippi
137
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128
130
Prefazione
queste parole: amica mia, bellezza mia, colomba che _stai _negli
anfratti della roccia, fammi vedere il tuo volto, fammi udire la
tua voce 4! .
Noi vogliamo ascoltare questa voce e sentire la lode che
stata cantata nei primi mille anni di amore cristiano per la Chiesa.
Intenzionalmente abbiamo scelto solo le voci del primo millennio.
Infatti ci che i tempi posteriori hanno cantato a lode della madre Chiesa solo un'eco di quello che hanno prodotto ~ padri
della Chiesa e i teologi dell'epoca carolingia e del primo medioevo. Il periodo ristretto, spiritualmente e teologicamente unitario, di cui noi facciamo echeggiare le_ lodi alla Chiesa, si estende
dal secondo al dodicesimo secolo, dal tempo dei martiri fino al
medioevo, dalle ~atacombe alle cattedrali, ai cui .Portali fa da
guardia l'imponente figura della Ecclesia. un millennio tumultuoso e meraviglioso, dalle cui profondit si innalza al cielo il cantico della Chiesa. frastagliato come i monti sia nella sommit
che al fondo. Il sangue dei martiri consacra il suo inizio, il trionfo
di Costantino e la caduta dell'Impero cristiano, lo splendore e
l'abissale crollo del papato, il fragoroso ingresso di nuovi popoli e
la paziente formazione della cultura occidentale, la lacerante esperienza della guerra e la insignificanza del quotidiano: tutto questo vi presente e indica difetti e rughe nel volto dei cristiani di
questi mille anni. Per come la luce del sole, come una deliziosa
melodia, come un profumo, su tutto ci si libra il canto sublime
della madre Chiesa, della genitrice degli uomini, della regina dei
secoli. I popoli passano, ma la Chiesa rimane, i re scompaiono
ma la regina troneggia. Td fai perdere la luce al sole prima di
far scomparire la Chiesa , dice Crisostomo in un momento dl
profondissima umiliazione della Chiesa 5 Questo sole risplende
pure sopra il nostro millennio. Che anche oggi noi possiamo cantare di nuovo i cantici del primo millennio!
Una parola sul modo della scelta. Abbiamo attribuito una
importanza primaria al fatto di riportare un canto corale veramente
cattolico, raccogliendo delle voci di tutte le terre e di tutte le
lingue dell'antichit cristiana. Accanto ai Greci e ai Latini, che
naturalmente formano il blocco principale, hanno la parola anche i Siri e gli Armeni. Non dovevano essere presentati solo i
grandi tra i padri della Chiesa e i teologi, e neppure solo i testi
comunemente noti, ma anche quelli sconosciuti; i' valori segreti,
totalmente nascosti, che solo una ricerca paziente e faticosa stata
in grado di scoprire, noi li vorremmo difendere come gioielli preziosi. E tutto questo in maniera tale che i testi, nella loro dispo-
sizione da noi operata, possano fornire in certo qual modo una
teologia del cristianesimo primitivo sulla Chiesa.
Prefazione
Hugo Rahner
Introduzione
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dell'ecclesi~lo~ia dei
primi mille anni quella di vedere nella Chiesa la madre dei viventi , in cui si adempie nella pienezza di significato ci che nel
passato era attribuito alla prima. madre dei viventi, Eva, e ci
che nella nuova creazione della vita divina tra gli uomini iniziato
in Maria, la quale col parto verginale ci. ha donato il Dio vivente.
'Eva, Maria, la Chiesa: la teologia antica vede sempre queste tre
grandezze l'una nell'altra, quasi come in un quadro trasparente,
Che questa visione sia tipica delle origini della te~logia cristiana
lo sappiamo gi scorgere nel secondo secolo dalle parole famose
di Ireneo cli Lione, che vanno applicate sia a Maria che alla Chiesa: come pu l'uomo andare a Dio se prima Dio non venuto
tra gli uomini? Per come potr egli lasciare l'origine della n;i9rte
se non viene rigenerato nella nuova nascita, che in maniera meravigliosa e misteriosa stata data da Dio nella vergine attravctso
la .fede, come segno della salvezza "? . Da Eva, che ha tratto
origine dalla vergine terra, che nata dal fianco di Adamo in'
sieme con la nascita corporale anche la vita divina stata destinata al genere umano. Dalla vergine Maria nato l'uomo nuovo
che in forza della sua natura divina ricapitola in una nuova unit
i discendenti di Adamo. Dalla Chiesa nascono i figli di questa fa-
miglia divina, e cos la fine si innesta di nuovo al principio: la
Chiesa Eva, madre dei viventi, poich essa proviene dal fianco
dell'Adamo morente nella morte salvifica, cio da Cristo. Dal
grembo materno della Chiesa discendono i popoli della vita divina, che in Cristo sono raccolti in un unico corpo: per questo la
Chiesa simile. a Maria, che ha generato in modo verginale il capo. Essa colei che viene salutata dall'angelo: ave, gratia piena.
Essa colei che stata prefigurata da Eva, dalla madre dei viveriti, la quale in questo modo col suo nome, come per un piano
misterioso, ha segnalato il futuro. Dalla vergine Maria nata la
vita in persona e. perci Maria diventata la madre dei viventi.
Vale quindi per Maria ed nello stesso tempo applicabile alla
Chiesa ci che ha prodamat",, la Scrittura: i due diverranno una
sola carne. Il Signore si formato il corpo da Maria, dal suo fianco ha dato origine alla Chiesa, quando la lancia gli ha trapassato
Introduzione
il costato 11 . Cos Epifanio di Salamina nel quarto secolo riassume la teologia riguardante l'origine della Chiesa. E nello stesso
periodo Agostino annuncia -l'identica dotttina, che non mai pi
stata dimenticata, e che risuona di nuovo come un meraviglioso
canto corale sulle labbra dei nuovi popoli all'inizio del primo medioevo, e viene raffigurato ancora nei semplici ma affascinanti
. quadri delle miniature gotiche. Qui soltanto .si colloca il nostro
primo inno di lode alla Chiesa. Ambrogio contempla Eva e la
Chiesa come in un unico quadro. Come Dio ha edificato Eva
dal fianco di Adamo, cos egli edifica la Chiesa, la madre dei viventi; e nella esptessione edificare Ambrogio vede immediatamente laltra immagine della Chiesa, l'immagine della citt, della Gerusalemme celeste, che lentamente si innalza fino al giorno
.in cui trascinata in alto nell; amore, nella trasfigurazione con Cristo, come una sposa entra nella stanza del!' amato. In questo ca~
to che ha accenti lirici profetici noi scorgiamo come sono indissolubilmente fuse insieme le immagini della madre', della citt,
della sposa, proprio come appare gi nell'Apocalisse di Giovanni,
in Paolo_ e nei profeti dell'Antica Alleanza. Il fondamento originario da cui sorge tale abbondanza di immagini e da cui deriva
nello' stesso tempo tutto il suo significato, la teologia cristiana
primitiva sull'origine della Chiesa dal fianco di Cristo, il nuovo
Adamo.
Il primitivo piano di Dio, che consisteva nel dare a tutto
il genere umano la grazia attraverso Eva, la madre dei viventi,
stato distrutto col peccato d'origine, ma solo perch l'amore previdente di bio gi prevedeva la ristrutturazione in Cristo. stata
la provvidenziale colpa di cui canta l'espressione ardita dell'Exu!tet pasquale e con cui esprime un pensiero, che la teologia
della Chiesa primitiva declina in stupende variazioni: il piano
salvifico di Dio talmente vittorioso the tutti gli avvenimenti della creazione del mondo e del peccato originale diventano il paradigma di ci che il Salvatore in Cristo gi dispone per cos dire in
modo anticipato. Ecco perch sta scritto: prima della creazione
del mondo egli ci ha eletti in Cristo, nell'amore ci ha stabiliti come suoi figli per mezzo di Ges Cristo " . Ci che accaduto nel _
Paradiso, si compie nella Chiesa: essa il riuovo paradiso. Un
autore del primo medioevo, Gottschalk di Limburg, ha reso in
un canto qu~sto pensiero patristico che . presente dovunque nel
mondo della teologia primitiva. una sequenza per l'Ottava del
giorno dell'Epifania, per quel periodo perci durante il quale nella Chiesa primitiva si commemorava l'unione nuziale tra Cristo e
la Chiesa. Oggi la Chiesa si unisce allo Sposo celeste , dice ancor ora lAntifona delle Lodi di questa festa. Oggi, in cui viene
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Introduzione
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Introduzione
terreno il profumo delizioso della sua incessante preghiera: nobilmente bella procede la Chiesa ed annuncia il messaggio della
gioia. Come Maria essa attraversa i monti, essa , come ama
dire il commento greco al Cantico dei Cantici, la Chiesa portatrice di Cristo "' .
Per il fondamento originario di ogni grazia per Maria e
per la Chiesa la morte in croce del Signore. Come Maria stata
prescelta ad essere madre, vergine ed immacolata solo per l'efficacia anticipata del sangue sparso, che essa stessa fu in grado di
procurare al suo figlio, cos la morte dello sposo l'ora di nascita
della Chiesa. Qui noi tocchiamo il mistero pi intimo della prima
ecclesiologia, e solo da questo punto di vista si comprendono tutti
gli inni e i cantici di lode che da ora in poi seguono. Il mistero
della storia salvifica di Dio, che racchiuso nei due nomi di Eva
e Maria; si adempie nel momento in cui dal fianco aperto del Redentore morto sgorga un torrente d'acqua e sangue per la salvezza e la santificazione di tutti i discendenti di Adamo, che devono essere ricongiunti in una nuova unit, cio nella Chiesa.
