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REDATTO: CW.WO.CN.EP S. APONE


E. AUGELLI
F. CECERA
M. GUIDI
P. MOTTA
P. REGIO
VERIFICATO: CW.WO.CN.EP M. SESTITO
APPROVATO: CW.WO.CN.EP R. SEBASTIANELLI
N° allegati:

Il presente documento è stato redatto in coerenza con il Codice Etico e di Condotta ed


il Modello Organizzativo 231 del Gruppo Telecom Italia
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0 REGISTRAZIONE MODIFICHE DOCUMENTO .................................................................. 4

1 DESTINATARI ........................................................................................ 5

2 SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONE ...................................................................... 5

2.1 DOCUMENTI DI RIFERIMENTO/APPLICABILI ........................................................ 6

3 CRITERI E MODALITÀ DI INSTALLAZIONE DEI ROE ........................................................ 7

3.1 Tipologie e criteri di installazione dei ROE ................................................ 7


3.1.1 Criteri di utilizzo dei ROE internamente agli edifici ..................................... 7
3.1.2 Criteri di utilizzo dei ROE esternamente agli edifici ..................................... 8

3.2 ROE modulare compatto da 48 U.I. per posa interna a S.T. 968 ................................ 9
3.2.1 Criteri di numerazione delle rastrelliere ................................................ 13
3.2.1.1 Rastrelliera di rete secondaria ...................................................... 13
3.2.1.2 Rastrelliera di cablaggio utente ..................................................... 13
3.2.1.3 Rastrelliera di rete secondaria OLO .................................................. 13
3.2.2 Criteri di occupazione dei moduli di giunzione ........................................... 14

3.3 ROE da 32 U.I. per posa interna ed esterna a S.T. 983 ...................................... 14
3.3.1 Criteri di numerazione rastrelliere ...................................................... 18
3.3.1.1 Rastrelliera di rete secondaria ...................................................... 18
3.3.1.2 Rastrelliera di cablaggio utente ..................................................... 18
3.3.2 Criteri di occupazione dei moduli di giunzione ........................................... 19

3.4 ROE da 16 U.I. per posa interna ed esterna a S.T. 983 ...................................... 19
3.4.1 Criteri di numerazione rastrelliere ...................................................... 22
3.4.1.1 Rastrelliera di rete secondaria ...................................................... 22
3.4.1.2 Rastrelliera di cablaggio utente ..................................................... 23

3.5 ROE da 16 U.I. per posa in pozzetto a S.T. 980 ............................................. 24


3.5.1 Criteri di numerazione rastrelliere ...................................................... 27
3.5.1.1 Rastrelliera di rete secondaria ...................................................... 27
3.5.1.2 Rastrelliera di cablaggio utente ..................................................... 27

3.6 Operazioni generali di installazione del ROE ............................................... 28


3.6.1 Predisposizione delle infrastrutture di collegamento tra la chiostrina rame esistente e il
ROE nel caso di installazione interna ............................................................. 28
3.6.2 Terminazione e attestazione del cavo di rete ............................................. 29
3.6.3 Sistemazione degli splitter ottici ....................................................... 30
3.6.4 Sistemazione dei filtri riflettori per il sistema di monitoraggio Diogene ................ 30
3.6.5 Gestione delle fibre all’interno del ROE ................................................. 31

3.7 Modalità d’identificazione al ROE .......................................................... 31


3.7.1 Marcatura del ROE con logo Flash Fiber ................................................... 31
3.7.2 Targhetta identificativo ROE da apporre esternamente al coperchio ........................ 32
3.7.3 identificazione dei componenti interni al ROE ............................................ 34
3.7.3.1 Numerazione delle fibre in ingresso al manicotto di connessione agli splitter lato
cavo 34
3.7.3.2 Numerazione delle fibre in uscita al manicotto lato splitter......................... 35
3.7.3.3 Identificazione dei connettori internamente al ROE ................................... 36
3.7.4 Marcatura della terminazione ottica con logo Flash Fiber ................................. 38
3.7.5 Identificazione del collegamento utente .................................................. 39
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3.7.6 Identificazione componenti del ROE mediante Tag RFID ..................................... 39

4 REALIZZAZIONE RACCORDI OTTICI ..................................................................... 40

4.1 realizzazione raccordo ottico con cavetto singolo .......................................... 40


4.1.1 Posa del cavetto singolo da interno ...................................................... 40
4.1.2 Posa del cavetto singolo universale (esterno/interno) .................................... 42
4.1.2.1 Posa su muro......................................................................... 44
4.1.2.2 Posa su fune......................................................................... 47
4.1.2.2.1 Posa del cavetto in fibra su nuova fune ......................................... 47
4.1.2.2.2 Posa del cavetto in fibra su fune esistente in abbinamento a cavetti in rame e
fibra 49
4.1.2.2.3 Posa del cavetto in fibra su fune esistente in abbinamento a cavo in rame ....... 50
4.1.2.3 Posa su palificazione ................................................................ 52
4.1.2.3.1 Giunzione del cavetto in fibra .................................................. 55
4.1.2.3.2 Interferenze con altri servizi .................................................. 57

4.2 realizzazione raccordo ottico con cavo multifibra .......................................... 59


4.2.1 Cavi multifibra .......................................................................... 59
4.2.2 Accessori per il cablaggio con cavo multifibra ........................................... 60
4.2.3 Posa del cavo multifibra ................................................................. 64
4.2.3.1 Estrazione delle fibre al piano ...................................................... 65
4.2.3.2 Installazione degli accessori ........................................................ 68
4.2.3.3 Bloccaggio del cavo multifibra ....................................................... 72
4.2.3.4 Posa del cavetto orizzontale ......................................................... 72

4.3 Installazione della terminazione ottica e terminazione del collegamento .................... 75


4.3.1 Installazione della terminazione ottica ibrida d’utente .................................. 75
4.3.2 Terminazione del collegamento con connettorizzazione in campo ............................ 78
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DESCRIZIONE MODIFICA REVISIONE DATA


Il presente documento annulla e sostituisce il 0 15/11/2018
precedente pari oggetto cod. NTOACNM008597R00 - Rev. 0
del 15/05/2017.
Nel presente documento sono state apportate le
seguenti modifiche:
• Potenzialità del ROE per posa in pozzetto da 12 a
16 U.I.;
• Inserita modularità del cavo multifibra da 12
fibre per realizzazione raccordo di utente;
• Inserita la posa del cavetto singolo su
palificazione in modalità autoportante;
• Inserita la modalità di installazione del filtro
riflettore per il monitoraggio della rete con il
sistema Diogene.
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- PR.NAP.A
- CW.WO.D.E
- CW.WO.CN.MS
- CW.WO.TP.OTM
- WOA/xx.CN
- WOA/xx.CN.EP
- WOA/xx.CN.D
- WOA/xx.WOL

La presente norma definisce i criteri di impiego e le modalità di installazione dei


Ripartitori Ottici di Edificio (ROE), nell’architettura di rete Fiber To The Home
(FTTH) per FLASH FIBER, per le seguenti tipologie di posa:

• posa interna a sbalzo o incassati in armadietti già installati o di nuova


installazione;
• posa esterna su facciata, su palo o all’interno di colonnina ibrida;
• posa all’interno di pozzetto.

Vengono anche descritte le linee guida per il cablaggio di utente FTTH, sia
internamente che esternamente agli edifici.

Il documento è applicabile alle funzioni territoriali e alle imprese di rete


preposte alla realizzazione di impianti ottici per rete FTTH.
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Titolo / Descrizione Codice / Nome file Data Emissione
Rif.
1. Criteri di progettazione FLASH FIBER della rete
14/10/2016 e
ottica di distribuzione ad “albero” con sviluppo
NTOAEAN007670R00 successive
dell’architettura “FTTH Total Replacement” con
integrazioni
GPON a 64
2. Norma Tecnica N°6 – Cavi aerei e sotterranei in
DRRJAOPRE00027 29/12/2000
rame parte C – norme di posa e giunzione
3. Norma Tecnica N°1 - Realizzazione e sistemazione
DRRYFOPRE02052
dei raccordi di utente in cavetto o in 11/11/2002
cordoncino norme di posa
4. Ripartitore Ottico di Edificio (ROE)
multioperatore compatto da 48 U.I. da interno STOAEAD02915 – Rev. 0 02/08/2013
per rete FTTH (968)
5. Ripartitore Ottico di Edificio (ROE) per
installazione esterna e interna di potenzialità STOAEAN005087R00 - Rev. 0 29/07/2015
8, 16 e 32 U.I. per rete FTTH (983)
6. Ripartitore Ottico di Edificio (ROE) da 16 U.I.
STOACNM009735R00 – Rev. 0 29/03/2018
per posa in pozzetto per rete FTTH (980)
7. Colonnina multifunzione in vetroresina per
STOAEAD02369 - Rev. 0 20/02/2012
terminazioni di rete ibride (952)
8. Cavetti ottici singoli per cablaggi interni ed
STOACNM008395R01 – Rev. 1 10/07/2017
esterni di edificio in ambito FTTH (934)
9. Cavi multi-fibra per cablaggi interni di
STOACNM008839R00 - Rev. 0 25/07/2017
edificio in ambito FTTH (929)
10. Accessori per cablaggio FTTH con cavetti multi
STOAOME01659 – Rev. 1 14/12/2010
fibra e/o singoli (933)
11. Minicavi ottici a tubetti per posa all’interno
di minitubi  10/12 e 10/14 mm e su facciata di STOACNM008397R02 – Rev. 2 19/10/2017
edificio (908)
12. Cavi ottici a tubetti per impiego in rete di
STOAEAD03116 - Rev. 0 28/04/2014
trasporto e accesso (777)
13. Bretella ottica monomodale con connettori SC-APC
e manicotti di connessione per ambiente non STOAEAD02873 - Rev. 0 31/05/2013
controllato (1433)
14. Filtri riflettori di tipo Plug-Style, per
operare in ambiente OP (Outdoor Protected) STOACNM009786R00 – Rev. 0 10/04/2018
(2006)
15. Nuova Terminazione d’Utente Unificata con
connettività ibrida per deployment di servizi STOAEAD02925 - Rev. 0 15/11/2013
FTTH (Hybrid Customer Socket) (969)
16. Cavetti terminati con connettori ottici
montabili in campo, di tipo SC-APC, mediante STOAEAN006797R00 - Rev. 0 09/05/2016
giunto meccanico o a fusione (986)
17. Criteri di installazione dei Tag RFID sugli
elementi di rete di distribuzione ottica per la NTOAEAN005178R02 - Rev. 2 21/06/2016
rete FTTH
18. Collaudo impianti in cavo in fibra ottica della
NTOAEAN005591 16/11/2015
rete secondaria FTTH – Sistema di Gestione
19. Collaudo impianti in cavo in fibra ottica della
NTOAEAN005614 16/11/2015
rete secondaria FTTH
20. Modalità di identificazione del ROE e dei
IOFFCT0020170024 31/07/2017
componenti interni per la rete FLASH FIBER
21. Linee guida per la realizzazione e il collaudo
del raccordo di cliente nelle reti di FLASH IOFFCT0020170025 21/07/2017
FIBER
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I criteri di scelta dei ROE in funzione delle differenti casistiche di installazione


sono riportati nella Norma Tecnica di Progettazione “Criteri di progettazione FLASH
FIBER della rete ottica di distribuzione ad “albero” con sviluppo dell’architettura
“FTTH Total Replacement” con GPON a 64” [rif. 1].

Sulla base dei suddetti criteri sono state definite le seguenti tipologie di
Ripartitore Ottico di Edificio (ROE):

• Ripartitore Ottico di Edificio modulare compatto con capacità massima di 48


U.I., per utilizzo da interno, rispondente alla S.T. 968;
• Ripartitore Ottico di Edificio con capacità di 16 e 32 U.I. per utilizzo da
interno e da esterno, rispondente alla S. T. 983;
• Ripartitore Ottico di Edificio con capacità massima di 16 U.I., per posa in
pozzetto, rispondente alla S. T. 980.

• ROE modulare compatto da 48 U.I. (NMU 767700), in grado di alloggiare fino a 6


splitter secondari, costituito da un modulo collocabile su apposito telaio a
sbalzo ed utilizzabile sia come ROE di transito che come ROE terminale.
Tale modulo è anche definito nel corso del documento MTCVO (Modulo di
Terminazione Cablaggio Verticale e Orizzontale. Costituisce sempre la scelta
prioritaria, tranne nei casi di edifici raggiunti dalla rete HFC “progetto
Socrate”, per i quali deve essere previsto l’utilizzo di ROE da 32 U.I.,
descritto nel punto successivo;
• Modulo ROE da 32 U.I. (NMU 771787), in grado di alloggiare fino a 4 splitter
secondari, costituito da un modulo collocabile in armadietto tipo B o C
esistenti e disponibili o all’interno di nuovi armadietti tipo C incassati ed
utilizzabile solo come ROE terminale. Costituisce la scelta prioritaria nei
casi di edifici raggiunti dalla rete HFC “progetto Socrate”;
• Modulo ROE da 16 U.I. (NMU 771785), in grado di alloggiare fino a 2 splitter
secondari, costituito da un modulo collocabile in armadietto tipo B o C
esistenti e disponibili o all’interno di nuovi armadietti tipo C incassati ed
utilizzabile solo come ROE terminale. Costituisce la scelta prioritaria nei
casi di edifici raggiunti dalla rete HFC “progetto Socrate” e se associato ad
un distributore della rete secondaria in rame con 1 o 2 decadi attive;
• ROE da 32 U.I. (NMU 771784), in grado di alloggiare fino a 4 splitter
secondari, costituito da un involucro ed un modulo interno, con posa a sbalzo,
utilizzabile sia come ROE di transito che come ROE terminale. Costituisce la
soluzione alternativa, in caso di impossibilità di installare il ROE MTCVO sia
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terminale che di transito e se associato ad un distributore della rete


secondaria in rame con un numero di decadi attive ≥3;
• ROE da 16 U.I. (NMU 771783), in grado di alloggiare fino a 2 splitter
secondari, costituito da un involucro ed un modulo interno, con posa a sbalzo,
utilizzabile solo come ROE terminale. Costituisce la soluzione alternativa, in
caso di impossibilita di installare il ROE MTCVO terminale e se associato ad un
distributore della rete secondaria in rame con 1 o 2 decadi attive (in caso di
ROE MTCVO di transito dovrà essere previsto in ogni caso l’utilizzo del ROE da
32 U.I. indicato nel punto precedente).

1. Posa a muro o su palo:

• ROE da 32 U.I. (NMU 771784), in grado di alloggiare fino a 4 splitter


secondari, costituito da un involucro ed un modulo interno, idoneo per la posa
esterna agli edifici (a muro o a palo), utilizzabile sia come ROE di transito
che come ROE terminale. Costituisce la scelta prioritaria in caso di ROE di
transito;
• ROE da 16 U.I. (NMU 771783), in grado di alloggiare fino a 2 splitter
secondari, costituito da un involucro ed un modulo interno, idoneo per la posa
esterna agli edifici (a muro o a palo), utilizzabile solo come ROE terminale.
Costituisce la scelta prioritaria in caso di ROE terminale.

2. Posa all’interno di colonnine ibride:

• Modulo ROE da 32 U.I. (NMU 771787), in grado di alloggiare fino a 4 splitter


secondari, costituito da un modulo collocabile all’interno di colonnine
stradali ibride ed utilizzabile sia come ROE terminale che di transito.
Costituisce la scelta prioritaria se associato ad un distributore della rete
secondaria in rame con un numero di decadi attive ≥3 e sempre in caso di ROE di
transito;
• Modulo ROE da 16 U.I. (NMU 771785), in grado di alloggiare fino a 2 splitter
secondari, costituito da un modulo collocabile all’interno di colonnine
stradali ibride ed utilizzabile solo come ROE terminale. Costituisce la scelta
prioritaria se associato ad un distributore della rete secondaria in rame con 1
o 2 decadi attive e solo in caso di ROE terminale.

