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1 DESTINATARI ........................................................................................ 5
3.2 ROE modulare compatto da 48 U.I. per posa interna a S.T. 968 ................................ 9
3.2.1 Criteri di numerazione delle rastrelliere ................................................ 13
3.2.1.1 Rastrelliera di rete secondaria ...................................................... 13
3.2.1.2 Rastrelliera di cablaggio utente ..................................................... 13
3.2.1.3 Rastrelliera di rete secondaria OLO .................................................. 13
3.2.2 Criteri di occupazione dei moduli di giunzione ........................................... 14
3.3 ROE da 32 U.I. per posa interna ed esterna a S.T. 983 ...................................... 14
3.3.1 Criteri di numerazione rastrelliere ...................................................... 18
3.3.1.1 Rastrelliera di rete secondaria ...................................................... 18
3.3.1.2 Rastrelliera di cablaggio utente ..................................................... 18
3.3.2 Criteri di occupazione dei moduli di giunzione ........................................... 19
3.4 ROE da 16 U.I. per posa interna ed esterna a S.T. 983 ...................................... 19
3.4.1 Criteri di numerazione rastrelliere ...................................................... 22
3.4.1.1 Rastrelliera di rete secondaria ...................................................... 22
3.4.1.2 Rastrelliera di cablaggio utente ..................................................... 23
- PR.NAP.A
- CW.WO.D.E
- CW.WO.CN.MS
- CW.WO.TP.OTM
- WOA/xx.CN
- WOA/xx.CN.EP
- WOA/xx.CN.D
- WOA/xx.WOL
Vengono anche descritte le linee guida per il cablaggio di utente FTTH, sia
internamente che esternamente agli edifici.
N°
Titolo / Descrizione Codice / Nome file Data Emissione
Rif.
1. Criteri di progettazione FLASH FIBER della rete
14/10/2016 e
ottica di distribuzione ad “albero” con sviluppo
NTOAEAN007670R00 successive
dell’architettura “FTTH Total Replacement” con
integrazioni
GPON a 64
2. Norma Tecnica N°6 – Cavi aerei e sotterranei in
DRRJAOPRE00027 29/12/2000
rame parte C – norme di posa e giunzione
3. Norma Tecnica N°1 - Realizzazione e sistemazione
DRRYFOPRE02052
dei raccordi di utente in cavetto o in 11/11/2002
cordoncino norme di posa
4. Ripartitore Ottico di Edificio (ROE)
multioperatore compatto da 48 U.I. da interno STOAEAD02915 – Rev. 0 02/08/2013
per rete FTTH (968)
5. Ripartitore Ottico di Edificio (ROE) per
installazione esterna e interna di potenzialità STOAEAN005087R00 - Rev. 0 29/07/2015
8, 16 e 32 U.I. per rete FTTH (983)
6. Ripartitore Ottico di Edificio (ROE) da 16 U.I.
STOACNM009735R00 – Rev. 0 29/03/2018
per posa in pozzetto per rete FTTH (980)
7. Colonnina multifunzione in vetroresina per
STOAEAD02369 - Rev. 0 20/02/2012
terminazioni di rete ibride (952)
8. Cavetti ottici singoli per cablaggi interni ed
STOACNM008395R01 – Rev. 1 10/07/2017
esterni di edificio in ambito FTTH (934)
9. Cavi multi-fibra per cablaggi interni di
STOACNM008839R00 - Rev. 0 25/07/2017
edificio in ambito FTTH (929)
10. Accessori per cablaggio FTTH con cavetti multi
STOAOME01659 – Rev. 1 14/12/2010
fibra e/o singoli (933)
11. Minicavi ottici a tubetti per posa all’interno
di minitubi 10/12 e 10/14 mm e su facciata di STOACNM008397R02 – Rev. 2 19/10/2017
edificio (908)
12. Cavi ottici a tubetti per impiego in rete di
STOAEAD03116 - Rev. 0 28/04/2014
trasporto e accesso (777)
13. Bretella ottica monomodale con connettori SC-APC
e manicotti di connessione per ambiente non STOAEAD02873 - Rev. 0 31/05/2013
controllato (1433)
14. Filtri riflettori di tipo Plug-Style, per
operare in ambiente OP (Outdoor Protected) STOACNM009786R00 – Rev. 0 10/04/2018
(2006)
15. Nuova Terminazione d’Utente Unificata con
connettività ibrida per deployment di servizi STOAEAD02925 - Rev. 0 15/11/2013
FTTH (Hybrid Customer Socket) (969)
16. Cavetti terminati con connettori ottici
montabili in campo, di tipo SC-APC, mediante STOAEAN006797R00 - Rev. 0 09/05/2016
giunto meccanico o a fusione (986)
17. Criteri di installazione dei Tag RFID sugli
elementi di rete di distribuzione ottica per la NTOAEAN005178R02 - Rev. 2 21/06/2016
rete FTTH
18. Collaudo impianti in cavo in fibra ottica della
NTOAEAN005591 16/11/2015
rete secondaria FTTH – Sistema di Gestione
19. Collaudo impianti in cavo in fibra ottica della
NTOAEAN005614 16/11/2015
rete secondaria FTTH
20. Modalità di identificazione del ROE e dei
IOFFCT0020170024 31/07/2017
componenti interni per la rete FLASH FIBER
21. Linee guida per la realizzazione e il collaudo
del raccordo di cliente nelle reti di FLASH IOFFCT0020170025 21/07/2017
FIBER
6
Sulla base dei suddetti criteri sono state definite le seguenti tipologie di
Ripartitore Ottico di Edificio (ROE):
• il collegamento di 48 U.I.;
• la terminazione di 12 fibre della rete secondaria, 6 per il collegamento degli
splitter e 6 per la cessione di eventuali fibre agli OLO;
• l’attestazione di un cavo continuo fino a 96 fibre;
• l’attestazione di un cavo entrante terminale da 24 fibre;
• la predisposizione fino a 6 splitter secondari.
Il ROE da 48 U.I. (NMU 767700), di dimensioni (mm) pari a 450 (larghezza) x 150
(profondità) x 180 (altezza), è realizzato con struttura modulare.