Perci i padri della Chiesa vedono nel!' apertura del costato di
Cristo il compimento di quella derivazione della prima madre dei
viventi dalla costola di Adan10 dormiente: solo perch essa
nata da questo sangue divinamente fecondo, 'essa divenuta ma<lre prolifera <lei popoli. E co1rie Maria diventata madre di Dio
unicamente per l'efficacia del sangue che stato originato dalla
sua maternit feconda, cos anche la Chiesa: essa vive, essa
madre del genete umano, perch ha ricevuto il sangue preparato
da Maria. Nelle sculture d'avorio carolingie 21 si rappresenta il
modo con cui Maria e la Chiesa stanno sotto la croce: Maria come
offerente, la madre che sacrifica il sangue del cuore di suo figlio;
la Chiesa, colei che raccoglie in un calice questo stesso sangue come una sorgente viva - una profonda rappresentazione dello
scambio mistico di questa, per cos dire, divina circolazione del
sangue per la rianimazione dei figli di E va in Maria e per mezzo
della Chiesa.
Questa teologia sull'origine della Chiesa dal costato trafitto di Cristo propria del patrimonio originario del primitivo
insegnamento cristiano. Gi alla fine del secondo secolo presupposta come ben nota da Tertulliano quando egli, come per inciso
e di passaggio, nei suoi ragionamenti psicologici contenuti nel
libro Sull'anima , dice: Poich Adamo stato un'immagine
di Cristo cos il sonno di Adamo stato un'immagine del sonno
'
di Cristo, che si assopito nella morte, affinch per mezzo di
un'identica trafittura del fianco venisse formata la vera madre dei
viventi, la Chiesa 22 . Questa la forma pi bella dell'antica de2
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Introduzione
spressione cristiana originaria di ci che noi oggi chiamiamo !'infallibilit della Chiesa: essa la madre che sola dispensa il latte
genuino della dottrina apostolica, come dice Ambrogio nel nostro
inno, come gi lo descrisse Clemente di Alessandria nell'immagine
della madre mistica, come Crisostomo lo predic, inoltrandosi
fin nelle profondit: osservate con quanta tenerezza Cristo si
legato alla sua sposa, con quale cibo egli ci ha saziati: egli stesso
il nostro cibo e il nostro alimento, e nello stesso modo con .cui
una donna nutre il figlio col latte materno e col proprio sangue,
cos Cristo nutre col suo proprio sangue tutti coloro che ha restituito alla vita nella rigenerazione 31 . L'insegnamento che la Chiesa Ci d per nutrimento, dispensandocelo come madre e conservandolo puro in quanto vergine, in maniera pi profonda Cristo, la verit in persona.
Nella tnorte in croce di Cristo si fonda perci l'essenza
della Chiesa come vergine della verit e come madre dei popoli.
Le nozze nel sangue sono state celebrate nella ferita al cuore di
Dio. :B stata in primo luogo la devozione della Chiesa siriaca ad
avvicinarsi con predilezione a questo mistero della Chiesa derivata dal cuore di Ges: essa ha assunto un'importanza rlotevole
anche per l'Occidente nel primo millennio, quando dei papi siriaci introdussero a Roma nella liturgia del venerd santo il dolce
lamento degli Improperi, e quando dei cristiani della Siria fecero
conoscere nelle Gallie l'immagine insanguinata della croce del Signore 32 Efrem Siro divenuto il poeta classico dell'amore siriaco
per la croce e nello stesso tempo il cantore della madre Cbiesa, a
cui fa dire queste parole: E la mia bellezza ora manda in visibilio la terra . Sotto la croce sta la Chiesa, e dietro di essa il popolo redento, il coro dei suoi santi, le belle creature nate verginalmente dal bagno battesimale, prescelto per la stanza nuziale della
luce, chiama te con Cristo a regnare per sempre. Tutto ci che un
tempo era stato riservato a Eva viene compiuto, e ancora una volta si innalza, di nuovo dalla devozione siriaca, un canto di lode ai
misteri della storia salvifica di Dio, al grande mistero e.saltato
nel passato da Paolo. In un'omelia sviluppata in forma drammatic~ il poeta Giacomo di Sarug descrive le nozze fra Cristo e la
Chiesa, in cui trova compimento ci che Mos in una profezia
velata ha preannunciato sull'unit tra l'uomo e la donna. Ora,
dopo le nozze sulla croce, la tenebra si diradata, ora il velo,
che nascondeva il volto di Mos e della parola veterotestamentaria, tolto.
Con questo pensiero entriamo in un mondo di immagini teologiche che furono care ai padri della Chiesa e al primo medioevo, soprattutto alla sua mistica e alla sua arte: la vergine
21
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Introduzione
madre Chiesa tton sta da sola sotto la croce dello sposo, dall'altra
parte, a sinistra, sta la Sinagoga, la sposa chiamata d'un tempo,
che'non ha conserv~to la verginit della sua fedelt alla rivelazione del Signore ed stata perci rigettata. La croce diventata
il verdetto, e cos le due figure della Ecclesia e della Sinagoga vogliono essere una espressione figurata semplice e profonda della
rovina e resurrezione in Cristo, del passaggio del messaggio di
Dio dai Giudei pagani. Questo accostamento della Chiesa e della
Sinagoga, la cosiddetta Concordantia Veteris et Novi Testamenti appartiene al nucleo originario della teologia cristiana 33
Un contemporaneo di sant'Agostino ha espresso questo in una
disputa tra la Chiesa e la Sinagoga ;un libro che perci diventato di estrema importanza per lo sviluppo della teologia del!' arte
del Medioevo 34 In esso la Cbiesa pa.rla alla Sinagoga: Ascolta,
o sinagoga, ascolta, tu che sei vedova, ascolta, tu che sei abbandonata: io sono ora ci che tu non potevi essere, io sono ora la
regina che ti ha rovesciata dal trono, io sono ora la sposa che ha
ripudiato i suoi idoli ed scesa dai suoi monti e dalle foreste.
Gi il tuo patriarca lo ha predetto: "ecco, il profumo di mio figlio
come il profumo di un campo benedetto dal Signore". E il mio
sposo dice: "da dove vieni dunque tu, vergine con latte materno,
ancella intatta che indossi una corona di fiori, tu che provieni dal
boschetto ombreggiato, semplice creatura, gioiosa, col tuo mantello che risplen4e come neve?". Ed io gli rispondo: "il mio sposo pi bello di tutti i figli degli uomini, il re dei re, che mi
incorona il capo con una corona, che mi avvolge con un mantello
di porpora, che mi prende nelle sue braccia quando io gli corro
incontl'o 35 ! '' >>.
Cosl proprio in queste immagini una profonda dogmatica
si collega con la lirica pi sublime, e in questo modo l'immagine
della Ecclesia rimasta preziosa per i secoli seguenti. Nei mosaici di santa Sabina a Roma, sulle copertine d'avorio dei libri
del periodo carolingio, nelle miniature romanicl1e e gotiche, sui
portali dei solenni duomi: dappertutto ci si presentano le due
sublimi figure del grandioso dramma di Dio. Permane ancora qualcosa dell'efficacia della teologia cristiana primitiva nella rappresentazione dell'anticristo che si svolge nel Togernseer (12 secolo),
quando nella scena finale il fulmine abbatte l'avversario di Dio e
la sinagoga pentita ritorna dalla vittoriosa regina Ecclesia che
conclude la rappresentazione con queste solenni parole: ecc~,
cos finisce l'uomo che non ripone la sua speranza in Dio. Io per
sono nel vestibolo del Signore, verdeggiante come un olivo ricco
di frutti. Cantate una lode al nostro Dio 36 ! . E uno scultore tardo-gotico, accanto alle due bellissime statue di arte gotica, la
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Introduzione
23
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Introduzione
!ore per la vita che quaggi non ancora trasfigurata, per la lontananza di Dio fino all'abbandono in croce, per l'mfedelt del suo
popolo, per il fallimento apparente di tutto il suo insegnamento
e delle sue istruzioni, per il tradimento degli apostoli e delle
masse, per essere stato coinvolto sul piano penale nel vortice del~
lo sviluppo storico e delle questioni politiche, per i discepoli addormentati e i preti venali, per il disgusto provato al giardino
degli olivi e i supplizi della croce. Anche la Chiesa soffre per tutto
questo nel suo cammino verso il monte dell'ascensione, che prima
era un monte degli olivi.
Ma anche in mezzo' a tutti i dolori la Chiesa.non ha dimenticato i canti, perch la sua sofferenza non tragica, non
sempre soltanto eroica, ma di solito semplice come la sofferenza
quotidiana sopportata da Ges di Nazareth: infatti solamente
cosl, soltanto perch non ha mai dimenticato la gioia, la Chiesa
pu pure con Cristo resistere alle tre ore di sofferenza eroica. L'mizio di questi inni, che si elevano anche dal cuore della Chiesa pellegrina, stanca, coperta di polvere e perseguitata, lo ha composto
il primo papa quando scriveva: Carissimi, non vi sembri strano
se si incomincia a bruciare per mettervi alla prova, come se vi capitasse qualcosa di straordinario. No, rallegratevi se potete partecipare alle sofferenze di Cristo! Allora voi potete pure esultate e
gioire in occasione della manifestazione della sua gloria. E se ora
ricevete degli insulti per il nome di Cristo, beati voi perch in
questo modo riposa su di voi lo Spirito della gloria, lo Spirito
di Dio"! . Di questo soffio dello Spirito Santo, del presentimen- .
to che sotto tutte le sofferenze terrene della Chiesa si nasconde
la trasfigurazione, traspare qualcosa anche nei canti in cui ora
deve, c~mparirci davanti la vita della Chiesa non ancora glorificata;
La sofferenza terrena si dispone attorno alla Chiesa come cerchi di bronzo che si restringono in maniera concentrica:
dalle doglie sacramentali della nascita e della resurrezione dei suoi
figli, essa si ripresenta ogni anno nella rotazione dell'anno liturgico, di questo cammino di croce e.be non termma mai; prosegue
poi nella ordinaria ferialit che la Chiesa, nella sua sapienza materna, aiuta i suo\ figli a sopportare; si introduce ancor pi a fondo nel contatto con la politica mondana, a cui la Chiesa non pu
e non ha il diritto di sottrarsi, perch essa una vera madre degli
uomini e deve pure contribi.1ire a formare tutto ci che terrestre; e scende fino alla presenza visibile spesso penosa nel destmo
della Chiesa di Roma e dei papi; e infine: ogni dolore si concentra nei giorni della persecuzione, quando la Chiesa viene pe-
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Introduzione
gestivi: L'origine che egli prese dal seno materno della vergine,
egli la colloc pure nella sorgente del fonte battesimale; Egli ha
dato all'acqua ci che diede alla madre 43 . Ma questa forza generativa dello Spirito .in Maria e nel fonte battesimale efficace
solo per mezzo del sangue della croce, la sorgente di vita che scaturisce dalla ferita al costato del Signore, e perci il principio di
vita della Chiesa terrena non ancora glorificata racchiuso in queste parole: la vita proviene solamente da una ferita. Ci che
stato inciso nella trabea delle colonne in porfiria del Laterano,
che esistono ancor oggi, la Chiesa dei nostri giorni lo canta nella
festa del Cuore di Ges: La Chiesa nasce come sposa di Cristo
da un cuore aperto 44 . Gi battezzando ed istruendo i suoi figli
battezzati, essa la Chiesa dei dolori.