3. Posa sotterranea all’interno di pozzetti:

• ROE da 16 U.I. (NMU 771780), in grado di alloggiare fino a 2 splitter


secondari, idoneo per una posa sotterranea all’interno di pozzetti esistenti
e/o di nuova posa ed utilizzabile solo come ROE terminale.
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Il ROE modulare compatto (illustrato in Figura 1) consente:

• il collegamento di 48 U.I.;
• la terminazione di 12 fibre della rete secondaria, 6 per il collegamento degli
splitter e 6 per la cessione di eventuali fibre agli OLO;
• l’attestazione di un cavo continuo fino a 96 fibre;
• l’attestazione di un cavo entrante terminale da 24 fibre;
• la predisposizione fino a 6 splitter secondari.

Figura 1 – ROE modulare compatto da 48 U.I. per installazione a sbalzo

La descrizione completa è riportata nella Specifica Tecnica 968 ed i dettagli tecnici


ed installativi sono descritti nelle istruzioni di cablaggio fornite a corredo del
prodotto di ogni singolo Fornitore.

Il ROE da 48 U.I. (NMU 767700), di dimensioni (mm) pari a 450 (larghezza) x 150
(profondità) x 180 (altezza), è realizzato con struttura modulare.
La matricola sopraelencata deve prevedere (in fase di fornitura) il seguente
equipaggiamento:

• rastrelliera di rete secondaria completa (6 manicotti SC-APC)


• rastrelliera di rete secondaria OLO completa (6 manicotti SC-APC)
• rastrelliera di cablaggio utente parziale (16 manicotti SC-APC)

Ogni modulo è installabile su un telaio (NMU 767701), da fissare a muro in fase di


prima installazione.

Il telaio è dimensionato con 3 posizioni per ospitare 3 moduli ed è fornito con due
pannelli di copertura, uno dei quali installato nella posizione centrale in modo da
lasciare libere le posizioni in alto e in basso che possono essere usate come dima
per il fissaggio a muro. In seguito all’installazione, i due pannelli saranno
impiegati per coprire le parti di telaio sottostanti il primo modulo.
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La configurazione minima prevede l’installazione del primo modulo tipo MTCVO (Modulo
di Terminazione Cablaggio Verticale e Orizzontale): in questa configurazione si
gestisce all’interno dello stesso modulo sia la terminazione del cablaggio di utente,
sia la terminazione della rete orizzontale del primo Operatore di rete. Altri moduli,
detti MTCO (Modulo di Terminazione Cablaggio Orizzontale), possono poi essere
aggiunti ed utilizzati per la sola terminazione del cavo di rete, uno per ogni altro
Operatore di rete che afferisce allo stesso cablaggio di edificio.

Nel seguito sono riportate le funzionalità previste per il modulo compatto MTCVO, il
cui schema è riportato in Figura 2.

ROE da 48 U.I.

Cablaggio utente

Lato B Lato A
Splitter
secondario
Rastrelliera rete secondaria
Rastrelliera cablaggio utente

Lato A Lato B

x
Cavo rete secondaria x
x
Lato Lato B
Moduli di A
giunzione Rastrelliera rete secondaria OLO

Figura 2 – Rappresentazione schematica del ROE modulare compatto da 48 U.I. per


installazione a sbalzo

Ogni modulo è composto da due unità distinte, separate dalle rastrelliere di


cablaggio utente e di rete secondaria OLO:
• l’unità a Sx, relativa all’attestazione e alla gestione dei cavi in ingresso di
rete e all’attestazione, alla gestione e al passaggio dei cavi in ingresso del
verticale di edificio verso l’unità Dx;
• l’unità a Dx, relativa alla gestione delle fibre del cablaggio di utente e alla
loro permuta sulle rastrelliere dei moduli componenti il ROE modulare.

L’ingresso e l’attestazione dei cavi di rete e di edificio sono previsti sul lato Sx
del modulo, lato opposto a quello di gestione delle permute.
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Ogni modulo prevede:

• n° 2 imbocchi circolari da utilizzare per l’attestazione delle seguenti


tipologie di cavo:
- minicavo ottico a ST 908, con la possibilità di attestare un cavo
continuo;
- bretella ottica.

• n° 2 imbocchi circolari da utilizzare per l’attestazione delle seguenti


tipologie di cavo per il cablaggio utente:
- cavo multifibra verticale a ST 929;
- cavetti singoli a ST 934.

Sugli ingressi sono predisposti idonei passacavi sui quali vincolare i tubi
corrugati/guaine spiralate (Ø 25 mm) posti a protezione dei cavi.

Ogni modulo prevede dei sistemi di bloccaggio e attestazione dei cavi per gli
imbocchi prima elencati.

L’interno dell’unità Sx del modulo è equipaggiato con i seguenti componenti:

• elementi di guida e gestione delle fibre del cablaggio di utente dal punto di
entrata dei cavi stessi fino all’unità Dx del modulo;
• una zona di smaltimento delle fibre del cavo di utente non ancora
connettorizzate in modo tale da limitare al massimo l’interferenza con le fibre
già in uso;
• elementi di guida e gestione delle fibre/tubetti del cablaggio orizzontale di
rete dal punto di entrata dei cavi orizzontali fino al pacchetto di
terminazione/giunzione;
• pacchetto di terminazione composto da 4 moduli di giunzione da 12 giunzioni
ognuno o fino a 48 fibre parcheggiate;
• una rastrelliera per la terminazione delle fibre di rete orizzontale con 6
adattatori SC-APC a specifica ST 1433;
• un accessorio idoneo ad ospitare max n° 6 splitter preconnettorizzati;
• zone di smaltimento per le extra-lunghezze rispettivamente dei rami di ingresso
e di uscita degli splitter.

Il pacchetto moduli di giunzione e la striscia da 6 connettori sono posizionati


all’interno dello sportello frontale basculante dell’unità Sx.

Gli splitter, rispondenti alla S.T. 905, presentano le seguenti caratteristiche:


• dimensioni 4x7x60mm di tipologia 1:8 (NMU 768679);
• rami di ingresso e di uscita da 900 m con fibra G.657A1, pre-connettorizzati
SC-APC e tali per cui la fibra d’ingresso sia identificabile rispetto alle fibre
d’uscita; i connettori di uscita vengono inseriti nella rastrelliera
predisposta;
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• lunghezza dei rami pari a 95 cm per le fibre d’ingresso e 105 cm per le fibre di
uscita (queste lunghezze vengono smaltite negli elementi contenitivi
predisposti);
• installabili in un opportuno accessorio nel quale vengono bloccati mediante
incastro sul lato comune di 4mm.

IN OUT
Splitter 1
……
….
…….
Splitter 6

Figura 3 – Sistemazione splitter nel ROE da 48 U.I.

L’interno dell’unità Dx del modulo è equipaggiato con i seguenti componenti:

• un sistema di guida del percorso delle fibre dei cavi di utente che sono
permutate su una posizione di una delle rastrelliere che costituiscono il ROE.

Sono inoltre presenti nell’unità Sx o Dx del modulo:

• una zona di smaltimento dell’extra lunghezza delle fibre del cavo di utente che
sono permutate su una posizione di una delle rastrelliere che costituiscono il
ROE;
• una zona di parcheggio da almeno 8 posizioni delle fibre dei cavi di utente già
connettorizzate, ma non permutate su nessuna posizione di nessuna rastrelliera,
qualora tali fibre non possano essere parcheggiate in una parte dedicata della
rastrelliera.

Su ogni modulo sono presenti 3 rastrelliere:

• rastrelliera di rete secondaria, posizionata all’interno dell’unità Dx, ha una


capacitò di 6 manicotti SC-APC;
• rastrelliera di cablaggio utente (capacità 48 manicotti SC-APC), posizionata nel
setto di separazione tra l’unità Dx e l’unità SX. La rastrelliera è organizzata
in una matrice di 6 file x 8 manicotti;
• rastrelliera di rete secondaria OLO, con 6 manicotti SC-APC, posizionata nel
setto di separazione tra l’unità Dx e l’unità SX.
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La rastrelliera di rete secondaria da 6 manicotti deve essere utilizzata:


• sul lato A, per la terminazione delle fibre attive del cavo di rete, utilizzate
per la fornitura del servizio al cliente, mediante giunto a fusione alloggiato
nel modulo di giunzione con semibretelle da 900 µm connettorizzate SC-APC,
secondo un criterio di numerazione che va da sinistra verso destra e dal basso
verso l’alto;
• sul lato B, per l’attestazione delle fibre di ingresso degli splitter secondari
e le eventuali fibre di rete secondaria per collegamenti punto-punto, secondo un
criterio di numerazione che va da destra verso sinistra e dal basso verso
l’alto.

La rastrelliera di cablaggio utente da 48 manicotti (in configurazione 6 file da 8


manicotti), deve essere utilizzata:
• sul lato A, per le attestazioni dei cavi/cavetti di cablaggio utente, con un
criterio di numerazione che va da destra verso sinistra e dal basso verso
l’alto; le attestazioni devono presentare nel ROE solo i moduli da 900 µm
interni ai cavi di utente (siano essi monofibra che multifibra)
• sul lato B, per le attestazioni delle fibre di uscita degli splitter secondari e
per eventuali fibre di rete secondaria per collegamenti punto-punto, secondo un
criterio di numerazione che va da sinistra verso destra e dal basso verso
l’alto.
Le posizioni dedicate agli splitter TIM vanno da 1 a 24, mentre quelle dedicate
a Fastweb vanno da 25 a 48.

La rastrelliera di rete secondaria OLO da 6 manicotti deve essere utilizzata:


• sul lato A, per la terminazione delle fibre attive del cavo di rete, utilizzate
per la fornitura verso gli OLO, mediante giunto a fusione alloggiato nel modulo
di giunzione con semibretelle connettorizzate SC-APC da 900 µm, secondo un
criterio di numerazione che va da sinistra verso destra e dal basso verso
l’alto;
• sul lato B, per l’attestazione delle bretelle di permuta da 900 µm verso i ROE
degli OLO, secondo un criterio di numerazione che va da destra verso sinistra e
dal basso verso l’alto.
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Nel modulo MTCVO sono presenti 4 moduli di giunzione N, che consentono


l’alloggiamento di 12 giunti protetti e la possibilità di parcheggiare fino a 48
fibre.
Nel caso di cavo terminale, il criterio di occupazione dei moduli deve prevedere la
realizzazione dei giunti nei moduli a partire dall’alto verso il basso mentre le
fibre non utilizzate devono essere sistemate nei moduli a partire dal basso verso
l’alto.
Nel caso di cavo continuo, fino a 96 fibre, tutte le fibre devono essere stubettate e
sistemate a gruppi di 24 (cavi fino a 60 fibre) o gruppi di 48 (cavi da 96 fibre) nei
moduli a partire dal basso verso l’alto, mentre le giunzioni dovranno essere
sistemate nei moduli a partire dall’alto verso il basso.
I percorsi per l’ingresso e l’uscita delle fibre dai moduli di giunzione sono
descritti nelle istruzioni di cablaggio fornite a corredo del prodotto.

Il ROE da 32 U.I. consente (rappresentato in Figura 4):


• il collegamento di 32 U.I.
• la terminazione di 12 fo della rete secondaria
• l’attestazione di un cavo continuo fino a 96 fo
• l’attestazione di un cavo entrante terminale da 24 fo
• l’attestazione di un cavo uscente da 24 fo (nel caso di ROE a palo)
• la predisposizione fino a 4 splitter secondari

Per il ROE da 32 U.I. sono previste le seguenti possibilità di installazione:


• su facciata (NMU 771784)
• su palo (NMU 771784)
• all’interno della colonnina ibrida (NMU 771787)
• all’interno di armadietti Socrate già installati o da installare (NMU 771787)

Le matricole sopraelencate devono prevedere (in fase di fornitura) il seguente


equipaggiamento:
• rastrelliera di rete secondaria completa (12 manicotti SC-APC)
• rastrelliera di cablaggio utente parziale (16 manicotti SC-APC)
6

Figura 4 – Esempi di ROE da 32 U.I. per posa interna ed esterna

Lo schema funzionale del ROE da 32 U.I., è riportato di seguito:

ROE da 32 U.I.

Cablaggio utente

Lato A

Rastrelliera cablaggio utente

Lato B

Splitter secondario (es. 1:8)

Lato B

Rastrelliera rete secondaria

Lato A

R x Moduli di giunzione

Cavo rete secondaria

Figura 5 – Rappresentazione schematica del ROE da 32 U.I.


6

La descrizione completa è riportata nella Specifica Tecnica 983 ed i dettagli tecnici


ed installativi sono descritti nelle istruzioni di cablaggio fornite a corredo del
prodotto di ogni singolo Fornitore.

Il ROE da 32 U.I. è costituito da:

• un contenitore plastico con grado di protezione IP 56, da posare direttamente a


parete tramite tasselli o su palo, idoneo alla posa interna ed esterna.
Il contenitore prevede i seguenti ingressi:

- n° 2 imbocchi circolari di diametro idoneo a contenere un minicavo ottico


(S.T. 908) o un cavo per posa aerea autoportante (S.T. 777), posizionati
nella parte inferiore;
- n° 1 imbocco ovale per il transito (entrata ed uscita) di un minicavo
ottico (ST 908) o un cavo per posa aerea autoportante (S.T. 777),
posizionato nella parte inferiore;
- n° 1 imbocco circolare di diametro idoneo a contenere un cavo multifibra
a S.T. 929 e fino a 32 cavetti singoli a S.T. 934;
- n° 1 imbocco circolare di diametro idoneo a contenere max 32 bretelle di
collegamento ad altro OLO.

Sugli ingressi devono essere predisposti idonei passacavi sui quali vincolare i tubi
corrugati e/o le guaine spiralate poste a protezione dei cavi.

• un pannello di fondo interno, metallico o plastico, necessario per


l’alloggiamento dei componenti interni del ROE.
Il pannello di fondo è opportunamente disegnato e concepito affinché possa
essere assemblato anche in campo su:

- armadietti di tipo B (linea 90) a CT 1349 e di tipo C a CT 1432 già


installati, o di nuova installazione incassati a muro;
- colonnina ibrida a S.T. 952.

Il pannello di fondo prevede:

- sistemi di bloccaggio ed attestazione dei cavi per gli imbocchi


precedentemente elencati;
- il posizionamento di n° 4 splitter aventi tutte le fibre di ingresso e di
uscita terminate con connettori SC-APC. Gli splitter devono essere
posizionati in modo tale da permettere la connessione/disconnessione dei
connettori senza danneggiare le fibre in servizio;
- n° 6 moduli di giunzione che consentono l’alloggiamento di 12 giunzioni
e/o il parcheggio di 24 f.o. (80 cm);
- una zona per la sistemazione delle fibre non connettorizzate del cavo
verticale a specifica S.T. 929 e per la gestione della ricchezza delle
fibre connettorizzate;
6

- una zona per la gestione della ricchezza delle fibre connettorizzate


d’ingresso e d’uscita degli splitter;
- rastrelliera rete orizzontale per il posizionamento di 12 manicotti di
tipo SC-SC per la connessione delle fibre di ingresso del cavo di rete
con le seguenti fibre:
• di ingresso allo splitter;
• di collegamento agli OLO (cessione fibre rete secondaria);
• di collegamento per gli utenti punto-punto (clienti business, SRB,
ecc.).
- rastrelliera rete verticale per il posizionamento di 32 manicotti di tipo
SC-SC per la connessione delle fibre del cavo verticale con le seguenti
fibre:
• di uscita allo splitter;
• di collegamento agli OLO (cessione fibre cablaggio verticale);
• di collegamento per gli utenti punto-punto (clienti business, SRB,
ecc.).
- una zona di parcheggio per almeno 8 fibre di uscita connettorizzate dello
splitter; per parcheggio non si intende necessariamente una rastrelliera
ma una zona dove alloggiare in modo ordinato i connettori non utilizzati;
- alloggiamento degli splitter secondari preconnettorizzati SC-APC (fino a
4) con le seguenti caratteristiche:
• fibre di ingresso e di uscita preconnettorizzate mediante bretelle
da 900 µm con fibra G.657A1 (secondo la S.T. 1292 di Telecom
Italia) e tali per cui la fibra d’ingresso sia identificabile
rispetto alle fibre d’uscita; l’utilizzo di altri tipi di fibra a
S.T. 1292 deve essere eventualmente concordato con Telecom Italia;
• di dimensioni 4x7x60mm di tipologia 1:8 (NMU 768679);
• installabili in un opportuno accessorio nel quale vengono bloccati
mediante incastro sul lato comune di 4mm;
• le lunghezze delle fibre devono essere le seguenti:
- fibra di ingresso: 105 cm
- fibre di uscita: 95 cm.
6

La rastrelliera di rete secondaria da 12 manicotti deve essere utilizzata:

• sul lato A, per la terminazione delle fibre attive del cavo di rete, utilizzate
per la fornitura del servizio al cliente, mediante giunto a fusione alloggiato
nel modulo di giunzione con semibretelle connettorizzate SC-APC, secondo un
criterio di numerazione che va da sinistra verso destra e dal basso verso
l’alto;
• sul lato B, per l’attestazione delle fibre di ingresso degli splitter secondari
e le eventuali fibre di rete secondaria per collegamenti punto-punto, secondo un
criterio di numerazione che va da destra verso sinistra e dal basso verso
l’alto.