La matricola sopraelencata deve prevedere (in fase di fornitura) il seguente
equipaggiamento:
Il telaio è dimensionato con 3 posizioni per ospitare 3 moduli ed è fornito con due
pannelli di copertura, uno dei quali installato nella posizione centrale in modo da
lasciare libere le posizioni in alto e in basso che possono essere usate come dima
per il fissaggio a muro. In seguito all’installazione, i due pannelli saranno
impiegati per coprire le parti di telaio sottostanti il primo modulo.
6
La configurazione minima prevede l’installazione del primo modulo tipo MTCVO (Modulo
di Terminazione Cablaggio Verticale e Orizzontale): in questa configurazione si
gestisce all’interno dello stesso modulo sia la terminazione del cablaggio di utente,
sia la terminazione della rete orizzontale del primo Operatore di rete. Altri moduli,
detti MTCO (Modulo di Terminazione Cablaggio Orizzontale), possono poi essere
aggiunti ed utilizzati per la sola terminazione del cavo di rete, uno per ogni altro
Operatore di rete che afferisce allo stesso cablaggio di edificio.
Nel seguito sono riportate le funzionalità previste per il modulo compatto MTCVO, il
cui schema è riportato in Figura 2.
ROE da 48 U.I.
Cablaggio utente
Lato B Lato A
Splitter
secondario
Rastrelliera rete secondaria
Rastrelliera cablaggio utente
Lato A Lato B
x
Cavo rete secondaria x
x
Lato Lato B
Moduli di A
giunzione Rastrelliera rete secondaria OLO
L’ingresso e l’attestazione dei cavi di rete e di edificio sono previsti sul lato Sx
del modulo, lato opposto a quello di gestione delle permute.
6
Sugli ingressi sono predisposti idonei passacavi sui quali vincolare i tubi
corrugati/guaine spiralate (Ø 25 mm) posti a protezione dei cavi.
Ogni modulo prevede dei sistemi di bloccaggio e attestazione dei cavi per gli
imbocchi prima elencati.
• elementi di guida e gestione delle fibre del cablaggio di utente dal punto di
entrata dei cavi stessi fino all’unità Dx del modulo;
• una zona di smaltimento delle fibre del cavo di utente non ancora
connettorizzate in modo tale da limitare al massimo l’interferenza con le fibre
già in uso;
• elementi di guida e gestione delle fibre/tubetti del cablaggio orizzontale di
rete dal punto di entrata dei cavi orizzontali fino al pacchetto di
terminazione/giunzione;
• pacchetto di terminazione composto da 4 moduli di giunzione da 12 giunzioni
ognuno o fino a 48 fibre parcheggiate;
• una rastrelliera per la terminazione delle fibre di rete orizzontale con 6
adattatori SC-APC a specifica ST 1433;
• un accessorio idoneo ad ospitare max n° 6 splitter preconnettorizzati;
• zone di smaltimento per le extra-lunghezze rispettivamente dei rami di ingresso
e di uscita degli splitter.
• lunghezza dei rami pari a 95 cm per le fibre d’ingresso e 105 cm per le fibre di
uscita (queste lunghezze vengono smaltite negli elementi contenitivi
predisposti);
• installabili in un opportuno accessorio nel quale vengono bloccati mediante
incastro sul lato comune di 4mm.
IN OUT
Splitter 1
……
….
…….
Splitter 6
• un sistema di guida del percorso delle fibre dei cavi di utente che sono
permutate su una posizione di una delle rastrelliere che costituiscono il ROE.
• una zona di smaltimento dell’extra lunghezza delle fibre del cavo di utente che
sono permutate su una posizione di una delle rastrelliere che costituiscono il
ROE;
• una zona di parcheggio da almeno 8 posizioni delle fibre dei cavi di utente già
connettorizzate, ma non permutate su nessuna posizione di nessuna rastrelliera,
qualora tali fibre non possano essere parcheggiate in una parte dedicata della
rastrelliera.
ROE da 32 U.I.
Cablaggio utente
Lato A
Lato B
Lato B
Lato A
R x Moduli di giunzione
Sugli ingressi devono essere predisposti idonei passacavi sui quali vincolare i tubi
corrugati e/o le guaine spiralate poste a protezione dei cavi.
• sul lato A, per la terminazione delle fibre attive del cavo di rete, utilizzate
per la fornitura del servizio al cliente, mediante giunto a fusione alloggiato
nel modulo di giunzione con semibretelle connettorizzate SC-APC, secondo un
criterio di numerazione che va da sinistra verso destra e dal basso verso
l’alto;
• sul lato B, per l’attestazione delle fibre di ingresso degli splitter secondari
e le eventuali fibre di rete secondaria per collegamenti punto-punto, secondo un
criterio di numerazione che va da destra verso sinistra e dal basso verso
l’alto.
Sx Dx
Figura 6 – Esempio di numerazione di una matrice 8x4 della rastrelliera B per il ROE
da 32 U.I.
Nota: se nel ROE sono presenti matrici differenti, es. 9x4, la colonna in più va
considerata di parcheggio.
6
Nel ROE da 32 U.I. sono presenti 6 moduli di giunzione SF, che consentono
l’alloggiamento di 12 giunti e la possibilità di parcheggiare 24 fibre.
Nel caso di cavo terminale, il criterio di occupazione dei moduli deve prevedere la
realizzazione dei giunti nei moduli a partire dall’alto verso il basso mentre le
fibre non utilizzate devono essere sistemate nei moduli a partire dal basso verso
l’alto.
Nel caso di cavo continuo, fino a 96 fibre, tutte le fibre devono essere stubettate e
sistemate a gruppi di 24 nei moduli a partire dal basso verso l’alto, mentre le
giunzioni dovranno essere sistemate nei moduli a partire dall’alto verso il basso.
Nel caso di posa del ROE su palo (cavo continuo fino a 96 fibre a ST 777) tutte le
fibre devono essere stubettate e sistemate a gruppi di 24 nei moduli a partire dal
basso verso l’alto, mentre le giunzioni dovranno essere sistemate nei moduli a
partire dall’alto verso il basso. Le fibre non utilizzate dell’eventuale cavo di
diramazione dovranno essere sistemate al di sopra dei moduli precedentemente
utilizzati per il cavo continuo.
I percorsi per l’ingresso e l’uscita delle fibre dai moduli di giunzione sono
descritti nelle istruzioni di cablaggio fornite a corredo del prodotto.
ROE da 16 U.I.