Nell'immagine biblica della donna al mulino il vescovo
Massimo di Torino rileva questa funzione educatrice della Chiesa.
Essa vorrebbe preparare per noi il solido pane della vita eterna:
ma ci riesce solo quando il lievito della passione del Signore, il
lievito del sangue e della fede, 'tiene unita la farina. Massimo paragona il gesto con cui si spula e si macina con la iniziazione dei
candidati al battesimo. La Chiesa consegna loro, prima del battesimo, in un momento celebrato con solennit liturgica, la professione di fede apostolica, per essi si d premura il prete che predica ed il vescovo nelle catechesi, come Cirillo di Gerusalemme,
Agostino, Quodvultdeus, Cesario e tutte quelle persone sconosciute per le quali arde nel cuore la frase paolina: io mi trovo
nelle doglie per voi, finch Cristo non sia formato in voi 45 . Ma
la lode ha veramente inizio quando interviene la spiegazione della professione di fede: Io credo la Chies una, santa, cattolica!.>>. Ci che Alcuino, ancora nel periodo carolingio, ha detto a
lode della Chiesa, ci che Ambrogio ha scritto in una lettera di
esortazione, ci che l'appassionato vescovo di Cartagine Quodvultdeus ha proclamato in mezzo al periodo delle persecuzioni ad
opera dei vandalici Ariani, appartiene al patrimonio di pensiero
pi bello del primo millennio cristiano.
Di tutto ci risuona il canto di giubilo pasquale che la
Chiesa intona quando nella santa notte dei battesimi pu condurre alla sorgente di vita del sacramento i suoi figli che si
procurata nelle doglie. Di nuovo essa .vede Maria, la vergine,
quale suo specifico modello, di nuovo essa contempla la beata
fonte, che sgorga luminosa dal costato del Signore . Ci che qui
nel prefazio della notte di Pasqua, tratto dal Gelasianum, trova
un'espressione cosl profonda, viene manifestato in modo altrettanto suggestivo anche in altre liturgie: come se questa Chiesa
dei dolori non si sia mai stancata di elevarsi continuamente alla
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sibile. E per il monaco di Sankt Gallen l'edificio semplice e robusto della chiesa carolingia del suo monastero il cielo sulla
terra. Nella ristrettezza delle mura e nella limitatezza dei giorni,
nelle combinazioni del divenire storico, nell'osservazione delle reliquie che si sfasciano e delle luci di cera e di olio che si consumano, lo spirito si innalza a quella citt nella quale non diventa mai sera .
b. 'La Chiesa della ferialit
'
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s'
~"
Introduzione
Introduzione
della Chiesa continua necessariamente fino alla per~ecuzione della
fine dei giorni. La Chiesa sempre la madre che sta in punto di
morte per amore alla vita dei suoi figli, e l'umanit redenta il
figlio dei suoi dolori . Lasciateci quindi cantare il canto della
Chiesa morente , scrive Cirillo di Alessandria. Con queste parole egli indica il mistero pi profondo della Chiesa, che dispensa
la vita solo grazie al fatto che muore essa stessa, e diventa per
cosi dire inutile perch essa ora ha dato tutta la vita che lo sposo
le ha posto nel grembo sulla croce. Ma questo morire fino alla
fine dei .giorni solo un ingresso nella nuova vita dell'eternit, il
pianto sempre gi gioia, il naufragio ascesa in Dio, e il canto
della Chiesa morente si trasforma .in uno stupendo inno a coloro
che vivono eternamente. Col simbolo analogo di Rachele che muore alla nascita dell'ultimo figlio, Notker der Stammler d forma
alla sua lodatissima sequenza che porta questo titolo: la vergine
che piange. In un dialogo pieno di semplice drammaticit tra la
Chiesa e uno dei suoi figli credenti, la madre piange la morte di
uno dei suoi figli caduto quale martire. Sempre i migliori vanno
in rovina, permane tale e quale solo la massa dei figli insensati,
dei quali, ahim, ne ho partoriti cosi tanti , in questo modo
essa piange. Quale profonda spiegazione della sofferenza pi atroce
che la madre Chiesa deve sopportare su questa terra! Veramente
essa la Chiesa nel torchio, che calpestata dalla soiferenza perch l'umanit abbia il vino della gioia. E per lei il dolore pi intimo consiste nel fatto che cosl spesso sono proprio i pastori qualificati della Chiesa a stracciare il suo abito e a macchiare il suo
volto. La mistica profetica del dodicesimo secolo, Ildegarda di
Bingen, eleva nel nome della Chiesa qlJesto lamento contro i
preti, ella vede la spada sospesa della vendetta divina, ma contempla pure la schiera dei fedeli che non hanno piegato le ginocchia dinanzi a Baal. E cosi tutti questi canti delle lacrime t<lrminano sempre con lo sguardo beato alla gloria futura, che gi in
azione nel cuore pi profondo della Chiesa terrena. Essa infatti
in attesa della gloria e, in mezzo alla necessit e alla morte, eleva
il suo dolce canto allo sposo che ha sopportato personalmente la
nudit ed il supplizio della morte. Perci essa vincitrice terrena
gi ora, gi nella oscurit, gi nella sua storia.
Al giardino degli olivi avviene l'ascensione. E la croce
l'albero del paradiso;
33
Introduzione
3. Regina eterna
'',
Madre dei viventi fino all'ultimo nato della storia terrena, portatrice della croce fino alla morte finale: questa la Chiesa
ora perch essa regina eterna. Con questo pensiero l'ecclesiologia del primo millennio raggiunge il punto culminante. Di questo
debbono parlarci gli ultimi canti di lode, che ora ascoltiamo.
La Chiesa regina eterna, non solo nel senso che essa
un giorno, dopo il compimento delle faccende terrene, entra in
quella unione definitiva con il re Cristo, per la quale unione essa
costruisce quale genitrice il corpo del Signore, e verso la quale
anela nel pianto e nella sofferenza. La teologia dei padri e del primo medioevo va pi a fondo, in quanto l'escatologia della Chiesa
inizia gi ai primordi. Regina cattolica la chiama in una occasione un discepolo di sant' Agostino 61 , ed Agostino d questa interpretazione: cattolica perch essa. di questa terra e dell'al
di l 62 , perch il futuro 1pistero della sua gloria regale gi racchiuso nel fondo della sua oscurit terrena. La Chiesa gi di
casa nel Paradiso, in Maria essa la donna che come sovrana
schiaccia il capo del serpente: e questo perch essa la madre del
vivente, del suo seme, che sconfigge Satana; e questo perch il
serpente danneggia il suo akagno e ne fa la Chiesa dei dolori.
Una miniatura semplice, ma densa di significato, del dodicesimo
secolo, ha dato a questa teologia della rem'ata antichit una espressione figurata. Accanto al peccato originale dei progenitori sta la
Chiesa, armata di un crocifisso, come colei che uccide il serpente,
mentre di dietro si innalza l'albero della croce da cui ha origine
la vita che la Chiesa, vestita come una regina, pianta nel paradiso
al posto dell'albero del peccato 63 Con perfezione artistica una
miniatura gotica rappresenta la stessa idea: non Eva nella sua nudit priva della grazia, ma la Chiesa nella forma della verginale
madre di Dio vestita da nobile regina, distribuisce all'umanit dall'albero della vita il pane dell'immortalit"'.
Ci che gui continua ancora a vivere nella Tradizione vivente fno al medioevo, Anastasio, il monaco del remoto convento
del monte Sinai, ce lo ha descritto nel settimo secolo con parole
di lirica greca, che appartengono a quanto di pi bello sia stato
detto a lode della Chiesa. La Chiesa benedetta tra le donne, perch in essa raggiungono la pienezza tutti i misteri di Eva e Maria.
Ci che nella creazione di Dio sempre bello e puro, per il poeta
diventa immagine della Chiesa: essa la colomba e l'usignolo, la
luna chiara e la sorgente zampillante, la tesoriera e la giardiniera,
la madre dei viventi e la addolorata; per cui vale la pena morire.