La rastrelliera di cablaggio utente da 32 manicotti, deve essere utilizzata:

• sul lato A, per le attestazioni dei cavi/cavetti di cablaggio utente, con un


criterio di numerazione che va dal basso verso l’alto e da destra verso
sinistra;
• sul lato B, per le attestazioni delle fibre di uscita degli splitter secondari e
per eventuali fibre di rete secondaria per collegamenti punto-punto, secondo un
criterio di numerazione che va dal basso verso l’alto e da sinistra verso
destra.
Le posizioni dedicate agli splitter TIM vanno da 1 a 16, mentre quelle dedicate
a Fastweb vanno da 17 a 32.

Si allega a titolo di esempio la numerazione di una matrice 8x4 della rastrelliera


lato B (splitter):

alto TIM Fastweb


4 8 12 16 20 24 28 32
3 7 11 15 19 23 27 31
2 6 10 14 18 22 26 30
basso (fondo del ROE)
1 5 9 13 17 21 25 29

Sx Dx

Figura 6 – Esempio di numerazione di una matrice 8x4 della rastrelliera B per il ROE
da 32 U.I.

Nota: se nel ROE sono presenti matrici differenti, es. 9x4, la colonna in più va
considerata di parcheggio.
6

Nel ROE da 32 U.I. sono presenti 6 moduli di giunzione SF, che consentono
l’alloggiamento di 12 giunti e la possibilità di parcheggiare 24 fibre.

Nel caso di cavo terminale, il criterio di occupazione dei moduli deve prevedere la
realizzazione dei giunti nei moduli a partire dall’alto verso il basso mentre le
fibre non utilizzate devono essere sistemate nei moduli a partire dal basso verso
l’alto.

Nel caso di cavo continuo, fino a 96 fibre, tutte le fibre devono essere stubettate e
sistemate a gruppi di 24 nei moduli a partire dal basso verso l’alto, mentre le
giunzioni dovranno essere sistemate nei moduli a partire dall’alto verso il basso.

Nel caso di posa del ROE su palo (cavo continuo fino a 96 fibre a ST 777) tutte le
fibre devono essere stubettate e sistemate a gruppi di 24 nei moduli a partire dal
basso verso l’alto, mentre le giunzioni dovranno essere sistemate nei moduli a
partire dall’alto verso il basso. Le fibre non utilizzate dell’eventuale cavo di
diramazione dovranno essere sistemate al di sopra dei moduli precedentemente
utilizzati per il cavo continuo.

I percorsi per l’ingresso e l’uscita delle fibre dai moduli di giunzione sono
descritti nelle istruzioni di cablaggio fornite a corredo del prodotto.

Il ROE da 16 U.I. (vedi Figura 8) consente:


• il collegamento di 16 U.I.
• la terminazione di 6 fibre della rete secondaria
• l’attestazione di un cavo entrante terminale da 24 fibre (non è previsto il
transito del cavo continuo)
• la predisposizione fino a 2 splitter secondari

Per il ROE da 16 U.I. sono previste le seguenti possibilità di installazione:


• su facciata (NMU 771783)
• su palo (NMU 771783)
• all’interno della colonnina ibrida (NMU 771785)
• all’interno di armadietti Socrate già installati o da installare (NMU 771785)

Le matricole sopraelencate devono prevedere (in fase di fornitura) il seguente


equipaggiamento:
• rastrelliera di rete secondaria completa (6 manicotti SC-APC)
• rastrelliera di cablaggio verticale completa (16 manicotti SC-APC)
6

Figura 7 – Esempi di ROE da 16 U.I. per posa interna ed esterna

Lo schema funzionale del ROE da 16 U.I., è riportato di seguito:

ROE da 16 U.I.

Cablaggio utente

Lato A

Rastrelliera cablaggio utente

Lato B

Splitter secondario

Lato B

Rastrelliera rete secondaria

Lato A

R x Moduli di giunzione

Cavo rete secondaria

Figura 8 – Rappresentazione schematica del ROE da 16 U.I.


6

La descrizione completa è riportata nella Specifica Tecnica 983 ed i dettagli tecnici


ed installativi sono descritti nelle istruzioni di cablaggio fornite a corredo del
prodotto di ogni singolo Fornitore.

Il ROE da 16 U.I. è costituito da:

• un contenitore plastico con grado di protezione IP 56, da posare direttamente a


parete tramite tasselli, idoneo alla posa interna ed esterna.

Il contenitore prevede i seguenti ingressi, posizionati nella parte inferiore:


- n° 1 imbocchi circolari di diametro idoneo a contenere un minicavo
ottico (S.T. 908) o un cavo per posa aerea autoportante (S.T. 777);
- n° 1 imbocchi circolari di diametro idoneo a contenere un cavo multifibra
a S.T. 929 e fino a 32 cavetti singoli a S.T. 934;
- n° 1 imbocchi circolari di diametro idoneo a contenere max 20 bretelle di
collegamento ad altro OLO.

Sugli imbocchi dedicati al minicavo e al cavo multifibra/cavetti singoli devono


essere predisposti idonei passacavi sui quali vincolare i tubi corrugati e/o le
guaine spiralate poste a protezione dei cavi.

• Il pannello di fondo è opportunamente disegnato e concepito affinché possa


essere assemblato anche in campo su:
- armadietti di tipo B (linea 90) a CT 1349 e di tipo C a CT 1432 già
installati, o di nuova installazione incassati a muro;
- colonnina ibrida a S.T. 952.

Il pannello di fondo prevede:

• sistemi di bloccaggio ed attestazione dei cavi per gli imbocchi precedentemente


elencati;
• il posizionamento di n° 2 splitter aventi tutte le fibre di ingresso e di uscita
terminate con connettori SC-APC. Gli splitter devono essere posizionati in modo
tale da permettere la connessione/disconnessione dei connettori senza
danneggiare le fibre in servizio;
• n° 2 moduli di giunzione che consentono l’alloggiamento di 12 giunzioni e/o il
parcheggio di 24 f.o. (80 cm);
• una zona per la sistemazione delle fibre non connettorizzate del cavo verticale
a specifica S.T. 929 e per la gestione della ricchezza delle fibre
connettorizzate;
• una zona per la gestione della ricchezza delle fibre connettorizzate d’ingresso
e d’uscita degli splitter;
• rastrelliera rete orizzontale per il posizionamento di 6 manicotti di tipo SC-SC
per la connessione delle fibre di ingresso del cavo di rete con le seguenti
fibre:
6

- di ingresso allo splitter;


- di collegamento agli OLO (cessione fibre rete secondaria);
- di collegamento per gli utenti punto-punto (clienti business, SRB, ecc.).
• rastrelliera rete verticale per il posizionamento di 16 manicotti di tipo SC-SC
per la connessione delle fibre del cavo verticale con le seguenti fibre:
- di uscita allo splitter;
- di collegamento agli OLO (cessione fibre cablaggio verticale);
- di collegamento per gli utenti punto-punto (clienti business, SRB, ecc.).
• una zona di parcheggio per almeno 4 fibre di uscita connettorizzate dello
splitter; per parcheggio non si intende necessariamente una rastrelliera ma una
zona dove alloggiare in modo ordinato i connettori non utilizzati;
• alloggiamento degli splitter secondari preconnettorizzati SC-APC (fino a 2) con
le seguenti caratteristiche:
- fibre di ingresso e di uscita preconnettorizzate mediante bretelle da 900
µm con fibra G.657A1 (secondo la S.T. 1292 di Telecom Italia) e tali per
cui la fibra d’ingresso sia identificabile rispetto alle fibre d’uscita;
l’utilizzo di altri tipi di fibra a S.T. 1292 deve essere eventualmente
concordato con Telecom Italia;
- di dimensioni 4x7x60mm di tipologia 1:8 (NMU 768679);
- installabili in un opportuno accessorio nel quale vengono bloccati
mediante incastro sul lato comune di 4mm;
- le lunghezze delle fibre devono essere le seguenti:
▪ fibra di ingresso: 105 cm
▪ fibre di uscita: 95 cm.

La rastrelliera di rete secondaria da 6 manicotti deve essere utilizzata:


• sul lato A, per la terminazione delle fibre attive del cavo di rete, utilizzate
per la fornitura del servizio al cliente, mediante giunto a fusione alloggiato
nel modulo di giunzione con semibretelle connettorizzate SC-APC, secondo un
criterio di numerazione che va da sinistra verso destra e dal basso verso
l’alto;
• sul lato B, per l’attestazione delle fibre di ingresso degli splitter secondari
e le eventuali fibre di rete secondaria per collegamenti punto-punto, secondo un
criterio di numerazione che va da destra verso sinistra e dal basso verso
l’alto.
6

La rastrelliera di cablaggio utente da 16 manicotti, deve essere utilizzata:


• sul lato A, per le attestazioni dei cavi/cavetti di cablaggio utente, con un
criterio di numerazione che va dal basso verso l’alto e da destra verso
sinistra;
• sul lato B, per le attestazioni delle fibre di uscita degli splitter secondari e
per eventuali fibre di rete secondaria per collegamenti punto-punto, secondo un
criterio di numerazione che va dal basso verso l’alto e da sinistra verso
destra.
Le posizioni dedicate allo splitter TIM vanno da 1 a 8, mentre quelle dedicate a
Fastweb vanno da 9 a 16.

Si allegano alcuni esempi di numerazione della rastrelliera lato B (splitter):

• matrice 4x4:

alto TIM Fastweb


4 8 12 16
3 7 11 15
2 6 10 14
basso (fondo del ROE)
1 5 9 13

Sx Dx

• matrice 6x3:

alto TIM Fastweb


3 6 11 14
2 5 8 10 13 16
basso (fondo del ROE)
1 4 7 9 12 15

Sx Dx

Figura 9 – Esempio di numerazione della rastrelliera B per il ROE da 16 U.I.

Nota: se nel ROE sono presenti matrici differenti, es. 5x4 o 7x3, la colonna in più
va considerata di parcheggio.
6

Il ROE da 16 U.I. per posa in pozzetto (vedi Figura 10) consente:


• Il collegamento di 16 U.I.
• La terminazione di 4 fibre della rete secondaria
• L’attestazione di un cavo entrante terminale da 24 fibre (non è previsto il
transito del cavo continuo)
• la predisposizione fino a due splitter secondari

Per il ROE da 16 U.I. sono previste le seguenti possibilità di installazione:


• all’interno di pozzetto (NMU 771780)

La matricola sopraelencata deve prevedere (in fase di fornitura) il seguente


equipaggiamento:
• rastrelliera di rete secondaria completa (4 manicotti SC-APC)
• rastrelliera di cablaggio utente completa (16 manicotti SC-APC)

Figura 10 – Esempio di ROE da 16 U.I. per posa in pozzetto


6

Lo schema funzionale del ROE da 16 U.I., è riportato di seguito:

ROE da 16 U.I.

Cablaggio utente

Lato A

Rastrelliera cablaggio
verticale
Lato B

Splitter secondario

Lato B

Rastrelliera rete secondaria

Lato A

R x Moduli di giunzione

Cavo rete secondaria

Figura 11 – Rappresentazione schematica di ROE da 16 U.I.

La descrizione completa è riportata nella Specifica Tecnica 980 ed i dettagli tecnici


ed installativi sono descritti nelle istruzioni di cablaggio fornite a corredo del
prodotto di ogni singolo Fornitore.

Il ROE da 16 U.I. per posa in pozzetto, è costituito da un contenitore plastico con


grado di protezione IP68.

Il contenitore prevede i seguenti ingressi posizionati nella parte inferiore:

• n° 1 imbocchi circolari di diametro idoneo a contenere un minicavo ottico (S.T.


908);
• n° 1 imbocchi circolari di diametro idoneo a contenere o un cavo di dimensioni
analoghe al cavo multifibra a S.T. 929 o 12 cavetti singoli di dimensioni
analoghe ai cavetti a S.T. 934 (le caratteristiche dei cavi per posa sotterranea
sono in via di definizione);
• n° 1 imbocchi circolari di diametro idoneo a contenere max 16 bretelle di
collegamento ad altro OLO.
6

Gli elementi interni prevedono:


• sistemi di bloccaggio ed attestazione dei cavi per gli imbocchi precedentemente
elencati;
• il posizionamento fino a n° 2 splitter aventi tutte le fibre di ingresso e di
uscita terminate con connettori SC-APC. Gli splitter devono essere posizionati
in modo tale da permettere la connessione/disconnessione dei connettori senza
danneggiare le fibre in servizio;
• n° 1 moduli di giunzione per le seguenti funzionalità:
- alloggiare 4 giunzioni (giunzioni delle fibre dei cavi in ingresso con le
semibretelle 900 µm terminate con connettori SC-APC);
• una zona di parcheggio delle fibre del cavo di rete non utilizzate;
• una zona per il parcheggio delle fibre non connettorizzate del cavo verticale a
specifica S.T. 929;
• una zona per lo smaltimento della scorta di fibra (circa 30 cm) dei cavetti
singoli S.T. 934 e delle fibre del cavo verticale S.T. 929 connettorizzate
• una zona per lo smaltimento della ricchezza di fibra d’ ingresso e di uscita
degli splitter.
• rastrelliera di rete secondaria per il posizionamento di 4 manicotti di tipo SC
per la connessione delle fibre di ingresso del cavo di rete con le seguenti
fibre:
- di ingresso allo splitter;
- di collegamento agli OLO (cessione fibre rete secondaria);
- di collegamento per gli utenti punto-punto (clienti business, SRB, ecc.).
• rastrelliera di cablaggio utente per il posizionamento di 12 manicotti di tipo
SC per la connessione delle fibre del cavo utente con le seguenti fibre:
- di uscita allo splitter;
- di collegamento agli OLO (cessione fibre cablaggio utente);
- di collegamento per gli utenti punto-punto (clienti business, SRB, ecc.).
• alloggiamento degli splitter secondari preconnettorizzati SC-APC (fino a 2) con
le seguenti caratteristiche:
- fibre di ingresso e di uscita preconnettorizzate mediante bretelle da 900
µm con fibra G.657A1 e tali per cui la fibra d’ingresso sia
identificabile rispetto alle fibre d’uscita;
- di dimensioni 4x7x60mm di tipologia 1:8 (NMU 768679);
- installabili in un opportuno accessorio nel quale vengono bloccati
mediante incastro sul lato comune di 4mm;
- le lunghezze delle fibre devono essere le seguenti:
▪ fibra di ingresso: 105 cm
▪ fibre di uscita: 95 cm.
6

La rastrelliera di rete secondaria da 4 manicotti deve essere utilizzata:


• sul lato A, per la terminazione delle fibre attive del cavo di rete, utilizzate
per la fornitura del servizio al cliente, mediante giunto a fusione alloggiato
nel modulo di giunzione con semibretelle connettorizzate SC-APC, secondo un
criterio di numerazione che va dal basso verso l’alto e da sinistra verso
destra;
• sul lato B, per l’attestazione delle fibre di ingresso degli splitter secondari
e le eventuali fibre di rete secondaria per collegamenti punto-punto, secondo un
criterio di numerazione che va dal basso verso l’alto e da destra verso
sinistra.