Cablaggio utente
Lato A
Lato B
Splitter secondario
Lato B
Lato A
R x Moduli di giunzione
• matrice 4x4:
Sx Dx
• matrice 6x3:
Sx Dx
Nota: se nel ROE sono presenti matrici differenti, es. 5x4 o 7x3, la colonna in più
va considerata di parcheggio.
6
ROE da 16 U.I.
Cablaggio utente
Lato A
Rastrelliera cablaggio
verticale
Lato B
Splitter secondario
Lato B
Lato A
R x Moduli di giunzione
alto
TIM Fastweb
2 4 6 8 9 10 11 12 13 14 15 16
1 3 5 7
Sx Dx
Nel caso di posa esterna su palo il ROE deve essere generalmente installato ad una
altezza (circa 1,5 m) tale da consentire in modo agevole le operazioni di
installazione, delivery ed esercizio dell’impianto.
Nel caso di posa nella colonnina ibrida (S.T. 952) sono previste due configurazioni:
• Nuova installazione della colonnina ibrida: l’installazione del ROE deve essere
eseguita nella parte inferiore in quanto nella parte superiore è prevista
l’installazione della terminazione rame;
• Sostituzione delle vecchie terminazioni rame con la colonnina ibrida:
l’installazione del ROE deve essere eseguita nella parte superiore in quanto la
terminazione rame esistente sarà sistemata nella parte inferiore.
Dopo essere stato inserito nel ROE, utilizzando lo specifico imbocco circolare, il
minicavo di rete terminale da 24 fibre deve essere sguainato in modo da poter
accedere ai tubetti al suo interno e deve essere attestato al ROE secondo i criteri
descritti nel documento specifico fornito a corredo del prodotto.
Tutte le fibre devono essere estratte dai tubetti e alloggiate negli appositi moduli
di giunzione, seguendo i criteri riportati nei parr. 3.2.2 e 3.3.2 a seconda del tipo
di ROE.
Nel caso di transito del cavo, in cui parte delle fibre del minicavo di rete (cavo
fino a 96 f.o.) devono proseguire verso un altro ROE, deve essere utilizzato
l’imbocco ovale.
Le operazioni di preparazione del cavo di rete per l’utilizzo nell’imbocco ovale sono
le seguenti:
• Praticare un primo sguaino sul cavo continuo fino ad individuare un punto
intermedio di inversione della rotazione dei tubetti presenti nei cavi SZ.
• Dal punto di inversione individuato procedere nello sguaino del cavo in entrambe
le direzioni, per un totale di minimo 4m (lunghezza “L”), fino a raggiungere su
entrambi i lati un ulteriore punto di inversione.
• Preparare il cavo secondo le misure indicate in Fig. 13.
4m
Guaina Guaina
10 mm 10 mm
80 mm 80 mm
Nella fase di sguainatura e attestazione del cavo di rete nel ROE, nel caso di
minicavo con elemento centrale metallico, lo stesso deve essere attestato e lasciato
flottante, avendo l’accortezza di isolarlo elettricamente (es. con nastro isolante o
cappuccio termorestringente, ecc.).
6
Solo le fibre attive del cavo di rete, utilizzate per la fornitura del servizio al
cliente, devono essere terminate con semibretella (mediante giunto a fusione
alloggiato nel modulo di giunzione) ed attestate sul lato A della rastrelliera di
rete secondaria, secondo i criteri di riempimento riportati nei parr. 3.2.1.1,
3.3.1.1, 3.4.1.1 e 3.5.1.1.
Le prime posizioni sono dedicate alle fibre destinate ad alimentare l’ingresso degli
splitter secondari. Le posizioni seguenti (crescendo) devono essere utilizzate per i
collegamenti punto-punto, mentre le posizioni dall’ultima in giù sono da utilizzare
per le fibre di rete destinate agli altri operatori.
Nel caso di ROE modulare compatto la rastrelliera di rete secondaria è suddivisa in
due zone separate.
Gli splitter secondari devono essere inseriti negli alloggiamenti dedicati con un
criterio di occupazione e gestione dei percorsi delle fibre di ingresso e di uscita
descritti nel documento specifico fornito a corredo del prodotto.
Il convogliamento delle fibre e delle relative ricchezze, all’interno del ROE, deve
seguire i percorsi previsti, descritti nel documento specifico fornito a corredo del
prodotto e riguarda:
• le semibretelle con cui vengono terminate le fibre del cavo di rete secondaria;
• le fibre di ingresso e di uscita degli splitter preconnettorizzati;
• le eventuali bretelle utilizzate per i collegamenti punto-punto e di cessione di
eventuali fibre di rete secondaria verso gli OLO;
• le fibre del cavo/cavetti di collegamento utente.
Una volta effettuata la posa a muro del ROE, sul coperchio di chiusura deve essere
posizionata centralmente un’etichetta adesiva antimanomissione che ne
contraddistingue la proprietà Flash Fiber.
1) Etichetta di trascrizione
Tutte le informazioni devono essere trascritte con un’altezza del carattere pari a 6
mm. ottenuto da stampante, trasferibili o da normografo e pennarello indelebile
resistente ai raggi UV.
Figura 19: Esempio di targhetta per Figura 20: Esempio di targhetta per ROE
ROE da 16 UI da 32 UI
Sulla fibra di ingresso di ogni splitter, in prossimità del connettore attestato alla
rastrelliera orizzontale, deve essere applicata un’etichetta adesiva del tipo a
bandiera (Flag Label), dove distintamente su ogni singolo lato devono essere
riportate separatamente le informazioni di seguito indicate secondo la linea
tratteggiata di separazione nonché di piegatura:
- -
Dove:
• S-0153 identifica lo splitter primario
• u1 identifica la fibra di uscita dello splitter primario
• a1 identifica la fibra del cavo primario che alimenta lo splitter primario TIM
- -
Figura 22: Etichetta per splitter secondario Fastweb
Dove:
• SA-0154 identifica lo splitter primario
• u1 identifica la fibra di uscita dello splitter primario
• 1 identifica la fibra del cavo di raccordo alla rete primaria FASTWEB che
alimenta lo splitter primario FASTWEB
All’interno del ROE devono essere identificati i connettori SC-APC relativi alle
fibre di ingresso ed uscita che alimentano gli splitter secondari nonché le relative
morsettiere di attestazione delle fibre verticali; apposite targhette e
anellatura/nastratura colorata ne identificano le informazioni del singolo operatore,
attraverso i colori Rosso per TIM e Giallo per Fastweb permettendo, così, la
discriminazione del singolo collegamento.