Perci non viene qui esaltata la Chiesa dell'eternit futura, ma la
34
Introduzione
Chiesa quale vive tra di noi, quella umile, quella disprezzata, quella non ancora trasfigurata: in essa l'occhio di fede e d'amore gi
contempla l'intima gloria. Essa la luce che intercetta la luce del
sole futuro e gi ora la trasmette nella nostra oscurit 65 Ci .che
Giovanni riferisce nell'Apocalisse riguardo alla sua visione della
donna apocalittica, i padri lo applicano alla chiesa e alle sue vicende terrene. Essa perci gi ora, come spiega Metodio, rivestita del sole che Cristo, ma nello stesso tempo si trova ancora
nelle doglie, mette al mondo il re che governa con una dura verga, viene perseguitata dai draghi la cui coda spazza le stelle dal
cielo. La Chiesa in quanto regina , come dice Metodio con un
pensiero platonico, la immagine divina che agisce su questa terra della Chiesa terrena, e allo sguardo sapiente dell'uomo che
crede diventa in certo qnal modo trasparente la forma terrena
della Chiesa, la sua oscurit diventa misteriosa manifestazione che
nasconde e svela nello stesso tempo. Infatti la Chiesa la regina
di Saba, a cni Salomone nella sua sapienza divina ha risolto tutti
i problemi ed ha mostrato tutti i tesori 66 Essa colei che stata
prescelta quale confidente del pi stupendo tra tutti i misteri, la
rivelazione della Trinit di Dio. Anche Cassiodoro elogia in lei
questo aspetto nel suo inno alla Chiesa quale madre del cielo. In
questa donna sontuosa non si adempiono soltanto i prototipi del
paradiso, ma anche tutto ci che si trova nella patola di Dio della
Antica Alleanza applicato a lei: essa l'arca di salvezza, il deposito del grano, la sposa del Cantico dei Cantici, la regina dei
salmi. Essa la piramide dell'unit tra i popoli, il solido edificio,
la lampada della pace - non esiste parola che non sia stata utilizzata per cantare la sua lode, e tutte quante vogliono dire questa
unica cosa: . .la Chiesa di questa terra gi la regina dei cuori,
quanto di pi stupendo hoi possiamo avere, la patria delle anime in cui noi, poveri figli di Eva, troviamo sempre un rifugio
familiare. Ci che dice a parole questo ardente grido alla madre
Chiesa nel secolo dodicesimo, nello stesso periodo espresso in
una magnifica scultura. Vi troneggia, nella semplicit saldamente
ordinata della Chiesa conventuale di Priifen, la Ecclesia quale regale donna che, in mezzo alle tenebre di quel secolo pieno di ap-
passionanti controversie ecclesiastiche, annuncia ai figli della madre Chiesa, che stanno in preghiera e sono oppressi dalla fatica, la
seguente iscrizione:
Tra le gemme della virt risplende qui la vergine eterna,
unita in matrimonio col Signore, essa regna in eterno con lo
[sposo 61 .
La signoria regale della Chiesa produce perci in primo
luogo nel cuore credente dei suoi figli il senso cattolico della sicu-
'1.~.
35
Introduzione
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Introduzione
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Introduzione
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Canto iniziale
41
Canto iniziale
Signora dell'universo
veramente cosa degna e giusta renderti grazie, Signore
santo, Padre onnipotente, eterno Dio, per mezzo di Cristo nostro
Signore.
Egli infatti ha deposto nelle mani della Chiesa il potere
sublime che spettava a lui personalmente.
In forza della sua personale nobilt la chiam regina e
sposa.
Alla sua augusta autorit egli ha sottomesso il mondo
intero.
Il suo giudizio, secondo il suo comando, deve valere nel
cielo.
Essa madre di tutti i viventi, donna beata nell'abbondanza dei figli.
Ogni giorno essa genera dei figli per Dio nello Spirito
Santo.
Tutta la terra riempita del germoglio delle sue viti.
I suoi rami, sostenuti dal tronco del legno della croce, si
arrampicano in alto fino al regno dei cieli.
Essa la citt innalzata, edificata sulla montagna, visibile
a tutti poich essa illumina ognuno.
Il suo fondatore e nello stesso tempo colui che la abita
Ges Cristo, nostro Signore e tuo figlio.
A lui noi cantiamo insieme con te l'inno della gloria, dicendo con tutti gli angeli e gli arcangeli:
santo, santo, santo.
I.
Madre dei viventi
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Mater Ecclesia
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45
I. Eva e la Chiesa
Venga dunque Dio e creila donna.
Crei Eva quale collaboratrice di Adamo, costruisca la
Chiesa quale collaboratrice di Cristo.
Non perch Cristo abbia avuto bisono dell'aiuto, no, ma
perch noi cerchiamo ardentemente di trovare la sua grazia attraverso la mediazione della Chiesa .. Anche oggi la donna continua
ad essere edificata, plasmata, formata e creata. Perci la Scrittura dice con una parola nuova: Siamo edificati sul fondamento
degli apostoli e dei profeti . Sl, ancora oggi le mura della casa
spirituale si alzano verso il sacerdozio santo.
.
Vieni quindi, Signore Dio, e costruisci la donna, edifica la
citt!
E venga il tuo servo, poich io credo alle parole della
Scrittura: Il mio servo mi costruir la citt .
Ecco la donna, madre di tutti i viventi.
Ecco la casa spirituale.
Ecco la citt che permane in eterno perch si scordata
della morte. Questa la citt di Gerusalemme.
Essa pare ancora costruita sulla terra, ma essa rapita,
in modo pi sublime di Elia, trascinata in cielo pi in alto di
Enoch, che scomparve senza morire, poich stato rapito affinch la malizia non avesse pi a turbargli il cuore .
Essa amata da Cristo poich gloriosa e santa, immacolata e senza rughe.
Come sar bello .quando il corpo di Cristo sale verso
il cielo, pi bello che nel giorno della sua personale ascensione al
cielo.
Questa la speranza della Chiesa: essere innalzata nella
verit, essere rapita e portata nella sua casa del cielo.
Elia stato rapito in un carro di fuoco. Cosl viene rapita
anche la Chiesa. Non mi credi? Credi dunque a Paolo, poich in
lui parla Cristo: saremo rapiti una volta nei cieli, incontro a
Cristo, e per sempre noi vivremo presso il Signore! .
Ambrogio di Milano
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Mater Ecclesia
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48
Mater Ecclesia
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Figli miei, imitate Maria. Anche per lei infatti vale l' espressione che profeticamente fa riferimento alla Chiesa:
Come sono belli i passi dei tuoi sandali, o figlia principessa! .
Nobilmente bella la Chiesa cammina annunciando il messaggio della gioia. Nobilmente bella anche l'anima, nei sandali della sua corporeit terrena, poggia liberamente il piede dovunque
vada.
Bella come principessa Maria cammina nei suoi sandali,
poich essa senza contatto di amore corporale ha generato in
modo verginale l'autore della salvezza. Per questo la parola di
Giovanni piena di profondo significato: Non sono degno di
sciogliergli i legacci dei calzari . Egli ci dice questo: non sono
in grado di captare nella limitatezza del pensiero umano il mistero
della incarnazione, e neppure con parole umane miserabilmente
fragili. Cos sta scritto in Isaia: "Chi pu annunciare la sua na-
toccato,
scita?''.
S, Maria e la Chiesa camminano nobilmente belle. Infatti sono belli i piedi di colui che annuncia il messaggio di gioia .
Ascolta, '?,.Yl'rgine, ci che dice Cristo: Io sono come il
giglio nella valle .. Io sono il giglio delle anime che presentano
un terreno umile. Tu sei mite ed umile, poich Cristo fiorisce in
te come un giglio, Per questo la Chiesa dice: Io sono come un
fiore di campo, cone un giglio nella valle . Infatti nella valle di
questo mondo terreno essa emana il profumo -delizioso della sua
preghiera incessante. E per questo motivo dice la Chiesa:
<<
mio diletto
.
entrato nei suoi giardini,
nelle aiuole di balsamo,
a dilettarsi nel boschetto,
per raccogliere gigli.
Mio !'amore ed io sono suo,
egli pastore nei campi di gigli .
ri
Ambrogio di Milano
Paolino da Nola
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Mater Ecclesia
51
'
Questa la Chiesa:
Non toccata da favore di uomo.
Prolifica nel parto.
Vergine in purit.
Madre nella gioia dei figli.
Ci ha generati pur essendo vergine,
incinta non ad opera dell'uomo, ma dello Spirito.
Ci ha generati pur essendo vergine,
non provando i dolori delle doglie del parto,
ma nel giubilo delle schiere angeliche.
Ella ci allatta, ma non con latte umano,
bens con il latte di cui parla !'Apostolo,
col quale egli ha sonetto la tenera. et del pop~!~ i~ cre~cita.
Dove troviamo una donna che abbia una quantlta di figh come la
Chiesa?
Vergine nel mistero,
madre di popoli,
talmente feconda che la Scrittura proclama:
La abbandonata avr pi figli di colei che ha marito .
La nostra madre non sposata,
eppure ha uno sposo.
Infatti la Chiesa tra i popoli
e le anime al suo interno,
si danno alla parola di Dio in un rapporto nuziale,
senza infrangere la vulva verginale,
come allo sposo eterno.
La Chiesa non viene toccata dal male,
e rimane feconda. nello Spirito.
Ambrogio di Milano
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Mater Ecclesia
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Mater Ecclesia
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Giacomo di Sarug
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Mater Ecclesia
Ildegarda di Bingen
II.
Chiesa dei dolori
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Mater Ecclesia
63
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giovanile.
.
.
. ...
Non c' pi nulla che separa i rigenerati, perch sono stati cost1tmt1
in unit dall'unica fonte, da una sola fede, da un solo Spirito.
La Chiesa che genera in modo verginale da queste acque rilascia
dei figli,
dopo averli concepiti come embrione per il soffio divino. .
Tu aspiri ad essere senza colpa, ed ecco che queste acque t1
purificano
se sei tormentato dal peccato di Adamo o dai tuoi propri peccati.
Qui la sorgente della vita, che si diffonde su tutta quanta la terra,
e che scaturisce in maniera sublime dalla ferita di Cristo.
Aspirate al Regno dei cieli, voi che qui nel fonte siete stati
rigenerati,
.
poich una sola nascita non introduce nella terra beata.
Nessuno si spaventi per il numero e la specie dei suoi peccati;
chi riceve la vita da questa acqua un uomo santo.
Iscrizione nel battesimo dd Laterano a Roma
Massimo di Torino
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Mater Ecclesia
XV. Stare nella Chiesa
XIV. Professione di fede
"I
State quindi saldi nel fondo del vostro cuore! State saldi,
affinch nessuno vi porti in rovina e vi sopraffagga.