La rastrelliera di cablaggio utente da 16 manicotti, deve essere utilizzata:


• sul lato A, per le attestazioni dei cavi/cavetti di cablaggio utente, con un
criterio di numerazione che va da destra verso sinistra e dal basso verso
l’alto;
• sul lato B, per le attestazioni delle fibre di uscita degli splitter secondari e
per eventuali fibre di rete secondaria per collegamenti punto-punto, secondo un
criterio di numerazione che va da sinistra verso destra e dal basso verso
l’alto.
Le posizioni dedicate allo splitter TIM vanno da 1 a 8, mentre quelle dedicate a
Fastweb vanno da 9 a 16.

Si allega un esempio di numerazione della rastrelliera lato B (splitter):

alto
TIM Fastweb
2 4 6 8 9 10 11 12 13 14 15 16
1 3 5 7

Sx Dx

Figura 12 – Esempio di numerazione della rastrelliera B per il ROE da 16 U.I.


6

Le modalità di installazione di dettaglio relative ai prodotti dei vari Fornitori


sono descritte nel documento specifico fornito a corredo del prodotto. Di seguito si
descrivono comunque le operazioni principali da effettuare sul ROE al momento della
sua installazione e nelle fasi successive di gestione:

• Predisposizione delle infrastrutture di collegamento tra la chiostrina rame


esistente e il ROE nel caso di installazione interna
• Terminazione e attestazione del cavo di rete
• Sistemazione degli splitter ottici
• Gestione delle fibre all’interno del ROE

Nel caso di posa esterna su palo il ROE deve essere generalmente installato ad una
altezza (circa 1,5 m) tale da consentire in modo agevole le operazioni di
installazione, delivery ed esercizio dell’impianto.

Nel caso di posa nella colonnina ibrida (S.T. 952) sono previste due configurazioni:

• Nuova installazione della colonnina ibrida: l’installazione del ROE deve essere
eseguita nella parte inferiore in quanto nella parte superiore è prevista
l’installazione della terminazione rame;
• Sostituzione delle vecchie terminazioni rame con la colonnina ibrida:
l’installazione del ROE deve essere eseguita nella parte superiore in quanto la
terminazione rame esistente sarà sistemata nella parte inferiore.

Nel caso di installazione interna occorre predisporre delle infrastrutture di


collegamento tra l’armadietto della rete rame esistente ed il ROE, sia per quanto
riguarda l’eventuale punto di arrivo del cavo di rete sia per quanto riguarda
l’intercettazione della colonna montante per l’installazione dei raccordi ottici
verso il cliente.
Le infrastrutture di raccordo per il cavo di rete e quelle per l’intercettazione
della colonna montante devono essere separate. Tali infrastrutture possono essere
costituite da tubi predisposti sotto traccia o infrastrutture esterne (tubi
corrugati, canalette, ecc.).
Il cavo di rete può non transitare nell’armadietto rete rame, in tal caso sarà
predisposta una infrastruttura dedicata per il collegamento diretto al ROE (imbocco
dedicato al cavo di rete).
L’intercettazione della colonna montante può essere eseguita sia a valle
dell’armadietto della rete rame esistente, nelle scatole di derivazione (soluzione
prioritaria) sia all’interno di esso, in funzione del punto di posizionamento del
ROE.
6

Quando è installato internamente, il ROE deve essere posizionato, quanto più


possibile, nelle immediate vicinanze della colonna montante; quando è installato
esternamente, deve essere posizionato nelle immediate vicinanze della risalita
verticale dei raccordi cavi in rame.

Dopo essere stato inserito nel ROE, utilizzando lo specifico imbocco circolare, il
minicavo di rete terminale da 24 fibre deve essere sguainato in modo da poter
accedere ai tubetti al suo interno e deve essere attestato al ROE secondo i criteri
descritti nel documento specifico fornito a corredo del prodotto.

Tutte le fibre devono essere estratte dai tubetti e alloggiate negli appositi moduli
di giunzione, seguendo i criteri riportati nei parr. 3.2.2 e 3.3.2 a seconda del tipo
di ROE.

Nel caso di transito del cavo, in cui parte delle fibre del minicavo di rete (cavo
fino a 96 f.o.) devono proseguire verso un altro ROE, deve essere utilizzato
l’imbocco ovale.

Le operazioni di preparazione del cavo di rete per l’utilizzo nell’imbocco ovale sono
le seguenti:
• Praticare un primo sguaino sul cavo continuo fino ad individuare un punto
intermedio di inversione della rotazione dei tubetti presenti nei cavi SZ.
• Dal punto di inversione individuato procedere nello sguaino del cavo in entrambe
le direzioni, per un totale di minimo 4m (lunghezza “L”), fino a raggiungere su
entrambi i lati un ulteriore punto di inversione.
• Preparare il cavo secondo le misure indicate in Fig. 13.

4m

Guaina Guaina

10 mm 10 mm
80 mm 80 mm

Figura 13 – Dimensioni di sguainatura del cavo di rete

Nella fase di sguainatura e attestazione del cavo di rete nel ROE, nel caso di
minicavo con elemento centrale metallico, lo stesso deve essere attestato e lasciato
flottante, avendo l’accortezza di isolarlo elettricamente (es. con nastro isolante o
cappuccio termorestringente, ecc.).
6

Solo le fibre attive del cavo di rete, utilizzate per la fornitura del servizio al
cliente, devono essere terminate con semibretella (mediante giunto a fusione
alloggiato nel modulo di giunzione) ed attestate sul lato A della rastrelliera di
rete secondaria, secondo i criteri di riempimento riportati nei parr. 3.2.1.1,
3.3.1.1, 3.4.1.1 e 3.5.1.1.
Le prime posizioni sono dedicate alle fibre destinate ad alimentare l’ingresso degli
splitter secondari. Le posizioni seguenti (crescendo) devono essere utilizzate per i
collegamenti punto-punto, mentre le posizioni dall’ultima in giù sono da utilizzare
per le fibre di rete destinate agli altri operatori.
Nel caso di ROE modulare compatto la rastrelliera di rete secondaria è suddivisa in
due zone separate.

Gli splitter secondari devono essere inseriti negli alloggiamenti dedicati con un
criterio di occupazione e gestione dei percorsi delle fibre di ingresso e di uscita
descritti nel documento specifico fornito a corredo del prodotto.

Per consentire il funzionamento del sistema di monitoraggio Diogene deve essere


installato un filtro riflettore (NMU 773392) a S.T. 2006.
Il filtro riflettore deve essere installato su una delle 8 uscite dello splitter
secondario, interposto sul lato B della rastrelliera cablaggio utente (vedi Fig. 14).

Figura 14 – Posizionamento del filtro riflettore


6

Il convogliamento delle fibre e delle relative ricchezze, all’interno del ROE, deve
seguire i percorsi previsti, descritti nel documento specifico fornito a corredo del
prodotto e riguarda:

• le semibretelle con cui vengono terminate le fibre del cavo di rete secondaria;
• le fibre di ingresso e di uscita degli splitter preconnettorizzati;
• le eventuali bretelle utilizzate per i collegamenti punto-punto e di cessione di
eventuali fibre di rete secondaria verso gli OLO;
• le fibre del cavo/cavetti di collegamento utente.

Per consentire un’immediata identificazione dell’impianto d’appartenenza al ROE


occorre predisporre le seguenti modalità di riconoscimento per ogni elemento che ne
caratterizza la relativa funzione:

• Marcatura del ROE con il logo Flash Fiber


• Targhetta identificativo ROE da apporre esternamente al coperchio del ROE
• Identificazione dei componenti interni al ROE

Una volta effettuata la posa a muro del ROE, sul coperchio di chiusura deve essere
posizionata centralmente un’etichetta adesiva antimanomissione che ne
contraddistingue la proprietà Flash Fiber.

L’etichetta deve avere le dimensioni di 76 x 20 mm, in materiale vinile calandrato


polimerico, con adesivo resistente agli agenti atmosferici, colore del fondo grigio
RAL 7035 e serigrafia del logo FlashFiber di colore Blu RAL 5010 e con le seguenti
caratteristiche:

- Font Calibri in grassetto e tutto maiuscolo;


- Altezza della prima lettera “F” 40;
- Altezza del resto delle lettere della scritta 36;
- I caratteri distanziati tra loro di 5 pt.

Figura 15: Etichetta con logo Flash Fiber (dimensioni in mm)


6

Costituita da un primo supporto utilizzato per la trascrizione delle informazioni


relative al ROE, e da un secondo supporto costituito da una pellicola adesiva
trasparente in PVC a protezione dei dati riportati nel supporto di trascrizione.
Entrambi le etichette saranno realizzate secondo le specifiche tecniche e
dimensionali di seguito riportate:

1) Etichetta di trascrizione

a. Costituita da una base in materiale vinile calandrato polimerico


b. Colore Giallo RAL 1016
c. delle dimensioni pari a mm. 50x40
d. serigrafata su una facciata della stessa etichetta secondo lo schema di seguito
riportato
e. adesiva sull’altra facciata, con adesivo trasparente

Tutte le informazioni devono essere trascritte con un’altezza del carattere pari a 6
mm. ottenuto da stampante, trasferibili o da normografo e pennarello indelebile
resistente ai raggi UV.

Figura 16: Etichetta di trascrizione (dimensioni in mm)

2) Etichetta adesiva di protezione

a. Costituita da una pellicola in materiale vinile calandrato polimerico


antimanomissione
b. delle dimensioni minime pari a mm. 56X46
c. adesiva su una faccia mediante adesivo trasparente acrilico
d. protetta da apposito supporto da rimuovere al momento dell’impiego
e. resistente agli agenti atmosferici e ai raggi UV
6

Figura 17: Etichetta adesiva trasparente (dimensioni in mm)

Esempio di targhetta posata


La posa della targhetta andrà centrata sul coperchio del contenitore al di sopra del
logo Flash Fiber.

Figura 18: Esempio di targhetta per ROE


Legenda
• La prima riga riporta il codice che indentifica la centrale (es: 01102S)
• La seconda riga riporta il numero del CNO di attestazione della rete ottica
(es: 001)
• La terza riga il numero assegnato allo splitter secondario di TIM (es: -S-
00440)
• La quarta riga il numero dello splitter secondario di Fastweb (es: -S- 00441)
6

Nel caso di ROE di maggiore potenzialità le targhette saranno posizionate una di


fianco all’altra.

Figura 19: Esempio di targhetta per Figura 20: Esempio di targhetta per ROE
ROE da 16 UI da 32 UI

Per ROE multioperatore, le targhette saranno posizionate frontalmente al contenitore


per un massimo di 3 targhette adesive.

Sulla fibra di ingresso di ogni splitter, in prossimità del connettore attestato alla
rastrelliera orizzontale, deve essere applicata un’etichetta adesiva del tipo a
bandiera (Flag Label), dove distintamente su ogni singolo lato devono essere
riportate separatamente le informazioni di seguito indicate secondo la linea
tratteggiata di separazione nonché di piegatura:

- -

Figura 21: Etichetta per fibra allo splitter secondario TIM


6

Dove:
• S-0153 identifica lo splitter primario
• u1 identifica la fibra di uscita dello splitter primario
• a1 identifica la fibra del cavo primario che alimenta lo splitter primario TIM

- -
Figura 22: Etichetta per splitter secondario Fastweb

Dove:
• SA-0154 identifica lo splitter primario
• u1 identifica la fibra di uscita dello splitter primario
• 1 identifica la fibra del cavo di raccordo alla rete primaria FASTWEB che
alimenta lo splitter primario FASTWEB

Stessa modalità descritta al precedente punto 3.7.3.1, sarà applicata per


identificare le fibre in uscita dal manicotto verso lo splitter secondario con
l’eccezione di riportare la descrizione su un unico lato della targhetta, in quanto
lo spazio è sufficiente a contenere l’informazione.

Di seguito un esempio di trascrizione:

Figura 23: Etichetta per fibra allo splitter secondario TIM


Dove:

• S – 440 identifica lo splitter secondario


6

All’interno del ROE devono essere identificati i connettori SC-APC relativi alle
fibre di ingresso ed uscita che alimentano gli splitter secondari nonché le relative
morsettiere di attestazione delle fibre verticali; apposite targhette e
anellatura/nastratura colorata ne identificano le informazioni del singolo operatore,
attraverso i colori Rosso per TIM e Giallo per Fastweb permettendo, così, la
discriminazione del singolo collegamento.
La presenza di più anelli, oltre il primo, posti di seguito sulle fibre in arrivo
dallo splitter primario, permetteranno di individuare lo splitter secondario ad esso
associato.
Le targhette poste ai connettori consentiranno di:
• Individuare la fibra proveniente dallo splitter primario (vedi § 3.7.3.1 e
fig.23)
• Associare alla fibra uscente dal manicotto dello splitter primario lo splitter
secondario di competenza (fig.23)
• Distinguere alla morsettiera le fibre terminate dei singoli operatori secondo
lo standard dei colori sopra descritto (Fig.23).

Figura 24: Esempio di identificazione ai connettori ingresso splitter e


attestazione fibre lato morsettiera cliente
6

Caratteristiche generali della targhetta

Costituita da un supporto in materiale PVC rispondente ai seguenti requisiti


tecnici/dimensionali di seguito riportati:

1) Costituita da una base in materiale PVC autoestinguente


2) Colore Giallo RAL 1016 o Rosso RAL 3020 a seconda dell’operatore
3) Dell’altezza massima pari a mm. 8
4) Adesiva su un lato del nastro stesso

Per quanto riguarda gli anelli colorati di segnalazione, possono essere utilizzati
dai tubetti in PVC spaccati con diametro foro max 3mm. e lunghezza max 5mm., fino ai
tipi commerciali impiegati per la segnalazione conduttori nei cablaggi elettrici.

Identificazione degli splitter secondari internamente al ROE

Per l’identificazione degli splitter secondari di ciascun operatore all’interno del


ROE deve essere seguita la stessa modalità individuata al punto 3.7.3.2, attraverso
la posa di anellini spaccati colorati o nastrino colorato, con la stessa codifica
precedentemente descritta (Rosso per TIM e Giallo per Fastweb).
Nel caso di presenza di più splitter secondari, per ogni singolo operatore si deve
procedere replicando ciò che è stato descritto al punto 3.7.3.2 inserendo, oltre al
primo, più anelli o fascette identificative.

Figura 25: Esempio di identificazione operatore al ROE e sequenza di uno o più


splitter secondario

N.B.
In alternativa a quanto riportato nei capitoli 3.7.3.1 e 3.7.3.2, possono essere
impiegate targhette, di pari caratteristiche tecniche funzionali, che riportano le
suddette informazioni su un solo lato ma con dimensioni massime accettate pari a
30mm. X 10 mm.
6

Caratteristiche generali delle targhette d’identificazione

Costituita da un primo supporto utilizzato per la trascrizione delle informazioni, ed


un secondo realizzato da una pellicola adesiva trasparente in PVC a protezione dei
dati riportati nel supporto di trascrizione.
Entrambi le etichette devono rispondere ai seguenti requisiti tecnici/dimensionali
che di seguito vengono riportati:

Etichetta di trascrizione
1) Costituita da una base in materiale vinile calandrato polimerico
2) Colore Giallo RAL 1016
3) delle dimensioni pari a mm. 40 x 10
4) Serigrafata o scritta su una facciata della stessa etichetta secondo le
indicazioni sopra riportate
5) Sull’altra facciata adesiva in modo permanente, con adesivo trasparente
acrilico

Etichetta adesiva
1) Costituita da una pellicola in materiale vinile calandrato polimerico
2) delle dimensioni pari a mm. 45 x 15
3) adesiva su una faccia con adesivo trasparente acrilico
4) protetta da apposito supporto da rimuovere al momento dell’impiego
5) resistente agli agenti atmosferici e ai raggi UV

N.B. Tutte le informazioni devono essere trascritte con carattere H6 mm. impiegando
una stampa, trasferibili o pennarello indelebile.