La presenza di più anelli, oltre il primo, posti di seguito sulle fibre in arrivo
dallo splitter primario, permetteranno di individuare lo splitter secondario ad esso
associato.
Le targhette poste ai connettori consentiranno di:
• Individuare la fibra proveniente dallo splitter primario (vedi § 3.7.3.1 e
fig.23)
• Associare alla fibra uscente dal manicotto dello splitter primario lo splitter
secondario di competenza (fig.23)
• Distinguere alla morsettiera le fibre terminate dei singoli operatori secondo
lo standard dei colori sopra descritto (Fig.23).
Per quanto riguarda gli anelli colorati di segnalazione, possono essere utilizzati
dai tubetti in PVC spaccati con diametro foro max 3mm. e lunghezza max 5mm., fino ai
tipi commerciali impiegati per la segnalazione conduttori nei cablaggi elettrici.
N.B.
In alternativa a quanto riportato nei capitoli 3.7.3.1 e 3.7.3.2, possono essere
impiegate targhette, di pari caratteristiche tecniche funzionali, che riportano le
suddette informazioni su un solo lato ma con dimensioni massime accettate pari a
30mm. X 10 mm.
6
Etichetta di trascrizione
1) Costituita da una base in materiale vinile calandrato polimerico
2) Colore Giallo RAL 1016
3) delle dimensioni pari a mm. 40 x 10
4) Serigrafata o scritta su una facciata della stessa etichetta secondo le
indicazioni sopra riportate
5) Sull’altra facciata adesiva in modo permanente, con adesivo trasparente
acrilico
Etichetta adesiva
1) Costituita da una pellicola in materiale vinile calandrato polimerico
2) delle dimensioni pari a mm. 45 x 15
3) adesiva su una faccia con adesivo trasparente acrilico
4) protetta da apposito supporto da rimuovere al momento dell’impiego
5) resistente agli agenti atmosferici e ai raggi UV
N.B. Tutte le informazioni devono essere trascritte con carattere H6 mm. impiegando
una stampa, trasferibili o pennarello indelebile.
Una volta terminata la installazione a muro della terminazione ottica, sul coperchio
di chiusura deve essere posizionata centralmente un’etichetta adesiva
antimanomissione che ne contraddistingue la proprietà Flash Fiber.
L’etichetta deve avere le dimensioni di 42 x 9 mm, in materiale vinile calandrato
polimerico, con adesivo resistente ad eventuale asportazione accidentale, colore del
fondo Bianco e serigrafia del logo FlashFiber di colore Blu RAL 5010 e con le
seguenti caratteristiche:
- Font Calibri in grassetto e tutto maiuscolo;
- Altezza della prima lettera “F” 28;
- Altezza del resto delle lettere della scritta 22;
42
9
Figura 26: Etichetta con logo Flash Fiber (dimensioni in mm)
6
Tali etichette devono essere apposte all’interno del ROE sul cavetto in prossimità
della rastrelliera di cablaggio utente. La marcatura deve essere realizzata su
campo/supporto giallo e deve riportare il numero del piano e dell’interno dell’unità
immobiliare collegata come riportato di seguito.
P3 – INT8
Per raccordo ottico si intende il collegamento che va dal ROE alla borchia. Esso può
essere realizzato in un contesto residenziale di case sparse (aree a bassa densità
abitativa), piuttosto che all’interno o all’esterno di edifici multipiano (aree ad
alta densità).
Per la realizzazione del raccordo ottico, solo nel caso di richiesta del servizio da
parte dell’utente, possono essere utilizzate tre diverse tipologie di cavi:
• cavetto singolo per posa interna (S.T. 934) da posare nelle colonne montanti
degli edifici;
• cavetto singolo universale (S.T. 934) adatto alla posa esterna su facciata di
edificio, aerea autoportante in aree a bassa densità, con utilizzo del solo
modulo interno per la posa in tubi predisposti negli edifici;
• cavo multifibra (S.T. 929) per posa all’interno delle colonne montanti degli
edifici, unitamente a cavetti singoli per interni per la realizzazione degli
sbracci ai pianerottoli.
Per la realizzazione del raccordo ottico, solo a valle di richiesta del servizio da
parte dell’utente, possono essere realizzati due tipi di posa:
- con cavetto singolo da interno (NMU 721143), da posare nei tubi o nei
condotti messi a disposizione dal condominio per la risalita verticale
- con cavetto universale (NMU 773219), nel caso di posa esterna a facciata,
aera autoportante o mista esterna/interna.
Prima di iniziare la posa del cavetto è necessario ispezionare il percorso dal ROE
fino all’imbocco della risalita verticale ed aprire le scatole di derivazione ai
piani dello stabile, in modo da poter valutare visivamente eventuali punti di
criticità.
L’installazione sarà preferibilmente eseguita nelle tubazioni TLC già occupate dai
doppini in rame, ma può anche essere fatta in altre tubazioni disponibili (per quelle
elettriche solo se si è muniti di apposita formazione ad autorizzazione ad operare su
questo tipo di impianti).
Se l’installazione prevede il passaggio in tubazioni molto congestionate e tortuose è
preferibile, per non danneggiare il cavetto e la fibra, eseguire l’installazione in
fasi successive, senza coinvolgere troppi piani dell’edificio (la tratta sotto tiro
non deve superare i 12-15 m). Occorre anche avere cura che il cavetto non resti
piegato con curvature troppo strette per evitare incrementi di attenuazione o il
danneggiamento/rottura della fibra.
Il cavetto è costituito da una singola fibra e deve essere posato, tra il ROE e la
borchia d’utente, senza giunzioni intermedie (vedi Fig. 28).
6
Filati aramidici
Figura 28 – Schema del cavetto singolo per posa interna (diametro 2,6 mm)
(NMU 721143)
La lunghezza del cavetto va valutata in fase iniziale per coprire l’intero percorso
tra ROE e borchia, tenendo conto anche dei cablaggi e delle ricchezze al loro
interno.
Il cavetto deve essere terminato sul ROE e alla borchia, rimuovendo la guaina esterna
ed il kevlar fino al modulo da 900 µm.