Ci cbe significa stare ce lo ha insegnato l'Apostolo ce
,
lo ha scritto Mos: il luogo in cui stai terra santa . Ness~no
sta se non rimane saldo nella fede e non fondato nello statuto
del $UO cuore.
Ed ancora una parola noi troviamo scritta: Tu per rimani saldo con me .
Alcuino di York
'
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Mater Ecclesia
di sal~ezza, renderti grazie, Signore santo, Padre onnipotente, eterno Dio, per mezzo di Cristo nostro Signore.
Infatti di nuovo arrivato il giorno della nostra gioia,
e una luce splende nella notte dei nostri sospiri.
Dove c' qualcosa di talmente sublime e dolce quanto il
fatto di cantare la forza meravigliosa del Signore, me risorto dai
morti?
Egli colui che ha fatto saltare i catenacci dell'inferno.
Essendo risorto, oggi egli agita per noi il suo vessillo
raggiante.
Oggi egli fa ritorno nella patria, ed ora fa abitare sopra
le stelle sbalordite quegli uomini me un tempo la gelosia del nemico aveva scagliato negli abissi,
O santo scambio mistico di questa notte!
O santa madre Chiesa, come sei beatamente ed eternamente colmata di grazia:
Egli non vuole pi condannare i malvagi, ma desidera liberarli tutti.
.
Maria un tempo ha esultato di gioia per la sua nascita.
La Chiesa esulta. di gioia perch contempla la nascita dei
suoi figli.
La sorgente beata, che luminosamente zampillante dal
fianco del Signore, ha spazzato via la melma pesante dei peccati.
Sugli altari consacrati ora viene spezzato ai rigenerati il
pane robusto della vita eterna.
Per questo noi con gli angeli e gli arcangeli, i Troni e le
Dominazioni e tutte le legioni celesti, cantiamo con voce incessante l'inno di lode della tua gloria: santo, santo, santo.
Quodvultdeus di Cartagine
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o notte,
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XX. Immagine delle realt terrene
Perci pensate a questa grazia ora e nei giorni futuri, lasciate che sempre si accenda in voi come w1 fuoco ardente! Di gior-
no e di notte, in ogni istante, conservate nel cuore Dio, il donatore
e il direttore di coro di questa festa gioiosa e splendida! Amate lui
solo, con tutta la forza dell'anima adorate lui solo. Ed ora apritevi
alla preghiera, gridate forte con la voce del cuore:
Custodiscici e proteggici sempre nel recinto della Chiesa,
donaci, quale premio divino per la battaglia terrena,
la pace in Ges Cristo Signore e Salvatore,
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La Chiesa si presenta davanti a Cristo, essa che non conosce n la menzogna n il tradimento. L'Unigenito la guarda e dice:
che cosa ti succede dunque, o mia sposa, mia stupenda figlia, vergine senza macchia? .
E la Chiesa incomincia: La tristezza mi affligge e posso
solo invocare una cosa: giudica tu, o Signore, coloro che mi giudicano, dichiara la guerra a tutti coloro che mi combattono! .
Ed aggiunge l'Unigenito: Dimmi apertamente, chiariscimi perch mai si conduce una guerra contro di te .
E la Chiesa inizia: O mio diletto, si scende in campo di
battaglia contro di me perch io mantengo una fedelt incrollabile
al dogma del vangelo, perch io celebro la pasqua genuina e .non
falsificata, perch io conservo santa la tua immagine e senza distorsioni, come me l'hanno affidata gli apostoli, messaggeri di Dio, affinch io la custodissi come la quintessenza e il deposito della tua
opera santa di sai vezza nella carne .
Allora l'Unigenito riprende a parlare: non essere triste,
se per questo motivo si inizia la guerra contro di te, non permettere
che venga meno il coraggio, il tuo spirito non si stanchi!
Ecco, tu gi lo sai: chi mi rinnega a motivo della resrrezione, chi non protegge la mia immagine da macchie e falsit, costui io intendo rinnegarlo davanti al Padre mio nel cielo e a tutti
i suoi angeli santi. Chi soffre con me per la mia Pasqua, sar pure
glorificato con me! .
Chi non adora il nostro Signore Ges Cristo nella carne,
costui sia anatema. Maranatha, Amen.
Tu, per, mia sposa, annuncia questo ai tuoi figli: Rimanete fedeli ai suoi comandi, non temete l'ira dei re, la minaccia
dei tiranni, la rabbia adirata dei propugnatori dell'errore!
Non abbiate paura dinanzi al fuoco e alla spada e all'incalzare delle bestie!
Se vi depredano e vi espropriano i beni, la casa e tutto
ci che vi caro, sappiate che gli infedeli i quali vogliono sfracellarvi saranno essi stessi scagliati nelle profoqdit!
Ci che i nemici escogitano costantemente, anche in maniera astuta, contro di te, io lo mander tutto quanto in frantumi! .
Infatti tu, o Chiesa, stai su una roccia salda e piena di
vita. Amen.
Ps.-Atanasio
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Come se non fossi tu sola a possedere il dono degli apostoli, il mistero tutto ed intatto della dottrina della fede!
La bocca dei temerari eretici non deve pi rinfacciarti di
esserti separata dall'unico Dio, perch tu tributi l'onore agli amici
di Dio.
Non ti si deve pi rimproverare di essere idolatra per il
fatto che nelle tue chiese collochi delle immagini di santi a cui
spetta venerazione.
Tu hai ragione, o sposa del re del mondo, del Figlio, della Parola, a rappresentare la sua venuta nella carne con immagini
umanamente intelligibili, poich solo cosl ti si riconosce quale
sposa di questo ,re.
Tu hai ragione a ritrarre sulle sacre parett m splendidi
mosaici !'immagine della vergine madre del tuo ,sposo Cristo,
poich annuncia al popolo con voce sommessa il bagliore della
grazia che per mezzo di Maria ti avvolge della sua luce.
Se Dio non fosse divenuto carne in Maria, dove avresti
trovato, o Chiesa, lo sposo incantevole per le nozze spirituali?
Tu hai ragione quando plasmi con un'arte stupenda le
iconi di tutti i santi, degli apostoli e dei profeti, dei patriarchi e
dei progenitori, degli asceti e dei martiri, le iconi di tutta la schiera
illustre, poich esse in tutto il loro splendore indicano soltanto
che sei tu colei per la quale il sole dell'Oriente divino si levato
radioso.
'
I profeti in certo qual modo non potevano tacere sulla
tua santa vocazione, e la loro parola profetica fu la dote del mattino da parte del tuo amato in un matrimonio anticipato.
Gli apostoli sono i tuoi diaconi con la parola evangelica,
e portano a casa nel tuo recinto le pecore che erano disperse in
tutto il mondo.
I padri della Chiesa tutelarono per te, con sudore santo
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mento, un mesto dolore riduce al silenzio gli infedeli come se fossero morti.
Le Chiese di Dio respirano di sollievo dopo cos numerose persecuzioni, la benevolenza dell'imperatore le protegge, la
legge del supremo sovrano accorda loro difesa, e la tua maest, o
imperatore, imita Cristo, perch tu gridi alle Chiese le parole del
Signore: Io sono con voi fino alla fine dei giorni .
Con voi sia il nostro Signore Ges Cristo. Voi dovete crescere secondo i suoi insegnamenti. Voi dovete partecipare alla sua
regalit eterna, alla sua gloria imperitura.
Il dominio regale di Cristo Signore si dispiega senza fine .e
senza confini, su tutta l'estensione dell'orbe. terrestre.
Papa Leone II
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Mater Ecclesia
Ah! nel passato gli idoli sontuosi mi sono cosl a lungo piaciuti,
la spada, le mura e la nazione mi hanno dato una forza altezzosa.
Ma quando ho rovesciato gli idoli e i falsi altari
di fronte all'unico Dio, sono divenuta una serva.
Le fortezze si sono sprofondate nella polvere, i palazzi dei regni
si sono infranti,
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Hildebert di Le Mans
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Ippolito di Roma
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di colombe nel contegno e nei fatti, essi ora si sono corrotti nel
loro contegno e nelle loro azioni. Ed io ho visto come questa spada si abbattuta colpendo molti luoghi del popolo spirituale, cosi
come un tempo Gerusalemme stata distrutta dopo la passione
del Signore. Ma nello stesso tempo io ho contemplato anche una
grossa schieta di preti puri, timorati di Do e innocenti, che Dio
si metter da parte in ogni tribolazione, cosi come egli disse nel
passato ad Elia, che si sarebbe riservato settemila uomini in Israele, i quali non avrebbero piegato le loro ginocchia dinanzi a Baal.
Che voi vi possiate convertire a questa schiera dei buoni, che il fuoco inestinguibile dello Spir~to Santo entri in voi!
Ildegarda di Bingen
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Regina eterna
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Regina eterna
co ovile e l'unico pastore . Gli altri greggi e gli altri popoli per
hanno numerosi pastori, dei pastori che conducono all'errore. Per
amore della tua bellezza Dio ti ha consegnata al suo figlio quale
sposa. Tutte le altre donne vanno in giro nel fango dei peccati
come prostitute che amoreggiano.
Per te soltanto vale la lieta notizia che risuonata: Cristo il mio sposo_ e lui io desidero . Tutte le altre sono sinagoghe e non possono mai dedicarsi a Dio con amore.
Per questo anora una volta io grido: benedetta sei tu
tra le donne, tu sola, tu Chiesa di Dio e di Cristo che risplendi ra~
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Regina eterna
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Mater Ecclesia
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Regina eterna
Trinit,
essa mi ha dato tre corde d'arpa affinch io possa cantare a te,
finch tu,
o sposo, mi conduca nella patria.
Efrem Siro
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Regina eterna
Ps.Agostino
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Regina eterna
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Regina eterna
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Regina eterna
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L. Ognissanti nell'eternit
La Chiesa la nostra madre cattolica.
Essa ha appreso da Ges Cristo, il suo capo, a non spaventarsi di fronte alle umiliazioni, alla croce e alla morte,
Essa diventata ogni giorno pi forte, non con le percosse ma con la sopportazione.