Una volta terminata la installazione a muro della terminazione ottica, sul coperchio
di chiusura deve essere posizionata centralmente un’etichetta adesiva
antimanomissione che ne contraddistingue la proprietà Flash Fiber.
L’etichetta deve avere le dimensioni di 42 x 9 mm, in materiale vinile calandrato
polimerico, con adesivo resistente ad eventuale asportazione accidentale, colore del
fondo Bianco e serigrafia del logo FlashFiber di colore Blu RAL 5010 e con le
seguenti caratteristiche:
- Font Calibri in grassetto e tutto maiuscolo;
- Altezza della prima lettera “F” 28;
- Altezza del resto delle lettere della scritta 22;

42

9
Figura 26: Etichetta con logo Flash Fiber (dimensioni in mm)
6

I collegamenti di utente predisposti mediante posa di cavetti ottici singoli, devono


essere identificati con apposite targhette plastificate, di dimensioni opportune, del
tipo a bandiera (Flag Label).

Tali etichette devono essere apposte all’interno del ROE sul cavetto in prossimità
della rastrelliera di cablaggio utente. La marcatura deve essere realizzata su
campo/supporto giallo e deve riportare il numero del piano e dell’interno dell’unità
immobiliare collegata come riportato di seguito.

P3 – INT8

Figura 27: etichetta per identificazione del collegamento utente

Contestualmente all’apposizione delle targhette adesive previste a secondo delle


componenti precedenti descritte, devono essere installati all’interno dei singoli ROE
dei dispositivi TAG di tipo RFID, secondo le indicazioni riportate nel documento
“Criteri di installazione dei Tag RFID sugli elementi di rete di distribuzione ottica
per la rete FTTH” NTOAEAN005178R02 - Rev. 2 - 21/06/2016 redatto da TIM.
6

Per raccordo ottico si intende il collegamento che va dal ROE alla borchia. Esso può
essere realizzato in un contesto residenziale di case sparse (aree a bassa densità
abitativa), piuttosto che all’interno o all’esterno di edifici multipiano (aree ad
alta densità).
Per la realizzazione del raccordo ottico, solo nel caso di richiesta del servizio da
parte dell’utente, possono essere utilizzate tre diverse tipologie di cavi:

• cavetto singolo per posa interna (S.T. 934) da posare nelle colonne montanti
degli edifici;
• cavetto singolo universale (S.T. 934) adatto alla posa esterna su facciata di
edificio, aerea autoportante in aree a bassa densità, con utilizzo del solo
modulo interno per la posa in tubi predisposti negli edifici;
• cavo multifibra (S.T. 929) per posa all’interno delle colonne montanti degli
edifici, unitamente a cavetti singoli per interni per la realizzazione degli
sbracci ai pianerottoli.

Per la realizzazione del raccordo ottico, solo a valle di richiesta del servizio da
parte dell’utente, possono essere realizzati due tipi di posa:
- con cavetto singolo da interno (NMU 721143), da posare nei tubi o nei
condotti messi a disposizione dal condominio per la risalita verticale
- con cavetto universale (NMU 773219), nel caso di posa esterna a facciata,
aera autoportante o mista esterna/interna.

Prima di iniziare la posa del cavetto è necessario ispezionare il percorso dal ROE
fino all’imbocco della risalita verticale ed aprire le scatole di derivazione ai
piani dello stabile, in modo da poter valutare visivamente eventuali punti di
criticità.
L’installazione sarà preferibilmente eseguita nelle tubazioni TLC già occupate dai
doppini in rame, ma può anche essere fatta in altre tubazioni disponibili (per quelle
elettriche solo se si è muniti di apposita formazione ad autorizzazione ad operare su
questo tipo di impianti).
Se l’installazione prevede il passaggio in tubazioni molto congestionate e tortuose è
preferibile, per non danneggiare il cavetto e la fibra, eseguire l’installazione in
fasi successive, senza coinvolgere troppi piani dell’edificio (la tratta sotto tiro
non deve superare i 12-15 m). Occorre anche avere cura che il cavetto non resti
piegato con curvature troppo strette per evitare incrementi di attenuazione o il
danneggiamento/rottura della fibra.

Il cavetto è costituito da una singola fibra e deve essere posato, tra il ROE e la
borchia d’utente, senza giunzioni intermedie (vedi Fig. 28).
6

Fibra ottica G.657.A2 da 250 µm

Rivestimento tight 350 µm (opzionale)


opzionaleopzionale
Filati aramidici

Guaina interna 900 µm

Filati aramidici

Guaina esterna CPR classe Cca

Figura 28 – Schema del cavetto singolo per posa interna (diametro 2,6 mm)
(NMU 721143)

La lunghezza del cavetto va valutata in fase iniziale per coprire l’intero percorso
tra ROE e borchia, tenendo conto anche dei cablaggi e delle ricchezze al loro
interno.

Il cavetto deve essere terminato sul ROE e alla borchia, rimuovendo la guaina esterna
ed il kevlar fino al modulo da 900 µm.
La guaina esterna deve essere tolta, incidendola con pinze di diametro opportuno e
sfilando i tubetti creatisi per lunghezze di circa 5 mm per volta, tagliando man mano
il kevlar interno. Sul modulo da 900 µm ottenuto deve essere montato il connettore
montabile in campo SC/APC (colore verde), di tipo a fusione o meccanico (per il
connettore meccanico occorre seguire in maniera precisa le istruzioni fornite dal
costruttore per quanto riguarda lunghezza della fibra da pulire e taglio).
Analogamente, nella borchia d’utente, il modulo da 900 µm interno al cavetto può
essere terminato con un connettore montabile in campo SC/APC (colore verde) di tipo a
fusione o meccanico, o giuntato a fusione con una semibretella da 900 µm terminata
SC/APC.
Sia nel ROE che nella borchia quindi lo smaltimento delle lunghezze, la
connettorizzazione o la giunzione vanno eseguite sul modulo da 900 micron interno al
cavetto monofibra. Lo smaltimento ed il posizionamento dei connettori devono essere
realizzate come descritto nel documento specifico di cablaggio fornito a corredo del
prodotto.

Nel caso in cui, per l’ingresso nell’appartamento, non sia possibile utilizzare le
tubazioni esistenti per il rame o per i cavi elettrici (sature, interrotte), o esse
non siano presenti, sarà possibile prevedere la posa del cavetto a muro fino alla
borchia (sul battiscopa ad esempio), utilizzando soluzioni di incollaggio con colla a
caldo o posa in canaline adesive.
6

Figura 29 - Esempio di cablaggio con cavetto singolo da interno

Quando il collegamento di utente preveda percorsi sia all’esterno dell’edificio


(ultima tratta di palificazione, facciata) che all’interno (parte di colonna
montante, appartamento), la posa, da realizzare solo nel caso di richiesta del
servizio da parte dell’utente, deve essere eseguita dal ROE alla borchia di utente
con un cavetto singolo universale, rispettando i seguenti criteri:
• seguire per quanto possibile gli stessi percorsi del cavetto in rame in esterno;
• utilizzare le eventuali infrastrutture esistenti esternamente all’edificio (es.
canaline) fino alla saturazione;
• realizzare la nuova eventuale infrastruttura di contenimento dei cavetti
parallelamente a quella esistente della rete in rame utilizzando gli stessi
materiali;
• utilizzare le tubazioni esistenti (TLC, impianto di antenna, elettriche) laddove
disponibili.

Cavetto tondo
in rame
Cavetto singolo
in fibra

ROE
esterno

Cassetta di
distribuzione
esterna

Cavo di rete

Figura 30 - Esempio di cablaggio dell’edificio in fibra in esterno in parallelo a quello in rame


6

Il cavetto universale è costituito da una singola fibra e deve essere posato, dal ROE
alla borchia d’utente, senza giunzioni intermedie (vedi Fig. 31).

Fibra ottica 250 µm

Rivestimento tight (opzionale)

Filati aramidici

Guaina interna 900 µm

Filati aramidici

Guaina esterna avorio (2,6 mm) CPR classe Cca

Filati aramidici

Guaina esterna grigio resistente agli UV

Figura 31 – Schema del cavetto singolo universale (diametro 4,5 mm) (NMU 773219)

Nei percorsi in esterno, il cavetto universale può essere impiegato:


• su facciata con posa diretta, in sospensione o, in casi particolari, su fune;
• su palificazione con posa in sospensione o su fune;
• in tubazione (es. collegamento ROE in colonnina).

Nei percorsi in interno dovrà essere impiegata la sola parte interna del cavetto
universale, da 2,6 mm, dopo aver opportunamente rimosso la guaina esterna e il kevlar
per la distanza necessaria alla posa interna:
• nelle tubazioni disponibili
• a muro con colla a caldo o posa con canaline adesive

Nella realizzazione delle parti di impianto all’interno dell’edificio si faccia


riferimento al Paragrafo 4.1.1.
All’esterno degli edifici devono essere osservate tutte le norme riportate nel Norma
Tecnica n. 1 [rif. 3] e in generale le regole di seguito riportate:
• la parte orizzontale del tracciato, esclusi i tratti di passaggio tra un
edificio e l'altro, si deve sviluppare ad un'altezza di norma compresa tra i 3
ed i 5 metri, mentre quella verticale non deve superare comunque i 10 metri di
altezza.
6

• nei casi eccezionali in cui il tracciato del cavetto risulti accessibile con il
semplice sporgere della mano, a causa dell'altezza da terra inferiore a 3 metri
o per la minima distanza da balconi, finestre, terrazze ecc., il cavetto deve
essere adeguatamente protetto con canaletta unificata oppure con altro materiale
con analoghe caratteristiche meccaniche.
• deve essere valutata la possibilità di posare il nuovo cavetto nella canaletta o
altro materiale già esistente
• il raggio di curvatura del cavetto non deve mai essere inferiore a 2 cm e non è
ammessa l'infissione di chiodi in corrispondenza della curvatura del cavetto per
cui i chiodi a piastrina devono essere posti al termine dei tratti rettilinei.
• nel superamento di spigoli, cornici, fasce marcapiano, ecc. il cavetto, deve
essere posato evitando brusche piegature.

Nel punto in cui il cavo entrerà all’interno dell’edificio o dell’appartamento, la


guaina esterna andrà rimossa e l’installazione interna dovrà essere eseguita o
installando il cavetto di diametro 2,6 mm che rimane dopo la rimozione della guaina
esterna in tubazione o, nel caso in cui non sia possibile utilizzare le tubazioni
(sature, interrotte) o esse non siano presenti, prevedendo la posa del cavetto da 2,6
mm a muro (sul battiscopa ad esempio) fino alla borchia, utilizzando soluzioni di
incollaggio con colla a caldo o posa in canaline adesive.
La guaina esterna del cavo universale deve essere rimossa utilizzando il kevlar come
cordino taglia-guaina.
Nei paragrafi seguenti vengono riportate le modalità di posa per l’esterno.

Per quanto concerne la posa a muro dei cavetti, si deve procedere limitando l’impatto
esterno sulle facciate degli stessi, seguendo, possibilmente, il tracciato di
filature esterne esistenti con la posa di nuovi fissaggi dedicati.

La realizzazione della nuova infrastruttura, deve, per quanto possibile, avere


tracciato parallelo a quella esistente e il fissaggio a muro del cavetto deve essere
realizzato usando chiodi a piastrina in ragione di 5 per metro (vedi Figura 32).

Il tipo di chiodo a piastrina da utilizzare è subordinato al numero di cavetti da


sostenere lungo il tracciato o che si prevede possano essere posati successivamente.

Figura 32 – Cavetto fissato con chiodi a piastrina


6

Lungo il tracciato i cavetti non devono essere tra loro accavallati (vedi Figura 33;
eventuali ed inevitabili accavallamenti è preferibile che vengano posizionati in
uscita dal ROE.

Figura 33 – Posizione dei cavetti e delle piastrine lungo il tracciato e in


prossimità del ROE

In tabella 1 sono descritti i criteri di utilizzo dei chiodi a piastrina ed il numero


massimo di cavetti abbinabili in base alla tipologia del materiale.

Dimensioni Numero max.


NMU Impiego
chiodo (mm) cavetti f.o.
020461 15 Per cemento 3
020479 15 Per cemento 6
020495 20 Per esterno 3
020503 25 Per esterno 6
020511 25 Per esterno 9
020529 30 Per esterno 12

Tabella 1: Caratteristiche del chiodo a piastrina e numero di cavetti abbinabili

Nel caso in cui si debba posare il cavetto tra due edifici, di norma, si può
ricorrere alla posa in sospensione a meno che non si attraversi strade o altre opere.
In tal caso, si deve ricorrere alla posa su fune portante.
6

Nella posa in sospensione tra edifici (vedi Figura 34) il cavetto deve essere
direttamente amarrato, ai due lati, ad un occhio reggifune unificato (NMU 02069.3)
per mezzo dell'apposito supporto autostringente a due vie (NMU 20390.1). Non possono
essere amarrati ad un occhio reggifune unificato più di due supporti autostringenti
(vedi Figura 34).

Qualora sullo stesso amarro debbano essere posati più di due supporti nella stessa
direzione si deve ricorrere alla posa della fune.
Nella posa del cavetto ottico in sospensione tra due edifici devono essere rispettate
le tabelle di tesatura allegate (vedi Tabella 5 e Tabella 6) in relazione alle zone a
clima mite ed alle zone a clima rigido.
La lunghezza massima della campata per la posa di cavetti nelle due differenti zone
è, rispettivamente, 50 e 40 metri.

Figura 34 – Posa in sospensione tra edifici

Per l'accesso del cavetto all'interno del fabbricato deve essere utilizzato se
disponibile il foro d'imbocco del cavetto in rame.
Nel caso di foro inutilizzabile il nuovo foro deve essere realizzato con una leggera
pendenza in basso verso l'esterno e deve avere un diametro di dimensioni idonee a
contenere un tubo di protezione per il passaggio del cavetto; il tubo deve essere
fissato con malta e sigillato alle due estremità con silicone o simili (vedi Figura
35).

Figura 35 – Foro di imbocco all’edificio


6

Quando non è possibile l'infissione di chiodi a piastrina a causa della forte


compattezza delle strutture murarie, per la presenza di muri fatiscenti o di
rivestimenti di particolare pregio, si deve far uso della posa su fune.
La posa dei nuovi cavetti in fibra su fune di acciaio da 6 mm deve essere eseguita
con i seguenti criteri:

• in presenza di fune esistente satura (cavetti rame e fibra), occorre posare i


cavetti su di una nuova fune;
• in presenza di fune esistente non satura, il cavetto deve essere posato in
abbinamento ai cavetti in rame o fibra già presenti fino alla saturazione.

Per le modalità di posa della fune e dei relativi accessori valgono tutte le norme e
prescrizioni relative alla posa di cavi su fune riportate nella Norma Tecnica n°6
[rif. 2].

Nel caso di posa su fune a muro, il cavetto in fibra deve essere fissato alla fune
mediante fascette reggicavetto (NMU 02058.6) o fascette antioscillanti (NMU 02077.6)
in ragione di 5 per metro (vedi Figura 36).

Figura 36 – Cavetto fissato su fune con fascette

Nelle Tabelle 2 e 3 sono descritti i criteri di utilizzo delle fascette reggicavetto


ed il numero massimo di cavetti abbinabili in base alla tipologia del materiale.

NMU Lunghezza (mm) Numero max. cavetti f.o.


020586 50 3 - 6
029594 86,5 9 - 12

Tabella 2: Caratteristiche della fascetta reggicavetto e numero di cavetti abbinabili


6

NMU Fascetta tipo Numero max. cavetti f.o.


020776 0,50-145 Zn 6 - 12

Tabella 3: Caratteristiche della fascetta antioscillante e numero di cavetti


abbinabili

Tabella 4: Caratteristiche della fascetta ad innesto rapido e numero di cavetti


abbinabili

I passaggi da muro a fune e viceversa devono essere eseguiti in modo che il cavetto
risulti ancorato con doppia fascetta sulla fune e doppi chiodi a piastrina su muro.
Nel tratto di transizione il cavetto deve essere lasciato in leggera lentezza in modo
da realizzare un’ansa di circa 15 cm tra muro e fune (vedi Figura 37).