La guaina esterna deve essere tolta, incidendola con pinze di diametro opportuno e
sfilando i tubetti creatisi per lunghezze di circa 5 mm per volta, tagliando man mano
il kevlar interno. Sul modulo da 900 µm ottenuto deve essere montato il connettore
montabile in campo SC/APC (colore verde), di tipo a fusione o meccanico (per il
connettore meccanico occorre seguire in maniera precisa le istruzioni fornite dal
costruttore per quanto riguarda lunghezza della fibra da pulire e taglio).
Analogamente, nella borchia d’utente, il modulo da 900 µm interno al cavetto può
essere terminato con un connettore montabile in campo SC/APC (colore verde) di tipo a
fusione o meccanico, o giuntato a fusione con una semibretella da 900 µm terminata
SC/APC.
Sia nel ROE che nella borchia quindi lo smaltimento delle lunghezze, la
connettorizzazione o la giunzione vanno eseguite sul modulo da 900 micron interno al
cavetto monofibra. Lo smaltimento ed il posizionamento dei connettori devono essere
realizzate come descritto nel documento specifico di cablaggio fornito a corredo del
prodotto.
Nel caso in cui, per l’ingresso nell’appartamento, non sia possibile utilizzare le
tubazioni esistenti per il rame o per i cavi elettrici (sature, interrotte), o esse
non siano presenti, sarà possibile prevedere la posa del cavetto a muro fino alla
borchia (sul battiscopa ad esempio), utilizzando soluzioni di incollaggio con colla a
caldo o posa in canaline adesive.
6
Cavetto tondo
in rame
Cavetto singolo
in fibra
ROE
esterno
Cassetta di
distribuzione
esterna
Cavo di rete
Il cavetto universale è costituito da una singola fibra e deve essere posato, dal ROE
alla borchia d’utente, senza giunzioni intermedie (vedi Fig. 31).
Filati aramidici
Filati aramidici
Filati aramidici
Figura 31 – Schema del cavetto singolo universale (diametro 4,5 mm) (NMU 773219)
Nei percorsi in interno dovrà essere impiegata la sola parte interna del cavetto
universale, da 2,6 mm, dopo aver opportunamente rimosso la guaina esterna e il kevlar
per la distanza necessaria alla posa interna:
• nelle tubazioni disponibili
• a muro con colla a caldo o posa con canaline adesive
• nei casi eccezionali in cui il tracciato del cavetto risulti accessibile con il
semplice sporgere della mano, a causa dell'altezza da terra inferiore a 3 metri
o per la minima distanza da balconi, finestre, terrazze ecc., il cavetto deve
essere adeguatamente protetto con canaletta unificata oppure con altro materiale
con analoghe caratteristiche meccaniche.
• deve essere valutata la possibilità di posare il nuovo cavetto nella canaletta o
altro materiale già esistente
• il raggio di curvatura del cavetto non deve mai essere inferiore a 2 cm e non è
ammessa l'infissione di chiodi in corrispondenza della curvatura del cavetto per
cui i chiodi a piastrina devono essere posti al termine dei tratti rettilinei.
• nel superamento di spigoli, cornici, fasce marcapiano, ecc. il cavetto, deve
essere posato evitando brusche piegature.
Per quanto concerne la posa a muro dei cavetti, si deve procedere limitando l’impatto
esterno sulle facciate degli stessi, seguendo, possibilmente, il tracciato di
filature esterne esistenti con la posa di nuovi fissaggi dedicati.
Lungo il tracciato i cavetti non devono essere tra loro accavallati (vedi Figura 33;
eventuali ed inevitabili accavallamenti è preferibile che vengano posizionati in
uscita dal ROE.
Nel caso in cui si debba posare il cavetto tra due edifici, di norma, si può
ricorrere alla posa in sospensione a meno che non si attraversi strade o altre opere.
In tal caso, si deve ricorrere alla posa su fune portante.
6
Nella posa in sospensione tra edifici (vedi Figura 34) il cavetto deve essere
direttamente amarrato, ai due lati, ad un occhio reggifune unificato (NMU 02069.3)
per mezzo dell'apposito supporto autostringente a due vie (NMU 20390.1). Non possono
essere amarrati ad un occhio reggifune unificato più di due supporti autostringenti
(vedi Figura 34).
Qualora sullo stesso amarro debbano essere posati più di due supporti nella stessa
direzione si deve ricorrere alla posa della fune.
Nella posa del cavetto ottico in sospensione tra due edifici devono essere rispettate
le tabelle di tesatura allegate (vedi Tabella 5 e Tabella 6) in relazione alle zone a
clima mite ed alle zone a clima rigido.
La lunghezza massima della campata per la posa di cavetti nelle due differenti zone
è, rispettivamente, 50 e 40 metri.
Per l'accesso del cavetto all'interno del fabbricato deve essere utilizzato se
disponibile il foro d'imbocco del cavetto in rame.
Nel caso di foro inutilizzabile il nuovo foro deve essere realizzato con una leggera
pendenza in basso verso l'esterno e deve avere un diametro di dimensioni idonee a
contenere un tubo di protezione per il passaggio del cavetto; il tubo deve essere
fissato con malta e sigillato alle due estremità con silicone o simili (vedi Figura
35).
Per le modalità di posa della fune e dei relativi accessori valgono tutte le norme e
prescrizioni relative alla posa di cavi su fune riportate nella Norma Tecnica n°6
[rif. 2].
Nel caso di posa su fune a muro, il cavetto in fibra deve essere fissato alla fune
mediante fascette reggicavetto (NMU 02058.6) o fascette antioscillanti (NMU 02077.6)
in ragione di 5 per metro (vedi Figura 36).
I passaggi da muro a fune e viceversa devono essere eseguiti in modo che il cavetto
risulti ancorato con doppia fascetta sulla fune e doppi chiodi a piastrina su muro.
Nel tratto di transizione il cavetto deve essere lasciato in leggera lentezza in modo
da realizzare un’ansa di circa 15 cm tra muro e fune (vedi Figura 37).
Nel fissaggio del cavetto su fune, in corrispondenza dei ferri di sostegno, ferri di
amarro, capicorda ecc., deve essere lasciata un'ansa di circa 30 cm posando doppie
fascette ai due lati del l'appoggio (vedi Figura 38).
Nel passaggio tra un edificio e l'altro, invece, devono essere usate le "Fascette a
cavalletta" che permettono di eseguire l'attraversamento senza appoggiare la scala
alla fune (vedi Norma Tecnica n°6 – [rif. 4]). La fascetta da utilizzare per uno o
più cavetti su fune è quella di "Tipo 2" (NMU 09864.0).