Tutti i suoi santi sono stati un tempo come una nobile
schiera di combattenti prigionieri nel carcere delle tribolazioni.
.
Essa per li ha tutti ravvivati col soffio di fuoco del suo
Spirito, li ha condotti dalla strenua battaglia al trionfo grandioso.
Oh! la Chiesa, questa madre veramente beata!
Come essa ora irradiata dallo splendore della grazia
divina.
Come luccica in lei, quale gemma, il sangue glorioso dei
martiri vittoriosi.
Come ondeggia su di lei il vestito, che risplende verginale, della fedelt intatta nel credere.
Alla florida corona del suo capo non mancano rose e gigli.
Perci anche voi, o diletti, dovete sulla terra scendere in
campo di battaglia, dovete procurarvi la corona della gloria, che
vi verr intrecciata in modo stupendo col bianco candore dei fiori
della fedelt verginale, con i fiori nella porpora della sofferenza.
Per Cristo i soldati si sono dimostrati fedeli sia in pace
che nella persecuzione: nel campo della vittoria del cielo crescono
dei fiori per ogni corona.
O citt di Dio nel cielo! Come aperto il suo cuore materno, quando i combattenti ritornano dalla battaglia.
Come essa corre loro incontro, quando essi portano come bottino di guerra i trofei del nemico sconfitto.
Dietro gli uomini esultanti per la vittoria procedono le
donne, che insieme col mondo hanno vinto pure la, debolezza del
loro sesso.
Poi avanza il vanto giovanile di queste milizie, le vergini
e i fanciulli; esso sostituisce alla commovente. tenerezza dei giorni
la ml\turit delle virt.
Poi, attraverso la porta regia degli atrii eterni, viene come una fiumana interminabile la schiera dei credenti in Cristo.
Essi infatti sono rimasti fedeli alla loro fede, nel s dato ai comandamenti divini senza alcuna esitazione, nei vincoli della pace
che sono sempre rimasti uniti.
Ors, voi fratelli, mettetevi in viaggio .sulla strada della
vita! Ors, poich essa porta alla divina citt del Padre. L stanno
scritti i nostri nomi, l abbiamo diritto di cittadinanza. Non sia-
'>r
Regina E terna
Canto finale
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135
Canto finale
Il nuovo canto
O Chiesa, sposa del Signore, ora noi ancelle della .tua stanza nuziale
ti cantiamo degli inni, o vergine intatta,
il tuo corpo meravigliosamente bianco come neve e i tuoi ricci
so110 scuri,
Note
GCS
Mansi
PL
= Migne,
PG
Migne, Patrologia Graea, Raccolta dei Padri d_ella Chiesa greci, Paris
18')/ /66.
Agostino, Sermo 25, 8 De verbis Evangelii: Ecce plus quam Jonas hic;
G. Morin, S. Augustini Sermones post Maurinos reperti, Roma 1930, p. 163, riga
~6s - PL_ 46, 938 C. - Traduzione tedesca in H.U. von Balthasar, Augustinus, Vas
Antlitz der Kirche (Il volto della .Chiesa), Einsiedeln 1942, p. 200.
Giovanni Crisostomo, Homilia 4, 2 in illud: Vidi Dominum (PG 56,
121 D).
Pietro Crisologo, Sermo 10 (PL 52, 215 A); Sermo 118 (PL 52, 522 C).
Cantico dei Cantici 2, 13. 14.
Giovanni Crisostomo, Homilia 4, 2 in illud: Vidi Dominum (PG 56,
122 A).
Anastasio Sinaita, Hexaemeron XII (PG 89~ 1076 D).
Agostino, De doctrina christiana IV, 20, 42 (PL 34, 109 BC).
Zenone di Verona, Tract. I, 14, 1 (PL 11, 354 B).
.
Erabano Mauro, Commento al libro di Giuditta 13 (PL 109, 576 AB).
Note all'introduzione
Agostino, Sermo 192, 2 (nona predica per il Natale) (PL 38, 1012 D).
Balthasar, Augustinus p. 203.
Gal. 4, 26. 27.
Efes. 5, 23. 31. 32.
2 Giov. 1. Cfr. al riguardo F. J. DOlger, Domina Mater Ecclesia und die
Herrin in zweiten Johannesbrief: Antike und Christentum 5 (1936) p. 211/217.
Tertulliano, Ad martyras 1 (PL 1, 619 A).
Eusebio, Storia della Chiesa V, 1, 45 (GCS Eusebius II, 1,,p. 420, ri~
ga 7). ~ Una traduzione tedesca di tutto il testo si ha in I-. Rahner, die Miirtyrerakten des zweiten Jahrhunderts (= Zeugen des Worts Band 32), Frciburg 1941,
p. 69.
138
Mater Ecclesia
139
12
J.
der
?i
Ignazio. di Loyola, Esercizi Spirituali- 11. 35.3, 363, 365: Edzioi.te ritica
~onutnenta lgna:1ana Il, 1,. Madrid 1919, p. 550, 556.
; .
.co~ .viene d~finito il prefazio ~broslano della Chiesa dall'editore cri~o A. Paredi, z Prefazi ambrosiani, Milano 19.37, p, 201.
i
.
Iren~ di Lione, Adverrns haereses IV, 33, 4 (PG 7, 1074 C).. Cfr. al
r guaido P. Galtier, La Vierge qui nous rgenre: Rechercbes de science religieuse
5 (1914) P 136. H. Rahner, Die Gottesgeburt: Zeltschrift far katholische The
logie 59 (1935) p. 344 s.
.
o
17
s,
herausg. von H. Reich, Mi.inhen 1913, p. 94,
:
Fi1on7 di Karpasia, Commento al Cantico dei Cantici 5 (PG 40, 42 C).
Cosl in un gru~po delI.a c.rocifissione in avorio, Scuola di Metz del 9/10
secolo, ora ~el Mus:o ~azionale di Firenze; la rappresentazione si trva in A. Goldschmldt, Dte karoltngischen Elfenbeinskulpturen I Fig 114
Mlni' tu d'
Mal
d''
,
'
ara1un
. ess e nor -ltahano dell 11 secolo: Paolo d'Ancona, La miniature italienne du X
au XVI. sicle. Briissel 1925, VII, 9.
.
.
18
s.
:
p. 144 s.
Ebd. CXX, 2 (PL 35, 1953 B). Tradotto anche in Balthasar, Augustinus,
::
"
Il testo si trova in S. Haidacher: Zeitschr.
p. 184 . Cosl pure in PG 149 956 A
'
f.
: il G'
p.
s. e a et-
tudaism~.cfr. H.
Note
dipevale, fr. Kiinstle, lkonographie der christlichen Kunst, Freiburg 1928, p, .33 s.;
77 ss.; 97 s.
'
34
Ci provato da un'opera, che pur essndo superata nel dettaglio rimane
pur sempre fondamentale 1 di P. Weber, GeistUchen Schauspiel- und kirchtiche Kunst
in ihrem Verhiiltnis, erliiutert an einer Ikonographie der Kirhe und Synagoge,
Stuttgart 1894.
35
Ps .. Agosdno, Altercatio Bcclesiae et Synagogae (PL 42, 1135 D),
36
.
Il testo si ttova in G. von Zezschwitz, V om rOmischen Kaisertum deutscher Nation: Bin mittelalterliches Drama, Leipzig 1877, p. 241 - Una traduzione
in alto tedesco da parte dello stesso autore si ha in Das Drama von Bnde des rOmisc,hen l(aisertums und von der Brscheinung des Antichrist, Leipzig 1878, p. 71.s.
37
Da P. Weber, Geistliches Schauspiel p. 90.
aa
Alberto Magno, Sermones de sacrosanto corporis Domini sacramento,
edito da G. Jacob, Regensburg 1893, p. 190. - W. Scherer, Des sei." Albertus Magnus
Lehre von der Kirche, Freiburg 1928, p. 15. - In un affresco nella Chiesa di S. Petronio a Bologna sotto un quadro della Ecclesia sta scrito: <~ Il suo sangUe la
mia dote per le nozze, ed: Per questo che i.o sono chiamata sua sposa, chi non cessa
di confessare i suoi peccati dina11zi a me 1 questi si innalza fino al cielo: P. Weber,
Geist/iches Schauspiel, p. 127 s.
39
1 Pietr. 4, 12.13.
"
Isia 66, 10.11.
41
Miniatura all'inizjo di un manoscritto del Conimentario di Marco ad opera dello Ps.-Gerolamo (12" secolo): Cod. Engelberg. 48, foglio 103 v.
"
Leone Magno, Sermo 24, 3 (PL 54, 206 A).
"
Leone Magno Sermo 25, 5 (PL 54, 211 C).
44
Breviario Romano, Inn'o dei Vespri della Festa del Cuore di Ges, Strofa 3: Ex corde scisso Ecclesia Christo iugata nascitur.
45
Gal. 4, 19.
46
Sacramentario- Mozarabico, Inlatio del Sabato Santo (PL 85, 474 B).
n
Le illustrazioni <li questa <~ Mater Ecclesia - Le rappresentazioni ora ac~
cessibili si hanno in M. Avery, The Exultet Rollsof South Italy, Princeton 1936,
II. Band, Tafeln 41, 9; 45, 4; 65; 100; 140, 10; 149 1 6; 189.
411
Per la storia di questa immagine della nave della Chiesa cfr, H. Rahner, Antenna Crucis III: Das Schifi aus Holz: Zeitschrift fiir kathol. Theologie 66
(1942), p. 196/227.
49
Clemente di Alessandria, Paidagogos I, 5, 21, 4 (GCS Clemens I, p .. 103,
riga 3/5).
50
1 Cor. 15, 25.
51
Cft.: Agostino, Sermones de Script,uris 37 (PL 38, 221/235}. - Cesario
di Arles, Sermo 138 e 139 (Morin I, p. 544/551). - Ps.-Beda, De mulieri forti libellus (PL 91, 1039/52). - Onorio Augustodunense (PL 172, 311, 348). - Alberto Magno (Opera omnia, ed. Borgnet, vol. 18, p. 38 ss.).