Figura 37 – Posa su fune a muro


6

Nel fissaggio del cavetto su fune, in corrispondenza dei ferri di sostegno, ferri di
amarro, capicorda ecc., deve essere lasciata un'ansa di circa 30 cm posando doppie
fascette ai due lati del l'appoggio (vedi Figura 38).

Figura 38 – Superamento di ferri di sostegno

Nel passaggio tra un edificio e l'altro, invece, devono essere usate le "Fascette a
cavalletta" che permettono di eseguire l'attraversamento senza appoggiare la scala
alla fune (vedi Norma Tecnica n°6 – [rif. 4]). La fascetta da utilizzare per uno o
più cavetti su fune è quella di "Tipo 2" (NMU 09864.0).

La posa promiscua, sulla stessa fune di più cavetti, eseguita in contemporanea o in


tempi diversi, prevede le seguenti operazioni:
• apertura della fascetta esistente;
• predisposizione di uno o più cavetti aggiuntivi;
• nuova chiusura della fascetta.

Anche in questo caso la posa deve avvenire evitando accavallamenti tra i cavetti
facendo sì che gli stessi risultino sorretti da un’unica fascetta.

Per la posa da uno a quattro cavetti è possibile effettuare il fissaggio mediante il


sistema della "cavalletta agganciata". Tale sistema consiste, a differenza di quello
con fascette a cavalletta in cui le fascette vengono agganciate, fatte scorrere lungo
il cavo ed abbattute dal successivo passaggio della macchinetta, nel far scorrere la
fettuccia dopo che l'operatore ha provveduto ad agganciare la fascetta e ad abbattere
a mano la cavalletta sulla fune. Le cavallette così chiuse rimangono comunque libere
di scorrere sulla fune quando la fettuccia porta fascette viene fatta avanzare; per
cui la macchinetta viene impiegata solo per il traino della fettuccia stessa (Vedi
Figura 39).
6

Figura 39 – Esempio di posa cavalletta agganciata

Nella posa di soli cavetti non abbinati a cavo, ai due estremi dell'attraversamento,
i cavetti e la fettuccia porta fascette devono essere resi solidali con la fune
mediante la posa di due fascette reggicavetto (NMU 02058.6) o fascette antioscillanti
(NMU 02077.6) distanti tra loro circa 5 cm (vedi Figura 40).

Figura 40 – Esempio di posa cavetti non abbinati

Nella posa su fune occorre evitare gli accavallamenti tra cavetti.

Per l’abbinamento sulla stessa fune di uno o più cavetti a cavi esistenti si deve
fare uso di fascette a cavalletta di dimensioni idonee a sostenere sia il cavo che i
cavetti (vedi Norma Tecnica n°6 – [rif. 2]), operando in modo da evitare
accavallamenti e far sì che i cavetti risultino posizionati tra il cavo e la fune
(vedi Figura 41).
6

Figura 41 – Esempio posa abbinata cavo/cavetti f.o.

In Tabella 5 sono descritti i criteri di utilizzo delle fascette a cavalletta ed il


numero massimo di cavetti abbinabili in base alla tipologia del materiale.

NMU Fascetta tipo Numero max. cavetti f.o.


098640 2 (14-24 mm) 9

Tabella 5: Caratteristiche della fascetta a cavalletta e numero di cavetti abbinabili

Le modalità sopra descritte devono essere applicate anche per abbinamenti successivi
al primo.
6

Nel caso di posa su palificazione, è sempre preferibile adottare la tecnica di posa


in sospensione anche se la fune portante è esistente. Fanno eccezione i casi di
seguito elencati, per cui è necessario provvedere alla posa della fune se
inesistente, ovvero utilizzare quella esistente:

- nelle interferenze con altri servizi (attraversamenti di strade, autostrade,


corsi d'acqua ecc.) nel rispetto della Norma Tecnica n°4 [rif. 3];
- in fase di posa del terzo cavetto nella tratta compresa tra il palo con
distributore e l’edificio.

Le palificazioni per la posa del cavetto ottico devono essere realizzate rispettando
le prescrizioni riportate nella Norma Tecnica n°3 [rif. 2]; nel caso in cui la
palificazione da costruire si debba estendere per una lunghezza considerevole,
occorre valutare l'opportunità di realizzarla con i criteri idonei alla futura posa
di cavi. Nel caso in cui si debbano posare cavetti su tratte di palificazione
esistente con fune portante cavo, i cavetti devono essere posizionati, di norma, al
di sotto di esso.

Nella posa in sospensione su palificazione devono essere rispettate le tabelle di


tesatura allegate (Tabella 6 e Tabella 7) relative alla posa di cavetti in zone a
clima mite ed in zone a clima rigido.

La lunghezza massima della campata per la posa di cavetti nelle due differenti zone
è, rispettivamente, 50 e 40 metri.
Le tabelle di tesatura forniscono i seguenti dati:
- il tiro di posa alle varie temperature;
- le corrispondenti frecce di posa.

In assenza di interferenze con altri servizi, di norma, Il franco da terra in


condizione di freccia massima non deve essere inferiore ai 5 m sul piano di campagna.
A tal proposito deve essere tenuto presente che:
- per le zone a clima mite la freccia massima da prendere in considerazione è
quella prevista per la posa a 55° C in relazione alla lunghezza della campata.
6

ZONA A CLIMA MITE

Tiro
Tiro finale
Tiro
iniziale Freccia (kg) Freccia Freccia
Campata finale (kg)
(kg) (cm) [Ta=-5°C (cm) (cm)
[Ta=55°C]
[Ta=25°C] + 100
km/h]

35 20 19 47 64 18 22
40 20 25 50 78 18 28
45 20 32 53 93 18 35
50 20 39 56 108 18 43

35 25 15 50 60 22 17
40 25 20 53 73 22 22
45 25 25 56 88 22 28
50 25 31 59 103 23 35

Tabella 6: Caratteristiche di tesatura in Zona A clima mite

ZONA A CLIMA RIGIDO

Tiro
finale (kg)
Tiro
[Ta=-20°C Tiro finale
iniziale Freccia Freccia Freccia
Campata + (kg)
(kg) (cm) (cm) (cm)
ghiaccio [Ta=40°C]
[Ta=10°C]
+ 50
km/h]

35 20 19 68 86 18 22
40 20 25 74 104 18 28
45 20 32 79 123 18 35
50 20 39 83 143 18 43

35 25 15 71 83 22 17
40 25 20 76 100 22 22
45 25 25 81 119 22 28
50 25 31 86 139 23 35

Tabella 7: Caratteristiche di tesatura in Zona A clima rigido

Nelle campate di lunghezza maggiore di quella massima, il cavetto deve essere posato
su fune.
Per il semplice appoggio, il cavetto deve essere fissato al palo utilizzando il
gancio reggifune a riccio (NMU 02074.3) e la fibbia reggicavetto (NMU 19606.3) come
riportato in Figura 42; su ciascun gancio possono essere fissate al massimo due
fibbie reggicavetto.
6

Figura 42 – Esempio appoggio semplice per cavetto

Per l'amarro si deve fare uso del perno filettato (NMU 02061.0) e dei supporti
autostringenti a due vie (NMU 20390.1). Su ciascun perno unificato si devono posare
non più di due supporti autostringenti.

Nell'esecuzione di un amarro (vedi Figura 43) è necessario operare in modo che siano
evitati gli accavallamenti (in campata o nell’ansa tra i due ganci autostringenti)
tra i cavetti presenti o di futura posa.

Figura 43 – Esempio di amarro

L'amarro deve essere eseguito anche in tutti i cambi di direzione maggiori di 20° e,
in ogni caso, in corrispondenza dei punti di giunzione del singolo raccordo (vedi
§4.1.2.3.1); in zone particolarmente ventose questi intervalli possono essere anche
sensibilmente ridotti fino ad un amarro per palo.
Se il cambio di direzione è superiore a 20°, l'amarro delle due tratte di cavetto
contigue deve essere eseguito su due perni filettati distinti (vedi Figura 44).
6

Figura 44 – Esempio di amarro

In corrispondenza degli amarri capolinea e/o di vertice si deve sempre fare uso di
opportuni tiranti o contropali.
Quando si deve ricorrere alla posa su fune portante, valgono tutte le norme e
prescrizioni relative alla posa di cavi su fune riportate nella Norma Tecnica n°6
[rif. 2]. Gli accessori previsti per questo tipo di posa (collari di amarro, morsetti
serrafune, fune di acciaio, ganci a vite reggifune, fascette a cavalletta) sono gli
stessi impiegati per la posa dei cavi su palificazione.

Le modalità di posa di cavetti singoli o di cavetti abbinati a cavi esistenti sono le


stesse riportate al §4.1.2.2.2 e al §4.1.2.2.3.

L’esecuzione del giunto sul cavetto singolo di utente del raccordo aereo è consentita
solo nel caso di fine pezzatura (250 metri). Nel caso di manutenzione di una singola
tratta deve essere sostituita l’intera pezzatura (250 metri); non sono ammessi giunti
intermedi.
Nella posa del cavetto ottico si deve operare limitando il più possibile il numero
delle giunzioni in modo tale che, a posa ultimata, non risulti più di un giunto ogni
250 metri circa di raccordo. Le pezzature inferiori a detta misura devono essere
utilizzate in impianti di lunghezza tale da non richiedere giunti.
Nel caso di raccordi su palificazione, per motivi di resistenza meccanica la
giunzione non può essere effettuata in campata, bensì su palo ad un'altezza di circa
3 m dal suolo (vedi Figura 45).
6

Figura 45 – Esempio di giunzione di due tratte di cavetto singolo

La discesa del cavetto deve essere protetta con canaletta di vetroresina, di norma da
46 mm, chiusa alle due estremità tramite l’apposito cappellotto. All'uscita dalla
canaletta occorre prevedere, per ogni cavetto, una scorta di circa 90 cm, per
consentire la formazione di una spira di 25÷30 cm di diametro sulla sommità della
quale deve essere posizionato il giunto.
La giunzione sotterranea può essere realizzata solo in pozzetto di manovra lasciando
una ricchezza di cavetto di circa 1÷1,5 m.
Per l'esecuzione della giunzione sia aerea che sotterranea occorre utilizzare il
giunto meccanico o a fusione.
Il giunto dovrà essere protetto, e contenuto entro un apposito contenitore (in via di
definizione).
6

Figura 46 – Esempio di scatola di giunzione

In fase di costruzione degli impianti d’utente possono verificarsi casi di


interferenze con opere o servizi. In tali casi, fermo restando che deve essere sempre
evitato il contatto con cavi e cavetti utilizzati per il trasporto di energia
elettrica, è necessario rispettare le disposizioni riportate nella Norma Tecnica n°4
[rif. 2] la quale fornisce un supporto di carattere teorico-pratico per superare in
maniera corretta situazioni impiantistiche quali:

• interferenze meccaniche (attraversamenti e parallelismi) ed elettriche


(induttive, galvaniche, capacitive) fra elettrodotti e linee di TLC, con
definizione dei criteri generali di protezione delle linee di TLC e delle
modalità di realizzazione in relazione al tipo di posa ed al tipo di materiale
con cui è costruita la stessa linea di TLC;
• interferenza tra linee di TLC ed autostrade, strade, tranvie, funicolari
terrestri, filovie, ferrovie e corsi d'acqua, con definizione delle
disposizioni che devono essere osservate nella costruzione delle linee di TLC
negli attraversamenti e nei parallelismi;
• interferenze tra le linee di TLC e gasdotti, oleodotti ed acquedotti, con
definizione delle disposizioni che devono essere osservate nella costruzione
delle linee di TLC negli attraversamenti e nei parallelismi;
• interferenze su impianti di TLC prodotte da scariche atmosferiche (vedi anche
rif. 9) e dagli accoppiamenti galvanici con i dispersori di terra a servizio di
terzi, con definizione dei criteri generali di protezione delle linee di TLC
dalle azioni perturbatrici esterne di natura elettrica;
• interferenze varie come voli a bassa quota, fenomeni di tipo corrosivo, ecc.,
con definizione dei criteri generali di protezione delle linee di TLC.

Di seguito sono riportati alcuni esempi più ricorrenti di interferenze (vedi Figura
47, Figura 48 e Figura 49).
6

Figura 47 – Esempio di incrocio Figura 48 – Esempio di parallelismo


con Cavo elettrico con cavo elettrico

Figura 49 – Esempio di incrocio con strade statali e provinciali


6

Di seguito sono riportati i materiali (cavi e accessori) e le modalità di


installazione dei raccordi ottici con cavo multifibra.

Il cavo multifibra a S.T. 929 (vedi Figura 50), è costituito da una serie di moduli
rinforzati da 900µm (con fibra G.657A), del tutto identici a quelli usati
all’interno dei cavetti singoli, disposti longitudinalmente ed in maniera lasca
(senza cordatura elicoidale) all’interno di una guaina esterna.

Sono disponibili le seguenti potenzialità:


• 12 FO (NMU 775287) (diametro esterno 6 mm)
• 24 FO (NMU 775396) (diametro esterno 8 mm)

Il cavo multifibra permette di collegare l’utente mediante l’estrazione dei moduli


da 900µm del cavo ai singoli piani, a seguito dell’apertura di una finestra eseguita
nella guaina esterna con un apposito tool calibrato.

Questo tipo di cavo è caratterizzato da un minimo ingombro e da una buona


flessibilità nell’estrazione delle fibre al piano.

I moduli da 900 µm, che costituiscono il cavo multifibra, devono essere


identificabili con un codice colori descritto in Tabella 8.

N° Colore N° Colore
1 Rosso 13 Rosso con anelli neri
2 Verde chiaro 14 Verde chiaro con anelli
neri
3 Giallo 15 Giallo con anelli neri
4 Marrone 16 Marrone con anelli neri
5 Blu 17 Blu con anelli neri
6 Viola 18 Viola con anelli neri
7 Nero 19 Verde scuro con anelli
neri
8 Arancio 20 Arancio con anelli neri
9 Bianco 21 Bianco con anelli neri
10 Turchese 22 Turchese con anelli neri
11 Rosa 23 Rosa con anelli neri
12 Grigio 24 Grigio con anelli neri

Tabella 8 - Codice colori dei cavetti monofibra che compongono il cavo multifibra

Le lunghezze nominali delle pezzature di cavo multifibra devono essere pari a (1000
± 50) m e (500 ± 25) m. Sono anche consentite pezzature da (300 ± 10) m con
soluzioni in scatola nel caso in cui questo agevoli l’installazione.
6

Guaina esterna CPR classe Cca

Figura 50 – Esempio di cavo multifibra

Gli accessori a S.T. 933 da impiegare nel caso di utilizzo del cavo multifibra sono:

• box di piano a protezione della finestra di estrazione e delle giunzioni al


piano;
• alternativamente al box di piano, un sistema costituito da:
- diramatore di piano a protezione della finestra di estrazione del cavo
multifibra;
- diramatore secondario, da usare per la suddivisione in tubetti singola
fibra nel caso di primo tratto orizzontale realizzato con tubetto
multifibra;
- tubetto protettivo multifibra (se la tubazione di piano è comune a più
utenti);
- tubetto protettivo singola fibra (se la tubazione di piano è dedicata al
singolo utente);
- sistema di protezione del giunto tra fibra estratta ed il cavetto singolo
di utente;
• supporto per protezione curvatura sia per cavetti sia per tubetti di
protezione, all’interno di piccole scatole di derivazione o nel caso di posa a
muro.

Per una descrizione dettagliata degli accessori si rimanda alla S.T.933.

Alcuni esempi sono mostrati nelle figure seguenti.

Box di piano
6

Il box di piano, da installare all’interno delle scatole di derivazione al piano, ha


le stesse funzioni del diramatore di piano con l’aggiunta di poter alloggiare al suo
interno fino a 6 giunzioni a fusione e le relative ricchezze di fibra. Ha dimensioni
leggermente più grandi del diramatore di piano.