Anche in questo caso la posa deve avvenire evitando accavallamenti tra i cavetti
facendo sì che gli stessi risultino sorretti da un’unica fascetta.
Nella posa di soli cavetti non abbinati a cavo, ai due estremi dell'attraversamento,
i cavetti e la fettuccia porta fascette devono essere resi solidali con la fune
mediante la posa di due fascette reggicavetto (NMU 02058.6) o fascette antioscillanti
(NMU 02077.6) distanti tra loro circa 5 cm (vedi Figura 40).
Per l’abbinamento sulla stessa fune di uno o più cavetti a cavi esistenti si deve
fare uso di fascette a cavalletta di dimensioni idonee a sostenere sia il cavo che i
cavetti (vedi Norma Tecnica n°6 – [rif. 2]), operando in modo da evitare
accavallamenti e far sì che i cavetti risultino posizionati tra il cavo e la fune
(vedi Figura 41).
6
Le modalità sopra descritte devono essere applicate anche per abbinamenti successivi
al primo.
6
Le palificazioni per la posa del cavetto ottico devono essere realizzate rispettando
le prescrizioni riportate nella Norma Tecnica n°3 [rif. 2]; nel caso in cui la
palificazione da costruire si debba estendere per una lunghezza considerevole,
occorre valutare l'opportunità di realizzarla con i criteri idonei alla futura posa
di cavi. Nel caso in cui si debbano posare cavetti su tratte di palificazione
esistente con fune portante cavo, i cavetti devono essere posizionati, di norma, al
di sotto di esso.
La lunghezza massima della campata per la posa di cavetti nelle due differenti zone
è, rispettivamente, 50 e 40 metri.
Le tabelle di tesatura forniscono i seguenti dati:
- il tiro di posa alle varie temperature;
- le corrispondenti frecce di posa.
Tiro
Tiro finale
Tiro
iniziale Freccia (kg) Freccia Freccia
Campata finale (kg)
(kg) (cm) [Ta=-5°C (cm) (cm)
[Ta=55°C]
[Ta=25°C] + 100
km/h]
35 20 19 47 64 18 22
40 20 25 50 78 18 28
45 20 32 53 93 18 35
50 20 39 56 108 18 43
35 25 15 50 60 22 17
40 25 20 53 73 22 22
45 25 25 56 88 22 28
50 25 31 59 103 23 35
Tiro
finale (kg)
Tiro
[Ta=-20°C Tiro finale
iniziale Freccia Freccia Freccia
Campata + (kg)
(kg) (cm) (cm) (cm)
ghiaccio [Ta=40°C]
[Ta=10°C]
+ 50
km/h]
35 20 19 68 86 18 22
40 20 25 74 104 18 28
45 20 32 79 123 18 35
50 20 39 83 143 18 43
35 25 15 71 83 22 17
40 25 20 76 100 22 22
45 25 25 81 119 22 28
50 25 31 86 139 23 35
Nelle campate di lunghezza maggiore di quella massima, il cavetto deve essere posato
su fune.
Per il semplice appoggio, il cavetto deve essere fissato al palo utilizzando il
gancio reggifune a riccio (NMU 02074.3) e la fibbia reggicavetto (NMU 19606.3) come
riportato in Figura 42; su ciascun gancio possono essere fissate al massimo due
fibbie reggicavetto.
6
Per l'amarro si deve fare uso del perno filettato (NMU 02061.0) e dei supporti
autostringenti a due vie (NMU 20390.1). Su ciascun perno unificato si devono posare
non più di due supporti autostringenti.
Nell'esecuzione di un amarro (vedi Figura 43) è necessario operare in modo che siano
evitati gli accavallamenti (in campata o nell’ansa tra i due ganci autostringenti)
tra i cavetti presenti o di futura posa.
L'amarro deve essere eseguito anche in tutti i cambi di direzione maggiori di 20° e,
in ogni caso, in corrispondenza dei punti di giunzione del singolo raccordo (vedi
§4.1.2.3.1); in zone particolarmente ventose questi intervalli possono essere anche
sensibilmente ridotti fino ad un amarro per palo.
Se il cambio di direzione è superiore a 20°, l'amarro delle due tratte di cavetto
contigue deve essere eseguito su due perni filettati distinti (vedi Figura 44).
6
In corrispondenza degli amarri capolinea e/o di vertice si deve sempre fare uso di
opportuni tiranti o contropali.
Quando si deve ricorrere alla posa su fune portante, valgono tutte le norme e
prescrizioni relative alla posa di cavi su fune riportate nella Norma Tecnica n°6
[rif. 2]. Gli accessori previsti per questo tipo di posa (collari di amarro, morsetti
serrafune, fune di acciaio, ganci a vite reggifune, fascette a cavalletta) sono gli
stessi impiegati per la posa dei cavi su palificazione.
L’esecuzione del giunto sul cavetto singolo di utente del raccordo aereo è consentita
solo nel caso di fine pezzatura (250 metri). Nel caso di manutenzione di una singola
tratta deve essere sostituita l’intera pezzatura (250 metri); non sono ammessi giunti
intermedi.
Nella posa del cavetto ottico si deve operare limitando il più possibile il numero
delle giunzioni in modo tale che, a posa ultimata, non risulti più di un giunto ogni
250 metri circa di raccordo. Le pezzature inferiori a detta misura devono essere
utilizzate in impianti di lunghezza tale da non richiedere giunti.
Nel caso di raccordi su palificazione, per motivi di resistenza meccanica la
giunzione non può essere effettuata in campata, bensì su palo ad un'altezza di circa
3 m dal suolo (vedi Figura 45).
6
La discesa del cavetto deve essere protetta con canaletta di vetroresina, di norma da
46 mm, chiusa alle due estremità tramite l’apposito cappellotto. All'uscita dalla
canaletta occorre prevedere, per ogni cavetto, una scorta di circa 90 cm, per
consentire la formazione di una spira di 25÷30 cm di diametro sulla sommità della
quale deve essere posizionato il giunto.
La giunzione sotterranea può essere realizzata solo in pozzetto di manovra lasciando
una ricchezza di cavetto di circa 1÷1,5 m.
Per l'esecuzione della giunzione sia aerea che sotterranea occorre utilizzare il
giunto meccanico o a fusione.