52
Salonio di Genf, Bxpositio. mystica in Parabolas Salomonis (PL 53,
989 D).
53
Copertine d'avorio del 9 secolo, Raccolta ad opera di P; Morgan, Rappresentazione in A. Goldschmidt; Die Elfenbeinskulpturen der karolingischen Zeiti
I. voi., fig. 12.
54
Cfr. al riguardo l'ampia esposizione del contesto, nel quale possibile
comprendere l'inno all'imperatore di papa Leone II, presso H. Rahner, Abendliindische Kirchenfreiheit, Kirche und Staat im F1'Uhen Christentum, Einsiedeln 1943,
p. 297 s.
ss
La pi antica designazione della Chiesa di Roma quale madre di tutte
le Chiese si trova pressO Papa Leone II nella sua lettera alla sPagna: MWsi XI,
1051.
Cosl scrive il diacono Paolino al papa Zosimo: Mansi IV, 382.
17
Martirologio Romano, 24 giugno.
Leone
Magno, Sermo 82, 1 (PL 54, 422 CD).
"
"
140
141
Mater Ecclesia
59
IL
Gottschalk di Lirobutg, cappellano di corte deH'imperatore Enrico IV 1
uno dei 1nigliori autori di Sequenze del primo Medioevo, n1.orto nel- 1098. Sequenza Laus tibi Christe per il giotno dell'Ottava dell'Epifania. La traduzione
che noi presentiamo omette le strofe 8 . 10 e la 12.- - Cfr. G.M. Dreves, Got!schalk,
MiJnch von Limburg und Pro pst von Aachen ( ::= Hymologische Beitrage 1),
Leipzig 1897.
Testo: Analecta Hymnica 50 (Leipzig 1907) p. 353 s.
!II.
Clmente di Ale$sandria, maestro della Scuola cate'chetica di Alessandria, dove Origene fu suo discepolo, morto intorno al 213, Dal suo scritto Paidagogos I, 6, 42. La nostra traduzione, poich il testo stalo tramandato in modo
un po' deteriorato, si fonda sull'ipotesi avanzata da O. Faller: Gregorianum 6
(1925) p. 434. Cfr. al riguardo anche H. Rahner, Die Gottesgeburt: Zeitschrift
fur kotholische Theologie 59 (1935) p. 343.
Testo: GCS Clemens I, p. 115, riga 10/24.
IV.
Paolino da Nola, contemporaneo e amico di sant'Agostino, vescovo di
Nola nella Campania> morto nel 431. Carmen XXV, versi 155/188; da un cosiddetto Epitalamio, un poe1na nuziale, che Paolino compose nell'anno 403 per il
giovane Lettore Giuliano, il quale pi t.ai'di come vescovo di Eclano divenne ~'o
stile avV'ersario pelagiana di Agostino.
Testo: CSEL 30, p. 243 s.
T
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., .. 1
--_ j
Prefazio per la festa della consacrazione delle Chiese, Liturgia ambro. siana di Milano. Scritto verso la met del quinto secolo, probabilmente in occa-
"_
Canto iniziale
I.
,,r
Note
v.
Ambrogio di Milano. Dal lib1'o L'istruzione delle vergini , XIV, 87 .88
e XV, 93, scritto nell'anno 391 .
Testo: PL 16, 326 s.
li
VI.
Quodvultdeusj arcivescovo di Cartagine, scacciato dalla sua citt vescovile, visse a Napoli e morl verso il 453. Predica Sulla professione di fede per
142.
Mater Ecclesia
143
gli aspira1,1ti al battesimo , Il, 6, 15, tramandata tra le prediche spurie di sant'.l\.gostino.
Testo: PL 40, 645 BC.
VII.
Ambrogio di Milano. Dal libro Sulle vergini I, 6, 31, scritto nel.
l'anno 377.
Testo: PL 16, 197 C.
Note
XII.
Iscrizione al peristilio della fila di colonne nella antichissima chiesa
battesimale presso la BaSilica del Laterano a Roma. Le colonne insieme con l'iscrizione furono erette da papa Sisto III negli anni tra il 432 e il 440 e stanno
ancor oggi allo stesso posto. L'autore dell'iscrizione probabilmente il papa sue-_
cessivo Leone Magno, Cfr. al riguardo J.F. DOlger, Die Inschrift im Baptisterium
San Giovanni in Fonte an der LateranCnsischen Basilika aus der Zeit- Xystus !II.
(432/440) und die Symbolik des Taufbrunnens bei Leo dem Grossen: Antike und
Cbristentum 2 (1930), p. 253/257.
VIII.
Efrem Siro, diacono di Edessa, morto nel .373. Inno .37 La Chiesa ~
lq. verginit,- Strofe 4/9. La nostra ttascrizione ritmica, che l'intenditore della
metrica siriaca e delle sue difficolt vorr giudicare con indulgenza, si sforza in
qualche modo di riprodurre l'impronta linguistica dei siriaci Madrasche , cio
di. quegli inni dell'arte poetica siriaca che sono distribuiti in strofe e numerati
con sillabe.
Testo: Th. J. Lamy, S. Ephraem syri Hymni et Sermones, IV volutne,
Mecheln 1902, p. 625 s.
XIII.
Massimo, v~scovo di Torino, morto verso il 46.5-. Dall'omelia Il regno
di Dio simile al lievito, Omelia 111. Tramandata pure tra le prediche attri
b~ite falsamente a sant'Ambrogio.
Testo: PL 57, 514 B/D. - PL 17, 630 B/D.
XIV.
IX.
Giacomo di Sarug, vescovo di Batnii in Siria, morto nel 521. Omelia
poetica Il velo dinanzi al volto. di Mos, versi 75/120. Qui abbiamo il triodeo del secondo tipo di arte poetiea siriaca, il cosiddetto Memre , con uno
stile di p1osa elevata a forme poetlche, per lo pi col metro di proposizioni a
dodici sillabe denominato giacobitico secondo il nostro autore. La Traduzione
tedesca (in prosa agitata) di tutta l'omelia si tr~va pl'esso S. Landersdorfer: Bibliot_hek der Kirchenviiter, Ausgewiihlte Schriften syrischer Dichter, Kemptenj\1iinchen 1912, p. 344/360.
Testo: O. Bedjan, Homiliae selectae Mar Jacabi Sarugensis, Paris 1905/
10, III Voi., p. 283 ,.,
xv.
Ambrogio di Milano, Epistola LXIII 1 41. 42. La lettera stata scritta
nell'anno .396 alla Chiesa di Vercelli in occasione dei disordini verificatisi dopo la
morte del vescovo.
Testo: PL 16, 1200 C/D.
X.
Ildegarda di Bingen, Benedettina e Badessa del Monastero di Ruper
tusberg presso "Bingen, morta nel 1179. Mistica con una forza contetnplativa profetica, la cui visione del mondo si radica ancora interamente nelle uadizioni della
teologia patristica antica. Dall'opera Scivias II, 6. Per la visione della Chiesa
qui tradotta cfr. H. Liebschi.i.tz, Das allegorische Weltbild der hl. Hildegard von
Bingen, Leipzig-Berlin 19.30, p. 20 ss.; 33 ss.
.
Testo: PL 197, 507/509.
XVI.
Quodvultdeus, arcivescovo di Cartagine. Dalla predica Sulla professione di fede per gli aspiranti al battesimo III, 12.13.
Testo: PL 40, 660 BC.
XVII.
XI.
Aimone di Halberstadt 1 morto nelJ.'853. (Probabilmente l'autore dell'Helian.d, cft. R. Heinrich, Der Heliand und Haimo von Halberstadt, Cleve 1916).
Dal suo commento ad Isaia III, 66. ~,tuttavia discutibile se questo Commento
appartiene veramente ad Aimone e non invece ~1 teologo carolingio Ailnone di
Auxer1'e .(morto circa 1'860).
Testo: PL 116, 1079.
1
144
Mater Ecclesia
145
XVIII.
Note
ta~o secolo, e precisamente da Bisanzio, senz'altro nel periodo della lotta iconoclasta.
Testo: PG 28, 1072 s.
XXIV.
XIX.
Epitaffio per tu1 batnbino cristiano di nome Magus, della seconda met del quinto secolo, oggi nel Museo del Laterano a Roma. L'iscrizio11e, scolpita
xxv.
Cirillona, poeta sito della fine del. quatto secolo, dalla regione intorno
xx.
scritto nell'anno 396 in occasione di una piaga di cavallette e della_ seconda __invasione degli Unni nel territorio orientale dell'Impero Ron1ano:- L- tiaduZiorie tedesca (in una prosa veemente) di tutto il discorso si ha in S. Landersdorfer,
Bibliothek der Kirchenviiter 1 Ausgewiihlte Schriften der syrischen Dichter, Kempten-Miinchen 1912, p. 18/21.
TestO: G. Bickell, Die Gedichte des .Cyrillonas nebst einigen anderen
syrischen Ineditis: Zeitschrift der Deutschen Morgenliindischen Gesellschaft 27
Eusebio di Cesarea, il grande storico della Chiesa primitiva e il pane_gitista dell'imperatore Costantino, mor nel 340. Predica ufficiale per la consacraR
zione della Basilica eretta a Tiro ad opera dell'iln:Peratore Costantino, pronunciata
negli anni tra il 313 e il 317 e dedicata al vescovo PaOlino di Tiro, incorpol'ata
nella sua Storia dell~ Chiesa X, 4.
Testo: GCS Eusebius li, 2, p. 882.
(!873), p. 583/591.
XXI.
XXVI.
.\:
j1l
' .
.it
XXII.
XXIII.
Pseudo-Atanasio, Omelia Sui santi Padri e i Profeti c. 8. Questa
predica stata falsamente attribuita ad Atanasio, essa tuttavia proviene dall'otR
XXVII.
XXVIII.
146
Mater Ecclesia
680/81, doye con la condanna del monotelismo sono stati sedati gli ultimi disor~
<lini della controvetsia del cristianesimo prbnitivo intorno alla vera fede .nella di-'
vinit-e nell'umanit di Cristo.