Figura 51 – Esempio di Box di piano

Diramatore primario di piano

Il diramatore primario, da installare all’interno delle scatole di derivazione al


piano, ha la funzione di proteggere e diramare le fibre in uscita e di coprire la
finestra che viene aperta nella guaina del cavo ad ogni piano dell’edificio. E’
consigliabile il suo utilizzo quando non ci sia spazio per installare il box di
piano.

Supporta l’estrazione di almeno 6 fibre, da proteggere in 6 distinti tubetti


protettivi singola fibra, permettendo di scegliere la direzione migliore per
l’estrazione; supporta anche l’estrazione di almeno 2 gruppi di fibre (“bundle”) in 2
distinti tubetti protettivi multifibra.
I diramatori al piano possono essere di varie tipologie che dipendono dal fornitore
del prodotto; in Figura 52 è rappresentato un tipo di diramatore.
6

Figura 52 – Esempio di diramatore primario di piano

Diramatore secondario
Il diramatore secondario è costituito da materiale plastico ed è da installare nelle
scatole di derivazione non principali, normalmente più piccole e situate in
prossimità degli ingressi alle unità abitative.
In particolare, permette, nel collegamento orizzontale, la diramazione di tubetti
protettivi multifibra in tubetti protettivi singola fibra in prossimità degli
ingressi agli appartamenti, qualora la tratta dalla scatola di piano alla scatola in
prossimità dell’unità abitativa preveda una sola tubazione condivisa tra più utenti.

Ha almeno 6 porte che possono essere usate indifferentemente per tubetti protettivi
singola fibra e multifibra a seconda del contesto. È anche possibile avere diverse
versioni del diramatore con combinazioni diverse di ingressi, qualora non sia
possibile realizzare degli ingressi compatibili con entrambi i diametri di tubetti
protettivi.
I diramatori secondari possono essere di varie tipologie e dipendono dal fornitore
del prodotto. In figura è riportato un esempio di diramatore secondario.

Figura 53 – Esempio di diramatore secondario


6

Tubetti protettivi (singola fibra o multifibra)


Il tubetto protettivo singola fibra è solitamente usato per proteggere la lunghezza
di fibra estratta dal cavo multifibra (~1 m) attraverso il diramatore di piano. La
realizzazione del giunto con il cavetto singolo proveniente dall’unità abitativa in
prossimità della colonna montante può avvenire in un secondo momento. Può essere
anche utilizzato per la protezione delle fibre spillate dal diramatore secondario
verso l’utente, nel caso in cui la giunzione venga remotizzata in prossimità
dell’ingresso dell’unità abitativa.
Il diametro esterno del tubo è di 3 mm con una tolleranza di  0,1 mm.
Il tubetto protettivo multifibra può essere anche usato per proseguire sempre con più
di una fibra verso un successivo diramatore secondario nel caso di appartamento
disposti in serie. Le lunghezze in gioco in questo caso possono essere di diversi
metri. A causa della lunghezza per la quale ne è previsto l’utilizzo è necessaria la
presenza di un elemento di tiro al suo interno a cui ancorare il kevlar della fibra.
Il diametro esterno del tubetto è di circa 5 mm. con una tolleranza di  0,1 mm.

Sistema di protezione del giunto (a fusione)


Il sistema di protezione del giunto viene usato a valle del diramatore primario o
secondario di piano:
 nel primo caso, deve essere utilizzato in quei punti, all’interno della
tubazione dedicata alla singola unità abitativa, dove la fibra, estratta dal
cavo multifibra (nel diramatore di piano) e protetta nel tubetto, viene
giuntata con il cavetto singolo a sezione circolare proveniente dall’unità
abitativa
 nel secondo caso, deve essere usato e posizionato nella tubazione dedicata
all’unità abitativa, dove si trova la fibra singola in uscita dal diramatore
secondario che deve essere giuntata con il cavetto singolo a sezione circolare
proveniente dall’unità abitativa.
Il giunto viene realizzato in modalità standard, a fusione, utilizzando i coprigiunti
termorestringenti con membro di rinforzo dielettrico (ceramico), di dimensione
opportuna per il modulo da 900 micron e aventi la lunghezza massima di 30 mm.
Il sistema di protezione è installato intorno al coprigiunto ed opportunamente
fissato da un lato alla guaina del cavetto singolo proveniente dall’unità abitativa e
dall’altro lato al tubetto protettivo singola fibra (ad esempio mediante crimpaggio
di anelli).
Il sistema viene infine alloggiato all’interno della tubazione orizzontale dedicata
all’utente.
6

In Figura 54 è rappresentato un prototipo di sistema di protezione del giunto.

Figura 54 – Esempio di sistema di protezione del giunto

Il sistema di protezione del giunto può essere di varie tipologie e dipendono dal
fornitore del prodotto.

Elemento per protezione curvatura

L’elemento, costituito da materiale plastico, è usato per la protezione del raggio di


curvatura, sia per cavetti sia per tubetti di protezione, all’interno di piccole
scatole di derivazione o nel caso di posa a muro.
Un esempio di questo accessorio è riportato in 55.

Figura 55 – Un esempio di supporto per la protezione della curvatura

Prima di iniziare la posa del cavo, è necessario ispezionare il percorso dal ROE
fino all’imbocco della risalita verticale ed aprire le scatole di derivazione ad
ogni piano dello stabile, in modo da poter valutare visivamente gli spazi a
disposizione ed identificare al più presto eventuali punti di criticità.
6

La scelta sul numero di cavi multifibra da installare deve essere fatta valutando il
numero di unità abitative da servire: nel caso di dimensionamento maggiore di 24, è
possibile la posa contemporanea di un secondo cavo multifibra, a patto che il suo
sfruttamento sia almeno del 50%. In caso diverso, sia in termini di sfruttamento di
un eventuale secondo cavo multifibra, sia in caso di criticità per lo spazio
disponibile o per particolari condizioni installative, è possibile proseguire il
cablaggio mediante dei cavetti singoli installandoli soltanto quando il cliente
previsto con quel collegamento richiederà il servizio.
Nei casi di disponibilità di due o più tubi è opportuno utilizzare il tubo libero
e/o meno occupato.
La lunghezza del cavo multifibra va valutata in fase iniziale e deve tener conto
delle seguenti misure:

• distanza dal ROE alla scatola di derivazione (anche secondaria) che serve
l’appartamento più lontano (solitamente situato all’ultimo piano), con un
margine di almeno 3 metri
• lunghezza necessaria all’attestazione dei cavetti singoli da 900 µm
all’interno del ROE

La posa del cavo multifibra dal ROE all’imbocco della tubazione di risalita
verticale deve essere effettuata all’interno di un tubo corrugato.
Allo scopo di impedire lo scivolamento dei cavetti singoli all’interno della guaina,
all’estremità superiore del cavo e solo al termine delle operazioni di posa, deve
essere bloccato l’insieme costituito dai singoli cavetti interni, effettuando le
seguenti operazioni:

• sguainare il cavo multifibra e liberare i cavetti per circa 10 cm;


• ripiegare i singoli cavetti, disponendoli uniformemente sulla circonferenza
della guaina all’estremità del cavo;
• applicare una fascetta plastica autobloccante di opportuna lunghezza
sull’insieme dei cavetti ripiegati e procedere al serraggio degli stessi sulla
guaina esterna del cavo multifibra.

Nel cablaggio ottico realizzato con un cavo multifibra, il nodo cruciale del
collegamento è il punto, in corrispondenza ad ogni piano dell’edificio, nel quale le
fibre vengono estratte dal cavo e sono in seguito giuntate con il cavetto “drop” di
collegamento con l’unità abitativa.
In ogni scatola di derivazione sulla risalita verticale, a partire dal primo piano
fino all’ultimo, deve essere aperta una finestra nella guaina del cavo multifibra
mediante apposito tool munito di lame calibrate. Le dimensioni per incidere la
finestra sulla guaina devono essere prese usando il tool di diramazione al piano
come misura e pertanto saranno compatibili con le dimensioni e la struttura
dell’accessorio di protezione utilizzato.
A seconda della tipologia di infrastrutture che si trovano al piano, devono essere
usati criteri diversi per la lunghezza delle fibre da estrarre dal cavetto
verticale.
6

Si distinguono due criteri principali, in base a due delle casistiche installative


più comuni negli edifici con infrastrutture esistenti.

Le due casistiche sono state rappresentate in Figura 56 a titolo di esempio:


- nel caso A, rappresentato in alto in figura, dalla scatola di derivazione al
piano si diparte un tubo dedicato ad ogni unità abitativa.
- nel caso B, rappresentato in basso in figura, dalla scatola di derivazione si
diparte un tubo che è condiviso per più unità abitative, per una parte del
percorso, fino a delle scatole di derivazione più piccole (poste solitamente in
prossimità dell’ingresso delle unità abitative), da cui partono i rispettivi
tubi dedicati all’appartamento
Sono anche possibili scenari misti in cui dalla stessa scatola di derivazione si
dipartono sia tubazioni dedicate sia tubazioni condivise.
Gli accessori da installare per la protezione delle finestre aperte sulla guaina dei
cavi sono diversi a seconda delle condizioni installative (casi A o B sopra
descritti) e dello spazio disponibile nella scatola di derivazione al piano e sono i
seguenti:
- box di piano (sia per il caso A che B) a protezione delle fibre estratte e
successivamente dei giunti con i cavetti drop di utente in tutti i casi in cui
ci sia lo spazio sufficiente ad installarlo e ad operare in tempi successivi al
suo interno per la realizzazione dei giunti (la soluzione con il box di piano
quando possibile è sempre prioritaria rispetto alla soluzione con diramatore al
piano);
- diramatore di piano, per la semplice separazione e protezione delle singole
fibre estratte dal cavo multifibra (caso A) o, in associazione ai diramatori
secondari, per gestire gruppi di fibre che devono essere portati verso l’utente
in tubi condivisi, consentendo di remotizzare i giunti nei pressi degli
ingressi delle singole abitazioni (caso B).

Tubazioni dedicate
all’utente

U.I. U.I.

Caso A

Scatole di
derivazione al piano

Tubazioni dedicate
Caso B all’utente

Tubazione dedicata
U.I. U.I. U.I.
Risalita verticale
a più utenti

ROE Cavetto multifibra

Figura 56 – I due contesti installativi di piano più comuni: caso A, con tubo dedicato per
l’utente, caso B, con tubo orizzontale condiviso tra più utenti
6

Indipendentemente dagli accessori scelti, in corrispondenza di ogni finestra, deve


essere montata sul cavo la parte posteriore dell’accessorio di protezione necessario
(box di piano o diramatore di piano), avendo cura di fissarla sul cavo multifibra
mediante il sistema di fissaggio descritto nelle istruzioni allegate al prodotto.

Il numero di cavetti singola fibra (900 µm) da estrarre ad ogni piano è definito
sulla base del numero degli utenti dell’edificio e prevede una fibra per ogni unità
abitativa del piano.

Premesso che N è il numero del piano dove deve essere realizzata l’estrazione delle
fibre, ed X è una variabile che identifica il numero dei piani superiori al piano N,
la procedura per il taglio e l’estrazione delle fibre dal multifibra, illustrata
nell’esempio di Figura 57, si compone dei seguenti passi:

Se N è uguale al secondo piano e X è due piani superiore

• identificazione al piano N+X (quarto piano) mediante colorazione delle fibre


da estrarre al piano N (a);
• taglio delle fibre identificate al piano N+X (quarto piano) (b);
• sfilaggio ed estrazione al piano N (secondo piano) delle fibre tagliate (c).
Nel caso in cui la lunghezza delle fibre sia eccessiva potrebbe essere
necessario estrarre le stesse a step intermedi per evitare di danneggiarli con
una forza di tiro elevata.
Piano (N+x)
Piano N

(a) (b) (c)


Figura 57 – La procedura di estrazione dei cavetti singola fibra
6

• X= un piano se si utilizza l’accessorio box di piano sia nel caso A sia nel
caso B
• X= un piano se si utilizza l’accessorio diramatore di piano e si è nel caso A,
dove dalla scatola di derivazione al piano si dipartono le tubazioni dedicate
per ogni utente;
• X è variabile se si utilizza l’accessorio diramatore di piano e si è nel caso
B e deve avere un valore pari al numero di piani tali da garantire i metri di
fibra necessari ad arrivare dalla scatola di derivazione principale al piano
all’ultima scatola di derivazione secondaria oltre la quale si hanno soltanto
più tubazioni dedicate all’utente, con un margine tecnico di almeno 1 metro
per la realizzazione del giunto al piano.
Per l’estrazione delle fibre ai piani superiori è necessario eliminare
temporaneamente il fissaggio dei cavetti già bloccati in precedenza sulla guaina del
cavo multifibra.

Gli accessori necessari per la gestione e protezione del punto di estrazione


garantiscono un certo grado di flessibilità necessario per gestire sul campo le
diverse esigenze installative e sono di due diverse tipologie:

• soluzione con box di piano


• soluzione con diramatore al piano

Soluzione con box di piano


Qualora il contesto installativo e gli spazi a disposizione lo consentano, la
modalità di installazione da preferire è quella che prevede l’utilizzo del box di
piano (vedi Figura 58).
In pratica l’utilizzo del box di piano deve essere preferito in tutti quei contesti
in cui si ha una ragionevole certezza che in futuro possa essere ancora agevole
accedere al box. Questa soluzione può essere usata sia in caso di tubazioni dedicate
verso l’utente (caso A) sia in caso di tubazioni orizzontali condivise, purché atte
ad ospitare in prospettiva il numero di cavetti drop necessari a collegare tutti i
clienti (caso B); inoltre può abilitare all’utilizzo di borchie pre-
assemblate/connettorizzate con il cavetto di utente, oltre che all’utilizzo delle
borchie definite nella S.T. 969.
Il box di piano consente sia di proteggere le fibre estratte dal cavo multifibra,
sia di contenere i giunti con i cavetti singoli per posa interna (S.T. 934) che
verranno posati solo alla richiesta del servizio da parte del cliente.
Le fibre devono essere estratte per una lunghezza massima compatibile con la
capacità del box di piano (ma mai inferiore a 60 cm per poter consentire
successivamente la giunzione) e devono poi essere parcheggiate all’interno del box
secondo le istruzioni di dettaglio del prodotto specifico.
Una volta predisposte in questo modo tutte le fibre necessarie per il piano, il box
deve essere chiuso con l’opportuna copertura, avendo cura di non pizzicare o
danneggiare le fibre al suo interno.
6

Cavetto multifibra

Tubazioni dedicate
all’utente

U.I. U.I.

Caso A

Box di piano con


Tubazioni dedicate
alloggiamento delle
all’utente
fibre estratte al piano

U.I. U.I. U.I.

Caso B
Tubazione dedicata
Risalita verticale a più utenti
Box di piano

Figura 58 – Predisposizione per cablaggio di edificio con box di piano

Soluzione con diramatore al piano


Nei casi in cui l’installazione con box di piano non è possibile (infrastrutture
congestionate, condivisione con altre utenze, spazio insufficiente), si deve
utilizzare il diramatore al piano, facendo riferimento allo schema di Figura 59, in
cui è illustrata la collocazione degli accessori da impiegare.
Queste soluzioni implicano l’utilizzo della borchia di utente definita nella S.T.
969 e non di borchie pre-assemblate.

Cavetto multifibra
Tubazioni dedicate
all’utente

U.I. U.I.

Caso A

Diramatori di piano
Tubazioni dedicate
con fibre estratte e
all’utente
protette negli
opportuni tubetti
U.I. U.I. U.I.
Caso B

Tubazione dedicata Diramatore di piano


Risalita verticale a più utenti
Diramatore secondario
Tubetto protettivo multifibra
Tubetto protettivo singola fibra

Figura 59 – Predisposizione per cablaggio di edificio con soluzione diramatore al piano


6

La realizzazione dell’impianto con diramatore al piano si differenzia a seconda delle


due situazioni installative A e B descritte precedentemente in Figura 59.