Il giunto dovrà essere protetto, e contenuto entro un apposito contenitore (in via di
definizione).
6
Di seguito sono riportati alcuni esempi più ricorrenti di interferenze (vedi Figura
47, Figura 48 e Figura 49).
6
Il cavo multifibra a S.T. 929 (vedi Figura 50), è costituito da una serie di moduli
rinforzati da 900µm (con fibra G.657A), del tutto identici a quelli usati
all’interno dei cavetti singoli, disposti longitudinalmente ed in maniera lasca
(senza cordatura elicoidale) all’interno di una guaina esterna.
N° Colore N° Colore
1 Rosso 13 Rosso con anelli neri
2 Verde chiaro 14 Verde chiaro con anelli
neri
3 Giallo 15 Giallo con anelli neri
4 Marrone 16 Marrone con anelli neri
5 Blu 17 Blu con anelli neri
6 Viola 18 Viola con anelli neri
7 Nero 19 Verde scuro con anelli
neri
8 Arancio 20 Arancio con anelli neri
9 Bianco 21 Bianco con anelli neri
10 Turchese 22 Turchese con anelli neri
11 Rosa 23 Rosa con anelli neri
12 Grigio 24 Grigio con anelli neri
Tabella 8 - Codice colori dei cavetti monofibra che compongono il cavo multifibra
Le lunghezze nominali delle pezzature di cavo multifibra devono essere pari a (1000
± 50) m e (500 ± 25) m. Sono anche consentite pezzature da (300 ± 10) m con
soluzioni in scatola nel caso in cui questo agevoli l’installazione.
6
Gli accessori a S.T. 933 da impiegare nel caso di utilizzo del cavo multifibra sono:
Box di piano
6
Diramatore secondario
Il diramatore secondario è costituito da materiale plastico ed è da installare nelle
scatole di derivazione non principali, normalmente più piccole e situate in
prossimità degli ingressi alle unità abitative.
In particolare, permette, nel collegamento orizzontale, la diramazione di tubetti
protettivi multifibra in tubetti protettivi singola fibra in prossimità degli
ingressi agli appartamenti, qualora la tratta dalla scatola di piano alla scatola in
prossimità dell’unità abitativa preveda una sola tubazione condivisa tra più utenti.
Ha almeno 6 porte che possono essere usate indifferentemente per tubetti protettivi
singola fibra e multifibra a seconda del contesto. È anche possibile avere diverse
versioni del diramatore con combinazioni diverse di ingressi, qualora non sia
possibile realizzare degli ingressi compatibili con entrambi i diametri di tubetti
protettivi.
I diramatori secondari possono essere di varie tipologie e dipendono dal fornitore
del prodotto. In figura è riportato un esempio di diramatore secondario.
Il sistema di protezione del giunto può essere di varie tipologie e dipendono dal
fornitore del prodotto.
Prima di iniziare la posa del cavo, è necessario ispezionare il percorso dal ROE
fino all’imbocco della risalita verticale ed aprire le scatole di derivazione ad
ogni piano dello stabile, in modo da poter valutare visivamente gli spazi a
disposizione ed identificare al più presto eventuali punti di criticità.
6
La scelta sul numero di cavi multifibra da installare deve essere fatta valutando il
numero di unità abitative da servire: nel caso di dimensionamento maggiore di 24, è
possibile la posa contemporanea di un secondo cavo multifibra, a patto che il suo
sfruttamento sia almeno del 50%. In caso diverso, sia in termini di sfruttamento di
un eventuale secondo cavo multifibra, sia in caso di criticità per lo spazio
disponibile o per particolari condizioni installative, è possibile proseguire il
cablaggio mediante dei cavetti singoli installandoli soltanto quando il cliente
previsto con quel collegamento richiederà il servizio.
Nei casi di disponibilità di due o più tubi è opportuno utilizzare il tubo libero
e/o meno occupato.
La lunghezza del cavo multifibra va valutata in fase iniziale e deve tener conto
delle seguenti misure:
• distanza dal ROE alla scatola di derivazione (anche secondaria) che serve
l’appartamento più lontano (solitamente situato all’ultimo piano), con un
margine di almeno 3 metri
• lunghezza necessaria all’attestazione dei cavetti singoli da 900 µm
all’interno del ROE
La posa del cavo multifibra dal ROE all’imbocco della tubazione di risalita
verticale deve essere effettuata all’interno di un tubo corrugato.
Allo scopo di impedire lo scivolamento dei cavetti singoli all’interno della guaina,
all’estremità superiore del cavo e solo al termine delle operazioni di posa, deve
essere bloccato l’insieme costituito dai singoli cavetti interni, effettuando le
seguenti operazioni:
Nel cablaggio ottico realizzato con un cavo multifibra, il nodo cruciale del
collegamento è il punto, in corrispondenza ad ogni piano dell’edificio, nel quale le
fibre vengono estratte dal cavo e sono in seguito giuntate con il cavetto “drop” di
collegamento con l’unità abitativa.
In ogni scatola di derivazione sulla risalita verticale, a partire dal primo piano
fino all’ultimo, deve essere aperta una finestra nella guaina del cavo multifibra
mediante apposito tool munito di lame calibrate. Le dimensioni per incidere la
finestra sulla guaina devono essere prese usando il tool di diramazione al piano
come misura e pertanto saranno compatibili con le dimensioni e la struttura
dell’accessorio di protezione utilizzato.
A seconda della tipologia di infrastrutture che si trovano al piano, devono essere
usati criteri diversi per la lunghezza delle fibre da estrarre dal cavetto
verticale.
6
Tubazioni dedicate
all’utente
U.I. U.I.
Caso A
Scatole di
derivazione al piano
Tubazioni dedicate
Caso B all’utente
Tubazione dedicata
U.I. U.I. U.I.
Risalita verticale
a più utenti
Figura 56 – I due contesti installativi di piano più comuni: caso A, con tubo dedicato per
l’utente, caso B, con tubo orizzontale condiviso tra più utenti
6
Il numero di cavetti singola fibra (900 µm) da estrarre ad ogni piano è definito
sulla base del numero degli utenti dell’edificio e prevede una fibra per ogni unità
abitativa del piano.