Testq: Mansi XI, p. 736. PL 96, 411 BC.
XXIX.
Pseudo-Agostino, Predica' per la festa di san Paolo c. 3/5. La ptedica,
secondo G. Morin, S. A.ugustini Sermone post Maurinos reperti, Roma 19.30,
p. 739, una compilazione, probabilniente derivata dalla cerchia di Massimo di
Torino nella met del quinto secolo.
Testo: A. Mai, Nova Patrum Bibliotheca I, Roma 1852; p. 109/111.
xxx.
O Roma nobllis, la famosa poesia che celeb~a le lodi della citt di Roma. Pro~
viene da Verora ed stata scritta into1no all met del decimo secolo. Cfr. al ri~
guardo L. Trauhe, O Roma nobi/is: Abhandlungen der philosophisch-philologi
schen Klasse der kgl. bayrischen Akademie der Wissenschaften 19 (1892), p. 297 /
.309. - M. Manitfus, Geschichte der lateinischen Lt'teratur des . Mittelalters I,
Munchen 1911, p. 635 s,
Testo: L, Traube, p. 299 s.
XXXI.
Prefazio per la festa di Pietro e Paolo, dal Sacramentario Leoniano, una
raccolta di preghiere liturgiche private sorte a Roma nella met del quinto secolo. pure tradotto in Strangfeld-Jungmann al luogo indicato, p. 79 s.
Testo: Muratori, Liturgia Romana vetus, Venezia 1748, I, p . .3.33. PL 55, 51 BC.
147
Note
XXXIV.
Ippolito di Roma, il primo esegeta cristiano da noi conosciuto, pi
tardi antipapa dei papi Zeflirh10 e Callisto, morto in pace con la Chiesa come
martire nell'anno 235. Egli, imn1ediatamente dopo la persecuzione .dei cristiani
ad opera dell'Imperatore Settimio Severo nell'anno 202, scrisse il suo co1nmento al libro di Daniele_, da cui stato attinto il nostro brano su Susanna e la Chiesa. Cfr. al riguardo O, BardenheweJ:, Geschichte der altkircblichen Literatur II
(2" edizione), Freiburg 1914, p. 603/606.
Testo: GCS Hyppolyt I, 1, p. 23/45, qui riprodotto a stralci.
xxxv.
Cirillo di Alessandria, morto nel 444, patriarca di Alessandria, difensore
della divinit di Cristo e del titolo di madre di Dio per Maria al Concilio di
Efeso (431) ed esegeta. Dalla sua opeta Glaphyra in Genesim , le cosiddette
Meditazioni incantevoli della Genesi, che Cirillo scrisse negli anni precedenti
al 429. Cfr .. per questo canto di morte alla Chiesa H. Rahner, Mysterium Lunae: Zeitschrift fiir katholische Theologie 63 (1939), p. 343/345.
Testo: PG 69, 224 s.; 329 s,
'
XXXVI.
Notker der Stammler, Sequenza per un martire Quid tu virga ploras . La sequenza pensata come un dialogo della Chiesa con uno dei slloi
fgli 1 che essa vuole consolare per il danno dcl santo figlio perso col martirio.
uno dei brani pi prezio~i tr_atto dalla miniera delle sequenze di Notker, profondo nella sua s.emplice arte drammatica. Cfr. al riguardo P. vun Winterfel<l, Deutsche Dichter des lateinischen Mittelalters, Miincben 1913, p. 415. s., la cui splendida traduzione noi abbiamo qui accolto.
Testo: Anah~cta Hymnica 53 (Leipzig 1911), p. 379 s.
XXXVII.
XXXII.
Paolino, patriatca di Aquileia, della cerchia di eruditi intorno a Carlo Magno, morto nel1'802. Inno per la festa di Pietro e Paolo Felix per omnes
festum mundi cardines ~>, Strofe 1, 2, 7, 8.
Testo: Analecta Hymnica 50 (Leipzig 1907), p. 141 s.
xxxm.
XXXVIII.
Ildegarda di Bingen, lettera 52 a Wernher van Kirchheim, riguardo alle sofferenze causate alla madre Chisa da parte dei preti e vescovi.
Testo: PL 197, 269 s,
XXXIX.
Quodvultdeus, a1'civescovo di Cartagine, Predica I neo-battezr.ati che'
ottengono la grazia II, 10/13. G. Morin ha dato la prova che questa predica,
,148
Mater Ecclesia
la quale passa sotto il no1ne di Agostino, appartiene a Quodvultdeus: Revue Bndictine 31 (1914), p. 158 ss,
Testo: A. Mai, Nova Patrum Bibliothec~ I, Roma 1852, p. 270/273.
XL
Giovanni Crisostomo, Patriatta di Costantinopoli, morto nel 407, il
pi rinomato predicatore dell'antichit greca, che lod l!,t grandezza della Chiesa
soprattutto durante le sofferenze della sua persecuzione ad opera della potenza
statale, Jl testo che qui ptesentlamo lo combiniamo da tre. fra i pi bei brani dei
suoi innumerevoli canti di lode alla Chiesa:
Testo: Eclqga, Omelia 9 ~una composizione tardiva di testi genuini):
PG 63, 627 C. - Omelia 4, 2 sulle parole Io ho visto .il Signore: PG 56, 121 s.
- Omelia prima della partenza verso l'esilio c. -2: PG 52, 429 BC.
XLI.
Anastasio, monaco del monastero del Sinai (tra il 640 e il 700). Scrisse
un com1nento all'opera dei sei -giorni, che raccoglie ancora una volta tutta l!l
tradizione dell'allegotia alessandrina. La parte :finale del dodicesimo libro un
inno grandioso alla Chiesa, conservato ancora nella lingua greca, che noi qui d~
produciamo intetamente tradotto. Cfr. pure Zeitschr. f. kath. Theol. 63 (1939),
p. 346/349.
'Testo: PG 89, 1072 B/1077 A.
149
Note
XLVI.
Epifanio di Salamina, vescovo dell'isola di Cipro, 1norl nel 40.3, Epifanio il grande oppositore degli eretici del qua'rto secolo, soprattutto con la
sua grande opera intitolata Armadio di medicine contro tutte le eresie . Da
questo libro, parte III, libro 2, c. 2, preso il nostro inno di lode alla Chiesa.
Testo: PG 42, 776 s.
XLVII.
L'inno Urbs beata Hierusalem . Cosl come noi lo presentiamo qui
tradotto, l'inno quella poesia antichissima, aspra ma profonda, da cui stato
rifatto per il Breviario Romano nel 17" ~ecolo l'inno Caelestis Urbs Jerusalem .
L'inno scritto otiginariamente. nei solenni trochei, che i correttori hanno tramu~
tata in agili giambi, sorge nell'ottavo secolo, probabilmente nel regno dei Franchi.
La traduzione che offriamo di Friedrich Wolte:rs, il discepolo di Stefan Georges:
Hymnen und Sequenzen> Obertragungen aus den lateinischen Dichtern der J(irche
vom vierten bis filnfzehnten ]ahrhundert, Berlin 1914, p. 69 s. - Noi ci siamo
permessi tuttavia di apportate delle leggere modifiche, cos1 pure noi abbiamo ag~
giunto. nella traduzione la sesta strofa, che era stata anche inclusa nel periodo
catolingio nell'inno cantato il sabato santo pet la celebrazione batt~si1nale.
Testo: Analecta Hymnica 51 (Leipzig 1908), p. 110/112.
XLVIII.
Inno armeno alla Chiesa. L'inno preso dal cosiddetto Garitsaran >~
della Chiesa armena, una raccolta di canti liturgici, quali sono conservati nel
Codex 13.3 del Wiener Mechitaristen e nel Codex Orientalis 2609 del British
Museum. Esso deriva probabilmente dal nono secolo.
Testo: n~lla traduzione tedesca dall'armeno si trova in F.C. Conybeare,
Die jiunfriiuliche Kirche und die iungfrii.uliche Mutter: Archiv fUr Religionswissenschaft 8 (1905) 373/389.
XLIII.
XLIX.
XLII.
Waldram, monaco di Sankt Gallen, morto verso la :6ne del nono secolo, contemporaneo di Notker der Stammler, Sequenza per la festa della consacrazione della Chiesa Solemnitatem huius .
Testo: Analecta Hymnica 50 (Leipzig 1907), p. 244 s.
XLIV.
Il Senatore Cassiodoro, Commento ai Salmi, Introduzione c. 17.
Testo: PL 70, 23 s.
XLV.
Pseudo-Agostino, Serino 19.5, 3 - La consacrazione di una chiesa. La
predica proviene probabilmente dal 12 secolo.
Testo: A. lvlai, Nova Patrum Bibliotheca I, Roma 1852, p. 455 s.
L.
Helisachar di Trier, abate di Sankt Maximin a Trier, morto verso
1'820, Omelia per la festa di tutti i santi. Dapprima fu attribuita a Beda _il Venerabile (morto nel 735) e pubblicata tra le sue opere, utilizzata anche come lettura nel Breviario per la festa di Tutti i Santi. Cfr. Die Viiterlesungen des Breviers ( = Ecclesia Orans XVI, IV volume, Freiburg 1936, p. 355 ss, Viene l.ltiJizzato Cipriano, Epist. 10, 5 (CSEL 3, p. 494 s.).
Testo: PL 94, 450/452.
150
JV!ater Ecclesia
. Canto :finale
Metodio, vesovo di Filippi, Convito delle dieci vergirii, Inno delle
gini alla fine del11opCra 1 strofe 20/24. Un'alt,ra traduzione di questo inno,
v~r una litica fra i pi 1nagnifici monumenti del cristianesimo pdmitivo, "l'ha. far..
e. e eFr Wolters, Obertragungen der griechisch-katholischen Dichter des ersten bis
n1ta
.
fii
ften fahrhunderts, Berlm 1923, p. 38/44.
n
Testo: GCS Methodius, p. 136.
--~. ; '