Caso A
In questo caso (tubazione dedicata verso l’utente), la soluzione al piano è composta
dalle seguenti parti:

• diramatore di piano, a protezione della finestra di estrazione del cavo


multifibra
• tubetti di protezione delle singole fibre estratte dal cavo multifibra

La posa degli accessori prevede i seguenti passi:

➢ sulla finestra del cavo multifibra nella scatola di derivazione al piano si


applica, prima dell’estrazione delle fibre, la parte inferiore dell’accessorio
diramatore di piano;
➢ ogni singola fibra estratta deve essere inserita in un tubetto dedicato
protettivo (diametro 3 mm) per una lunghezza di circa 1 m, necessaria alla
realizzazione in futuro del giunto al piano con il cavetto singolo orizzontale;
➢ il tubetto protettivo con la fibra estratta al suo interno deve essere
sistemato nelle posizioni previste sull’accessorio per l’uscita dei tubetti. È
facoltà dell’operatore la scelta più vantaggiosa per l’uscita di ciascun
tubetto dal diramatore, in funzione delle tubazioni presenti, in modo da
ottimizzare i percorsi delle fibre evitando curvature severe. Le modalità di
ancoraggio dei tubetti protettivi al diramatore dipendono dalla tipologia di
diramatore impiegato e sono descritte nelle istruzioni del prodotto;
➢ i tubetti contenenti le fibre estratte devono essere inseriti nelle tubazioni
dedicate alle unità abitative e lì lasciati parcheggiati in attesa della
richiesta del servizio da parte dell’utente;
➢ una volta estratte e gestite tutte le fibre necessarie ed i relativi tubetti il
diramatore di piano deve essere chiuso con l’opportuna copertura avendo cura di
non pizzicare o danneggiare le fibre al suo interno.

Caso B
In questo caso (tubo condiviso verso gli utenti), la soluzione al piano è composta
dalle seguenti parti:

• diramatore di piano, a protezione della finestra di estrazione del cavo


multifibra
• tubetti di protezione delle singole fibre estratte dal cavo multifibra
• tubetto di protezione “multifibra” per un gruppo di fibre (“bundle”)
estratte dal cavo multifibra, per remotizzare i giunti nei pressi degli
ingressi delle singole abitazioni
• diramatore secondario, per la suddivisione in tubetti singola fibra del
sopra citato tubetto con bundle di fibre
6

La posa degli accessori prevede i seguenti passi:

 sulla finestra del cavo multifibra nella scatola di derivazione al piano si


applica, prima dell’estrazione delle fibre, la parte inferiore dell’accessorio
diramatore di piano;
 tra la scatola di derivazione al piano e le scatole di derivazione secondarie
deve essere posato il tubetto protettivo “multifibra”;
 le fibre estratte per una lunghezza necessaria al raggiungimento del
diramatore secondario più lontano presente su quel piano vengono raggruppate
in un bundle ed inserite nei tubetti protettivi multifibra (diametro 5 mm)
sfruttando l’elemento di tiro presente all’interno del tubetto stesso;
 in ogni scatola di derivazione secondaria viene installato un diramatore
secondario sul quale vengono fissati i tubetti protettivi;
 sul diramatore secondario, oltre ai tubetti protettivi multifibra (5 mm) di
ingresso ed eventualmente di uscita, si fissano anche i tubetti protettivi
singola fibra (3 mm) che ospitano il metro di fibra necessario alla
realizzazione in futuro del giunto al piano con il cavetto singolo
orizzontale;
 è facoltà dell’operatore la scelta più vantaggiosa per l’uscita di ciascun
tubetto dai diramatori principali e secondari, in funzione delle tubazioni
presenti, in modo da ottimizzare i percorsi delle fibre. Le modalità di
ancoraggio dei tubetti protettivi ai diramatori dipendono dalla tipologia di
diramatore impiegato e sono descritte nelle istruzioni del prodotto;
 i tubetti singola fibra contenenti le fibre estratte dal diramatore secondario
devono essere inseriti nelle tubazioni dedicate alle unità abitative e lì
lasciati parcheggiati in attesa della richiesta del servizio da parte
dell’utente;
 una volta estratte e gestite tutte le fibre necessarie ed i relativi tubetti
il diramatore di piano e i diramatori secondari devono essere chiusi con
l’opportuna copertura avendo cura di non danneggiare le fibre al suo interno.

Oltre alle due casistiche A e B sopra illustrate, sono possibili anche casi misti in
cui dal diramatore principale partono sia tubetti protettivi singola fibra sia
tubetti protettivi multifibra. In generale il set di accessori a disposizione
dovrebbe fornire quel grado di flessibilità necessario per gestire sul campo le
diverse esigenze installative. Ad esempio, la modalità di estrazione delle fibre a
bundle, con prosecuzione all’interno di un tubetto protettivo multifibra, è una
soluzione per il caso B, ma anche per quei casi ad esempio in cui sia necessario
procedere all’estrazione ad un determinato piano delle fibre relative ad unità
abitative di altri piani.

E’possibile inoltre, per quei contesti installativi particolarmente congestionati,


utilizzare dei diramatori di piano ridotti, opportunamente studiati per gestire i
casi estremi in cui sia necessario ridurre le dimensioni dell’accessorio per poter
eseguire l’installazione. I dettagli sono forniti dal costruttore a corredo del
prodotto.
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Al termine di tutte le operazioni previste per l’installazione del cavo multifibra


(posa del cavo, apertura finestre e installazione degli accessori) è necessario
eseguire il taglio e il bloccaggio del cavo verticale all’interno dell’ultima
scatola di derivazione al piano più alto ed effettuare il ripristino del fissaggio
dei cavetti in esso contenuti. Le modalità con cui svolgere tali operazioni sono di
seguito indicate:

 blocco dei cavetti singoli interni al cavo multifibra

• sguainare il cavo multifibra e liberare i cavetti per circa 10 cm;


• ripiegare i singoli cavetti, disponendoli uniformemente sulla circonferenza
della guaina all’estremità del cavo;
• applicare una fascetta plastica autobloccante di opportuna lunghezza
sull’insieme dei cavetti ripiegati e procedere al serraggio degli stessi
sulla guaina esterna del cavo multifibra.

 blocco del cavo multifibra

• nei casi di sufficiente disponibilità di spazio internamente all’ ultima


scatola di derivazione al piano è necessario bloccare l’estremità del cavo
multifibra con una staffa a cavallotto in materiale plastico o metallica,
di dimensioni idonee al diametro del cavo, serrata sul fondo della scatola
tramite due apposite viti autofilettanti.

La posa del cavetto orizzontale, contestuale alla richiesta del servizio da parte
dell’utente, deve essere eseguita dal diramatore al piano o dal diramatore
secondario fino all’utente, mediante un cavetto singolo per posa interna (vedi Fig.
19).

In tutti i tipi di installazione il cavetto orizzontale, nel caso in cui transiti in


piccole scatole di derivazione e rischi di essere curvato eccessivamente, deve essere
guidato da un supporto di protezione da eccessivi raggi di curvatura.

Le operazioni di posa sono qui di seguito descritte e dipendono dagli accessori


usati nella scatola di derivazione al piano e dal tipo di tubazione orizzontale
(dedicata-caso A, o condivisa-caso B). Per i dettagli è necessario fare riferimento
alle istruzioni dei singoli prodotti.
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Soluzione con box di piano (vedi Figura 60):

caso A e B

• aprire il coperchio del box di piano ed estrarre la fibra da giuntare


precedentemente parcheggiata al suo interno;
• posare il cavetto singolo, che potrebbe anche essere connettorizzato lato
utente, tra la borchia d’utente ed il box, all’interno della tubazione
orizzontale esistente (sia essa dedicata o condivisa tra più utenti;
• bloccare il cavetto singolo nel box sulla guaina esterna, seguendo gli
opportuni percorsi previsti;
• giuntare a fusione la fibra del cavetto singolo con la fibra del cavo
multifibra selezionata e proteggere il giunto sulle guaine da 900 µm, con un
tubetto termorestringente con rinforzo metallico di lunghezza non superiore
a 25 mm;
• posizionare il giunto protetto con il termorestringente all’interno del box
nell’alloggiamento previsto e posizionare la ricchezza di fibra secondo le
indicazioni fornite dal costruttore;
• in caso di borchia di utente pre-assemblata/connettorizzata non è necessario
eseguire altre operazioni, in caso di borchia a S.T. 969, procedere come
descritto nel paragrafo di installazione della borchia.

Cavetto drop
Cavetto multifibra
Tubazioni dedicate
all’utente

U.I. U.I.

Caso A

Box di piano con Tubazioni dedicate


alloggiamento dei all’utente
giunti tra fibre estratte
al piano e cavetti drop
U.I. U.I. U.I.
Caso B

Tubazione dedicata
Risalita verticale a più utenti
Box di piano

Figura 60 – La realizzazione dello sbraccio al piano nel caso di box di piano


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Soluzione con diramatore al piano (vedi Figura 61):

caso A

• alla scatola di piano, sfilare dal primo tratto di tubo orizzontale il tubetto
uscente dal diramatore e contenente la fibra da collegare;
• posare il cavetto singolo tra la borchia d’utente ed il diramatore,
all’interno della tubazione orizzontale esistente;
• giuntare a fusione il cavetto con la fibra del cavo multifibra selezionata e
proteggerlo, sulle guaine da 900 µm, con un tubetto termorestringente con
rinforzo metallico di lunghezza non superiore a 25 mm;
• proteggere ulteriormente il giunto con il sistema protettivo seguendo le
istruzioni di dettaglio fornite per il prodotto;
• alla borchia (a S.T. 969), tirare il cavetto in modo che al pianerottolo la
giunzione protetta entri nel tubo dedicato al cliente, quindi procedere all’
installazione della borchia d’utente.
caso B

• in questo caso sarà già stato realizzato in precedenza il percorso fino alla
scatola di diramazione secondaria vicina all’utente, installando il diramatore
primario e secondario: sfilare in corrispondenza del diramatore secondario il
tubetto da 3 mm dal tratto di tubo che va verso l’appartamento e contenente la
fibra da collegare;
• posare il cavetto singolo tra la borchia d’utente ed il diramatore secondario
all’interno della tubazione esistente;
• giuntare a fusione il cavetto con la fibra del cavo multifibra selezionata e
proteggerlo, sulle guaine da 900 µm, con un tubetto termorestringente con
rinforzo metallico di lunghezza non superiotre a 25 mm;
• proteggere ulteriormente il giunto con il sistema protettivo seguendo le
istruzioni di dettaglio fornite per il prodotto;
• alla borchia (a S.T. 969), tirare il cavetto in modo che al pianerottolo la
giunzione protetta entri nel tubo dedicato al cliente, quindi procedere all’
installazione della borchia d’utente.
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Cavetto drop
Cavetto multifibra
Tubazioni dedicate
all’utente

U.I. U.I.

Caso A

Scatole di
Tubazioni dedicate
derivazione al piano
all’utente

U.I. U.I. U.I.


Caso B

Tubazione dedicata Diramatore di piano


Risalita verticale a più utenti
Diramatore secondario
Tubetto protettivo multifibra
Tubetto protettivo singola fibra
Sistema di protezione del giunto
Supporto per protezione curvatura

Figura 61 – La realizzazione dello sbraccio al piano nel caso di accessori


distribuiti

La connessione del cliente è l’ultima fase della costruzione dell’impianto e prevede


l’installazione della terminazione ottica ibrida d’utente a S.T. 969, presso
l’abitazione del cliente con la connettorizzazione del cavo sia sul ROE, con un
connettore montabile in campo SC/APC (colore verde), sia sulla terminazione d’utente
con connettore montabile in campo SC/APC (colore verde) o giuntato con una
semibretella da 900 µm terminata SC/APC (colore verde). In entrambi i casi la
connettorizzazione va eseguita sul modulo da 900 µm interno al cavetto monofibra.
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In questo modo si abilitano anche le misure di collaudo dell’intero impianto


relativo all’utente per la successiva fornitura del servizio.

Figura 62 – Terminazione ottica

La terminazione d’utente (vedi Figura 62), essendo predisposta sia per il


collegamento ottico sia per quello in rame, deve essere installata al posto della
terminazione rame presente nell’appartamento qualora per l’ingresso nell’unità
abitativa si segua lo stesso percorso del rame.

Nel caso in cui il percorso sia diverso può anche essere valutata l’installazione
della terminazione d’utente in una diversa posizione terminando soltanto la fibra
ottica come indicato nei paragrafi precedenti per il cablaggio all’interno
dell’appartamento.

La terminazione va installata in modo mandatorio con le interfacce (ottica/rame)


rivolte verso il basso.

La terminazione può essere installata su scatole ad incasso Uni503 o 8x8 oppure a


sbalzo su scatole accessorie o direttamente a filo muro.

La procedura di attestazione del cavo e la gestione delle fibre all’interno della


terminazione d’utente sono descritte nel dettaglio nella documentazione fornita a
corredo da parte del costruttore.

In ogni caso, il cavetto ottico che entra nella terminazione deve essere attestato
tramite il sistema predisposto e tutta la ricchezza di fibra da 900 µm (il cavetto
monofibra deve quindi essere sguainato all’interno della borchia se non per una
piccola tratta iniziale) deve essere alloggiata all’interno seguendo i percorsi
previsti e senza curvature eccessive, avendo cura di non pizzicarla nelle fasi di
chiusura delle parti costituenti e del coperchio.
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La lunghezza massima di fibra da alloggiare all’interno della terminazione d’utente


non deve superare i 50 – 60 cm.

Figura 63 – Esempio di fissaggio del cavetto monofibra nella parte posteriore

Figura 64 – Zona di posizionamento del punto di transizione guaina del cavetto


monofibra
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Le terminazioni, per il collegamento del cavo con il ROE e la terminazione d’utente,


prevedono la connettorizzazione in campo, a fusione o meccanica, con connettori di
tipo SC/APC (colore verde) secondo le prescrizioni della S.T. 986.

Per quanto riguarda la connettorizzazione alla terminazione d’utente si devono


seguire le indicazioni di dettaglio fornite a corredo ed indicativamente occorre:

• sguainare l’estremità del cavetto monofibra fino a 900 micron per la lunghezza
che andrà nella terminazione d’utente ed eseguire il connettore montabile in
campo; quindi attestare il cavo, parcheggiare la ricchezza di fibra nello
spazio riservato all’interno della terminazione d’utente e connettere il
connettore sulla bussola predisposta.

Alternativamente alla connettorizzazione in campo, che è la soluzione preferibile,


nella terminazione d’utente può essere eseguito un giunto a fusione con semibretella
da 900 µm connettorizzata SC/APC (colore verde), utilizzando un coprigiunto
termorestringente di lunghezza non superiore a 2,5 cm.

Figura 65 – Posizionamento e cablaggio del connettore

Per la terminazione del cavetto al ROE si procede in modo analogo con la


connettorizzazione in campo, a fusione o meccanica, seguendo le stesse indicazioni
di cui ai punti 1 e 2 e parcheggiano all’interno del ROE la ricchezza di cavetto
monofibra sguainato a 900 µm.

Una volta terminate le operazioni d’installazione della terminazione ottica del


cliente, prima del riposizionamento del coperchio di protezione, si deve riportare al
suo interno il codice ID Risorsa presente sull’ordinativo di attivazione impianto;
tale informazione potrà essere trascritta, nella zona indicata in Figura 66, mediante
targhetta adesiva prestampata oppure utilizzando un pennarello indelebile di colore
nero.
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Figura 66 – Posizionamento del codice “ID Risorsa”

Lo stesso codice “ID risorsa” dovrà essere posizionato sul raccordo del cliente al
ROE, mediante apposita targhetta, dove si riporteranno solo le ultime 6 cifre del
codice in argomento con l’esclusione delle prime 4 cifre alfanumeriche solo per
ordinativo di lavoro Fastweb come di seguito rappresentato (vedi Figura 67).

Figura 67 – Esempio di codice “ID Risorsa”

Nel caso di ordinativo di lavoro per conto TIM deve essere inserito l’”ID Risorsa” al
completo.

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