Premesso che N è il numero del piano dove deve essere realizzata l’estrazione delle
fibre, ed X è una variabile che identifica il numero dei piani superiori al piano N,
la procedura per il taglio e l’estrazione delle fibre dal multifibra, illustrata
nell’esempio di Figura 57, si compone dei seguenti passi:
• X= un piano se si utilizza l’accessorio box di piano sia nel caso A sia nel
caso B
• X= un piano se si utilizza l’accessorio diramatore di piano e si è nel caso A,
dove dalla scatola di derivazione al piano si dipartono le tubazioni dedicate
per ogni utente;
• X è variabile se si utilizza l’accessorio diramatore di piano e si è nel caso
B e deve avere un valore pari al numero di piani tali da garantire i metri di
fibra necessari ad arrivare dalla scatola di derivazione principale al piano
all’ultima scatola di derivazione secondaria oltre la quale si hanno soltanto
più tubazioni dedicate all’utente, con un margine tecnico di almeno 1 metro
per la realizzazione del giunto al piano.
Per l’estrazione delle fibre ai piani superiori è necessario eliminare
temporaneamente il fissaggio dei cavetti già bloccati in precedenza sulla guaina del
cavo multifibra.
Cavetto multifibra
Tubazioni dedicate
all’utente
U.I. U.I.
Caso A
Caso B
Tubazione dedicata
Risalita verticale a più utenti
Box di piano
Cavetto multifibra
Tubazioni dedicate
all’utente
U.I. U.I.
Caso A
Diramatori di piano
Tubazioni dedicate
con fibre estratte e
all’utente
protette negli
opportuni tubetti
U.I. U.I. U.I.
Caso B
Caso A
In questo caso (tubazione dedicata verso l’utente), la soluzione al piano è composta
dalle seguenti parti:
Caso B
In questo caso (tubo condiviso verso gli utenti), la soluzione al piano è composta
dalle seguenti parti:
Oltre alle due casistiche A e B sopra illustrate, sono possibili anche casi misti in
cui dal diramatore principale partono sia tubetti protettivi singola fibra sia
tubetti protettivi multifibra. In generale il set di accessori a disposizione
dovrebbe fornire quel grado di flessibilità necessario per gestire sul campo le
diverse esigenze installative. Ad esempio, la modalità di estrazione delle fibre a
bundle, con prosecuzione all’interno di un tubetto protettivo multifibra, è una
soluzione per il caso B, ma anche per quei casi ad esempio in cui sia necessario
procedere all’estrazione ad un determinato piano delle fibre relative ad unità
abitative di altri piani.
La posa del cavetto orizzontale, contestuale alla richiesta del servizio da parte
dell’utente, deve essere eseguita dal diramatore al piano o dal diramatore
secondario fino all’utente, mediante un cavetto singolo per posa interna (vedi Fig.
19).
caso A e B
Cavetto drop
Cavetto multifibra
Tubazioni dedicate
all’utente
U.I. U.I.
Caso A
Tubazione dedicata
Risalita verticale a più utenti
Box di piano
caso A
• alla scatola di piano, sfilare dal primo tratto di tubo orizzontale il tubetto
uscente dal diramatore e contenente la fibra da collegare;
• posare il cavetto singolo tra la borchia d’utente ed il diramatore,
all’interno della tubazione orizzontale esistente;
• giuntare a fusione il cavetto con la fibra del cavo multifibra selezionata e
proteggerlo, sulle guaine da 900 µm, con un tubetto termorestringente con
rinforzo metallico di lunghezza non superiore a 25 mm;
• proteggere ulteriormente il giunto con il sistema protettivo seguendo le
istruzioni di dettaglio fornite per il prodotto;
• alla borchia (a S.T. 969), tirare il cavetto in modo che al pianerottolo la
giunzione protetta entri nel tubo dedicato al cliente, quindi procedere all’
installazione della borchia d’utente.
caso B
• in questo caso sarà già stato realizzato in precedenza il percorso fino alla
scatola di diramazione secondaria vicina all’utente, installando il diramatore
primario e secondario: sfilare in corrispondenza del diramatore secondario il
tubetto da 3 mm dal tratto di tubo che va verso l’appartamento e contenente la
fibra da collegare;
• posare il cavetto singolo tra la borchia d’utente ed il diramatore secondario
all’interno della tubazione esistente;
• giuntare a fusione il cavetto con la fibra del cavo multifibra selezionata e
proteggerlo, sulle guaine da 900 µm, con un tubetto termorestringente con
rinforzo metallico di lunghezza non superiotre a 25 mm;
• proteggere ulteriormente il giunto con il sistema protettivo seguendo le
istruzioni di dettaglio fornite per il prodotto;
• alla borchia (a S.T. 969), tirare il cavetto in modo che al pianerottolo la
giunzione protetta entri nel tubo dedicato al cliente, quindi procedere all’
installazione della borchia d’utente.
6
Cavetto drop
Cavetto multifibra
Tubazioni dedicate
all’utente
U.I. U.I.
Caso A
Scatole di
Tubazioni dedicate
derivazione al piano
all’utente
Nel caso in cui il percorso sia diverso può anche essere valutata l’installazione
della terminazione d’utente in una diversa posizione terminando soltanto la fibra
ottica come indicato nei paragrafi precedenti per il cablaggio all’interno
dell’appartamento.
In ogni caso, il cavetto ottico che entra nella terminazione deve essere attestato
tramite il sistema predisposto e tutta la ricchezza di fibra da 900 µm (il cavetto
monofibra deve quindi essere sguainato all’interno della borchia se non per una
piccola tratta iniziale) deve essere alloggiata all’interno seguendo i percorsi
previsti e senza curvature eccessive, avendo cura di non pizzicarla nelle fasi di
chiusura delle parti costituenti e del coperchio.
6
• sguainare l’estremità del cavetto monofibra fino a 900 micron per la lunghezza
che andrà nella terminazione d’utente ed eseguire il connettore montabile in
campo; quindi attestare il cavo, parcheggiare la ricchezza di fibra nello
spazio riservato all’interno della terminazione d’utente e connettere il
connettore sulla bussola predisposta.
Lo stesso codice “ID risorsa” dovrà essere posizionato sul raccordo del cliente al
ROE, mediante apposita targhetta, dove si riporteranno solo le ultime 6 cifre del
codice in argomento con l’esclusione delle prime 4 cifre alfanumeriche solo per
ordinativo di lavoro Fastweb come di seguito rappresentato (vedi Figura 67).
Nel caso di ordinativo di lavoro per conto TIM deve essere inserito l’”ID Risorsa” al
completo.